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COLT 1911La storia, John Moses Browning ela sviluppo della prima pistola se-

miautomatica moderna.

Ha compiuto 100 anni, la 1911 e ancoranon li dimostra. E' stata la prima pistolasemiautomatica di grosso calibro moder-na. Il suo progetto è talmente modernoche assorbe ancora oggi il 50% del merca-to delle pistole di grosso calibro. Il suo si-stema di funzionamento è alla base dellaquasi totalità della pistole prodotte oggi-giorno. Una lunga pagina dedicata allasua storia.

Alla fine del 1800, in Europa c'era un grandefermento di idee e innovazioni che portaronoin breve tempo alla nascita delle prime pistoleautomatiche. I primi modelli, benché spessorozzi e scarsamente funzionali, ebbero da su-bito un buon riscontro commerciale. In Ameri-ca invece, le cose procedevano con maggio-re lentezza. Gli americani si dimostravanoancora affezionati ai loro revolver, che in ef-fetti avevano già acquisito da tempo una fun-zionalità e una affidabilità ineccepibile, carat-teristiche che la neonata pistola automaticaera ancora ben lontana da raggiungere. L'uni-co inventore che dimostrava un certo interes-se per questo campo, fu il solito John MosesBrowning, considerato ancora oggi un vero eproprio genio, in questo campo. In effetti l'in-ventore mormone aveva già sviluppato unamitragliatrice che era stata adottata dall'eser-cito americano nel 1895, e in seguito avevaregistrato diversi brevetti per realizzare dellesemplici pistole a chiusura labile. La Colt,come da tradizione, voleva un modello digrande potenza, quindi funzionante a ottura-tore chiuso, che fosse adatto in previsione diuna eventuale adozione da parte dell'eserci-to. Perché come diceva spesso lo stesso Sa-muel Colt, fondatore della fabbrica d'armi piùfamosa al mondo, “è con le commesse go-vernative che si fanno i soldi”. John Moses,aveva già presentato qualche idea per unapistola automatica che sfruttava i gas di scari-co dello sparo per muovere l'otturatore, utiliz-

zando le stesse idee di base che aveva utiliz-zato per sviluppare per sua mitragliatrice, egià nel 1895 aveva realizzato un prototipodella pistola. In Europa erano già stati pre-sentati diversi prototipi, disegnati da Bayard,Bergmann, Borchardt, Mauser e Schwarzlo-se, e alcuni di questi, come la pistola Bor-chardt del 1893 e la pistola Mauser del 1896furono addirittura prodotte e messe in com-mercio, in quanto avevano un funzionamentoritenuto più che soddisfacente. Erano tuttimodelli dall'aspetto decisamente rozzo esgraziato, difficili da impugnare e da portare.Erano ben lontani dall’idea che abbiamo oggidi pistola; secondo i canoni odierni, questepotevano essere considerate al più come pic-cole carabine, abbastanza occultabili. Al con-trario, John Moses Browning, già nel suo pri-mo tentativo, aveva realizzato una pistolaesteticamente ben fatta, molto vicina ai cano-ni estetici e operativi delle moderne pistoleautomatiche, con un'impugnatura ben model-lata e giustamente inclinata, e con canna etelaio di dimensioni al porto e all'utilizzo inscenari di veloci scontri ravvicinati.

Il primo prototipo di pistola automaticacreata da John Moses Browning nel 1895.

Browning però, voleva studiare la sua pistolaautomatica dall'inizio, sviluppando i suoi bre-vetti per le pistole a chiusura semplice, e sic-come la Colt non era interessata a questotipo di arma, l’inventore decise di trasferirsi inBelgio, dove stipulò un contratto di collabora-zione con la FN. Alla Fabrique Nationale deHerstal, Browning cedette i suoi brevetti periniziare la commercializzazione le sue pistolein Europa.

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L'esploso del modello 1900. Notate la molla di recupero sopra la canna, l'otturatore , fissatoal carrello tramite due grosse viti e la finestra d'espulsione sul fusto.

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Parallelamente John Moses continuò la suacollaborazione con la Colt nel tentativo di rea-lizzare una pistola di grosso calibro a culattachiusa. La FN produsse il primo modello Bro-wning già nel 1898, e questa, dopo varie pro-ve, venne adottata dall'esercito Belga nel1900, nonostante sparasse una cartuccia da7,65 mm molto leggera e poco potente. Il mo-dello 1900 era una pistola semplice e robu-sta, e godette immediatamente di un buonsuccesso commerciale.

Pur avendo un aspetto molto simile a quellodelle pistole automatiche odierne, il suo fun-zionamento era ancora abbastanza complica-to e la sua produzione costosa. La pistola eraalimentata tramite un caricatore posizionatonell'impugnatura, contenente sette cartuccein calibro 7,65x17 mm (7,65 Browning o .32ACP), aveva un peso di 625 grammi e unacanna da 102 mm, dotata di rigatura destror-sa a 5 scanalature.

La FN Browning modello 1900.

Il nuovo modello di pistola apparve sotto ilnome di modello 1903 o “Modèle de Guerre”,e si può considerare a tutti gli effetti la primapistola automatica moderna, nella sua formapiù semplice e funzionale. Questa è formatada 3 parti distinte; la canna, il carrello e il fu-sto. Canna, fusto e carrello otturatore sonotenuti assieme attraverso tre tenoni di chiusu-ra ricavati sotto alla camera di cartuccia, chesi avvitano a dei corrispondenti risalti presentinel fusto. In questa maniera, canna e telaiosono rigidamente solidali tra loro, mentre ilcarrello otturatore è libero di muoversi scor-

rendo su guide ricavate su di esso e sul tela-io. Una robusta molla di richiamo, posizionatasotto la canna, si occupa di fare tornare inbatteria l'arma dopo lo sparo. E' alla resisten-za esercitata da questa, e alla massa stessadell'otturatore, a cui viene affidata la tempora-nea chiusura dell'arma al momento dello spa-ro. Questa chiusura, denominata “semplice”,“labile”, “a massa” o più comunemente “blow-back”, risulta sufficientemente robusta dascaricare una cartuccia da 9 mm, chiamata 9mm Browning Long. La cartuccia era di formasimile alla 9 mm Parabellum, solo con pallaarrotondata e carica di lancio ridotta, ed erastata studiata dallo stesso Browning per es-sere la più potente possibile utilizzabile in tut-ta sicurezza da una pistola con chiusura labi-le. Il caricatore, che era posizionato come alsolito all'interno dell'impugnatura, contenevasette cartucce, la pistola pesava 930 grammied era lunga 208 mm di cui 128 erano di can-na rigata.

La FN Browning 1903.

L'arma si smontava facilmente nei suoi trecomponenti, per eseguire normali operazionidi manutenzione e pulizia, semplicemente ar-retrando leggermente il carrello, e bloccando-lo sollevando la leva della sicura su di un in-taglio posto a metà carrello. In questa manie-ra la canna risultava parzialmente esposta, euna volta fatta ruotare di circa 90 gradi, la sipoteva svincolare dai tenoni di blocco ricavatinel fusto. Quindi bisognava sbloccare il car-rello abbassando la leva della sicura, e farscivolare il complesso canna/carrello in avan-ti, separandolo dal fusto. Era presente uncane, ma questo, tenendo fede all’idea cheuna pistola automatica dovesse limitare al mi-

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nimo indispensabile le azioni da far compiereal tiratore, era nascosto all’interno del carrel-lo. Per preparare la pistola all’uso, occorrevacaricare il caricatore con le cartucce, quindi inserirlo all’interno dell’impu-gnatura, afferrare con forza il carrello all’al-tezza degli intagli di presa, tirarlo all’indietrofino a quando non si fosse fermato a fondocorsa, e subito dopo rilasciarlo in modo chetornasse automaticamente al suo posto. Inquesta maniera, la prima cartuccia presenteall’interno del caricatore veniva inserita all’in-terno della camera di scoppio, e il cane arma-to e pronto allo sparo. Se a questo punto sidesiderava portare la pistola in sicurezza, oc-correva spostare in alto la leva della sicura,presente nella parte finale del fusto, bloccan-do in tale modo sia la catena di scatto che ilcarrello. Per sparare bisognava, al momentodell’estrazione dell’arma, disinserire la sicura,e poi premere il grilletto. In ogni caso, sebbe-ne la leva della sicura fosse posizionata inmodo che venisse naturale appoggiarvici so-pra il pollice, subito dopo l'estrazione, e op-portunamente zigrinata per favorirne la presa,era anche piuttosto piccola e piatta, e il suoazionamento poco agevole. Al momento dellosparo, il carrello otturatore veniva spinto conforza all’indietro, mentre l’unghia estrattricetrascinava con se il bossolo appena sparato,il quale colpendo l'espulsore, veniva deviatocon forza fuori dalla finestra presente sul latodestro del carrello. Intanto che il carrello arre-trava, la molla di recupero si comprimeva.Una volta giunto a fondo corsa, il carrello ve-niva richiamato in avanti dalla molla di recu-pero, e durante la sua corsa di ritorno, trasci-nava con se una cartuccia dal caricatore, sequesta era presente, e la portava all’internodella camera di scoppio. Nel caso non ci fos-sero più cartucce nel caricatore, lo stessoelevatore delle cartucce del caricatore, face-va sollevare una leva, alloggiata sul lato de-stro del castello, la quale ingaggiava un ap-posito incavo ricavato nel carrello, bloccandol’otturatore in apertura e segnalando al tirato-re che la pistola era scarica. Per far ritornareil carrello in chiusura occorreva tirare all’in-dietro il carrello, dopo aver rimosso il carica-tore, o dopo averne inserito uno carico. Quel-la che in futuro sarebbe diventata la leva del-

permettessero un qualche tipo di azionamen-to manuale.

Il lato destro della FN Browning 1903. No-tate la leva che blocca il carrello aperto afine colpi. Questa è posizionata sul latodestro anziché sul sinistro, ed è comple-tamente piatta, quindi praticamente inuti-lizzabile. In effetti, per riportare il carrelloin posizione era necessario tirarlo indie-

tro, dopo aver tolto o sostituito il caricato-re.

L’arma era semplice da produrre, facile dausare, perfetta come dimensioni ed ergono-mia, di facile smontaggio e manutenzione,ma soprattutto era, nonostante sparasse unacartuccia non troppo potente, adattissima al-l’uso militare. Tanto che il Belgio la adottò persostituire il modello del 1900, e lo stesso fecel’esercito svedese, che continuò a fabbricarela pistola fino al 1941. In effetti con questa pi-stola, John Moses Browning creò quella che,a tutti gli effetti, diventò “LA” pistola automati-ca moderna, sia per dimensioni, peso, aspet-to esteriore, funzionamento, operatività, di-sposizione dei comandi, e portabilità. Tutte lepistole automatiche odierne, sono in effettimolto simili a questa. Non stupisce che, an-che per disegnare il suo modello a culattachiusa per la Colt, Browning volle manterel’impostazione generale che aveva studiatoper questa pistola.

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Un esploso della pistola Browning modello 1903. Si noti l’organizzazione meccanica dellapistola, la stessa che ancora oggi è alla base di ogni pistola automatica moderna.

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La FN produsse e vendette milioni di questepistole, e si calcola che per ogni FN modello1903 originale prodotta, ne furono costruitealmeno 20 esemplari “pirata”, fabbricati perlo-più in Spagna, nazione che aveva una parti-colare legislazione riguardante i brevetti. Co-piare la semplice e funzionale pistola creatada Browning diventò ben presto una vera epropria manna, per la piccole fabbriche arti-gianali spagnole, che fino a quel momentoproducevano rivoltelle economiche e di scar-sa qualità. Soddisfatto del proprio lavoro,John Moses Browning tornò ad occuparsi atempo pieno del progetto che stava portandoavanti parallelamente oltreoceano; la creazio-ne di una pistola di grosso calibro per la Colt,da vendere all’esercito degli Stati Uniti. Il suoprogetto, riuscì talmente bene, che ancoraoggi la quasi totalità delle pistole di grossocalibro, hanno l’aspetto, l’organizzazionemeccanica generale e il tipo di funzionamen-to della pistola che creò per l’esercito ameri-cano. Quella pistola è la mitica Colt 1911.

Già nel 1897 Browning aveva disegnato unapistola a chiusura stabile, che venne effettiva-mente prodotta dalla Colt con il nome di mo-dello 1900. La pistola aveva la classica ope-ratività pensata dall’inventore, ovvero un tela-io con caricatore inserito all’interno del calcioe un pesante carrello otturatore formato datutta la parte superiore dell’arma, che scorre-va su guide sopra al telaio per completare leoperazioni del ciclo di sparo, che consisteva-no nell'espulsione del bossolo spento e nelcamerare un nuovo proiettile. Rispetto aisemplici modelli a rinculo prodotti per i belgi,questo modello però non poteva avere lacanna semplicemente incernierata al castello,ma doveva avere un sistema che permettes-se a canna e otturatore di rinculare in manie-ra solidale e ben bloccata, giusto il tempo ne-cessario a permettere l'apertura della culattain tutta sicurezza, e poi lasciare libero l’ottu-ratore di completare il ciclo di ricarica della pi-stola.

Il modello di pistola disegnato da Brow-ning nel 1897 e prodotto da Colt nel 1900,rappresenta il primo passo verso la Colt

1911, la mitica pistola in calibro 45 ACP, ri-masta in servizio fino al 1985, quando fu

sostituita dalla nostra Beretta 92 FS.

Il sistema ideato da Browning, già molto simi-le a quello che poi diventò definitivo con ilmodello del 1911, consisteva in una canna in-cernierata tramite due biellette al telaio, unadisposta in prossimità della volata, e una sot-to la camera di cartuccia. La chiusura con ilcarrello otturatore era ottenuta grazie ad unaserie di risalti semilunari ricavati sopra la can-na, immediatamente sopra la camera di car-tuccia. Questi tenoni, si incastravano perfet-tamente all’interno di corrispondenti incavisemicircolari ricavati dal pieno nella paretesuperiore del carrello otturatore, assicurandoche i due elementi fossero ben saldi tra diloro al momento dello sparo. L’apertura, ov-vero la separazione tra canna e carrello, av-veniva grazie all’arretramento del sistemacanna/carrello, dovuto al rinculo. Durante lasua corsa retrograda, le due biellette, che fis-savano la canna al telaio, ruotando, costrin-gevano la canna via via ad abbassarsi, fino alliberare i risalti della canna dai corrispondentiincavi del carrello. Quando questo avveniva,la canna urtava sul telaio fermandosi, mentreil carrello libero di continuare la sua corsa,espelleva il bossolo “spento”, armava il cane,e una volta giunto anch’esso a fine corsa, ri-tornava indietro, “colpiva” la prima cartucciadel caricatore, se essa era presente, e laspingeva in canna, in modo che la pistola fos-se nuovamente pronta allo sparo. Operativa-mente il modello Colt 1900 non differiva affat-to dal modello FN 1903; per caricare la pisto-la, dopo aver inserito il caricatore, occorreva

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scarrellare manualmente l’arma per inserireuna cartuccia carica in canna e armare ilcane. Le uniche differenze erano dovute alfatto che in questo caso, il cane era esterno.Questa pistola poteva essere portata carica,sia con il cane armato e la sicura inserita, siacon il cane abbassato, che in questo casodoveva essere necessariamente armato conil pollice prima di esplodere il primo colpo. Ilcane esterno era preferito dai militari ameri-cani, perché in questa maniera era possibilerendersi conto immediatamente se la pistolafosse pronta o meno allo sparo. In questomodello non era previsto che il carrello rima-nesse aperto a fine colpi. Rispetto al sempli-ce modello a chiusura di massa, la Colt eraperò piuttosto difficile da smontare per ese-guire una corretta manutenzione, anche se ilsuo funzionamento era già ritenuto molto affi-dabile se confrontato con le pistole di grandepotenza costruite in Europa. La pistola spara-va una cartuccia calibro .38 creata apposita-mente, denominata 38 ACP. Il caricatore eracapace di contenere sette colpi. La pistola fuprodotta in circa 12000 esemplari, dei quali210 andarono all’Esercito e 70 alla Marinadegli Stati Uniti, che la valutarono in previsio-ne di una adozione ufficiale.

La Colt modello 1900, fu la prima pistolaautomatica a chiusura stabile prodotta daColt. Il calibro era il 38 ACP, che era rite-

nuto troppo piccolo dall’Esercito America-no.

I militari riscontrarono alcuni difetti, quali ilporto non sicuro dell’arma con il cane abbas-sato su una camera di cartuccia carica, e lamancanza di una segnalazione di fine colpi.La Colt produsse quindi il modello 1902, va-

riando leggermente il 1900. Venne introdottoil percussore inerziale, eliminando così il di-fetto del porto non sicuro della pistola caricacon il cane abbassato. In effetti nel modellodel 1900, il percussore fuoriusciva dal telaio,e spinto dal cane in posizione abbassata,premeva contro la cartuccia che era in came-ra. Il percussore ad inerzia, era invece piùcorto del precedente, e in condizioni di riposonon spuntava affatto dal telaio della pistola.Dato che il cane durante lo sparo spingevacon forza il percussore, esso colpiva ugual-mente la capsula di accensione del proiettile,per inerzia, provocando l’innesco, e immedia-tamente dopo ritornava indietro, richiamatodalla sua molla, all’interno del telaio. La pisto-la fu inoltre dotata di un piccolo fermo ester-no, azionato dall'elevatore delle cartucce, chebloccava il carrello in posizione aperta nelcaso fossero finiti tutti i colpi all'interno del ca-ricatore.

La Colt 1902 military model, a carrelloaperto.

Il modello 1902 era un’ottima pistola e rimasein produzione fino al 1929. La pistola era lun-ga 229 mm, con una canna rigata di 152 mm,e pesava 1077 grammi. L’esercito Americanosi dimostrò interessato ma non l’adottò. Il pro-iettile .38 ACP, non era all’altezza del più per-formante 9 mm Luger in uso in Europa. L’e-sercito degli Stati Uniti, dopo alcuni studi por-tati a termine dalla famosa commissioneThompson-La Garde, decise che nessun cali-bro inferiore al .45 sarebbe stato preso inconsiderazione per una adozione militare.L'esercito americano era a quel tempo impe-gnato nelle Filippine a sedare la rivolta dellatribù dei Moro. I guerrieri di questa tribù, ar-

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mati solamente di lance e lunghi coltelli, sottol'effetto di droghe, in estasi religiosa, e fascia-ti con stretti bendaggi che proteggevano gliorgani vitali e fermavano le emorragie, eranoin grado di resistere a numerosi colpi di armada fuoco, prima di cadere. Le rivoltelle calibro.38 Long Colt, e i fucili Krag calibro .30, in do-tazione ai soldati americani, si erano rivelatidrammaticamente inadatti a respingere le fu-riose cariche di questi guerrieri, tanto che l’e-sercito era dovuto correre ai ripari rifornendo isuoi battaglioni con i vecchi revolver “SingleAction” in calibro 45 a polvere nera.

Un disegno dell’epoca mostra il funziona-mento del modello 1902.

Nel 1903 la Colt commercializzò una versio-ne compatta della modello 1902, la modello1903 Hammer Pocket, e un modello a sem-plice rinculo, la 1903 Hammerless, in calibro .32 ACP, che altro non era che una versionemarchiata Colt della FN modello 1903 blowback.

Il modello 1903 Hammer Pocket, era unaversione compatta del modello militare.

Il modello 1903 Hammerless Pocket in ca-libro .32 ACP, era una versione Colt dellapistola FN Browning 1903. Questo model-lo, più piccolo era destinato agli ufficiali.Nel 1908 ne uscì una versione in calibro.380 ACP (9x17 mm, 9 mm Browning o

9mm Corto).

Uno spaccato d’epoca della pistola mo-dello 1902/1903

A questo punto, la Colt, per soddisfare le esi-genze militari, ideò una nuova cartuccia incalibro .45 senza bordo, in modo da poter es-sere adatta alle pistole automatiche, e tra-sformò il modello 1902, ingrandendolo oppor-tunamente, in modo che potesse sparare lanuova cartuccia. L’esercito ne acquistò 200per prova, e la pistola fu introdotta nel merca-to civile con la denominazione di “modello1905”.

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La Colt modello 1905 in calibro 45. La Coltera sicura dell’adozione da parte dell’e-sercito, ma il governo americano ne ac-

quistò solo 200 esemplari.

Anche se l’esercito americano non volle adot-tare ufficialmente il modello 1905, perché rite-nuto ancora non all’altezza, intravide suffi-cienti potenzialità nella pistola, tanto da farladiventare un punto di riferimento sul quale ini-ziare a studiare la sostituzione dei revolveresistenti. Nel 1906 il governo americano in-disse un concorso per l’adozione di una pi-stola automatica, e nel Gennaio del 1097, ilconsiglio si riunì nell’arsenale di Springfieldper esaminare le armi che parteciparono allagara.

La DWM Parabellum in calibro 45 che par-tecipò alla prove indette dall’esercito de-gli Stati Uniti. Fu scartata perché non erain grado di garantire una buona sicurezza

d’azione.

Le prove furono veloci, la maggior parte deicontendenti fu scartato quasi subito perché

non riuscirono neppure ad esplodere un col-po. Tra gli illustri eliminati vi fu anche la tede-sca DWM, che partecipò alle prove con unaversione in calibro 45 della sua famosa Para-bellum. La Luger, non fu in grado di garantirela corretta esplosione dei colpi, in quanto lasua meccanica sofisticata, non era in gradodi digerire le pessime cartucce in calibro 45messe a disposizione dell’esercito america-no. In effetti in Europa, la produzione mecca-nica dell'epoca, di armi e munizioni, era benpiù sofisticata rispetto a quella americana. Lecartucce in calibro 9 mm Parabellum eranoprodotte con maggiore cura, rispetto alle .45americane, e le pistole tedesche non aveva-no grossi problemi a spararle. La Parabellumstava per essere adottata dall’esercito tede-sco, e la DWM non si rammaricò più di tantodell’esclusione.

Il revolver automatico Webley-Fosbery,che partecipò alle prove, superò brillante-

mente tutti i test, ma non fu scelto.

Tra gli esclusi c’era anche il noto revolver au-tomatico inglese Webley-Fosbery, che riuscìa superare brillantemente tutte le prove, mache fu scartato per la sua difficoltà di carica-mento da cavallo, e per la mancanza del gril-letto in doppia azione, ritenuto indispensabileper un revolver. Anche la pistola italiana Glisenti partecipò alle prove. La pistola avevaun sistema di chiusura geometrica da sempreritenuto un po’ troppo debole, tanto che nellaversione adottata dall’esercito italiano, essacamerava una versione a carica ridotta del 9mm Luger, chiamato appunto 9 mm Glisenti.L'arma non fece una buona figura, e si gua-dagnò il poco edificante appellativo di “Luger

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dei poveri”, per la sua apparente somiglianzacon la pistola tedesca . Inutile ricordare checirca 80 anni dopo l'Italia si prese una bella ri-vincita, quando l'italiana Beretta sbaragliò tut-ta la concorrenza e fu adottata dall'esercitoamericano proprio in sostituzione dellaM1911-A1. Alla fine passarono alla fase suc-cessiva solo la Colt, che si presentò con unaversione leggermente modificata della 1905,e la pistola Savage, che era un modello acanna rotante, con un periodo di otturazionetalmente breve da essere considerata quasiuna “delayed blowback”.

La Savage .45 che contese la vittoria perl’adozione da parte dell’esercito degli USA

alla Colt.

L’esercito decise quindi l’acquisto di 200 pi-stole Colt e 200 Savage, per provarle in unutilizzo prolungato, al fine di decidere qualedelle due sarebbe stata adottata. La Savageperò, non era disposta a produrre solo 200pistole senza avere precise garanzie in meri-to a future ordinazioni. Quindi fu chiesto allaDWM di preparare 200 Parabellum incalibro .45, da sottoporre alla prova al postodella Savage. La DWM, in odore di approva-zione da parte dell’esercito tedesco declinòl’offerta, e così il governo americano convin-se la Savage a produrre le sue 200 pistole. Neimesi successivi sei squadroni di cavalleria fu-rono dotati delle 400 pistole. Dopo pochi mesile pistole tornarono indietro, con la richiesta,da parte dei soldati, di disfarsi di quegli inutilimarchingegni e di poter tornare ad utilizzare ilvecchio revolver.

La Colt modello 1907 che partecipò alleprove per l’adozione da parte dell’esercitodegli Stati Uniti, in contrapposizione con

la Savage.

Nasce così il revolver “Colt New Service M.1909” in calibro 45 Colt, con la cartuccia cari-cata con polvere infume anziché nera. Rima-se in servizio solo 2 anni.

Il revolver Colt New Service M 1909, adoppia azione in calibro 45 Colt rimase indotazione all’esercito degli Stati Uniti solo

2 anni.

Anche se nessuna delle due armi si rivelòcompletamente soddisfacente, l’esercito deci-se che era giunto comunque il momento dipassare alle pistole automatiche. I due mo-delli provati non funzionavano molto bene,soprattutto un condizioni da “campo”, imbrat-tate e sporche, ma avevano degli indubbivantaggi, rispetto ai vecchi revolver, quale unmaggior numero di colpi, una più facile e ve-

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loce ricarica ed infine delle dimensioni piùcompatte, che ne favorivano il porto. Gli USAinvitarono le fabbriche ad apportare delle mo-difiche ai progetti, sulla base di una cartucciapiù pesante di quella che avevano utilizzatonelle prove. Soprattutto la Colt, che era quel-la che l’esercito aveva ritenuto più prometten-te, beneficiò di una attenzione maggiore daparte dell’esercito, che richiese a Browning diapportare delle modifiche molto importanti alprogetto iniziale. Dopo le modifiche, iniziòuna stretta collaborazione tra la fabbrica diHartford e gli ufficiali incaricati delle prove edei collaudi. Gli esemplari delle nuove pistole,i modelli del 1909, che rispetto alle preceden-ti versioni utilizzavano una sola bielletta inve-ce che due, venivano spediti agli ufficiali per icollaudi, i quali li testavano e li rispedivano in-dietro, allegando le loro valutazioni. Quindi lafabbrica provvedeva alle riparazioni, alleeventuali modifiche sulla base dei commentiche aveva ricevuto, e li rispediva per nuoveprove.

Il modello del 1909; per la prima volta ap-pare la boccola in volata. Il fusto però, è

chiaramente derivato dal modello del1907, come si può notare dall’inclinazione

dell’impugnatura, ancora praticamenteverticale.

Il disegno del brevetto di Browning dellanuova pistola creata nel 1909. Come si

può notare, la produzione iniziò nel Feb-braio del 1910, e il brevetto registrato il 14

Febbraio 1911.

Un altro disegno d’epoca mostra il funzio-namento del modello del 1909, meccani-camente identico a quello poi definitivodel 1911. Di questo modello furono pro-dotti 23 esemplari, dal Febbraio 1910 al-

l’Agosto del 1911.

Nel 1910 si svolse un nuovo test, nel quale lanuova versione della automatica Colt sfidòancora la Savage 1907, anch'essa migliorata.La prova consisteva nello sparare 6000 colpi,in 60 serie da 100 colpi ciascuna, con un ri-poso, tra una serie e l’altra di soli 5 minuti, euna pulizia ogni 1000 colpi. Alla prova parte-cipò anche il revolver M1909, per fornire untermine di paragone. Il revolver ridicolizzò ledue pistole, facendo registrare un solo colpoa vuoto, contro i 12 della Colt, e i ben 43 del-la Savage.

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Il modello 1910, che partecipò alle provedel 1910. A stento si riconosce la vecchiapistola del 1907. L’impugnatura non è piùdiritta, ma inclinata come sarà nel model-

lo definitivo.

Un altro esemplare di Colt 1910. Notateche su questa pistola è presente la sicura

manuale, assente nella precedente. Diquesta pistola intermedia ne furono pro-dotti solo 12 esemplari dal Luglio 1910 alSettembre 1911. Questo tipo di prototipi,come quelli modello 1909, venivano spe-

diti ai vari graduati che si occupavanodelle prove, rispediti in fabbrica dove ve-nivano sottoposti a modifiche, e quindi

spediti nuovamente ad altri ufficiali per al-tre prove. Per questo motivo è possibiletrovare modelli con numero di serie più

basso, ma dotati di dispositivi meccanicisviluppati successivamente alla loro pro-

duzione.

Oltre al colpo a vuoto, il revolver ebbe unsolo malfunzionamento meccanico, durantel'intero arco della prova, mentre le due pistolecaddero letteralmente a pezzi. La prova siera conclusa e il suo verdetto era stato chia-ro; per il momento l’esercito degli Stati Unitinon avrebbe abbandonato la rivoltella, peradottare una poco funzionale pistola automa-tica.

John Moses Browning, che non era certo untipo arrendevole, si mise nuovamente al lavo-ro per migliorare la sua pistola. Browning ridi-segnò da capo l'arma, lasciando invariatal'organizzazione meccanica, ma mettendola apunto in maniera ottimale, con tolleranze sa-pientemente dimensionate, in modo da otte-nere il giusto compromesso tra funzionalità incondizioni estreme e precisione. L'impugna-tura si inclinò maggiormente, in modo da per-mettere all'arma di essere puntata sul bersa-glio con più naturalezza, le linee, che primaerano tondeggianti e levigate, diventarono piùdure e filanti, futuriste considerando l'epoca,gli spigoli più vivi, le leve più sporgenti e fun-zionali. Al solito, gli esemplari del modello svi-luppato nel 1910, facevano spola tra la fab-brica di Hartford e gli ufficiali dell'esercito pre-posti ai test. L’anno successivo, la Colt si ri-presentò alle prove con l'ultima evoluzionedel modello 1910, dove si scontrò ancora unavolta contro l'ultima evoluzione della Savage.Ancora una volta la Savage uscì dalla provapraticamente distrutta, mentre la pistola per-fezionata da Browning macinò senza battereciglio tutti e 6000 i colpi della prova. Dopo laprova, la stessa arma che solamente l'annoprecedente era caduta letteralmente a pezzi,non presentava il minimo segno di cedimentomeccanico. Il 29 marzo del 1911 il Diparti-mento della Guerra degli Stati Uniti adottò uf-ficialmente la pistola, con la denominazionedi “M1911”.

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AirGun Zeta – Colt 1911

La Colt 1911 fu adottata ufficialmente il 29Marzo del 1911. Rispetto al modello del1910, è differente la rastremazione cheunisce il carrello al fusto in prossimità

della volata. Il cane allargato, a “coda dicastoro” era già apparso nel modello

1910.

Vittoria! Con questo manifesto propagan-distico, la Colt, annuncia di aver vinto le

selezioni governative, e di essere diventa-ta la nuova pistola d’ordinanza dell’eserci-

to degli Stati Uniti.

Esteriormente la pistola del 1911 non sembraavere niente a che vedere con quella del1905 dalla quale deriva. Per quanto il model-lo originario fosse, per l’epoca rivoluzionario,tra questo e quello adottato dall’esercito sem-brano passati 100 anni e non solo 6. E in ef-fetti è proprio così, visto che la creatura diBrowning è ancora adesso la pistola automa-tica in assoluto più prodotta del mondo, rima-nendo anche una delle più moderne, mentrela totalità delle pistole apparse nello stessoperiodo, e moltissime di quelle apparse neglianni a venire, al giorno d'oggi trovano postosolamente all'interno dei musei.

Uno spaccato della pistola, nel quale sipossono notare i vari meccanismi che

permettono il funzionamento della pistolacon una cartuccia potente come la 45

ACP. Notate la boccola in volata, che hasostituito una delle due bielle, e la biella

sotto la camera di cartuccia, che invece èrimasta, così come i tenoni di chiusurasopra la canna che si incastrano nelle

corrispondenti fresature ricavate sul cielodel carrello.

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L’esploso della M1911

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AirGun Zeta – Colt 1911

Rispetto al modello del 1905, la meccanicadella nuova pistola è più semplice, robusta eaffidabile. Inoltre anche lo smontaggio dacampo, per eseguire le più basilari operazionidi manutenzione e pulizia, risulta molto sem-plificato. Oggi è sicuramente normale che lepistole si smontino nelle loro parti essenzialisemplicemente ruotando un chiavistello o al-zando una leva, ma per l’epoca, smontareuna pistola senza dover ricorrere a degli at-trezzi, che generalmente venivano nascostinegli ingombranti calcioli, era una vera rivolu-zione. Come se non bastasse, l'intera pistolapoteva essere smontata completamente pez-zo per pezzo, senza attrezzi, ma utilizzandole stesse parti della pistola al posto degli at-trezzi da officina, man mano che si procede-va allo smontaggio. Le tolleranze di lavora-zione erano mantenute volutamente alte,senza che questo influisse sul funzionamentodell'arma. In questa maniera era possibilesmontare una serie di Colt M1911, mescolarei loro pezzi alla rinfusa, rimontarle a casaccioed ottenere ugualmente degli esemplari per-fettamente funzionanti. Le operazioni di ripa-razioni erano semplificate al massimo, e ope-rando direttamente sul campo, senza stru-menti specifici, era possibile recuperare pezzidi ricambio direttamente da altre pistole nonfunzionanti. Tenete presente che la Luger te-desca, quando necessitava di riparazioni, do-veva necessariamente essere rispedita infabbrica per essere riparata da personalespecializzato. Nel 1926 la Colt 1911 fu sotto-posta ad un ritocco, perlopiù incentrato sulmiglioramento dell’ergonomia generale del-l’arma. L’elsa della sicura dorsale divenne unpo’ più sporgente in modo da proteggeremaggiormente chi aveva mani grandi dai “piz-zichi” del cane, e furono ricavate due cavitàsull’impugnatura in prossimità del grilletto, inmodo da rendere più agevole il corretto posi-zionamento del dito indice. Il grilletto fu resopiù corto e la sua superficie anteriore fu zigri-nata. Le mire ingrandite e migliorate, e il dor-salino inferiore dell’impugnatura, passò dapiatto a sagomato, in modo da riempire me-glio la mano. Infine con un occhio rivolto alcontenimento dei costi di produzione, leguancette diventarono di plastica marrone,

anziché di legno. L’unica modifica di un certopeso balistico, fu un leggero cambiamentonella rigatura della canna. Con queste modifi-che la pistola prese la denominazione di mo-dello “M1911-A1”, e rimase invariata fino al1985, quando fu sostituita dalla Beretta 92FSin calibro 9mm Nato.

La Colt 1911-A1, entrata in servizio nel1926, presenta delle leggere migliorie er-gonomiche, rispetto al modello del 1911.

L’organizzazione meccanica interna, rima-se però invariata.

La nuova organizzazione meccanica, rispettoal modello del 1905, prevedeva la soppres-sione della prima bielletta, quella posta sottola volata dell’arma, sostituita da una sempliceboccola, sagomata in modo da permetterealla canna di avere un certo movimento an-golare. La bielletta posizionata sotto la came-ra di cartuccia, invece rimase al suo posto efu ulteriormente rinforzata. Questa era incer-nierata al fusto, mediante la leva dell’hold-o-pen, ovvero quella leva che blocca il carrelloin apertura a fine colpi. In questa maniera lasuddetta leva funzionava non solo comeblocco di apertura dell’otturatore, ma anchecome chiavistello per lo smontaggio e il ri-montaggio dell’arma. Per smontare l'arma oc-correva per prima cosa premere il tubettoreggispinta sotto la canna, in modo da poterruotare il bushing, la boccola della volata,verso sinistra. Una volta ruotato il bushing, iltubetto reggispinta zigrinato poteva essere ri-mosso. A questo punto era sufficiente allinea-re la leva dell'hold-open ad una fresatura se-micircolare ricavata sul carrello, e spingerlafuori, in modo da separarla dal fusto.

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La chiusura della pistola è rimasta la stessadel modello originario del 1900, effettuata tra-mite risalti semicircolari ricavati sulla partealta della canna, che si incastrano solidamen-te con le corrispondenti nicchie ricavate nelcielo del carrello. Quello che è cambiato, ri-spetto al modello del 1905, è il sistema disvincolo tra canna e otturatore, che adessoavviene facendo inclinare leggermente la cu-latta della canna verso il basso. Subito dopol’innesco del proiettile, canna e carrello rincu-lano solidali tra di loro. Mentre la canna indie-treggia, la bielletta incernierata sotto alla ca-mera di cartuccia, la costringe ad abbassarsi.La boccola in volata, tiene la bocca della can-na sempre nella stessa posizione, consen-tendo alla canna solo una leggera rotazioneverso il basso. La canna quindi non si abbas-sa più in maniera parallela al suo asse, comeavveniva nel modello del 1905, ma ruota leg-germente con la culatta verso il basso. Quan-do la camera di cartuccia si è abbassata queltanto da permettere lo svincolo della chiusuratra canna e carrello, ormai il proiettile è giàstato espulso dalla bocca, e la pressione deigas propellenti è scesa ad un livello conside-rato sicuro. A questo punto la canna raggiun-ge il suo fine corsa, bloccandosi contro il tela-io, mentre il carrello otturatore è libero di con-tinuare ad indietreggiare, portando con se ilbossolo “spento”, agganciato all’unghiaestrattrice. Il carrello arretrando carica unarobusta molla di recupero, che Browning haposizionato sotto la canna. Quando è giuntoa fine corsa, il carrello ha automaticamentearmato il cane, che rimane alzato pronto perl’eventuale sparo successivo, ed espulso ilbossolo finestra per mezzo dell’espulsore. Lamolla di recupero fa ritornare al suo posto ilcarrello, il quale, durante la sua corsa inavanti, trascina con se una cartuccia dal cari-catore, e la spinge all’interno della camera dicartuccia. Quindi spinge in avanti la canna, eporta in battuta l'appendice inferiore alla ca-mera di cartuccia contro il perno della levadello hold-open, e inserisce i risalti sopra lacanna dentro le corrispondenti fresature sulcielo del carrello. La pistola è ora pronta asparare un nuovo colpo, e così via fino a che

non vi siano più colpi nel caricatore. Nel casoin cui i colpi del caricatore finiscano, il carrelloviene bloccato in posizione di apertura dallaleva dello hold-open, che spinta verso l’altodall’elevatore delle cartucce del caricatore, siincastra all'interno di un recesso della superfi-cie laterale del carrello.

Una locandina propagandistica, mostrauna soldato americano della secondaguerra mondiale che impugna la Colt

1911-A1 d’ordinanza.

Dal punto di vista operativo, per essere pron-ta allo sparo, la Colt automatica deve esserecaricata con un caricatore pieno di cartucce,e scarrellata manualmente al fine di inserire ilprimo colpo in canna. A questo punto la pisto-la rimane con il cane armato, e può essereportata in piena sicurezza con la sicura ma-nuale inserita. La sicura, nel modello militare,è posizionata solo sul lato sinistro della pisto-la, rendendone impossibile l’azionamento aisoldati mancini, per cui alcuni, preferisconoabbassare il cane manualmente, e portare lapistola carica con il cane abbassato e la sicu-ra disinserita. Ad evitare spari indesiderati,sono presenti due ulteriori dispositivi di sicu-rezza; la “sicura dorsale”, rappresentata dal-l’intera elsa della pistola, che funge da leva,azionata da una molla a forchetta, che bloccala catena di scatto quando la pistola non èimpugnata saldamente. E il percussore di tipoinerziale, il quale non fuoriesce dal foro diegresso, quando il cane è abbassato e ap-poggiato sullo stesso. Esiste inoltre una posi-zione di mezza monta del cane, che in gene-re, ma non su tutti i modelli, blocca anche la

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catena di scatto. Questa posizione serve adevitare che il cane, sganciato per errore dallasua posizione armata, possa raggiungere ilpercussore, e non deve mai essere utilizzatocome dispositivo di sicurezza. La pistola pesa1100 grammi scarica, ed è lunga 210 millime-tri di cui 127 di canna ad anima rigata. Il cari-catore contiene 7 colpi in calibro 45 ACP, di-sposti su di un’unica fila, e può essere estrat-to dalla pistola, premendo il piccolo pulsantetondo posizionato alla base del ponticello, inuna posizione raggiungibile facilmente dalpollice della mano destra. In questa manierail cambio del serbatoio dei colpi è decisamen-te rapido. La capacità di fuoco della pistolapuò essere portata ad un totale di 8 colpi, nelcaso in cui, una volta inserito il colpo in can-na, il caricatore venga estratto, venga ag-giunto il proiettile mancante, e reinserito nelcalcio della pistola.

La Colt Government Model MarK IV serie’70, la versione civile della 1911-A1. Laversione civile della 1911 è denominata

appunto “Government”. Esistono versionidi dimensioni ridotte, denominate “Com-mander”, “Officer” e “Defender”. La serie’70 è caratterizzata da piccole modificheal modello base, ad esempio alla boccola

di volata, che la rendono un modelloestremamente preciso, anche se forse

meno adatto all'utilizzo difensivo.

Sebbene il modello militare dopo il 1926 siarimasto praticamente invariato, le versionicommerciali della pistola hanno subito unaserie di aggiornamenti che l’hanno mantenuta

al passo con i tempi. In particolare, le modifi-che più riuscite sono quelle denominate“Mark IV” che hanno portato ai modelli “Government series ’70” e “series ’80”, chesono ancora oggi alla base della produzioneColt delle pistole derivate dal modello 1911-A1. Per quanto riguarda l’unica vera innova-zione funzionale alla meccanica dell’arma, vasegnalata l’introduzione, a partire dalla “se-ries ‘80” della sicura automatica al percusso-re, che permette un porto più sicuro della pi-stola, visto nell’ottica di un uso professionaleper forze armate, o di polizia.

A partire dal 1992 la Colt ha modificato laquasi totalità del catalogo 1911 in produzio-ne. Con la Enhanced Series '80, la Colt havoluto offrire prodotti più in linea con il sem-pre più popolare mercato delle 1911 custom.I cambiamenti consistettero in:

- La parte superiore del carrello attraversatoper tutta la sua lunghezza da una bindellapiatta leggermente rialzata, e intagli di presainclinati, in stile Gold Cup.- Rampa e gola della canna messe a puntocome nel modello Gold Cup.- Un incavo ricavato tra la base della guardiadel grilletto e il frontstrap, dove alloggia il ditomedio della mano forte, atto a favorire la pre-sa alta della pistola.- Cane a cresta ovale alleggerito da un foro,e sicura dorsale maggiorata detta “duckbill”.- Organi di mira maggiorati e dotati di 3 puntibianchi.- Imbocco dell'alloggiamento del caricatoresul fusto (magazine well) smussato.- Finestra di espulsione ribassata e svasata.- Grilletto lungo, e dorsalino di alloggiamentomainspring (molla del cane) piatto, come sul-la vecchia 1911 primo tipo, ma entrambi rea-lizzati in materiale sintetico.- Guancette monopezzo avvolgenti in gom-ma.

Tutte le pistole Government, Commander's eOfficer's adottarono le modifiche, a parte lapiù economica del catalogo Colt, la 1991A1,pistola nata appunto con l'intento di essereuna versione civile quanto più possibile vicina

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a quella militare, che rimase quindi l'unica arispettare il disegno originale della 1911A1 (aparte l'utilizzo di un po' di plastica). Nono-stante queste modifiche le vendite della Coltrimasero poco brillanti, fino al 1996, anno incui la Kimber fece uscire la propria 1911. Al-cuni appassionati accolsero le modifiche in-trodotte da Colt in maniera positiva, d'altrocanto molte di queste modifiche erano basatesu accorgimenti auspicati da un certo JeffCooper. Prima dell’uscita della serie Enhan-ced, i proprietari di 1911 facevano eseguirequesti lavori dai gunsmith, e i più temerari lieseguivano da soli. Molti appassionati inveceosteggiarono ferocemente le modifiche intro-dotte da Colt, sostenendo che il classico de-sign della 1911 non doveva essere stravolto.In ogni caso molti erano concordi nel definirequesti interventi poco validi, rispetto a quantopoteva offrire la concorrenza. E infatti conl'arrivo della Kimber le vendite crollarono. Larisposta della Colt arrivò nel 1998, quando laserie Enhanced venne rimpiazzata dalla serie“XS”, che aggiustava il tiro facendo alcunipassi in avanti, e saggiamente, anche alcunipassi indietro. Tra le varie modifiche va se-gnalata quella alla tacca di mira, che assunseun particolare profilo a triangolo. Solo l'annosuccessivo, nel 1999, la Colt abbandonò la li-nea XS per introdurre la serie XSE. La stranatacca di mira posteriore venne eliminata, perun ritorno alla mira di forma classica, mamaggiorata e con 3 punti bianchi, la stessache montava la serie XS. La serie XSE diColt è ancora oggi in produzione, anche sesono stati necessari numerosi aggiornamentiper ottenere nuovamente un prodotto degnodel marchio Colt.

In quasi un secolo di storia, la pistola Colt, èdiventata il vero punto di riferimento perquanto riguarda le pistole automatiche, so-prattutto per il mercato americano. Trala-sciando gli svariati cloni realizzati in manierapiù o meno legale, sono veramente innume-revoli le versioni di questa pistola, differentiper produttore, dimensioni e calibro. Il model-lo 1911-A1, o un suo clone, ha sparato quasisicuramente ogni tipo di proiettile realizzatoper arma corta, e ancora oggi il mercato ad

essa dedicata è il più vasto in assoluto, siaper quanto riguarda le armi vendute finite, siaper quanto riguarda gli accessori, che per-mettono la personalizzazione di ogni partico-lare, per quanto possa essere ritenuto piccoloo insignificante, dell’arma.

Una Colt Government model MarK IV serie’80. Il modello della serie ‘80 è denomina-to “enhanced” ovvero “migliorato”, per-

ché per la prima volta furono introdotti inuna 1911 di produzione Colt quagli aggior-namenti tipici delle pistole custom prepa-rate da valenti armaioli. Purtroppo le cosenon andarono come si aspettava la Colt.Le vendite, già fiacche, calarono ulterior-mente con i nuovi modelli, e crollarono

definitivamente quando vennero introdot-te sul mercato le 1911 prodotte dalla Kim-

ber.

La Colt 1911-A1 è realizzata in moltepliciversioni, di differenti misure e calibro. In

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questa foto vediamo il piccolo modello“Defender”.

Questa, invece è una versione da garadella “Wilson Combat”. Notate le sicure,manuale e dorsale maggiorate, il grillettopiù lungo e alleggerito, le mire regolabili,e gli intagli di presa anche sulla parte an-

teriore del carrello.

Ad un secolo di distanza dalla sua comparsa,quello che continua ad affascinare l’appassio-nato di armi, è la meccanica semplice, robu-sta ed affidabile, della 1911, unita ad una li-nea snella e moderna. Le pistole della suaepoca, Borchardt, Mauser e Luger erano invece enormi, rozze, poco bilanciate,piene di orribili orpelli e bulbi e dotate di im-pugnature molto più adatte ad un martello,piuttosto che ad una pistola. Al contrario, l’ar-ma americana ha una impugnatura perfetta-mente dimensionata e inclinata e le sue lineesono semplici, filanti, moderne e seducenti.Saranno anche passati 100 anni dalla suanascita, ma a vederla non pare proprio.

Scritto da: Alessandro - www.airgunz.it –www.airgunz.altervista.org

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