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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “SAN FRANCESCO D’ASSISI” DI MARINA DI CERVETERI D Direttore Responsabile Don Domenico Giannandrea Chi ti vuol cambiare sta amando sé stesso; chi ti accetta per ciò che sei sta amando te. Amore, umanità, non è assi- stenza; al contrario: "Mi prendo cura di te, cioè voglio che tu sia il tesoro, la perla, la cosa migliore che tu puoi essere. Questo ti richiederà forse un po' di fatica, ma io voglio che tu possa volare". Non ti farò vedere quant'è bello il cielo, ti insegnerò che hai le ali! Alcune volte sembra che il tempo non sia mai passato, in- fatti alcuni pensieri ed atteggiamenti sono rimasti invariati. Come un tempo che fu, anche per noi è difficile accogliere Gesù per quello che è e soprattutto per quello che è venuto a portare. Ci piace sempre addomesticare le situazioni, ahimè anche le persone, per il nostro tornaconto perso- nale. Anche per gli apostoli, per Pietro, Giovanni, Andrea, ecc., è stato difficile accettarlo per quello che era. Lui non era quello che loro volevano: Lui era Lui. Loro lo volevano forte, potente (tutte e tre le volte che lo rifiutano è questa la loro immagine), solo che Lui non era così. Ma loro lo vo- levano così: e non riuscivano ad accettare che Lui non fosse come loro volevano. L'amore non pone condizioni. L'amore non dice: "Io ti amo ma tu devi essere bravo... in grazia... o così come dico io... così non lo devi fare... se fai così allora io non ti voglio più... se fai così hai chiuso con me...". L'amore dice: "Io ti amo, cioè, io ci sono per te... io ti amo per quello che sei... io non ti voglio cambiare". L'autorità vi vorrà come lei vuole mentre l'amore vi lascia essere ciò che siete. Chi ti vuol cambiare sta amando sé stesso; chi ti accetta per ciò che sei sta amando te. Quando ti dico: "Ti amo se fai... pensi... sei... come me, sto semplicemente amando me". Amore, umanità, non è assistenza ma: "Mi prendo cura di te, cioè voglio che tu sia il tesoro, la perla, la cosa migliore che tu puoi essere. Questo ti richiederà forse un po' di fa- tica, ma io voglio che tu possa volare". Non ti farò vedere quant'è bello il cielo, ti insegnerò che hai le ali! Per molte persone amore=possedere l'altro. Cioè: "Provo sentimento per te perché pensi e fai come me; perché stai con me; perché sei legato a me; perché anche tu mi ami e provi sentimento per me; perché sei d'accordo con me": Ma l'amore non è questo. L'amore è volere il tuo vero bene, qualunque esso sia. Se sei un'aquila, per amore ti farò vo- lare; se sei un delfino, per amore ti farò nuotare; se sei mio figlio ti insegnerò a non avere più bisogno di me. "Insegne- rai a Volare, ma non voleranno il Tuo Volo. Insegnerai a So- gnare, ma non sogneranno il Tuo Sogno. Insegnerai a Vivere, ma non vivranno la Tua Vita. Ma in ogni Volo, in ogni Sogno e in ogni Vita, rimarrà per sempre l'impronta dell'in- segnamento ricevuto (Madre Teresa di Calcutta)". Solo così scopriremo che tutto ciò che è umano è divino. Noi abbiamo pensato che per essere divini bisognasse es- sere santi, perfetti, in-umani (cioè dis-umani). Quale sarà il modello di Dio che Gesù presenterà? Il santo, puro, sacerdote, levita, incontaminato? No, l'eretico sama- ritano che si prenderà cura dell'uomo (Lc 10,29-37). Divino non è quanto preghi ma se sai prenderti cura dell'umano. Le persone vorrebbero scavalcare la loro umanità. Essere felici, cioè non star male, non guardarsi dentro, non avere niente a che fare con emozioni, paure, blocchi, schemi fa- miliari, copioni che si ripetono, sogni, desideri, istinto, ses- sualità. La gente dice: "Questa è psicologia!". "No, questo sei tu!". Se tu non ti prendi cura di te, di quello che sei, della tua umanità, tu esci, eludi, salti la tua umanità e ciò che sei. È facile amare gli altri (tanto non sono noi). Difficile è amare sé stessi, prendersi cura di quello che si è, non far finta di niente, ma prenderselo a cuore, curarlo, conoscerlo, guarirlo. E, tra l'altro, come si fa ad amare gli altri se non si sa amare neppure sé stessi? Un giorno il diavolo volle fare l'uomo perfetto. E così creò l'uomo e la donna. Ma poi si accorse che avevano le mani: con le mani si può tirare schiaffi, percuotere, uccidere. E così gliele tolse. Poi si accorse che avevano la bocca: con la bocca si può bestemmiare, giudicare, insultare, dire cose riprovevoli. E gliela tolse. Poi si accorse che avevano gli occhi. Con gli occhi si possono vedere o tentare di vedere cose impure e spor- che. "Via!", disse e gli tolse anche quelli. Alla fine si accorse che avevano il cuore: quello era il peggio di tutto. Con il cuore si possono provare sentimenti terribili, si può odiare, provare ran- core, arrabbiarsi, innamorarsi, provare passioni, ecc. Si disse. "Via subito!", e glielo tolse. Cosa gli rimase dell'uomo perfetto? Nulla. Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il co- raggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni. Don Domenico L'AMORE VI LASCIA ESSERE CIÒ CHE SIETE. ANNO XIII NUMERO 59 Settembre 2018 1

ANNO XIII L'AMORE VI LASCIA ESSERE CIÒ CHE SIETE. · Se tu non ti prendi cura di te, di quello che sei, della tua umanità, tu esci, eludi, salti la tua umanità e ciò che sei

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PERIODICO D’INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE “SAN FRANCESCO D’ASSISI” DI MARINA DI CERVETERIDDirettore Responsabile Don Domenico Giannandrea

Chi ti vuol cambiare sta amando sé stesso; chi ti accettaper ciò che sei sta amando te. Amore, umanità, non è assi-stenza; al contrario: "Mi prendo cura di te, cioè voglio chetu sia il tesoro, la perla, la cosa migliore che tu puoi essere.Questo ti richiederà forse un po' di fatica, ma io voglio chetu possa volare". Non ti farò vedere quant'è bello il cielo, tiinsegnerò che hai le ali!Alcune volte sembra che il tempo non sia mai passato, in-fatti alcuni pensieri ed atteggiamenti sono rimasti invariati.Come un tempo che fu, anche per noi è difficile accogliereGesù per quello che è e soprattutto per quello che è venutoa portare. Ci piace sempre addomesticare le situazioni,ahimè anche le persone, per il nostro tornaconto perso-nale. Anche per gli apostoli, per Pietro, Giovanni, Andrea,ecc., è stato difficile accettarlo per quello che era. Lui nonera quello che loro volevano: Lui era Lui. Loro lo volevanoforte, potente (tutte e tre le volte che lo rifiutano è questala loro immagine), solo che Lui non era così. Ma loro lo vo-levano così: e non riuscivano ad accettare che Lui nonfosse come loro volevano.L'amore non pone condizioni. L'amore non dice: "Io ti amoma tu devi essere bravo... in grazia... o così come dico io...così non lo devi fare... se fai così allora io non ti voglio più...se fai così hai chiuso con me...". L'amore dice: "Io ti amo,cioè, io ci sono per te... io ti amo per quello che sei... io nonti voglio cambiare".L'autorità vi vorrà come lei vuole mentre l'amore vi lasciaessere ciò che siete. Chi ti vuol cambiare sta amando séstesso; chi ti accetta per ciò che sei sta amando te.Quando ti dico: "Ti amo se fai... pensi... sei... come me, stosemplicemente amando me".Amore, umanità, non è assistenza ma: "Mi prendo cura dite, cioè voglio che tu sia il tesoro, la perla, la cosa migliore

che tu puoi essere. Questo ti richiederà forse un po' di fa-tica, ma io voglio che tu possa volare". Non ti farò vederequant'è bello il cielo, ti insegnerò che hai le ali!Per molte persone amore=possedere l'altro. Cioè: "Provosentimento per te perché pensi e fai come me; perché staicon me; perché sei legato a me; perché anche tu mi ami eprovi sentimento per me; perché sei d'accordo con me":Ma l'amore non è questo. L'amore è volere il tuo vero bene,qualunque esso sia. Se sei un'aquila, per amore ti farò vo-lare; se sei un delfino, per amore ti farò nuotare; se sei miofiglio ti insegnerò a non avere più bisogno di me. "Insegne-rai a Volare, ma non voleranno il Tuo Volo. Insegnerai a So-gnare, ma non sogneranno il Tuo Sogno. Insegnerai aVivere, ma non vivranno la Tua Vita. Ma in ogni Volo, in ogniSogno e in ogni Vita, rimarrà per sempre l'impronta dell'in-segnamento ricevuto (Madre Teresa di Calcutta)".Solo così scopriremo che tutto ciò che è umano è divino.Noi abbiamo pensato che per essere divini bisognasse es-sere santi, perfetti, in-umani (cioè dis-umani).Quale sarà il modello di Dio che Gesù presenterà? Il santo,puro, sacerdote, levita, incontaminato? No, l'eretico sama-ritano che si prenderà cura dell'uomo (Lc 10,29-37). Divinonon è quanto preghi ma se sai prenderti cura dell'umano.Le persone vorrebbero scavalcare la loro umanità. Esserefelici, cioè non star male, non guardarsi dentro, non avereniente a che fare con emozioni, paure, blocchi, schemi fa-miliari, copioni che si ripetono, sogni, desideri, istinto, ses-sualità.La gente dice: "Questa è psicologia!". "No, questo sei tu!".Se tu non ti prendi cura di te, di quello che sei, della tuaumanità, tu esci, eludi, salti la tua umanità e ciò che sei.È facile amare gli altri (tanto non sono noi). Difficile èamare sé stessi, prendersi cura di quello che si è, non far

finta di niente, ma prenderselo a cuore, curarlo,conoscerlo, guarirlo. E, tra l'altro, come si fa adamare gli altri se non si sa amare neppure séstessi?Un giorno il diavolo volle fare l'uomo perfetto. Ecosì creò l'uomo e la donna. Ma poi si accorseche avevano le mani: con le mani si può tirareschiaffi, percuotere, uccidere. E così gliele tolse.Poi si accorse che avevano la bocca: con labocca si può bestemmiare, giudicare, insultare,dire cose riprovevoli. E gliela tolse. Poi si accorseche avevano gli occhi. Con gli occhi si possonovedere o tentare di vedere cose impure e spor-che. "Via!", disse e gli tolse anche quelli. Alla finesi accorse che avevano il cuore: quello era ilpeggio di tutto. Con il cuore si possono provaresentimenti terribili, si può odiare, provare ran-core, arrabbiarsi, innamorarsi, provare passioni,ecc. Si disse. "Via subito!", e glielo tolse. Cosa glirimase dell'uomo perfetto? Nulla.Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il co-raggio di sognare e di correre il rischio di viverei propri sogni.

Don Domenico

L'AMORE VI LASCIA ESSERE CIÒ CHE SIETE. ANNO XIII

NUMERO 59Settembre 2018

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L’ESPERIENZA DELLA SETTIMANA BIBLICA CON LA DOTTORESSA ANNAMARIA CORALLO…

RACCONTO

Mi è stato chiesto di raccontarel’esperienza della settimana bi-blica proposta alla nostra co-

munità (dal 10 al 14 settembre) e alla qualeho partecipato; quindi eccomi ad esporviquanto ho vissuto, gli spunti e le riflessioniche ho portato via con me e che, giornodopo giorno, sto elaborando nel mio vissuto.Premetto che l’argomento trattato è stato“La corsa della Parola”; abbiamo visto scor-rendo le pagine degli Atti degli Apostoli iprimi falsi e burrascosi passi di quella che èla chiesa e trovato ampio riscontro con ilcammino della nostra comunità. Certamenteaspiriamo ad essere i corridori che continuanoa passarsi il testimone (la Parola) per noninterrompere questa corsa ma, almeno io,sono stata molto rincuorata nel riscontrarequanta fatica hanno fatto i primi discepoli:litigi fino ad arrivare a clamorose separazionio i disaccordi affrontati per definire criteri,come ad esempio “per essere cristiani è ne-cessario prima essere ebrei?” Nel corso diun laboratorio siamo stati catapultati nellastessa realtà: abbiamo avuto il compito diaccordarci nella missione di evangelizzazionedi un popolo appena scoperto … inutile pre-cisare che è stato un fallimento completo!Ma questo ci ha aiutato a comprenderequanto è difficile trovare punti in comuneed ancor più avere rispetto della realtà e deitempi di qualcuno diverso da noi. Sonouscita con molte domande e spunti di rifles-sione da questa esperienza quindi mi ritengomolto soddisfatta. Per come sono fatta fuggomolto lontano da chi vuole semplicemente

darmi risposte, da chi “ha la soluzione”; soapprezzare invece chi sa far nascere in medelle sane domande, utili alla mia crescitacome persona ed ancor più nella fede edanche la dottoressa Corallo in questo è ec-cezionale: riesce ad avvicinarmi alla Parola,a stimolarmi nel cammino e riesce ad irradiarela sua gioia nell’aderenza a Cristo! Comecristiani siamo chiamati a costruire la co-munità, essa è fatta di relazioni e questevanno oltre le persone coinvolte; queste re-lazioni devono renderci migliori e quandoquesto non accade è necessario prestaremaggiore attenzione, perché siamo noi adoverci migliorare in quelle relazioni. Va dasé che il fulcro di tutto questo è l’accoglienzasia di se stessi che degli altri; se questo nonaccade in un caso cercheremo sempre qual-cuno che ci accetti al posto nostro e sequesto non dovesse accadere sarebberoguai per tutti, nell’altro caso cadremmo nel-l’esclusione di qualcuno e, se onestamentenel nostro cuore vogliamo percorrere laStrada, difficilmente non precipiteremo nellaschizofrenia, poiché Lui ama tutti e allostesso modo … ed anche se per noi questoè inaccettabile, è così. SeguirLo significavivere anche questo. Ogni luogo, ogni mo-mento è quello giusto per la relazione; questoè il nostro impegno. In ogni situazione dellanostra vita siamo chiamati a far scorrerel’Amore, a far correre la Parola e tutto senzagesti plateali o grandi discorsi ma amandocome ci siamo sentiti e come ci sentiamoamati da Dio: niente oltre questo. Beh, èniente … se ci sentiamo amati da Lui! In

caso contrario è veramente un po’ difficilottoed alcune volte a me pare insormontabile.Non ci sono regole rigide per fare tuttoquesto, basta orientarsi; ma come farlo senon Lo conosciamo o non facciamo espe-rienza di Lui? Sarebbe bello riuscire a vederesempre in ogni persona o esperienza la Suapotenza. Si rende quindi necessario impararea crescere grazie alle difficoltà, sono questele spinte che ci permettono di superare noistessi; quindi i nostri difetti vanno accettaticome spunti di crescita ed i limiti comenostre risorse, resta solo affrontare con en-tusiasmo e serenità queste sfide. “Non pos-siamo volere bene a tutti ma dobbiamovolere il bene di tutti”. Essere cristiani ci dàla responsabilità di questa scelta, di ogniscelta. Con il criterio dell’Amore, ogni fallimentosarà un successo ed ogni successo sarà unpasso nella corsa della Parola. Evangelizzaresignifica trasmettere la nostra gioia di vivereorientandosi a Lui, vivendo il suo Amore. Senon gioiamo o non ci sentiamo amati, checristiani siamo?

Un partecipante

ANDARE IN PENSIONE…VIAGGI

U n modo insolito di festeggiarela meritata pensione. È il casodella maestra Caterina Saredo

Parodi, insegnante dell’I.C. Marina di Cer-veteri che ha deciso di festeggiare lapensione con un viaggio in Mozambico.Il suo interesse primario era rappresentatodalle scuole e dai bambini. Ha presocontatti con le suore di una Missione, in-formandosi sulle necessità e poi ha chie-sto a tutti coloro che volevano partecipareal “classico regalo per la pensione”, diaiutarla a comprare il materiale di cuihanno bisogno lì nelle scuole. Si è quindirecata a Mafuiane, nel sud del Mozam-bico, una zona rurale molto povera dovela Missione gestisce tre scuole dell’in-fanzia e un piccolo centro dove vivonodelle donne anziane. La gioia immensa

di Caterina è stata vedere la luce negliocchi di quei bimbi nel momento in cuiha consegnato loro il materiale che avevaportato. Girando per le scuole, ha cercatodi conoscere quelle realtà, così diversedalle nostre e per noi persino difficili daimmaginare. Certo un’esperienza di que-

sto tipo aiuterebbe a vivere la nostrarealtà in modo diverso, con gratitudine,impegno e modificando le nostre priorità.Auguriamo a Caterina, dopo tanti annitrascorsi tra i banchi di scuola con i suoialunni, cercando di dare il meglio di sé,di godersi la pensione.

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La settimana biblica guidata dalla dotto-ressa Annamaria Corallo si è sviluppata sullibro degli Atti degli Apostoli. Anche questavolta, la biblista, ci ha fatto penetrare leSacre Scritture attraverso le nostre emo-zioni ed esperienze di vita; senza mai per-dere di vista il contesto storico e culturaledei protagonisti. Sottolineando al con-tempo la figura dell’autore, Luca. Abbiamovissuto insieme agli apostoli gli albori del-l’evangelizzazione cristiana. Rossella

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SUONA LA CAMPANELLA!!!!!!! BENEDIZIONE

T utti pronti per nuove scoperte,nuovi percorsi con gli insegnanti,i compagni e tutto il personale

della scuola! Per dare un avvio ancorapiù significativo al nuovo anno scolasticodomenica 16 settembre il parroco DonDomenico della chiesa San Francescod’Assisi di Cerenova come accade semprein questo periodo, ha invitato la Dirigentescolastica, professoressa Loredana Che-rubini, le docenti, i ragazzi con i lorogenitori e tutto il personale della scuolaI.C. Marina di Cerveteri, ad una celebra-zione eucaristica durante la quale con at-tenzione, benevolenza e grande gioia, haimpartito una particolare benedizione af-finché, ognuno con il proprio ruolo, possasvolgere al meglio il proprio compito percontribuire ad una crescita tanto materialequanto spirituale della comunità tutta.La cura e l’attenzione, con cui don Mimmoha esortato tutti i presenti a cercarel’amore nelle situazioni quotidiane piùdifficili, è stata recepita dai partecipanti:durante l’omelia il parroco ha ribaditol’importanza di accogliere e comprendere

l’altro, entrando in empatia con il diversoe utilizzando il perdono come strumentoindispensabile per costruire un mondomigliore. Tutto questo può essere realizzato soltantocon l’Amore, che non deve essere unmero enunciato ma deve tradursi in opere.Su questo punto si è soffermata anche ladirigente scolastica Loredana Cherubini

che nel suo intervento ha focalizzato l’at-tenzione sul lavoro collettivo che ognigiorno viene svolto con grande pazienza,devozione e competenza dal personalescolastico tutto, affinché si realizzi unlavoro di costruzione e collaborazione,per l’esclusivo bene dei nostri ragazzi.

Benedetta Carrazza

CORTEOPROCESSIONE IN CHIESA QUEST’ANNO A CAUSA DELLA PIOGGIA

Niente processione, niente messaa Campo di Mare. Quest’annola pioggia battente del 14 agosto

ha impedito il tradizionale appuntamentocon il corteo che in partenza dalla chiesasi snodava, come nelle altre edizioni, finoa piazza Prima Rosa dove poi si svolgevala Santa Messa. Un po’ sottotono dunque

e benchè dispiaciuti per fattori esterni allavolontà degli organizzatori, il parroco DonDomenico e tutto il gruppo di volontari co-munque non si sono lasciati prenderedallo sconforto e hanno subito lavorato

perché la solennità di Maria Assunta incielo venisse celebrata nel migliore deimodi. Così infatti è stato: con i flambeauxaccesi a “riscaldare” la nostra fede, leparole belle e toccanti dell’omelia, la statuadella Madonna trasportata da valide bracciamaschili lungo tutto il perimetro dellachiesa con i numerosi fedeli attenti e

devoti. Una partecipazione che si è sentitae ha fatto dimenticare l’inconveniente dinon poter passare tra le case e per lestrade della frazione cerite. Quasi adispetto del cattivo tempo del giorno prima,

la mattina del 15 agosto invece splendevaun caldo sole che ha consentito così lasanta messa al mare che si è svolta, comeda copione all’Associazione Nautica, e nonè stato quindi esonerato il nostro parrocodal rito (non proprio amatissimo!) delladeposizione in acqua della corona di fiorialla statua della Madonna Luce della Spe-

ranza che vigila dal fondo marino sullenostre anime. Il viaggio in barca e poi il ri-torno sano e salvo di Don Domenico tragli applausi di quanti hanno seguito tuttal’operazione dalla spiaggia.

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LA PARROCCHIA DI SAN FRANCESCO ANIMA IL GREST ORGANIZZATO DALLA CARITAS DI AMATRICE

GREST

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Q uest’anno l’esperienza in aiutoalle popolazioni di Amatricenasce dall’invito rivolto alla no-

stra Parrocchia San Francesco d'Assisi daparte del vescovo di Rieti, Domenico Pompili,che ha richiesto dei volontari per il Grest,organizzato dalla Caritas.

Ecco alcune testimonianze.D’accordo con il nostro parroco Don Do-menico l’esperienza è stata affidata ai gio-vani del liceo e a una squisita equipe dicuochi, ovviamente con il supporto inces-sante di tutta la comunità che, con offertee servizi di spola, ha garantito rifornimential nostro campo base. Siamo giunti al se-condo anno di questa esperienza e stiamoriuscendo a diventare più efficienti e ad of-frire il miglior aiuto possibile a tutti i nostriamici amatriciani, l’impegno profuso daigiovani in questa iniziativa è encomiabile,anche perché nel tempo libero seguonocon i propri educatori, Padre Giorgio e DonDomenico, un percorso di crescita e con-fronto sulla loro vita. Siamo sicuri che con-tinueranno a portare una grande testimo-nianza della nostra parrocchia e dello spiritocristiano. (Lorenzo Manzo)Una esperienza condivisa a mio avviso èsempre positiva si impara a conoscersi co-struendo occasioni di incontro che nonsempre è possibile vivere nella comunitàparrocchiale, per i molteplici impegni diognuno di noi. È un lavoro duro, avvoltepressante, ma la sera quando vai a dormire,

prima di chiudere gli occhi ripensi alla gior-nata e ti senti soddisfatto. Io personalmentemi rivolgo a Lui dicendo: Signore forse oggiho fatto qualcosa di utile.

(Daniela Bentivoglio)

Noi ragazzi del gruppo del liceo siamopartiti nuovamente per l’esperienza di vo-lontariato ad Amatrice. Confrontarci conuna realtà come quella di Amatrice ci spa-ventava e ci incuriosiva allo stesso tempo.Dopo i primi giorni di centro estivo abbiamofatto nostra l’idea che la vita in quel postoera molto diversa dalla nostra. Più impe-gnativa, più intensa di quanto ci aspettas-simo. Abbiamo avuto momenti di sconforto,momenti di risate fino alle lacrime, di paura,ma abbiamo affrontato tutto, grazie anchead una attività preparata dai nostri respon-sabili, dove erano messi a dura prova i rap-porti tra i componenti del nostro gruppo.Con l’aiuto di fili verdi, gialli e rossi siamoriusciti a confrontarci il meglio possibile. Ilfilo verde ha significato una buona azioneo un bel momento; il filo giallo ha rappre-sentato dubbi da chiarire e comprendere;il filo rosso ha significato una situazionecritica che doveva essere assolutamenterisolta. Questo ci è servito non solo per raf-forzare noi stessi, ma anche per consolidareil nostro gruppo. I bambini ci hanno tra-smesso tanta gioia e forza, alcuni hannotanta voglia di ricominciare, altri invecesono rimasti fermi a quel giorno. Abbiamoavuto il piacere di ospitare un uomo con la

sua famiglia che è venuto a rilasciarci unatestimonianza sulla notte del Terremoto. Diquella notte ricordano tutto: rumori, vociche chiedevano aiuto, il cadere delle macerie.Nonostante tutto questo hanno trovato laforza di ricominciare proprio grazie allaCONDIVISIONE della vita con altre famigliecolpite da questa calamità. Tutto ciò è laconferma che vivendo in comunità e incondivisione la vita fiorisce, in questo casoanche in nuova vita.

(Ester Cignitti)

Nel contesto dell’esperienza presso laCaritas di Amatrice ci siamo ritagliati unagiornata di svago tra le montagne ma nonabbiamo dimenticato di fare con i ragazziun percorso più significativo incontrandonei pressi di una chiesetta antica chiamataIcona Passatora in località San Martinouna signora del luogo che ci ha testimoniatola sua esperienza durante il terremoto cheha fatto sì che i ragazzi potessero capire levere sensazioni passate dalla gente delposto.

(Antonio Malucelli)

Questa esperienza mi ricorda quando SanPaolo invita le comunità cristiane da luiseguite o fondate alla colletta in favore dellachiesa di Macedonia. Così anche qui, la par-rocchia di Marina di Cerveteri, per il secondoanno, tramite i suoi giovani, aiuta la chiesadi Amatrice nell’animazione dell’oratorio.

(Padre Giorgio)

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RIFLESSIONIL’ESPERIENZA AD AMATRICE ATTRAVERSO LE LETTURE E IL VANGELO DI MARCO “FA UDIRE I SORDI E FA PARLARE I MUTI”

È bello poter concludere l’espe-rienza ad Amatrice con una ri-flessione che ci viene offerta

dalle letture di questa XXIII Domenica delT.O. A me sembra, in sintonia con quantoabbiamo vissuto insieme non solo per laricca esperienza con la gente di quelpaese, ma anche per la tematica svoltanei nostri incontri di ogni giorno. Infatti,quotidianamente, finito l’impegno conl’oratorio Caritas, verso le 17 si tornava alcampo base, ossia località Torrita; quiuna volta rifocillati al giusto modo e dopobreve riposo ci si incontrava per meditaresul Vangelo guida che apriva la giornatae ci accompagnava per tutto il giorno. Ri-flessione che ci ha datol’opportunità di guardarcidentro e diventare più aper-ti e disponibili ad essereprotagonisti della nostraesistenza. Insomma, perdirla con la parola del Van-gelo: “EFFTTA’= APRITI”.Ecco quanto abbiamo sot-tolineato in questi giorni,da svariati punti di vista, lapossibilità e l’opportunitàdi aprirci a noi stessi, aglialtri, a Dio. Il Vangelo diMarco ci racconta che aGesù portarono un sordo-muto. Un uomo imprigio-nato nel silenzio, che nonpuò comunicare, chiuso,come molte volte possiamo essere chiusinoi. Eppure privilegiato: non ha nessunmerito per ciò che gli sta per accadere,ma ha degli amici, una piccola comunitàdi gente che gli vuol bene e lo portadavanti a Gesù. Il sordomuto, icona diognuno che vuole impegnarsi in un cam-mino di fede, racconta così il percorso diguarigione per ogni credente. Allora Gesùlo prese in disparte, lontano dalla folla. Èla prima azione. Io e te soli, sembra dire.«Ora sono totalmente per te, ora contisolo tu». Immagino occhi negli occhi, eGesù che prende quel volto fra le suemani.Quando sei allo stadio, ad un concerto, seiuno dei cinquantamila, sei folla, ma sei nes-suno, anonimo (senza nome, senza identità).Gesù, invece, farà sempre uscire i malati, lifarà venire avanti, li metterà al centro.La folla ti nasconde: sei uno fra i tanti,protetto, ma sei nessuno. Guarigione perGesù, invece, non è essere nessuno (a-

nonimo=senza nome) ma essere qualcuno,avere un nome, un'identità, essere sestessi. Per questo Gesù deve portarlo lon-tano dalla folla: "Tu non sei uno dei tanti.Tu sei tu. Riprenditi la tua vita. Osa esserete stesso, il tuo nome. Vivi la tua originalitàe non nasconderti. Non vivere nascosto,vieni fuori, mostra chi sei, non vergognartidi te e del tuo volto". Per guarire, allora,bisogna osare essere se stessi, individuarsi,venir fuori. A Lazzaro Gesù dirà: "Vienifuori!" (Gv 11,43). Emergere, (lett. vuoldire): "Esci, vieni fuori dal nulla". Osa iltuo pensiero, la tua vita, le tue scelte inaltre parole sii te stesso. È meravigliosala storia del topo che aveva una paura

"fottuta" dei gatti. Allora un mago ebbecompassione di lui e lo trasformò in gatto.Però, quando fu gatto, cominciò ad averpaura dei cani. Il mago, impietositosi peruna seconda volta, lo trasformò in cane.Ma, fatto cane, cominciò ad aver pauradelle pantere. Quando fu pantera ebbeuna terribile paura degli elefanti. E quandofu elefante dei topi. Allora il mago glidisse: "Non c'è niente che io possa fareper aiutarti perché tu continui sempre adavere il cuore di topo!". Non potrai maiessere felice se continui a rincorrere l'es-sere qualcun altro.UNA PAROLA, SECCA, DECISA E FORTE(Gesù perfino sospira), un comando: "EF-FATÀ, APRITI" (Mc 7,34). Al cuore diciamo:"Apriti!". Un uomo ha paura di amare, diinnamorarsi, perché è stato "scottato",perché ha paura di soffrire ancora. Gesù,la Vita, dice: "Apriti!". Alla vergogna diciamo:"Apriti!". Una donna, da giovane, ha abortitoe se ne vergogna da morire. Gesù dice:

"Apriti, torna a vivere e perdonati. Io l'hogià fatto!". Alla mente diciamo: "Apriti. Im-para, conosci, scopri, accetta il nuovo. Lamente è come il paracadute: se non èaperta non serve"."Apriti!" vuol dire che le cose evolvono.Ciò che non evolve è morto; ciò che vivediviene. Vi è mai capitato di passare inun paese dieci anni dopo dall'ultima volta?Tutto diverso! È normale. La vita diviene,è viva, si modifica, cambia. Apri la tuamente e sii sempre in movimento.Alcune persone non sanno quanto è im-portante che essi ci siano. Alcune personenon sanno quanto faccia bene, anchesolo vederli. Alcune persone non sanno

quanto sia di conforto illoro benevolo sorriso. Alcu-ne persone non sannoquanto sia benefica la lorovicinanza. Alcune personenon sanno quanto sarem-mo più poveri senza di loro.Alcune persone non sannodi essere un dono del cie-lo...... Lo saprebbero se noiglielo dicessimo.Eccoci, pronunciamo il nostronome e ascoltiamo Gesùche dice a ciascuno: “Effatà,Apriti". Ci metto il mio nome:in cosa io mi devo aprire?Cosa devo aprire?Un giorno un grosso lupoaspettava che una dolce

bambina, vestita con il suo cappuccettorosso, portasse alla nonna il cestino conle cibarie. Il lupo chiese alla bambina:"Porti quel cestino alla nonna?". "Sì", ri-spose la bambina. Si fece anche diredove abitava e poi il lupo scomparve nelbosco. Quando la bambina aprì la portadella casa vide subito che nel letto nonc'era la nonna ma il lupo, perché anchea sette metri di distanza per quanto unlupo si metta in testa una cuffietta nonsomiglia ad una nonna più di quanto unautobus somigli a Sofia Loren! Cosìestrasse dal suo cestino una pistola au-tomatica e fece secco il lupo: ... non vel'aspettavate? Le cose cambiano.Sai perché l'acqua di un fiume si può beree quella di uno stagno no? Perché l'acquadel fiume scorre mentre quello dello stagnosta ferma, stagna. Vuoi la vita vera? Primalascia quella falsa e poi falla scorrere nontrattenerla.

Don Domenico

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VIAGGIARE PER VISITARE POSTI ED APRIRSI ALLA VITA di Lara Eludini

DOVE

1. La cattedrale.2, 3 e 4. Scorci di Mechelen.

5. La Porta di Bruxelles, o Brusselpoort.6. La fabbrica di birra.

1. 2.

3. 4.

5. 6.

MECHELEN

L a città belga sita in provincia diAnversa e attraversata dal fiumeDijle, conquista i visitatori curiosi

in tour per le Fiandre con i suoi 336palazzi e monumenti in stile gotico e ba-rocco.

I luoghi di interesse sono quasi tutti per ilcentro storico, a partire dalla Grote Markt,la “Piazza del Mercato”, cuore pulsantedella città. Su questa piazza si affaccianonumerosi bar e ristoranti ed alcuni tra gliedifici più importanti, come il municipio ela Cattedrale di San Rumbold.

Proprio la cattedrale, la Sint-Romboutska-thedraal (in italiano San Rombaldo), è ilsimbolo della città. Fu costruita in onoredel missionario irlandese Saint Rumboutin due fasi: l’inizio dei lavori risale al 1217e fu completata tra il 1452 e il 1530. Lacosa che colpisce di più di questa catte-drale è la maestosità del suo altissimocampanile, che sfiora i 100 metri di al-tezza ed è stato inserito dall’UNESCO tra iluoghi Patrimonio dell’Umanità. 514 sonogli scalini da salire per arrivare in cima allatorre. La tanta fatica dei turisti più sportivi,viene subito ripagata dallo stupore della

meravigliosa vista sulla città. Sempre suGrote Markt si affaccia anche il Municipiogotico, un complesso di edifici eretti a par-tire dal 1320 composto dal Palazzo delGran Consiglio, il Belfort (la Torre Civica) eil Mercato dei Tessuti. Ovviamente siamonelle Fiandre e, in un itinerario che si ri-spetti, non può mancare la birra. AncheMechelen ha la sua birreria, una delle piùantiche del Belgio, fondata nel 1369 edancora in attività, la Brouwerij Het Anker.La fabbrica sorge all’interno del grandebeghinaggio di Mechelen e può essere vi-sitata accompagnati da una guida, dopoaver prenotato la visita via mail. Fare unavisita in un Birrificio rappresenta un belmodo per avvicinarsi al mondo della birra,alle tradizioni ed alla cultura birraria edaiuta a capire cosa c’è nel bicchierequando sorseggiamo la bevanda. Ha sedein Mechelen la scuola di Carillon. Moltistudenti vengono da tutto il mondo per im-parare a suonare le campane. Vi è infineLa Porta di Bruxelles, o Brusselpoort, unelegante monumento fortificato che costi-tuisce una delle dodici porte originarieposte a protezione della città vecchia delleFiandre. Inizialmente più alta, e divisa indue parti simmetriche, la Overste poort (oPorta superiore, altro modo con il qualeviene definita) venne costruita nel XII se-

colo, mentre nel Cinquecento vi fu ag-giunto un elegante tetto scuro, che servìda copertura e congiungimento delle duetorri.

CuriositàGli abitanti di Mechelen, come quelli di di-verse città fiamminghe, vengono chiamaticon uno stravagante soprannome: il loroè Maneblussers, ossia, letteralmente, "co-loro che spengono la luna". Questo nomi-gnolo trae origine da un fatto realmenteaccaduto, ovvero il presunto incendiodella torre della cattedrale di San Rom-baldo nel 1687. Nella notte tra il 27 ed il28 gennaio tutta la città venne svegliatapoiché la torre era in fiamme. Subito siformò una lunga catena umana per por-tare i secchi pieni d'acqua fino in cima al-l'edificio ma presto tutti si accorsero chequello che credevano un incendio non eraaltro che un riflesso. Infatti, la luce dellaluna, riflessa nelle vetrate della catte-drale, e una leggera nebbia che avvolgevala torre all'altezza dell'orologio avevanodato a molti l'impressione che si trattassedi fumo. Sebbene si sia cercato di mante-nere la conoscenza dell'episodio entro lemura cittadine, presto, con grande imba-razzo per gli abitanti, tutta la regionevenne a sapere dell'accaduto.

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SALUTEFINE DELLE VACANZE: AFFRONTIAMO IL RIENTRO CON SERENITÀ E I RIMEDI NATURALI

BOLLETTE ESOSE: COME DIFENDERCI DIRITTI

DALLA VACANZA ALLA ROUTINEUna canzone diceva “l’estate sta finendo”……e cosa rimane? Una gran malinconia ela voglia di non tornare al lavoro.Già! Il ritorno dalle vacanze è peggio del lu-nedì. Tornati dalle ferie vi sentite intorpiditi,deconcentrati, e dopo pochi giorni di ripresalavorativa avete l’impressione che non visiete mai spostati dal luogo di lavoro e nonriuscite a staccare la mente dalle vacanze?Ebbene, soffrite di un piccolo ma fastidiososhock da rientro. Questo momento può darorigine a diversi disturbi psicofisici di variotipo, poiché dobbiamo affrontare il ritornoalla vita quotidiana, al lavoro, fronteggiarela routine. Questo è il periodo in cui disagioe stress tornano a farsi sentire.Così la qualità della nostra vita non è almassimo. Il mondo delle medicine non convenzionalioffre numerose soluzioni che possonoaiutarci a far fronte a tutto questo. Vedia-mone alcune...

FLORITERAPIA: UN AIUTO DAI FIORI DI BACHLe cause di questo disagio, oltre che nelledifficoltà di adattamento emotivo, stanno

anche nei cambiamenti che il corpo subiscedurante questo momento dell’anno.Le giornate si accorciano, meno sole, menoluce, la modificazione dell’alimentazione,degli orari dei pasti può avere ripercussionisull’assetto ormonale e metabolico. Cerchiamo allora di stabilire intanto la nostratipologia…Siamo quelli che vogliamo esplorare sempre,quelli che ciclicamente ricercano il cambia-mento? Bene allora il nostro fiore di bachche può darci un aiuto a restare concentrati(perché al lavoro ci tocca andare per forza!)è Impatiens, per chi è insofferente a doverstare lunghe ore in ufficio, o Wild Oat perchi ha voglia di fare e non sa da che partecominciare. Poi c’è Walnut che è indicatoper chi soffre il rientro, stimola infatti l’orga-nismo ad accettare i cambiamenti, sia cli-matici, stagionali e di ambiente. Honeysuckleper chi invece è con la testa e il cuoreancora in vacanza, e fatica a vivere il presentee ad apprezzarlo, insieme al fiore precedentefacilita il giusto distacco da quello che si èvissuto. Poi c’è Elm che è perfetto per chiha un eccesso di responsabilità che impe-disce di rilassarsi, e quindi per chi soffre dimal di collo, irritabilità, insonnia.

Ricordo che i rimedi floreali si possono mi-scelare e le indicazioni date sono generali,e per ognuno di noi c’è uno o più fiori adattiai nostri disturbi.Essi sono rimedi catalizzatori in quanto sonocapaci di mettere in luce la vera naturadegli squilibri profondi della persona.

RIFLESSOLOGIA PLANTAREDobbiamo fare carico di energie nuove perfar fronte al nuovo anno che abbiamo davantia noi….E allora ricordiamoci del valido aiuto chepossono darci i massaggi soprattutto quellirilassanti con cristalli e oli profumati, maanche quelli dedicati ai nostri piedi, partemolto importante del corpo, visto che su diessi poggia tutto il nostro peso sia fisicoche mentale.Con la riflessologia che usa zone riflessesul piede per massaggiare i nostri organi,possiamo depurarci e tonificarci, per ridarenuova energia al corpo e alla mente, inmodo da affrontare le nuove sfide lavora-tive e non solo, che ci aspettano dopo levacanze.

Maria Grazia Nicolella, naturopata

L e bollette che vengono spediteperiodicamente per il consumodell’energia elettrica e del gas,

rappresentano, per molti destinatari, unmomento di ansia, soprattutto nel mo-mento di aprire la busta in cui sono con-tenute.

Quanto dovrò pagare questa volta? Speriamo bene!!Non c’è persona che non sia stata o sia“presa” da tali pensieri e dalla apprensioneche questi determinano per il timore didover pagare elevati importi nonostantel’adozione di tutte le cautele per contenerei consumi (fasce orarie e quant’altro).Un lettore ci chiede, a tal proposito, il mo-dus operandi per contestare i consumiquali risultanti dalla lettura del contatorenon potendosi escludere la non corrispon-denza alle risultanze, in mano del consu-matore, che conducono alla debenza diimporti diversi.La questione posta dal gentile lettore, hauna certa importanza perché non è dettoche il “contatore dica sempre la verità” eche, quindi, siano dovute le somme ricavatedai consumi emergenti dalla lettura dellostesso.Però bisogna stare attenti perché la ge-nerica contestazione del consumatore

non sarebbe sufficiente ad escludere sicet simpliciter l’obbligo di pagamento dellabolletta nella misura conseguente ai con-sumi registrati sul contatore.A tal proposito, si afferma in giurisprudenza(da ultimo sulla questione è intervenuto ilTribunale di Latina con sentenza763/2018) che in materia vige una pre-sunzione di corrispondenza fra il datocontenuto nel contatore e quello trascrittonella fattura e, di conseguenza, devonointendersi esatti gli importi calcolati sullabase della lettura riportata nella fatturasessa (bolletta). A meno che il consumatorenon contesti la bolletta rendendo poi inaf-fidabili le risultanze del contatore.È bene precisare, come sopra anticipato,che deve trattarsi di una contestazioneprecisa come può esserequella attinente il mancatofunzionamento del contatore,ovvero la non corrispondenzadegli importi richiesti nellabolletta alle risultanze in pos-sesso dell’utente: nella fatti-specie esaminata dal Tribu-nale di Latina, il consumatoreaveva eccepito che le sommerichieste (per il consumo idri-co) apparivano inverosimilisulla base delle dimensioni

dell’immobile, del numero degli occupantie degli importi fatturati nei precedenti pe-riodi, circostanze le quali davano contezzadi una richiesta sproporzionata.In buona sostanza, la fattura emessaper il pagamento del consumo idrico oelettrico, non costituisce piena provadel credito preteso dal fornitore in essaconsacrata, laddove però contestata de-bitamente dal consumatore. Sarà, quindi,in tal caso, il fornitore (Enel, Acea equanti altri) a dover dimostrare adegua-tamente che i consumi addebitati sonoesatti e fedelmente riportati nella bol-letta, scaturendo da essi gli importi ri-chiesti.

Avv. Antonio Arseni

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Gli Uffici della Segreteria sono aperti: ORARIO INVERNALE (ottobre/maggio)- la mattina dal Lunedì al Sabato dalle ore 9.30 alle 12.30- il pomeriggio dal Lunedì al Venerdì dalle ore 15.30 alle 18.30.ORARIO ESTIVO (giugno/settembre)- Mattina dal Lunedì al Sabato dalle ore 10.00 alle 12.00- Pomeriggio dal Lunedì al Venerdì dalle ore 17.00 alle 19.00.

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PER INVIARE MATERIALE RIGUARDANTE IL GIORNALINO “CRESCERE INSIEME”E-mail redazione: [email protected] - Cell. 329 1589649

AVVISI BACHECA

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SPOSI DEBORAH E KOL Lunedì 27 agosto Deborah e Kol hannocoronato il loro sogno d’amore nella nostrachiesa, unendosi in matrimonio davanti auna folla di parenti e amici. Alla giovanecoppia auguriamo un mondo di bene etanto amore!

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Sabato 6 SSaSabSabaSabatSabatoSabato Sabato 6Sabato 6 OOttOtOttobreOttoOttobOttobrOttobre

Ore 18:00 ssantsasansanta santasanta mesanta msanta messanta messsanta messasanta messa

Ore 19:30 a a ca cenaa cea cena cena a cena ca cena coa cena cona cena con iil pilil il patratatronoatroatronatrono Ore 21:30 San FSaSanSan San FrSan FranSan FraSan FrancSan FrancesSan FranceSan FrancescSan FrancescoSan Francesco, strsststradastrastradstrada strada

amoamamoramore e amoreamore amore eamore e di paamore e damore e diamore e di amore e di pamore e di pacamore e di paceamore e di pace RapRaRapprRappRappreRappreseRappresRappresentRappresenRappresentazioneRappresentaRappresentazRappresentaziRappresentazioRappresentazionRappresentazione TeTTeatTeaTeatraTeatrTeatralTeatraleTeatrale Teatrale dTeatrale di Teatrale diTeatrale di eTeatrale di e Teatrale di e cTeatrale di e con ATeatrale di e coTeatrale di e conTeatrale di e con Teatrale di e con AgTeatrale di e con AgostinTeatrale di e con AgoTeatrale di e con AgosTeatrale di e con AgostTeatrale di e con AgostiTeatrale di e con Agostino Teatrale di e con AgostinoTeatrale di e con Agostino dTeatrale di e con Agostino deTeatrale di e con Agostino de Teatrale di e con Agostino de Angngengelisngelngelingelis

MMararatoaraarataratonaaratonaratona agaagonisagoagonagoniagonisticaagonistagonistiagonisticagonistica agonistica e ee amatoamamaamatamatoramatoriaamatoriamatorialeamatorialamatoriale per le vie di Cerenova e Campo di Mare

cocon rconcon con ricon ricchcon riccon ricccon ricchi prcon ricchicon ricchi con ricchi pcon ricchi precon ricchi premi econ ricchi premcon ricchi premicon ricchi premi con ricchi premi e bucon ricchi premi e con ricchi premi e bcon ricchi premi e bufcon ricchi premi e buffcon ricchi premi e buffetcon ricchi premi e buffecon ricchi premi e buffet fcon ricchi premi e buffet con ricchi premi e buffet finalcon ricchi premi e buffet ficon ricchi premi e buffet fincon ricchi premi e buffet finacon ricchi premi e buffet finalecon ricchi premi e buffet finale

Ore 15:30

ddomdodomendomedomenica domenidomenicdomenicadomenica 7 Odomenica 7domenica 7 domenica 7 Otdomenica 7 Ottdomenica 7 Ottodomenica 7 Ottobrdomenica 7 Ottobdomenica 7 Ottobredomenica 7 Ottobre Al AAlAl tAl terminAl teAl terAl termAl termiAl termineAl termine Al termine diAl termine dAl termine di oogogni ognogniogni sanogni sogni saogni santogni santa ogni santaogni santa meogni santa mogni santa messaogni santa mesogni santa messogni santa messa ogni santa messa verrogni santa messa vogni santa messa veogni santa messa verogni santa messa verràogni santa messa verrà ogni santa messa verrà

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Info: segreteria parrocchiale 06.9902670

www.parrocchiamarinadicerveteri.it

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pastificio dal 1978

Saranno presenti gli stand della Lana e del Libro

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SAN FRAnCESCO

MARATHON

6 OTTOBRE ISIISCRISCISCRIISCRIZIISCRIZISCRIZIONIISCRIZIOISCRIZIONISCRIZIONI dalle ore 14:00

PaPParteParPartPartenzPartenPartenza PartenzaPartenza oreoorore 15:11515:315:30 GAGARA CGARGARAGARA GARA COMPGARA COGARA COMGARA COMPETITGARA COMPEGARA COMPETGARA COMPETIGARA COMPETITIVGARA COMPETITIGARA COMPETITIVAGARA COMPETITIVA

10110 KMKKM MarMMaMaratMaraMaratoniMaratoMaratonMaratonina AMaratoninMaratoninaMaratonina Maratonina AmatMaratonina AmMaratonina AmaMaratonina AmatoriMaratonina AmatoMaratonina AmatorMaratonina AmatorialMaratonina AmatoriaMaratonina Amatoriale Maratonina AmatorialeMaratonina Amatoriale

3 33 km3 k3 km

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RICCO BUFFET FINALE

*PARTENZA E ARRIVO* PARROCCHIA SAN FRANCESCO

Marina di Cerveteri

( per la gara competitiva va esibito al mometo

oltre alla tessera societaria, copia del certificato medico sportivo in corso di validità)

Gadget premio anche per chi partecipa alla Maratonina Amatoriale

Pacco gara per i primi 100 iscritti e Ricchi premi!

Il ricavato della manifestazione

sarà devoluto alla onlus

parrocchiale per sostenere

!

Premi per i primi 3 assoluti !

www.parrocchiamarinadicerveteri.it

Info: Alessandro 392 5007679 [email protected]

LA SIGNORA MARIA CASULLI È TORNATA ALLA CASA DEL PADRELunedì 24 settembre presso la Casa Canonica della parrocchia “San Francescod’Assisi”, la carissima mamma di Don Domenico, la signora Maria, è tornata allaCasa del Padre. Nel dolore di questo giorno, l’intera Comunità con tutto il cuore, èunita alla sofferenza del nostro amato Don e della famiglia Giannandrea. Possa ilsuo ricordo, l’amore che ha dato, colmare questo vuoto.Scriveva sant’Agostino a proposito della morte della madre Monica: “Privata dellagrandissima consolazione che trovava in lei, la mia anima rimaneva ferita e la miavita, che era stata tutt’uno con la sua, rimaneva come lacerata”.