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ANNO XLI – N. 2/3 – Mensile delle Missioni Cattoliche Italiane della Svizzera Orientale Febbraio-Marzo 2015 CHF 1,20 AZB 9000 ST. GALLEN Prego segnalare cambiamenti d’indirizzo / Bitte Adressänderungen mitteilen / Svp. signaler changements d’adresse Comunità – Heimatstrasse 13 – 9000 St. Gallen comunità La satira estrema che abusa di Dio Vilipendio della religione: fino a che punto vale la libertà di stampa Cinque milioni di copie vendute dal giornale satirico Charlie Hebdo alla sua ri- comparsa in edicola dopo la strage del 7 gennaio. I media avevano informato che, prima ancora di essere stampato, il giornale aveva suscitato proteste da parte del mondo islamico che contestava l’immagine di Mao- metto che troneggia in prima pagina. Per i Musulmani, infatti, il Profeta non può essere rappresentato. Charlie Hebdo, invece, per non rinnegare se stesso ritorna a fare ciò che ha sempre fatto e a correre i rischi che ha sempre cor- so. Per cui i problemi, di cui si è tanto parla- to nei giorni scorsi, tornano puntualmente a galla. All’indomani dell’attentato, molte vignette di Charlie Hebdo sono state pubblicate da molti giornali in omaggio ai giornalisti ucci- si. Anche il Corriere della Sera ne ha pubbli- cate diverse, tra le quali una in cui si vedo- no un rabbino, un vescovo, un iman andare a braccetto e gridare insieme:” Il faut voiler Charlie Hebdo”. Il Corriere traduce: “Biso- gna oscurare Charlie Hebdo” dove sarebbe meglio tradurre: “Bisogna mettere il velo a Charlie Hebdo” con una evidente allusione al velo islamico. C’è una differenza tra ironia e satira: l’ironia sorride, rispetta la realtà; la satira invece carica, gonfia, deforma, non ride, fa ridere con i suoi eccessi. Per cui sorgono sponta- nee alcune domande: esistono limiti agli eccessi della satira oppure, in omaggio alla libertà, i limiti non ci devono essere? Gior- gio Forattini non ha mai rappresentato il Papa nudo, Charlie Hebdo sì. Il vignettista del Corriere usa spesso immagini religio- se, ma evita commistioni tra temi religiosi e temi sessuali. Per Charlie Hebdo invece quelle commistioni sono ricorrenti, quasi una idea fissa. Ovvio che non si può risolvere il problema proibendo tutto, ma è altrettanto ovvio che non si può neppure risolvere proibendo nulla. Charlie Hebdo manca di etica dell’in- formazione che è il rispetto che viene dalle esigenze dell’altro. Spingendo tutto all’estre- mo si rischia sempre di suscitare reazioni e- streme. È quello che è successo ed è quello che potrebbe succedere ancora. Tra le attestazioni in favore del settimana- le parigino ce n’è stata una particolare: “In tutte le religioni, dice, ci sono credenti ed estremisti. La differenza è che gli estremisti mettono Dio al loro servizio, mentre i cre- denti si mettono al servizio di Dio”. Verissi- mo, con una annotazione, però. La satira, che usa e abusa di immagini e temi reli- giosi, si serve di Dio per un altro scopo: far ridere. Anche questo è un uso improprio di Dio e della religione e, dunque, una forma particolare di estremismo. Che non giustifi- ca, certo, nessun’altra forma di estremismo, ma che fatica anche, mi pare, a giustificare se stessa. (det)

ANNO XLI – N. 2/3 – Mensile delle Missioni Cattoliche ... Febbraio-Marzo.pdf · Cè u’ na differenza tra irona e satira: lir’ona ... Qualche annotazione sui fatti di Parigi

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ANNO XLI – N. 2/3 – Mensile delle Missioni Cattoliche Italiane della Svizzera Orientale Febbraio-Marzo 2015 CHF 1,20

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La satira estrema che abusa di DioVilipendio della religione: fino a che punto vale la libertà di stampa

Cinque milioni di copie vendute dal giornale satirico Charlie Hebdo alla sua ri-comparsa in edicola dopo la strage del 7 gennaio. I media avevano informato che, prima ancora di essere stampato, il giornale aveva suscitato proteste da parte del mondo islamico che contestava l’immagine di Mao-metto che troneggia in prima pagina.Per i Musulmani, infatti, il Profeta non può essere rappresentato.Charlie Hebdo, invece, per non rinnegare se stesso ritorna a fare ciò che ha sempre fatto e a correre i rischi che ha sempre cor-so. Per cui i problemi, di cui si è tanto parla-to nei giorni scorsi, tornano puntualmente a galla.All’indomani dell’attentato, molte vignette di Charlie Hebdo sono state pubblicate da molti giornali in omaggio ai giornalisti ucci-si. Anche il Corriere della Sera ne ha pubbli-cate diverse, tra le quali una in cui si vedo-no un rabbino, un vescovo, un iman andare a braccetto e gridare insieme:” Il faut voiler Charlie Hebdo”. Il Corriere traduce: “Biso-gna oscurare Charlie Hebdo” dove sarebbemeglio tradurre: “Bisogna mettere il velo a Charlie Hebdo” con una evidente allusione al velo islamico.C’è una differenza tra ironia e satira: l’ironia sorride, rispetta la realtà; la satira invece carica, gonfia, deforma, non ride, fa ridere con i suoi eccessi. Per cui sorgono sponta-nee alcune domande: esistono limiti agli eccessi della satira oppure, in omaggio alla libertà, i limiti non ci devono essere? Gior-gio Forattini non ha mai rappresentato il

Papa nudo, Charlie Hebdo sì. Il vignettista del Corriere usa spesso immagini religio-se, ma evita commistioni tra temi religiosi e temi sessuali. Per Charlie Hebdo invece quelle commistioni sono ricorrenti, quasi una idea fissa.Ovvio che non si può risolvere il problema proibendo tutto, ma è altrettanto ovvio che non si può neppure risolvere proibendo nulla. Charlie Hebdo manca di etica dell’in-formazione che è il rispetto che viene dalle esigenze dell’altro. Spingendo tutto all’estre-mo si rischia sempre di suscitare reazioni e-streme. È quello che è successo ed è quello che potrebbe succedere ancora.

Tra le attestazioni in favore del settimana-le parigino ce n’è stata una particolare: “In tutte le religioni, dice, ci sono credenti ed estremisti. La differenza è che gli estremisti mettono Dio al loro servizio, mentre i cre-denti si mettono al servizio di Dio”. Verissi-mo, con una annotazione, però. La satira, che usa e abusa di immagini e temi reli-giosi, si serve di Dio per un altro scopo: far ridere. Anche questo è un uso improprio di Dio e della religione e, dunque, una forma particolare di estremismo. Che non giustifi-ca, certo, nessun’altra forma di estremismo, ma che fatica anche, mi pare, a giustificare se stessa. (det)

2comunitàFebbraio-Marzo 2015 Indirizzi utili

IMPRESSUM

Anno XLI – N. 2/3 Febbraio-Marzo 2015 – Mensile

delle Missioni Cattoliche Italiane della Sviz-

zera Orientale. Aderente alla Federazione Uni-

taria della Stampa Italiana all’Estero (FUSIE).

Direzione-Redazione: Don Egidio Todeschini (det).

Email: [email protected]

Amministrazione e indirizzi:

Heimatstrasse 13 – 9000 St. Gallen

Redazioni locali: MCI San Gallo, MCI Wil,

MCI Schaan

Tipografia: La Buona Stampa (TBS) – Via Fola 11,

6963 Pregassona

Abbonamento: CHF 12 annuo

Consegna del materiale da pubblicare entro il gior-

no 15 di ogni mese

SOMMARIO

pag. 4-7 San Gallo-Rorshach

pag. 8-11 Wil–Herisau

pag. 12-15 Schaan–Marbach

pag. 16-17-18 Servizi Speciali

pag. 19 Patronato Acli

Chi non riceve il giornale, chi non lo vuole, chi riceve

più copie, chi cambia indirizzo, è pregato di comuni-

carlo alla propria Missione.

ANNO XLI – N. 1 – Mensile delle Missioni Cattoliche Italiane della Svizzera Orientale Gennaio 2015 CHF 1,20

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unità – Heimatstrasse 13 – 9000 St. Gallencomunità

Occorre vivere l'ecumenismo del cuoreDal 18 al 25 gennaio la settimana di preghiere per l’unità dei cristiani

Nella foto: un abbraccio che cambia la storia. L’incontro di Papa Francesco con il patriarca Bartolo-meo. Solo insieme si possono affrontare le sfide complesse di oggi.

Ci sono grandi speranze da parte dei cristiani che credono, sperano e pregano per l’unità tra le Chiese dopo l’incontro tra Papa Francesco e il patriarca di Co-stantinopoli, Bartolomeo I. Come tanti ricorderanno, l’incontro è avvenuto in occasione del viaggio di papa Francesco dal 27 al 30 novembre 2014 in Turchia. Il Papa e il Patriarca hanno firmato una di-chiarazione congiunta in cui hanno riba-dito di voler intraprendere un cammino verso la piena unità.I motivi di queste speranze sono almeno due: l’amicizia sincera che è nata fra i due grandi uomini di Chiesa senza la quale qualsiasi dialogo e camino ecumenico non può esistere ed avanzare; e il conte-sto difficile in cui vivono oggi molti Paesi di antica tradizione cristiana.Dopo duemila anni di cristianesimo e mille anni di divisione all’interno della Chiesa, tra Oriente e Occidente, le condi-zioni particolarmente difficili in cui sia-mo costretti a vivere oggi come cristiani, hanno creato un contesto più favorevole che mai al dialogo tra cristiani.Così come nei primi secoli il sangue dei martiri ha fortificato la Chiesa e l’ha man-tenuta in unità, anche le sofferenze dei cristiani di oggi possono essere un fatto-re di unità. Si è parlato, nella dichiarazio-ne comune del Papa e del Patriarca di un “ecumenismo” del sangue”. Paesi che per duemila anni hanno respirato un’aria cri-stiana, testimoniando con la propria vita al bellezza di un modo di vivere basato

sull’amore, si vedono oggi costretti ad affrontare delle situazioni di grave soffe-renza. Molti cristiani di questi paesi sono obbligati a scegliere tra lasciare i propri Paesi e le proprie radici oppure morire solo perché sono cristiani.Forse il messaggio più forte che è na-to dopo l’incontro tra papa Francesco e il patriarca Bartolomeo è stato proprio quello che non possiamo rassegnarci a un Medio Oriente senza i cristiani, do-po duemila anni in cui vi si è professata la fede in Gesù. Gran parte della storia e della spiritualità cristiana è nata lì, in

quella terra.I cattolici e gli ortodossi pregano e devo-no credere nell’unità della Chiesa, così com’era nel primo millennio. L’ecume-nismo non si costruisce solo attraverso conferenze, incontri e documenti, ma con i rapporti personali e la preghiera l’uno per l’altro. Fino a quando non si po-trà realizzare l’ecumenismo istituziona-lizzato, si deve vivere l’ecumenismo del cuore. Questo è quanto hanno cercato di trasmettere, anche attraverso gesti sem-plici ma pieni di significato, papa France-sco e il patriarca Bartolomeo.

MISSIONI CATTOLICHE ITALIANE–SVIZZERA ORIENTALE

San Gallo–Rorschach:Missionario:

Rorschacherstr. 105, 9000 S. GalloDon Piero Corea

Tel. 071 244 59 29Tel. 079 847 04 41

Wil–Herisau:Missionario:Missionario emerito:

Lerchenfeldstrasse 5, 9500 WilDon Alfio BordigaDon Peppino Salvadè

Tel. 076 740 21 10Tel. 071 911 58 51

Schaan–Marbach:Missionario:

Reberastrasse 1, 9494 SchaanDon Egidio Todeschini

Tel. 00423 2322922

Rapperwil–Jona:Missionario:

Herrenberg 53, 8640 RapperswilP. Giulio De Zulian

Tel. 055 210 52 63

Coordinazione delle MCI:Coordinatore Nazionale:

Brauerstr. 101,8004 ZürichDon Carlo De Stasio

Tel. 044 240 51 25

CONSOLATO D’ITALIA IN ZURIGOTödistrasse 65 - 8002 Zurigo

Dopo la chiusura avvenuta a fine luglio del Consolato d’Italia di San Gallo e Liechtenstein, in attesa di nuove informazioni (vedi comunicato nelle pagine interne),

per i servizi consolari i connazionali di devono rivolgersi al Consolato di Zurigo.

Ufficio Passaporti Tel. 044 - 286 62 03 Dal lunedì al venerdì dalle 12.00 alle 13.00

Carta d'identità Tel. 044 - 286 62 03 Dal lunedì al venerdì dalle 12.00 alle 13.00

Ufficio notarile Tel. 044 - 286 62 29 martedì e giovedì dalle 10.00 alle 13.00

Polisportello Tel. 044 - 286 62 50 Si occupa di Anagrafe e Aire, Rrimpatri, Naturizzazioni, richiesta Codice fiscale. martedì e giovedì dalle 10.00 alle 12.00 Fax 044 201 16 11 Email: [email protected] Posta elettronica certificata: [email protected]

PATRONATO ACLI – PER I SERVIZI SOCIALIPatronato e Assistenza sociale ACLI (Associazione Cristiana Lavoratori Italiani)

Operatori: Matteo Di Gennaro e Agnese Vailati

San Gallo Heimatstrasse 13,9008 San GalloTel. 071 244 81 01/04Email: [email protected]

LunedìMartedìMercoledìGiovedìVenerdì

9.00-12.009.00-12.00; 15.00-19.009.00-12.00; 15.00-19.009.00-12.009.00-12.00; 15.00-18.00

Kreuzlingen presso il Circolo ACLI, Bärenstrasse 32.Con due presenze al mese: 2° e 4° giovedì dalle ore 16.00 alle 19.00.

Marbach presso la Missione Cattolica Italiana, Staatstrasse 58.Con due presenze al mese: 1° e 3° lunedì dalle ore 15.30 alle 18.00.

Buchs presso la sala della parrocchia, Pfrundgutstrasse 5.Ogni sabato: ore 9.00–11.00.

Wil Scheibenbergstrasse 14, 9500 Wil. Ogni martedì: ore 19.30–21.00Operatore: Calludrini Franco, tel. 071 393 24 57

PATRONATO ITAL-UIL A RORSCHACH E WIL

Rorschach Presso la sede della Pro Senectute; Reitbahnstr. 2, 9400 RorschachTutti i giovedì dalle 18.30 alle 20.00Operatore: Gianni RubertiTel. 071 220 96 22 / 077 433 44 01

Wil Hörnlistrasse 19, 9500 WilOperatore: Leo Caruso Telefono 071 220 96 22

LunedìMartedìMercoledì

9.30-12.30; 14.00-17.309.30-12.30; 14.00-17.309.30-12.30; 14.00-17.30

3comunitàFebbraio-Marzo 2015 Editoriale

Qualche annotazione sui fatti di ParigiDoveroso condannare la strage. Ma anche rispettare la fede religiosa di tutti

Chi legge i giornali e segue la cronaca in Tv sa già cosa è successo nei giorni scorsi a Parigi: la strage nella sede del giornale satirico Char-lie Hebdo, l’uccisione degli ostaggi effettuate dai due fratelli Cherif e Said Kouachi, l’attentato al nego-zio ebraico di Porte de Vincennes messo in atto da Amedy Coulibaly. Assassini definiti “eroi” dagli Isla-misti e lodati come “cavalieri della verità”: i primi per aver fatto il loro “dovere” di Musulmani e gridato Al-lah Akbar (Dio è grande), in nome del quale pensavano di vendicare il profeta Maometto”, ritratto sul setti-manale senza pantaloni; il secondo per aver massacrato gli Ebrei. Inuti-le, quindi, riparlarne. Meglio mette-re in evidenza alcuni punti dei quali si è parlato poco o nulla. Tra gli altri, la norma che impone agli Islamici di non ritrarre, in foto o in monumenti, un essere vivente in quanto, secondo un detto attribuito a Maometto, ciò equivale ad una sfi-da ad Allah, perché potrebbe essere idolatrato, cioè venerato come divi-nità. Un divieto, questo, suffragato da cinque versetti del Corano ed ammesso da tutte le scuole giuridi-che dell’Islam sunnita, che ha por-tato i terroristi islamici ad abbattere la statua di Buddha in Afghanistan e molte di quelle cristiane, anche in Italia. E che ha spinto Cherif e Said Kouachi ad uccidere il direttore ed i vignettisti del settimanale satirico, rei di aver pubblicato vignette of-fensive di Maometto, con ciò com-mettendo una blasfemia che, sulla base della legge islamica, deve es-sere punita con la morte. Rigide prescrizioni conosciute da Magdi Cristiano Allam e da Oriana Fallaci, ma che non impedirono lo-ro di farsi accusare di “islamofobia”. Una colpa che fece dileggiare co-me “sofferente di allucinazioni” la scrittrice, poi messa in galera per aver sostenuto, nei suoi libri, l’op-

portunità di difendere le tradizioni occidentali dalle contaminazioni musulmane, se non si voleva corre-re il pericolo di trasformare l’Euro-pa in “Eurabia”. Reato imputato, dal tribunale civile di Milano, anche al giornalista Allam, condannato per “diffamazione” a risarcire l’Ucoii,

A dimostrazione che la “libertà di stampa e di opinione”, ora invoca-ta per condannare le uccisioni pa-rigine, non sempre è riconosciuta. Però ora viene rivendicata per giu-stificare vignette che esprimono la libertà di opinione di chi le ha e-seguite, ma offendono i sentimenti religiosi di quel miliardo e mezzo di esseri umani che, credendo in Al-lah e Maometto, ne seguono le re-gole, non per nulla contrastate, nel suo discorso a Ratisbona, da Papa Benedetto XVI. “La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell’anima. Dio non si com-piace del sangue. La fede è frutto dell’anima, non del corpo”. Quella fede che il mondo occidentale sta perdendo, tanto da rinunciare, per non offendere i Musulmani, ad e-sporre Crocefissi, a fare presepi, a non salvare tradizioni, a non inse-rire le «radici cristiane» nella Costi-tuzione europea e a non reagire, sia pure solo biasimando, alle vignette pubblicate sullo stesso settimanale parigino, ove si vede una Santissi-ma Trinità in atto di sodomizzarsi, nonché una Vergine Maria nuda e in posizione oscena, senza contare quelle su Papa Ratzinger e altre an-cora. E a dimenticare che la libertà di stampa è una cosa, il rispetto del “sacro” un’altra. Come ha detto Pa-pa Francesco: “In nome di Dio non si uccide. Ma non si insulta la fede degli altri”.

Don Egidio Todeschini

l’Unione delle Comunità islamiche italiane, per aver scritto, nel 2007, un articolo in cui attaccava l’asso-ciazione, riportando i nomi e i co-gnomi di chi sosteneva le tesi dell’I-slam più radicale ed affermando che non c’è “alcun dubbio che nelle moschee e nei siti islamici dell’Ucoii e di altri gruppi islamici radicali si legittimi la condanna a morte degli apostati e dei nemici dell’Islam”.

4comunitàFebbraio-Marzo 2015 San Gallo • Rorschach

LA MISSIONE

Missionario: Don Piero CoreaRorschacherstrasse 105, 9000 St. Gallene-mail: [email protected]

Collaboratore: Sig. Antonio LatinoPer comunicazioni alla segreteria o per ri-chieste di documenti, S. Messe, benedizione delle Case, Confessioni o dialoghi spirituali si prega di telefonare allo 071 244 59 29, 079 84 70 441, email: [email protected] parrocchiale:Orari: Lunedì/ Martedì/ Giovedì: 8:30 - 12:00Mercoledì: 8:30 - 12:30/ 13:30 - 16:30

SS. MESSEMesse FerialiRorschach: ogni lunedì e ogni venerdì alle ore 19:00 presso la Seelenkapelle;San Gallo: ogni mercoledì e ogni giovedì alle ore 18:30 presso la Chiesa Parroc-chiale di St. FidenPrefestiveRheineck: ore 17.00Festive San GalloCappella degli Angeli: ore 09.30Bruggen: ore 18.15Festive RorschachChiesa di San Colombano: ore 11.00

ALTRI SERVIZIConfessioni: mezz'ora prima della S. MessaMatrimoni: corso di preparazione da gen-naio ad aprile di ogni anno.Battesimi: per i battesimi annunciarsi e con- cordare con il MissionarioCresima adulti: per la preparazione della Cre- sima prendere contatto con il Missionario

PATRONATO ACLIOrari:Lunedì e giovedì: Ore 09.00 – 12.00Martedì/ Mercoledì/ Venerdì: Ore 09.00 – 12.00 / 15.00 – 18.00Operatori: Matteo Di Gennaro Agnese VailatiTelefoni: 071 – 244 81 01 071 – 244 81 04

CORRISPONDENTE CONSOLAREE PATRONATO ITAL-UIL:

a Rorschach: tutti i giovedì dalle ore 18:30 alle ore 20:00 nella sede della ProSenectu-te in Reitbahnstr. 2, 9400 Rorschacha Arbon: tutti i mercoledì dalle 16:30 alle 18:00 nella sede del Sindacato UNIA alla Promenadenstr. 19, 9320 Arbon.Operatore: Gianni Rupertitel: 071 220 96 22/ 077 433 44 01

Cari fratelli e sorellenella festa del Battesimo del Signore ricordiamo che Gesù , dalla sua nati-va Nazareth, si reca con molti altri nel deserto, più precisamente, al fiume Giordano, dove Giovanni, il profeta e precursore di Gesù stava battezzando creando in molti un nuovo desiderio di Dio.Non sappiamo esattamente ciò che ha condotto Gesù ad essere battezzato.Gli evangelisti, tuttavia, ci danno il messaggio che dopo il battesimo Dio stesso confessa a Gesù: "Tu sei il Figlio mio prediletto". Questo evento al fiu-me Giordano è, al contempo consape-volezza di se stesso per Gesù e la sua divinità con la quale in breve tempo si introduce nel suo ministero pubblico.Questa scena al Giordano suona come un comune desiderio di tutti gli uomi-ni di essere amati. Io, come uomo, ho bisogno di sentire ancora questo "esse-re amato", di sperimentarlo sempre di nuovo. Festeggiamo, così, il battesimo di Gesù che chiude il tempo di Natale, in modo molto significativo: Dio che si fa uomo che si introduce nella no-stra pelle, che prende la nostra carne e sangue, dicendo in questo modo ad ognuno di noi, ciò che ha promesso Gesù: "Tu sei il Figlio mio prediletto, tu sei la mia figlia amata".Così Dio si fa egli stesso fondamento per la dignità di ogni essere umano. Ogni donna e ogni uomo, siano essi cristiani o non cristiani, bianchi o neri, ricchi o poveri, sono tutti da Dio accet-tati e irrevocabilmente voluti.La dignità umana non è negoziabile e non ha vincoli. Questa conoscenza della promessa di Dio e la dignità di ogni persona sono il fondamento per il rispetto reciproco e di ogni vita. In-dipendentemente dal colore politico o quali credenze religiose si hanno, uo-mo o donna, sia nativo o straniero, oc-corre l'un l'altro rispettarsi come figli e figlie di Dio. Il trattamento rispettoso e consapevole di ogni altro è la più gran-de testimonianza che, come cristiani, possiamo dare nel nostro mondo di og-gi. E 'la testimonianza dei cristiani per il Dio della vita. Faccio alcuni esempi: è da poco terminato il Sinodo straordi-

Lettera pastorale di S.E. Mons. Markus Büchel

nario sulla famiglia.Papa Francesco, ha detto in un'intervi-sta: "Al Sinodo non ci sono due squadre contrapposte, come in una partita di calcio. Un sinodo può funzionare so-lo se i partecipanti sinodali, in questo caso, soprattutto i vescovi, avendo uno il rispetto dell'altro si ascoltano reci-procamente e reciprocamente parlano. Se questo non funziona, il Sinodo non darà nessuna nuova forza". Lo stesso si può dire per ogni associazione e per ogni rapporto.Fino alla fine del 2015 nella nostra dio-cesi di San Gallo tutte le parrocchie sa-ranno parte di un’unità pastorale per garantire una dimensione organizzati-va per la pastorale e la predicazione del Vangelo in futuro. Rimarrà, però, una cornice vuota, se le diverse vocazioni e professioni nel team pastorale non si apprezzano e rispettano reciproca-mente.È importante che le tradizioni e i nuclei di vita delle parrocchie sentano l'altro e si conoscano vicendevolmente. E 'es-senziale che i movimenti, le associazio-ni aprano i loro cuori e i loro occhi per gli altri.Ci vuole pazienza e perseveranza! L’impegno comune a vivere la nostra cristianità. Nelle unità pastorali, poi, la vita ecclesiale potrà andare avanti e ri-fiorire nella varietà dei doni di Dio.Come altro esempio prendo l’ecume-nismo:L'anno scorso, il Lunedi di Pasqua 2014, a Riva San Vitale, è stato ufficialmente firmato, da varie confessioni cristiane, il riconoscimento reciproco del batte-

5comunitàFebbraio-Marzo 2015 San Gallo • Rorschach

INIZIO QUARESIMA 2015

simo: è il riconoscimento che i cristia-ni sono figli e figlie di Dio nelle altre Chiese e Comunità ecclesiali, come noi stessi.Dobbiamo puntare sul grande rispetto reciproco, nel movimento ecumenico, dove, negli ultimi anni, si è evidente-mente giunti a un punto morto e quindi fare un passo indietro. Il rispetto reci-proco e l’attento ascolto sono requisiti obbligatori per un reale progresso, an-che se dovesse sembrare troppo lento l’uno o l'altro.Cari fratelli e sorelle, quello che voglio dire è, particolarmente, che il rispetto degli altri come figli e figlie di Dio è essenziale per garantire che la voce dei cristiani si senta nel nostro tempo.Difficilmente siamo in grado di lavora-re per la pace nel mondo, se non siamo pronti per questa pace nelle nostre par-rocchie, le diocesi e le unità pastorali.Fin dal Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica è diventata sempre più con-sapevole del fatto che ogni battezzato ha responsabilità nella testimonianza della Chiesa nel mondo. I molti doni e compiti differenti devono agire in u-na reale interazione attraverso la pace, la riconciliazione e il rispetto. La testi-monianza verso l'esterno richiede la conversazione all'interno. Camminia-mo insieme su quanto corrisponde ai figli di Dio: aperti e veri, pieni di atten-zione e rispetto, nella consapevolezza che ognuno è figlio prediletto e figlia prediletta di Dio. Sono convinto, poi, che dobbiamo preoccuparci di più al-la forza missionaria della Chiesa e per

Si avvisano i Fedeli che la Quaresima avrà inizio mer-coledì 18 Febbraio 2015 con la celebrazione dell’Impo-sizione delle Sacre Ceneri presso la Chiesa Parrocchiale di St. Fiden, alle ore 19:00. Sarà un momento intenso di preghiera che condivide-remo, come lo scorso anno, con la stessa comunità par-rocchiale.In questo giorno particolare, Don Piero rimarrà a di-sposizione di quanti vorranno accedere al Sacramen-to della Confessione già a partire dalle 17:30 presso la Chiesa parrocchiale di St. Fiden.Iniziamo con la Grazia di Dio questo tempo forte che il Signore ci concede per giungere a vivere la Pasqua del Signore con un cuore convertito.

l'evangelizzazione del mondo, perché lo Spirito di Dio può operare attraverso di noi.Solo così si avvererà la parola che il Concilio Vaticano II ha posto come in-troduzione all'inizio della Costituzione pastorale “Gaudium et Spes”: "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprat-tutto di coloro che sono afflitti, sono pure le gioie e le speranze, le tristez-ze e le angosce dei discepoli di Cristo.

Non c'è nulla di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore ".Per questa missione e il nostro comune cammino per il futuro 2015, prego per tutti lo spirito di Dio e invoco su ognu-no la Sua santa benedizione.

Il vostro vescovo Markus

(per la versione in lingua tedesca clicca-re su: www.dpcmission.com)

6comunitàFebbraio-Marzo 2015 San Gallo • Rorschach

Ad una sensazione di benessere e ad una buona qualità di vita, appartiene necessariamente anche la certezza che tutti i lavori in campo amministrativo come anche tutti gli oblighi finanziari vengano evasi im modo competente ed in tempo debito. Quando i parenti più vicini non abitano necessariamente dietro l’angolo o forse non hanno tempo a disposizione, sopraffatti dalla propria mole di lavoro o dagli impegni familiari, vi si presenta la necessità di un servizio professionale offerto da un partner competente. Un numero sempre più crescente di persone in età avan-zata necessita aiuto nel sempre più complicato, imperscrutabile e alle volte ingestibile campo amministrativo-finanziario. Le moderne forme di pagamento come ad esempio gli ordini di pagamento o gli addebiti diretti nonchè la crescente marea di polizze di versamento nella cassetta postale sopraffanno molte persone. Pagamenti doppi o pagamenti non voluti, difficoltà con i termini di pagamento associati alla crescente incertezza del singolo, potrebbero essere le ovvie conseguenze. Il traffico amministrativo con le assicurazioni sociali e casse malati, mette inoltre in difficoltà molte persone. I rimborsi devono essere recuperati, i moduli devono essere compilati correttamente e inoltrati entro i tempi previsti. Ogni anno vengono distribuiti puntualmente, ben accetti o meno, i moduli per la dichiarazione dei redditi. Bisogna far attenzione ad operare tutte le deduzioni possibili, evitare lavori non necessari e spese inutili. I parenti che accudiscono ai propri cari sono alle volte spesso sopraffatti sia per mancanza di tempo a disposizione o semplicemente perchè non posseggono la necessaria competenza professionale richiesta. La Time Instead si mette a vostra disposizione come partner di fiducia nello svolgimento professionale di questi compiti. Diversi anni di esperienza in campo assicurativo e bancario confermano la dovuta professionalità e competenza. Time Instead garantisce naturalmente assoluta riservatezza. La riservatezza a livello commerciale implica la segretezza sull'intero servizio. I nostri servizi sono:

SERVIZIO AMMINISTRATIVO • Smistamento posta • Disbrigo documenti (Posta, ricevute,etc.) • Controllo fatture • Selezione pagamenti mensili • Preparazione ordini di pagamento • Selezione degli incartamenti necessari per la dichia-

razione redditi • Disbrigo pagamenti • Dichiarazione redditi • Corrispondenza con istituzioni e autorità publiche • Contatto con le assicurazioni sociali • Richiesta prestazioni complementari AVS • Richiesta rimborsi cassa malati • Disbrigo pratiche assicurative • Redazione Budget • Compilazione moduli • Archiviazione sistematica di tutti i documenti

SERVIZIO DICHIARAZIONE DEI REDDITI A singoli e coppie si offre asistenza nella compilazione dei moduli per la dichiarazione dei redditi.

I moduli per la dichiarazione redditi vengono riempiti sfruttando ogni deduzione possibile aiutandovi così a risparmiare e ad evitare lavori non necessari e spese inutili. Dove richiesto, si offre peraltro anche un servi-zio a domicilio. Contattateci per ulteriori informazioni.

CONTATTACI:

Time Instead

Antonio Latino

Bahnhofstrasse 8

9100 Herisau

+41 79 501 68 43

• Si comunica che, giorno 8 Febbraio 2015, la S. Messa delle 9:30 sarà celebrata presso la Cappella del S. Cuore sita in Klosterhof 6/b, St. Gallen.

• La S. Messa del 27 Febbraio delle ore 19:00 presso la Seelenkapelle di Rorschach, non avrà luogo.

• Si comunica che, giorno 8 Marzo 2015, la S. Messa delle 9:30 sarà celebrata presso la Cappella del S. Cuore a San Gallo sita in Klosterhof 6/b, 9000 St. Gallen.

Avvisi importanti

Supporto Amministrativo

7comunitàFebbraio-Marzo 2015 San Gallo • Rorschach

ATTIVITÀ DAL GRUPPO ANZIANI

DALLE ASSOCIAZIONI

Rorschach:

• ogni Giovedì presso la sala dell’Altersheim in Prome-nadenstrasse 65, prove della Corale Santa Cecilia;

• ogni Venerdì dalle ore 16:00 Gruppo Anziani;• ogni Sabato dalle ore 15:30 alle ore 16:45 Gruppo

Bambini, preadolescenti e adolescenti.• Gli incontri di Catechesi saranno tenuti ogni lunedì

alla ore 20:00 presso il St. Kolumban Zentrum.

San Gallo:

• ogni Martedì dalle ore 14:00 presso la Offenes Haus, incontro per Anziani e Pensionati;

• ogni Mercoledì dalle ore 18:00 presso la Chiesa di St. Fiden, confessioni individuali. Alle ore 18:30 Celebra-zione della Santa Messa. Ore 19:00 Catechesi aperta a tutti.

• ogni Giovedì presso la Chiesa di St. Fiden alle ore 18:00 Adorazione Eucaristica; ore 18:30 celebrazione della Santa Messa.

SACRAMENTI

Battesimi:

concordare con il Segretario telefonando allo 071 244 59 29. Grazie.

Corso prematrimoniale:

gli incontri si terranno presso il centro parrocchiale di St. Fiden in Greithstrasse 7, 9000 St. Gallen. Annunciarsi allo 071 244 59 29. Grazie.

VISITA AGLI AMMALATI

Se siete a conoscenza di persone che vertono in situa-zioni di salute precaria e desiderano ricevere una visita dal Missionario, si prega di avvertirci allo 071 244 59 29 o per mail [email protected]. Grazie.

CONFESSIONI, DIALOGHI SPIRITUALI, BENEDIZIONI CASE

Per le confessioni, per i dialoghi spirituali Don Piero rimane sempre disponibile mezz’ora prima di ogni cele-brazione e per appuntamento secondo le disponibilità. Per le benedizioni di case, auto e oggetti di culto concor-dare con la segreteria allo 071 244 59 29.

• Martedì 17 Febbraio 2015 dalle ore 12:00 pres-so la Offenes Haus in Greithstrasse 8, 9000 St. Gallen, il Gruppo Anziani invita al “Carnevale insieme”.

Menu: Bruschetta, Polenta, Salsiccia al sugo, insala-ta e “Crostoli” il tutto a 15 Chf (bevande escluse).

Musica e tanto divertimento. Ti aspettiamo!

Per motivi di limitatezza di posti (40) è necessario prenotarsi telefonando alla Sig.ra Angela Poerio 071 245 91 07.

Vuoi trascorrere una serata in allegria e festeggiare con noi la “Festa della donna”? Allora cosa aspetti?

Prenota un posto al nr. 071 244 59 29 entro e non oltre il 21 Febbraio 2015, i posti sono limitati. Affrettati.

Alle donne verrà offerto: insalata, pasta e dolce (e-scluse bevande). Per gli uomini menu completo a 10 Chf (escluso bevande).

Divertiti con noi e con la musica Live del “nostro” Damiano.

Allora ti aspettiamo Domenica 8 Marzo 2015, dalle 19:30 presso il Pfarreiheim di St. Fiden in Greithstr. 7/a, 9000 St. Gallen. Non mancare!

Il Consiglio Pastorale vi aspetta.

L’Associazione Fogolàr Furlan di San Gallo è lieta di

invitare:

• Sabato 28 Febbraio 2015 alla Cena Sociale presso il

Ristorante Gallusmarkt St. Gallen - Neudorf (Favre-

strasse 6) ore 19:00 con intrattenimento musicale i

Blizz. Menu gratis per i soci, per i non soci il prezzo è

di CHF 30. La prenotazione dei posti è obbligatoria è

da farsi entro il 18 febbraio 2015 ad Adelchi Sabbadini

071 223 26 83 oppure Anna-Rosa 071 393 16 49. Vi

aspettiamo numerosi.

Il Direttivo vi saluta cordialmente, Mandi!

FESTA DELLA DONNA

8comunitàFebbraio-Marzo 2015 Wil • Herisau

LA VOCE DEL MISSIONARIOLA MISSIONE

Ufficio: Missione Cattolica ItalianaLerchenfeldstrasse 5, 9500 WilTel. 076 740 21 10Missionario: Don Alfio BordigaMail: [email protected] emerito: Don Peppino SalvadèTel. 071 911 58 51

La Missione comprende i Decanati di Appenzell, Gossau, Wil-Wattwil

UFFICIO

Per ogni necessità, per la celebrazio-ne dei Sacramenti, per documenti, per incontri di direzione spirituale o Con-fessione, per segnalare un ammalato in ospedale, chiamate pure al mio nu-mero di cellulare 076 740 21 10. Se non rispondo subito, state certi che vi richiamerò.

SANTE MESSE

Appenzell: a Herisau seconda, quarta e quinta domenica del mese ore 11.30; ad Appenzell Bühler-Teufen prima do-menica del mese ore 17.00 in inverno, ore 18.00 in estate; a Bühler terza do-menica del mese ore 17.00; a Deger-sheim terzo sabato del mese ore 17.30 (sospesa Sabato Santo e mese luglio)

Wil-Wattwil: Wil tutte le domeniche ore 11.15; Wattwil prima e terza domeni-ca del mese ore 9.15; Flawil ore 9.00; Gossau ore 10.15; Herisau seconda e quarta domenica del mese ore 11.30; Bütschwil primo sabato del mese ore 19.00; Bazenheid terza domenica del mese ore 10.00; Ebnat Kappel secon-da domenica del mese ore 18.00; Obe-ruzwil secondo sabato del mese ore 18.00 (sospesa luglio-agosto).

PATRONATO ACLI

Scheibenbergstrasse 14, 9500 WilMartedì: 19.30-21.00Operatori: Calludrini Franco Tel. 071 393 24 57 coadiuvato da Loc-cisano Graziella.

PATRONATO ITAL-UILHörnlistrasse 19, 9500 WilLunedì: 09.30-12.30/14.00-17.30Martedì: 09.30-12.30/14.00-17.30Mercoledì: 09.30-12.30/14.00-17.30Operatore: Leo CarusoTel. 071 220 96 22

LA VOCE DEL MISSIONARIO

1. La Quaresima è “tempo di grazia e di misericordia”.Tempo che ci chiama a un impegno ap-passionante: aprirciin modo nuovo al Si-gnore perché venga rinnovata l’alleanza che ci lega a lui. E questo non è, prima di tutto, frutto del nostro impegno e delle nostre opere, ma è “grazia”, che ci viene donata nel Signore Gesù Cristo morto e risorto per noi. “Vi esortiamo a non ac-cogliere invano la grazia di Dio... Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!” (dice S. Paolo).

2. La Quaresima è “tempo di preparazi-one alla Pasqua”.Lo scopo ultimo della Quaresima è di gi-ungere a vivere in modo nuovo la morte e risurrezione di Cristo, non però come avvenimento del passato o come una cel-ebrazione esteriore, ma come un evento che rinnova in noi e per noi quanto ab-biamo vissuto nel Battesimo.La Pasqua è la grande festa della Chiesa ed è la grande festa battesimale. Attraver-so l’itinerario della Quaresima, la Chiesa vuole condurci passo dopo passo a ri-vivere il Battesimo, ad essere “immersi” nuovamente nella morte e risurrezione di Cristo per morire alla “vita secondo la carne” e risorgere alla “vita secondo lo Spirito”. Si tratta di continuare ed appro-fondire ogni anno il cammino iniziato con il Battesimo dentro la Chiesa.

3. La Quaresima è “tempo di penitenza e di conversione”.Per giungere a celebrare in modo nuovo la Pasqua, perché la Pasqua possa es-sere efficace, occorre compiere un cam-mino penitenziale. E questo è possibile se riconosciamo di essere peccatori, di aver tradito in qualche modo l’alleanza con Dio, di non essere stati fedeli piena-mente al nostro Battesimo. Riconoscersi peccatori è già un dono di Dio e una difficile vittoria sulla tendenza odierna ad autogiustificarsi sempre o a non rite-nere più niente peccato.Dio ama i peccatori prima ancora che si convertano e li va a cercare, come il pa-store cerca la pecora smarrita. Lo Spirito

Quaresima: tempo di grazia per tuttiConvertitevi e credete al Vangelo (Mc.1,15)

Santo raggiunge i peccatori che si aprono a lui e con la sua forza li guida sulla via del ritorno. Inizia cosi il cammino di con-versione: cooperando con la sua grazia gli uomini prendono coscienza dei loro peccati, ne provano rimorso, si aprono alla fiducia al desiderio di riconciliarsi con Dio, assumono un progetto di vita più conforme al vangelo ed entrano in un atteggiamento filiale verso Dio e fraterno verso il prossimo.La penitenza dunque nel suo significato profondo è “conversione” (metànoia, in greco), cioè un cambiamento profondo: cambia il nostro modo di pensare, cam-bia la nostra scala di valori e il nostro modo di agire. La conversione tocca le radici stesse della persona: gradual-mente cessa di essere “mondana” per divenire sempre più “cristiana”; pian pi-ano il suo pensiero si conforma a quello del vangelo di Gesù, il suo cuore si apre all’amore del Signore e dà accoglienza a tutti i fratelli, il suo stile di vita diventa più simile a quello di Cristo.

4. La conversione è prima di tutto “con-versione nella e della fede”.Nell’Anno della Fede, è importante as-coltare l’invito di Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo”, cioè all’Amore che Dio ha per noi e che ci ha manifestato e donato nel suo Figlio Gesù Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza. Solita-mente quando parliamo di conversione si pensa subito all’ambito della morale: dobbiamo convertirci per cambiare o migliorare i nostri comportamenti che non sono o non sono del tutto conformi all’insegnamento del Vangelo e alla mo-rale cristiana. E ciò è vero e giusto. Ma ancor prima, per poter realizzare, con la grazia di Dio e con il nostro impegno, una vera e profonda conversione morale, è necessaria una conversione che riguarda l’ambito della fede: dobbia-mo convertirci “al Signore” tornando a credere in Lui e a Lui in modo più radicale e convinto: solo così sarà pos-sibile cambiare in maniera più coerente e più continua anche il nostro stile di vita cristiano e le nostre relazioni.

9comunitàFebbraio-Marzo 2015 Wil • Herisau

Convertirsi… per credere più forte-mente in Dio: credere fermamente nel Dio di Gesù Cristo, nel Dio che è Comun-ione d’Amore, nella Santissima Trinità… significa aderire in modo personale, non a verità astratte, ma a un Tu divino dal quale dipendiamo come da sorgente di vita e che ci chiede e ci permette, me-diante l’azione dello Spirito Santo, di instaurare con Lui una relazione intima d’amore; significa metterlo al centro della nostra vita e amarlo primae più di ogni altra persona e di ogni altra cosa; significa affidare noi stessi e la nos-tra vita a Lui, con estrema fiducia perché è nostro Creatore, Padre, Fratello, Spo-so, Amico, Maestro, Salvatore; significa riconoscerlo veramente come nostro Dio!Convertirsi… per credere più decis-amente a Dio: credere al Dio di Gesù Cristo significa riconoscere nella Parola di Dio, e in particolare nel Vangelo, la rivelazione piena di chi è il Signore e di chi siamo noi, del senso e dello scopo della vita di ogni uomo e di tutta la storia umana; significa essere convinti e sicuri che quanto il Signore ci insegna è davve-ro Parola di vita eterna, è davvero la stra-da buona per la nostra realizzazione, per la nostra gioia e per la nostra salvezza; significa fare dell’insegnamento di Gesù il criterio di giudizio circa la verità e il bene e, di conseguenza, impegnarsi ad essere obbedienti a Lui, per conformare sempre di più le nostre scelte e il nostro stile di vita personale, familiare e comu-nitario alla sua Parola, per essere autenti-ci cristiani, discepoli e fratelli di Cristo. La conversione quindi è un cammino per-sonale, sostenuto e accompagnato dalla comunità cristiana, che tocca la mente, il cuore, la volontà e vuole raggiungere la profondità della nostra persona e del nostro modo di vivere la relazione con Dio. Allo stesso tempo, la conversione personale, se è davvero autentica, vuole andare oltre e ci permette di raggiungere in profondità anche il modo di scegliere e di comportarci, il nostro modo di vivere le relazioni con gli altri e all’interno della comunità perché siano sempre più vere e fraterne.Buon cammino a tutta la comunità. Il Si-gnore conceda a tutti (a tutti è possibile; nessuno si senta escluso) di accogliere l’in-vito di “convertirsi e credere.. al Vangelo”.

Don Alfio

IL PERCORSO QUARESIMALE

1. La fede celebrata• Partecipare con fedeltà alla celebrazione della Messa domenicale e, possibil-

mente, tutti i giorni o almeno qualche volta in settimana.• Prepararsi a vivere intensamente il sacramento della Riconciliazione e del

Perdono.

2. La fede pregata e meditata• Pregare a livello personale e… in famiglia, insieme almeno alla sera inseren-

do nelle preghiere anche la recita del Credo e dell’Atto di Fede.

3. La fede approfondita• È importante partecipare alla catechesi degli Adulti.• Chi non può partecipare ai momenti formativi comunitari, può mettere in atto

un approfondimento della fede a livello personale, riprendendo il Catechis-mo della Chiesa Cattolica o il Compendio del Catechismo.

4. La fede vissuta• La fede chiede di essere vissuta nella vita, come osservanza dei comanda-

menti di Dio e dell’insegnamento del Signore; dice S. Giacomo:“La fede senza le opere è morta”.

L’opera della fede per eccellenza, che riassume, dà senso e compendia tutte le altre opere è la carità.Tra i mezzi penitenziali, suggeriti dalla Chiesa in modo speciale nella Quaresi-ma, per alimentare e intensificare la carità, oltre la preghiera, sono:

a) Il digiuno esteriore (l’astinenza dalla carne, il magro, nei venerdì di Qua-resima; il magro e il digiuno il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo, prolungato fino alla notte di Pasqua) per sostenere il digiuno interiore, per vincere cioè qualche vizio interiore che ci portiamo appresso da tempo e che ci impedisce di essere liberi. Il digiuno esteriore ci permetterà di dom-inare e controllare meglio noi stessi, di essere più austeri e sobri, scoprendo la quantità di cose superflue che vogliamo avere e che in realtà non sono necessarie, di riscoprire la nostra debolezza interiore di fronte alle difficoltà, alle tentazioni e al peccato, di sentire più fortemente il bisogno dell’amore di Dio, come del pane da mangiare, e dell’amore del prossimo, come parte importante dell’alimento che riempie la vita.

b) L’elemosina per i nostri fratelli bisognosi, come segno e strumento per uno stile di vita che vuole rinnovarsi nella carità fraterna. La carità – come ac-coglienza dell’amore di Dio, come dono di sé e come condivisione – è il frutto più grande della Quaresima: ricostruisce rapporti fraterni e crea comunione. Una carità che si esprime concretamente in gesti “quotidiani e feriali” verso il prossimo (indicati nelle famose opere di misericordia corporale e spirituale, da ritradurre sempre ovviamente) e anche nei gesti di partecipazione e di collaborazione responsabile alla vita della comunità ecclesiale e civile.

- Come segno di questa crescita nella carità verso i fratelli più poveri e bisognosi siamo invitati a raccogliere e a destinare le offerte, frutto delle nostre rinunce e dei nostri sacrifici, alle Missioni (Fastenopfer).

10comunitàFebbraio-Marzo 2015 Wil • Herisau

11 febbraio 2015: Giornata Mondiale del MalatoSapientia cordis. «Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo» (Gb 29,15)

Cari fratelli e sorelle, in occasione della XXIII Giornata Mondiale del Malato, is-tituita da san Giovanni Paolo II, mi rivol-go a tutti voi che portate il peso della malattia e siete in diversi modi uniti alla carne di Cristo sofferente; come pure a voi, professionisti e volontari nell’ambito sanitario. Il tema di quest’anno ci invi-ta a meditare un’espressione del Libro di Giobbe: «Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo» (29,15). Vorrei farlo nella prospettiva della “sapientia cordis”, la sapienza del cuore.

1. Questa sapienza non è una conos-cenza teorica, astratta, frutto di ra-gionamenti.Essa piuttosto, come la descrive san Gia-como nella sua Lettera, è «pura, poi pacifi-ca, mite, arrendevole, piena di misericor-dia e di buoni frutti, imparziale e sincera» (3,17). È dunque un atteggiamento infuso dallo Spirito Santo nella mente e nel cuore di chi sa aprirsi alla sofferenza dei fratelli e riconosce in essi l’immagine di Dio. Fac-ciamo nostra, pertanto, l’invocazione del Salmo: «Insegnaci a contare i nostri giorni / e acquisteremo un cuore saggio» (Sal 90,12). In questa sapientia cordis, che è dono di Dio, possiamo riassumere i frutti della Giornata Mondiale del Malato.

2. Sapienza del cuore è servire il fratello. Nel discorso di Giobbe che contiene le parole «io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo», si eviden-zia la dimensione di servizio ai bisognosi da parte di quest’uomo giusto, che go-de di una certa autorità e ha un posto di riguardo tra gli anziani della città. La sua statura morale si manifesta nel servizio al povero che chiede aiuto, come pure nel prendersi cura dell’orfano e della vedo-va (vv.12-13). Quanti cristiani anche oggi testimoniano, non con le parole, ma con la loro vita radicata in una fede genuina, di essere “occhi per il cieco” e “piedi per lo zoppo”! Persone che stanno vicino ai malati che hanno bisogno di un’assisten-za continua, di un aiuto per lavarsi, per vestirsi, per nutrirsi. Questo servizio, spe-cialmente quando si prolunga nel tem-po, può diventare faticoso e pesante. È

relativamente facile servire per qualche giorno, ma è difficile accudire una perso-na per mesi o addirittura per anni, anche quando essa non è più in grado di ringra-ziare. E tuttavia, che grande cammino di santificazione è questo! In quei momenti si può contare in modo particolare sulla vicinanza del Signore, e si è anche di spe-ciale sostegno alla missione della Chiesa.

3. Sapienza del cuore è stare con il fratello. Il tempo passato accanto al malato è un tempo santo. È lode a Dio, che ci conforma all’immagine di suo Figlio, il quale «non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mt 20,28). Gesù stesso ha detto: «Io sto in mezzo a voi come colui che serve» (Lc 22,27). Chiedi-amo con viva fede allo Spirito Santo che ci doni la grazia di comprendere il valore dell’accompagnamento, tante volte silen-zioso, che ci porta a dedicare tempo a queste sorelle e a questi fratelli, i quali, grazie alla nostra vicinanza e al nostro affetto, si sentono più amati e confortati. Quale grande menzogna invece si nas-conde dietro certe espressioni che insis-tono tanto sulla “qualità della vita”, per indurre a credere che le vite gravemente

affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute!

4. Sapienza del cuore è uscire da sé verso il fratello. Il nostro mondo di-mentica a volte il valore speciale del tem-po speso accanto al letto del malato, per-ché si è assillati dalla fretta, dalla frenesia del fare, del produrre, e si dimentica la di-mensione della gratuità, del prendersi cu-ra, del farsi carico dell’altro. In fondo, di-etro questo atteggiamento c’è spesso una fede tiepida, che ha dimenticato quella parola del Signore che dice: «L’avete fatto a me» (Mt 25,40). Per questo, vorrei ricor-dare ancora una volta «l’assoluta priorità dell’“uscita da sé verso il fratello” come uno dei due comandamenti principali che fondano ogni norma morale e come il segno più chiaro per fare discernimen-to sul cammino di crescita spirituale in risposta alla donazione assolutamente gratuita di Dio» (Esort. ap. Evangelii gaud-ium, 179). Dalla stessa natura missionaria della Chiesa sgorgano «la carità effettiva per il prossimo, la compassione che com-prende, assiste e promuove» (ibid.).

5. Sapienza del cuore è essere solidali col fratello senza giudicarlo. La carità

11comunitàFebbraio-Marzo 2015 Wil • Herisau

ha bisogno di tempo. Tempo per cura-re i malati e tempo per visitarli. Tempo per stare accanto a loro come fecero gli amici di Giobbe: «Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti. Nessuno gli rivolgeva una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore» (Gb 2,13). Ma gli amici di Giobbe nascondevano dentro di sé un giudizio negativo su di lui: pensavano che la sua sventura fosse la punizione di Dio per una sua colpa. Invece la vera carità è condivi-sione che non giudica, che non pretende di convertire l’altro; è libera da quella falsa umiltà che sotto sotto cerca approvazione e si compiace del bene fatto. L’esperienza di Giobbe trova la sua autentica rispos-ta solo nella Croce di Gesù, atto supremo di solidarietà di Dio con noi, totalmente gratuito, totalmente misericordioso. E questa risposta d’amore al dramma del dolore umano, specialmente del dolore innocente, rimane per sempre impressa nel corpo di Cristo risorto, in quelle sue piaghe gloriose, che sono scandalo per la fede ma sono anche verifica della fede (cfr Omelia per la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, 27 aprile 2014). Anche quando la malattia, la solitudine e l’inabilità hanno il sopravvento sulla nos-tra vita di donazione, l’esperienza del do-lore può diventare luogo privilegiato della trasmissione della grazia e fonte per ac-quisire e rafforzare la sapientia cordis. Si comprende perciò come Giobbe, alla fine della sua esperienza, rivolgendosi a Dio possa affermare: «Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto» (42,5). Anche le persone immerse nel mistero della sofferenza e del dolore, accolto nella fede, possono diventare tes-timoni viventi di una fede che permette di abitare la stessa sofferenza, benché l’uo-mo con la propria intelligenza non sia ca-pace di comprenderla fino in fondo.

6. Affido questa Giornata Mondiale del Malato alla protezione materna di Ma-ria, che ha accolto nel grembo e generato la Sapienza incarnata, Gesù Cristo, nostro Signore. O Maria, Sede della Sapienza, in-tercedi quale nostra Madre per tutti i ma-lati e per coloro che se ne prendono cura. Fa’ che, nel servizio al prossimo soffer-ente e attraverso la stessa esperienza del dolore, possiamo accogliere e far crescere in noi la vera sapienza del cuore. Accom-pagno questa supplica per tutti voi con la mia Benedizione Apostolica.

+ Papa Francesco

CELEBRAZIONI LITURGICHE DI FEBBRAIO

• Domenica 01 Febbraio Candelora e San Biagio 11.15 S. Messa in S. Pietro – Benedizione della Gola e candele benedette.

• Venerdì 06 Febbraio – S. Cuore Primo Venerdì del mese 16.00 Confessioni individuali 17.00 S. Messa in Cappella S. Pietro.

• Domenica 08 Febbraio 11.15 S. Messa in S. Pietro

• Venerdì 13 Febbario – Gruppo S. Rosario 17.00 S. Messa in Cappella S. Pietro. 18.00 S Rosario in onore della Madonna di Fatima

• Domenica 15 Febbraio 11.15 S. Messa in S. Pietro

• Mercoledì 18 Febbraio Inizio della Quaresima SANTE CENERI 19.00 S. Messa in S. Pietro.con imposizione della S. Ceneri..

• Domenica 22 Febbraio – I Domenica di Quaresima 11.15 S. Messa in S. Pietro

PREGHIERA NELLA GIORNATA DEL MALATO 2015

Ti rendiamo grazie e ti benediciamo

Padre santo e misericordioso,

perché hai tanto amato il mondo

da dare a noi il tuo Figlio.

A te, Signore della vita,

che doni forza ai deboli

e speranza a quanti dono nella prova,

ci rivolgiamo fiduciosi.

Manda il tuo Santo Spirito

perché, spinti dalla carità di Cristo

che sulla croce ha dato la sua vita per noi,

anche noi doniamo la vita per i fratelli.

Giunga a tutti, o Padre, la Parola che risana.

guarisci i malati, consola gli afflitti,

e con Maria, salute degli infermi,

fa’ che giungiamo alla gioia senza fine.

Amen.

12comunitàFebbraio-Marzo 2015 Schaan • Marbach

LA MISSIONEComprende il Principato del Liechtenstein e tre zone del cantone di San Gallo: Wer-denberg, Sarganserland, Rheintal.Missionario: Don Egidio Todeschi-ni, Reberastrasse 1, 9494 Schaan. Tel. 00423-2322922; Fax 00423-2322919; Email:[email protected].

LA MESSASabato: a Marbach primo del mese ore 18.15 (Missione); ad Au secondo del mese ore 18.15 (Altersheim); a Diepolsau terzo del mese ore 17.00 (parrocchia); a St. Mar-grethen quarto del mese ore 17.00 (par-rocchia)Domenica: a Buchs ore 9.00 (parrocchia); a Balgach ore 10.30 (Frongarten); a Schaan ore 11.00 (S. Pietro); a Mels ore 18.00 (Cappuccini), eccetto la prima del mese; a Flums ore 18.00 (Justuskirche), la prima del mese.

INFORMAZIONEComunità: è il mensile delle Missioni di San Gallo-Rorschach, Wil-Herisau, Schaan-Marbach. Siete pregati di comunicare i vo-stri cambiamenti di indirizzo. Per chi non lo riceve, basta scrivere o telefonare.Internet: il sito www.donegidio.com contiene informazioni sulla Missione di Schaan-Mar-bach. Con articoli settimanali e pubblicazio-ni del missionario; www.missioni.ch invece è il sito delle Missioni Cattoliche Italiane in Svizzera.Angolo: ogni settimana notizie in italiano in quattro giornali locali: Volksblatt e Va-terland, Werdenberger & Obertoggenbur-ger, Sarganserland.

CONSOLATOSchaan: martedì ore 18.30-20.00 alla Mis-sione (Reberastrasse 1). Operatore socia-le: Egidio Stigliano.Buchs: sabato ore 9.00-11.00 nell’aula sot-to la chiesa cattolica. Operatore sociale: Matteo Di Gennaro.Marbach: mercoledì ore 18.30-20.00 alla Missione (Staatstrasse 58). Operatore so-ciale: Theo Palmisano.

PATRONATOBuchs: sabato ore 9.00-11.00 nell’aula sot-to la chiesa cattolica. Operatore sociale: Matteo Di Gennaro.Marbach: 1° e 3° lunedì del mese ore 15.30-18.00 alla Missione (Staatstrasse 58). Operatore sociale: Matteo Di Gennaro.Heerbrugg: mercoledì ore 18.45-20.00 nel-la sede del Sindacato Unia (Auenstrasse 25). Operatore sociale: Gianni Ruberti Tel. O77-4334401.

Meno per noi abbastanza per tutti

Succede anche a te qualche volta di non avere voglia di finire quello che hai nel piatto. I tuoi genitori ti av-ranno insegnato che non si può but-tare via il cibo, perché ci sono tante persone che nel mondo non hanno da mangiare. Ti domanderai: come faccio con ciò che ho nel piatto a sfa-mare qualcuno che vive a migliaia di chilometri di distanza?Gesù ha fatto un miracolo, una vol-ta, per dare da mangiare a tantissime persone, anche se in quel momento aveva solo due pani e cinque pesci. Questo miracolo ci insegna una co-sa: che quando comprendiamo che anche le altre persone hanno fame, dobbiamo essere capaci di trovare il modo di dare loro il cibo.La Quaresima è un periodo di quar-anta giorni che ci porta verso la luce, l’inizio di una nuova vita. A Pasqua Gesù risorge dai morti e dimostra che l’impossibile è possibile. È possibile dare da mangiare a cinquemila per-sone se si hanno due pani e cinque pesci? Sì è possibile! È possibile fare in modo che nessuno sia povero, ab-bia da mangiare, possa andare a scu-ola? Sì è possibile! Gesù ora non c’è più per fare miracoli, ora tocca a noi, con le nostre buone azioni aiutare chi ha fame e chi è povero.

Durante la Quaresima siamo invitati a fare delle rinunce, dei piccoli sacri-fici. Se noi rinunciamo a una parte di ciò che abbiamo, tutti avranno qual-cosa in più per vivere meglio.Meno per noi. Questa parte del ti-tolo ci invita a riflettere su ciò cui possiamo rinunciare. Papa Frances-co ha detto: “Diffido dell’elemosina che non costa e non duole”. Durante questa Quaresima vi chiediamo di rinunciare al superfluo. Un messag-gio non nuovo, ma che formuliamo in modo attuale, con una domanda: è necessario mangiare carne ogni giorno, quando sappiamo che le con-seguenze della sua produzione sono all’origine di povertà e di fame per persone che vivono in paesi del Sud del mondo?Abbastanza per tutti. Certo noi non possiamo ripetere il miracolo di Gesù. Possiamo però nella condivi-sione di ciò che possediamo miglio-rare la condizione degli altri.Ringrazio di cuore coloro che vorranno partecipare a questa Azione Quaresi-male. Condividete e fate vostra l’esigen-za di un mondo più giusto. Così potete regalare la speranza a tante persone che vivono in paesi poveri.

Don Egidio

13comunitàFebbraio-Marzo 2015 Schaan • Marbach

DALLA VITA DELLA COMUNITA’

BATTESIMI Sabato 20 dicembre 2014 nella chiesa di S. Pietro a Schaan è stato battezzato Dylan Johnny Maugeri (vedi foto) figlio di Rocco Maugeri e di Loredana Al-fano, nato a Grabs il 16 maggio 2014. Padrini di Battes-imo: Alfano Sergio e Maugeri Rosangela.

Il giorno di S. Stefano, venerdì 26 dicembre, nella par-rocchiale di Balgach è stato battezzato Nando Domen-ico Di Federico, figlio di Roberto Di Federico e di Bir-git Küffner, nato a Heiden il 24 settembre 2014. Padrini di Battesimo: Faricelli Riccardo e Küffner Rita Anna.

Domenica 4 gennaio 2015 nella Justuskirche di Flums è stato battezzato Luan Torre, figlio di Daniela Torre e di Fehmi Rama, nato a Walenstadt il 20 giugno 2014. Madrine di Battesimo: Torre Antonella e Caterina.

Sabato 31 gennaio nella chiesa di Lüchingen è stata bat-tezzata Giulia Velardo, figlia di Carmelo Velardo e di Christina Schäfer, nata a Dornbirn l’8 luglio 2014. Pa-drini di Battesimo: Francesco Velardo e Andrea Lingk.

INCONTRI DI CRESIMA E MATRIMONIO

Il 15 dicembre 2015 è morto in Italia Mandracchia Giuseppe (nella fo-to), nato a Sciacca (Agrigento) il 13 dicembre 1929. Giuseppe ha vissu-to a Heerbrugg dal 1969 al 1977. Lo ricordano i figli Sina, Mariangela e Alfonso. Una Messa di suffragio nel trigesimo della morte è stata celebra-ta a Balgach domenica 18 gennaio. Riposi in pace.

RICORDIAMO I NOSTRI DEFUNTI

MATRIMONI Domenica 4 gennaio 2015 nella chiesa di S. Pietro a Schaan, i coniugi Raffaele Michele e Giuseppina (nella foto) hanno celebrato il loro 50. mo anniversario di matrimonio già benedetto a Castel Baronia (Avelli-no) il 10 gennaio 1965.Circondati dai loro figli Severina, Gianfranco, Antonio, Giovanni con le rispettive famiglie e nipoti, hanno vo-luto ringraziare il Signore per la lunga vita insieme e rinnovare la grazia del sacramento che hanno ricevuto. Con gli auguri di tutta la nostra comunità.

Sono aperte le iscrizioni per gli incontri di prepa-razione alla Cresima degli adulti e di preparazione al Matrimonio per chi vuole sposarsi in chiesa.Tali incontri si svolgeranno da marzo a maggio del 2015 alla Missione Cattolica Italiana a Schaan. Gli in-contri per la preparazione alla Cresima o al Matrimo-nio sono distinti tra loro.

Ricevute el iscrizioni, gli interessati riceveranno l’in-vito per il primo incontro, dove verrà poi fatto il pro-gramma dei successivi.Non saranno organizzati altri incontri di preparazione alla Cresima o al Matrimonio nel corso del 2015 né saranno rilasciati certificati senza la frequenza.Per iscriversi, chi non l’avesse già fatto, basta una telefonata alla Missione al 00423 – 2322922.

Ai genitori, padrini e madrine auguriamo di crescere i loro figli nell’amore al Signore e nella fede della Chie-sa nella quale hanno scelto il Battesimo.O Dio, Padre dei credenti, che estendendo a tutti gli uomini il dono della adozione filiale, concedi a noi di rispondere degnamente alla grazia della tua chi-amata.

MATRIMONI

14comunitàFebbraio-Marzo 2015 Schaan • Marbach

Sempre più Italia fuori dall'ItaliaIl Rapporto Migrantes: crescono i flussi e la voglia del Made in Italy

Il 7 ottobre scorso, la Fondazione Migrantes ha presentato la nuova edi-zione del "Rapporto Italiani nel Mon-do", rinnovata nella veste grafica e nel contenuto. Sono molte infatti le no-vità di quest'anno: l'introduzione del colore per rendere più dinamiche le pagine del volume e facilitarne la let-tura; un'attenzione statistico-sociale ai flussi migratori registrati nel corso nel solo 2013; una sezione Speciale Eventi in cui viene dedicata particolare atten-zione alla Giornata Mondiale del Mi-grante e del Rifugiato, alle sue origini e alla sua storia, e all'Expo di Milano del 2015 ed infine la presenza di u-na bibliografia ragionata comprensiva delle pubblicazioni editate sul tema della mo-bilità umana dalla chiusura del Rapporto 2013.

Dai giovani agli anziani: in aumento il numero degli emigrantiNel 2013 si sono trasferiti all'estero 94'126 italia-ni, il 16,1% in più rispetto al 2012. La crisi eco-nomica attuale nel nostro Paese genera nuove e crescenti forme di mobilità, contribuendo a delineare il volto multiforme della presenza de-gli italiani all'estero."Vanno ignari di tutto, ove li porta la fame, in terre ove altra gente è morta; come il pezzente cieco o vagabondo erra di porta in porta, così vanno di mondo in mondo". Queste le parole con cui lo scrittore Edmondo De Amicis defi-niva, nella poesia "Gli Emigranti" (1882), gli i-taliani che alla fine dell'Ottocento lasciavano le proprie case per trasferirsi all'estero. Gente po-vera, spesso analfabeta, del tutto ignara di cosa troverà fuori dal proprio paese, dalla propria città, totalmente in balia di un destino scono-sciuto e precario. Sono anni che l'emigrazione italiana ha cambiato volto, che a partire non

sono più i più poveri e ignoranti ma i più istruiti e consapevoli, coloro che conoscono la lingua e il Paese in cui si trasferiranno. Sia giovani che anziani i nostri emigranti sono ben informati su cosa troveranno nel Paese di immigrazione.Nei flussi crescenti di giovani in età lavorativa possiamo riscontrare u-na rinnovata e complessa stagione migratoria che seppur lontana dai numeri della grande emigrazione di fine Ottocento sembra destinata ad aumentare in volume e composizio-ne demografica: l'emigrazione per formazione e ricerca.

RAPPORTOITALIANI

MONDONEL

2014

I primi esiti del monitoraggio relativo all’a.a. 2012-2013 confermano il trend di crescita dell’anno precedente e indicano che del totale di 24.862 studenti italiani in mobilità, 21.744 lo erano per studio e 3.118 per tirocinio, valore che permette di ipotizzare un incremento comples-sivo del 6,3% rispetto all’a.a. 2011/2012.

Gli studenti italiani in Erasmus

Nelle ultime edizioni del Rapporto "Italiani nel Mondo" si è parlato molto di giovani altamente qualificati, spesso dottori di ricerca, che emi-grano in cerca di migliori opportunità lavorati-ve ma quest'anno l'analisi è stata approfondita ed estesa con riflessioni ed indagini sul mondo dei giovani e sulle nuove forme di mobilità. Non solo "cervelli ma anche braccia", non solo ricercatori ma anche baristi, camerieri, giovani in cerca di altro, di esperienze che possano mi-gliorare la loro formazione professionale.Giovani in movimento costante: in giro per l'Europa vivono un'emigrazione spesso circo-

15comunitàFebbraio-Marzo 2015 Schaan • Marbach

lare, che li porta a spostarsi da un paese ad un altro in cerca di lavoro e conoscenze. Nei flussi in crescita non ci sono solo giovani ma anche anziani. Una presenza complessa e in continuo divenire che favorisce e spesso im-pone il dialogo costante tra passato e presente.Tra vecchie e nuove migrazioni gli over 65 so-no protagonisti importanti dell’emigrazione ita-liana all’estero e nel Rapporto si riflette molto sulla loro condizione attuale. Se molti emigranti partiti nel corso del Novecento si trovano ora a vivere in condizioni di grave disagio economico e sociale, cresce negli ultimi anni il numero di coloro che lascia la penisola oggi perché inca-pace di vivere dignitosamente in un Paese in crisi.Sono 878'209 i cittadini italiani residenti all’este-ro che hanno superato i 65 anni d’età. Gli over sessantacinquenni continuano ad aumentare sia in valore assoluto che in termini percentuali rispetto alle altre classi di età (dal 18,8% cioè 733'097 del 2010 al 19,6% ovvero 878'209 dal 2014). La maggior parte risiede nel Sud America, in particolare in Argentina.

La diffusione del cibo e del vino italiano nel mondo: il contributo degli emigrantiNel 2015 Milano ospiterà l’Expo dal titolo Nu-trire il pianeta, Energia per la vita. Per questo evento la redazione del Rapporto Italiani nel

I cittadini italiani iscritti all’AIRE al 1° gennaio 2014 sono 4.482.115, con un’incidenza del 7,5% sul totale della popolazione italiana. Presenti soprattutto in Europa (2.428.871) e in America (1.806.521), in particolare in quella centro-me-ridionale (1.440.292). Sono soprattutto siciliani, campani, laziali, calabresi e lombardi, il 48% dei quali donne.

Gli italiani nel mondo oggi

Il mondo dell'emigrazione italiana ha ormai più di un secolo e mezzo. Oggi tutto è cambiato con gli italiani all'estero. Sono comunità adulte, sono soggetti politici che stanno crescendo in con-sapevolezza e contano 18 Parlamentari Italiani espressi nella Circoscrizione Estero.

La Fondazione Migrantes ha presentato la IXa e-dizione del "Rapporto Italiani nel Mondo", perché sia uno strumento di lavoro che tolga dall'invi-sibilità gli italiani nel mondo. Oggi ci sono quasi

milioni e mezzo di cittadini italiani che vivono all'estero e oltre 60 milioni di oriundi. La Chiesa italiana ha una lunga storia di impegno a favore della diaspora italiana. Attualmente nell mon-do sono circa 400 le Missioni cattoliche italia-ne (Mci), con oltre seicento operatori specifica-tamente in servizio per gli italiani (laici/laiche consacrati e non, sacerdoti diocesani e religiosi, suore, sacerdoti in pensione) in 40 nazioni nei cinque Continenti.

Italiani nel Mondo

Mondo ha deciso di fornire approfondimenti e curiosità sul cibo e sul vino italiano nel mondo con interessanti contributi. La pasta, la pizza e il vino sono infatti protagonisti importanti dell’e-migrazione italiana ed elementi fondamentali di conservazione delle nostre tradizioni all’estero.Il cibo e le abitudini alimentari nazionali ma, soprattutto regionali, hanno infatti permesso la costruzione di identità multiple, nate dal costan-te dialogo dei nostri emigranti con le abitudini dei paesi di arrivo. Come ricorda il Professor Cinotto all’interno del Rapporto “Il caso italia-no è emblematico: la diaspora del secolo della grande migrazione (1876-1976) è stata il più im-portante veicolo di diffusione di un modello a-limentare che è penetrato nelle cucine dei molti paesi di destinazione”.

16comunitàFebbraio-Marzo 2015 Servizi speciali

Il sacramento dell’unzione degli infermiL’ultima carezza di Cristo. Un sacramento proprio per chi è malato

Dio Padre non si dimentica e non abbandona mai i suoi figli, ma si prende sempre cura con amore di loro attraverso il suo Figlio Gesù Cristo e il dono dello Spirito Santo. E Gesù, il Buon Samaritano, fa questo in un modo tutto particolare quando i suoi fratelli vi-vono la “prova” della sofferenza e della debolezza a causa della malattia o dell’anzianità: si china su di loro e si prende cura di loro, condividendo e santificando la loro sofferenza. Questa verità, in un modo tutto spe-ciale, viene celebrata e resa presente lungo la storia e nel susseguirsi del tempo mediante un apposito sacra-mento che Gesù Cristo ha lasciato alla sua Chiesa e che la Chiesa ha celebrato fin dagli inizi, come testimonia già la Lettera di S. Giacomo apostolo (5, 13-16): “Caris-simi, chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi. Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede sal-verà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. Confessate perciò i vo-stri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli al-tri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza”.

È importante quindi che la comunità cristiana e ognu-no di noi rifletta sul senso e sulle stupende finalità di questo sacramento, anche per correggere eventuali false visioni di questo sacramento, ereditate dal pas-sato.

1. Unzione degli Infermi o Estrema Unzione?“Nel corso dei secoli, l’Unzione degli Infermi è stata conferita sempre più esclusivamente a coloro che erano in pericolo di morte. Per questo motivo aveva ricevuto il nome di Estrema Unzione” (Catechismo Chiesa Cattolica, 1512).Questa prassi ha, di fatto, “snaturato” la realtà e la finalità del Sacramento, generando verso di esso una mentalità e un atteggiamento negativo, presente purtroppo anche oggi. E così, invece di ricorrere al Sacramento, lo si teme e lo si fug-ge. Il Concilio Vaticano II ha voluto recuperare il Sacramento nel suo effettivo significato e valore:a) riprendendo il nome originario: Unzione degli Infermi; b) sollecitando a chiederlo e a riceverlo come aiuto del Si-gnore per avere conforto e forza quando la vita è minacciata (per malattia o per età).Dice l’Introduzione al Rito dell’Unzione...: “Questo sacra-

mento conferisce al malato la grazia dello Spirito Santo; tutto l’uomo ne riceve aiuto per la sua salvezza, si sente rin-francato dalla fiducia in Dio e ottiene forze nuove contro le tentazioni... e l’ansietà della morte... Il sacramento dona inoltre, se necessario, il perdono dei peccati”

2. Unzione degli Infermi: per quali persone e per quali situazioni?L’Introduzione al Rito dell’Unzione specifica: “L’Unzione si deve dare... a quei fedeli il cui stato di salute risulta seria-mente compromesso per malattia o vecchiaia”.Il riferimento, perciò, è allo “stato di salute”, quando è “se-riamente” compromesso. È fuori luogo, pertanto, gene-ralizzare la celebrazione. E viene ribadito il vero significato: mettersi nelle mani di Dio per vivere da persone e con la sua forza (Grazia) la situazione della vita in pericolo, per avere confortoe serenità nel cuore.Il Sacramento può essere ricevuto anche più di una volta: in caso di altra grave situazione, o di aggravamen-to della situazione in corso: “Se un malato che ha ricevuto l’Unzione riacquista la salute, può, in caso di un’altra grave malattia, ricevere nuovamente questo Sacramento. Nel cor-so della stessa malattia, il Sacramento può essere ripetuto se si verifica un peggioramento”. È opportuno riceverlo an-che “prima di un intervento chirurgico rischioso”; ed anche “per le persone anziane la cui debolezza si accentua” (CCC. 1515).La Chiesa sollecita i fedeli, e in particolare i familia-ri, a chiedere questo Sacramento: “I fedeli incoraggino i malati a ricorrere al sacerdote per ricevere tale Sacramento” (CCC.1516). Si noti il verbo “incoraggino”! E perciò... si do-vrebbe riflettere su una cosa: la grave responsabilità morale di fronte a Dio per aver fatto mancare questo aiuto a chi ne aveva bisogno! Non è possibile dare questo Sacramento a chi è già morto. Dice l’Introduzione al Rito dell’Unzio-ne: “Se il sacerdote viene chiamato quando l’infermo è già morto, raccomandi il defunto al Signore,... ma non gli dia l’Unzione. Solo nel dubbio... gli può dare il Sacramento sotto condizione” (sub condicione). In sostanza: darsi da fare pri-ma; inutile fare (o far fare) le corse dopo!

3. Il Rito dell’Unzione degli Infermi”.“Come tutti i Sacramenti, l’Unzione degli Infermi è una ce-lebrazione liturgica e comunitaria, sia che abbia luogo in famiglia, all’ospedale, o in chiesa, per un solo ammalato o per un gruppo di infermi” (CCC. 1517). È opportuno che sia

17comunitàFebbraio-Marzo 2015 Servizi speciali

celebrata all’interno della Messa: è dal sacrificio di Gesù che prendono valore ed efficacia tutti i Sacramenti. Questo sol-lecita a chiedere e ricevere il Sacramento quando il malato è cosciente ed è in grado di partecipare consapevolmente alla celebrazione.Il rito può essere celebrato senza la Messa; quando si celebra comunitariamente viene inserito solitamente nella celebra-zione della Messa. Se viene celebrato durante la Messa: Do-po i Riti di introduzione e la Liturgia della Parola, al termine dell’omelia si svolge la LITURGIA del SACRAMENTO, che è così strutturata:a) L a preghiera della Comunità per la persona o le per-

sone ammalate.

b) L ’imposizione delle mani sul capo della persona che riceve il Sacramento.

c) L ’unzione sulla fronte e sulle mani con l’Olio degli Infermi; unzione accompagnata dalle parole: “Per que-sta santa unzione e la sua piissima misericordia ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo”, alle quali il malato risponde: “Amen” (Unzione sulla fronte). Il sacerdote continua: “E liberandoti dai peccati, ti sal-vi e nella sua bontà ti sollevi”; e si risponde: “Amen” (Unzione delle mani).

d) L a preghiera conclusiva per il malato o i malati che hanno ricevuto il sacramento: “Signore Gesù, reden-tore del mondo, che hai preso su di te i nostri dolori e hai portato nella tua passione le nostre sofferenze, ascolta la preghiera che ti rivolgiamo per il nostro fratello infermo: donagli fiducia e ravviva la sua speranza perché sia solle-vato nel corpo e nello spirito. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli”.

4. Gli “effetti” dell’Unzione degli Infermi.Che cosa “produce” il Sacramento in chi lo riceve?a) Forza, fiducia e speranza di fronte alla vita in peri-

colo: “La grazia fondamentale di questo sacramento è una grazia di conforto, di pace e di coraggio... Rinnova la fiducia e la fede in Dio e fortifica contro le tentazioni del maligno, cioè di scoraggiamento e di angoscia di fronte alla morte” (CCC. 1520).

b) La “guarigione” dell’anima e, se Dio vuole, anche del corpo: “Questa assistenza del Signore... vuole portare il malato alla guarigione dell’anima, ma anche a quella del corpo, se tale è la volontà di Dio” (CCC. 1520). Al malato che non potesse confessarsi, l’Unzione degli Infermi ri-mette anche i peccati.

c) L’unione alla passione di Cristo: il cristiano “viene in cer-to qual modo consacrato per portare frutto mediante la con-figurazione alla passione redentrice di Cristo” (CCC. 1521).

d) Un dono dalla Chiesa e per la Chiesa: essendo parte di una comunità, da essa il cristiano riceve, e ad essa il cristiano dona: “I malati che ricevono questo sacramento, unendosi strettamente alla passione e alla morte di Cri-sto, contribuiscono al bene del popolo di Dio. La Chiesa intercede per il bene del malato. E l’infermo a sua volta... contribuisce alla santificazione della Chiesa e al bene di tutti gli uomini” (CCC. 1522).

e) Una preparazione per l’ultimo passaggio: “L’Unzione... porta a compimento la nostra conformazione alla morte e risurrezione di Cristo, iniziata nel Battesimo”... “Quest’ulti-ma unzione munisce la fine della nostra esistenza terrena come di un solido baluardo in vista delle ultime lotte prima dell’ingresso nella casa del Padre” (CCC. 1523).

Cura pastorale dei nostri malatiDesidero ricordare quanto sia importante la pastorale degli ammalati e l’impegno pastorale nelle nostre comu-nità parrocchiali svolto dai sacerdoti.“Prendersi cura” dei malati è un appello rivolto a tutti, in primo luogo ai parenti: invitiamo calorosamente i familiari ad avvertire i sacerdoti quando un loro parente è malato in casa o viene ricoverato all’o-spedale.Nel passato i sacerdoti andavano in ospedale e chiedevano i nomi dei loro parrocchiani malati che venivano facilmente comunicati: oggi per la privacy non è più possibile, e quindi noi sacerdoti possiamo conoscere queste situazioni solo attraverso la comunicazione dei parenti.E sarebbe importante che i familiari avvertissero i sacerdoti non quando i loro malati sono ormai moribondi e incoscienti, ma quando la malattia comincia a diventare abbastanza seria: allora la visita dei sacerdoti sarebbe accettata positivamente dai malati perché il sacerdote non sarebbe visto con paura come colui che viene a dirti che ormai non c’è più nulla da fare e che presto devi morire!; inoltre ci sarebbe il tempo per fare con calma un cammino di amicizia e di fede insieme a loro e ai loro parenti. Ovviamente se un malato non vuole la visita del sacerdote, si dovrà rispettare la sua volontà; se informati, potremo comunque pregare per loro.

18comunitàServizi Specialitest imoni

Paolo VI, il papa del Concilio un vero maestro di spiritualità

ricordò proprio i «tre amori» di Paolo VI: Dio, l'uomo e la Chiesa...Questi tre amori sono caratteristiche di Paolo VI dal punto di vista del suo vissuto umano e della sua esperienza spirituale. È stato un uomo profondo di pensiero e di spirito cristiano. Ha vissuto in modo profondo l'amore per Gesù Cristo e per la Chiesa. Aveva una percezione del bel-lo e del limite dell'esperienza ecclesiale, ma questo non gli ha impedito di voler bene alla Chiesa con un rapporto filiale straordinario. L'amore per l'uomo credo sia incarnare l'amore di Dio in un vissuto ecclesiale completo.

Nell'enciclica «Populorum progressio», Paolo VI parla dello sviluppo come del nuo-vo nome della pace. Lo sce-nario di oggi è quello – per dirla con papa Francesco – di una «terza guerra mondiale» frammentata... Montini pro-feta inascoltato?Il tema fondamentale dello sviluppo come strada neccessaria per arrivare alla pace è da cogliere pienamente: si tratta di realizzarlo. L'altra intuizione feconda di Paolo VI, capace di illumi-nare il nostro cammino, è quella della civiltà dell'amore. E cioè che il futuro della nostra civiltà è legato alla scelta dell'amore. Non siamo ancora riusciti, e questo ci tormenta, a creare dei veri legami di conoscenza e di reciprocità tra le diverse esperienze umane: le culture sono molte e diverse. Ma per poter dialogare fra loro, hanno bisogno di un'antropologia corretta e condivi-sibile.

Egli fu il papa della con-testata eciclica «Humanae Vitae»...Paolo VI nell'Humanae Vitae era, soprat-tutto, preoccupato di fare in modo che sessualità, amore e procreazione fossero collegate tra di loro. Uno dei drammi di oggi è che queste realtà si sono separate le une dalle altre, generando un'espe-rienza umana più povera, frammentata, tendenzialmente schizofrenica.

Paolo VI a volte è sembrato dimenticato. Perchè?C'è stata una specie di censura nei suoi confronti e nei confronti del suo insegnamento. legata alla fase di crisi e trasformazione del mondo occiden-tale negli anni '60 e '70 – gli anni della contestazione, della rivoluzione sessuale, delle battaglie per il divor-zio o l'aborto... In quello scenario, il messaggio di Paolo VI era un mes-saggio che disturbava. Ora che certe animosità sono alle spalle, siamo nella condizione di riscoprire e apprezzare il suo magistero. Ma anche i suoi gesti, perchè anche in quelli era straordinario: penso all'abbraccio con Atenagora a Gerusalemme, o quando si inginoc-chiò a baciare i piedi a Melitone. Sono gesti che dicono dell'umiltà con cui visse il suo servizio. Se uno apprezza papa Francesco, dovrebbe riuscire ad apprezzare Paolo VI.

"La beatificazione di papa Paolo VI è motivo di gioia grande per la Chiesa bresciana, ma deve diventa-re anche l'occasione per riscoprire la figura di questo grande Papa che riconobbe nella «frattura tra fede e vita» la «vera sfida da affrontare e superare».

"Forse l'aspetto più interessante e meno noto della vita di papa Mon-tini è stata la sua spiritualità, spiega Monari. In questo egli ha molto da insegnarci; possiamo diventare umilmente suoi alunni e cercare di apprendere da lui l'arte di amare Gesù Cristo e l'arte di amare con verità l'uomo; possiamo imparare lo zelo per l'annuncio del Vangelo e le vie per un dialogo sincero e fruttuoso".

Incontrando, il 22 giugno 2013, i pellegrini bresciani a Roma, papa Francesco

Lorenzo Rosoli intervista Mons. Monari, vescovo di Brescia

19comunitàFebbraio-Marzo 2015 Patronato ACLI

L’aumento delle pensioni i-taliane, a partire dal 01.01.2015, è stato fissato nella misura del 0,3% rispetto al 2014. Ricordiamo che per ottenere la pensione oc-corrono innanzitutto determinati requisiti: l’età e in particolare il periodo assicurativo (20 anni per la pensione di vecchiaia; almeno 41 o 42 anni per quella anticipa-ta). Una volta raggiunti i requisiti richiesti, essa viene calcolata sul-la base dei contributi versati. Pertanto, vi possono essere pen-sioni sopra i 500 euro e oltre ma vi possono essere anche pensio-ni sotto la citata cifra. A tutti, pe-rò, e a determinate condizioni, viene garantito un importo mi-nimo con lo scopo di assicurare un trattamento teso al soddisfa-cimento di esigenze minime di vita. Il trattamento minimo viene periodicamente modificato per adeguarlo il più possibile al costo della vita. Lo scorso anno, in via definitiva, era 500,88 euro e da gennaio 2015, in via provvisoria, 502,38 euro al mese. Un tempo tutti i pensionati con importi modesti potevano bene-ficiare dell’importo minimo. Da molti anni, ormai, solo se non si hanno redditi personali superiori ad un determinato limite. Nel cor-so del 2015, per poter usufruire dell’intera quota di integrazione al trattamento minimo e raggiun-gere cosi 502,38 euro al mese, il pensionato non sposato non de-ve superare un reddito personale annuo pari a euro 6.530,94. Con un reddito da euro 6.530,95 a eu-ro 13.061,88 la quota sarà parzia-le. Il pensionato sposato, invece, non deve superare un reddito annuo, cumulato con quello del coniuge, pari a euro 19.592,82.

Aumenti senza novità sulle pensioni italiane

Con un reddito da euro 19.592,83 a euro 26.123,76 la quota sarà parziale. Da tenere presente che l’integrazione al minimo non vie-ne in ogni caso pagata ai residen-ti in Svizzera (come anche nei Paesi UE) ma, rientrando e risie-dendo definitivamente in Italia, è possibile ottenere l’integrazione fino al momento in cui matura il diritto alla rendita svizzera (di invalidità o di vecchiaia). A quel punto si riceve la pensione effet-tiva maturata sulla base dei soli contributi italiani.Come già ben sappiamo, inoltre, con il 2013 la riforma del gover-no Monti ha iniziato a prendere il largo, comprese quelle novità già introdotte prima sotto il gover-no Berlusconi, come l'adegua-mento di tutte le età pensionabili alla speranza di vita. Nel 2015, comunque, tutto resta fermo co-me l’anno precedente e dunque i requisiti non cambiano. Gli uo-mini continueranno ad andare in pensione a 66 anni e 3 mesi (così anche le donne dipenden-ti pubbliche). Il limite invece per le donne lavoratrici private è 63 anni e 9 mesi e per le lavora-trici autonome (commercianti, artigiane e coltivatrici dirette), 64 anni e 9 mesi. Per la pensione an-ticipata (l’ex anzianità), il requisi-to contributivo degli uomini, sia dipendenti che autonomi, è pari a 42 anni e 6 mesi, per le donne il limite è ridotto di un anno: 41 anni e 6 mesi. Ricordiamo da ultimo che sulla pensione italiana (anche di im-porto inferiore al minimo) pos-sono essere erogate alcune mag-giorazioni corrisposte anche ai pensionati all’estero. Le maggio-razioni comunque spettano sem-

AVVISO AGLI UTENTI DEL PATRONATO

A.C.L.I

Il Patronato ACLI di San Gal-lo, a seguito della riorganiz-zazione della Missione Cat-tolica Italiana di San Gallo, a partire da Gennaio 2014, con-tinua ad ASSICURARE i servizi di assistenza previdenziale e fiscale allo stesso indirizzo in cui ha finora operato:

Heimatstrasse 13 - 9008 St. Gallen – Tel. 071 244 81 01/04E-Mail: sangallo patronato.acli.it.

Il responsabile Matteo Di Gen-naro, l’operatrice Agnese Vailati

Integrazioni e maggiorazioni sottostanno sempre ai redditi posseduti

preché non venga superato un limite di reddito annuo. Per tali ragioni l’INPS invita ormai ogni anno, anche i pensionati all’este-ro, a dichiarare i propri redditi per appurare un eventuale diritto o meno ad una o più maggiora-zioni. Bisogna così dichiarare la rendita svizzera del primo e se-condo pilastro (AVS-AI e Cassa pensione), altre rendite di Stati esteri, eventuali rendite da assi-curazione infortuni, redditi da lavoro, ecc. I pensionati sposati devono dichiarare i redditi anche del coniuge.

Gaetano Vecchio Patronato ACLI Aarau

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