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LA RIVISTA PER I PROFESSIONISTI DEGLI IMPIANTI HVAC&R Organo Ufficiale AiCARR POSTE ITALIANE SPA – POSTA TARGET MAGAZINE - LO/CONV/020/2010. RISCALDAMENTO RISCALDAMEN RISCALDAMENTO CONDIZIONAMENTO CONDIZIONAMENTO CONDIZIONAMENTO REFRIGERAZI REFRIGERAZION EN ENERGIA ENERGIA U AMBIENTE AMBIE AMBIENTE AM #18 ISSN:2038-2723 RIQUALIFICAZIONE IMPIANTISTICA NELLE STRUTTURE RICETTIVE ANNO 4 - FEBBRAIO 2013 EURO15 FOCUS REVISIONE UNI 10339 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE IMPIANTISTICA DEGLI ALBERGHI COME REDIGERE UN OPR MANUTENZIONE IGIENICA DEGLI IMPIANTI AERAULICI MONITORAGGIO DI IMPIANTI HVAC F-GAS, IL PARERE DI AICARR CASE STUDY CONIUGARE OSPITALITÀ CON SOSTENIBILITÀ TELERISCALDAMENTO PER IL CENTRO BENESSERE OPEN DATA PER TRE STRUTTURE INTEGRATE #18

ambiente rEfriGEraZionE - aicarr.org · settore delle costruzioni ... conformità al Regolamento C.S.S.T. Certificazione Stampa Specializzata Tecnica Per il periodo 01/01/2011

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La rivista PEr i ProfEssionisti DEGLi iMPianti HvaC&r

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POSTE ITALIANE SPA – POSTA TArgET mAgAzINE - LO/CONV/020/2010.

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ambiente#18ISSN:2038-2723

RIQUALIFICAZIONE IMPIANTISTICA NELLE STrUTTUrE rICETTIVE

ANNO 4 - FEBBRAIO 2013

EUrO15

FOCUS revisione Uni 10339LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE iMPiAnTisTiCA DeGLi ALBerGHiCOME REDIGERE UN OPR MANUTENZIONE IGIENICA DeGLi iMPiAnTi AerAULiCiMONITORAGGIO DI IMPIANTI HVACF-GAs, IL PARERE DI AICARRCASE STUDYCONIUGARE OSPITALITà CON SOSTENIBILITàTELERISCALDAMENTO PER IL CENTRO BENESSEREOPEN DATA PER TRE STRUTTURE INTEGRATE

#18

“La crisi strutturale che stiamo vivendo è la crisi della nostra società ed allora non è solo ecologica ed economica, ma anche (soprattutto) culturale. D’altra parte un Paese la cui quota di bilancio sugli investimenti è parecchio inferiore al 10%, un Paese che non ha una politica culturale (ma nemmeno industriale), un Paese che spende tutte le sue risorse per mandare avanti l’apparato burocratico è un Paese, come dice Joseph Tainter, non solo in declino, ma destinato al collasso. Il Cresme ha recentemente lanciato un allarme drammatico per il settore delle costruzioni (“il knock out del 2012”) e tutti i ranking economici e occupazionali dimostrano una realtà molto grave nella pur grave situazione internazionale. Non è un caso che un Paese in queste condizioni non abbia neppure una strategia energetica coerente con sviluppo e crescita.

Proprio in un momento così critico una Associazione culturale deve assumere un ruolo rilevante. Occorre infatti non solo proporre, ma spiegare, convincere, dimostrare che il nostro settore è una vera risorsa per la nazione. Un settore in grado di attivare una transizione energetica di rottura con le logiche del passato e del presente e di confrontarsi con chi il sistema energetico oggi lo sta gestendo ed ha alzato le barricate. Serpeggia pericolosa infatti una corrente di pensiero che attraversa le forze politiche, che si manifesta in modo organico nei mezzi di comunicazione con l’obiettivo di influenzare l’opinione pubblica, basata sulla mistificazione e la manipolazione dei dati. E che va contrastata.

In un recente editoriale sul Corriere della Sera, Alesina e Giavazzi hanno lanciato la loro invettiva contro il peso eccessivo sulle bollette degli incentivi destinati al sostegno delle energie rinnovabili, con argomentazioni così superficiali ed inesatte da alimentare sospetti di una difesa corporativa della casta. Non è vero infatti che l’Italia spenda 11 miliardi di euro all’anno per sostenere il fotovoltaico (si prevede un tetto massimo di spesa di 6,7 miliardi, dopo di che stop). Anche aggiungendo gli incentivi previsti per tutte le altre fonti rinnovabili si resta comunque sotto i 10 miliardi: cifra analoga a quella che si registra in Germania, e che andrebbe paragonata a quella destinata alle fonti fossili (il dato è tuttora ignoto: ma sono da conteggiare

i 0,5 miliardi di euro per il trasporto, i 1,5 miliardi per il CIP6, ecc). Probabilmente occorrerà rendere il sistema del sostegno più efficiente, magari inserendolo in un quadro strategico di medio periodo, ma già oggi su 320 TWh elettrici consumati in Italia nel 2012, quasi 100 provengono dal fotovoltaico (19), dall’eolico (13) dall’idroelettrico (43), dal geotermico(5), dalle biomasse (10), che rendono più vicini i traguardi europei. Obiettivi che, da soli, sarebbero sufficienti a giustificare un impegno convinto e continuativo da parte degli operatori economici e dei poteri pubblici.

Nel 2011 l’Italia ha risparmiato 2.5 miliardi di euro sulle importazioni di gas e 18 milioni di tonnellate di CO2; grazie al peak shaving la bolletta energetica nazionale si è ridotta di 400 milioni di euro. Non considerando che il settore ha, in controtendenza, sviluppato forza occupazionale e capacità imprenditoriali. Cosi come in gran parte infondata è la storia della fuga verso imprese estere dei nostri incentivi. Anche qui si potrebbe fare meglio, ma l’alternativa alle rinnovabili sono il petrolio e il gas che importiamo quasi per intero dall’estero! E risultano confuse ed opache le affermazioni del recente studio di Nomisma Energia sui riflessi economici e ambientali del crescente impiego nel riscaldamento di biomasse termiche, affermazioni basate su dati inventati (cfr ad esempio il fattore medio delle emissioni di PM10 riportato dall’Agenzia tedesca per l’Ambiente).

Questi segnali non vanno sottovalutati perché rilevanti nei confronti delle forze sociali, a cominciare da Confindustria, e anche perché nulla sembra cambiare sui benefici per il cittadino e sul dato incontestabile che il costo dell’energia elettrica in Italia per le piccole e medie imprese è più alto che nel resto d’Europa.

Come agire quindi con una visione coerente e obiettiva in quei settori tuttora trascurati dell’efficienza energetica, delle rinnovabili termiche, dell’adeguamento della rete elettrica, della liberalizzazione del mercato del gas? L’Italia deve restare spettatrice della rivoluzione energetica in atto nel mondo o diventarne, come potrebbe, protagonista e farne un’arma contro il declino? La scelta non è più rinviabile e dipenderà molto anche da una decisa azione di Associazioni come la nostra.

L’AiCARR e LA stRAtegiA eneRgetiCA nAzionALe

Livio De Santoli, Presidente Eletto AiCARR

IL MONDO DELL’ENERGIA È CAMBIATO.VIENI A SCOPRIRE COME.

AiCARR Informa 62 Editoriale 1 Novità prodotti 4

Direttore responsabile ed editoriale Marco Zani

Direttore scientifico Michele Vio

Consulente scientifico Renato Lazzarin

Consulente tecnico per il fascicolo Luca Piterà

Comitato scientifico Paolo Cervio, Sergio Croce, Francesca Romana d’Ambrosio Alfano, Renato Lazzarin, Luca Alberto Piterà, Mara Portoso, Michele Vio, Marco Zani

Redazione Alessandro Giraudi, Silvia Martellosio, Marzia Nicolini, Erika Seghetti [email protected]

Art Director Marco Nigris

Grafica e Impaginazione Fuori Orario - MN

Hanno collaborato a questo numero Roberto Bellucci Sessa, Claudia Calabrese, Francesca R. d’Ambrosio Alfano, Gianluca Dho, Matthew R. Freije, Franco Innocenzi, Francesco Maiorino, Marco Masoero, Remo Massacesi Federico Pedranzini, Luca Alberto Piterà, Roberto Bellucci Sessa, Jacopo Toniolo, Michele Vio

Pubblicità Quine Srl 20122 Milano – Via Santa Tecla, 4 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 72016740

Traffico, Abbonamenti, Diffusione Rosaria Maiocchi

Editore: Quine srl www.quine.it

Presidente Andrea Notarbartolo

Amministratore Delegato Marco Zani

Direzione, Redazione e Amministrazione 20122 Milano – Via Santa Tecla, 4 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 72016740 e-mail: [email protected]

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Stampa CPZ spa - Costa di Mezzate -BG

AiCARR journal è una testata di proprietà di AICARR – Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento e Refrigerazione Via Melchiorre Gioia 168 – 20125 Milano Tel. +39 02 67479270 – Fax. +39 02 67479262 www.aicarr.orgPosta target magazine - LO/CONV/020/2010.Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191Responsabilità Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore. Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati.INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LEGS.196/2003 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter effettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Legs.196/2003. Titolare del trattamento è Quine srl, via Santa Tecla 4, 20122 Milano ([email protected]). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Legs 196/2003.

Periodico Organo ufficiale AiCARR

© Quine srl - Milano

Tiratura del presente numero: 10.000 copie

Associato Aderente

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento C.S.S.T. Certificazione Stampa Specializzata TecnicaPer il periodo 01/01/2011 - 31/12/2012Tiratura media n. 9.535 copieDiffusione media 9.451 copieCertificato CSST n. 2011-2252 del 27/02/2012 – Società di Revisione Metodo s.r.l.

MONITORAGGIO

9 Monitoraggio in continuo di impianti HVAC: il progetto iSERV cmbCon lo scopo di dimostrare che un approccio al calcolo di benchmark su larga scala può contribuire alla riduzione dei consumi negli edifici del terziario, il progetto europeo iSERV cmb svilupperà una piattaforma di verifica basata sui dati di circa 1600 edifici di Jacopo Toniolo e Marco Masoero

cARIcA IN sITu

14 Proposta di revisione del Regolamento (CE) n. 842/2006 su taluni gas fluorurati ad effetto serra. Il Parere di AiCARRLa carica in situ di refrigerante farebbe aumentare i consumi e conseguentemente le immissioni in atmosfera. Proprio quanto il nuovo regolamento si propone di evitaredi Michele Vio

sTRATEGIE DI AccuMuLO

18 Teleriscaldamento per il centro benesserePosizionamento di due scambiatori in serie e utilizzo di accumuli compatibili con un livello stabile di stratificazione. Fattibilità e convenienza dell’intervento dimostrata da un modello dinamicodi Federico Pedranzini

RIQuALIFIcARE cON IL VRF

26 Hotel Milano Scala. Un perfetto binomio tra ospitalità e sostenibilitàA pochi passi dalla Scala di Milano sorge un albergo totalmente eco-compatibile, frutto della ristrutturazione di una palazzina ottocentescadi Claudia Calabrese

PREMIARE L’EFFIcIENZA

32 L’Hotel più verde di RomaIstituito quest’anno da Federalberghi Roma, il premio “Green Hotel of the Year” prevede 18 criteri da rispettarsi in sette aree: risparmio idrico, efficienza energetica, gestione dei rifiuti, comunicazione, mobilità, acquisti verdi e pacchetti “green”a cura della Redazione

LINEE GuIDA

34 Criteri gestionali guida nella progettazione impiantistica nel settore alberghiero Qualità dell’ambiente interna e ottimizzazione dei costi. Sono questi i parametri da tener d’occhio durante la progettazione di una struttura alberghieradi Roberto Bellucci Sessa

AccORDI cON LA cOMMITTENZA

38 Come redigere un OPR (Owner’s Project Requirements)L’OPR è un documento che permette alla committenza di indicare le proprie richieste e al progettista di verificare il grado di successo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Per capire come va redatto prendiamo in esame il caso reale di un albergo in ristrutturazionedi Remo Massacesi e Francesco Maiorino

VENTILAZIONE

44 Manutenzione igienica degli impianti aeraulici nelle strutture ricettivePer una corretta gestione dell’areazione negli alberghi, oltre al rispetto della vigente normativa, sono necessari una costante manutenzione igienica e un approccio progettuale più modernodi Franco Innocenzi

INcHIEsTA PuBBLIcA

48 Il nuovo standard sulla legionellaProposto da ASHRAE lo standard 188P: analisi dei rischi e dei punti critici di controllo della legionella negli impianti idrici di Matthew R. Freije

BuILDING INFORMATION MANAGEMENT

50 Open data per un albergo in divenireLettura grafica immediata e userfriendly per il controllo dei consumi energetici, degli accessi, e dei dispositivi di sicurezza per le tre strutture ricettive dell’Hotel Excelsior di Limone Piemonte di Gianluca Dho

NORMATIVA

56 Impianti aeraulici per la climatizzazione, UNI 10339 presto in inchiesta pubblicaFra le novità inserite nella proposta di revisione assume un ruolo importante l’attenzione all’ambiente, che si traduce nel rispetto di determinati standard di qualità dell’aria e di comfort igrometricodi Francesca R. d’Ambrosio Alfano e Luca A. Piterà

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MAXIMO, IL SOFTWARE PER MONITORARE I CONSUMI IN CITTà Monitorare in tempo reale tutti i consumi di un comune: elettricità, gas, acqua, ma anche leasing e locazioni. È quanto pro-mette Maximo, il nuovo software del-la IBM che – attraverso l’installazione di centraline nei differenti punti del tessuto urbano. ad esempio sui pali della luce – rileva tutti i dati, dando un quadro chiaro dei consumi, dei costi e degli eventuali problemi a cui ovviare.

Proiezione dei costi futuri«Questo nuovo software permette di poter avere un’amministrazione pubblica più efficiente e con costi che non vadano mai fuori controllo, attraverso il monitoraggio degli asset e proiezioni di costi futuri», spiega Francesco Pappalardo, direttore com-merciale di IBM per soluzioni e progetti software.

Dati inviati agli operatori per eventuali interventiRecepiti in maniera istantanea, i dati vengono inviati a una centrale di controllo di si-stema, dove sono visualizzati su un dashboard di gestione. In questo modo, e senza perdere tempo, in caso di guasti e segnalazioni vengono avvisati i diversi operatori, che possono intervenire direttamente nel punto comunicato, rendendo più rapida e efficiente la gestione dei problemi.www.ibm.com

REGOLATORI DI LUCE CON SCENARI PROGRAMMATI Per la gestione e il controllo della luce, Vimar presenta l’offerta Light Control, costituita da regolatori e lampade universali che consente di conciliare le esigenze di comfort con la riduzione dei consumi. Le funzio-ni RGB (brevettate), disponibili attraverso dispositivi dedicati, permet-tono inoltre di realizzare variazioni cromatiche e giochi di luce eleganti, adatti sia al residenziale che al terziario.• I regolatori universa-

li controllano l’inten-sità luminosa e per-mettono di ridurre il consumo elettrico, prolungando la “vita” della sorgente. Sono compatibili con tutte le sorgenti luminose: lampadine incande-scenti, a LED e fluo-rescenti compatte re-golabili, alogene e strisce LED. Una tecnologia di regolazione adatta perciò ad inserirsi in qualunque tipo di impianto illuminotecnico.

• La tecnologia LED, abbinata alla retrodiffusione sul pannello, per-mette un’illuminazione omogenea e con basso dispendio energetico. Inoltre, la lampada integra la funzione di illuminazione di emergenza: in assenza rete, si accende con una intensa luce bianca.

• Sfiorando lo schermo touch screen, si avrà la possibilità di creare e controllare la gamma di scenari di luce programmati, per rende-re unico ogni ambiente e prestare attenzione al risparmio energeti-co, agendo sull’accensione e disattivazione delle luci e sulla regola-zione dell’intensità.

www.vimar.it

TERMOSTATO WIRELESS CON DOPPIA SONDANel 2013 Seitron presenta il termostato wireless con schermo LCD New Wave. Caratterizzato da uno schermo LCD con retroillu-minazione blu, il dispositivo consente di scegliere tra diverse opzioni di funzionamento: comfort. riduzione, off, antigelo e super-comfort. Il trasmettitore, inoltre, è configurabile tramite impostazione di parametri: offset, isteresi e setpoint minimo e massimo.Il termostato è stato inoltre studiato per garantire un impiego in tutti i tipi di impianto: da quelli classici – è dotato di una sonda interna per temperatura ambiente –, a quelli di ultima generazione – il trasmettitore è predisposto, infatti, con una sonda remo-ta per temperatura a pavimento. Un prodotto versatile, quindi, adatto a ogni tipo di esigenza.

Cambio batterieAlimentato a batteria, il termostato LCD facilita anche la manutenzione. Grazie al vano posto nella sezione frontale, infatti, non è necessario rimuovere l’apparecchio per sostituire le batterie.www.seitron.it

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AICARR_aprile_130411 OK:Layout 1 13-04-2011 13:00 Pagina 1

NUOVO ROOFTOP RAFFREDDATO AD ACQUADue anni dopo la presentazione della terza generazione di rooftop raf-freddati ad aria Baltic, Lennox lancia la versione Baltic WSHP raffredda-ta ad acqua, che soddisfa le esigenze dei siti dotati di circuito d’acqua.

Recupero di caloreIl montaggio di circuiti d’acqua a temperatura controllata negli edifici rende possibile il recupero del calore generato da alcune apparecchia-ture di riscaldamento, condizionamento e raffreddamento mediante il trasferimento di energia e lo rende disponibile ad altre apparecchiature che devono ricevere calore dal circuito. La soluzione ideale consiste nel configurare il circuito d’acqua a temperatura controllata in modo da rag-giungere l’equilibrio perfetto tra l’alimentazione di calore alla rete e la ri-chiesta di calore dalla rete. L’unità BALTIC WSHP, disponibile su modelli di pompa di calore con capacità di raffreddamento da 45 a 90 kW, è sta-ta progettata per soddisfare tali aspettative.

Sistema e-driveLa versione è equipaggiata con il sistema eDrive, un ventilatore di man-data aria a trasmissione diretta e velocità variabile, che consente di ri-durre notevolmente il consumo di energia correlato alla ventilazione e di variare il flusso di aria nei periodi in cui l’edificio è occupato e in base al carico energetico dello stesso, permettendo di ridurre, come riferisce l’a-zienda, quasi del 30% il consumo totale di energia per il riscaldamento, la ventilazione e il condizionamento.www.lennox.com

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Novità ProdottiUN CONTATORE DI ENERGIA TERMICA FLESSIBILE E COMPATTOContabilizzare con maggior precisione e affidabilità il consumo energetico di im-pianti di riscaldamento e raffreddamento, oltre a consentire la raccolta di dati sul-le tendenze di consumo: CF-UltraMaxx V di Itron è il nuovo contatore di energia ter-mica compatto, disponibile nelle versioni a capsula e in linea. La versione a capsula è modulare e può essere sostituita senza dover rimuovere il telaio del contatore dal-le tubature.

Opzioni di comunicazione flessibiliIl contatore fornisce informazioni particolareggiate sul funzionamento di impianti di riscaldamento e raffreddamento nel corso degli anni, compresi portata, volume, consumo e tariffe. Esso è stato progettato con opzioni di comunicazione flessibili ed è personalizzabile in base alle specifiche dei clienti e alle caratteristiche geografiche della zona dove il contatore viene installato. Il prodotto offre inoltre un calcolatore removibile che può essere fissato sul contatore in qualsiasi posizione offrendo in tal modo un livello elevato di leggibilità e un si-stema di sigillatura per sensori brevet-tato che rende più sicura l’installazione dei sensori per gli ingegne-ri, bloccando automatica-mente il sigillo cosicché il contatore è protetto da manomissioni a scopo di frode.www.itron.com

LE SOLUZIONI REHAU DEDICATE AL DRENAGGIO Saranno presentate alla 9° edizione di Viatec a Bolzano (21-23 febbraio 2013) le più re-centi soluzioni sviluppate da Rehau per la gestione sostenibile delle risorse idriche e per il drenaggio delle reti di comunicazione.Il focus per il 2013 è il sistema Raudril Rail, concepito per il drenaggio lungo i binari fer-roviari e le gallerie e, in generale, per la predisposizione di terreni per l’edilizia. Rau-dril Rail PP e Raudril Rail PVC sono tubi a parete piena di forma circolare ad alto ca-rico che, sopportando carichi sia statici che dinamici elevati, garantiscono alle rotaie una stabilità prolungata e prevengono i danni provocati da eventuale acqua prove-niente dalle falde.

Raudril Rail PPRaudril Rail PP (foto) è un tubo di drenaggio a parete piena conforme alla norma DIN4262-1, tipo R3, che può essere posato direttamente nell’area di carico dei binari. A seconda dei requisiti statici, sono disponibili soluzioni SN8 o SN16.

Raudril Rail PVCMentre Raudril Rail PVC è particolarmente adatti per l’uso nelle aree soggette a cari-chi dinamici (strade e aeroporti) e nelle costruzioni sotterranee (ad es. gara-ge interrati). www.rehau.com

GRIGLIA FONOASSORBENTE PHONOAIR FLEXPer garantire una corretta ventilazione in linea con i limiti imposti dalla normativa sui gas 7129 (100 cm²) e, allo stesso tempo, limitare l’entrata negli ambienti di fastidiosi rumo-ri dall’esterno, Nicoll presenta al mercato la nuova griglia di ventilazione fonoassorben-te Phonoair flex.La griglia, che può essere installata in fori di ventilazione già esistenti di diametro compreso fra 080-140 mm, è certificata per un abbattimento acustico pari a 32 dB ed è dotata di rete anti-insetti ed anti-polvere in metallo e guarnizione isolante per prevenire eventuali sver-samenti d’acqua all’interno. Il prodotto ha una forma brevettata e progettata per ottimiz-zare la resa acustica alle alte come alle basse frequenze sia nell’uso singolo che combinato di più griglie, nonché limitare l’entrata diretta dell’aria.

Resistente ai raggi UvIl prodotto è realizzato in ABS resistente ai raggi UV e agli urti ed è disponibile nelle colora-zioni bianca o ramata. L’installazione è facile in quanto il prodotto viene semplicemente so-vrapposto al foro di ventilazione, adattato all’ambiente mediante bolla di livello e successi-vamente fissato al muro mediante tasselli e viti.www.nicoll.it

NOVITà PER IL RESIDENZIALE MONOFAMILIARE E IL SOCIAL HOUSING A Klimahouse 2013 (24-27 gennaio) Clivet ha presentato i nuovi prodotti di ELFOSystem GAIA, sistema in pompa di calore ad energia rinnovabile per il riscaldamento, raffreddamento, rinnovo e purificazione dell’aria e dell’acqua calda sanitaria delle moderne abitazioni singole.È stata anche esposta in anteprima ELFOSystem Housing, soluzione per ap-partamenti a basso consumo, quali ad esempio le nuove costruzioni dedica-te al Social Housing.

Elfosystem HousingDedicato al residenziale plurifamiliare con impianto decentralizza-to, ELFOSystem Housing si basa su un’unica unità aeraulica in pompa di calore, ELFOPack, che da sola copre le esigenze di riscaldamen-to, raffreddamento, produ-zione di acqua calda sanitaria, ventilazione meccanica con recupero termodina-mico e filtrazione elettronica, rivoluzionando il mercato delle soluzioni per il comfort degli impianti autonomi.

ElfopackIntegrando tutte le funzionalità richieste ad un impianto in un’unità autonoma che uti-lizza i condotti della ventilazione meccanica controllata per il mantenimento del comfort degli ambienti, ELFOPack permette di ridur-re i costi di investimento, quelli di gestione e semplifica l’installazione abbattendo i tempi di messa in opera in quanto non devono esse-re realizzate la centrale termica, le colonne di distribuzione e la posa dei moduli satelliti ne-cessari per la contabilizzazione. Anche la pro-gettazione risulta semplificata, offrendo ad ar-chitetti e progettisti l’opportunità di prevedere già in fase progettuale gli impianti per il comfort per una perfetta integrazione edificio-impianto.www.clivet.com

Forte di oltre 20 anni di esperienza nella formazione tecnica, AiCARR coglie in modo mirato le esigenze di aggiornamento professionale degli operatori di set-tore, con un occhio di riguardo anche a segmenti specialistici regolamentati da normative complesse.

In quest’ottica, l’Associazione organizza, con la collaborazione di AIISA e AS.A.P.I.A., il corso di specializzazione e qualifica “Igiene, ispezione e manutenzione degli impian-ti di climatizzazione”, che offre ai tecnici addetti alla manutenzione degli impianti di climatizzazione e al personale di ASL e altre istituzioni con compiti di vigilanza e con-trollo tutte le competenze necessarie all’esercizio della loro attività. Questo ai sensi di quanto previsto dalle Linee Guida del Ministero della Salute per la definizione dei pro-tocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione, alla cui ste-sura AiCARR ha collaborato.

Il programma del corso pone l’accento su applicazioni e problematiche tipiche delle strutture sanitarie, ma è comunque valido per qualunque contesto.

Questa nuova proposta formativa, assolutamente inedita nel panorama del setto-re, ha già ottenuto un ottimo feedback dai partecipanti alla prima edizione, tenutasi a fine 2012, e viene perciò ripresentata in una nuova edizione primaverile.

La struttura del corso• Il percorso formativo per i Responsabili dell’igiene (Cat. A) si sviluppa su 56 ore com-

plessive, distribuite nei due moduli MA01 e MA02 per un totale di 8 giornate di corso.• Il percorso formativo per Personale operativo (Cat. B) prevede invece la frequenza

del solo modulo MA01 per un totale di 36 ore complessive distribuite in 5 giornate di corso.

Entrambi i moduli si concludono con il test finale di verifica, compreso nella quota di iscrizione: in questo modo, AiCARR offre ai partecipanti un importante strumento per valutare il grado di preparazione raggiunto ed essere parte attiva durante le gior-nate di formazione.

Al superamento del test conclusivo del modulo MA01, i candidati riceveranno un attestato di frequenza e profitto per “Operatore di Categoria B formato ai sensi delle Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli im-pianti di climatizzazione (Cap. 3 - Linee Guida)”.

Coloro che proseguiranno il percorso, prendendo parte al modulo MA02 e supe-rando il test finale, riceveranno l’attestato di frequenza e profitto per “Responsabile dell’igiene di Categoria A formato ai sensi delle Linee guida per la definizione di pro-tocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione (Cap. 3 - Linee Guida)”. 

Il calendario dell’edizione 2013• Modulo MA01 (Formazione Cat. B - 1ª parte Formazione Cat. A): 4-5, 26-27-28 marzo 2013• Modulo MA02 (2ª parte formazione Cat. A): 17-18-19 aprile 2013

I requisiti per la partecipazionePer frequentare il corso con profitto è necessaria una conoscenza di base dei si-

stemi di climatizzazione.Condizioni per l’ammissione al modulo MA01 sono in alternativa:

• lo svolgimento di un test di autovalutazione• la partecipazione al corso AiCARR mod. SA01 “Impianti termici e di climatizzazio-

ne per le strutture sanitarie – Impianti di climatizzazione e architettura dei sistemi impiantistici”

• la partecipazione ai corsi della Scuola di climatizzazione AiCARR - Percorso FONDAMENTI, modd. PS1F-PS2F-PS3F-PR1F-PR5F-PR6F-CE1F-CE2F-CE4F-RE1F.

Il test dI autovalutazIoneAiCARR consiglia vivamente la partecipazione al test di autovalutazione: di semplice accesso, perché pro-posto online, e assolutamente gratuito, il test permette al candidato di verificare personalmente se le sue conoscenze di base gli permettono di seguire proficuamente le lezioni.Il giorno del test, all’ora indicata, l’utente riceve all’indirizzo mail fornito nel modulo di iscrizione il link al form online con le domande.Poche ore dopo lo svolgimento della prova, al medesimo indirizzo mail, il candidato riceve il risultato del test e può autonomamente valutare, in base all’esito, se procedere all’iscrizione al corso. Le date e gli orari dei test di autovalutazione vengono pubblicati sul sito prima di ogni edizione del corso.Per informazioni e iscrizioni: www.aicarr.org – Sezione Scuola

Igiene, ispezione e manutenzione degli impianti di climatizzazioneDa AiCARR, la formazione “su misura” per responsabili e personale operativoMilano, a partire dal 4 marzo 2013

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Al 2007 nessuno stato mem-bro aveva recepito tale articolo, per obbiettive difficoltà tecniche, nonché per la mancanza di dati sperimentali su larga scala relativi agli impianti di condizionamento.

Anche per tale motivo, l’Agen-zia esecutiva per la competitività e l’innovazione (EACI) ha finanzia-to, all’interno del bando Intelligent Energy Europe (IEE) il progetto HarmonAC (2007-2010).

Il progetto HarmonACTale progetto, ormai concluso,

ha portato alla definizione di una metodologia di ispezione degli im-pianti HVAC, nonché ad una mag-giore conoscenza dei consumi

La direttiva EPBD e l’ispezione obbligatoria degli impianti HVAC

La direttiva EPBD è la pietra angolare ri-guardo all’efficienza energetica degli edifici in Europa. Nella precedente versione (Direttiva EC 91/2002) essa recitava, all’art. 9:

Al fine di ridurre il consumo energetico e le emissioni di biossido di carbonio, gli Stati mem-bri stabiliscono le misure necessarie affinché i sistemi di condizionamento d’aria la cui po-tenza nominale utile è superiore a 12 kW ven-gano periodicamente ispezionati. L’ispezione contempla una valutazione dell’efficienza del sistema di condizionamento d’aria e del suo dimensionamento rispetto al fabbisogno di con-dizionamento dell’edificio. Viene data alle uten-ze un’opportuna consulenza in merito ai possibi-li miglioramenti o alla sostituzione del sistema di condizionamento ovvero a soluzioni alternative.

Nell’ambito del consumo energetico degli edi-fici, accanto alla definizione di criteri pre-scrittivi a priori, rispetto al costruito, come

ad esempio la certificazione energetica, parte della legislazione europea si sta concentrando sulle caratteristiche prestazionali degli impian-ti e degli edifici, misurate e a posteriori. La nuo-va direttiva ISO 50001 va in questa direzione ed anche il mercato si sta adeguando: i gestori di grandi parchi immobiliari richiedono un risulta-to operativo, difficilmente definibile con una si-mulazione a priori. In questo ambito l’ispezione obbligatoria degli impianti di riscaldamento e condizionamento è da anni al centro di nume-rosi progetti di ricerca, al fine di definire una mo-dalità di ispezione per recepire quanto prescritto dalla normativa europea.

Un approccio complementare è rappresen-tato dalla possibilità di verificare i consumi rispet-to ad una scala di benchmark, in grado di defi-nire un adeguato intervallo di riferimento per gli edifici esistenti. Qualora il consumo di un im-pianto HVAC di un edificio sia al di fuori di questo intervallo è verosimile che sia presente un mal-funzionamento oppure un’inadeguata strategia di controllo. Su questa base si sviluppa il proget-to iSERV cmb.

Con lo scopo di dimostrare che un approccio al calcolo di benchmark su larga scala può contribuire alla riduzione dei consumi negli edifici del terziario, il progetto europeo iSERV cmb svilupperà una piattaforma di verifica basata sui dati di circa 1600 edifici

di Jacopo Toniolo e Marco Masoero *

Monitoraggio in continuo di impianti HVAC: il progetto iSERV cmb

Monitoraggio

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01−Ago 01−Sett0:00

2:00

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MC 5 Consumo elettrico

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kWh01−Ago 01−Sett0:00

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MC3 Consumo Elettrico

2

4

6

8

10

12

14

kWh

The iSeRV cmb pRojecTEPBD Directive, in 2010 version, prescribes automatic monitoring of HVAC systems in the framework of mandatory inspections. Monitoring is essential to verify energy consumption of buildings and to ensure adequate efficiency of those systems. HarmonAC project’s results demonstrated that the most common cause of HVAC system ineffi-ciency is the inadequate programming of systems control. In addition energy consumption verification protocol are lacking. Actually, while monitoring is developed, complete platform to analyze the data are lacking. The iSERV cmb project is developing a platform for verifying and benchmarking of energy consumption of buildings. Data will be collected on about 1600 buildings around Europe. The text describes some major issues in control and monitoring of HVAC systems and the iSERV project aims.Key words: monitoring, benchmark, energy efficiency

consumo di un edificio rispetti tali valori si potrà posticipare l’ispezione.

Ciò appare tanto più ragionevole se si consi-dera che il monitoraggio permette di avere una diagnosi veritiera del funzionamento del siste-ma edificio impianto. L’energy manager o l’audi-tor in possesso di tali dati potrà verosimilmen-te ottimizzare i consumi dell’edificio e verificare che l’impianto funzioni, o meno, secondo quan-to stabilito in sede di progetto.

Risultati delle ispezioniA testimonianza di quanto affermato si ripor-

tano alcuni esempi di verifiche su impianti HVAC che hanno riguardato principalmente il sistema di controllo.

controllo elettronico. Tale articolo pone le basi per una serie di possibilità, in particolare quello di settare dei valori di benchmark per il consu-mo energetico degli impianti HVAC. Qualora il

energetici legati al condiziona-mento [Knight e Masoero, 2011].

Le conclusioni più rilevanti ri-guardano in particolare i seguen-ti punti:

• l’ispezione degli impianti HVAC, se fatta in maniera rigorosa, ha un costo notevole e necessita di figure professionali non ancora diffuse;

• un’ispezione, per essere com-pleta, avrebbe bisogno di dati di consumo e funzionamento storici;

• un sistema di monitoraggio in continuo di tali dati ha le poten-zialità di evidenziare malfunzio-namenti ed inefficienze in modo paragonabile ad un’ispezione;

• i sistemi di controllo e supervi-sione degli impianti attualmen-te installati generalmente non permettono il monitoraggio in modo attendibile.

Un’altra conclusione sottesa cui è giunto il progetto è che dif-ficilmente l’istituzione di ispezioni obbligatorie tout-court porterà al contenimento dei consumi ener-getici. Si rischierebbe infatti di far percepire l’ispezione come una tassa necessaria, senza mostrar-ne i benefici. Ciò porterebbe ad un mercato delle ispezioni simile a quanto già accade per la certifi-cazione energetica: risultati discu-tibili e guerra dei prezzi.

Tali conclusioni hanno influito sul recast della direttiva EPBD, ora divenuta la EC 31/2010, in merito all’ispezione degli impianti. Tale direttiva, all’art. 15, prevede che la frequenza dell’ispezione dei siste-mi di condizionamento possa es-sere diminuita, qualora sia instal-lato un sistema di monitoraggio e

Figura 1 – Carpet plot relativi ai consumi delle due moto condensanti MC3 e MC5 (rispettivamente piano 3º e 5º). La scala colore è in kWh e rappresenta l’assorbimento elettrico della moto-condensante esterna. Sul grafico della MC5 è chiaramente visibile come la settimana centrale di agosto comporti un consumo inferiore, non già perché le condizioni meteo siano state diverse dal resto del mese, quanto perché l’occupazione è senza dubbio rimasta molto scarsa. Ciò conferma che negli edifici caratterizzati da capacità termica elevata, con superfici vetrate poco estese, la quasi totalità del carico di condizionamento è dovuto ai carichi interni.

caSo 1: RipRiSTino dello Schedule di un impianToIl sistema considerato è a servizio di un edificio del XIX secolo, di circa 35.000 m³ climatizzati, situato nel centro di Torino. Nell’ambito di un appalto pluriennale di servizio energia, gli impianti dell’edificio (di climatizzazione, illuminazione e an-tincendio) sono stati completamente rifatti e asserviti a un BEMS (Building Energy management System) che sovrintende al loro funzionamento.Il sistema di climatizzazione è del tipo a pompa di calore reversibile aria-aria ad espansione diretta e portata variabile di refrigerante (VRF) con fluido di lavoro R410A. L’impianto è costituito da 16 unità esterne (evaporanti in riscaldamento, con-densanti in raffrescamento) installate in aree a cielo libero. La potenza utile dell’impianto è pari a 600 kW in raffrescamen-to e 550 kW in raffreddamento. È inoltre presente un impianto di ventilazione ad aria primaria, costituito da tre UTA (porta-ta totale 28.000 m³/h) alimentate da impianti dedicati (gruppo frigo aria-acqua e caldaie a condensazione). L’impianto considerato ha avuto qualche difetto di regolazione nei primi anni di funzionamento, che causava diverse la-mentele da parte degli utenti. Per misurare il consumo dell’impianto HVAC e per verificarne il funzionamento sono stati installati due misuratori portatili nei quadri elettrici di due moto-condensanti: una a servizio dell’ala nord piano 3º ed una a servizio dell’ala nord piano 5º. L’idea di base è stata riprogrammare le unità del piano 3º, lasciando inalterate quelle del piano 5º, onde verificare il diverso funzionamento ed il risparmio energetico conseguente (Figura 1).Come si può verificare l’impianto a servizio del piano 5º risulta completamente privo di alcuna logica temporale di con-trollo: è acceso 7 giorni su 7, 24 ore a settimana. È chiaro che con queste condizioni di partenza è facile raggiungere rispar-mi energetici prossimi al 40%. In particolare la moto condensante 3 è stata programmata con un criterio orario, incluse le pause pranzo, e con uno spegnimento selettivo: dopo le 16:00 il sistema spegne tutte le unità interne, qualora gli utenti le riaccendano esse restano accese per una sola ora, per essere di nuovo spente automaticamente all’ora successiva e così via.Dai grafici si può notare come il consumo per il condizionamento sia legato maggiormente alle condizioni interne (carichi di apparecchiature e persone) che a quelle esterne.

11#18

Il ruolo del monitoraggio automatico Si è già dimostrato quanto il monitoraggio in

continuo degli impianti sia utile ai fini dell’ispezio-ne e dell’efficienza energetica. Un sistema di moni-toraggio dei consumi e dei parametri di funziona-mento principale di un impianto HVAC permette:

• la verifica del funzionamento degli impianti se-condo le condizioni di progetto;

• l’ottimizzazione dei consumi, tenendo conto dell’effettivo utilizzo;

• la corretta valutazione di interventi di riqualificazione.

comunicazione per il controllo ed il monitoraggio, i potenziali bene-fici valgono lo sforzo per renderli entrambi affidabili.

È possibile immaginare un siste-ma di controllo che, in base a dati di consumo in tempo reale, diminui-sce il comfort in alcune zone dell’e-dificio per non oltrepassare un cari-co di picco pre-impostato. Allo stato attuale delle cose ciò appare fattibi-le, ma lungi dall’essere applicato.

Sebbene questi vantaggi siano palesi e ben documentati, ad oggi i sistemi di monitoraggio sono ancora poco diffusi; in particolare si nota una difformità tra quello che gli attuali BEMS po-trebbero fare, considerando l’hardware ed il sof-tware installato per il controllo, e quello che ef-fettivamente fanno in termini di monitoraggio. Racchiudere le due funzioni in un solo sistema (controllo e monitoraggio) sarebbe economica-mente vantaggioso e permetterebbe l’interazio-ne fra i due sistemi. Sebbene vi possano esse-re delle criticità nell’utilizzare lo stesso canale di

caSo 3: logica di conTRollo “auTomaTica”L’edificio è composto da due corpi di fabbrica differenti, uno di muratura portante, co-struito nel XIX secolo, unito ad una nuova parte, interamente realizzata nel 2006, con grandi superfici vetrate. L’impianto considerato è un impianto misto aria acqua con travi fredde attive a 4 tubi ed aria primaria; l’acqua refrigerata è fornita da due gruppi a vite a compressione di vapore condensati ad acqua (torri evaporative).Il sistema è comandato da un BEMS di ultima generazione che raccoglie anche le letture di alcuni misuratori elettrici (Figura 2) e di potenza termica. Durante l’ispezione si è ri-scontrato che i gruppi frigoriferi funzionavano anche in presenza di temperature ester-ne prossime a 0°C. Al fine di verificare nel dettaglio il funzionamento dei gruppi frigo, si è verificata l’opzione di usare il BEMS come sistema di monitoraggio, considerando che i misuratori erano già installati e che il software prevedeva l’archiviazione dei dati. Come si avrà modo di sviluppare più avanti, l’utilizzo del BEMS come sistema di monitoraggio non ha dato i risultati sperati: in questo caso si è rivelato più costoso adattare al monito-raggio un BEMS con protocollo proprietario che installare un sistema di rilevazioni dati dedicato.Il sistema di monitoraggio portatile, collegato ai gruppi frigoriferi, ha mostrato come essenzialmente il sistema di controllo li tenesse sempre operativi, accendendoli costan-temente, a fronte di aperture delle valvole delle batterie fredde delle UTA del 5-10% e di temperature esterne al di sotto di 14°C. I dati disponibili verso la fine della stagione in-vernale hanno inoltre dimostrato come la logica di controllo, che in teoria doveva rispon-dere all’occupazione degli spazi in base ad un calendario predefinito (comfort nei giorni di occupazione, pre-comfort negli altri), prevedesse un condizionamento notevole anche quando l’edificio era completamente inutilizzato (Figura 3).

Figura 3 – Consumi dei gruppi frigoriferi. Le barre chiare rappresentano i fine settimana

Figura 2 – Vista degli indicatori di consumo nel sistema BEMS

caSo 2: VeRifica delle ipoTeSi pRogeTTuali di un impianTo ad aSSoRbimenToIl sistema considerato è a servizio di un palazzo di uffici di dieci piani. Il volume condizionato è pari a circa 6.000 m³. L’impianto è ad acqua, con fan-coil a due tubi, e non vi è alcun trattamento aria. L’acqua refrigerata è fornita da un gruppo a compressione di vapore a vite da 400 kW frigo-riferi. Gli impianti sono stati oggetto di una profonda riqualificazione, con l’installazione di un sistema CHP (Combined Heat and Power) da 1 MW composto da un motore a pistoni alternativo a combustione inter-na alimentato a gas naturale. È stato inoltre affiancato un assorbitore (a bromuro di litio) affinché sfruttasse il calore prodotto dal sistema CHP durante l’estate.Lo studio di fattibilità fatto per verificare il ROI (Return of Investment) del gruppo frigo ad assorbimento ha dato risultati incoraggianti: circa 7 anni di tempo di ritorno a fronte di un risparmio annuo del 75% dell’e-nergia consumata dal gruppo a compressione di vapore. Attraverso il monitoraggio del consumo elettrico dei due gruppi frigoriferi ed alla potenza frigorifera effettivamente resa disponibile alla rete acqua, è stato possibile calcolare l’efficienza stagionale del sistema, il dettaglio è visibile in Tabella 1. Il risultato porta a un risparmio normalizzato di circa il 25% su tutta la stagione estiva. Pur essendo un buon risultato è decisamente inferiore alle aspettative. Senza uno specifico monitoraggio disaggregato non si sarebbe potuta misurare l’efficienza, né capire la diminuzione corret-ta dei consumi legati all’impianto. Considerando che un gruppo frigo a compressione, in un edificio simile, è responsabile di circa il 10% dei con-sumi elettrici totali (Masoero et al., 2009), si sarebbe spiegata la diffe-renza rispetto ai risultati attesi con la variabilità del clima o degli altri carichi elettrici.

Tabella 1 – Confronto tra energia elettrica consumata ed energia frigorifera prodotta. Per un calcolo energetico rigoroso occorrerebbe considerare l’energia termica utilizzata dall’assorbitore: in questo caso non viene considerata poiché è energia che sarebbe stata dissipata con uno scambiatore acqua-aria.

MeseConsumo elettrico

MWh

Energia frigorifera prodotta

MWhEfficienza stagionale

Aug-07 17,8 60,41 3,4

Sep-07 12,1 33,31 2,8

Aug-08 26,0 104,8 4,0

Sep-08 9,7 39,4 4,0

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Sistemi BEMS e sistemi di monitoraggioI sistemi di supervisione e controllo sono ot-

timizzati per queste due funzioni, che preve-dono tipicamente un’intelligenza distribuita, in modo da continuare il loro lavoro qualora vi sia-no problemi di comunicazione con il server cen-trale. I protocolli utilizzati possono essere aper-ti (BACnet, modbus, etc…) o proprietari; oggi quasi tutti i produttori di componentistica HVAC hanno in opzione un modulo di comunicazione aperta. Le dinamiche del sistema sono molto ve-loci (nell’ordine dei secondi) e vengono dotate di un’opportuna isteresi per adeguarsi ai sistemi su cui operano (elettrovalvole, richieste di potenza al gruppo frigo, serrande UTA, etc…).

I sistemi software che interagiscono con i PLC (Programmable Logic Controller), permettono la modifica dei parametri di controllo e la gestione di calendari, nonché la registrazione dei dati. Tuttavia lo storage dei dati non è concepito per essere di lungo periodo. I sistemi generalmente permet-tono una registrazione con frequenze di campio-namento anche molto alte (5-10 secondi), utili per verificare specifici malfunzionamenti, ma assoluta-mente inadeguati per ottenere un bilancio ener-getico o un monitoraggio di lungo periodo.

Per tale motivo, attualmente, si registra la presenza sul mercato di sistemi di monitorag-gio “paralleli”, che sfruttano cioè altro hardware ed un’altra piattaforma software per gestire i dati di consumo registrati. Tali sistemi sono ottimiz-zati per il monitoraggio, garantiscono cioè un’a-deguata affidabilità dei dati registrati e, qualora il dato non venga registrato, forniscono comun-que una serie temporale continua (problema ba-nale, ma fondamentale per l’analisi dei dati stessi).

Si sente tuttavia la mancanza sul mercato di sistemi che oltre a registrare i dati e mostrarli in modo aggregato (cronologicamente o per cen-tro di costo) forniscano delle analisi automatizza-te sul funzionamento degli impianti, nonché dei confronti su basi di dati nazionali di consumo.

Il progetto iSERV cmbIl progetto iSERV cmb (continuous monito-

ring and benchmarking, 2011-2014), finanziato dal bando IEE 2010 ha come obiettivo la verifi-ca di un protocollo prestazionale per il conte-nimento del consumo energetico degli edifici. Attraverso il monitoraggio in continuo, per due anni, su circa 1600 edifici del terziario in Europa, si calcoleranno dei benchmark prestazionali spe-cifici per le attività considerate.

Il progetto consiste nella creazione di una piattaforma in cloud computing sulla quale gli utenti finali caricano i dati dei loro edifici (con par-ticolare attenzione ai componenti dell’impian-to HVAC). La piattaforma viene aggiornata ogni mese con i dati di consumo registrati in automa-tico dai sistemi di monitoraggio degli utenti.

I dati registrati sono relativi ai consumi

edifici del database, il benchmark verrà calcolato solo su quegli edi-fici che hanno parametri di funzio-namento corretti (segnatamente orari di funzionamento e tempe-ratura degli ambienti). Una volta definiti gli edifici su cui calcolare il benchmark, verranno poi conside-rate le variabili su cui normalizzare tale benchmark, al fine di poterlo adattare ad edifici diversi in climi diversi.

Nel caso del riscaldamento in-vernale il consumo di combustibile è in genere ben correlato con l’an-damento della temperatura ester-na media giornaliera, risultato che sta alla base del ben noto metodo dei gradi-giorno, utilizzabile per la previsione e l’analisi dei consumi termici di riscaldamento nonché per l’adeguamento dei corrispetti-vi in alcuni contratti di gestione ca-lore. Nel caso del condizionamen-to estivo, invece, il fabbisogno di energia dipende da una pluralità di fattori – temperatura e contenu-to igrometrico dell’aria esterna, ra-diazione solare, apporti endogeni dovuti a persone, apparecchiatu-re e sistemi di illuminazione – il che non consente un’automatica esten-sione al caso estivo del metodo dei gradi-giorno.

Numerosi studi (Chung et al., 2006; Chung e Hui, 2009; Sharp, 1998) hanno dimostrato che è pos-sibile un approccio statistico al problema, scegliendo le variabi-li che più influiscono sul consumo, e scartando quelle autocorrelate, attraverso un’analisi di covarianza. Nonostante le numerose variabili considerate dai diversi autori (Figura 4), quelle che si sono dimostrate

disaggregati dei componenti l’impianto HVAC, nonché ai consumi disaggregati delle singole zone (illuminazione, pc, refrigerazione alimenta-re, etc…).

La piattaforma restituisce i seguenti output agli utenti:• Aggregazione dei consumi in modo cronolo-

gico e per centro di costo• Analisi di potenziali ECO (Energy Efficiency

Opportunities) relative al controllo e alla ge-stione oraria degli impianti

• Benchmark dei consumi relativi all’im-pianto HVAC (ed eventualmente ai suoi sottocomponenti)

• Reportistica automatica su due livelli di detta-glio, a seconda del destinatario.

Numerose società, operanti nel settore elet-trico o nel controllo degli impianti HVAC, stanno in questi anni sviluppando o commercializzan-do piattaforme simili. L’unicità della piattafor-ma iSERV è dettata dalla sua struttura comple-tamente aperta (le analisi e gli algoritmi su cui si basa saranno di libero utilizzo alla fine del pro-getto) ed alla diffusione europea.

Benchmark e consumo medio, l’approccio iSERVLa definizione di benchmark prevede una

scala per cui si riesca a definire un valore corretto di consumo, su cui valutare tutti gli altri. Tale va-lore deve essere dunque normalizzato su una se-rie di parametri. In generale, i sistemi sopracitati solitamente si basano su una normalizzazione in funzione della superficie (o del volume) e su una regressione lineare, al fine di definire una media di consumo per il campione considerato. Tale approccio, sebbene ragionevole, non risponde in realtà alla definizione di benchmark.

Il metodo in sviluppo per la piattaforma iSERV partirà da edifici selezionati, su cui sarà eseguita un’analisi automatica di verifica dei parametri re-lativi al controllo ed agli orari di funzionamento. Una volta corretti tali parametri, il sistema entre-rà nel campione statistico su cui sarà calcolato il benchmark. Mentre, dunque, il confronto con il consumo medio terrà in considerazione tutti gli

Figura 4 – Elenco delle 32 variabili identificate da Sharp per la creazione di un sistema per la previsione dei consumi. Di tali variabili l’autore userà solo le seguenti: YRCON, RFGWI, ELCOOL, NGBTUSF, OPHVAC1, RFCNS3. Da Sharp 1996.

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efficaci sono limitate (Sharp, 1996). La piattaforma iSERV effettuerà tale analisi; si immagina peraltro che le variabili sui cui il benchmark verrà normalizzato saranno:• Tipologia di attività• Superficie climatizzata• Orari di occupazione dell’edificio• Dati meteorologici• Carichi elettrici interni alle zone

consideratePer alcune specifiche attività si

considererà poi una variabile lega-ta alla specificità dell’attività: nu-mero occupanti in un call center, numero clienti in un supermerca-to, etc. Volutamente non si norma-lizzerà il calcolo del benchmark sul tipo o sull’età dell’involucro edi-lizio e degli impianti HVAC. Tale decisione nasce dalla finalità del-la piattaforma che si pone come metodo di controllo e verifica.

CONCLUSIONIPer quanto considerato si ritiene che nel prossimo

futuro sempre più sistemi HVAC necessiteranno di si-stemi di monitoraggio, più o meno legati ai sistemi di controllo, al fine di rendere effettivo il risparmio con-seguibile attraverso soluzioni impiantistiche avanza-te. Il progetto presentato ha la finalità di dimostrare che un approccio al calcolo di benchmark su larga scala, con variabili limitate, può avere successo al fine di ridurre i consumi negli edifici del terziario. Si sottoli-nea, inoltre, che tale approccio può essere applicato a tutti i consumi energetici, segnatamente quelli legati all’illuminazione, ai personal computer, alla gestione dei gruppi di continuità, etc.

Un approccio di calcolo prestazionale diminuireb-be notevolmente le ispezioni richieste, prevedendole per quegli impianti che non raggiungono adeguate performance a causa di evidenti problemi di controllo o tecnici. Su scala europea ciò equivale a massimizza-re l’effetto delle ispezioni con un esborso limitato per la collettività. n

* Jacopo Toniolo, Marco Masoero, Dipartimento Energia, Politecnico di Torino

bibliogRafia• Chung W., Hui Y.V., Lam M.Y., “Benchmarking the Energy Efficiency of

Commercial Buildings”, Applied energy, Vol. 83, No. 1, pp. 1-14, Elsevier 2006.

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• Masoero M., Silvi C., Toniolo J., “Assessing the energy performance of HVAC systems in the tertiary building sector by on-site monitoring”, IEECB 2010 Proceedings, Frankfurt, 12-16 April 2010.

• Masoero M., Silvi C., Toniolo J., “Energy performance assessment of HVAC systems by inspection and monitoring”, Clima 2010 Proceedings, Antalya, Turkey, 9-12 May 2010.

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• Sharp T., “Energy Benchmarking in Commercial Office Buildings”, ACEEE, Vol. 32, No. 4, pp. 321-329, 1996.

• Sharp T., “Benchmark Energy Use in Schools”, ACEEE, Vol. 25, No. 3, pp. 305-316, 1998.

Direttive Europee• European Parliament. 2002. Directive 2002/91/UE of The European

Parliament and of the Council of 16 December 2002 on the energy per-formance of buildings. Official Journal of the European Union.

• European Parliament. 2010. Directive 2010/31/UE of The European Parliament and of the Council of 19 May 2010 on the energy performan-ce of buildings. Official Journal of the European Union.

RiconoScimenTiQuesto lavoro è stato possibile grazie al finanziamento dell’Agenzia esecutiva per la competitività e l’inno-vazione che ha finanziato nel 2007 il progetto HarmonAC e nel 2010 il progetto iSERV cmb, ancora in corso. Un ringraziamento particolare al prof. Ian Knight, Reader professor presso la Cardiff University, Welsh School of Architecture, coordinatore di entrambi i progetti.

#1814

Tanto per fare un esempio, una pompa di calore di potenza pari a 100 kW che lavori per 4.000 ore tra estate e inverno media-mente al 50% del proprio carico, con COP pari a 3,5 consuma circa 57.000 kWh elettrici cui corrispon-de un’immissione in atmosfera di 28.500 kg di CO2: una perdita com-pleta di refrigerante ogni 10 anni corrisponde a circa il 14% delle emissioni totali della macchina. Se l’efficienza diminuisse, le emissioni indirette di CO2 aumenterebbero di conseguenza e il peso delle per-dite diminuirebbe.

Bisogna tener presente che le emissioni di CO2 di una pompa di calore sono sempre nettamente

necessario per il loro funzionamento. Su queste emissioni pesa moltissimo l’efficienza energeti-ca della macchina.

“Le emissioni di CO2 delle macchine

frigorifere non dipendono molto

dalle immissioni dirette quanto da

quelle indirette, ovvero dovute al consumo di combustibile”

I refrigeranti utilizzati nella climatizzazione sono sempre stati visti molto male dai più ferventi ambientalisti, perché penalizzati da un effetto

serra molto importante: la perdita di 1 kg di refri-gerante equivale a circa 2.000 kg di CO2 immes-si in atmosfera. Da questo punto di vista la posi-zione sembra corretta: chiunque abbia a cuore il rispetto dell’ambiente dovrebbe fare in modo che non vengano più fabbricate né tanto meno utilizzate sostanze così inquinanti.

Purtroppo tale visione non è completa, per-ché le emissioni di CO2 in atmosfera delle mac-chine frigorifere, comprese le pompe di calore, dipendono solo in minima parte dalle immis-sioni dirette, quelle dovute alle eventuali perdi-te di refrigerante verificatesi nel corso della loro vita. Ben più importanti sono le emissioni indi-rette, ovvero le emissioni dovute al consumo di combustibile (generalmente energia elettrica)

La carica in situ di refrigerante farebbe aumentare i consumi e conseguentemente le immissioni in atmosfera. Proprio quanto il nuovo regolamento si propone di evitare

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valvole, ecc.). Il passaggio effettuato negli anni 90 da R22 a R407C prima e R410A poi, ha richiesto un periodo di tempo molto lungo, circa 15 anni, pri-ma che l’industria riuscisse a immettere sul merca-to prodotti con efficienza paragonabile o superio-re a quello delle macchine esistenti. È presumibile che siano necessari tempi analoghi, quando verrà individuato il refrigerante più adatto, e questi tem-pi non sono compatibili con quanto prospettato dalla Comunità Europea. Si rischia quindi di acce-lerare un processo con effetti del tutto negativi: una scarsa conoscenza del refrigerante significa efficienza energetica inferiore, maggiori consumi, maggiori emissioni di CO2 in atmosfera e un in-cremento dei costi per tutti. Utenti finali, ovvero cittadini europei, in primo luogo.

energetica è molto superiore a quello delle emis-sioni dirette.

Partendo da questo nuovo punto di vista, si-curamente più corretto, si può commentare il re-golamento, fissando l’attenzione su due punti: le tempistiche del fase down e il divieto di spedire e installare macchine precaricate in fabbrica di refrigerante.

Le tempistiche del Fase DownLe tempistiche di dismissione dei refrigeran-

ti tradizionali sono troppo ottimistiche. In questo momento i nuovi refrigeranti proposti al posto dei tradizionali Fgas sono ancora in fase di studio e ancora di più lo è tutta la componentistica ad essi associata (compressori, scambiatori di calore,

inferiori a quelle delle caldaie, mal-grado l’utilizzo di gas serra e per questo motivo saranno sempre più strategiche nella rincorsa ver-so edifici a emissioni 0.

Pertanto la riduzione di emis-sioni nocive per l’ambiente va ri-cercata utilizzando dei refrigeranti che siano prima di tutto in grado di assicurare la più elevata possi-bile efficienza energetica: se ciò si coniuga anche con basso po-tenziale di effetto serra tanto di guadagnato.

“Per ridurre le emissioni

nocive è necessario

utilizzare refrigeranti

che garantiscano

un’elevata efficienza

energetica” Anche perché le perdite pos-

sono essere evitate o quanto meno molto limitate: negli ultimi 10 anni si sono fatti passi da gigan-te grazie alle precauzioni adottate dai costruttori (bassa carica di refri-gerante, circuiti frigoriferi multipli, attenzione nelle saldature, nelle prese di pressione e nelle valvole di sicurezza, inserimento di rubi-netti di intercettazione nei punti critici, ecc.) e alla maggiore consa-pevolezza di tutti i soggetti coin-volti. Si è passati dal 4% allo 0,25% di perdita all’anno sull’intera carica durante le fasi di manutenzione, il che significa avere pressappoco una perdita completa di refrige-rante contenuto in una macchi-na ogni 500 macchine installate e funzionanti. Le perdite totali di refrigerante da un circuito frigori-fero possono avvenire solamente per eventi eccezionali, perché i co-struttori progettano le macchine pensando alla loro spedizione. Di conseguenza, il peso delle emis-sioni indirette dovute all’efficienza

16 #18

“Ci vorranno diversi anni prima

di individuare il refrigerante più

adatto. E l’utilizzo di un refrigerante

inadeguato si traduce in meno

efficienza energetica e più consumi,

emissioni e costi”Sarebbe auspicabile una tempistica più re-

alistica, ragionata con l’industria della climatiz-zazione, che ha tutti gli interessi e la volontà ad innovare e lo sta facendo da decenni, come mo-stra l’incredibile sviluppo delle pompe di calore, peraltro senza sovvenzioni pubbliche. La ricerca ha bisogno di stabilità: prima viene quella dell’in-dustria chimica per sviluppare nuovi refrigeran-ti, poi quella dei costruttori di componenti per adattare i propri prodotti e solo alla fine quella dei costruttori di macchine frigorifere, che pos-sono cominciare a muoversi solamente in pre-senza di certezze. Il problema non è investire per fare ricerca, bensì rischiare di farlo basandosi su chimere: senza sapere quale sarà il sostituto mi-gliore per i refrigeranti attuali, come può l’indu-stria delle pompe di calore cominciare a pensare a nuovi prodotti?

Il divieto della precarica di refrigerante

È inutile usare mezze parole: il divieto della precarica di refrigerante non ha alcun senso e ri-schia di ottenere l’esatto contrario di quanto si propone.

Il nuovo regolamento vorrebbe che tutte le macchine frigorifere, sia quelle monoblocco che quelle in più sezioni, venissero spedite e installa-te sprovviste di carica. Lo scopo è quello di evita-re perdite di refrigerante prima dell’avviamento. Scopo nobile, verrebbe da dire: purtroppo la re-altà è completamente diversa.

La carica di refrigerante è fondamentale per l’efficienza energetica in quanto influisce su uno dei parametri principali di funzionamento del cir-cuito frigorifero: il sottoraffreddamento. Un sot-toraffreddamento scarso penalizza l’efficienza della macchina e, in alcuni casi, penalizza il fun-zionamento dell’organo di laminazione (la valvo-la termostatica) con ulteriori effetti sull’efficien-za energetica e possibili gravi danni all’integrità dei compressori. Di contro, un sottoraffredda-mento troppo elevato aumenta la pressione di condensazione e diminuisce le prestazioni della

strumenti utilizzati, le cui letture sono evidenziate su uno scher-mo sul quale l’operatore può ve-dere contemporaneamente tutti i parametri di funzionamento della macchina.

Ora, secondo il nuovo regola-mento si vorrebbe che la macchi-na venisse spedita senza il refri-gerante. Il costruttore, pertanto, dovrebbe prima eseguire tutto il ciclo di collaudo, poi scaricare la macchina dal refrigerante utilizza-to, effettuare nuovamente il vuo-to e precaricare i circuiti con azoto. Pur escludendo l’ipotesi che qual-cuno potrebbe essere tentato di non effettuare più il collaudo, bi-sogna ricordarsi che il refrigeran-te utilizzato per il ciclo di test non può più essere riutilizzato per una nuova macchina, perché inquina-to dall’olio dei compressori: se si facesse, si rischierebbe di sporcare internamente le superfici di scam-bio con un eccesso d’olio, compro-mettendo così, per tutto il resto della vita, l’efficienza della macchi-na in prova. Pertanto il refrigerante deve essere recuperato e spedito in un luogo dove possa essere ri-generato: è ovvio che questa pro-cedura, oltre a generare comun-que perdite in atmosfera durante le sue fasi, richiede una maggio-re produzione di refrigerante (la quantità di refrigerante rigenerato è inferiore al 100%), con la conse-guente spesa energetica e le con-seguenti emissioni di CO2.

“Essere costretti a recuperare

e spedire il refrigerante in un luogo dove

possa essere rigenerato

significa non solo generare

perdite in atmosfera, ma

anche doverne produrre di più”

macchina, in primo luogo in termini di efficienza energetica. Il sottoraffreddamento dipende dal-la carica di refrigerante: una carica scarsa com-porta un sottoraffreddamento altrettanto scar-so, così come una carica eccessiva porta ad un sottoraffreddamento eccessivo. Un errore sulla carica di refrigerante può influire per oltre il 10% sull’efficienza energetica. Su certe macchine la differenza tra una carica ottimizzata ed una sba-gliata è misurata in termini di grammi.

“La carica di refrigerante è

fondamentale per l’efficienza

energetica perché influisce sul

meccanismo del sottoraffreddamento

che se troppo elevato o troppo scarso penalizza

le prestazioni della macchina”

Per le pompe di calore le cose si complicano, perché la carica di refrigerante deve essere otti-mizzata sul funzionamento estivo e su quello in-vernale. Se poi la macchina è anche provvista di sistemi di modulazione della potenza (inverter o quant’altro), la carica va riverificata in condizioni diverse da quelle nominali.

Come si interviene allora in fabbrica?

Tutti i principali costruttori hanno delle sale collaudo poste a fine della linea di produzione, dove un operatore specializzato provvede alla carica ottimale del refrigerante mediante delle bilance di precisione, effettuando una serie di ci-cli di funzionamento, prima in inverno e poi in estate. Mediamente il ciclo di collaudo dura da una a tre ore, a seconda della complessità e della dimensione della macchina, e può essere effet-tuato solamente in una sala in grado di simula-re tutte le condizioni di funzionamento possibi-li, quindi in grado di passare da funzionamento estivo a uno invernale in un attimo e di mante-nere il carico desiderato per tutto il tempo ne-cessario. La carica di refrigerante è un’operazio-ne complessa e va fatta necessariamente con macchina in funzione, se si vuole essere certi di avere riempito completamente l’intero circu-ito. Fattore da non trascurare è la qualità degli

17#18

A questo punto, la macchi-na arriva in cantiere e deve esse-re caricata e avviata da un tecnico frigorista che si presume esper-to. Tuttavia, per quanto bravo sia il tecnico frigorista, di sicuro non può avere la stessa esperienza di chi opera in stabilimento, che è specializzato su quel particolare tipo di prodotto ed esegue test e cariche dalla mattina alla sera. Tanto per fare un esempio, è la stessa differenza che passa tra un medico generico e uno speciali-sta: per quanto bravo sia il medi-co generico, migliore anche del-lo specialista, per definizione non può avere le stesse competen-ze in una materia ben precisa. In compenso sa fare molte più cose, esattamente come il frigorista che opera sul campo rispetto al col-laudatore dello stabilimento. Già questo dovrebbe far pensare alla validità della procedura, ma c’è di più perché, anche se la carica la fa-cesse lo stesso collaudatore del-lo stabilimento, i risultati non po-trebbero essere ottimali.

di refrigerante su un circuito, di una macchina su cento (valore nettamente superiore a quelli delle statistiche disponibili), il regolamento im-pedirebbe emissioni di CO2 pari a 20.000 kg. In compenso la movimentazione del refrigerante (su tutte le 100 macchine), sia in fabbrica duran-te la scarica (perdite ipotizzate pari a 1,5 per mil-le) sia in loco per la nuova carica (perdite del 2,5 per mille), farebbe sì che ben l’80% delle perdite evitate vengano annullate. In compenso, la per-dita di efficienza, anche considerandola limitata solo al 2%, porterebbe ad un aumento di emis-sioni così ingente che il saldo finale sarebbe for-temente negativo (53.143 kg di CO2 in più all’an-no), rendendo inutile e dannosa l’applicazione del regolamento.

Almeno l’utente finale ne avrebbe dei vantaggi?

No, perché le varie cariche e scariche, la ri-generazione del refrigerante, l’intervento dei tecnici frigoristi in loco non farebbero altro che incrementare i costi della macchina. La perdita di efficienza, poi, farebbe aumentare i consu-mi, generando ulteriori costi durante l’utilizzo. Costi tutti a carico dell’utente finale, il cittadino europeo.

Non crediamo sia necessario un ulteriore commento.� n

Il problema non è solo l’attendibilità degli strumenti utilizzati, dalla bilancia di precisione a tutte le sonde poste in una sala collaudo: l’im-possibilità di eseguire una carica ottimale dipen-de dal fatto che non si possono assolutamente simulare le condizioni di funzionamento desi-derate. La macchina potrebbe essere avviata – o meglio, il tecnico frigorista potrebbe seguire la carica – durante una stagione intermedia, prima-vera o autunno, oppure potrebbe non esserci as-solutamente carico sull’impianto. Nella migliore delle ipotesi si può pensare di ottimizzare la cari-ca solamente in una stagione di funzionamento, ma non nell’intero arco dell’anno. A nulla serve ipotizzare che il costruttore dia già la carica cor-retta, sia perché la bilancia che può utilizzare il tecnico frigorista in loco non può essere precisa (non fosse altro perché quelle di grande precisio-ne non sono facilmente trasportabili), sia perché il tempo di funzionamento della macchina in as-senza di carico è troppo breve per completare l’operazione in modo corretto.

Tutto questo si traduce in una perdita di ef-ficienza della macchina dell’ordine di qualche punto percentuale, nella migliore delle ipotesi.

La Tabella 1 mostra cosa accadrebbe con l’applicazione del nuovo regolamento su 100 pompe di calore da 100 kW ciascuna. Se si ipo-tizzasse, a causa del trasporto, una perdita totale

emissioni di CO2 evitate [kg]

emissioni di CO2 procurate [kg]

emissioni di CO2 procurate [kg]

Carica di una PdC da 100 kW [kg] 20

Carica di un circuito di una PdC da 100 kW [kg] 10

Perdita di refrigerante in un circuito frigorifero ogni 100 macchine [kg] 10 20.000

Refrigerante movimentato in più in fabbrica [kg]

Perdite dovute alla movimentazione del refrigerante in fabbrica (0,15% sul refrigerante di 100 macchine) [kg]

3 6.000

Perdite dovute alla movimentazione in loco (0,25% sul refrigerante di 100 macchine) [kg] 5 10.000

Consumo energia elettrica annuale per singola pompa di calore (4.000 ore, 50% del carico, COP = 3,5) [kWh]

Consumo energia elettrica annuale per 100 pompe di calore [kWh]

Emissioni di CO2 per anno per funzionamento 100 pompe di calore [kg CO2]

Aumento emissioni CO2 per anno per perdita di efficienza (-2%) 57.143

TOTALE 20.000 16.000 57.143

TOTALE EMISSIONI IN PIÙ ALL’ANNO a causa del nuovo regolamento [kg di CO2] 53.143

Tabella1 – Effetti del nuovo regolamento proiettati su 100 pompe di calore di potenza pari a 100 kW (macchine con due circuiti frigoriferi)

#1818

CASE STUDY

vengono soddisfatti in presenza di temperature di ritorno quanto più basse possibile.

D’altro canto la tipica utenza esi-stente risulta funzionare normalmen-te con limitati salti di temperatura (ΔT) tra mandata e ritorno (10÷20°C) e non garantiscono pertanto tem-perature di ritorno particolarmente basse. Ne segue che la temperatura di ritorno rappresenta un compro-messo tra le esigenze dei differenti sistemi connessi.

La rete di teleriscaldamento viene di conseguenza dimensionata per ogni area trasformando le esigenze previste in termini di potenza in esi-genze in termini di portata tenendo

In tal senso si prevede in genere che la con-nessione alla rete urbana rappresenti un’oppor-tunità per la sostituzione di sistemi autonomi di generazione (in genere caldaie a gas) le cui tem-perature tipiche di produzione assumono il ruo-lo di limite di minima temperatura di fornitura.

Salti termici caratteristici di una rete di teleriscaldamento

Per quanto concerne le temperature di ritor-no queste non sono in generale imposte dalla tipologia dei sistemi di utenza (fatte salve le esi-genze legate al mantenimento delle prestazioni) ma bensì alla necessità di ridurre per quanto pos-sibile le perdite sul ritorno e alla opportunità di ottimizzare i rendimenti dei sistemi di produzio-ne, specie se si tratta di sistemi che prevedono la condensazione dei fumi: di fatto entrambi i criteri

L’interfacciamento di sistemi di utenza e sistemi di generazione e fornitura termica ad alta effi-cienza quali il teleriscaldamento è un tema

caratterizzato da criticità ben specifiche in caso di tipologie applicative non usuali.

Il teleriscaldamento rappresenta peraltro una delle soluzioni più comuni all’interno delle aree urbane. In tali situazioni le regole di connessione derivano da esigenze generali di ottimizzazione e devono tener conto dei vincoli imposti dalle tipologie di utenza che risulteranno prevedibil-mente collegate nel tempo.

L’utenza di riferimento all’interno di aree ur-bane è di conseguenza rappresentata da edifici residenziali e commerciali e, in particolare, si deve tener conto della grande percentuale di edifici esistenti perlopiù dotati di sistemi impiantistici che risultano spesso obsoleti.

Posizionamento di due scambiatori in serie e utilizzo di accumuli compatibili con un livello stabile di stratificazione. Fattibilità e convenienza dell’intervento dimostrata da un modello dinamico

di Federico Pedranzini, Manuel Intini e Luigi Pietro Maria Colombo *

Teleriscaldamento per il centro benessere

Strategie di accumulo

presentato a

CASE STUDY conto di salti termici d’utenza stan-dard. Una volta realizzata la rete, in caso di comparsa di un’utenza parti-colarmente gravosa, risulterà molto difficile incrementare localmente le portate; sarà tuttavia possibile in-crementare i livelli di potenza ter-mica disponibile ottimizzando le temperature di utilizzo delle utenze. Questo si traduce in sostanza nel mantenimento di elevate tempe-rature di mandata e al contempo in una opportuna configurazione dei carichi atta a ridurre al massi-mo la temperatura di ritorno. Ciò è quanto è stato realizzato ed esa-minato nel caso oggetto di studio.

In caso di utenze complesse quali un centro benessere che offre ser-vizi che prevedono la presenza di vasche d’acqua interne ed ester-ne, idromassaggi e giochi d’acqua aventi anche fini terapeutici, le cri-ticità di allacciamento ad una rete di teleriscaldamento sono correlate ad una forte variabilità dei carichi istantanei nonché all’intensità dei carichi di picco. Nel caso in esame si è verificato che durante alcune fasce orarie il carico di punta ecce-de la massima potenza garantita dalla rete di teleriscaldamento in condizioni standard.

Inoltre la composizione delle tipologie dei carichi termici non risulta omogenea e molti dei cari-chi non necessitano ad esempio di alimentazione ad alta temperatura: una parte importante può essere servita da circuiti in bassa tempe-ratura. Questo è il caso di tutte le apparecchiature asservite al riscalda-mento e mantenimento delle vasche idromassaggio interne ed esterne.

CARATTERIZZAZIONE DELL’UTENZA

La memoria fa riferimento alla realizzazione di un centro benes-sere realizzato a Torino tramite ri-strutturazione di un palazzo d’epo-ca. Il quartiere in cui sorge l’edificio risulta servito da teleriscaldamento urbano e lo studio si occupa delle modalità di allacciamento a tale rete.

L’applicazione risulta quindi mol-to differente dalle tipiche situazio-ni riferite al residenziale e all’alber-ghiero. In particolare si rileva che la maggior parte dei servizi offerti alla clientela consiste nella disponibilità

di vasche, piscinette, sale relax nonché una serie di servizi accessori (spogliatoi, docce, aree buffet, reception) necessari per l’operatività della struttura.

Nel caso specifico l’intero interrato è stato com-pletamente ristrutturato per ospitare la zona va-sche e gli spazi per l’impiantistica, mentre i piani superiori sono dedicati alle zone sauna, massaggi e stanze per i trattamenti estetici.

Attualmente non sono previste camere per il pernottamento di ospiti.

L’intero edificio può di conseguenza essere suddiviso in due zone principali: la prima, fuori-terra, che può essere assimilata per tipologia alle aree pubbliche di una struttura alberghiera e la seconda, interrata, caratterizzata dalla presenza di attività correlate alla presenza di acqua.

Deve essere inoltre registrata la presenza di

A spA connected on the urbAn heAting networkPaper refers to the realization of a health center by the renova-tion of an historic building in Turin. The district is served by an urban heating network and the study deals with how to con-nect heat consumer and provider. The district where the buil-ding stands is served by a district heating network and the case is representative of a wide range of applications for which the traditional connection to such a network is difficult because of loads magnitude and profiles.Proper definition of loads at both high and low temperatures allows to consider two thermal ranges and a temperature diffe-rence at the primary substation much higher than usual throu-gh the positioning of two exchangers in series. In addition, a specific study on large stratification storages leads to optimize the volumes needed to meet peak demands and to exploit as much as possible the opportunity of costs reduction connected to different day/night different rates.

Keywords: urban heating network, spa

Teleriscaldamento per il centro benessere

vasche d’acqua calda esterne posizionate nel va-sto giardino.

I sistemi HVAC a servizio della zona fuori terra consistono in sistemi misti aria/acqua, con ven-tilconvettori a due tubi e scambio stagionale ed un impianto ad aria primaria integrato localmen-te tramite estrazioni.

L’interrato e le vasche esterne sono serviti da-gli impianti di riscaldamento, filtrazione rinnovo e trattamento dell’acqua, nonché da importanti sistemi a tutt’aria necessari per la deumidifica-zione e la diluizione e abbattimento del cloro e degli altri vapori provenienti dall’acqua trattata.

Infine, alle utenze citate, si aggiungono i si-stemi per la preparazione di consistenti volumi di acqua calda sanitaria necessaria per le docce di cui usufruiscono i clienti in uscita.

I profili di caricoCome prevedibile, i profili dei carichi stimati in

condizioni invernali risultano essere quelli mag-giormente gravosi su base annua.

Per quanto concerne le esigenze di raffresca-mento estivo si sottolinea come l’intera zona fuo-ri terra possa essere considerata e climatizzata al pari di una classica struttura alberghiera, mentre la parte interrata non richiede raffrescamento ed

i carichi latenti vengono abbattuti tramite l’im-missione di considerevoli portate di aria esterna.

Ai fini del calcolo delle richieste di prelievo dalla rete di teleriscaldamento in regime estivo è stata inoltre considerata la possibilità di recupero del calore di condensazione prodotto dai chiller.

La valutazione preliminare necessaria per la fattibilità dell’allacciamento alla rete di teleriscalda-mento ha tenuto inoltre conto dei seguenti aspetti:

• All’atto di presa in carico dell’edificio lo sta-to di conservazione degli impianti esistenti era tale da rendere obbligatorio la comple-ta sostituzione o comunque una pesante opera di risanamento, con importanti rica-dute economiche relative ai costi di nuova installazione e di adeguamento alla norma-tiva antincendio;

• Il contratto di affitto dell’edificio era prospet-tato sulla base di un accordo della durata di otto anni, permettendo di conseguenza una valutazione degli investimenti su una corri-spondente prospettiva temporale;

• Le regole di allacciamento standard previ-ste dalla società di teleriscaldamento preve-dono un salto termico lato utenza minimo pari a 20°C (90-70°C in condizioni invernali).

Non risulta definita invece una temperatura minima di ritorno.

• Una stima preliminare del ca-rico termico invernale ha mo-strato che la massima potenza fornita dal teleriscaldamento alle condizioni suddette non risulta adeguata né in termini di potenza di picco né in termini del complessivo ammontare di energia su base giornaliera.

L’analisi preliminare conduce quindi rapidamente alla conclusio-ne che non esistono le condizioni per soddisfare l’utenza attraverso un allacciamento di tipo standard e che risulta necessaria l’installazione di un generatore di calore supple-mentare, con tutti i costi connessi. Tuttavia un esame più attento che tiene conto anche della possibilità di gestire l’architettura del sistema impiantistico fin dalle fasi prelimi-nari del progetto, ha consentito di definire una serie di accorgimenti in grado di massimizzare la possibilità

Bitzer Se acquisisce ArmaturenwerkAltenburg

Con effetto dal 1° gennaio 2013, la BITZER SE di Sindelfingen acqui-sisce la storica azienda con sede in Germania Armaturenwerk Altenburg GmbH (AWA). L’acquisto è stato ap-provato dall’ufficio federale per la concorrenza (Bundeskartellamt) in data 20/12/2012.

Jürgen Kleiner, Chief Procurement Officer, afferma: “Attraverso l’acquisizione del produttore di raccorderia per impianti frigorif-eri leader in Europa ci assicuria-mo l’approvvigionamento dei nos-tri stabilimenti produttivi in tutto il mondo e ampliamo la nostra gam-ma di prodotti. In futuro i nostri clienti potranno beneficiare di un’offerta completa da un solo fornitore, con la consueta qualità BITZER”.

Fondata nel 1879, la AWA pro-duce e distribuisce in tutto il mondo valvole, tubi di livello, adattatori a saldare, flange e raccordi per impianti frigoriferi e di climatizzazione. Con un totale di 200 dipendenti, l’azienda registra un fatturato pari a circa 23 milioni di euro. La quota di espor-tazioni verso Unione Europea, USA, Cina, Brasile e Russia si attesta sul 45%. Jürgen Kleiner sottolinea: “I consolidati marchi AWA, FAS e Hans Nobis verranno mantenu-ti in quanto sinonimo di massima qualità e affidabilità”.

I nuovi amministratori dell’affiliata BITZER saranno Diana Schubert e Günter Schuboth, da lungo tempo attivi in AWA. Jürgen Kleiner com-menta: “Entrambi godono della nos-tra piena fiducia e garantiranno la continuità a livello sia interno che esterno”. L’attuale titolare Karl-Fritz

Jordan (67) si ritira invece dall’impresa per motivi personali. In dieci anni Jordan ha consolidato il successo dell’azienda, portando il fatturato da 3 milioni (2002) agli attuali 23 milioni di euro. Secondo Jordan la vendita di AWA a BITZER assi-curerà alla società di Altenburg

un futuro ricco di prospettive. BITZER ha in programma di rinnova-re ed espandere a breve la sede. A tale scopo è già stato acquisito dalla proprietà comunale un terre-no adiacente. Jürgen Kleiner com-menta: “Amplieremo la produzione e realizzeremo un centro logistico

Il gruppo BITZER è il maggiore produttore mondiale indipendente di compressori per fluidi refrigeranti. BITZER è rappresen-tato da una rete globale di società di distribuzione e stabilimenti per la produzione di compressori a pistoni, a vite e scroll. Nel 2011, grazie ai 2 966 dipendenti è stato raggiunto un fatturato pari a 632 milioni di euro.

BITZER Kühlmaschinenbau GmbH Eschenbrünnlestraße 15 71065 Sindelfingen // Germany Tel. +49 (0)70 31 932-0 Fax +49 (0)70 31 932-147 [email protected] // www.bitzer.de

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di prelievo di potenza termica dalla rete e di evi-tare l’installazione di un generatore integrativo.

Tale analisi approfondita viene illustrata nel seguito.

Valutazione dei carichi termici La valutazione quantitativa dei carichi termici

e dei profili di carico è stata realizzata seguendo due differenti approcci.

Per quanto concerne la valutazione dei carichi per dispersione e ventilazione è stato utilizzato un modello semplificato dell’involucro edilizio: informazioni relative alla tipologia delle strutture edilizie sono state estratte dalla documentazio-ne prodotta durante le procedure necessarie per la stesura dei contratti d’affitto. Tali informazioni sono state verificate sul posto e ritenute affida-bili ai fini del calcolo semplificato.

Il calcolo è stato effettuato alle condizioni in-vernali e ha condotto alla definizione del profilo illustrato in Figura 1.

Per quanto riguarda a il profilo dei carichi as-sociati a impiantistica specifica (vasche interne ed esterne, docce, etc.) questo è stato stimato per analogia partendo dai dati ottenuti da una campagna di misura invernale effettuata prece-dentemente presso un centro affine per dimen-sioni e tipologia situato nella città di Milano e parametrizzati sulla base del numero di utenti.

La Figura 2 mostra il profilo dei carichi (vasche e ACS) associato alla capienza prevista.

La composizione dei due profili ottenuti pre-cedentemente consente di stimare il fabbisogno espresso ora per ora in condizioni invernali, come mostrato in Figura 3.

L’analisi dei carichi termici viene illustrata in Tabella 1: alle potenze vengono associati i due livelli termici caratteristici delle singole utenze e tale distinzione risulterà fondamentale nell’iden-tificazione di una strategia di prelievo a salto ter-mico aumentato.

La somma dei carichi stimati valutati ora per ora porta ad un valore massimo contempora-neo di picco pari a 1112 kW e ad un valore me-dio pari a 763 kW.

Il massimo prelievo disponibile in condizioni standard è strettamente vincolato al valore mi-nimo garantito di portata che è stato dichiarato pari a 10 m³/h, con un salto termico sul primario: 120°C - 70°C = 50°C. Di conseguenza la potenza disponibile in tali condizioni è:

Tale valore risulta non solo inferiore al valore di picco, ma anche inferiore alla media stimata su base giornaliera.

Strategia di allacciamento alla rete di teleriscaldamento

Come illustrato in precedenza, l’opportunità di allacciamento senza dover predisporre una cen-trale termica integrativa deriva dalla possibilità di

. .480pQ m tc= ∆ = kW

Figura 3 – Profilo dei carichi complessivi (con indicazione del valore medio). La Figura riporta inoltre il valore di potenza media su base giornaliera del giorno tipo di Gennaio valutato al fine di indagare la possibilità di prelevare dal teleriscaldamento una sufficiente quantità di energia selle 24 ore modificando le condizioni standard di funzionamento dello scambio con il primario a pari portata di rete e lavorando su un salto termico incrementato

Figura 2 – Profilo dei carichi termici associati alla zona vasche/docce riferito ad un giorno tipo di Gennaio

Figura 1 – Andamento del profilo dei carichi per dispersione e ventilazione durante un giorno tipico di Gennaio e della temperatura esterna

Tabella1 – Richieste di picco in condizioni invernaliCircuito d’utenza Potenze di Picco [kW] Potenza totale [kW]Preparazione ACS 310

725 (alta temperatura 85÷65°C)Riscaldamento vasche 415

Ventilconvettori 75

387 (bassa temperatura 60÷35°C)Scambiatori Unità di trattamento aria 235

Preriscaldamento acqua calda sanitaria 77

22 #18

scorporare dal fabbisogno totale quei carichi che possano funzionare ad un livello di temperatura inferiore a quello di normale utilizzo e che possano essere serviti da uno scambiatore aggiuntivo po-sto in serie a quello standard al fine di estendere verso il basso il salto termico visto dal primario.

Ciò potrebbe estendere il salto totale disponibile, adottando la configurazione illustrata in Figura 4.

Una volta soddisfatta l’esigenza relativa all’e-nergia giornaliera, l’obiettivo legato alla disponi-bilità della potenza necessaria a sopperire ai cari-chi di picco verrà perseguito attraverso lo studio di un adeguato sistema di accumuli.

In Figura 5 vengono rappresentati i carichi complessivi invernali, la potenza media richiesta e la potenza resa disponibile grazie all’adozione del doppi scambiatore su due livelli termici, i profili dei carichi vengono assimilati a profili sinusoidali.

Strategia di dimensionamento degli accumuli

Come illustrato in precedenza, la necessità di una adeguata capacità di accumulo deriva dalla volontà di evitare l’installazione di una centrale termica integrativa. Sussiste tuttavia una secon-da importante ragione che rende la disponibili-tà di accumulo conveniente, ovvero la possibilità di trarre vantaggi economici dalla applicazione di una doppia tariffa bioraria che incentiva i pre-lievi notturni attraverso una scontistica del 50%.

La definizione degli accumuli non può essere determinata semplicemente attraverso la quantifi-cazione dell’energia stoccata in termini di aumen-to di temperatura di un’adeguata massa d’acqua.

Considerando le precise condizioni di funzio-namento imposte dallo schema funzionale adot-tato l’accumulo deve, infatti, essere in grado di assicurare alle utenze temperature di alimenta-zione costanti: ne segue la necessità di adottare un sistema di stoccaggio a stratificazione.

I circuiti d’utenza in alta e bassa temperatura sono dimensionati tenendo conto di un ΔT rispet-tivamente di 20 e 15°C tra mandata e ritorno ed è rispettando queste specifiche che gli accumuli devono garantire la potenza necessaria a coprire lo scostamento tra la potenza fornita dalla rete e il valore richiesto durante il periodo di picco

L’integrazione nel tempo del valore di tale sco-stamento fornisce la quota di energia che deve essere stoccata per ciascuna tipologia d’utenza.

Deve essere inoltre verificato che l’accumulo possa essere completamente caricato durante la notte (ovvero nelle ore di carico ridotto) durante il periodo caratterizzato da tariffa conveniente.

Dal punto di vista delle utenze l’energia accu-mulata consisterà pertanto nella disponibilità du-rante le ore di picco di una certa portata d’acqua a temperatura costante e pari a quella di progetto.

Per motivi precauzionali e al fine di contem-plare la possibilità di un ragionevole aumento della clientela in futuro, è stato deciso di stabilire

Figura 4 – Configurazione a doppio scambiatore in serie. La definizione dei due livelli termici distinti consente di definire il corretto rapporto tra i carichi ad alta e a bassa temperatura. L’adozione di questa configurazione, pur mantenendo identici valori di portata di rete sul primario, permette di disporre di una potenza media pari a 928 kW, che non è ancora sufficiente a coprire la richiesta di picco (112 kW) ma che è sufficiente a soddisfare il fabbisogno stimato su base giornaliera risultando superiore al valore di richiesta medio (736 kW)

Figura 5 – Profilo dei carichi semplificato e potenza media richiesta/disponibile

Tabella 2 – Specifiche degli accumuli e parametri operativi

Dati di Progetto Alta Temperatura Bassa Temperatura

Temperature di utenza 85÷65°C 60÷35°C

Potenza resa disponibile dal teleriscaldamento 580 kW 348 kW

Richiesta di picco 725 kW 387 kW

Potenza da garantire nelle 10 ore del profilo diurno 145 kW 39 kW

Energia termica da accumulare 1450 kWh 390 kWh

Volume minimo di accumulo 62,4 m³ 22,6 m³

Volume accumulo di progetto 80 m³ 25 m³

23#18

85 °C

85 °C

65 °C

65 °C 85 °C

65°C

un requisito minimo di prestazione che fa riferimento alle due seguen-ti condizioni: 1. Profilo diurno della durata di 10

ore durante il quale l’accumulo deve essere in grado di soddi-sfare permanentemente il cari-co di punta.

2. Profilo notturno di durata com-plementare caratterizzato da un basso carico dovuto al mero man-tenimento della temperatura delle vasche di mantenimentoTali situazioni di riferimento sono

state definite sia per i circuiti in alta che per quelli in bassa temperatura. Le risultanze del calcolo condotto per la determinazione dei volumi di accumulo vengono riassunte in Tabella 2.

Gestione degli accumuliLa necessità di alimentare gli

scambiatori d’utenza con una por-tata stabile a temperatura costante rende di fatto obbligatorio disporre di stoccaggi d’acqua a stratificazione.

Tale specifica comporta la neces-sità di rispettare una serie di moda-lità costruttive e di funzionamento atte a prevenire sostanzialmente i seguenti fenomeni: • miscelazione dell’acqua all’ingresso,

con particolare riferimento all’in-gresso della portata più fredda pro-veniente dal ritorno dalle utenze.

• perdite termiche per trasmissio-ne attraverso l’involucro, causa di riduzione della capacità di accu-mulo e di miscelazione interna al serbatoio dovuta al formarsi di flussi convettivi.

Particolare attenzione deve essere riservata alla costruzione delle vasche di accumulo e ai sistemi di immissione dell’acqua, sia in termini di posizionamento e configurazione geometrica sia in termini di massima velocità di immissione.

Ovviamente si prevede uno schema di alimen-tazione e prelievo rispettoso delle condizioni di stratificazione che tenga conto delle temperatu-re di alimentazione e di prelievo, come illustrato nello schema di Figura 6.

La regolazione ai carichi parziali viene realiz-zata in modo tale da mantenere costante il salto termico visto dall’accumulo e riducendo le por-tate di prelievo.

Il concetto di base è quello di connettere il serbatoio di accumulo allo scambiatore di carica (lato teleriscaldamento) e allo scambiatore di sca-rica (lato utenze) mantenendo entrambi in con-dizioni di lavoro a temperature fissate e stabili.

Ipotizzando constanti le portate d’acqua di carica (lato sinistro dello schema) le portate di scarica (lato destro) risulteranno variabili a secon-da dell’ora e del profilo delle utenze causando di fatto una variazione dello spessore dello strato di acqua ad alta temperatura durante il giorno. In Figura 6 è rappresentato l’andamento del tran-sitorio di scarica previsto durante le ore del pro-filo diurno di punta. Al mutare profilo da diurno a notturno il serbatoio si ricarica con comporta-mento simmetrico rispetto al tempo.

Un serbatoio ben progettato dovrebbe in defi-nitiva rispettare almeno le seguenti specifiche [2]:• realizzazione a sviluppo verticale (definita da un

buon rapporto tra altezza e massima dimensio-ne trasversale) per permettere un buon livello di stratificazione; in ogni caso tale specifica deve essere accompagnata da un adeguato isola-mento e fattibilità costruttiva);

• bassa velocità di immissione e di estrazione al fine di ridurre al minimo la miscelazione;

• immissioni ed estrazioni posizionate al punto più alto e al punto più basso.

Sebbene le indicazioni riportate possono es-sere fondamentali in termini di corretto compor-tamento degli accumuli, nelle applicazioni prati-che l’esistenza di vincoli architettonici o strutturali possono portare a soluzioni di compromesso cui segue una riduzione in termini di prestazione.

Modello matematico tempo-variante per i transitori di carica e prelievo

É stata svolta un’analisi preliminare attraverso un modello dinamico di accumulo termico im-postando le portate di immissione e di prelievo su base oraria, quantificando gli effetti conduttivi e convettivi e verificando che la soluzione pro-gettuale qui proposta fosse in grado di garanti-re all’utenza una temperatura adeguata con un certo margine di sicurezza.

Il comportamento termo-fluidodinamico è descritto nella sua interezza dalle equazioni di trasporto, ovvero le equazioni di conservazione della massa, del bilancio di quantità di moto e di energia. Le equazioni di trasporto in casi tri-dimensionali e non stazionari non si offrono a risoluzioni analitiche a causa della non linearità delle equazioni stesse. Attraverso codici di flui-dodinamica computazionale è possibile ottenere dei risultati molto accurati, tuttavia la soluzione è molto sensibile al modello di turbolenza impie-gato, specialmente laddove possono insorgere meccanismi di convezione indotti dai gradienti termici (convezione naturale).

A ciò si aggiunge il costo computazionale ele-vato, che va quindi affrontato solo laddove sia strettamente necessaria un’accurata soluzione spaziale e temporale.

Per la suddetta analisi si preferisce un approccio semplificato: si assume che i fenomeni di trasporto siano prevalenti nella sola direzione verticale così che ad ogni sezione trasversale si possa associa-re una temperatura media di sezione uniforme. Riducendo il problema ad un modello monodi-mensionale tempo-variante l’equazione di conser-vazione dell’energia può essere così semplificata:

dove u è la velocità nella direzione verticale, ρ la densità del mezzo, T la temperatura, k la con-duttività termica e cp il calore specifico. Nel caso specifico è stato trascurato il termine di energia potenziale associato ai campi di forze conserva-tivi e l’eventuale contributo di resistenze passive (piccolo, date le basse velocità in gioco).

Il dominio di calcolo che consiste un serba-toio a sezione rettangolare è stato discretizzato secondo un modello multinodo [3,4]. Il dominio è stato suddiviso in 20 volumi elementari perfet-tamente miscelati ognuno dei quali rappresen-ta per l’appunto un nodo. Il bilancio di energia è scritto in ogni nodo e ricondotto ad un sistema di equazioni algebriche lineari.

p

T T ku Tt x c

ρ ρ∂ ∂+ = ∇ ⋅ ∇∂ ∂

Figura 6 – Rappresentazione qualitativa del transitorio di scarica dell’accumulo stratificato in alta temperatura

24 #18

Le immissioni e i prelievi (che avvengono sia dal lato della rete sia dal lato dell’utenza) vengono ef-fettuati all’apice e sul fondo del serbatoio. Poiché le portate circolanti nella rete di teleriscaldamento e le portate destinate all’utenza sono sensibilmente diverse, per la conservazione della massa si instau-rerà un flusso netto lungo la direzione verticale (dal fondo all’apice del serbatoio quando le portate dell’utenza sono maggiori e viceversa).

Il bilancio di Energia in ogni nodo include i seguenti termini:

• conduzione tra i singoli nodi• perdite al mantello per l’imperfetto isolamento• trasporto avvettivo nella direzione verticale • immissioni e prelievi nel primo e nell’ultimo nodo

L’equazione di bilancio generale per il generico nodo j, discretizzato secondo l’algoritmo di Eulero implicito diventa:

( ) ( ) ( )1 11 ,

2j j j jj j j ambj p p j loss

T T T TG S UAV c c T T T Tt xρ λ + −

−+ −∆ = − + − −

∆ ∆

temperatura richiesta per il corretto funzionamento dei circuiti d’utenza, tanto da confermare che tale tipo-logia di soluzione può essere con-venientemente implementata.�n

* Federico Pedranzini, Manuel Intini e Luigi Pietro Maria Colombo, Dipartimento di Energia, Politecnico di Milano

dove Tj é la temperatura nel nodo, ρ la densità, Vj il volume associato al nodo, λ la conduttività termica dell’acqua, Δx l’altezza del volume ele-mentare j-esimo e (UA)j,loss il coefficiente globale di scambio termico con le pareti che quantifica le perdite al mantello.

Ogni valore di temperatura è calcolato all’i-stante di tempo t+Δt. Il termine (UA)j,loss è sta-to opportunamente incrementato per tenere in conto anche il contributo di convezione naturale a ridosso della parete.

Il dominio di calcolo è stato inizializzato con una temperatura uniforme pari a 65°e quindi sono stati applicati i carichi termici secondo i profili di prelievo diurno e notturno definiti precedente-mente. I risultati delle simulazioni vengono ripor-tati nelle Figure 7 e 8 e confermano che i transitori di carica sono molto brevi, infatti il serbatoio rag-giunge una condizione di temperatura uniforme pari ad 85°C alle ore 06:00 del mattino. Nelle ore di prelievo più intenso (17:00-18:00) la tempera-tura dell’acqua nei nodi all’apice del serbatoio non scende mai al di sotto degli 85°C, pertanto l’utenza è sempre servita ad un livello di tempe-ratura adeguato.

CONCLUSIONI L’allacciamento ad una rete di teleriscaldamento

di una utenza complessa quale quella presentata nel presente lavoro richiede una analisi critica fin dalle fasi iniziali della progettazione, delle condi-zioni operative e delle strategie di regolazione.

L’idea alla base della fattibilità di quanto pro-posto consiste nell’utilizzo di accumuli sufficienti compatibili con un livello stabile di stratificazione.

L’assenza di risultati sperimentali ha condot-to alla necessità di sviluppare un semplice (ma non convenzionale) modello dinamico atto alla valutazione dei transitori di carica e di scarica de-gli accumuli.

I risultati delle simulazioni numeriche illustra-no come l’effetto della miscelazione e dei flussi verticali non vanno ad intaccare i livelli minimi di

Figura 7 – Transitorio di carica notturna dell’accumulo

Figura 8 – Transitorio di scarica dell’accumulo nel regime diurno

bibliogrAfiA[1] Frank P. Incropera, David P. DeWitt “Fundamentals of Heat and Mass Transfer”[2] Mi-Soo Shin a, Hey-Suk Kim a, Dong-Soon Jang, Sang-Nam Lee, Young-Soo Lee, Hyung-Gi Yoon “Numerical and experimental

study on the design of a stratified thermal storage system” Department of Environmental Engineering, National University of Chungnam, Korea

[3] Duffie, Beckman “Solar engineering of thermal process”[4] Kleinbach, E.M., Beckman, W.A. Klein “Performance study of one-dimensional models for stratified thermal storage tanks” 1993f

Le emissioni di gas fluorurati a effetto serra (f- gas) sono aumentate del 60% dal 1990 ad oggi producendo un grave danno all’ambiente. Per questo l’Unione Europea ha proposto di ridur-ne di due terzi l’utilizzo entro il 2030. Per contribuire a raggiungere questo obiettivo è stata ap-provata una serie di regolamenti che stabilisce alcuni requisiti specifici che gli impianti devono

rispettare oltre ad una disciplina sulla certificazione degli addetti che operano sulle apparecchiatu-re f-gas. Le nuove norme sono state recepite in Italia con il Dpr n. 43 del 27 gennaio 2012. La certi-ficazione è obbligatoria e deve essere conseguita entro sei mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del Registro nazionale delle persone e imprese certificate.

“Il Dpr ha dettato tempi molto stretti per ottenere la certificazione e questo, associato al fatto che ad oggi gli organismi di certificazione designati dal Ministero non sono molti, può causare disagi e lunghe liste d’attesa per poter sostenere l’esame di certificazione, con il rischio di non poter svolgere l’attività”, ha dichia-rato Giuseppe Mangiagalli, Responsabile certificazione del personale di ICMQ, “Per venire incontro a questa esigenza, ICMQ e AiCARR hanno già pianificato sessioni d’esame su tutto il territorio nazionale”.

ICMQ è organismo accreditato da Accredia ed è designato dal ministero dell’Ambiente per effettuare la certificazione degli addetti e delle imprese. ICMQ rilascerà le certificazioni in seguito ad un esame obbligatorio che svolgerà AiCARR (Associazione italiana Condizionamento dell’aria, Riscaldamento e Refrigerazione) in qualità di organo di valutazione.

In preparazione all’esame, AiCARR organizza anche un corso propedeutico teorico-prati-co, snello e completo, che si avvale dell’esperienza ultraventennale dell’Associazione nella formazio-ne tecnica di settore. “Il corso - illustra Luca A. Piterà, Segretario tecnico AiCARR - non è obbligatorio, in quanto non previsto dal Dpr 43 per sostenere l’esame, ma risulta molto utile, non solo per approfondire aspetti legati ai quesiti teorici e alla prova pratica ma anche come momento di alta formazione al fine di in-crementare la professionalità e la competitività sul mercato di chi opera con gli f-gas. Nel corso di due gior-nate, docenti AiCARR, esperti sull’utilizzo dei gas refrigeranti e sulla normativa di riferimento, condurranno i partecipanti attraverso un programma che spazierà dalla conoscenza della legislazione alle procedure di messa in funzione degli impianti nel rispetto delle nuove norme”.

L’ esame consisterà in una prova teorica e una pratica, così come richiesto dal Regolamento n. 303/2008 della Commissione Europea che individua anche i requisiti minimi relativi alle competenze e conoscenze che devono essere esaminate. Fino alla pubblicazione del Registro, ICMQ rilascerà agli installatori che supereranno l’esame un certificato temporaneo. In seguito all’istituzione del Registro ogni operatore certificato sarà tenuto ad iscriversi e dovrà comunicare il numero di iscrizione a ICMQ, che rilascerà a quel punto un certificato definitivo e valido a tutti gli effetti di legge.

Dovranno certificarsi tutti coloro che lavorano su apparecchiature contenenti f-gas, in

particolare: negli im-pianti fissi di refrigera-zione, di condiziona-mento d’aria e pompe di calore; negli impian-ti fissi di protezione an-tincendio ed estintori; nell’ambito dei quadri e apparecchi di mano-vra (commutatori) di alta tensione e delle appa-recchiature contenen-ti solventi. Questi ope-ratori in Italia sono circa 16.000, impiegati in circa 6000 aziende. Sia addetti che imprese dovranno adeguarsi alla normativa e certificarsi, pena l’impossibilità di proseguire l’attività. Ogni persona e impresa che opera su apparec-chiature che contengono gas fluorurati dovrà iscriversi telematicamente al Registro nazionale f-gas nell’apposita sezione (www.fgas.it), entro 60 giorni dalla sua istituzione, in modo da richiedere il cer-tificato provvisorio che avrà durata massima di sei mesi dalla pubblicazione del medesimo Registro. In questo lasso di tempo si dovrà ottenere il certificato definitivo. Quest’ultimo ha una durata di dieci anni per le persone e di cinque per le imprese. Alla scadenza dovrà essere avviato un nuovo iter di certificazione.

“All’attività di certificazione del personale che ICMQ ha già attivato da diversi anni, si aggiunge oggi anche la certificazione degli addetti che operano su apparecchiature contenenti gas fluorurati ad effetto serra, avvalendosi di AiCARR quale Organismo di valutazione qualificato ed autorevole, nonché delle stesse imprese attraverso propri ispettori qualificati” ha ripreso Mangiagalli. “L’adeguamento alle nuove norme non è soltanto un obbligo – ha aggiunto - ma anche una grande opportunità per le imprese di innovarsi sia dal punto di vista del miglioramento del servizio che dal punto di vista etico e di salvaguardia dell’ambiente”.

Il calendarIo dI corsI ed esamI

Ulteriori sedi e date saranno pubblicate a breve sul sito AiCARR. Per le iscrizioni a corso + esame o solo esame: www.aicarr.org – Sezione Scuola

Agrate (Mi)Corsi 27 e 28 febbraio – 20 e 21 marzo – 17 e 18 aprile – 8 e 9 maggio – 5 e 6 giugnoEsami 1 marzo – 22 marzo – 19 aprile – 10 maggio – 7 giugno

MateraCorsi 26 e 27 febbraio – 19 e 20 marzo – 17 e 18 aprile – 22 e 23 maggioEsami 28 febbraio – 21 marzo – 19 aprile – 24 maggio

Barlassina (Mb)Corsi 27 e 28 marzo – 10 e 11 aprile – 22 e 23 maggio – 12 e 13 giugnoEsami 29 marzo – 12 aprile – 24 maggio – 14 giugno

Balconi di Pescantina (Vr)Corsi 6 e 7 marzo – 15 e 16 maggio – 19 e 20 giugnoEsami 8 marzo – 17 maggio – 21 giugno

Ambiente: per chi opera su apparecchiature contenenti “f-gas” è obbligatoria la certificazioneAiCARR e ICMQ: al via formazione e certificazione per gli operatori del settore

#1826

CASE STUDY

e sono state arricchite utilizzando foto e oggetti di scena; alcune di esse dispongono di stanza da let-to e secondo bagno posti su di un soppalco.

Al piano terra si trovano la re-ception, il lounge bar, il ristorante ed un salotto con libreria tematica multimediale con soffitto in cristal-lo, il quale ha la vista su un giardino

stessa denominazione degli ambienti, ruotano intorno al tema della “cultura musicale”.

La struttura dell’hotelLe 62 camere sono distribuite su 7 piani: 23 si

affacciano sulla centralissima Via dell’Orso, men-tre le restanti sulla corte interna del palazzo che conserva l’originario impianto delle vecchie case di ringhiera della città meneghina. Le 4 Suite e le 10 Junior Suite, utilizzano i nomi di opere liriche

L’Hotel Milano Scala è un boutique Hotel inau-gurato nella primavera del 2010, ricavato da un palazzo di fine Ottocento totalmente ri-

strutturato, situato nel cuore di Milano. Nasce da un progetto di sviluppo dell’eco-sostenibilità, per cui l’albergo dispone di tutti i comfort propri di una residenza di lusso, ottenuti però senza ge-nerare emissioni inquinanti nell’ambiente circo-stante. Sia il nome che l’intero concept dell’inte-rior design, attraverso gli arredi, le fotografie e la

A pochi passa dalla Scala di Milano sorge un albergo totalmente eco-compatibile, frutto della ristrutturazione di una palazzina ottocentesca

di Claudia Calabrese*

Hotel Milano Scala.Un perfetto binomio tra ospitalità e sostenibilità

Riqualificare con il VRF

#18 27

CASE STUDY

I SISTEMI VRF A RECUPERO DI CALORE A 2 TUBI (COMPO MULTI VRF SERIE R2/wR2)In caso di presenza di carichi contemporanei di segno opposto, i sistemi VRF sono in grado di trasferire calore direttamente dagli ambienti da climatizzare a quelli da riscaldare. Vi sono due tipologie differenti di sistemi: i sistemi a recupero to-tale a 2 tubi, filosofia adottata da Mitsubishi Electric Climatizzazione ed i sistemi a recupero totale a 3 tubi, approccio scelto da altri costrut-tori. La figura A1 mostra un sistema a recupero totale a due tubi, nel caso il carico in raffreddamento sia superiore a quello di riscaldamen-to. Il refrigerante surriscaldato ad alta pressione in uscita dal com-pressore viene inviato al condensatore, dove condensa solo parzial-mente. Il refrigerante in uscita dal condensatore si trova nello stato misto di vapore-liquido ad alta pressione e viene inviato al distributo-re, che contiene un separatore di liquido, delle valvole deviatrici (una per singolo terminale) e due valvole a solenoide (in figura viene mo-strata una sola). All’interno del separatore di liquido, il refrigerante si separa. La parte allo stato vapore si trova nella zona superiore e vie-ne inviata a tutti i terminali che stanno lavorando in riscaldamento: il vapore viene così condensato nei terminali e trasformato in liquido che si congiunge con la frazione di refrigerante prelevato, sempre allo stato liquido, nella parte bassa del separatore, per essere poi inviato

a tutti terminali che lavorano in raffreddamento. Il sistema quindi, consente la produzione dell’energia termica in maniera gratuita permettendo così un signi-ficativo risparmio energetico.

Figura A1 – Produzione contemporanea di caldo e di freddo da sistema VRF a recupero a 2 tubi con prevalenza carico freddo

Hotel Milano Scala.Un perfetto binomio tra ospitalità e sostenibilità BOX A

28 #18

verticale sempre verde. All’ottavo piano si ha la sorpresa di una suggestiva terrazza affacciata sui tetti del centro storico, con una vista che spazia dalle Alpi Lombarde al nuovo skyline di Milano.

Scendendo al primo piano interrato ci sono 3 sale meeting rispettivamente di 80 m², 37 m² e 28 m², che all’occorrenza possono anche essere uni-te in un unico ambiente, una piccola palestra e un garage sotterraneo; ai piani inferiori sono pre-senti i vani tecnici della centrale termofrigorifera.

Gli impiantiL’hotel Milano Scala è interamente re-

alizzato con tecnologia Mitsubishi Electric Climatizzazione abbinando al sistema VRF “mi-sto” (Box B) le unità di trattamento dell’aria pri-maria ad espansione diretta (Box D), il tutto mo-nitorato e gestito attraverso centralizzatori di ultima generazione (Box E), che si integrano nel sistema di “Building Management System” attra-verso delle apposite interfacce con protocollo di comunicazione LonWorks. La potenza frigorife-ra totale installata è pari a 532 kW.

ClimatizzazioneLa climatizzazione degli ambienti è assolta

attraverso l’utilizzo di un sistema a recupero di calore a 2 tubi denominato Compo Multi VRF se-rie WR2 (Box A) dotato di unità interne ad espan-sione diretta in grado di raffrescare e riscaldare simultaneamente gli ambienti, in funzione del-le richieste provenienti dall’impianto. La scelta della soluzione con recupero di calore a 2 tubi, consente di installare 1/3 in meno delle tubazio-ni frigorifere rispetto ai sistemi analoghi di altri costruttori, guadagnando in termini di rapidità di costruzione dell’impianto e di invasività a livel-lo architettonico.

moduli idronici Ecodan-VRF HWS per la produzione di acqua calda sanitaria. Per ottimizzare la distribu-zione frigorifera, sfruttando la mo-dularità dei sistemi, i moduli idro-nici Ecodan-VRF HWS sono stati installati allo stesso piano delle uni-tà interne appartenenti al medesi-mo sistema, mentre i due serbatoi di accumulo da 2.000 litri ciascuno sono stati installati al piano 3º inter-rato. Sempre al piano 3º interrato, è presente la sala di controllo e ge-stione dell’impianto che permette di disporre in tempo reale di tutte le informazioni di interesse.

I plus dell’impiantoL’impianto, nella sua globali-

tà, raggiunge valori di prestazione molto elevati grazie all’elevata effi-cienza intrinseca dei generatori di energia termofrigorifera, al recu-pero di calore effettuato tra le unità interne dedicate alla climatizzazio-ne ed i produttori dell’acqua calda sanitaria, il quale consente in alcuni periodi dell’anno di produrla in ma-niera totalmente gratuita. Alle per-formance specifiche dei generatori va aggiunto un altro plus: l’utilizzo dell’acqua di falda per la condensa-zione/evaporazione di tutte le uni-tà motocondensanti del sistema. Tale opportunità, ha permesso di utilizzare una fonte di scambio di-sponibile a temperatura pressoché costante durante tutto l’anno e ca-ratterizzata da valori di temperatu-ra più elevati rispetto ai valori carat-teristici dell’aria esterna, in regime invernale, in un clima continentale come quello della città di Milano. In tal modo, i COP dei generatori sono ulteriormente aumentati ed inoltre si sono evitate le penalizzazioni le-gate ai fisiologici cicli di sbrinamen-to, necessari a queste latitudini nel caso di unità condensate ad aria, permettendo così un COP del si-stema particolarmente elevato. In parallelo a questi aspetti energetici va posto l’accento sull’importanza di tale soluzione dal punto di vista acustico: questo impianto è ad im-patto acustico zero. Ciò, pur essen-do importante in senso assoluto, diventa un “must” quando, come in questo caso, si opera in un conte-sto altamente critico, quale il centro storico di una città, caratterizzato

Produzione di acqua calda e rinnovo aria

La produzione di acqua calda a media tem-peratura per l’alimentazione del sistema radian-te a pavimento, a servizio del piano terra, è re-alizzata mediante i moduli idronici denominati Ecodan-VRF ATW (Box C), mentre la produzione di acqua calda ad alta temperatura per usi sani-tari è assolta dai moduli denominati Ecodan-VRF HWS (Box C). Il rinnovo dell’aria nelle camere, nel-le zone comuni e nelle sale meeting viene ga-rantito da unità di trattamento ad espansione di-retta (Box D) dotate un recuperatore entalpico, denominate FAU2 (Fresh Air Unit).

I 3 vani tecniciAl piano 4º interrato, a circa 20 metri sotto il

livello stradale, sono ubicati 3 vani tecnici che racchiudono:1. le macchine dedicate al trattamento dell’aria.

Sono presenti nº3 FAU2 da 5000 m³/h ed nº1 FAU2 da 10.000 m³/h per un totale di 25.000 m³/h di aria;

2. la stazione di pompaggio che preleva l’acqua di falda utilizzata per la evaporazione/con-densazione delle unità esterne per un tota-le di 105 m³/h; al fine di ottimizzare i consumi e mantenere pulito lo scambiatore all’inter-no della motocondensante è presente uno scambiatore intermedio a piastre;

3. nº17 unità motocondensanti ad acqua, di cui nº12 del tipo a recupero di calore a 2 tubi (WR2), per il trattamento dei locali e la produ-zione di acqua calda sanitaria e nº5 del tipo a pompa di calore (WY) a servizio delle unità di trattamento dell’aria primaria.Ai sistemi a recupero di calore sono collega-

te nº90 unità interne di differente tipologia e nº10

Vano unità motocondensantiStazione di pompaggio

29#18

Figura B1 – Sistema VRF Misto (sistema dotato di terminali ad aria e di moduli idronici a media e alta temperatura)

I SISTEMI VRF “MISTI” I sistemi VRF “misti” abbinano dei generatori di ac-qua “climatizzata” (calda in inverno e refrigerata in estate) ai classici terminali ad espansione diretta. Il funzionamento avviene in parallelo, nel senso che è possibile produrre acqua, refrigerata o calda a media temperatura (Ecodan-VRF ATW), da inviare ad oppor-tuni terminali d’impianto, come ad esempio i sistemi radianti, e contemporaneamente climatizzare un lo-cale (riscaldarlo o raffreddarlo) tramite l’unità inter-na ad aria. Inoltre è possibile in ogni stagione produr-re acqua calda a temperatura elevata (Ecodan-VRF HWS) sia per gli usi sanitari, sia per alimentare dei ra-diatori tradizionali nei periodi più freddi dell’anno. Un altro vantaggio notevole è quello di superare i li-miti connessi al contenuto di refrigerante ed alla nor-ma UNI EN 378, che si applica solamente ai locali abi-tati climatizzati da terminali collegati direttamente alle tubazioni di refrigerante. Quindi, il sistema VRF Misto permette massima flessibilità da ogni punto di vista.

PRODUZIONE DI ACQUA CALDA A MEDIA TEMPERATURA E REFRIGERATA (ECODAN-VRF ATw) ED AD ALTA TEMPERATURA (ECODAN-VRF HwS)Nei sistemi VRF Misti è possibile produrre in inverno sia acqua calda a media tem-peratura, sia acqua calda ad alta temperatura. La produzione di acqua calda a me-dia temperatura in inverno e refrigerata in estate avviene mediante scambiatori refrigerante-acqua posti in parallelo alle unità interne ad aria, così come mostra-to in Figura C1. Per produrre in modo efficiente acqua calda ad alta temperatura, si utilizzano sistemi VRF a doppio stadio “separato”, come mostrato in Figura C2. La soluzione va bene sia per la produzione di acqua calda sanitaria, sia per la pro-duzione di acqua ad alta temperatura per alimentare i radiatori. Il primo stadio è formato da un circuito VRF a recupero di calore, funzionante a R410A e dedi-cato alla climatizzazione degli ambienti. Su questo primo stadio si innesta il se-condo stadio, ovvero il modulo di produzione dell’acqua calda ad alta temperatu-ra, formato da una pompa di calore con refrigerante R134a il cui condensatore è uno scambiatore refrigerante-acqua, come quello di una pompa di calore per im-pianti idronici, mentre l’evaporatore è uno scambiatore refrigerante R134a – re-frigerante R410A. Quindi, l’evaporatore del secondo stadio è anche uno dei con-densatori del primo stadio. L’utilizzo del refrigerante R134a permette di produrre acqua calda ad alta temperatura (fino a 70°C). I sistemi VRF a doppio stadio “se-parato” producono acqua calda ad alta temperatura in autonomia rispetto al re-sto dell’impianto. In questo modo la produzione di energia termica per i terminali

di climatizzazione avviene a temperatura di condensa-zione bassa, in quanto inse-riti nel primo stadio, mentre l’aumento del livello termico si ha solo quanto serve e solo laddove serve grazie al secon-do stadio formato dal modulo di produzione dell’acqua cal-da. L’efficienza è, quindi, tan-to più alta quanto maggiore è l’energia richiesta dai ter-minali di climatizzazione ri-spetto a quella prodotta ad alta temperatura. Di fatto, si effettua un recupero di calo-re creando un circuito in serie: si sfrutta l’alta temperatura del calore condensa-zione del primo stadio, altrimenti dissipato nell’aria esterna, per far evaporare a temperatura elevata la pompa di calore a R134a dedicata.

Figura C1 – Produzione di acqua calda a media temperatura (Ecodan-VRF ATW)

Figura C2 – Produzione di acqua calda ad alta temperatura (Ecodan-VRF HWS)

Vano acqua calda sanitaria

BOX B

BOX C

30 #18

riconosciuto come il primo Urban Oasis Hotel italiano dall’Organizza-zione ECO-LUXURY Hotels.� n

* Claudia Calabrese , Consulente per le Relazioni Istituzionali di Mitsubishi Electric Climatizzazione

banchetti, ecc, fornendo in tal modo un servizio in più alla ricercata clientela dell’hotel. Questa solu-zione impiantistica, conti alla mano, permette un risparmio energetico di circa il 45% rispetto ad un sistema tradizionale, l’assenza di emissioni di CO2 in loco e la loro riduzione all’origine, stimabile in circa 417 tonnellate all’anno. L’Hotel Milano Scala, è il primo hotel a emissioni zero di Milano che gra-zie alla sua filosofia “green” a tutto tondo, è stato

da limiti di emissione sonora, assoluti e differen-ziali, particolarmente stringenti soprattutto in re-gime notturno. Oltre alle valenze di tipo prestazio-nale “energetico/acustico” appena esposte, esiste anche un ulteriore plus di tipo commerciale: l’uti-lizzo dell’acqua di falda ha permesso di realizzare i vani tecnici ai piani interrati, liberando così il ter-razzo dell’edificio che viene utilizzato, da prima-vera ad autunno, per l’organizzazione di eventi,

Figura D1 – Unità di trattamento dell’aria collegata ad unità motocondensante ad acqua (FAU)

Figura D2 – Schema di funzionamento delle unità di trattamento dell’aria ad espansione diretta

UNITà DI TRATTAMENTO DELL’ARIA PRIMARIA AD ESPANSIONE DIRETTA (FAU)Il rinnovo dell’aria è garantito mediante le unità di trattamento aria denominate FAU (Fresh Air Unit). Queste UTA, sono costituite da una batteria ad espansione diretta a portata di refrigerante variabi-le collegata ad una unità esterna motocondensante dedicata che può essere condensata sia ad aria che ad acqua. A monte della batteria è posto un scam-biatore di calore “aria-aria” recuperativo di tipo en-talpico. Il funzionamento si basa sul principio della

regolazione a punto di comfort, grazie alla quale si è in grado di “inseguire” costantemente ed accura-tamente la temperatura dell’ambiente interno, dato che la loro regolazione si basa sulla temperatura di ripresa; grazie a questo principio viene immessa in ambiente aria a temperatura variabile in modo da concorrere a soddisfare i carichi interni, neutraliz-zando contestualmente anche l’aria esterna.

Unità trattamento aria primaria (FAU)

Sala gestione e controllo

GESTIONE E SUPERVISIONE (AG-150A)I centralizzatori AG-150A Web server permettono di controllare ogni singola unità interna in modo indipendente o collettivo in tutte le sue funzio-ni. Dispongono di un ampio display da 9" a colori ad alta risoluzione di tipo touch-screen, e di un softwa-re Web server integrato che permette la gestione da parte di un qualsiasi computer per mezzo del browser Internet Explorer, senza necessità di software ag-giuntivo dedicato. Permettono inoltre il caricamen-to delle planimetrie grafiche dei locali e il posiziona-mento delle corrispondenti icone delle unità interne. Sono dotati sia di porta USB per scaricare dati, che di porta ethernet standard Ethernet RJ45, per il colle-gamento a reti informatiche private o aziendali esi-stenti. È anche possibile gestirli direttamente via Internet mediante linea di tipo ADSL a banda larga. Tramite loro è possibile controllare in modo indipen-dente o interbloccato le funzioni principali dei siste-mi di recupero e delle unità di trattamento dell’aria. Dispongono dell’archivio storico degli eventi relativi

alle anomalie delle unità, comprensivi delle seguenti informazioni: data e ora anomalia, indirizzo dell’uni-tà in anomalia, codice dell’anomalia, indirizzo del di-spositivo che ha rilevato l’anomalia, il tutto per un’ef-ficace e tempestiva diagnostica del sistema. Nel caso di destinazioni d’uso quali, il residenziale centraliz-zato ed il terziario multi-tenant, grazie alla funzione «CHARGE», il sistema permette la contabilizzazione e la ripartizione energetica dei consumi.

BOX D

BOX E

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ambiente#17ISSN:2038-2723

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ANNO 3 - novembre/dicembre 2012

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#17

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Ufficializzare le cariche deivicepresidenti Bontà e Massae del segretario Pellegatta.

Roberto Di Sanzo

L e vicende di Fukushimasono arrivate inattese eviolente. Esse ci insegnano

che non conosciamo ancora asufficienza la nostra Terra, ed imetodi migliori per soddisfare lenostre attuali esigenze. In questanota riassumiamo le fonti di ener-gia necessarie al nostro progressocivile. Si ribadisce la necessità disviluppare nuove indagini e diaprire nuovi laboratori. Si sottolinea l’importanza delleUniversità, nel loro ampio signi-ficato di deposito di conoscenza,di luogo di indagine attiva suquanto ancora non conosciamo,e di deposito della cultura rag-giunta, da trasmettere alle nuove

segue a pag. 3 e 4

NOVITÀ NEL SOLCODELLATRADIZIONE

dott. ing. Carlo Valtolina

Caro Collega, nessuno,meglio di noi tecnici, co-nosce il valore essenzialedell'aggiornamento conti-nuo, oltre quello della cul-tura e, per 60 anni, il no-stro Giornale ha cercatodi soddisfare queste esigen-ze, dandosi una mission“cogliere e interpretare lospirito del tempo” (n.13del 15/7/09) e seguendouna linea editoriale che iostesso nel settembre 2010(n.14 del 1/9/2010) avevoriassunta in sei punti:n “no” alla banalizzazionedei problemi complessi;“si” al dare spazio alle di-verse analisi, purché com-plete, motivate e docu-mentate; n “no” alle soluzioni sem-plicistiche; “si” al sosteneresoluzioni che, pur semplici,tengano conto della com-plessità di partenza e an-che degli effetti di medioperiodo; n “no” all’intolleranza in-tellettuale; “si” alla discus-sione rispettosa delle ideealtrui;n “no” al bla-bla-bla finea sé stesso; “si” al dare spa-zio alle idee portatrici divalore aggiunto;n “no” a una linea edito-riale asservita a interessi diparte; “si” a un’informazio-ne plurale e indipendente;n “no” ad accettare che ilcomportamento eticamen-te corretto finisca là dovecomincia quello “penal-mente rilevante”; “si” adaccettare un limite eticotanto più stringente quanto

ANNO ACCADEMICO/1

POLITECNICODI MILANO:Crescita e sostenibilità

a pag. 8

ANNO ACCADEMICO/2

UNIVERSITÀDEL SALENTO:Conoscienza e sapere

a pag. 8

RICHIAMO3

TITOLO DELRICHIAMO:

a pag. 8 a pag. 6

GOVERNO TECNICO

C’è solo un ingegnere nella squadra La decisione desta meraviglia e rammarico e richiama all’impegno dott. ing Franco Ligonzo

Sia chiaro: la mia meraviglianon è per nulla una critica

alla scelta dei ministrifatta dal Premier,Prof. Mario Monti,ma è la reazione alfatto che nel suocosiddetto “gover-no tecnico” c’è un

solo ingegnere. Cer-tamente quest’unico

ingegnere è personaben nota: il Prof. Ing. Fran-

cesco Profumo, infatti, è sta-to a lungo rettore del Poli-tecnico di Torino e da qual-che mese era passato allapresidenza del CNR. E ilministero dell’Istruzione, del-l’Università e della Ricerca,che gli è stato affidato, sap-piamo essere di grandissimopeso in un’economia dellaconoscenza. Meraviglia, pe-rò, che non siano stati sceltialtri ingegneri-architetti-geo-

147

segue a pag. 5

GIUSEPPE LANZAVECCHIA

LAVORO E OCCUPAZIONE

La crisi finanziariae quella culturaleNel 1996 ho pubbli-

cato un libro (1) cheesaminava per di-

versi paesi industrializzatil’evoluzione – dal 1960 al1995 – di economia, occu-pazione, forza lavoro; de-mografia per sesso, fasced’età, fertilità, mortalità, du-rata della vita, processi mi-gratori; società (come l’in-gresso delle donne sul mer-cato del lavoro); necessitàdi una continua crescitaeconomica in tutto il mon-do in un contesto di globa-lizzazione crescente, e quin-

di di competizione semprepiù diretta tra le diverse areegeopolitiche. L’evoluzionerichiedeva cambiamentistrutturali di lavoro e occu-pazione: aumento dell’etàlavorativa (fino a 65–70 an-ni) dovuto alla maggior du-rata della vita; scomparsadi tante attività del passatoe comparsa di altre del tuttonuove; riduzione del lavorodipendente a favore di quel-lo autonomo; attività sem-pre più sofisticate e prepa-

segue a pag. 7 segue a pag. 5

2

ENERGIA NUCLEARE

La situazione mondiale dopo Fukushimadott. ing. Alessandro clerici

Nuovi vertici al CNI: il presidente degli Ingegneri Italiani illustra idee e strategie

Zambrano: “Tutelare gli interessi dell’intera collettività”

1563N. 1 - Gennaio 2012 www.giornaleingegnere.it Dal 1952 periodico di informazione

per ingegneri e architetti°

da pag. 13 da pag. 19

SPECIALE/ Sostenibilità nell’edilizia

FOCUS/ Benessere termico

Considerando la crescita della domanda di alloggi a bassocosto e l'esigenza di una maggiore sostenibilità degli inse­diamenti, l’edilizia residenziale sociale ben si presta persperimentare nuove soluzioni progettuali improntate sul

CRISI, LAVORO E OCCUPAZIONE pag.7 • UNIVERSITÀ pag. 8 • DALL’ITALIA E DAL MONDO pag. 10 • DALL’ITALIA E DAL MONDO pag. 11 • VARIE pag. 10

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1 – CN/BO

#221Novembre/Dicembre 2011

bimestrale

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#221 - NOVEMBRE/DICEM

BRE - 2011

I l C O D I C E E T I C O D E L L A D I S T R I B U Z I O N E

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MERCOLEDÌ 18 GENNAIO 2012NEWSLETTER – Nr.01 — Pag.1

NewsletterNr.01 – MERCOLEDÌ 18 GENNAIO 2012

6

Andamento del prezzo del petrolio e dei prezzi dell'energia elettrica e del gas per un consumatore domestico tipo

Numeri indici: gen 2007 = 100

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Brent ($/b)Brent (€/b)Prezzo energia elettrica (consumatore domestico tipo)Prezzo gas (consumatore domestico tipo)

Perché la trattativa privata non piace all’AntitrustLa Manovra Salva

Italia cambia i lavori pubblici

Le Rinnovabili sono la causa degli aumenti della bolletta elettrica

Modello tedesco per le tariffePresidente Cni

RAPPoRto CNI suI bANdI dI PRogettAzIoNe

Infrastrutture e project financing: matrimonio felice?

Vietare gli affidamenti in house negli appalti —>pag.4

Costo del lavoro, disciplina sulle varianti, soglie per i servizi di progettazione e consultazione preliminare modificano alcuni aspetti del Codice dei Contratti —>pag.5

Lo dice l’AEEG, lo conferma-no studi indipendenti eppure non tutti sono d’accordo sui nu-meri. Le cause per cui il prez-zo dell’energia cresce di più di quello del petrolio —>pag.7

Zambrano contrario all’ingres-so dei soci di capitale negli studi professionali —>pag.13

Calo del 43% degli importi messi a gara rispetto allo stesso periodo del 2010. Il crollo coinvolge an-che e soprattutto le aggiudicazioni —>pag.8

Per attirare i privati l’esecutivo punta su project financing e incentivi fiscali —>pag.6

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#1832

Deumidificatori per piscine serie SP e SPWI deumidificatori della serie SP sono stati studiati per deumidificare e riscaldare piccole piscine o grandi ambienti. Sono ora disponibili in tre potenze da 50 fino a 120 L/giorno (*), sia per l’installazione in ambiente (SP) che per l’installazione nel locale tecnico adiacente a quello da deumidificare (SPW). Il nuovo sistema di controllo, assieme alla sonda elettronica di umidità e temperatura, viene montato di serie su tutte le versioni e ottimizza

i l funzionamento del deumidif icato-re rendendolo idoneo e fac i lmente a d a t t a b i l e a l l e d i v e r s e e s i g e n z e . I l controllo può, inoltre, essere staccato e installato lontano dalla macchina: in questo modo, ad esempio, è possibile controllare il funzionamento del mo-dello SPW direttamente dall’ambiente da deumidificare.

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CUOGHI s.r.l.via Garibaldi, 1535020 Albignasego (PD)tel. +39 049 8629099fax +39 049 [email protected]

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interessati (tra cui la proprietà dell’albergo, il management, i dipendenti, i fornitori, ma anche i clienti/ospiti) e ispirata ai principi di sostenibilità. E che abbia consentito un gra-duale miglioramento delle prestazioni energetiche ed ambientali di risorse come l’ener-gia elettrica, il gas, l’acqua e la progressiva riduzione dei rifiuti, attraverso l’attuazione di buone pratiche ambientali.

Criteri adottati Sono stati individuati 18 requisiti da soddisfare per l’ottenimento del premio, riguar-

danti sette aree specifiche: 1. Contenimento dei consumi di acqua potabile

• Controllo settimanale/mensile dei consumi e manutenzione periodica dell’impian-to idrico

• Uso di rubinetti e docce a flusso ridotto nei bagni delle camere degli ospiti• Uso di water con doppio scarico o con ridotto consumo idrico

Promuovere i criteri di sostenibilità ambientale all’in-terno del settore di ricezione turistica coniu-gando la lotta agli sprechi con una gestio-

ne alberghiera orientata alla responsabilità. Sono questi gli aspetti presi in considerazione dal pre-mio “Green Hotel of the Year”, istituito quest’anno da Federalberghi Roma anche per rispondere alla crescente sensibilità alle tematiche ambientale di-mostrata dagli stessi clienti.

Il premio è rivolto esclusivamente agli alber-ghi associati a Federalberghi Roma che abbiano intrapreso alcune iniziative/azioni volte a ridurre il proprio impatto sull’ambiente adottando una politica ambientale, coinvolgente tutti gli attori

Hotel Britannia, via Napoli 64. Proprietà di Pier Paolo GiorgiAlbergo Cesàri, via di Pietra 98/a. Proprietà di Marina e Daniela Curti

Istituito quest’anno da Federalberghi Roma, il premio “Green Hotel of the Year” prevede 18 criteri da rispettarsi in sette aree: risparmio idrico, efficienza energetica, gestione dei rifiuti, comunicazione, mobilità, acquisti verdi e pacchetti “green”

a cura della Redazione

L’Hotelpiù verdedi Roma

Premiare l’efficienza

Deumidificatori per piscine serie SP e SPWI deumidificatori della serie SP sono stati studiati per deumidificare e riscaldare piccole piscine o grandi ambienti. Sono ora disponibili in tre potenze da 50 fino a 120 L/giorno (*), sia per l’installazione in ambiente (SP) che per l’installazione nel locale tecnico adiacente a quello da deumidificare (SPW). Il nuovo sistema di controllo, assieme alla sonda elettronica di umidità e temperatura, viene montato di serie su tutte le versioni e ottimizza

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• Uso di prodotti certificati Ecolabel o biodegradabili (saponi, detersivi, carta, penne bio…)• Uso di prodotti e alimenti tipici, locali, di stagione e biologici a km zero

7. Pacchetto turistico “Green” • Ideazione di un pacchetto turistico green quotato

CandidatureLa candidatura è avvenuta, per ogni singolo albergo, attraverso la compilazione di

una scheda di adesione fornita dall’Associazione contenente 19 campi: 1 inerente i dati generali dell’albergo e 18 per ogni singolo criterio da rispettare, per cui è stata richiesta documentazione a supporto.

Premiazione e vincitori Il premio è stato assegnato in occasione della de-

cima edizione dell’Albergatore Day di Federalberghi Roma, manifestazione svoltasi lo scorso 29 Gennaio 2013 al Parco dei Principi Grand Hotel & Spa della capitale. L’Hotel Britannia e l’Albergo Cesàri si sono aggiudicati ex æquo il primo premio, mentre altre strutture hanno ricevuto una menzione speciale per il rispetto di alcune buone pratiche di soste-nibilità. � n

• Servizio di cambio asciugamani e di biancheria da letto su richiesta dell’ospite 2. Efficienza e risparmio energetico

• Utilizzo di lampade a basso consumo energetico• Manutenzione e verifica periodica degli impianti di riscaldamento/climatizzazione • Uso di termostati per le caldaie• Effettuazione di audit energetico in albergo

3. Gestione e riduzione dei rifiuti • Effettuazione di raccolta differenziata• Riduzione nell’utilizzo di imballaggi e monodosi • Abolizione dell’uso di posate, piatti e bicchieri “usa e getta” in plastica

4. Comunicazione ed educazione ambientale rivolta a clienti e dipendenti • Formazione del personale sulla tutela ambientale e la lotta agli sprechi in albergo• Informazione all’ospite/cliente riguardo le politiche e le azioni ambientali intrapre-

se dall’albergo5. Trasporti e mobilità sostenibile

• Informazione sulla possibilità di utilizzo di mezzi pubblici• Politiche per la diminuzione dell’utilizzo di mezzi personali dei dipendenti

6. Acquisti verdi con criteri ambientali e di efficienza energetica

Luca Andriola, docente universitario e consulente di Federalberghi Roma sulle tematiche ambientali e di spending review delle utilities tra cui l’energia, il gas e l’acqua. Ha curato l'ideazione tecnica del “Premio Green Hotel of the Year". Per maggiori informazioni: luca. [email protected]

#1834

quindi la variabilità delle doman-da di progetto, può essere di un certo interesse per il mondo del-la progettazione inquadrare alcu-ni principi guida nella definizione

Pertanto, voler definire una serie di criteri stan-dard di progetto è certamente un esercizio che facilmente può scivolare nel generalismo e nella banalizzazione del problema. Tuttavia, stabilita la forte segmentazione del settore e

I criteri di scelta da adottare nella progettazio-ne di un albergo possono essere molteplici e variano a seconda della dimensione, della ca-

tegoria, della stagionalità, del tasso di occupa-zione, del profilo dei committenti e altri fattori.

Qualità dell’ambiente interno e ottimizzazione dei costi. Sono questi i parametri da tener d’occhio durante la progettazione di una struttura alberghiera

di Roberto Bellucci Sessa*

Criteri gestionali guida nella progettazione impiantistica nel settore alberghiero

Linee guida

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Dimensione media degli alberghi espressa in termini di numero di stanze suddivise per categorie

1 stella 2 stelle 3 stelle4 stelle 5 stelle

in termini di posti letto suddivisa in categoriaCapacità recettiva degli alberghi

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14%6%

gestione. In particolare, la climatizzazione am-bientale e il riscaldamento dell’acqua sanitaria di un albergo rappresentano una componente im-portante della spesa energetica, ma anche una fonte di possibile inefficienza (spreco) energeti-ca ed economica. Non bisogna trascurare che, in un periodo di crisi economica che rende i mer-cati ancora più competitivi, un risparmio gestio-nale offre l’opportunità di adottare prezzi delle camere più contenuti a parità di servizio reso. Pertanto, nel seguito si analizzano i principali cri-teri gestionali che, al contrario di quelli relativi al benessere e sicurezza, sono spesso meno defi-nibili in maniera rigorosa e si prestano maggior-mente ad una trattazione più qualitativa.

Alfano e E. Ianniello). Oltre però al benessere ed alla sicurezza degli utenti, agli impianti è riferi-bile una componente significativa del costo di

del quadro esigenziale da porre a base dell’attività.

Caratterizzazione del settore

Prima di entrare nelle tema-tiche tecniche si ritiene utile fare un breve cenno alla caratterizza-zione del settore alberghiero in Italia in termini di capacità ricet-tive e dimensione, suddivise per categoria, nonché dei parametri dimensionali ed energetici spe-cifici di un albergo tipo (ENEA, Caratterizzazione Energetica del Settore Alberghiero in Italia anno 2009).

Criteri generali guidaI criteri generali guida si pos-

sono idealmente suddividere in due grandi tematiche. La prima è finalizzata alla qualità dell’ambien-te interno orientata o percepita dagli utenti; ossia qualità dell’aria, comfort termico e acustico. La se-conda invece punta ad ottimiz-zare i costi di gestione; di questa “categoria” fanno parte l’efficienza energetica, la facilità di manuten-zione, l’affidabilità dei componen-ti, la flessibilità operativa, la rapidità di installazione, la minimizzazione degli spazi occupati, la velocità di messa a regime e i costi di inve-stimento iniziale. Le condizioni di comfort termoigrometrico, acu-stico e di qualità dell’aria sono da sempre oggetto di studio, di stan-dard normativi, alcune volte con carattere di cogenza governativa, o di standard propri di grandi cate-ne alberghiere. La tematica è spes-so articolata e complessa da trat-tare, però i requisiti tecnici sono chiari ed inequivocabili (AICARR Journal Settembre 2011, La qualità dell’ambiente interno nelle strut-ture alberghiere – F. R. d’Ambrosio

ManageMent criteria guide in the plant design for the hotel industryThe selection criteria to be adopted in the planning of a hotel can be multiple, depending on the size, category, seasonality, employment rate, the profile of customers and other factors. However, after having established the strong segmentation of the sector and therefore the variability of the project demand, it may be of some interest to the world of design framing some guiding principles in defining the framework of needs to be placed at the base of their activities.

Keywords: hotel industry, plant design, indoor environmental, cost optimization

Parametri dimensionali ed energetici albergo campioneNumero di letto 1,8 [1/camera]

Superficie media camera 20 [m2]

Superfici aree conferenze 1÷7 [m2/camera]

Superfici ristorante 3 [m2/camera]

Superfici servizi 3÷11 [m2/camera]

Superfici aree comuni 2÷6 [m2/camera]

Superfici condizionate 30÷45 [m2/camera]

Energia per riscaldamento (Nord) 3÷3,5 [MWh/camera]

Energia per riscaldamento (Centro-Sud) 2÷2,5 [MWh/camera]

Acqua calda sanitaria 3,8÷4,4 [MWh/camera]

Energia elettrica 5÷11 [MWh/camera]

Energia per raffreddamento (Nord) 1÷2,5 [MWh/camera]

Energia per raffreddamento (Centro-Sud) 1÷3,5 [MWh/camera]

PARAMENTRI SPECIFICI PER ALBERGHI A 3/4 STELLE. Risulta evidente l’importanza che rivestono gli impianti di riscaldamento e di condizionamento nella struttura dei costi gestionali (energetici e manutentivi), che nel loro complesso incidono tra il 5% e il 10% sul bilancio economico dell’albergo

GRANDEZZA E CATEGORIA. Le figure mostrano come la grandezza media varia notevolmente in funzione della categoria e come gli alberghi abbiano taglie molto variabili; per esempio gli alberghi a 4 stelle (valore medio 65 stanze) sono distribuiti lungo un ampio intervallo: 15÷180 stanze.

36 #18

Efficienza energetica in regime estivoCome ben sanno gli operatori del settore, il tema

dell’efficienza energetica in regime invernale è og-getto di svariate norme e regole tecniche, mentre, meno affrontato è il tema sull’efficienza energetica in regime estivo che, evidentemente, non coinvolge solo gli impianti di produzione; esso va affrontato at-traverso soluzioni basate su logiche di sistema, dove tutti i componenti dell’impianto sono progettati per sfruttare al meglio le risorse disponibili, privilegian-do, quando possibile, recuperi energetici sull’aria, free-cooling, utilizzo di gruppi frigo preferibilmen-te condensati attraverso acqua di falda o scambio con il terreno, a recupero o polivalenti. Tema impor-tante per la sua incidenza sui consumi totali è certa-mente la produzione dell’acqua calda sanitaria, il cui consumo si abbatte significativamente con l’utiliz-zo dei pannelli solari e con il calore di recupero dai gruppi frigo. Ci sono infine interessanti applicazioni in campo alberghiero dello sfruttamento dell’ener-gia in trigenerazione.

Facilità di manutenzione/Affidabilità dei componenti

La manutenzione, generalmente, è un aspet-to tenuto in scarsa considerazione nella progetta-zione degli alberghi. Viceversa per la “corretta vita” dell’albergo diventa fondamentale progettare im-pianti semplici da gestire, prevedere spazi impian-tistici adeguati e di facile accessibilità (cavedi e lo-cali di piano), per poter intervenire agevolmente in caso di guasto, e prevedere componenti affidabili. Peraltro, come ben noto, è la somma di questi due elementi (manutenibilità ed affidabilità) che concor-re alla maggiore disponibilità dell’impianto: MTBF/MTBF+MTTR (MTBF = Mean Time Between Failure; MTTR = Mean Time To Repair).

Costi di investimento iniziale

L’albergo è un’attività com-merciale ed è quindi logico che si effettui il controllo sui costi di investimento iniziali. Non ci si deve però limitare a questa valu-tazione, ma bisogna operare un trade-off tra costi di investimen-to e costi gestionali nel corso de-gli anni che possono essere de-cisamente ridotti in virtù di una corretta strategia sull’efficienta-mento energetico.

Con riferimento ai sopracci-tati criteri guida può risultare d’a-iuto per il progettista imposta-re un sistema di misurazione dei parametri di scelta dell’impianto, che alcuni autori hanno propo-sto per confrontare le tipologie impiantistiche più adeguate per le camere.

ConclusioniLe caratteristiche e quindi

le relative esigenze degli alber-ghi sono molto variabili e si con-traddistinguono a seconda della categoria di appartenenza, del modo di utilizzo (vacanze o busi-ness), della stagionalità e del pro-filo della proprietà (gli standard delle grandi catene alberghiere o le esigenze di piccoli proprieta-ri). Da un lato esistono le esigen-ze ed i requisiti di benessere e si-curezza da dover assicurare alla clientela, dall’altro le esigenze di minimizzare i costi gestionali a parità di servizio erogato. Queste ultime, oltremodo importanti perché incidono sulla sostenibi-lità economica dell’attività, sono spesso meno considerate nella fase di progettazione, determi-nando alcune volte errori di im-postazione difficilmente rime-diabili dopo la loro realizzazione. È per questo che può risultare utile in fase di studio di fattibilità un confronto misurabile tra le di-verse alternative progettuali, con riferimento ai principali parame-tri di guida gestionali.� n

* Roberto Bellucci Sessa, ITACA SpA. servizi d’ingegneria

Flessibilità operativa e per ampliamenti

La flessibilità operativa è rappresenta-ta dall’impiego di impianti autonomi per il trattamento degli ambienti con funziona-mento continuo, o ambienti con utilizzo saltuario, e dalla modulazione/regolazio-ne in funzione dell’occupazione. La fles-sibilità per gli ampliamenti futuri rappre-senta invece la condizione ottimale senza dover affrontare oneri aggiuntivi eccessi-vi nel caso di ristrutturazione o estensione volumetrica.

Rapidità di installazioneLa velocità di installazione è un requi-

sito importante, soprattutto nel caso di in-stallazione di impianti in alberghi già in at-tività. È fondamentale limitare il tempo di chiusura di un’intera struttura o di una sin-gola zona.

Minimizzazione degli spazi occupati dall’impianto

Importante è ridurre gli spazi occupati dall’impianto a scapito di superfici che pos-sano essere messe a reddito. Tale requisito deve essere ottimizzato con il problema di garantire i giusti spazi per la manutenzione.

Velocità di messa a regimeLa velocità di messa a regime è un ele-

mento fondamentale per ridurre il consu-mo energetico, perché consente di disatti-vare la climatizzazione quando il cliente è assente dalla stanza e di riattivarla appena rientra.

Voti ai sisteMi iMpiantistici negli alBerghiTabella riepilogativa (voti progressivi da 1 – molto scarso – a 5 – ottimo)

Sistemi con terminale in ambiente Sistemi radianti Sistemi ad aria

Fan-coil VRF Pavimento Soffitto VAV a tutta aria esterna

Qualità dell’aria 2 2 4 4 5

Comfort termico 3 3 5 5 4

Velocità messa regime 5 5 1 4 5

Regolazione C-F * 5 – consentita 5 – consentita 1 – non consentita 4 – consentita 5 – consentita

Comfort acustico 2 2 5 5 3

Spazi occupati 3 3 4 5 3

Semplicità manutenzione 2 2 5 5 4

Velocità installazione 4 5 1 3 3

Investimento iniziale 5 4 3 3 1

Flessibilità ampliamento 5 5 2 4 3

Sfruttamento free-cooling 1 1 1 3 5

Voto medio 3,4 3,4 2,9 4,1 3,7* si riferisce alla possibilità di riscaldare alcune stanze e raffreddarne altre contemporaneamenteFonte tabella: Convegno AICARR, 2003 L’impiantistica alberghiera-Parametri di scelta di un impianto di condizionamento (M. Vio, D. Danieli)

Fascicolo 4o 41 42 43 44 45 46Mese Novembre 2012 Gennaio 2013 Marzo 2013 Maggio 2013 Settembre 2013 Ottobre 2013 Novembre 2013

Dossier Serramenti Tecnologie per coperture Pompe di calore Integrazione

rinnovabiliVentilazione

meccanicaBlocchi di

tamponamento Isolanti

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N. 36 · Anno VII · marzo-aprile 2012

spEcialE cErtificazionEPrezzi e qualità in euroPaGBC Home e itaCa: novità in arrivo

Visti in fiEraKlimaHouse non delude

riqualificazionE55%: tre interventi a confronto

opinionitermografia, ma qualificata

DEntro l’oBiEttiVoMaterna polifunzionale in TrentinoClasse A+ tra boschi e vigneti

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N. 37 · Anno VII · maggio-giugno 2012

spEcialE Il punto sulle pompe dI calore

DOssiER laterIzI hIgh-tech: qualI funzIonano?

Visti in FiERamce 2012 chIude Il gap

FOtOVOltaicOI costI dell’IntegrazIonecome renderlo pIù sIcuro

sERRaMEntianche l’acustica è importante

tERziaRiOmassa e consumi energetici

DEntRO l’OBiEttiVOAffori Centre: da tre a unoRiqualificazione in LEED Platinum

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N. 38 · Anno VII · settembre 2012

Rinnovabili tERmichE Cogenerazione in faCCiata

impianti aCCumulo energetiCo: dove siamo?

SERRamEntieffiCienti per i Centri storiCi

StRuttuRE SpoRtivEfree cooling allo stadioCosa resta delle olimpiadi

bipvfacciate multitaskingschermature fotovoltaiche integrazione in alta quota

DEntRo l’obiEttivoMedaTeca: il pubblico cambia pelleL’efficienza è social in Francia

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N. 39 · Anno VII · ottobre 2012

INTERVISTE Commissioning in Campo impiantistiCo

MATERIALI superisolanti in azioneCappotto anChe d’estate

CONDOMINIOQuando il distacco è possibile

PROGETTIsaie selection a Bolognaprogettazione integrata

DENTRO L’OBIETTIVOAsilo Energy Plus in ToscanaSolar Decathlon Europe 2012

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#1838

dei materiali e costi operativi e di costruzione.

• Obiettivi ambientali e di soste-nibilità: descrivere eventuali obiet-tivi ambientali e di sostenibilità

• Obiettivi di efficienza energetica: descrivere gli obiettivi di efficienza energetica del progetto, che pos-sono rispondere al Regolamento locale o agli standard Ashrae o

Requisiti ed obiettivi L’OPR deve esplicitare i seguenti requisiti ed

obbiettivi applicabili al progetto:• Requisiti del proprietario e dell’utilizzatore:

descrivere lo scopo primario, il programma, la destinazione d’uso del progetto proposto (ad esempio, ufficio con data center) e una storia pertinente del progetto. Specificare eventuali obiettivi generali relativi alle esigenze di program-ma, di espansione futura, di flessibilità, qualità

L’OPR (OwneR’s PROject RequiRements) è un do-cumento redatto dal proprietario di un im-mobile in costruzione o ristrutturazione, in

cui vengono indicate, secondo quanto previsto dalle Linee Guida ASHRAE, le richieste prestazio-nali e funzionali e le aspettative d’uso dell’edifi-cio. Si tratta di un documento dinamico che ac-compagna sia la fase di progettazione sia quella di costruzione e come tale è soggetto a modi-fiche in relazione allo stato di avanzamento del processo e diventa una sorta di registro con cui il Committente, e le altre parti coinvolte nel pro-cesso, possono giudicare il grado di successo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.

L’OPR è un documento che permette alla committenza di indicare le proprie richieste e al progettista di verificare il grado di successo nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Per capire come va redatto prendiamo in esame il caso reale di un albergo in ristrutturazione

di Remo Massacesi e Francesco Maiorino*

Come redigere un OPR (Owner’s Project Requirements)

Accordi con la committenza

#18 39

progettuali che si vogliono intraprendere (com-presa una descrizione dei sistemi impiantistici) e i criteri che verranno adottati per venire incontro alle esigenze del proprietario. La Commissioning Authority ha l’onere di confrontare i contenuti del BOD con quelli dell’OPR e di riesaminare o rive-dere eventuali discordanze del progetto condivi-dendo la soluzione adottata con il Committente.

Come può l’OPR migliorare progettazione e costruzione?

L’Opr è uno strumento utile al proprietario per stabilire alcuni standard qualitativi progettuali e serve da base per valutare se la progettazione e la costruzione è stata completata. Non essendo un documento statico, l’Opr può evolvere di pari passo alla progettazione, includendo anche le opi-nioni di architetti e ingegneri. La Commissioning Authority, oltre a verificare la congruenza fra il pro-getto e le richieste della committenza, offre un servizio di assistenza alla stesura del documento.

e sistemi: considerando applicabilità ed ap-propriatezza, descrivere il livello desiderato di qualità, affidabilità, tipologia, automazione, fles-sibilità e manutenzione per ciascuno dei siste-mi commissionati. Specificare, se noti, precisi obiettivi di efficienza, tecnologie desiderate, o preferenza in merito ai produttori di sistemi di costruzione

• Requisiti degli occupanti dell’edificio e del personale addetto alla gestione degli im-pianti: descrivere in che modo l’impianto sarà gestito e da chi. Descrivere il livello desiderato di formazione e di orientamento necessario per gli occupanti dell’edificio per comprendere e utilizzare i sistemi di costruzione.

Il documento dei progettistiPer esprimere il grado di fattibilità delle richie-

ste avanzate dalla committenza, i progettisti de-vono compilare un documento, chiamato BOD (Basis of Design), che deve riassumere le scelte

alla certificazione di sostenibilità ambientale. Descrivere eventuali obiettivi o requisiti in merito a: lo-calizzazione, paesaggio, facciate, superfici trasparenti, caratteristiche di tetto e facciata che possono incidere sul consumo energetico

• Requisiti di qualità ambientale interna: considerando applicabi-lità ed appropriatezza, descrivere, per ciascun programma/area di utilizzo, la destinazione d’uso, le previsioni occupazionali, i requisiti spaziali (compresi illuminazione, temperatura operativa, umidità, acustica, qualità dell’aria, ventila-zione e criteri di filtraggio), parti-colari desideri in merito all’usabi-lità dei sistemi di controllo o a un determinato tipo di illuminazione.

• Aspettative per attrezzature

Tre modi per sTilare un oprEsistono principalmente tre modi per sviluppare i requisiti di un Opr:• Indagine• Intervista• WorkshopL’indagine è impersonale e può non rappresentare tutte le richieste/esigenze, ma può essere un buon modo per introdurre lo sviluppo del documento. L’intervista è limitativa, perché si riduce al pensiero di pochi partecipanti, ma può essere l’occasione per coinvolgere coloro che non hanno mai assistito allo sviluppo del documento. Il workshop offre una situazione dinamica, che coinvolge un elevato numero di

partecipanti chiamati a offrire un contributo. L’interazione consente lo sviluppo di nuove idee che altrimenti non avrebbero luogo per essere esposte. Il labora-torio dovrebbe strutturarsi in due fasi:• una preliminare atta a stimolare idee e pensieri• una successiva per l’espressione di ulteriori riflessioniIl workshop dovrebbe essere aperto alla partecipazione di: • proprietario• futuri occupanti dell’edificio• architetto/ingegnere• personale addetto alla gestione e manutenzione degli impianti

CarattErIstIChE dEL BOd (BasIs Of dEsIgn) Il documento Bod deve specificare:

• descrizioni degli impianti • riscaldamento, ventilazione, sistemi di aria condizionata

(HVAC meccanico e passivo) e sistemi di controllo• sistemi di illuminazione interna e sistemi di regolazione• impianti domestici di acqua calda• eventuali sistemi di energia rinnovabile (solare, eolica, ecc)

• Principali scelte progettuali • standard presi come riferimento per la progettazionePer quanto riguarda i sistemi impiantistici, il progettista deve specificare:

1. sistemi hVaC:1.1 descrizione del/i sistema/i:

• tipo di sistema, ubicazione, tipo di controllo, caratteri-stiche di efficienza, caratteristiche della qualità dell’aria interna, strategie per la riduzione del rumore

• descrizione delle modalità con cui il sistema può soddi-sfare i requisiti espressi dalla committenza

1.2 Motivi della scelta del sistema:

• ragioni per cui il sistema selezionato è migliore rispetto alle alternative (prendendo in esame ad esempio: comfort, efficienza, affidabilità, flessibilità, semplicità, costo, vincoli del sito, disponibilità di manutenzione, acustica)

• scelte progettuali1.3 Criteri di progettazione

• metodo di calcolo del carico / software• condizioni interne, in inverno e d’estate• condizioni interne• codici, linee guida, regolamenti applicabili

1.4 sequenze operazionali• schede operative, valori di setpoint

2. sistema di illuminazione interna2.1 descrizione del/i sistema/i

• tipo di apparecchiatura• descrizione dei sistemi di controllo selezionati

2.2 Motivi della scelta del sistema:• ragioni per cui il sistema selezionato è migliore rispet-

to alle alternative (prendendo in esame, ad esempio, comfort, efficienza, affidabilità, flessibilità, semplicità,

costo, integrazione con luce solare)• scelte progettuali

2.3 Criteri di progettazione• codici, linee guida, regolamenti applicabili• calcolo delle condizioni dell’illuminazione

3. sistema di acqua calda sanitaria3.1 descrizione del/i sistema/i

• tipo di impianto, ubicazione, sistema di controllo, carat-teristiche di efficienza, benefici ambientali

• descrizione delle modalità con cui il sistema può rispet-tare le esigenze della committenza

3.2 Motivi della scelta del sistema:• ragioni per cui il sistema selezionato è migliore rispetto alle

alternative (prendendo in esame: efficienza, affidabilità, co-strizioni spaziali, costo, pratiche manutentive)

• scelte progettuali3.3 Criteri di progettazione

• temperatura/e del sistema di distribuzione dell’acqua• temperatura/e del sistema di stoccaggio dell’acqua• codici, linee guida, regolamenti applicabili

40 #18

Il processo di commissioning Per comprendere come e attraverso quali fasi

la Commissioning Authority utilizza l’Opr, ci rifac-ciamo al seguente schema riassuntivo:

Pre-design Phase• Selezionare una CxA (Commissioning Authority)• Revisionare l’OPR• Preparare un piano Cx (Commissioning Plan)

con obbiettivi di budget • Preparare un piano Cx con obiettivi di

progettazione Design Phase

• Revisione del Bod

CAsO studIO ReAle Viene di seguito illustrato un caso reale in cui

il complesso in oggetto, da ristrutturare, è desti-nato ad albergo ed è caratterizzato da: • Piano secondo interrato: spogliatoi, lavanderia,

locale rifiuti, locali tecnici;• Piano primo interrato: sale conferenze, locali

adibiti a cucina (preparazione, cottura, lavag-gio e deposito);

• Piano terra: hall, lounge;• Piano ammezzato: ristorante, bar/caffetteria;• Piani 1º, 2º, 3º, 4º, 5º, 6º, 7º, 8º e 9º: camere;• Piano 10º: fitness;• Piano copertura: locali tecnici.

Requisiti della committenzaL’obbiettivo del committente è quello di ave-

re un’opera che raggiunga obbiettivi in termini di budget, classe energetica desiderata e tem-pistica. La committenza deve ipotizzare delle tempistiche inerenti: avvio della progettazione preliminare, conclusione della progettazione ese-cutiva, avvio della costruzione/ristrutturazione, riconsegna dell’edificio. L’OPR può inoltre fissare la data prevista per l’inaugurazione del comples-so, evidenziando che non saranno tollerati ritardi di nessuna natura.

Per quanto concerne il caso in esame, la Committenza ha evidenziato interesse nei con-fronti della Normativa NZEB – Edificio ad Energia Quasi Zero coerentemente con la Direttiva Europea 2010-31 – UE finalizzata a:• Ridurre il riscaldamento, il raffrescamento ed i

carichi di illuminazione attraverso una proget-tazione olistica adattata al clima e finalizzata alla realizzazione di un involucro edilizio ad al-tissima prestazione;

• Utilizzare fonti energetiche rinnovabili o ad alta efficienza tali da minimizzare il consumo da fonte non rinnovabile e la produzione di CO2;

• Selezionare sistemi di climatizzazione (HVAC) e di illuminazione efficienti e che siano in grado di gestire correttamente condizioni di carico parziale e soddisfare i requisiti di interfacciamento con il sistema energetico locale mediante l’utilizzo di

IDENTIFICAZIONE TIPOLOGIA IMPIANTISTICASale convegni

RistoranteBar

CucinaSoluzione proposta: so�tti radianti e aria primaria

Soluzione alternativa: condizionatoriSoluzione proposta:so�tti radianti e aria primaria

Soluzione alternativa: ventilconvettori e aria primariaServizi igienici Termoarredo ed estrazione aria

Soluzione proposta:so�tti radianti e aria primariaSoluzione alternativa: impianto a tutt'aria

Camere

Area �tness

Impianti a tutt'aria

Hall

Tabella 1 – Soluzioni impiantistiche meccaniche selezionate

• Condurre test sulle prestazioni funzionali

• Preparare una relazione finale e manuali dei sistemi

Post-occupancy Phase• Eseguire una valutazione

post-occupazionale• Eseguire test fuori stagione • Documentare eventuali problemi

di garanzia• Revisionare /coordinare la messa

in servizio

• Spazi tecnici• Emissioni• Modalità di costruzione dell’edificio• Impatto acustico• Complessità di installazione e

funzionamento• Corrispondenza tra carichi termi-

ci ed elettrici• Condizioni climatiche locali esterne• IAQ ambienti interni• Classe energetica A• Extra costo nei confronti di solu-

zioni “tradizionali”• Prezzi dell’energia elettrica e de-

gli altri combustibiliSulla scorta dell’analisi di fattibi-

lità, gli eventuali adeguamenti im-piantistici saranno recepiti in fase di progettazione definitiva.

Impianti meccanici Nella struttura in oggetto, risul-

ta disponibile la fornitura di energia elettrica, energia termica (teleriscal-damento durante l’intero anno) e ac-qua per usi potabili. Da un punto di vista gestionale, i profili di utilizzo delle varie utenze sono da ritenersi

• Perfezionamento della portata del lavoro pre-vista dal Cx

• Eseguire un esame del progetto• Preparare un Piano di costruzione• Preparare specifiche per la fase di commissiong

Construction Phase• Partecipare alla conferenza sulla fase

pre-costruttiva• Aggiornare il piano Cx • Rivedere la documentazione richiesta• Rivedere i sistemi di testing• Curare la formazione del personale addetto alla

gestione degli impiantistiche

sistemi integrati di produzione e distribuzione di energia termica ed elettrica (cogenerazio-ne, celle a combustibile, accumuli termici, etc.) per la riduzione dei picchi e l’ottimizzazione economico-tariffaria;

• Ottimizzare sia le prestazioni energetiche uti-lizzando programmi di modellazione energe-tica per il tramite di simulazioni dinamiche sia le strategie di controllo del sistema mediante l’impiego di appositi sensori per controllare i carichi sulla base del profilo di occupazione e delle disponibilità di risorse naturali.

Avendo preliminarmente ipotizzato, sulla scor-ta di una ottimizzazione dei fabbisogni ottenibili per il tramite di elevate prestazioni dell’involucro, di puntare sulle seguenti tecnologie:• Gruppi polivalenti ad aria per la produzione con-

temporanea di fluidi caldi e freddi• Pompa di calore dedicata alla produzione di

acqua calda sanitaria• Accumulo termico• Centrali di trattamento aria dotate di recupero

del tipo termodinamico ad elevato rendimentoSaranno analizzate le seguenti opzioni:

• Solare termico• Solare fotovoltaico• Cogenerazione

nell’ottica dei seguenti vincoli:

41#18

Intervallo Valore Hall 35 - 45 40

Sale convegni 30 - 40 35Ristorante 35 - 50 45

Bar 35 - 50 40Camere (giorno) 30 - 40 35Camere (notte) 25 - 35 30Servizi igienici 40 - 50 45

Area �tness 35 - 50 45Cucina 40 - 60 55

LIVELLO DI PRESSIONE SONORA (dB(A)IDENTIFICAZIONE

indipendenti. La Committenza, nel corso della progettazione, ha eviden-ziato l’eventuale necessità di conta-bilizzare i vettori energetici (energia elettrica, termica, frigorifera ed acqua potabile), per ipotetiche utenze tra di loro gestionalmente scorporabili.

Entrando nel dettaglio delle so-luzioni impiantistiche meccaniche selezionate, si riporta alla Tabella 1.

I singoli ambienti/zone climatizzati risultano invece caratterizzati dai parametri di uso e di cari-co endogeno prodotto, esemplificati in Tabella 2.

Condizioni termoigrometriche interne

Sottolineando che, secondo quanto richie-sto dalla Normativa vigente (UNI 10339) la per-centuale massima di persone insoddisfatte non deve superare il 10% equivalente ad una Classe di Benessere B secondo UNI EN ISO 7730, le con-dizioni termoigrometriche interne suggerite per l’edificio in oggetto sono riassunte in Tabella 3.

Ventilazione e filtrazione Considerando un livello di qualità dell’aria in-

terna media (Livello IDA2) ed una qualità dell’aria esterna moderata (livello ODA2), sono stati estra-polati dalla Norma UNI EN 13779 i seguenti valori da rispettarsi (Tabella 4).

umidificazione dell’ariaAl fine di contenere i consumi energetici nel

periodo invernale saranno previsti umidificatori adiabatici ad acqua atomizzata ad alta pressione, completi di separatore di gocce tali da assicurare la protezione delle batterie e di tutta la compo-nentistica a valle del sistema di umidificazione dall’attacco corrosivo di acqua demineralizzata.

Velocità dell’ariaPer l’ottenimento della Classe B richiesta, la

scelta dei sistemi di distribuzione dell’aria dovrà essere fatta tenendo presente quanto prescritto dalla UNI EN ISO 7730 in merito al rischio di cor-renti d’aria (DR<20) e dalla UNI 10339 per ciò che concerne la velocità residua dell’aria nelle zone oc-cupate. Quest’ultima, secondo la normativa, dovrà essere inferiore a 0,15 m/s nel periodo di riscalda-mento e 0,2 m/s nel periodo di raffrescamento.

AcusticaFatto salvo eventuali prescrizioni supplemen-

tari da parte del Tecnico Acustico si riportano nella tabella sottostante i principali parametri di riferimento per le relative utenze così come sug-gerito dalla UNI EN 15251.

Caratteristiche termofisiche degli edifici e utilizzo degli ambienti

Per ciò che concerne le caratteristiche termo fisiche dell’involucro, queste dovranno essere com-patibili con il livello di certificazione energetica pre-visto e dovranno raggiungere un determinato livello prestazionale, con interventi da ripartirsi su strut-ture opache verticali, strutture opache (copertu-re), strutture opache (pavimenti), involucro traspa-rente, fattore solare, protezione da irraggiamento.

To (°C) U.R. (%) To (°C) U.R. (%)Hall

Sale convegniRistorante

BarCamere 21 40 26 55

Servizi igienici 22 NC NC NCArea �tness 19 NC 22-26 60

Cucina 20 NC 28 NC

20 40 26 55

Tollerenza: Temperatura ± 1°C, Umidità relativa ± 10%

IDENTIFICAZIONE INVERNO ESTATE

Temperature operative ed umidità relative

Tabella 3 – Condizioni termoigrometriche interne suggerite

Ventilazionem3/(h·persona)

Filtrazione(classe)

Hall 40 +Sale convegni 30 +

Ristorante 45 -Bar 40 +

Camere 120 +Area �tness 50-60 +

Servizi igienici Camere 100 -

Servizi igienici a supporto dell'hotel 8 vol/h -

F6+F8

NB: il valore di portata d'aria esterna riferito alle camere è indipendente dal numero di persone

Tollerenza portata ± 10%

VENTILAZIONE, FILTRAZIONE E PRESSIONE

IDENTIFICAZIONEPressione

Nota: Pressione positiva (+) ovvero depressione (-) nei confronti dei locali limitrofi sono intese, salvo dove diversamente indicato, caratterizzati da 0,2 ÷ 0,3 Vol/ambiente-ora

Tabella 4 – Valori di ventilazione e filtrazione da rispettarsi stando alla Norma UNI EN 13779

Tabella 5 – Parametri di riferimento per le relative utenze, stando alla Norma UNI EN 15251

persone pers/m2 W/m2 W Wsens Wlat

Hall 0,2 15 65 70Sale convegni 0,6 20 65 45

Ristorante 0,6 30 70 95Bar 0,3 20 65 70

Camere 2 150 65 70Servizi igienici

Area �tness 0,2 10 200 300

Illuminazione Apportodelle personeOccupazione

IDENTIFICAZIONE

Tabella 2 – Parametri di uso e di carico endogeno prodotto nei singoli ambienti

42 #18

terminali sarà effettuato in funzione dei contenuti della pratica di preven-zione incendi approvata dai VVFF.

Impianti meccanici, leggi e norme di riferimento

Gli impianti saranno realizzati in ogni loro parte e nel loro insieme in conformità alle leggi, norme, pre-scrizioni, regolamentazioni e rac-comandazioni emanate dagli enti, agenti in campo nazionale e loca-le, preposti per legge al controllo ed alla sorveglianza della regolarità della loro esecuzione. Nel box è ri-portato un elenco, indicativo e non esaustivo, delle principali norme da osservare.� n

* Remo Massacesi e Francesco Maiorino, Studio Ing. Remo Massacesi S.r.l.

• Eventuale cogenerazione in relazione alle risul-tanze dello studio di prefattibilità tecnico-econo-mico derivante dall’applicazione della Normativa Europea NZEB.

Impianti idrosanitari e di scarico Mentre l’ubicazione e la tipologia degli ap-

parecchi sanitari previsti saranno identificati ne-gli elaborati grafici di progetto, le caratteristiche tipologiche e dimensionali degli apparecchi sa-ranno definite in collaborazione con i progettisti architettonici dell’intervento e dovranno rispettare eventuali richieste fornite dalla Committenza. Nel caso in oggetto si è fatta esplicita richiesta di ru-binetteria corredata di aeratori per riduzione della portata erogata e cassette di risciacquo corredate di doppio pulsante (3/6 l).

L’acqua calda sanitaria sarà prodotta central-mente e saranno previsti trattamenti termici e/o chimici per la prevenzione contro la legionellosi.

Impianti di estinzione incendi Il dimensionamento idraulico delle reti e dei

Fluidi termovettori Coerentemente con l’impiego di terminali

previsti (condizionatori e sistemi radianti), i fluidi termovettori da utilizzarsi per la climatizzazione saranno i seguenti:• acqua calda: 45 - 40°C;• acqua refrigerata per centrali trattamento aria

e ventilconvettori: 7 - 12°C;• acqua refrigerata per soffitti radianti: 16 - 18°C;

Fonti energetichePer ciò che concerne l’approvvigionamento

energetico, si suggerisce l’utilizzo in cascata del-le seguenti fonti:• Pompe di calore del tipo multifunzione per HVAC;• Pompa di calore dedicata alla produzione di

acqua calda sanitaria (ACS);• Caldaia a condensazione quale emergenza

all’impianto di riscaldamento e produzione ACS previsto;

• Pannelli fotovoltaici finalizzato al rispetto della Direttiva RES (potenza installata minima, in kW, pari ad 1/80 della superficie in pianta dell’edificio)

leggi e decreTi • Legge 9 gennaio 1991 n. 9. norme per l’attuazione del nuovo Piano ener-

getico nazionale: in materia di uso razionale dell’energia di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia e smi.

• Legge 9 gennaio 1991 n. 10. norme per l’attuazione del nuovo Piano energetico nazionale in materia di uso ra zionale dell’energia, di rispar-mio energetico e di svi luppo delle fonti rinnovabili di energia.

• dPCM 1 marzo 1991. Limiti massimi di esposizione al ru more negli am-bienti abitativi e nell’ambiente esterno.

• dPr 26 agosto 1993 n. 412. regolamento recante norme per la progetta-zione, l’installazione, l’esercizio e la ma nutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del mantenimento dei consumi di energia, in attua-zione dell’art. 4, comma 4, della Legge 9 gennaio 1991, n. 10.

• direttiva 97/23/CE PEd. direttiva 97/23/CE PEd sugli apparecchi in pres-sione recepita in Italia con d. Lgs. 25/02/2000 n°93.

• decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192. attuazione della di rettiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia.

• decreto Legislativo 29 dicembre 2006, n. 311. disposizioni correttive ed integrative al d.Lgs. 19 agosto 2005, n° 192, recante attuazione della di-rettiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia.

• d. Lgs. 37/2008. regolamento concernente l’attuazione dell’art. 11-qua-terdecies, comma 13, lettera a), della L. 248 del 02/12/2005, recante il riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli im-pianti all’interno degli edifici (ex L. 46/1990 – in vigore dal 27/03/2008).

• d. Lgs. 81/2008. attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n° 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

• dPr 2 aprile 2009 n. 59. regolamento di attuazione dell’articolo 4, com-ma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, con-cernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energe-tico in edilizia.

• d. Lgs. 3 marzo 2011, n. 28 attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE.

• Legge regione Lombardia 2/05/2007, n. 13 disposizioni in materia di rendimento energetico nell’edilizia

norme uni • UnI En 378-1/2012. Impianti di refrigerazione e pompe di calore. requisiti di sicurezza ed

ambientali. requisiti di base, definizioni, classificazione e criteri di selezione.• UnI En 378-2/2012. Impianti di refrigerazione e pompe di calore. requisiti di sicurezza ed

ambientali. Progettazione, costruzione, prove, marcatura e documentazione.• UnI En 378-3/2012. Impianti di refrigerazione e pompe di calore. requisiti di sicurezza ed

ambientali. Installazione in sito e protezione delle persone.• UnI En 378-4/2012. Impianti di refrigerazione e pompe di calore. requisiti di sicurezza ed

ambientali. Esercizio, manutenzione, riparazione e riutilizzo.• UnI 8199/1998. acustica. Collaudo acustico degli impianti di climatizzazione e ventilazio-

ne. Linee guida contrattuali e modalità di misurazione.• UnI 9182/2012. Edilizia. Impianti di alimentazione e distribuzione d’acqua fredda e calda

– Criteri di progettazione, collaudo e gestione. • UnI En 806-1/2008. Edilizia. specifiche relative agli impianti all’interno di edifici per il

convogliamento di acque destinate al consumo umano – Parte 1: generalità.• UnI En 806-2/2008. Edilizia. specifiche relative agli impianti all’interno di edifici per il

convogliamento di acque destinate al consumo umano – Parte 2: Progettazione.• UnI En 806-3/2008. Edilizia. specifiche relative agli impianti all’interno di edifici per il

convogliamento di acque destinate al consumo umano – Parte 3: dimensionamento delle tubazioni – Metodo semplificato.

• UnI En 12056-1/2001. sistemi di scarico funzionanti a gravità all’interno di edifici. requisiti generali e prestazioni.

• UnI En 12056-5/2001. sistemi di scarico funzionanti a gravità all’interno di edifici. Installazione e prove, istruzioni per l’esercizio, la manutenzione e l’uso.

• UnI En 12056-3/2001. sistemi di scarico funzionanti a gravità all’interno degli edifici. sistemi per l’evacuazione delle acque meteoriche, progettazione e calcolo.

• UnI 10339/1995 – Impianti aeraulici al fini di benessere. generalità, classificazione e re-quisiti. regole per la richiesta d’offerta, l’offerta, l’ordine e la fornitura.

• UnI En 13779/2008 – Ventilazione degli edifici non residenziali. requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione.

• UnI En 12845:2005. Installazioni fisse antincendio – sistemi automatici a sprinkler – Progettazione, installazione e manutenzione.

• UnI En 15251. Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambien-te termico, all’illuminazione e all’acustica.

VENERDÌ 21 SETTEMBRE 2012

NEWSLETTER – Nr.17 — Pag.1

Newsletter

Nr.17 – VENERDÌ 21 SETTEMBRE 2012

In www.hsh.info il programma completo delle conferenze e il modulo di iscrizione

Venerdì 19 ottobre, ore 11,00 - Isolamento sismico del patrimonio edilizio esistente per la

ricostruzione de L’Aquila. Relatori Prof. Ing. Bruno Briseghella, Prof. Ing.Tobia Zordan, Ing. Alessandra

Romano e Ing. Lamberto Zambianchi.

Venerdì 19 ottobre, ore 15,00 - Analisi tridimensionale di stazioni metropolitane: modellazione

strutturale di intersezioni fra tunnel. Relatore Ing.Giuseppe Maria Gaspari (GEODATA Engineering SpA).

Sabato 20 ottobre, ore 11,00 - Arco e passerella pedonale del villaggio olimpico Torino 2006.

Relatori Ing. Sandro Tarditi, Ing. Paolo Soldani (Tarditi e Soldani Ingegneria) e Ing. Innocente Porrone.

Sabato 20 ottobre, ore 15,00 - Restauro e riuso della Mole Antonelliana di Torino.

Relatori Prof. Ing. Giorgio Romaro e Arch. Chiara Romaro.

Domenica 21 ottobre, ore 11,00 - Building envelopes designed with foils. Meeting challenges

in specialized structural analysis with Straus7.

Relatore Dr. Ing. Lutz Schöne (LEICHT structural engineering and specialist consulting GmbH).

Straus7 al SAIE 2012 - Calcolo strutturale agli elementi finiti lin

eare e non lineare - www.hsh.info

GRANDE STADE DE LE HAVRE

Copyright Novum Structures GmbH

HSH srl - Tel. 049 663888 - [email protected] - Calendario corsi di istruzione in www.hsh.info

alSAIE2012

Giornate

Lineare e Non-Lineare

Partecipazione gratuita.

Posti limitati.

Invitoalle

Piedino-Stadio Le Havre SAIE 31 ago_Layout 1 01/09/12 09:25 Pagina 1

La RiPRESa NELLa SEcoNDa

METà DEL 2013 —>pag.9 LE DiScREPaNzE TRa La DocuMENTazioNE E

La SicuREzza oggETTiVa —>pag.32

CONSUMO DEL SUOLO

MERCATO IMMOBILIARE

IN ARRIVO

L'AUTORIZZAZIONE

UNICA AMBIENTALE

SICUREZZA IN CANTIERE

COSTRUZIONI

DOSSIER EFFICIENZA ENERGETICA E LAVORO

APPALTI ITALIA

INVESTIMENTI EUROPEI

REGIONI E ENTI LOCALI

PROfESSIONI

RINNOVABILI

SMART CITIES

CANTIERI

NORME MATERIALI

PROGETTI

CORSI DI fORMAZIONE

EVENTI BANDI

DOMANDE DI LAVORO

Via LiBERa aL DiSEgNo Di LEggE coNTRo

La cEMENTificazioNE

—>pag.2

NEi MESi ESTiVi MERcaTo iN

caDuTa LiBERa —>pag.5

STRaTEgia

uE PER iL RiLaNcio aLL'ESaME DEL

PaRLaMENTo iTaLiaNo —>pag.4

SÌ aLLa DiRETTiVa SuLL'EfficiENza

ENERgETica

—>pag.8

GARE DI

PROGETTAZIONE

Il leader italiano del software tecnico

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VENERDÌ 12 ottoBRE 2012

NEWSLEttER – Nr.18 — Pag.1

Newsletter

Nr.18 – VENERDÌ 12 ottoBRE 2012

In www.hsh.info il programma completo delle conferenze e il modulo di iscrizione

Venerdì 19 ottobre, ore 11,00 - Isolamento sismico del patrimonio edilizio esistente per la

ricostruzione de L’Aquila. Relatori Prof. Ing. Bruno Briseghella, Prof. Ing.Tobia Zordan, Ing. Alessandra

Romano e Ing. Lamberto Zambianchi.

Venerdì 19 ottobre, ore 15,00 - Analisi tridimensionale di stazioni metropolitane: modellazione

strutturale di intersezioni fra tunnel. Relatore Ing.Giuseppe Maria Gaspari (GEODATA Engineering SpA).

Sabato 20 ottobre, ore 11,00 - Arco e passerella pedonale del villaggio olimpico Torino 2006.

Relatori Ing. Sandro Tarditi, Ing. Paolo Soldani (Tarditi e Soldani Ingegneria) e Ing. Innocente Porrone.

Sabato 20 ottobre, ore 15,00 - Restauro e riuso della Mole Antonelliana di Torino.

Relatori Prof. Ing. Giorgio Romaro e Arch. Chiara Romaro.

Domenica 21 ottobre, ore 11,00 - Building envelopes designed with foils. Meeting challenges

in specialized structural analysis with Straus7.

Relatore Dr. Ing. Lutz Schöne (LEICHT structural engineering and specialist consulting GmbH).

Straus7 al SAIE 2012 - Calcolo strutturale agli elementi finiti lineare e non lineare - www.hsh.info

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alSAIE2012

Giornate

Lineare e Non-Lineare

Partecipazione gratuita.

Posti limitati.

Invito alle

Piedino-Stadio Le Havre SAIE 31 ago_Layout 1 01/09/12 09:25 Pagina 1

SEttEmBRE Da

DimENticaRE —>pag.13

aPPELLo aL GoVERNo Di coStRuttoRi E

coNfiNDuStRia —>pag.11

obbligo pagamenti

con bancomat

meRcato ReSiDenZiale

GARE DI PROGETTAZIONEDoSSieR RiScHio SiSmico

eD iDRogeologico

le città italiane

Sotto la lente Di

ingRanDimento

EDILIZIA SMART

eSteRo

appalti

pRofeSSioni

Regioni e enti locali

SentenZe

Rinnovabili

noRme tecnicHe

meRcati

tecnologie

mateRiali

coRSi Di foRmaZione

eventi banDi

—>pag.2

GLi affitti cREScoNo DEL DoPPio

RiSPEtto aLLE VENDitE —>pag.9

500 miLioNi Di RiSPaRmi DaLL’iLLu-

miNazioNE PuBBLica —>pag.2

—>pag.7

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LEGGE DI STABILITà

Ambiente

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VENERDÌ 26 ottoBRE 2012NEWSLEttER – Nr.19 — Pag.1

NewsletterNr.19 – VENERDÌ 26 ottoBRE 2012

tutti i NoDi iN SoSPESo —>pag.12

—>pag.17

aVVio aNticiPato aL 1° DicEmBRE 2012 —>pag.15

aL Via La RiVoLuZioNE DEGLi iNGEGNERi —>pag.7

PERmESSo Di coStRuiRE coN SiLENZioaSSENSo —>pag.4

LE NoVità PER EDiLiZia E aPPaLti —>pag.9

DDL SEMPLIFICAZIONI

STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE, CONSULTAZIONE PUBBLICA ONLINE

DDL ANTI-CORRUZIONEMANAGER DELLA

SOSTENIBILITÀ RIFORMA DELLE PROFESSIONI

IVA PER CASSA

CONSIGLI DISCIPLINARI PROVINCIALI

APPALTI

FOTOvOLTAICO

RINNOvABILI

LAvORI PUBBLICI

RETI

NORME E TECNOLOGIE

CORSI E SEMINARI

SEMINARI

BANDI

fiGuRa PRofESSioNaLE

iN aScESa —>pag.11

Da oicE La fotoGRafia DEL mERcato —>pag.2

SOCIETÀ DI INGEGNERIA

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VENERDÌ 16 NOVEMBRE 2012

NEWSLETTER – Nr.20 — Pag.1

NewsletterNr.20 – VENERDÌ 16 NOVEMBRE 2012

ANALiSi DEL DM 161/2012 —>pag.14

—>pag.15

LA cLASSificA DELLE MigLiORi E LE PEggiORi ciTTà —>pag.9

—>pag.5

NORME iN VigORE DAL 1° gENNAiO 2013 —>pag.11DAL cSLP uNA NuOVA ciRcOLARE PER SuPERARE i

DuBBi iNTERPRETATiVi —>pag.12

CNI: baNdI dI INgegNerIa polarIzzatI su poChI graNdI progettI

PAGAMENTI A 30 GIORNIINdagINI IN sItustrategIa eNergetICa NazIoNale,

le proposte per MIglIorarla

greeN eCoNoMY

DEMOLIZIONE E RECUPERO INERTI

QUALITÀ AMBIENTALE

professIoNIlavorI pubblICI

appaltI pubblICI

eNergIa

MerCatIseNteNze

regIoNI e eNtI loCalIteCNologIa

estero

CorsI

seMINarI

baNdI

iL RAPPORTO cON LA “fOTOgRAfiA

VERDE” DELL’iTALiA —>pag.6

ViA LiBERA DAL gOVERNO. TuTTE LE NOViTà —>pag.2

DDL INFRASTRUTTURE

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VENERDÌ 30 NOVEMBRE 2012

NEWSLETTER – Nr.21 — Pag.1

Newsletter

Nr.21 – VENERDÌ 30 NOVEMBRE 2012

IN VIGORE LA NUOVA MODULISTICA —>pag.11

LE PRINCIPALI NOVITà —>pag.4

LA RIFORMA DEL

CONDOMINIO È LEGGE

PREVENZIONE INCENDI

IVA PER CASSA

CERTIFICAZIONI ENERGETICHE

DISSESTO IDROGEOLOGICO

EFFICIENZA ENERGETICA

NELLE IMPRESE

PROFESSIONIAPPALTI PubbLICI

STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE

RINNOVAbILISENTENZEMERCATIREGIONI E ENTI LOCALI

ESTEROSMART GRIDNORME TECNICHEPRODOTTI INNOVATIVI

PERSONAGGIVIDEOCORSI

bANDI

DALL’AGENZIA DELLE ENTRATE LE REGOLE

PER L’ESERCIZIO DELL’OPZIONE —>pag.6

NUOVE REGOLE E

SEMPLIfICAZIONI

IN LOMBARDIA —>pag.7

CLINI STIMA IN 40 MLD I

COSTI PER LA MESSA IN

SICUREZZA —>pag.9

PRESENTATO IL 2° RAPPORTO DEL

POLITECNICO DI MILANO —>pag.3

APPROVATA LA RIfORMA PREVIDENZIALE

DI INARCASSA —>pag.2

INGEGNERI E ARCHITETTI

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VENERDÌ 29 giugNo 2012

NEWSLETTER – Nr.12 — Pag.1

Newsletter

Nr.12 – VENERDÌ 29 giugNo 2012

Il Cdm approva lo sChema

dI deCreto

—>pag.14

defInItI I parametrI per Il

Compenso neI ContenzIosI e nelle

gare d’appalto

—>pag.15

PROFESSIONI

REGIONI

ENERGIE

cONGRESSI

BANDI

LA RIFORMA DEL

LAVORO È LEGGE

Riforma delle professioni

RitoRno delle taRiffele novItà su partIte Iva e

settore CostruzIonI —>pag.2

TuTTi gLi iNCENTiVi

—>pag.4

L’imPaTTo ECoNomiCo DEL DECRETo SECoNDo aNCE —>pag.7

SEmPLifiCazioNi PER Dia E SCia

—>pag.9

RiPRiSTiNo DELL’iVa PER CESSioNi E LoCazioNi Di NuoVi

immobiLi iNVENDuTi

—>pag.10

—>pag.11

CSLP: Linee guida per certificare

l'agibilità sismica dei capannoni

doSSieR

deCReto SVilUPPo

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VENERDÌ 13 LUGLIO 2012

NEWSLETTER – Nr.13 — Pag.1

Newsletter

Nr.13 – VENERDÌ 13 LUGLIO 2012

Le nuove regoLe e Le opinioni

degLi operatori —>pag.12

Normativa

rEGioNi E ENti locali

sENtENzE

appalti

sviluppi tEcNoloGici

NormE uNi

associazioNi E pErsoNaGGi

BaNDi

coNGrEsso

spENDiNG rEviEW

NEL 2011 GLI APPALTI HANNO

RAPPRESENTATO L’8,1% DEL PIL

COmE CambIaNO GLI aCqUISTI

DELLa Pa —>pag.2

iL Cni prevede 45.000 nuovi posti di

Lavoro per gLi ingegneri —>pag.6

—>pag.4

—>pag.8

—>pag.10

Assicurazione obbligatoria,

le proposte delle

compagnie assicurative

v° conto Energia e

Decreto rinnovabili

elettriche in G.u.

I RILIEVI DEL CONSIGLIO

DI STATO SULLA RIFORMA

DELLE PROFESSIONI

GREEN ECONOMY

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Influenza della modellazione di

connessioni spinottate trave-colonna

sulla risposta sismica di edifici

monopiano prefabbricati.

Nuovo documento nel sito www.hsh.info

Piedino Sismica DEF_Layout 1 29/06/12 10:43 Pagina 1

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VENERDÌ 27 LUGLIO 2012NEWSLETTER – Nr.14 — Pag.1

NewsletterNr.14 – VENERDÌ 27 LUGLIO 2012

FOTOVOLTaIcO E ScaDENzE cEI 0-20, maNcaNO LE INTERFaccE DI RETE —>pag.9

- 9,3% I PREzzI DELLE caSE. LE caUSE DELLa FLESSIONE E LE RIcETTE —>pag.10

SI Va VERSO La PROROGa? —>pag.8

REGIONI E ENtI lOcalI

laVORO

EDIlIZIa

sENtENZE

ENERGIa E REtI

BaNDI

cORsI DI fORmaZIONE

EVENtI

DEcREtO sVIlUPPOLE NOVITà DOPO IL PaSSaGGIO a mONTEcITORIO —>pag.2

—>pag.7

assIcURaZIONE OBBlIGatORIa

V° cONtO ENERGIa

REal EstatE

RIFORMA DELLE PROFESSIONI: INGEGNERI E ARCHITETTI SI CONFRONTANO

RINNOVABILI ELETTRICHE NON FOTOVOLTAICHE: ANALISI DEL DM 6 LUGLIO 2012

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VENERDÌ 3 AGOSTO 2012

NEWSLETTER – Nr.15 — Pag.1

NewsletterNr.15 – VENERDÌ 3 AGOSTO 2012

BRuxELLES E iL PiANO VERDE PER iL

RiLANciO DELLE cOSTRuziONi —>pag.8

iNARcASSA, GLi EffETTi DEL PASSAGGiO

AL SiSTEmA cONTRiBuTiVO —>pag.11

—>pag.10

—>pag.16

SPENDING REVIEW

RISTRUTTURAZIONI ENERGETICHE

GLI INDICATORI AMBIENTALI DELLE CITTà ITALIANE

DOSSIER EVOLUZIONE DELLA PROFESSIONE

TARIFFE PROFESSIONALI

APPROFONDIMENTO

EUROPAEDILIZIA E APPALTIRINNOVABILI

REGIONI E ENTI LOCALITECNOLOGIEMATERIALI

NORME TECNICHECORSI DI FORMAZIONEBANDIStraus7 Nativo Non-Lineare alSAIE2012 -Pad. 33

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Influenza della modellazione di connessioni spinottate trave-colonnasulla risposta sismica di edificimonopiano prefabbricati.

Nuovo documento nel sito www.hsh.info

Piedino Sismica DEF_Layout 1 29/06/12 10:43 Pagina 1

LE NOViTà DEL DEcRETO APPROVATO

DAL SENATO —>pag.13

i PARAmETRi DEL miNiSTERO PER LA LiquiDAziONE DEL cOmPENSO —>pag.2

RIFORMA DELLE PROFESSIONIDALLE COMMISSIONI DI CAMERA E SENATO RICHIESTE DI MODIFICA

—>pag.18

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VENERDÌ 7 SETTEMBRE 2012

NEWSLETTER – Nr.16 — Pag.1

Newsletter

Nr.16 – VENERDÌ 7 SETTEMBRE 2012

Danfoss Solar Live 2012

Venite a scoprire i nuovi prodotti

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DEfiNiTE LE MoDaLiTà Di PRESENTazioNE

DELLE iSTaNzE

—>pag.10

LE DiScREPaNzE TRa La DocuMENTazioNE E

La SicuREzza oggETTiVa —>pag.11

i NuoVi iNcENTiVi

—>pag.18

—>pag.13

—>pag.21

RIFORMA DELLE

PROFESSIONI

PREVENZIONE INCENDI

GSE, LE PROCEDURE APPLICATIVE

DEL DM 6 LUGLIO 2012

V° CONTO ENERGIA

SICUREZZA IN CANTIERE

RIGENERAZIONE URBANA

SPECIALE BIENNALE: IN MOSTRA L’ARCHITETTURA PARTECIPATA

EFFICIENZA ENERGETICA

COSTRUZIONIPROFESSIONI

REGIONI E ENTI LOCALISENTENZEGARE TECNOLOGIE

CORSI DI FORMAZIONE

bANDI EVENTI

coME caMBiaNo gLi oRDiNi? —>pag.2

uNa caBiNa Di REgia PER DEciDERE

gLi iNVESTiMENTi —>pag.7

MILANO DICE NO AL

CONSUMO DI SUOLO

—>pag.9

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IN 10 SECONDI ALLA

NEWSLETTER w w w.giornaleingegnere. it

TUTTE LE INFORMAZIONI IMPORTANTI PER IL TUO LAVORO

#1844

Inoltre, il mantenimento di con-dizioni igieniche accettabili dei cir-cuiti aeraulici, contribuisce a man-tenere ridotti livelli di rischio di contrarre infezioni da parte degli ospiti. Teniamo presente, infatti, che gli alberghi sono sempre più il crocevia di viaggiatori provenien-ti da diversi paesi e con abitudini igieniche differenti.

Ma questo è solo l’inizio: la completa integrazione tra edifi-cio, strutture, impianti, tecnologie e attività svolte impone, fra l’altro, una continua evoluzione dei riferi-menti normativi e dei modelli e, di

è necessario avere chiari, fin da subito, i vincoli ed il contesto in cui si opera e ci si deve muovere.

È evidente infatti che, in un ambiente con-finato e climatizzato come l’albergo, la qualità dell’aria non è un elemento da dare per scon-tato, anche perché è responsabile della salute e della sicurezza sia degli ospiti che del personale alberghiero. In un ambiente climatizzato, infatti, la pulizia e la bonifica degli interi circuiti aeraulici sono il miglior mezzo di prevenzione per la salu-te delle persone che frequentano questo “habi-tat“. È il caso di sottolineare quanto ormai rilevato da tutta la cultura tecnica internazionale del set-tore e cioè che gli operatori in un ambiente sano riescano a lavorare meglio, riducendo le assenze e migliorando la qualità di vita.

L’albergo è molto più che un semplice edificio. È un vero e proprio “sistema” articolato ed in continua evoluzione, un’azienda comples-

sa, con una pluralità di attività che esulano dal core-business, che è l’offerta di ospitalità, ma che con esso sono in connessione tanto stretta da determinarne la qualità complessiva.

L’importanza della qualità dell’ariaNel sistema-albergo, inteso come struttura or-

ganica costituita da una serie di elementi, compresi quelli architettonici e impiantistici, la qualità dell’a-ria è uno dei fattori a cui porre maggiore attenzio-ne, attraverso un’azione di costante monitoraggio. Diverse sono le soluzioni finora elaborate per pro-gettare e gestire la qualità dell’aria e a tale proposito

Per una corretta gestione dell’areazione negli alberghi, oltre al rispetto della vigente normativa, sono necessari una costante manutenzione igienica e un approccio progettuale più moderno

di Franco Innocenzi*

Manutenzione igienica degli impianti aeraulici nelle strutture ricettive

Ventilazione

#18 45

e di umidità relativa e, in alcuni casi, del livello di filtrazione dell’aria) e, infine, analizzando se nel tempo il sistema ha subito cambiamenti in meri-to al livello di contaminazione biologica (analisi in punti critici del livello di carica batterica, micetica o di altre specie che una corretta ispezione tecni-ca può aver fatto supporre di cercare).

Norme tecniche e armonizzazioneLe fonti normative (si veda il box) ci dicono

cosa dobbiamo fare per essere conformi alla le-gislazione nazionale vigente, ma esistono anche le norme tecniche che specificano quali siano le pratiche di “buona regola dell’arte” da seguire. Le norme tecniche sono di provenienza europea e di provenienza nazionale e dovrebbero essere, contemporaneamente, coerenti tra loro e con-formi a quanto dispongono le fonti normative nazionali. Ma così non è.

Le norme di provenienza europea nel setto-re della manutenzione igienica sono sostanzial-mente due. La UNI EN 12097, riferita al dimensio-namento e posizionamento dei varchi di accesso ai circuiti aeraulici (portine d’ispezione), e la UNI EN 15780 del 2011 che invece si occupa compiu-tamente della pulizia dei sistemi di ventilazione e analizza come valutare la necessità della pu-lizia (visualizzazione, misure), definisce le classi di qualità della pulizia (bassa, media, alta in base alla tipologia di edificio servito) e quali siano gli intervalli di tempo tra ispezioni successive.

Nel contempo, la UNI in Italia si occupa di normare le attività di manutenzione generale, con il risultato che nel 2011 è stata emanata la

impianti aeraulici in ambito alberghiero; per con-tro le indagini, oltre che rappresentare un costo aggiuntivo rispetto alla normale conduzione de-gli impianti, sono spesso complicate dall’incer-tezza dei riferimenti e dei parametri da adottare per la valutazione dei risultati e da una cono-scenza poco approfondita dei problemi.

Per fare un esempio: spesso si tende ad at-tribuire erroneamente al circuito aeraulico la re-sponsabilità della generazione del batterio della legionella e, di conseguenza, gli operatori de-dicano solo a quell’aspetto la loro attenzione nell’approccio manutentivo.

È indubbio, tuttavia, che il miglior modo di te-nere sotto controllo il ruolo che svolge un siste-ma aeraulico è quello di indagare i suoi parametri, con una verifica periodica riferita alla sua integrità strutturale (stato di conservazione dei suoi com-ponenti come l’unità di trattamento dell’aria, il circuito di condotte, l’isolamento termico, i com-ponenti di linea intermedi ed i terminali di diffu-sione e ripresa dell’aria), così come la sua capacità funzionale (verifica dei parametri di temperatura

pari passo, degli ambienti connes-si. I nuovi modelli (attività, struttu-re, ecc.) permettono al personale di operare nelle migliori condizio-ni di esercizio della propria pro-fessionalità, a diretto vantaggio degli ospiti e della produttività operativa. Il personale sviluppa sempre più, in termini di efficacia delle prestazioni, un continuo af-finamento dell’antico mestiere di ospitare, nel prendersi cura delle esigenze di benessere delle per-sone e dell’ambiente.

Ispezioni tecniche, un concreto supporto se svolte correttamente

In questo scenario le ispezio-ni tecniche possono aiutare a so-stanziare il corretto funzionamen-to e l’efficacia degli interventi di manutenzione igienica sugli

Hygienic Handling of Hotel’s aeraulic systemThe hotel is more than just a building. It’s a complex structure consisting of a series of elements, including architec-ture and plant design, which help to define the overall quality. The ventilation system is a key element to be taken into account, because the air quality has a profound impact on the wellness of guests and staff. In order to achieve a proper operation of the air flow system, it’s important to respect the current regolations, to carry out a constant hygienic handling and to develop a more modern design approach.

Keywords: ventilation system, hygienic handling

fonti normative e organi di controlloLe leggi in questo campo non mancano: il pericolo della diffusione di agenti pato-geni di vario tipo è espressamente tenuto sotto controllo da varie fonti normative.Il documento (n. 2636 del 5 ottobre 2006) della Conferenza Stato Regioni dal tito-lo “Schema di linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione” fa chiarezza nel mondo dell’ispezio-ne, manutenzione e bonifica degli impianti aeraulici e di climatizzazione.Inoltre, il Decreto Legislativo n. 81/2008 (Testo Unico Sicurezza) nel Titolo II all’art. 63 afferma testualmente: “Il datore di lavoro provvede affinchè (Comma C) i luo-ghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare manuten-zione tecnica e vengano eliminati, quanto più rapidamente possibile, i difetti rile-vati che possano pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori” e al “(Comma D) i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare puli-tura, onde assicurare condizioni igieniche adeguate”.Sempre il DL 81/08 all’Allegato IV (1.9.1.4) espressamente recita: “gli stessi im-pianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, puli-zia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori” e al successivo (1.9.1.5) “Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve esse-re eliminato rapidamente”.Oltre a questi atti prodotti dalla legislazione nazionale, esistono svariate leggi regionali, aventi come oggetto non soltanto gli impianti ad aria ma anche il pro-blema della legionella:

• Legge Regionale Liguria n. 24 del 2 luglio 2002 (Disciplina per la costruzione, in-stallazione, manutenzione e pulizia degli impianti aeraulici) e il suo successivo Regolamento

• Determinazione Regione Piemonte n.109 del 4 marzo 2008 (Raccomandazioni per la sorveglianza, la prevenzione ed il controllo delle polmoniti da legionella)

• Deliberazione della Giunta Regionale Emilia Romagna n. 1115 del 21 luglio 2008 (Linee guida per la sorveglianza e il controllo della legionellosi)

• Legge Regionale Puglia n. 45 del 23 dicembre 2008 (Norme in materia sanitaria)• Decreto Regione Lombardia n. 1751 del 24 febbraio 2009 (Linee guida per la pre-

venzione e il controllo della legionellosi)• Legge Regionale Molise n. 15 del 13 luglio 2011 (Norme per la prevenzione della

diffusione delle malattie infettive)La vigilanza sul rispetto delle normative è di competenza degli Ispettori delle Aziende Sanitarie Locali, con il servizio SPRESAL, che la esercitano secondo la pro-cedura prevista dagli articoli 20 e 21 del Decreto Legislativo 19-12-1994 n. 758.Le fonti normative vigenti che regolano la materia e le possibili conseguenze deri-vanti dalla loro trasgressione aprono, indubbiamente, inediti scenari di sviluppo per la creazione di figure tecniche dotate di specifici profili professionali.Questo perché soltanto un circuito di condotte perfettamente pulito, attraverso interventi mirati eseguiti da esperti professionisti ed imprese qualificate in pos-sesso di apparecchiature tecnologicamente avanzate, possono garantire l’elimi-nazione di contaminanti fisici, chimici e biologici.

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UNI 11420 dove sono previste tre figure di opera-tori coinvolti nella manutenzione igienica, con-tro le due figure previste in tutte le altre norme e provvedimenti legislativi.

Allo stesso tempo, le leggi regionali presen-ti in Italia espongono valori limite diversi tra loro e diversi anche dalle norme tecniche europee.

È indispensabile porre rimedio a questo pro-blema, soprattutto ai fini della formazione tecni-ca degli operatori, per realizzare un salto di quali-tà significativo nell’esecuzione degli interventi di manutenzione igienica.

Piano di Manutenzione e Progetto di Bonifica

Il Piano di Manutenzione è ormai un do-cumento ufficiale di progetto, che accompa-gna la consegna della documentazione finale alla Committenza. Oltre al piano, anche la pre-disposizione del Libretto di Impianto, che ac-compagnerà lo stesso durante tutta la sua vita operativa, è un fatto ormai consolidato. Questi documenti sono frutto della fase di progettazio-ne e dei comportamenti dell’impianto nel tem-po così come “presunti” dal Progettista.

Ogni impianto, tuttavia, è soggetto ad una sua vita operativa, condizionata da ciò che effettiva-mente accade nei locali serviti, dallo svolgimen-to di una corretta manutenzione ordinaria e dalle sue modalità di funzionamento; a questo bisogna

La contaminazione trasversale (cross contamination) è un perico-lo reale, sempre presente, ma so-prattutto se i lavori sono eseguiti da personale non istruito e quali-ficato. A partire dalle cose appa-rentemente più banali: è opportu-no e necessario, ad esempio, non solo delimitare l’area di lavoro con opportuna segnaletica ma anche “isolare” la zona operativa dal resto dell’ambiente per evitare di conta-minarlo impropriamente.

Le procedure americane (NADCA ACR 2006) prevedono l’u-tilizzo di ben quattro livelli di con-tenimento, sempre più accurati e approfonditi in funzione del tipo di contaminazione che una corret-ta Ispezione Tecnica dell’impianto aeraulico ha segnalato.

Le corrette procedure, poi, pre-vedono che la pulizia dell’impian-to aeraulico sia condotta in modo da seguire il flusso dell’aria, e quin-di a partire dalla bocchetta di pre-sa aria esterna, passando dall’unità di trattamento aria fino all’ultima bocchetta di immissione dell’aria.

Le unità di trattamento dell’aria

aggiungere che nel corso della vita dell’impianto molte sono le figure con le quali esso viene a con-tatto (RSPP, manutentore, conduttore, Progettista di interventi di modifica, ecc.).

In caso di attività finalizzate alla manutenzione igienica bisogna operare seguendo un Progetto di Bonifica condiviso da tutte le figure professio-nali preposte, siano esse interne che esterne.

Il Progetto di Bonifica deve essere redatto al momento in cui si rende necessario e deve tene-re conto soprattutto della sua storia, oltre che dei parametri di progetto.

Un corretto Progetto di Bonifica analiz-za tutta la vita dell’edificio nel quale l’impianto è inserito, selezionando modalità di interven-to, tempistiche, zone di delimitazione e tutti gli altri parametri che consentano l’effettuazio-ne dell’intervento in piena sicurezza, sia per chi opera che per chi abiterà di nuovo gli ambienti sottoposti ad intervento.

Cross contamination, un pericolo concreto

Naturalmente, durante il processo di boni-fica, l’impianto deve essere mantenuto in stato di fermo e tutti i terminali di diffusione e ripresa dell’aria devono essere sigillati, per evitare possi-bili contaminazioni tra ciò che è presente all’in-terno delle condotte di trasporto dell’aria e l’am-biente indoor nel quale si effettua l’intervento.

Figura 2 – Batteria di scambio termico, prima e dopo la pulizia

Figura1 – Condotto aeraulico, prima e dopo la pulizia

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devono essere ispezionate e pulite in ogni loro parte, evitando di dan-neggiare i singoli componenti.

Modalità operative e tecnologia

Nell’ambito delle procedure, inoltre, è fondamentale l’utilizzo di una tecnica di rimozione dei con-taminanti che deve essere comun-que meccanica. La tecnologia

Per questo è importante, anche in questo settore, l’approccio corretto alla comprensione del problema e alla esplicazione dell’attività, ap-proccio che sicuramente merita più attenzione rispetto alla scelta della tecnologia utilizzata.

Manutenzione igienica e approccio progettuale più moderno

Alla luce dell’importanza che viene sempre più assegnata alla manutenzione igienica nella conservazione nel tempo delle capacità di tut-ti i sistemi impiantistici in ambiti complessi e in-tegrati come sono quelli delle strutture ricetti-ve, occorre rivedere i parametri di progettazione impiantistica, assegnando a tutte le problemati-che il giusto grado di importanza.

I grandi impianti a servizio di tutta una strut-tura si rivelano inadeguati laddove bisogna in-tervenire con impianto spento, per evitare che tutta la struttura ricettiva resti ferma a causa del-la manutenzione: immaginiamo un grande al-bergo a più piani con un solo impianto di aria pri-maria, oppure un impianto a tutt’aria a servizio di più di una sala conferenze, con la conseguenza di fermare tutto in caso di manutenzione.

Allo stesso modo, non è più pensabile di con-tinuare a relegare i locali tecnici in ambiti angusti, senza i minimi requisiti per attuare una manuten-zione accettabile. Infatti, spesso i locali sono dif-ficilmente raggiungibili anche per i manutentori.

Infine, la norma UNI EN 12097 è ormai ope-rativa da alcuni anni, ma la realtà quotidiana ci mostra che i varchi d’accesso nei circuiti aerauli-ci non sono presi in considerazione e continua-no ad essere attività delle aziende che attuano la bonifica piuttosto che, come vorrebbe la nor-ma, attività collegata alla prima installazione de-gli impianti.

L’assenza di accorgimenti come quelli sopra descritti viene giustificata sempre con la neces-sità di contenere i costi di installazione, che, alla fine, si traduce inevitabilmente in aumento dei costi di manutenzione.

Al contrario, i Progettisti e gli Installatori di im-pianti accorti sanno, grazie a riviste specializzate, a convegni, a corsi di formazione che una batteria di scambio termico mantenuta in buono stato di pu-lizia può produrre un risparmio di energia prima-ria anche pari al 40% del consumo totale sull’uni-tà di tempo e che tale approccio è assolutamente in linea con tutte le norme tecniche sul risparmio energetico che si stanno emanando.� n

* Franco Innocenzi, Componente CTI GL 501 – Impianti di raffrescamento: ventilazione e condizionamento SG 7 Interfaccia nazionale con TC 156 WG 3; Vice Presidente A.I.I.S.A (Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici); Consigliere As.A.P.I.A. (Associazione Nazionale aziende produttrici di Condotte e Componenti per Impianti Aeraulici)

riveste un ruolo importante, ma la conoscenza e la cultura specifiche sono sicuramente fonda-mentali e basilari.

Si può scegliere di utilizzare un tipo di tec-nologia o un altro (ad esempio la spazzolatura o l’aria compressa o l’aspirazione diretta delle superfici) ma la cosa importante è che si sap-pia sempre qual è il modo migliore per opera-re con tutte le precauzioni per la sicurezza degli operatori e, soprattutto degli occupanti gli spazi confinanti.

Figura 3 – Elettrospazzola. Comandata da un operatore specializzato, durante la roteazione l’elettrospazzola solleva e tiene in sospensione tutto ciò che si trova all’interno dei canali d’aria

il ruolo di aiisaL’Associazione Italiana degli Igienisti dei Sistemi Aeraulici rappresenta, in questo caso, una vera garan-zia: i soci ordinari, più di settanta aziende presenti su tutto il territorio nazionale, si impegnano infatti ad eseguire le loro prestazioni professionali in accordo a quanto raccomandato dagli standards internazio-nali più accreditati, quelli della NADCA statunitense (National Air Ducts Cleaning Association), promuo-vendo corsi e certificazioni specifiche per il personale operativo. Le procedure NADCA sono usate da oltre vent’anni e citate in Italia da tutti i riferimenti normativi attuali.Lo sono anche in un documento che il Ministero del Lavoro è in procinto di emanare (oggetto, fra l’altro, di una recente circolare di Federalberghi). Il documento mira proprio alla valutazione dei requisiti igie-nici degli impianti di trattamento dell’aria in applicazione di quanto previsto dal citato Testo Unico sulla sicurezza che obbliga il datore di lavoro alla regolare manutenzione e pulitura degli impianti aeraulici.L’AIISA richiede a tutti i propri associati di emettere alla fine dello svolgimento dell’intervento di bonifi-ca di un impianto aeraulico una “Dichiarazione di Ottemperanza” con la quale viene richiesto al Cliente dell’azienda che effettua l’intervento di confermare che la stessa ha proceduto secondo principi confor-mi a quanto richiesto dalle norme tecniche. Accanto alla firma del Cliente, deve essere apposta anche la firma dell’Operatore Professionale (ASCS), ad ulteriore conferma di quanto dichiarato.

#1848

capire se il progetto impostato è efficace nella prevenzione della le-gionellosi. Lo standard 188 richiede che l’HACCP Water Plan per la le-gionella includa un elenco di tut-ti i sistemi idrici e almeno due dia-grammi di flusso, uno per l’acqua potabile (interno) e uno per quel-la non potabile (utility). Per i siste-mi che potenzialmente possono ospitare e trasmettere i batteri del-la legionella, le misure di controllo devono essere descritte nei punti critici di controllo. A titolo di esem-pio, si consideri un hotel di quattro torri di 15 piani, due piscine, quat-tro vasche idromassaggio, tre gio-chi d’acqua, un impianto di raf-freddamento ad acqua (quattro sezioni della torre di raffreddamen-to e quattro refrigeratori), la prote-zione antincendio, il riscaldamento dell’acqua e i sistemi di irrigazio-ne. Ipotizzando che tutti e quattro gli edifici siano situati sullo stesso

delle torri di raffreddamento, delle vasche idro-massaggio, delle fontane ornamentali, dei nebu-lizzatori, dei lavatori aria e degli umidificatori. La responsabilità per il rispetto della nuova norma ASHRAE ricadrà soprattutto sui proprietari di im-mobili e sugli operatori, ma influirà anche su ar-chitetti, ingegneri, imprenditori e imprese di trat-tamento delle acque. Lo Standard 188 è il primo standard ANSI/ASHRAE che si occupa di questo argomento ed è anche il primo a ricevere ampi consensi e supporti da parte di agenzie governa-tive, esperti e gruppi industriali.

Cos’è un Water Plan HACCP?Usato per anni nel settore alimentare, il pro-

cesso HACCP dal 2007 è stato proposto dall’Or-ganizzazione Mondiale della Sanità nella gestio-ne di impianti idrici negli edifici per il controllo del batterio della legionella. Lo sviluppo e l’at-tuazione di un Water Plan HACCP per la legionel-la incomincia dall’individuazione dei punti e delle fasi di processo di tutti i sistemi idrici degli edifi-ci. Successivamente, vengono istituite misure di controllo nei punti di più facile accesso e verifica-te le performance. Da questa analisi sarà possibile

A causa della “malattia del legionario”, che può essere fatale nel 5%-30% dei casi (fonte: Centers for Disease Control and Prevention

di Atlanta), ogni anno negli Stati Uniti vengono ricoverate negli ospedali dalle 8.000 alle 18.000 persone. Il colpevole è la legionella, batterio spes-so presente negli impianti idrici che può causare anche una patologia meno grave chiamata feb-bre di Pontiac. Per prevenire la legionellosi asso-ciata agli impianti idrici negli edifici, ANSI/ASHRAE hanno proposto lo Standard 188P, Prevention of Legionellosis Associated with Building Water Systems, che prescrive un’analisi dei rischi e dei punti critici di controllo (HACCP) della legionella per ospedali, case di cura, uffici, condomini, alber-ghi e altri edifici con 10 o più piani (n.d.r. questa è una suddivisione tipica statunitense che non preclude comunque il coinvolgimento di edifici più bassi). L’analisi va altresì prevista ove c’è pro-duzione di acqua calda sanitaria centralizzata, o una fornitura di acqua in ingresso all’edificio con una concentrazione di cloro inferiore a 0,5 ppm. Lo Standard, che avrebbe dovuto uscire entro la fine del 2012, ora metà 2013, farà riferimento alle metodologie HACCP anche nella manutenzione

Proposto da ASHRAE lo Standard 188P: analisi dei rischi e dei punti critici di controllo della legionella negli impianti idrici

di Matthew R. Freije*

Il nuovo standardsulla legionella

Inchiesta pubblica

#18 49

Controllo delle Malattie e la Prevenzione (CDC) americano riporta che negli Stati Uniti la legio-nella è la prima causa di focolai di malattie veico-late dall’acqua ed è anche la più costosa. Il costo medio di un ricovero ospedaliero associato alla legionellosi (dati Medicare 2007) si aggira infatti attorno agli 86.014 dollari. Secondo il CDC, i costi diretti per la malattia vanno da 101 a 321 milioni dollari ogni anno. Inoltre, l’aggiunta dei costi indi-retti per il lavoro dipendente perso, in termini di tempo e produttività, porta il totale stimato a più di 1 miliardo di dollari l’anno. Il contenzioso può vertere su un altro costo associato alla legionel-losi. Le perdite economiche inoltre possono es-sere causate dall’eccessiva attenzione dei media, a volte rovinosa, che spesso ha portato alla chiu-sura permanente di alcuni alberghi a seguito del-la scoperta di un focolaio. Per i proprietari di edi-fici applicare le norme significa avviare un Water Plan HACCP della legionella, attuare delle misure di controllo del piano e convalidare l’efficacia del-la prevenzione della legionellosi. Il costo per ot-tenere un piano HACCP dipende in parte dal fat-to che il proprietario dell’edificio raccolga alcuni dei dati dell’impianto idrico in maniera autono-ma oppure affidi il lavoro di raccolta a un fornito-re esterno. Ma, in ogni caso, il costo non sarà ec-cessivo. Inoltre, lo sviluppo del piano HACCP sarà una spesa una tantum, oltre ad alcuni costi per l’aggiornamento periodico. Le implementazioni del piano di controllo possono incrementare i co-sti previsti per la manutenzione di alcuni edifici; tuttavia, questi costi sono necessari per mettere in essere le misure che avrebbero dovuto esse-re fatte in ogni caso precedentemente. È irragio-nevole biasimare lo Standard per l’aumento dei costi associati all’implementazione del piano di manutenzione. La convalida del fatto che il pia-no HACCP sia effettivamente preventivo per la le-gionellosi non deve essere costosa. Sebbene le analisi periodiche di test per legionella potrebbe essere un metodo di convalida appropriato per alcuni impianti, lo Standard 188 non lo richiede. Al netto dei costi di manutenzione che si sareb-bero comunque dovuti sopportare, quanto co-sterà lo standard 188? E quanto sarà il risparmio in cure mediche o altro? Per rispondere a queste domande bisognerà aspettare 5-10 anni, quando potrebbero essere disponibili dati più precisi. �n

* Matthew R. Freije, Member ASHRAE

Standard 188 e legionellosiDato che è quasi certo che un impianto d’ac-

qua contaminata sia la causa scatenante la le-gionellosi, molto spesso quando qualcuno con-trae la malattia vengono attivate azioni legali. Supponendo che lo Standard 188 induca all’au-mento dell’attuazione di misure di prevenzione della legionella, questo ridurrebbe di conseguen-za anche il numero di azioni legali. La letteratura scientifica è piena di segnalazioni di ragionevoli misure di controllo e le tecnologie di disinfezio-ne hanno permesso di ridurre la positività e le concentrazioni di legionella negli impianti idri-ci; di conseguenza, sarà possibile prevenire nuo-vi casi di legionellosi associata a questi impian-ti. Consideriamo ora le vasche idromassaggio: gli ispettori sanitari hanno trovato idromassaggi connessi a legionellosi che erano collegati a una cattiva manutenzione. Questo ha portato allo sviluppo di linee guida per la manutenzione dei centri benessere. La Health Protection Agency di Londra ha riferito nel 2006 che ogni idromas-saggio che è stato verificato per una legionellosi non era manutenuto in base alle sue linee gui-da. La Linea Guida ASHRAE 12-2000, redatta per minimizzare il rischio di legionellosi negli impian-ti degli edifici, stabilisce che, nelle indagini svolte nei centri benessere, la legionella è stata trovata solo quando i livelli di disinfettante non sono sta-ti adeguatamente mantenuti. Pertanto, il rispet-to dei requisiti dello standard 188 potrebbe ave-re un profondo effetto sulla riduzione di questa malattia.

Standard 188: risparmio economicoSe attuato correttamente, lo standard

188 può essere anche redditizio. Il Centro per

campus, servito dalla stessa alimen-tazione idrica e gestito dallo stes-so personale: il proprietario avrà bisogno di un solo HACCP Water Plan. I punti (ad esempio, quelli di ingresso dell’edificio) e le fasi di la-vorazione (ad esempio, scalda-bagni domestici) per gli impianti idrici devono essere elencati in sin-tesi nell’analisi del rischio e illustra-ti in diagrammi di flusso. Le misu-re di controllo verranno effettuate soprattutto nelle sezioni degli im-pianti idrici più significative – i punti critici di controllo – per testare il po-tenziale proliferarsi della legionel-la. I limiti di controllo specifici (ad esempio, concentrazione di cloro in una fontana decorativa) devono essere stabiliti per ciascuna misura di controllo, insieme a un metodo di monitoraggio e alla frequenza del controllo per vedere se i limiti di controllo sono all’interno dell’in-tervallo di riferimento. L’azione cor-rettiva deve essere indicata pro-prio per portare i limiti di controllo inaccettabili all’interno del range. Tutte le misure devono essere do-cumentate e la documentazione controllata periodicamente da par-te della persona responsabile della verifica dell’attuazione. Infine, l’effi-cacia generale del piano nella pre-venzione della legionellosi dovreb-be essere validata.

La traduzione del testo di Matthew R. Freije, Member ASHRAE, pubblicato su ASHRAE Journal di Maggio 2012, è stata curata da Sergio La Mura, esperto Aicarr/ASHRAE di prevenzione Legionella, unico membro europeo di questa commissione che ha in redazione lo Standard 188. Attualmente lo standard 188 è nella terza inchie-sta pubblica per lettura e commenti fino a Marzo 2013 ed è disponibile direttamente dal sito ASHRAE.

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Il nuovo standardsulla legionella

#1850

CASE HiStorY

Sulla base di questi preci-si obiettivi, lo studio tecnico Staff Progetti, che si è occupato della progettazione del sistema, ha op-tato per la scelta del sistema KNX anziché di un sistema alberghiero proprietario in quanto la comples-sità della struttura e la necessità di flessibilità nella realizzazione e nella gestione del sistema si sono dimostrate decisamente superio-ri a quelle tipiche di automazio-ne di camera. Tutta l’integrazione

• La grande disponibilità di prodotti presenti sul mercato di tanti costruttori diversi così da cre-are un catalogo in grado di coprire tutte le esi-genze dei clienti

• La garanzia di compatibilità e affidabilità di prodotti certificati e dotati del marchio knx

• La linearità e semplicità nella gestione dell’ar-chitettura del sistema e del cablaggio

• La capacità di gestire funzioni di tipo diffe-rente nell’ambito dell’hotel e della building automation

• La possibilità di reperire sul mercato gateways verso altri sistemi e altri standard

L’Hotel excelsior si trova a limone Piemonte, lo-calità turistica a pochissimi km dal confine con la Francia. Più che una struttura alber-

ghiera è un vero e proprio comprensorio costi-tuito da più strutture collegate in un unico siste-ma, con un estensione che lo rende più simile a un quartiere di Limone che ad una struttura ricet-tiva tout court. È soprattutto per questo motivo, aggiunto al fatto che l’Hotel resta una struttura a direzione totalmente familiare, che risulta difficile tenere sotto controllo tutte le tecnologie presenti.

Utilizzo della tecnologia KNXPer permettere ai titolari di gestire comoda-

mente gli impianti è venuta in soccorso la tec-nologia KNX. I fattori determinanti per la scelta di questa tecnologia sono stati principalmente:

Lettura grafica immediata e userfriendly per il controllo dei consumi energetici, degli accessi, e dei dispositivi di sicurezza per le tre strutture ricettive dell’Hotel Excelsior di Limone Piemonte

di Gianluca Dho*

Open dataper un albergoin divenire

Building Information Management

#18 51

CASE HiStorY area rappresenta un blocco fondamentale della struttura ed è stata concepita per poter essere tagliata e trasformarsi in un impianto KNX indi-pendente in caso di necessità.

Le aree oggi presenti sull’impianto sono tre:• Hotel Excelsior• Villa Maria Teresa• Chalets Mignon

Ogni area è a sua volta suddivisa in più linee che rappresentano i piani o gli alloggi di ogni area o, come nel caso dell’Hotel Excelsior, i prin-cipali elementi del sottosistema (SPA, zona relax, zona conferenze ecc.).

Illuminazione Tutte le luci presenti sull’impianto nelle varie

aree sono state realizzate mediante la tecnolo-gia KNX. Negli ambienti comuni sono state uti-lizzate funzioni per l’efficienza energetica come la rilevazione di presenza e il controllo della lu-minosità ambientale, mentre la hall e le sale con-ferenze sono state dotate di dimmer digitali con reattori elettronici 1-10V o DALI attraverso gate-way KNX DALI.

TermoregolazioneAnche la termoregolazione è basata sul siste-

ma KNX e la scelta dei termostati, vagliata dai vari costruttori, è avvenuta sulla base di parametri di efficienza energetica e di estetica dell’ambiente; ogni dettaglio è stato curato per garantire an-che la semplicità d’uso e di gestione da parte del cliente.

All’interno dell’hotel sono stati utilizzati ter-mostati KNX a cui sono state inibite le funzioni di comando. In questo modo i passanti non hanno la possibilità di agire sul sistema a meno che non sia espressamente abilitata questa funzione at-traverso il software di supervisione.

A Villa Teresa la scelta del controllo di termo-regolazione è ricaduta sui dispositivi Triton che, prodotti dalla ABB, sono molto potenti, versatili e

cambiano o cambia la modalità di gestione del sistema non sono necessarie modifiche sostan-ziali al sistema di building automation per poter adattare l’impianto alle nuove esigenze.

Spesso nelle grandi strutture manca un filo conduttore e si operano scelte settoriali sulla tecnologia, con il risultato di “affogare” l’opera-tore, affidandogli decine di tecnologie e prodot-ti su cui lavorare. È necessario riuscire a fare in modo che la scelta sia ponderata e sia possibile dare al cliente un unico sistema con cui gestire la sua struttura. Quando questo non si realizza si verifica quello che spesso succede in impianti di questo tipo: cioè che la tecnologia viene con-siderata difficile e poco comprensibile e pratica.

Un impianto con 680 dispositivi L’impianto realizzato conta ad oggi circa 680

dispositivi KNX distribuiti su un totale di 27 linee. Le linee a loro volta sono suddivise in aree, ogni

tecnologica e la gestione softwa-re del sistema sono state affidate a BIG srl.

Compatibilità dei sistemi in una struttura in evoluzione

Partendo dell’architettura ini-ziale, la struttura cresce e cam-bia di anno in anno seguendo le nuove esigenze e le nuove dispo-nibilità di prodotti per mantenere l’impianto sempre più energeti-camente efficiente. Da sette anni l’impianto si evolve ed è stato mol-to interessante notare nel tempo come i prodotti della prima ge-nerazione siano totalmente com-patibili con gli ultimi installati. La flessibilità è tale che se le esigenze

Vista singola Chalets Mignon

Vista Parziale Villa Maria Teresa

Vista ingresso Hotel Excelsior

Termostati ABB Triton Saletta Hotel Excelsior

52 #18

in grado di gestire contemporaneamente le fun-zionalità di:• Controllo dell’illuminazione programmabile

via software• Controllo della termoregolazione• Ricevitore IR per poter controllare l’impianto

attraverso un telecomandoQuesti dispositivi però non erano adatti agli

Chalets Mignon, caratterizzati da una combina-zione di pietra, vetro e legno. È proprio per non incidere sulle scelte architettoniche effettuate che si è scelto di utilizzare, in queste strutture, termostati KNX Vimar, dispositivi meno invasivi dal punto di vista estetico.

Controllo accessi e tariffazioneUna delle costituenti fondamentali del pro-

getto è il sistema di controllo accessi KNX com-patibile. In ogni ambiente sono stati disposti un lettore di transponder e una tasca portabadge. Tutte le utenze (come ad esempio le prese del-la cucina o di altri locali) sono controllate tramite la tasca portabadge e possono essere abilitate o meno dall’albergatore, in base al profilo tariffario scelto dal proprio cliente. In questo modo l’alber-gatore può fornire optional tecnologici che pos-sono essere velocemente abilitati o disabilitati in base al profilo prescelto per la tessera.

Tutte le aree comuni sono controllate attra-verso lo stesso sistema di controllo accessi KNX e gli utenti possono avere profili personalizzati per l’accesso alla SPA, alla piscina o ai garage. Per rendere efficiente il sistema di controllo accessi è

o ad una cabina di trattamento può essere associato ad una tarif-fa e può avvenire in modalità pre-pagata o carta di credito. Modalità che spesso vengono destinate ai villaggi turistici per evitare il circo-lo di moneta cartacea all’interno della struttura.

SicurezzaLa tecnologia può spesso aiu-

tare a rendere più affascinante l’at-mosfera della struttura. Motivo per cui nell’Hotel è stato scelto di installare caminetti elettrici a gas, che possono essere accesi a di-screzione del cliente o in modo automatico quando si inserisce la tessera all’interno della tasca por-tabadge. A mezzanotte il disposi-tivo si spegne per una questione di sicurezza e di contenimento dei consumi.

stato utile lavorare in modo approfondito e cu-rato sulle strategie di accesso per garantire all’al-bergatore velocità e semplicità nella gestione del sistema, come semplificato in Tabella 1.

Molto importante è stato inoltre l’utilizzo di lettori POS dotati di moneta elettronica in alcu-ni ambienti particolari, attraverso cui è possibile associare un costo ad un accesso in un’area del-la struttura. Per questo motivo l’accesso alla SPA

Lettori a transponder ABB

Tabella 1 – Strategie di accesso

White list Permette di definire chi è abilitato ad accedere ad un determinato punto di accesso

Accesso al lettore esterno delle camere

Black list Permette di definire chi non è abilitato ad accedere ad un determinato punto di accesso

Accesso alle aree comuni abilitato per tutti i clienti

No tag Non effettua il controllo accessi ma abilita tutti i clienti di una struttura Tasche portabadge

Centralizzata Chiede al supervisore chi è abilitato ad accedere presso un punto d’accesso in un determinato istante

Punti di accesso con caratteristiche non standard

Schema di collegamento Dali Gateway. L’utilizzo del DALI per la gestione dell’illuminazione risulta conveniente sia sotto il punto di vista economico che sotto quello della praticità in quanto con un unico dispositivo è possibile controllarne fino a 64 e attraverso le caratteristiche del protocollo è possibile dimmerare tutti i punti luce e gestire al meglio la diagnostica di lampade e reattori. Il sistema DALI gestisce però esclusivamente l’illuminazione, mentre l’utilizzo di un sistema integrato KNX-DALI raccoglie il meglio di entrambe le tecnologie e rappresenta un’ottima scelta per il controllo della luce su impianti di building automation

Attraverso il DALI i circuiti possono essere considerati virtuali e non è necessario ricablare il sistema quando si desidera effettuare una riprogrammazione, ma è sufficiente una riconfigurazione del sistema via software senza alcun intervento manuale

Configurazione dali gateway

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Centrali termiche Molto importanti le centrali termiche che, date le

basse temperature di Limone Piemonte e le esigenze climatiche critiche della SPA, hanno richiesto prodotti di particolare qualità, con la possibilità di far dialoga-re le centrali termiche tra di loro e con le varie unità in campo attraverso il protocollo KNX. Sia l’UTA che il riscaldamento sono stati gestiti tramite i dispositivi

Principio di funzionamento dei contatori ABB Delta Meter

Interfacciamento dei contatori m-bus

Homepage supervisione BIG Studio. Tutti gli allarmi tecnici sono stati riportati sul sistema di supervisione e possono essere gestiti per ottimizzare i processi di manutenzione da parte del personale. Sia gli allarmi elettrici che quelli termici sono presenti sul sistema ed ogni quadro è stato riportato in supervisione per poter visualizzare in ogni istante lo stato del sistema (stati di marcia, anomalie, notifiche ecc).Anche i tiranti bagno sono stati ovviamente riportati in supervisione, perché sarebbe stato impossibile gestire in modo tradizionale tutti i contatti provenienti dai vari allarmi presenti; il sistema KNX permette di gestire tutto questo in modo ottimale attraverso un unico cavo. I dati vengono poi trasmessi via LAN attraverso dei gateway IP/KNX e il software di supervisione BIG Studio e possono essere pertanto controllati in qualsiasi punto della struttura o anche da remoto

Le village spa

Se vengono rilevate fughe di gas in automatico il sistema chiude l’elettrovalvola del gas e allo stesso modo sono gestiti gli allarmi incendio e le fughe d’acqua

Contabilizzazione energetiCaPoiché avviene spesso che le unità abitative vengano prenotate per lunghi periodi di tem-po, diventa importante gestire il problema del-la contabilizzazione energetica.

I contatori di energia elettrica scelti sono i Delta Meter ABB che, dotati di interfaccia KNX, sono in grado di inviare in tempo reale al sistema di su-pervisione le informazioni relative ai consumi: Potenza istantanea, Energia, Potenza sulle sin-gole fasi, Tensioni di fase, Correnti di fase, cos fi, Frequenza, ecc.

Per quanto riguarda i contatori termici sono sta-ti implementati i contatori del gas, di calore, di acqua calda e fredda attraverso il protocollo mbus o – dove non è stato possibile – attraver-so adattatori ad impulsi KNX. Si è poi provvedu-to ad effettuare la conversione tra i contatori mbus e il sistema KNX dove necessario.

SiStemi di SiCurezza e SuperviSione

54 #18

Synco della Siemens, controllori KNX speci-ficamente dedicati alla termoregolazione.

Nella SPA sono sta-te gestite con partico-lare attenzione le do-tazioni impiantistiche della struttura: piscina, luci cambiacolore nelle cabine, fontane, resisten-ze riscaldanti, cascate di ghiaccio, saune, bagno-turco, acquaveda, ecc.

Tutti i centri di costo energetico sono stati pre-disposti con i relativi con-tatori. La ripartizione dei costi è affidata al software BIG Bill, in grado di creare automaticamente le note spese per i clienti andan-do a prendere i dati dai re-lativi contatori in campo.

ConclusioniQuesto impianto è la

dimostrazione di come, affrontando la tecnologia con una buona progetta-zione iniziale, è possibile considerare tutte le critici-tà in gioco e ottenere dei risultati soddisfacenti.�n

* Ing. Gianluca Dho, B.I.G. – Building Intelligence Group s.r.l.

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Storico consumi elettrici

Supervisione anomalie centrale termica. All’interno della struttura sono presenti vari client di BIG Studio in grado di controllare sottoinsiemi del complesso, sia suddivisi per zona che per profili di utente. La proprietà invece ha il pieno controllo su tutta la dotazione impiantistica della struttura

Vista la dimensione dell’impianto anche le aree comuni sono state contabilizzate allo stesso modo per poter sempre tenere sotto controllo i costi e garantire l’efficienza energetica in tutti i modi possibili.Il compito di tenere sotto controllo tutta questa dotazione tecnologica è stato affidato al software di supervisione BIG Studio da cui la proprietà può al tempo stesso monitorare tutti i costi energetici, controllare gli impianti a piacere da un unico punto e gestire anche il sistema di controllo accessi. Tutto questo è stato realizzato tramite l’interfacciamento con le dll falcon e un’interfaccia KNX IP

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#1856

Normativa

classificati in funzione delle aspet-tative medie delle persone espo-ste agli ambienti, come mostrato in Tabella 1; la norma UNI EN 15251 prevede 4 classi: passando dalla prima all’ultima ovviamente si ri-ducono le aspettative delle perso-ne e quindi le prestazioni richieste all’impianto. Questo nuovo ap-proccio è da una parte scontato, dall’altra rivoluzionario. Scontato

vigente, che risale al 1995 [1], non tiene conto di una serie di prescrizioni previste dalle norme pubblicate negli ultimi anni nell’ambito del man-dato M343 relativo all’applicazione della EPBD.

La proposta presenta una serie di novità, le-gate soprattutto al fatto che viene posta grande attenzione agli aspetti della qualità ambientale, nel senso che l’impianto deve garantire una de-terminata classe di qualità dell’aria e di comfort termoigrometrico. Ormai da anni la qualità dell’aria e il comfort termoigrometrico vengono

L a proposta di revisione della norma Uni 10339 è finalmente una realtà. Dopo un lungo per-corso che ha visto impegnato un gruppo di

lavoro AiCARR-CTI coordinato dal Prof. Cesare Maria Joppolo, la proposta sta per andare in in-chiesta pubblica UNI.

Questa notizia era attesa da molto tempo da-gli addetti ai lavori, se non altro perché la 10339 è la norma di riferimento a livello nazionale per la progettazione degli impianti aeraulici per la cli-matizzazione dell’aria e la versione attualmente

Fra le novità inserite nella proposta di revisione assume un ruolo importante l’attenzione all’ambiente che si traduce nel rispetto di determinati standard di qualità dell’aria e di comfort igrometrico

di Francesca R. d’Ambrosio Alfano, Luca A. Piterà*

Impianti aerauliciper la climatizzazione, UNI 10339 presto in inchiesta pubblica

#18 57

perché è normale che un impianto per la clima-tizzazione debba avere come fine il soddisfaci-mento delle condizioni di comfort per l’utente, rivoluzionario perché sancisce in maniera incon-trovertibile che deve esserci sinergia tra la pro-gettazione dell’impianto, quella dell’involucro e la qualità dell’ambiente interno, il tutto ovvia-mente nel rispetto del risparmio energetico.

Quindi riporta le prescrizioni relative ai sistemi e ai componenti aeraulici e infine presenta le pro-cedure relative alla richiesta d’offerta, all’offerta e alla fornitura degli impianti.

La proposta è poi corredata di una serie di ap-pendici informative di supporto al testo, una per tutte quella in cui sono riportati i valori dei para-metri termoigrometrici esterni estivi di progetto.

La proposta di revisione, le novità

Le classi di qualità Come accennato, la proposta costituisce l’im-

plementazione e la contestualizzazione a livello nazionale delle norme UNI EN 15251 [2] e UNI EN 13779 [3], nel senso che prescrive che gli impianti devono essere progettati in modo da rispettare le classi di qualità dell’aria e di comfort termoi-grometrico desiderate, secondo quanto previsto dalle due norme citate [2,3]. A questo proposito, va sottolineato che mentre per il comfort termi-co le classi sono individuabili mediante quantità misurabili e univocamente definite, gli indici di comfort globale e discomfort locale riportati in Tabella 2, per la qualità dell’aria riferita alle diver-se tipologie di aria di cui tener conto nella pro-gettazione, la determinazione della classe vie-ne fatta sulla base di parametri quantificabili, ma non univocamente definiti. Infatti, per quanto ri-guarda l’aria interna, la proposta prevede che la classificazione possa essere fatta sulla base del-la differenza di concentrazione di CO2 tra inter-no ed esterno, come riportato in Tabella 3, o del-la concentrazione di un altro inquinante scelto tra quelli per i quali esistono valori limite definiti dalla legislazione vigente. Per la qualità dell’aria

dell’aria, passa poi a descrivere i metodi prescrittivo e prestaziona-le per il conseguimento delle con-dizioni di comfort termoigrometri-co e quelli per l’ottenimento di una adeguata qualità dell’aria interna.

La proposta di revisione, i contenutiLa proposta di revisione fornisce innanzitut-

to una classificazione degli impianti in funzione del tipo di trattamento subito dall’aria immes-sa. Prosegue con una sintesi dei concetti base del comfort termoigrometrico e della qualità

Tabella 1 – Descrizione delle classi indicate in Tabella IV e in Tabella V. Da [2]

Classe Descrizione

IElevato livello di aspettativa. Raccomandato per ambienti occupati da persone particolarmente sensibili e fragili e con necessità particolari, quali diversamente abili, ammalati, bambini molto piccoli e anziani

II Livello normale di aspettativa. Raccomandato per nuovi edifici o ristrutturazioni

III Livello di aspettativa accettabile, normale. Raccomandato per edifici esistenti

IV Valori al di fuori dei criteri stabiliti per la categorie definite sopra. Nel corso dell’anno, questa categoria può essere ritenuta accettabile solo per periodi di tempo limitati

Classe di qualità

dell’ambiente termico

Corrispondenza con la

UNI EN ISO 7730 [4]

Benessere termoigrometrico

globale1Disagio termico locale

PPD[%]

Voto Medio Previsto PMV

Rischio da corrente d’aria, DR

[%]

Differenza verticale di temperatura

PD [%]

Pavimenti freddi o caldi

PD [%]

Asimmetria della temperatura radiante

PD [%]

Elevata A < 6 -0,2 < PMV < +0,2 < 10 < 3 < 10 < 5

Media B < 10 -0,5 < PMV < +0,5 < 20 < 5 < 10 < 5

Bassa C < 15 -0,7 < PMV < +0,7 < 30 < 10 < 15 < 10

1 tale classificazione è ripresa dalla UNI EN 15251 [2], che introduce una quarta classe (PMV< -0,7 o PMV > +0,7) nella quale rientrano gli ambienti che possono essere occupati solo per brevi periodi dell’anno. Come risulta dalla Tabella 1, nella [2] le classi sono indicate con numeri romani

Tabella 2 – Classificazione della qualità dell’ambiente termico

Classe di qualità dell’aria interna

Corrispondenza UNI EN 13779:2008

Differenza di concentrazione di CO2 tra aria interna e aria esterna [ppm]

Elevata IDA 1 ≤ 400

Media IDA 2 400 - 600

Bassa IDA 3 601 - 1000

- IDA 4 > 1000Tabella 3 – Classi di qualità dell’aria interna, corrispondenza con quelle previste dalla UNI EN 13779 e esempio di classificazione sulla base del valore della differenza di concentrazione di CO2 tra aria interna e aria esterna

Tabella 4 – Descrizione delle classi di qualità dell’aria esterna in riferimento ai Piani di Mantenimento previsti dalla legislazione vigente

Classe di qualità dell’aria esterna Descrizione

Elevata

Qualità dell’aria esterna nelle zone di applicazione dei Piani di Mantenimento da parte delle Regioni e delle Provincie Autonome che hanno provveduto alla zonizzazione del territorio in base alla legislazione vigente, oppure aria in cui non si superano mai i limiti di concentrazione dei contaminanti indicati dalla O.M.S. come riferimento e/o qualunque altro limite stabilito dai vigenti provvedimenti legislativi sulla qualità dell’aria.

Media

Qualità dell’aria esterna nelle zone di applicazione dei Piani di Risanamento da parte delle Regioni e delle Provincie autonome che hanno provveduto alla zonizzazione del territorio in base alla legislazione vigente oppure aria dove uno o più contaminanti supera i limiti di concentrazione dei contaminanti indicati dalla O.M.S. come riferimento e/o qualunque altro limite stabilito dai vigenti provvedimenti legislativi sulla qualità dell’aria entro il 150% del valore massimo ammesso.

Bassa

Qualità dell’aria esterna nelle zone di applicazione dei Piani di Azione da parte delle Regioni e delle Provincie autonome che hanno provveduto alla zonizzazione del territorio in base alla legislazione vigente oppure aria in cui la concentrazione di uno o più contaminanti supera i limiti indicati dalla O.M.S. come riferimento e/o qualunque altro limite stabilito dai vigenti provvedimenti legislativi sulla qualità dell’aria oltre il 150% del valore massimo ammesso.

58 #18

Normativaesterna la proposta prescrive di ricorrere alle mappe del territorio che riportano la suddivisio-ne in zone a elevata, media e bassa qualità dell’a-ria, come descritto in Tabella 4, o, in mancanza di una zonizzazione del territorio, facendo riferi-mento a banche dati che riportano i valori attua-li e storici delle concentrazioni di contaminanti misurate dalle stazioni di rilevamento della qua-lità dell’aria o anche tenendo conto del livello di urbanizzazione e di inquinamento della zona in cui l’edificio è localizzato. Per la qualità dell’aria estratta la classificazione è riferita alle condizio-ni a monte di qualsiasi trattamento e per quella dell’aria espulsa alle condizioni a valle di qualsia-si trattamento eventualmente previsto, come ri-portato in Tabella 5; nel caso in cui l’aria estratta sia il risultato della miscelazione di portate di aria estratta caratterizzate da diversa classe di quali-tà, il flusso complessivo viene classificato come quello di qualità inferiore.

Infine, come mostrato in Tabella 6, l’aria im-messa viene classificata esclusivamente sulla base della sua provenienza.

A questo proposito, va sottolineato che, pro-prio nel rispetto delle esigenze di qualità dell’a-ria interna, gli impianti di ventilazione a sempli-ce flusso in estrazione che non provvedono alla filtrazione non rientrano nel campo di applica-zione di questa proposta, anche se possono svolgere una positiva funzione di diluizione dei contaminanti prodotti negli ambienti interni.

In definitiva, quindi, fissata la classe di qualità dell’aria e quella di qualità termoigrometrica da ottenere, per esempio sulla base della richiesta della committenza, l’impianto dovrà avere carat-teristiche e assicurare prestazioni tali da garan-tire le classi desiderate. Già questa è una novità che può essere considerata rivoluzionaria nella prassi progettuale.

È evidente che il rispetto delle prescrizioni contenute nella proposta non può garantire l’as-senza di rischi per la salute, se non altro perché ci sono fattori personali che non sono controlla-bili, quali lo stato di salute delle persone esposte, e perché le condizioni dell’aria esterna utilizza-ta per la ventilazione possono influenzare forte-mente quelle dell’aria interna.

La temperatura operativaAltra novità essenziale è l’introduzione della

temperatura operativa come parametro di pro-gettazione, in sostituzione della temperatura dell’aria. Il motivo di questa scelta risiede nel fatto che la sensazione termica delle persone è lega-ta non solo alla temperatura dell’aria, ma anche a quella delle superfici che le circondano, e quindi all’involucro. E in quest’ottica va inquadrata la si-nergia tra la progettazione dell’impianto, quella dell’involucro e la qualità dell’ambiente interno.

locali e alle sorgenti di contami-nazione presenti. Per quantifica-re la capacità di asportazione dei contaminanti da parte dei diver-si sistemi di diffusione dell’aria, la proposta di revisione introduce il concetto di efficienza convenzio-nale di ventilazione, che tiene con-to del tipo di sistema utilizzato e degli obiettivi di qualità dell’aria e/o di benessere termico che si in-tende raggiungere.

La proposta definisce l’efficien-za di ventilazione nominale, che è quella di riferimento fissata pari a 0,8, e l’efficienza di ventilazio-ne convenzionale, che tiene con-to della differenza tra la situazione ideale, di perfetta miscelazione, e quella reale, ottenibile con sistemi di diffusione dell’aria a miscelazio-ne o a dislocamento. In particolare, l’efficienza convenzionale di venti-lazione è definita come rappor-to fra la portata di aria idealmen-te necessaria per ottenere il voluto livello di qualità dell’aria nell’ipo-tesi di perfetta miscelazione e la

D’altra parte, il sempre più diffuso uso di involu-cri trasparenti ha determinato una sempre mag-giore influenza della temperatura media radiante sulle condizioni di comfort termoigrometrico. La proposta prescrive che la temperatura operativa venga correttamente calcolata con l’equazione:

ta · hc + tr · hrto = —————— [1]

hr + hc

dove hr coefficiente di scambio termico radiativo;hc coefficiente di scambio termico convettivo;tr temperatura media radiante;ta temperatura dell’aria;e non come media aritmetica della temperatura dell’aria e della temperatura media radiante, in quanto in questo modo si darebbe la stessa im-portanza al contributo radiante e a quello con-vettivo, il che non è corretto e comporta errori notevoli nella valutazione dell’indice di comfort, come ampiamente dimostrato in letteratura.

L’efficienza di ventilazioneL’ottenimento delle condizioni di qualità

dell’aria desiderate dipende non solo dalla por-tata di aria esterna immessa, ma anche dalle ca-ratteristiche del sistema di diffusione dell’aria adottato, in relazione alla conformazione dei

Classe di qualità dell’aria estratta

o espulsa

Corrispondenza con la

UNI EN 13779Descrizione

Elevata EHA 1ETA 1

Aria di elevata qualità in quanto proveniente da locali nei quali si utilizzano materiali di costruzione, di finitura e di arredo, caratterizzati da tassi di emissione molto bassi.

Media EHA 2ETA 2

Aria di media qualità in quanto proveniente da locali nei quali si utilizzano materiali di costruzione, di finitura e di arredo, caratterizzati da tassi di emissione bassi come definiti nella norma UNI EN 15251 e nei quali le persone emettono contaminanti prodotti esclusivamente dalle funzioni metaboliche.

Bassa EHA 3ETA 3

Aria proveniente da locali nei quali si utilizzano materiali di costruzione, di finitura e di arredo, caratterizzati da tassi di emissione maggiori rispetto a quelli definiti nella norma UNI EN 15251e nei quali sono presenti attività e processi che comportano emissioni aggiuntive rispetto a quelle derivanti dalle funzioni metaboliche.

Molto bassa EHA 4ETA 4

Aria di qualità molto bassa in quanto contenente contaminanti in concentrazioni più elevate di quelle ammesse dalle normative vigenti relative alla qualità dell’aria interna e, in assenza di tali normative, di quelle ammesse dalle normative vigenti per la qualità dell’aria esterna.

Tabella 5 – Classificazione della qualità dell’aria estratta, ETA, o espulsa, EHA, corrispondenza con quella della 13779 e descrizione delle classi. Le classi dell’aria estratta sono riferite alle condizioni a monte di qualsiasi trattamento, quelle dell’aria espulsa sono riferite alle condizioni a valle di qualsiasi trattamento eventualmente previsto

Classe di qualità dell’aria immessa Descrizione

SUP 1 Aria immessa contenente solo aria esterna

SUP 2 Aria immessa contenente aria esterna e aria ricircolata

Tabella 6 – Classificazione dell’aria immessa

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portata occorrente nelle applica-zioni reali dei sistemi di diffusione impiegati (a miscelazione oppure a dislocamento).

Il discomfort locale Altra novità riguarda la verifica

di assenza di discomfort termico locale, dovuto a elevata differenza verticale di temperatura, presenza di pavimenti caldi o freddi, asim-metri della temperatura media ra-diante, rischio di corrente d’aria.

Metodo prescrittivo e prestazionale per l’ottenimento del comfort termoigrometrico

La proposta di revisione propo-ne due diversi metodi, quello pre-stazionale, basato sul rispetto delle norme UNI EN ISO 7730 e UNI EN

in corso di progettazione e/o di realizzazione dell’edificio siano sottoposte all’approvazione del progettista dell’impianto HVAC. La proposta prevede anche che si ponga molta attenzione a situazioni particolari, quali quelle in cui preval-gono i transitori termici, si pensi ai locali in cui le persone si trattengono per non più di 15 minu-ti, o quelle in cui le persone esposte all’ambiente abbiano requisiti speciali, quali i bambini.

Metodo prescrittivo e prestazionale per l’ottenimento della qualità dell’aria interna

La qualità dell’aria interna desiderata si ot-tiene controllando la concentrazione dei conta-minanti di origine interna ed esterna e i valori di umidità relativa negli ambienti occupati, che ri-chiedono la diluizione dell’aria e l’utilizzo di ido-nei sistemi di filtrazione.

La proposta di revisione prevede la scelta tra due metodi, quello prescrittivo e quello presta-zionale, che è lasciata all’accordo tra commit-tente e progettista. Il metodo prestazionale può essere scelto ogni qualvolta le condizioni di con-taminazione siano tali da non poter adottare i valori di portata esterna e la tipologia e le presta-zioni del sistema di filtrazione utilizzati come rife-rimento nel metodo prescrittivo e quando il fun-zionamento dell’impianto sia regolato da sistemi di valutazione della qualità dell’aria interna.

Il metodo prescrittivo, in linea con quan-to previsto dalla normativa europea [2] e statu-nitense [5], parte dal presupposto che il carico inquinante sia dovuto alle persone e all’edificio, per cui considera che la portata di aria esterna è somma di due contributi: in questo modo, an-che in assenza di persone è comunque garantita una portata minima di aria esterna atta a control-lare la contaminazione prodotta dalle superfici. Il

1525, e quello prescrittivo, basato sul rispetto di valori limite della temperatura operativa, dell’u-midità relativa e della velocità dell’aria. Per quan-to riguarda il metodo prestazionale, la norma UNI EN ISO 7730, impropriamente conosciuta anche come la norma del PMV, è ben nota; meno nota è la norma UNI EN 15251, che rientra nel pacchet-to di norme applicative dell’EPBD e che fornisce tra l’altro i valori di temperatura operativa da uti-lizzare nel progetto degli impianti HVAC, come nell’esempio riportato in Tabella 7. Per quanto ri-guarda invece il metodo prescrittivo, in Tabella 8 sono riportati alcuni esempi di valori di tempera-tura operativa previsti per la stagione estiva e per quella invernale per alcune destinazioni d’uso.

È ovvio che il conseguimento delle condizio-ni di benessere termoigrometrico dipende for-temente dalle scelte relative ai componenti edi-lizi e a quelli dell’impianto di climatizzazione. La proposta di revisione prescrive che le scelte pro-gettuali relative a tali componenti siano condi-vise dai progettisti e che eventuali modifiche

Destinazione d’uso Classe to, invernale, minima to,estiva, massima

Residenze: spazio giorno Attività sedentaria - 1,2 met

I 21,0 25,5

II 20,0 26,0

III 18,0 27,0

Uffici, Sale conferenza, Auditorium, Bar, Ristoranti, Aule scolastiche

Attività sedentaria - 1,2 met

I 21,0 25,5

II 20,0 26,0

III 19,0 27,0

Asili, Scuole materneAttività in piedi/seduto - 1,4 met

I 19,0 24,5

II 17,5 25,5

III 16,5 26,0

NegoziAttività in piedi - 1,6 met

I 17,5 24,0

II 16,0 25,0

III 15,0 26,0

Tabella 7 – Esempi di valori di progetto della temperatura operativa in ambiente omogeneo (ta = tr = to) per UR = 40% nella stagione invernale e per UR = 60% in quella estiva secondo la norma UNI EN ISO 15251 [2]

Metabolismo energetico

Classe di qualità dell’ambiente termico

Temperatura operativa minima di progetto

invernale [°C]

Temperatura operativa

massima di progetto estiva [°C]

Temperatura operativa minima di progetto

invernale [°C]

Temperatura operativa

massima di progetto estiva [°C]

Temperatura operativa minima di progetto

invernale [°C]

Temperatura operativa

massima di progetto estiva [°C]

1,2 met – attività sedentaria, seduti (p.e. ufficio, abitazione, scuola, laboratorio)

Classe Elevata 21 25,5 20 26 19 27

1,4 met – attività sedentaria, in piedi (p.e. scuole materne)

Classe Media 19 24,5 18 25,5 17 26

1,6 met – in piedi, attività leggera (p.e. centri commerciali, grandi magazzini)

Classe Bassa 18 24 17 25 16 26

Nota: Nel fissare le condizioni per il dimensionamento degli apparati si assume che la resistenza termica dinamica dell’abbigliamento sia pari in regime invernale a 0,155 m²K/W ovvero a 1 clo e in regime estivo a 0,078 m²K/W ovvero 0,5 clo); gli occupanti devono trovarsi in equilibrio termico

con l’ambiente (ovvero devono essere esposti all’ambiente in questione per un periodo di permanenza maggiore di 15 min).Tabella 8 – Temperatura operativa di progetto ai fini del dimensionamento dell’impianto

60 #18

Normativa

calcolo della portata di ventilazione è basato sul-la cosiddetta formula binomia:

Qv,o,n = n ∙ qv,o,p + A ∙ qv,o,s [2]doveQv,o,n portata volumica di aria esterna nominale,

in 10¯³ m³ s¯;n affollamento di riferimento, ovvero nume-

ro di persone previste a progetto o calco-late mediante l’indice di affollamento per unità di superficie, ns in m¯;

qv,o,p portata volumica di aria esterna minima per persona, in 10¯³ m³ s¯ persona¯;

A area della superficie del locale in pianta, in m¯;qv,o,s portata volumica di aria esterna minima

per unità di superficie, in m³ s¯ m¯.i valori di qv,o,p e di qv,o,p sono tabellati.

Ovviamente il valore di portata così calcola-to deve essere corretto tenendo conto dell’effi-cienza convenzionale di ventilazione. Nel caso di impianti misti, a tale correzione va aggiunta quella relativa all’interazione tra i sistemi di diffu-sione dell’aria primaria e i terminali d’ambiente, per esempio ventilconvettori e pannelli radian-ti, e quella dovuta alle variazioni di densità lega-te alla quota della località. In definitiva si ottiene come mostrato dall’equazione:

εV,nQv,o = Qv,o,n · ( —— ) · C1 · C2 [3]

εV,c

doveQv,o portata volumica minima di aria esterna di

progetto che tiene conto della distribuzio-ne dell’aria in ambiente, in 10¯³ m³ s¯;

Qv,o,n portata volumica nominale di aria esterna calcolata con la [2], in ̄ ³ m³ s¯;

εV,n efficienza nominale di ventilazione, pari a 0,8, adim.;

εV,c efficienza convenzionale di ventilazione, adim.;

C1 coefficiente correttivo per l’effetto della presenza di impianti misti, = 1 per impianti a tutt’aria, adim.;

C2 coefficiente correttivo per l‘effetto dell’alti-tudine della località, adim.

La proposta dedica poi ampio spazio alla definizione del sistema di filtrazione dell’aria da

2 determinare i tassi di emissione delle sorgenti per ciascuno dei contaminanti di riferimento;

3 determinare le concentrazioni dei ciascuno dei contaminati di riferimento nell’aria esterna uti-lizzata ai fini della diluizione;

4 individuare i sistemi di filtrazio-ne da adottare e le relative effi-cienze di filtrazione per i singoli contaminanti di riferimento;

5 individuare le concentrazioni massime ammissibili per ciascuno dei contaminanti di riferimento;

6 calcolare le portate di aria ne-cessarie per rispettare i limiti di concentrazione per ciascuno dei contaminanti di riferimento.

In alternativa al metodo del bi-lancio di massa, qualora l’ambiente da trattare avesse caratteristiche so-vrapponibili a quelle di altri ambien-ti in cui è presente un impianto che garantisce la capacità di mantenere le concentrazioni dei contaminanti interni al di sotto dei limiti prescritti ai sensi della legislazione vigente, si può procedere per analogia, secon-do i passi riportati in Figura 1.

Ultima alternativa è quella del metodo prestazionale per sistemi a portata d’aria variabile in base alla qualità dell’aria interna, anch’esso schematizzato in Figura 1.� n

adottare in funzione della classe di qualità dell’a-ria interna desiderata, quella dell’aria esterna e della destinazione d’uso degli ambienti serviti dall’impianto.

Il metodo prestazionale, pur essendo applica-bile nella maggioranza degli ambienti confinati, è riservato soprattutto al dimensionamento de-gli impianti di ventilazione negli ambienti con esi-genze particolari dal punto di vista del comfort e del contenimento del rischio per la salute rappre-sentato dalla presenza di inquinanti nell’aria.

La scelta dell’approccio prestazionale consen-te di mantenere il livello della concentrazione de-gli inquinanti indoor, percepibili e non, al di sotto dei valori raccomandati resi disponibili dalla co-munità scientifica oppure indicati in linee guida pubblicate da un ente riconosciuto, al fine di mini-mizzare i danni indotti alla salute degli occupanti.

L’uso di questo metodo non esclude l’adozio-ne di tutti gli interventi possibili di prevenzione verso l’inquinamento indoor e deve essere con-cepito come completamento e verifica di una serie di azioni, volte alla riduzione complessiva delle sostanze indesiderate sospese nell’aerifor-me degli ambienti confinati.

In Figura 1 è mostrato il diagramma di flus-so della procedura prevista per il metodo presta-zionale. Dalla figura risulta evidente che si può procedere in diversi modi. Il metodo del bilancio di massa si adotta nei casi di sistema a portata d’aria costante o di sistema a portata variabile in base a condizioni termiche e richiede di:1 individuare i singoli contaminanti di

riferimento;

BIBLIOGRAFIA [1] UNI. 1995. Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’offerta, l’ordine e la

fornitura. Norma UNI 10339. Milano: Ente Nazionale Italiano di Unificazione.[2] UNI. 2008. Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla

qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica. UNI EN 15251. Milano: Ente Nazionale Italiano di Unificazione.[3] UNI. 2008. Ventilazione degli edifici non residenziali – Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione. UNI EN 13779.

Milano: Ente Nazionale Italiano di Unificazione.[4] UNI. 2006. Ergonomia degli ambienti termici – Determinazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli

indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale. Norma UNI EN ISO 7730. Milano: Ente Nazionale di Unificazione Italiana.[5] Ashrae. 2010. Ventilation for acceptable Indoor Air Quality. ASHRAE Standard 62.1. Atlanta: American Society of Heating, Refrigerating, and

Air-Conditioning Engineers, Inc.

L’InchIestA puBBLIcALa proposta di revisione sarà inviata in UNI e a valle di un processo di verifica for-male sarà messa in inchiesta pubblica, che rappresenta la fase cruciale del proces-so di normazione, in quanto è il momento in cui tutti gli addetti del settore pos-sono leggere la proposta di norma e formulare quesiti, presentare osservazioni, proporre modifiche. La proposta è stata elaborata da un gruppo di esperti, che hanno lavorato a lun-go per giungere a un documento che a loro giudizio rappresenta uno strumen-to estremamente utile per progettare nel rispetto delle esigenze di risparmio energetico dettate dalla legislazione vigente e delle più recenti normative sul

risparmio energetico e la qualità ambientale. Perché questo obiettivo sia rag-giunto in pieno è però auspicata la collaborazione di tutti gli operatori del set-tore, che quotidianamente si devono confrontare con la realtà della progettazio-ne. In questo senso, l’inchiesta pubblica è cruciale, in quanto permette a tutti di esprimere la propria opinione, nell’obiettivo comune di avere una norma che sia chiara, utile e applicabile. Benvenuti quindi tutti i commenti, che potranno essere inviati direttamente a UNI, tramite il sito, o a AiCARR che provvederà a smistarli.Tutti gli interessati troveranno informazioni aggiornate sull’inchiesta pubblica sul sito dell’Associazione, sull’AiCARR Journal e sulla newsletter.

61#18

Ricorrono le condizioni per l'applicazione del

metodo prestazionale?Metodo Prescrittivo

Scegliere tra sistema di ventilazione:

NO

SI

A portata variabile in base alla qualità dell'aria internaogni altro sistema (a portata costante e/o a portata

variabile in base a condizioni termiche)

Individuare contaminante di dimensionamento, sorgentevariabile e tipologia di sensore da utilizzare ai fini della

regolazione di portata.

Determinare le portate massime di progetto mediante il metododel bilancio di massa

applicato al contaminante di dimensionamento

Determinare i tassi di emissione delle sorgenti per ilcontaminante di dimensionamento.

Individuare la concentrazione massima ammissibile per ilcontaminante di dimensionamento.

Individuare i sistemi di filtrazione adottabili e le relativeefficienze per il contaminante di dimensionamento.

Calcolare le portate di aria (esterna, ricircolata e ditrasferimento) necessarie per rispettare i limiti di

concentrazione per il contaminante di dimensionamento(riferite alle condizioni ritenute più critiche).

INIZIO METODO PRESTAZIONALE

Definire la relazione di regolazione automatica tra i segnali deisensori e le riduzioni delle portate.

Verifica del rispetto in ogni condizione di funzionamento dellaportata minima di aria esterna ai fini della qualità dell'aria

Correzione delle portate di aria in base al valore dell’efficienza convenzionale di ventilazione

Scelta del metodo per determinarele portate di progetto

Metodo del bilancio di massa applicato ai singoli contaminanti di riferimento

Individuare i singoli contaminanti di riferimento

Determinare i tassi di emissione delle sorgenti per ciascuno deicontaminanti di riferimento.

Determinare le concentrazioni dei ciascuno dei contaminati diriferimento nell’aria esterna utilizzata ai fini della diluizione

Individuare i sistemi di filtrazione adottabili e le relativeefficienze per ciascuno dei contaminanti di riferimento

Individuare le concentrazioni massime ammissibili perciascuno dei contaminanti di riferimento

Calcolare le portate di aria necessarie per rispettare i limiti diconcentrazione per ciascuno dei contaminanti di riferimento.

Confrontare le portate calcolate per i singoli contaminanti diriferimento e individuare il contaminante di dimensionamento e

le portate di aria (esterna, ricircolata e di trasferimento) daadottare.

Metodo per analogia

Individuare casi simili aventi verificato livello di IAQ

Il caso individuato è sovrapponibile

Calcolo della portate d' aria sulla base del criterio di analogia.

SI

Verifica del rispetto in ogni condizione di funzionamento della portata minima di aria esterna ai fini della qualità dell'aria sia nel caso di impianto aportata costante sia nel caso di impianto a portata variabile in base alle condizioni termiche.

Figura 1 – Diagramma di flusso per l’applicazione della procedura di controllo della concentrazione dei contaminanti interni

AiCARR informaa cura di Lucia Kern

In anteprIma

Il 49º Convegno internazionale AiCARR “Edifici di valore storico: progettare la riqualificazione. Una panoramica, dalle performance energetiche alla qualità dell’aria interna”Roma, 26-27-28 febbraio 2014AiCARR, in collaborazione con ASHRAE, organizza a Roma nel febbraio 2014 il Convegno Internazionale dal titolo “Edifici di valore storico: progettare la ri-qualificazione. Una panoramica, dalle performance energetiche alla qualità dell’aria interna”.La riduzione dei consumi di energia negli edifici esistenti è un obiettivo im-portante per tutti i Paesi impegnati nell’utilizzo razionale delle risorse e nella riduzione delle emissioni di CO2. Gli interventi di riqualificazione sugli edifici esistenti, e in particolare in quelli di valore storico o che ospitano beni di carat-tere storico-artistico, devono essere attentamente progettati e definiti, sia per l’esistenza di vincoli architettonici e storici, sia in relazione alle esigenze di uti-lizzo e agli aspetti operativi, di manutenzione ed economici.La performance energetica degli edifici dovrebbe essere definita sulla base di metodologie che tengano conto, oltre che delle caratteristiche termiche, di altri fattori che giocano un ruolo sempre più determinante, quali gli impianti di riscaldamento e condizionamento, l’utilizzo di energia prodotta da fonti rin-novabili, la presenza di elementi di riscaldamento e raffreddamento passivi, la

schermatura, la qualità dell’aria interna, un’adeguata illuminazione naturale e un soddisfacente livello di silenziosità interna.Il Convegno analizzerà le principali tecnologie impiantistiche e di apparec-chiature oggi disponibili al fine di migliorare il rendimento energetico, la qua-lità ambientale e la sostenibilità degli edifici esistenti.

Topics1. Patrimonio culturale e edifici storici: conservazione, microclima e

sostenibilità 2. Sistemi di climatizzazione: possibili migliorie delle prestazioni 3. Materiali e tecniche per il risanamento dell’involucro edilizio4. Sistema edificio impianto: valutazione energetica 5. Funzionamento, gestione e manutenzione di impianti di climatizzazione6. Miglioramenti per l’acustica e l’illuminazione naturale 7. Normativa tecnica8. Microclima interno: progettazione, misure e monitoraggio9. Casi di studio

Il 30 maggio, appuntamento con la 30ª edizione del Convegno di PadovaDopo la grande affluenza di partecipanti dell’edizione 2012, torna il prossimo 30 maggio a Villa Ottoboni il Convegno di Padova, dal titolo “Innovazione e tendenze nella tecnologia e nelle applicazioni delle pompe di calore”.L’edizione 2013 focalizzerà dunque l’attenzione su un tema che coinvolge i molteplici aspetti della progettazione, realizzazione e gestione di un impian-to di climatizzazione e che riguarda tutti i componenti di impianto, con un’at-tenzione speciale sia al funzionamento ai carichi parziali che alla gestione de-gli ausiliari per aumentare l’efficienza energetica e migliorare le prestazioni in condizioni sia di riscaldamento che di raffrescamento. L’obiettivo è garantire le condizioni di benessere indoor con un impiego di potenza e di energia infe-riori al passato, nell’ottica della sostenibilità ambientale. Sono oltre 20 le proposte di relazioni libere sottoposte al Comitato scientifico

del Convegno, che si andranno ad affiancare alle quattro relazioni a invito già affidate a qualificati esperti del settore:• “Evoluzione normativa e legislativa sulle pompe di calore”, Paolo Baggio,

Università di Trento• “Applicazioni delle pompe di calore nel settore del terziario avanzato”,

Matteo Bo, Prodim Srl, Torino• “Sviluppi nelle tecnologie ad assorbimento e adsorbimento”, Giovanni

Antonio Longo, Università di Padova• “Stato dell’arte nella progettazione e costruzione delle pompe di calore a

compressione”, Luca Stefanutti, libero professionistaIl Convegno sarà introdotto dal Presidente AiCARR Michele Vio, che presenterà anche la relazione dal titolo “La pompa di calore nel retrofit di edifici esistenti con impianti a radiatori: opportunità e sviluppi tecnologici”.

ConvEgno “Efficienza energetica nel settore pubblico. Una road map verso la sostenibilità economica”AiCARR vi dà appuntamento a Catania il 15 marzo prossimo nel pomeriggio con il Convegno sul tema “Efficienza energetica nel settore pubblico. Una road map verso la sostenibilità economica”. In un momento in cui la sostenibilità economica e ambientale del panorama edilizio è ormai una necessità irrevocabile, AiCARR guarda al settore pubblico, suggerendo un percorso graduale mirato all’obiettivo. Il Convegno si sviluppa intorno a questo nucleo centrale, entrando nel me-rito delle tecnologie oggi disponibili per interventi razionali sul sistema edi-ficio-impianto: in seguito all’esecuzione di una corretta diagnosi e di un’in-dispensabile certificazione energetica, la regolazione climatica, un adeguato

isolamento termico, l’installazione di caldaie a condensazione e pannelli solari termici, l’utilizzo della geotermia, rappresentano alcuni dei passaggi che pos-sono condurre alla sostenibilità economico-ambientale degli edifici pubblici. Interverranno al Convegno: il Presidente Michele Vio, che illustrerà i sugge-rimenti di AiCARR per il risparmio energetico nella strutture pubbliche, il Presidente eletto Livio de Santoli, che presenterà una relazione dedicata al potenziale di sviluppo dell’industria italiana sull’efficienza energetica, e il Prof. Giuliano Cammarata, dell’Università di Catania, che parlerà di certificazione energetica negli edifici pubblici.

Proseguono a marzo i corsi “in pillole” sulla Specifica tecnica UnI/TS 11300 Parte 4

Anche a marzo sono in programma nuove sedi e nuove date per i corsi “in pil-lole” sulla Specifica UNI/TS 11300 parte 4 “Utilizzo di energie rinnovabili e di al-tri metodi di generazione per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria”. Il corso, della durata di 8 ore, è pensato per aggiornare in modo snello ed esauriente i progettisti del settore climatizzazione, i tecnici di aziende, i tecnici addetti alla verifica, manutenzione e controllo del funzio-namento degli impianti, i tecnici di enti locali e tutte quelle figure professionali

che, pur non specializzate nell’ambito della progettazione di impianti di clima-tizzazione, hanno l’esigenza di sapere come determinare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e tradizionali.Ricordiamo che, al momento dell’iscrizione online, è possibile prenotare una copia della Specifica tecnica a un prezzo particolarmente vantaggioso.Per il calendario aggiornato, vi invitiamo a consultare il sito.

Software di calcolo, il nuovo servizio in esclusiva per i SociAiCARR ricorda che coloro che sono in regola con la quota associativa per l’anno 2013 possono usufruire immediatamente e gratuitamente del servizio messo a loro disposizione sul sito, nell’area “Normativa – Tool”. Si tratta dei tool di ausilio alla progettazione, strumenti di calcolo pratici e utilissimi, creati dai progettisti per i progettisti e per questo affidabili e preziosi per la pratica quotidiana. Gli strumenti di calcolo scaricabili, ognuno corredato da un breve ma-nuale che accompagna l’utente nell’utilizzo del tool, coprono diversi ambiti della progettazione e sono destinati a moltiplicarsi nel tempo, anche grazie al contribu-to dei Soci che vorranno condividere i loro metodi di calcolo con i colleghi.

Questa novità, che AiCARR ha sviluppato per supportare i Soci nella loro pro-fessione, si va naturalmente ad affiancare a tutti gli altri vantaggi riservati agli Associati: dall’accesso in esclusiva alla sezione Normativa sul sito, costantemente aggiornata, all’ingresso gratuito ai Convegni e Seminari AiCARR, alle quote spe-ciali per la partecipazione alle attività di formazione. La quota associativa può essere rinnovata attraverso carta di credito (pagamento on-line), bonifico bancario oppure, semplicemente e senza alcuna spesa acces-soria, tramite il bollettino MAV ricevuto per posta.

Scomparso J.g. Mast, uno dei “padri” del dizionario REHvAÈ scomparso lo scorso 14 dicembre J.G. (Koos) Mast, Honorary Fellow di REHVA e Chair di REHVA Region One Group dal 2007 al 2011. Fra le sue attività all’interno della Federazione segnaliamo in particolare la collaborazione alla redazione del Dizionario REHVA, l’imponente glossario tecnico, realizzato in 15 lingue con oltre 12 mila termini.

AiCARR e REHVA lo ricordano come una persona attivissima e sempre impegnata a favorire e sviluppare la comunicazione fra i professionisti HVAC di tutta Europa.L’azienda di consulenza di J. G. Mast, la Smits van Burgst – The Netherlands è stata il primo sostenitore olandese di REHVA.

I prossimi moduli del Percorso FondamentiProsegue a febbraio e marzo il calenda-rio degli appuntamenti con il Percorso

Fondamenti della Scuola di Climatizzazione di Milano. Selezionati accuratamente dagli esperti di AiCARR Formazione e affidati come sempre a qualificati professio-nisti e accademici di settore, questi corsi, lo ricordiamo, affrontano temi di base

indispensabili per chi si affaccia al mondo della climatizzazione ma si rivelano particolarmente utili anche per tutti coloro che sentono l’esigenza di migliorare le proprie conoscenze al fine di perfezionare la propria professionalità. I moduli del percorso Fondamenti si contraddistinguono anche per il prezzo contenuto, studiato su misura per i più giovani.

Il calendario dei prossimi corsiDATA MODULO COD.

Martedì 19 febbraio

Impianti di climatizzazione: tipologie e criteri di scelta progettuale. Si introduce il concetto di sistema edificio-impianto, evidenziando i compiti di un impianto di climatizzazione, presentando le principali tipologie impiantistiche e definendo i criteri di scelta delle soluzioni adottabili, con riferimenti a esempi applicativi.

PR1F

Mercoledì 20 febbraio

Progettazione di impianti di climatizzazione a tutt’aria: fondamenti. Si forniscono le competenze necessarie per scegliere e dimensionare l’impianto ad aria più adeguato al caso trattato, implementando la logica di regolazione ottimale e sfruttando i sistemi più adatti per il risparmio energetico (recupero di calore e raffreddamento gratuito diretto e indiretto ) tramite adeguati software di progettazione.

PR3F

Giovedì 21 febbraio

Progettazione di impianti di climatizzazione a tutt’aria: dimensionamento. Si scelgono e dimensionano il sistema di trattamento aria, le reti aerauliche, i terminali ad aria, le modalità di regolazione che garantiscono i migliori risultati nelle differenti varianti applicative. Si evidenziano inoltre le specificità delle applicazioni degli impianti di climatizzazione a tutt’aria in ambito ospedaliero.

PR7F

Martedì 26 febbraio

Progettazione di impianti di riscaldamento ad acqua: fondamenti. Si analizzano le caratteristiche dei differenti componenti degli impianti di riscaldamento (caldaie, bruciatori, terminali…) , dei principali sistemi di distribuzione del fluido termovettore e della strumentazione di controllo e sicurezza. Si introduce la metodologia per il dimensionamento dell’impianto tramite esempi.

PR2F

Mercoledì 27 febbraio

Progettazione di impianti di climatizzazione misti aria/acqua: fondamenti. Si forniscono le competenze fondamentali relative alle caratteristiche, peculiarità e campi di applicazione degli impianti misti aria-acqua, le caratteristiche e trasformazioni dell’aria primaria e dell’aria secondaria e le caratteristiche, temperature di funzionamento e criteri di scelta dei terminali ambiente.

PR4F

Giovedì 28 febbraio

Progettazione di impianti di climatizzazione misti aria/acqua: dimensionamento. Si determinano i compiti della parte aria e della parte acqua. Si prosegue con la scelta e il dimensionamento del sistema di trattamento aria e delle reti aerauliche, dei terminali ambiente e delle reti idroniche, determinando infine le modalità di regolazione che garantiscono i migliori risultati nelle differenti varianti applicative.

PR8F

Mercoledì 6 marzo

Diffusione dell’aria in ambiente interno. Si presentano i più importanti parametri relativi alla diffusione dell’aria negli ambienti, definendo le principali caratteristiche e peculiarità dei vari tipi di apparecchi di diffusione.

PR5F

Giovedì 7 marzo

Unità di trattamento aria. Si illustrano gli aspetti funzionali, dimensionali e costruttivi dei componenti dei una unità di trattamento aria, descrivendo i trattamenti subiti dall’aria umida al suo interno, chiarendo le logiche di regolazione ed evidenziandone le specificità in relazione ai diversi sistemi impiantistici in cui è collocata.

PR6F

Martedì 12 marzo

Centrali termiche. Si affrontano i fondamenti della combustione e vengono analizzati i componenti di centrale (bruciatori, generatori di calore, ecc., compresi camini e canne fumarie collettive). Vengono esposte le norme di sicurezza e prevenzione incendi per le centrali, per i recipienti in pressione e per impianti a combustibile gassoso.

CE1F

Mercoledì 13 marzo

Centrali e impianti idrici – trattamento acqua. Si affronta il tema della definizione delle prestazioni e del dimensionamento degli impianti idrico-sanitari, di pressurizzazione, stoccaggio, preparazione, distribuzione e scarico dell’acqua. Vengono inoltre analizzati gli impianti di trattamento dell’acqua per sistemi di raffreddamento, gli impianti termici, e quelli preparatori di acqua calda.

CE2F

Martedì14 marzo

Macchine frigorifere e pompe di calore: fondamenti. Vengono illustrati i principi fisici, i componenti della macchina e la loro influenza sul suo funzionamento, e come calcolare le prestazioni termodinamiche con il diagramma di stato del fluido operativo. Viene spiegato come eseguire valutazioni sulle prestazioni stagionali delle macchine che utilizzano come sorgente o pozzo l’aria esterna.

CE3F

Mercoledì 20 marzo

Centrali frigorifere. Si affronta il tema della progettazione delle centrali frigorifere, con particolare attenzione alle logiche di regolazione, al contenuto d’acqua dell’impianto (accumuli), ai problemi di installazione (spazi di rispetto) e ai problemi acustici, descrivendo le circuitazioni idrauliche più adatte anche nel caso di più macchine installate in parallelo.

CE4F

Giovedì 21 marzo

Regolazione automatica: fondamenti e applicazioni. Si introducono i fondamenti della regolazione automatica degli impianti di climatizzazione, con particolare attenzione al dimensionamento delle valvole di regolazione. Si analizzano applicazioni tipiche delle regolazione automatica di tali impianti, evidenziando il risparmio energetico ottenibile.

RE1F

Lunedì 25 marzo

Il progetto: procedure, documenti e legislazione. Si forniscono le basi per una metodica di progettazione che consenta un percorso virtuoso finalizzato, nel rispetto delle esigenze del committente e con una precisa definizione dell’appalto e nei tempi e con i costi previsti, alla soddisfazione comune degli attori: committente, team di progettazione e appaltatore.

NO1F

Il calendario potrebbe subire variazioni. Per le date aggiornate, raccomandiamo di consultare sempre la Sezione Scuola/Prossimi corsi del sito www.aicarr.org.

Le soluzioni di oggiper i progetti di domani…

Ventilazione e smoke management

Misure, diagnosi e collaudi

Pompedi calore

Impianti di riscaldamento

Per richiedere arretrati: [email protected]

Editore: Quine srl · Via Santa Tecla, 4 · 20122 Milano - Italia · Tel. +39 02 864105 · Fax. +39 02 72016740

* Il CVV2 è il codice di tre cifre posizionato sul retro della carta di credito dopo i numeri che identificano la carta stessa per il circuito VISA.

ABBONATI! INVIA SUBITO QUESTO TAGLIANDO VIA FAX AL NUMERO 02 72016740 INSIEME ALLA COPIA DEL PAGAMENTODesidero abbonarmi ad AiCARR journal al costo di: 55 euro (6 numeri all’anno) Pagamento

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ambiente#16ISSN:2038-2723

IMPIANTI DI RISCALDAMENTORECUPERO DI CALORE

ANNO 3 - OTTObre 2012

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POMPE DI CALORE, COME DIMENSIONARLEACCUMULO AD IDROGENO, QUALI VANTAGGI?CLIMATIZZAZIONE SATELLITARE E PRESTAZIONI ENERGETICHERADIANTE NEI CAPANNONICASE STUDY RISCALDAMENTO CON RECUPERO DEL CALORE DI CONDENSAZIONEBARRIERE D’ARIA, QUANDO NON FUNZIONANO?

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POMPEDI CALORE

ANNO 3 - settembre 2012 EUrO15

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VENTILAZIONE E SmOKE MANAGEMENT

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PrEsTAZIONI dEGLI IMPIANTI dI VENTILAZIONEsIsTEMI VAV E sIsTEMI ON dEMANdMANuTENZIONE E rIquALIfIcAZIONE ENErGETIcA EVAcuAZIONE dI fuMO E cALOrEsMOkE MANAGEMENT, EsEMPI APPLIcATIVIsTrATEGIE PEr LA rEGOLAZIONE

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Fascicolo DOSSIER MONOGRAFICO FOCUS TECNOLOGICO

#17 Centrali frigorifere Freecooling

#18 Riqualificazione degli impianti nelle strutture alberghiere

Norma UNI 10339

#19 Le gare di appalto nel settore impiantistico Ventilazione

#20 Il progetto degli impianti e il comfort Sistemi passivi

#21Decreto attuativo della Direttiva

2010/31: quali obblighi per il progettista

Filtrazione

#22 Freddo e caldo nell’industria Pompe di calore

#23L’integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici

Manutenzione

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