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Info 349.2171442 333.7112800 [email protected] Apecchio Mercatello Il comune di Apecchio è situato in Provincia di Pesaro e Urbino sull'Appennino umbro-marchigiano attraversato dai fiumi Biscubio e Menatoio. Il rilievo dominante è quello di Monte Nerone, 1526 m s.l.m. I segni lasciati dal passato fanno ipotizzare la presenza di insediamenti celti, etruschi, umbri, romani, nonchè distintiva è la sua struttura medievale. Il primo documento scritto riguardo ad Apecchio risale al 1077 e testimonia il dominio su di essa del Vescovo-conte di Città di Castello. Il controllo da parte della città umbra perdurò fino al secolo XIII, quando dopo lunghe lotte prevalse sulla cittadina la famiglia degli Ubaldini della Carda, proveniente dal vicino castello di Carda, alle pendici del monte Nerone. Questa nobile casata fece entrare la cittadina nel ducato di Urbino rimanendovi fino al 1752 quando la Santa Sede lo incorporò nello Stato Pontificio fino all'Unità d'Italia. Nel centro storico del paese si possono visitare Palazzo Ubaldini, risalente al 1500, la chiesa di San Martino, il ponte medievale “a schiena d'asino” (particolare che Raffaello Sanzio riproduce sulla sua tela, La Madonna del Cardellino) e la torre campanaria con orologio del XV secolo. L'origine di questa cittadina, posta sul corso del fiume Metauro e alle soglie dell'Appennino, risale al XII secolo a.C. per opera degli umbri. In epoca romana Augusto la inserì nella Regio VI Umbria (poichè si trovava al confine tra Umbria ed Etruria) e distrutta durante le invasioni barbariche fu ricostruita dai Longobardi nel VI secolo. Posta dapprima sotto la giurisdizione di Città di Castello, entrò poi a far parte della Massa Trabaria, nel IX secolo. Il piccolo borgo fu dichiarato libero e indipendente dai pontefici Celestino II nel 1141, fino al 1367. Con il matrimonio di Federico da Montefeltro con Gentile Brancaleoni (1417), Signora di Mercatello sul Metauro, la municipalità venne incorporata nel ducato di Urbino. Nel 1636 entrò a far parte dello Stato Pontificio. Tra I luoghi d'interesse spiccano la chiesa di San Francesco di stile gotico-primitivo, e la Pieve Collegiata di architettura romanica dedicata a san Pietro, nonchè la casa natale e il santuario di Santa Veronica Giuliani nata a Mercatello il 27 dicembre 1660. ALTA VALTIBERINA S. Angelo in Vado Urbino Lo studio della pianta della Tiphernum porta alla constatazione che la città aveva forma quadrata, costruita sulle le due perpendicolari cardo e decumano che si incrociavano nella via principale. L'esistenza di un antico municipio romano è attestata dai molti reperti archeologici ritrovati e oggi conservati nell'Antiquarium della città. Sulle rovine della città romana i Longobardi ricostruirono il nuovo abitato e lo dedicarono all'arcangelo Michele, di qui il nome di Sant'Angelo. "In Vado" fu aggiunta successivamente e sarebbe da attribuire al fatto che per raggiungere i due tronconi della città adagiata sulle rive del fiume si dovesse "guadare" il Metauro. Sullo scorcio del Medio Evo Sant'Angelo in Vado fu capitale della Massa Trabaria, Provincia forestale dello Stato della Chiesa. Nel 1636 Papa Urbano VIII elevò Sant'Angelo al rango di "Città" e la promosse a Diocesi. Nel luglio del 1849 di qui passò Giuseppe Garibaldi in fuga dopo la caduta della Repubblica Romana. Nel 1861 viene a far parte del Regno d'Italia. Recentemente riportata alla luce la Domus del mito del I sec. d.C. si trova poco fuori dal centro; visitabili sono le terme romane, il Duomo, del 1639, consacrato al papa urbano VIII e la chiesa di San Filippo. Urbino Fu uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, di cui conserva appieno l'eredità architettonica. La città romana di Urvinum Metaurense divenne un centro importante durante il medioevo in particolare durante le guerre gotiche nel VI secolo. Passò quindi nel dominio dei Longobardi e poi dei Franchi. Il re dei Franchi Pipino offrì Urbino allo Stato della Chiesa fin quando il territorio non cadde sotto l'influenza dei vicini nobili del Montefeltro. I Montefeltro riuscirono ad imporsi e si impossessarono di Urbino governando fino al 1508. L'esponente più famoso dei Montefeltro fu Federico, signore di Urbino dal 1444 al 1482, condottiero di successo, diplomatico abilissimo e mecenate entusiasta di arti e letteratura; alla sua corte, Piero della Francesca nato nella vicina contea di Sansepolcro scrisse “Sulla Scienza della Prospettiva”. Le attrattive maggiori sono il Duomo neoclassico, il Monastero di s. Chiara del XV secolo e Palazzo Bonaventura- Montefeltro, sede centrale dell'Università locale. Frigino

ALTA VALTIBERINA - Frigino · 2019-09-26 · chiesa di San Martino, il ponte medievale “a schiena d'asino” (particolare che Raffaello Sanzio riproduce sulla sua tela, La Madonna

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Page 1: ALTA VALTIBERINA - Frigino · 2019-09-26 · chiesa di San Martino, il ponte medievale “a schiena d'asino” (particolare che Raffaello Sanzio riproduce sulla sua tela, La Madonna

Info [email protected]

Apecchio

Mercatello

Il comune di Apecchio è situato in Provincia di Pesaro e Urbino sull'Appennino umbro-marchigiano attraversato dai fiumi Biscubio e Menatoio. Il rilievo dominante è quello di Monte Nerone, 1526 m s.l.m. I segni lasciati dal passato fanno ipotizzare la presenza di insediamenti celti, etruschi, umbri, romani, nonchè distintiva è la sua struttura medievale. Il primo documento scritto riguardo ad Apecchio risale al 1077 e testimonia il dominio su di essa del Vescovo-conte di Città di Castello. Il controllo da parte della città umbra perdurò fino al secolo XIII, quando dopo lunghe lotte prevalse sulla cittadina la famiglia degli Ubaldini della Carda, proveniente dal vicino castello di Carda, alle pendici del monte Nerone. Questa nobile casata fece entrare la cittadina nel ducato di Urbino rimanendovi fino al 1752 quando la Santa Sede lo incorporò nello Stato Pontificio fino all'Unità d'Italia. Nel centro storico del paese si possono visitare Palazzo Ubaldini, risalente al 1500, la chiesa di San Martino, il ponte medievale “a schiena d'asino” (particolare che Raffaello Sanzio riproduce sulla sua tela, La Madonna del Cardellino) e la torre campanaria con orologio del XV secolo.

L'origine di questa cittadina, posta sul corso del fiume Metauro e alle soglie dell'Appennino, risale al XII secolo a.C. per opera degli umbri. In epoca romana Augusto la inserì nella Regio VI Umbria (poichè si trovava al confine tra Umbria ed Etruria) e distrutta durante le invasioni barbariche fu ricostruita dai Longobardi nel VI secolo. Posta dapprima sotto la giurisdizione di Città di Castello, entrò poi a far parte della Massa Trabaria, nel IX secolo. Il piccolo borgo fu dichiarato libero e indipendente dai pontefici Celestino II nel 1141, fino al 1367. Con il matrimonio di Federico da Montefeltro con Gentile Brancaleoni (1417), Signora di Mercatello sul Metauro, la municipalità venne incorporata nel ducato di Urbino. Nel 1636 entrò a far parte dello Stato Pontificio. Tra I luoghi d'interesse spiccano la chiesa di San Francesco di stile gotico-primitivo, e la Pieve Collegiata di architettura romanica dedicata a san Pietro, nonchè la casa natale e il santuario di Santa Veronica Giuliani nata a Mercatello il 27 dicembre 1660.

ALTA VALTIBERINAS. Angelo in Vado

Urbino

Lo studio della pianta della Tiphernum porta alla constatazione che la città aveva forma quadrata, costruita sulle le due perpendicolari cardo e decumano che si incrociavano nella via principale. L'esistenza di un antico municipio romano è attestata dai molti reperti archeologici ritrovati e oggi conservati nell'Antiquarium della città. Sulle rovine della città romana i Longobardi ricostruirono il nuovo abitato e lo dedicarono all'arcangelo Michele, di qui il nome di Sant'Angelo. "In Vado" fu aggiunta successivamente e sarebbe da attribuire al fatto che per raggiungere i due tronconi della città adagiata sulle rive del fiume si dovesse "guadare" il Metauro. Sullo scorcio del Medio Evo Sant'Angelo in Vado fu capitale della Massa Trabaria, Provincia forestale dello Stato della Chiesa. Nel 1636 Papa Urbano VIII elevò Sant'Angelo al rango di "Città" e la promosse a Diocesi. Nel luglio del 1849 di qui passò Giuseppe Garibaldi in fuga dopo la caduta della Repubblica Romana. Nel 1861 viene a far parte del Regno d'Italia. Recentemente riportata alla luce la Domus del mito del I sec. d.C. si trova poco fuori dal centro; visitabili sono le terme romane, il Duomo, del 1639, consacrato al papa urbano VIII e la chiesa di San Filippo.

Urbino Fu uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, di cui conserva appieno l'eredità architettonica. La città romana di Urvinum Metaurense divenne un centro importante durante il medioevo in particolare durante le guerre gotiche nel VI secolo. Passò quindi nel dominio dei Longobardi e poi dei Franchi. Il re dei Franchi Pipino offrì Urbino allo Stato della Chiesa fin quando il territorio non cadde sotto l'influenza dei vicini nobili del Montefeltro. I Montefeltro riuscirono ad imporsi e si impossessarono di Urbino governando fino al 1508. L'esponente più famoso dei Montefeltro fu Federico, signore di Urbino dal 1444 al 1482, condottiero di successo, diplomatico abilissimo e mecenate entusiasta di arti e letteratura; alla sua corte, Piero della Francesca nato nella vicina contea di Sansepolcro scrisse “Sulla Scienza della Prospettiva”. Le attrattive maggiori sono il Duomo neoclassico, il Monastero di s. Chiara del XV secolo e Palazzo Bonaventura- Montefeltro, sede centrale dell'Università locale.

Frigino

Page 2: ALTA VALTIBERINA - Frigino · 2019-09-26 · chiesa di San Martino, il ponte medievale “a schiena d'asino” (particolare che Raffaello Sanzio riproduce sulla sua tela, La Madonna

Scalocchio e dintorni

Alla scoperta

di...

due piazze che compongono Città di Castello

ospitano edifici momumenti della sua storia: il Duomo,

elevato da Leone XIII al rango di Basilica Minore, la

torre civica riaperta ai visitatori nel 2018, il palazzo

storico dei Priori sede del Comune, Palazzo Vitelli e

Palazzo Albizzini che oggi custodisce le opere

dell'artista tifernate contemporaneo Alberto Burri.

FRIGINO

Frigino sorge a 630 m di altitudine in un territorio solitario e

naturalmente ispirativo. È un'immersione nel brillante

verde di una natura incontaminata che sembra animarsi

nel suo splendore e accompagnarci nel mistero dei suoi

boschi. Riscoprire il silenzio gustare la magia delle sue

vallate e godere della sua aria pura risveglia il benessere

del corpo e dello spirito durante le lunghe passeggiate

che costeggiano poetici crinali che si stagliano nel blu di

un cielo profondo. Solo in questi luoghi si riscoprono le fonti

essenziali del vivere, l'acqua della sorgente, il fuoco e la

farina è tutto ciò che ci serve per rivivere le radici di una

tradizione contadina che esaltandole coltiva la semplicità

e l'autenticità dei valori e dei sapori della sua terra.

Francesca, uno dei volti più importanti della cultura

rinascimentale italiana, pittore e matematico italiano,

che svolse la sua attività tra san Sepolcro, il territorio

aretino tra cui Monterchi, dove lasciò uno dei suoi

capolavori, La Madonna del Parto, presso Federico da

Montefeltro di cui fu protetto, nonchè presso i Medici. E tra

gli artisti del cinquecento che attraversarono questo

territorio non si può dimenticare Leonardo da Vinci che

dipinse per Anghiari la famosa "Battaglia di Anghiari". La

residenza di Alessandro Vitelli a Castello eretta in onore

della moglie Angela Paola Rossi da San Secondo

Parmense, ora Pinacoteca Comunale, in pieno centro

della città è avvolta in un'aura di leggenda per la figura

tra mito e realtà di Laura, amante di Alessandro che si

narra facendo cadere un fazzoletto invitava gli uomini

che seduceva a passare con lei la notte nel castello per

poi ucciderli gettandoli in una fossa di coltelli.

Nel 1817 il territorio del comune di Città di Castello fu

decurtato di alcune parti del suo territorio tra cui San

giustino che ottenne l'indipendenza nel 1827, che con il

suo Castello Bufalini, considerato il simbolo stesso della

città, edificio elegante e maestoso del tardo '400 dà il

benvenuto ai visitatori. Al suo comune appartiene anche

Villa Margherini Graziani un edificio storico del 500 di

proprietà della omonima famiglia in cui oggi sono allestiti

i ritrovamenti della villa plinia “in Tuscis”. Castello nel 1849,

durante i moti insurrezionali dei paesi limitrofi ottenne

provvisoriamente la libertà dallo Stato Pontificio: l'11

settembre 1860 fu definitivamente occupata dall'esercito

piemontese e l'anno successivo entrò nello Stato Italiano,

seguendone da questo momento le vicende storiche. Le

ALTA VALTIBERINA

Frigino sorge sul comune di Città di Castello all'estremo

confine dell'Umbria. Castello, che fu fondata dagli

Umbri intorno al I secolo a.C., divenne municipio

romano di cui il patrono più illustre fu Gaio Plinio Cecilio

Secondo detto Plinio il Giovane il quale, secondo

quanto affermato in una sua lettera, fece erigere un

tempio, ultimato nel 103 o 104, di cui non si conosce la

collocazione. Certamente la gens Plinia possedeva

vasti latifondi nelle vicinanze della città ed una villa,

che è più volte ricordata dallo stesso Plinio il Giovane

nelle sue lettere. La città fu chiamata Tifernum

Tiberinum dai Romani, al fine di distinguerla

dall'omonimo insediamento posto sul Metauro,

Tifernum Metaurense, e sembra che assunse una

discreta rilevanza, visto che è citata anche da Plinio il

Vecchio. Secondo la tradizione, la città fu distrutta nel

VI secolo ad opera dell 'ostrogoto Totila e

successivamente ricostruita dal vescovo Florido, poi

santificato e proclamato patrono della città. La città

venne dunque conquistata dai Longobardi, che la

chiamarono Castrum Felicitatis e la ricompresero nel

Ducato di Tuscia. In seguito passò sotto il dominio dei

Franchi prima e dello Stato della Chiesa poi.

Durante il Rinascimento Castello fu un centro culturale

di notevole rilievo che acquisì grazie al patrocinio della

famiglia Vitelli, signoria di mecenati di artisti locali ed

internazionali, come il più celebre Raffaello Sanzio che

dipinse per la chiesa di san Francesco Lo sposalizio

della Vergine. Tra 4 e 500 moltissimi furono gli artisti che

diedero lustro all'alta valle del Tevere: nella vicina

Borgo Sansepolcro nel 1416 nacque Piero della