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17/11/2013 1 Analisi della regressione 2 Nella tavola è riportata la % di purezza di ossigeno, rilasciata in un processo di distillazione chimica, e il livello di idrocarbonio, presente nel condensa- tore principale di unità di distillazione. Osservazioni Liv.Idrocarbonio Purezza 1 0,99 90,01 2 1,02 89,05 3 1,15 91,43 4 1,29 93,74 5 1,46 96,73 6 1,36 94,45 7 0,87 87,59 8 1,23 91,77 9 1,55 99,42 10 1,4 93,65 11 1,19 93,54 12 1,15 92,52 13 0,98 90,56 14 1,01 89,54 15 1,11 89,85 16 1,2 90,39 17 1,26 93,25 18 1,32 93,41 19 1,43 94,98 20 0,95 87,33 L’analisi della regressione è una tecnica statistica per modellare e investigare le relazioni tra due (o più) variabili. Dati salvati in un file

Analisi della regressione - Università degli Studi della Basilicataold · il modello di regressione lineare sia sufficiente. Il seguente datasetrappresenta il peso corporeo espresso

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Page 1: Analisi della regressione - Università degli Studi della Basilicataold · il modello di regressione lineare sia sufficiente. Il seguente datasetrappresenta il peso corporeo espresso

17/11/2013

1

Analisi della regressione

2

Nella tavola è riportata la % di purezza di ossigeno,

rilasciata in un processo di distillazione chimica, e il

livello di idrocarbonio, presente nel condensa-

tore principale di unità di distillazione.

Osservazioni Liv.Idrocarbonio Purezza

1 0,99 90,01

2 1,02 89,05

3 1,15 91,43

4 1,29 93,74

5 1,46 96,73

6 1,36 94,45

7 0,87 87,59

8 1,23 91,77

9 1,55 99,42

10 1,4 93,65

11 1,19 93,54

12 1,15 92,52

13 0,98 90,56

14 1,01 89,54

15 1,11 89,85

16 1,2 90,39

17 1,26 93,25

18 1,32 93,41

19 1,43 94,98

20 0,95 87,33

L’analisi della regressione è una tecnica statistica per modellare e

investigare le relazioni tra due (o più) variabili.

Dati

salvati

in

un file

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2

3

> dati<-matrix(scan("C:/Programmi/R/R-3.0.2/regressionedati.R",

+ n=20*2),20,2,byrow=TRUE)

Read 40 items

Un primo modo di studiare che tipo

di relazione sussiste tra le popola-

zioni che hanno generato i dati è

il diagramma di dispersione (scatter

plot).

> datix<-dati[,1]

> datiy<-dati[,2]

> plot(datix,datiy,xlab='purezza

+ ossigeno',ylab='% di idrocarbonio')

Con questa concatenazione di functions è possibile far leggere i dati in

un file memorizzati sotto forma di tabella e assegnarli ad una variabile.

CONSIDERAZIONI SULLO SCATTER DIAGRAM

Le correlazioni, possibilmente positiva o possibilmente negativa, sono

In forse quando i punti rappresentativi delle coppie di dati, pur dispo-

nendosi attorno ad una delle due diagonali del diagramma, presentano

una dispersione piuttosto accentuata tale da far presumere l’esistenza

di altre cause che intervengono a determinare l'effetto studiato.

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5

C’è un modo per misurare il grado di correlazione

tra due variabili aleatorie?

[ ] [ ]

S e e , si defin isce d i

e , la quantità

C ov

(X ,Y ) [(

)( )].

X Y

X Y

E X E Y covarianza

X Y

E X Y

µ µ

µ µ

= =

= − −

D efin iz ion e

YXXYEYX µµ−= ][),cov(

Se e sono indipendenti, Cov( , ) 0.

Il viceversa non vale.

X Y X Y =Teorema :

2

31

31

31)(

101XY

xp

X=⇒

−Controesempio

( , ) 0Cov X Y⇒ =

6

: ( ) ( ) ( ) 2cov( , )Teore Var X Y Var X Var Y X Yma ± = + ±

La tra le variabili aleatorie e è la quantità:

cov( , )

( ) ( )

XY

X Y

correlazione X Y

X Y

Var X Var Y

σρ

σ σ= =

Definizi one

Se la covarianza tra due variabili aleatorie è positiva, negativa o nulla,

anche la correlazione sarà positiva, negativa o nulla.

La tra le variabili aleatorie e gode

della seguente proprietà: -1 1

correlazione X Y

ρ≤ ≤

Teorema :

Se 1 ( ): 1Teore P aX ba Ym ρ = ± ⇒ = ± =

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Il coefficiente di correlazione non è una misura generale della relazione

tra due variabili, ma esprime solo il grado di linearità della correlazione

in un grafico a dispersione.

Gli outliers possono modificare significativamente il valore

del coefficiente di correlazione.

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In R la function per

calcolare il coefficiente

di correlazione è

cor()

Bisogna specificare in

input il tipo di coefficiente

da calcolare: in questo

caso quello di Pearson.

> cor(datix, datiy, method="pearson")

[1] 0.9367154

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11

Y mX b ε= + +

Se si immagina che la relazione tra X e Y sia lineare, allora bisogna

ricercare i coefficienti della trasformazione

2

, coefficienti di regressione

(livello di idrocarbonio) var. aleat. indipendente

(purezza dell'ossigeno) var. aleat. dipendente

(errore casuale), E[ ] 0, Var[ ] .

m b

X

Y

ε ε ε σ

• = =

Come si calcolano i coefficienti?

IL METODO DEI MINIMI QUADRATI

Minimizzare la distanza tra i punti delle osservazioni e la retta stessa.

residui

( ) ( )2

1

,n

i i

i

Si cerca il minimo della funzione

rispetto m e b L a b y mx b

=

= − −

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13

La funzione di R per stimare un modello di regressione lineare è lm

(linear models). L’output di tale funzione è molto complesso: in gene-

rale è opportuno salvarlo in una variabile di classe per poi estrarne le

quantità necessarie all’analisi dei dati

>result<-lm( datiy ~ datix)

>summary(result)

Residuals:

Min 1Q Median 3Q Max

-1.83029 -0.73334 0.04497 0.69969 1.96809

Coefficients:

Estimate Std. Error t value Pr(>|t|)

(Intercept) 74.283 1.593 46.62 < 2e-16 ***

datix 14.947 1.317 11.35 1. 23e-09 ***

---

Signif. codes: 0 ‘***’ 0.001 ‘**’ 0.01 ‘*’ 0.05 ‘.’ 0.1 ‘ ’ 1

14

Pertanto il modello lineare stimato è

y =

74.2 14.9y x= +

Possiamo sovrapporre la retta al grafico

con il comando:

> abline(lm(datiy ~ datix))

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15

>summary(result)

Residuals:

Min 1Q Median 3Q Max

-1.83029 -0.73334 0.04497 0.69969 1.96809

Coefficients:

Estimate Std. Error t value Pr(>|t|)

(Intercept) 74.283 1.593 46.62 < 2e-16 ***

datix 14.947 1.317 11.35 1. 23e-09 ***

---

Signif. codes: 0 ‘***’ 0.001 ‘**’ 0.01 ‘*’ 0.05 ‘.’ 0.1 ‘ ’ 1

L’errore standard misura il grado di precisione della stima dei parametri.

16

>summary(result)

Residuals:

Min 1Q Median 3Q Max

-1.83029 -0.73334 0.04497 0.69969 1.96809

Coefficients:

Estimate Std. Error t value Pr(>|t|)

(Intercept) 74.283 1.593 46.62 < 2e-16 ***

datix 14.947 1.317 11.35 1.23e-09 ***

---

Signif. codes: 0 ‘***’ 0.001 ‘**’ 0.01 ‘*’ 0.05 ‘.’ 0.1 ‘ ’ 1

E’ l’output di un test per verificare se i valori dei coefficienti sono nulli.

La legenda associa alle stelle un valore numerico: quando questi valo-

ri numerici sono inferiori a 0.05, allora si può ritenere non vera l’ipo-

tesi che i coefficienti sono nulli.

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>summary(result)

…Multiple R-squared: 0.8774, Adjusted R-squared: 0.8706

R^2 è noto nella letteratura come coefficiente di determinazione.

> rho<-cor(datix, datiy, method="pearson")

> rho^2

[1] 0.8774357

Spiega quanta parte della variabilità della Y è imputabile alla variabilità

della X, in questo caso l’87%.

Il valore numerico 0.8706 è ottenuto usando una formula corretta e

più robusta.

I valori vengono riportati entrambi perché grosse discrepanze segnalano

la presenza di valori anomali.

18

> summary(result)

F-statistic: 128.9 on 1 and 18 DF, p-value: 1.227e-09

Questo è un test per stabilire se è valido il modello con predittore

oppure quello senza predittore Y mX b Y bε ε= + + = +

L’esito del test si legge analogamente a prima.

Si osservi che questo test equivale al test per riconoscere se 0.m =

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ANALISI DEI RESIDUI

> summary(result)

Residuals:

Min 1Q Median 3Q Max

-1.83029 -0.73334 0.04497 0.69969 1.96809

Residual standard error: 1.087 on 18 degrees of freedom

Si definiscono residui le distanze tra i valori della variabile dipendente

ottenuti mediante la retta di regressione e quelli osservati.

ˆi i i

e y y= −

Anche in questo caso l’errore standard misura la variabilità dell’errore

stocastico ε inserito nel modello

2Perchè il modello sia valido è necessario provare che N(0, )ε σ∼

Per ora usiamo due strumenti grafici. Il grafico dei residui e il qqnorm.

> str(result)List of 12

$ coefficients : Named num [1:2] 74.3 14.9

..- attr(*, "names")= chr [1:2] "(Intercept)" "datix"

$ residuals : Named num [1:20] 0.9287 -0.4797 -0.0429 0.1744 0.6234 ...

..- attr(*, "names")= chr [1:20] "1" "2" "3" "4" ...

$ effects : Named num [1:20] -412.154 12.334 -0.207 -0.084 0.25 ...

..- attr(*, "names")= chr [1:20] "(Intercept)" "datix" "" "" ...

$ rank : int 2

$ fitted.values: Named num [1:20] 89.1 89.5 91.5 93.6 96.1 ...

..- attr(*, "names")= chr [1:20] "1" "2" "3" "4" ...

$ assign : int [1:2] 0 1

$ qr :List of 5

..$ qr : num [1:20, 1:2] -4.472 0.224 0.224 0.224 0.224 ...

.. ..- attr(*, "dimnames")=List of 2

.. .. ..$ : chr [1:20] "1" "2" "3" "4" ...

.. .. ..$ : chr [1:2] "(Intercept)" "datix"

.. ..- attr(*, "assign")= int [1:2] 0 1

..$ qraux: num [1:2] 1.22 1.17…

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> qqnorm(result$residuals)

>

> plot(1:20,result$residuals,type='p',

+ main='Grafico dei residui',

+ xlab='residui')

> abline(h=0, lwd=2)I punti si distribuiscono lungo

una retta. La dispersione non presenta

particolari patterns.

ESEMPI DI GRAFICI DI RESIDUI

Omoscheda-

sticità=

varianza

costante per

l’errore

Eteroscheda-

sticità=

varianza

diversa per

l’errore

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La relazione tra due campioni casuali non è sempre lineare. A volte è

possibile trasformare opportunamente le scale di misurazione perché

il modello di regressione lineare sia sufficiente.

Il seguente dataset rappresenta il peso corporeo espresso in kg e il

peso del cervello espresso in gr. per 62 diverse specie di mammiferi.

> cervello<-matrix(scan("C:/Programmi/R/R-3.0.2/cervello.txt",

+ skip=1,n=62*2),62,2,byrow=TRUE)

Read 124 items

Effettuando un diagramma

di dispersione dei dati, si

osserva un andamento molto

lontano da quello lineare.

Provando a rappresentare i dati in scala logaritmica, si ottiene…

> plot(log(cervello[,1]),log(cervello[,2]),type='p',main='Scatter-plot

+ Scala Log',xlab='Peso corporeo',ylab='Peso cervello')

> abline(lm(log(cervello[,2]) ~ log(cervello[,1])) )

>

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Torniamo all’esercizio sul fitting dei dati:

Esempio: si misura il tempo di vita di 20 lampadine, che è stato riportato

di seguito. Stimare la funzione guasto, la funzione di affidabilità, la densi-

tà di guasto, il tempo medio di vita. Determinare quale modello teorico

potrebbe descrivere il tempo di vita.

10,45 2,30 19,71 49,81 46,89 69,08 0,32 11,36 43,20 3,24

6,10 1,01 0,71 3,89 5,38 0,37 7,29 9,12 17,52 9,60

Usando i probability plotting papers, avevamo stabilito che il modello

di Weibull si adattava bene ai dati. Usando la function fitdistr()

> stima<-fitdistr(dati,"weibull")

> str(stima)List of 5

$ estimate: Named num [1:2] 0.764 13.497

..- attr(*, "names")= chr [1:2] "shape" "scale"

$ sd : Named num [1:2] 0.133 4.176

..- attr(*, "names")= chr [1:2] "shape" "scale"

Usando la regressione

sui dati del probability

plotting paper?

E’ necessario costruire il modello di regressione tra

> source('datiprimoesercizio.r')

> x<-log(sort(dati))

> index<-seq(1,20,1)

> cdf<-(index-0.3)/20.4

> z<-log(log(1/(1-cdf)))

> result<-lm(z ~ x)

> result

Coefficients:

(Intercept) x

-1.8988 0.7276

Per ottenere i coefficienti è sufficiente che:

Ovviamente questi non sono i parametri

di scala e di forma, perché nella retta di

regressione associata al probability plot-

ting paper è log

e = log

z x

m b

β β α

β β α

= − ⇒

= −

ossia 0.7276 e =13.59464β α=

Con fitdistr()

$ estimate: 0.764 13.497

"shape" "scale”

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Un caso in cui l’uso Del Modello di regressione

è necessario

L’esercizio che segue si riferisce a un campione casuale di 90 tempi di

guasto.

I tempi sono ripartiti in modalità e viene fornita la tabella seguente.

Rank Tempo guasto # guasti Guasti cum. Median rank %

1 600 23 23 25.1

2 1200 9 32 35.1

3 1800 2 34 37.3

4 2400 3 37 40.6

5 3000 11 48 52.8

6 3600 6 54 59.4

7 4200 3 57 62.7

8 4800 6 63 69.4

9 5400 4 67 73.8

10 6600 3 70 77.1

11 6900 4 74 81.5

12 7200 8 82 90.4

13 7800 3 85 93.7

14 8400 0 85 93.7

15 9000 1 86 94.8

16 9600 2 88 97.0

17 10200 2 90 99.2

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In R, aprire un file dove

riportare i dati e salvar-

lo con estensione .csv.

> guasti<-read.csv("C:/Programmi/R/guasti.csv",header=F,sep=",")

Un altro modo per

leggere le tabelle di

dati…

Questi file, una volta

letti con il comando

read.csv() producono

delle matrici con

la stessa struttura di

quella usata nel file

> guasti

V1 V2

1 600 23

2 1200 9

3 1800 2

4 2400 3

5 3000 11

6 3600 6

7 4200 3

8 4800 6

9 5400 4

10 6600 3

11 6900 4

12 7200 8

13 7800 3

14 8400 0

15 9000 1

16 9600 2

17 10200 2

Per costruire il probability plotting paper relativo al modello di Weibull

> x=log(guasti[,1])

> cdf=(cumsum(guasti[,2])-0.3)/(90+0.4)

> y=log(log(1/(1-cdf)))

Grafico

Non

Corretto

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Anche ricostruendo il campione casuale a partire dalla tabella…

> dati<-c(rep(guasti[1,1],guasti[1,2]))

> dati

[1] 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600

[20] 600 600 600 600

> for (i in 2:17) {

+ dati<-c(dati, rep(guasti[i,1],guasti[i,2]))

+ }

> dati

[1] 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600

[13] 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 600 1200

[25] 1200 1200 1200 1200 1200 1200 1200 1200 1800 1800 2400 2400

[37] 2400 3000 3000 3000 3000 3000 3000 3000 3000 3000 3000 3000

[49] 3600 3600 3600 3600 3600 3600 4200 4200 4200 4800 4800 4800

[61] 4800 4800 4800 5400 5400 5400 5400 6600 6600 6600 6900 6900

[73] 6900 6900 7200 7200 7200 7200 7200 7200 7200 7200 7800 7800

[85] 7800 9000 9600 9600 10200 10200

>

Il grafico che ne risulta non consente di ritenere adeguato il modello

di Weibull…

…perché vi sono molti dati che si ripetono

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17

Nel grafico originale invece riconosciamo tre andamenti:

Rank Tempo guasto # guasti Guasti cum. Median rank %

1 600 23 23 25.1

2 1200 9 32 35.1

3 1800 2 34 37.3

4 2400 3 37 40.6

5 3000 11 48 52.8

6 3600 6 54 59.4

7 4200 3 57 62.7

8 4800 6 63 69.4

9 5400 4 67 73.8

10 6600 3 70 77.1

11 6900 4 74 81.5

12 7200 8 82 90.4

13 7800 3 85 93.7

14 8400 0 85 93.7

15 9000 1 86 94.8

16 9600 2 88 97.0

17 10200 2 90 99.2

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Num.prova Tempo guasto # guasti Guasti cum. Median rank %

1 600 23 23 60.7

2 1200 9 32 84.8

3 1800 2 34 90.1

4 2400 3 37 98.1

5 3000 11 48 28.6

6 3600 6 54 44.7

7 4200 3 57 52.7

8 4800 6 63 68.7

9 5400 4 67 79.4

10 6600 3 70 87.4

11 6900 4 74 98.1

12 7200 8 82 47.0

13 7800 3 85 65.3

14 8400 0 85 65.3

15 9000 1 86 71.3

16 9600 2 88 83.6

17 10200 2 90 95.8

Num.prova Tempo guasto # guasti Guasti cum. Median rank %

1 600 23 23 60.7

2 1200 9 32 84.8

3 1800 2 34 90.1

4 2400 3 37 98.1

5 3000 11 11 28.6

6 3600 6 17 44.7

7 4200 3 20 52.7

8 4800 6 26 68.7

9 5400 4 30 79.4

10 6600 3 33 87.4

11 6900 4 37 98.1

12 7200 8 8 47.0

13 7800 3 11 65.3

14 8400 0 11 65.3

15 9000 1 12 71.3

16 9600 2 14 83.6

17 10200 2 16 95.8

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> dati1<-dati[1:37]

> dati2<-dati[38:74]

> dati3<-dati[74:90]

> library(MASS)

> stima1<-fitdistr(dati1,'weibull')

Error in fitdistr(dati1, "weibull") : optimization failed

In addition: Warning messages:

1: In densfun(x, parm[1], parm[2], ...) : NaNs produced

2: In densfun(x, parm[1], parm[2], ...) : NaNs produced

Il motivo dell’errore è che nella formula che stima uno dei due para-

metri della Weibull, compaiono le distanze tra i dati al denominatore.

Si può ovviare all’inconveniente usando la regressione lineare.

Una procedura più corretta consiste nell’uso dei cosiddetti modelli li-

neari generalizzati. Tuttavia ci “accontentiamo” di costruire un model-

lo di regressione per ciascuno dei 3 sottogruppi trovati.

Per il primo gruppo:

> guasti1<-guasti[1:4,1]

> x<-log(sort(guasti1))

> fas<-guasti[1:4,2]

> cdf<-(cumsum(fas)-0.3)/37.4

> z<-log(log(1/(1-cdf)))

> result<-lm(z ~ x)

> result

Coefficients:

(Intercept) x

-6.352 0.980 Con la trasformazione vista prima:

=0.980 e 653.0363β α =

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Per il secondo gruppo:

> guasti2<-guasti[5:11,1]

> x<-log(sort(guasti2))

> fas<-guasti[5:11,2]

> cdf<-(cumsum(fas)-0.3)/37.4

> z<-log(log(1/(1-cdf)))

> result<-lm(z ~ x)

> result

Coefficients:

(Intercept) x

-22.249 2.643

>

Con la trasformazione vista prima:

=2.643 e 4528.226β α =

Per il terzo gruppo:

> guasti3<-guasti[12:17,1]

> x<-log(sort(guasti3))

> fas<-guasti[12:17,2]

> cdf<-(cumsum(fas)-0.3)/37.4

> z<-log(log(1/(1-cdf)))

> result<-lm(z ~ x)

> result

Coefficients:

(Intercept) x

-20.791 2.183

>

Con la trasformazione vista prima:

=2.183 e 13436.44β α =

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L’esempio mostra come per questo componente le informazioni circa il

tasso di guasto siano ripartite lungo l’arco temporale. La affidabilità to-

tale è una somma di affidabilità, ciascuna si riferisce a un periodo della

vita, secondo dei pesi che restituiscono il peso di quel tasso di guasto

lungo l’arco temporale

1 1 2 2 3 3

1 2 3

( ) ( ) ( ) ( )

con 1

R t a R t a R t a R t

a a a

= + +

+ + =

1 1 2 2 3 3( ) ( ) ( ) ( )f t a f t a f t a f t= + +

1 1 2 2 3 3( ) ( ) ( ) ( )F t a F t a F t a F t= + +MISTURE

Iperesponenziale

31 2

1 2 3

37 37 16( ) exp exp exp

90 90 90

t t tR t

ββ β

α α α

= − + − + −

Nell’esempio è: