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a notizia della prossima beatifi- cazione di Papa Giovanni Paolo II è l’annuncio di un evento fami- liare. Perché per la mia genera- zione Giovanni Paolo II era uno di famiglia. Alla mia nascita, quello che sarebbe stato uno dei pontificati più lunghi, era già cominciato. Sono cre- sciuta con lui, con le sue immagini, con le sue parole ed i suoi “fuori onda”. Il Papa giovane e forte, venuto da un paese lonta- no, deciso e determinato, capace di parlare ai grandi della terra così come ai piccoli e ai poveri. Parlava con gesti, sguardi e paro- le. Parlava. Parlava al cuore, non lasciando indifferenti chi lo ascoltava o lo incontrava. Quella figura bianca ha popolato gli scher- mi TV nelle nostre case ed i giornali portan- do notizie curiose che lasciavano entrare il papa in famiglia. E poi noi giovani: ricercati e amati da sem- pre e fino all’ultimo. L’invenzione delle Giornate Mondiali della Gioventù, il dialo- gare con noi senza timore di perdere il con- senso sul senso della vita, per vivere con più gusto. Nel Duemila ho partecipato alla GMG del Grande Giubileo a Roma: eravamo duemi- lioni di giovani da tutto il mondo. Il Papa era già segnato dalla sofferenza e dalla vecchiaia, eppure lo spirito era giovane e danzava con noi. Con le braccia alzate accompagnava il canto dell’inno della GMG e delicatamente ci sorrideva alla veglia di preghiera a Tor Vergata, come un nonno con mille prospettive per i suoi nipoti mentre ci chiamava “sentinelle del matti- no”, chiedendoci di costruire il futuro “all’alba del terzo millennio” con la forza della fede e la testimonianza di una vita vera. Da quell’esperienza ho incontrato Giovanni Paolo II ogni volta che entrava nella mia vita con le sue parole, con i suoi messaggi e i suoi richiami. È entrato così: par- lando al mondo, eppure sembrava parlasse a me. E poi il 2 aprile 2005, ore 21,37. Dopo pochi minuti la campana grande della Collegiata si univa alle altre e annun- ziava che “il Papa è morto”: la notizia che volava di bocca in bocca con un tonfo al cuore, come la morte di un familiare. Ho incontrato ancora una volta il Papa quando nei giorni successivi alla morte, pellegrina tra milioni di pellegrini, mi so- no messa in fila per andare a salutarlo cercando ancora una volta il suo sguardo. L’impressione di vedere quel volto ormai segnato dalla morte non hanno impedito al mio cuore di sentirlo parlare, quasi a ripetere ancora, come all’inizio del pontifi- cato: “Non abbiate paura!”. E adesso che sarà beato, non avremo paura di certo, lui, Giovanni Paolo II, è uno di famiglia. Giulia B. Salvati dalla Croce di Cristo Carissimi, rimaniamo scandalizzati, o per lo meno a disagio, quando sentiamo parlare di croce e di mor- te, di sangue e di sacrificio per la giustizia e la salvezza. La cronaca di questi tempi ci porta ampiamente nelle nostre case scene di ogni genere, per dire che la croce è fortemente ancora- ta nella nostra umanità. La croce non ha nulla di romantico, rappresenta la peggiore esperienza u- mana: la violenza, la sofferenza, la morte. Ma è proprio questo simbolo che Dio ha scelto per ma- nifestare il suo Amore ad ogni essere umano. Co- me spiegare oggi il rapporto tra la morte del Cristo e il perdono dei peccati, il ricupero dei peccatori – insomma la “salvezza” come la chiama il Nuovo Testamento? Diciamolo subito: la croce del Cristo non è separabile dalla sua risurrezione. Sono le due facce di un unico evento. Se la croce conduce alla liberazione, è a causa della Pasqua. Ma la Pa- squa sarebbe un mito se il Risorto non fosse an- che il Crocifisso. D’altronde è proprio dalla risurre- zione che deve partire la fede, per scoprire in se- guito che il cammino passa attraverso la croce; e, in un secondo mo- mento, riconoscere che soltanto accettando nella propria vita la Pas- sione del Crocifisso, si può accedere alla risurrezione. E’ così grazie al Signore che l’uomo può fare della sua esistenza una Pasqua: cioè un passaggio dalla sua realtà segnata dalla miseria, peccato e morte, alla realtà di Cristo. La tradizione cristiana ci ha trasmesso un segno im- portante che è la sintesi della nostra fede: il segno della croce. In concreto è un gesto e una parola fatti insieme. Con questo gesto in- separabile dall’invocazione trinitaria, noi manifestiamo pubblicamen- te che Dio è amore, che rivela il suo Amore nel mistero della croce e ci è data la capacità di vivere alla maniera di Dio: cedere il passo ad un altro, servire prima di servirci, lasciar parlare anche l’altro, insom- ma dare la priorità al prossimo invece di pensare solo a se. Questa Pasqua ci aiuti a riscoprire questo segno cristiano con il suo vero si- gnificato secondo quanto Romano Guardini ci indica: “Fate il segno della croce? Fatelo bene! Non un gesto storpiato, affrettato, che non abbia nessun significato. No! Fate il segno della croce, uno vero, lento, ampio, dalla fronte al petto, da una spalla all’altra. Capite come questo gesto vi avvolge? Raccoglietevi! Concentrate in questo segno tutti i vostri pensieri ed il cuore! Allora sentirete come vi afferra, vi salva, vi santifica! Perché? E’ il segno del Tutto, della Redenzione. Sulla croce, Gesù salva l’umanità intera. Con essa, Lui santifica tutti gli uomini fin nella profondità del proprio essere. Per questo facciamo il segno della croce prima della preghiera: perché, sopprimendo le distrazioni, ci prepari e ci prenda interamente, cuore, fantasia, volontà; e dopo la preghiera, affinché rimangano in noi le grazie ricevute. Nella tentazione, perché ci protegga. Per benedire, affinché la pienezza della vita divina penetri lo spirito, fecondi e consacri tutte le sue potenze. Pensateci quando fate il segno della croce. Tra tutti i simboli, nessuno è così santo. Fatelo bene, lento, ampio, con attenzione. Così avvolgerà tutto il vostro essere, interiore ed esteriore, pensieri e voleri, cuore e sensi, tutto. Lo fortificherà, lo marcherà, lo santificherà, con la potenza del Cristo, nel nome del Dio Trinità.” Così la potenza di Dio, attraverso la Passione, si rivela come la capacità che egli ha di ricavare il meglio dal peggio, la più grande vittoria dalla più grande sconfitta, la risurrezione dalla morte. Sì: sulla croce. Spetta a noi allora cercare il modo di far rivivere tutto ciò nella nostra esistenza, se abbiamo intenzione di “conoscere il Cristo nella potenza della sua risurrezione e la comunione alle sue sofferenze” (Fil 3,10). Perché come ci ricorda il Papa ” il segno della croce diventi un “si” visibile e pubblico a Colui che è morto per noi e che è risuscitato”. don Dante, parroco ANNO IV — N.1 — PASQUA 2011 Venerdì Santo 22 aprile - ore 21 VIA CRUCIS per le strade del centro storico, animata dai Gruppi e Associazioni St. Egidio - via Colombo - via Matteotti - via s. Martino - via C. Alberto via Real Collegio - via S.Croce - piazza Vittorio - Collegiata In caso di pioggia è celebrata in chiesa Ha conquistato la simpatia di tutti, in modo particolare dei giovani che gli volevano bene perché vedevano in lui un padre. Il “mio” Papa... beato L A tutta la Comunità Parrocchiale l’augurio sincero di Buona Pasqua: Sapendoci amati e cercati dal Signore celebriamo la Sua Pasqua di morte e resurrezione che ovunque fa fiorire la vita. don Dante con don Nico e don Paolo BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II - 1 MAGGIO 2011

ANNO IV — N.1 — PASQUA 2011 I i Pa a bea · DOMENICA delle PALME: 17 aprile Commemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Benedizione, ... PROCESSIONE con i rami di

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a notizia della prossima beatifi-cazione di Papa Giovanni Paolo IIè l’annuncio di un evento fami-liare. Perché per la mia genera-zione Giovanni Paolo II era unodi famiglia. Alla mia nascita,

quello che sarebbe stato uno dei pontificatipiù lunghi, era già cominciato. Sono cre-sciuta con lui, con le sue immagini, con lesue parole ed i suoi “fuori onda”. Il Papagiovane e forte, venuto da un paese lonta-no, deciso e determinato, capace di parlareai grandi della terra così come ai piccoli eai poveri. Parlava con gesti, sguardi e paro-le. Parlava. Parlava al cuore, non lasciandoindifferenti chi lo ascoltava o lo incontrava.Quella figura bianca ha popolato gli scher-mi TV nelle nostre case ed i giornali portan-do notizie curiose che lasciavano entrare ilpapa in famiglia.E poi noi giovani: ricercati e amati da sem-pre e fino all’ultimo. L’invenzione delleGiornate Mondiali della Gioventù, il dialo-gare con noi senza timore di perdere il con-senso sul senso della vita, per vivere con piùgusto. Nel Duemila ho partecipato alla GMG delGrande Giubileo a Roma: eravamo duemi-lioni di giovani da tutto il mondo. Il Papaera già segnato dalla sofferenza e dalla vecchiaia, eppure lo spirito era giovane edanzava con noi. Con le braccia alzate accompagnava il canto dell’inno della GMGe delicatamente ci sorrideva alla veglia di preghiera a Tor Vergata, come un nonnocon mille prospettive per i suoi nipoti mentre ci chiamava “sentinelle del matti-no”, chiedendoci di costruire il futuro “all’alba del terzo millennio” con la forzadella fede e la testimonianza di una vita vera.Da quell’esperienza ho incontrato Giovanni Paolo II ogni volta che entrava nellamia vita con le sue parole, con i suoi messaggi e i suoi richiami. È entrato così: par-lando al mondo, eppure sembrava parlasse a me. E poi il 2 aprile 2005, ore 21,37.Dopo pochi minuti la campana grande della Collegiata si univa alle altre e annun-ziava che “il Papa è morto”: la notizia che volava di bocca in bocca con un tonfo alcuore, come la morte di un familiare. Ho incontrato ancora una volta il Papaquando nei giorni successivi alla morte, pellegrina tra milioni di pellegrini, mi so-no messa in fila per andare a salutarlo cercando ancora una volta il suo sguardo.L’impressione di vedere quel volto ormai segnato dalla morte non hanno impeditoal mio cuore di sentirlo parlare, quasi a ripetere ancora, come all’inizio del pontifi-cato: “Non abbiate paura!”. E adesso che sarà beato, non avremo paura di certo,lui, Giovanni Paolo II, è uno di famiglia. Giulia B.

Salvati dalla Croce di CristoCarissimi,rimaniamo scandalizzati, o per lo meno a disagio,

quando sentiamo parlare di croce e di mor-te, di sangue e di sacrificio per la giustizia ela salvezza. La cronaca di questi tempi ci

porta ampiamente nelle nostre case scene di ognigenere, per dire che la croce è fortemente ancora-ta nella nostra umanità. La croce non ha nulla diromantico, rappresenta la peggiore esperienza u-mana: la violenza, la sofferenza, la morte. Ma èproprio questo simbolo che Dio ha scelto per ma-nifestare il suo Amore ad ogni essere umano. Co-me spiegare oggi il rapporto tra la morte del Cristoe il perdono dei peccati, il ricupero dei peccatori –insomma la “salvezza” come la chiama il NuovoTestamento? Diciamolo subito: la croce del Cristonon è separabile dalla sua risurrezione. Sono ledue facce di un unico evento. Se la croce conducealla liberazione, è a causa della Pasqua. Ma la Pa-squa sarebbe un mito se il Risorto non fosse an-che il Crocifisso. D’altronde è proprio dalla risurre-zione che deve partire la fede, per scoprire in se-

guito che il cammino passa attraverso la croce; e, in un secondo mo-mento, riconoscere che soltanto accettando nella propria vita la Pas-sione del Crocifisso, si può accedere alla risurrezione. E’ così grazie alSignore che l’uomo può fare della sua esistenza una Pasqua: cioè unpassaggio dalla sua realtà segnata dalla miseria, peccato e morte, allarealtà di Cristo. La tradizione cristiana ci ha trasmesso un segno im-portante che è la sintesi della nostra fede: il segno della croce. Inconcreto è un gesto e una parola fatti insieme. Con questo gesto in-separabile dall’invocazione trinitaria, noi manifestiamo pubblicamen-te che Dio è amore, che rivela il suo Amore nel mistero della croce eci è data la capacità di vivere alla maniera di Dio: cedere il passo adun altro, servire prima di servirci, lasciar parlare anche l’altro, insom-ma dare la priorità al prossimo invece di pensare solo a se. QuestaPasqua ci aiuti a riscoprire questo segno cristiano con il suo vero si-gnificato secondo quanto Romano Guardini ci indica: “Fate il segno della croce? Fatelo bene! Non un gesto storpiato,affrettato, che non abbia nessun significato. No! Fate il segno dellacroce, uno vero, lento, ampio, dalla fronte al petto, da una spallaall’altra. Capite come questo gesto vi avvolge? Raccoglietevi!Concentrate in questo segno tutti i vostri pensieri ed il cuore! Allorasentirete come vi afferra, vi salva, vi santifica! Perché? E’ il segno delTutto, della Redenzione. Sulla croce, Gesù salva l’umanità intera. Conessa, Lui santifica tutti gli uomini fin nella profondità del proprioessere. Per questo facciamo il segno della croce prima dellapreghiera: perché, sopprimendo le distrazioni, ci prepari e ci prendainteramente, cuore, fantasia, volontà; e dopo la preghiera, affinchérimangano in noi le grazie ricevute. Nella tentazione, perché ciprotegga. Per benedire, affinché la pienezza della vita divina penetrilo spirito, fecondi e consacri tutte le sue potenze. Pensateci quandofate il segno della croce. Tra tutti i simboli, nessuno è così santo.Fatelo bene, lento, ampio, con attenzione. Così avvolgerà tutto ilvostro essere, interiore ed esteriore, pensieri e voleri, cuore e sensi,tutto. Lo fortificherà, lo marcherà, lo santificherà, con la potenza delCristo, nel nome del Dio Trinità.” Così la potenza di Dio, attraverso la Passione, si rivela come lacapacità che egli ha di ricavare il meglio dal peggio, la più grandevittoria dalla più grande sconfitta, la risurrezione dalla morte. Sì: sullacroce. Spetta a noi allora cercare il modo di far rivivere tutto ciò nellanostra esistenza, se abbiamo intenzione di “conoscere il Cristo nellapotenza della sua risurrezione e la comunione alle sue sofferenze”(Fil 3,10). Perché come ci ricorda il Papa ” il segno della croce diventiun “si” visibile e pubblico a Colui che è morto per noi e che èrisuscitato”. don Dante, parroco

ANNO IV — N.1 — PASQUA 2011

Venerdì Santo 22 aprile - ore 21

VIA CRUCIS per le strade del centro storico, animata dai Gruppi e AssociazioniSt. Egidio - via Colombo - via Matteotti - via s. Martino - via C. Alberto

via Real Collegio - via S.Croce - piazza Vittorio - Collegiata

In caso di pioggia è celebrata in chiesa

Ha conquistato la simpatia ditutti, in modo particolare dei giovani che gli volevano bene

perché vedevano in lui un padre.

Il “mio” Papa... beato

L

A tutta la Comunità Parrocchiale l’augurio sincero di Buona Pasqua:Sapendoci amati e cercati dal Signore celebriamo la Sua Pasqua di morte e

resurrezione che ovunque fa fiorire la vita.don Dante con don Nico e don Paolo

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PER VIVERE LA PASQUA“ Noi celebriamo non eventi del passato,

ma il presente delle azioni salvifiche di Cristo, che vengono compiute qui e ora in noi”

CONFESSIONI- Mercoledì 20 aprile ore 15 a St. Egidio: Confessioni per gli Anziani ore 21 a St. Maria : Celebrazione Penitenziale e Confessioni –diversi sacerdoti a disposizione

- Giovedì, Venerdì e Sabato santo: sacerdoti a disposizione secondo l’orario comunicato in chiesa

DOMENICA delle PALME : 17 aprileCommemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Benedizione, distribuzione dell’ulivo benedetto e lettura della Passione del Signore a tutte le Ss.Messe

- ORARIO delle Ss.Messe: ore 9 a St. Egidio; ore 11 e ore 18,30 a S.Maria

- ore 11: PROCESSIONE con i rami di ulivo partendo dalla Confraternita S.Croce,segue la S.Messa a S.Maria. Per dare significato e consistenzaalla Processione delle Palme è bene che TUTTI partecipino.

È Sospesa la S.Messa delle ore 10,30 e 12

GIOVEDI’ SANTO: 21 aprile Istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio- ore 9,30: S. Messa Crismale in Duomo. Il nostro Arcivescovo

benedice e consacra gli Olii che durante l’anno serviranno peri Battesimi, le Cresime, l’Unzione dei malati e gli Ordini sacri.

- ore 21 a St. Maria: CELEBRAZIONE dell’ULTIMA CENA del SIGNORE e Reposizione del Ss. Sacramento

La chiesa rimane aperta tutta la notte per l’Adorazione Eucaristica personale.

VENERDI’ SANTO: 22 aprile. Astinenza dalle carni e DigiunoSosteniamo la presenza cristiana in terra Santa con la Colletta

che si fa in questo giorno e le offerte che abbiamo raccoltocon il dono dei Rami di Ulivo.

- ore 8,30: Preghiera di Lodi e Meditazione sulla Passione delSignore. Continua l’adorazione personale presso l’Altare dellaReposizione

- ore 15: Via Crucis per i ragazzi del catechismo nel Parco delCastello;

- ore 17: nella chiesa di san Francesco CELEBRAZIONE dellaPASSIONE e MORTE del SIGNORE (Letture bibliche, Adorazione della Croce e Comunione Eucaristica )

- ore 21: VIA CRUCIS per le strade del centro storico, animatadai gruppi e associazioni

SABATO SANTO: 23 aprile. Giorno di silenzio e di attesa- ore 8,30: Preghiera di Lodi e Meditazone- ore 21: Solenne VEGLIA PASQUALE,

presieduta dal Cardinale Severino POLETTOBenedizione del fuoco, dell’acqua, canto dell’Exultet, Liturgiadella Parola, rinnovazione delle promesse battesimali,S.MESSA di RISURREZIONE . Al termine della celebrazione,nel giorno di Pasqua o nel tempo successivo, si può attingeredal fonte l’acqua benedetta, con cui benedire - col ramo d’ulivo - la propria famiglia e la casa.

PASQUA di RISURREZIONE: 24 aprileCRISTO è RISORTO ! Alleluia !- Ss.Messe con Orario Festivo

LUNEDI’ dell’ANGELO: 25 aprile- ore 9: Unica S.Messa a St.EgidioGITA di PASQUETTA al Lago di Como

I sacerdoti sono disponibile per incontrare e portare la Comunione Pasquale agli anziani e agli ammalati che lodesiderano. Avvisare anche per telefono 011/64 19 15

Nelle sere del Triduo Pasquale si riportano le Buste della Quaresima di Fraternità con il Terzo Mondo come gesto diconversione e di restituzione comunitaria verso i poveri.

Vivere il Triduo Santo

Tre giorni. Una ininterrotta liturgia fat-ta di silenzio, ascolto, preghiera econtemplazione. È il Triduo Santo:

dalla Messa “in Coena Domini” del Gio-vedì Santo alla Veglia Pasquale del Saba-to Santo. Cuore dell’anno liturgico cheintroduce in una graduale solennità allaPasqua, centro della nostra fede.Il modo di celebrare il Triduo è il termo-metro della fede e del vivere la liturgia diuna comunità cristiana. La misura èquella dello stile con cui viviamo i treGiorni: con attenzione, con consapevo-lezza? O con distrazione e superficialità? Per questo proviamo a fermarci perguardare cosa celebriamo nel TriduoSanto.Il Triduo Pasquale è un tempo preziosoperché in questi giorni, attraverso i segniliturgici e sacramentali, rende presente ilmistero della Pasqua e unisce la nostraesistenza a quella di Cristo. Tutto il triduo, Giovedì – Venerdì – Saba-to Santo, costituisce un’unica celebrazio-ne liturgica. Infatti si inizia con il segnodi Croce alla Messa “nella Cena del Si-gnore” e non si ripete più all’inizio dellaliturgia del Venerdì Santo e della VegliaPasquale, così come non si impartisce labenedizione finale al termine delle sin-gole celebrazioni se non al termine dellaVeglia Pasquale, accompagnata dall’alle-luja pasquale.In questi tre giorni si compie un itinera-rio nei racconti della Passione, Morte eRisurrezione di Cristo. Anche fisicamenteci spostiamo da un luogo ad un altro, ac-compagnando Gesù, partecipando conLui all’offerta che fa di Sé al Padre pernoi. Dal Cenacolo, al Calvario, fino al se-polcro, dal tradimento di Giuda, attraver-so il giudizio spietato e senza appellodei sommi sacerdoti e dei governanti, fi-no al rinnegamento di Pietro e all’ab-bandono totale dei suoi, tranne la Madree Giovanni. Alla drammaticità dolorosadi questi fatti, risponde il mistero di Dio:amore, consegna, gesti di consolazione egloria. Il Giovedì Santo siamo invitati ad entra-re nel Cenacolo per celebrare la Pasquacon Gesù. Le letture ci raccontano degli

ebrei che, in partenza dall’egitto, man-giano la Pasqua (Es 12,1-8.11-14). Si i-naugura per loro un cammino di libera-zione (Pasqua = passaggio) dalla schia-vitù.Il Vangelo è una delle pagine più belledi Giovanni (13,1-15). Gesù trascorre leultime ore della sua vita con i discepoli:dà loro gli ultimi insegnamenti, e com-pie il gesto della lavanda dei piedi, se-gno del servizio e dell’amore grande pernoi. Ogni gesto e parola dell’azione litur-gica di questa celebrazione, che apre ilTriduo, è per fare memoria: dell’istituzio-ne dell’eucaristia e del sacerdozio mini-steriale e del comandamento dell’amorefraterno.Nel Venerdì Santo celebriamo la Pas-sione di Cristo. Non ripetendo “teatral-mente” i fatti accaduti al Calvario, maentrando con fede nelle righe del Vange-lo per sentire la drammaticità degli e-venti che portano la nostra salvezza. Inquesto giorno, e nel giorno seguente, laChiesa per antichissima tradizione noncelebra l’Eucaristia. La chiesa è spoglia ditutto, domina il silenzio, come gesto cheintroduce alla celebrazione celebrata so-litamente al pomeriggio.Sabato Santo: il Re dorme… In questogiorno la Chiesa sosta presso il sepolcrodel Signore, meditando la sua passionee morte, si astiene dal celebrare la Mes-sa. È giorno di silenzio e attesa che nellanotte irrompa l’annuncio gioioso e glo-rioso della Pasqua.Culmine e cuore del Triduo è la VegliaPasquale nella Notte Santa. Questa è“la notte di veglia in onore del Signore”(Es 12,42). È “la madre di tutte le ve-glie”, come la indica Sant’Agostino. La li-turgia di questa Notte ammirabile è riccadi segni e di richiami. Ogni gesto dellaVeglia ha una suo significato e rimandaal “fare memoria”. Quattro parti della li-turgia di questa Veglia sono le tappe delcammino graduale e solenne che carat-terizza il cristiano: il cero che ha un suoposto solenne nella liturgia (benedetto –portato in processione – incensato) èsegno della Luce senza tramonto che il-lumina e vince le tenebre; la ricchezzadella Liturgia della Parola (9 letture) è ilracconto, non semplicemente cronologi-co, dell’appassionata opera di Dio; l’ac-qua e il Battesimo per significare che so-lo la pietà di Dio che si china sulla no-stra vita è espressione di un amore gran-de e che salva; infine l’eucarestia, perchéColui che è morto e risorto è presentenella Chiesa e sostiene il cammino deidiscepoli.Proviamo a vivere il Triduo Santo. Sealla fine il cuore vibra di commozioneper gli eventi meravigliosi operati daDio nella nostra vita, allora avremo ce-lebrato un evento di grazia. Altrimentiabbiamo assistito ad un’interpretazionedi fatti accaduti in tempi lontani chenon ci riguardano. A noi il compito divivere e celebrare i Tre Giorni Santi…

don Paolo

ABBIAMO CONCLUSO da poco i setteincontri di preparazione al matrimo-nio cristiano nella nostra comunità:

tredici coppie che per sei martedì e unadomenica mattina si sono incontrate perfare una pausa e riflettere nuovamentesul perché della scelta. Il matrimonio, inparticolare il matrimonio cristiano, sta vi-vendo una forte crisi…non si capisce piùil perché sia necessario manifestare pub-blicamente davanti allo Stato o consacra-re il proprio amore a Dio nel sacramento,così il calo dei matrimoni in chiesa è dra-stico. Nel 2009 i matrimoni celebrati inchiesa in tutte le parrocchie di Moncalierisono stati 92; lo scorso anno, 2010, sonostati 62: 30 matrimoni in meno in un an-no. Dati che fanno riflettere e invitano lecomunità parrocchiali a fare delle sceltepastorali. “Matrimonio e famiglia non so-no una costruzione sociologica casuale,frutto di particolari situazioni storiche edeconomiche. Al contrario, la questionedel giusto rapporto tra l’uomo e la donnaaffonda le sue radici dentro l’essenza piùprofonda dell’essere umano e può trova-re la sua risposta soltanto a partire daqui. (…) Il matrimonio come istituzionenon è quindi una indebita ingerenza dellasocietà o dell’autorità, l’imposizione diuna forma dal di fuori nella realtà più pri-vata della vita; è invece esigenza intrin-seca del patto dell’amore coniugale edella profondità della persona umana”.(BENEDETTO XVI, Discorso al Convegno del-la Diocesi di Roma, 6 giugno 2006). Incrisi non sono i matrimoni, in crisi è la fe-de in Gesù Cristo, in crisi è l’amore vero,

in crisi è l’accoglienza dell’insegnamentodella Chiesa. L’idea comune è che si puòessere, e guai se provi a contraddire,buoni e ottimi cristiani anche senza vive-re i sacramenti…sono diventati un opzio-nal. Non dello stesso parere è l’insegna-mento della Chiesa.

DIECI REGOLE di don Pino Pellegrino:

1. Logorate le poltrone. La casa chenon ha le poltrone logore è una casasenz’anima. Non avere le poltrone lo-gore significa che in quella casa si cor-re sempre, nessuno si ferma, nessunotrova il tempo per guardare negli occhidell’altro: trova il tempo per essere felice.2. Tenete le porte aperte. Aperte aglialtri. Quando il mondo della coppia ar-riva solo fin dove arriva l’uscio di casa,allora si finisce con morire d’asfissia.Si pensa in piccolo, si vede corto, siama stretto. Il matrimonio diventa unafabbrica di poveri: poveri di mente, po-veri di cuore.3. Perdonate. Il perdono è la strada re-gia del disgelo. Ed è così liberante! Seprima del matrimonio è bene apriretutti e due gli occhi, dopo il matrimo-nio, talora, è bene chiuderne uno.4. Tacete. Tanti cortocircuiti nascono

perché la lingua parla quando è troppocalda. Dunque, per prima cosa tacete;poi, lasciate passare qualche ora; a-desso, parlate pure!5. Sorridete. Il sorriso è la distanza piùbreve tra due persone. Talora basta unsorriso per tirare avanti una settimana.Sorridetevi! Gli esseri inferiori non sor-ridono perché il sorriso vuole l’intelli-genza di chi è arrivato a capire che nonè serio prendersi troppo sul serio.6. Guardate in positivo. Guardate piùa quello che va che a quello che nonva; più a ciò che avete che a ciò chenon avete. Chi dice che l’erba del vici-no sia più verde? Può essere un pratoartificiale! Così la moglie del vicino: ta-lora sembra una tacchina, in realtà,forse, è una semplice gallina!7. Lottate contro la monotonia. Libe-rate la fantasia! Ad esempio, un’im-provvisata di lui a lei, di lei a lui: unfiore, un regalino, una pietanza specia-le; una cena fuori ( che non sia solo sulbalcone…).8.Tenetevi belli. Belli “fuori”: con tuttala concorrenza che vi è in girooggi…Belli “dentro”: un pizzico di dol-cezza, di tenerezza, di buone manie-re… ed ecco il brillio interiore che, a

conti fatti, vale infinitamente più del piùaffascinante look esteriore.9. Tenete le mani giunte. E’ incredibi-le quanto le cose cambino pregando!La preghiera insegna a comprendere, acompatire, ad amare. Se le coppie pre-gassero di più, si ammalerebbero dimeno!10. Non togliete Dio di casa. Sarebbeuno degli sbagli più gravi. Dio unisce.Dio sorregge. Dio, in tante circostanze,è l’unica realtà che permette di potercontinuare a vivere.

“ Prima di amare, impara a camminare sulla neve

senza lasciare impronte” (proverbio turco)

PASQUA 2011 3

Matrimonio: istruzioni per l’uso

Giuseppe, l’uomo giusto

Nel mese di marzo la Chiesa celebra la festa disan Giuseppe. Di colui che è stato chiamatoda Dio a svolgere in terra la funzione di pa-

dre nei confronti di Gesù. Tuttavia, di lui non se neparla molto e per un «uomo giusto», come il Van-gelo lo definisce, è un’autentica ingiustizia.Non forse tutti sanno quanto il Carmelo teresianosia legato a questo Santo. E quanto la Santa Ma-dre Teresa abbia sperimentato la sua potente in-tercessione. Un Santo come altri, eppure unico.Come unica è la sua grandezza: essere lo sposodi Maria e il padre legale di Gesù non è cosa dapoco, ma ciò che di più alto possa accadere auna persona umana. La presenza di san Giuseppe nella vita di Mariae di Gesù non è stato un di più: ciò che ha pre-ceduto e seguito la nascita del Verbo di Dio e lasua vita a Nazareth gli appartengono di diritto. Per comprendereche tempra di uomo fosse, e bene ricordare e meditare la sua espe-rienza travagliata di innamorato. E in ciò siamo aiutati dal Vangelo,che ne parla con abbondanza di particolari. Matteo, infatti, ha an-notato i suoi dubbi e la sua decisione di salvare la vita di Maria, no-nostante le apparenze a lei sfavorevoli.Sentir raccontare vicende già trascorse, conoscendone oltretuttol’esito, è certamente più semplice che viverle: che sperimentaresulla propria pelle, attimo dopo attimo, ciò che accade, ignari diquello che il futuro riserva. Tuttavia, è bello cogliere la soprannatu-rale imprudenza di Giuseppe, che conserverà in tutte le traversiedella Santa Famiglia. Un’imprudenza propria di chi si lascia guida-

re dallo Spirito Santo:di chi è capace di so-gnare i sogni di Dio,più che di coltivare il-lusioni. È un uomogiusto che ha saputosognare, quindi, e che

ha vissuto di un’autentica fede in Dio, degna diessere invidiata da ognuno di noi. C’è però una cosa che, sorridendo, potremmorimproverargli: il suo silenzio. Se le parole di Ma-ria riportate dai Vangeli sono poche, di Giuseppenon ve n’è una. Eppure, nella nostra società diparolai, fatta più di chiacchiere che di gesti, ciòdovrebbe far pensare. Sicuramente insegna mol-to. E ci ricorda che dovremmo essere come lui:persone concrete, abituate a meditare in silenzio ead agire di conseguenza. Col suo silenzio, che inqualche modo indica una certa passività, ci inse-gna quanto la familiarità con il Signore abbia unprezzo elevato – come tutte le cose sommamentepreziose: il permettere a Dio di realizzare su di noi,sempre, la sua volontà. Ma se lui, Giuseppe – uomo dei sogni e falegnamedalle mani callose e indurite, ma dal cuore così gran-de – non parla, il suo silenzio trasuda amore. Un a-more capace di amare un figlio che non è “suo”. E di

trepidare per lui quando, tornando da Gerusalemme, lo crede per-duto: quei famosi “tre giorni” che gli hanno fatto vivere la sua oradi passione... Nonostante non si sappia cosa Giuseppe abbia detto, quando e co-me sia morto, si sa però com’è vissuto. E questo ci basta per ringra-ziarlo di ciò che è stato. E per aver accolto la fantasia di Dio senzaripensamenti, con il riserbo e il rispetto che esigono le opere del Si-gnore. In questa Pasqua, in cui contempliamo il mistero di passio-ne-morte-risurrezione di Gesù, lo vogliamo pregare di prenderciper mano e di insegnarci la sua disponibilità, così da offrire al Sal-vatore morto e risorto, il dono più gradito: quello della nostra vita.

Le carmelitane scalze del Carmelo “Arca Pacis”

VVoce dai Monasterioce dai MonasteriIn ogni numero del nostro giornalino diamo voce a turno ai quattro monasteri

di clausura presenti nella nostra parrocchia.

4 PASQUA 2011

LA SEGNALETICA dell’EDUCATORE

DIVIETO DI SEGNALAZIONI ACUSTICHE. Silenzio! La-sciamo parlare i fatti. Nell’educazione sono vietate le recite.Chi beve acqua e predica vino, non educa. Educare è essereciò che si vuole trasmettere.STRADA SDRUCCIOLEVOLE. Perché il bambino non sci-voli da grande, teniamo d’occhio i primi anni. E’ più facileformare un bambino che raddrizzare un uomo. Educare èprevenire, è giocare d’anticipo.DIVIETO DI SORPASSO. Non bruciamo l’infanzia. Non ac-celeriamo i bambini. Perché imbottigliarli con tutti queicorsi di danza, di musica, di pittura…? Educare è perderetempo oggi, per guadagnarlo domani.STOP. Stop alle continue richieste: ” Me lo comperi? “, “ vo-glio questo”, “regalami quello”… Dare tutto è preparare unio con la grinta del pesce bollito. Educare è formare perso-nalità solide.CADUTA MASSI. Vi sono parole che sono carezze: ” Ciao,Grazie, Scusa, Ti voglio bene”… e parole che sono massi: “Sei un distratto, imbranato, buono a nulla”…Educare è im-parare a parlare.SALITA RAPIDA. Non buttiamo fuori casa la rinuncia e ilsacrificio. A conti fatti, la pedagogia dello zucchero si rivelapedagogia omicida. Viziare è ingannare, non educare.VIA LIBERA. L’uomo è come la barca: la barca non è fattaper restare in porto, ma per prendere il largo. Non asfissia-mo di assistenza: “ Metti la maglia, togliti la maglia, vestiti,svestiti”…Educare è desatellizzare, è aiutare il figlio ad en-trare nella propria orbita.ATTENZIONE AGLI ANIMALI. Educare è ben più che alle-vare. Il bambino non è un cucciolo. Gli omogeneizzati e lenutelle non gli bastano. Educare è andare oltre il pane e ilcompanatico. Educare è seminare Valori, per suscitarepersone!

Il DIFFICILE RUOLO DELL’EDUCATORE

Ci siamo fatti raccontare da animatori dell’Oratorio e catechiste quali sono le difficoltàche incontrano nel servizio di educatori in Parrocchia. Sono pensieri sparsi, pezzi divissuto. Una nota dolente che da più persone è stata sottolineata è quella della man-

canza di attenzione.Una giovane animatrice e catechista raccolta che i bambini “fanno finta di non sentirti e con-tinuano a fare altro o a disturbare. Viene un po’ il nervoso, però si cerca di stare calmi pernon perdere il controllo.”“Dicono molte parolacce e, anche se li riprendi, continuano e non capiscono che certe parolepossono dar fastidio agli altri. Una volta mi ha colpito il fatto è che chiedendo ad un bambinoil significato di una parolaccia, lui non me lo sapeva spiegare!. Fa pensare molto questo...”.

Un’altra spiega che la difficoltà che incontra è quella di ”modellarsi alle diverse esigenzedegli altri, scoprire su quali punti si può far leva per aiutarli o semplicemente per farli starezitti...perché tanto urlargli contro non serve. A volte siamo portati a toccare dei tasti chepotrebbero far loro male solo per far capire che siamo noi ad avere il “potere“.”Fondamentale è il ruolo della famiglia, perché è ritenuta la prima e più importante fonte di e-ducazione. Avere alle spalle una famiglia che ti segue è importantissimo, anche se nelle fa-miglie modello può capitare di avere figli “disastrati”. Diventa pertanto difficile relazionarsicon ragazzi che hanno problemi in famiglia o “semplicemente vengono trascurati e si lasciafare loro quello che vogliono”.

Sostiene ancora una nostra catechista che ci sono quei “genitori che non permettono chevenga detto nulla ai loro figli, o, ancora peggio, che ignorano le nostre osservazioni perchésiamo troppo giovani e, quindi, ritenuti troppo inesperti. E’ vero che non siamo grandi ed es-perti come lo può essere un genitore, ma non siamo neanche delle persone che si inventanocattiverie e problemi!”.

Una catechista sottolinea che “il grande problema del catechismo è legato al fatto che ibambini vi arrivano stanchissimi dopo otto ore di scuola, senza motivazioni particolari perchémolti genitori lo considerano un obbligo che assolvono malvolentieri. A differenza delle altreattività, che promettono una gratificazione materiale immediata o futura (lo sport: salute, ap-passionanti tornei e fama in futuro; le altre attività culturali: un formazione spendibile sulmercato del lavoro) e vengono organizzate in modo da venire incontro alle difficoltà dei geni-tori lavoratori (per es. direttamente a scuola) il catechismo non dà nulla di tutto ciò. Bisognaperciò coinvolgere i bambini mediante attività che non li annoino, ma li portino gradualmentealla comprensione di ciò che è veramente importante nella vita”.

Il 19 marzo 2011 al Teatro Mat-teotti ha avuto luogo il conve-gno “Sfida educativa: dun-

que?”, primo di quattro appun-tamenti sul tema dell’Educazio-ne voluti dai Sacerdoti e dall’E-quipe dell’Unità Pastorale 56,secondo gli Orientamenti pasto-rali della CEI per il decennio2010-2020.Al ciclo di appuntamenti eranoinvitati tutti coloro che a variotitolo sono impegnati nell’azio-ne educativa (genitori, insegnanti, nonni, catechisti, animatori,…) e na-turalmente tutte le persone alle quali sta a cuore il compito educativo.In effetti ognuno di noi con le nostre azioni quotidiane è un educatore,non solo perché padre, madre, insegnante o nonno, ma perché ogninostro atto è un esempio, positivo o negativo. La sfida educativa è nonpertanto un problema di “addetti ai lavori”, ma di ognuno di noi. Loscopo del convegno, al quale hanno partecipato più di un centinaio dipersone, era quello di mettere a confronto idee, esperienze e prospetti-ve diverse su questo fondamentale tema.Gli interventi sono stati coordinati dalla dr.ssa Lara Reale, giornalista de“Il nostro tempo” e de “La Voce del Popolo” e sono stati tenuti dal dr.Gian Mario Ricciardi, giornalista TG3, da don Fabio Ferrario, salesiano,biblista, impegnato nel campo educativo nelle carceri e dal prof. NicolaCoccia, Dirigente Scolastico di un Istituto Tecnico a Rivoli.Nel pieno dei festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia, il dr. Ric-ciardi ha parlato delle attività educative dei Santi sociali piemontesidell’800. Ha sottolineato la necessità di trovare canali e linguaggi nuovicon cui comunicare.Già allora i vari don Bosco, Faà di Bruno, don Alberione li cercavano e liavevano trovati nella carta stampata. Oggi sono Internet, le reti, i socialnetworks.Seppure in contesti sociali diversi, al XIX secolo ad oggi una cosa non ècambiata: per comunicare bisogna ascoltare, restituite la parola ai figli,ai giovani, a cui è stata tolta o lasciata solo per offendere.Anche don Fabio Ferrario ha sottolineato la necessità dell’ascolto e deldialogo, lasciando dei dati a dir poco sconcertanti. Quando non c’era laTV, in casa si parlava mediamente 2 ore. Con l’arrivo della TV si è scesi

ad un’ora, con il computermezz’ora, con Internet e i cellulari7 minuti. Il salesiano ha puntato

l’attenzione sul recupero delsenso di famiglia e di bene co-mune, dell’amare l’essere (enon l’apparire), sulla necessitàdi proporre esperienze forti,poiché oggi c’è un rifiuto diqualsiasi impegno, non solo diquello di fede. Anzi nel cuoredei ragazzi continua ad essereforte la domanda di Dio.Ha sottolineato la necessità di

dare spazio ai giovani, affidando loro quelle responsabilità che li fannocrescere.Il tutto deve nascere tra un gesto e una parola, che sono gli estremidell’educazione.Il Prof. Coccia parlato della sua esperienza di Dirigente Scolastico in unIstituto superiore, dove vede molti ragazzi infelici e dove vede ragazziextracomunitari più convinti negli studi dei colleghi italiani, perchéconsci che la scuola per loro è uno strumento di affermazione sociale.Interpreta queste situazioni come dovute a una mancanza di famigliaalle spalle, una famiglia latitante che pensa al consumismo e a “par-cheggiare” a scuola i propri figli. Una famiglia che non fa comprendereai figli che la scuola non è un obbligo, ma una fatica “finalizzata” al rag-giungimento di obiettivi.La colpa è della famiglia, ma anche degli insegnanti, che spesso sonopiù esperti, che educatori e dai quali i ragazzi non sono invitati ad ap-prendere. Per il futuro il prof. Coccia vede la necessità di sviluppare“compagnie educative” ovvero la creazione di sinergie tra enti diversiche uniscano forze e competenze verso l’obiettivo comune. Il Prof.Coccìa racchiude la sfida educativa nella necessità di riprendere ognu-no il gusto della propria vita, facendo bene quello che la vita stessa loporta a fare. Una bella icona per concludere. Ce l’ha lasciata don FabioFerrario che paragona l’educazione all’immagine mitologica di Eneache fugge da Troia in fiamme. Enea porta sulle spalle il padre Anchise,che lo rallenta e per mano Ascanio, che lo vorrebbe più veloce. L’educa-zione è la sintesi di queste condizioni.

Patrizia G.

SFIDA EDUCATIVA: DUNQUE?

PASQUA 2011 5

La crisi, ormai è chiaro,farà sentire ancora isuoi effetti per tutto il

2011, mentre l’ultima Leg-ge di bilancio approvatadal parlamento, ha ulte-riormente tagliato i trasferi-menti per il sociale a co-muni e regioni. Per fronteg-giare questa situazione eutilizzare al meglio le sem-pre più modeste risorse e-conomiche è nato il coordi-namento tra le organizza-zione del volontariato so-ciale attive sul territorio diMoncalieri. Le organizza-zioni cattoliche: Caritasparrocchiali, I Gruppi di vo-lontariato vincenziano diSanta Maria della Scala eSan Egidio e di Nostra si-gnora delle Vittorie, Asso-ciazione Madre Teresa, Ca-rità senza frontiere sono or-mai punti di riferimento, avolte unici, per persone efamiglie in difficoltà. Sonoloro a distribuire sul territo-rio cittadino gli aiuti ali-mentari, (in parte ritiratipresso il Banco Alimentaree in parte integrati con fon-di propri), a distribuire ve-stiti e medicinali a chi sitrova in grossa difficoltà e,sono ancora loro, gli unici aoccuparsi dei nomadi delterritorio, a gestirne le e-

mergenze e stimolando leautorità cittadine a trovaresoluzioni degne di un paesecivile. Tutto questo è statopossibile solo grazie alla na-scita di un coordinamentopromosso e realizzato nellacommissione “Caritas”dell’Unità Pastorale 56, di-retta da don Luigi e donMauro, dove le diverserealtà cercano di coordina-re i loro interventi per ren-derli il più omogenei possi-bili sull’intero territorio cit-tadino. A questi incontri sisono affiancati quelli pro-mossi dalla responsabiledella commissione econo-mica del Consorzio socioassistenziale, che, nati per“monitorare” l’andamentodelle azioni di sostegno rea-lizzate dalle associazioni divolontariato con i finanzia-menti previsti dal Bandoprovinciale straordinariodel 2010, sono diventati unimportante momento dicoordinamento e di scam-bio di informazioni che si èrivelato fondamentale percostruire un sistema deiservizi che veda lavorare in-sieme con pari dignità econ obiettivi comuni pub-blico e privato. Proprio perquesto si è concordato sul-la necessità di far diventare

sistemici gli incontri co-muni stabilendo di vedersiogni ultimo giovedì del me-se presso la sede delC.I.S.S.A., auspicando chealle riunioni si uniscano gliassessori ai servizi sociali.Le associazioni del volon-tariato cattolico e le “Cari-tas” parrocchiali, che si in-contrano ormai sistemati-camente nella Commissio-ne caritas dell’Unità pasto-rale, offriranno agli opera-tori socio assistenziali del-la città , come prima realiz-zazione tangibile di questanuova collaborazione, una“guida ai servizi caritati-vi”,(di prossima pubblica-zione), per far conoscere atutti dove, come e quandopossono accedere ai “cen-tri di ascolto “ e di distribu-zione di aiuti presenti nellevarie parrocchie di Monca-lieri. L.P.

I “SERVIZI CARITATIVI” dell’UP 56 SI ORGANIZZANO

Intervista a Gesù

BILANCIO CONSUNTIVO “parrocchia ed opere”

ANNO 2010

Il Consiglio Parrocchiale Affari Economici desidera presentarea tutta la Comunità il bilancio, la situazione economica parroc-chiale con le entrate/uscite, informando sui lavori che si sonorealizzati nel corso dell’anno.

USCITEImposte e Tasse 13.876,84Manutenzione ordinaria chiesa e fabbricati 4.928,70Spese per luce, telefono, forza, acqua, gas 8.196,33Riscaldamento casa, chiese, oratorio 12.422,11Assicurazioni gravanti su casa, chiesa, opere 3.319,00Provviste per il culto (ostie, candele, arredi, libri lit.) 2.740,01Spese per il vitto e stipendio personale di servizio 13.997,84Remunerazione ed eventuali tasse del Parroco 7.860,00Remunerazione 2 sacerdoti 5.300,00Assicurazioni sociali per Sacerdoti 345,00Spese per attività pastorali (ritiri, canc., libri, incontri...) 3.540,06Spese per Oratorio 3.450,00Versamenti al Seminario (S.Messe binate festive) 250,00Aiuti fraterni 320,00Alla Diocesi: 1% entrate straord. -2% entrate ord. 2.317,00 Spese per acquisto attrezzature e mobili 12.821,35Spese per lavori straordinari eseguiti nel 2010 45.238,82Spese per Bollettino Parrocchiale (L’Incontro) 4.800,00Spese per altre attività parrocchiali 1.811,00

TOTALE USCITE anno 2010 euro 147.534,06

ENTRATE1. Collette Festive e feriali 55.073,542. Offerte in occasione di vari servizi

(matrimoni, battesimi, sepolture, ecc.) 11.980,003. Offerte varie (Messe, bussole, candele, varie ) 30.124,764. Rimborso del Parroco per vitto

( sulla base di € 310 mensili) 3.720,005. Affitti immobili 17.941,24 6. Bollettino Parrocchiale (L’Incontro) 1.175,007. Offerte per Lavori di natura straordinaria 12.105,008. Attività dell’Oratorio 1.555,009. Contributo Comune 2.003,04

TOTALE ENTRATE anno 2010 euro 135.677,58

- PASSIVO al 31.12 2010 11.856,48- DEBITI verso Ditte 4.500,00- Confessionali di S.Maria 9.000,00

DESCRIZIONE RACCOLTE PER INIZIATIVE VARIE Giornata per le Missioni 1.700,00Giornata Lebbrosi 400,00Giornata della S.Vincenzo 2.139,53 Quaresima di Fraternità 2.600,00Carità del Papa 200,00Per la Terra Santa 750,00Terremoto Haiti 5.100,00Gruppo Laboratorio Missionario per Haiti 2.400,00TOTALE 15.299,53

Oltre a finire di pagare i precedenti lavori della casa parroc-chiale, si è dato avvio ai Lavori a Sant’Egidio realizzando i la-vori di adeguamento dell’impianto elettrico della sacrestia edelle 2 stanze e corridoio attigui. Si sono sostituiti alcuni infis-si e il ripristino della tinteggiatura dei locali in oggetto. AS.Maria si è lucidato i pavimenti in mosaico della cappella delSS.Sacramento e nella Cappellina attigua. L’acquisto di 16nuovi banchi in sostituzione delle sedie e i due nuovi confes-sionali. Vogliamo dire Grazie a tutti i parrocchiani e a tutte lepersone che in vari modi, economicamente con offerte ordina-rie e straordinarie date in varie occasioni ( Messe, battesimi,funerali, matrimoni ), o attraverso opera di volontariato, per-mette alla nostra parrocchia di svolgere varie attività pastoralie di continuare il gravoso impegno del restauro e del manteni-mento di tutte le strutture. Il Signore ricompensi la vostra generosità !

Consiglio Parrocchiale Affari Economici

D. Se dovessi tornare oggi nel mondo,quale messaggio daresti?R. Io sono la risurrezione e la vita: che cre-de in me, anche se muore vivrà. (Gv 11,25)D. Chi ha fede, dunque, avrà la vita eter-na?R. Non chiunque mi dice: “ Signore” en-trerà nel regno dei cieli, ma colui che fa lavolontà del Padre mio che è nei cieli. ( Mt7,21 ).D. Qual’é la sua volontà?R. Amatevi gli uni con gli altri (Gv 15,17)D. Cosa bisogna fare per essere amati da-gli altri?R. Tutto quanto volete che gli uomini fac-ciano a voi, anche voi fatelo a loro (Mt7,12)D. Tu hai anche detto: amate i vostri ne-mici e pregate per i vostri persecutori.Non credi di chiedere troppo?R. Se amate quelli che vi amano, qualemerito ne avete? (Mt 5,46)D. Il tuo messaggio è sempre attuale. Per-ché?R. Il cielo e la terra passeranno, ma le mieparole non passeranno (Mc 13,31)D. Che cosa bisogna fare per seguirti?R. Se qualcuno vuole venire dietro di me,rinneghi se stesso, prenda la sua croce emi segua (Mt 16,24)D. È difficile rinunciare ai beni terreni.R. Nessuno può servire due padroni, o o-dierà l’uno ed amerà l’altro, o preferiràl’uno e disprezzerà l’altro (Mt 7,13)D. Cosa pensi del consumismo d’oggi?

R. La vita vale più del cibo ed il corpo piùdel vestito ( Lc 12,33 )D. E dell’arrivismo sfrenato?R. Chi di voi, per quanto si dia da fare,può aggiungere un’ora sola alla sua vita?(Mt 6,27)D. Ci sono malattie che la scienza medicanon è ancora riuscita a debellare. Cos’haida dire in proposito?R. Ciò che impossibile agli uomini è pos-sibile a Dio (Lc 18,27)D. Come ci si rivolge a Lui?R. Prega il Padre tuo nel segreto, e il Padretuo che vede nel segreto, ti ricompenserà(Mt 6,6)D. Cosa pensi della Chiesa d’oggi? R. La messe è molta ma gli operai sonopochi! Pregate dunque il padrone dellamesse che mandi operai nella sua messe!(Mt 9,37)D. E dei ministri della Chiesa?R. Il discepolo non è da più del maestro,ma ognuno ben preparato sarà come ilsuo maestro (Lc 6,40)D. In questi giorni ancora si ripropone loscenario della guerra. Cosa dici in propo-sito?R. Quando sentirete parlare di guerre nonallarmatevi, bisogna infatti che ciò av-venga, ma non sarà ancora la fine (Mc13,7)D. Un’ultima domanda; un messaggio aicattolici di oggi?R. Voi siete la luce del mondo (Mt 5,14).

6 PASQUA 2011

RITORNO A GAMBO

Épassato ormai molto tempo da quando io e Fabioabbiamo lasciato la Missione di Gambo, in Etiopia,dove abbiamo vissuto per più di un anno. Dopo Na-

tale ho avuto la possibilità di tornarci, anche se solo perun brevissimo periodo, dieci giorni appena. Ho potutonuovamente assaporare i profumi dell’Etiopia, osservare ivolti delle persone conosciute a Gambo, incontrare gli a-mici e parlare nuovamente la lingua oromo. Solo pochigiorni, ma molto intensi.Una delle priorità del mio viaggio era di poter trascorrereun pò di tempo all’asilo, gestito dalla Suore Missionariedella Consolata là presenti e che la nostra Parrocchia stasostenendo. I ricavati dei mercatini del commercio Equoe Solidale che si stannosvolgendo mensilmen-te al termine delleMesse festive e pre-fe-stive e della vendita deilavori all’uncinettopreparati dalle donnedella nostra Comunitàsono stati infatti desti-nati a sostenere questaattività.La scuola materna inEtiopia è organizzata inmodo differente dallanostra, è infatti costi-tuita da un solo annoobbligatorio di pre-scuola che tutti i bam-bini devono frequentare e dove vengono apprese le primenozioni delle lingue oromo e inglese e alcuni rudimentidella matematica, per cui è un anno molto impegnativo.Che bello essere accolta con tanto calore dalle maestre edalle cuoche! Proprio quel giorno Suor Eudoxa ha distri-buito le nuove divise: delle tute resistenti, pronte per es-sere indossate giorno e notte, giorni feriali e festivi! Chetenerezza vedere i bimbi che accarezzavano la tuta e poi

indossarla ed essere pronti per una bella foto!Arrivato il momento della merenda di metà mattinata ibimbi si sono seduti su alcuni tronchi all’aperto (ora in E-tiopia è estate) e hanno aspettato diligentemente ( i bam-bini sono 130!) la loro tazzona di latte zuccherato e la pa-gnotta. La merenda viene preparata da alcune donne coningredienti forniti dalle Suore così si è certi che è nutrien-te! Alcuni bambini mangiavano in disparte perché aveva-no problemi di malnutrizione; quando sono presenti casidi questo tipo le maestre informano Suor Eudoxa e si or-ganizzano per preparare ogni giorno per loro una doppiacolazione e un uovo sodo fino a quando non stanno me-glio. Nel frattempo le Suore aiutano le mamme ad ap-prendere nozioni di alimentazione e igiene, tramite pro-getti di promozione della donna.Grazie ai soldi che la nostra Parrocchia ha raccolto, Suor

Eudoxa e Suor Lena E-milia (entrambe si oc-cupano della gestionedegli asili) si sono rasse-renate perché il finan-ziamento dell’asilo, sen-za il nostro aiuto, sareb-be rimasto scoperto apartire dal 2011; hannoringraziato commosse efelici.Tanti sono stati per me imomenti importantiche ho vissuto, oltre allavisita all’asilo. Il ricordopiù emozionante è statoquello della Messa do-menicale quando, ap-

pena entrata in Chiesa (è subito evidente una donna bian-ca in mezzo a loro) la gente mi ha guardata e con lo sguar-do mi ha salutata, sapevo che il saluto più caloroso me loavrebbero riservato per la fine della Celebrazione. Ricam-biati i saluti con un sorriso, mi sono seduta in mezzo aibambini e ai ragazzi del coro che mi hanno accolto congioia immensa e poi hanno intonato il canto iniziale. E iomi sono sentita a casa.

Emanuela C.

Mille sorrisi

Che fine hanno fatto i giocattoli donatidai nostri bambini nella scorsa nove-na di Natale ? Mercoledì 16 febbraio

2011, durante una cena di raccolta fondiorganizzata da alcuni club di tifosi granatae da alcuni giocatori del Torino Calcio, sonostati consegnati ai responsabili di Interpla-stitaly. Questa associazione senza fini di lu-cro organizza spedizioni di chirurghi plasti-ci, infermieri e volontari non sanitari neipaesi in via di sviluppo dove mancano lepiù elementari strutture sanitarie. Fare chi-rurgia plastica in queste zone significa in-tervenire su gravi malformazioni del volto,importanti e severi esiti di ustioni, tumori dienormi dimensioni mai trattati, gravi traumidel volto con ferite lacero contuse e fratturedello scheletro facciale. La generosa rac-colta di giocattoli e libri donata durante lanovena di Natale verranno caricati sul cari-co destinato alla missione della prossimaestate. Chiaramente non serviranno comestrumenti chirurgici, ma aiuteranno ad alle-viare la permanenza dei più piccoli nellestrutture dove vengono operati. Durante laserata è stato proiettato un video prodottodall’associazione che ci ha permesso dicomprendere meglio quale sia l’importanzadel lavoro di questi volontari. Per chi desi-derasse approfondire la conoscenzadell’associazione può visitare il sito istitu-zionale www.interplastitaly.it. La visione dialcune delle foto presenti sul sito va prepa-rata soprattutto per i più piccoli. Ma sicura-mente permette di far comprendere ai no-stri figli che quello di cui si sono privati èdestinato ad altri bambini e che li aiuterà ariacquistare il loro sorriso.

Sabato 8 gennaio, la gita parrocchiale ciha portati al paese natale di Papa Giovan-

ni, Sotto il Monte (BG). Dopo la visita almuseo e il pranzo, la S.Messa nella cappella delPIME. Il pomeriggio, sulla via del ritorno, ci haregalato a Dalmine la visita ad un interessante ealquanto ricco Museo del presepe. Una straordi-naria esposizione che ha affascinato tutti, conpresepi provenienti da tutto il mondo.

La 33^ Giornata per la Vita celebrata il 7febbraio: 6 mamme (con i papà) in attesadi un bimbo hanno partecipato alla S.Mes-

sa con la benedizione particolare. Un modo si-gnificativo, come comunità, per essere vicini inun momento carico di emozione a questi genito-ri. Al termine delle Messe con la vendita delleprimule da parte del C.A.V si è ricavato €

1299,00 per sostenere il dono di ogni vita umanadal suo concepimento.

Venerdì 11 febbraio, Festa della Madonnadi Lourdes si è celebrata la XIX Giornata

del Malato. La nostra Parrocchia ha volutoaffidare alla Vergine tutti i malati della Comu-nità. Nella mattinata alle 12 la supplica nella

Grotta di Lourdes. Oltre alla Messa delle ore 18,alle 15,30 la S.Messa celebrata nella chiesa diSt.Egidio. Molti i moncalieresi e non che hannovoluto manifestare alla Madonna la propria de-vozione e il proprio amore a nome di tutti i ma-lati ed anziani. Dopo la celebrazione un mo-mento di festa con una “merenda calda” offertadai volontari.

Dopo l’Avvento anche in questa Quaresimasono continuati i Gruppi di ascolto nelle

case. Tre venerdì sera, dove in 9 punti di incon-tro si sono ritrovati molti credenti per approfon-dire la conoscenza della nostra Fede, sui branidel Vangelo di Giovanni. Un grazie sincero allefamiglie che hanno aperto la loro casa ai gruppie agli animatori, preparati da don Paolo, chehanno guidato, con disponibilità e preparazione,le serate.

Padre Antonio Visentin, domenicano diChieri, ha predicato i tre giorni di Esercizi

Spirituali Comunitari ( 15-17 marzo ). Le tremeditazioni, due ogni giorno con due possibilitàdi orario, hanno avuto come tema: “Le tre colon-ne che reggono il mondo: la Parola, la Preghierae le opere di misericordia” Quest’energia per l’a-nima, nel segno dell’ascolto della Parola di Dio edella preghiera personale e comunitaria, è statoun momento di grandissima grazia di Dio. Mo-mento importante della nostra comunità perprepararsi alla Pasqua, nutrire e rinforzare lapropria fede.

Diversi appuntamenti per i Pensionati edAnziani hanno segnato questo ultimo pe-riodo: oltre ai mercoledì a St.Egidio. alter-

nati tra momenti di riflessione, conferenze stori-co-culturali, approfondimenti di fede con la ca-techesi e di altri argomenti di attualità, la giorna-ta di ritiro a Villa Lascaris , l’incontro diocesanocon l’Arcivescovo a Maria Ausiliatrice e l’ appun-tamento quaresimale della Via Crucis dell’UnitàPastorale alla parrocchia di Tetti Piatti. L’altroappuntamento è stata la giornata di spiritualitàalla Certosa di Pesio (CN). Occasioni per stareinsieme e crescere tra di noi e con il Signore.

Quest’anno il tempo ci ha permesso, dome-nica 3 aprile, di celebrare la Via Crucis daSant’Ambrogio alla Sacra di San Michele. Il

percorso abbastanza impegnativo ha limitatola partecipazione a diversi che avrebbero deside-rato partecipare.. un po’ fatica nel salire medi-tando le stazioni l’abbiamo fatta. Ognuno hapartecipato proponendo brani per la meditazio-ne e la giornata bella e calda ci ha sostenuto nelcammino e ci ha aiutato a vivere bene questomomento penitenziale.

FLASHPARROCCHIALI

PASQUA 2011 7

“L’INCONTRO” viene distribuito gratuitamente a tuttele 3500 famiglie della nostra Comunità. Si RINGRAZIAquanti collaborano alle spese di stampa con un’offertalibera da lasciare in ufficio parrocchiale. Nessuno è in-caricato dal Parroco a ritirare offerte nelle case. Le of-ferte per qualunque iniziativa si raccolgono SOLO inchiesa o in ufficio parrocchiale. Un grazie sincero a chi,con pazienza e cura, provvede alla distribuzione delGiornalino

OTTO per MILLE : RICORDATI DI FIRMARE !Lo Stato mette a disposizione dei contribuenti unaquota del complessivo dell’Irpef per scopi sociali oumanitari gestiti da confessioni religiose. Questaquota è pari all’8 per mille dell’intero gettito Irpef. E-sprimi la tua preferenza per la Chiesa Cattolica fir-mando nell’apposita casella della dichiarazione deiredditi, sui modelli Unico (ex mod.740), 730, Certifi-cazione Unica (ex 101 e 201). La firma non costaniente e puoi così aiutare economicamente la tuaChiesa. Per saperne di più consulta il sitowww.sovvenire.it

A conclusione dell’anno catechistico:SABATO 21 MAGGIO

Elementari e medie con le famiglie (luogo da definire)

un pomeriggio di gioco, di amicizia e la S.Messa di ringraziamento

per l’anno catechistico vissuto insieme.

RICORDO di don ELIO RECCHIA

1925 - 2011Il più lontano ricordo che hodi don Elio si riferisce aquando egli ricevette la ve-ste clericale nella chiesaparrocchiale di S.Maria dellaScala dalle mani del parrocodi allora, il can. SebastianoGribaudo. Era una domeni-ca mattina, ormai moltolontano nel tempo. Don Elioentrò nel seminario di Alba,dato che il Vescovo di alloraera Mons. Luigi Maria Gras-si, barnabita, ex rettore delReal Collegio di Moncalieri.

Durante le vacanze estive don Elio tornava in famiglia egirava per Moncalieri con una “scarampola” di ragazzi.Portava la veste con i bottoni rossi, era questo l’abitodel seminario di Alba. I ragazzi lo seguivano nelle pas-seggiate per la collina e la gente diceva: «È proprio comedon Bosco!». Don Elio in realtà aveva frequentato lascuola media di San Giovanni Evangelista di Torino, inc.so Vittorio. Ha svolto il suo ministero sacerdotale co-me Cappellano militare e poi come collaboratore par-rocchiale a Regina Mundi e a Trofarello. Ho ritrovato,parecchi anni dopo don Elio nella parrocchia di S.Ritadove egli era incaricato dell’Oratorio e dove io, per 13anni, sono andato per il ministero sacerdotale al sabatopomeriggio e alla domenica. Predicava molto bene allaMessa dei ragazzi, ricordo che mio papà paragonava lavoce di don Elio ad una sorgente d’acqua che sgorga dauna sorgente, tanto essa era limpida ed incisiva. Quan-do una dozzina d’anni fa morì don Giuseppe Seita, ilsalesiano da cui era solito confessarsi, mi chiese la ca-rità di sostituirlo in questo ministero. Ho accettato condifficoltà, tenuto conto che ero stato ragazzo quandolui era chierico e prete, ma d’altra parte non potevo ri-fiutarmi. Molte volte lui è venuto a cercarmi in santua-rio e negli ultimi anni ero io che andavo a trovarlo e aportargli la comunione. Ogni tanto mi chiedeva ancheil sacramento dell’unzione degli infermi. Don Elio èmancato mentre ero all’estero… mi è spiaciuto non es-sere presente.

don Gianni Zappino, sdb

ANAGRAFE PARROCCHIALEAbitanti 9.000

ANNO 2008 2009 2010

BATTEZZATI 68 42 48CRESIMATI 18 21 10PRIME COMUNIONI 38 37 45MATRIMONI 26 26 15FUNERALI 94 87 80

Parrocchia CollegiataS. Maria della Scala e S. Egidio

Via Principessa Clotilde, 310024 MONCALIERI

Tel./Fax 011. 64 19 15

E.Mail: [email protected]

www.collegiatamoncalieri.it

Con il BATTESIMO abbiamo accolto...:

Ai Bauducchi: 42. MURABITOBeatrice; 43. RUSCIANO Elide; 44.SANDRI Leonardo; 45. MARCO-NATO Rebecca; 46. BAUDUCCOSamira; 47. OLIVERO Giulia; 48.TIOZZO Giovanna. Anno 2011 1.SILVESTRI Alice Maria; 2. GIUSTOAlessia; 3. CILLI Camilla; 4. BO-SCO Emma; 5. ZEVALLOS ORSIKimberly; 6. BONIFACINO Alber-to; 7. ARIMONDI Alessandro; 8.SCIANDRA Gabriele; 9. PIDELLOEugenio Paolo.

...perché illuminati da Cristo Signore vivano sempre come Figli della Luce.

Con la preghiera abbiamo accompagnato alla CASA DEL PADRE...:

65. PRATI Maria Carla a. 77; 66.ZANIN Giuseppe a. 86; 67. DI PA-SQUALE Gennaro a.71; 68. VIZIOGiovanni a.89; 69.MARINO Marioa. 68; 70. PIZZONIA Vincenzo a.90; 71. RICCI Fedelina a.89; 72. DERUVO Salvatore a.76; 73. CRAVE-RO Amalia a.83. Ai Bauducchi: 74.MARINO Adua a.75; 75. CERESO-LE Enrico a.85; 76. BAUDUCCOAldo a.87; 77. DE STEFANIS Gio-vanna a.62; 78. MANENTE Pietroa.91; 79. CHIESA Tomaso a.83; 80.MARCHISIO Catterina a.78. Anno2011 : 1. MICELI Maria a.80; 2. BO-NA Nella Felicina a.77; 3. PAMPU-RINI Iside a.92; 4. SERALE France-sco a.80; 5. IANNONE Angiolinaa.82; 6. D’ONOFRIO Elda a.81; 7.RAMETTA Giuseppina a.91; 8. GA-RIGLIO Giovanni a.61; 9. CAPPAGiuseppe a.75; 10. SCAVONE Ma-ria a.80; 11. PORTA Eugenio a.86;12. DE MEO Marta Rosa a.74; 13.FOGLI Itala a.86; 14. BOSCO Annaa.97; 15. CIRCELLI Vincenzo a.68;16. CORONA Maria a.87; 17. FER-RARI Silvano a.87; 18. QUAT-TROCCHI Vincenzo a.68; 19.GIOLITO Agostina a. 90.

...perché siano accolti per l’e-ternità nella dimora di Luce edi Pace.

La parrocchia vive del liberocontributo dei fedeli, si ringra-zia tutte le famiglie e le personeche in occasione di Ss.Messe,Battesimi, Matrimoni e Funeralihanno lasciato un’offerta per lespese e il mantenimento dellaparrocchia.

DDAAII RREEGGIISSTTRRII PPAARRRROOCCCCHHIIAALLII

(dicembre 2010 – aprile 2011)

Prossimamente…VISITA e BENEDIZIONE delle FAMIGLIE. La Chiesa offre questo dono della benedizione neltempo pasquale, non come un gesto magico di super-stizione, ma come un vero atto di fede in Cristo Risortoper ringraziare Dio dei doni concessi alla famiglia. Nelgiorno di Pasqua i membri della famiglia riuniti prima dipranzo benedicono la propria famiglia prendendo inchiesa l’acqua benedetta e la preghiera di benedizionenella lettera del Vescovo alle famiglie. Noi sacerdotipasseremo a visitare e benedire tutte le famiglie diuna zona della nostra parrocchia. Speriamo in alcunianni di visitare tutte le famiglie! Verranno comunicate levie visitate alla domenica negli avvisi ed esposti fuoridella chiesa. La benedizione è per le persone e non peri muri e avviene sempre al pomeriggio dopo le ore15,30. Come preti andiamo volentieri nelle famiglie chedesiderano questo momento di preghiera e di benedizio-ne è l’occasione di incontrare e conoscere le famiglie.

Domenica 15 e domenica 22 maggio alle ore 10,30:Celebrazione delle PRIME COMUNIONI di 38 bambinidel terzo anno di catechismo (4a elem.). Il ritiro è dome-nica 8 maggio in oratorio.

MESE di MAGGIO. Come tradizione ci ritroveremo tre se-re alla settimana nei cortili per pregare il S. Rosario eriflettere sulla vita di Maria. Le famiglie che desidera-no ospitare la Madonnina che ci accompagnerà perla preghiera del Rosario, sono pregate di dare il no-minativo in Ufficio Parrocchiale.

Verrà stilato il calendario entro l’inizio di maggio salva-guardando che i punti di preghiera siano dislocati sututto il territorio parrocchiale.

FESTA di SANTA RITA a St.Egidio Domenica 22 mag-gio. Un momento di fede popolare nel ricordo dellaSanta. Ss. Messa alle ore 9 - Supplica a Santa Rita alleore 12 – ore 17 Vespri e Benedizione Eucaristica.

FESTA ANNIVERSARI di MATRIMONIO: nella Festa del-la SS. Trinità, Domenica 19 giugno alle ore 10,30: perle coppie che in quest’anno celebrano l’anniversario(5.10.15…25…30…50…) e desiderano vivere insie-me l’Eucarestia di ringraziamento. E’ un momento mol-to importante per dire grazie al Signore del dono ricevu-to e sarà l’occasione per rinnovare davanti a Dio gli im-pegni matrimoniali di fedeltà, di unità e di sincero amo-re coniugale. Un incontro di preparazione e il rinfrescoal termine della S.Messa con un piccolo dono della Co-munità. Invito a dare il nominativo in Ufficio Parrocchiale.

CORPUS DOMINI CITTADINO dell’UP56: Giovedì 23 giu-gno ore 20,45 S. Messa solenne a S.Matteo presiedu-ta dal Card. Severino Poletto e Processione Eucaristi-ca per Corso Roma, al termine la Benedizione Eucari-stica sul sagrato della chiesa parrocchiale di SantaGiovanna Antida.

Gli altri appuntamenti comunitari li potete trovare sul calendario parrocchiale.

L’oratorio perl’ estate

8 PASQUA 2011

Gli animatori del nostro Oratorio stanno concludendo inquesti giorni il corso di formazione con gli altri giovanidelle parrocchie dell’UP56 di Moncalieri in vista delle

attività estive. L’impegno e la generosità che hanno messonel condurre Sabatoratorio è stato davvero grande. Comenon ricordare la grande festa di Carnevale proposta dagli O-ratori cittadini in piazza con molta partecipazione di famigliee ragazzi, con giochi ben organizzati e coinvolgenti…l’espe-rienza, la preparazione e l’affiatamento sta formando dei va-lidi e, speriamo, duraturi educatori dei nostri ragazzi in Ora-torio e tutto fa ben sperare per un’estate alla grande. Vi pre-sentiamo le iniziative che sono state messe in cantiere per iragazzi e giovani desiderosi di vivere questo tipo di esperien-za con la parrocchia, nella speranza di poterle realizzare e segnare un altrotassello importante nella costruzione del nostro Oratorio.

Da Lunedì 13 a Sabato 19 giugno: CAMPO ESTIVO per i ragazzi di 1ae 2a MEDIA a Crissolo (Città sul Monte)Da Lunedì 20 giugno a Venerdì 8 luglio: 3 settimane di ESTATE RAGAZZI in Oratorio dalle ore 14 alle ore 18 dal Lu-nedì al Venerdì e due mattine per i compiti e una uscita alla settimana: per iragazzi delle elementari e medie.

Da Lunedì 18 a Sabato 23 luglio: CAMPO ESTIVO per i ragazzi di 3a MEDIA e SUPERIORI nella Casalpina diChalland St.Anselme (Val d’Ajas – Aosta) m.1100 N.B.: Estate Ragazzi, per motivi organizzativi, sarà a numero chiuso per ga-rantire una adeguata e seria animazione in base agli animatori che abbiamoa disposizione. Si iscriveranno i bambini dalla 1a elementare frequentata,non della Scuola Materna, alla 3a media.Nei prossimi mesi uscirà il volantino con le indicazioni di iscrizione e parteci-pazione, la serata di presentazione… e ricorda per motivi di organizzazione leiscrizioni devono essere fatte entro il 31 maggio

I tre gruppi dei bambini del secondo anno di catechismo (III elementare ) che con le loro catechiste hanno vissuto e celebrato domenica 27 marzo la loro Prima Confessione.

I RAGAZZI DELLA PRIMA CONFESSIONE

Carnevale degli Oratori in piazza.

Questa lacopertina delmessaggio diPasqua delvescovo.

Ritiralo inparrocchia.

SABATO 2 APRILE I CRESIMANDI hanno avuto l’incontro in Seminario con l’Arcivescovo Mons. Nosiglia, con la visita alla Cattedrale eal Santuario della Consolata. L’ultima tappa della preparazione alla Cresima ricevuta domenica 10 aprile.