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NUMERO ISPIRATO ALLO STORICO PERIODICO DEL CLUB MAGNOZZI PER IL CENTENARIO DEL LIVORNO AMARANTA VUOL DIRE COSE AMARANTO OVVERO COSE DELLO SPORT LIVORNESE Febbraio 2015 Copia Omaggio Il secolo amaranto Il secolo amaranto Il secolo amaranto Il secolo amaranto Il secolo amaranto Il secolo amaranto Il secolo amaranto Il secolo amaranto Speciale di Amaranta dedicato a la Triglia Cent’anni sono passati da quando, unendosi, Virtus Juventusque e Spes dettero vita all’Us Livorno. Si voleva dare alla città una rappresentanza calcistica di vertice. E così fu. Dieci decenni dopo, tra scudetti sfiorati e fallimenti, ripartenze e sofferenze, gioie e dolori, siamo ancora qui. In bocca al lupo, gloriosa Unione! ENRICO FERNANDEZ* Abbiamo fattivamente contri- buito ad organizzare, come club Magnozzi, la festa per il Centenario del Livorno. Un grande onore, per noi. Tutto nell’amore del Livorno. E an- che l’idea di realizzare un numero speciale della Triglia, ideato da Amaranta e costrui- to con il nostro supporto, rientra in questo amore e in questa passione. Una passio- ne che, personalmente, ho da sempre, in linea con quella che ho vissuto in famiglia, con mio padre che, come at- testa un documento risalente al 1924, era già vicino alla squadra amaranto quando ancora era ragazzo. Del Livor- no, poi, ho avuto anche l’onore di essere presidente. E’ accaduto dal 1985 al 1988. Sono state emozioni bellissime, incredibili. Allora il mondo del calcio era com- pletamente diverso da ora. C’era più spirito di unione e di coesione. Società, giocato- ri e dirigenti, erano un tutt’uno. Eravamo una sola cosa, dalla tribuna al campo passando per la panchina. Ci animava uno spirito disinte- ressato e sincero che oggi nel calcio è difficile da trova- re. Uno spirito non comune. Che però, per fortuna, ancora guida la Livorno sportiva! *PRESIDENTE DEL CLUB AMARANTO MAGNOZZI Per amore del Livorno la Triglia la Triglia la Triglia la Triglia la Triglia la Triglia la Triglia la Triglia Amaranta rende omaggio a Amaranta rende omaggio a

AMARANTA VUOL DIRE COSE AMARANTO OVVERO COSE DELLO … · Giovanni Marino, Paolo Nacarlo, Carlo Pannocchia, Nicola Perullo, Simona Poggianti Numero unico realizzato in collaborazione

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Page 1: AMARANTA VUOL DIRE COSE AMARANTO OVVERO COSE DELLO … · Giovanni Marino, Paolo Nacarlo, Carlo Pannocchia, Nicola Perullo, Simona Poggianti Numero unico realizzato in collaborazione

N U M E R O I S P I R A T O A L L O S T O R I C O P E R I O D I C O D E L C L U B M A G N O Z Z I P E R I L C E N T E N A R I O D E L L I V O R N O

A M A R A N T A V U O L D I R E C O S E A M A R A N T O O V V E R O C O S E D E L L O S P O R T L I V O R N E S E Febbraio 2015 Copia Omaggio

Il secolo amarantoIl secolo amarantoIl secolo amarantoIl secolo amarantoIl secolo amarantoIl secolo amarantoIl secolo amarantoIl secolo amaranto

Speciale di Amaranta dedicato a la Triglia

Cent’anni sono passati da quando, unendosi, Virtus Juventusque e Spes

dettero vita all’Us Livorno. Si voleva dare alla città una rappresentanza calcistica di vertice. E così fu. Dieci decenni dopo, tra scudetti sfiorati e fallimenti, ripartenze e sofferenze, gioie e dolori, siamo ancora qui. In bocca al lupo, gloriosa Unione!

ENRICO FERNANDEZ*

Abbiamo fattivamente contri-buito ad organizzare, come club Magnozzi, la festa per il Centenario del Livorno. Un grande onore, per noi. Tutto nell’amore del Livorno. E an-che l’idea di realizzare un numero speciale della Triglia, ideato da Amaranta e costrui-to con il nostro supporto, rientra in questo amore e in questa passione. Una passio-ne che, personalmente, ho da sempre, in linea con quella che ho vissuto in famiglia, con mio padre che, come at-testa un documento risalente al 1924, era già vicino alla squadra amaranto quando ancora era ragazzo. Del Livor-no, poi, ho avuto anche l’onore di essere presidente. E’ accaduto dal 1985 al 1988. Sono state emozioni bellissime, incredibili. Allora il mondo del calcio era com-pletamente diverso da ora. C’era più spirito di unione e di coesione. Società, giocato-ri e dirigenti, erano un tutt’uno. Eravamo una sola cosa, dalla tribuna al campo passando per la panchina. Ci animava uno spirito disinte-ressato e sincero che oggi nel calcio è difficile da trova-re. Uno spirito non comune. Che però, per fortuna, ancora guida la Livorno sportiva!

*PRESIDENTE DEL CLUB

AMARANTO MAGNOZZI

Per amore

del Livorno

la Trigliala Trigliala Trigliala Trigliala Trigliala Trigliala Trigliala Triglia Amaranta rende omaggio aAmaranta rende omaggio a

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Livorno nel cuore, la Triglia sotto il braccio

MARCO CECCARINI

Rinasce la Triglia, anche se per un solo numero. Ma è un numero unico, speciale, voluto dal portale Amaranta.it e realizzato in collaborazione con il club Magnozzi,

primo e storico circolo organizzato di tifosi del Livorno, in occa-sione del Centena-rio. Per Amaranta.it è un onore idearlo e realizzarlo. Erano i primi anni Ottanta, infatti, quando il sot-toscritto, più o meno ventenne, con la passio-ne del giornalismo nel sangue, si fece

coraggio e salì le scale di via Pieroni che portavano alla storica sede del Magnozzi. Già collaboravo con dei giornali locali, ma volevo scrivere del Livorno. Così, appun-to, mi rivolsi alla Triglia. O meglio, mi ri-volsi al club Magnozzi, che pubblicava la Triglia. La squadra amaranto, attorno alla quale c’era un entusiasmo che a raccon-tarlo oggi non sembra vero, era alle prese con uno dei periodi più bui della propria storia calcistica. L’era Martelli si era chiu-sa da pochi anni. I soldi erano i grandi

assenti nelle casse sociali. Ma l’entusiasmo non mancava. E la Triglia, che presentava le gare interne del Livor-no, registrava e rifletteva tale entusiasmo. Così, appunto, un giorno bussai a quella porta. E per anni, in seguito, ho scritto

articoli su quel periodi-co. Poi, si sa, le cose nella vita cambiano. Giornalista, lo sono

diventato davvero. Nel frattempo, una ventina di anni fa, il giornale ha chiuso i battenti. Ma la

Triglia—e chi non è più gio-vanissimo ben lo sa—è stata, e rimane nel ricordo, una voce importante al servi-zio del calcio e dello sport livornese. Ecco perché, un po’ per gioco, un po’ per sana follia, abbiamo deciso di farla rinascere, anche se per un solo numero. Lo abbia-mo fatto cercando di rispettare, consape-volmente, l’impostazione tradizionale del giornale, ossia da classico giornaletto degli sportivi, anche se inevitabilmente ammodernata ed a colori. Ci sembra un modo degno per ricordare e celebrare i

cent’anni del Livorno!

Direttore responsabile: Direttore responsabile: Direttore responsabile: Direttore responsabile: Marco Ceccarini

Hanno reso possibile questo speciale: Hanno reso possibile questo speciale: Hanno reso possibile questo speciale: Hanno reso possibile questo speciale: Luca Aprea, Marco Ceccarini, Lorenzo Corradi, Enrico Fernan-dez Affricano, Curzio Galatolo, Emilio Guardavilla, Flavio Lombardi, Chiara Lucchesi, Nicola Marra,

Giovanni Marino, Paolo Nacarlo, Carlo Pannocchia, Nicola Perullo, Simona Poggianti

Numero unico realizzato in collaborazione con il club amaranto Mario Magnozzi di LivornoNumero unico realizzato in collaborazione con il club amaranto Mario Magnozzi di LivornoNumero unico realizzato in collaborazione con il club amaranto Mario Magnozzi di LivornoNumero unico realizzato in collaborazione con il club amaranto Mario Magnozzi di Livorno

La collaborazione al network Amaranta dell’associazione Articolo 21 è da ritenersi gratuita

Grafica e videoimpaginazione: Grafica e videoimpaginazione: Grafica e videoimpaginazione: Grafica e videoimpaginazione: Emmeci — Stampa: Stampa: Stampa: Stampa: In proprio — Numero chiuso il 23 gennaio 2015

Editore: Editore: Editore: Editore: associazione Articolo 21, via Micali 22, cap. 57125, Livorno, [email protected]

La testata è registrata presso il Tribunale di Livorno con decreto 662 del 28 ottobre 1999La testata è registrata presso il Tribunale di Livorno con decreto 662 del 28 ottobre 1999La testata è registrata presso il Tribunale di Livorno con decreto 662 del 28 ottobre 1999La testata è registrata presso il Tribunale di Livorno con decreto 662 del 28 ottobre 1999

Amaranta Amaranta periodico d’informazione sportiva di Livorno e provinciaperiodico d’informazione sportiva di Livorno e provinciaperiodico d’informazione sportiva di Livorno e provinciaperiodico d’informazione sportiva di Livorno e provincia

CentenarioCentenarioCentenarioCentenario

festa di tuttifesta di tuttifesta di tuttifesta di tutti

NICOLA PERULLO*

Questo Centenario non è soltanto la celebrazione della storia della squadra di calcio della città, ma di un pezzo importante della sto-ria di tutta la città, della sua identità e della sua cultura. Livorno ha avuto nei colori amaranto ben più di una espressione sportiva, anche se questo di per sé sarebbe già motivo suffi-ciente per festeggiare l’importante compleanno. Attraverso i colori amaranto Livorno ha vissuto e vive buona parte delle sue carat-teristiche uniche, in un in-treccio indissolubile. Per questo, l’Amministrazione considera l’evento del Cen-tenario un’occasione impor-tante: vogliamo ringraziare tutti, i ragazzi della curva nord, i tifosi, i calciatori del passato e del presente, i club, chi prende iniziative come quella di far rivivere l’antico giornale sportivo de La Triglia, gli organizzatori e naturalmente la società e il suo presidente per conti-nuare a mantenere vivo il percorso che unisce la squadra alla città, attraver-so i risultati ma anche quel sapore tipico di livornesità che è un elemento impre-scindibile. Come sanno i calciatori che l’hanno in-dossata, vestire la maglia del Livorno non è solo vesti-re una casacca sportiva; è anche e soprattutto vivere un’esperienza, l’esperienza della città di Livorno. Augu-ri di altri cento!

*ASSESSORE ALLO SPORT

DEL COMUNE DI LIVORNO

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La prima formazione dell’Us Livorno

Amaranta rende omaggio alla TrigliaAmaranta rende omaggio alla Triglia

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CURZIO GALATOLO

Ci siamo. Si celebrano cent’anni di storia amaranto. Cent’anni di grandi gioie e soddisfazioni, ma anche di fal-limenti, retrocessioni, lutti e delusioni.

Però quel-lo che con-ta è l’amore per questi colori e questa maglia, l’amore e il ricono-scimento per chi indossa e per chi

l’ha indossa-ta, chi con tanto onore, altri meno. Molti sono i giocatori che sono passati ed a tutti, anche per chi ha fatto una sola partita, va il nostro ringraziamento e il nostro pensiero. Era il 14 febbraio 1915 quando i dirigenti di due soldalizi calcistici livornesi, Spes e Virtus, vol-lero unirsi per formare una sola squa-dra, ma più forte, per contra-stare la supremazia delle gran-di squadre del Nord. Fu scelto il colore amaranto, colore del-la bandiera della città, che significa “forza e determina-zione”, fu scelto il campo di Villa Chayes per dispu-tarci le partite del nuovo sodalizio. Tempi vera-mente d’oro, quel periodo, con tanti giocatori che toccarono la Nazionale italiana: Magnozzi, Pitto, Vincenzi, Busoni, Silvestri. Guai alle squadre che venivano a giocare in quel campo, roccaforte invincibile dove cinquemila

anime si assiepavano urlando e incitan-do a più non posso i propri beniamini, in cui veniva praticato un gioco gari-baldino e dove le grandi squadre per-devano o al massimo pareggiavano al suono della campana della chiesa di San Jacopo che dava la carica ai nostri, guidati da quel grande condottiero che era Magnozzi. I cronisti del tempo af-fermavano che il Livorno vinceva in virtù del suo gioco improntato sulla forza fisica, sulla corsa, sulla “violenza” calcistica. Anche il grande Genoa, campione d’Italia di quel tem-po, dovette arrendersi, perdendo 3 a 1, su quel campo, e dicendo che i gioca-tori amaranto arrivavano da tutte le parti e che non era possibile impostare il gioco. Dopo tre anni di imbattibilità, ci volle il Diavolo rossonero del Milan per violare quel terreno e quel giorno fu lutto cittadino. Forse è da allora che il tifoso livornese vuole vedere i gioca-tori dare il massimo e lottare fino alla fine per la causa amaranto. In fin dei conti, anche l’inno ne rileva l’attitudine: “L’amaranto è la nostra bandiera, bel colore di nostra divisa, non piegare un istante giammai!”. Chi

indossa la maglia deve essere consape-vole che indossa una casacca prestigiosa che, oltre che dei grandi giocatori so-pra citati, è stata an-che dei vari Picchi, Balleri, Lessi, Luca-relli, Chiellini, Prot-

ti, Diamanti ed altri ancora. Ed i giova-ni tifosi devono essere consapevoli ed orgogliosi del fatto che la maglia della loro squadra è centenaria e davvero gloriosa. Buon compleanno, vecchia Unione Sportiva!

Amaranto è la nostra bandiera

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PAOLO NACARLO*

La Triglia. Il logo della nostra amata squadra. Con questa bella e simpatica caratterizzazione i vignettisti dei primi del Novecento volle-ro distinguere il Li-vorno dagli altri team nazionali, per-ché la triglia è il pesce tipico delle nostre coste e della nostra cuci-na. Un pesce furbo, combattivo, ricco di lische ma anche dalla pelle saporita e succulenta. Oggi, dopo cento anni di storia, le nostre Triglie amaranto sono ancora in campo, pronte a com-battere ed a farsi valere contro tutte le altre mascotte: dal Toro, alla Ze-bra, al Ciuccio, alla Lupa, l’Aquila, il Delfino, il Serpente, il Diavolo. Il Li-vorno è vivo, oggi naviga nelle acque della Serie B ma è sempre pronto a schizzare nel nobile mare della A. Con il suo fare quasi indifferente, e quell’occhio che sembra un po’ spen-to, è sempre combattiva e pronta ad aggredire gli squadroni più nobili ed i fieri rivali di sempre. Grazie alla ge-stione del presidente Spinelli la nostra società è rientrata tra le grandi del panorama calcistico italiano e tutti hanno imparato a riconoscere la no-stra squadra e la nostra mascotte. Siamo fieri del nostro soprannome, come personalmente lo sono, di aver contribuito nel lontano 1999 ad aver fatto riprendere le uscite del giornale dei club organizzati che porta proprio il nome del nostro fedele pesce. Oggi, per questo numero speciale de La Triglia, è tutto il Livorno Calcio che ringrazia i suoi tifosi per l’affetto e l’amore con il quale hanno seguito e continueranno a seguire le nostre maglie. Grazie, sarà bellissimo festeg-giare un secolo di vita tutti insieme e sempre… Forza Livorno! *RESPONSABILE COMUNICAZIONE E

STAMPA DELL’AS LIVORNO 1915

Con la Triglia è bello festeggiare il secolo di vita

La cartolina celebrativa del club Magnozzi

SIMONA POGGIANTI

Rispetto! Si, proprio in que-sta parola mi piace racco-gliere la mia esperienza di oltre venti anni a fianco del Livorno, da quando nel lonta-no 1988 ho iniziato a masti-care “pallone” in un’emittente radiofonica e in seguito, seguendo le disavventure amaranto nella vecchia Serie C, in televisione con grandi

opinionisti al fianco, uno su tutti Ado Agroppi. Anni indi-menticabili, le promozioni prima in Serie B e poi in A, i rapporti consolidati con gli allenatori, da Osvaldo Jaconi ad Ezio Gelain passando per grandi personaggi come Roberto Donadoni e Walter Mazzarri, senza dimenticare i campioni che hanno indos-sato la “mitica maglia”. Ma in questo anno in cui il Livorno

festeggia i cento anni voglio portare con me il rispetto che ho ricevuto in questo cammi-no, dai presidenti ai magaz-zinieri (senza voler sminuire il loro immenso lavoro) ed a tutti coloro che anche per un solo minuto sono transitati sulla mia strada amaranto rapportandosi sempre con parole mai troppo forti e con atteggiamenti mai davvero fuori luogo.

Rispetto, anche questo è il Livorno!

Amaranta rende omaggio alla TrigliaAmaranta rende omaggio alla Triglia

Mario Magnozzi, il Motorino amaranto

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Non solo Coppa Italia, in Serie C anche uno scudetto giovanile

NICOLA MARRA

Se il settore giovanile, da qualche anno, sta regalando al Livorno belle soddisfazioni, i ragazzi del vivaio già in passato si sono fatti

valere. L’impresa risale alla stagione 1963-64 quando i ragazzi di Bonsanti conquistaro-no il primo e finora unico scudetto giova-nile. Era il campionato Juniores della Lega

Semipro. Gli amaranto batterono in finale (3 a 1) il Rimini. La Coppa Italia di C, conquistata nel 1986-87 sul Campa-nia (0 a 1, 3 a 0), non è dunque l’unico titolo italiano vinto.

MARCO CECCARINI

Nata nel febbraio 1915 co-me Unione Sportiva Livorno dalla fusione di due preesi-stenti società, la Spes e la Virtus Juventusque, la so-cietà ha assunto nel 1991 la denominazione di Associa-zione Sportiva Livorno. In un secolo di storia, tuttavia, il club ha avuto anche altre deno-minazioni, tra le quali Livorno Sportiva negli anni Trenta, Società Sportiva Pro Livorno nell’immediato secondo dopoguerra, Unione Calcio Livorno negli anni Settanta, Unione Sportiva Pro Livorno sul finire degli anni Ottanta ed Associazione Calcio Livorno negli anni Novanta. Il Livorno ha disputato ventinove stagioni al più alto livello del campionato italiano, diciotto delle quali in Serie A con il girone unico. Dopo aver vinto il titolo di campione dell’Italia centro-meridionale e raggiunto la finale per il titolo nazionale nel-la stagione 1919-20, il Livorno è stata una delle diciotto “elette” del calcio italiano, ovvero una delle squadre ammesse nel 1929-30 a disputare il pri-mo campionato di A, dove vanta come miglior risultato il secondo posto del 1942-43 e come secondo piazzamento il sesto posto del 2005-06 con la con-seguente partecipazione alla Coppa Uefa edizione 2006-07. Nel suo palma-

rès, oltre al titolo centro-meridionale nel 1920, vi è anche una Coppa Italia di Serie C conquistata nel 1986-87 dopo la doppia finale con il Campania Puteolana. Il Livorno, che ha preso parte anche a venti-quattro tornei di Serie B, ha conquistato sei volte la promozione in A con due primi posti assoluti nel campionato cadetto. Nella sua ormai secolare storia, però, ha anche collezionato un triste record. E’ il club calcistico italiano che ha subito il maggior numero di fallimenti, ben quattro, negli anni 1973, 1982, 1990 e 1992, ai quali va aggiunta l’estromissione dai campionati professionistici nel 1991 per inadem-pienze economiche.

Maglia amaranto, cazzotti e pianto Grande Torino, immenso Livorno Nell'estate 1942 il presidente Baiocchi affidò la squadra a Fiorentini, l'anno prima sulla panchina dell'Ambrosiana Inter, nella speranza che il Livorno potesse disputare un dignitoso campionato di metà classifica. La campagna di rafforzamento venne condot-ta dallo stesso Baiocchi con grande oculatezza. Arrivaro-no molti giovani dalle catego-rie inferiori e l’attaccante De-gano dalla Fiorentina. Ma con grande sorpresa, sei vittorie su sei gare ad inizio torneo, tra cui quella al Filadelfia su un Toro che stava apprestan-dosi a diventare il Grande Torino, consacrarono il Livor-no come la squadra rivelazio-ne del torneo. E dopo l'ottava giornata, in virtù del succes-so a Mi-lano contro l'Ambro-siana, la forma-zione amaran-to guidava la classifica con cinque punti di vantaggio sul Torino secon-do e ben sette sull'Ambrosia-na Inter terza in classifica. Superato un periodo di legge-ro calo, gli amaranto ottenne-ro il titolo di campione d'in-verno assieme ai granata. Nel girone di ritorno, tuttavia, la squadra di Fiorentini riprese vigore ed a sette turni dal ter-mine era di nuovo prima da sola con quattro punti di van-taggio sulle inseguitrici. Al quart'ultimo turno, però, il Livorno venne sconfitto dalla Roma e per la prima volta fu superato dal Torino. Il testa a testa proseguì fino all'ultima giornata, con i torinisti avanti di un punto. Ma il 25 aprile 1943, mentre gli amaranto si imponevano in casa sul Milan, il Toro passò a Bari con un gol di Mazzola a pochi minuti dalla fine. E il sogno, ahimè,

svanì. (MC)

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Degano ha appena segnato al Torino

Il Livorno finalista nel 1920

Sfrontatezza e gioventù fanno tremare l’Inter Il Livorno ebbe il suo battesimo a livel-lo nazionale nella stagione 1919-20 quando sfiorò il titolo di campione d'I-talia. Trascinati dai gol del giovanissi-mo Mario Magnozzi, gli amaranto vin-sero il campionato dell’Italia centro-meridionale battendo in finale la Forti-tudo Roma e si qualificarono così alla finalissima contro l'Inter, vincitrice del torneo del Nord. Sul neutro di Bologna, al termine di una partita disputata per la maggior parte in inferiorità numeri-ca, persero per 3 a 2. Tale fu il giudizio de La Stampa di Torino: “L'Interna-zionale Fc ha arrischiato di farsi mette-re in iscacco dall’(…) audace squadra

dell’Us Livorno, campioni di football dell’Italia centro-meridionale. L’Us Livorno dev’essere tornata piena di orgoglio ai propri lari. Cedere di misu-ra ad una squadra come quella dei ne-roazzurri, per due goals contro tre, dopo di aver giuocato due terzi della partita con dieci uomi-ni, può es-sere consi-derato dai livornesi come una mezza vitto-

ria”. (MC)

Amaranta rende omaggio alla TrigliaAmaranta rende omaggio alla Triglia

Il Livorno vicecampione d’Italia nella stagione 1942-43

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Bettini festeggia il titolo

di campione del mondo

CARLO PANNOCCHIA

Era il 14 febbraio 1915 quando i dirigenti ed alcuni simpatizzanti delle società cittadine, la Virtus Juventusque e la Spes Livorno, si riu-nirono in via Grande e dopo lunghissime discussioni trovarono definitivo, che venne reso pubblico il giorno 17. La nuova società fu battezzata Unione Sportiva Livorno con i colori sociali amaranto, quelli della città di Livorno. Da quel giorno con il passare del tempo si sono mischiate passioni, polvere, lacrime e successi. Il Livorno ha reso fiero il proprio popolo nel corso dei decenni, dove si sono toccati periodi molto bui, come nella stagione 1990-91, quando il Livorno di Man-tovani venne escluso dai campionati nazio-nali per insolvenze economiche, per non dire dei quattro fallimenti. Ma sono molte anche

le pagine che nessuno potrà cancellare, gio-cate sui campi di Villa Chayes e dell'Ardenza dal 1990 intitolato all'indimenticato campione livornese Armando Picchi. Non si possono neanche dimenticare le due date che hanno visto il Livorno sfiorare il tricolore. Il 20 giu-gno 1920, a Bologna, il Livorno fu sconfitto nella finalissima dall'Inter mentre nella sta-gione 1942-43 un superbo Livorno arrivò ad un passo dalla conquista dello scudetto che fu vinto dal Torino all'ultima giornata. Nella bacheca amaranto c'è anche un trofeo, la Coppa Italia di Serie C vinta nella stagione 1986-87. Poi, nel 1999 , è iniziata l'era di Aldo Spinelli: il presidente della rinascita a-maranto. Al terzo anno della sua gestione ha riportato la squadra dopo trent’anni in Serie B e dopo altri due anni il grande salto del ritorno in A dopo oltre mezzo secolo. Per la prima volta nella sua storia, nella stagione 2006-07, il Livorno ha anche partecipato alla Coppa Uefa. Sotto la gestione di Spinelli i tifosi hanno scoperto il calcio che conta. Dal-la città dei Quattro mori sono passati uomini che hanno fatto la storia del sodalizio ama-ranto come il giocatore simbolo Igor Protti, il bomber Cristiano Lucarelli e il campione del mondo Marco Amelia. E adesso arriviamo al Centenario con la squadra in lotta per un posto in Serie A. Non sarà facile, ma siamo lì. Sognare non costa niente. Auguri Livorno, regalaci altri cent'anni così.

Storia di polvere e di stelle

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Al cuore amaranto non si comanda

I presidenti

1915-1919 Arrigo Galeotti

1919-1920 Pietro Alessandro Bossio

1920-1922 Ettore Del Corona

1922-1926 Alberto Folena

1926-1928 Alberto Capitani

1928-1929 Galeazzo Pardera

1929-1932 Augusto Salvini

1932-1936 Emanuele Tron

1936-1944 Bruno Baiocchi

1944-1949 Ricciotti Paggini

1949-1950 Luigi Nesti

1950-1954 Gaetano D'Alesio

1954-1957 Ferruccio Bellandi

1957-1965 Arno Ardisson

1965-1967 Ricciotti Paggini

1967-1968 Renato Tedeschi

1968-1969 Luigi Di Giorgi

1969-1970 Gastone Vivaldi

1970-1972 Renzo Del Ventisette

1972-1973 Gastone Vivaldi

1973-1982 Corasco Martelli

1982-1985 Leo Picchi

1985-1988 Enrico Fernandez Affricano

1988-1990 Paolo Salemmo

1990-1991 Carlo Mantovani

1991-1992 Carlo Caresana

1992-1999 Claudio Achilli

1999-oggi Aldo Spinelli

Il presi-

dente

Spinelli,

con Protti

e Lucarelli

in campo,

ha ripor-

tato la

squadra

nel grande

calcio

Amaranta rende omaggio alla TrigliaAmaranta rende omaggio alla Triglia

CHIARA LUCCHESI

Cento anni. Un traguardo che non tutti hanno la fortu-na di festeggiare. Noi siamo tra quei pochi fortunati che tra poco festeggeranno il centenario della propria squadra del cuore. La mia storia con il Livorno viene da lontano. Figlia di babbo livornese e mamma berga-masca, sono nata in provincia di Bergamo ed a quella terra mi sento molto legata. Fin da piccola ho però sempre avuto la passione per i colori amaranto. Pas-sione ereditata dal mio babbo che mi raccontava le imprese di Mauro Lessi, Armandino Picchi e degli altri che hanno fatto la storia. Negli anni dell’infanzia la tivù non trasmetteva partite su partite e in Lombardia guardavamo una trasmissione che ci permetteva di seguire il campionato minuto per minuto. Il Livorno in quegli anni si barcamenava tra C1 e C2 quando non doveva affrontare fallimenti e quindi ripartire dai dilet-tanti. Vivendo fuori Livorno il modo più semplice per seguire la squadra era andare in trasferta. Così ho visto partite su tanti campetti della Lombardia e non, da Tortona a Ospitaletto. Ogni volta che venivamo a Livorno, poi, andavamo fuori dallo stadio con molte altre persone ad aspettare che aprissero i cancelli per gli ultimi quindici minuti… Gli amaranto, allora, gioca-

vano davvero sui campi di periferia. Sì, negli anni Ottanta la serie B era un sogno. Quelli erano i nostri palcoscenici, dove tutti avevano timore e rispetto della nostra maglia. Per non parlare del nostro stadio. Ricordo tanti episodi di quegli anni, ma uno in partico-lare. Dopo una sconfitta sul campo della Virescit Ber-gamo, io e mia sorella giocavamo nel corridoio da cui uscivano i giocatori (allora si poteva) e siamo finite contro un ragazzo appoggiato al muro. Beh, quel ragazzo era Igor Protti nella sua prima esperienza in maglia amaranto. Gli anni sono trascorsi tra mille sofferenze calcistiche. Castel di Sangro, Ferrara, Como. Perugia, fino alla gioia incontenibile di Treviso che ci ha tolti definitivamente dal calcio minore. Da lì un susseguirsi di emozioni che ci hanno portato alla notte magica di Piacenza e alla Serie A. Questi ultimi anni hanno reso reali tanti sogni dei nostri “vecchi”. L’inaspettato è diventato realtà con l’approdo in Cop-pa Uefa e con le fantastiche notti europee. I gol di Marco Amelia a Belgrado, di Cristiano Lucarelli ad Auxerre, l’attesa prima della partita a porte chiuse con l’Espanol e la trasferta bellissima di Barcellona, sono solo alcune delle emozioni che negli ultimi tempi ab-biamo con gioia vissuto. E la storia, per fortuna, è tutt’altro che finita!

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Storia sintetica del Livorno Calcio 1915 1915 Nel mese di febbraio nasce l’Unione sportiva Livorno dalla fusione tra Spes e Virtus Juventusque; si trat-ta di un ente morale senza fini di lu-cro per l’esercizio dello sport; 1915-16 1° nel campionato di Prima Categoria della Toscana, perde a ta-volino lo spareggio giocato a Firenze anziché su campo neutro contro la Libertas Firenze in seguito ad in-cidenti scoppiati in campo; 1916-17 Attività sospesa a causa della Prima guerra mondiale; 1917-18 Attività sospesa a causa della Prima guerra mondiale; 1918-19 2°nel campionato di Pri-ma Categoria della Toscana; 1919 Viene fondata la Società sporti-va Pro Livorno; 1919-20 Campione dell’Italia centro-meridionale, perde la finale per il titolo nazionale con l’Inter sul campo neutro di Bologna; 1920-21 2° nel campionato di Prima Categoria della Toscana, al termine del torneo alcune società fra le più rappresentative, fra le quali il Livor-no, decidono di uscire dalla Federa-zione italiana gioco calcio e danno vita alla Confederazione calcistica italiana, la Pro Livorno rimane affilia-ta alla Federazione; 1921-22 10° nel girone A della Lega settentrionale del campionato della Confederazione, la Pro Livorno vince il campionato di Prima Categoria della Toscana della Federazione; 1922 In seguito alla ricomposizione fra Federazione e Confederazione, a settembre Livorno e Pro Livorno, già inserite in gironi differenti, decidono di unirsi sotto il simbolo dell’Unione che opta di partecipare al girone in cui era stata inserita la Pro Livorno; 1922-23 3° nel girone C della Lega settentrionale; 1923-24 3° nel girone A della Lega settentrionale; 1924-25 5° nel girone B della Lega settentrionale; 1925 La Federazione stabilisce che al termine del campionato successivo prenderà il via la Divisione Nazionale, il primo campionato organizzato su

scala nazionale benché su due gironi; 1925-26 4° nel girone B della Lega settentrionale, viene ammesso alla Divisione Nazionale; 1926-27 5° nel girone B della Divisio-ne Nazionale; 1927 Sorge la squadra di calcio del Dopolavoro Portuale;

1927-28 9° nel girone B della Divisione Nazionale; 1928 La Federazione stabi-lisce che al termine del campionato successivo prenderà il via il primo campionato italiano a giro-ne unico denominato Serie

A alla quale verrà affiancata una se-conda divisione nazionale anch’essa a girone unico denominata Serie B; 1928-29 7° nel girone A della Divisio-ne Nazionale, viene ammesso alla Serie A; 1929-30 14° in Serie A, la Por-tuale vince il campionato di Seconda Divisione e viene pro-mossa in Prima Divisione; 1930-31 17° in Serie A, retro-cede in serie B, la Portuale giunge 3° nel campionato di Prima Divisione e può aspirare ad essere inserita d’ufficio in Serie B; 1931 Durante l’estate Livorno e Por-tuale si uniscono e danno vita alla società Livorno Sportiva; 1931-32 7° in Serie B; 1932 La società riprende la denomi-nazione di Unione sportiva Livorno; 1932-33 1° in Serie B, promosso in Serie A; 1933-34 8° in Serie A; 1934-35 15° in Serie A, retrocede in Serie B, 1935-36 3° in Serie B; rag-giunge i quarti di finale di Coppa Italia; 1936-37 1° in Serie B, promosso in Serie A; raggiunge gli ottavi di finale di Coppa Italia; 1937-38 11° in Serie A; 1938-39 15° in Serie A, retrocede in Serie B; raggiunge gli ottavi di finale di Coppa Italia; 1939-40 2° in Serie B, promosso in Serie A;

1940-41

13° in Serie A; raggiunge gli ottavi di finale di Coppa Ita-

lia; 1941-42 13° in Serie A; raggiunge gli ottavi di finale di Coppa Italia; 1942-43 2° in Serie A; raggiunge gli ottavi di finale di Coppa Italia; 1943-44 Attività sospesa a causa del-la Seconda guerra mondiale; 1944 Sorge l’Unione sportiva Livorno 1944 con l’intento di rilevare il titolo sportivo e il patrimonio del Livorno; 1944-45 Attività sospesa a causa del-la seconda guerra mondiale; 1945 Viene rifondata la Società spor-tiva Pro Livorno con l’intento di rile-vare il titolo sportivo e il patrimonio del Livorno, sorge un contenzioso con il Livorno 1944, alla fine il titolo e il patrimonio del Livorno vengono acqui-siti dalla nuova Pro Livorno che la Federazione iscrive al campionato

nazionale riconoscendole il diritto a considerarsi la legit-tima continuazione del Livor-no sorto nel 1915; 1945-46 4° nel girone misto A e B del campionato Centro-sud, ammesso al girone fina-le, 7° nel girone finale, vie-

ne riammesso alla Serie A; 1946 La società riassume la denomi-nazione di Unione sportiva Livorno; 1946-47 15° in Serie A; 1947-48 14° in Serie A; 1948-49 20° in Serie A, retrocede in Serie B; 1949-50 8° in Serie B; 1950-51 3° in Serie B;

1951-52 16° in Serie B, retrocede in Serie C 1952-53 7° in Serie C; 1953-54 6° in Serie C; 1954-55 1° in Serie C, promosso in Serie B; 1955-56 17° in Serie B, retrocede in Serie C;

1956-57 12° in Serie C; 1958-59 5° in Serie C; 1959-60 2° in Serie C; 1960-61 3° in Serie C; 1961-62 13° in Serie C; 1962-63 2° in Serie C; 1963-64 1° in Serie C, promosso in Serie B; 1964-65 16° in Serie B; 1965-66 7° in Serie B; 1966-67 16° in Serie B; 1967 La società si trasforma da ente morale in società per azioni; 1967-68 7° in Serie B; 1968-69 11° in Serie B;

Il primo simbolo

Il simbolo storico

Il logo degli anni Settanta

66 Amaranta rende omaggio alla TrigliaAmaranta rende omaggio alla Triglia

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77

1969-70 9° in Serie B; 1970-71 14° in Serie B; raggiunge i quarti di finale di Coppa Italia; 1971-72 18° in Serie B, retrocede in Serie C; 1972-73 5° in Serie C girone B; 1973 L’Unione sportiva Livorno viene dichiarata fallita, il titolo sportivo rimane alla nuova socie-tà che assume la denominazione di Unione calcio Livorno e si trasforma prima in ente mo-rale e poi in società a respon-sabilità limitata rimanendo iscritta al campionato nazionale di Serie C; 1973-74 13° in Serie C girone B; 1974 Il club torna ad essere una so-cietà per azioni; 1974-75 13° in Serie C girone B; 1975 La Federazione in accordo con la Lega semiprofessionisti stabilisce che dall’anno 1977-78 il campionato di Serie C verrà diviso in C1 e C2 e la Lega semiprofessionisti diverrà Lega di Serie C; 1975-76 6° in Serie C girone B; 1976-77 15° in Serie C girone B; 1977-78 9° in Serie C girone B, viene ammesso alla Serie C1; 1978-79 9° in Serie C1 girone B; 1979-80 3° in Serie C1 girone B; 1980-81 12° in Serie C1 girone B; 1981-82 12° in Serie C1 girone B; 1982 Nel mese di gennaio la società Unione calcio Livorno viene dichiarata fallita per la seconda volta, per iniziativa di alcuni dirigenti del Gruppo sportivo Picchi viene formata una società a responsabilità limitata che garantisce finanziaria-mente la fine del campionato, successivamente sorge la nuova Unio-ne sportiva calcio Li-vorno sotto forma di società per azioni; 1982-83 15° in Serie C1 girone B, retrocede in Serie C2; 1983-84 1° in serie C2 girone A, pro-mosso in Serie C1; 1984-85 6° in Serie C1 girone A; 1985 Perde la finale del torneo An-glo-italiano nel doppio confronto col Pontedera; 1985-86 15° in Serie C1 girone B, si salva in virtù della miglior differenza reti ai danni del Casarano perché la Cavese viene retrocessa per

illecito sportivo; 1986-87 12° in Serie C1 girone B; vince la Coppa Italia di Serie C supe-rando nel doppio confronto

il Campania Puteolana ed acquisisce il diritto a partecipare alla Coppa Italia di Serie A e B; 1987-88 15° in Serie C1 girone A; semifinalista della Coppa Italia di Se-rie C;

1988 Al fine di evitare il fallimento in estate la società cambia assetto e assume la denominazione di Unione sportiva Pro Livorno sotto la forma di società a responsabilità limi-tata; 1988-89 18° in Serie C1 girone A, retrocede in Serie C2; 1989 Torna a chiamarsi Unione calcio Livorno e ad essere una società per azioni; 1989-90 10° in Serie C2 girone A; 1990 Nel mese di aprile il club viene dichiarato fallito, si ricostituisce con un’altra composizione societaria; 1990-91 4° in Serie C2 girone A 1991 In agosto la Covisoc non iscrive il Livorno al campionato di Serie C2, viene costituita una nuo-va società con la denominazione di Unione sportiva Livorno che il Co-mitato regionale toscano ammette di diritto al nuovo campionato di Eccellenza regionale riconoscendo in essa la proseguitrice del Livorno, sul piano giuridico si tratta di una società a responsabilità limitata; 1991-92 1° nel girone unico di Eccel-lenza regionale, promosso nel Campionato nazionale Dilettanti; 1992 Il Livorno viene dichiarato falli-to per la quarta volta nella sua storia, il club riparte con la nuova denominazione di Associazione sportiva Livorno e la forma giuridica di società per azioni; 1992-93 2° nel Campionato nazionale Dilettanti girone A, viene ammesso alla Serie C2 per meriti sportivi; 1993 Si stabilisce che a partire dalla stagione 1994-95 i campionati di Serie C1 e C2 avranno le appendici dei play-off e dei playout; 1993-94 3° in Serie C2 girone B; 1994-95 4° in Serie C2 girone B, è sconfitto in semifinale playoff dal

Casteldisangro; 1995-96 2° in Serie C2 girone B, è sconfitto in finale playoff dalla Fermana sul campo neutro di Ferrara; 1996-97 2° in Serie C2 girone B, vin-ce la finale playoff con la Maceratese sul neutro di Reggio Emi-lia ed è promosso in Serie C1; 1997-98 3° in Serie C1 girone A, vie-ne sconfitto in finale playoff dalla Cremonese sul neutro di Perugia, vie-ne ammesso alla Coppa Italia di Serie B e A; semifinalista della Coppa Italia di Serie C; 1998-99 13° in Serie C1 girone A; 1999-00 7° in Serie C1 girone A; 2000-01 3° in Serie C1 girone A, vie-ne sconfitto in finale playoff dal Como, è ammesso alla Coppa Italia di Serie B e A; 2001-02 1° in Serie C1 girone A, pro-mosso in Serie B; perde la finale della Coppa Italia di Serie C con l’Albinoleffe, perde la finale della

Supercoppa di C1 con l’Ascoli; 2002-03 10° in Serie B; 2003-04 3° in Serie B, promosso in Serie A; 2004-05 8° in Serie A; 2005-06 6º in Serie A a seguito di una delibera federale, si qualifica alla Coppa Uefa;

2006-07 11º in Serie A, raggiunge gli ottavi di finale di Coppa Italia ed i sedicesimi di finale di Coppa Uefa; 2007-08 20º in Serie A, retrocesso in Serie B; 2008-09 3º in Serie B, vince la finale playoff, promosso in Serie A; 2009-10 20º in Serie A, retrocesso in Serie B; raggiunge gli ottavi di finale di Coppa Italia; 2010-11 7° in Serie B; 2011-12 17° in Serie B; 2012-13 3° in Serie B, vince la finale playoff contro l’Empoli, promosso in Serie A; 2013-14 20° in Serie A, retrocesso in Serie B; 2014-15 Stagione in corso nel cam-pionato di Serie B.

Storia sintetica del Livorno Calcio 1915

Il simbolo odierno

Il logo degli anni Ottanta

Il simbolo degli anni Novanta

Amaranta rende omaggio alla TrigliaAmaranta rende omaggio alla Triglia

Giocatori convocati in Nazionale

Giovanni Vincenzi 1 presenza Mario Magnozzi 26 presenze, 12 gol Cristiano Lucarelli 4 presenze, 1 gol Marco Amelia 6 presenze Antonio Candreva 2 presenze Stefano Morrone 0 presenze

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EMILIO GUARDAVILLA

Sono tutte italiane le “bandiere” del Livorno. Il giocatore che ha collezionato più presenze in asso-luto con la maglia amaranto è Mau-ro Lessi (16 gennaio 1935), difen-sore, livornese di scoglio, che dal 1953 al 1960 e dal 1961 al 1969 ha vestito per 369 volte la casacca dell’Unione. E il secondo, in questa speciale classifica, è Igor Protti (Rimini, 24 settembre 1967), indi-scusso idolo della tifoseria, che dal 1985 al 1988 e dal 1999 al 2005 ha collezionato 278 presenze. In terza posizione, l’attaccante Mario Stua (Diano Marina, 10 gennaio 1916 – Livorno, 28 marzo 1982), triestino di origine e livornese d’adozione, nato per caso in Liguria, che tra il 1937 al 1943 e dal 1945 al 1948 ha vestito per 242 volte la casacca unionista. In questa speciale gra-duatoria, poi, spiccano i nomi di Renato Bellinelli (Taglio di Po, 9 luglio 1939) con 237 gare giocate tra il 1961 e il 1971, Ostilio Capac-cioli (Roccastrada, 11 ottobre 1917 – Roccastrada, 16 maggio 1982 ) con 229 presenze tra il 1936 e il 1943 e il 1945 e il 1949, Gino Merlo (Busto Arsizio, 3 gennaio 1917 – Livorno 23 gennaio 2005) con 214 presenze tra il 1946 e il 1952. E co-sì via, da Franco Mondello (Cetraro, 18 maggio 1953 – Livor-

no, 14 febbraio 2011) a Costanzo Balleri (Livorno, 20 gennaio 1933), da Mario Zidarich (Fiume, 9 maggo 1915 – Livorno, 17 gennaio 1974) ed Alfredo Simonti (Livorno, 2 mar-zo 1926), e tanti altri ancora. Per quanto riguarda i goleador, inve-ce, è Igor Protti il marcatore più prolifico. Con 123 reti messe a se-gno nelle nove stagioni giocate a Livorno, precede Cristiano Luca-relli (Livorno, 4 ottobre 1975) che dal 2003 al 2007 e dal 2009 al 2010 ha realizzato 102 reti con la casac-ca amaranto. In terza posizione, invece, c’è Vinicio Viani (Viareggio, 5 agosto 1913 – 11 giu-gno 1983), autore di 66 gol tra il 1938 e il 1942, quindi al quarto po-sto Bruno Arcari detto Arcari IV (Casalpusterlengo, 15 settembre 1915 – Varese, 10 dicembre 2004) in coabitazione con il brasiliano Paulinho Betanin (Caxias do Sul, 10 giugno 1986), autori entrambi di 53 reti, anche se in epoche ben diver-se, Arcari IV dal 1933 al 1939 e Paulinho dal 2004 al 2007, dal 2008 al 2009 e dal 2011 al 2014. Da ri-cordare, infine, i due “grandi vec-chi” dell’Unione, vale a dire Eto Soldani (Uliveto Terme, 9 aprile 1922) e Mido Bimbi (Forcoli, 12 febbraio 1924), che vestirono l’amaranto in Serie A prima del “grande oblio” con Soldani che è stato perfino un “ragazzo del ‘43”.

FLAVIO LOMBARDI

Un dato emerge con forza dall'analisi della provenienza ge-

ografica dei giocatori del Livorno in cent'anni di storia, ossia

la forte "livornesità" e la for "toscanita" di questi. Ad esem-

pio, tra i cento personaggi individuati per la realizzazione

del progetto “Centenario in miniatura”, un terzo appartiene

alla nostra provincia (esattamente 38, anche se 5 non sono

stati calciatori) mentre 15 provengono dal resto della Tosca-

na. Un totale di 43 elementi, una percentuale alta conside-

rando il livello al quale la società si è impegnata durante la

sua attività, trascorrendo mezzo secolo tra serie B, serie A e

tutto quanto c'era prima dell'avvento del girone unico e che

ha condotto pure ad una finale scudetto perduta poi contro

l'Inter a Bologna nel 1920. Si potrebbe quindi dire, un Livor-

no a connotazione "basca", un Livorno che, grazie al vivaio,

può continuare ancora oggi su questa strada. Una via sicura

per combattere la crisi, una via sana per mantenere i bilan-

ci, una via certa per veder garantito l'attaccamento alla ma-

glia. E il Livorno diventa

squadra ancor più legata ai

suoi giocatori (ma anche

viceversa) se, leggendo fra

questi cento, si aggiungono

quelli che livornesi lo son

diventati di diritto. In fami-

glia ecco quindi i Bellinelli,

Bimbi, Boccafogli, Doga,

Scalzo, Soldani che ancora

risiedono in cit-

tà, aggiungendo-

si a quelli che

non sono più tra noi come Gimona, Gratton, Gino Merlo,

Mondello, Pako, Stua, Vitulano, Zidarich. C'è chi si ferma ogni

tanto e per un solo istante davanti alla loro tomba, ringra-

ziando per quanto ci hanno dato. Ed è allora che il loro spiri-

to, che osserva, comprende una volta in più perché hanno

tanto amato questa divisa e questa città.

Protti, Lessi e le altre bandiere

88

Livorno squadra basca, da sempre

I più presenti

369 Mauro Lessi (1953-60; 1961-69) 278 Igor Protti (1985-88; 1999-05) 242 Mario Stua (1937-43; 1945-48) 237 Renato Bellinelli (1961-71) 229 Ostilio Capaccioli (1936-43; 1945-49) 214 Gino Merlo (1946-52) 198 Franco Mondello (1972-79; 1980-81) 197 Costanzo Balleri (1953-59; 1965-67) 194 Mario Zidarich (1937-43; 1945-47) 193 Alfredo Simonti (1949-56) 192 Richard Vanigli (1998-04)

I migliori goleador

123 Igor Protti (1985-88; 1999-05) 102 Cristiano Lucarelli (2003-07; 2009-10) 66 Vinicio Viani (1938-42) 53 Bruno Arcari (1933-39) 53 Paulinho (2004-07; 2008-09; 2011-14) 51 Francesco Tavano (2007-11) 50 Mario Stua (1937-43; 1945-48) 47 Bruno Graziani (1974-77) 46 Emilio Gratton (1957-61) 46 Enio Bonaldi (1995-98) 45 Teresio Piana (1941-43; 1945-49)

Mauro

Lessi, il più

amaranto,

ha giocato

nel Livorno

dal 1953 al

1969 con la

sola paren-

tesi del

campionato

1960-61

Amaranta rende omaggio alla TrigliaAmaranta rende omaggio alla Triglia

Lucarelli e Protti, lvornese di scoglio e per scelta

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1915 Alfredo Ratti;

1916 Alfredo Ratti;

1917 Pietro Piselli;

1918 Pietro Piselli;

1919 Attilio Fresia;

1920 Pietro Piselli; Rodolfo Gavinelli;

1921 József Belteky (Ungheria);

1922 József Belteky (Ungheria);

1923 Jack Kirwan (Irlanda);

1924 József Ging (Ungheria);

1925 József Ging

(Ungheria);

1926 József Ging

(Ungheria);

1927 Pietro Piselli;

1928 Pietro Piselli;

1929-30 Vilmos

Rady (Ungheria);

1930-31 Geza Re-

vesz (Ungheria);

1931-32 Vilmos

Rady (Ungheria);

1932-33

Gyula Lelo-

vics

(Ungheria);

1933-34 Gyula Lelovics (Ungheria);

1934-35 Franz Hänsel (Austria), Karl

Stürmer (Ungheria);

1935-36 Karl Stürmer (Ungheria), Ma-

rio Magnozzi;

1936-37 Mario Magnozzi;

1937-38 Mario Magnozzi, Gyula Lelo-

vics (Ungheria);

1938-39 Gyula Lelovics (Ungheria);

1939-40 Pietro Piselli, József Violak

(Ungheria), Pietro Piselli;

1940-41 József Violak (Ungheria);

1941-42 József Violak (Ungheria);

1942-43 Ivo Fiorentini;

1945-46 Ivo Fiorentini, Enrico Carpi-

telli;

1947-48 Mario Magnozzi;

1948-49 Mario Magnozzi, Hermann

Felsner (Austria), Ostilio Capaccioli;

1949-50 Giu-

seppe Gal-

luzzi, Erme-

lindo Boni-

lauri;

1950-51 Al-

fonso Ric-

ciardi;

1951-52 Al-

fonso Ric-

ciardi, Edmund Crawford

(Inghilterra);

1952-53 Enrico Carpitelli, Remo Galli;

1953-54 Remo Galli, Mario Magnozzi;

1954-55 Mario Magnozzi;

1955-56 Mario Magnozzi, Mario Villi-

ni;

1956-57 Vinicio Viani, Ugo Conti;

1957-58 Ugo Conti;

1958-59 Ivo Fiorentini, Vinicio Viani;

1959-60 Vinicio Viani, Arturo Sil-

vestri;

1960-61 Arturo Silvestri, Aldo

Campatelli;

1961-62 Aredio Gimona, Dino

Bonsanti;

1962-63 Guido Mazzetti;

1963-64 Guido Mazzetti;

1964-65 Guido Mazzetti, Dino

Bonsanti, Carlo Parola;

1965-66 Carlo Parola;

1966-67 Carlo Parola, Serafi-

no Montanari, Carlo Parola;

1967-68 Leandro Remondini;

1968-69 Leandro Remondini,

Aldo Puccinelli;

1969-70 Aldo Puccinelli, Dino Bonsan-

ti, Armando Picchi;

1970-71 Costanzo Balleri;

1971-72 Domenico Rosati, Costanzo

Balleri, Dino Bonsanti;

1972-73 Andrea Bassi

1973-74 Giovanbattista Fabbri, Renzo

Uzzecchini;

1974-75 Francisco Lojacono, Mauro

Lessi, Aldo Puccinelli;

1975-76 Andrea Bassi;

1976-77 Guido Mazzetti, Ugo Conti;

1977-78 Cesare Meucci;

1978-79 Tarcisio Burgnich;

1979-80 Tarcisio Burgnich;

1980-81 Gianni Corelli, Ugo Conti;

1981-82 Idilio Cei;

1982-83 Idilio Cei, Costanzo Balleri;

1983-84 Renzo Melani;

1984-85 Romano Fogli;

1985-86 Romano Fogli, Armando One-

sti;

1986-87 Romano Mattè;

1987-88 Romano Mattè, Rossano

Giampaglia;

1988-89 Roberto Franzon, Rossano

Giampaglia, Antonio Renna;

1989-90 Rossano Giampaglia, Corra-

do Viciani;

1990-91 Renzo Melani, Miguel Vitula-

no;

1991-92 Mir-

ko Brilli;

1992-93 Alberto Lazzerini, Giuliano

Zoratti;

1993-94 Giuliano Zoratti;

1994-95 Giorgio Campagna, Tarcisio

Burgnich, Giorgio Campagna;

1995-96 Giorgio Campagna, Giusep-

pe Papadopulo;

1996-97 Francesco Paolo Specchia,

Paolo Stringara;

1997-98 Paolo Stringa-

ra;

1998-99 Walter Nicolet-

ti, Simone Boldini;

1999-00 Pietro Carmi-

gnani, Fabrizio Tazzioli;

2000-01 Osvaldo Jaconi;

2001-02 Osvaldo

Jaconi;

2002-03 Roberto Donadoni;

2003-04 Walter Mazzarri;

2004-05 Franco Colomba, Roberto

Donadoni;

2005-06 Roberto Donadoni, Carlo

Mazzone;

2006-07 Daniele Arrigoni, Fernando

Orsi;

2007-08 Fernando Orsi, Giancarlo

Camolese,

Fernando

Orsi;

2008-09 Leo-

nardo Acori,

Gennaro Ruo-

tolo;

2009-10 Vitto-

rio Russo,

Serse Cosmi,

Gennaro

Ruotolo;

2010-11 Giuseppe Pillon, Walter No-

vellino;

2011-12 Walter Novellino, Armando

Madonna, Attilio Perotti;

2012-13 Davide Nicola;

2013-2014 Davide Nicola, Attilio Pe-

rotti, Domenico Di Carlo, Davide Ni-

cola;

2014-15 Carmine Gautieri, Ezio Ge-

lain.

Cent’anni di trainer

Picchi, sfiorata la Serie A

Fiorentini, il vicecampione d’Italia

Jaconi, il Vodz, con lui il ritorno in Serie B

Nicola, bel gioco ed è ancora A

99

“Livorno è una piazza particolare, la gente non vuole campioni, ma

uomini veri, disposti a sposare una causa” (Osvaldo Jaconi)

llAmaranta rende omaggio alla TrigliaAmaranta rende omaggio alla Triglia

Mazzarri, con lui la Serie A

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GIOVANNI MARINO

E’ di prossima pubblicazione un

interessante volume sul rapporto

tra calcio e società a Livorno, dalla

fine dell’Ottocento ai nostri giorni.

Si tratta di un complesso studio di

storia economica, politica e sociale

che l’autore, Marco Ceccarini, sta

per consegnare all’associazione

Articolo 21. Ceccarini, giornalista

professionista, non è nuovo a studi

di carattere storico, essendo anche

laureato in Storia. In passato, oltre

ad aver pubblicato alcuni saggi

sulla rivista “Nuovi studi livornesi”,

ha dato alle stampe un contributo

sull’egemonia

comunista a

Livorno. Al

tempo stesso

ha anche pub-

blicato diversi

volumi di sto-

ria sportiva, tra

cui “La

favola a-

maranto” assieme a Franco

Chiarello, il pamphlet “Il ritor-

no dei nobili plebei” dedicato

al ritorno in Serie A del Livorno

dopo oltre mezzo secolo e il

racconto “I fatti di Pisa”, sottoti-

tolo “cronaca di un caso stravol-

to e insabbiato”, incentrato su

un’aggressione che alcuni gior-

nalisti livornesi, fra cui lui stes-

so, subirono allo stadio di Pisa

nel 2002. Quello odierno, in

ogni caso, è un lavoro del tutto

particolare. Esso, infatti, vuole

essere un contributo alla cono-

scenza delle vicende politiche, e-

conomiche e sociali della città in

oltre un secolo di

calcio, visto che l'a-

nalisi e l'approfondi-

mento di tali questio-

ni diventano la chia-

ve interpretativa di

situazioni sportive e

calcistiche. Il calcio,

o meglio la gestione

e il “controllo” di

questo,

che per Ceccarini non è mai stato

un fenomeno solo sportivo, se os-

servato nel tempo, è anche un mo-

do per leggere l’evoluzione (e tal-

volta l’involuzione) del territorio

livornese. La prefazione sarà a cura

del direttore dell’Archivio di Stato,

Massimo Sanacore, già autore in

passato di studi sul rapporto fra

calcio delle origini e società civile

a Livorno e in Toscana.

Il calcio per conoscere Livorno

Il Livorno nel 1952-53 al suo primo campionato di C

1010

La grande storia secondo Guerrieri In occasione del centenario del Livorno, il giornalista Alessandro Guerrieri esce con il volume “1915-2015, la grande storia amaranto”, un libro nel quale il noto conduttore di trasmissioni sportive, non nuovo ad iniziative editoriali di questo genere, riper-corre anno dopo anno, partita dopo partita, il cammino della gloriosa squadra livornese. In tut-to, 525 pagine ed oltre 400 foto

capaci di sod-disfare ogni curiosità dei tifosi. Stampa-ta da Quadri-foglio, l’opera, a suo modo monumenta-le, contiene

infatti tutti i tabellini delle partite giocate, completi anche di arbi-tro e di formazioni avversarie, nonché le carriere analitiche, stagione per stagione, di ogni giocatore che ha vestito anche per solo un minuto la casacca amaranto. In più, una figurina Panini per ogni stagione in cui il Livorno è stato raffigurato nel mitico album. E dulcis in fundo, l’autore offre gratuitamente a tutti gli acquirenti del libro l’accesso libero per un anno a Football.it, sito specializzato in statistica applicata al calcio, del valore di 99 euro. (GM)

Per i lettori di Amaranta.it il libro è al Per i lettori di Amaranta.it il libro è al Per i lettori di Amaranta.it il libro è al Per i lettori di Amaranta.it il libro è al prezzo speciale di 15 euro anziché 18. prezzo speciale di 15 euro anziché 18. prezzo speciale di 15 euro anziché 18. prezzo speciale di 15 euro anziché 18. Inviare una mail a [email protected] Inviare una mail a [email protected] Inviare una mail a [email protected] Inviare una mail a [email protected] o contattare l’autore al 338.2130509 o contattare l’autore al 338.2130509 o contattare l’autore al 338.2130509 o contattare l’autore al 338.2130509 aderendo all’Offerta Amaranta.it.aderendo all’Offerta Amaranta.it.aderendo all’Offerta Amaranta.it.aderendo all’Offerta Amaranta.it.

Il Livorno che batte il Real Ma-drid ed i tabellini delle gare di Virtus e Spes, tutti i volti che hanno fatto grande la storia di Villa Chayes e di coloro che hanno vestito anche solo per una volta la gloriosa maglia amaranto. Questo e molto altro è nel libro “Livornocento, un secolo di passione amaranto” scritto da Paolo Nacarlo, Carlo Fontanelli e Fabio Discalzi ed edito da Geo. Il volume riper-

corre la storia dalla nascita di Virtus, Spes e Toscana prima, dell'Unione poi, i due quasi titoli di campione d’Italia del 1920 e del 1943, fino ai giorni nostri con l'avvento di Spinelli e le avven-ture in Europa. Inoltre sono presenti tutti i gio-catori del Livorno che in un secolo hanno indos-sato la casacca, tutti i tabellini, la storia della maglia, dei più grandi attaccanti, le figurine del Livorno e un ricordo di Piermario Morosini. Posto in vendita alla tre giorni del Pala Modì, dove sarà presentato, in seguito sarà possibile trovare il volume in tutte le librerie cittadine e

nazionali. (MC)

Cent’anni di passione amaranto

Il libro di Nacarlo, Discalzi e Fontanelli

La copertina del libro di Alessandro Guerrieri

ll

Scene di gioia dopo la Liberazione

Amaranta rende omaggio alla TrigliaAmaranta rende omaggio alla Triglia

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LORENZO CORRADI

L’iniziativa nasce per rendere omaggio al grande compleanno amaranto, unen-do la passione per la squadra, quella per il football e per il gioco del calcio in miniatura, il tutto nel segno della solida-

rietà. A tal fine sono stati sele-zionati cento personaggi

(cento, come i cent’anni del Livorno) che hanno contribuito alla storia della società e di essi è stata composta una breve scheda. Tutti insieme diventano una pubblicazione fornita in dotazione a ciascuna delle cento scatole della edizione limita-ta prodotta per questo evento. Una confezione che ha tutto quanto serve per riprodurre, in una superficie di gioco di 120 per 80 centimetri, un incontro di calcio, una suggestiva sfida, le cui protagoniste sono due formazioni del Livorno. Quello della fondazione opposto a quello del 1983-84 che concluse imbattuto il campionato di C2. E se per molti può apparire ovvia la rappresentazione della squadra edizione 1915, meno comprensibile potrebbe sembrare il criterio che ha fatto pun-

tare tutto su quella allenata da Renzo Melani e non per esem-pio su quella del 1942-43 vice campione d’Italia alle spalle del Grande Torino piuttosto che il Livorno della promozione in Serie A con Igor Protti e Cristiano Lucarelli o quello allenato da Davide Nicola. La risposta è semplice. E’ una ragione di natura grafica, che rende tuttora particolare quella divisa. Un logo sulla maglia, comparso già da prima di quel torneo dal cammino trionfale, che simboleggia tre cose in pochi segni: la L, iniziale del nome della città, le onde del mare e la vocazio-ne portuale richiamata con la forma a prua di nave accennata sul lato corto della lettera. Ma il progetto Centenario in Minia-tura al fianco della Fop non è solo un titolo. A quel che già detto, si unisce lo scopo benefico che poi diventa il motivo principale di questo progetto. Flavio Lombardi, giornalista sportivo, ne parla un giorno di ottobre al capitano amaranto Andrea Luci, proponendogli l’iniziativa. Il calciatore, che è testimonial della onlus, accoglie la proposta con entusiasmo. Tutto, da allora, comincia a svilupparsi nella sua forma defini-tiva quattro mesi dopo, cioè oggi, anche grazie al contributo del Subbuteo Club di Livorno e del fiorentino Francesco Gen-tile. Il ricavato sarà devoluto alla Fop Italia.

LUCA APREA

Il momento clou della tre giorni di festeggiamenti per il Centenario del Livorno si tiene sabato 14 feb-braio al Pala Modì con la serata or-ganizzata dai ragazzi della Curva Nord. Cancelli aperti alle 18,30 con la proiezio-ne del docu-mentario “Fieri gior-ni”. A segui-re, gli incon-tri esibizione di due che hanno lega-to la loro storia perso-nale con l’amore per la maglia amaranto, Igor Nencioni e Lenny Bottai, il primo un lottato-re, il secondo un pugile. Poi, dal ring al palco. Dopo la parentesi sportiva, sarà protagonista la musi-ca. Si esibiranno infatti due noti

gruppi livornesi come i 57100 ed i Licantropi (per l’occasione verrà presentato il loro nuovo album) che avranno l’onore di condividere la scena con la Banda Bassotti, sto-rica band romana che non ha biso-gno di presentazioni e che ha lega-to a doppio filo il suo percorso mu-

sicale con la città di Livor-no e con i ragazzi della Nord nel 2004 quando incise l’album “Baldi e Fieri” contenente il brano “Fino all’ultimo bandito” de-dicato alle

Brigate autonome livornesi, e la rivisitazione in chiave bandistica dello storico “Inno amaranto” di Giorgio Campi e Alberto Montana-ri, il più antico inno calcistico d’Italia. Costo della serata, 5 euro.

Curva e Centenario

1111

Il Subbuteo scende in campo per la Fop

Capitan Luci, testimonial Fop Italia

Inno amaranto (Musica di Alberto Montanari, testo di Giorgio Campi)

Per l’Unione Sportiva Livorno! Baldi e fieri venite o compagni, l'inno sacro al trionfo s’intoni, salga l’urlo dei nostri polmoni: hip hurrà, hip hurrà, hip hurrà!

Campi e prati baciati dal sole, il bel mare increspato dai venti, ecco i luoghi dei nostri cimenti, i teatri del nostro valor.

L’amaranto è la nostra bandiera, giovinezza la salda speranza, nella forza la sola baldanza, fine e premio soltanto l’onor.

Bel colore di nostra divisa, non piegare un istante giammai, ma tra gli altri superbo tu vai, senza macchia, senz’ombra, o color.

Per l’Unione Sportiva Livorno, pei suoi baldi, gloriosi, campioni, s’alzi l’urlo dei nostri polmoni: hip hurrà, hip hurrà, hip hurrà!

L’amaranto è la nostra bandiera, giovinezza la salda speranza, nella forza la sola baldanza, fine e premio soltanto l’onor.

Per l’Unione Sportiva Livorno, pei suoi baldi, gloriosi, campioni, S’alzi l'urlo dei nostri polmoni: hip hurrà, hip hurrà, hip hurrà!

Questo numero è stato realizzato da Amaranta.it al fine di contribuire alla celebrazione del Centenario del Livorno. Essendo la nostra iniziativa senza alcun scopo di lucro, abbiamo utilizzato anche materiale tratto da internet nella certezza che eventuali autori, se involontariamente non citati, sapranno compren-dere e condividere il nostro spirito!

Amaranta rende omaggio alla TrigliaAmaranta rende omaggio alla Triglia

Due esibizioni e concerti nella serata di sabato 14 febbraio

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