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Quella che è scesa in piaz-za lo scorso 6 maggio è l’Italia migliore, quella che unita rivendica a gran vo-ce un paese migliore, capace di promuovere lo sviluppo e di fare fronte unito contro la precarietà, la disoccupazione ed il lavoro sottopagato.
A Napoli la manifestazione regionale dal titolo “Il 6 maggio fermati. Fatti sentire per cambiare” è stata aperta dallo striscio-ne “Si alla crescita e al lavoro. No ai tagli allo stato sociale e ai dirit-ti.” Dopo quasi 10 anni di interrotto governo, questa destra ha gravemente compromesso la stabilità del paese, rendendolo più povero e più precario, au-mentando le tasse e ta-gliando sullo stato sociale come mai nessuno prima aveva fatto. La CGIL ri-vendica politiche industria-li, fiscali e sociali total-mente diverse, a comin-ciare dagli investimenti in scuola e ricerca, fonda-mentali per il futuro di un paese, passando per le politiche di sostegno all’-occupazione capaci di cre-are nuovi posti di lavoro che non siano solo con-tratti a termine. Infine una politica fiscale più equa che possa alleggerire il carico fiscale su stipendi e
pensioni recuperando sulle grandi ricchezze. Si po-trebbero recuperare circa 3.000€ all’anno per ogni contribuente onesto ren-dendo così possibili au-menti nelle pensioni e ne-gli stipendi di circa 100€ al mese !!!
Migliaia di lavoratori han-no sfilato per le strade del centro fino in Piazza Dante dove si è tenuto il comizio della Segretaria Generale Susanna Camusso che al suo primo sciopero gene-rale ha parlato di lavoro, fisco e mezzogiorno, i temi principali della mani-festazione. Non è manca-to un passaggio sul gover-no nazionale: “Noi non meritiamo questo Gover-no”…”Un Governo che non ci reputa lavoratori e citta-dini ma dei sudditi da cui spremere risorse”. La Camusso infine si è rivolta
Anno I– Numero 3-Maggio 2011
Sommario
La Cgil in piazza a Napoli 1
Recapito, crisi ed ombre 2
Stress da lavoro correlato 2
Ripianamento banconote false
3
Le pensioni,oggi 3
I moralisti delle false ideo-logie
4
Periodico d’informazione sindacale a cura della Segreteria Regionale SLC-CGIL
alle altre organizzazioni sinda-cali, Cisl e Uil , chiedendo loro di unirsi alla Cgil nelle lotte per costruire un sistema fisca-le più equo, una battaglia che potrebbe preludere ad una nuova unità sindacale.
Cambiare si può e si deve, è con questa certezza che i la-voratori hanno deciso di par-tecipare allo sciopero , por-tando il tasso di adesione ad una media del 58%, con pun-te fino all’80 e 90% !! In un paese che giorno per giorno arretra e rischia di affondare sotto il peso dell’ingiustizia e delle disuguaglianze, lo scio-pero ha chiaramente indicato che anche in un momento di crisi e di smarrimento indivi-duale, c’è ancora la voglia di cambiare.
Claudio e
Dylan
Un momento della
manifestazione dello
Sciopero Generale del
6 maggio
Pagina 2
La situazione in cui versa
oggi il settore Recapito è
visibile agli occhi di tutti,
anche ai non addetti ai la-
vori; i ritardi e le lamentele
sono diffusi tra tutti i citta-
dini. Perché non si riesce a
garantire un buon servizio ?
E’ questa la domanda a cui
si dovrebbe dare una rispo-
sta certa ed univoca, ma
che molto spesso viene
elusa con giri di parole o
risposte di circostanza. La
verità è che è difficile offrire
un servizio di qualità se
quasi tutti gli impegni sotto-
scritti dall’azienda vengono
poi disattesi all’atto pratico.
Chi lavora come portalette-
re conosce bene le difficoltà
alle quali è chiamato quoti-
dianamente; ciò che sareb-
be dovuto viene negato: a
cominciare dalle sostituzioni
necessarie per le assenze
per lunghe malattie od
infortuni oppure per la
fruizione delle ferie. Per non
parlare poi del personale di
scorta! Su di questo si po-
trebbe scrivere una farsa
teatrale, basta un esempio
per chiarire la gravità della
situazione. Un collega che
risulta inidoneo ai servizi
esterni viene impiegato
all’interno dei CPD, ad e-
sempio alla sezione valori,
viene quindi indicato e con-
teggiato come “interno”,
salvo poi vederlo comparire
nuovamente anche nell’
elenco dei portalettere.
Come si può contare la
stessa persona due volte ?
Se prendo la mia busta pa-
ga e ne faccio una fotoco-
pia, non è che ho raddop-
piato il mio stipendio !!!
Una mancanza del genere
non è comica, anzi è grave
e rende falso il rapporto tra
i volumi di produzione ed il
personale addetto al servi-
zio. Di conseguenza diven-
ta impossibile garantire un
servizio se ci troviamo di
fronte a dei maghi che con
complicatissime alchimie
riescono a cambiare le carte
in tavola. Accade così che
tutte le inefficienze e l’inaf-
fidabilità di una dirigenza
disattenta e menefreghista
ricadano sulle spalle dei
lavoratori, costretti a scon-
trarsi con le ripetute e giu-
ste lamentele dei clienti.
Non sono rari i casi in cui
folle di persone, veri e pro-
pri comitati di quartiere, si
presentano presso i CPD di
tutta la regione reclamando
il diritto alla corrispondenza
costituzionalmente garanti-
to, lamentando un disservi-
zio cronico che ha portato
alla revoca degli abbona-
menti, alla sospensione
delle utenze elettriche e
telefoniche, fino ad arrivare
a casi più eclatanti relativi a
colloqui di lavoro, visite
mediche, ecc. Se lo stato di
salute del servizio di recapi-
to è ad un passo dal tracol-
lo, non è certo colpa dei
portalettere che al contrario
sono costretti a lavorare
sempre ai limiti, ai limiti di
peso per il proprio fisico, ai
limiti degli standard di sicu-
rezza per lo stesso mezzo,
che ormai è spesso sgan-
gherato e con le gomme
lisce. Una politica tanto
scellerata non può che por-
tare ad un aumento degli
incidenti dentro e fuori i
centri postali, spesso con
gravi effetti che purtroppo
in alcuni casi portano alla
morte. Ancora oggi si può
morire consegnando la
posta….. Se poi si è
“fortunati” allora ci si può
ammalare o si possono
presentare casi di aggrava-
mento delle condizioni di
salute; ed ecco che quando
si inoltra la legittima do-
manda di inidoneità ai ser-
vizi esterni, l’ azienda reagi-
sce come una tigre ferita
affondando la propria zam-
pata e minacciando i lavo-
ratori di ricollocarli in altre
regioni del nord Italia. La
domanda che si pone è leci-
ta e semplicissima : cosa si
può fare ???? La risposta
non è scritta in una Sacra
Scrittura, è presente negli
accordi che l’azienda ha
sottoscritto ma che non
può, non sa oppure non
vuole rispettare. Basterebbe
che si garantisse un’ ade-
guata copertura delle zone,
il personale di scorta ed
una gestione efficiente per
garantire che tutti i pezzi
vadano al posto giusto,
come in un puzzle.
Allo stato attuale registria-
mo invece “montagne“ di
posta giacente, gravate
dalle spedizioni elettorali e
da migliaia di cartelle ed
atti giudiziari accatastati e
non ancora consegnati, for-
se perché recapitarli in pe-
riodo elettorale sarebbe
risultato sconveniente ….
Rocco Ferullo
Questa è una tematica che
non vogliamo assolutamen-
te tralasciare: allo stress da
lavoro correlato la CGIL
dedica molta attenzione, al
punto da dedicargli un
Osservatorio Nazionale,
come ci riferisce il nostro
co- redattore Gennaro Ian-
nuzzi. Comunque, il 27 apri-
le si è riunito l’OPN
(Organismo Paritetico Na-
zionale) per la sicurezza nei
luoghi di lavoro. In questa
occasione si è discusso
dell’ introduzione del
“rischio stress” nel DVR
(Documento Valutazione
Rischi) presente nei luoghi
di lavoro. Si tratta di un
momento importante, per-
ché una corretta valutazio-
ne del rischio comporta una
ridefinizione dell’organizza-
zione aziendale. E’ determi-
nante il ruolo dei Responsa-
bili dei Lavoratori per la
Sicurezza (RLS). Saranno
chiamati ad illustrare e
distribuire questionari tra i
lavoratori che illustreranno i
cosiddetti eventi sentinel-
la, la cui assenza o presen-
za determinerà il livello di
rischio da stress correlato in
ogni luogo di lavoro.
E’ evidente che gli RLS, per
una corretta ed efficace
azione di proposta, dovran-
no riportare nella documen-
tazione che consegneranno
all’azienda i significativi
contributi che arriveranno
dai lavoratori.
Accade ancora oggi che in
molti uffici si richieda il
ripianamento di cassa in
seguito al ritrovamento di
banconote rivelatesi false.
Può infatti capitare a chiun-
que, anche all’operatore più
esperto ed allenato, di
accettare una banconota
falsa: in seguito l’ azienda
richiede allo stesso di rimet-
tere di tasca propria l’ im-
porto mancante. Tenendo
presente che Poste Italiane
non fornisce ai propri ope-
ratori alcuno strumento per
la rilevazione automatica
delle banconote contraffat-
te, peraltro in vendita nel
catalogo Poste Shop, le ri-
chieste aziendali in merito
appaiono, a tutte le perso-
ne dotate di un minimo di
buon senso, del tutto in-
comprensibili. Si invitano
tutti i colleghi che si trovino
in tale incresciosa situazio-
ne a contattare la sede
della SLC-CGIL in via Pavia
134 Napoli dove potranno
trovare in distribuzione la
modulistica necessaria pre-
disposta ad hoc dalla nostra
Segreteria Nazionale, di
concerto col settore giuridi-
co, per opporsi alla richiesta
di ripianamento.
Daremo la massima assi-
stenza e la modulistica a
tutti i colleghi interessati.
La Segreteria
Pagina 3
E TU, SAPRESTI RICONOSCERLE ????
(G.T.)Come certamente
sapete, la legge n.122 del
30 luglio 2010 (manovra
correttiva dei conti pubblici)
oltre a sopprimere l’IPOST,
ha modificato, tra l’altro, la
normativa previdenziale.
Solo la CGIL espresse la sua
contrarietà per una manovra
che scaricava sui lavoratori i
costi della crisi, tanto per
cambiare, e non prendeva
alcuna iniziativa per lo svi-
luppo, come invece faceva-
no altri governi di centrode-
stra europei. Ricordiamo
tutti le parole trionfalistiche
di Tremonti quando fu ap-
provato il provvedimento:
”Abbiamo fatto la riforma
delle pensioni senza un’ora
di sciopero” perché, mentre
in tutta Europa il Sindacato
unitariamente contestava le
politiche governative, in Ita-
le uniche contestazioni le
faceva la CGIL.
In pratica, la decorrenza
delle pensioni viene ri-
tardata di un anno dalla
maturazione dei requisiti
(di 18 mesi per i lavora-
tori autonomi) anche nel
caso di 40 anni di contri-
buti.
Naturalmente, i requisiti si
maturano come previsto in
precedenza, ossia i lavorato-
ri dipendenti maturano il
diritto a pensione se hanno:
• 60 anni di età e raggiun-
gono quota 96 (età più
anzianità) nel periodo dal
1.1.2011 al 31.12.2012;
• 61 anni di età e raggiun-
gono quota 97 (età più
anzianità) a partire dal
1.1.2013.
Inoltre, sono stati adottati i
seguenti provvedimenti :
• L’età di vecchiaia delle
donne del Pubblico Impie-
go è stata portata a 65
anni a partire dal
1.1.2012;
• Il costo delle ricongiunzio-
ni di periodi assicurativi
versati in altro fondo, ri-
chieste dopo il 1°luglio
2010, viene raddoppiato;
• Sono stati abrogati tutti gli
articoli di legge che per-
mettevano il trasferimento
gratuito dei contributi
all’ Inps.
L’insieme di questi prov-
vedimenti porta molte
lavoratrici e lavoratori a
non maturare il diritto
alla pensione, a meno
che essi non paghino
cifre esorbitanti per fare
la ricongiunzione,
mentre in precedenza
era possibile trasferire
il tutto gratuitamente
all’ Inps e, con la som-
ma dei vari periodi
contributivi, vedersi
riconoscere il diritto a
pensione.
Come CGIL stiamo stu-
diando tutte le soluzioni
possibili per rimediare a
questo scempio.
E chi ‘a vede chiù sta ’
pensione !!!
Anno I –Numero 3– Maggio 2011
SLC SLC SLC SLC ---- CGIL CGIL CGIL CGIL
Segreteria Regionale Segreteria Regionale Segreteria Regionale Segreteria Regionale
Via Pavia ,134Via Pavia ,134Via Pavia ,134Via Pavia ,134
NapoliNapoliNapoliNapoli
Telefono: 0815625338Telefono: 0815625338Telefono: 0815625338Telefono: 0815625338
Telefax : 0815625221 Telefax : 0815625221 Telefax : 0815625221 Telefax : 0815625221
E mail :E mail :E mail :E mail :
[email protected]@[email protected]@gmail.com
Avellino:
Via D. Alighieri, 26—83100
0825-30310
Benevento:
Via L. Bianchi, 29 - 82100
0824-302711
Caserta:
Via Verdi, 7/21—81100
0823-443890
Napoli:
Via Torino, 16- 80142
081-3456315
Salerno:
Via Manzo, 64
84100
Sono semplicemente ga-
loppini, pseudo sindacali-
sti che, clonati dal verbo
delle menzogne, durante
il loro orario di servizio e
con l’avallo della dirigenza
si aggirano indisturbati
nelle stanze del palazzo.
Sono attaccaticci, sanno
sempre l’ultima notizia
che regolarmente risulta
falsa, hanno la facoltà,
anche in presenza del
funzionario, di continuare
il loro teatrino delle bugie.
Ma la cosa cui siamo stati
presenti e testimoni è che
questi soggetti lasciano il
proprio posto di lavoro
per recarsi, chi con la
macchina aziendale, chi
invece con mezzi propri,
negli uffici postali e sem-
pre durante il proprio
orario di lavoro.
Vengono allertati da alcu-
ni operatori del Palazzo
dei nuovi arrivi o anche
da qualche richiesta di
distacco pervenuta, si
intrattengono con il diret-
tore dell’ ufficio promet-
tendo con sicurezza che la
richiesta verrà quanto
prima presa in considera-
zione, si fanno forti del-
l’ amichevole partecipazio-
ne dei vari funzionari
compiacenti e infine si
fanno firmare la delega o
in subordine una seconda
delega se il malcapitato è
già iscritto ad un altro
sindacato e non vuole,
per una questione morale,
cancellarsi. Non è un’ ac-
cusa al sindacalista che
comunque svolge il pro-
prio ruolo, per come lo
svolge lo possiamo solo
criticare, ma invece è una
lezione di moralità alla
nostra controparte che,
predica bene e razzola
male, chiede ai rappre-
sentanti sindacali che si
facciano carico di una
questione morale nei rap-
porti conflittuali sul tavolo
delle trattative e invece
garantisce, sotto l’ala del-
la grande mamma, ogni
forma di disuguaglianza di
trattamento.
Ai colleghi cui la presente
è diretta diciamo, come è
stato già fatto, di denun-
ciare questa situazione di
degrado e di vivere la pro-
pria attività lavorativa
senza i se e senza i ma
perché siamo convinti
che la stragrande mag-
gioranza di voi non ha
bisogno della “marchetta”
ma essere riconosciuti
dal datore di lavoro non
solo per i doveri ma anche
e soprattutto per i diritti
sanciti dal CCNL che, gra-
zie ai falsi moralisti , ven-
gono considerati dal-
l’ Azienda con la semplice
quanto vergognosa apo-
strofata marchetta che
diventa merce di scambio
per gli interessi aziendali.
E voi, paladini di false
ideologie, siate i garanti,
la controparte è l’Azienda
non i lavoratori.
Lessi anni fa su un vec-
chio quotidiano “l’ Avanti”,
anno 1954, un articolo
sulla passionalità che
caratterizza il sindacalista
che terminava con una
squisita definizione della
parola sindacato. La paro-
la sindacato deriva dal
greco Sin (insieme) e
Diké (giustizia), vale a
dire cioè “Insieme per la
Giustizia”.
La firma era di un certo
Sandro Pertini…
Meditate gente, meditate..
Nemo
Supplemento a Merqurio n° 5 di maggio 2011
Redattore Capo : Giuseppe Tammaro
Segretario di Redazione: Eduardo Martorelli
Comitato di Redazione: S. Cicalese, R. Ferullo, G. Rossi, E. Palma, G. Iannuzzi, D. Russo, R. De Santo, L. Sgrò, G. Esca, C. Esposito,
R. Langella, C. Riccio, P. Amoruso, S. Porcaro.
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