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Ancora Benedetto uando sulla papamobile stava- mo andando verso l'aeroporto dissi al Papa: “Santità, per me oggi è stata una bella giornata, per Lei sarà stata una grande fatica” . “No, no -rispose subito- anzi mi sono ri- posato, mi sono rilassato. Tutto è stato bellissimo. Quando stamani son partito da casa pensavo che avrei trovato un grande entusiasmo ma anche molto di- sordine e confusione come avviene spes- so nel Meridione”. “Santità - replicai su- bito io - la Sardegna non è Meridione. Qui siamo in Italia centrale”. “Si? Non lo sapevo. Tutto è stato ben ordinato. E' sta- to tutto molto bello”. Proprio come ha detto il Papa: è stato tutto molto bello anche perché l'entusiasmo e l'affetto della gente è sta- to espresso in maniera ordinata e deco- rosa, come deve avvenire in una mani- festazione di fede. Questa è l'ora dei ringraziamenti e anche il momento per svelare a chi va il merito di tutta l'organizzazione, per non corre- re il rischio di prendermi meriti che non mi spettano affatto. Avuta notizia della venuta del Papa abbiamo subito pensa- to che si sarebbe trattato di un grande evento e per questo abbiamo istituito un regolare comitato che pensasse a tutta l'organizzazione. Ovviamente era un compito da laici. Per questo abbiamo af- Q + GIUSEPPE MANI fidato all'Ing. Maria Lucia Baire la presi- denza con tutte le facoltà e tutta la re- sponsabilità. Don Emanuele Mameli è stato designato vice presidente - proprio così, una donna presidente e un prete vice presidente - ciascuno con ruoli ben precisi. Altri numerosi membri facevano parte del comitato. Hanno lavorato be- nissimo ed io ero tranquillo tanto da po- ter andare, la settimana precedente alla venuta del Papa, tre giorni a Cracovia a tenere una conferenza ai rettori dei se- minari della Polonia. Il comitato ha assegnato i compiti ai va- ri settori che lavoravano sotto il suo coor- dinamento e supervisione. Devo dire che era un piacere vedere la curia popolata di giovani fino a tarda notte a lavorare per- ché tutto fosse fatto nel modo migliore per il Papa. La preoccupazione fonda- mentale era che tutto si facesse per il Pa- pa. Anzi lo slogan che avevo dato era quello di S.Ignazio: “Servire Cristo Si- gnore nella persona del Sommo Pontefi- ce”. E credo che ci siamo riusciti assicu- randoci così la protezione di Dio. Per le autorità civili devo rilevare il forte impegno della Regione nella persona del Presidente Renato Soru. Era consapevo- le che si trattava di un evento destinato ad interessare tutti i Sardi ed ha messo a disposizione mezzi e persone perchè tut- to si svolgesse nel modo migliore. Ne ho parlato al Papa che lo ha ricevuto perso- nalmente e lo ha ringraziato davanti a tutti i giovani . Nella persona del Presi- dente ringrazio tutte le autorità civili e militari che, dal Sindaco al Prefetto, si sono prodigate in maniera esemplare. Il Papa è rimasto colpito dalla musica e dai canti che ha definito: “Bellissimi e ben eseguiti”. La cosa mi ha fatto piace- re perché il Papa è anche un buon musi- cista. Si è stupito quando Gli ho detto che si trattava di un coro di 750 persone diretto da don Albino. Ha aggiunto: “An- che l'organista ha suonato molto bene”. Una bella promozione per il nostro mae- stro Andrea Sarigu. La liturgia si è svolta nel modo migliore in un bel presbiterio preparato davanti al mare. Servivano i nostri seminaristi una concelebrazione di circa 700 sacerdoti. Non c'era soltanto ordine e dignità ma anche devozione e commozione soprat- tutto in alcuni momenti di particolare intensità. Non nomino altri perché tutti sono com- presi nella grande macchina organizza- tiva. Il Signore e la Madonna hanno visto quello che siamo stati capaci di fare per loro ma anche noi abbiamo visto quan- to siamo bravi quando ci lasciamo con- durre dalla passione e dall'amore. P. Ma- riano era solito ripetere che il bene va fatto bene. È stato il nostro caso. La ve- nuta del Papa è stata un test della nostra fede e della nostra capacità di creare un grande evento. Siamo stati promossi. Ab- biamo fatto un passo avanti nella vita. DOMENICA 21SETTEMBRE 2008 1.00 ANNO V N .34 S ETTIMANALE D IOCESANO DI C AGLIARI Poste Italiane SpA - Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari SPECIALE 2-9 Commenti, interviste e alcune riflessioni sulla visita del Papa CHIESA 10 Fede e ragione ancora al centro dei discorsi del Pontefice in Francia CAGLIARI 11 L’educazione dei figli unica prevenzione per la nostra società DIOCESI 12 Alcune iniziative estive delle nostre parrocchie per i più giovani VOCAZIONI 15 Don Elenio Abis sarà ordinato sacerdote sabato in Cattedrale SOMMARIO Ascolta! FM: 95.000 - 97.500 Tel. 070 523162 Fax 070 523844 [email protected]

Ancora Benedetto - sanpietroapostolopirri.it

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Ancora Benedettouando sulla papamobile stava-mo andando verso l'aeroportodissi al Papa: “Santità, per meoggi è stata una bella giornata,

per Lei sarà stata una grande fatica” .“No, no -rispose subito- anzi mi sono ri-posato, mi sono rilassato. Tutto è statobellissimo. Quando stamani son partitoda casa pensavo che avrei trovato ungrande entusiasmo ma anche molto di-sordine e confusione come avviene spes-so nel Meridione”. “Santità - replicai su-bito io - la Sardegna non è Meridione.Qui siamo in Italia centrale”. “Si? Non losapevo. Tutto è stato ben ordinato. E' sta-to tutto molto bello”. Proprio come ha detto il Papa: è statotutto molto bello anche perchél'entusiasmo e l'affetto della gente è sta-to espresso in maniera ordinata e deco-rosa, come deve avvenire in una mani-festazione di fede. Questa è l'ora dei ringraziamenti e ancheil momento per svelare a chi va il meritodi tutta l'organizzazione, per non corre-re il rischio di prendermi meriti che nonmi spettano affatto. Avuta notizia dellavenuta del Papa abbiamo subito pensa-to che si sarebbe trattato di un grandeevento e per questo abbiamo istituito unregolare comitato che pensasse a tuttal'organizzazione. Ovviamente era uncompito da laici. Per questo abbiamo af-

Q+ GIUSEPPE MANI fidato all'Ing. Maria Lucia Baire la presi-

denza con tutte le facoltà e tutta la re-sponsabilità. Don Emanuele Mameli èstato designato vice presidente - propriocosì, una donna presidente e un pretevice presidente - ciascuno con ruoli benprecisi. Altri numerosi membri facevanoparte del comitato. Hanno lavorato be-nissimo ed io ero tranquillo tanto da po-ter andare, la settimana precedente allavenuta del Papa, tre giorni a Cracovia atenere una conferenza ai rettori dei se-minari della Polonia. Il comitato ha assegnato i compiti ai va-ri settori che lavoravano sotto il suo coor-dinamento e supervisione. Devo dire cheera un piacere vedere la curia popolata digiovani fino a tarda notte a lavorare per-ché tutto fosse fatto nel modo miglioreper il Papa. La preoccupazione fonda-mentale era che tutto si facesse per il Pa-pa. Anzi lo slogan che avevo dato eraquello di S.Ignazio: “Servire Cristo Si-gnore nella persona del Sommo Pontefi-ce”. E credo che ci siamo riusciti assicu-randoci così la protezione di Dio. Per le autorità civili devo rilevare il forteimpegno della Regione nella persona delPresidente Renato Soru. Era consapevo-le che si trattava di un evento destinatoad interessare tutti i Sardi ed ha messo adisposizione mezzi e persone perchè tut-to si svolgesse nel modo migliore. Ne hoparlato al Papa che lo ha ricevuto perso-nalmente e lo ha ringraziato davanti a

tutti i giovani . Nella persona del Presi-dente ringrazio tutte le autorità civili emilitari che, dal Sindaco al Prefetto, sisono prodigate in maniera esemplare. Il Papa è rimasto colpito dalla musica edai canti che ha definito: “Bellissimi eben eseguiti”. La cosa mi ha fatto piace-re perché il Papa è anche un buon musi-cista. Si è stupito quando Gli ho dettoche si trattava di un coro di 750 personediretto da don Albino. Ha aggiunto: “An-che l'organista ha suonato molto bene”.Una bella promozione per il nostro mae-stro Andrea Sarigu. La liturgia si è svolta nel modo migliore inun bel presbiterio preparato davanti almare. Servivano i nostri seminaristi unaconcelebrazione di circa 700 sacerdoti.Non c'era soltanto ordine e dignità maanche devozione e commozione soprat-tutto in alcuni momenti di particolareintensità. Non nomino altri perché tutti sono com-presi nella grande macchina organizza-tiva. Il Signore e la Madonna hanno vistoquello che siamo stati capaci di fare perloro ma anche noi abbiamo visto quan-to siamo bravi quando ci lasciamo con-durre dalla passione e dall'amore. P. Ma-riano era solito ripetere che il bene vafatto bene. È stato il nostro caso. La ve-nuta del Papa è stata un test della nostrafede e della nostra capacità di creare ungrande evento. Siamo stati promossi. Ab-biamo fatto un passo avanti nella vita.

DOMENICA 21SETTEMBRE 2008

€ 1.00A N N O V N.34 S E T T I M A N A L E D I O C E S A N O D I C A G L I A R I

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Alcune iniziative estivedelle nostre parrocchieper i più giovaniVOCAZIONI 15Don Elenio Abissarà ordinato sacerdotesabato in Cattedrale

SOMMARIO

Ascol ta!

FM: 95.000 - 97.500

Tel. 070 523162Fax 070 523844

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IL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 20082 IL PAPA A CAGLIARI

Il Papa visto dalla stampa locale.L’evangelizzazione non ammette sconti, attenti a non dimenticare i martiri.

O VISTO GIOVANI piangeredopo l'incontro con ilPapa. Lacrime di emo-zione, sincere. Come la

felicità esplosa in una danza ir-refrenabile sotto il palco nel Lar-go Carlo Felice, con migliaia dipersone che cantavano e schiz-zavano tutti con le bottiglietted'acqua distribuite per il gran cal-do, a ricordarci che la fede è so-prattutto gioia. L'incontro coi igiovani è stato il momento piùemozionante della visita del Pa-pa. Per loro il Pontefice ha avutoparole di conforto, in una situa-zione nella quale il precariato ela disoccupazione “mettono a ri-schio i vostri progetti”. Per questoil Papa ha parlato soprattutto piùche ai giovani agli adulti che ver-ranno, ricordando innanzituttocome, seppur fra tante difficoltà,il futuro possa e debba essere re-sponsabilmente costruito. Intan-to con “una serie formazione mo-

HVITO BIOLCHINI*

ed è stato un ricordo bello e do-loroso assieme, perché ha svela-to come troppo in fretta la Chiesasarda abbia dimenticato il suomartire. A dieci anni di distanza,l'omicidio del prete a Orgosolointerroga ancora le nostre co-

Il più bel ricordo sono le lacrime sinceredei giovani e la loro danza sotto il palcoL’incontro con i ragazziè stato il momento piùemozionante della Visita.Il Pontefice ha avutoper loro parole di conforto,contro crisi e precariato

rale e intellettuale”, poi senza la-sciarsi fuorviare “dal successo edal guadagno, nuovi idoli dellasocietà consumistica”. Infineabbandonandosi all'amore, “l'a -more vero, che non si improvvisa,fatto, oltre che di sentimento, di

responsabilità, di costanza, e an-che di senso del dovere”.Parole che sarebbero piaciute an-che a don Muntoni, che ai giova-ni aveva consacrato il suo cam-mino pastorale. Il Papa lo ha ri-cordato nell'incontro con il clero

scienze. Ma quel corpo riverso inun vicolo alla vigilia di Natale permolti non fa più scandalo, nonincita alla ribellione, alla verità.Da quella tragedia la Sardegnanon ha tratto tutti gli insegna-menti necessari e il Papa ce lo haimplicitamente ricordato. DonMuntoni, ultimo martire dellanostra Chiesa, in un'isola dove “ilcristianesimo è arrivato non conle spade dei conquistatori o perimposizione straniera, ma è ger-mogliato dal sangue dei martiri”.Una strada tracciata per chi vuo-le evangelizzare quest'isola. Unastrada, però, senza scorciatoie.In attesa che arrivasse il Papa nelLargo, ho fermato una giovanesuora impegnata nel Sulcis e leho chiesto: “Perché i giovani si al-lontanano dalla fede?”. Mi ha det-to: “Anche perché sono traditi daimodelli che gli proponiamo”. Eun giovane universitario, che consguardo inquieto preme sulletransenne, mi spiega che è quiperché sta cercando di riavvici-narsi alla fede: “Ma non mi è pia-ciuto l'eccesso di ostentazione,troppo oro sulle mani della Ma-donna di Bonaria, troppo sfarzo:la povertà per i cristiani deve es-sere un valore”. Ha lo sguardo te-so di chi cerca la verità. Alla fineanche lui ha scavalcato la tran-senne e lo trovo sotto il palco delPapa, a ballare e a cantare.

* direttore di Radio Press

ISTO DAI PIEDI della scalina-ta di Bonaria, BenedettoXVI era un puntino bian-

co. Blindato da un poderoso si-stema di sicurezza; sorvegliato avista da un agguerrito plotone dipolitici. Di sinistra e destra, ac-corso non solo per ragioni di fede:le prossime elezioni regionali val-gono bene una messa.Il terzo Papa che ha scelto di visi-tare la Sardegna è stato accolto dacentinaia di migliaia di fedeli che,pur di esserci, hanno sfidato uncaldo tropicale. Perfino i cente-nari non si sono sottratti: «Augu-ri, Santità, a cent'anni». Ora, itempi a disposizione erano quel-li che erano, ciononostante i rap-presentanti delle istituzioni non sisono fatti sfuggire l'occasione diesserci, e chi non ce l'ha fatta hafatto sentire la sua voce attraver-so giornali e tivù. Nessuna trac-

cia della laicità positiva invocatada Sarkozy, solo smania di dipin-gersi come i custodi dell'ortodos-sia cattolica nella speranza che glielettori cattolici apprezzino. Nonhanno badato a spese: due milio-ni di euro il contributo pubblico.Papa Ratzinger ha messo in guar-dia i giovani dai «nuovi idoli delguadagno e del successo»? Lorohanno dato la solenne approva-zione attraverso le agenzie distampa. Benedetto XVI ha ribadi-to la posizione della Chiesa sullecoppie di fatto? Cenni d'assensoanche qui, sfiorando il ridicoloper via dei divorzi che accomu-nano gran parte dei leader. Il Pon-tefice ha auspicato una nuova ge-nerazione di politici cattolici? In-vece d'arrossire di vergogna, si so-no affrettati ad accettare «la sfidaper il Paese».In prima fila il presidente del Con-siglio, Silvio Berlusconi, il sotto-segretario Gianni Letta, il sindacodi Cagliari, Emilio Floris, e il pre-

VPAOLO PAOLINI*

Ha parlato di giustiziaad una terra martoriataBenedetto XVI è davvero capace di arrivare al cuore

sidente della Regione, Renato So-ru. I primi tre salutati “urbi et or-bi”, l'altro stranamente dimenti-cato. Una svista o qualcos'altro?«Solo una questione di protocol-lo, che prevede il saluto all'auto-rità più alta e a quella più bassa, ilpremier e il sindaco», ha chiosatol'arcivescovo Giuseppe Mani.Qualcuno ha visto nella visita ca-gliaritana una sponda al premierBerlusconi e al suo schieramento,doppiamente sospetta perché ar-rivata durante una campagna

elettorale che si annuncia duris-sima. Vero, falso? La stragrandemaggioranza dei fedeli si augurache la Chiesa mantenga un'equi-distanza che è garanzia per tutti eper sé: alzi la mano chi davvero lavorrebbe veder pendere per que-sta o quell'altra parte politica. Re-stano le parole di Ratzinger chehanno incantato i trentamila gio-vani accorsi nel Largo Carlo Feli-ce. Un Papa freddo e distante peralcuni, timido secondo altri, cheha dovuto fare i conti con

l'enorme popolarità del suo pre-decessore Karol Wojtyla. Oggiperò anche i più critici ricono-scono la sua capacità di arrivare alcuore delle persone. L'ha fattoparlando di giustizia in una terramartoriata dalla disoccupazione:«Come dite voi in Sardegna: me-glio terra senza pane che terrasenza giustizia. L'uomo può sop-portare i morsi della fame ma nonvivere dove verità e giustizia sianobandite».* giornalista de L’Unione Sarda

IL PAPA A CAGLIARI 3DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008 3IL PORTICO

lo spillo

Visto che nessuno lo dice, ci pro-vo io. Il mancato saluto e ringra-ziamento, da parte di BenedettoXVI, nei confronti di Renato Soru,a conclusione della Messa a Bo-naria, era troppo pacchiano perpassare inosservato. Gli osser-vatori più benevoli hanno parlatodi dimenticanza; altri di sgarbopremeditato. Due tesi che nonreggono.Difficile infatti che l'entourage delPapa, pignolamente attento alprotocollo e agli aspetti diploma-tici, sia scivolato sulla buccia dibanana di una dimenticanza co-sì ingombrante. Il responsabile diquesta negligenza, per il poco dimia esperienza, sarebbe statodestituito senza tanti complimentio, quantomeno, invitato ad am-mettere il suo errore.Meno credibile è che si sia tratta-to di uno sgarbo diplomatico pre-meditato. Nelle stanze dell'Oltre-tevere non ci sono motivi per col-tivare rancore o rivincite nei con-fronti di Soru. Il suo rapporto conl'Arcivescovo di Cagliari, è noto atutti, è molto cordiale e collabo-rativo. La Regione, per la buonariuscita della visita papale, haaperto i cordoni della borsa più diqualsiasi ente pubblico o privato.E sono noti anche i finanziamen-ti erogati per la ristrutturazionedella Cattedrale e la creazione delcampus universitario.Non resta che un'altra spiegazio-ne. Imbarazzante ma realistica.Renato Soru, purtroppo, è nel mi-rino dei fischiatori. Qualunque suauscita rischia di essere condizio-nata da un codazzo berciante disoggetti convinti di salvare con ifischi il futuro dell'Isola. E ci sonoorgani di informazione pronti aspacciare per uragano anche unsolo fischio. Ovviamente in no-me della deontologia professio-nale.Purtroppo, sottolineo il purtroppo,è così. Immaginate ora cosa sa-rebbe successo se questi fischifossero partiti a conclusione del-la Messa. Qualche timida avvisa-glia c'era stata all'arrivo di Sorumentre al Largo Carlo Felice è di-ventata contestazione sonora. Sì,avete capito. Credo che Bene-detto XVI abbia deliberatamenteomesso i saluti a Soru, a conclu-sione della Messa, per evitarel'imbarazzo (per tutti) di sentirequalche bordata di fischi. Sareb-be stata una figuraccia planetarianon del Governatore ma dellaSardegna. Da qui la scelta di ri-servare a Soru una lunga udienzaprivata e i calorosi ringraziamen-ti ed elogi nell'incontro pomeri-diano con i giovani.Benedetto XVI, insomma, hacompiuto una scelta di prudenzae anche di rispetto vero nei con-fronti del Governatore. Aggiungoche non c'è cosa più becera diapprofittare di un momento reli-gioso per starnazzare contro ilrappresentante di un'istituzione.Concetto banale ma non com-preso dalle oche giulive presentianche nel mondo cattolico.

f.m.

Non una dimenticanzama una precisa scelta

I SALUTI A SORU SALTATI A BONARIA

Pensieri e parole. Tramite la religiosità popolare la Fede è radicata nelle profondità dell’anima.

UALITRATTI DISTINTIVIhan-no caratterizzato la visi-ta in Sardegna di Bene-detto XVI distinguendo-la dal cliché di uno dei

tanti incontri pastorali? Sono stati icaratteri specifici dell'identità reli-giosa: i modi dell'accoglienza e del-la festa popolare, i linguaggi dei vol-ti e degli sguardi, l'atteggiamentodel corpo e dello spirito, i modi dipregare e di cantare. E' stata la testi-monianza identitaria della culturareligiosa sarda. Il silenzio e la parolanel modo di fare festa. E sono questeespressioni della festa, della ecce-zionalità della festa, che persistonononostante l'eclissi del sacro e il pro-cesso di secolarizzazione, nono-stante il messaggio pubblicitario vo-glia affermare che ogni giorno è do-menica e che ciascuno si inventa lafesta che vuole. L'eccezionalità del-la festa indica uno stacco dalla fe-rialità quotidiana e, nella dimensio-ne religiosa, significa un'esperien-za di arricchimento della fede e unapartecipazione a fare chiesa. In questo modo la Chiesa locale sar-da si è posta in relazione profondacon la Chiesa universale trovandonella spazialità e nella temporalitàdi Bonaria una dimensione assem-bleare di fede e una modalità spiri-tuale di vivere il tempo come tempodel sacro. Dentro quella manifesta-zione esteriore si leggeva un'inten-sa interiorizzazione della pratica difede. È proprio questo ha impeditodi portare la comunicazione reli-giosa sul medesimo piano della co-municazione ordinaria che in granparte coincide oggi con lo spetta-colo di massa in cui l'aspetto laico

QBACHISIO BANDINU

trionfa sulla dimensione religiosa.Il Papa ha colto i caratteri particola-ri di questa identità spirituale deisardi: la fermezza della fede comepatrimonio secolare e come conti-nua conquista nell'esperienza dellamodernità, una fede che trova la suatestimonianza più intensa nella ve-nerazione della Vergine Maria. Unatradizione religiosa che è narrazioneal presente e prospetta un tempo avenire. Si può dire che è stata unafesta parlata in sardo nei suoi lin-guaggi comportamentali ed espres-sivi e che ha trovato nella lingua sar-da il momento più partecipatoquando il Papa ha pronunciato unverso dell'Ave Maria “Sa mama, fiza,isposa de su Segnore”. E ciò non sa-rebbe successo se l'avesse detto initaliano perché ciascuna lingua a unsuo proprio modo di vivere i senti-menti e di sperimentare intensa-

mente il senso della parola. Pregarein sardo significa percorrere un altrosentiero, vuol dire abitare un'altradimora spirituale: è la singolareidentità della preghiera in ciascunidioma. Elementi acustici, tattili, vi-sivi, immaginativi, intervengono di-versamente nell'atto di preghiera:c'è una relazione profonda tra suo-no e senso, una diversa materialitàespressiva e un diverso rimandosimbolico. “Mama, fiza, isposa de suSegnore” non era soltanto un'ecolontana, ha risuonato come an-nunciazione nuova, capace di farpalpitare il presente di vita: è me-moria vissuta, parlata che procedenel tempo. E ciò ci interroga sullemodalità di proseguire il camminodi fede come investimento spiritua-le della parola e del rito che è ad untempo tradizione e innovazione.Il cardinale Joseph Ratzinger ha

Benedetto XVI incoraggia e valorizzal’identità religiosa e culturale dei sardi

scritto: ”La Religiosità Popolare ven-ne ingiustamente sottovalutata emessa da parte dai influenti corren-ti del periodo post conciliare”. E in-vece essa “è la forma fondamentaledella fede. Qui la fede diventa vita,qui discende dalla ragione nel cuo-re, qui dà forma ad atteggiamentimorali e ad abitudini e plasma lasensibilità: qui la fede viene radica-ta nella profondità dell'anima”. Leparole e il canto dell'Ave Maria e deigoccius in onore della Madonna diBonaria intrecciano i fili invisibilidella fede e fanno risuonare le cordedi uno strumento familiare quale lalingua sarda. Rito e parola. “La Reli-giosità Popolare - insiste il cardinalRatzinger- è qualcosa di più che fol-clore e forma esteriore: essa è radi-cata nella teologia, in quella profon-dità nella quale si incontrano la Ri-velazione di Dio e le forme piùprofonde della sensibilità umanache sono comuni agli uomini di tut-te le culture”: è quella particolare as-similazione dal basso, da parte delpopolo, dell'annuncio cristiano fat-to dall'Alto, con codici ufficiali colti. L'arcivescovo di Cagliari GiuseppeMani ha messo in risalto, davanti alSommo Pontefice, le espressioni piùautentiche di fede del popolo sar-do, ma certamente non gli può sfug-gire che quella fede è vissuta e par-lata nei linguaggi e nella lingua sar-da, nell'espressione palpitante del-la parola e della preghiera.L'incontro con il Papa può essereun'occasione propizia per porre inmaniera più aperta, con maggioredisponibilità e carità, l'importanzadella lingua sarda nella liturgia, po-nendo il centro del problema sullavalenza spirituale e non sui facili so-ciologismi e sulla paura del tempo.

RIMA A SIDNEY, poi a Cagliari ea Parigi. Bendetto XVI tornasul tema dello “sviluppo so-

stenibile” facendo capire che loconsidera cruciale. “Mi dà pensieroanche lo stato del nostro pianeta.Con grande generosità Dio ci ha af-fidato il mondo da Lui creato. E' ur-gente imparare a rispettarlo e a pro-teggerlo meglio. Mi sembra che siavenuto il momento di fare delleproposte più costruttive per garan-tire il benessere delle generazionifuture”.Dio ci ha affidato il mondo da Luicreato per renderlo come una bellacasa da abitare. Ha fatto dell'uomo ildominatore della terra. Dominato-re nel senso buono del termine, do-minus, ossia signore della casa. Edun tale signore è preoccupato di te-nere lindo ed ordinato il luogo dovevive.

Dominare, invece, per la modernitàsenza Dio, significa potere assolutoed incontrollato, capacità di mani-polare e stravolgere, di modellare ilmondo a nostro desiderio. Spesso evolentieri si adottano soluzioni ir-reversibili, dalle quali non si può tor-nare indietro sia in termini umaniche ambientali. Ecco perché parla-re di sviluppo sostenibile significatoccare i nervi scoperti dell'Occi-dente.Il mercato ed il progresso hanno im-posto uno sfruttamento selvaggiodegli uomini e della natura. La fa-me di materie prime giustifica de-vastazioni ambientali, guerre e squi-libri sociali vergognosi. Indiretta-mente si pretende che la nostra opu-lenza si regga sulla miseria di un ter-zo del pianeta. A questa pretesa se ne aggiungeun'altra: i paesi poveri dovrebberotenere immacolato il loro territorioper le vacanze dei benestanti, per il

Lo sviluppo sostenibile:la sfida di Papa Ratzinger

MARIA GIOVANNA MANCA

riposo del guerriero. Dopo aver de-molito e stravolto mezzo pianeta sivorrebbe vincolare altra a beneficiodei distruttori. Su scala ridotta, misovviene l'esempio di quelli chehanno la villa a dieci metri dal marema esigono che nella fascia di duechilometri dalla costa non costruiscapiù nessuno. La casa sul mio terrenoed il verde a mia disposizione sulterreno del vicino.Viviamo nell'illusione che dai dirit-ti e privilegi acquisiti, dagli standarddi vita raggiunti come società nonsi torna indietro. La storia insegna ilcontrario. E' la riprova di civiltà fio-

renti che sono sprofondate in unaprecarietà nella quale guazzano an-cora. Per far piombare l'Europa Oc-cidentale nel baratro basta che laRussia chiuda per qualche settima-na i rubinetti del gas, magari a di-cembre. Godiamo di un equilibrioprecario ma ci comportiamo comese precario non fosse.Infine vi sono i problemi connessicon l'ingegneria genetica e le mani-polazione genetiche. Qui ci limitia-mo ad una sola osservazione. Lespecie che registrano un restringi-mento delle loro biodiversità scom-paiono. La biodiversità è la varietàdelle forme di vita vegetali e anima-li presenti negli ecosistemi del pia-neta. Il termine viene anche usatoper indicare la variabilità geneticaall'interno di una specie. La soprav-vivenza di ogni specie dipende dal-la varietà di popolazioni che la com-pongono. Minor variabilità significaminori possibilità di sopravvivere.Clonazione e, in parte, fecondazio-ne artificiale restringono proprio lediversità genetiche. Mettono a ri-schio un patrimonio accumulatosiin milioni di anni. Ed è davvero unpeccato che gli appelli del Papa sia-no scambiati per esercizi di retorica.

P

4 IL PAPA A CAGLIARIIL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008

Il Papa e la stampa. I vaticanisti di Repubblica e L’Unità forniscono una chiave di lettura della Visita cagliaritana.

ARCO POLITI è il vaticani-sta di Repubblica. Haappena finito di ascol-tare le parole del Papa a

Lourdes, “un viaggio interessante,in cui Benedetto XVI ha cercato difavorire una maggiore presenza so-ciale della Chiesa”. Politi fa volen-tieri il punto sulla visita del Pontefi-ce a Cagliari.“Quella in Sardegna - attacca - si in-quadra in un programma di rievan-gelizzazione avviato da GiovanniPaolo II e che Benedetto XVI sta pro-seguendo, in particolare con i gio-vani, che lui vuole portatori di unafede libera e gioiosa, intesa non co-me pacchetto di regole, ma capacidi tradursi in un nuovo impegnonella vita pubblica”.C'è un aspetto della visita a Ca-gliari che ti ha colpito di più?Sì, l'accoglienza della gente, la gran-de partecipazione, certamente mol-

MSERGIO NUVOLI

vita. Istintivamente ho pensato alrapporto che il Papa ha con la suaBaviera, una regione particolareche dall'unificazione tedesca del1870 si chiama “libero Stato di Ba-viera”, e non land come le altre re-gioni. Ho trovato in lui un modomolto intenso di parlare della Sar-degna, probabilmente a causa delrapporto speciale dei sardi con laloro storia, con la loro cultura. An-che i canti fatti al mattino l'hannodimostrato. E' una di quelle che inEuropa vengono chiamate “picco-le patrie”.Poi il richiamo del Papa all'impe-gno politico: sei stato tra i primi insala stampa a notare quella frase.Credo che per Benedetto XVI sianofondamentali due cose, che lui spes-so declina: prima di tutto la tra-smissione della fede. Gli sta parti-colarmente a cuore che non ci sianessuna interruzione tra genera-zioni, affinchè anche le nuove sianoportatrici di cristianesimo. L'altracosa è che ci sia una classe dirigen-te di giovani cattolici all'altezza del-le sfide della società, che porti la fe-de in tutti i campi, quindi anche nel-l'educazione. A Lourdes ha dettoche la Chiesa ha sempre qualcosada dire a livello pubblico: in Italia,come ha scritto Famiglia Cristiana,non ci sono personaggi cattolici inposizione-chiave nell'attuale Go-verno.

“Ho notato un moto spontaneo di simpatiaverso un popolo che ama la propria storia”Per Marco Politi il Papa a Cagliari ha ripensatoalla sua Baviera, “datoil particolare legame deisardi con la loro identità.C’è una comunità viva”

to intensa. Ho visto una popolazio-ne che, anche se la pratica religiosanon è più quella di un tempo, con-serva una fede ancora matura. A mepoi ha colpito l'immagine poeticadella quercia che ha usato per defi-nire il popolo sardo.

Come mai?Credo che in Benedetto XVI ci siastato un moto spontaneo di sim-patia e di tenerezza per una picco-la popolazione che ha mantenutovive ed autentiche le proprie tradi-zioni e il proprio attaccamento alla

E' un campanello d'allarme? Sì, perchè i cattolici possono esse-re anche tali, ma se non ci sono do-ve si decide è tutto più difficile. Que-sto è il forte richiamo di Cagliari: icattolici non si allontanino dallapolitica, anche se qualche voltapossono esserne legittimamenteschifati, ma sappiano assumersi lapropria responsabilità nella vitapubblica.Hai scritto di recente che esistono i“cattolici del quotidiano”.Sì, sono quelli presenti nella realtàsociale con tantissime iniziative,quella che io chiamo “microim-prenditorialità della fede”. Ci sonodue problemi: il primo è quello giàdetto della mancanza di una classedirigente cattolica nei punti-chia-ve. L'altro è che la gerarchia eccle-siastica deve dar voce a questo li-vello quotidiano del cattolicesimo.Servirebbe un Sinodo per parlarsi...C'è un legame tra la visita a Ca-gliari e il viaggio in Francia?Sì, il collegamento è nel giacimentodi volontà di partecipazione di granparte di cattolici. Ho visto tanta gen-te che pregava: non è un pubblicopassivo, ma una comunità attivafrutto di tanti anni di educazione.Anche se è una minoranza, quelladei cristiani è molto formata e par-tecipe, mi riferisco soprattutto aigiovani. Li ho visti a Cagliari e inFrancia.

OBERTO MONTEFORTE è il va-ticanista de L'Unità. Du-rante la visita del Papa a Ca-

gliari, specie nelle ore più concita-te, è diventato qualche volta - com-plice la sua disponibilità e la grandesimpatia - l'involontario terminaledella tensione accumulata in salastampa, tra battute sul giornale percui scrive e gli inevitabili riferi-menti, neppure troppo velati, al suonuovo editore. La conversazione che segue si èsvolta a poche ore dalla fine delviaggio di Benedetto XVI in Fran-cia. “Quella di Cagliari - spiega - èstata una visita interessante, per losforzo profondo del Papa di entra-re in rapporto con il popolo sardo.Ricordo momenti precisi, come lafrase in sardo nella citazione dellapreghiera a Maria. Di solito non ac-cade così”.Come mai?È come se si fosse reso conto di unaspecificità culturale, di una storiaantica. D'altra parte nel suo discor-so ha fatto riferimento alla storiadella Chiesa in Sardegna, alla suastoria dei martiri. Sulla testimo-nianza ha molto insistito, perché la

fede può essere credibile solo se an-nunciata da testimoni. E lui ha ci-tato martiri attuali, come don Gra-ziano Muntoni. È un fatto da sot-tolineare.C'è stata una novità rispetto allealtre visite?Mi ha colpito il discorso ai giovani,perché ha toccato temi sviluppati inaltri momenti specificamente de-dicati ai ragazzi, Sidney, Colonia…Ma ha parlato di qualcosa di parti-colare: del rischio di dover andarvia e di vivere una realtà sradicata,riferendosi alla sofferenza di chinon solo non ha un posto di lavoro,ma di chi vede messe in discussio-ne anche le proprie radici. Ha par-lato davvero nel profondo agli in-terlocutori che aveva davanti. Lachiave del suo successo è questacapacità di entrare sul serio in sin-tonia senza cedere sui punti-chia-ve.È un Papa che entra in sintoniaanche con i più giovani, a dispettodelle etichette iniziali.Sì, è vero, per tre motivi. Primo: per-corre una strada già spianata daGiovanni Paolo II, anche se questoè anche un elemento di difficoltà,perché il confronto è immediato eforte, ma lui ha saputo costruire un

RS. N.

“La domanda di sensocosì viva nei giovani”

suo percorso. Si è anche scritto del“Papa dei concetti”, e non dei ge-sti: a me sembra il Papa che cerca didare sicurezza, che vuole essere ri-ferimento. I giovani hanno questobisogno, perché c'è un vuoto.Il secondo motivo?La sua dolcezza: viene percepita lasua grande disponibilità. Riesce adentrare in sintonia attraverso unmessaggio e una sensibilità. Dàl'idea di essere uno che accoglie.Il terzo punto?Pone interrogativi, non è accomo-dante. Mi riferisco anche al discor-so sui falsi miti fatto a Cagliari: e igiovani, delusi e stanchi, che vivonouna ricerca di senso, trovano unaimportante sponda per iniziare unloro personale percorso, che poinon si sa se dentro o fuori la Chiesa.

Quella che il Papa invita a porsi èuna domanda forte, radicale, di cuii giovani hanno bisogno. E poi pos-so dirti un'altra cosa?Prego, fai pure.Questa domanda che il Ponteficeinvita a porsi in modo così radicaleè in contraddizione con quello cheogni giorno viviamo. E anche que-sto non è un elemento lineare,quindi colpisce senz'altro i giovani.I discorsi del Papa vengono spessoridotti ai soli riferimenti “politici”.Anche per Cagliari è andata così.Il ragionamento sull'impegno po-litico e sociale non è una novità. Ilpunto vero è la difficoltà politica adargli sbocchi: il laicato cattolicovive un vero problema di rappre-sentanza. Non parlo del mondocattolico in politica, ma delle orga-

nizzazioni che negli ultimi annihanno faticato a vivere con forza laloro autonomia. Per rendere forte ildiscorso del Pontefice, serve unmondo cattolico organizzato fortee cosciente dell'autonomia che ilConcilio gli ha riconosciuto, in gra-do di dialogare con la gerarchia perl'impegno comune di costruire unasocietà più giusta.Altri colleghi dicono che i cattolicieletti in Parlamento non occupanoposti-chiave.Se uno fa un ragionamento tuttopolitico, sbaglia, perché si tratte-rebbe di andare a vedere le com-ponenti cattoliche degli schiera-menti, che rispondono a logichediverse. Potrebbe essere interes-sante, perché ciascuno dei due viveil suo pezzo di contraddizione. Mail punto vero non è mettere l'uomocattolico in un punto-chiave, ma-gari in un ministero strategico, maè costruire una cultura democrati-ca forte alimentata dal contributodella cultura cattolica. La Costitu-zione è una mirabile sintesi: baste-rebbe farla vivere, e il punto di vistacaro alla Chiesa troverebbe unasponda anche dentro la politica.C'è un collegamento tra la visita aCagliari e il viaggio in Francia?La tensione mariana, questo Papafa viaggi per santuari. Questa gran-de devozione - già valorizzata daGiovanni Paolo II - è stata rinforza-ta da Benedetto XVI: a Cagliari èstato dalla Madonna di Bonaria, inFrancia è stato a Lourdes.

IL PAPA A CAGLIARI 5DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008 IL PORTICO

Andreina Pintor e Antonio Cau porgono il saluto dei giovani sardi al Santo Padre.

I giovani. Andreina Pintor ha salutato Benedetto XVI all’inizio del grande incontro nel Largo Carlo Felice.

AL PALCO DEL LARGO CarloFelice ha avuto l'onoree l'onere di rappresen-tare tutti i giovani della

Sardegna nel saluto al Papa e diportare a lui tutte le paure e lesperanze presenti nel cuore diciascuno. Andreina Pintor, 31 anni e unalaurea in lettere classiche in ta-sca, cresciuta nella parrocchia diPoggio dei Pini a Capoterra è dal-lo scorso Aprile la presidentediocesana dell'Azione Cattolicadi Cagliari.Come è nato il saluto al SantoPadre?Quando mi è stato chiesto di fa-re il saluto al Papa in rappresen-tanza di tutti i giovani della Sar-degna, ho cercato in primo luo-go di pensare quale poteva esse-re il sentire comune dei giovani.Ho fatto successivamente unascaletta utile a evidenziare i pre-gi e le difficoltà. Sono riuscita poia immedesimarmi nel vissuto ditutti esprimendo il desidero dicondivisione della testimonian-za in quanto il Papa è primo te-

DMATTEO VENTURELLI

Beatitudini? Perché è quello chemeglio si presta per iniziare undiscorso serio verso l'operatività,da offrire sia ai pellegrini giuntida tutta la regione sia alla cittàintera. Il Discorso della Monta-gna è un po' come un testamen-to che ci traccia un cammino spi-rituale che deve culminare conun’azione, con un impegno de-ciso verso l'operatività.Dopo queste esperienze così im-portanti, quale è l'immagineche ti porti dentro e che ti è ri-masta più impressa?

“Dopo l’incontro con il Papa un maggiore slancionel compito di testimoniare a tutti ciò che siamo”La giovane presidentedell’Azione cattolicaracconta la giornatadella storica visita e traccia la strada perun rinnovato impegno

stimone della fede.Quali sensazioni ti hanno ac-compagnata?Una forte emozione e una buonadose di ansia per tutta la giorna-ta, sia perché mi trovavo davan-ti a lui e sia per il mio ruolo di vo-ce collettiva dei giovani. Un’e-mozione fortissima cresciuta so-prattutto dopo la Messa dellamattina quando il momento siavvicinava.Il tuo impegno non si è limitatoal solo saluto, ma hai contri-buito attivamente all'organiz-

zazione dell'evento, soprattuttonella realizzazione della viadelle Beatitudini, il percorsocittadino che ha animato i gior-ni precedenti la visita. Come ènata questa attività e perchéavete scelto proprio le Beatitu-dini?L'idea della via delle beatitudi-ni è nata soprattutto nei deside-ri di Don Emanuele Mameli. Do-po che ne ha parlato, non abbia-mo potuto che constatare labontà dell'idea e lavorare per ap-profondirla. Perché proprio le

BBIAMO SOPPORTATO per oree ore il caldo, i piedi dolo-ranti, le spinte, qualche

provocazione, ma volentieri. Sem-bra strano che per il Papa, perquesto Papa depositario, secondol'opinione moderna, di valori vec-chi, di idee retrograde e limitantila “libertà” dell'uomo, noi giovani,che apparentemente vogliamo vi-vere la nostra vita senza restrizio-ni od obblighi, siamo arrivati nu-

merosi da un'intera regione, ab-biamo compiuto sacrifici, rinun-ciato a una giornata di mare o disvago, per essere lì. Strano per chinon osserva con gli occhi della fe-de, ma è dominato dai pregiudizie dagli stereotipi. Perché non era-vamo presenti solo per vedere lapersona, quella figura esile e dol-ce di 81 anni, ma per ciò che Eglirappresenta, per il messaggio cheincarna e che vive quotidiana-mente, quel messaggio apparen-temente vecchio, retrogrado e li-mitante. “Cuori attorno a un solocuore” recita un verso dell'innocomposto per la venuta di Bene-detto XVI a Cagliari: quasi la pro-fezia di un miracolo che si ripetein ogni occasione del genere. Ilcuore di noi giovani sardi si è stret-to attorno al grande cuore di PapaJoseph, circondandolo del nostro

affetto; affetto che lui, Padre eamico, ha ricambiato non solocon le sue braccia allargate comeper stringerci tutti, ma anche conle sue parole. Non frasi fatte o sem-plici slogan, ma un vero e propriomanifesto di vita. Il Papa ci haesposto concetti forti con parolesemplici, perché da noi si aspettatanto, perché sa che noi possiamodare tanto. Ci ha commosso la sua

partecipazione alle nostre attese,speranze e difficoltà: la “piaga del-la disoccupazione e della preca-rietà del lavoro, che mettono a ri-schio i vostri progetti”, “l'emi -grazione, l'esodo delle forze piùfresche ed intraprendenti”. Ci hamesso in guardia dal guadagno edal successo, “i nuovi idoli di fron-te ai quali tanti si prostrano”, per-ché “si è portati a dar valore solo a

Il desiderio di diventare“cuori attorno ad un unico cuore”, come cantato nell’inno.Una testimonianza.

MATTIA PITTAU

“I nostri applausiper Benedetto sonoil nostro impegno”

A

Le immagini sono tante: è im-possibile sceglierne solo una. Laprima immagine è quella dei vo-lontari ritornati indietro nei gior-ni successivi per ringraziare oper ritrovarsi. L'immagine del la-voro condiviso con Simona eMarcello, la stanchezza gioiosanei volti di tutto il comitato pro-motore e dell'Arcivescovo alla fi-ne dell'evento. Ma soprattuttol'immagine splendida degli oc-chi del Papa all'incontro con igiovani. Nei giorni successivi inmolti hanno fatto notarel'espressione di felicità del Papa,io questo non lo ricordo, ricor-do solo i suoi occhi. Ancora oggiriguardando le foto dell'incon-tro faccio fatica a riconoscermi,per me in quel momento c'eranosolo quegl'occhi.Secondo te, dopo questa visitadel Santo Padre come cambieràl'impegno dei giovani cattolicidella nostra Diocesi?Dopo le molte reazioni che horaccolto nei giorni successivi,penso e spero che ci sia unamaggiore consapevolezza diquello che siamo e di ciò che te-stimoniamo. Avremo un mag-giore slancio e molta più carica,anche perché questo Papa ci hasorpreso. Tranne per chi è anda-to all'incontro di Sydney, per lamaggior parte dei giovani sardiquesta era la prima vera occa-sione di incontro e posso direche non ce lo aspettavamo cosi.La sua presenza ha dato un im-pulso forte e diretto che mette-remo a frutto nel nostro impe-gno.

chi 'ha fatto fortuna' e ha una sua'notorietà' e non certo a chi con lavita deve faticosamente combat-tere ogni giorno”. E noi apparte-niamo a quest'ultima categoria,come hanno testimoniato An-dreina e Antonio all'inizio del-l'incontro. Poi, in continuità conPapa Wojtyla, anch'Egli pellegrinoalla Madonna di Bonaria nel1985, ci ha lasciato “tre parole, trevalori da fare vostri con la luce e laforza dello Spirito di Cristo”: la fa-miglia, valore “da custodire comeantica e sacra eredità”: non solola “famiglia di origine”, ma “an-che quella che con l'aiuto di Diovoi stessi formerete”; la formazio-ne, “intellettuale e morale, indi-spensabile per progettare e co-struire il vostro futuro e quello del-la società”; la fede, “sincera eprofonda, che diventi sostanzadella vostra vita”. Gli applausiscroscianti di noi giovani, spon-tanei e sinceri a ognuna delle treparole, hanno testimoniato il no-stro proposito di mettere in prati-ca il suo mandato, certi che potre-mo contare sempre sul sostegnodi Benedetto, sulla sua presenza,sul suo “quotidiano ricordo nellapreghiera”. Grazie, giovane Papa!Ti vogliamo bene!

6 IL PAPA A CAGLIARIIL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008

NGELO VALDES, ex operaiominerario, era tra gli ol-tre trenta centenari al-

l'interno della Basilica di Bonariache hanno avuto il privilegio dipoter salutare di persona il SantoPadre nella sua visita a Cagliari.Nella sua casa nel quartiere Fon-sarda, dove vive accudito dallafiglia, racconta di questo incon-tro “non molto emozionante an-che se importante - dice il sig.Valdes. “Gli ho stretto la manoma non ho avuto la stessa emo-zione di quando ad esempio hoincontrato Giovanni Paolo II, cheho avuto la fortuna di vedere piùvolte”.Angelo Valdes ha compiuto cen-to anni lo scorso 8 aprile, lucido,filiforme, scrittore di libri e versiper hobby, ha lavorato una vitain miniera nel Sulcis come tec-nico di precisione “sceglievo idiamanti necessari per gli at-

trezzi da scavo utilizzati in mi-niera. A colpi di martello li infila-vo nelle strutture metalliche, sen-za però romperne uno. Ho avutola fortuna - racconta - di girareun po' in Europa alla ricerca deidiamanti industriali necessari allavoro di scavo. Credo che adAmsterdam ci sia ancora il piùgrande mercato dove si trattanoi diamanti”.Oltre ad essere un buon tecnicoAngelo è stato uno dei precurso-ri dei Cursillos de Cristianità nelcapoluogo, movimento nato inSpagna e che si è diffuso in tuttoil mondo. Un'associazione cheaiuta la singola persona a sco-prire e a rispondere alla propriavocazione personale e promuovela creazione di gruppi di cristianiche fermentino di Vangelo gliambienti.La fede dunque è un punto fer-mo per questo arzillo centena-rio. “Ho avuto la fortuna di in-contrare diversi Pontefici: Pio XII,

AROBERTO COMPARETTI

L’emozione e la fededi un centenarioAngelo Valdes ha incontrato il Papa nella Basilica

Giovanni XXIII, Paolo VI e il com-pianto Giovanni Paolo II. QuestoPapa, Benedetto XVI - prosegueValdes - ha una grande profon-

dità nei suoi discorsi ma forse dabuon tedesco, ed io ne ho cono-sciuti al lavoro, resta leggermen-te distaccato rispetto a chi si tro-

va di fronte. È un modo diverso diporsi alla gente ma ha unaprofondità culturale ed ogni suaparola è davvero soppesata edensa di significato”.L'incontro con il Pontefice è sta-to brevissimo: “Sono arrivato al-le 9 a Bonaria, leggermente in ri-tardo sulla tabella di marcia e perdi più con un pass non adatto al-l'ingresso in Basilica per uno sba-glio dell'addetto del Comitato,che poi, presente sul posto, haovviato di persona all'errore. Misono accomodato a ridosso del-le transenne, non c'erano più po-sti e qualcuno si è fatto da parte,l'ho visto entrare si è avvicinatouna stretta di mano ed un sorrisoe poi è andato via. Ero contentodi averlo salutato ma, come giàdetto, non ho avuto grandissimeemozioni anche se è stato co-munque importante incontrare ilVicario di Cristo”.Terminata la chiacchierata An-gelo ritorna al computer, è im-pegnato nella stesura di un altrosuo scritto, per lui il tempo chepassa non è un problema, tranneforse per la debolezza alle gambeche non gli consente grandi cam-minate o di stare in piedi permolto tempo, per il resto mentelucida, salute buona tenuta co-stantemente sotto controllo, unacondizione di certo invidiabileper un centenario.

Il Papa e i mercedari. Il parroco e rettore del Santuario racconta la gioia e l’emozione per l’arrivo del Pontefice.

ONFUSO E FELICE. Parafra-sando una nota canzo-ne Padre Salvatore Mu-ra, rettore del Santuario,

racconta del suo incontro con Be-nedetto XVI a Bonaria. “Non so an-cora realizzare quanto è accadutocon la venuta del Santo Padre. Lanotte prima non sapevo che cosagli avrei detto, poi visibilmenteemozionato l'ho salutato come gliebrei salutarono Gesù all'ingressoa Gerusalemme “Osanna nell'altodei cieli. Benedetto Colui che vie-ne nel nome del Signore”. Gli hostretto la mano e non sapevo chealtro dire”.Nella sacrestia del Santuario padreSalvatore ha ancora gli occhigioiosi per quanto accaduto. “Nonmi rendo ancora conto di quel cheabbiamo vissuto come famigliamercedaria. Nei suoi discorsi Be-nedetto XVI ha pronunciato con-tinuamente il nome della Madon-na di Bonaria, e questo ci ha dato

CI. P.

grande gioia. Qui continua il reli-gioso - erano presenti tutti i padridelle nostre province e l'intera fa-miglia mercedaria era rappresen-tata. È stato davvero un grandedono per noi come mercedari ave-re la sua presenza qui e sentireesaltare così la nostra Madonna”.Per un bonarino doc come padre

sarebbe stato questo Papa ripete-vo ‘Vedrete che saprà stupirci perla sua profondità’. E credo di nonessere stato smentito”.Ripensando a quegli istanti padreMura continua a sorridere incre-dulo. “Non vorrei esagerare ma miè sembrato che il Santo Padreguardando profondamente il si-

mulacro della Vergine nell'atto diaccendere la candela fosse quasiin estasi tanto era attratto da quel-la figura. E’ un'immagine che re-sterà scolpita per sempre nel miocuore e credo in quella di tutta lafamiglia mecerdaria”.Per l'ordine fondato da Pietro No-lasco nella Spagna del XV secolo lavisita di Benedetto XVI è stata ilculmine di un anno di festeggia-menti in occasione del centena-rio dalla proclamazione della Ma-donna di Bonaria a patrona mas-sima della Sardegna. “Un anno -dice ancora padre Salvatore - checi ha visto molto impegnati e nelquale c'è stata riconosciuta anchela capacità di saper organizzareeventi come il pellegrinaggio del-la ìVergine nelle diocesi e il periplodell'Isola, un'autentica novità cheha premiato il lavoro dei 250 vo-lontari e che ha coinvolto le dio-cesi sarde. Una ulteriore testimo-nianza della devozione e dell'at-tenzione che i sardi hanno verso laMadonna di Bonaria e in parte an-che verso di noi che ne custodia-mo il Santuario. Un dato confermaquanto sto dicendo- conclude pa-dre Salvatore - Il numero dei visi-tatori al santuario è stato in co-stante aumento lungo tuttol'anno. Segno che davvero i sardi eanche tanti turisti vedono nel san-tuario quel riferimento che pureBenedetto XVI ha riconosciuto econfermato”.

“L’immagine del Papa con la Madonnarimarrà per sempre nel cuore di tutti noi”Padre Salvatore Mura:“Un grandissimo regaloper l’Ordine fondatoda San Pietro Nolasco”.La grande devozionedei sardi per Bonaria

Salvatore la venuta del Papa è sta-ta un regalo inaspettato. “Il PadreEterno ha voluto che mentre ioreggevo il santuario ci fosse la vi-sita del Santo Padre, per il quale,nel giorno della sua elezione al so-glio pontificio, avevo espresso tut-ta la mia gioia. A chi mi chiedeva -dice soddisfatto il rettore - come

Padre Salvatore Mura, rettore e parroco di Bonaria.

Angelo Valdes era tra i centenari che hanno incontrato Benedetto XVI.

IL PAPA A CAGLIARI 7DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008 IL PORTICO

L’incontro con i sacerdoti. Al convento dei cappuccini, conversando sulla Visita.

OSÌ DA VICINO non l'avevomai visto. Mi si è fermatovicino: prima mi ha guar-dato, e poi… un sorriso

che non potrò mai dimenticare, contanta comunicatività e tanta ama-bilità. Mi ha allungato la mano, e iogli ho baciato l'anello”.È felice frà Lorenzo, quando rac-conta i pochi attimi passati accantoa Benedetto XVI, all'inizio dell'in-contro con il clero in Cattedrale. Gliocchi del frate cappuccino si illumi-nano, quando - accanto a padreBeppe Pireddu, il guardiano del con-vento cagliaritano - rivive quegliistanti, pur avendo conosciuto altripontefici. “Ero in Vaticano per la ca-nonizzazione di Sant'Ignazio, ac-compagnavo frà Nicola - racconta -Il superiore di allora mi disse di star-gli sempre vicino: co-sì ho incontrato PioXII, quando ci rice-vette in udienza do-po il rito”.Poi Giovanni PaoloII. “Quando fu beati-ficato frà Nicola, gli consegnai in do-no un calice - ricorda - poi lo rividiall'ospedale Brotzu, quando vennein visita a Cagliari”. Ricordi intensi,impossibili da dimenticare. “Ho ascoltato il discorso che Bene-detto XVI ha fatto in Cattedrale - sor-

CS. N.

ride frà Lorenzo - è stato molto im-portante il passaggio sull'impor-tanza della formazione dei giovaniper la teologia e la pastorale, quan-do ha raccomandato la conformitàa Cristo. I suoi discorsi sono sem-pre eccezionali”.Anche padre Beppe Pireddu è rima-sto colpito dalle parole del Papa: “Almattino - rimarca il padre guardia-no - il richiamo alla santità sarda,

con le immagini diuna fede provata nelfuoco, con l'iconadella quercia, ma an-che di una fedeprofondamente radi-cata nella storia dei

sardi. Questo implica per noi un im-pegno a recuperare i veri valori del-la fede. L'immagine della Cattedra-le è invece quella della serietà dellaformazione, un classico dei suoi in-terventi anche in altre diocesi: la ne-cessità di passare dall'apparenza ad

una formazione concreta. Il pretenon è uno impegnato a 'fare cose', ècolui che fa esperienza di Cristo, equindi lo può ri-dire. È colui che in-contra Dio e poi lo indica agli altri:questo lo ha detto in modo moltochiaro. Uomini di fede che parlanodi fede”. Un altro passaggio decisivoè “il richiamo a non fare sconti sullaformazione - dice ancora padreBeppe - Questo mi ha fatto pensareche la fame di vocazioni non deveabbassare la formazione”.Nell'incontro con i giovani “ha cam-minato sulla strada di Giovanni Pao-lo II - concordano i due cappuccini- lo ha richiamato a piene mani: fe-de, famiglia, formazione. La stampaha rimarcato molto l'aspetto politi-co, come era normale, a noi Chiesaresta il richiamo forte all'esperienzadi Dio”.Le immagini della visita vanno or-mai in archivio. “Per noi cappucciniresta la grande gioia perché il Papa

“La santità sarda, la fede ben radicatae la necessità di fare esperienza di Dio”

nell'omelia ha riconosciuto che lasantità in Sardegna è cappuccina -sottolinea il guardiano dell'unicosantuario che conserva le spoglie diun santo, di un beato e di un vene-rabile - Questo non è indifferente”.Con un'immagine, padre Pireddu,sottolinea che la parola del Papa “so-miglia ad un grande pranzo a cuiabbiamo mangiato molto. Ora civuole un lungo tempo di digestione”.“Conserverò il ricordo indelebile diquel sorriso - sottolinea frà Lorenzo- mi hanno detto che un giornalistaha scritto che avrei detto 'quel sor-riso vale più di mille parole'. È dav-vero così: altro che parole c'erano...in quel sorriso. È davvero il Papa giu-sto, scelto da Dio per guidare laChiesa in questo tempo: e lui è unostrumento docile che si lascia gui-dare”. In un mondo sempre più confuso,“riesce a richiamare con forza i fon-damenti concreti. E' un grande ca-techeta - chiude padre Beppe - perquesto stiamo organizzando tre in-contri mensili di ripresa e rilettura diciascuno dei discorsi tenuti a Ca-gliari: risponde ad una categoria diragazzi, a quei giovani che hannobisogno di fermarsi per riflettere.Non quelli che devono incontrarsiper fare: i ragazzi oggi hanno biso-gno di una pastorale giovanile che liobblighi a fermarsi e a pensare. Be-nedetto XVI è un grande docente inquesto senso: usa come cattedra lavita quotidiana”. A ottobre nel santuario di vialeSant'Ignazio ci si ritroverà per rileg-gere l'omelia di Bonaria, a novem-bre per riflettere sul'incontro nelLargo, e a dicembre sul discorso aipreti, “quello meno conosciuto, maugualmente importante”.

Fra’ Lorenzo raccontail breve, intenso, incontrocon il Papa in Cattedrale.Da ottobre a Sant’Ignazioincontri sui discorsi papali

oco più di un centinaio i mi-nistranti che, accompagnatidai delegati, hanno parteci-

pato alla celebrazione del Papa nelsagrato della Basilica di Bonaria.Troppo pochi, se si considera che i mi-nistranti della Diocesi sono poco me-no di un migliaio. Due di loro hannoricevuto la comunione da Benedetto

XVI. Si tratta di Federico Castagnadella parrocchia Beata Vergine As-sunta di Selargius e di Andrea Onnis,di san Pietro Apostolo in Assemini.Hanno entrambi 9 anni e sono i piùpiccoli tra coloro che hanno parteci-pato a Villaputzu ai due campiscuo-la, quello vocazionale e quello per iministranti.

Eucarestia dal Papaper due ministranti

P

Il sorriso del Papa. Nel riquadro, padre Beppe e fra’ Lorenzo.

minatori

Il simbolo del lavoroe dell’opera dei sardi

HANNO PORTATO IL CALICE

Giorgio Onnis, minatore a Furtei,sposato e padre di una figlia di cin-que mesi, è uno dei due operai del-la miniera di Santu Miali che hannoportato in offerta a Benedetto XVI ilcalice d'oro, realizzato con il mine-rale estratto da quel giacimento. Come mai la scelta è caduta su dilei?È stata fatta una sorta di estrazionecon i nomi di tutti gli operai dellaminiera.E quando è stato estratto il suonome cosa ha pensato?Io non ero presente in quel mo-mento e mi è stato comunicato suc-cessivamente. Sono stato feliceperché volevo andare, avevo infat-ti avanzato la mia candidatura e co-sì sono stato accontentato.Quando si è presentato dinnan-zi al Santo Padre che cosa hapensato?Non molto, ero emozionatissimo.Sapevo di essere lì di fronte al Papa,ma poi ho realizzato la cosa unavolta tornato a casa e rivisto le im-magini registrate della celebrazione.Ancora oggi mi stupisco che siaaccaduto.Che cosa le hanno detto familia-ri, colleghi e amici?Hanno voluto sapere e ancora og-

gi chiedono come è stato stare da-vanti al Papa, come è andato il bre-ve incontro. Non ho molto da rac-contare loro perché tutti hanno vi-sto cosa sia successo in diretta tvoppure chi era presente a Bona-ria.Cosa le resta di quel momento?Una grande emozione. Ero davve-ro teso, con il timore che magarisuccedesse qualcosa, insommaun po' frastornato. Poi l'arrivo sul-l'altare per presentare il nostro do-no durante l'offertorio, il sorriso e ilringraziamento del Papa che an-cora ricordo con profonda com-mozione. Insomma un'esperienza che dif-ficilmente si dimentica?Credo proprio di sì. Una bella espe-rienza che porterò sempre con me.Il calice presentato lo scorso mesed'agosto nel corso di una confe-renza stampa dall'Arcivescovo è ilfrutto del prezioso lavoro dei mi-natori “un dono - aveva dettomons. Mani - che è il frutto del la-voro dell'uomo”, realizzato da sar-di, utilizzando materiale sardo chefarà bella mostra di se nel museodiocesano.Ed in effetti ora il pre-zioso calice è custodito in via delFossario, tra i tanti tesori presentinello spazio a ridosso della Catte-drale.

Durante la Sua visita in città, Benedetto XVI ha percorso via-le Buoncammino rallentando in prossimità del carcere e sa-lutando due detenuti che ne attendevano il passaggio fuoridall’ingresso. Al Papa è stato donato, a nome di tutta la po-polazione carceraria preparata per l’avvenimento da padreMassimiliano e suor Angela, un particolare presepio fatto amano da Giovanni Rosmini (nelle foto).

Il presepio di Buoncammino

DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008IL PORTICO8 IL PAPA A CAGLIARI 9

Alcune immaginidella giornata cagliaritanadi Benedetto XVI.

Le foto sonodi Gabriella Carta,Mario Lastretti e Il Portico.

IL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 200710 IL PORTICO DEL TEMPIO

sue numerose istituzioni e inizia-tive la Chiesa, come del resto nu-merose associazioni nel Suo Pae-se, cerca spesso di provvedere al-le necessità immediate, ma è alloStato che spetta di legiferare persradicare le ingiustizie. In una cornice molto più larga, Si-gnor Presidente, mi dà pensieroanche lo stato del nostro pianeta.Con grande generosità Dio ci haaffidato il mondo da Lui creato. Èurgente imparare a rispettarlo e aproteggerlo meglio. Mi sembrache sia venuto il momento di faredelle proposte più costruttive pergarantire il benessere delle gene-razioni future.(…) Il compito che Le incombe,Signor Presidente, non è facile. Itempi sono incerti ed è una im-presa ardua trovare la strada buo-na in mezzo ai meandri del quoti-diano sociale ed economico, na-zionale e internazionale. In parti-colare, di fronte al pericolo del rie-mergere di vecchie diffidenze, ten-sioni e contrapposizioni tra Na-zioni, di cui oggi siamo preoccu-pati testimoni, la Francia, storica-mente sensibile alla riconciliazio-ne tra i popoli, è chiamata ad aiu-tare l'Europa a costruire la pacedentro i suoi confini e nel mondointero. E' importante, a tale riguardo, pro-muovere un'unità che non può enon vuole divenire uniformità, mache è capace di garantire il rispet-to delle differenze nazionali e del-le diverse tradizioni culturali, checostituiscono una ricchezza nellasinfonia europea, rammentando,d'altra parte, che “la stessa iden-tità nazionale non si realizza senon nell'apertura verso gli altripopoli e attraverso la solidarietàcon essi”.

N OCCASIONE DELLA Sua visita aRoma, Signor Presidente, El-la ha ricordato che le radicidella Francia - come quelle

dell'Europa - sono cristiane. Ba-sta la storia a dimostrarlo: fin dal-le origini il Suo Paese ha ricevuto ilmessaggio del Vangelo. Se i docu-menti fanno a volte difetto, restacomunque il fatto che l'esistenzadi comunità cristiane nella Galliaè attestata in data molto antica:non si può ricordare senza emo-zione che la città di Lione avevaun Vescovo già nella metà del IIsecolo e che sant'Ireneo, l'autoredell'Adversus haereses, vi rese unatestimonianza eloquente del vi-gore del pensiero cristiano. Ora,sant'Ireneo era venuto da Smirneper predicare la fede nel Cristo ri-sorto. Lione aveva dunque un Ve-scovo la cui lingua materna era ilgreco: vi può essere un segno piùbello della natura e della destina-zione universale del messaggiocristiano? (…) Numerose persone, anche quiin Francia, si sono soffermate a ri-flettere sui rapporti tra Chiesa eStato. In verità, sul problema del-le relazioni tra sfera politica e sfe-ra religiosa Cristo aveva già offer-to il criterio di fondo in base alquale trovare una giusta soluzio-ne. Lo fece quando, rispondendoad una domanda che gli era stataposta, affermò: “Rendete a Cesareciò che è di Cesare e a Dio ciò cheè di Dio”. La Chiesa in Francia go-de attualmente di un regime di li-bertà. La diffidenza del passato siè trasformata poco a poco in undialogo sereno e positivo, che siconsolida sempre di più. Un nuo-vo strumento di dialogo esiste dal2002 ed io ho grande fiducia nelsuo lavoro, perché la buona vo-

I

ADRIANO PORCU

lontà è reciproca. Sappiamo cherestano ancora aperti certi terri-tori di dialogo che dovremo per-correre e bonificare poco a pococon determinazione e pazienza. Lei ha del resto utilizzato, SignorPresidente, l'espressione di “lai-cità positiva” per qualificare que-sta comprensione più aperta. Inquesto momento storico in cui leculture si incrociano tra loro sem-pre di più, sono profondamenteconvinto che una nuova riflessio-ne sul vero significato e sull'im-portanza della laicità è divenutanecessaria. E' fondamentale in-fatti, da una parte, insistere sulladistinzione tra l'ambito politico equello religioso al fine di tutelaresia la libertà religiosa dei cittadiniche la responsabilità dello Statoverso di essi e, dall'altra parte,prendere una più chiara coscien-

za della funzione insostituibiledella religione per la formazionedelle coscienze e del contributoche essa può apportare, insiemead altre istanze, alla creazione diun consenso etico di fondo nellasocietà. Il Papa, testimone di un Dio cheama e che salva, si sforza di essereun seminatore di carità e di spe-ranza. Ogni umana società ha bi-sogno di speranza e questa neces-sità è ancora più forte nel mondod'oggi che offre poche aspirazionispirituali e poche certezze mate-riali. I giovani sono la mia preoccupa-zione più grande. Alcuni di lorofaticano a trovare un orientamen-to che loro convenga o soffronodi una perdita di riferimenti nellaloro vita familiare. Altri ancorasperimentano i limiti di un comu-

nitarismo religioso condizionan-te. Messi a volte ai margini e spes-so abbandonati a se stessi, sonofragili e devono affrontare da soliuna realtà che li supera. È dunquenecessario offrire loro un solidoquadro educativo e incoraggiarli arispettare e ad aiutare gli altri, co-sì che arrivino serenamente all'etàmatura. La Chiesa, in questo cam-po, può recare il suo contributospecifico. Anche la situazione sociale delmondo occidentale, segnata pur-troppo da una tacita progressionedella distanza tra ricchi e poveri,mi preoccupa. Sono certo che èpossibile trovare soluzioni giusteche, andando oltre l'aiuto imme-diato necessario, giungano al cuo-re dei problemi nell'intento diproteggere i deboli e di promuo-vere la loro dignità. Attraverso le

AREBBE UNA PAZZIA privarenoi stessi della religione,sarebbe semplicemente un

errore contro la cultura e il pen-siero”. Lo ha detto il presidentefrancese Nicolas Sarkozy, nel di-scorso pronunciato davanti a papaBenedetto XVI in visita in Francia.Secondo Sarkozy, ''avere un dia-logo con le religioni legittima lademocrazia e rispetta lo stesso se-colarismo''. Il presidente francese ha sottoli-neato che ''le religioni, e soprat-tutto quella cristiana con la qualecondividiamo una lunga storia, so-no dei patrimoni viventi del pen-

siero, non solo quello su Dio, maanche sull'uomo, sulla societa' eanche sulla questione oggi cen-trale della natura e della difesa del-l'ambiente''.Nel suo discorso rivolto al Papa,dal salone dell'Eliseo, NicolasSarkozy parla di ecumenismo, didialogo e rispetto tra le religioni,ma ricorda anche che la Francia,rappresentata dai ministri, i capireligiosi, gli intellettuali lì presentie, più tardi, ai Bernardins, è felicedi accogliere il Papa. "La sua ve-nuta è un evento eccezionale peri milioni di Francesi cattolici"."Nella Repubblica laica che è laFrancia - ha proseguito il presi-dente - tutti vi accolgono con ri-

spetto come capo di una famigliaspirituale il cui contributo alla sto-ria del mondo e della civiltà non ècontestabile, né contestata". "Il dialogo fra la fede e la ragioneha occupato una parte preponde-rante del vostro cammino intellet-tuale e teologico", ha ripresoSarkozy aggiungendo: "neanche

la democrazia può essere tagliatadalla ragione".Il dialogo con le religioni è legitti-mo per la democrazia e rispettosodella laicità. Così, Nicolas Sarkozy,ha insistito di fronte al Ponteficesul fondamento laico della Fran-cia. Ciò vale in particolare per ildialogo con la religione cristiana

S

Sarkozy rilancia l’ideadella laicità positiva

Il Papa in Francia. Ogni umana società ha bisogno di speranza, soprattutto nel mondo di oggi.

Chiesa e Stato, Fede e Ragione, progressosostenibile i temi affrontati da Benedetto

Sarebbe un grave errore privarsi del Cristianesimo

con la quale condividiamo unalunga storia e partecipa di unapreoccupazione oggi centrale perla natura. "Sarebbe una follia privarsene -ha sottolineato il presidente fran-cese- semplicemente un'errorenei confronti della cultura e delpensiero. Per questo invoco unalaicità positiva. La laicità positiva,aperta è un invito al dialogo, allatolleranza e al rispetto". Oltre alla protezione del pianeta,preoccupazione condivisa dal Pa-pa, Nicolas Sarkozy ha anche toc-cato i temi della "moralizzazionedel capitalismo finanziario". "Lacrescita economica, il consumi-smo per il consumismo non han-no senso se fini a se' stessi", ha di-chiarato Sarkozy. Altro punto, la bioetica e i pro-gressi della ricerca genetica “checoinvolgono la nostra concezionedell'uomo e della vita". Per que-sto, ha aggiunto in conclusionedel suo discorso, non possono ri-manere solo una questione diesperti.

IL PORTICO DI CAGLIARI 11DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008 IL PORTICO

La messa del Papa.Sopra l’altare sul sagrato di Bonaria campeggiava il crocifisso dell’Arciconfraternita della Solitudine.

N EVENTO STORICO. È ilcommento nello sotricoquartiere di Villanovadopo l'esposizione del

Crocifisso ligneo della fine del XVIsecolo che campeggiava sopra altrono sull'altare papale a Bonaria. “Su Monumentu”, come è cono-sciuto da molti cagliaritani, per laprima volta nella storia ha lascia-to la chiesa di S. Giovanni a Villa-nova, dove è gelosamente custo-dito dalla Arciconfraternita dellaSolitudine, per una manifestazio-ne che non legata ai riti della Set-timana Santa.“In 400 anni non era mai successo- dice il presidente dell'Arcicon-fraternita Daniele Pinna - che ilnostro crocifisso lasciasse la chie-sa al di fuori del periodo pasquale.L'idea è nata da una chiacchiera-ta con l'arcivescovo mons. Mani, edopo aver convinto consorelle econfratelli molto preoccupati”.Così sabato pomeriggio il prezio-

UR. C.

so legno è stato portato su un ca-mion con tutte le precauzioni pos-sibili, sotto lo sguardo vigile deiconfratelli i quali, giunti a Bonaria,lo hanno montato sulla parete del-l'altare: il crocifisso era ben visi-bile, anche da Su Siccu. “La pre-ziosità del “nostro” crocifisso ci haspinto a ricoprirlo con del nylon -dice il vice presidente - per evita-re i danni della forte umidità not-turna. La mattina all'alba abbia-mo proceduto alle ultime opera-zioni per renderlo ancora più bel-lo - dice il presidente - e poi hapreso il via la celebrazione”.E qui voci ufficiose a Villanova ri-feriscono di un preciso commen-to del Santo Padre alla vista delCrocifisso “Maestoso…!”. Questoavrebbe detto Benedetto XVI alsuo arrivo nella sede al centro del-l'altare sormontato proprio dal-l'antico crocifisso di S. Giovanni.“Appena terminata la Messa ab-biamo atteso che la folla scemas-se dalla zona dell'altare ed abbia-mo portato giù il crocifisso, cari-cato sul furgone e trasferito nellasua chiesa. Nel primo pomeriggioil Crocifisso era qui, al suo postopronto per il settenario alla Ma-donna Addolorata che abbiamofesteggiato nei giorni scorsi”. La festa di metà settembrerappresenta per Villanova e l'Arci -confraternita della Solitudine ilmomento di festa più importantedopo quelli della settimana santa

“Così abbiamo trasportato e montatoa Bonaria il crocifisso di San Giovanni” Il presidente Daniele Pinnaracconta i preparativi perportare Su Monumentu sul sagrato di Bonaria.Per la prima volta fuoridal periodo pasquale

e la festività di S. Giovanni Battista.Ogni sera del settenario di prepa-razione i cantori, giovani, adulti ebambini, provano i canti dellaprocessione che ogni anno porta ilsimulacro della Vergine Addolo-rata dalla chiesa di S. Giovanni aduna di quelle vicine, quest'anno èstata la volta di S. Eulalia a Marina.Come al solito grande partecipa-zione e grande atto di fede dei re-sidenti e dei tanti che nati a Villa-nova e che ritornano per le festepiù importanti.Per mantenere e trasmettere iprincipi alla base del sodalizio, perfar conoscere le attività e la storiadella Confraternita, da qualchetempo è attivo un sito internet, ilcui indirizzo è www.arciconfrater -nitasolitudine.beepworld.it. “È un nuovo modo di farci cono-scere dice ancora Daniele Pinna -che permette a chiunque di capi-re chi siamo, che cosa facciamo eper far vedere anche immaginidelle nostre attività”. Tra le tante la foto quella del Cristoin croce con sotto Benedetto XVIche parla ai sardi presenti a Bona-ria: un'immagine che resterà nel-la storia non solo dei sardi ma so-prattutto degli uomini e delle don-ne della Confraternita che per unaoccasione storica come la visitadel Papa hanno donato “Su babbunostru” il loro Cristo in croce, am-mirato da tutti, anche dal SantoPadre.

OCO TEMPO FA durante un in-contro formativo, tenutosiin Caritas, presso i locali del

Centro Comunale di SolidarietàGiovanni Paolo II in Via Fra' Ignazio88 a Cagliari, un autorevole edu-catore o “costruttore di opportu-nità” come lui ha amato definirsi,ha sostenuto che l'educazione èoggi un termine desueto, superato. Una provocazione, o semplice-mente l'attestazione di un dato difatto ? Non saprei ! Forse entrambele cose. Certo è che se, chiedessimoall'opinione pubblica di esprimereun'opinione circa l'importanzache riveste oggi l'educazione nellasocietà italiana, la quasi totalità,sebbene riducendo il tutto allo sta-to poco più che agonizzante del-l'istruzione scolastica, afferme-rebbe che l'educazione, è quanto-meno tra le “non priorità” dellanostra società e questo da almenotrent'anni a questa parte.

A chi vanno attribuite, se riteniamoche vi siano, le eventuali respon-sabilità di questa deriva ? Alla clas-se politica che ci ha governato e cigoverna ? Sicuramente si, sebbenequesto non cancelli quello che intermini del diritto usa definirsi co-me, un nostro concorso per colpa,perchè non dimentichiamoci chela classe politica è espressione del-la società che rappresenta e quindi,la responsabilità originaria del no-stro stato attuale è riconducibileper buona parte a noi. Infatti, ogni qualvolta parliamo disocietà stiamo parlando di Noistessi, ed ogni volta in cui parlia-mo di educazione stiamo parlan-do, tra l'altro, dei nostri valori, idea-li e di ciò in cui crediamo e a cuifacciamo riferimento quando co-struiamo la nostra conoscenza edidentità identità responsabile, in-dividuale e sociale. Educazione come socializzazione,sosteneva Emile Durkeim, uno deipiù noti sociologi del '900.

PLUCA CORGIOLU*

Quale importanzaper l'educazione ?La difficile sfida della prevenzione in età scolare

L'educazione, a tutti i livelli, è inol-tre la miglior forma di prevenzione,che la società possa attuare, ri-spetto all'insorgere di tutti quei fe-nomeni socialmente disgregantiquali il comportamento antisocia-le, delinquente e criminale.La nostra poca lungimiranza ritie-ne invece l'intervento educativocome un qualcosa di riparatorio econtingente rispetto all'insorgeredi determinati comportamenti dirischio, messi in atto soprattuttoin età adolescenziale. Si attuano,interventi pseudo preventivi fina-lizzati a reprimere il reiterarsi ol'insorgere di fenomeni quali il bul-lismo, principalmente a scuola edin età adolescenziale cioè quandoil fenomeno si è già manifestato.

Negli ultimi anni, i più recenti stu-di di criminologia evidenziano chele strategie che hanno ottenuto imaggiori risultati in ambito di pre-venzione e riabilitazione riguarda-no l'intervento in fase prescolare, ilmiglioramento delle capacità edu-cative e di contenimento dei geni-tori. Infatti occorre non focalizzarel'attenzione sull'adolescenza,quando la frequenza delinquen-ziale tende verso il suo picco, ben-sì occorre, concentrarsi sull'etàprescolare, quando il comporta-mento distruttivo e oppositivo,precursore del comportamento ag-gressivo antisociale, si manifestain origine. In Inghilterra ed in altri paesi diarea anglosassone, sulla base degli

esiti di ricerche longitudinali, giàda qualche anno si attuano pro-grammi preventivi in età presco-lare e addirittura pre e post natale. Fornire un aiuto al genitore duran-te il primo stadio di sviluppo delbambino, nella gestione generaledella casa e soprattutto nel rag-giungimento di un'adeguata ca-pacità genitoriale, si è dimostratoutile nel ridurre il numero di abusie trascuratezza verso il bambino;nella diminuzione delle difficoltàcomportamentali e nel migliora-mento dello sviluppo cognitivo. In conclusione quindi sarebbe be-ne che la nostra società, attraversole sue due più importanti agenzieeducative, la famiglia e la scuola,riprenda a curare quello che è il suoruolo originario più importante ecioè l'educazione dei propri figli,l'unica e sola forma di prevenzioneche possa salvarci dalla barbarie.Sostenere la fine dell'educazionesarebbe come decretare la Nostrafine. Anch'io credo nel presagio hedeg-geriano che “Ormai solo un Dio cipuò salvare”, con la differenza checiò non decreta la sconfitta dellaragione, ma bensi l'affidarsi del cre-dente a Dio, il quale ci chiede dimigliorarci ogni giorno di più, cosìda essere degni di esser stati creatia Sua immagine e somiglianza.

* pedagogista Caritas

12 IL PORTICO DEI PAESI TUOIIL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008

Iniziative. I padri carmelitani scalzi della comunità di Sant’Isidoro hanno proposto alcuni campi estivi di formazione.

NSERITI TRA le iniziative dellaCarm-Estate (l'estate orga-nizzata dai Padri CarmelitaniScalzi della comunità di

Sant'Isidoro, Quartucciu), i campiestivi sono stati un momento pri-vilegiato di crescita umana e spi-rituale per i ragazzi e per tuttal'equipe che vi ha partecipato. SanNicolò Gerrei ha ospitato congrande partecipazione i campi peri ragazzi delle scuole medie infe-riori e quello per i ragazzi dellescuole superiori. “Imbarcati”sulla nave Hìspanio-la che ha salpato verso i mari delSud carica di un equipaggio entu-siasta, alla guida del CapitanSmollet (Suor Anna) e guidati dauna banda di pirati buoni (gli ani-matori), il gruppo dei ragazzi dagli11 ai 13 anni si è avventurato allaricerca del tesoro percorrendo di-verse tappe che l'ha visto giornoper giorno sempre più protagoni-sta. Sulla falsa riga della vicenda

IP. GABRIELE - P. INNOCENZO

to, un momento di intimità conDio, abbracciati e coccolati daiprofumi e dalle melodie della na-tura. “I ragazzi hanno partecipatoda subito con entusiasmo a tuttele attività proposte”, continuaMarco Usalla, “e ci ha stupito laloro grande capacità di stare in-sieme. Pur non conoscendosi eprovenendo da esperienze e daluoghi diversi già al secondo po-tevano definirsi un gruppo. Cia-scuno di loro ha dato il massimoin ogni circostanza e ha dimostra-to buona volontà e grande matu-rità. Il gioco, le serate intorno allachitarra, le attività proposte e lenottate a chiacchierare ci hannoaiutato a conoscerci e a crescere.Anche per noi animatori è stataun'esperienza rigenerante che ciha fatto capire che il Signore haancora bisogno di noi, delle no-stre mani, del nostro entusiasmo,del nostro sorriso, della nostraesperienza e del nostro amore peri giovani.”Sotto lo sguardo vigile e affettuo-so di Padre Gabriele e di Suor An-na sempre presenti e attenti alleesigenze di ciascuno, gli anima-tori e i ragazzi hanno tessuto unatrama di relazioni molto signifi-cative che li porterà a vivere insie-me anche altri momenti impor-tanti del cammino che è appenaall'inizio. “E' stato il miglior postodove amore, amicizia e voglia distare insieme nasce e cresce piano

Sulle orme di Stevenson la Carm-estateha riposato il corpo e arricchito lo spiritoAlla scoperta delle attivitàche i frati carmelitani di Quartucciu hanno lanciato quest’estateper ragazzi e adolescenti.Il ricordo di giorni intensi

del famoso libro di Stevenson,L'isola del Tesoro, i ragazzi hannopercorso un cammino alla ricercadi se stessi e dei propri talenti cheli ha condotti passo dopo passoalla scoperta di Gesù, il vero e uni-co tesoro. Giochi, animazione, tra-vestimenti, canti e preghiera han-no scandito questi 4 giorni di cam-po. “E' stata una bellissima espe-rienza”, dice Valeria Atzori, “che hadato subito i suoi frutti. I ragazziprovenivano tutti da esperienzediverse, alcuni di loro non aveva-no mai fatto parte di un gruppo ela maggior parte non aveva nem-meno mai avuto l'opportunità dipartecipare ad un campo-estivo. Èstato bello vedere nascere delleamicizie tra loro.” Il campo per adolescenti ha avuto

come ambientazione sempre ilmare. La Grande Vela, questo il ti-tolo dato al campo, ha voluto es-sere uno sprone per stimolare i ra-gazzi ad andare oltre ciò che li cir-conda e a cercare qualcosa chenella vita conti davvero. “Siamotutti barche in mezzo al mare chenavigano verso una meta o che siperdono e si lasciano trascinaredalle correnti,” dice Lisa Soro. “Cisiamo messi allora alla ricerca diun Capitano che ci aiutasse a nonperdere la bussola, che ci aiutassea non perdere la meta.” Dopo unaprima giornata di conoscenza i ra-gazzi hanno riflettuto sulla lorovita, sulle loro esperienze, sugliimpedimenti che talvolta li di-straggono dall'obiettivo fino a vi-vere, durante la giornata di deser-

intorno a tutti noi,” aggiunge An-drea, un campista,“e dove quelloche sei realmente lo si accetta e losi ringrazia per quello che è, per-ché diverso e arricchente per tut-ti. Abbiamo capito che per Dio sia-mo perfetti nella nostra imperfe-zione”. “Mi sono divertita tantissi-mo e ho incontrato persone fan-tastiche. Spero di poter ripeterequesta bella esperienza anche ilprossimo anno,” aggiunge Virgi-nia. Andrea: “Sono stati 6 giorni incui Dio si è fatto presente attra-verso giochi, momenti di rifles-sione, amicizia...e anche qualchescherzo da (e al) prete!! Nono-stante non ci conoscessimo si ècreata da subito un'amicizia fra-terna. E conclude Maria che, in-sieme ad Assunta, ha prestato ilsuo servizio tra i fornelli per labuona riuscita del campo. Ho da-to una parte delle mie ferie e horicevuto tanta gioia. C'è una fraseche dice é più bello dare che rice-vere, ma nel nostro caso la gioia èstata uguale.

ELLE SCORSE settimane èstato inaugurato a Villa-salto un nuovo stendardo

con l'effigie della Santa protet-trice delle partorienti. Un nutrito numero di fedeli de-voti ha partecipato alla SantaMessa celebrata nella chiesa diSan Michele Arcangelo dal Par-roco don Stefano Macis. Durante l'omelia il sa-cerdote ha ricordato lefigure di Anna e Gioac-chino, genitori dellaMadonna e primoesempio di vita per lamadre di Gesù.Sant'Anna, insieme alsuo sposo, rappresen-ta l'amore della madreche si riversa prima suifigli e poi sui nipoti.Anna e Gioacchino ciricordano anche i ruo-li dei nonni, figure im-

portantissime per la crescita deibambini e valido aiuto per le fa-miglie, specialmente in una so-cietà quale come quella attualein cui queste ultime sono lascia-te sempre più sole nell'educa-zione dei figli. Ben venga quindi l'aiuto dei non-ni che con la loro esperienza divita si fanno portavoce di valoricivili e religiosi essenziali per lacrescita equilibrata dell'indivi-duo.

La devozione perSant'Anna è moltosentita nel piccolocentro del Gerrei. A lei è dedicata unacappella nella bellachiesa parrocchialedi San Michele Ar-cangelo. La costru-zione della cappellarisale agli anni Ventidel secolo scorso. Nel tempo si sonoalternate nella curadella stessa diverse

NI. P.

A Villasalto è molto fortela devozione per Sant’Anna

I due gruppi che hanno vissuto la “Carm-estate”.

Il simulacro di S. Anna; nel riquadro il nuovo stendardo.

priore e assistenti, che con devo-zione e sacrificio hanno tenutovivo il culto della Santa. Attualmente la responsabile del-la cappella è la signora Anna Cap-pai. È in lei e nelle sue collabora-trici che è nata l'idea di realizza-re un nuovo stendardo da utiliz-zarsi durante le processioni, es-sendo quello vecchio ormai trop-po usurato dal tempo. Col consenso del parroco e grazie

alle offerte di molti fedeli è statopossibile realizzare l'opera, sullaquale è stata riprodotta l'effigiedella statua conservata nella cap-pella.Insomma un importante mo-mento di fede e di vita comuni-taria per Villasalto, centro agro -pastorale del Gerrei, dove la gen-te trova ancora nella parrocchiaun valido riferimento a misurad’uomo.

I genitori di Maria grande esempio di famiglia cristiana Abbònatia

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IL PORTICO DEI PAESI TUOI 13DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008 IL PORTICO

Dolianova. Grande successo per il primo campus estivo della parrocchia S. Pantaleo.

A AVUTO successo il pri-mo campus estivo perbambini di età compre-sa tra i 3 ei 13 anni orga-

nizzato dalla parrocchia san Pan-taleo di Dolianova.Per oltre un mese e mezzo l'ora -torio parrocchiale ha ospitato de-cine di bambini che dal lunedì alsabato sono stati impegnati in nu-merose attività.“Nei confronti dei bambini diceBruno Angelo - il responsabile del-l'attività - il campus estivo è statoun luogo di incontro tra i bambini econ gli adulti - educatori, con fina-lità di offrire attività ricreative, in-centrate sulla valorizzazione delgioco e sulla socializzazione comeopportunità di crescita. Nei con-fronti delle famiglie - prosegue An-gelo - il campus ha risposto alle esi-

HE. P.

genze familiari proponendosi co-me servizio educativo che si è inte-grato alle altre e diverse offerte for-mative presenti sul territorio pro-muovendo l'armonizzazione deitempi di vita e di lavoro”.Nell'arco di un mese e mezzo di at-tività le adesioni sono state 130, conla frequenza media di 50 bambini algiorno.I partecipanti venivano accolti dal-

le 7.30 in poi fino alle 13.30 con lapossibilità di permanenza fino alle14.30, se muniti di pranzo al sacco.I bambini riprende il responsabilesono stati seguiti nella diverse atti-vità proposte da alcuni giovaniqualificati con esperienza sul cam-po, appartenenti al gruppo di ani-mazione “Akunamatata” di QuartuS. Elena, per un totale di otto ani-matori per tutto l'arco dell'attività

Una risposta alle esigenze familiari,tra sport, canzoni e tanta preghiera

estiva, sotto la guida del sottoscrit-to responsabile dell'organizzazio-ne”.Gli iscritti hanno avuto la possibi-lità di partecipare ai tornei di cal-cetto, con classifica finale e pre-miazioni ì, ai laboratori manuali eai giochi di gruppo. Ai partecipan-ti è stato offerto un servizio ristoroe assicurato il pronto soccorso e lenecessarie informazioni.“Il campus in oratorio riprendeBruno - ha rappresentato un mo-mento importante di aggregazio-ne per i bambini. Essi sono entratiin relazione con i loro coetanei edhanno potuto avvicinarsi ai ragaz-zi di età diversa dalla loro. È statol'inizio di un cammino formativoche proseguirà per tutto l'anno sco-lastico appena cominciato. I bam-bini infatti si ritroveranno ogni sa-bato dalle 15.30 alle 18.00 per par-tecipare al “Gruppo dell'Amicizia”,un momento da vivere insieme aicompagni e ai giovani animatori. Ibambini conclude Angelo Bruno -potranno così divertirsi con i giochidi gruppo e tornei di calcetto e nel-lo stesso tempo iniziare un cam-mino di crescita attraverso mo-menti formativi: lavori di gruppo,canti, preghiera e festeggiare insie-me i momenti più belli dell'anno”.

Iniziato così un camminodi crescita comunitaria.Il campus in oratoriomomento importantedi aggregazione sociale

UEMILA ANNI di Fede el'impegno del Sinodo:condotti da san Paolo ver-so una nuova evangeliz-

zazione”. Questo il tema dell'annuale con-vegno catechistico nell'aula ma-gna del seminario arcivescovile,con relatore don Romano Pen-na, Professore di Esegesi del Nuo-vo Testamento e di Origini Cri-stiane all'Università Lateranense.

Lo schema del convegno è ora-mai collaudato. Alle 16.00 pre-ghiera comunitaria, alle 16,15 larelazione, alle 17.15 gli interven-ti seguiti dalla pausa. Alle 17.45 ilavori di gruppo, mentre al-le19.00 il termine dei lavori.Per ciò che concerne le relazioniil primo giorno “Il valore fon-dante della Parola annunciata”,il secondo “Giustificazione perfede e unione mistica a Cristo”, il

S. Paolo, il Sinodoe l’evangelizzazione

terzo “La dimensione comunita-ria dell'identità cristiana”.L'appuntamento rappresentauna sorta di via alle attività dellacatechesi in tutta la Diocesi diCagliari. L'invito è dunque rivolto in ma-niera particolare a tutti quelli chein un modo o nell'altro sono im-pegnati nel settore: ovvero inse-gnanti di religione di ogni ordinee grado, catechisti, sacerdoti e re-ligiosi per tre giorni nell’aula ma-gna del seminario ad acquisiremaggiori competenze su una fi-gura così importante nella storiadella cristianità, quella di SanPaolo, l’Apostolo della genti, delquale è in corso l’anno di festeg-giamenti ed in vista del Sinododiocesano che di certo impe-gnerà la Chiesa diocesana per imesi avvenire.

Sono i temi del convegno catechistico diocesano

D

I giovani del campus estivo.

cronacaGiovani sardi alla provacon il progetto Utopia

PROMOSSO DAL COMUNE

E’ stato recentemente presentatoil seminario finanziato dal pro-gramma europeo “Gioventù inazione 2007-2013”, che si stasvolgendo in città e che vede coin-volti, in un confronto politico, cul-turale ed artistico, 40 giovani di etàcompresa tra i 18 e i 30 anni pro-venienti da cinque isole della Co-munità Europea: Sardegna, Cefa-lonia, Malta, Baleari e Corsica.L’iniziativa è stata illustrata nel Cen-tro Giovani di via Dante dall'as-sessore alle politiche giovanili Da-niela Noli e dal sindaco Emilio Flo-ris.Si tratta di un progetto, in corso direalizzazione questo fine settima-na, che punta al coinvolgimentopieno e attivo dei ragazzi per ribal-tare la tesi secondo la quale le iso-le sarebbero spesso carenti dicreatività giovanile e di conse-guenza penalizzate nello scambioculturale per via dell'isolamentogeografico. Si vuole in altre parole arrivare adimostrare come, citando le paro-le del primo cittadino, “proprio neicontesti in cui l'economia è più dif-ficile, la creatività viene sviluppatamaggiormente che altrove in quan-

to veicolo utile ad emergere” e “pa-radossalmente - ha osservato Flo-ris - i giovani sardi spesso acquisi-scono posizioni di una certa rile-vanza forse anche per la capar-bietà che nasce dai loro sforzi, dal-la loro grande forza di volontà edalle difficoltà maggiori che devo-no superare”.Daniela Noli, dopo aver presenta-to le caratteristiche del progetto erimarcato che i giovani sono il pre-sente della società e non il futuro,come troppo spesso si sente dire,ha ricordato che le tre mattinatedel seminario saranno aperte achiunque sia interessato, mentre ilavori del pomeriggio vedranno iragazzi selezionati impegnati neilaboratori di scrittura creativa ge-stiti dal gruppo Kai Zen. “A livello europeo - sottolinea conforza Noli, non nuova ad iniziativadi questo genere - si sta cercandodi creare una tavola rotonda percoordinare in modo più organico ilavori di questo tipo. Per questo,come assessore, sono orgogliosache Cagliari sia al centro dell'at-tenzione per le Politiche Giovanili alivello non solo nazionale ma ancheeuropeo”. I lavori realizzati duran-te il convegno e le iniziative che nederiveranno saranno disponibili nelsito web www.myspace.com/uto-piayouthproject.

Silvia Piras

Se vuoi aiutarci a completare la costruzione del monastero puoi utilizzare il Conto Corrente Postale n. 24307084intestato a Monastero Beata Vergine del Buon Cammino.Per maggiori informazioni: Monastero Beata Vergine del Buon Cammino - Colle Buon Cammino 09016 Iglesias (CI) -Tel. 0781.31427.

14 IL PORTICO DEI PAESI TUOIIL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008

Proposte. Una giornata di spiritualità con i Servi e le serve dello Spirito Santo.

OMENICA NEI LOCALI del-l'istituto delle Figlie del-la carità in via dei Falco-ni verrà animata dalla

comunità dei Servi e Serve delloSpirito Santo, una intera giornata.L'obbiettivo sarà quello di testi-moniare il senso profondo dellapreghiera del cuore, testimonian-za che vuole diventare una occa-sione rivolta a tutti coloro che in-tendono conoscere e fare espe-rienza dei frutti della preghiera delcuore. Nel corso della giornata cheavrà inizio alle ore 9,30 e si con-cluderà durante la serata, verràmesso maggiormente in risalto ilmomento della preghiera del cuo-re, della celebrazione Eucaristica edella testimonianza da parte di al-cuni membri della comunità, chenella propria vita, hanno fattol'incontro personale con Gesù,presente nel proprio cuore dal bat-tesimo con il dono dello SpiritoSanto. Ma chi sono i servi e le serve delloSpirito Santo? come sono nati equal è il loro servizio all'internodella Chiesa?I servi e serve dello Spirito Santonel 2006 sono stati riconosciuti uf-

DC. CAO

ficialmente dall'Arcivescovo di Ca-gliari monsignor Giuseppe Mani,come associazione pubblica di fe-deli, ma tale realtà nasce bentrent'anni prima di questa data.La fondatrice Paola Coiana, al tem-po donna affermata nel mondoma digiuna dei misteri Divini, peril desiderio della sua ottava figliache doveva fare la Cresima, si ri-trovò a partecipare a delle cate-chesi rivolte ai genitori dei cresi-mandi. Fu lì che, sconvolta dallaluce dell'amore di Dio illuminavain lei la povertà del suo amore, Ge-sù si fece udire nel suo cuore sus-

surrandole: « Io ti amo così comesei! ». Tale esperienza in lei fu tal-mente travolgente che si fece ecoper altri, soprattutto per gli ultimi,per coloro che vivevano senza Dio,i quali, scoprendo che Gesù parlaal loro cuore, comprendevano ilvalore di farsi ultimi per servire Dionella Chiesa. I servi e le serve del-lo Spirito Santo nella loro pochez-za cercano di fare questo, vivendonella propria vita la grazia Battesi-male, la quale ci ha resi figli di Diodandoci di poter ascoltare la Suavoce per vivere quel progettod'Amore che Dio Padre ha pensa-

Un’occasione per riscoprirela bellezza della preghiera

to per ciascuno. Così come feceMaria Santissima nel momentodell'Annunciazione, la quale an-tepose ai suoi progetti quelli di Dio.Gesù disse ai suoi discepoli: Il Con-solatore, lo Spirito Santo che il Pa-dre manderà nel mio nome, egli viinsegnerà ogni cosa e vi ricorderàtutto ciò che io vi ho detto(Gv14,26). Gesù non ha niente di nuovo darivelare all'uomo, ma l'uomo di-venendo sempre più sordo ai ri-chiami di Dio e dell'azione delloSpirito Santo, si ritrova il più dellevolte a vivere nella confusione, nel-la tristezza e nella solitudine, an-che quando sta insieme ad altri. Inquesto stato di degrado l'uomoriesce ad uscire dal sepolcro in cuil'anima e il corpo sono prigionieri,solo per mezzo dell'incontro con laPersona di Gesù Cristo, che pro-prio dal profondo di noi stessi, nelcuore della nostra persona, viene aliberarci dalla morte con la sua pa-rola.La giornata del 21 Settembre ani-mata dai servi e serve dello SpiritoSanto, vuole pertanto essere comeuna pentecoste di resurrezione,una occasione per annunciare acoloro che accoglieranno questoinvito, che la preghiera del cuore èquella realtà che ci libera dallaschiavitù dei vizi, perché dentro dinoi incontriamo Colui che ci dice:Non vi chiamo più servi, perché ilservo non sa quello che fa il suopadrone; ma vi ho chiamati amici,perché tutto ciò che ho udito dalPadre l'ho fatto conoscere a voi (Gv15,15).

L’associazione di fedeliriconosciuta dalla nostradiocesi propone a tuttiuna giornata per scoprireil progetto d’amore di Dio

Alcuni membri dell’Associzione a Monte Nieddu.

breviPellegrinaggio per S. Pio da Pietrelcina

A CAGLIARI

La notte tra lunedì 22 e martedì23 per le strade di Cagliari è inprogramma il terzo pellegrinag-

gio itinerante a pie-di “San Pio da Pie-trelcina”. Una notte di pre-ghiera che parten-do dall’ospedaleMarino farà tappain tutti i nosocomidella città per con-

cludersi nella parrocchia Ma-donna della Strada dove alle8.00 verrà celebrata la S. Messa.Per informazioni è possibilecontattare i numeri:339/1576025 - 3337252089.

Aperto l’Ufficio della solidarietà

SERVIZI SOCIALI

L'Assessorato alle politiche socia-li del Comune di Cagliari comuni-ca che è stato aperto l'Ufficio del-la solidarietà - Ufficio per il dirittoall'informazione per i cittadini cie-chi e sordi.Un operatore della L.I.S. (Linguaitaliana dei segni) e un esperto dellinguaggio Braille sono a disposi-zione dei cittadini sordi e ciechi alfine di agevolare la comunicazionee garantire loro l'accesso alle infor-mazioni e ai servizi dell'ammini-strazione comunale. Nel Palazzocomunale di Piazza De Gasperi 2,(angolo via Sonnino), negli Ufficidell'Assessorato alle Politiche So-ciali, IV piano, dal Lunedì al ve-nerdì, dalle 11.00 alle 13.00. Que-sti recapiti: telefono 329/5851304,e-mail: ufficiodellasolidarieta@co -mune.cagliari.it.

IL PORTICO DELLE VOCAZIONI 15DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008 IL PORTICO

prattutto di preghiera e di confronto periodico».Don Elenio ripercorre con precisione e commo-zione tutte le date e i momenti più significativi delsuo discernimento «ma - sottolinea - un mae-stro in modo particolare ha segnato profonda-mente la mia vita: la malattia di mio padre quan-do ero soltanto in prima teologia fino alla suamorte due anni fa. È stato un formatore con ilsuo esempio di umiltà e soprattutto con la ac-cettazione della volontà di Dio che gli chiedeva un“eccomi” per seguirlo sulla via della croce. La suaadesione a quell'eccomi è stato incondizionato,anche a costo di non riuscire a vedermi sacer-dote sulla terra. Sicuramente mi vedrà dal cielo.Per me è stato anche un anticipo di quello chesarà il mio ministero come ministro della con-solazione».Hai mai avuto dubbi sulla tua vocazione?Ci sono stati dubbi, perplessità, prove. Perchédire di no? Per fortuna ci sono stati perché signi-fica che il Signore ha voluto tastare la mia fedeltà.La proposta affascinante di Cristo però mi rida-va vigore e speranza per continuare il mio cam-mino. Anche queste sono tessere che hanno for-mato il mosaico della mia vita e del quale posso

dire solo grazie.Cosa ti esalta di più della missione del sacerdo-te?Mi esalta quello che il prete non riuscirà mai a ca-pire se non - come dice il curato d'Ars - in para-diso: essere l'uomo del mistero. Sono chiamatoa essere pontefice tra gli uomini e Dio e tra Dio egli uomini e questo mi esalta davvero tanto. Epoi ciò che il prete deve essere per la gente: uomodi Dio, portare Cristo agli altri attraverso i sacra-menti, attraverso la catechesi, parlare di Dio efarlo sperimentare. Questo, devo dire la verità, losperimentato già da seminarista in tutti i luoghiin cui mi sono trovato.Quale motto ti daresti per il tuo ministero?Potrebbe essere “cum corde laborare”, lavorare colcuore. Non so che prete sarò e non lo posso sa-pere, sicuramente sacerdote come la Chiesa civuole e santo per tutti coloro che mi incontre-ranno. Posso solo pregare - come diceva PapaGiovanni XXIII - che Dio non tolga le mani dallamia testa e io non tolga la testa dalle sue mani.Chiedo solo la sapienza del cuore che Dio non ne-ga a nessuno, non per essere uomo di sapienza,ma uomo saggio, cioè uomo di Dio.

ON ELENIO SARÀ ORDINATO sacerdote sa-bato 27 settembre nella chiesa catte-drale di Cagliari. Nella sua parrocchia,«la chiesa madre di Pirri», come gli

piace sottolineare, quella di san Pietro Apostolo,celebrerà la sua prima Messa. Si conclude così per lui l'esperienza di discerni-mento vocazionale iniziata con l'ingresso in Se-minario minore nove anni fa. Il suo cammino Inrealtà è iniziato molto prima, fin dalla tenera età:«la culla della mia fede è la mia famiglia - dice- eil mio primo Seminario è stato casa mia. Fin dapiccolo sono stato chierichetto nella mia par-rocchia dove ho potuto assaporare tutta la vitaparrocchiale e dove ho curato il primo discerni-mento della vocazione. La mia amicizia perso-nale con Cristo è stata favorita servendo all'alta-re in una maniera tutta privilegiata affianco alparroco del quale poi il Signore si è servito per far-mi capire che la mia vocazione era quella del sa-cerdote diocesano»Quali sono stati i tuoi “maestri vocazionali”?Il primo maestro in senso cronologico è stato ilmio primo parroco don Giosuè Angioni che miha fatto innamorare della figura del sacerdote. Èmorto sei anni fa ma è stato sempre presente nelmio cammino perché nonostante fosse una fi-gura burbera, era un vero prete che in me ha in-ciso tantissimo. Il secondo maestro è il mio padrespirituale con la sua presenza nascosta fatta so-

Storie di vocazione. Don Elenio Abis sarà ordinato sacerdote sabato prossimo.

ROBERTO MACCIONI

“Ora chiedo la sapienza al Signoreperchè mi faccia lavorare col cuore”Dai primi passi con don Giosuèalla maturità con un padrespirituale, “ma la vera culladella mia fede è la famiglia”.Affascinato dalla missionedel prete “tra Dio e l’uomo”

D

detto tra noi

La carta stampata e tutti i Tg si so-no occupati, la settimana scorsa,della condanna di Don StefanoQueirolo, comminata dal GiudiceCivile del Tribunale di Chiavari, apagare 60 mila euro di risarcimen-to per danni biologici, per il suonodelle campane. La sentenza ordina la sospensionedell'uso delle campane, eccettodomeniche, Natale e Pasqua, mamassimo per 20 secondi. La specificazione della cifra da pa-gare, in dettaglio, è almeno curio-sa: 9 mila euro per danno biologi-co, 4 mila per danno morale, 46mila per lesione del diritto ad unavita sociale (2 mila euro all'annoper 23 anni di “disagio”). Meno male che lo stesso asses-sore al turismo (militante nel PCI),ha manifestato il suo dissenso: “ilsuono delle campane ha ritmatoper generazioni la vita della nostragente, credenti o non credenti. Michiedo se sia giusto tacitare o pu-nire questa tradizione”. Deo gratias! Ora si attende il re-sponso al ricorso già inoltrato. Ilfatto, tuttavia, si presta a tante con-siderazioni. Prima di tutto, è certoche il fastidio non è il suono dellecampane (il caso, infatti, non è iso-lato), ma quello che le campanerappresentano: la voce di Dio. E questo nostro mondo occiden-tale, con radici cristiane di cui qual-cuno si vergogna, sta mettendo inatto, con vari interventi, il tentativodi “oscurare” ogni richiamo al so-prannaturale con il pretesto dellalaicità dello Stato e con altri artificiverbali per convincere l'opinionepubblica che è giusto così. Mi domando (anzi, lo chiedo allaanziana signora “disturbata” dallecampane) se la disturbano lo scor-razzare delle macchine a tutte leore, il chiasso e il suono dei localipubblici fino al mattino, gli schia-mazzi di tante persone che vivonodi notte e dormono di giorno e co-sì via. Non mi risulta che i nottambuli sia-no trattati dai giudici come il pove-ro parroco della Chiesa del Carmi-ne...Dimenticavo, siamo in Italia, anzinell'Italietta che mette in prigione iladri di polli e lascia in libertà i de-linquenti, perfino i recidivi.

Le campane a festae il tribunale di Chiavari

di D. TORE RUGGIU

Incarichi del clero nella DiocesiDon Simon Bolomba Wangboka S. Basilio Magno a Serri e Santa Cecilia a EscolcaDon Giuseppe Camboni S. Cuore a Quartu S.E.Don Eugenio Cocco S. Pietro a S. Basilio Don Marcello Contu S. Sebastiano a CagliariDon Bruno Ibba S. Pietro a Monastir Don Marcello Lanero N. S. di Fatima a CagliariDon Emanuele Mameli Madonna della Fede a Cagliari P. Giuseppe Mura O.F.M capp. S. Barbara a FurteiDon Giorgio Murtas F.D.P. SS. Salvatore a SelargiusDon Marco Orrù S. Pietro a AsseminiDon Alberto Pala Cattedrale di CagliariDon Giuseppe Pes S. Leonardo a SerramannaDon Alessio Secci Madonna della Fiducia a SolanasDon Costantino Tamiozzo S. Gregorio Magno a CagliariDon Antonio Usai N. S. delle Grazie a Decimoputzu Mons. Ottavio Utzeri S. Avendrace a CagliariMons. Efisio Zara S. Sperate a S. SperateDon Serafino Zuncheddu S. Pietro a NuraminisP. Pietro Cogoni O.F.M S. Antonio a Quartu S. E. (Vicario parrocchiale)Don Andrea Piseddu S. Elena di Quartu (Vicario parrocchiale)Don Andrea Lanero Cappellano all'Ospedale Oncologico di CagliariDon Giorgio Vacca Cappellano all'Ospedale Brotzu di Cagliari

IL PORTICO DOMENICA 21 SETTEMBRE 200816 IL PORTICO DELLA DIOCESI

Il diario dell’Arcivescovo. Avvicendamenti nelle parrocchie della Diocesi.

La visita del Papa, un grande eventoche sembra accaduto appena ieri

o vissuto tutta la setti-mana nell'eco del gran-de evento della visita del

Papa. Ho provato una stranasensazione, mi sembrava cheogni giorno della settimana fos-se il giorno dopo, tanto era vivoil ricordo di quanto accaduto.Sono arrivate tante congratula-zioni per quanto avevano vistoalla televisione e soprattuttotanti ringraziamenti da partedelle persone che ho avuto oc-casione di incontrare o mi han-no mandato messaggi al cellu-lare e numerose email. Ho sem-pre più la sensazione che sia sta-ta, per la nostra Diocesi, unagrande occasione di grazia dicui tanti hanno approfittato. Lunedì, festa della Natività diMaria, ho celebrato a Samassidove alla fine della Messa hoportato a Don Martino il titolodi cameriere segreto di Sua San-tità. La sera precedente era sta-to abbracciato dal Papa in Cat-tedrale e ne era rimasto com-mosso. Lì, nella sua parrocchiadi cui fu parroco per tanti anni,ho voluto ringraziarlo per tantafedeltà e per tanto umile servi-zio nella sua lunga vita sacerdo-tale. Quando ha preso la parolaci ha commossi con la suaumiltà. Ci ha detto di essere ar-rivato al sacerdozio con appe-na la sufficienza e di aver sem-pre lavorato con semplicità do-ve il Signore lo aveva messo. An-cora era felice di lavorare aiu-tando i sacerdoti delle parroc-

H+GIUSEPPE MANI

mini, dove aveva messo tutto aferro e fuoco. Fu ingiustamenteaccusato, rimosso e trasferitoad una parrocchia più piccola.Lasciò la diocesi di Cagliari perquella di Albano dove ha fattoun gran bene come docente delSeminario, come Padre spiri-tuale e quindi come Rettore. Fuanche cancelliere della curia diquella diocesi. Ormai anzianotornò nella sua Sardegna e fu ac-colto nella sua vecchia parroc-chia, da cui era partito, vivendocon semplicità in due stanzedella canonica e mettendosi adisposizione del parroco. L'hovisitato tante volte e non ho maisentito una parola né di criticané di recriminazione per quan-to era avvenuto. Mai son riusci-to a saper cosa era successo tralui e Mons Botto, due caratteri diferro. Alla fine aveva perso la pa-rola ma parlava con gli occhi ecol cuore, era diventato pre-ghiera.Vedendolo partire mi halasciato una grande nostalgianel cuore.Giovedì abbiamo fatto il ritiromensile ed i sacerdoti eranoparticolarmente numerosi. Co-me meditazione ho fatto riper-correre l'esperienza della do-menica precedente nell'incon-tro col Papa. Ho proposto la fe-de del nostro popolo come og-getto di particolare attenzionee come argomento di grande re-sponsabilità per noi.

La festa dell'esaltazione della S.Croce mi ha portato a Quartudove si celebra con una sor-prendente partecipazione dipopolo. Sia alla processione del-la sera che alla messa solennepontificale della mattina hoavuto l'opportunità di parlaredella Croce come mistero cen-trale della nostra redenzione.Ho poi celebrato ad Uta per imalati e a S. Isidoro a Sinnai.Sabato sera sono stati resi noti itrasferimenti del clero e i nuoviincarichi. Se ne parlava da tem-po anche perché lo scorso an-no, essendo in corso la visita pa-storale, non erano stati fatti. Inquesto momento, in cui diversecomunità hanno il cambio delparroco, devo dare testimo-nianza della disponibilità, deldistacco e della fede dei nostrisacerdoti. Partire è sempre un po' morireeppure hanno accettato volen-tieri il cambiamento. Alcuni lohanno addirittura chiesto per ilmaggior bene dei propri fedeli.Devo dire che è stato per meedificante tutto questo e saròsempre grato a questi pastori fe-deli e buoni che non hanno pro-prio niente del mercenario. Stiamo organizzando l'AnnoPaolino, che inizieremo uffi-cialmente l'otto e il nove otto-bre, e il Sinodo diocesano il tren-ta ottobre con la festa diS.Saturnino, nostro patrono.

chie vicine soprattutto nel mi-nistero delle confessioni. Erabellissimo, sembrava una ico-na. Piccolo piccolo, con la suatalare semplice e pulitissima, lemani sempre congiunte che in-vitano alla preghiera. Una bellafigura di prete, di quelle che ispi-rano devozione e ti fanno veni-re la voglia di confessarti da lui.Venerdì invece abbiamo saluta-to un altro sacerdote di novan-tatre anni, Mons Evaristo Carta,grande uomo e grande prete.Con vero piacere ho raccontatonell'omelia la sua avventura.Splendido prete, intelligente,laureato era parroco di una bel-la parrocchia, S.Pietro ad Asse-

la settimana dell’ArcivescovoLunedì, martedì, mercoledì e giovedì l'Arcivescovo

partecipa al Consiglio permanente della CEI a Roma

Venerdì 26 ore 10-13 Udienze

Sabato 27 ore 18.00 Ordinazione sacerdotale in Cattedrale

Domenica 28 ore 11.30 Messa a Decimomannu per S. Greca

ore 19.00 A S. Pio X per il XXV del Parroco

curiositàRegistrazione Tribunale Cagliari

n. 13 del 13 aprile 2004

S E T T I M A N A L E D I O C E S A N O

D I C A G L I A R I

Direttore responsabileSergio NuvoliEditoreAssociazione culturale “Il Portico”via Mons. Cogoni, 9 Cagliari

Segreteria e Ufficio abbonamentiNatalina Abis- Tel. 070/5511462(Lun. - Ven. 10.00-12.00) e-mail: [email protected]

Le fotografie di questo numero sonodi Gabriella Carta e Mario Lastretti

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StampaGrafiche Ghiani - Monastir (CA)

Hanno collaborato a questo numero: Francesco C. Mariani, Tore Ruggiu, Rober-to Maccioni, Padre Gabriele, Padre Inno-cenzo, Emanuele Piga, Roberto Compa-retti, Vito Biolchini, Paolo Paolini, Bachi-sio Bandinu, Maria Giovanna Manca, Mat-tia Pittau, Adriano Porcu, Luca Corgiolu,Silvia Piras, Caty Cao, Matteo Venturelli,Guido Pusceddu.

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