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ANNOVI .N .2 . Esceunavoltaalmese FEBBRAIO 1882 . BOLLETTINO SALE SIANO Direzionenell'OratorioSalesiano. - ViaCottolengo .N .32,TORINO SOMMARIO - monsignorAntonioEspinozanell'Orato- riodiSanFrancescodiSales - Letteredell'Arci- vescovodiBuenosAiresaDonGiovanniBosco - 11 nuovoVescovodiMontevideo - IlquartoAnniversa- riodellaelezionedelSantoPadreLeoneXIII - Ina- vigantiMissionariiSalesianiailoroConfratelli - Par- tenzadiMissionariidaMilano - OfferteperlaChiesa delSacroCuorediGesùinRoma - LaSacraCongre- gazionedell'Indiceeilibriproibitieilibridimessi - Storiadell'OratoriodiS .FrancescodiSales - Le casemaledetteossiaiteatri - Necrologia - Conver- sionialCattolicismo - Bibliografia - Indulgenze specialipeiCooperatoriSalesiani . MONSIGNORA NTONIO ESPINOZA nell'OratoriodiSanFrancescodiSales . LavigiliadelSantoNatale,comefuac- cennatonelnumeroprecedente,abbiamo avutaunavisita,laqualecolmòdialta consolazioneD .BoscoetuttalaSalesiana famiglia .L'illustre,zelanteesimpatico MonsignorAntonioEspinoza,VicarioGe- neraledell'ArchidiocesidiBuenosAires, giàintrepidocompagnodeinostriMissio- nariinell'ingressodellaPatagonia,eloro protettoreedamico ;dopodiaversoddi- sfattoallaesimiasuapietàcolvisitarei piùcelebriSantuariidiFranciaed'Italia ; dopodiaveravutolabellasortedipro- strarsiappiedidelVicariodiDioedudirne sapientiesublimiparole ;dopodiessersi beatonellavisitadeiLuoghiSanti,eba- ciatalaterrabagnatadaiSudoriedim- porporatadalSanguediGesùCristo,vol- gevaisuoipassiallavoltadiTorino , città dellasacraSindoneedeldivinSacramento, evenivapureasciogliereisuoivotidi- nanziall'altarediMariaAusiliatrice .Egli vigiungevadaRomaaccompagnatodal M .R .D .LuigiDeLa-Torre,parrocodella Concezione,edalM .R .Dott .D .Francesco TerrerodiBuenosAires,ilqualevenuto, annisono,acompiereisuoistudinelSe- minarioPioAmericano , nell'AlmaCittà , ritornavaconessiinpatria,peredificarlacon quellasapienza,cheattinsecopiosamente allapurafonte-delVaticano . Eradunquetrascorsodipocoilmezzo- giornodel24Dicembre,quandogliillustri Americani,insiemecolTeol .GiovanniCa- gliero,recatosiariceverliallastazione, scendevanodallavetturainfacciaallano- straCasa .Appenaebberopostoilpiede nell'Oratorio,unasalvadifragorosiap- plausiedicordialissimievviva,partitada unmigliaiodipetti,davaloroilbenve- nuto,eigiovanimusici,messofiatoalle trombe,liaccompagnavanosuonandosino all'internoporticatodell'abitazione .Tuttoil trattodivia,percuipassavano,eraassie- patodaduefiledigiovanetti,eadornoqua ecolàditappeti,edaglialberifiancheg- giantisventolavanofestosamentetrentae piùbandierecoicoloriecoll'armadell'Ar- gentinaRepubblica .Ognicuorepalpitava digioia,sopraognifronteerascolpitoil contento .L'incontrotraMonsignoreeD . Boscofuperentrambiunistantesolenne . DonBoscogiubilavanelfissareglisguardi sopral'amicosinceroefedeledeisuoifigli Americani,eMonsignoreesultavadipoter

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ANNO VI. N. 2 .

Esce una volta al mese

FEBBRAIO 1882 .

BOLLETTINO SALE SIANO

Direzione nell' Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo. N. 32, TORINO

SOMMARIO - monsignor Antonio Espinoza nell'Orato-rio di San Francesco di Sales - Lettere dell' Arci-vescovo di Buenos Aires a Don Giovanni Bosco - 11nuovo Vescovo di Montevideo - Il quarto Anniversa-rio della elezione del Santo Padre Leone XIII - I na-viganti Missionarii Salesiani ai loro Confratelli - Par-tenza di Missionarii da Milano - Offerte per la Chiesadel Sacro Cuore di Gesù in Roma - La Sacra Congre-gazione dell'Indice e i libri proibiti e i libri dimessi- Storia dell'Oratorio di S . Francesco di Sales - Lecase maledette ossia i teatri - Necrologia - Conver-sioni al Cattolicismo - Bibliografia - Indulgenzespeciali pei Cooperatori Salesiani .

MONSIGNOR A NTONIO ESPINOZAnell'Oratorio di San Francesco di Sales .

La vigilia del Santo Natale, come fu ac-cennato nel numero precedente, abbiamoavuta una visita, la quale colmò di altaconsolazione D . Bosco e tutta la Salesianafamiglia. L' illustre, zelante e simpaticoMonsignor Antonio Espinoza, Vicario Ge-nerale dell' Archidiocesi di Buenos Aires,già intrepido compagno dei nostri Missio-narii nell'ingresso della Patagonia, e loroprotettore ed amico ; dopo di aver soddi-sfatto alla esimia sua pietà col visitare ipiù celebri Santuarii di Francia e d'Italia ;dopo di aver avuto la bella sorte di pro-strarsi appiedi del Vicario di Dio ed udirnesapienti e sublimi parole ; dopo di essersibeato nella visita dei Luoghi Santi, e ba-ciata la terra bagnata dai Sudori ed im-porporata dal Sangue di Gesù Cristo, vol-geva i suoi passi alla volta di Torino , cittàdella sacra Sindone e del divin Sacramento,

e veniva pure a sciogliere i suoi voti di-nanzi all'altare di Maria Ausiliatrice . Eglivi giungeva da Roma accompagnato dalM. R. D. Luigi De La-Torre, parroco dellaConcezione, e dal M . R . Dott . D. FrancescoTerrero di Buenos Aires, il quale venuto,anni sono, a compiere i suoi studi nel Se-minario Pio Americano , nell'Alma Città ,ritornava con essi in patria, per edificarla conquella sapienza, che attinse copiosamentealla pura fonte-del Vaticano .

Era dunque trascorso di poco il mezzo-giorno del 24 Dicembre, quando gli illustriAmericani, insieme col Teol . Giovanni Ca-gliero, recatosi a riceverli alla stazione,scendevano dalla vettura in faccia alla no-stra Casa. Appena ebbero posto il piedenell' Oratorio, una salva di fragorosi ap-plausi e di cordialissimi evviva, partita daun migliaio di petti, dava loro il benve-nuto, e i giovani musici, messo fiato alletrombe, li accompagnavano suonando sinoall'interno porticato dell'abitazione . Tutto iltratto di via, per cui passavano, era assie-pato da due file di giovanetti, e adorno quae colà di tappeti, e dagli alberi fiancheg-gianti sventolavano festosamente trenta epiù bandiere coi colori e coll'arma dell'Ar-gentina Repubblica. Ogni cuore palpitavadi gioia, sopra ogni fronte era scolpito ilcontento. L'incontro tra Monsignore e D .Bosco fu per entrambi un istante solenne .Don Bosco giubilava nel fissare gli sguardisopra l'amico sincero e fedele dei suoi figliAmericani, e Monsignore esultava di poter

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conoscere ed abbracciare colui, del qualei Salesiani avevano tra glì Argentini resopopolarissimo il nome .

Dopo i primi convenevoli, gli ospiti Ame-ricani, saliti con D . Bosco sul balcone, sa-lutarono cortesemente i giovani, schieratinel sottoposto cortile ; e Monsignor Espinozain favella italiana, che parla correttamente,li ringraziava della festosa accoglienza . In-vitati da D. Cagliero tutti gridammo di grancuore : Evviva a Mons . Espinoza ; evviva aiPellegrini Americani ; evviva alla Repub-blica Argentina .Troppo lungo sarebbe il raccontare per

filo e per segno le cose occorse in quelgiorno ; le relazioni sui nostri Missionariae le opere loro ; i discorsi passati con DonBosco e via dicando . Ci basti il notare chele notizie avute intorno ai nostri Confra-telli dell'America furono cosi consolanti,che migliore e più ambito augurio giun-gere non ci poteva in quei fortunati giorni .

Nella soavissima notte del S . Natale gli amatiPellegrini, quantunque stanchi del viaggio,vollero assistere alla stupenda funzione nellaChiesa di Maria Ausiliatrice, e alla Comu-nione generale, che per privilegio pontifi-cio si fece dai giovanetti dell'Oratorio e damolti devoti Torinesi . L'altare riccamente a-dorno, il sacro edifizio da mille faci illuminato,le duecento e più voci dei giovani musici,che, accompagnati dalle soavi modulazionidell'organo, parevano emulare gli angelicicori, cantando gloria a Dio nei più alto deiCieli, D. Bosco che celebrava circondato danumerosissimo clero, tutto questo presentavatale uno spettacolo , che inebriava ognicuore di santa letizia . Gli Americani ne an-darono rapìti, e profondamente commossi .

Al domani il Rev .moMonsignore, celebratedue Messe private, cantava solennementela terza, in cui veniva ripetuta la musicaeseguita nella notte . La sacra funzione, allaquale intervenne nuovamente una immensamoltitudine di fedeli, riuscì splendidissimatanto al mattino, quanto alla sera .

Nei giorni seguenti gli Americani visi-tarono i laboratorii dell' Oratorio, la tipo-grafia, la fonderia dei caratteri, la stereo-tipia, la calcografia, libreria, panatteria,ecc .Si recarono eziandio a visitare i lavori dellaChìesa di S . Giovanni Evangelista, la Cap-pella, ove si conserva la sacra Sindone, cheinvolse il Corpo del Divin Salvatore, e laChiesa del Corpus Domini, che ricorda lostupendo miracolo del SS . Sacramento, av-venuto in quel sito medesimo il 6 di Giu-gno dell'anno 1453 .

Un giorno venne da essi consacrato allavisita della nostra Casa di S . Benigno Ca-navese, ossia del palazzo abbaziale, già ce-lebre monastero detto di Fruttuaria, rino-mato asilo della pietà e della scienza, edove moriva piamente Arduino Marchesed' Ivrea, e Re d'Italia . Colà, chierici, stu-denti ed artigiani diedero in quella propi-zia occasione un'accademia musico-letteraria,cantando coll'accompagnamento della bandascelti pezzi d' opera, e leggendo in ben 7lingue varai componimenti ad onore degliillustri visitatori . Monsignore indirizzavaposcia a tutti fervide parole, spronandolia rendersi zelanti e coraggiosi apostoli diGesù Cristo, sull'esempio dei loro confra-telli dell'America .La sera innanzi di sua partenza da noi

l'esimio Prelato fece pure una breve parlataai giovani dell'Oratorio . Espresse loro comeegli partisse da Torino edificato di quello,che aveva veduto ed udito ; segnalò la loroben avventurata sorte di passare gli annigiovanili in un luogo, dove potevano for-nire la mente di utili cognizioni, e formareil cuore alle cristiane virtù ; li esortò apiantare profonde le radici di queste, af-finché in età più avanzata sapessero resi-stere al soffio delle tentazioni, e serbarsiincrollabilmente fedeli a Dio e alla Chiesa .Li ringraziò dei bei giorni, che gli avevanoprocurato ; promise che ritornato in patriaavrebbe parlato di loro ai giovanetti Ame-ricani delle Case Salesiane , figli ancoressi dello stesso padre D . Bosco ; e infine,raccomandandosi alle comuni preghiere ,fece ardenti voti di potersi ritrovare tuttiinsieme negli eterni gaudii del Paradiso .Monsignor Espinoza co' suoi due com-

pagni partiva da Torino il 4 di Gennaio . Essivisiteranno ancora Parigi, Londra, Madrid,Lisbona, e dal Portogallo faranno vela per l'A-merica probabilmente nel mese di Febbraio .

Il buon Dio conceda loro un viaggio fe-lice per terra e per mare, e li ritorni sanie salvi tra le braccia dei loro cari e al benedella Chiesa Argentina . Dal nostro canto ,,noi non dimenticheremo giammai l'egregioMons . Antonio Espinoza, e l'alto favore checi ha fatto, coll'aver presa ospitalità entrole modeste mura della nostra Casa ; comericordiamo tuttora e sempre rammenteremocon isquisito piacere la preziosa visita, che cifece, l'anno 1877, l'Illm° e Revm° suo Arcive-scovo, la cui impareggiabile bontà versodi noi e verso i nostri fratelli, che lavoranonella sua vasta Archidiocesi, c'innonda l'a-nima di sovrumano contento .

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LETTERAdell'Arcivescovo di Buenos Aires

A D. GIOVANNI BOSCO .

Il Dottore Antonio Espinoza era latore a DonBosco di varie lettere, tra cui una molto preziosadi Mons. Federico Aneyros Arcivescovo di BuenosAires. Tradotta dallo spagnuolo essa dice cosi

STIMATISSIMO MIO SIG. D. Bosco,

Scrivo in lingua spagnuola, ed anzituttoLe confesso che sono ben contento delle fe-ste, che prepara per il Dott . Espinoza, mioVicario. Egli parlerà in italiano, ed i suoigiovanetti diranno che almeno il Vicariosa parlare, invece che io dovetti limitarmia gridare in ispagnuolo, nella grande cittàe collegio di Torino .

Gli facciano dunque belle feste, e si ral-legrino nel Signore .

Dica a' suoi giovani, de' quali alcuni ioconosco forse ancora, che si ricordino dime nelle loro orazioni, e specialmente nel-l'allegria, che proveranno all'arrivo de' mieiPellegrini .A' suoi Reverendi Sacerdoti raccomandi

che preghino molto per i loro fratelli diqui, i quali vanno aumentando di numeroe fanno molto bene .

Nel Congresso Nazionale trattasi di auto-rizzare il Governo, per accordarsi col SantoPadre intorno alla divisione dei Vescovadi .

Questa sarà propizia occasione, per isti-tuire un Vicariato Apostolico nella Pa-tagonia, da affidarsi alla cura de' suoi ze-lanti Missionarii .

Desidero ardentemente che questo si possaconseguire, ma non sono senza timore .

Le orazioni de' suoi buoni figliuoli pos-sono ottenere questa grazia, che sarà purefeconda di molti benefizi temporali .Continuerò a dare a V. R. notizie in-

torno a questo affare .I suoi Missionarii, come anche le Suore

di Maria Ausiliatrice, che sono attualmentequi, mi sono di grande aiuto e conforto .Ne rendo perciò lode al Signore, ed a V . R .ringraziamento e felicitazioni .

Augurandole una perfetta salute ed esitofelice nelle sue grandi imprese, pel benedelle aniline e per la gloria di Dio, ho l'o-nore di confermarmi

Di V . S . Reverendissima

Buenos Aires, 24 agosto 1881 . .

Obbl. Servo ed Amico+FEDERICO ANEIROS

ALTRA LETTERA DEL MEDESIMOin lingua italiana .

Non pago di aver scritto a D . Bosco la riferitaLettera nella sua lingua natia , l'ottimo e bene-volo Prelato un'altra ne aggiunse in lingua ita-liana, degna ancor essa di essere conservata nellecolonne del nostro Bollettino, ad argomento imperi-turo della insigne bontà del Pastore Argentino .

Buenos Aires, 24 agosto 1881 .

ILL .MO E REV M O D. Bosco,Ecco che va il mio Vicario Generale, Dottore

Espinoza , a farle una visita in mio nome , e aripeterle che i suoi figli continuano facendo delbene e molto in queste contrade .

Ai tre Preti, che già vi erano alla Patagonia,ne hanno aggiunto in questi giorni un altro, per ilgrande e profittevole lavoro, che hanno in quellelontane regioni .

Sempre ricordo con piacere i giorni trascorsinella sua dolce compagnia nel 1877, e la prego misaluti tanto D . Cagliero e gli altri Padri .

Mi raccomandi al Signore nei suoi santi Sa-crifizi ed orazioni, e mi creda con tutta stimaDi V. S . Rev.ma

Af.Mo Amico+ FEDERICO Arcivescovo di B . A .

IL NUOVO VESCOVO DI MONTEVIDEO .

Dal Bollettino del mese di dicembre, che i no-stri confratelli di America stampano in ispagnuolo,nell'Ospizio di arti e mestieri di S . Carlo a Bue-nos-Aires , riportiamo quanto segue

Mons . D. Innocenzo Jeregui , vescovo di Ca-nopo, or fa poco tempo , preconizzato vescovo diMontevideo , nel ricevere le felicitazioni che , anome di tutti i Salesiani, presentavagli il Reve-rendo D. Giacomo Costamagna , Superiore dellenostre Case di America, degnossi rispondergli conla lettera seguente

Montevideo, 29 novembre 1881 .Mio REV . PADRE .

Gradisco la lettera cortese che si compiacquemandarmi, per congratularsi meco della mia pre-conizzazione a questo Vescovato .

Vostra Riverenza sappia che i Salesiani occu-peranno sempre nel mio cuore un posto distinto,e che per loro io farò quanto sarà in mio potere,affinchè cresca sempre il numero di così buonioperai, ed il frutto delle loro imprese .

Desidero che V. S. mi usi tutta la confidenza,e mi manifesti quanto di bene posso io fare perloro ; poichè in tutto ciò, che da me dipende, essipossono contare sopra di me, come sopra di unbuon amico .

Involontaria dimenticanza fu la cagione, per cuinon l'ho ringraziata di avermi nominato Coope-ratore Salesiano , il che ora intendo di fare colprofessarmele sommamente grato .

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Degnisi salutare i suoi buoni fratelli , racco-mandando loro, che non si dimentichino di pregarela divina Provvidenza, la quale si compiacque dieleggere questo povero strumento per compire lemisericordiose sue opere, affinché io abbia la forzadi adempiere i miei doveri tanto gravi, e di sìgrande risponsabilità .

Disponga finalmente ora e sempre del suo

Aff mo Servitore ed Amico+ INNOCENZO M. Vescovo di Canopo.

IL QUARTO ANNIVERSARIO

della elezione del Santo Padre Leone XIII .

In un opuscoletto intitolato « Il più bel fioreossia la elezione di Leone XIII » uscito nel 1878dalla nostra tipografia di Torino , per cura delSac. Giovanni Bosco, a pagina 283 si leggevanoqueste parole : « Sono pochi mesi , dacché Leo-ne XIII siede sulla Cattedra di S . Pietro; eppurein sì breve spazio di tempo tante e così stupendefurono le cose da Lui operate ed intraprese a prodella Chiesa, che noi dovremmo comporre un grossovolume, se volessimo trattarne per singolo (1) . »

Ma oggimai, per dire delle grandi cose com-piute dal sapientissimo Papa, che ci governa, nongià un volume , ma molti se ne richiederebbero .Imperocchè, chi potrebbe narrare in breve le gran-diose ed importantissime opere da lui mandate fe-licemente a fine, in pro della Religione e della ci-vile Società, nei 4 anni, dacché Ei funge nel mondole veci di Gesù Cristo? -Imperversano per ogni dovele tempeste della persecuzione ; fiere ostilità dei civilipoteri, come spumeggianti marosi, infuriano e sbat-tono la navicella di Pietro, all'intento o di spin-gerla negli scogli, o travolgerla nelle onde ; mal'intrepido Pontefice quale esperto pilota la guidacon mano sicura, e rende vani tutti i conati delmondo insano . - Pregiudizi, false opinioni, er-rori di ogni specie tentano di produrre buio or-rendo nelle umane menti ; ma il Supremo Mae-stro colle mirabili sue Encicliche, colla sapientesua parola , qual faro luminoso, qual fulgido solediffonde per ogni parte raggi di alta e celeste dot- .trina, dirada le tenebre, e caccia la notte da moltiintelletti.- Uomini ribelli e sanguinarii cercano disovvertire i popoli e sconvolgere gli ordini sociali, -e per riuscire più facilmente nell'infernale divi-samento attentano alla vita dei re e dei principi ;ed il sommo Arbitro delle cristiane nazioni, Leo-ne XIII, colla sua autorevole parola mantiene nellafedeltà i sudditi, sfolgora le sétte sovvertitrici esanguinarie, e persuade i Moderatori della civilesocietà del bisogno, che essi hanno di appoggiarsialla Cattolica Chiesa, per rassodare il loro trono,per fard il bene dei loro popoli , è coll' alto suosenno e colla somma sua prudenza mena il piùgrande, il più potente degli odierni regnanti, qualè l'imperator della Germania, a mostrarsi, quantun-que protestante , benevolo verso l' Apostolica

(1) Si vende alla tipografia Salesiana di Torino a cen-tesimi 40 la copia .

Sede . - Si tace della prontezza e della saviezza,con cui Egli provvede di scelti ed egregi Pastorile vicine e le lontane Chiese . - Si tace dell'in-coraggiamento, dell'impulso, che Ei dà alle sacreMissioni tra le barbare genti . - Si tace dellemigliaia di fedeli, che col solo suo desiderio Egliattira in Roma, ad ossequiare la Cattedra di Pie-tro, dalle più lontane contrade del mondo . - Sitace delle maestose solennità, colle quali, circon-dato da centinaia d'insigni Prelati ed Eminentis-simi Personaggi, solleva all'onore degli altari eroied eroine della Chiesa Cattolica, mostrandola ma-dre sempre feconda di Santi e di Sante . - Si tacedelle sue generose limosine, e della paterna ca-rità, con cui solleva le miserie ed asciuga le la-grime di quanti nelle loro strettezze e tribolazionifanno a Lui ricorso .

Tutto questo ed altro per brevità si tace, ba-standocistandoci osservare per ultimo che il regnante Pon-tefice Leone XIII mostrasi simile a Colui , delquale . canta il profeta, che, quantunque abiti inalto, pure nella sua amorosa provvidenza e solle-citudine abbraccia le cose grandi, non meno chele umili : Qui in altis habitat , et humilia re-spicit in coelo et in terra .

Fra le cose umili in sulla terra , alle quali ilSanto Padre degnasi di rivolgere i suoi pensieri,si annovera la pia Società di S . Francesco di Sa-les e le Opere sue .

Per la qual cosa, l'amore alla Religione Catto-lica , la devozione all' Apostolica Sede , la rico-noscenza e la gratitudine ci obbligano a renderedi tratto in tratto vivissime grazie a Dio, che nellasua misericordia ci abbia dato un tanto Pontefice .Se questo atto di pietà verso Dio e verso la Chiesa,dobbiamo compierlo sovente lungo l' anno , tantopiù praticarlo dobbiamo nella fausta ricorrenza diquel giorno avventurato, in cui a questo gloriosis-simo Papa vennero consegnate le Somme Chiavi .

Quel giorno memorando è il 20 del correntefebbraio .

Pertanto è nostro vivo desiderio, che quel giornosia dai Salesiani e dai nostri Cooperatori e Coo-peratrici contraddistinto . A questo fine raccoman-diamo che ciascuno si faccia premura di udire lasanta Messa in quel giorno, e chi può si accostieziandio alla santa Comunione . Nelle nostre Chiesee Cappelle, dove s'impartisce la Benedizione colSS . Sacramento, la si faccia precedere dal cantodel Te Deum, avvertendone i fedeli e le personedella Casa il dì innanzi, che è giorno di Dome-nica. Alla sera poi si reciti in comune coi mem-bri della famiglia, o almeno da solo, un Pater ,Ave e Gloria, implorando sulla persona del Ro-mano Pontefice una speciale benedizione e prote-zione del Cielo, specialmente per quest'anno, chesembra gravido di serii avvenimenti . -

Cooperatori e Cooperatrici, sì, come Cattolici ecome Salesiani , diamo questa prova di ricono-scenza a Dio, e di venerazione e di amore al suoVicario in terra ; e teniamo a mente che gli os-sequii , le preghiere, e le consolazioni procurateal Papa, ci saranno ricambiate largamente da GesùCristo , non solo nella vita futura , ma ancoranella vita presente .

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I NAVIGANTI MISSIONARI SALESIANIAI LORO CONFRATELLI .

Abbiamo ricevuto notizie di una parte del viaggiodegli ultimi nostri Missionarii, e qui crediamo benedi comunicarle ai Cooperatori e Cooperatrici, chesappiamo aver pregato per essi .Da bordo del Piroscafo « La France »,

S . Vincenzo, 1° gennaio 1582 .

AMATISSIMI CONFRATELLI,

Il vostro buon cuore mi sia prodigo di scusa ecompatimento, se lasciai interrotta la narrazionedel nostro viaggio. Che volete? Ho fatto i contisenza l'oste . Non sapeva ancora per esperienza ;che il viaggiare per mare non è lo stesso che ilviaggiare per terra ., Infatti mentre io scrivo , latavola a cui m'appogio, ed ogni altra cosa chemi circonda, dondolano a meraviglia, ed un' ar-monia di nuovo genere risuona di tanto in tantoal mio orecchio . Il cupo rumore della macchina,il frangersi delle onde contro la nave, il beccheg-gio continuo della medesima, unito ai compassione-voli gemiti di chi viene tuttora costretto suo mal-grado a pagare il tributo a Nettuno, formano uncotal concerto, da sfidare il genio di un Rossini,e di quanti altri musici abbia dato alla luce lanostra cara Italia .

Noi però, fatta qualche piccola eccezione, stiamotutti di buon umore, godiamo ottima salute, e sequalche cosa abbiamo a soffrire ne ringraziamo ilSignore, che ci porge occasione di offrirgli leprimizie della nostra novella carriera . Ora però,che il mio stomaco si è alquanto assuefatto aquesto nuovo tenor di vita, continuerò alla megliola mia narrazione .

La partenza adunque da Marsiglia era fissatapel giorno 18 del decorso mese , ma si dovetteprotrarla al 21, avendo il bastimento bisogno diqualche riparazione . Così abbiamo avuto agio digodere della carissima compagnia dei nostri con-fratelli, e delle interessanti conversazioni dei buonisuperiori. Al mattino del 21 partimmo dal Col-legio di S . Leone, accompagnati sempre dall'ot-timo Sig. D. Lemoyne , dalla benemerita nostrabenefattrice Madama Iacques, dall'ispettore gene-rale delle Case Salesiane di Francia, il Sig . DonAlbera, e da altri superiori . Ciò, che molto cicommosse, fu il vedere come tante buone personevenivano continuamente a bordo , per stringerciun'ultima volta la mano, augurarci felice e pro-spero viaggio, raccomandandosi alle nostre poverepreghiere .

Alle ore 4 pom. lo sparo del cannone annun-ziava la nostra partenza, mentre dal porto mi-gliaia di persone ci salutavano, agitando in ariail loro fazzoletto . Fu questo un solenne momentoquel colpo di cannone era per noi l'assoluto di-stacco dai parenti, dagli amici e da ogni cosa piùcara . Per non lasciar travedere la mia commo-zione mi separai dai compagni, ponendomi a poppacon lo sguardo rivolto verso Marsiglia, immersone' miei pensieri .

Ciò che provassi in quell'istante è più facile cosea voi l' immaginarlo che a me il dirlo . Il labbroe impotente ad esprimere ciò, che sente un giovane

i cuore nel separarsi da un caro padre, da una te-nera madre, per recarsi in terre lontane e sco-nosciute. Quanto fu mai sensibile quella primamossa del bastimento! quanto significante quell'al-lontanarsi dal porto ! Mentre col volto tra le manioffriva a Dio il dolore, che provava per amor suo,mi sento battere leggermente sulla spalla e chia-mare per nome. Era la voce dell'amato sig. Di-rettore D. Luigi Lasagna, che m'invitava a con-templaretemplare l'imponente spettacolo, che presentava inquell'istante la natura . Nè s'ingannava : il cielosereno, il mare tranquillo, e gli ultimi raggi delsole cadente, ci predicavano la bontà e grandezzadi Dio, che tutti gli elementi fa servire a nostrobene e comune vantaggio . Contemplai in silenzioquella scena fino a sera , e allora tutti sentendopiù che mai il bisogno del divino Aiuto ci vol-gemmo verso il Santuario di nostra Signora dellaGuardia, che salutammo col canto dell'Ave MarisStella . Quell'atto di pietà verso Maria lenì lenostre pene, e ci riempì il cuore di celeste con-solazione . Oh! sì, quanto fu mai buona Maria connoi! Fin qui questa tenera Madre ci protesseamorosamente, e speriamo che ci accompagneràsino alla fine .

A bordo siamo trattati con mille riguardi ed atten-zioni tanto da parte dell'equipaggio, quanto dai pas-seggieri. Il sig . Romanès capitano del bastimento,fin dalla prima sera ci salutò cordialmente, dicendodi tenersi onorato, se in qualche cosa poteva esserciutile . Il sig . D. Lasagna, approfittando della bontàdi quel cuor generoso, gli esternò il desiderio dipoter celebrare la S . Messa, il che gli fu subitoconceduto, ed assegnata a tal uopo la sala di 1aClasse. Ad onor del vero devo confessare che unapersona sì cortese e sì religiosa, come questo ca-pitano, difficilmente si può rinvenire. Mi è dolceil ricordarvi il suo nome, affinché non lo dimen-tichiate nelle vostre preghiere . Sì, pregate cheil Signore lo benedica e lo protegga nei suoi pe-ricolosi viaggi .Il 22 arrivammo a Barcellona e ci fermammo

fino al mattino del 23 . Fin qui il viaggio fu assaiprospero, ma appena entrati nel golfo di Valenzail mare cominciò ad agitarsi fortemente, e nostromalgrado fummo costretti a provarne i tristi ef-fetti .

Fummo due, che abbiamo maggiormente sof-ferto, e sembravamo due cenci lavati . Finalmente,come Iddio volle, passato lo stretto di Gibilterra,cessò il vento, calmarono i flutti, e all'alba delS. Natale potemmo salire sul ponte per ascoltarela S . Messa .

Questo giorno di salute e redenzione per l'u-man genere, di consolazione e di gaudio pel cielo eper la terra, fu pure per noi un giorno di con-tentezza e di gioia . L'egregio sig . Capitano, com-preso egli pure da nobili e pii sentimenti, volleche la S . Messa si celebrasse sul ponte, affinchétutti potessero assistervi .

Dietro suo ordine parecchi marinai addobbaronocon molto gusto il ponte, erigendo a poppa un

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altare, sicchè pareva proprio di trovarsi in unaCappella . Alle ore 9 s'incominciò il S . Sacrifizio,durante il quale il carissimo nostro D . Giordanoeseguì parecchi mottetti, ed il sig . Delpiano cantòil SANCTUS del Bethoven . Intorno all' altare inmodesto e divoto contegno stava il Capitano contutto l'equipaggio, indi venivano i passeggieri innumero di circa mille. Oh ! come nel pericolol'uomo ravviva la fede, e sente imperioso il bi-sogno d'implorare l'aiuto del Cielo ! Come erabello e commovente vedere il ministro di Dio intutta la sua grandezza benedire un popolo navi-gante prostrato ai suoi piedi ! Quando l'uomo sivede in mezzo ad uno sterminato oceano, sospesotra cielo ed acqua, e separato dalla morte da po-chi palmi di fragil legno, sente di esser cristiano,e abbassando l'orgogliosa fronte implora umil-mente l'aiuto di Dio, che solo può comandare efarsi ubbidire dai venti e dal mare .

Celebrata la S . Messa, il sig . Direttore rivolsealcune parole di soddisfazione agli astanti, per ladivozione dimostrata, e per aver dato una sì bellaprova di attaccamento alla Religione cattolica .Ringraziò il sig . Capitano per aver concorso econ l'opera e colla presenza a rendere sì solennela festa, e terminò coll'augurare a tutti buonefeste e prospero viaggio. Il resto poi di sì belgiorno fu da noi impiegato in pie letture e can-tici sacri . Alla sera il mare cominciò nuovamentead agitarsi per modo, che al mattino seguente il solosig. Direttore potè celebrare la S . Messa . Però tutticercavano farsi coraggio e far onore alla tavola .

Martedì 27 ci alzammo, e grande fu la nostrasorpresa nel vederci lontani solo qualche migliadalle isole Canarie , che costeggiammo tutto ilgiorno, quantunque il piroscafo fili giornalmenteda 260 a 280 miglia :

Giovedì 29 il caldo cominciò a farsi sentire ,ma fummo compensati dalla tranquillità del mare .Venerdi 30, circa le ore 8 di sera, entravamo nelporto di S . Vincenzo, la cui vista mi contristònon poco, per la grande miseria che vi regna .Mi riservo per un' altra volta il dirvi qualchecosa dei costumi e delle orride bellezze di que-ste rocche, che sembrano eruzioni vulcaniche .

Stiamo tutti bene di salute . Continuate a pre-gare per noi e credetemi tutto

Vostro affezio.m ° Confratello in G. C.DOMENICO A .

ALTRA LETTERA DEI MEDESIMI .,

Mentre uno dei Missionarii inviò la riferita let-tera ai suoi Confratelli, un altro scrisse eziandioal Direttore della Casa di S . Benigno, dalla qualepartiva la maggior parte dei Missionarii peralla volta dell' America . La pubblichiamo altresìper completare le notizie del loro viaggio sino alleisole del Capo Verde .

Da bordo del bastimento « La France > 1 gennaio 1352 .

MOLTO REV. SIG. DIRETTORE,Siamo giunti all'isola di S. Vincenzo, avendo

avuto continuamente un bellissimo tempo . Pre-ghiamo il Signore che ce lo dia sempre così .

La ringrazio e prego a voler ringraziare i nostricompagni delle preghiere che hanno fatto e fanno pernoi ; ne la ringrazio anche da parte del nostro si-gnor Direttore D . Luigi Lasagna, e di tutti i mieiconfratelli, che sono su questa nave .Di preghiere abbiamo un grande bisogno. Ci

troviamo in uno stato di vita affatto nuovo per noie difficile, tra gente sconosciuta, la quale benchèci tratti con molta cortesia, perchè così richiedela buona creanza e sopratutto il réglement de bord,tuttavia non tutti ricevettero una cristiana edu-cazione. In mezzo ài nostri timori e pene una cosaci consola, ed è il sapere che in tutte le nostrecase si fanno preghiere, e che principalmente nelnostro caro nido, nella Casa di S . Benigno, abbiamoi nostri compagni, i quali non solo pregano, ma fannoancora delle Comunioni per noi . Oh ! il Signoreli ricompensi di tutto .

Come la S. V. avrà potuto rilevare dalla let-tera del caro Domenico, il nostro viaggio ci riuscìfinora favorevole . Mare sufficientemente tranquillo,cielo sereno, e il beccheggio ed ondulazione dellanave, che prima ci fece patire alquanto, ora pareconvertito in un sollazzo . I passeggeri ci trattano -molto cortesemente , ed il sig . Capitano ci vuolmolto bene,

Le dirò ora come si passa da noi la giornatain questa casa ambulante .

Studio e ricreazione ad libitum . Nessuna cam-pana c'invita al dovere, fuorché quella del pranzo,,per chi si sente appetito . Al mattino verso le sei,ora in cui comincia a farsi giorno e rischiararsila nostra gabine, ci leviamo l'uno dopo l' altro,e fatti alcuni passi sul ponte ci ritiriamo in unsalotto di 1 a classe a compiere le nostre pratichedi pietà . Vi si celebrano tre Messe e si fa datutti la S . Comunione . Quindi abbiamo tutto ilgiorno a nostra disposizione . Alle 10 vi ha il dé-jeuné, alle 5 di sera pranzo , e fino alle 10 ri-creazione ; dopo la qual ora si spengono i lumi echi ne ha voglia va a dormire . Alle 8 della serail nostro caro Direttore D . Lasagna ci dà per trequarti d'ora lezione di lingua Spagnuola, che sottola sua guida impariamo facilmente .

Caro signor Direttore, continui a pregare e afar pregare molto per noi . Dal nostro canto noioffriamo al Signore il vivo desiderio, che abbiamodi lavorare presto per Lui . Esaudisca Egli le loroe le nostre suppliche, affinchè ci possiamo man-tenere saldi nella nostra vocazione e nel suo di-vino servizio , guadagnare al dolcissimo Cuor diGesù tante anime, quante bastino per empiere ilParadiso, e attirare alla cara nostra Mamma Ma-ria Ausiliatrice molti divoti, farla cioè cònoscereed amare da migliaia e milioni di persone .

Ottimo signor Direttore, accolga i nostri cor-diali ossequii , favorisca di estenderli ai nostriprofessori, e di salutare tutti i nostri Confratellidella Casa di S. Benigno .

Sub aff.mo ed ubb.mo in G. C.M . TEODORO .

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PARTENZA Dl MISSIONARII DA MILANO .

In Italia non è solamente la città di Torino,che assiste di tratto in tratto al giocondo spet-tacolo della partenza di Missionarii, i quali vannoa portare la fiaccola del Vangelo e la cristianaciviltà ad infedeli e barbare nazioni , ma tra lealtre la cattolica Milano altresì viene assai dispesso edificata da un fatto consimile .

Esiste in detta religiosa città un Seminario,che prende il nome da s . Calocero, sapientementegovernato da Mons . Giovanni Marinoni, dove sieducano novelli apostoli per le missioni estere, edonde appunto di quando in quando prendono lemosse Sacerdoti e Catechisti per la evangelizza-zione dell'Asia . In quell'occasione si celebra unaapposita funzione, che vi attira moltissima gente,e produce negli animi mirabili effetti . Una diqueste venne compiuta il 28 dicembre dell' annoprossimo passato nella Chiesa di s . Calocero, conmolto concorso di popolo . A comune edificazionedei nostri Cooperatori e Cooperatrici intendiamo ,d'infiorare le pagine del nostro periodico dellarelazione sull' accennata cerimonia, che trovammobellamente descritta nell'Osservatore Cattolico diMilano, nel suo N . ° 295 .

« Il bisogno di ritemprarci l'animo a spettacolidi fede e di carità, così il prelodato giornale, eil dovere di attestare ai coraggiosi campioni, chepartivano oggi per le Missioni dell'Asia, e spe-cialmente al giovane catechista Ubaldo Zambelli,già compositore nella nostra tipografia, la nostraammirazione, ci chiamavano stamane nella Chiesadi S. Calocero, ove Monsignor Riboldi Vescovodi Pavia celebrava la funzione del commiato .

» I medesimi sentimenti avevano guidato allostesso convegno molti altri, non pochi ecclesia-stici, i parenti e gli amici dei novelli eroi, i fer-vidi promotori della propagazione della fede, ondela Chiesa era zeppa, e il contegno degli astantiera ispirato dal sublime concetto, che del sacri-ficio ne dà la fede .

» Il Zambelli distingueva, tra i convenuti, i suoicompagni dell'Oratorio di S . Carlo, i suoi colle-ghi d'officina, i socii della Società Cattolica diMutuo Soccorso, che in buon numero vollero dar-gli l'estremo saluto , ed esultare dei frutti pre-ziosi, che l'operaio cattolico può raccogliere dallavoro, purché lo indirizzi alla gloria di Dio ed ial bene dell'anima. La Birmania Orientale è re-gione affatto nuova, dove il Missionario deve por-tare colla fede i più elementari insegnamenti dellavita civile e sociale . Per facilitare questo doppiolavoro agli scarsi Missionarii era indispensabileil sussidio di libri, che riproducessero la lingua iindigena, e i confronti colle altre lingue parlatee scritte ; e di qui il pensiero di una tipografiain luogo , e l'incarico offerto al Zambelli, e daesso con slancio accettato, di recarsi fin là a di-rigere l'impianto e in seguito l'andamento della itipografia medesima . Già la macchina e gli at-trezzi svariatissimi della professione provvisti aMilano furono spediti innanzi ; e così , dopo unviaggio di un mese e mezzo almeno , appenagiunto, egli si metterà all'opera . Ci sembra che

questi titoli giustifichino appieno l'esultanza nostrae dei molti amici del giovane operaio .

» Con lui erano quattro Sacerdoti, dei qualigià accennammo i nomi e le destinazioni . Unaltro, che per salute aveva lasciato la Missione,ritorna con loro al campo, solo temporariamenteabbandonato . L'eletto drappello assisteva alla Messaletta da Mons . Riboldi, che ad uno ad uno con-segnava il Crocifisso, guida sicura e conforto aifedeli nelle loro pellegrinazioni ; indi rivolgevaad essi un opportunissimo discorso, commentandoil vangelo del giorno . Nell'Angelo, che avvertiGiuseppe di recarsi in Egitto (era la festa dei SantiInnocenti), riscontrò il degnissimo Superiore delSeminario, che li animava a . partire ; nel Surgedetto dall'Angelo a Giuseppe, la voce della divinavocazione, che a ciaschedun d'essi diceva : Sorgi,prendi il Bambino e sua Madre e porta il loronome, il nome di Gesù e di Maria, al di là deimari, in un Egitto ravvolto nelle tenebre dell'i-dolatria ; nella condizione : Fuggi in Egitto e fer-mati colà, finché ti avviserò, la fermezza indi-spensabile nell'esercitare l'apostolato . Dalla qualfermezza riscontrò la ragione nel vangelo stesso,dove dice, che Erode cercava del Bambino perfarlo morire ; essendo infatti in Asia ed in Eu-ropa uomini astuti e uomini feroci, che cospiranocolla violenza o coll'insidia a togliere Gesù dalinondo. Li esortò nell'eseguire la loro missioneed imitare Giuseppe, che svegliatosi prese di notteil Bambino e la Madre di lui e si ritirò in E-gitto, essendo puntuali, fervorosi, e non mai tran-quilli, finché rimanga sulla terra un idolo, che siusurpi le adorazioni che a Dio competono . Quindi,continuando l' omelia, il ven.do Oratore domandò:« Voi andate, ed a noi che restiamo che cosa dite ? »E soggiunse: « Voi ci date una grande lezioneintorno alla preziosità della fede, della quale ab-biamo gran bisogno, perché la fede da noi è as-salita dalle plebi e dai poteri . . . . e nuove perse-cuzioni le si preparano ancora, per causa deimoderni Erodi, gli uomini dell'umana astuzia, egli increduli feroci, che mandano ad uccideretutti i fanciulli che sono in Betlemme .

» Non si congiura alla vita morale della gio-ventù, sottraendola all'istruzione ed educazionereligiosa? E per tal modo non si strappano, conun nuovo genere di barbarie, i fanciulli dalle gi-nocchia delle loro madri credenti , per gettarli ,dopo averli svenati, nel torrente della rivoluzione?E non si fa questo, proprio tenendo conto di quantohanno rilevato dai Magi, che si studiano di neutra-lizzare direttamente aduna ad una le opere istituitedalla Chiesa a bene della gioventù, e fino li ab-biam visti a riprodurre a loro modo ed al loro in-tento varie di quelle opere stesse, come le scuole not-turne , gli oratorii festivi , le associazioni, ecc . ?

» Nè soddisfatti di questa strage d' innocentì,ne hanno ideata un'altra, quasi a riscontro dellanarrazione evangelica, che gli uccisi da Erode e-rano di due anni, di due epoche : alla strage de-gli innocenti della Chiesa militante hanno volutoaggiungere la strage degli innocenti della Chiesatrionfante . Chi non rammenta con dolore e conraccapriccio la strage, che nella notte del 13 lu-

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glio si è ideata e compiuta intorno a quell'inno-cente e santo uomo, che fu Pio Nono? Chi non inor-ridisce al leggere le orribili cose, che si sonoscritte contro i quattro Santi canonizzati questoanno nel giorno dell'Immacolata ? Chi non si sentestraziato nel più vivo del cuore all'udire, che suiteatri si fa strage delle sante Scritture, e fin'ancodel Santo Precursore ? Sono davvero queste stragile più barbare, che si fanno degli innocenti i piùamabili e venerabili , di quegli innocenti, chehanno resa la più bella e la più solenne testimo-nianza a Gesù Cristo . La madre di questi santiha alzati i suoi gridi, ha de' suoi gemiti fattorisuonare le vicinanze , e si è compiuto tra noialtra volta ciò che fu predetto dal profeta Ge-remia che dice : Voce si è udita in Rama ;pianto ed ululato molto : Rachele piangente isuoi figli, e non volle essere consolata, perchèpiù non sono . La Chiesa da mesta Rachele piangei figli uccisi, i giovani che si perdono e gli in-sulti, che si fanno ai Santi ed alle cose sante ; enon sa trovare consolazione, perché non vede comemetter rimedio a tanti mali, o piuttosto come in-durre gli nomini ad approfittare dei rimedii, cheesibisce pei mali stessi . E specialmente dal mezzodi Roma, dall'alto della Chiesa risuona forte unavoce, la voce del Vicario di Gesù Cristo, cherivendica alla Chiesa i suoi diritti, e tenta di ri-trarre la società europea dall'abisso , verso delquale essa cammina . Ma chi mai degli errantisi commove a quella voce ? . . . Chi non sente ilpericolo in cui si trova la fede in mezzo a noi?Chi non sente il bisogno di maggiore sollecitu-dine per salvare il patrimonio della fede ? Questigiovani Missionarii ci insegnano come non si hannoda risparmiare sacrificii per l'onore della fede . . .I gemiti della Chiesa e del Capo di essa, se noncommovono i nemici, commovano almeno i figli,i buoni fedeli, il clero . . . .

» Rivolgendosi quindi ai Missionarii : « E que-sti gemiti risuonino anche nei vostri cuori, o carigiovani : rammentate le perdite e i dolori dellaChiesa per ripararli ; dite anche ai popoli dell'A-sia che in Italia si maltrattano i Santi, e si in-sultano e si bestemmiano ; onde invitarli a com-pensare queste offese, a pregare il Signore, perchémetta fine a questa desolazione della Chiesa, e ci

conceda di veder presto il trionfo della Religione . »» Rispose l'anziano dei Missionarii, Sac . An-

tonio Zulberti, commentando l'euntes docete, dalquale trasse la natura, l'importanza e i caratteridella missione apostolica ; ringraziò il reverendis-simo Prelato Monsignor Riboldi e il SuperioreMons. Marinoni, e salutò tutti .

» Col canto del Veni Creator Spiritus e del Be-nedictus la pia comitiva si mosse processional-

mente verso alla porta, dove stavano preparate levetture . I giovani Missionarii non senza difficoltà,per l'ansietà delle persone che volevano salutarli,stringer loro la mano o baciare il Crocefisso, sa-lirono sui legni, e fra le acclanrazioni, e le la-grime, partirono per la stazione centrale . Stas-sera saranno a Venezia, dove si imbarcherannoper le Indie . Dio benedica i passi loro, che vannoad evangelizzare la pace . »

OFFERTE

per la Chicsa (lei Sacro C1 ;ore di Gesù in Rowa.

Lo spazio de] Bollettino non ci permette ditutti registaro i nomi dei Cooperatori e delleCooperatici , che ci prestano la mano nella ere-zione delta Chiesa del Sacro Cuore di Gesù inRoma . Per altra parte essi nell'attendere a qui+-

i sto atto di carità e di religione non desideranopulito di essere segnalati al pubkdico, paghì choli conosca Iddio, e cine il divin Salvatore faccialoro un posto nel dolcissimo suo Cuore .

Tuttavia, per non celare ai nostri lettori tuttigli atti di carità, che vanno compiendosi a que-sto riguardo da molti Contratelli e Consorelle ,facciamo qui cenno di alcuni di essi , tacendo ilnome dei pii oblatori . Quindi notiamo che ab-biamo, tra vario altre, ricevuta l'offerta di L . 60dalle Cooperatrici di Acqui ; un'altra di L . 153da Galbiate in Brianza ; una terza di L . 500da un anonimo Luganese, che segnasi colle ini-ziali F . F .

Ci troviamo poi d'innanzi una lettera, inviata aD. Bosco da tre pie sorelle della Diocesi diNovara, la quale merita che noi la pubblichiamoper intiero a gloria del Sacro Cuore di Gesù, ead incoraggiamento dei suoi divoti . Essa é deltenore seguente .

Dal Novarese, 28 dicembre 1881 .

MOLTO REV. D. Bosco .Leggemmo con piacere nel Bolettino Salesiano

gli encomii giustamente tributati al Monferrato,ed in modo particolare alla città di Casale, anoi cara per mesti e soavi ricordi ; non che inobili e generosi attestati di rispettosa fiducia,che la Paternità Vostra Reverenda riceve datutte parti, in favore della Chiesa ed Ospizio delSacro Cuore di Gesù in Roma .

E dovere dei figli soccorrere il Padre , chetrovasi in bisogno . Pertanto, malgrado l' umilenostra posizione ed i modesti, anzi tenui mezzi,che abbiamo a nostra disposizione, nullameno fi-denti nell' inesauribile divina Provvidenza , chemai non ci mancò, noi non esitiamo a rinnovareun sacrificio fatto già altra volta, dieci anni orsono, per amor di Dio . Quindi Le mandiamo pertale scopo l' eguale somma in lire mille e cin-quecento .L'amabilissimo Cuore di Gesù , al cui onore

ben volentieri noi facciamo questo umile sacri-fizio, degnisi dì aggradirlo, ed oltre le segnalategrazie già concesseci, voglia darci ancora tuttequelle, che ci sono necessarie per la eterna sal-vezza delle anime nostre .

La povera scrivente , colpevole forse di avereimpedita una vocazione religiosa , e quindi op-pressa da tale terribile risponsabilità, e da altripatimenti morali, ha propriamente tutto il biso-gno della infinita misericordia di Dio , onde nonperdersi eternamente .

Mentre ci raccomandiamo caldamente alla ca-rità delle sue preghiere , facciamo ardenti voti

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nalmente che S. Leone Magno fece bruciare inRoma stessa i libri dei Manichei, e via dicendo .

Così praticò la santa Chiesa e specialmente ilsupremo Maestro fin dai primi secoli cristiani .In appresso e soprattutto dopo la invenzionedella stampa, avvenuta verso l'anno 1440, facen-dosi ogni di più grande il pericolo, che si spar-gessero tra i fedeli libri perversi contro la fedee i sani costumi, od anche solo pericolosi, il Pon-tefice Paolo 711, l'anno 1512, stabilì in Roma laCongregazione composta di Cardinali ed altri uo-mini dotti, chiamata del Santo Officio e della Ge-nerale Inquisizione, alla quale diede l'incarico diesaminare e proibire i libri cattivi . Questa poi nonbastando al gran cómpito, san Pio V . un' al-tra ancora ne instituì, detta la Congregazione del-l'Indice, perché incaricata d'indicare i libri nocivi,e registrarli nell'indice, o catalogo dei libri proibiti .

E fuori d'ogni dubbio che i decreti di proibi-zione, emanati da questa Sacra Congregazione anome del Sommo Pontefice, obbligano sotto pena dipeccato mortale tutti i fedeli Cristiani ; vale a direniuno, senza una legittima licenza, può leggere odanche solo ritenere presso di sé un libro proibitodalla Sacra Congregazione dell'Indice .

Premesse queste nozioni , giova avvertire cheil 5 dicembre dell' anno scorso fu emanato unodi questi decreti , col quale vennero proibiti emessi all'Indice varii libri malvagi .Nella medesima circostanza la stessa Sacra

Congregrazione diede pure a due quesiti un' au-torevole risposta, la quale riesce di grande im-portanza, e porta una gran luce sopra una gravequestione, agitatasi in questi ultimi tempi moltocalorosamente nelle scuole, e nella pubblica stampa .Si disputava ancora poc'anzi se, quando la SacraCongregazione dell'Indice ha preso ad esame un li-bro, e lo ha dimesso, cioè non proibito, questolibro dovesse riguardarsi siccome scevro da ognierrore contro la fede ed i costumi, oppure no ; ese si potesse ancora in coscienza dai privati e daidotti impugnare e censurare siccome cattivo epericoloso, oppure non fosse più lecito di ciò fare .

La Sacra Congregazione dell' Indice risolse laquestione, e giova sperare che una sì grande Au-torità sia per essere da tutti ascoltata , e chesuccederà in proposito una durevole pace, special-mente dopo l'opportunissima Lettera del Santo Pa-dre, agli Arcivescovi e Vescovi delle provincie di Mi

-

lano, Torino e Vercelli, in data del 25 scorso genn .Ecco intanto in latino ed italiano la seconda parte

del citato decreto, che riguarda la controversia .Die et mense praedictis proposita fuerunt

sequentia dubiaI. Utrum libri ad Sacram Indicis Congrega-

ticnem delati et ab eadem dimissi , seu nonprohibiti , censeri debeant immunes ab ornierrore con tra fidem et mores .IT. Et, quatenus negative, utrum libri dimis-

si , seu non prohibiti a Sacra Indicis Congre-gatione, possint tusn philosophiae tum theologiaecifra temeritatis notava impugnari .

Eadem Sacra Congregatio responditAd primum, negative .Ad secundum, affirmative,

pel prospero successo delle buono e pie sue im

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prese, e con tutto il rispetto e venerazione cirassegnamo

Devot .me in Cristo GesùN. N. Cooperatrici

Sì, il Sacratissimo Cuore di Gesù benedica que

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ste pie sorelle , ed ogni altro offerente , e sialoro rifugio, consolazione e pace .

LA SACRA CONGREGAZIONE DELL'INDICEE I LIBRI PROIBITI E I LIBRI DIMESSI .

Padri e madri, ed ogni capo di società ben co-stituita , hanno il diritto e il dovere di promuo-vere il benessere dei loro soggetti, e allontanareda essi quello, che loro nuore. Ciò viene concessoed imposto dalla stessa legge naturale .

Or bene, quello che concede ed impone la leggedi natura a tutti i superiori, il concesse ed im-pose Gesù Cristo alla sua 'Chiesa, ai Vescovi, esoprattutto al Papa, incaricato di reggere e go-vernare la famiglia, la Società cattolica . Quindila Chiesa insegnante, e il Romano Pontefice hadivinamente il diritto e l'obbligo di presentare aifedeli di Gesù Cristo buoni pascoli, cioé le veritàda Lui rivelate da credersi e da praticarsi ; hail diritto e l'obbligo di allontanare dai medesimigli errori circa la fede ed il buon costume ;il diritto e l'obbligo di proibire, tra le al-tre cose, la lettura dei fogli e dei libri, conte-nenti principii e dottrine false od anche solo pe-ricolose, contrarie alla divina Religione e allasana morale .

La Chiesa prese ad esercitare questo suodiritto o compiere questo suo dovere fin daisuoi primordii . Per tacere di molti altri fatti ,negli Atti degli Apostoli si racconta che, allapredicazione di S . Paolo in Efeso, molti dei cre-denti, i quali possedevano libri, contenenti diabo-liche dottrine, convinti del loro obbligo, li por-tarono a furia e li bruciarono in presenza ditutti : Multi autem ex iis , qui fuerant curiosasectati, contulerunt libros, et combusserunt co-ram omnibus (XIX, 19). - I Santi Padri nei loroscritti ci sono pure testimonii della somma cura,che ponevano i primi Vescovi nello strapparei libri cattivi dalle mani dei Cristiani . Tali li-bri, scriveva verso l'anno 250 S . Cipriano a S . Cor-nelio Papa, non tolleriamo che siano letti pressodi noi :Talia..., legi apud nos non patimur .- Chiunque poi sia anche per poco istruito nellastoria ecclesiastica sa che, nel Concilio Niceno,l'anno 325, i 318 Padri condannarono solenne-mente e decretarono al fuoco i libri dell' empioeresiarca Ario, che negava la Divinità di NostroSignor Gesù Cristo ; in quello di Efeso, l'anno 431,furono condannati gli scritti del sacrilego Nesto-rio, che impugnava la divina Maternità di Ma-ria, pretendendo cbe Ella non fosse e non dovessechiamarsi Madre di Dio ; in quello di Calcedonia,nel 451, furono proibiti gli scritti di Eutiche, cheimpugnava le due natura in Gesù Cristo ; e fi-

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E in volgare significa : - Nel giorno e mesepredetti furono proposti i seguenti dubbii :

1. Se i libri denunciati alla Sacra Congrega-zione dell'Indice, e da essa dimessi, cioè non proi-biti, debbansi considerare immuni da ogni errorecontro la fede ed i costumi .

2. E, in caso negativo, se i libri dimessi cioènon proibiti dalla Sacra Congregazione dell'Indicesi possano impugnare tanto filosoficamente quantoteologicamente, senza pericolo d'incorrere nellanota di temerità .La stessa Sacra Congregazione rispose : Al

primo quesito, negativamente ; (e quindi ne segueche i libri dimessi o non proibiti possono conte-nere errori contro la fede ed i costumi) . Al se-condo quesito rispose affermativamente ; (dondene conseguita che i libri dimessi o non proibitisi possono impugnare o combattere anche comecattivi e pericolosi, senza commettere alcun pec-cato nè mortale nè veniale) .

STORIA DE LL' ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES

PARTE SECONDA .

CAPO V .

Il coléra - Sua comparsa in Torino - Bell'atto delMunicipio - Il buon pastore - Discorso e parolememorande - Virtuosa condotta dei giovani - Fi-gli degni del padre - Opportunì ammaestramenti- I giovani infermieri - Utile servizio - La to-vaglia per lenzuolo - Pubblico elogio .

L'anno 185! molte provincie, città e borgatedegli Stati Sardi, furono colpite da grande sven-tura . Un morbo micidiale, chiamato coléra, uscitodalle Indie, dove regna continuo, dopo aver per-corso varie contrade d'Europa, penetrava in Ita-lia, in Liguria, in Piemonte, menando per ognidove orribile strage . Nel mese di luglio esso in-vadeva la città di Genova, dove nello spazio didue mesi toglieva la vita a circa tre mila per-sone .

Terribili erano i sintomi e gli effetti dell'a-siatico morbo , sicchè incuteva spavento ai piùcoraggiosi . Era generalmente preceduto da inte-stini disturbi ; ma ad un tratto manifestavasi nel-l'assalito vomito e diarrea incessante . Opprime-valo un senso di grave peso allo stomaco ; gran-chii e contrazioni orribili lo straziavano a tuttele estremità delle membra . Gli occhi facevansiincavati e circondati da un cerchio di color dipiombo, languenti e senza vivacità ; il naso af-filato, il viso scarno e talmente alterato, da nonpotersi più riconoscere l'individuo. La lingua di-ventava bianca e fredda, la voce fioca, ed il par-lare appena intelligibile . Il corpo tutto assumevaun color lividastro, e nei casi più gravi divenivapersin ceruleo, e freddo poco meno che un cada-vere. Alcuni colti dal malore stramazzavano aterra, come colpiti da apoplessia fulminante ; al-

tri non sopravvivevano che poche ore ; pochipassavano le ventiquattro . Nei primi giorni del-l'invasione quanti erano i colpiti, altrettanti eranoi morti . In appresso in media sopra cento assa-liti ne soccombevano sessanta ; quindi è che, toltala peste , ninna malattia , sino allora conosciuta,presentava una mortalità così spaventosa ; anzi,se la peste uccideva un maggior numero di at-taccati, ciò non faceva per altro in così breve spa-zio di tempo come il coléra . Di qui ognuno puòargomentare la paura che tutti ne avevano .

Fomentava questa paura il sapere, che niun ri-medio erari trovato efficace contro il morbo esi-ziale, e la persuasione che esso fosse non soloepidemico, ma contagioso. Si aggiungeva il pre-giudizio del basso popolo, il quale s'incaponivanell'idea, che i medici somministrassero ai mà-lati una bibita avvelenata , cui in Torino davasiil nome di acquetta, e ciò allo scopo di farli piùpresto morire, e per tal modo scongiurare piùfacilmente il pericolo per se per gli altri .Prova poi della costernazione, che spargeva ne-

gli animi la comparsa del morbo distruggitore,era il cessare del commercio, il chiudersi dellebotteghe, il fuggire che tosto moltissimi facevanodal luogo invasato. Che più? In certi luoghi, ap-pena uno era assalito, i vicini e talora gli stessiparenti impaurivano siffattamente, che lo abbando-navano senza aiuto e senza assistenza, da renderenecessario, che si portasse presso di lui una qual-che persona caritatevole e coraggiosa, la quale purtroppo non sempre si poteva trovare . Fu talorapersino mestieri, che i becchini passassero per lefinestre o rompessero le porte, per entrare nellecase ed estrarne i cadaveri, che già mandavanoall'intorno orribile puzza . Insomma in alcuni paesisi sono visti ripetuti in quei giorni gli stessi fattidi terrore , che narransi avvenuti nello infieriredelle passate pestilenze, delle cui descrizioni sonopieni i libri degli scrittori antichi e moderni .

Ma il coléra non dava retta alla comune paura,che anzi, come nemico imbaldanzito dallo sbigot-timento dei suoi avversarii, procedeva innanzi dipaese in paese, di città in città, facendo nel suopassaggio innumerevoli vittime . I luoghi più sa-lubri, come le colline e le montagne , non eranoda lui risparmiati. Il 30 luglio, superati gli Ap-pennini, esso già si trovava sul territorio di To-rino, e nei primi giorni di agosto cominciava afare qualche vittima nei suoi sobborghi .

Appena comparso il pericolo di tanta disgrazia,il Municipio diede un bellissimo esempio di pietàa tutto il popolo . Il Sindaco Notta, dopo di avereabbracciate le richieste misure sanitarie, ed ema-nati opportuni provvedimenti a pro della popola-zione, volle altresì che si facesse ricorso alla Re-gina del Cielo, della quale in altre consimili stret-tezze erasi provato il valido patrocinio . Ordinòpertanto una funzione religiosa nel Santuario diMaria Consolatrice, a cui nel mattino del 3 ago-sto, insieme con una immensa folla di fedeli, preseparte an'apposita rappresentanza del Consiglio mu-nicipale . Il Sindaco ne dava egli stesso comuni-cazione all'Autorità ecclesiastica con una lettera,nella quale tra le altre leggevansi queste parole

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« Il Consiglio delegato, interprete del voto dellapopolazione di questa capitale, nella circostanzadella temuta invasione del coléra asiatico, ha as-sistito stamane ad una Messa, susseguita da Be-nedizione nella chiesa della Beata Vergine dellaConsolata, onde impetrarne il patrocinio . » E Ma-ria Consolatrice non ispregiò queste preghiere,poiché la terribile malattia, contro ogni aspetta-zione, infierì assai meno in Torino, che non intante altre città e paesi d'Europa, d'Italia e purdel Piemonte .

Ciò non ostante i casi da uno salirono a 10, a20, a 30 e poi sino a 50 e 60 al giorno . Dal 1°di agosto al 1° di novembre la città coi sobbor-ghi e territorio ebbe circa 2500 casi, 1400 deiquali seguiti da morte. La regione più afflitta fuquella di Valdocco, dove nella sola parrocchia diBorgo Dora furono in un mese 800 colpiti e 500morti . Vicino al nostro Ospizio vi ebbero dellefamiglie non solamente decimate, ma affatto di-strutte . In casa Bellezia , in casa Defilippi e incasa Moretta a pochi metri da noi, alcune fami-glie scomparvero in brevissimo tempo . In piùaltri siti del Regio Parco e di Bertola accadde ilmedesimo .

Or bene, nella invasione e nello imperversaredel fatal morbo così da vicino, e nello sbigotti-mento degli uomini più animosi, qual fu la sorte,quale fu l'opera dell'Oratorio di S . Francesco diSales ? Noi lo diremo brevemente .

Quando si sparse la notizia, che il malore co-minciava a serpeggiare in città, D . Bosco mostrossiper noi quale amoroso padre, quale buon pastore .Egli per non tentare il Signore usò tutti i mezzidi precauzione possibili, suggeriti dalla prudenzae dall'arte . Fece quindi ripulire il locale, aggiu-stare altre camere, diminuire il numero dei lettinei dormitorii, migliorare il vitto, sobbarcandosiperciò a gravissime spese (1) .

(1) In quei giorni la cattolica e benemerita A rm onia,avendo saputo la strettezza, in cui si trovava D . Bosco,faceva per lui e pei suoi giovanetti un caldo appello allacarità dei fedeli con questo breve, ma sugoso articolo

Soccorso all'Oratorio di S. Franc. di Sales .« A tutti è noto con quanto zelo e con quanta carità

il Sac . D . Giovanni Bosco si sacrifichi per l' istruzione eper l'educazione dei giovani dell'infima classe del popolo,i quali in generale sono abbandonati a loro stessi in fattodi educazione . E quale sia il risultato di quest' abban-dono, niuno meglio potrebbe dircelo . che i magistrati in-caricati di punire i delinquenti, i quali sono per la mag-gior parte spettanti a questa classe . Quanti delitti nonpreviene la carità del pio Sacerdote! A tutti è noto pari-mente che quest'Opera, sotto il patrocinio di S . Francescodi Sales . non ha altro modo di sostentamento da quelloin fuori, che le viene dalla carità delle persone dabbene,non ricevendo la medesima alcun sussidio di pubblicabeneficenza . Ognuno potrà di leggieri immaginarsi qualispese occorrano per mantenere ed alloggiare un centi-naio di giovani, massime in quest'anno, in cui la carezzadei viveri si fa sentire sopra tutte le borse . All'approssi-rnarsi del coler a , nuove ed urgenti spese furono necessarieper ripulire il locale, per diminuire nel medesimo sito ilnumero dei letti, e quindi riattare altre camere a quest'usodestinate , provvedere lingeria ecc . Sappiamo di buon iluogo che il buon Sacerdote, benchè sempre eguale a semedesimo, e riposantesi tranquillamente in quella Prov-videnza, che non viene meno agli augelli dell'aria ed alle

Ma non pago dei provvedimenti terreni, egli siappigliò di gran cuore a provvedimenti di granlunga più efficaci, ai provvedimenti celesti . Da per-sona degna di fede abbiamo saputo che, fin daiprimi giorni del pericolo, Don Bosco prostrato di-nanzi all'altare fece questa preghiera al Signore :« Mio Dio, percuotete il pastore, ma risparmiate iltenero gregge . » Poscia rivolgendosi alla Beatis-sima Vergine disse : « Maria, Voi siete Madreamorosa e potente ; deh ! preservatemi questi a-mati figli ; e qualora il Signore volesse una vit-tima tra noi, eccomi pronto a morire quando ecome a Lui piace . » Egli adunque poneva la suavita pei figli suoi .

Il 5 di agosto, festa della Beata Vergine dellaNeve, che in quell' anno cadeva in sabato, eglied una cert' ora della sera ci raccolse tutti in-torno a sé, e ci tenne un discorsetto , che col-l'aiuto dell'uno e dell' altro abbiamo potuto ri-cordare nella sua sostanza . « Come avrete giàudito, egli ci disse, il colora é comparso in To-rino, e vi furono già alcuni casi di morte . Moltiin città ne sono costernati, e so che non pochidi voi ne vivono in pena . Voglio pertanto sug-gerirvi alcune cose in proposito, le quali se voimetterete in pratica io spero che andrete tuttiesenti dal terribile morbo .

» Primieramente dovete sapere, che questo ma-lore non è nuovo nel mondo . Di esso già si faparola nei Libri Santi, nei quali Iddio ci avverte

delle cause primarie ,che lo producono.-Ilmolto mangiare, dice l'Ecclesiastico, cagiona ma-lattia, e la golosità conduce sino al coléra : Inmultis escis erit infirmitas, et aviditas appro-pinquabit usque ad CHOLERAM (2). - Ma Iddio,che ci fa indicare i germi fatali di questo morbo,ci suggerisce anche i preservativi per evitarlo .- Sii frugale , Egli ci dice, delle vivande, cheti sono messe 'davanti - Poco vino é sufficientead un uomo bene educato . - Altrove il Signoredà il rimedio, che vale più di ogni altro, e dice- Allontanati dal peccato, raddrizza le tue azioni,e monda il cuor tuo da ogni colpa .

» Ecco adunque, miei cari figli, i rimedii, chevi suggerisco per andare esenti dal coléra . Essisono pressoché i medesimi, prescritti dai medici :Sobrietà, temperane a, tranquillità di spirito ecoraggio . Ma come potrà avere tranquillità dispirito e coraggio chi é in peccato mortale, chivive in disgrazia di Dio, chi pensa che morendocade nell'inferno ?

» Io voglio poi anche, che ci mettiamo animae corpo nelle mani di Maria . Il colera sarà egliprodotto da cause naturali, come dall'infezionedell'aria, dal contatto e simili? In questo casonoi abbiamo bisogno di una buona medicina, chece ne preservi. Or qual medicina migliore e più

fiere del bosco, tuttavia si trova in gravi strettezze, ed èdisposto a qualunque sacrificio, piuttostochè abbandonarei suoi cari giovani, ora che più che mai abbisognano disoccorso . Non dubitiamo che le anime generose verrannoin aiuto dell'ottimo e caritatevole Sacerdote, alle qualiil medesimo si dichiara debitore di tutto ciò, che ha fi-nora adoperato a vantaggio della gioventù . » Così il cat-tolico giornale nel suo N° 95 dell'anno 1854 .

(2) Eccli . XXXVII, 33 .

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efficace, che la Regina del Cielo, chiamata dallaSanta Chiesa salute degli informi, Salus infir-morum? Oppure il morbo micidiale sarà piut-tosto un flagello nelle mani di Dio, sdegnato poipeccati del mondo ? E allora noi abbiamo bisognodi un' avvocata eloquente, di una madre pietosa,la quale colla sua valida preghiera, colla soavitàdel suo amore ne plachi lo sdegno, ne disarmi lamano, e ci ottenga misericordia e perdono . E Ma-ria è appunto questa avvocata, é appunto questamadre : Advocata nostra ; Mater misericordiae ;vita, dulcedo et spes nostra .

» Nell' anno 1835 questa istessa malattia fecepure la sua visita a Torino, ma la Vergine San-tissima ne la cacciò ben tosto . In memoria di que-sta grazia la città di Torino innalzò la bella co-lonna di granito, colla statua di marmo biancodella B. Vergine in cima, che noi vediamo tut-tora stilla piazzetta del Santuario della Consolata .Chi sa che Maria non sia per difenderci nuova-mente in quest'anno, allontanando da noi questorio malore, o almeno non lasciandolo infierire contanta forza tra noi?» Oggi è festa della Madonna della Neve, e

domani comincia la novena della più bella solen-nità, che la Chiesa celebri in onore di Maria San-tissima ; solennità, che ci ricorda la sua placidis-sima e santa morte ; solennità, che ci rammentail suo trionfo, la stia gloria, la sua potenza inCielo . Io raccomando che domani ognuno di voifaccia una buona Confessione ed una santa Comu-nione, affinché io possa offrirvi tutti insieme aMaria, e pregarla a riguardarvi e proteggervicoma figli suoi dilettissimi . Lo farete voi ? - Sì,sì, fu risposto da tutti ad una voce .

Qui Don Bosco si fermò un istante, e poi, ri-presa la parola, proseguì con un tono, che nonsapremmo spiegare. Disse adunque e conchiuse« Se voi vi metterete tutti in grazia di Dio , enon commetterete alcun peccato mortale, io vi as-sicuro, che niuno di voi sarà tocco dal colora ;ma se mai qualcuno rimanesse ostinato nemico diDio, o, quel che è peggio, osasse offenderlo gra-vemente, da quel momento io non potrei più es-sere garante nè per lui, né per qualunque altrodella Casa . » Così D. Bosco la sera del 5 agostodel 1851 .

La penna é inetta ad esprimere l'effetto in noiprodotto da queste parole memorande . Parte inquella sera istessa, parte al domattino, tutti i gio-vani dell'Ospizio, con parecchi altri dell'Oratoriofestivo, andarono a confessarsi e a fare la Comu-nione ; e forse non mai in vita nostra abbiamocompiuto queste pratiche di pietà con maggiorfervore di divozione . Da quel giorno in poi la con-dotta religiosa e morale dei giovani dell'Ospiziofu di una tale edificazione ed esemplarità , chenon si sarebbe potuto aspettare di più. Preghiera,frequenza ai Sacramenti, lavoro, obbedienza, ca-rità, timor di Dio erano portati al più alto gradodi perfezione . Soprattutto si aveva tanto timoredi commettere peccati, che appena uno avesse dettauna parola o fatta un'azione, la quale gli paresseoffesa di Dio ancorché leggiera , correva tosto aconfidarla a D . Bosco, e a domandargli opportuno

consiglio e conveniente penitenza . Specialmentealla sera dopo le orazioni tutti lo circondavano,per esporgli i proprii dubbii, o manifestargli lepiccole mancanze della giornata ; e talvolta il pa-ziente Sacerdote stava in piedi un'ora ed anchedi più, per udire e l' uno e l'altro, assicurando,confortando, consolando e mandandoci a dormiretutti contenti e tranquilli . Era quello uno spet-tacolo, che muoveva alle lagrime , e dava il piùchiaro indizio della nettezza di cuore , che cia-scun giovane voleva conservare per Dio .

Anche i giovani, che frequentavano solamentel'Oratorio festivo, presèro a menare una vita moltovirtuosa . Nei giorni del Signore si portavano puntual-mente alle sacre funzioni, e si accostavano nume-rosi ai Santi Sacramenti ; lungo la settimana poierano di esempio a quanti li vedevano e pratica-vano .

Intanto i casi di colera facendosi in Torino enei sobborghi ogni dì più frequenti, furono creatidei lazzaretti, per raccogliere i colerosi, che nonavessero mezzi di assistenza e di cura nella pro-pria casa. Due di questi ospedali improvvisativennero stabiliti nel Borgo S . Donato, che allorafaceva ancor parte della parrocchia di Borgo Dora .Ma se al Municipio torinese riusciva facile fon-dare qua e colà dei lazzaretti, tornava poi diffi-cilissimo il trovare delle persone, le quali ancheper paga volessero prestarsi a servire gli amma-lati nei medesimi o nelle case private . Anche ipiù coraggiosi temevano di contrarre il malore,e rifiutavano di esporre a cimento la propria vita .Allora fu che alla mente di D . Bosco balenò ungran pensiero ; pensiero, che gli suggerì: una ge-nerosa e nobile risoluzione .

Dopo essersi per parecchi giorni e parecchienotti prestato qua e, colà all' assistenza dei cole-rosi, insieme con alcuni Sacerdoti di Torino ad-detti al nostro Oratorio ; dopo di aver veduto coiproprii occhi il bisogno, in cui molti malati sitrovavano, D . Bosco un giorno radunò i suoi gio-vani e fece loro una tenera parlata . Egli ci de-scrisse lo stato miserando, in citi versavano tantipoveri colerosi, alcuni dei quali soccombevano permancanza del pronto e necessario soccorso . Cidisse il bell'atto di carità, che si era il consa-crarsi in loro sollievo ; che il divin Salvatore a-veva assicurato nel santo Vangelo di riguardarecome fatto a se stesso il servizio prestato agliinfermi ; che in tutte le epidemie, e nelle stessepestilenza vi erano sempre stati dei Cristiani ge-nerosi, i quali avevano sfidata la morte allato de-gli appestati, per servirli ed aiutarli nel corpo enell' anima . Ci notificava come il Sindaco stessoerasi raccomandato, per avere degli infermieri edassistenti ; che Don Bosco con varii altri già sierano esibiti ; o conchiudeva esprimendo il desi-derio, che alcuni di noi ci facessimo suoi compa-gni in quell'opera di misericordia . Queste paroledi D. Busco non caddero invano . I giovani del-l'Oratorio le raccolsero religiosamente, e si mo-strarono degni figli di un tal padre . Quattordicidi essi gli si presentarono ben tosto, pronti a com-piere i suoi desiderii , e gli diedero il proprionome, per essere consegnato in nota alla Commis-

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rione sanitaria ; e pochi giorni dopo altri trentane seguirono l'esempio .

Chi consideri per una parte il terrore, che inquei giorni padroneggiava gli animi a segno, chemolti, non esclusi i medici stessi, fuggivano dallecittà, e per altra parte rifletta alla età e natu-rale timidezza della gioventù in simili casi, nonpuò non ammirare questo nobile slancio dei figlidi Don Bosco, il quale ne andò sì lieto, che nepianse di consolazione .

Prima per altro di metterci in campo di bat-taglia, il buon padre ci diede varie norme da se-guire, affinchè l'opera nostra tornasse ai colerosivantaggiosa tanto pel corpo quanto per l'anima .La terribile malattia aveva generalmente due sta-dii o periodi , l' assalto cioè, il quale senza unpronto soccorso per lo più era mortale ; e la rea-zione, per cui, ridestandosi nel corpo la circola-zione del sangue, molti scampavano alla morte .Per la qual cosa chi prestava il suo servizio adun coleroso doveva avere di mira il vincere laviolenza dell'assalto, col produrgli addosso la rea-zione, la quale si procurava soprattutto per mezzodi moderate fregagioni e di caldi fomenti, con pan-nilani alle stremità del corpo, prese dal granchioe dal freddo. Su questo punto D . Bosco ci diedeammaestramenti opportuni ed assai utili cogni-zioni, da renderci come altrettanti medici improv-visati . Egli aggiunse poi alcuni suggerimenti spet-tanti le partite dell'anima , affinchè per quantodipendeva da noi niuno degli ammalati avesse amorire senza i conforti della Religione .

Istruitici adeguatamente , venne stabilito un o-rario, e fummo dispersi quali in uno e quali inun altro luogo . Gli uni dovevano porgere il loroaiuto nei lazzaretti, gli altri nelle case partico-lari, questi in una e quegli in un'altra famiglia .Alcuni poi giravano all'intorno per esplorare, sevi fossero malati non ancora conosciuti ; altri ri-manevano a casa, per' essere ognora pronti allaprima chiamata.

Appena si seppe che i giovani dell'Oratorio e-ransi consacrati alla cura ed assistenza dei cole-rosi, le domande per averci si moltiplicarono tal-mente, che dopo una settimana abbiamo dovutorinunziare allo stabilito orario . Parenti, vicini,conoscenti, Municipio, tutti facevano capo a DonBosco, così che si può dire che eravamo semprein moto. Alcuni giorni avevamo appena tempo aprendere un boccone di pane, e talvolta in frettae nella casa stessa del coleroso . Di notte poi eraun continuo andirivieni, e chi si levava e chi sicoricava, e parecchie furono le notti, che passammoinsonni o presso gli infermi, o vegliando senzaun bricciolo di riposo, ma sempre lieti e contenti .

Da principio prima di recarsi al caritatevoleUffizio, ciascuno di noi si muniva di una boccettadi aceto, o di una dose di canfora e simili ; ri-tornato poscia a casa si lavava e profumava, perdisinfettarsi ; ma in appresso questa operazionesi sarebbe dovuta fare così sovente, che fu d'uopodarle il bando, per non perdere il tempo . Alloraad altro più non pensammo, che ai nostri poveriinfermi, lasciando la cura di noi alla divina Prov-videnza .

Nè in quei dolorosi frangenti l'opera del nostroOratorio fu solamente personale ; poiché, quantun-que poveri, potemmo nondimeno provvedere anchematerialmente a molti malati . Ci avveniva soventedi trovarci presso ad un infermo , che mancavadi lenzuola, di coperte, di camicie e via dicendo .Vedendo tanta penuria delle cose più necessarie,si veniva a casa, si esponeva il fatto alla buonamamma Margherita ; ed essa ai nostri raccontipresa da tenera compassione andava alla guarda-roba, n'estraeva e somministrava gli oggetti, se-condo il bisogno . All' uno dava una camicia, al-l'altro una coperta, a questo un lenzuolo, a quelloun asciugamano, e così via via . In capo a pochigiorni non si possedeva più nulla fuori di ciò, chesi portava indosso, o serviva a ravvolgerci in letto .Ci ricorda che uno di noi le venne un giorno araccontare come un suo malato, colto allora alloradal terribile morbo, si dimenava in un misero gia-ciglio senza lenzuola, e le domandava un qualchelembo per coprirlo. La caritatevole donna andòtosto in cerca, se mai lo venisse tra mano qual-che oggetto di biancheria ; ma non trovò più al-tro, che una tovaglia da tavola - Prendi, dissela pietosa madre ; ecco l' unico oggetto di bian-cheria, che ancor mi rimanga : va, e ingegnati allameglio col tuo povero malato . »

Il servizio prestato in quei giorni ai colerosidai giovani dell'Oratorio fu giudicato così com-mendevole, Che il migliore dei giornali di queltempo, registrando gli atti di carità del Clero cat-talico durante il colera, lo volle segnalare con unbellissimo articolo. Affinchè i nostri lettori vi ab-biano una conferma di quanto siamo venuti fipqui esponendo, lo mettiamo loro sott' occhio . Edel tenore seguente

« Nel pubblicare la nostra cronaca della caritàdel Clero in tempo di colera, finora del Clero diTorino abbiamo potuto fare poco più, che regi-strare l'offerta fatta da molti di esso, che esibi-rono l'opera loro ad un bisogno : fra' quali anno-verammo i padri Domenicani ed i Sacerdoti Oblatidella Consolata . Ma se la mitezza del male nondiede occasione alla carità del Clero Torinese didare buona prova del suo zelo, tuttavia quel poco,che ebbe a fare, ci rivelò abbastantemente queltroppo più, che avrebbe fatto, se la Provvidenzadivina avesse altrimenti di noi disposto .

» Potremmo narrare come il Clero abbia usatadella sua influenza nel dissipare i pregiudizi scioc-chi del volgo contro i medici e le medicine . IlClero ebbe la consolazione di vedere che, a di-spetto di tutti gli improperii, con che il sozzo gior-nalume lo ricopre, i poveri popolani tocchi daltremendo morbo, in quella che fanno chiuderebrutalmente la porta in faccia al medico , accol-gono a braccia aperte il Sacerdote, che va a loroper conforto spirituale e corporale . E basta unaparola del Sacerdote, perchè accolgano il medico,e tracannino le medicine quelli, che prima dete-stavano l'uno e le altre più che il morbo , ondesono travagliati .

» Vogliamo per saggio , anzichè tutte rac-contare le opere del Clero , parlare del servigioreso al lazzaretto di Borgo S . Donato, raccoman-

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dato alle cure del sig . D. Galvagno, cappellanodella Fucina, e del sig . Don Bosco , fondatore eDirettore dell'Oratorio di S. Francesco di Sales .Per parecchie settimane non si posero a letto, senon così vestiti per pigliare un po' . di riposo, in-terrotto tre o quattro volte nella notte, per es-sere sempre a richiesta dei bisognosi. Anzi DonBosco potè presentare alla Commissione sanitariauna nota di 14 de' suoi giovani, i quali volonta-riamente si offrirono a rendere ogni sorta di ser-vizio ai colerosi tanto nei lazzaretti, quanto nellecase private . Questi giovani sono sufficientementeistruiti di ciò, che conviene fare intorno ai cole-rosi tanto per l'assistenza spirituale, per sugge-rire pii sentimenti, parole di conforto, quanto perfare da infermieri . Animati dallo spirito del loropadre più che superiore, D . Bosco, si accostanocoraggiosamente ai colerosi, inspirando loro co-raggio e fiducia, non solo colle parole, ma coifatti, pigliandoli per le mani, facendo le frega-gioni, senza dar vista del menomo orrore e paura .Anzi entrati in casa di un coleroso si volgono to-sto alle persone esterrefatte, confortandole a riti-rarsi se hanno paura , mentre essi adempiono atutto l'occorrente, eccettuato che si tratti di per-sone del sesso minore , chè in tal caso preganoche alcuno di casa resti, se non vicino al letto,almeno in luogo conveniente . Spirato il coleroso,se non è donna, compiono intorno al cadavere l'e-stremo uffizio .

» Oltre ai 14 portati in nota, ve ne ha ancorauna trentina degli allievi del buon Sacerdote, pa-rimenti istruiti ad aiutare l' anima e il corpo,pronti a correre in aiuto dei loro compagni, seper isventura ne fosse il bisogno .

» Abbiamo voluto in modo particolare insisteresui servizi di questa preziosa Instituzione, perchèquesto è come un debito che dessa ha, e noi peressa, di rendere ragione delle sue opere a queipietosi benefattori, che la sostengono colla lorocarità . Poche settimane sono , ci volgemmo allaloro generosità pei bisogni gravissimi dell' Ora-torio . Le nostre parole ebbero buon risultato, esieno rese le dovute grazie anche a nome dell'ot-timo Rettore dello stabilimento a quei generosi .Siamo certi che saranno lieti di sapere , almenoin parte, quanto sieno fruttuose le loro limosinefatte a quei poveri giovani, e questo sarà nuovostimolo alla loro carità, la quale non permetteràche sieno lasciati nella necessità coloro, che sonopronti a sacrificare la vita in servizio dei loro fra-telli . » Fin qui l'egregia Armonia di quei gior-ni (1) .

Ci rimane a segnalare alcuni altri fatti, ciò chefaremo nel capo seguente .

LE CASE MALEDETTE OSSIA I TEATRI .

Pressochè in tutto il mondo oggidì più che inogni altro tempo i teatri sono divenuti una scuolad'irreligione e d'immoralità . Nelle sceniche rap-

V. N ° 112, 16 settembre 1854 .

presentazioni sono per lo più posti in derisionele Chiesa, i suoi ministri, le sue pratiche ; mi-sconosciuti i principii di sana morale, la virtù vi-lipesa, il vizio portato in trionfo . Quindi frequen-tatissimi da ogni ceto di persone, immenso è ilguasto, che menano nella mente e nel cuore deigrandi e dei piccoli , dei ricchi e dei poveri .Quello poi che è più deplorabile si è che i tea-trali divertimenti hanno luogo soprattutto neigiorni di festa ; e molti cristiani e cristiane, cheforse si portano in Chiesa con mille stenti persantificare il giorno del Signore , si conduconoposcia smaniosamente al teatro, passandovi oreed ore in omaggio del diavolo .

La santa Chiesa nostra madre e maestra hasempre cercato di allontanare i figli suoi da que-ste case di maledizione ; ma pur troppo la suavoce fu ed è poco ascoltata . Or bene, Iddio hapreso egli stesso a parlare in tuono terribile espaventoso , rappresentando quasi al vivo la lu-gubre catastrofe, in cui involse un giorno Sodomae Gomorra. L'anno scorso furono ben 20 i tea-tri, che or qua or là andarono in fiamme, in duedei quali rimasero incenerite più centinaia dipersone. A Nizza di Francia la sera del 23 marzo,vigilia della metà di quaresima, mentre il teatroera gremito di curiosi, si rompe un tubo del gaz,prende fuoco il palco scenico , e sparge lo spa-vento. Succede un parapiglia indescrivibile ; vo-lendo ognuno fuggire in fretta e in furia cadonogli uni sopra gli altri ; il fuoco comincia ad in-vestire qualche donna ; dall'una si comunica aglialtri ; e in pochi minuti rimangono vittima dellefiamme 70 persone .

Un fatto consimile, ma più disastroso e stra-ziante , accadde in Vienna d' Austria, il giornootto dicembre dell' anno passato. A salutareammaestramento dei nostri Cooperatori e Coope-ratrici ne diamo qui un breve ragguaglio .

L' anno 1872 una compagnia di capitalisti diquella città, per mezzo di azioni, raccolse la sommadi dieci milioni di lire, allo scopo di fabbricareun grande teatro. Raggranellata questa ingentesomma, venne fabbricato sul Ring uno stupendoedificio a più gallerie, corredato con lusso di o-gni comodità, e capace di contenere 1800 spet-tatori . Esso venne aperto nell'inverno del 1873,e per parecchi anni ad altro non servì, che adare delle zoten , come le chiamano i tedeschi ,ossia a rappresentare delle disonestà .

Or bene, questo superbo teatro oggidì non èpiù che un ammasso di rovine, o meglio unmucchio di cenere . La sera della cara festa diMaria Immacolata, verso le ore sei e mezzo, laplatea e le gallerie erano affollate di gente, cheattendeva il momento della rappresentazione ,quando una scena ben diversa si presenta ai lorosguardi . Una cortina del palcoscenico, spinta daun buffo di vento , si avvicina di troppo ad unlume a gaz e prende fuoco . In un attimo l' in-cendio si appicca a tutto il cortinaggio, serpeg-gia le scene, si comunica agli attrezzi e a tuttoil palco ; fumo e scintille ingombrano platea egallerie, i lumi si spengono, lo spavento invadeogni persona . Al di sopra del palco scenico erano

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cinque condotti di acqua, da cui si sarebbero po-tuti ottenere copiosi getti, ma nessuno pensa adaprirli . Tutti cercano solo di fuggire, e chi corre diqua, chi corre di là in cerca delle porte, che troppotardi si aprono ; nella confusione e nella oscuritàsi rovesciano gli uni sopra gli altri, e si ammuc-chiano a centinaia . In quel frattempo giungonole fiamme, si appigliano alle vesti ed agli abitidei' caduti, e in breve . il teatro diventa un rogodi carne umana . Nelle prime ore della sera sierano già scoperti 120 cadaveri ; altri 200 furonotrovati nella notte . Fra le vittime erano famiglieintiere, padre, madre, figli e figlie. La maggiorparte dei morti appartenevano alla miglior classedella società . Molte signore sono perite. L' in-cendio non fu potuto domare ; quindi nel giornoseguente il teatro presentava l' aspetto di unafornace. Negli angoli si vedevano qua e colà ag-glomerati cadaveri e ardere come fiaccole ; attornoalle colonne erano ossami e lembi di carne ; inaria si vedevano penzolanti corpi umani, rimastitra gli avanzi delle gallerie . Dalle ceneri fumantipoi esalava un nauseante odore di carne abbruciata,che incuteva orrore .

Una lista ufficiale in data del giorno 15 daVienna faceva ascendere il numero delle vittimeall'orribile cifra di 915, ridotta poi a 449 . I cadaveriestratti ancora riconoscibili furono appena 243 . I ri-manenti non erano più che ossa abbrustolite, emiste alle macerie dell' immensa fornace . Chespavento ! Che morte! Quale terribile avviso ! Eimpossibile non sentire uno schianto al cuore, nelrappresentarsi alla mente l'orribile spettacolo diun mezzo migliaio di creature umane, colte all'im-provviso dalla morte in un teatro, fra gli spasimidell'asfissia, dell'abbruciamento, e della dispera-zione . Povere vittime! Il compianto non sarà maisoverchio .

Dolorosi e strazianti sono gli episodii avvenutinella ricerca delle vittime, né si saprebbe, se fos-sero più a commiserarsi queste, o coloro, che sirecavano sul luogo del disastro in cerca dei lorocari. Riferiamo per saggio quanto narra un Com-missario di polizia : « Insieme ad alcune guar-die, ei dice, accorsi appena udii che al terz'or-dine c'era una calca di gente . Salimmo le scalealla meglio, e quando fummo in alto accendemmole nostre fiaccole . Qui trovammo che la porta dellagalleria era chiusa, e per quanto ci sforzassimoci fu impossibile aprirla. Un pompiere che ci se-guiva la mandò in pezzi colla sua scure . Un qua-dro orribile apparve . Una enorme quantità digente era appoggiata alla porta , e dietro a loroerano le fiamme , che già avevano bruciate leprime persone, morte di soffocazione . Subito cimettemmo a trarre fuori le vittime, che ci par-vero ancora vive, e spogliatele dei vestiti infiam-mati le feci portar fuori ; ma il mucchio tra vivie morti era così compatto, che tentando di scio-glierlo si rompevano perfin le membra . Non po-tei estrarre che nove individui. In quel momento,mentre si calavano i corpi giù per le scale , u-dimmo un fragore, e la quarta galleria precipitòsopra la terza. Lo spettacolo divenne ancor piùspaventoso. Dalla quarta galleria cadevano giù i

corpi nel mare di fuoco , in cui sparivano . Eraimpossibile far qualche cosa . Bisognò andarseneper salvare la vita . » Così il Commissario , sig .Patzelt .

Non meno straziante era quello, che si vedevala sera stessa nella sala mortuaria . Un medicocolà recatosi la descrive così : « E mezzanotte, enelle sale vedo trentasei miseri avanzi di abbru-ciati, che la mano della morte colpì là, dove essierano andati in cerca del piacere . Nell'atrio gia-ciono disposti lungo le pareti settantaquattro com-pagni di sventura . Benché abituato alla vistadei cadaveri ; pure a stento io reggo davanti asì terribile scena. Qui giace un bambino accantoad un uomo, là un giovane accanto ad un vecchio,l' operaio presso il ricco ; i più lasciano vederedi essere stati asfissiati dal fumo, o schiacciatidalla folla. Anneriti tutti in modo da non esserericonoscibili , e coll' espressione dell' angoscia edella disperazione sul volto, essi tengono le brac-cia piegate , coi pugni 'sopra il capo . A moltischizzano gli occhi dalle orbite . Spaventevole poiè la vista di quelli , a cui esce per metà dallabocca la lingua gonfiata . In posizione simile, coicapelli sciolti, trovai ben 14 povere donne al primopiano. Trovai pure , tra gli altri , un cadaverepienamente carbonizzato, avvolto in un ricco veloricamato con fili d'argento . »

Scene pur oltremodo dolorose successero nuo-vamente tra i parenti, quando si celebrarono i fu-nerali, ed i miseri avanzi dei disgraziati si tra-sportarono al cimitero . I feretri erano messi inriga scoperchiati, e i cadaveri avvolti in bianchelenzuola, e coperti di fiori . La vista di questoterribile spettacolo metteva strazio ed angoscia .In quell' occasione alcune persone morirono dicrepacuore ; altre divennero pazze . Nel piangerepoi, nessuno vedeva le lagrime del vicino, ché o-gnuno aveva il suo proprio dolore . Taluni si da-vano alla disperazione, le donne si strappavano icapelli . Un povero vecchio, colla desolazione di-pinta sul volto, è sorretto a stento da due gio-vani pallidi e desolati del pari . Dinanzi a lorosta bruciato e morto per sempre il figlio ed ilfratello . Tre donne compaiono, ed una è in predaalle convulsioni . Le altre due non cercano di cal-marla, ma guardano mute e istupidite innanzi asé sulle bare dei loro due fratelli . Tra le altreé pur là una sposa coi capelli scarmigliati elo sguardo impietrito. La poveretta non può piùpiangere , ma mormora sotto voce il caro nomedi chi doveva essere il suo sostegno e la sua fe-licità . Insomma tra la folla innumerevole altronon si udiva che singhiozzi e scoppi di pianto ;e forse non mai cimitero alcuno fu testimonio ditante lagrime, e di sì acerbi dolori ad un tempo .Il luogo del disastro è oggidì chiamato dai

Viennesi la casa maledetta . Noi vorremmo checon questo nome fossero chiamati tutti quei tea-tri, i quali o pei soggetti che rappresentano, oper le divise che vi si usano, o pei balli, che visi praticano, o pei giorni ed ore che si tengonoaperti, non rispettano le leggi né divine, né ec-clesiastiche, e fomentano l' empietà , eccitano lepassioni , corrompono il popolo ; noi vorremmo

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almeno che niuno mai dei nostri Cooperatori eCooperatrici , o dei loro dipendenti , ponesse ilpiede in queste anticamere dell'inferno ; noi vor-remmo insomma che i più graditi teatri dei fe-deli fossero le sacre funzioni della nostra santaReligione ; le Chiese, le Cappelle, gli Oratorii ; fos-sero le Feste cattoliche .

Concludiamo questo articolo col suggerire unabuona risoluzione : Nella prossima quaresima ,tempo di duolo e di penitenza , non prendiamoparte a nessuna rappresentazione teatrale ; e inqualsiasi tempo della nostra vita fuggiamo datutti i teatri cattivi, od anche solo pericolosi, sic-come luoghi di maledizione . Altrimenti rammen-tiamoci che dalla Pentapoli in qua le fiammesono simbolo della giustizia di Dio , odiatricee punitrice della lussuria . Pel fuoco perì Ninive,pel fuoco perì Babilonia, l' una e l'altra centrodi mollezza, di perversione e di libidine sfrenata ;pel fuoco ai giorni nostri potremmo perire ancornoi anche in un teatro , perché con Dio non siburla .

NECROLOGIA .Mettiamo sotto gli occhi dei Cooperatori

e delle Cooperatrici i nomi di quei Con-fratelli e Consorelle, chiamati dal Signoreall'eternità nell' anno decorso . Speriamo chei loro nomi siano già scritti nel Cielo ; tut-tavia ne raccomandiamo ancora le animeloro alle comuni preghiere .

Qui ne abbiamo registrati alcuni mortinegli anni addietro, per la ragione che nonce ne venne annunziato per tempo il lorodecesso . Se i parenti o conoscenti non ve-dono qui il nome di qualche Cooperatoreo Cooperatrice defunti nell' anno passato,favorisca di darcene avviso , e ne faremomenzione un' altra volta .

Intanto, gettando lo sguardo sopra una silunga lista di morti, noi dobbiamo fare ilgrande riflesso, che forse tra poco toccheràanche a noi la stessa sorte ; e quindi dob-biamo concepire la santa risoluzione di vi-vere ognora in grazia di Dio, e prepararcidel bene mentre abbiamo tempo, affinché,quando Iddio ci farà la sua chiamata, noipossiamo rispondergli pieni di confidenza :Ecce venio ; anzi desiderare quel giorno av-venturato e dire a Gesù : Veni, Domine Jesu,veni : Vieni, o Signore Gesù, vieni .

COOPERATORI E COOPERATRICIdefunti nell'anno 1881 .

1 . Adami D . Giov. Batt . - Paroldo .2. Aggi. D. Marco - Pognana .3. Alasia Rosa V. Monticelli - Torino .4. Albasi D . Domenico - Piacenza .

5. Alberti D . Clemente - Giustino .6. Albertini D. Pietro - P•eghena .7 . Alessio Antonia, Maestra-'- Caramagna .8 . Amech D . Domenico - Trento .9. Andena D . Giuseppe - Bisnate .

10. Angelini D . Carlo Arcip . - Pontevico .11 . Anglesio Mons . Luigi - Torino .12. Anivitti Mons . Vincenzo, Cam. di S.S, -

Roma.13. Ansideri D . Egidio - Panicarola .14. Aragno Beatrice - Caramagna .15. Arborio-Mella Contessa Laura - Vercelli .16. Arduini Violante - Fumane Veronese .17. Armellini D . Luigi - Ramon.18 . Armisoglio Giuseppe

Torino .19. Arnaud Baronessa Claudina - Torino .20 . Atteni D . Enrico - Albano Laziale .21 . Aver D. Giacomo - Rivadoro .22. Badini-Confalonieri-Flandineti Felicita --

Torino .23. Balconi Lorenzo - Vimercate .24 . Baldracchi D . Rocco - Cotogna .25. Balma Mons . Giov. Antonio Arc . - Ca-

gliari .26. Banfi D. Carlo,- Monza .27. Baracani D . Giuseppe - Camurano .23. Barberis Giulia - Torino .29. Bargigli Teresa Superiora - Firenze .30. Baronio D . Dionisio - Sarsina .31 . Barsi D . Amerigo - Firenze,32. Battibocca D . Venanzio - Camerino .33. Becchelli D . Luigi - S. Lorenzo .34 . Bechis Angela - Grugliasco .35. Bellana D . Giovanni Can . - Vercelli .36. Bellino Cav . - Asti .37. Belloni D . Giovanni - Piacenza .38. Belmonte D . Angelo - Gazzelli .39. Beneggi D . Luigi - Cascina Ferrara .40. Benetti D . Michelangelo - S. Giov . Ila

rione .41 . Beona Francesca - Torino.42. Berardi D . Dolfino - Malonno .43. Bergamini D. Antonio - Casaleone .44. Berlanda D . Alfonso - Vigo .45. Bernardi D . Angelo Rett . - Sassatella .46. Berruti D . Vincenzo - Montefreddo .47 . Bertea D . Francesco - Virle (Piem .) .48 . Bertoli D . Angelo - Fossalto .49. Bertugli Giuseppe - Travagliato .50 . Besozzi Marianna - Sangiano .51 . Bettega D. Pietro - Primiero .52. Betto Pietro - Padova .53. Biancardi D. Angelo - Melzo-Lambrate .54 . Bianchi D. Luigi - S. Giorgio in Bosco .55. Biancini D. Luigi - Pomponesco .56. Bianco D . Giuseppe - Costigliole d'Asti .57. Bigiarini D . Luigi - Bei-letta .58 . Bionda D . Giovanni - Buttogno .59. Bisaro Antonio - Campagna.60 . Biuso D . Giacomo - Bronte .61 . Boccaletto D . Lorenzo - Varzi .62. Bocciolone D . Costanzo - Foresto .63. Bollo D. Luigi - Vicenza .64. Bonacoscia D . Domenico - Massa Carrara.65. Bonafin D . Paolo - Grantorto Padovano .

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66 . Bonassi D. Salvatore - Grazzano .67 . Bonazzi D . Antonio - S . Felice di Scovolo .68 . Bonino Suor Giuseppa Gabriella - Torino .69 . Bonomi D. Pasquale - Visso .70 . Borchia Anna - Cavalo .71 . Bordo Luigi - Galanzino .72 . Borgnana D. Bernardo - Albano Vercellese .73 . Bosio D. Bartolomeo - Venezia .74 . Boso D. Marco - Conche .75 . Bossaroli D . Gaetano - Trento.76 . Bozzani D . Giacobbe - Colagna .77 . Bozzo Cecilia - Camogli .78 . Buccelli D . Martino, Cappellano - Turpino .79 . Brunelli D . Domenico - Forli .80 . Burzio Notaio Cav . Emanuele - Poirino .81. Busetti D . Giovanni - Zoppà.82 . Buzzi D . Vincenzo - Biumo Superiore .83 . Cabras Mons. Antonio - Ales .84 . Cabras Giovanni - Monastir .85 . Caglio D.' Tobia - Coccaglio .86. Calcassoli D . Orlando - Miega .87. Calcaterra Mons . Ottavio - Como .88. Calderari Contessa - Firenze .89. Camparini D . Angelo - Fiorenzuola .90. Campidelli D. Luigi - Zuclo .91. Campodallorto D . Domenico - Ceneda .92. Cantoni D . Giovanni Can. - Urine .93. Cappello D. Alessadro - La Loggia .94 . Cappello Maria - Caramagna .95 . Capra Mons . Giuseppe - La Morra .96. Caprotti P. Giuseppe - Rho .96. Caracciolo D . Sabino - Canosa di Puglia .98. Cardano D . Bernardo - Galbiate .99. Casale Maria - Caramagna .

100. Casaro D . Pellegrino - Gognano.101. Casati Rosa - Sartirana Briantea .102. Castellacci De Villanova D . Pietro - Roma.103. Castelli D. Probo Rett . - Carpeneto .104. Catotti D. Giuseppe - Mompiano .105. Cattaneo D. Luigi Parr . - Vicenza .106. Cavalli Annetta - Milano .107. Cavanna Don-Giovanni - Piacenza .108. Cavanna Luigia - Vignali.109. Cavatoni D. Angelo - Castione Vercel .110. Ceruti D. Andrea - Rescalda .111 . Charance Cecilia - Cogne .112. Chelodi D . Biagio - Ziano .113. Chiarini D . Marc'Ant . - Sala .114. Chiaroni D. Clemente - Firenze .115. Chicco Teol . Francesco - Torino .116 . Chinarelli D . Antonio - illassa Super.117. Chiodi D . Giovanni - Vicenza .118. Cilla D . Luigi - Camerino .119. Cima Felice - Penango .120. Cintelli D . Raffaello - Mllosciano .121 . Codalli D. Giovanni Batt . - S . Giacomo di

Selino .122. Colonna Maria - Baldissero .123. Cominazzi D . Giuseppe - Crema .124. Cominelli D . Andrea - S . Omobono .125. Conci D. Domenico - Comezzadura .126. Concu D. Pasquale - Ales.127. Contalbrigo D . Giuseppe - Costabizzara .128 . Copiardi D . Andrea - Mantova .129. Corallini D. Francesco - Filottrano .

130. Cordaro Carolina - Aidone .131. Cordero Giuseppe - Lanzo Torinese.132. Cordova Carolina - Caltanisetta .133 . Cornelli D . Giacomo - S. Silvestro .134 . Corno Antonio - Chieri .135. Cosene D . Francesco - Murisengo .136. Costa Angela - Baldissero .137. Costa D. Angelo Parr . - Castel del Ve-

scovo .138. Costa D . Leopoldo - Piacenza .139. Costa Giovanni - Torino .140. Cravotto Marco - Bardassano .141 . Crosa Annetta - Vercelli .142. Crosa Maddalena di Vergagni - Genova .143. Crova Can. Gregorio - Casal-Monferr .144 . Da-Casto Ferdinando - Acqui.145. Dalfini D. Giovanni - Villafranca .146 . Damiani D. Andrea - Carignano .147. Da Signa D. Giovanni Ant . - Firenze .148 . Daurino Giorgio - Varzo .149. De-Antonio D . Desiderio - Tapigliano .150. De-Canin D. Angelo - Finalborgo .151 . Degan D. Bartolomeo - Venezia .152. Degara D . Stanislao - Inguiso .153. Degìampietro D . Giuseppe - Turrano .154. De Grenaud Delfina Cont . - Torino .155. Delai D. Francesco Curato - Campo di

Denno .156. Della Valle D. Egidio - Zinella .157. Del Rio Maria - Nuvolento .158. Demarchi Maria - Trino .159. Demartini Vittoria - Torino .160. De-Mattei D . Lorenzo - Valpiana .161. Demolli D . Francesco - Casorate Sempione .162. De Orlandi D. Giovanni - Verzegnis .163. Donati Costanza - Firenze .164. Donati D . Emilio - Tiarno Infer .165. Eccheli D . Pietro - Pilcante .166. Erba D . Ferdinando - Carugate .167. Fagnano Maddalena - Racchetta Tanaro .168. Faia Rosa Ver. Stretti - Torino .169. Faidutti D . Francesco - Nimis e Montea-

perto .170. Fanti D. Tommaso - Villongo S. Fillastro .171 . Fattori D. Antonio - Rasino .172. Fazio Francesco - Varazze .173. Federicis D . Angelo - Susans e S . Tomaso .174. Federicis P . Angelo - Villanova S. Giorgio .175. Ferrante D . Giacinto - Villanova Solaro .176. Ferrari D . Carlo Giuseppe - Solero .177. Ferrero D . Andrea Prev . - S. Angelo Lo-

mellina .178. Fiorentino Can. Giuseppe - Lei-cara .179. Fiori D . Bortolo Parr . - Pojanella .180. Fissare Giuseppe Domenico - Mondovì .181. Flor. D. Agostino - Avio.182. Floris D. Ant . Cui- . d'Avasinis - Gemona .183. Foghin D . Angelo - S . Vito d'Asio .184. Fontana D. Giacomo - Genova .185. Fontanari D . Francesco - Cóstacavina .186. Fortunato D . Gaetano - Fiorenzuola .187 . Frau Efisia - Oristano .188. Franceschini Mons . Gaetano Vescovo - To-

lentino .189 . Franchetti D . Francesco-S. Maria del Piano .

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190 . Franchino Maria - Rubiana.191 . Franco Giov . Batt . - Giaveno .192 . Fulcini D . Luigi - Settimo .193. Fusero Margherita, - Caramagna .194 . Gaffuri Isidoro - Brivio .195 . Gagna Domenica - Torino .196 . Galbiati Carolina - Grezzago .197 . Gallio D . Pietro - Albaredo .198. Gallo Dama Clarina - Morano Po .199. Galvani D . Francesco Parr . - Castello Ar-

quato .200. Garbari Daniele - Trento .201 . Garroni Rosa - Zugliano .202 . Gasparini D . Angelo - Vicenza .203 . Gasser Mons . Vincenzo - Brixen .204 . Gatti M ons . Vincenzo, Maestro dei Sacri

Palazzi - Roma .205 . Gelmetti D. Carlo - Settala .206 . Gelmi Anna - Malonno .207 . Gelodi D . Cesare - S . Martino in Perriolo .208 . Gerli D . Giacomo Parroco - Legnago.209 . Chiglino Pietro Avv . - Genova .210. Giacometti D . Carlo - Smarano.211 . Gianelli CARDINALE Pietro - Roma .212 . Giarolli D . Domenico - Monclassico .213 . Gibellato D . Filippo - Cittadella .214 . Gigli D . Bartolomeo - Ledro .215 . Giordani D. Lodovico - Rovereto .216 . Giombelli Catterina - Grezzago .217 . Giorgi D. Luigi - Pre di Lana.218 . Giraudi D . Giovanni - Genola .219 . Girri D . Biagio Can . - Lugo .220 . Giuliani-Martin Teresa Alfonsa - Torino .221 . Giuria Benedetta - Zinola .222. Gloria Cont . Amalia - Roma.223 . Goi D. Angelo Coad . - Milano .224 . Gosio D. Giovanni - Trezzo-Tinella .225 . Gotardo Maria - Sonzogno .226 . Grasselli Can . Luigi - Reggio Emilia .227 . Grassi D. Domenico - Padonchia .228 . Grechi Margherita - Codogno .229 . Grimaldi D. Bellino - Asti .230 . Grilli D . Saverio - Lugo .231 . Grilli Francesco - Lugo .232 . Guala D . Innocenzo - Molare .233, Guerrieri Elisabetta Marchesa - Fermo .234 . Guglielmetti D . Giuseppe - Verdeto .235. Guidi D . Giuseppe - Casalecchio .236 . lacuzzi D. Carlo - Artegna .237. Irma D . Andrea - Guidizzolo .238. Labamti D . Francesco - Parerno.239. Lanaro D . Bortolo - Arserio,240. Lanzaririi D . Gaetano - S. Agata .241 . Lassa Domenica - Molare .242. Laura D. Ottavio - S. Remo .243 . Ligherotti D. Giovanni Battista - Remedello

Inferiore .244. Livraghi D . Bassiano - Zelo Buon Per-

sico .245. Locati Can . Luigi - Novara .246. Lora D . Carlo Arcip . - Pietramarazzi .247. Lorenzoni D . Filippo - Querceto .248 . Luciano Elisabetta - Cherasco .249. Lurani D . Giovanni - Brescia .250. Madonini Giulia - S . Stefano al Corno .

251 . Maffei D . Giacinto - Solofra .252. Magalini D. Luigi - S. Zenone in Mozzo .253. Magnani D. Gaetano - Castel del Vescovo .254. Manferrari Dott . Cesare - Alemanni .255 . Manno D . Effisio - Alghero .256. Manno Donna Marietta - Alghero .257. Marchesoni D . Francesco - Tenne .258. Marchini D . Giuseppe - Ceresara .259 . Marini D. Giacomo - Quinzano d'Oglio .260. Mario D . Francesco - Sermone .261 . Martelli Paola V. Lago - Cuneo .262. Massaggia D . Marco - Campocroce .263 . Massaglia Francesco - Torino .264. Mazzetti D. Natale - Bordogna .265. Mazzocato-Biadene Elisabetta .- Montebel-

luna .266. Mazzocchi D . Pietro - Gorra .267. Mazzola Michele - Forenza .268. Melandri Antonietta - Lugo,269. Melanotte Giuseppina - Torino .270. Mele D . Bernardino Can. - Artena .271 . Melis D. Angelo Parr. - Gonnosco .272 . Meloni Maria Teresa - Ales .273. Mentone Maddalena - Torino .274. Meucci D . Giovanni B . - Pocaia .375. Mezzanzanica D . Giacomo - Albignano .276. Mignone Angelina - Fontanile .277. Moiana D . Gio . B . - Besana .278. Molineri Can . Francesco - Cuneo .279. Molo D . Andrea - Novara .280. Mongiardino Enrichetta - Genova .281 . Montà Cav. D . Camillo - Torino .282. Montabona Felicita - Torino .283. Moretti D . Domenico - Tur pino .284 . Mori D . Stefano - Caldarola .285 . Morsi D. Giuseppe - Nave .286. Munaretti D . Giovanni - Corlanzone .287. Nani Conte Agostino - Este .288. Nardi-Beltrame Giuseppe - Venezia .289. Nardi Mons . Carlo - Vazzolla .290. Nicolazzi D . Giovanni - Milano .291 . Nicoletti D . Giovanni - Fossombrone .292. Nicora D . Giuseppe - Verona .293. Nigi Giulietta - Oneglia .294. Notari D . Nicolò - Pontorme .295. Novelli D . Giacomo - Ponz)ne .296. Occelletti D . Carlo Cav . - Torino .297. Odorico Angelica - Bagnarola .298. Olnaider Antonio - Trento .299 . Origo D . Romualdo - Vedano al Lambro .300 . Orsini D . Carlo - Firenze .301. Orsola D . Vincenzo - Menolzio di Mattie .302 . Ortalda Can . Giuseppe - Torino .303 . Palla Francesca - Ales .304 . Panaroto D . Feliciano - S. Giov . Ilarione .305. Panato D . Gregorio - Soave .306. Pani D . Antonio Luigi - Mogoro .307. Panigatti Teresa - Cascina Magg .308. Papais Giustina - Bagnarola .309. Parma-Colmaghi Catterina - Grezzago .310. Patria Adelaide - Vignole Borbera .311. Pelati D. Michele - Cocconato .312. Pellegrini D . Giulio - Bollate .313 . Pellegrini Nob. Bartolomeo - Forlì .314 . Pennacchi D . Ranieri - Camaiore .

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315 . Peretto Francesca - Carignano .316. Perin D . Agostino - Este .317. Perin D . Vincenzo Pari- . - Fasana .318. Persello D . Isidoro - Pers .319. Pianetta D. Pietro - Rovescala .320. Piccolo D . Giacomo - Montana .321. Pignata Antonina - Caramagna .322. Poiani-Colmaghi Aurelia - Grezzago .323. Polacco D . Giovanni - Moriago .324. Poma Dott . Angelo - Biella .325 . Positano Mons . Mariano Vescovo - Castel-

laneta .326. Pranzini D. Giuseppe - Quarto Inf.327. Prato Carlo - Chiavari .328. Pratolongo Mons . G. B . - Carignano Ge-

novese .329 . Preto D . Giovanni Maria - Muzzolone .330. Provana Conte Alessandro - Collegno .331 . Provera D. Amedeo - Mirabello Monf.332. Puccio D . Antonio Parr . - Palermo .333. Puricelli D . Giovanni - Galliate .334 . Pussini D . Giovanni - Stregna .335. Quaglia Maddalena - Vicoforte .336. Rainero Suor Gabriella - Empoli .337. Ramenghi D. Giov . Batt . - Predappio .338 . Ramon D. Giovanni - Sai-cedo .339. Rapallo Contessa Cesarina - Nizza .340. Ratti D . Innocente - Trenno .341 . Ratti Maddalena - Torino .342. Redaelli D . Giuseppe - Veniano .343. Reineri Cordero di Montezemolo Annetta -

Genova .344 . Rella D . Matteo - Folgaria .345. Remusati D. Giov. Batt . - Rivoli .346 . Reviglio Conte Luigi - Cavallermaggiore .347 . Ricca P. Giuseppe - Firenze .348 . Ricci D . Giovanni - Calestano .349. Riccio D . Pietro Parr. - Forlaza .350. Righi D . Giuseppe - Vicenza .351 . Rinaldi Cristoforo - Lu.352. Ristori Marchese Orazio - Genova .353. Riti D. Filippo - Capo di Rigo .354. Rizzuto D . Ignazio - Palermo .355. Roberti Costanza - Pòato Maurizio .356. Romagnoli Margherita - Montemagno .357. Rosati Mons . Giuseppe Vescovo - Lumi

Sarzana .358 . Rosato D . Luigi Paolo - Verona .359. Rossati D. Giuseppe Priore - Volvera .360. Rossi D . Domenico - Palestrina .361 . Rossi D. Francesco - Cintoia .362. Rossi P. Giovanni - Bugialla .363. Rota Maria - Lu .364 . Sabbadini D . Giacomo - Basaldella .365 . Salomoni D. Girolamo - Sommacampagna .366. Sambo D . Vincenzo - Ca Capello .367 . Sandonà D . Giovanni - Bovolenta .368. Santhià Giuseppe - Saluggia .369. Sartori Can . Luigi - Toscanella .370. Savio Mons . Carlo Vescovo - Asti.371 . Savoia Giuditta - Fumane Veronese .372. Scala Maestro Elzeario - Torino .373. Scandalora D . Giuseppe - Coriano .374 . Schiavo D. Luigi - Este .375. Sciolla Comm . Avv . Giuseppe - Torino .

376. Scotti D. Giuseppe - Torri .377. Serra Can . Paolo - Car nagnola .378. Setti D . Francesco - Montagnana .379. Sierra Dott . Giuseppe - Brindisi .380. Signorile Paolo - Saluzzo .381. Silvestri Cons . Carlo - Venezia .382. Simonatti D. Giambattista - Valeggio .383. Simonelli D . Luigi - Pesina .384. Simottini D. Luigi - Cividale .385. Sismonda D. Stefano - Scialze .386. Smiderle D . Francesco - Leguzzano.387. Soldera D . Carlo - Farra .388 . Solza D . Domenico - Villa d'Almè .389 . Spalletti D. Luigi - Fematre .390. Strolin D. Ottavio - Sandrigo .39í . Tambosi D . Agostino Can . - Arco .392. Tarclini Clara - Vercelli .393. Tarigo Giuseppe - Stella .394. Tavaglini D . Angelo - 'Camerino .395. Terzi-Manzaroli Maria - Bologna .396. Tessa Giovanna - Castagnole .397. Tognazzini Giacomo - Someo .398. Toli D. Luigi - Paliano .399. Tomaselli D. Gaetano - Soave .400. Torri D. Pietro - Colorno .401 . Torrini P . Giuseppe - Mensola .402. Tortoli Mons . Alessandro - Roma .403. Trione Francesco - Cuorgné .404 . Trivellini D. Lazzaro - Gottolengo .405. Turotti D. Giovanni - Chiari .406. Uberti Giovanni - Genola .407. Uccelli D . Giacomo - Intra.408 . Vaglio V. Teresa - Torino .409. Vallaro Teresa Maestra - Trino .410 . Valletti Giovanni Batt . - Torino .411 . Vassarotti Mons . Giovanni Vescovo - Pi-

nerolo .412. Velasco D . Cesare Teol. Cav . - Torino .413. Veneroni D . Luigi - Casalpusterlengo .414. Venuti D . Leonardo - S . Vito di Fagagna .415. Vescovo D . Lorenzo - Cardé .416. Vicarelli D . Carlo - Masiano.417. Vidoni Elena Principessa - Cremona .418. Viecelli D . Didaco Rettore - Reschigliano .419 . Vincenzi D. Luigi _ Roma .420 . Visai D. Gaetano - Piacenza .421 . Vittoni Giuseppina - Torino .422. Vurnesi Giovanni - Firenze .423 . Wanstienkist Móns . Mariano - Roma .424 . Zaini D. Francesco - Trivulza .425. Zamparo Teresa - Bagnarola .426. Zanelli D. Giacomo - Rocca Polzana.427. Zanetti D. Lorenzo - Uragò Mella .428. Zanotti D. Gaetano Cav . - Pella .429. Zanotti Mons . Antonio - Castelnuovo Gar-

fagnana .430. Zucchiatti D. Valentino - Udine .431 . Zurigo Giuseppe - Stella S. Martino .432. Besozzi Marianna - Sangiano .

Page 20: ANNO VI. N. 2. BOLLETTINO SALESIANO - biesseonline.sdb.orgbiesseonline.sdb.org/1882/188202.pdf · case maledette ossia i teatri -Necrologia -Conver-sioni al Cattolicismo - Bibliografia

CONVERSIONI AL CATTOLICISMO .

Un ministro protestante viaggiando un giornonella medesima diligenza appiccò conversazionecon un Missionario cattolico . Il ministro, sebbenecon termini puliti, rimproverava al Missionario leconversioni e le conquiste, che i cattolici andavanofacendo tra le file dei protestanti . Il Missionariosorridendo rispose : Voi protestanti siete liberi difare altrettanto tra i cattolici e lo fate altresì ; voiavete avuti molti compensi . - Che differenza !replicò allora il ministro ; il giuoco non è pernulla uguale : Voi cattolici cedete a noi la vostrafeccia, e vi prendete la nostra crema .

La verità di questa confessione si va ogni giornorendendo più manifesta: Per tacere di altri fatti,l' anno passato in Roma stessa passava al pro-testantesimo un miserabile apostata, spintovi dalvizio della disonestà, di cui era lordo fino agliocchi ; nel mentre in ogni parte del mondo, sopra-tutto nell'Inghilterra, le persone più oneste e pietra i protestanti ritornano con vivo trasporto inseno alla Chiesa Cattolica . - Eccone un e-sempio recentissimo . Dal Cairo scrivono al Ti-mes , che il signor Amine Nanif , direttoredelle Missioni protestanti in quella città, cheerasi recato in Inghilterra, per raccogliere offerteper promuovere le Missioni protestanti di Egitto,fece colà la sua abiura davanti al signor Vaughan,priore del Collegio e Monastero di S. Benedetto . -La signora Napoleone Peyrat, vedova del Pa-store riformato di san Germano in Laya, e so-rella della direttrice delle diaconesse luterane inParigi , ha dichiarato che da otto anni appar-tiene alla Chiesa romana , benché « la caritàd'illustri Prelati » le abbia permesso di tenere« la cosa nascosta fino alla morte di suo marito.»Si assicura che è dovuta a lei la conversione alCattolicismo di parecchie famiglie protestanti disan Germano in Laya . Essa scrisse varie Ope-rette, che hanno per titolo : Attraverso il medioevo, Intorno a noi e in noi stessi. Tra Roma eNuova York, ecc . ; nelle quali trattava della Chiesa,madre dei fedeli ; insisteva sulla necessità d' un

culto esterno, e lodava la confessione auricolare.E questa adunque una nuova prova che dal pro-testantesimo si converte al cattolicismo quanto v'hadi meglio nella setta .

BIBLIOGRAFIA.Lo Spirito della Chiesa nelle Liturgia della S . Messa e del

Divino Uffizio . 1881, in 16° grande L . 3 .

La Civiltà Cattolica, annunziando questo libro, cosìscrisse : « Somma utilità trarranno dall'attento studiodi quest' opera non solo gli Ecclesiastici ai quali èparticolarmente diretta , ma i laici fedeli altresì, chevogliono per loro maggior profitto aver piena e com-piuta intelligenza d'ogni detto e d' ogni atto del di-vino Sacrifizio della Messa . Ordine, chiarezza (dotinecessarie a siffatte materie) e sobria erudizione sto-rica rendono la lettura di questo pregevol lavoromolto attraente e gustosa . »

Vendesi alla Libreria Salesiana in Torino, al prezzodi L. 3 . Legato in tela L. 4 .

ESTRATTO DALLA MEDESIMA CIVILTÀ CATTOLICA (1) .

Cenni sulla Società- di S. Francesco di Sales, isti-tuita dal sacerdote Giovanni Bosco, per CostantinoLeonori .

La Società di S. Francesco di Sales cominciata datenui principii, come quasi tutte le opere grandi, starallegrando la Chiesa , dentro e fuori l' Europa, contai frutti di opere insigni in pro delle anime, quasi sipossono aspettare da una istituzione già matura egagliarda. Di questa e del suo fondatore che è quel-l'uomo di Dio , si ammirabile per l'attività del suozelo , dà succinte notizie il eh . Autore del presenteopuscolo .

Si vende in Roma dalla Tipografia Tiberina, piazzaBorghese, 89, al prezzo di L. 1 . a vantaggio dellachiesa e dell' Ospizio del Sacro Cuore , che si edificain Roma al Castro Pretorio .

(1) Anno trigesimoterzo Serie XI . - Vol . IX - Quaderno 757- 7 Gennaio 1882, dall'art . - Bibliografia .

INDULGENZE SPECIALIpei Cooperatori Salesiani .

Per concessione pontificia, in data del 9 di mag-gio 1876, ogni Cooperatore ed ogni Cooperatricepuò guadagnare tutte le Indulgenze dei Terziariidi S . Francesco di Assisi, tanto plenarie, quantoparziali .

Fra le altre può acquistare Indulgenza plena-ria una volta al giorno, da applicarsi alle animedel Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-tandola innanzi al Crocefisso .

Indulgenza plenaria ogni volta che si accostaalla santa Comunione .

Può altresì lucrare moltissime Indulgenze nelcorso del giorno , mediante la recita di sei Pa-ter, Ave e Gloria, secondo la mente del SommoPontefice. E queste indulgenze , applicabili alleanime purganti , le può acquistare toties quo-ti es, ossia tutte le volte che recita i suddetti Pa-ter, Ave e Gloria in qualunque luogo, senza bi-sogno di Confessione e Comunione, purchè sia ingrazia di Dio .

Oltre a queste, un' altra Plenaria ne può gua-dagnare ogni Domenica, e nei giorni qui sottonotati, purchè confessato negli otto giorni, e co-municato visiti una qualche Chiesa o pubblicoOratorio, pregandovi secondo la mente del Som-mo Pontefice .

Mese di Marzo .

8. S. Giovanni della Croce .9. Santa Francesca Romana, vedova .

11 . Santa Catterina da Bologna .19. S. Giuseppe, purissimo Sposo di Maria Ver-

gine .25. Annunziazione di Maria Vergine .

Con permesso dell'Aut . Eccl . - FERRARI GIUSEPPE gerente respons .

Tip. di san Vincenzo De' Paoli, sampierdarena 1881 .