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Agricoltura bimestrale n. 277
luglio - agosto 1996 anno XLIV
Testata del Ministero delle risorse agricole, alimentari e forestali, fondata nel 1952,
edita a cura dell'Ismea. Gli articoli pubblicati su Agricoltura
impegnano solo la responsabilità dell'autore o della redazione e non riflettono
necessariamente il punto di vista del ministero.
direttore responsabile Franco Frulli
coordinamento redazionale Giovanni Dal Monte e Stanislao Esposito
redazione e amministrazione via Nomentana, 183 - 00161 Roma
telefono 06/855.61.277 - 301 fax 06/855.61.305
diffusione via Nomentana, 183 - 00161 Roma
telefono 06/ 855.61.298 fax 442.50.608
autorizzazione del tribunale di Roma n. 2576 del 23 febbraio 1952
diffusione gratuita riproduzione autorizzata citando la fonte
finito di stampare il di 8 novembre 1996 da: Arti Grafiche Rubbettino
Viale dei Pini, 8 - Te!. 0968/ 662034 88049 Soveria Mannelli (Cz)
Speciale
"120° Anniversario dell'UCEA"
INTRODUZIONE
15 COLLEGIO ROMANO
27 STORIA RETE METEO
RETE SISMICA
46 STRUMENTAZIONE ANTICA
SOMMARIO
Presentazione del Ministro
120° Anniversario della istihlzione dell'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria (Domenico Vento)
La storia dell'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria attraverso gli atti nonnativi che lo hanno regolato (Antonio Brunetti)
L'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria e la sua sede nel palazzo del Collegio Romano (Franca Mangianti)
La rete meteorologica dell'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria dalle origini ai nostri giorni (Maria Carmen Beltrano, Stanislao Esposito)
La rete di rilevamento sismico del Regio Ufficio Centrale di meteorologia e geodinamica (Maria Carmen Beltrano)
Gli antichi strumenti sismici e meteorologici dell'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria (Maria Carmen Beltrano)
SOMMARIO
2
53 BIBLIOTECA
61 ATTUALI ATTWIT À
67 BANCA DATI
72 RETE AGROMETEO
85 PREVISIONI METEO
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97 DIFFUSIONE INFORMAZIONI,
La Biblioteca dell'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria
Le attuali attività dell'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria (Domenico Vento)
La Banca Dati Agrometeorologica Nazionale (Luigi Perini)
La Rete Agrometeorologica Nazionale (Stanis lao Esposito, Maria Carmen Beltrano)
Dagli antichi presagi alle moderne previsioni meteorologiche per l'agricoltura (Luigi Perini)
La modifica artificiale del tempo (Domenico Vento)
La diffusione delle informazioni agrometeorologiche presenti nel Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Giovanni Dal Monte)
-MODIFICA DEL TEMPO
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La modifica artificiale del tempo
L'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria da tempo opera nel campo della modifica artificiale del tempo,
specialmente nei settori della difesa dalla grandine e del controllo di sperimentazioni di incremento artificiale di pioggia.
D agli anni '50 1'Amministrazione dell' Agricoltura, ora Ministero de lle Risorse Agricole Alimentari e Fo
restali (MRAAF) ha inteso muoversi nel campo, a l momento più di ricerca che di opera tività, della modifica ar tificiale d e l tempo, perché per vari motivi essa può essere di interesse per l'agricoltura, per esempio quando attiene alle difese da particolari avversità atmosferiche.
Per questo motivo il Ministero è sta to spesso un' Amministrazione finanziatrice e promotrice significativa di s tudi e ricerche di modifica a rtificiale dei fenomeni meteorologici. In ciò puntando, come è necessario per un organo di governo, allo sviluppo di sperimentazioni collaudate nell'impostazione scientifica e quindi con un' esigenza primaria di attuazione di attendibili operazioni di controllo dell' efficacia delle operazioni artificiali effettuate.
Il controllo di efficacia delle attività di modifica artificiale del tempo, come servizio e come ricerca, è proprio ciò che ha
Agricoltura 11. 277
Domenico Vento
Ufficio Centrale di Ecologia Agraria
(estratto da un intervento al Seminario tenutosi il 22.5 .96 all' Universi tà
"La Sapienza" di Roma sul tema "Weather modification -
Tecnologie d'intervento e valutazione dei risultati")
pertanto caratterizzato alcune delle azioni dell'Ufficio Centrale di Ecologia Agraria (UCEA) in quanto organo tecnico-scientifico per l'agrometeorologia del
Figura 1 - Calco di un chicco di grandine caduto negli Stati Uniti negli anni ottanta.
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MODIFICA DEL TEMPO
Figura 2 - Danni da grandine su un vigneto.
MIRAAF e, al riguardo, esso ha agito specificamente nei settori della difesa attiva dalla grandine e dell'incremento artificiale della pioggia per i ritorni che eventuali successi in tali ambiti potevano riversare sull' agricoltura.
La modifica del tempo riguarda naturalmente molti altri settori quali, per esempio, quelli della dissipazione delle nebbie o delle difese dai tornado o dai cicloni; essa è pertanto una realtà spesso così complessa che non può non finire per dare luogo, nelle pubblicazioni, nei convegni e in altro ancora, a discussioni, a prese di posizione divergenti; a volte anzi si ha l'impressione, in alcuni singoli settori, d i non riuscire nemmeno a d ab-
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bracciarla tutta in modo organico. Per un osservatore esterno penso che in genere non sia proprio facile capire da che parte stanno tutte le ragioni.
L 'UCEA dunque, consapevole di ciò, ogni volta che si è espresso sul lavoro svolto, si è fatto l'obbligo, del resto scontato, di una corretta informazione ed ha dunque inteso dare conto dei risultati conseguiti, senza gli ottimismi o i pessimismi che non appartengono ad un' attività scientifica, e quindi razionale, tenendo so.prattutto con t o che, per il suo specifico ruolo istituzionale, si trova ad essere anche latore di un pubblico
interesse. Per tali motivi dunqu e
l'UCEA mira ad insistere m olto sul fatto che:
ogni sperimentazione scientifica, quindi anche quella della modifica del tempo, ha necessità di u n congruo periodo di preparazione per la messa a punto del suo particolare quadro operativo di base e per il collaudo delle tecnologie da impiegare; essa deve essere adegu ata alle finalità da perseguire e deve anche prevedere la definizione d i controlli programmati a priori;
- ogni aspetto delle attività deve essere controllato e replicabile e possibilmente reso pubblico prima della sua data di inizio;
- non si possono modificare in corso d'opera, in linea di principio, i protocolli sperimentali, a meno che non si decida una ri-
progr ammazione dell' ins ieme delle a ttiv ità;
- le sp erimentazioni d evono essere completamente condotte a termine se si vogliono ottenere risulta ti affidabili;
- n o n è dunque scientifico parlare, prima della conclusione delle sp erimentazioni, di tren d di efficacia se il complesso dei dati disponibili non è sufficiente allo scop o.
La sostan za di quanto appena espresso è in fondo contenuta proprio in v ari documenti dell' Agen z ia dell ' ONU p er il coordinam ento e la formulazione degli indirizzi della politica tecnico-scientifica internazionale nel cam po d ella meteorologia; mi rife risco, evidentemente, all'OMM.
Se quindi n on è come detto, non si p u ò p arlare di sperimentazione e ricerca, ma più semplicemente di tentativo operativo sperimenta le, p e r accettare il qu ale un servizio pubblico deve soppesare a d o vere l ' utilità, l'opportunità, il ritorno.
li controllo può non esserci solo se è p ossibile distinguere con imm ed iatezza tra bianco e nero, se cioè non c' è la finalità d i determinare o isolare con cura componenti fenomenologiche d i stru tture complesse. Complessa è però d i certo la fisica dei vari aspetti d ella modifica del tempo, sui qu ali si continua a dibattere e ad organizzare convegni.
Segno questo che sui risulta ti di efficacia via via emergenti non si può far conto ad occhi chiusi, considerandoli subito di fatto com e se fossero definitivi. Lì, d ove la loro evidenza fosse realmente chiara, si imporrebbero da sé e non ci sarebbe altro da fare che passare alla fase di ope-
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ratività routinaria. Il controllo dunque è ricerca
seria, se ben condotto; è ricerca che mira a conoscere meglio e a giudicare, sen za forzature, i fenomeni fisici e gli interven ti artificiali per arrivare ad esprimere una corre tta informazione sulla loro efficacia. li controllo è necessario p er chi opera, m a anche per chi finanzia, soprattutto laddove la verità scientifica è più difficile d a definire .
Il controllo richiede un grosso sforzo tecnico-scientifico, organizzativo, amministra tivo e finanziario; esso impone alle sperimentazioni, nella fa se programmatica di impostazione, una stringente autocritica e a volte un rimodellamento delle ipotesi iniziali di lavoro.
Esso comporta anche, per una piena credibilità, un inventario preliminare delle energie e dei mezzi disponibili, una forte esigenza di dati, di d ati obiettivi, s trumentali, completi, programmati per tempo, p er non rincorrerne poi di mancanti, quando a posteriori emergesse l'esigenza di avvalorare impreviste e più stringenti ipotesi interpretative di eventi a priori inattesi e da studiare e d a valutare; in questi casi la necessità di ricercare ipotesi di spiegazione dei r isulta ti spesso testimonia della non corretta precedente fase di impostazione della stessa sperimentazione.
Il con trollo pertanto va progettato al meglio e contemporaneamen te alle operazioni speri~entali, con un preliminare penodo d i messa a punto delle conoscenze e di raccolta dei d ati d i base. Qua nto più non è così, tanto più si deprime l' affidab i-
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lità d el risultato finale e si allungano le discussioni, con problemi seri per una parola d efinitiva su cui raccogliere l' unanimità dei giudizi.
Il controllo in fondo è anche confronto di idee, è ricerca costante di chiarezza e di verità ob iettiva, tenuto conto ch e la modifica del tempo è tale che, appena ci si addentra in essa, ci si accorge subito che c'è ancora p iù di qualcosa d a approfondire. E' dunque ineludibile l'obbligo di operare al meglio prima di agire, fin dall' inizio d ella progettazione.
L'UCEA, per il controllo, si è cimentata n e lle difese d a lla grandine e nell' increm ento artificiale d elle precipitazioni.
a) Grandine
L' UCEA negli anni d a l 77
MODIFICA DEL TEMPO
Figura 3 - Sezione di un chicco di grandine vista in luce pala rizzata.
a ll'83 ha partecipato, per conto d e ll ' a ll ora Ministero dell'Agricoltura e delle Fore te, a ll ' esperimento i talo-francosvizzero di verifica di efficacia di u n sistema sovietico di dife a antigrandine mediante nucleazione artificiale a mezzo di razzi non esplodenti d 'alta quota.
L'esp erimento è tato conosciuto sotto il nome di "Gro -sversu ch IV" ed è tato, per quanto risulta, l'ultim complet esp erimento scientifico del uo tipo a livello ù1ten1azi nale.
li "Gro ver uch" era f ndal1.l.en talm.ente una perimentazion e di controll d Ila d ite a an tigrandùl.e , 'iluppata in 11 1-d avia. 01 temp per" div nta-
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MODIFICA DEL TEMPO
to pure un importante punto di riferimento per molti gruppi di ricerca internazionali, interessati ad approfondire tematiche di studio in materia di temporali grandinigeni e di aspetti teorici e pratico-operativi di difese antigrandine condotte in termini rigorosamente scientifici.
Esso si è svolto, dal 1977 al 1982, in una delle aree più grandinigene della Svizzera. Esso ricorreva a modalità di randomizzazione degli interventi di nucleazione che nella Confederazione elvetica venivano accetta te dal locale mondo agricolo; invece in Francia ed in Italia la necessità sperimentale di non intervenire nel 50% dei temporali grandinigeni avrebbe sicuramente dato luogo a non poche resistenze da parte degli agricoltori.
Gli enti della cooperazione internazionale erano l'UCEA, il francese GNEFA (Groupement National d'Etudes des Fléaux Atmosphériques) di Grenoble ed il Laboratorio di Fisica dell' Atmosfera del Politecnico di Zurigo.
La struttura dell' esperimento si è basata su due blocchi distinti di attività, cioè da un lato sullo svolgimento randomizzato della difesa moldava per dar luogo a due famiglie di dati, di intervento e di non intervento, da mettere a confronto e dall' altro lato, sulla organizzazione del dispositivo del controllo di efficacia e sulla successiva elaborazione di dati esclusivamente strumentali, e quindi oggettivi, atti ad esprimere, alla fine dell' esperimento, un giudizio sull' efficacia della tecnica ripro-
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Figura 4 - Rampa di lancio dei razzi antigrandine utilizzati durante l'esperimento Grossversuch IV.
Figura 5 - Centro operativo del Grossversuch IV all' aeroporto di Emmen (Lucerna).
dotta e studiata. La difesa racchiudeva sia il
momento della previsione a medio e breve termine secondo modalità e criteri quantitativamente definiti e controllabili, compreso il calcolo della concentrazione di nuclei da inserire artificialmente nei cumulonembi, sia il momento del lancio effettivo e tempestivo dei razzi in zone dei cumulonembi localizzate tramite radar meteo.
L'area difesa era di circa 1000
km2 vicino a Lucerna; il materiale nucleante era lo ioduro di argento.
Il controllo di efficacia della difesa si è basato, nel suo complesso, s ulla elaborazione dei dati provenienti soprattutto da:
- un radar da lO cm di lun-
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ghezza d'onda; da un radar da 3 cm utilizzato per il calcolo dei parametri da misurare per decidere poi sul lancio dei razzi,
- dalla rete di indica tori di grandine (hailpads) per l'accertamento delle caratteristiche fisiche delle grandinate al suolo,
- da tutti g li aspetti concernenti le operazioni della difesa: dalle modalità del lancio dei razzi alla qualità del loro intervento ed alla localizzazione della loro caduta.
Nel caso del "Grossversuch" la valutazione di efficacia era un problema molto complesso, perché le forze naturali in gioco erano, e sono ancora, particolarmente difficili da definire con una trattazione puntuale ed in un modo compiutamente sistematico ed anche perché, proprio per questo, gli eventuali effetti prodotti da un' azione di intervento preventivo potevano risultare mascherate dalla variabilità naturale del fenom eno. Si era cioè nel caso della ricerca di un segnale debole in una situazione con un gran rumore di fondo.
Le elaborazioni effettuate sono state molteplici e poi alla fine, negli anni 1986-87, esse sono
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Figura 6 - Effetti di una grandinata su hailpads disposti in campo secondo un reticolo regolare di 2 km di Lato.
Figura 7 - Postazione di razzi antigrandine "Alazani" utilizzati nell' es t europeo.
state pubblicate esprimendo il concetto che la semina dei temporali grandinigeni mediante la tecnica moldava utilizzata, così come riprodotta in Svizzera nell' ambito d el "Grossversuch" non produceva alcuno d egli effetti ipotizzati a priori.
N on sono in effetti emerse, tra l'altro, differenze statisticamente significative tra le caratteristiche fisiche principali delle celle temp oralesche trattate con interventi artificiali e quelle delle celle lasciate al loro sviluppo naturale.
Il "Grossversuch IV" non ha però costituito una parola definitiva sulla difesa dalla grandine anche se i contraccolpi immediati sulle difese in genere in Italia furono pesanti.
Nel tempo ci si rese in fatti conto che, per essere efficaci
MODIFICA DEL TEMPO
contro la grandine, bisognava incrementare molto di più le conoscenze nei vari settori della fisica e della microfisica e fors' anche della chimica dell' atmosfera.
Così, dopo un momento di stasi, riprese dopo qualche tempo anche la collaborazione italo-slovena che già dalla fine degli anni 70 era oggetto di attenzione nell' ambito degli accordi di Osimo e si andava yiluppando quindi intanto che in Svizzera si realizzava il "Gro -sversuch". La collaborazione italo-slovena, in un primo tempo italo-iugosla a, nÙIaya alla realizzazione di una dife a comune antigrandine nella zona di confine del Collio; inizialmente i puntò, da parte italiana, esclu iyamente ulla ricer a che si sta anc ra ggì Yiluppando a cura dell'ER di Gorizia, ma tt il c ntroll dì una Commi i n m i ta intergo ernati a , a cui ntinua a partecipar anch l' EA.
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Figura 8 - Hailpad e razzo antigrandine "oblako" recuperato dopo il/ancia.
Figure 9 e lO - Localizzazione del/' area sperimentale del Progetto Pioggia in Puglia.
b) Incremento artificiale del- 10
la pioggia
L'UCEA, in questo settore, è stato interessato al Progetto Pioggia, limitatamente alla Re-
'>~w
t t'.,
11 ,-----------------------------------------~-------.
gione Puglia. Esso ha avuto inizio proprio in Puglia e con lo scopo di trasportare nel Sud dell'Italia, prima in Puglia e poi in altre Regioni, dopo un breve periodo di preparazione, l'applicazione della tecnica israeliana
di incremento artificiale di pioggia mediante nucleazione con io duro d ' argento e secondo procedure randomizzate.
Il presupposto più volte in precedenza dichiarato da parte israeliana faceva riferimento ad una efficacia attesa del m etodo, sotto certe condizioni, mediamente attorno al 15% nelle zone " target". Queste zone sono state inizialmente già b en definite ed erano di utilità per l'agricoltura e per le attività umane in genere.
Per quanto riguarda l'affermata efficacia d elle sperimentazioni israeliane è doveroso registrare che in un convegno sulla Modifica Artificiale del Tempo, tenutosi nel 1994 a Paestum sotto l'egida dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale, eran o em erse alcune perplessità; ancora poi sulla rivista statunitense
Journal of Ap
-Tcrget '::.JIìOSÙ
-Buffer
plied Meteorology di maggio 95 si era affermato che quelle sperimentazioni non dimostravano effetti di inseminazione statisticamente significa ti vi in quanto ad incremento artificiale di pioggia. Altre os
-Torget Bcm
-------------------~~--~~----~
( . .{.JJ' I
( ,
servazioni al riguardo sono emerse anche su un' altra rivista s tatunitense, il Journal of Weather Modification, di aprile 1996.
La polemica al riguardo è naturalmente viva ed altri contributi in merito, pro e contro, sono stati preannunciati.
Figul'a 11 - Aerei israeliani utilizzati. nel Progetto Pioggia per l'inseminaZlOne delle nubi con ioduro di argento.
Figura 12 - Particolare del generatore di ioduro di al'gento montato sotto /' a/a dell'aereo.
Il Progetto Pioggia pugliese, avviato pur tra mille difficoltà organizzative, era comunque evidentemente una delle sfide tese a verificare la possibilità di applicazione dei dichiarati suc-
," Agricoltura n. 277 Agricoltura n. 277
---~-
cessi israeliani in aree geografiche diverse.
Inizialmente ha provveduto al suo finanziamento solo la Regione, poi, dall'88 vi ha contribuito in forma consistente pure l'Amministraz ione centrale dell' Agricoltura; d ell' organizzazione e della realizzazione complessiva del Progetto si era invece fatta carico l'Associazione Tecnagro, che peraltro si appoggiava, per l'iniziativa, anche ad un suo comita to scientifico internazionale.
MODIFICA DEL TEMPO
L'area del Progetto riguardava in Puglia per lo più zone delle provincie di Bari e Foggia. Gli operatori e i mezzi di intervento erano israeliani. Le singole camp agne di attività si sarebbero dovute sviluppare ognuna da ottobre a maggio.
Nel 1990 l'allora Ministero dell' Agricoltura e delle Foreste decideva di procedere in Puglia direttamente alla valutazione dell' efficacia della inseminazione artificiale attuata dal Progetto e vi coinvolse 1'UCEA, che così è dovuto partire quando l'attività israeliana era stata già predisposta ed il Progetto era di per sé già operativo.
Il compito non era di fatto quello di entrare nel dettaglio della parte operativa di azione artificiale, ma, considerando questa come una scatola chiusa, di valutare gli eventuali effetti della sua efficacia.
Con tale compito 1'UCEA allora formò un diverso proprio comitato scientifico internazionale.
La struttura tecnico-operativa di supporto all' UCEA in questo caso fu l'Agrisiel, ora Fin iel, cioé la concessionaria del Si tema Informativo Agricolo azionale (SIAN) dell' Ammini trazione dell' Agricoltura.
I da ti di pioggia di pOlùbili per il pas a to nell' area perim.entale non en,bra\'ano adeguati allo copo.
Le ri or e pecificamente disponibili per il conu' Il c 11 entirono comunque di indirizzare la valutazione di efficacia ulla ricerca di criteri tati tici per la ua det nninazi ne e c me pri-
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MODIFICA DEL TEMPO
mo passo si mise in campo una rete di 80 pluviometri automatici, che d ivenne o perativa nel 1991. La rete, tuttora in campo, ha u na m aglia di lO km di lato ed è orienta ta parallelamente alla linea di costa. Ogni strumento p u ò fornire indicazioni ogni lO minuti.
La r ete cos tituiva l ' unica fonte s trumentale diretta per l'Ufficio per l'acquis izione di una valid a obiettiv a raccolta di d ati di b ase. Era una rete strum entale eccellente e forse unica nel suo genere nella Modifica del Tempo . I dati finivano anche n ella banca dati del settore agrom e t eo rol o gico d e l SIAN.
I dati raccolti sono stati quelli dagli anni d al 1991 al 1994, nel 91 solo in condizioni di non intervento artificiale; dopodiché il Progetto non ha più avuto campagne di inseminazione e quindi di raccolta dati.
Il lavoro dell'UCEA e del suo comitato scientifico è stato inizialmente soprattutto quello della definizione di valide metodologie statistiche per giudicare alla fine della sperimentazione sulla efficacia delle azioni di incremento artificiale.
Si è operata pure una prima 14
valutazione dei dati raccolti e si è ritrovato, in buona sostanza, che essi, decisamente scarsi rispetto a quelli finali previsti dal disegno sperimentale, non consentono di formulare affermazioni statistiche scientificamen-te affidabili sulla ricercata efficienza della inseminazione.
Comunque, come detto, d al 94 non c'è attività in Puglia ed
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allora si è operato per un trasferimento di proprietà e di gestione della rete di pluviografi alla Regione, anche perché, al di là del Progetto Pioggia, i dati della rete hanno avuto un impiego molto forte per varie altre finalità ed esigenze della vita pubblica a livello locale, in quanto consentono in tempo, si può dire, reale la conoscenza della pioggia in un modo deci-
13
Figura 13 - Localizzazione della rete pluviometrica nelle aree di esperimento .
Figura 14 - Pluviometro au tomatico della rete.
samen te più rapido e più preciso del p assato.
In conclusione si può sostenere che la modifica del tempo,
a motivo de lla ancora non conoscenza di molti fenomeni naturali, almeno nei setto ri grandine e pioggia, n on ha risultanze di efficacia p ienamente acquisite, per cui, secondo l'UCEA, non può
essere un qualcosa da attuare subito e comunque come attività di rendimento certo, magari sotto forma di servizio, solo sulla base di attese di successo.
La Modifica del T empo è dunque ancora, nei setto ri accennati, per quanto risulta, nella fase di ricerca più che di possibile operatività.
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