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ALEA Associazione Laureati Economia Aziendale Università Ca’ Foscari – Venezia, Business Community dal 1985 www.aleacafoscari.com Alea News, Marzo 2014 E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore. 1 editoriale di Maurizio Beraldo Chi frequenta un social network come linkedIn, ed è iscritto a qualche gruppo, riceve spesso posts da altri membri, alcune volte riscontrando una certa partecipazione, altre con scarso seguito. Può essere frustrante, ma una domanda tipo “Se poteste dare UN suggerimento, al titolare di una piccola azienda, per vendere di più quale suggerimento dareste ? “, che effetto avrebbe in rete ? Nel nostro primo articolo, vediamo come passare dalla teoria alla pratica: essere attivi in rete, in questo caso, ponendo una domanda forse generica, ma analizzando dopo le numerose risposte ottenute applicando competenze spesso non considerate quando si entra nel mondo dei social networks. L‟articolo di Antonella Grana e Duccio Cosimini illustra come affrontare il problema della comunicazione nei social network, quali strategie adottare, come inserire la propria azienda in LinkedIn e rendere il profilo coerente con il sito web aziendale. La rubrica Imprese nuove inizia da questo numero a pubblicare gli articoli di Vega, il Parco Scientifico e Tecnologico veneziano, che ospita al suo interno VegainCube, un incubatore in grado di rispondere alle necessità di dar vita a nuove iniziative imprenditoriali dedicate alle attività innovative; VegainCube accoglie al suo interno anche un FabLAb, come il TIS di Bolzano del quale pubblichiamo il relativo articolo, luoghi dotati di attrezzature tecnologiche con interfacce digitali, nei quali persone particolarmente creative possono passare dall‟idea all‟oggetto: forse nasceranno gli “artigiani digitali” ?

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1

editoriale

di Maurizio Beraldo

Chi frequenta un social network come linkedIn, ed è iscritto a qualche gruppo,

riceve spesso posts da altri membri, alcune volte riscontrando una certa

partecipazione, altre con scarso seguito. Può essere frustrante, ma una

domanda tipo “Se poteste dare UN suggerimento, al titolare di una piccola

azienda, per vendere di più quale suggerimento dareste ? “, che effetto

avrebbe in rete ?

Nel nostro primo articolo, vediamo come passare dalla teoria alla pratica:

essere attivi in rete, in questo caso, ponendo una domanda forse generica, ma

analizzando dopo le numerose risposte ottenute applicando competenze

spesso non considerate quando si entra nel mondo dei social networks.

L‟articolo di Antonella Grana e Duccio Cosimini illustra come affrontare il

problema della comunicazione nei social network, quali strategie adottare,

come inserire la propria azienda in LinkedIn e rendere il profilo coerente con

il sito web aziendale.

La rubrica Imprese nuove inizia da questo numero a pubblicare gli articoli

di Vega, il Parco Scientifico e Tecnologico veneziano, che ospita al suo interno

VegainCube, un incubatore in grado di rispondere alle necessità di dar vita a

nuove iniziative imprenditoriali dedicate alle attività innovative; VegainCube

accoglie al suo interno anche un FabLAb, come il TIS di Bolzano del quale

pubblichiamo il relativo articolo, luoghi dotati di attrezzature tecnologiche con

interfacce digitali, nei quali persone particolarmente creative possono passare

dall‟idea all‟oggetto: forse nasceranno gli “artigiani digitali” ?

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Sommario

Come Mr. Magoo capì qualcosa dei social, di Antonella Grana e Duccio Cosimini

Imprese nuove

Coltiviamo nuove idee, di Milena Bortolotto, AREA Science Park, Trieste Al BIC Incubatori Friuli Venezia Giulia S.p.A, un esempio concreto di come trasformare attività di ricerca in attività imprenditoriale, BIC Incubatori FVG S.p.A Udine, la nuova partecipata di Zucchetti vince BeStartup2013, di Francesca Pozzar, Friuli Innovazione

Start Cup, la fabbrica del successo, di Alessandro Tibaldeschi, I3P, Torino

VegainCube, l’incubatore certificato del VEGA, Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia, di Gabriella Parmesan, Vega Il TIS apre la sua officina, di Astrid Brunetti, Heiko Schoberwalter, Eva Pichler, TIS innovation park

InALEA

Convegno Capitani coraggiosi, prossimo appuntamento ALEA a

Venezia, dalla Redazione ALEA Ca’ Foscari

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Come Mr. Magoo capì qualcosa dei social

Parte prima

Doverosa premessa: mi occupo di marketing

e vendite, in particolare dell‟integrazione tra

marketing e vendite e per quanto riguarda

l‟impatto dei Social sul marketing sono una

“fai da te”, da qui il titolo dell‟articolo.

Ricordarte tutti Mr. Magoo, vero?

Vi voglio raccontare in termini molto pratici

ciò che è avvenuto lo scorso anno dopo aver

postato una domanda in un gruppo di

LinkedIn e la lezione che ho appreso nel

frattempo sull‟integrazione ANCHE dei Social

con marketing e vendite.

Quale era la domanda? Ecco a voi:

“Se poteste dare UN suggerimento, al titolare di una piccola azienda,

per vendere di più quale suggerimento dareste?

Il mio sarebbe: condividi le informazioni con il tuo staff e considera la

vendita un processo integrato con gli altri processi”

Come potete notare è una domanda molto ampia, anche un tantino tendenziosa

lo ammetto, che ha scatenato 285 risposte. Risultato casuale? Non proprio. Prima

di postare la domanda avevo valutato attentamente i vari gruppi a cui sono

iscritta e ne avevo selezionati due. Entrambi i gruppi hanno risposto in modo

propositivo, il secondo è stato un po‟ più lento nelle risposte e ho preferito far

abbandonare la discussione perché non ero in grado di gestire un thread di quella

portata in entrambi i gruppi.

di Antonella Grana,

[email protected], e

Duccio Cosimini,

[email protected]

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Sì gestire, perché le discussioni vanno gestite se si vuole ricavarne qualcosa di

utile in termini di contatti e di condivisione di informazioni e conoscenza. In fin

dei conti i Social servono proprio a questo: a darsi visibilità (chiamiamola anche

“personal branding”) e a condividere. Gioco forza che devo rendermi visibile nei

posti virtuali che reputo interessanti per la mia carriera. Perciò che cosa ho

appreso in questa prima fase?

1. Valuta attentamente i gruppi di discussione a cui ti iscrivi;

2. Per un breve periodo fai un monitoraggio sul tipo di domande postate;

3. Valuta il livello dei commenti alle domande e se possibile verifica i profili

di chi ha risposto;

4. Posta una domanda che sia interessante per te e per gli altri;

5. Dedica il tempo necessario a leggere tutto e rispondere. Personalmente

mettevo almeno un like a tutti, anche se a volte non ero proprio

d‟accordo, per far vedere che avevo letto. A me piacerrebbe molto che

fosse inserito un “thank you” su cui cliccare. In fin dei conti c‟è gente

che investe parte del suo tempo per rispondermi e mi sembra giusto

ringraziare. A prescindere dagli scopi di alcuni che poi vedremo!

Quali risultati sono emersi ?

Soprattutto una grande differenza di visione del problema e tipi di approccio alla

possibile soluzione. I risultati emersi sono riassunti in questi grafici:

Maggiore focus delle

risposte sul livello

strategico più che

operativo. Le

risposte prese in

esame sono solo

quelle pertinenti alla

domanda. Infatti

molte risposte erano

fuori tema ma

alcune così

interessanti che

hanno fatto scaturire nuove discussioni.

All‟interno dell‟area strategica sono emersi altri quattro segmenti: cultura

d‟impresa, marketing, vendite e WEB. Un grande focus è emerso sulla “cultura

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d‟impresa” di cui si sente la mancanza. Purtroppo pochi imprenditori hanno detto

la loro sulla problematica culturale.

N

e

i

s

u

g

g

e

r

i

m

e

n

t

i

Nei suggerimenti più operativi la concentrazione maggiore dei commenti è

sull‟area WEB. In genere questi suggerimenti arrivavano dai partecipanti più

giovani.

O

k

d

i

r

e

t

e

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OK direte voi, “e allora?” Altra fase di apprendimento.

FIGURA 1 - SUDDIVISIONE DELLA TEMATICHE DELL'AREA STRATEGICA

FIGURA 2 - SUDDIVISIONE DELLE TEMATICHE DELL'AREA OPERATIVA

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Se una domanda genera un tale interesse, non disperdetene i risultati. Fate un

favore a voi e agli altri e traetene le conclusioni utili per tutti. Fate

un’analisi, un riassunto, un report da condividere con gli altri.

Nel caso specifico è stato elaborato un report1 che, con l‟aiuto di Duccio Cosimini,

è costato circa un mese di lavoro. E‟stato un lavoro abbastanza faticoso ma ne è

valsa la pena per il livello di contatti che mi ha permesso di acquisire con altri

professionisti e per la quantità e qualità delle informazioni elaborate.

Che contatti ho acquisito: chi ha risposto e perché ha risposto

Nella maggior parte dei casi le risposte sono arrivate da consulenti, pochi gli

imprenditori e un fatto per me macroscopico pochissime donne.

Molte le risposte interessanti, alcune che si intersecavano, si ripetevano e

rimbalzavano con nuovi spunti tra un partecipante e l‟altro. Il fatto più palese è

stato che, mentre alcuni volevano condividere informazioni, altri volevano

soltanto fare il proprio show personale e tendevano a provocare. Ne ricordo uno

in particolare con la sindrome da “piccolo professore” che tentava di provocare in

ogni modo con tecniche di guerrilla marketing da poveracci.

Che cosa ho imparato?

Per attrarre le risposte è necessario non cadere nelle provocazioni altrimenti tutto

diventa solo un gran schiamazzo, la parola chiave è RISPETTO per le opinioni

altrui.

Dopo la pubblicazione del report ci sono state varie telefonate e incontri con

alcuni partecipanti alla discusssione. Sono nati due gruppi di lavoro, uno di cui

faccio parte con Duccio, un secondo di altri consulenti, con i quali siamo

comunque in contatto, in rete in varie regioni. Altre persone invece erano

veramente fasulle.

Ultimo apprendimento: la realta‟ della rete non sempre corrisponde al vero,

bisogna incontrare le persone, in tanti tendono a mascherarsi quando sono dietro

a un computer.

1 Per scaricare il report: Report di una discussione

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Fortunatamente altrettante sono le persone vere, come Duccio, Claudio 1 e 2,

persone con le quali iniziare uno splendido rapporto professionale con una

interessante integrazione tra marketing digital e off digital e vendite.

Parte seconda

Antonella ha raccontato efficacemente una caso “realmente accaduto”.

Ha raccontato l'uso di un social media per utenza tipicamente business. Il social

media business, cioè LinkedIN.

Con questo racconto ha descritto come funziona la comunicazione sui canali

sociali:

quali sono i meccanismi di ingaggio e di interrelazione;

l'utilità della iniziale produzione di valore espressa tramite contenuto;

contenuto interessante e coerente all'audience di riferimento;

contenuto talmente rilevante da contenere intrinsecamente una chiamata

all'intervento (non per niente Antonella è esperta sul ciclo di vendita e

sulla sua integrazione con quello di marketing);

il contenuto di valore provoca coinvolgimento, partecipazione e

condivisione;

l'emittente iniziale, Antonella, aiuta se stessa mentre aiuta gli altri;

partecipazione significa anche “user generated content”, o

“crowdsourcing”, ovvero un sistema virale dove generazione di interesse

genera ulteriore interesse, contenuto genera altro contenuto.

Mi sembra davvero tanta bella roba espressa da un caso vero e adatto a pratiche

sia di “personal branding” (cioè politiche di promozione individuali) che di

“brand engagement”, dove chi cerca ingaggio è un'impresa.

Le parole non sono usate a caso e, se non vi sono già note, il suggerimento è

quello di approfondire.

Io, per completare quanto Antonella ha scritto, ho cercato di produrre una sintesi

che possa costituire una guida di accelerazione verso una proficua presenza in

LinkedIN. L'uso frequente di elenchi puntati è inteso a supportare realmente il

momento della produzione.

Le cose sono molte e tutte da approfondire: la logica dell'approccio è però

pressoché definitiva.

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La partenza: stabilire l'obiettivo

Intanto, cosa è LinkedIN?

LinkedIN è il social media che ha trasferito la rete sociale professionale sui canali

digitali, dando possibilità uniche in termini di accesso a persone, discussioni

professionali ed altre opportunità tra le quali le più importanti sono le offerte di

lavoro.

Lo spunto iniziale circa la partecipazione a LinkedIN è data da una richiesta

esterna (“è giunto il momento di realizzare la mia/nostra presenza LinkedIN”),

dove veniamo chiamati in causa quali consulenti, oppure dal desiderio di essere

presenti noi stessi su LinkedIN (come la maggior parte di coloro che partecipano

alle discussioni).

Il problema relativo al primo punto è che chi chiede la presenza spesso non sa

perché la chiede. E' probabile che l'abbia letto sul giornale oppure gliene abbia

parlato vagamente il suo amico imprenditore. E‟ quindi facile che il primo pezzo

della consulenza, quella discorsiva, precontrattuale, sia esprimere una logica

d'intervento che in progressione consenta il raggiungimento di:

Obiettivo delle attività sul canale LinkedIN (che concorra al

raggiungimento di...);

Obiettivo delle attività di social media marketing (che concorra al

raggiungimento di...);

Obiettivo delle attività di marketing digitale (che concorra al

raggiungimento di...);

Obiettivo delle attività di marketing (che concorra al raggiungimento

di...);

Obiettivo aziendale.

Far capire che serve un obiettivo da raggiungere e stabilirlo all'interno di questa

progressione di obiettivi sarà interessante sorgente di discussione. Fatto sta che

se non c'è un obiettivo non ci può essere un processo per

raggiungerlo.

Alla luce di quanto detto, il primo passo è stabilire (oppure suggerire e

condividere) l'obiettivo che ci si prefigge.

http://infographic.it/wp-content/uploads/2012/11/the-marketing-map.jpeg

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http://www.hallaminternet.com/assets/TUBEMAP_HALLAM_INFOGRAPHIC_

FINAL_72dpi.jpg

http://ovrdrv.com/blog/wp-content/uploads/2013/10/Social-Media-Map-

10.09.jpg

Quale tipo di obiettivo?

Il generico obbiettivo che le organizzazioni pubbliche e private possono

raggiungere tramite l'uso consapevole dei social media è quello di aumentare

l'efficienza delle azioni di marketing.

Un social media come LinkedIN consente di:

Distribuire informazioni in modo molto rapido

Verificare la rilevanza dei contenuti progettati

Aumentare l'impatto di messaggi importanti

Fare leva sulle reti social per facilitare la condivisione

Creare messaggi diversi per corrispondenti diverse audience

Ingaggiare il pubblico di riferimento.

LinkedIN, usato per creare consapevolezza e credibilità, può essere un ottimo

strumento in fase di gestione del customer care e di supporto alla customer

satisfaction.

In generale, i social media contribuiscono a generare la “decisione finale” da parte

del potenziale “adopter”. Il caso classico, ma non certo unico, è il consumatore

che, durante il suo percorso d'acquisto utilizza i social media per

raccogliere informazioni da altri utenti ed esperti.

Creare contenuti

La generazione di contenuti per i social media deve tener conto della tipo di

navigazione che il fruitore adotta in questo caso. Infatti non si focalizza su di un

solo documento e la lettura è poco lineare.

Piuttosto che iniziare dando i (molti) suggerimenti circa il fare bene, data la

necessaria sintesi, suggerisco cosa NON fare:

L‟uso di acronimi, parole e frasi non comunemente comprese dalle

persone alle quali ci stiamo rivolgendo;

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Contenuti lunghi e densi, che non danno chiare indicazioni e che non

suggeriscono azioni;

Elementi distrattivi quali icone o testo troppo piccolo.

Si tratta di realizzare dei contenuti utili per chi legge e con uno stile a

loro accessibile.

In generale il contenuto dei social media dovrebbe essere generato cercando di

scrivere nella consapevolezza del destinatario al quale ci si rivolge e si (cerca di)

raggiungere e adottando un linguaggio semplice e lineare cioè contenuti:

Rilevanti, utili ed interessanti;

Facile da capire e condividere;

Amichevoli, non formali e coinvolgenti;

Orientati a produrre azioni.

Profili e pagine

Come accennato in premessa, LinkedIN è progettato e strutturato per ospitare

due principali profili di presenza:

Un profilo che organizzi ed ospiti efficientemente la presenza di

organizzazioni che, in qualche modo, abbiano una relazione con un

pubblico;

Un profilo per persone fisiche che aggiornano i propri dettagli con testi,

immagini, video e link con la possibilità di poterlo rendere pubblico. Le

persone fisiche accrescono il proprio network collegandosi ad altri profili

e partecipando ad attività svolte dai profili delle organizzazioni.

Dal momento che mi rivolgo ad un'audience che immagino composta da persone

che, come me, sono chiamate a contribuire al successo delle aziende, d'ora in poi

mi dedicherò alla presenza di quest'ultime, e della loro relazione con profili

individuali.

Quindi, passiamo ad esplorare qualche componente fondamentale della presenza

aziendale LinkedIN con qualche suggerimento operativo.

La company page su LinkedIN

LinkedIN inizia assicurando all'azienda di poter essere inserita (e trovata)

nell'elenco delle aziende presenti su LinkedIN e di poter essere “seguita” da utenti

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che desiderino essere aggiornati. Nel frattempo la company page LinkedIN è

diventata una potente, gratuita e soprattutto nota sorgente di informazioni.

Un'azienda dev'esserci.

Queste le componenti principali della “company page”:

Nome dell'azienda: verificare che il nome dell'azienda corrisponda al

nome che è inserito nei profili degli individui presenti su LinkedIN e che

riportano relazioni con l'impresa stessa;

Assegnazione del ruolo di amministratore: dal momento che

LinkedIN chiede chi amministrerà la pagina, è necessario scegliere un

amministratore;

Caricare il logo dell'azienda: può essere caricato sia normalmente che

contenuto in una “piastrella” che sarà usata per gli aggiornamenti verso la

rete di relazioni dell'impresa;

Descrivere l'azienda: nella sezione di descrizione dell'azienda, è

possibile descrivere l'impresa e cosa fa, è importante verificare che

l'informazione sia coerente con ciò che è riportato sul website dell'azienda

e, ancora più importante, generare informazioni rilevante per chi legge

piuttosto che autoreferenziale;

Elencare i rami d'attività dell'impresa: da descrivere con 2 o 3

parole chiave al massimo;

Campi per la tipologia e dimensione dell'azienda e il link al

website: si seleziona semplicemente l'opzione giusta tra quelle proposte,

il link potrebbe portare, oltreché all'homepage naturalmente, ad una

pagina realizzata appositamente per coloro che provengono da LinkedIN;

Selezionare il comparto, lo stato operativo, l'anno di

fondazione;

Locazione geografica: possono essere aggiunti fino a 5 indirizzi

diversi;

Immagine di copertina: è possibile aggiungere un immagine all'inizio

della company page, il suggerimento è di usare un'immagine che sia

originale, coerente e significativa, che aggiunga valore e non

semplicemente replichi l'informazione.

Aggiornare lo stato dell'impresa

La parola aggiornamento immediatamente mi ricorda alcuni recenti lavori e

l'approccio strutturato verso l'aggiornamento. Una presenza social strutturata

richiede un progetto editoriale ed un piano di interventi di aggiornamento. Ma, in

questo contesto di alta artigianalità, siamo nel frattempo arrivati alla

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realizzazione della company page seppure lo sforzo sia quello successivo:

aggiornare, aggiornare regolarmente la company page, possibilmente inserendo

link al website e al blog, se esistente. Aggiornare arricchendo, non stancandosi di

generare valore, rendendo il contenuto dinamico e interattivo. Il tutto con 140

caratteri. Lo stile è quello suggerito in apertura: chiaro ed amichevole, costruito

per ottenere una reazione fino al suo suggerimento espresso.

Prodotti e servizi

“Prodotti e servizi” è la sezione ideata per elencare i propri prodotti e servizi ma

anche e, auspicabilmente, raccogliere le raccomandazioni di utenti che

testimoniano a favore dell'impresa. Altra caratteristica della sezione è che ciascun

prodotto o servizio può rimandare traffico verso il website dell'impresa e verso la

pagina di prodotto/servizio corrispondente: questa possibilità aumenta

sensibilmente la capacità di produrre dei lead di vendita. Il 70% degli utenti segue

i link dei propri amici e famiglie che è il motivo primo dell'esistenza delle

raccomandazioni. Gli utenti LinkedIN sono in grado di vedere le

raccomandazioni fatte e le connessioni di altri membri LinkedIN riconosciuti.

Tramite questo meccanismo LinkedIN offre un sistema di generazione d'interesse

d'alto valore per il quale è utile lavorare.

Anche in questo caso qualche suggerimento:

È bene iniziare con l'aggiunta del prodotto/servizio più rappresentativo

dell'impresa sia perché più popolare sia perché più significativo;

Qual è la caratteristica del prodotto per la quale ricordarlo, per quale

fattore dovrebbe essere raccomandato; è necessario essere informativi ma

con personalità:

Inserire sempre un link che rimandi al website per l'approfondimento;

Nel caso si volesse accelerare sulla leva commerciale è possibile linkare

una pagina di offerta di prodotto;

Arricchire i contenuti della scheda con video è molto utile.

Conclusione

Si può fare social media perché “lo fanno gli altri” o perché se ne parla, ma il

social media marketing funziona. Il fatto che il canale non costi trae in inganno.

Non è l'apertura della presenza il costo maggiore, tutt'altro. L'apertura è solo

l'inizio. Poi c'è il mantenimento. E' una strada senza ritorno. Quindi farla se si è

nelle condizioni di farla pensando a fare poco ma fare bene.

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Un approccio diverso può potenzialmente generare grosse delusioni, perché

l'attività è impegnativa per tempo e competenze. Non per niente si trovano spesso

presenze social abbandonate. Ma, attenzione, i social funzionano se adoperati

correttamente come dimostra il caso reale da cui siamo partiti.

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Coltiviamo nuove idee

Campus d’impresa è il progetto che

raccoglie idee innovative nate nel mondo

della ricerca per farle diventare business

attraverso la creazione di impresa.

La creatività e l'innovazione non sono elementi

distintivi che da soli possono tramutare un‟idea in un‟impresa di successo. Per

essere “business” l‟intuizione deve generare profitti, altrimenti viene meno, fin

dall'inizio, la possibilità di trasformarla in un'attività imprenditoriale. Qualsiasi

business idea si deve concretizzare in un processo di produzione di un bene o un

servizio, che abbia degli acquirenti e che generi, in definitiva, ricchezza. È solo

quando dalla business idea si passa a definire con precisione le caratteristiche del

prodotto che si può cominciare a dare forma al complesso sistema di creazione e

sviluppo di una startup.

Campus d‟impresa è un progetto finanziato dalla Regione Autonoma Friuli

Venezia Giulia, nell‟ambito della programmazione del Fondo Sociale Europeo,

offre un servizio a supporto dei ricercatori che vogliano valorizzare know-how e

tecnologie sviluppati in ambito accademico attraverso la nascita di nuove imprese

ad alto contenuto tecnologico. I partner del progetto, AREA Science Park,

Innovation Factroy e Università di Trieste, offrono un percorso formativo ai

ricercatori con delle potenzialità imprenditoriali, dando loro l‟opportunità,

attraverso un programma si seminari specialistici, di incrementare le competenze

in tema di gestione d‟impresa e acquisire il ”giusto piglio” imprenditoriale. Ogni

partecipante può contare sull‟assistenza di un coach d‟impresa, nonché su servizi

reali destinati allo sviluppo applicativo di prodotti e servizi, alla tutela della

proprietà intellettuale, alle convalide tecnologiche e prestazionali. Viene garantito

anche un primo supporto nella stesura di piani strategici e nell‟elaborazione di

una strategia commerciale e di marketing.

Ad oggi Campus d‟Impresa assiste 67 aspiranti imprenditrici/imprenditori (27

femmine, 40 maschi) per un totale di 36 business idea, di cui 25 in ambito

scientifico e 21 in quello umanistico. Nei primi nove mesi di attività sono stati

depositati tre brevetti. Interessante osservare che, ad oggi, i seminari più seguiti

di Milena Bortolotto,

[email protected]

ste.it

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e le consulenze più ricercate sono inerenti i temi del marketing, della

contrattualistica e delle analisi di mercato. Tale apertura verso tematiche market

oriented rappresenta un grosso cambiamento culturale, che testimonia

dell‟attitudine a intraprendere un processo di valorizzazione dei propri studi

avendo come sbocco occupazionale non la sola carriera universitaria, ma anche la

creazione di uno spin-off o di una startup.

E‟ utile sentire dalla viva voce di uno degli aspiranti imprenditori, Alberto

Tessarolo, ricercatore dell‟Università di Trieste, il vissuto della propria esperienza

di partecipante a un progetto come Campus d‟Impresa. Alberto, oltre a essere

impegnato in attività di ricerca in ateneo, ha sviluppato una forte competenza

nella consulenza aziendale. Per questo la sua inclinazione appare già strutturata

rispetto alle esigenze del mercato - non tutti i progetti hanno lo stesso livello di

definizione - e la sua idea è quella di realizzare uno spin-off in cui poter

coniugare la vocazione per la ricerca applicata con l‟aspirazione a realizzare

software che possano aiutare le aziende a rendere più efficienti i loro processi

interni di progettazione e di analisi. In effetti, uno dei valori aggiunti di Campus

d‟Impresa è quello di aprire un nuovo scenario professionale e di competenze a

persone che nel loro bagaglio di conoscenze non hanno una formazione orientata

alla finanza, al marketing o alla commercializzazione di prodotti e servizi. Le

competenze di molti ricercatori, infatti, normalmente non sono orientate nella

direzione di saper maneggiare in modo corretto risorse e opportunità così come i

rischi e le problematiche connessi al rapporto con i clienti.

“Affrontare un percorso come Campus per un ricercatore non è semplice –

ammette con franchezza Alberto. Una delle maggiori criticità sta nella capacità di

gestione del tempo, poiché se sei dedicato alla ricerca normalmente sei troppo

assorbito dai tuoi studi per riuscire a dedicare attenzione ad aspetti che esulino

dal risultato scientifico”. Altra criticità normalmente riscontrata è quella legata

all‟individuazione dei ruoli nel team della futura impresa. “Tutti i vorrebbero

continuare a fare attività di ricerca e sviluppo con le stesse modalità alle quali si è

abituati dentro l‟Università – chiosa il ricercatore - ma bisogna capire che quando

si costituisce un team che vuole fare impresa servono altre competenze e quindi

bisogna mettersi in gioco sotto altri punti di vista”. Ci sono poi da considerare gli

aspetti finanziari, che sicuramente rappresentano uno dei tasti dolenti quando si

parla di creazione di startup. “Nel nostro caso – spiega Tessarolo - i fondi non

sono un particolare problema poiché, grazie ai contatti sviluppati con le attività

dell‟Università, abbiamo collezionato diversi contratti di consulenza che ci hanno

permesso di fidelizzare i clienti e di accompagnarli. Il problema dei fondi è legato,

più che all‟avvio, al sostentamento delle attività”. Insomma, la ragionevole

possibilità che nel 2014 lui e i suoi colleghi possano avanzare una proposta di

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spin-off all‟Università avviando una nuova impresa è sul tappeto. Un po‟ di

ottimismo tutt‟altro che scontato, considerando i tempi di crisi.

Tra i progetti supportati da Campus d‟impresa, alcuni dei quali sottoposti a

brevetto, ci sono sistemi di ottimizzazione dell‟efficienza degli impianti

fotovoltaici, soluzioni per consentire a motori elettrici a magneti permanenti di

operare alle alte velocita (utile per macchine utensili e altri congegni), un test di

ultima generazione per la diagnosi precoce del cancro alla cervice dell'utero, un

nuovo tipo di rilevatori per raggi X o una tecnologia che permette il riciclo delle

capsule per espresso, separandole dal caffè residuo.

Campus d‟Impresa è un progetto finanziato dalla Regione Autonoma Friuli

Venezia Giulia, nell‟ambito della programmazione del Fondo Sociale Europeo -

Asse 4 – “Miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e dello

sviluppo tecnologico”, Programma specifico n. 50 “Sostegno ai processi di

creazione d‟impresa”.

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Al BIC Incubatori Friuli Venezia Giulia S.p.A, un esempio concreto di come trasformare attività di ricerca in attività imprenditoriale

Nealys S.r.l. un‟azienda

costituita nel 2010 con sede al

BIC Incubatori di Trieste,

nasce dall‟esperienza di

ricercatori di un gruppo farmaceutico multinazionale e dalla loro volontà di

utilizzare le conoscenze tecnico scientifiche acquisite su biomateriali specifici e su

tecnologie chimico-biofarmaceutiche per realizzare nuovi prodotti e nuove

tecnologie in campo diagnostico e terapeutico. Il management vanta

un‟esperienza ventennale nel settore della chimica e biochimica di biopolimeri e

della sperimentazione farmaceutica.

Nel settore della biologia molecolare e della

diagnostica clinica, l‟attività aziendale è

incentrata sull‟utilizzo e lo sviluppo di nuove

procedure diagnostiche per la rilevazione di

biomarcatori tumorali, ed in particolare per il

carcinoma prostatico. Questo, infatti, è il

tumore più diffuso nel sesso maschile, con

una frequenza pari al 20% rispetto a tutte le

forme tumorali, con eccezione di quelle cutanee. L‟utilizzo di nuove procedure

diagnostiche mirate ad aumentare la specificità dei risultati analitici è il target per

ridurre l‟esecuzione di biopsie non necessarie e contribuire al miglioramento

della diagnosi precoce. La metodica di elezione presso il

nostro laboratorio consiste nell‟analisi molecolare dei vettori

di espressione del PCA3, gene iper-espresso nel tumore

prostatico e ottima “sentinella” della presenza e

progressione neoplastica.

Nel settore della ricerca, Nealys sviluppa tecnologie per la produzione di delivery

systems basati sull‟utilizzo di trasportatori biomolecolari per la veicolazione e

Ufficio Relazioni Esterne

[email protected]

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rilascio controllato „a bersaglio‟ (drug targeting) di molecole terapeutiche. Il fine è

quello di sviluppare forme innovative di trattamento chemioterapico che

indirizzino il farmaco specificatamente nel sito tumorale, aumentandone la

biodisponibilità e limitando i suoi effetti tossici a livello sistemico e di organo.

Dalla sua costituzione, l'azienda ha visto approvato un progetto nell‟ambito dei

contributi comunitari POR-FESR 2007-2013, per una linea di ricerca

sperimentale intitolata “Sintesi e valutazione di scaffolds biomolecolari per

applicazioni in nano medicina”, nel campo dei nanovettori ad uso terapeutico.

Il tema dei sistemi di rilascio dei farmaci (scaffolds o anche drug delivery

systems) rimane un argomento molto attuale, in quanto, tanto maggiore è la

specificità delle molecole terapeutiche tanto più importante è il “veicolo” grazie al

quale esse giungono a destinazione.

L‟impegno della ricerca Nealys, in tale direzione, ha generato incoraggianti

risultati ottenuti anche in collaborazione con enti di ricerca riconosciuti come

l‟Ospedale Infantile Burlo Garofolo di Trieste. L‟efficacia di trasporto attraverso le

membrane cellulari è stata comprovata dalla capacità di promuovere l‟ingresso, in

cellule specifiche, di molecole modello, quali frammenti di acidi nucleici ad alta

specificità di riconoscimento del bersaglio (studi in vitro).

Rappresentazione idealizzata della potenziale veicolazione di materiale

genetico per mezzo di un vettore nanomolecolare.

Tali risultati sono uno sprone importante per l‟impresa a perseguire la

progettazione di sistemi di drug delivery applicabili a varie patologie di grosso

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impatto sociale (in particolare in ambito oncologico) e per applicazioni in altri

settori biotecnologici.

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Udine, la nuova partecipata di Zucchetti vince BeStartup2013

È Easystaff srl, azienda ICT che ha creato

l’unico software per il planning di spazi e

risorse umane dedicato alle università

italiane, ad aver vinto la seconda edizione

del premio istituito dall’incubatore friulano

Techno Seed di Friuli Innovazione.

Fare leva sul proprio potenziale innovativo, sull'elevato capitale umano ed

investire in azioni di ricerca, sviluppo e innovazione, sono state le caratteristiche

che hanno fatto ottenere a Easystaff srl, oltre all‟interesse da parte del gruppo

informatico italiano Zucchetti, il riconoscimento di miglior start up nata

nell‟incubatore certificato Techno Seed di Udine.

Il premio BeStartup è un‟iniziativa di Friuli

Innovazione per mettere in luce le start up nate

all‟interno dell‟incubatore friulano che, dopo la

fase “assistita”, hanno saputo stare sul mercato con le proprie gambe ed è stato

istituito nel 2012.

Ogni anno BeStartup individua fra le imprese nate in Techno Seed che hanno

terminato il proprio percorso di incubazione da almeno tre anni, quelle che

hanno avuto i migliori esiti. Risultati economici, risorse umane coinvolte e

progressivamente strutturate in azienda e capacità di valorizzare risultati di

ricerca nel proprio modello di business, sono i criteri di valutazione per

l‟aggiudicazione del premio del valore di 2.500 euro per consulenze in servizi per

lo sviluppo d‟impresa.

Alla seconda edizione, oltre a Easystaff, hanno partecipato tre imprese, tutte

appartenenti al settore ICT e fondate nel biennio 2006-2007: si tratta di Fill in

The Blanks, MoBe e Mobile3D.

Fill in The Blanks, è un‟azienda di ICT Architects, ovvero architetti delle

tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni, che progetta e gestisce

soluzioni ICT ad hoc per i propri clienti. Specializzata in Business Continuity,

di Francesca Pozzar,

Friuli Innovazione

francesca.pozzar@friulinno

vazione.it

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ricerca di strategie e soluzioni per l‟ottenimento di un sistema informativo

sempre disponibile a supporto dei processi aziendali, si occupa anche di sicurezza

dati e infrastrutture reti, protezione e monitoraggio dei sistemi.

Core business di MoBe è la ricerca e sviluppo di nuove tecnologie per dispositivi

mobili e sistemi web e multimediali. Dal 2009 ha avviato l‟attività di

progettazione e sviluppo di applicazioni mobili su misura con particolare

attenzione ai settori turistici, della mobilità e della logistica. A questo, si affianca

la progettazione di soluzioni per l‟automazione industriale e la domotica, lo

sviluppo di software desktop tradizionale e gestionale e l‟offerta di consulenza e

formazione.

Mobile 3D, vanta invece un expertise significativo nel campo dell‟animazione

grafica 3D ottimizzata per smartphone e tablet. Anche per Mobile 3D i mercati di

riferimento sono prevalentemente quelli del turismo e dell‟industria, cui offre

prodotti come guide turistiche su smartphone e palmari, progettazione e sviluppo

di software per dispositivi mobili, grafica 3D, simulazione e realtà virtuale.

EasyStaff srl, la vincitrice dell‟edizione 2013 del premio, è nata nel 2007 e

insediata da sempre al Parco Scientifico e Tecnologico Luigi Danieli di Udine.

Offre consulenza e soluzioni informatiche personalizzate nel settore

dell‟ottimizzazione di orari e calendari di lavoro. L‟intuizione iniziale avuta dai

fondatori, tutti giovani laureati dell‟Università di Udine, è stata quella di lavorare

a un prodotto per coprire un mercato di nicchia - quello degli atenei, per i quali

prima della suite EasyAcademy – il primo prodotto di EasyStaff - non esistevano

software specifici per la pianificazione in automatico del calendario didattico. La

peculiarità delle soluzioni offerte, anche nei prodotti successivi, è lo sviluppo di

moderne tecniche algoritmiche integrate nelle soluzioni proposte ai clienti che

garantiscono un valore aggiunto per velocità e qualità.

Collaborando con l‟Università di Udine, EasyStaff ha mantenuto il focus dei suoi

prodotti sulla ricerca, tanto che Workforce Planner, un avanzato motore di

calcolo per la gestione dei turni di lavoro e l‟assegnazione dei servizi del personale

aziendale, ha suscitato l‟interesse di un player internazionale nel settore dei

software gestionali. Il gruppo Zucchetti, infatti, intuendo il potenziale di mercato

di EasyStaff ha rilevato la maggioranza dell‟impresa friulana nell‟estate 2013 e già

dai primi mesi del 2014 la nuova compagine societaria sta portando i primi frutti

in termini di progettualità (con un orizzonte internazionale) e di fatturato (in

netta crescita).

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Il traguardo raggiunto, celebrato con l‟assegnazione del premio Bestartup, è

merito di un modello di business che pone costante attenzione alla ricerca e allo

sviluppo tecnologico, linea che l‟incubatore Techno Seed raccomanda a tutte le

proprie aziende.

Finora Techno Seed ha contribuito alla creazione e allo sviluppo di 34 imprese,

di cui 19 attualmente in fase di incubazione. Altre 15 hanno ormai superato

i 4 anni di vita quindi sono uscite dalla fase di incubazione. Dal 2005 sono state

raccolte quasi 400 richieste di supporto per lo sviluppo di idee imprenditoriali.

Circa un centinaio sono state accompagnate fino alla realizzazione del business

plan.

Attualmente nell‟ambito di Techno Seed vengono supportati una decina di

progetti imprenditoriali (quindi non ancora imprese), cinque dei quali hanno una

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propria sede fisica nell'open space dedicato alla pre-incubazione del Parco

scientifico e tecnologico Luigi Danieli di Udine, dove l‟area dedicata a Techno

Seed copre 520 mq arredati uso ufficio e connessi con fibra ottica.

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Il TIS apre la sua officina

Il primo FabLab altoatesino al TIS innovation park

Un’officina dove si possono usare

gratuitamente diversi macchinari per la

fabbricazione digitale dove si incontra la

Community locale e internazionale e che è

aperta a tutti: questo è un FabLab. In tutto il

mondo al momento ne esistono circa 270, di

cui 43 solo in Italia. Il primo FabLab

altoatesino è insediato al TIS innovation park e verrà trasferito al

futuro parco tecnologico a Bolzano Sud.

Il FabLab al TIS è attrezzato con

una stampante 3D con la quale si

possono stampare prototipi e una

tagliatrice laser che può

stampare e intagliare diversi

materiali. Inoltre a disposizione

c‟è anche una mini fresa

computerizzata per fresare

plastiche, legno e circuiti

stampati elettrici.

«Al momento i macchinari del FabLab vengono usati soprattutto da architetti e

artigiani per stampare modelli o tagliare qualcosa con il laser» afferma Walter

Weissensteiner, collaboratore del Centro Sviluppo di Prodotto & Nuove

Tecnologie al TIS e responsabile del progetto FabLab. «Ma anche la cooperativa

sociale GWB lavora già da mesi in totale autonomia nel FabLab» continua

Weissensteiner.

Il FabLab al TIS è aperto a tutti: dagli studenti ai designer fino ai ricercatori o gli

hobbisti. «Tutti posso realizzare qui i propri progetti, che si tratti della stampa 3D

di un portabatterie o dell‟incisione con il laser di un piatto di marmo o del taglio

di una confezione in legno. L‟unica condizione è che l‟utilizzatore, dopo

un‟introduzione iniziale, lavori in autonomia» spiega Weissensteiner. Ma non

di Astrid Brunetti, Heiko

Schoberwalter, Eva Pichler,

TIS innovation park

[email protected]

Foto di ©TIS/martinajaider

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solo: c‟è anche la possibilità di imparare a usare i macchinari e i relativi

programmi e, cosa ancora più importante, ci si incontra e aiuta vicendevolmente.

«Tutti i FabLab nel mondo sono messi in rete. Nel momento in cui si incontra un

problema che nessuno è un grado di risolvere in loco, la Community

internazionale può aiutare a trovare la soluzione. Si ha quindi la possibilità di

attingere al sapere di tutta la FabLab Community» afferma Weissensteiner.

«A breve al FabLab si svolgeranno corsi base per l‟uso delle apparecchiature,

workshop ed eventi, un cosiddetto “repair-café”, dove possono essere riparate

insieme elettrodomestici e verrà organizzato anche un programma apposito per

gli studenti» afferma Weissensteiner.

Il primo evento del FabLab del TIS è già fissato: si tratta dell‟ “Arduino Day”, che

si svolgerà il 29 marzo dalle 14:00 alle 18:00 al Kurhaus di Merano. Arduino è

una specie di mini-computer che, semplicemente, viene messo in collegamento

con dei sensori e altre componenti elettroniche per poter così costruire

velocemente soluzioni intelligenti per hobby o a scopo didattico. A questo evento,

che viene organizzato dal TIS insieme all‟Arduino User Group BZ, si incontrano

gli “Arduino-User” e tutti quelli che aspirano a diventarlo. Arduino è un hardware

aperto, un software libero e la Community tutto in uno, e proprio elementi come

questo sono costitutivi di un FabLab che funziona bene» conclude

Weissensteiner.

Per maggiori informazioni sul FabLab e sull‟ ”Arduino Day” rivolgersi a Walter

Weissensteiner, [email protected], T 0471 068037.

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VegainCube, l‟incubatore certificato del VEGA, Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia

L‟incubatore VegainCube è una struttura di più di

1000 mq con locali arredati e dotati delle infrastrutture

tecnologiche più all‟avanguardia al fine di potenziare la

funzione del Parco quale attuatore del trasferimento

tecnologico e facilitatore dell‟innovazione d‟impresa. In

funzione del Decreto agenda Digitale 2.0 il VegainCube è un incubatore

certificato che garantisce un sistema di servizi e di assistenza dedicato alle start-

up innovative e agli spin-off universitari, con particolare attenzione per le attività

di giovani e per quelle ad elevato contenuto innovativo e tecnologico .

Ad oggi al VegainCube sono insediate 21 start up che operano nell’ambito

di ambito ICT e Green Economy e molte di loro hanno ricevuto premi

e riconoscimenti a livello regionale e nazionale. L‟incubatore certificato

del Vega rappresenta l‟unico Incubatore Certificato della Provincia di Venezia e

pur essendo un‟iniziativa “giovane” sta producendo delle ricadute positive sul

territorio sia in termini di occupazione che di imprenditorialità.

Al Vega, l’innovazione digitale a portata di artigiani, studiosi e creativi

Quattro giovani professionisti, passione per la progettazione, la tecnologia e il

lavoro manuale: questi sono gli ingredienti che hanno dato vita a FABLAB

VENEZIA, insediata all‟interno di VegaInCube. La prima start up che in Veneto

si sta strutturando per dotare la città di Venezia di un laboratorio di fabbricazione

digitale, nasce dall‟obiettivo di soddisfare il mondo della produzione offrendo ad

artigiani e imprenditori servizi di formazione e produzione nella modellazione

digitale avanzata, nella prototipazione rapida e nella fabbricazione seriale di pezzi

unici.

di Gabriella Parmesan,

[email protected]

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«Il FABLAB VENEZIA, ad oggi, è uno spazio dove condividere conoscenze e fare

rete tra professionisti. – afferma Elia De Tomasi, AD di FABLAB VENEZIA

– Offriamo a designer, artigiani e imprenditori l‟opportunità di creare oggetti e

prototipi di ogni genere a prezzi contenuti, utilizzando macchinari

tecnologicamente avanzati. Sono già partiti i primi workshop ed è prevista la

realizzazione di un laboratorio con stampanti 3D, frese, laser cutter e plotter

vinilici».

FABLAB VENEZIA ha tutti i requisiti per entrare a far parte del circuito

internazionale FABLAB NETWORK.

«Siamo felici di ospitare questa start up all‟interno di Vega InCube. – dichiara

Tommaso Santini, Ad di Vega Scarl - L‟incubatore, che si colloca all‟interno

del VEGA Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia, nasce proprio con l‟obiettivo

di sostenere la nascita di nuove imprese, seguendone lo sviluppo dal

concepimento dell‟idea, alla sua prima concretizzazione in un piano d‟impresa,

fino alla sua costituzione e gestione. Una struttura, quindi, che contribuisce a

potenziare la funzione del Parco quale attuatore del trasferimento tecnologico e

facilitatore dell‟innovazione d‟impresa».

«Il Comune di Venezia è attento alle attività di innovazione scientifica e

tecnologica che si svolgono all‟interno del Vega e guarda con particolare interesse

allo sviluppo delle start up innovative quali il Laboratorio FabLab. – dichiara

Alfiero Farinea, Assessore allo Sviluppo Economico, Comune di

Venezia - Il Parco Scientifico Tecnologico e le attività svolte dalle numerose

imprese innovative e dai centri di ricerca di eccellenza insediati al suo interno

costituiscono infatti un patrimonio di conoscenze e di relazioni di straordinaria

potenzialità per lo sviluppo del nostro territorio e di Porto Marghera in

particolare».

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Start Cup, la fabbrica del successo

«Hai un‟idea imprenditoriale che

ti gira per la testa? Prova a

sottoporcela, ti aiuteremo a

realizzarla!». Recita così l‟invito a

partecipare alla Start Cup

Piemonte Valle d'Aosta, la

competizione che da dieci anni

premia i progetti d‟impresa

innovativi e ad alto contenuto di

conoscenza. Ma in cosa si

caratterizza un‟impresa “innovativa”? Le imprese innovative sono quelle che

apportano, in un prodotto o in un processo, nell‟organizzazione o nel rapporto

con il mercato, caratteristiche di novità rispetto allo stato della tecnologia

riscontrabile nelle imprese del territorio e che rappresentino una valorizzazione

economica di saperi e competenze scientifiche.

La Start Cup punta alla nascita di imprese innovative presso gli incubatori

universitari piemontesi (I3P del Politecnico di Torino, 2i3T dell'Università di

Torino e Enne 3 dell'Università del Piemonte Orientale) o nelle province degli

enti sostenitori. La Start Cup rappresenta quindi un‟opportunità per promuovere

lo sviluppo economico del territorio. Ma non solo. L‟evento punta a sensibilizzare

i giovani (e non) alle tematiche relative all‟imprenditorialità. Ed inoltre, cerca di

offrire ai partecipanti l'opportunità di confrontarsi con idee e persone già

coinvolte nel mondo produttivo.

Il concorso, a partecipazione gratuita, si articola in due fasi. Nella prima fase, il

“Concorso delle Idee”, si presenta un'idea di impresa descrivendo sinteticamente

il progetto ed evidenziando il contenuto innovativo e i settori applicativi. Nella

seconda fase, il “Concorso dei Business Plan”, si presenta un business plan

completo, che deve descrivere un progetto imprenditoriale caratterizzato da un

alto contenuto di conoscenza, tecnica o tecnologica, indipendentemente dal suo

stadio di sviluppo. A questa fase possono partecipare sia i vincitori del Concorso

di Idee, sia soggetti esterni portatori di un business plan. Partecipare alla Start

Cup è semplice: basta compilare il form disponibile sul sito ufficiale del concorso

di Alessandro Tibaldeschi,

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www.startcup-piemonte-vda.it entro le due scadenze prefissate (4 maggio per il

Concorso delle Idee, 20 luglio per il Concorso dei Business Plan).

La Start Cup, oltre a rappresentare un'occasione di visibilità, può essere un

trampolino di lancio per il successo. È il caso di Niso Biomed, start up operante

nel settore biomedicale, che nel 2009, dopo essersi classificata tra le prime cinque

idee di impresa alla Start Cup (con il nome di PM Biomedical) è stata inserita tra

le finaliste del Premio Nazionale dell‟Innovazione. Nel 2013, grazie anche al

percorso di incubazione all‟interno di I3P del Politecnico di Torino, la start up si è

aggiudicata il Premio “Start-Up dell‟anno 2013″. Inoltre, durante la settima

edizione dei premi UK-Italy Business Awards, la start up ha ricevuto il “Bright

future ideas Award - Vision for growth”, ovvero il riconoscimento per le giovani

imprese in rapida crescita che, come tutti gli altri premiati, hanno scelto il Regno

Unito per i propri piani di crescita e internazionalizzazione.

La lunga serie di riconoscimenti a Niso Biomed è culminata lo scorso 20 febbraio

con la consegna da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del

"Premio Leonardo Start-up". Il riconoscimento è stato ottenuto da Niso Biomed

grazie al suo EndoFaster 21-42, un dispositivo in grado di analizzare in tempo

reale il succo gastrico prelevato durante gli esami endoscopici. In soli 60 secondi

fornisce una diagnosi sulla presenza dell'Helicobacter Pylori e individua

potenziali fattori di rischio per tumori allo stomaco e al colon. Il dispositivo è in

uso nelle più importanti strutture ospedaliere specializzate nel settore, in

Inghilterra, Italia, Spagna, Portogallo, Arabia Saudita e Israele.

“Sono davvero orgoglioso di questo riconoscimento. Niso Biomed ha un suo

mercato internazionale e globale ed il premio è un ulteriore stimolo a continuare

nella nostra opera di diffusione di EndoFaster in tutte le migliori strutture del

mondo” ha dichiarato Paul Muller, socio fondatore e presidente di Niso Biomed.

“Niso Biomed è un nostro fiore all‟occhiello, che dimostra la capacità

dell‟ecosistema torinese delle start up di generare imprese ad elevato contenuto

tecnologico" ha aggiunto Marco Cantamessa, presidente di I3P. "Più in generale,

noto come il livello delle start up italiane stia sempre più innalzandosi, creando le

premesse per un reale rinnovamento del tessuto industriale del nostro Paese”.

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Convegno Capitani Coraggiosi, prossimo appuntamento ALEA a Venezia

Imprenditori e Manager della Cultura, Università Ca' Foscari Venezia

Capitani Coraggiosi si pone quale appuntamento annuale di confronto tra

protagonisti del Nord-Est italiano, capace di illuminare la necessaria metamorfosi

nel ruolo imprenditoriale e manageriale per competere a livello internazionale nei

diversi settori cruciali per l'economia del nostro territorio. Ideato e organizzato da

Ca‟ Foscari Alumni e ALEA, in seno alle iniziative realizzate dall'Ateneo

veneziano, il convegno affronta i temi in discussione mettendo a confronto le

concrete esperienze di influenti accademici, grandi imprenditori e manager di

successo.

L'appuntamento del 2014 è dedicato al tema di Economia e Cultura, intendendo

presentare importanti esperienze di produzione, gestione e valorizzazione nel

settore della cultura capaci di creare realmente valore e occupazione e che sono

emerse nel corso degli ultimi due decenni in Italia.

In molti casi, la chiave del successo è stato rappresentata proprio dal corretto

connubio fra sensibilità culturale, scommessa sull'eccellenza, competenze

manageriali e spirito imprenditoriale. Fenomeni quali la crescente eperienzialità

dei processi di consumo o l'esteticità della produzione industriale, combinati alla

globalizzazione dei flussi turistici e all'iper-competizione fra manifestazioni

artistiche, richiedono competenze nuove e aggiuntive per saper utilizzare

correttamente la risorsa strategica costituita dal patrimonio culturale.

Il convegno intende presentare esperienze di successo di manager e imprenditori

della cultura per dibattere sul necessario rapporto fra economia e cultura quali

autentiche risorse per lo sviluppo del Nord-Est e dell'Italia intera.

Interverranno i seguenti relatori:

- Franco Bernabé (President FB Group, Presidente MART Trento e Rovereto)

- Roberto Cecchi (Direttore Generale del Ministero dei Beni Culturali)

- Matteo Marzotto (imprenditore, Presidente Fiera di Vicenza spa)

- Andrea Moretti (Direttore Dipartimento di Scienze Economiche, Università

di Udine)

dalla Redazione

ALEA Ca’ Foscari

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- Renato Quaglia (già Direttore della Biennale di Venezia e del Festival di

Napoli)

Scopri la scheda dettagliata del Convegno Capitani Coraggiosi: Imprenditori e

Manager della Cultura.

Iscriviti all'appuntamento del 24/05/2014 su:

Eventbrite, Convegno Capitani Coraggiosi 2014