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COPIA OMAGGIO Mensile indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicale Giugno 2007 - ANNO I - n° 6 dumplife Flickr / Foto: Mihai Romanciuc MORATORIA ONU esecuzioni capitali I Radicali occupano la Rai per cinque giorni. Poi i disturbatori se ne vanno. Sulla Moratoria Informazione negata Il senso vero è che i credenti vincano Filippo Curtosi intervista MARCO PANNELLA che ai Calabresi dice: SIATE RADICALI ROMA 12 maggio. Intervista a Roberto Villetti, capogruppo della Rosa nel Pugno La Calabria e il libro bianco di Marco Biagi. .....con .....La Calabria Inserto Letterario dalla rivista di letteratura popolare di Luigi Bruzzano edita dal 1888 al 1902 Moratoria delle esecuzioni capitali all’ONU, subito! Per offrire ai paesi che ancora praticano la pena di morte, questa uscita ragionevole da questo anacronismo. Intervista a SERGIO D’ELIA, presidente di Nessuno Tocchi Caino Libertà d’espressione negata in Russia: scontri a Mosca per il Gay Pride, arresti e aggressioni A partire da questo numero, ALM della Calabria propone un suo inserto letterario nel quale saranno pub- blicati Canti Sacri, Novelle, Storie, Usi, Costumanze, Indovinelli, tradizioni agiografiche e Canti Poolari della Calabria riprese dalla rivista di Letteratura Popolare La Calabria di Luigi Bruzzano. Niente di meglio: Abolire la Miseria della Calabria con... Abolire la Miseria della Calabria con... La Calabria!! La Calabria!!

Anno I n° 6 - Giugno 2007

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Abolire la miseria della Calabria Periodico nonviolento di storia, arte, cultura e politica laica liberale calabrese

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Page 1: Anno I n° 6 - Giugno 2007

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MORATORIA ONU esecuzioni capitaliI Radicali occupano la Rai per cinque giorni. Poi i disturbatori se ne vanno.Sulla Moratoria Informazione negata

Il senso vero è che i credenti vincanoFilippo Curtosi intervista MARCO PANNELLA che aiCalabresi dice: SIATE RADICALI

ROMA 12 maggio. Intervista a Roberto Villetti, capogruppo della Rosa nel Pugno

La Calabria e il libro bianco di Marco Biagi.

.....con .....La CalabriaInserto Letterariodalla rivista di letteratura popolare diLuigi Bruzzano edita dal 1888 al 1902

Moratoria delle esecuzioni capitali all’ONU, subito! Per offrire ai paesi che ancora praticano lapena di morte, questa uscita ragionevole da questo anacronismo.

Intervista a SERGIO D’ELIA, presidente di Nessuno Tocchi Caino

Libertà d’espressione negata in Russia: scontria Mosca per il Gay Pride, arresti e aggressioni

A partire da questo numero, AALLMM ddee ll ll aa CCaa llaabbrr iiaa

propone un suo inserto letterario nel quale saranno pub-blicati CCaanntt ii SSaaccrr ii ,, NNoovvee ll ll ee ,, SS tt oo rr ii ee ,, UUss ii ,,CC oo ss tt uu mm aa nn zz ee ,, II nn dd oo vv ii nn ee ll ll ii ,, tt rr aa dd ii zz ii oo nn iiaagg ii ooggrraa ff ii cchhee ee CCaanntt ii PPoooo llaarr ii

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di Luigi Bruzzano. Niente di meglio: Abolire la Miseria della Calabria con... Abolire la Miseria della Calabria con... La Calabria!! La Calabria!!

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Pag. 3 F. Curtosi intervista Marco Pannella che ai Calabresi dice: Siate radicaliPag. 4 Le interviste radicali di Abolire la Miseria. Di G. CandidoPag. 4 Medioevo Politico. Di G. Canigiula.Pag. 5 Intervista all’On. Sergio D’Elia. “Moratoria delle esecuzioni capitali all’ONU,

subito! Per offrire ai paesi che ancora praticano la pena di morte, un’uscita ragionevole da questo anacronismo.”

Pag 7 Calabria e il libro bianco di Marco Biagi. Intervista di Filippo Curtosi all’On. Roberto Villetti, capogruppo alla Camera della Rosa nel Pugno.

Pag. 8 Intervista Emilio Coveri, Presidente della Exit-Italia, Associazione per una morte dignitosa: nel nostro Paese l’esistenza di un’Associazione come la nostra è stata per moltissimo tempo censurata.

NOVITA’: INSERTO LETTERARIO. Abolire la Miseria della Calabria con… “La Calabria” …selezione di brani tratti dalla Rivista di Letteratura Popolare edita dal 1888 al 1902 e direttada Luigi Bruzzano. Quseto mese: Tradizioni agiografiche della Calabria; Ndivinagghi(indovinelli) di Serra San Bruno; Imprecazioni Calabresi

Pag. 9 Il crescente divario tra Nord e Sud d’Italia. Economico e sociale. Di Francesco Cascasi.

Pag.10 A 30 anni dall’omicidio di Giorgiana Masi perché ha senso ricordare quel delitto che vede ancora “ignoti” i suoi autori. Lo abbiamo chiesto a Rita Bernardini.

Pag.11 Legno e bosco fra edilizia, ecologia ed energia. Di Giuseppe Fontana

Pag.11 Le prime, anzi, le ultime parole famose. Di Giorgia Sorrisi

Pag.12 Libertà di espressione violata in Russia: scontri a Mosca per il Gay Pride, arresti e aggressioni. Di Giuseppe Candido

Pag.13 Terza Conferenza Internazionale sui diritti sindacali e responsabilità sociale delle imprese a Cuba. Di Matteo Mecacci. Dalla rivista telematica Radicalfax diretta da Maurizio Turco

Pag.14 Sulla moratoria all’ONU per le esecuzioni, informazione negata. 6 giugno: i radicali lasciano la sede di Viale Mazzini

Pag.14 Caso Nuvoli. Lettera aperta di Marco Cappato: come Associazione Luca Coscioni e insieme a Marco Pannella, abbiamo deciso di accogliere la richiesta di assistenza rivoltaci da Giovanni Nuvoli e di attivare un colleggio medico.

Pag.15 Pannella: La Rosa nel Pugno è la risposta alternativa a questo presente, dove la sinistra comunista sembra tornare a praticare la sua politica tradizionale del “tanto peggio - tanto meglio”

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SOMMARIO

ABOLIRE LA MISERIA DELLA CALABRIAmensile indipendente di cultura liberale, laica, socialista e radicale-------------------------------------------------------------Direttore Responsabile: Filippo Curtosi - Editore - Vice Direttore: Giuseppe CandidoComitato di redazione: Giuseppe Fontana - Giovanna Canigiula (resp. inserto letterario)-------------------------------------------------------------------Redazione, amministrazione e impaginazioneVia Crotone, 24 – 88050 Cropani (CZ)Tel/Fax. 0961 961036 – 0961/1916348 - 347 8253666e.mail: [email protected]" sul blog: http://abolirelamiseriadellacalabria.blog.tiscali.itStampa: BRU.MAR - V.le dei Normanni, 23/q - CATANZARO - tel.0961.728005 - 320.0955809-----------------------------------------------------------------------------------------------Iscrizione Registro Stampa Periodica Tribunale di CatanzaroN°1 del 9 gennaio 2007---------------------------------------------------------------------------------------------------------Mensile partecipativo: la collaborazione è libera a tutti ed è da considerarsi totalmente gratuita. Gliarticoli riflettono il pensiero degli autori i quali si assumono la responsabilità di fronte la legge.Hanno collaborato a questo numero:Rocco Berardo, Giuseppe Candido, Giovanna Canigiula, Francesco Cascasi,Filippo Curtosi, Giuseppe Fontana; Giorgia Sorrisi, Marco Marchese; - (grafica)Antonio Renda; (resp. distribuzione) Francesco Callipo. Si ringrazia la redazionedel periodico telematico “Radicalfax” di Maurizio Turco e in particolare AngelicaRussomando, S.Gasparrini e Matteo Mecacci

Questo numero è stato chiuso l’9 Giugno 2007 alle ore 11,00

FUGA PER LA LIBERTÀ DI DUE ATLETICUBANI

Roma, 24 maggio – Raidel Poey e YasserPortando, pallavolisti della nazionalecubana, nel corso di un torneo che si ègiocato in Bulgaria hanno abbandonato lapropria squadra e, passando per ilMontenegro, hanno raggiunto il territorioitaliano, con l’obiettivo di chiedere asilopolitico. Il 26 maggio, presso la sede deiRadicali, si è tenuta una conferenza stam-pa per ribadire l’impegno e il sostegnoaffinché Cuba, paese dove aleggia ancoraforte il mito di Che Guevara e doveesprimere il proprio pensiero e mani-festare la propria opposizione è ancorareato, intraprenda un percorso di transi!zione verso la democrazia. Esibendo unostriscione con un breve slogan – Libertà,Nonviolenza a Cuba - il Partito RadicaleNonviolento aveva organizzato una mani-festazione non autorizzata nella capitalecubana il 18 marzo scorso; allora ilregime castrista ritenne di non inter-rompere in alcun modo l’azione deiRadicali. Il metodo nonviolento ha, quindi,permesso un primo risultato ed ora è uti-lizzato da coloro che si trovano ancora incarcere, tutti animatori del Progetto Varelache chiede un referendum costituzionaleper avviare un cambio di regime. (A.Russomando)

BIOETICA, BINETTI DOGMATICA SU TESTAMEN-TO BIOLOGICO E MISTIFICATRICE SU

PENA DI MORTE

Dichiarazione di Rocco Berardo ViceSegretario Associazione Coscioni eMarco Perduca Consigliere Generale

del Partito Radicale.“Le affermazioni della Senatrice PaolaBinetti - rilasciate a margine della tavolarotonda su “Biopolitica e Bioetica” - con-fermano le sue posizioni dogmatiche eideologiche che precludono qualsiasi pos-sibilità di seria valutazione delle prioritàlegislative in Italia nonché la mistificazionedi certi argomenti. Affermare, come fa la Senatrice dellaMargherita, che il Testamento biologiconon è una urgenza per il Paese è ilmiglior modo per essere contrari al dialo-go e alla ricerca di un compromessotrasparente e in crescita sui temi di finevita che molto probabilmente possonoessere considerati una priorità tanto quan-to le “disposizioni sugli adempimentiamministrativi connessi alla tutela dellasalute” che la Binetti ritiene particolar-mente urgenti.Ci teniamo però a rassicurare la SenatriceBinetti che, per quanto riguarda la cam-pagna radicale per l’adozione di unarisoluzione all’Assemblea generale incorso della Nazioni unite, essa fin dal suoinizio 15 anni fa, non è, né è mai stata,un’iniziativa contro gli Stati Uniti, bensìun’azione di portata mondiale che possasalvare vite umane affermando il principiosecondo il quale nessuno Stato deve dis-porre della vita dei propri cittadini; unanon disponibilità che è in perfetta lineacon quella di non scegliere come, e fino aquando, un individuo può vivere una vitadignitosa”.

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Troppe nefandezze sono oggi com-piute; gli uomini sono consideraticome cose; ucciderli è un rumore,un oggetto caduto. Bisogna amarlicome singoli esistenti, coma fa lamadre. Se non tutti faranno cosisarà pur bene che qualcuno lo fac-cia: il fuoco viene sempreacceso da un punto. Marco Pannella questi versi…“Complimenti hai imparato a

memoria dei versi di AldoCapitini, grande personalitàradicale,laica,nonviolenta,ghandiana. Certo dobbiamosempre tenere alto il canto del-l’amore, della giustizia e dellapace”.Perché?“ Per un insopprimibile canto

dell’anima”.Piazza Navona, 12 maggio2007. “Orgoglio Laico”. Fotodi gruppo con striscione.“Calabresi di Sellia Marina:Franco, Patrizia,Giuseppe, siamoqui perché vogliamo pari dignitàe pari diritti”. Marco Pannella dispensa parole esorrisi a giornalisti e curiosi.Marco, due battute per “Abolire laMiseria dellaCalabria”. Accetta conpiacere.

Qual è il sensodel 12 mag-gio?“ Il senso veroè che i credentivincano. Nonvincano invececoloro che sonotutti divorziati e che hanno i lorocapi a San Giovanni: Berlusconi,Casini. Siamo come alla marcia diNatale per la Giustizia, l’Amore, laPace. Chi è venuto da fuori hapreso la sua macchina e ha pagatoil treno o il pulman a biglietto pieno”.Questa manifestazione che riempieper tre quarti piazza Navona, l’han-no voluta i Radicali e i Socialisti.L’hanno organizzata da soli in frettae furia. Sono presenti anche i Verdie Rifondazione Comunista. I grandi

assenti sono i Ds. Lo fa notare ilbravo presentatore AlessandroCecchi Paone: “ Dove siete?Vergogna!”

Nel “ backstage” si sta preparandointanto la band tutta calabrese degli

“ Uvistra” che faranno tre pezzimolto apprezzati dal pubblico.On.le Pannella,alimentare l’omo-fobia come cultura del razzismodiffusa?“ In Italia la gerarchia ecclesialeesercita un ruolo invadente che nonsi vede in nessun altro paese. Ci

accusano tutti diessere peggio deinazisti della Shoa, loscrivono, lo dicono,voi sterminate gliembrioni e poi ci sco-municano”.Il problema invecequal è secondoLei?“ Il problema è comeamare, nella nonvio-lenza e non nel pos-

sesso e se l’embrione è personaperché non lo battezzano allora. Laverità, quella vera, quella di SanFrancesco non quella di abolire illimbo dopo 800 anni.Pannella svisceratamente anti-clericale come ai bei tempioppure…“ Senti il Santo Spirito nel mondo èlo Spirito Santo, qui da noi è unabanca. La verità è che questi sonodei simoniaci. Noi abbiamo distrutto

l’immenso aborto clandestino dimassa, le chiese fasciste invecefanno campagna per la natalità …Invece?Serve concepire con amore che sig-nifica sapere concepire un ambientemigliore nel dialogo non fare figli

“Welby era isolato?“Ha fatto conoscere questa sto-ria di chi non può mangiare, nonpuò bere, non si può muovere,di chi conduce la vita della tortu-ra che è la storia del vissuto amigliaia di persone non solo inItalia ma nel mondo. Il vissuto diWelby è di tutti”.Oggi avete depositato unmazzo di fiori li dove è morta

Giorgiana Masi, a 30 anni daquell’assassinio qual è la situ-azione?“Intanto debbo ringraziare il Vostrogiornale per il bel pezzo uscito neigiorni scorsi su Giorgiana. Noichiediamo che si faccia chiarezzacon uno spirito di giustizia e non divendetta come vogliono fare certedichiarazioni di questi giorni chenon aiutano e fanno confusione suuno dei grandi misteri del regimeItalia”.Il progetto della Rosa nel Pugnoè ancora valido?“E’ la madonna, col cavolo che èmorto. manco pe niente”Con Saverio Zavettieri…?“ Adesso è leader de” I SocialistiItaliani” Ha annunciato che avrebbevoluto venire nella Rosa. Tra unacosa e l’altra non so a che punto è”.Perché viene poco in Calabria?“ Ho girato la Calabria in lungo elargo. A ViboValentia ero in contattocon Francesco Tassone delMovimento Meridionale, ci sonoradicali che stimo come SalvatoreColace, Francesco Lo Duca,Giuseppe Matina. Nei giorni scorsisono stato a Reggio Calabria per unconvegno sulla pace nel medio ori-ente”.Cosa puoi dire alla Calabria ed aicalabresi per sperare ancora nelfuturo?“SIATE RADICALI”.

Filippo Curtosi

12 Maggio 2007 . L’intervista di Filippo Curtosi a Marco Pannella cheai calabresi dice: “siate radicali”

“Coraggio Laico” in piazza Navona. Il senso vero èche i credenti vincano

Il progetto della Rosa nel Pugnoè ancora valido?

“E’ la madonna, col cavolo che èmorto. manco pe niente”

Francesco Callipo e Patrizia Aiello

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Roma 12 maggio 2007/Dopo un viaggio in macchina di sei orearriviamo a Roma verso le sei del mat-tino. Parcheggiamo in Piazza dellaCancelleria (adiacenze PiazzaNavona) ed eravamo pronti per ilgrande giorno: la manifestazione delCoraggio Laico indetta dalla Rosa nelPugno, dallo SDI e dal Partito Radicaleper ricordare il 33° anniversario dellavittoria dei NO sul referendum cheintendeva abrogare, senza poi riuscirvi,la legge Fortuna- Basilini che avevaintrodotto l’istituto del divorzio.Abolire la Miseria della Calabria e la Celluladi Sellia Marina, dell’associazione LucaCoscioni erano a Roma per la giornata delCoraggio Laico assieme agli Uvistra (rockband di Catanzaro) sia per essere presential convegno, organizzato dall’associazioneCoscioni , sia per poi andare al Comizio –Concerto in Piazza Navona sino a tardasera.Il programma era serrato: la mattina con-vegno dell’associazione Coscioni e nelpomeriggio (dalle 16 in poi) saremmo statinella Piazza a seguire il concerto e i variinterventi.Una giornata movimentata. Dalla mattina,alle otto e mezza, quando abbiamo incon-trato Rita Bernardini con la quale abbiamopreso un caffè in fretta e furia per poi cor-rere alla sede del Partito Radicale doveabbiamo scambiato qualche saluto conRocco Berardo e Marco Cappato (rispettiva-mente vice segretario e segretariodell’Associazione Coscioni) ed abbiamopotuto ammirare – salendo le infinite scaleche portano su alla torre - il magnificopanorama romano nell’attesa di andare al

Convegno organizzato dall’AssociazioneCoscioni sul tema: “Il mito della famigliatradizionale: la rivoluzione dell’amore civile”del quale però, abbiamo seguito soltantol’inizio in diretta). Infatti, dopo l’intervento diGianfranco Spadaccia (personaggio Storicoe co fondatore del Partito Radicale e che tral’altro è stato molto interessante parlando di“onda lunga del divorzio” che consentì tanteulteriori riforme di civiltà) siamo stati “distrat-ti” da Sergio Stanzani altro radicale storico(pure lui co fondatore del PR) e che dasempre conosciamo per averlo ascoltato aimicrofoni di radio radicale ma che non ave-vamo mai avuto il piacere di conoscere per-sonalmente. Dicevo, siamo stati distratti daSergio Stanzani che ci ha chiesto se vole-vamo accompagnarlo a “portare i fiori allalapide di Giorgiana Masi” – compagnauccisa proprio il 12 maggio del 77 in occa-sione della celebrazione del terzo anniver-sario della vittoria del divorzio.E’ stata dura prendere una decisione: con-tinuare a seguire il convegnodell’Associazione Coscioni di cui siamoorgogliosi militanti oppure “portare i fiori allalapide di Giorgiana Masi”. Con la mia compagna siamo una “famigliadi fatto” e con gli altri della carovana (Ildirettore responsabile Filippo Curtosi eFranco Callipo) eravamo saliti con l’intentodi non perderci neanche un minuto del con-vegno. Ma l’idea di portare i fiori alla lapidedi Giorgiana Masi assieme a SergioStanzani e gli altri compagni radicali ci hapersuasi. Anche perché il convegno sape-vamo sarebbe stato integralmente registratoda radio radicale e, come sempre, fruibilesulla scheda “riascolta” del sito www.radio-radicale.itE allora via, a piedi verso Ponte Garibaldiper ricordare i trent’anni dell’omicidio di

Giorgiana Masi uccisa il 12 maggio del 77durante una manifestazione promossa dalpartito Radicale per ricordare allora, comeoggi, la vittoria sul divorzio. Ancora gli ese-cutori materiali di quell’omicidio non siconoscono.Questa variazione del programma di marciaci ha però consentito di vivere un momentodella storia del Partito Radicale che – datrentanovenni quali siamo – non conosci-amo direttamente. Ne abbiamo parlato conRita Bernardini, segretaria del movimentoRadicali Italiani che ci ha rilasciato un’inter-vista esclusiva per Abolire la Miseria dellaCalabria.Durante l’incontro a Ponte Garibaldi abbi-amo avuto altresì modo di intervistarel’Onorevole Sergio D’Elia, parlamentaredella Rosa nel Pugno, che dallo scorso 16

aprile è in scioperodella fame “ad oltran-za” assieme a MarcoPannella, ValterVecellio, Lucio Bertè,Guido Biancardi,Claudia Sterzi eMichele Rana., persostenere la presen-tazione all’assembleagenerale dell’ONU,

subito, una risoluzione sulle esecuzioni cap-itali. Così facendo ci siamo però persi ilconvegno dell’associazione Coscioni sultema “il mito della famiglia tradizionale: larivoluzione dell’amore civile” che ha visto gliinterventi, oltre che di professori universitarie scienziati, degli Europarlamentari MarcoCappato e Marco Pannella. Li abbiamo rias-coltati dal sito – non ce ne vogliano i nostricompagni dell’Associazione Coscioni -dove è riascoltabile l’intero convegno.

Giuseppe Candido

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Roma 12 maggio 2007. Una giornata da ricordare. Convegno, Manifestazione e Concerto

Le interviste radicali di Abolire La Miseria

Ridateci Woytila. Lo rivogliamo subitoindietro quel papa straniero per nullaprogressista: col suo sorriso sardonico,la falcata sportiva, gli strappi al cerimo-niale, la girandola dei viaggi o col visoinespressivo, la carrozzella mobile, lemani che tremano, la malattia e lamorte sfacciatamente esibite. Giovaneo vecchio di una vecchiaia quasiindecorosa non c’interessa, purché citogliate da questo buio medioevo.Conciliateci, prima che sia troppo tardi, conla religione dei padri.Che errore madornale pensare di vivere glianni di un papato di transizione: il dottissimotedesco esterna quotidianamente, i prelatisono ringalluzziti, l’Osservatore romanosembra la versione tristemente moderna deltribunale dell’Inquisizione. Così, neppure ungiovane e ingenuo artista la passa liscia:pensava mai, il semisconosciuto AndreaRanieri, di diventare popolare per averironizzato su una Chiesa poco darwiniana eancor meno caritatevole dal palco di piazzaSan Giovanni il primo maggio scorso? Finqui sorrideremmo, troppo occupati dal quo-tidiano: neppure sui fedeli più ortodossi

farebbe effetto l’accusa di terrorismo né pre-occuperebbe oltre il dovuto il fatto che glialti organismi religiosi si riapproprino dellostrumento blasfemo dell’anatema. Semmaipatirebbero anche loro le pene del rinatooscurantismo: intere regioni del mondo dev-astate da guerre, malattie, povertà e i lorolontanissimi rappresentanti a duellare suomosessualità, famiglia, aborto, eutanasia.Pietosi coi potenti nemici dell’umanità, duricon le umili pecorelle magari ammalate disclerosi multipla. Un inquietante dubbio,anche nelle loro devotissime teste,striscerebbe. La storia si ripete: una Chiesaricca, onnipotente e mondanizzata che ter-rorizza con le sue visioni cupe di fiamme ter-rene e infernali chiunque si discosti dallalinea tracciata. Parli una lingua diversa? Seiun eretico e, come tale, vai condannato.Pazienza. Sconcerta, però, il medioevo politico.Avrebbe mai immaginato, il semisconosciutocitofonista della Dandini, di doversi conaffanno confessare cattolico, amante di SanFrancesco e dei preti antimafia? Di doverprecisare di avere concordato le battute conautori che si sono prontamente defilati? Didoversi sentir dare dell’ubriacone dal segre-

tario generale della Cisl o, peggio, di avver-tire il gelo nello sguardo del segretario dellaCgil? “Gli scriteriati ci sono sempre”: inac-cettabili le parole con cui il Presidente delConsiglio ha liquidato la vicenda. Giacchéquesto nostro lontanissimo parente sembradimenticare che di scriteriati che lo hannoportato sullo scranno –terreno e non divino-ce ne sono a migliaia in giro e vorrebbero,da lui, qualche penitente spiegazione. Ilpotere politico e le organizzazioni sindacalisi genuflettono a tal punto da condannareanche la più scontata forma di satira: ridate-ci Berlusconi, almeno non stupiremmo. Ha scritto bene Sansonetti su Liberazione:ogni dittatura, nel momento in cui si palesa,prende di mira chi non si allinea, lo accusadi terrorismo e lo perseguita. Ogni religioneche prende di mira, accusa e perseguita, èfondamentalista, fanatica, estrema, fuoridalla democrazia. Ma la democrazia chenon difende i suoi figli è più pericolosa ditutte e c’è poco da sorridere, allora, di frontea tanta debolezza. Che lascia nudi e senzaforze anche noi e con un solo pensiero: chefare?

Giovanna Canigiula

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“Da qualche tempo AmnistyInternational ha mutato la suaposizione abolizionistaaccettando l’idea della mora-toria ma mantiene ancora deidistinguo sui tempi. Che sonoquelli che ammazzano lamoratoria”.

Dal 16 di aprile l’On. Sergio D’Elia,assieme a Marco Pannella, LucioBertè, Michele Rana, Claudia Sterzie Valter Vecellio, è in sciopero dellafame ad oltran-za, persostenere la pre-sentazione, daparte delGoverno italiano,di una moratoria delle esecuzionicapitali all’assemblea generaledell’Onu attual-mente in corso.Lo abbiamoincontratodurante la cele-brazione dell’an-niversario del-l’omicidio diGiorgiana Masi (avvenuto il 12 mag-gio 1977) a Ponte Garibaldi.Visibilmente segnato dal digiuno ciha rilasciato questa intervista esclu-siva per Abolire La Miseria dellaCalabria.

D. Innanzi tutto, anche se puòsembrare banale, la primadomanda è: come si sta dopo 26giorni di sciopero della fame?Qualche giorno fa Marco Pannellaha dichiarato (in un’intervistarilasciata ad un settimanale) –alla stessa domanda che io fac-cio a te – di stare “una chiavica”.Tu come stai?D’ELIA: Bene. Lui direbbe (MarcoPannella ndr) sei un irresponsabilesentendo questa risposta. Ma vabene. Perché vale il principio: faiquel che devi, accada quel che può.Noi - continua D’Elia: visibilmenteprovato contrariamente a quanto

dichiara – stiamo facendo quelloche dobbiamo fare. Perché è diven-tato sempre più intollerabile che da14 anni a questa parte, ormai, sineghi all’Assemblea Generale delleNazioni Unite di pronunciarsi, di dis-cutere e quindi votare unarisoluzione sulla moratoria dellapena di morte. Noi andiamo avanti(con lo sciopero della fame adoltranza ndr) non perché vogliamofare pressioni ricattatorie nei con-fronti di chi che sia. Con la nostraazione vogliamo rafforzare il poterenel senso di farlo decidere su quelloche lui stesso (il Governo italiano

ndr) ha deciso volerfare ma non fa. Questaè la nonviolenza. È iltrasferire la nostraforza, che fisicamentedi giorno in giorno per-diamo con lo sciopero

della fame, a quel potere che non lamanifesta nel senso che non fa

quello che è statoimpegnato a fare dallostesso parlamento ital-iano (quasi all’unanim-ità ndr) e l’opinionepubblica italiana, inter-nazionale e nel sensoin cui lui stesso (il

Governo italiano ndr) si è impegna-to a fare. Nelmese di gen-naio (c.a) ilGoverno ital-iano ha detto:“avvieremo leprocedureper la pre-sentazioni ela votazione,all’AssembleaGenerale incorso, delleNazioniUnite, di unarisoluzionesulla morato-ria”. Ancoraperò non c’è un testo di risoluzione,non c’è nessuna prospettiva politicaconcreta, operativa che vada inquesto senso. Quindi continuiamoper ottenere questo obiettivo (lapresentazione della risoluzione sulla

moratoria delle esecuzioni capitaliall’assemblea generale delleNazioni Unite) con l’azione nonvio-lenta ad oltranza.D. Perché questo governo che siè espresso favorevolmente, conun parlamento che lo sostienecon un voto quasi all’unanimità,perché ha paura di presentare larisoluzione e perché sembraquasi aver paura di vincere ques-ta battaglia di civiltà?D’ELIA: Io credo che sia un riflesso

tipico nelle relazioni internazionali, e

quindi delle Nazioni Unite, di ognistato, di ogni governo: “quieta nonmovere”. È un’iniziativa dirompente(quella della presentazione di unarisoluzione sulla moratoria delle

esecuzionicapitali ndr).L’assembleaGeneraledelle NazioniUnite si spac-cherà suquesto. Larisoluzionenon verràcertoapprovata perconsenso(unanimendr). Nel votovinceremo equindi è vero:si ha paura di

vincere più che di perdere. Perchél’alibi è quello che “non siamo sicuridel successo”. Il successo è sicuroda moti anni. Da almeno 13 anni.Nel 1994 fu impedito – perdemmo

ABOLIRE LA MISERIA della calabria5

L’On. Sergio D’Elia e Filippo Curtosi

Intervista di Giuseppe Candido all’On. Sergio D’Elia, deputato della Rosa nel Pugno e seg-retario dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino.

Moratoria delle esecuzioni capitali all’ONU, subito! Per offrire ai paesiche ancora praticano la pena di morte, questa uscita ragionevole daquesto anacronismo.

Amnisty International?Sono degli abolizionisti che

rasentano il fondamentalismo

abolizionista.

l’alibi è quello che “non siamosicuri del successo”. Il successo è sicuro

da moti anni. Da almeno 13 anni.

Non sarebbero più le organizzazioninon governative, non sarebbe più ilPartito Radicale Transnazionale e

l’Associazione Nessuno TocchiCaino a chiedere ai paesi che man-tengono la pena di morte, di bloc-

care le esecuzioni. Sarebbe la mas-sima autorità internazionale.Sarebbero le Nazioni Unite a

chiederlo. E l’effetto nei prossimianni sarebbe inevitabilmente positi-

vo. Si andrà - dalla moratoria –verso l’abolizione. Si salveranno

migliaia di vite.

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per 8 voti ricorda D’Elia - proprio per-ché 21 paesi dell’attuale UnioneEuropea decisero di astenersi invecedi votare a favore. Quindi i numeri cisono. Il potere non è abituato. Non èun riflesso scontato, di fronte alla vit-toria scontata, quello di combatterlaper ottenere questo obiettivo digrande civiltà e di grande umanità.All’assemblea Generale dell’ONU vigeil principio del “volemose bene”,….“non creiamo tensioni internazionali”…..“dobbiamo approvare le cose tuttid’accordo”.Il Governo italiano ha ottenuto, nellasua elezione, a gennaio, come mem-bro non permanente del Consiglio diSicurezza, 186 voti su 192. Un gran-dissimo successo. Un credito enormeche ora, il Governo forse ritiene di nondoversi giocare in un’altra votazione:quella sulla pena di morte.Che non registrerà certo 186 voti. Neregistrerà appena 100, forse 101..comunque la maggioranza assolutadei paesi membri dell’ONU.D. Una maggioranza che ècomunque sufficiente perapprovare la risoluzione dellamoratoria delle esecuzioni capitali?D’ELIA: Più che sufficiente. I contrarisaranno una sessantina. Al massimosettanta. Gli altri si asterranno. Quindii voti ci sono. E l’impatto in tutto ilmondo, dove le esecuzioni capitaliancora vengono praticate a migliaiaogni giorno, di una risoluzione delleNazioni Unite sarebbe formidabile.Non sarebbero più le organizzazioninon governative, non sarebbe più ilPartito Radicale Transnazionale el’Associazione Nessuno Tocchi Cainoa chiedere ai paesi che mantengonola pena di morte, di bloccare le ese-cuzioni. Sarebbe la massima autoritàinternazionale. Sarebbero le NazioniUnite a chiederlo. E l’effetto neiprossimi anni sarebbe inevitabilmentepositivo. Si andrà - dalla moratoria –verso l’abolizione. Si salveranno migli-aia di vite.D. Da quello che si legge sui gior-nali la posizione di AmnistyInternational, che in passato avevacriticato la moratoria per chiederel’abolizione, oggi è mutata e i diri-genti di quell’organizzazione nonconsiderano più negativa la richies-ta della moratoria prima di arrivareall’abolizione. Però mantengonoancora dei distinguo rispetto allaposizione dell’AssociazioneNessuno Tocchi Caino e del PartitoRadicale Transnazionale. Perchéquesta differenziazione nelle dueposizioni?D’ELIA: Beh. La posizione è distinta

intanto per strategia: loro ritengonoche bisogna chiedere l’abolizione tuttae subito. Sono degli abolizionisti cherasentano il fondamentalismo abo-lizionista. E quindi hanno questaimpostazione di principio che è lorostorica. Certo ora è mutata. OggiAmnisty international non contrasta

più l’idea di una politica pragmaticache richiede la moratoria in vista del-l’abolizione (che è la posizione che ilPartito Radicale sostiene da 13 annindr). Perché dalla moratoria si passapoi all’abolizione. Intanto si salvanomigliaia di condannati a morte. Non siè mai tornato indietro dalle moratorie.La loro strategia (quella di AmnistyInternational ndr) è quella abolizion-ista, la nostra (quelladell’Associazione Nessuno TocchiCaino e del Partito Radicale ndr) èquella pragmatica della “moratoriasubito, in vista dell’abolizione”.Però, al di là di questo cambiamentoper cui anche per loro la moratoria vabene, mantengono ancora dei distin-guo sui tempi che poi, in realtà, sonoproprio quelli che ammazzano l’obiet-tivo della moratoria. Perché rinviare,come avviene da 13 anni, il pronunci-amento delle Nazioni Unite per desti-narlo alla prossima AssembleaGenerale dicendo che “saremo piùforti”, “saremo più adeguati”, significarinviare, sine die come avvenuto inquesti anni. Invece noi chiediamo difarlo subito.D. Allora il titolo per questa inter-vista potrà essere simile a quelloche avevamo utilizzato nel numerouno di Abolire La Miseria della cal-abria: “Moratoria all’Onu, Subito”?D’ELIA: Si. Moratoria subito, peroffrire ai paesi che ancora praticano lapena di morte questa uscita ragionev-ole da un anacronismo. Davvero unanacronismo.(Fuori microfono: se venisse unmarziano ci prenderebbe per pazzi)

Giuseppe Candido

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L’on. Sergio D’Elia in sciopero dellafame dal 16 aprile. Ad oltranza

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Roma, 4 giugno 2006 - Dopo avercondotto da solo e per 24 giorni unosciopero della fame a tempo indetermi-nato, poi convertito ad oltranza ed este-so ad altri compagni radicali, il leaderradicale Marco Pannella giunge oggi alcinquantanovesimo giorno di digiunodella fame e al quinto di sciopero dellasete. La decisione di adottare questaforma estrema di lotta nonviolenta èresa necessaria dal pericolo di mancareun obiettivo ancora possibile da raggiun-gere malgrado gli enormi ritardi accumu-lati: la presentazione all'AssembleaGenerale in corso di una proposta dimoratoria universale delle esecuzionicapitali. Nonostante il successo delConsiglio Affari Generali dell'UnioneEuropea, che si è tenuto a Bruxelles loscorso 14 maggio, "ad oggi, non risultache il Governo italiano abbia ottenuto lanecessaria approvazione dellaPresidenza tedesca dell’UE su un qual-siasi! testo di Risoluzione e tantomenosi è avviata la raccolta dei co-sponsorné sono stati presi contatti con laPresidenza dell’Assemblea Generaledell’ONU per individuare la procedura diapertura del dibattito sulla moratoria. Intal modo viene beffato persino il parereunanime dei ventisette Ministri europeie, in particolare, l’impegno delParlamento e del Governo italiani".L'iniziativa dei Radicali è tutta tesa aconquistare all'Assemblea Generale l'op-portunità di esprimersi sulla proposta dimoratoria e ad evitare che si riproduca ilcopione che negli ultimi tredici anni haimpedito il conseguimento dell'obiettivo.Sul fronte interno, quello dell'infor-mazione, una delegazione di parlamen!tari e dirigenti radicali si trova nella sedeRai di viale Mazzini dalle 13.40 del 1giugno, per chiedere ai vertici delservizio pubblico radio-televisivo di infor-mare i cittadini sullo stato dell'iniziativache da mesi vede impegnati i Radicali esu cui il governo ha ricevuto dalParlamento uno specifico mandatod'azione in sede europea e inter-nazionale. Nel corso di una conferenzastampa tenuta nella giornata di ieridavanti alla sede Rai con MarcoPannella e la partecipazione di alcunideputati della maggioranza, il MinistroBonino ha sottolineato l'importanza dicoinvolgere l'opinione pubblica attraver-so l’informazione, poiché essa potrebbesvolgere una funzione propulsiva e con-tribuire a garantire il successo dell'inizia-tiva. (S.Gasparrini)

ULTIM’ORAradical fax

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Roberto Villetti piomba alla mani-festazione di Piazza Navona e lagente, numerosa, lo accoglie consimpatia. Il capogruppo allaCamera dei Deputati della Rosa nelPugno esordisce:”Noi come Rosanel Pugno poniamo delle questioniconcrete e specifiche per migliorarel’Italia che è in evidente affanno eriesce a competere in pochi settori.E’ in gravissimo ritardo nel campodelle alte tecnologie e la qualitàdelle nostre università non è dellemigliori, abbiamo come modello laGran Bretagna dove le universitàsono le migliori dell’Europa”.

On.le Villetti, Le pesa l’etichettadi mangia preti?”E’ una semplificazione di voi gior-nalisti, molti dei nostri militantiaderiscono alla dottrina sociale eliberale della Chiesa ma non possi-amo accettare che le gerarchiedella Chiesa entrino a gamba tesain questioni che riguardano lo Statoe la laicità dello Stato”.

Davvero vedela laicità delloStato in perico-lo?“Attraversa unacrisi grave. Si vadiffondendosempre più unasorta di fonda-mentalismo chedanneggiaanche la Chiesa stessa.

Parliamo di Calabria, di econo-mia di lavoro che non c’è. LaRosa nel Pugno rilancia Biaginell’Unione: davvero utile per unterritorio come quello calabrese,vibonese ripartire dal suo LibroBianco? “Marco Biagi era un vero socialistariformista, una grande giuslavoristaucciso dalla Brigate rosse, la Rosanel Pugno ne rivendica l’azione el’eredità. Ricordiamo che MarcoBiagi aveva lavorato per il cen-trosinistra con Tiziano Treu e nel

1999 era stato candidato per lecomunali di Bologna con lo Sdi”.

Cosa si può fare per ridurre ladisoccupazione in Calabria?“ La c.d. flexicurity, presa in prestitodal modello danese e cioè l’unionedella flessibilità con un sistema diammortizza-tori sociali,cioè sussidi,certi ed uni-versali chenon ren-dano dram-matica ladisoccu-pazionepossonodare un aiuto ai tanti giovani disoc-cupati calabresi e vibonesi”.

E’ sempre valida la ricetta “Biagi”?Si può morire per mille euro almese?“ C’è un abisso tra l’insicurezza che

provoca inci-denti mortalie la ricchez-za delle clas-si dirigenti.Riscoprire iltema dellavoro, dellaperdita delpotere d’ac-quisto distipendi e di

salari, delle condizioni di precarietànelle quali si trovano soprattutto lenuove generazioni è il contributodei socialisti italiani e per noi non sitratta di una invenzione del momen-to”.

Come si affrontano questi prob-lemi?“ Esiste un problema di regole chevanno rispettate da tutti ed è evi-dente il contrasto che non è soloitaliano ma che riguarda la comp-lessità del problema in una societàmultietnica”.“ Il dramma vero dice il capogrup-

po della Rosa nel Pugno è che ilgoverno Berlusconi ha solo in partetradotto in norme il Libro bianco delsocialista Marco Biagi, la Rosa nelPugno rilancia Biagi nell’Unione perdare una mano al Mezzogiorno allaCalabria, per noi flessibilità nonvuol dire precarietà, ma opportunità

e diritti per i gio-vani disoccupati.Sappiamo che lanostra è unasfida- continuaVilletti ma è unapartita chevogliamo gio-care”.

Un’ultimadomanda,che significa oggiessere socialisti, radicali, laici?“ La storia, la nostra storia ècostellata di lavoro comune trasocialisti e radicali e se abbiamoraggiunto dei risultati come quellodella legge sul divorzio e sull’abortoè perché c’è stata unità di radicali esocialisti nel combattere per l’al-largamento dei diritti civili”.

Tutto ciò era possibile senzaMarco Pannella?“ Non sarebbe stato possibile senzaPannella e Loris Fortuna, ecco per-ché noi non dobbiamo chiudere conla Rosa nel Pugno ma aprire uncantiere più vasto. Questa espe-rienza della RnP è ancora valida,adesso si apre la possibilità diaprire un grande confronto cheriguarda il destino della sinistra ital-iana”.

Qualcuno vi accusa di fare tantimatrimoni?“Questo è vero, ma certamente nonabbiamo fatto omicidi politici. Ilfatto è che noi siamo persone cheragionano, che si pongono continu-amente interrogativi e dubbi”. Isocialisti sanno di non sapere.

I rapporti con Marco Pannella?“Ottimi”.

Filippo Curtosi

“ La c.d. flexicurity, presa in presti-to dal modello danese e cioè l’u-nione della flessibilità con un sis-

tema di ammortizzatori sociali,cioè sussidi, certi ed universali

che non rendano drammatica ladisoccupazione possono dare unaiuto ai tanti giovani disoccupati

calabresi e vibonesi”.

ROMA 12 maggio. Intervista a Roberto Villetti, capogruppo alla Camera della Rosa nel Pugno

LA Calabria e il libro bianco di Marco Biagi. Come Rosa nelPugno poniamo delle questioni concrete e specifiche per migliorare l’Italia che è in evidente affanno.

L’on. Roberto Villetti e Filippo Curtosi

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Eutanasia, accanimento terapeutico e sui-cidio assistito sono i temi affrontati dallo"speciale informa" pubblicato dallíassoci-azione Exit Italia in occasione dellíassem-blea annuale.La Exit Italia, associazione italiana per ildiritto ad una morte dignitosa, riuniscel’assemblea annuale a Torino, il 6 maggio esi pone l’obiettivo di raddoppiare il numerodegli iscritti entro il 2007.La relazione del Presidente, Emilio Coveri,ha rendicontato le attività del 2006 ad unaplatea formata da iscritti dellíassociazioneprovenienti da varie regioni italiane da norda sud. Svolti gli adempimenti statutari ilavori sono proseguiti con un dibattito ricco,difficilmente sintetizzabile senza mortificarnei contenuti. Emilio Coveri, quindi, si presen-ta e ci espone 11 anni di attività e impegnosul tema dell’eutanasia.Emilio Coveri, è nato a Torino nel 1951 e hasempre vissuto in questa bella città a borgoS. Paolo, quartiere popolare ed operaio;infatti lì si erano stabiliti la famosa casaautomobilistica Lancia, fondata da VincenzoLancia negli anni quaranta ed il Depositotranviario di S. Paolo con le annesse vicinecase delle famiglie dei tranvieri. Dopo averconseguito la laurea in Scienze Politiche hafondato nel 1996 la EXIT - ITALIA,Associazione Italiana per il Diritto ad unaMorte Dignitosa, la prima in Italia e princi-pale punto di riferimento per l’eutanasiavolontaria nel nostro Paese.Ho portato l’associazione ad essere parteintegrante ed attiva della FederazioneMondiale ed Europea delle Associazioniconsorelle e sono líattuale Presidente, losono fin dal 1996, quando l’organizzazioneera semplicemente un Centro di Studi eDocumentazione sull’eutanasia.Il 2 giugno 1988, dopo mesi di sofferenzainaudita, moriva mio padre, Giuseppe. Nel1990 moriva, dopo diciotto mesi di atrocispasmi di dolore, mio zio Tommaso: da quelmomento ho giurato a me stesso che nonavrei fatto una morte simile.Come associazione siamo nati nel settem-bre del 1996, per mia volontà e per volontàdi quegli amici che mi hanno voluto seguirein questa iniziativa. Siamo nati dapprimacome centro di studi e documentazione sul-l’eutanasia, centro che tutt’ora è di supportoall’associazione, perchè non potevamoimmaginare come sarebbe stata la reazionedegli Italiani a questa iniziativa, che ha trefondamentali obiettivi:1. creare un dibattito sulla tematica dellíeu-tanasia nel nostro Paese, dibattito total-mente assente fino a poco tempo fa echiedere esplicitamente la legalizzazionedel testamento biologico, ossia la dispo-sizione di volontà di un individuo che, comelibera scelta decide, in un momento dellasua vita, nelle sue piene facoltà di intenderee di volere, di lasciare come esecuzionetestamentaria le sue volontà al riguardodella fine della propria esistenza, affinchèquesta possa essere dignitosa, umana esenza inutili ed atroci sofferenze.2. Coprire il territorio nazionale con la nostrapresenza, attraverso coordinamenti di zonaregionali e provinciali.3. Giungere al varo di una legge che legal-izzi e regolamenti líeutanasia in Italia.

Un successo ottenuto dalla Exit è stato ilriconoscimento come associazione con-sorella, nel 1997, da parte dellaFederazione Mondiale ed Europea delleAssociazioni per il Diritto ad una MorteDignitosa e dopo aver creato, con tanta fati-ca, i coordinamenti di zona, nel novembre1998, è stata costituita l’associazione vera epropria; la prima in Italia proiettata sulletematiche di fine vita. Nel frattempo il comi-tato etico scientifico elaborava un documen-to che è stato presentato al ParlamentoItaliano affinchè possa diventare Leggedella Repubblica. Tale documento, intitolato:“DISPOSIZIONI IN MATERIA DI INTER-RUZIONE VOLONTARIA DELLA PROPRIASOPRAVVIVENZA IN CONDIZIONIFISICHE TERMINALI”, è stato definito ed finda allora è pronto per i nostri politici e a lorospetta dare una risposta a queste istanze.

Dal titolosicapiscebenissi-mo ciòcheintendi-amo:l’eutana-sia attivain casoche ci

sopravvenga una malattia gravissima irre-versibile, clinicamente accertata e senza piùpossibilità di guarigione. Questo lavoro èorientato per favorire unicamente di consen-tire di attuare la propria volontà, pertantointendiamo líeutanasia come libera scelta diuna persona che ha deciso ciò che tuttidovrebbero assolutamente rispettare inquanto volontà della persona.Dal mio punto di vista l’eutanasia è un dirittoche scaturisce, ovviamente, da una liberascelta, non una concessione che può fareuno Stato e tanto meno la chiesa! Miauguro che la politica, dopo il caso Welby,dia una risposta a questa richiesta e soprat-tutto mi auguro che nessuno debba esserecostretto ad andare a morire in esilio, all’es-tero. Infatti, nel maggio 2005, la Exit hastretto un accordo per i Soci conl’Associazione DIGNITAS di Forch - Zurigo,in Svizzera, che permette a coloro nellecondizioni di richiederlo, di poter usufruiredei servizi di questa associazione elvetica.Su questa strada EXIT-ITALIA continuerà lasua battaglia: dobbiamo, come asserivaIndro Montanelli, nostro Socio Onorario,essere noi stessi a decidere il COME eQUANDO morire, in modo dignitoso esenza inutili sofferenze, morali e fisiche.Con l’associazione attualmente siamoimpegnati a radunare tutti i testamenti bio-logici: sono più di mille le disposizioni divolontà giunte presso di noi e queste nonpossono essere dimenticate! Non devonoessere dimenticate perchè emesse da per-sone libere facenti parte di un ordinamentocostituzionale garante del diritto; questo è ilnostro diritto di libera scelta che non potràessere messo nel dimenticatoio.

Emilio CoveriD: Dr. Coveri, quali servizi offre la Exit -

Italia ai propri iscritti?R: Devo precisare che non siamo uníorga-nizzazione di tipo assistenziale, ma nel pro-muovere le nostre iniziative siamo riusciti adottenere un importante risultato: líaccordocon líassociazione elvetica “Dignitas”, comespiegavo pocanzi. Questa, seguendo lalegge Svizzera che consente il suicidioassistito, offre a coloro che ne fanno richies-ta e ne diventano soci, ogni tipo di servizioper líaccompagnamento ad una morte digni-tosa nei termini consentiti dal protocolloelvetico.Bisogna notare comunque che, anche neglialtri paesi, come in Belgio e in Olanda, doveesiste una normativa di legge sullíeutanasiaattiva (intervento diretto del medico) nontutte le richieste vengono accolte. In Olandaad esempio, su 4.000 richieste di eutanasianel 2005 soltanto 1.200 sono state accettatee di questa 480 portate a termine. Ciò sig-nifica che esistono paletti ben precisi suquesta pratica.D: La Exit conta circa 1.000 adesioni;realtà che si occupano di eutanasia inaltri paesi europei come líOlanda, laFrancia, la Svizzera, hanno decine dimigliaia di iscritti, come mai in Italia nonsi è ancora giunti a questi livelli?R: nel nostro Paese líinformazione dellíe-sistenza di uníAssociazione come la nostrae della sua iniziativa è stata per moltissimotempo censurata. Le mille iscrizioni sono ilfrutto delle rare apparizioni sui mezzi diinformazione nazionali e dalle ricerche deisingoli che trovano su internet il nostro indi-rizzo: www.exit-italia.itD: Cosa risponde a quelle associazioni oai gruppi politici che di fronte allíargo-mento eutanasia hanno una chiusura taleda rifiutare il dialogo?R: il rifiuto del dialogo proviene soprattuttodalla Chiesa Cattolica su questa tematica equesto atteggiamento fa sì che il nostroPaese resti sempre indietro nelle conquistesociali; ma sul discorso dellíeutanasia e delsuicidio assistito, sono convinto che saràsoltanto questione di tempo anche perchèlíopinione pubblica è estremamente favorev-ole a quanto da noi proposto. Le ultimeindagini statistiche danno come favorevoli il78% degli italiani.D: Le rivolgo uníultima domanda, quasiprovocatoriamente, ma che le offre líop-portunità di rivolgersi direttamente a chi-unque legga questa breve intervista: perquale ragione un cittadino qualsiasidovrebbe chiedere di aderire allíassoci-azione che dirige?R: iscriversi, oggi più che mai, significaportare avanti una battaglia, tutti insieme,per un diritto che perfino la convenzione diOviedo ha sancito come diritto di liberascelta inalienabile per un essere umano.Con il testamento biologico che sottoscrivi-amo, nominando anche un fiduciario, saràquella persona che dovrà mettere in praticale nostre volontà qualora noi non fossimopiù in grado di intendere e volere. Siamo noie soltanto noi che decidiamo della nostravita: tutti devono rispettare questa volontà enessuno deve interferire con essa e tantomeno decidere per noi stessi!

Marco Marchese

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saMarco Marchese intervista Emilio Coveri, Presidente della EXIT ITALIA,associazione per una morte dignitosa

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L’Italia di questo inizio secolo si presen-ta come un Paese dalle mille sfac-cettature, le quali ricalcano una serie diparadossi e contraddizioni che benrispecchiano alcuni dei mali endemicidella Nazione. Tali contrasti appaiono ben evidenti, adesempio, nel settore economico, notori-amente travagliato da disparità e incon-gruenze, le quali vanno ben al di làdelle pur ricorrenti crisi produttive omonetarie che di tanto in tanto arrivanoa sconvolgere i mercati. Da un lato,infatti, l’Italia continua ad orbitare nelgruppo dei sette stati più industrializzatidel mondo, a conferma di una crescitacomplessiva dell’economia che, daldopoguerra in poi, ha davvero fattopassi da gigante. Al tempo stesso,però, bisogna prendere atto che il nos-tro Paese marcia con un circa venten-nio di ritardo rispetto ad altre nazionieuropee e mondiali particolarmenteavanzate, come gli Stati Uniti, laGermania o il Giappone: tutti Stati,cioè, il cui passaggio dalla civiltà indus-triale a quella post-industriale si è verifi-cato con un netto anticipo rispettoall’Italia, la quale, a sua volta, ha dovu-to attendere i primi anni novanta perregistrare il superamento dei redditi delsettore secondario ad opera di quellidel terziario. Ad ogni modo, seppur concerto ritardo rispetto ad altre realtà,anche l’Italia ha ora una distribuzionedella ricchezza che ricalca, sempre piùda vicino, quella dei paesi post-industri-ali. Ciò significa che la probabilità disopravvivere dignitosamente dipende,ad esempio, dalla fortuna di avere unlavoro, dal settore in cui si opera, dallecompetenze professionali acquisite. Aquesti fattori, però, se ne aggiungeanche un altro, costituito dalla regionein cui si abita. In tal senso, subentraallora una piaga caratteristica delpanorama italiano corrispondente allostorico e perdurante divario tra leregioni del nord e quelle del sud, sem-pre più separate dai diversi livelli di unaqualità della vita che, in alcuni casi, esi-bisce uno scatto quasi incolmabile. Lestatistiche elaborate nel corso di questiultimi anni riferiscono, in particolare,che il reddito delle famiglie del centro-nord si mantiene superiore a circa il30% rispetto a quello delle famiglie delMezzogiorno, nonostante che al sud cisiano, proporzionalmente, più capi-famiglia occupati, mentre nel resto delPaese c’è una maggiore incidenza dianziani e, quindi, di soggetti aventi dirit-to alla pensione. Ciò comporta, insostanza che le regioni più ricche con-tinuano a vantaggiarsi ulteriormente,mentre quelle già deboli diventanosempre più povere. Ecco perché la cat-egoria degli indigenti, comprende inuclei famigliari che abbiano un redditomensile inferiore al milione, appare pre-dominante soprattutto nel mezzogiorno,dove risulta che ben una famiglia sucinque risulta in condizione di disagiomateriale, mentre, nelle aree settentri-onali, questa proporzione scende a

poco più di una famiglia su venti.Naturalmente le cifre del divario eco-nomico tra nord e sud possono esserelette anche attraverso altri parametri,che vanno dai trasporti alla rete telefon-ica, dalla dotazione di infrastrutture alladisponibilità di risorse immateriali, finoad arrivare ai tassi di disoccupazione eai consumi di energia elettrica, partico-larmente significativi per rendersi contodell’andamento delle attività produttive.Senza dimenticare il riferimento agliinvestimenti, alle stime di nuovi posti dilavoro e, soprattutto, agli stessi costidelle imprese, che nel mezzogiornorisultano maggiori che nel nord, pur aparità di condizione. Com’è noto la criti-ca situazione venutasi a determinarenel sud-Italia non è il risultato di errori olacune recenti, bensì il frutto di sprechi,inadempienze o fenomeni di corruzioneo malgoverno sistematicamente riscon-trabili nei decenni passati , a comincia-re dal lontano 1861, quando si realizzòl’unificazione territoriale italiana sottoun unico sovrano. L’accumulo di queste tare sociali epolitiche si è svolto parallelamente alconsolidamento di un perverso intrecciotra affari, politica e malavita organizza-ta, quale si è venuto evidenziando, direcente grazie alle maxi-inchieste sullaTangentopoli meridionale, e soprattuttoin virtù delle rivelazioni esplosive fornitedai pentiti di camorra, mafia e‘ndrangheta. In tale contesto, impernia-to su una vergognosa miscela di delitti,connivenze e clientele, neanche lepolitiche straordinarie predisposte dalloStato in favore delle aree più repressedel Paese sono servite a molto, dalmomento che gli incentivi, leagevolazioni e le commesse derivantidalle iniziative dello Stato si sonotrasformati in puri e semplici strumentiassistenziali, traducendosi in un insop-portabile spreco di risorse collettive.Stanno a dimostrarlo, tra l’altro le tanteinfrastrutture progettate e mai realiz-zate, le opere pubbliche iniziate e maiportate a termine, le sontuose ma inutilirealizzazioni edilizie post-terremoto,come quelle riferibili ai diversi palazzettidello sport dichiarati inagibili o allemolteplici strutture ospedaliere maientrate in funzione. Senza dimenticare,altresì, i mega impianti industriali che,specie nel settore siderurgico, sonostati chiusi, in attesa di un’opera diriconversione che stenta tutt’ora adecollare, col risultato di accrescere adismisura il già devastante flagello delladisoccupazione. Su queste basi, il sud,si è trasformato in un problema darisolvere quasi con fastidio nellacoscienza collettiva, in quanto sinonimodi storture sociali, carenze amministra-tive sperperi finanziari. Tuttavia, allaluce dei cospicui successi riportati nellalotta alla criminalità e alla corruzionepolitica, sarebbe ora ingiusto nonassecondare l’ansia di rinnovamentoche emerge dalle popolazioni meridion-ali propense a fornire un compenso dimassa alle esigenze della legalità, ma

soprattutto desiderose di emanciparsida un passato che ha purtroppoannoverato troppe occasioni perdute. Invista di questo scopo, il tentativo dicostruire un’immagine finalmente positi-va per il sud appare allora impre-scindibile dalla capacità di sapertrasformare l’ormai secolare “questionemeridionale” in un’effettiva vertenzanazionale. La consapevolezza essen-ziale da cui partire si riferisce al fattoche la crisi del mezzogiorno può e deveessere governata, anche perché costi-tuisce un banco di prova decisivo invista di un più equilibrato ed omogeneosviluppo nazionale. Tutto ciò, però, apatto che le autorità governative sappi-ano farsi carico delle proprie respons-abilità, mettendo da parte gli ostacoliburocratici e le beghe politiche chefinora hanno contribuito a vanificare glisforzi per la risoluzione delle emergen-ze meridionali. Sul versante degli inter-venti concreti sarebbe opportunopuntare sul miglioramento dellepolitiche ordinarie e sulla massima val-orizzazione delle risorse locali, attuan-do un adeguato decentramento di onerie competenze, mediante l’allestimentodi organismi agili ed efficaci, in grado digestire oculatamente l’individuazionidelle priorità, l’elaborazione dei progettidi sviluppo e la destinazione dei relativifinanziamenti. Proprio in riferimento allefonti di finanziamento, va inoltrericordato che uno dei capitoli più nerinella recente storia economica delmezzogiorno è stato rappresentato dall’incapacità di saper sfruttare le risorseeconomiche messe a disposizionedall’Unione Europea. Stanziamenti perdecine di migliaia di miliardi sonoandati perduti o inutilizzati sia perchénon sono state elaborate proposte con-crete da parte dei diretti interessati, siain virtù di ancor più gravi carenze cul-turali, imputabili alla mancataconoscenza delle normative comuni-tarie. Tra l’altro si è trattato di sprechiancor più inammissibili perché lerisorse in questione erano state con-cepite non tanto per sovvenzionarecontributi assistenziali a pioggia, bensìper promuovere interventi chemirassero a creare occupazione di mer-cato, così da fornire risposte tangibili edurature alla perdurante mancanza diposti di lavoro. Le occasioni perdute, inquesto caso, appaiono comunquegravissime, dal momento che, insiemecon esse, è andata sciupata anche l’ul-teriore opportunità di avvicinarsi ancorpiù all’economie forti dell’Europa, lequali non sono certo minate da spacca-ture e differenziazioni interne comequelle che separano il nord e il sudd’Italia. Un divario, questo, che rischiadi allentare eccessivamente l’economianazionale dal fulcro delle attività produt-tive europee tanto da lasciar presagireil pericolo che il Meridione italianopossa trasformarsi in Mezzogiornod’Europa.

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Il crescente divario tra nord e sud d’Italia. Economico e socialedi Francesco Cascasi

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L’appuntamento del 12 maggio perportare i fiori alla lapide diGiorgiana Masi è, per i Radicali unmomento per ricordare, per nondimenticare e per riaffermare unarichiesta non di vendetta ma digiustizia e verità su quanto accadu-to il 12 maggio del 1977 quando, inoccasione di una manifestazioneorganizzata dal Partito Radicale perricordare il 3° anniversario suldivorzio, venne uccisa la dician-novenne Giorgiana Masi. Il proces-so si concluse a soli due anni conuna sentenza che di fatto lasciaignoti gli autori di quell’omicidio. Suicartelloni “indossati” dalla del-egazione dei radicali sono chiari.Quello indossato da SergioStanzani – radicale storico fonda-tore del partito - dice: “Cossiga, sul-l’assasinio di Giorgiana Masi nienteda dichiarare?”Abbiamo intervistato su questo RitaBernardini, segretaria dei RadicaliItaliani.

D. Al di là del lato affettivo, perchéha ancora senso ricordare GiorgianaMasi, oggi a 30 anni dal suo omi-cidio, che Marco Pannella ha defini-to un “omicidio di Stato”, e in unmomento storico in cui il terrorismo,come testimoniano gli arresti deimesi scorsi, sembra riemergere? RITA BERNARDINI: Ti potrei rispon-dere con una domanda: perché nonricordarla? Che senso avrebbe nonricordarla? Credo che il desiderio del-l’affermazione della verità sia qualchecosa che l’Uomo, l’essere umano,debba sempre ricercare. Noi sappiamoche, dopo 30 anni, su (l’omicidio di ndr)Giorgiana Masi non è stata accertata laverità dei fatti. Il processo è stato chiu-so a Perugina nel 1979 (due anni dopodel 1977) concludendosi con una sen-tenza che dichiara “ignoti” gli autori deldelitto.Non si è mai voluta fare un’indagineapprofondita. Non si è mai voluta fareuna commissione (parlamentare ndr)d’inchiesta su questo assassinio e suquegli anni. Perché non dimentichiamoche quegli anni furono quelli in cui sivietò – con i decreti Cossiga – di mani-festare. Il divieto di manifestazione – inun Pese democratico – si capisce beneche è una delle disposizioni più gravi.Allora, in particolare, Cossiga fece ildivieto di manifestare per un mese

facendo una deroga per il 1° maggioper i sindacati. La stessa cosa nonvolle fare per la nostra manifestazionea Roma alla quale aveva imposto ildivieto. Divieto che mantenne persinoquando noi (il Partito Radicale ndr)decidemmo di non parlare dal palco madi fare solo una festa per festeggiare il3° anniversario della vittoria suldivorzio e volevamo raccogliere lefirme per gli 8 referendum. Quindi nem-meno la sola musica andava bene. Noiallora decidemmo di fare la manifes-tazione perché ritenevamo che bisog-

nava isolare iterroristi con“l’arma” civiledella nonvio-lenza. Quindiper i referen-dum, con per-sone chevenivano inmodo pacificoa manifestareil proprio pen-siero.La cosa bel-lissima diquella giorna-

ta fu che, intanto, nessun manifestantefu trovato armato e che tutti si con-frontarono (anche le frange estremiste)ma in maniera rigorosamente nonvio-lenta. Credo che questa sia stata unagrande conquista. (Ma poi ricordiamoanche) Non dimentichiamo, in talsenso, il ruolo del Partito Radicale e diMarco Pannella nei confronti del terror-ismo e nei confronti della difesa delleIstituzioni democratiche del nostroPaese. Ricordo il caso D’Urso (ilGiudice D’Urso rapito dalle BR) che

riuscimmo a salvare. Oggi credo chenoi (Radicali ndr) possiamo vantare diavere, fra le più brave redattrici di radioradicale, Lorena D’Urso, figlia delGiudice, che andò in televisione perappellarsi agli uomini delle BR nellospazio televisivo riservato ai Radicali.

Personalmente (E io) credo che siastato proprio questo ad aver fermato,poi, il fenomeno del terrorismo. ComeRadicali possiamo vantare l’organiz-zazione (banda armata) “Prima Linea”che si “consegna” al congresso delPartito.

D. L’On. Sergio D’Elia oggi deputatodella Rosa nel Pugno in quegli anniera in “Prima Linea”?RITA BERNARDINI: Si. Sergio D’Eliache allora venne consegnando alPartito Radicale un documento di resadell’associazione “Prima Linea”riconoscendo tutti gli errori della violen-za di quegli anni e sposando la causadella nonviolenza.Sergio D’Elia ma non solo. MariaTeresa Di Lascia che è stata la suacompagna e sposa e che poi, purtrop-po, abbiamo perso prematuramente econ la quale Sergio D’Elia ndr ha costi-tuito l’associazione Nessuno TocchiCaino. Quell’associazione per l’abo-lizione della pena di morte e per laquale, in questi giorni, Marco Pannella,Sergio D’Elia e altri compagni radicalisono arrivati (credo) al trentunesimogiorno di sciopero della fame.

D. Forse anche di più di 31 giorni seconsideriamo che l’iniziativa nonvio-lenta di sostenere la presentazioneall’assemblea Generale dell’ONU, daparte del Governo italiano, di unarisoluzione per la moratoria delleesecuzioni capitali, è iniziata dal 21marzo e poi, a meno di una breveinterruzione, è proseguita ad oltran-za dallo scorso 16 aprile?RITA BERNARDINI: Si, se non consid-eriamo la breve interruzione di 36 oredal 14 al 15 Aprile. Sono oltre 40 giornie lo sivede: è molto provato. Credocomunque che quello che stannofacendo assieme a Sergio D’Elia e aglialtri compagni (Valter Vecellio, ClaudiaSterzi, Lucio Bertè, Michele Rana) siauna grande prova della forza della nonviolenza.

L’intervista si conclude e salutiamo Ritadandoci appuntamento a piazzaNavona dove, dalle 16 in poi, sarebbeiniziata la manifestazione concerto delCoraggio Laico che oltre a SimoneCristicchi ha visto l’esibizione degliUvistra, una sparuta rock band diCatanzaro. Peccato la Calabria non sene sia accorta.

Giuseppe Candido

Roma. 12 maggio 1977 - 2007. Lungotevere. Ponte Garibaldi. Dopo 30 anni nessuna verità sull’assassiniodi Giorgiana Masi

A 30 anni dall’omicidio di Giorgiana Masi perché ha senso ricordarequel delitto che vede ancora “ignoti” i suoi autori.Lo abbiamo chiesto a Rita Bernardini, segretaria dei Radicali Italiani : “il desiderio di affermazione dellaverità credo sia qualcosa che l’Uomo, l’essere umano, debba sempre ricercare”

FOTO: Mihai Romanciuc

FOTO: MihaiRomanciuc

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ABOLIRE LA MISERIA della calabria11 10Legno e Bosco fra edilizia, ecologia edenergia - di Giuseppe Fontana

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Sta crescendo in maniera esponenzialel’utilizzo del legno strutturale nellecostruzioni, secondo un andamento posi-tivo che è destinato a proseguire, carat-terizzando i prossimi anni. Questo èquanto è emerso in “Legno Made in Italy”,il Convegno Nazionale del Legno, orga-nizzato da Assolegno di Federlegno-Arredo. Il legno, considerato come mate-ria prima, in Italia, non riguarda più unica-mente il settore del mobile e dell’arreda-mento. Riscoperto dall’edilizia, il legno èprotagonista di un andamento in crescita,che per quanto riguarda le travi lamellari,farà aumentare il suo utilizzo dai duecen-tomila metri cubi del 1995 al milione dimetri cubi entro tre o quattro anni. In viaipotetica, se ogni mille case sono inlegno, entro il 2010, con tutta probabilità,saranno quindicimila. La valorizzazione diquesto materiale dal punto di vista norma-tivo ha permesso all’Italia, dopo decennid’oblio, di allinearsi al resto dell’Europa,dove già da tempo l’utilizzo del legno, perle costruzioni, rappresenta una realtàaffermata. È necessario, però, che taleinteresse sia supportato dalla valutazionedi metodi utilizzativi appropriati per quantoconcerne il legno, inteso come materiastrutturale, che non può prescindere daun serio investimento nel campo dellaricerca e dello sviluppo. Il legno, comemateria prima, torna quindi a giocare unruolo cruciale nel mercato dell’edilizia nonsolo perché consente ai progettisti ed aiconsumatori di ottenere contemporanea-mente qualità, convenienza e sicurezza,ma anche perché il legno, a differenza dialtri materiali, è sostenuto da una societàsempre più attenta alle questioni eco-logiche e da consumatori sempre più esi-genti in termini di rapporto fra qualità eprezzo, oltre che di vivibilità della propriaabitazione. Valorizzare il legno, significa valorizzaredirettamente il bosco che lo produce e sequesto segue le regole di una Selvicolturanaturalistica, i vantaggi del bosco non sifermano alla semplice produzione dellegno da costruzione. I boschi (e leforeste) sono, infatti, particolarmente effi-caci ne sottrarre anidride carbonicaatmosferica, immagazzinandola nel suoloe nelle piante (sottoforma di sostanzaorganica). Le foreste contribuiscono inquesto momento a ridurre per circa il 25%le emissioni di anidride carbonica dovuteall’uso di combustibile fossile (carbon-fos-sile, petrolio, ecc.). Sono proprio gli eco-sistemi forestali che contengono circa il50% del carbonio globale (distruggendo leforeste, l’anidride carbonica torna tuttanell’atmosfera) e le sole foreste tropicaline contengono il 37%. È su questa baseche il Protocollo di Kyoto, al quale gliU.S.A. non aderiscono, contempla la pos-sibilità di contabilizzare, nell’ambito deiflussi globali di anidride carbonica, il car-bonio organico fissato per riforestazione,afforestazione, deforestazione ed inoltrequello fissato per gestione forestale,rivegetazione, gestione dei suoli agrari,

gestione dei prati e dei pascoli.In Calabria, sono stati rimboschiti, negliultimi cinquanta anni, circa centocinquan-tatremila ettari di aree molto vulnerabilidal punto di vista del dissesto idrogeologi-co. Le conseguenze positive sono eviden-ziate dai diversi livelli istituzionali e scien-tifici in termini di tutela ambientale e regi-mazione delle acque superficiali.Nonostante ciò, il contributo che danno iboschi nazionali, in generale, e calabresi,in particolare, all’immagazzinamento dianidride carbonica non è stato sinora suf-ficientemente considerato. Tuttavia indagi-ni e sperimentazioni, effettuatedall’A.R.S.S.A. Regione Calabria, inun’area di duemila ettari all’interno dellaPresila catanzarese, hanno evidenziato lepotenzialità dei boschi calabresi nell’im-magazzinamento dell’anidride carbonica equindi nella salvaguardia dell’ambiente,della qualità dell’aria e quindi della salutedi tutti. L’area presa in considerazione erafortemente antropizzata negli anni ’50,coltivata a segale o lasciata a pascolo eutilizzata per la raccolta della radica diErica arborea. In conseguenza a ciò, lavegetazione arbustiva veniva eliminata.Negli anni sessanta vi furono da unaparte fenomeni di abbandono delle zonedi montagna e di collina da parte dellepopolazioni verso aspettative di vitamigliore e dall’altra parte una politica dirimboschimenti, che comportavano nell’in-sieme o una naturalizzazione dell’area ocomunque un aumento della superficieboscosa. Dall’indagine condotta in questaarea è emerso un incremento di carbonioorganico dovuto al rimboschimento pari acirca 110 t/ha. Se rapportato ai 130.000ettari rimboschiti in Calabria negli ultimicinquanta anni (escludendo gli eucalitteti,scarsamente significativi nella produzionedi sostanza organica, oltre che i menoadatti nell’ambiente mediterraneo cal-abrese), equivale a 14,30 milioni di ton-nellate a livello regionale, che corrispon-dono a ben 52,338 tonnellate di anidridecarbonica. I suoli rimboschiti in Calabriahanno quindi fissato ogni anno 1,3 milionidi tonnellate di anidride carbonica. È rile-vante quindi la grande rilevanza igienica esanitaria dei boschi calabresi, che fissanol’anidride carbonica sottraendola dall’at-mosfera.Concludo ricordando che i boschi calabre-si sono fonte rinnovabile di bio-massa perla produzione di energia e di calore. Perrinnovare il bosco, affinché non vengano,all’opposto, depauperati, occorre sapergestire il soprassuolo, con corretti gov-erni, tagli, diradamenti, cure, ecc; spessoin Calabria è conveniente, ora più di ieri,e sempre più che si va avanti col tempo,sostituire i pascoli e le colture a bassoreddito proprio col bosco costituito daspecie pregiate ed a media o rapidacrescita, allo scopo proprio di produrrelegname da opera, per costruzioni, permobili e bio-massa (produzione di energiae calore).

Giuseppe Fontana

LE PRIME ANZI LE ULTIMEPAROLE FAMOSEdi Giorgia SorrisiEra il gennaio del 2006 quandoBenedetto XVI rese pubblico il suoprimo documento ufficiale da pon-tefice.La sua prima enciclica "DeusCaritas est", traduzione "Dio èAmore", non trattava solo dellagrandezza di nostro Signore maconteneva anche l'importanza del-l'attività caritativa cleriale, un elogioper Madre Teresa e una netta con-danna del marxismo definito dalPapa una "filosofia disumana".Era presente anche un chiaro con-cetto che recitava delle parole cheattualmente sembrano siano staterimangiate dallo stesso Papa e l'in-tero Vaticano: -La Chiesa e lo Statosiano separati- .Nel giornale che comprai quel 26gennaio di un anno fa, trovai scrittetestuali parole:- [...] La creazione, tuttavia, di ungiusto ordine della società e delloStato è compito centrale della politi-ca, quindi non può essere incaricoimmediato della Chiesa. La dottrinasociale cattolica non vuole conferirealla Chiesa un potere sullo Stato,ma semplicemente purificare ed illu-minare la ragione, offrendo il propriocontributo alla formazione dellecoscienze, affinché le vere esigenzedella giustizia possano essere per-cepite, riconosciute e poi ancherealizzate- .Vista la clamorosa dichiarazione chea suo tempo mi puzzava già di bru-ciato decisi saggiamente di conser-vare quello scalpo di giornale, con-sapevole che probabilmente ungiorno, non troppo lontano, misarebbe stato utile. Avevo ragione.Sono trascorsi più di 365 giorni e lasituazione italiana attualmentesmentisce quelle parole che sape-vano già a suo tempo di carbonella.Questo perché attualmente laChiesa, volendo o non, riesce adinfluenzare il quadro politico italiano.Come se le parole di Benedetto XVIsi facciano non solo verbo ma talvol-ta legge. Noi cittadini ci lamentiamotanto della politica italiana e dei con-tinui battibecchi della sinistra einvece dovremmo gioire per l'opera-to

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che le due istituzioni riescono a fare:Stato e Chiesa, capaci di cooperarein perfetta armonia!All'idea non sembrano essere felicequei scalmanati che presi dalla venaartistica hanno deciso di far sapere aBagnasco, presidente della Cei, che ilvento soffia ancora; come se in unacittà come quella di Genova fosseuna novità. Il colonnello, durante ilmeteo a questi qui non li avevaavvertiti?Come a Genova, le scritte controBagnasco e il Papa, sono comparseanche a Torino, Napoli, Bologna eadesso anche a Palermo. In quest'ul-tima città però invece di voler tenereal freddo Bagnasco vogliono tenere alcaldo il papa. Vorrebbero che vada alrogo.Mettendo da parte l'amara ironia suun argomento che non la meritasarebbe un bene chiedersi invece perquale motivo quelle scritte provocato-rie/minacciose sono comparse suimuri di quelle città italiane. Forse pervia dell'ingerenza e dell'intolleranzaverso la Chiesa oppure ancor peggioperché i signorotti del vivolevamoin-formaredelleultimenotiziemetereo-logiche sono convinti di andare incon-tro a una situazione politica apocalitti-ca, una di quelle in cui ci si possaritrovare a vivere in una paese in cuiregni la teocrazia, anziché lademocrazia. Se solo i signorottiavessero letto l'enciclica "DeusCaritas est" saprebbero che ciò nonaccadrà mai. Che allora si avvertaanche Andrea Rivera, sperando chequell'angoscia gli si possa scrollare didosso cosicché nella prossima mani-festazione non si abbandoni nuova-mente ad uno dei suoi sfoghi, evitan-do di prendersi l'appellativo di terror-ista. Ma Rivera non è terrorista, comenon lo sono i responsabili delle scrittesui muri delle città italiane. Si puòessere stupidi per aver imbrattato imuri della propria città, oppure si puòessere incoscienti nel dire un'opinionepersonale a 500mila persone di cuinemmeno alla metà importava. Si puòessere sciocchi, incoscienti forseingiustificabili ma non di certo dei ter-roristi. Se il vento fischia dobbiamochiederci il perchè e tenere bene amente le parole del papa:- Chiesa e Stato separati- .Il vento non soffierà più, non arriverànemmeno la pioggia ma tornerà asplendere il sole su tutta Italia.Vaticano compreso.

Giorgia Sorrisi

Un triste Gay pride russo. Anzisovietico. Perché da regimesovietico è da considerare lacomplicità delle forze di poliziaantisommossa che, anziché fer-mare i con-tro manifes-tanti che vio-lentementetiravanouova, calci esputi, hadeciso diarrestareCappato ealtri manifes-tanti radicaliche cercavano di consegnareuna lettera al Sindaco di Mosca,in maniera assolutamente paci-fica e nonviolenta. Uova prima,poi le botte. E il tutto mentre lapolizia rimane inerte a guardare.

L’unica agenzia di stampa pre-sente è stata radio radicale cheha prima trasmesso, nella gior-nata del 25, il convegno deiRadicali russi e ha seguito ladelegazione del Partito Radicaleche ha deposto una corona difiori nella piazza dove, nel 94, fuucciso il compagno AndreaTamburri dai “soliti ignoti” (perdirla alla Pannella) del regimeSovietico. Grazie quindi a radioradicale alla quale forsedovremmo rivolgere l’8 per 1000del canone rai.

Marco Cappato, segretariodell’Associazione LucaCoscioni, parlamentare europeoradicale della Rosa nel Pugno,in delegazione per conto delPartito radicale a Mosca dal 25maggio, è stato arrestato,insieme ad altri componenti

della delegazione, il 27 maggionella capitale russa, duranteuna manifestazione intenta aconsegnare una lettera alSindaco di Mosca, dopo il divi-

eto imposto daquesti allatenuta del GayPride il giornoprima.La del-egazione, dicui facevaparte anche ildeputato diRifondazioneComunista

Vladimir Luxuria, è stataaggredita da un gruppo di ultra-nazionalisti. La manifestazione era statapensata e voluta dalle associ-azioni gay proprio nel giornodell’anniversario della cancel-lazione dal codice penale, delreato di omosessualità da partedell’allora Presidente BorisEltsin (1993).In un collegamento effettuatocon radio radicale di nascostodal commissariato, MarcoCappato ha raccontato: "Hopersonalmente visto anchealcuni di questi contromanifes-tanti che, prima di venire a lan-ciare dell'acqua, hanno parlatocon i poliziotti che ci avrebberodovuto difendere. Uno di loro hacominciato a tirare calci adOttavio Marzocchi, ed è allorache ho iniziato a urlare ininglese, chiedendo perchè lapolizia non ci difendesse.Tempo cinque secondi e sonostato trascinato via da agenti intenuta antisommossa".

27 Maggio: Gay Pride negato a Mosca. Uova a Luxuria e Cappato.

Libertà d’espressione violata inRussia: scontri a Mosca per il GayPride, arresti e aggressioniAggrediti da xenofobi mentre cercavano di portare unalettera al Sindaco di Mosca. La polizia anziché difenderlidalle aggressioni arresta Cappato.

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FOTO: David Carretta

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X Roma, 15 maggio – Si è svolta pres-so la sede del Partito RadicaleNonviolento la “Terza ConferenzaInternazionale su Diritti Sindacali ela Responsabilità Sociale delleImprese a Cuba”, cui hanno parteci-pato rappresentanti della dissidenzacubana, anche in collegamento tele-fonico da Cuba, del movimento sin-dacale internazionale e delle isti-tuzioni italiane.

La conferenza è stata aperta daEmma Bonino, Ministro per lePolitiche Europee e il CommercioInternazionale e dagli interventi diJoel Brito, Direttore Esecutivo del“Gruppo Internazionale per laResponsabilita’ Sociale delleImprese a Cuba” e di MatteoMecacci, Rappresentante all’Onudel Partito Radicale Transnazionale.Nel corso della Conferenza, il cuiprogramma ha previsto vari panel didiscussione, hanno preso la parolaanche il Sottosegretario agli Esteriper i Diritti Umani Gianni Vernetti, ilPresidente del Gruppo della Rosanel Pugno alla Camera dei Deputati,

Roberto Villetti, il Presidente delComitato per i Diritti Umani dellaCamera Pietro Marcenaro, ilParlamentare Europeo radicaleMarco Cappato, il Deputato dellaRosa nel Pugno Sergio D’Elia, MariaFida Moro già Senatrice dellaRepubblica, il Deputato di Forza

Italia Benedetto Della Vedov! a, e irappresentanti sindacali di numerosipaesi dell’America Latina che sisono costituiti in network inter-nazionale per promuovere la causadel rispetto dei diritti sindacali aCuba. La conferenza è stata chiusadall’intervento di Marco Pannella,fondatore del Partito Radicale eParlamentare Europeo ed ha adotta-to la Dichiarazione di Roma con laquale i partecipanti si impegnano,anche a livello parlamentare, a pros-eguire e rafforzare la loro azione asostegno del rispetto dei diritti umanie sindacali a Cuba. Il giorno succes-sivo una delegazione dei parteci-panti alla Conferenza, accompagnatida Sergio Stanzani, Presidente delPartito Radicale, Sergio D’Elia eMatteo Mecacci hanno incontrato ilSottosegretario agli Esteri perl’America Latina, Donato Di Santo eil Vice-Presidnete del Senato dellaRepubblica, Milziade Caprili."Sul sito web di Radio Radicale èdisponibile l’audiovideo completo initaliano della Conferenza.

Matteo Mecacci

...IN CALABRIACatanzaro: 97.8 - 101.0

Cosenza: 104.5 Crotone: 92.9

Reggio Cal.: 96.1 Vibo Valentia: 101.0 - 107.3

Gioia tauro: 88.5 Decollatura: 103.7

Pannella, durante la conver-sazione settimanale con il diret-tore di Radio Radicale, MassimoBordin, ha fatto notare la graveassenza dell’Ansa e si è collegatolui in diretta con Cappato che, il28 maggio (giorno successivo agliarresti), sarebbe stato presentecome teste nel processoad alcuni militanti del par-tito radicale russo. Questoperché, ha spiegatoCappato alla radio, men-tre Ottavio Marzocchi edio ce la siamo cavati conuna commutazione del-l’accusa in “infrazione delcodice della strada”, icompagni radicali russirischiano invece penesino a 15 giorni perresistenza alla forza pub-blica.Tra i facinorosi, hadichiarato Cappato, vi eraanche un prete ortodossoche benediceva i contro manifes-tanti mentre tiravano le uova.Un triste Gay pride ma anche una

brutta giornata per il diritto e per lalibertà di manifestare che, almenosulla carta, dovrebbe esseregarantito anche a Mosca.A prendere quelle botte non c’erasolo Marco Cappato, VladimirLuzuria e Ottavio Marzocchi, fun-zionario radicale al Parlamento

Europeo, ma c’era l’intera societàcivile. La società civile che credeancora nei diritti, nella tolleranza e

nella nonviolenza. Gli sputi (e icalci e gli insulti), come ha scrittoLuca Landò su l’Unità del 28 mag-gio il giorno dopo gli arresti, nonerano soltanto rivolti a quel centi-naio di militanti radicali russi e aqualche Parlamentare. No, lì c’eratutta l’Europa.

Per questo anche per noiè giusto che l’Italia inter-venga per chiedere“chiarimenti” attraverso ilMinistro degli Esteri.

Nel pomeriggio didomenica 27 è statoorganizzato dai RadicaliItaliani, dalle 17, aRoma, un sit-in di fronteall’ambasciata russa aVia Gaeta 5, alla qualehanno aderito e parteci-pato, tra gli altri, leAssociazioni GayLib,Arcilesbica, ArciGayRoma, Dgay Project,

Circolo Mario Mieli, RosaArcobaleno, CoordinamentoRomaPride 2007, GayTv.

Terza Conferenza Internazionale su diritti sindacalie responsabilità sociale delle imprese a Cuba

FOTO: David Carretta

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In occasione della conferenza stampatenuta a Sassari il 18 maggio insiemea Maria Isabella Puggioni e PaoloRuggiu, subito dopo la visita aGiovanni Nuvoli, Marco Cappato,Parlamentare europeo radicale eSegretario dell'Associazione LucaCoscioni, ha reso noto la seguentelettera aperta indirizzata a:ra aperta a:Livia Turco, Ministro della Salute,Franco Marini, Presidente del Senato,Fausto Bertinotti, Presidente dellaCamera, Ignazio Marino, Presidentedella Commissione Igiene e Sanità,Mimmo Lucà, Presidente dellaCommissione Affari Sociali, AngeloBagnasco, Presidente della CEI,Cardinale Xavier Barragan, RenatoSoru, Presidente della RegioneSardegna, Professor UmbertoVeronesi, Francesco Paolo Casavola,Presidente del Comitato Nazionale diBioetica, Paola Binetti, Senatrice emembro del comitato di Scienza eVita, Savino Pezzotta, e EugeniaRoccella organizzatori del Family Day.

Alghero 18 maggio 2007

Mi permetto di rivolgermi a voi persottoporvi la vicenda di GiovanniNuvoli, malato di sclerosi lateraleamiotrofica di Alghero, immobilizzatoe tracheotomizzato dal 2003.

In numerose e ripetute recenti occa-sioni Nuvoli, comunicando attraversoil movimento degli occhi con l’aiuto diun computer, ha richiesto l’inter-ruzione delle terapie. In particolare haformalizzato la seguente richiesta:…chiedo, ai sensi dell’artt. 13 e 32della Costituzione, il distacco del ven-tilatore artificiale che mi mantiene invita. Chiedo che per rendere effettivoquesto mio diritto a rifiutare cure e ter-apie cui non intendo essere ulterior-mente sottoposto mi venga somminis-trata una sedazione volta a lenire leinutili sofferenze successive al distac-co del ventilatore.Nuvoli ha anche reso pubblico il fattoche i notai ai quali si è rivolto affinchécertificassero questa sua volontà sisono rifiutati di farlo, nonostante la

sua possibilità di comunicare in modoautonomo grazie agli ausili informatici.Da parte nostra, come associazioneLuca Coscioni e insieme a MarcoPannella, abbiamo deciso diaccogliere la richiesta di assistenzarivoltaci da Giovanni Nuvoli e di atti-vare un collegio medico.A questo punto però, riteniamo chesia davvero troppo facile avere cias-cuno di noi impostazioni ideologiche edare risposte automatiche, qualsiasiesse siano. Vi chiedo e vi chiediamo,anche formalmente, di esprimere levostre valutazioni, di confrontarci, seritenete, anche incontrandoci. Vichiediamo, di fronte all’urgenza dellarichiesta, di corrispondere con l’urgen-za della coscienza e di ogni coscien-za così interpellata. La vostra valu-tazione sarà, crediamo, utile innanzi-tutto a Giovanni Nuvoli. Ci pare infattiimportante che chi si assume laresponsabilità di esprimersi lo facciarivolgendosi anche a lui, rispetto a ciòche innanzitutto lui dovrà a questopunto decidere.

Un saluto cordiale,

Marco Cappato, Parlamentareeuropeo radicale e SegretarioAssociazione Luca CoscioniData: 19 May, 2007 - 00:00

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Cappato, Farina Coscioni, D'Elia, Turco, Bernardini,Mellano, Beltrandi:escono dalla sede diViale Mazzini della Rai-Tv6 giugno - I deputati edirigenti radicali "occu-panti" la sede Rai diViale Mazzini hannodeciso di porre terminealla loro 'occupazione'.Hanno chiesto subito aMarco Pannella di rag-giungerli per un breveincontro al quale seguiràl'uscita dalla sede Rai.L'uscita è avvenuta alle

ore 11.30 circa. Per 5 giorni e 5 notti sono stati all'in-terno della Rai i dep-utati radicali MarcoCappato, SergioD’Elia, BrunoMellano, MaurizioTurco, la Segretariadi Radicali italianiRita Bernardini e laPresidente MariaAntonietta FarinaCoscioni, oltre alPresidente delPartito RadicaleSergio Stanzani usci-to alcuni giorni primaper un ricovero

SULLA MORATORIA ALL’ONU PER L’ESECUZIONI INFORMAZIONE NEGATA6 giugno. Rai: i Disturbatori Radicali lasciano la sede di viale Mazzini

FOTO: Mihai Romanciuc

“chiedo, ai sensi dell’artt. 13 e 32 della Costituzione, il distacco del ventilatore artifi-ciale che mi mantiene in vita”

Caso Nuvoli. Lettera aperta di Marco Cappato: come associazione Luca Coscioni e insieme a Marco Pannella, abbiamo deciso di accogliere la richi-esta di assistenza rivoltaci da Giovanni Nuvoli e di attivare un collegio medico

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Page 15: Anno I n° 6 - Giugno 2007

Roma, 15 maggio2007comunicato di MarcoPANNELLA:

LA ROSA NELPUGNO È LARISPOSTA ALTER-NATIVA A QUESTOPRESENTE, DOVELA SINISTRACOMUNISTA SEM-BRA TORNARE APRATICARE LA SUAPOLITICATRADIZIONALE DEL“TANTO PEGGIO –TANTO MEGLIO”,COME SI LIMITAVAGIA’ – CONTROPRODI – NEL 1998. PER ORA ANATEM-IZZA PADOA-SCHIOPPA, PERGIUSTIFICARE ILFATTO CHE SEM-PRE PIU’ LAVORA-TORI SEMBRANOPREFERIREVOTARE PERBERLUSCONI, PERI FORMIGONI, ICUFFARO, I BOSSI,PIUTTOSTO CHEPER LORO

Della tradizionecomunista, della IIIInternazionale e delloro Comintern, lapolitica del “tantopeggio tanto meglio”e quella di “nessunnemico a destra”,con - invece - liber-tari, liberali, laici,socialisti, riformatorisempre individuaticome i veri nemici,“peggiori del fascis-mo (rivoluzionario)”,sono sempre più vivee operanti. Poiché il GovernoProdi non è ancora

caduto, anzi, con lesue persistenti pre-senze riformatrici,ancorché mortificatee in difficoltà cres-centi, sembrano

ormai prepararsi aripetere l’“exploit” del1998, eliminazionedel primo GovernoProdi, per raggiun-gere, attraverso laparentesi D’Alema, il“tanto peggio tantomeglio”, il Governodella componente didestra berlusconianadel Regime partito-cratrico, oligarchico,antiliberale, antiso-cialista, antiriforma-tore, antipopolare,populista.

Così si coglie ognioccasione, ormai(anche le più peri-colose, per non direanche grottesche espudorate), perincriminare, anatem-izzare il MinistroPadoa Schioppa,quale causa, respon-sabile o irrespons-abile, del fatto checontinua l’emorragiadi voti popolari e dilavoratori verso iFormigoni, i Cuffaro,i Bossi, piuttosto cherestare ai rivoluzion-

isti comunisti e “sin-dacalisti” loro alleati,ancorché attual-mente promossi amassimi esponentidelle istituzioni parla-

mentari del “nostro”Paese.

Cattivo sangue nonmente: le affluenzecomunista, fascista,clerico-controRiformista, neivari ruoli e funzioni,concorrono a intossi-care, insieme, la cir-colazione ideologica,idrogeologica, isti-tuzionale, del corpodella storia italiana, enon solo.

La Rosa nel Pugno,radicalmente riforma-trice, Laica,Socialista, Liberale,Radicale,Nonviolenta,Transnazionale,Transpartito, divienecon sempre mag-giore evidenza lascelta di prassi e dicontenuti, la rispostaalternativa a questopresente. Altro che“morta”. Lasciamo iltempo ai morti diseppellire i loromorti. Ci pensano,mirabilmente, da soli.

ABOLIRE LA MISERIA della calabria15

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lePannella: LA ROSA NEL PUGNO È LA RISPOSTAALTERNATIVA A QUESTO PRESENTE, DOVE LA SINIS-TRA COMUNISTA SEMBRA TORNARE A PRATICARELA SUA POLITICA TRADIZIONALE DEL “TANTO PEG-GIO – TANTO MEGLIO”

Welby. Il dott. Riccio che staccò laspina è reo - secondo il gip - dieutanasiaMina Welby ha dichiarato: a questopunto dubito che l'Italia sia un PaeseCivile.Secondo il gip Laviola il dott. Riccio -nonostante la richiesta di archiviazionedella stessa procura - deve essereprocessato per eutanasia passiva. L'associazione Luca Coscioni aveva giàproposto una raccolta di fondi per lespese processuali del dott. Mario Riccioche aiutò Piergiorgio Welby a vedererispettato il suo diritto - costituzionalmentegarantito - a porre termine alla venti-lazione polmonare artificiale che lo tenevain vita molti anni. Anche la Cellula diSellia Marina per il medio Ionio aderiscealla raccolta. Se per aver negato i funeraliavevamo scritto Chiesa Vergogna. Oggi,dopo la notizia che il gip Laviola obbligala procura (e il PM che era favorevoleall'archiviazione) a processare il Dott.Mario Riccio ci pare che la chiesa non siasola doversi vergognare. Un diritto costi-tuzionale garantito solo a parole.

Associazione Luca Coscioni L'11 e il 12 Giugno - a Roma - si terrà ilConsiglio Generale

Le Cellule Coscioni di Bologna, di Lecco;di Milano; di Latronico; di Salerno; diSellia Marina per il Medio Ionio e diModena, in quanto cellule già attive sonostate invitate a partecipare al consigliogenerale. info. www.lucacoscioni.it/cel-lule.Sotto, Mina Welby e Giuseppe Candido

Page 16: Anno I n° 6 - Giugno 2007

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