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ANNO XLII N. 695 Edito da SEDIVA srl - P.zza Pitagora 10 - 00197 Roma - Tel. 06808991 (r.a.) - Fax 0680899879 (r.a.) Reg. Trib. Roma n. 16306 del 7/4/1976 – e-mail: [email protected] (per i quesiti: [email protected]) Roma, 14 aprile 2017 a cura dello Studio Associato Bacigalupo-LucidiIn questo numero : 1 – SEDIVA ONLINE L’importanza dello “spesometro” 2 - LE SEDIVA NEWS DAL 22 FEBBRAIO AD OGGI 22/02/2017 Sui nuovi (e vecchi) servizi in farmacia – QUESITO (stefano civitareale) 07/03/2017 La “morte” – più che altro “presunta” - dell’anatocismo bancario (roberto santori) 23/02/2017 Lo spostamento delle farmacie sul territorio a seguito di eventi sismici – QUESITO (gustavo bacigalupo) 07/03/2017 Varie su Skynet - L’utilizzo di Skynet in farmacia da più postazioni; - Il triangolo rosso relativo a una DCR; (matteo lucidi) 23/02/2017 Adeguamento Istat per gennaio 2017 (Studio Associato) 08/03/2017 L'IRI e la contabilità semplificata (franco lucidi) 24/02/2017 L’iva e la contabilità presso terzi per la farmacia conseguita nel concorso – QUESITO (valerio pulieri ) 08/03/2017 Se il POS non “quadra” con lo scontrino – QUESITO (stefano civitareale) 24/02/2017 Varie su Skynet - L’archiviazione elettronica dei DDT; - Il “triangolo rosso” su Skynet costituisce un alert (matteo lucidi) 09/03/2017 Scontrino a credito e DCR - QUESITO (stefano civitareale) 27/02/2017 Quanto costa effettivamente alla farmacia un lavoratore subordinato – QUESITO (giorgio bacigalupo) 10/03/2017 Luci sul concorso laziale, ombre sulla titolarità agli assegnatari delle sedi romane (gustavo bacigalupo) 27/02/2017 Un bonus anche per la videosorveglianza relativa all’immobile di abitazione (franco lucidi) 13/03/2017 Posti auto per i clienti della farmacia – QUESITO (valerio pulieri) 28/02/2017 Dal 1° luglio 2017 al via le notifiche via PEC anche per gli avvisi e gli atti del Fisco ( Studio Associato) 14/03/2017 Quando il cliente chiede in ritardo lo scontrino “parlante” – QUESITO (roberto santori) 01/03/2017 Un socio che è anche biologo nutrizionista – QUESITO (stefano lucidi) 15/03/2017 Cosa è la Sabatini ter (franco lucidi) 01/03/2017 Il ritorno del Mod. F24 “cartaceo” – QUESITO (stefano civitareale) 15/03/2017 Rinvio del termine per la “rottamazione” delle cartelle Equitalia (Studio Associato) 02/03/2017 Se il giudice “sottrae” la sede all’assegnatario (il Tar ribadisce la sospensione del secondo interpello pugliese) (gustavo bacigalupo) 15/03/2017 Varie su Skynet - Il reinserimento di colonne “scomparse” nella sezione Prima Nota - La visualizzazione dei PDF inseriti ( matteo lucidi ) 03/03/2017 Acquisto robot e dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta’ (franco lucidi) 16/03/2017 Donare la farmacia (o una quota sociale) al figlio che è in comunione legale con il coniuge – QUESITO ( gustavo bacigalupo) 03/03/2017 Investimenti in macchinari e attrezzature nuove nel sud Italia (franco lucidi) 17/03/2017 Preparazioni galeniche - QUESITO (stefano civitareale) 06/03/2017 L'ammortamento del distributore automatico - QUESITO (roberto santori) 17/03/2017 Adeguamento Istat per FEBBRAIO 2017 (Studio Associato) 06/03/2017 La compensazione del credito iva – QUESITO (stefano civitareale) 20/03/2017 Il super-ammortamento anche per i beni in leasing – QUESITO (valerio salimbeni)

ANNO XLII N. 695 · 2018-06-08 · Piazza Pitagora n. 695 del 14 aprile 2017 Pag. 3 quale ci saranno infatti due soli invii semestrali), e dunque il controllo dell’amministrazione

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ANNO XLII N. 695Edito da SEDIVA srl - P.zza Pitagora 10 - 00197 Roma - Tel. 06808991 (r.a.) - Fax 0680899879 (r.a.)

Reg. Trib. Roma n. 16306 del 7/4/1976 – e-mail: [email protected] (per i quesiti: [email protected]) Roma, 14 aprile 2017

a cura dello “Studio Associato Bacigalupo-Lucidi”In questo numero:1 – SEDIVA ONLINEL’importanza dello “spesometro”2 - LE SEDIVA NEWS DAL 22 FEBBRAIO AD OGGI

22/02/2017 Sui nuovi (e vecchi) servizi in farmacia –QUESITO (stefano civitareale)

07/03/2017 La “morte” – più che altro “presunta” -dell’anatocismo bancario (roberto santori)

23/02/2017 Lo spostamento delle farmacie sul territorio aseguito di eventi sismici – QUESITO

(gustavo bacigalupo)

07/03/2017 Varie su Skynet - L’utilizzo di Skynet in farmacia da più postazioni;- Il triangolo rosso relativo a una DCR;

(matteo lucidi)23/02/2017 Adeguamento Istat per gennaio 2017

(Studio Associato) 08/03/2017 L'IRI e la contabilità semplificata

(franco lucidi)24/02/2017 L’iva e la contabilità presso terzi per la farmacia

conseguita nel concorso – QUESITO (valerio pulieri)

08/03/2017 Se il POS non “quadra” con lo scontrino –QUESITO (stefano civitareale)

24/02/2017 Varie su Skynet - L’archiviazione elettronica dei DDT;- Il “triangolo rosso” su Skynet costituisce

un alert (matteo lucidi)

09/03/2017 Scontrino a credito e DCR - QUESITO (stefano civitareale)

27/02/2017 Quanto costa effettivamente alla farmacia unlavoratore subordinato – QUESITO

(giorgio bacigalupo)

10/03/2017 Luci sul concorso laziale, ombre sulla titolaritàagli assegnatari delle sedi romane (gustavo bacigalupo)

27/02/2017 U n bonus anche per la videosorveglianzarelativa all’immobile di abitazione (franco lucidi)

13/03/2017 Posti auto per i clienti della farmacia –QUESITO (valerio pulieri)

28/02/2017 Dal 1° luglio 2017 al via le notifiche via PECanche per gli avvisi e gli atti del Fisco (Studio Associato)

14/03/2017 Quando il cliente chiede in ritardo lo scontrino“parlante” – QUESITO (roberto santori)

01/03/2017 Un socio che è anche biologo nutrizionista –QUESITO (stefano lucidi)

15/03/2017 Cosa è la Sabatini ter (franco lucidi)

01/03/2017 Il ritorno del Mod. F24 “cartaceo” –QUESITO (stefano civitareale)

15/03/2017 Rinvio del termine per la “rottamazione” dellecartelle Equitalia (Studio Associato)

02/03/2017 Se il giudice “sottrae” la sede all’assegnatario(il Tar ribadisce la sospensione del secondointerpello pugliese) (gustavo bacigalupo)

15/03/2017 Varie su Skynet- Il reinserimento di colonne “scomparse” nella

sezione Prima Nota- La visualizzazione dei PDF inseriti

(matteo lucidi)03/03/2017 Acquisto robot e dichiarazione sostitutiva di

atto di notorieta’ (franco lucidi)16/03/2017 Donare la farmacia (o una quota sociale) al figlio

che è in comunione legale con il coniuge –QUESITO (gustavo bacigalupo)

03/03/2017 Investimenti in macchinari e attrezzaturenuove nel sud Italia (franco lucidi)

17/03/2017 Preparazioni galeniche - QUESITO (stefano civitareale)

06/03/2017 L'ammortamento del distributore automatico -QUESITO (roberto santori)

17/03/2017 Adeguamento Istat per FEBBRAIO 2017(Studio Associato)

06/03/2017 La compensazione del credito iva –QUESITO (stefano civitareale)

20/03/2017 Il super-ammortamento anche per i beni inleasing – QUESITO (valerio salimbeni)

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20/03/2017 “Rottamazione” delle liti fiscali pendenti (matteo lucidi)

04/04/2017 Un deposito a 40 km (?) dalla farmacia:requisiti e adempimenti – QUESITO (stefanolucidi)

21/03/2017 Farmacie rurali e farmacie urbane –QUESITO (gustavo bacigalupo)

04/04/2017 Varie su Skynet- Il recupero della password per Skynet;- Il riempimento della sezione “Scadenzario” di

Skynet; (matteo lucidi)21/03/2017 Un farmacista dipendente può aprire una p.

iva agricola – QUESITO (roberto santori)05/04/2017 Visite fiscali: quando, come, ecc.? – QUESITO

(giorgio bacigalupo)22/03/2017 Via libera allo scontrino parlante anche per le

spese veterinarie detraibili (stefano civitareale)

06/04/2017 L’apertura di una farmacia neo-istituita sui confini della sede - QUESITO (gustavo bacigalupo)

23/03/2017 Una compagine vincitrice alle prese conl’Asl: una vicenda significativa (gustavobacigalupo)

06/04/2017 Rimborso in busta paga delle spese per l’usodell’autovettura personale – QUESITO

(giorgio bacigalupo)

24/03/2017 La nuova IRI: in quali circostanze convieneveramente - QUESITO (franco lucidi)

07/04/2017 Reperibilità e turnazioni nel Lazio – QUESITO (stefano lucidi)

27/03/2017 Articoli, prodotti e servizi della farmacia –QUESITO (stefano civitareale)

07/04/2017 Come ricercare il testamento del “de cuius” -QUESITO (alessia perrotta)

28/03/2017 Come numerare le fatture della nuovafarmacia – QUESITO (tullio anastasi)

10/04/2017 Proroga bonus mobili a scartamento ridotto peril 2017 – QUESITO (stefano civitareale)

28/03/2017 Il cartello indicatore della farmacia -QUESITO (maurogiovannini)

10/04/2017 Il “fatturato” di sedi a concorso – QUESITO (tullio anastasi)

29/03/2017 Farmacia e ortopedia in uno stesso locale? –QUESITO (roberto santori)

11/04/2017 La prova delle donazioni dei genitori perl'acquisto di beni da parte dei figli (stefanolucidi)

29/03/2017 Le fatture di acquisto di beni strumentali: perquanto tempo vanno conservate – QUESITO (valerio pulieri)

12/04/2017 La difficile convivenza di “sedi” definite e“zone” indicate in forma semplificata –QUESITO (gustavo bacigalupo)

30/03/2017 Al via dal 1° aprile l'invio dei corrispettiviall'Agenzia delle Entrate per i distributoriautomatici...ma non per tutti (franco lucidi)

13/04/2017 Le novità in materia di dichiarazioni integrative- QUESITO (stefano civitareale)

31/03/2017 Non si possono promuovere i prodotti perlattanti - QUESITO (stefano civitareale)

13/04/2017 Se ci dimentichiamo di presentare un F24 azero – QUESITO (andrea piferi)

03/04/2017 Vendita di prodotti della farmacia durante unevento fieristico – QUESITO (stefano lucidi)

14/04/2017 La giurisprudenza più recente(gustavo bacigalupo)

03/04/2017 Le nuove banconote da 50 euro (Studio Associato)

3 - NORMATIVA, GIURISPRUDENZA & PRASSI (in pillole)

4 - SCADENZE FINE APRILE E MAGGIO 2017

1 – SEDIVA ONLINEL’importanza dello “spesometro”Lo scorso 10 aprile è scaduto il termine per latrasmissione telematica dei dati relativi alle fattureattive e passive rispettivamente emesse e ricevute daicontribuenti nel corso dell’anno 2016.Si tratta del c.d. “spesometro”, della cui compilazionee invio si è fatto naturalmente carico per i propriassistiti il nostro Studio, che consentirà all’Agenziadelle Entrate di incrociare i dati e verificare così lacorretta annotazione contabile delle relative

fatturazioni.Anzi, l’Agenzia ha recentemente annunciato chesono pronte più di 28.000 comunicazioni dainviare ai contribuenti per i quali i dati noncoincidono, invitandoli a regolarizzare le posizioniirregolari emerse e a versare eventuali imposteomesse.Con la legge di bilancio 2017 è stato dispostoinol t re che la cadenza del l ’ invio del lo“spesometro” non sia più annuale ma trimestrale(fatto salvo soltanto il corrente anno 2017 per il

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quale ci saranno infatti due soli invii semestrali),e dunque il controllo dell’amministrazionefinanziaria è destinato ad essere via via più“stringente”.Di qui la necessità di una sempre più corretta etempestiva annotazione contabile, che da partenostra abbiamo ritenuto di rendere quanto piùagevole possibile con la creazione del portaleSkynet che, come avrete certamente rilevato, vipermette di ricevere in tempo reale le fatturepassive da tutti i fornitori che inviano ladocumentazione in formato pdf o direttamente informato elettronico (è il c.d. B2B).

(Studio Associato)2 - LE SEDIVA NEWS DAL 22 FEBBRAIO ADOGGI22/02/2017 - Sui nuovi (e vecchi) servizi infarmacia - QUESITO1° In riferimento ai decreti ministeriali 16dicembre 2010, n.57 e decreto 8 luglio 2011 n.229, per quanto riguarda la cosiddetta farmaciadei servizi, vorremmo sapere se una volta ottenutol’agibilità’ e la autorizzazione sanitaria della ASL,in locali diversi dalla farmacia, ed esattamente al1° piano della farmacia, che tipologia diriabilitazione è possibile esercitare?Mediante utilizzo di fisioterapisti e macchinari, èpossibile esercitare la fisioterapia fisica estrumentale.Per fisioterapia strumentale si intendonoapplicazioni mediante utilizzo di attrezzature, tipo:laser, ionoforesi, magnetoterapia, onde d’urto,tens, diadinamiche, etc.; per fisioterapia manualesi intende l’applicazione di trattamenti tipo:massaggi e rieducazione motoria, ginnasticacorrettiva, metodo mezier, massaggio linfo-drenante, etc.2° Per esercitare l’attività professionale, unmedico specialista, che intende aprire uno studiomedico, in locali di proprietà della farmacia coningresso autonomo, che tipo di autorizzazione devechiedere?La SCIA sanitaria, la deve presentare il medicospecialista o il titolare della farmacia?3° Per la cabina estetica, da installare in localidella farmacia, ed esattamente al 1° piano, la SCIAsanitaria, chi la deve chiedere l’estetista o iltitolare della farmacia?

1° - L’art. 1 del D.M. Salute del 16/12/21010richiamato nel quesito dispone che le specificheprestazioni professionali inquadrate nel progettodella “Farmacia dei servizi” debbano esserenecessariamente svolte o “presso le farmacie”ovvero “a domicilio del paziente”; non sembra

pertanto (v. anche recentemente in tal senso T.A.R.Puglia Sez. II n. 507 del 14/03/2012) che possanoessere utilizzati locali del tutto autonomi e/odiversi da quello in cui si svolge l’attività dellafarmacia, pur se attigui, e dunque le necessarieautorizzazioni dovranno riferirsi ai localistrettamente inerenti all’esercizio della farmacia,anche se le prestazioni dovranno naturalmenteessere espletate in un’area dedicata ma sempreall’interno del locale farmacia.In ordine, poi, al tipo di prestazioni che possarendere il fisioterapista, l’art. 4 dello stesso lo D.M.Salute dispone testualmente che: 1. Su prescrizionedei medici di medicina generale e dei pediatri dilibera scelta […] il fisioterapista può erogare all'interno della farmacia ed adomicilio del paziente, e nei limiti di cui al decretodel Ministro della sanità n. 741 del 1994 [checontiene, peraltro, l’ordinamento professionale delfisioterapista – n.d.r.] le seguenti prestazioniprofessionali:a) definizione del programma prestazionale per gliaspetti di propria competenza, volto allaprevenzione, all'individuazione ed al superamentodel bisogno riabilitativo; b) attività terapeutica per la rieducazionefunzionale delle disabilità motorie, psico motorie ecognitive e viscerali utilizzando terapie manuali,massoterapiche ed occupazionali; c) verifica delle rispondenze della metodologiariabilitativa attuata agli obiettivi di recuperofunzionale. Il secondo comma precisa successivamente che “2.La farmacia, nell'erogazione delle prestazioni dicui al comma 1, deve rispettare tutti gli specificirequisiti relativi ai settori professionali, sanitari etecnico - strutturali previsti per lo svolgimentodelle attività di cui al comma 1 dalla normativastatale, regionale e comunale vigente, nell'ambitodei precedenti settori.” Ora, alla luce di tali disposizioni, e riguardo a quelche nel quesito viene definita “fisioterapiastrumentale”, parrebbe lecito più di un dubbiosull’effettiva praticabilità di quelle prestazioni nelcontesto del quadro normativo della “Farmacia deiservizi”, perché l’impiego di macchinari che risultiprevalente rispetto alla pura prestazioneprofessionale potrebbe configurare l’attività di unvero e proprio ambulatorio medico con laconseguente necessità di acquisire in ogni caso laprescritta autorizzazione ai sensi dell’art. 8-tercomma 2 D.lgs. 30/12/1992 n. 502 (per unapprofondimento sul tema e, in particolare, suldiverso regime autorizzativo tra studio medico e

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ambulatorio medico, rimandiamo senz’altro allaSediva News dell’ 8/04/2016). Temiamo insomma che lo svolgimento diprestazioni fisioterapiche con l’uso di macchinari -che per numero e complessità finiscano con ilprevalere sulla componente professionale - possadar luogo a un ambulatorio medico privo dellanecessaria autorizzazione (e ciò prima ancora diconsiderare ogni ulteriore possibile profilo diincompatibilità con l’esercizio della farmacia).Per di più ci pare che i numerosi riferimenti,sempre nel contesto normativo della “Farmacia deiservizi”, alle prestazioni professionali in quanto tali[basta considerare l’art. 1, comma 2, lettera a),punto 4, del D.lgs. 153/2009, nonché la stessarubrica del D.M. 16/12/2010 oltre al contenuto delcitato art. 4] valgano ad esaltare evidentemente ilpuro apporto professionale di queste figure(infermieri, fisioterapisti e operatori socio-sanitariin genere) nell’organizzazione esistente dellafarmacia ai fini del potenziamento della stessacome presidio sanitario territoriale e non già aprovocare in quella “l’innesto” di attività giàesistenti e compiutamente regolamentate. 2° - Sarà lo studio medico – e non certamente lafarmacia che si limita infatti a locare l’immobile –che dovrà presentare (non una SCIA sanitaria ma)u n a s e m p l i c e comunicazione a l l a A s lterritorialmente competente, sempreché – etorniamo a quanto accennato sopra – per leconcrete modalità di esercizio dell’attività questanon configuri un vero e proprio ambulatoriosoggetto ad una ben più complessa autorizzazione.3° - La SCIA (anche qui “non sanitaria”) deveessere presentata dall’estetista se questi è titolaredell’attività, intrattenendo pertanto direttamente ilrapporto con i clienti, e se la farmacia si limita afornire – dietro adeguato compenso, naturalmente -il solo supporto logistico per l’esercizio dell’attività(locali e dotazioni); deve essere invece la farmaciase, viceversa, è quest’ultima che esercitadirettamente l’attività, e l’estetista, nel quadro di unrapporto di lavoro subordinato o libero-professionale con la farmacia, si limita a rendere aiclienti di questa il servizio richiesto.

(stefano civitareale)23/02/2017 - Lo spostamento delle farmacie sulterritorio a seguito di eventi sismici - QUESITOIn seguito ad evento sismico l'accesso a molte zonedi pertinenza di due delle tre farmacie presenti sulterritorio comunale è stato vietato da ordinanzadel sindaco e la popolazione è stata dirottata quasiesclusivamente nella zona della terza farmacia. Inquesta situazione di emergenza (post terremoto)occorre comunque rispettare la pianta organica

fino a nuova revisione o il sindaco può permettere,tramite ordinanza, alle altre farmacie di occuparezone di pertinenza della terza farmacia?

I precedenti anche giurisprudenziali sono nel sensodella derogabilità del principio di inviolabilità dellasede farmaceutica quando questo si rivelinecessario per fronteggiare particolari esigenzeinerenti naturalmente all’assistenza farmaceuticaterritoriale.Ora, un provvedimento che autorizzi, in deroga alprincipio, lo spostamento di una farmacia fuorisede p u ò e s s e r e a d o t t a t o a n c h edall’amministrazione ordinariamente competente(il comune o l’Asl, secondo le norme regionali),che dovrà comunque motivare – ma evidentementeun evento sismico sembra di per sé ragioneoltreché adeguata alla misura – il rilasciodell’autor izzazione per un trasferimentoderogatorio.In caso però di inerzia dell’amministrazione inprincipio competente, può intervenire (se del caso,su istanza di uno degli interessati) anche il sindacocui è infatti riconosciuto un potere di ordinanza(anche) “in materia di igiene e sanità pubblica” exart. 54 d.lgs. n. 267/2000: sono esattamente quelle“ordinanze contingibili e urgenti” che il sindaco,senza neppure dover comunicare l’avvio delprocedimento come imporrebbe il principiogenerale sancito dall’art. 7 della l. 241/90, puòemanare esercitando in questa evenienza lafunzione non di rappresentante dell’ente locale madi “organo di governo”.Possiamo dunque pensare, per rispondere alquesito, che le due farmacie “terremotate” - ubicatecioè in zone, quartieri o aree comunali (e nonnecessar iamente in local i) totalmente oparzialmente inagibili – possano essere autorizzatedall’uno o l’altra delle due autorità amministrativeappena indicate a spostarsi entrambe nella sedefarmaceutica di pertinenza della terza farmacia?Premesso che saranno in l inea generaleprovvedimenti di autorizzazione con efficaciatemporalmente limitata, e che dureranno quindi pertutto il tempo in cui durerà lo stato di necessità(quel che, s’intende, sarà certamente esplicitato neiprovvedimenti), ci pare che l’ipotesi prospettata –l’autorizzazione allo spostamento di entrambe lefarmacie in locali anche molto ravvicinati rispettoal terzo esercizio – sia tutt’altro che irrealistica ed’altra parte anche in tal caso non dovrebbe esseremolto complicato per l’amministrazione illustrarnele ragioni.Ma lo stato di inagibilità delle zone interessate dalsisma potrebbe anche rivelarsi – magari soltanto in

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parte – irrimediabile, come abbiamo visto per ilcapoluogo aquilano, e dunque suggerire anche inun futuro non lontano una misura diversa dallasemplice “restituzione” alle rispettive sedifarmaceutiche degli esercizi provvisoriamentetrasferiti; potrà perciò risolversi in una modifica piùo meno ampia e/o articolata delle sedi originarie, odi un trasferimento (=decentramento) di questeultime in altra zona del territorio comunale, mapotremmo anche dover assistere a un pressochétotale rifacimento della pianta organica.Ci sembra insomma che quelle due farmaciepossano essere legittimamente trasferite – sia purein via provvisoria – in qualunque zona agibile delterritorio comunale, ma gli scenari conclusivi diquesta vicenda non è facilissimo delinearli.

(gustavo bacigalupo)23/02/2017 - Adeguamento istat per gennaio2017È stato pubblicato nella G.U. l’indice diaggiornamento Istat relativo a gennaio 2017.La variazione rispetto al mese precedente è anchequesta volta pari allo 0,3%.L’indice annuale è invece salito allo 0,9% e quellobiennale all’1,2%, mentre quelli precedenti eranoambedue pari allo allo 0,40%.Pertanto, i canoni di locazione variano, quelloannuale, dello 0,675% (il 75% di 0,90) e quellobiennale dello 0,90% (il 75% di 1,2).

(Studio Associato)24/02/2017 - L’iva e la contabilità presso terziper la farmacia conseguita nel concorso –QUESITOSiamo assegnatari di una sede nel concorsostraordinario e sono in procinto di aprire lafarmacia. Vorremmo però sapere se è vero che, non optandoper la liquidazione trimestrale iva, possiamoposticipare i pagamenti.

Secondo l’art. 1, comma 3, D.P.R. 100/98, i contribuentimensili che affidano a terzi la tenuta della contabilitàpossono scegliere di fare riferimento, ai fini del calcolodell'Iva dovuta per il mese precedente, all'impostadivenuta esigibile nel secondo mese precedente. Percoloro che iniziano l’attività, l’opzione ha effetto(necessariamente) dalla seconda liquidazione periodicadato che non c’è ancora evidentemente un “secondomese precedente”.Così, esemplificando, la liquidazione del mese di maggio- da versare in caso di importo a debito entro il successivo16 giugno - viene effettuata, come del resto dovrebbeessere anche a Voi ben noto, sulla base dell’imposta adebito esigibile e dell’imposta a credito detraibile(rispettivamente, delle fatture attive e dei corrispettivi, da

un lato e delle fatture passive, dall’altro) registrate nelmese di aprile.Tale opzione, però, non comporta formalmente lo“slittamento” dei termini di versamento, tenuto conto che -per tornare al nostro esempio - l’iva a debito di maggio,anche se non liquidata sulla base delle registrazioni dellostesso mese ma su quelle del mese precedente (aprile), èpur sempre imputata a quel mese [viene infatti utilizzatoper il versamento il codice tributo “6005, versamento ivamensile maggio”, e non il “6004, versamento iva mensileaprile”], e va versata entro il 16 del mese successivo(giugno) secondo la regola generale.Questo d’altronde è anche il pensiero della Cassazione(Cass. civ. Sez. VI, Ord. 17/12/2013, n. 28165).

(valerio pulieri) 24/02/2017 - Varie su SkynetL’archiviazione elettronica dei DDTD. Dopo aver letto la circolare relativaall’archiviazione elettronica dei DDT, vorreisapere quale sia il procedimento per attivare talefunzionalità. Grazie.R. Ricorderà che sulla liberatoria da Lei sottoscrittatempo fa era riportato uno specifico indirizzoemail; per attivare tale funzionalità non deve farealtro che indicare ai distributori, per i quali intendeche sia eseguita la conservazione sostitutiva delDDT, di inviare tali documenti alla suddetta caselladi posta elettronica, in modo che Skynet possaprovvedere automaticamente.Il “triangolo rosso” su Skynet costituisce un alertD. Buongiorno, mi è apparso nella colonna“incasso” un triangolo rosso che mi segnala unerrore; a cosa è dovuto?R. Solitamente il triangolo è un alert accompagnatoda un messaggio che indica le ragioni di un incassonon corretto; l’alert si attiva solitamente in quantol’importo totale inserito nella colonna non puòessere inferiore all’incasso della Dcr.

(matteo lucidi)27/02/2017 - Quanto costa effettivamente allafarmacia un lavoratore subordinato – QUESITONella mia farmacia lavora un magazziniere 6 oremezzo giornaliere (in sostanza, 39 ore settimanali),dal lunedì al sabato. Quanto costa annualmentealla farmacia?

Dunque, tenuto conto delle 39 ore settimanaliindicate nel quesito, si tratta di un lavoratoreconsiderato a tempo pieno, ed il suo costo può inogni caso calcolarsi – euro più, euro meno - comesegue: a) stipendio mensile (lordo imposte econtributi)= € 1.254,00; b) costo contributivo acarico azienda: 30% di a)= € 376,00; c) totale costomensile azienda= € 1.630,00; d) tale importo sub c)va poi praticamente moltiplicato per 15 (cioè, 12

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mensilità +tredicesima +quattordicesima + quotaannua TFR), per giungere così al Costo AnnualeAzienda pari, nel Suo caso, ad € 24.450,00.Ma un criterio di calcolo ancora più semplice puòprendere le mosse dalla somma effettivamenteliquidata ogni mese in busta paga al dipendente (maal netto sia di assegni familiari o simili, e sia dieventuali compensi per lavoro straordinario),moltiplicandola per un coefficiente variabile infunzione dell’importo stesso, per poi moltiplicare asua volta il risultato ottenuto per 12.Q u e s t o coefficiente tiene conto degli onericontributivi complessivamente sostenuti dallafarmacia (e quindi sia di quelli a carico dellavoratore che di quelli a carico della farmacia),delle imposte gravanti sulla retribuzione lorda,nonché di tredicesima, quattordicesima e TFR,cosicché, partendo appunto dalla retribuzione nettamensile, si perviene in un sol colpo al costo annuoglobale per l’azienda di quell’unità lavorativa.Ipotizzando, perciò, una somma mensile netta inbusta (al netto però anche delle voci sopra indicate)di 1.000, la retribuzione lorda (comprensiva, cioè,di contributi Inps e di imposte a carico deldipendente) diventa 1.272,95, cui vanno aggiunti368,90 per contributi Inps a carico della farmacia,per giungere ad un costo mensile per quest’ultimadi 1.641,85; tale importo va ora moltiplicato perquattordici mensilità e si perviene dunqueall’importo annuo di 22.985,90, che, considerandoanche la quota di TFR pari ad 1.131,51, finisce perammontare ad un totale costo annuale d i24.117,41.E però, se ora moltiplichiamo gli originari 1.000 nettiin busta paga direttamente per il coefficiente di 2,01 eil risultato ottenuto viene a propria volta moltiplicatoper 12, si raggiunge lo stesso risultato di 24.117,41, equindi, in conclusione, sappiamo che per calcolare ilcosto globale per l’azienda di un dipendente cuiversiamo ogni mese “in busta” 1.000 effettivi (alnetto come sopra chiarito) dovremo semplicementeoperare l’operazione seguente: 1.000 x 2,01 x 12.Senonché, al variare della retribuzione nettamensile variano evidentemente – sia pure perscaglioni – anche gli oneri tributari per ildipendente (data la progressività del nostro sistemafiscale), influenzando perciò anche il coefficiente dimoltiplicazione.Infatti, per una retribuzione netta mensile di 1.500,il coefficiente è pari a 2,13, e, moltiplicando per 12il risultato, ne deriva un costo complessivoaziendale di 38.300,10.Proseguendo, abbiamo che: ad una retribuzionenetta (in busta e in tasca del dipendente) di 2.000corrisponde un costo di 53.283,63 (coefficiente

2,22); ad una retribuzione di 2.500 corrisponde uncosto di 70.108,90 (coeff. 2,34), ad una retribuzionedi 3.000 corrisponde un costo di 86.934,17 (coeff.2,41) e ad una retribuzione di 3.500 corrisponde uncosto di 109.620,00 (coeff . 2,61); e così via,ovviamente a crescere.Naturalmente questi coefficienti sono stati riportaticon qualche approssimazione e arrotondamentoanche per semplicità di calcolo, e senza tener contodi tipologie lavorative agevolate (apprendisti, adesempio), o diverse da quella di lavoro subordinato,ma sostanzialmente questa tabella rispecchia larealtà dei fatti e ci pare possa essere molto utileconservarla anche… a futura memoria.Consigliamo in ogni caso a tutti di conservareques ta news, non perdendo mai di vista, inparticolare, lo specchietto che in pratica si ricavadalle cifre sottolineate, che evidenziano abbastanzafedelmente il progressivo aumento – ma più cheproporzionale – del costo lordo complessivo annuodi un lavoratore con l’aumentare della suaretribuzione mensile “netta in busta”.

(giorgio bacigalupo)2 7 / 0 2 / 2 0 1 7 - U n bonus a n c h e p e r l avideosorveglianza relativa all’immobile diabitazioneIn ordine alle spese sostenute nel 2016 per lavideosorveglianza relativa a immobili adibiti adabitazione privata spetta un bonus in una misurapercentuale determinata sulla base del rapporto tral’ammontare delle risorse stanziate (naturalmentedi ammontare non stratosferico) e il creditod’imposta complessivamente richiesto.Nel periodo compreso tra il 20/2/2017 e il20/3/2017 chi ha interesse dovrà compilareun’istanza utilizzando il software “creditovideosorveglianza” disponibile gratuitamente nelsito www.agenziaentrate.gov.it.

(franco lucidi)28/02/2017 - Dal 1° luglio 2017 al via le notifichevia PEC anche per gli avvisi e gli atti del FiscoIl Decreto Fiscale di fine anno (D.L. n. 193/2016convertito in L:225/2016) ha infatti disposto, comeabbiamo anticipato qualche tempo fa, che dal 1°luglio 2017 gli avvisi e gli altri atti del Fiscodestinati ai contribuenti potranno essere notificatiesc lus ivamente t r ami te Posta ElettronicaCertificata (PEC). I soggetti interessati sono in prima battuta tutticoloro dotati obbligatoriamente di una casellaPEC, tra i quali figurano, per il momento, leimprese individuali, le società e i professionistiiscritti negli appositi albi o elenchi istituiti conlegge dello Stato e, quindi, anche tutte le farmaciee tutti i farmacisti.

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Ma la novità riguarda anche tutti gli altri cittadininon obbligati ad avere un indirizzo di postaelettronica certificata da inserire nell’INI-PEC(Indice Nazionale degli Indirizzi di PostaElettronica Certificata), di cui però si sianofacoltativamente dotati. In particolare per tali soggetti la notificazione potràessere eseguita - ma soltanto (attenzione!) dietrouna loro specifica richiesta – non solo all’indirizzodi posta elettronica certificata di cui sono intestatarima anche a quello di un soggetto terzo come unprofessionista (il proprio commercialista, adesempio) o un familiare (entro il quarto grado)incaricato a ricevere le notifiche per conto deldiretto interessato, secondo le modalità stabilite conun provvedimento dell’Agenzia delle Entrate. Inquesto caso, l’indirizzo comunicato nella richiestaai fini delle notificazioni degli atti ha effetto dalquinto giorno libero successivo a quello in cuil’ufficio fiscale attesta la ricezione della richiestastessa.L a notifica via PEC, come del resto è noto, siconsidera effettuata nel momento in cui il gestoredella casella PEC del destinatario trasmette laricevuta di accettazione, e laddove la casella PECrisulti piena o non più valida o attiva, l’ufficiotenterà un secondo invio decorsi almeno settegiorni dal primo.Se anche questo secondo invio non andasse a buonfine, la notifica dell’atto si intende effettuatamediante il suo deposito telematico nell’areariservata del sito di InfoCamere Scpa con relativapubblicazione dell’avviso a esso inerente, e però intal caso l’ente notificatore darà comunque notizia aldestinatario dell’avvenuta notifica dell’attomediante lettera raccomandata semplice e senzaulteriori adempimenti a suo carico.Procede quindi a passo spedito il progetto ditelematizzazione del rapporto fisco-contribuenticon gli intuibili risparmi di tempo, denaro, mezzi euomini per l’amministrazione finanziaria.Ai “forzati” della PEC [farmacie comprese,pertanto] fa carico l’onere di aggiornare econsultare con sempre maggiore frequenza eattenzione la propria casella, proprio per evitarespiacevoli conseguenze in caso di ritardo nellalettura dei messaggi di posta e ridurre quindi nelconcreto il rischio, a esempio, di trovarsi tra lemani un atto non più impugnabile per scadenza deitermini.D’altra parte, come avrete rilevato recentemente,anche noi stiamo procedendo alla conferma e/oall’acquisizione ex novo da parte di ogni farmaciaassistita del proprio indirizzo Pec, cui infattitrasmetteremo via via – iniziando al più presto da

quelle periodiche riguardanti l’iva a credito o adebito per il mese o il trimestre – tutte lecomunicazioni relative ai tributi in scadenza equelle di maggior rilievo.Quella di controllare con assoluta regolarità lapropria casella Pec, dunque, è ormai un’esigenzairrinunciabile per tutti e tutti dobbiamo imparare aconviverci gestendola con il massimo scrupolo.

(Studio Associato)01/03/2017 - Un socio che è anche biologonutrizionista - QUESITOAttualmente sono socio di snc titolare di unafarmacia vinta nel concorso straordinario con altri3 colleghi. Ho acquisito però la seconda laurea in nutrizione esono iscritto all'ordine dei biologi. Posso aprire la partita iva e lavorare in modoautonomo come biologo nutrizionista? Ed èpossibile fatturare, ad esempio, anche ad unpoliambulatorio o questo delineerebbe l'ipotesi dirapporto di lavoro?

La posizione di biologo nutrizionista – ove l’attivitàsia esercitata in forma di lavoro autonomo - nonsembra incompatibile con lo status di socio di unasocietà titolare di farmacia, a meno che lo statuto nonpreveda vincoli o divieti specifici per i soci.Anche la fatturazione a un poliambulatorio da partedel biologo, per attività di consulenza e/ocollaborazione a favore di tale struttura, parrebbe deltutto ortodossa, restando naturalmente del tuttoestranea a questa vicenda la società come tale.

(stefano lucidi)01/03/2017 - Il ritorno del modello F24“cartaceo” –QUESITOHo sentito che è nuovamente possibile presentare ilmodello F24 per il pagamento di imposte econtributi anche in banca. È vero?

Il D.L. fiscale di fine anno (D.L. 193/2016convertito in L. 225/2016) a decorrere dal 3dicembre 2016 ha re-introdotto la possibilità per lepersone fisiche non titolari di partita Iva dipresentare agli sportelli di banche e/o Poste imodelli F24 con saldo finale a debito senza alcunacompensazione in formato cartaceo per i lpagamento di importi superiori anche a 1.000 euro,mentre oltre questa soglia era prima obbligatorioutilizzare il canale telematico. Questa, però, è l’unica concessione resa a favore dicoloro che ancora stentano ad usare Internet, datoche per il resto restano valide le precedenti regoleper le quali: a) i servizi di pagamento telematicocostituiscono l’unica via possibile se gli F24, siapure con saldo finale a debito, contengano una

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qualsiasi compensazione con altri importi a credito;b) gli F24 che, per effetto di compensazioni dicrediti tributari e/o contributivi, presentano unsaldo finale uguale a zero non solo devonoviaggiare in rete ma per di più soltanto sui canalitelematici dell’Agenzia delle Entrate (Fisconline,Desktop telematico), direttamente o tramiteintermediario; c) ai titolari di partita iva, poi,continua a essere precluso in ogni caso l’F24cartaceo e – qualora l’F24 per effetto dicompensazioni di crediti tributari e/o contributivipresenti un saldo finale uguale a zero – anche loro(e, quindi, la regola vale per tutti) sono obbligati autilizzare esclusivamente i detti canali telematici, eanche qui direttamente o mediante intermediario.

(stefano civitareale)02/03/2017 - Se il giudice “sottrae” la sedeall’assegnatario (il Tar ribadisce la sospensionedel secondo interpello pugliese)Dopo la sospensione disposta provvisoriamente daldecreto monocratico del Tar n. 61 dell’1/2/2017[sul quale v. Sediva News del 20/2/2017] c’è oraquella definitiva sancita in sede collegiale conordinanza n. 93 del 23/2/2017: la sorte del secondointerpello pugliese dovrebbe dunque essere prestodecisa - sempre nella fase cautelare - dal Consigliodi Stato cui la Regione verosimilmente proporràappello contro l’ordinanza.Come si ricorderà, i co-assegnatari collocati al 149°posto della graduatoria – avendo accettato la sedesub judice di Muro Leccese, sulla legittimità dellacui istituzione i giudici baresi stanno decidendo conuna sentenza di prossima pubblicazione (chepotrebbe però essere anch’essa impugnata al CdS) -hanno inteso cautelarsi per il caso in cui la sedevenga annullata, chiedendo appunto la sospensionedel secondo interpello in cui sono in gioco le 85sedi pugliesi non assegnate a seguito del primo, inmodo da potervi rientrare in caso di accoglimentodel loro ricorso.Soprattutto l’imminenza della decisione di primogrado su Muro Leccese può aver suggerito al Tar disospendere le assegnazioni delle residue 85 sedi edè possibile che anche il CdS decida allo stessomodo, ma il nodo da sciogliere, come sappiamo, èil seguente: quando una sede già assegnata - e nonimporta se dichiarata o non dichiarata dalprovvedimento regionale come sub judice, perchénon pare che questo sia un aspetto decisivo – vengameno sul piano giuridico per effetto di unprovvedimento definitivo del giudice che ne annullil’istituzione, i suoi assegnatari:a) devono essere definitivamente estromessi dallaprocedura?

b) oppure hanno titolo per esservi reimmessipartecipando all’interpello subito successivo alladecisione di annullamento della sede?c) o addirittura a quello subito successivoall’interpello al cui esito sono risultati assegnatari,che per questo dovrebbe quindi essere sospeso finoalla definizione del giudizio sulla legittimitàdell’istituzione della sede?La risposta sub c) è naturalmente quella che dannogli assegnatari della sede di Muro Leccese, chehanno infatti invocato la sospensione del secondointerpello perché è in questo che vorrebbero essereinseriti per non dover attendere il terzo, quarto, ecc.interpello, con le conseguenze pregiudizievoli chenei fatti per loro ne deriverebbero.I giudici pugliesi – non ritenendo evidentemente dipoter escludere che la risposta possa invece esserequella sub a) – rilevano tuttavia che “la rigidaapplicazione dell’art. 9 del D.P.C.M. n. 298 del 19maggio 1994 alla fattispecie in esame sembrapresentare profili di opinabilità e che pertanto laquestione sottesa al presente ricorso necessiti diapprofondimenti in sede di merito”.Ora, tale art. 9 recita al primo comma: “I candidatiche risultano vincitori del concorso indicano,secondo l'ordine di graduatoria, la sedefarmaceutica prescelta ai fini dell'assegnazione.L'indicazione non può essere modificata”.Questa però è una disposizione che dovrebberitenersi per buona parte caducata [anche se forsenon nel precetto di fondo che qui interessa] qualeeffetto del disposto del comma 1 dell’art. 2 della l.28/10/1999 n. 389, il cui testo è infatti il seguente:“Per l’assegnazione delle farmacie nei concorsi asedi farmaceutiche, anche se banditi anteriormenteall’entrata in vigore della presente legge, icandidati risultati idonei, entro sessanta giorni,sono contemporaneamente interpellati secondol’ordine di graduatoria. L’indicazione espressa daciascun candidato non può essere modificata. Ilcandidato che non indica, entro il quinto giornosuccessivo a quello dell’interpello, la farmaciapresce l ta , è esc luso dal l ’assegnaz ione .L’assegnazione delle sedi avviene secondo l’ordineprevisto dalla graduatoria”.Come vedete, la grande novità stava/stanell’introduzione di interpelli contemporanei eassegnazioni pure contemporanee, gli uni e le altrein tornate successive, ed è il meccanismosostanzialmente fatto proprio anche dal comma 6dell’art. 11 del decreto Cresci Italia e, parola piùparola meno, da tutti i bandi di concorsostraordinario.E’ vero che i dubbi del Tar andrebberocorrettamente riferiti, come si è detto, non all’art. 9

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del D.P.C.M. 298/94 ma al comma 6 dell’art. 11, eperò la domanda resta la stessa: la sottrazione diuna sede all’assegnatario per mano del giudice loesclude irrimediabilmente dal concorso perché“l’indicazione espressa da ciascun candidato nonpuò essere modificata”? O gli deve esserericonosciuto il diritto di esprimere una seconda“indicazione”? Oppure nella risposta a taleinterrogativo bisogna tener conto anche delventaglio di scelte a disposizione dell’assegnatarioal momento della ricezione dell’interpello, nelsenso che egli va reimmesso nella procedurasoltanto nel caso in cui non fosse stato nellecondizioni oggettive di escludere dal suo ordine dipreferenza tutte le sedi sub judice? Per quanto ci riguarda, ribadiamo il convincimentoche la perdita di chances, per chi – costretto o noncostretto dal suo numero di posizione ingraduatoria [è chiaro, ad esempio, che se le sedi aconcorso sono 100 e quelle sub judice sono 10, il100° in graduatoria non può che includerle tutte] –abbia comunque indicato una sede sub judice poiassegnatagli, debba tendenzialmente esserecircoscritta alla tornata in cui egli sia statointerpellato e non invece estesa a tutti gli(eventuali) interpelli successivi e quindi all’interaprocedura.D’altra parte, pur condividendo le peculiari ragionidi opportunità che possono aver indotto il TarPuglia a sospendere il secondo interpello vistal’imminenza della sentenza di merito sulla sortedella sede di Muro Leccese, sembra che non siaquesta la linea guida da seguire, perché vorrebbedire – in contrasto anche con la ratio legislativa cheha ispirato la previsione di 21 concorsi straordinarida espletare in 12 mesi – che il ricorso al Tar di unqualunque assegnatario di sede sub judice possaimpedire l’ordinario e sollecito svolgimento di unaprocedura, nell’attesa magari interminabile che sidefiniscano con provvedimenti giurisdizionaliinoppugnabili i giudizi relativi a tutte le sedi subjudice pertinenti a uno stesso concorso.In definitiva, e senza dilungarci sull’interpretazionedelle norme che dichiarano immodificabili le“indicazioni” espresse dagli interpellati, crediamoche – tra le tre soluzioni contrassegnate sopra cona), b) e c) – sia ragionevolmente preferibile quellasub b) e che dunque quel nostro assegnatario vadareinterpellato nella tornata immediatamentesuccessiva alla decisione [ove esecutiva e/oinoppugnabile] di annullamento dell’istituzionedella sede (già) sub judice.C e r t o , n e l c o n c r e t o – t e n u t o c o n t odell’accelerazione che è stata impressa a parecchiconcorsi, alcuni dei quali sono giunti al terzo o al

quarto interpello ed è stato ora finalmente avviato ilprimo nel concorso lombardo – potrà rivelarsi unareimmissione che giunga molto in là nel temporispetto all’assegnazione della sede sottratta dalgiudice [non va dimenticato per di più chel’efficacia delle graduatorie scade ora per tutti iconcorsi al compimento del sesto anno dalla datadel primo interpello e perciò, ad es. per la Puglia, al13/12/2021] e che finisca quindi per penalizzareol tremodo la posizione e le aspet tat ivedell’assegnatario.Ma del resto - dovendo escludere in radice unaqualunque riedizione integrale o parzialedell’interpello “incriminato” e anche, per quel chesi è appena osservato, uno stop in principio dellatornata immediatamente successiva – prospettivepiù rosee per quello sfortunato (e generalmente deltutto incolpevole) assegnatario non si riescefrancamente a configurarne.Teniamo inoltre sempre presente che l’unicorimedio a questo scenario [comune nella realtà atutti i concorsi salvo quello toscano] è/sarebbe statopeggiore del male visto che, se in Toscana gliinterpellati nelle varie tornate non hanno mai corsoi l r i s c h i o d i i nc a p p a re ne l l a s c e l t a enell’assegnazione di una sede sub judice poieliminata appunto dal… giudice, è/é stato perchésin dall’avvio del primo interpello la Regione hascelto illegittimamente di conservare conaccuratezza tutte le sedi sub judice nel cassetto conla riserva di inserirle negli interpelli volta a voltasuccessivi via via che fossero liberate dalle magliedei giudizi.Ne sono quindi derivate perdite di chances per ivincitori in Toscana ben più tangibili di quelleipotetiche cui sono esposti gli assegnatari di sedisub judice negli altri concorsi.Prima di concludere, va segnalato che il Tar Pugliachiude la sua ordinanza fissando la discussione delricorso nel merito all’udienza dell’11 maggio 2017,ritenendo – con notazioni pienamente condivisibili- “meritevoli di tutela sia l’interesse deicontrointeressati (n.b.: si tratta di alcuni degliinterpellati nella seconda tornata) ad ottenerel’assegnazione di una sede in tempi rapidi e congaranzia di stabilità, sia l’interesse pubblico acompletare l’ampliamento della rete farmaceuticae che tali interessi possano essere adeguatamentetutelati mediante la celere fissazione delladiscussione del merito del gravame”.È però un tema di interesse generale sul quale, perla sua attualità destinata a lievitare sensibilmente,avremo certamente modo di tornare.

(gustavo bacigalupo)

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03/03/2017 - Acquisto robot e dichiarazionesostitutiva di atto di notorieta’Nella Legge di Bilancio del 2017, come abbiamoricordato più volte, l’iper-ammortamento del 250%del costo sostenuto si applica anche per l’acquistodel robot perché assimilabile alla tecnologiadigitale delle imprese 4.0.Per ottenere l’agevolazione però è necessarioredigere una dichiarazione sostitutiva di atto dinotorietà attestante sia che il bene possiedecaratteristiche tecniche che possono farlo rientraretra quel l i agevolabi l i , e s ia l ’avvenutainterconnessione con il sistema aziendale digestione.Con l’ausilio di una primaria azienda fornitrice dirobot abbiamo predisposto – per esaudire larichiesta di molti di Voi – un testo praticabile dellaprescritta dichiarazione sostitutiva di atto dinotorietà, applicabile però soltanto per acquisti finoa € 500.000 [ove l’importo sia superiore è invecenecessaria una vera e propria perizia tecnica]realizzati entro il 31/12/2017, oppure entro il30/6/2018 quando al fornitore sia stato versatoentro il 31/12/2017 un acconto non inferiore al 20%del costo complessivo dell’investimento.Il testo della dichiarazione sostitutiva va comunqueopportunamente confrontato con il fornitore delprodotto, e poi timbrata e firmata.Il super ammortamento del 250% si applica ancheper gli acquisti in leasing.

(franco lucidi)03/03/2017 - Investimenti in macchinari eattrezzature nuove nel sud ItaliaA partire dal 1° gennaio 2016 e fino al 28 febbraio2017 le farmacie ubicate nel Meridione che hannoinvestito, anche ricorrendo ad un leasing, inmacchinari e attrezzature nuove (quali robot,computer, attrezzature per laboratorio, ecc.) hannoavuto diritto a un bonus del 20% – introdottodall’art. 1, comma da 98 a 108 della L. 208/2015 -calcolato sul costo di acquisto al netto degliammortamenti fiscali relativi ai beni appartenentialla stessa categoria riferiti allo stesso anno diacquisto. Così, ad esempio, per un investimento di 50.000euro, se le quote di ammortamento rilevabili dalregistro cespiti ammortizzabili fossero state pariproprio a complessivi euro 50.000, il bonus sarebberisultato uguale a zero.Ora però, con la conversione in legge del D.L.243/2016 (c.d. “decreto Mezzogiorno” convertitocon modificazioni in legge 18/2017) in vigore dal1° marzo 2017, non soltanto il bonus per le piccoleimprese – quelle che occupano meno di 50dipendenti, con un fatturato ovvero un attivo di

bilancio non superiore a 10 milioni: praticamentetutte le farmacie - è salito al 45%, ma soprattutto ilcosto d’acquisto non deve più essere abbattutodell’ammontare degli ammortamenti dei beniappartenenti alla medesima categoria e per di più èanche venuta meno l’incompatibilità con gli altria i u t i “de minimis” eventualmente fruit idall’impresa negli ultimi tre anni (resta invececonfermata la “dead line” del 31 dicembre 2019 perl’accesso all’agevolazione).Le zone interessate sono, come sempre, laBasilicata, la Calabria, la Campania, la Puglia, laSicilia, la Sardegna (tutta con le modifiche di cuiparliamo) e alcune zone dell’Abruzzo e del Molise.Il credito di imposta è anche compatibile – loricordiamo ancora una volta - con l’agevolazionede l super e iper-ammortamento, non costituendoqueste due ultime misure “aiuti di stato”, come hariconosciuto la stessa Agenzia delle Entrate (cir.34/E/2016), come anche con la c.d “Sabatini-ter”,che, come abbiamo visto in altre occasioni,consente il rimborso degli interessi passivi applicatidalle banche sui finanziamenti erogati perl’acquisto di beni strumentali nuovi, per l’importocorrispondente al tasso del 2,75% (elevato al 3,75%per gli investimenti in tecnologie digitali) su unfinanziamento della durata di cinque anni.Il “rovescio della medaglia” è rappresentatotuttavia dall’obbligo di inserire tra i ricavidell’impresa l’ammontare del credito d’imposta(45% del costo sostenuto per l’investimento) piùl’eventuale importo corrispondente al beneficiodella “Sabatini-ter”, cosicché l’ammontarecomplessivo del bonus dovrà essere assoggettato atassazione.Su questi e su altri aspetti dell’agevolazione – e inparticolare sui tanti “cavilli” che ne possonocomportare il disconoscimento e/o la revoca -torneremo in futuro, in attesa che l’Agenzia delleEntrate adegui alle novità le istruzioni a suo tempodiramate.

(franco lucidi)06/03/2017 - L’ammortamento del distributoreautomatico – QUESITOCome altri miei colleghi vorrei installare undistributore automatico all’esterno della farmacia.Come si regola l’acquisto sul piano fiscale? Costituendo anche il distributore automatico uncespite ammortizzabile, che figura quindi tra le“attrezzature” della farmacia, il beneficio ordinarioè naturalmente rappresentato soprattutto dal suoammortamento fiscale, che viene operato in ragionedi un’aliquota annua massima del 15%, ridotta allametà nel primo esercizio.

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Il recupero del costo avviene, quindi, conl’ammortamento calcolato all’aliquota massima econsiderando la riduzione alla metà della stessa peril primo anno, in un arco temporale di 8 anni. Tuttavia anche per questo investimento si applica –e fino al 31/12/2017 grazie alla proroga dispostadall’ultima Legge di bilancio – la maggiorazionedel 40% del costo di acquisizione ai fini del calcolodelle quote di ammortamento fiscalmentededucibili (c.d. “super-ammortamento”), introdotta,come si ricorderà, dalla Legge di Stabilità 2016.

(roberto santori)06/06/2017 - La compensazione del credito iva –QUESITOLa dichiarazione iva della farmacia per l’anno2016 è stata appena inviata ma si è chiusa con unforte credito e vorrei quindi conoscere anchesinteticamente i modi di utilizzo.

Il credito iva può essere in primo luogo riportato“a nuovo” e quindi utilizzato nelle liquidazioniperiodiche (mensili o trimestrali) dell’annualitàsuccessiva, e cioè nel corso del 2017 (c.d.“compensazione interna”) e questo, francamente,sembra l’impiego migliore per un’attività che,come quella della farmacia, presenta per questotributo, come del resto ben sapete, una posizione“strutturalmente” a debito, con la conseguentenecessità di dover prima o poi (generalmente piùprima che poi…) effettuare un versamentod’imposta.Qualora si decida, invece, di spendere il credito percompensare il versamento di altre imposte e/ocontributi (c.d. “compensazione esterna”), bisognatenere presente che:- per importi fino a 5.000 euro, il credito èliberamente compensabile; - per importi dai 5.001 a 15.000 euro, lacompensazione può essere validamente operatasoltanto a partire dal giorno 16 del mese successivoa quello di presentazione della dichiarazione(quest’anno, perciò, dal 16 marzo 2017 dato che ladichiarazione è stata trasmessa entro il 28 febbraio)e solo presentando il relativo modello f24 per iltramite dei servizi telematici dell’agenzia delleentrate;- per importi oltre i 15.000 euro, infine, oltre allecondizioni da ultimo indicate, è necessario ancheapporre alla dichiarazione iva il visto di conformità.

(stefano civitareale)07/03/2017 - La “morte” – più che altro“presunta” - dell’anatocismo bancarioDopo una lunga battaglia, a partire dall’ottobrescorso sono finalmente mutate le regole in materiadi anatocismo bancario che in termini generali è il

meccanismo per il quale gli interessi - cheperiodicamente maturano su una somma di denaro -al momento della loro liquidazione vengonoaddizionati alla sorte capitale, producendo a lorovolta interessi. Le norme di riferimento sono rappresentatedall’art.120, comma 2, del TU.bancario (comesostituito dall’art. 17-bis, comma 1, del D.L.18/016 convertito dalla L. n. 49/2016) e dal decretoattuativo del MEF n. 343 del 3/8/2016. Dunque, in futuro gli interessi debitori maturatisulle esposizioni bancarie non produrranno piùulteriori interessi: ma tale affermazione, per quelche diremo tra poco, rischia di esaurirsi in una purapetizione di principio.Le nuove regole, infatti, dopo aver stabilito che:a) gli interessi debitori e creditori devono essereconteggiati con la stessa periodicità - comunquenon inferiore a un anno e in ogni caso al terminedel rapporto - per cui sono dovuti, e che b) g l i interessi debitori maturati non potrannoprodurre ulteriori interessi tranne quelli di mora;dispongono che c) gli interessi debitori conteggiati il 31 dicembredi ogni anno non saranno automaticamentesommati alla sorte capitale, ma verranno indicatiseparatamente nell’estratto conto e d) saranno esigibili a partire dal 1° marzo dell’annosuccessivo a quello di maturazione (fatto salvo unperiodo di almeno trenta giorni decorrente dalricevimento delle relative comunicazioni).Quindi, per evitare l’addebito di ulteriori interessid i mora – dovuti per un eventuale tardivopagamento degli stessi interessi debitori - al 1°marzo di ogni anno il correntista dovrebbe recarsiallo sportello della sua banca per saldare l’importodegli interessi debitori comunicati dall’istitutonell’e/c di fine anno evitando il “transito” sul c/cche continuerà così a regolare i rapporti banca-correntista soltanto in linea capitale. In alternativa, il correntista potrà autorizzare labanca ad addebitare gli interessi passivi sul c/c. In tal modo, però, questi si sommeranno alla sortecapitale e dunque - se il c/c è “in rosso” -sostanzialmente verrà ripristinato l’anatocismotanto faticosamente eliminato (con la ben modestaconsolazione che l’autorizzazione può essererevocata).Inoltre, per effetto del principio enunciato nell’art.1853 c.c, la banca potrà sempre compensare gliinteressi debitori con eventuali disponibilitàpresenti nel c/c interessato o in altri c/c attividetenuti presso lo stesso istituto, e questo anchesenza l’accordo con il cliente; tuttavia, laddovel’ammontare degli interessi debitori risulti

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maggiore delle disponibilità attive del correntista,l’utilizzo di queste ultime da parte della bancapotrebbe provocare l’azzeramento del c/c anche se ,in mancanza dell’autorizzazione del cliente, il c/cnon potrà mai andare “in rosso”.In definitiva, dato che indubitabilmente la modalitàoperativa più agile, e pertanto quella chepresumibilmente verrà scelta dalla maggior parte dinoi, si risolverà nell’autorizzazione all’addebitodegli interessi passivi sul c/c, si può forseragionevolmente concludere che la tanto ventilata“morte” dell’anatocismo bancario si rivelerà opotrà rivelarsi nei fatti, più che altro, una “morte…presunta”.

(roberto santori)07/03/2017 - Varie su SkynetL’utilizzo di Skynet in farmacia da più postazioni D - Ho bisogno di un chiarimento sull’utilizzo delVs. portale Skynet: i miei dipendenti non riesconoad accedere ad alcuni documenti contabili, tra cuigli estratti conto e gli incassi giornalieri. Poteteaiutarci a risolvere questo problema pratico?R – Estendere l’utilizzo di Skynet a tutti o alcunidei dipendenti o collaboratori della farmacia èsemplice: a richiesta naturalmente del titolare (perragioni del resto intuibili), si possono infattistrutturare anche livelli intermedi, creando insostanza dei “sottoutenti” [il magazziniere, ildipendente amministrativo, lo stesso collaboratorefarmacista, ecc.] che avranno pertanto accessi allanostra piattaforma, peraltro circoscritti – se iltitolare lo ritiene opportuno – in corrispondenzadelle attività cui sono stati o saranno preposti.Chi ha dunque interesse può farne richiesta alnostro Ced.Il triangolo rosso relativo a una DCRD - Nella sezione “Prima Nota-Corrispettivi”, mi èapparso un triangolo rosso relativo ad una DCR;da cosa dipende?R - L'alert è apparso perché non ha indicato mesead anno relativi alla DCR.Per risolvere lo stallo deve inserire la voce o le vocimancanti.Anche qui il nostro CED potrà risolverLe ulteriorieventuali dubbi.

(matteo lucidi)08/03/2017 - Se il pos non “quadra” con loscontrino – QUESITOMi pare ne abbiate parlato recentemente: il mioproblema è che talvolta per alcuni incassil’importo dello scontrino non coincide con quellodel POS, perché il cliente paga una parte incontanti. E’ corretto?

Non è una vicenda di per sé illecita ma si prestapiuttosto frequentemente – almeno a giudicareproprio dal numero dei nostri interventisull’argomento – ad alimentare qualche sospetto dievasione. Quando, infatti, lo scontrino certifica un importoinferiore a quello indicato nella ricevuta rilasciata aseguito dell’operazione di pagamento elettronico,questa non corrispondenza può essere interpretatac o m e presunzione di parziale mancatacertificazione dei corrispettivi (incassi “in nero”,in pratica).Senonché, in primo luogo, nessuna norma prescriveche in caso di utilizzo della moneta elettronica ilpagamento debba necessariamente riguardarel’intero corrispettivo certificato, essendo possibileevidentemente che, a fronte dell’emissione di unsolo scontrino, il pagamento sia effettuato parte incontanti e parte tramite POS, o che, viceversa, ununico pagamento tramite POS sia certificato da piùscontrini.Inoltre, venendo al punto, come del restorecentemente sta r iconoscendo anche lagiurisprudenza, la non perfetta coincidenza dei duedocumenti – checché ne possa pensare il Fisco –non può valere d i p e r s é a costituire unapresunzione di evasione, se non corroborata daulteriori indizi.È inutile però aggiungere che, finché sullaquestione non si sarà posto un punto fermo(verosimilmente anche qui con l’intervento deigiudici di legittimità), sarebbe opportuno, perquanto possibile, emettere via via gli scontrinifiscali in perfetta corrispondenza con i singolipagamenti effettuati con carta bancomat.Un suggerimento persino banale ma almeno datener presente.

(stefano civitareale)08/03/2017 - L’IRI e la contabilità semplificata -QUESITOSono titolare individuale di una farmacia incontabilità semplificata e sono molto interessatoalla nuova IRI ma come avete scritto anche voi i“semplificati” non possono accedervi. se è così,come posso ovviare? E’ un tema che abbiamo affrontato più volterecentemente e anche in termini approfonditiperché naturalmente molto attuale.E’ vero dunque che la tenuta della contabilitàordinaria costituisce la condizione fondamentaleper accedere al nuovo regime agevolato, e questoper la semplice ragione che, ai fini del suofunzionamento, è necessario rilevare contabilmente

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i prelevamenti di utili e/o riserve di utili effettuatidall’impresa. Tuttavia, i “semplificati” potranno sempre scegliere– anche soltanto al fine di aderire alla nuova “flattax” sul reddito di impresa - per la contabilitàordinaria già a partire da quest’anno (il 2017 èinfatti l’anno di partenza dell’IRI) istituendo inecessari registri, ma comunicando all’Agenziadelle Entrate la doppia scelta, cioè l’opzione per lacontabilità ordinaria (nel Modello IVA/2018 –quadro VO) e quella per l’IRI (nel ModelloRedditi/2018).

(franco lucidi)09/03/2017 - Scontrino “a credito” e DCR –QUESITOHo aperto da un mese la farmacia vinta a concorsoe ho un problema su cui sento pareri diversi ancheda parte dei miei colleghi più “anziani”, e ladomanda è: è necessario emettere lo scontrino c.d.“non fiscale” all'atto della consegna mensile dellericette?

Sul tema – è inutile dire – siamo intervenutiparecchie volte ma lo facciamo ancora e lo faremoanche in futuro sia per la sua importanza che per lapersistente divergenza di opinioni che tuttora sirilevano qua e là.Dunque, quello di emettere lo scontrino fiscale almomento della presentazione della distintacontabile riepilogativa (DCR) con la dizione“corrispettivo non pagato” è un adempimentointrodotto dalla circolare ministeriale n. 74/343246del 6/07/1983 ed è tuttora in vigore, purrisolvendosi in realtà in un “pro-forma” essendo lasua finalità soltanto quella di memorizzare nelmisuratore fiscale gli importi delle distinte contabiliemesse; conseguentemente non vi è alcun obbligodi conservazione dello scontrino stesso. Ben altra importanza ha invece come d’altra parte èintuibile, l’obbligo di emissione - all’atto delpagamento da parte della ASL - dello scontrino“definitivo” per l’importo riscosso, che completa aifini dell’iva il ciclo finanziario delle forniture alSSN.Con questo duplice adempimento la farmacia puòdel resto beneficiare dell’esigibilità differitadell’iva “contenuta” nella DCR e rinviare quindi ilversamento dell’imposta al momento dell’incassodel corrispettivo (anche se Lei è un “fresco” titolarecrediamo abbia ben compreso questo concetto…).E’ bene comunque anche ricordare che il momentoimpositivo ai fini iva - e quindi quellodell’emissione dello scontrino “definitivo” - non èrappresentato dagli eventuali accrediti di sommericevute da istituti bancari o finanziari (quali, ad

ese mpio , Credifarma, Interfarma, ecc . ) pe rl’anticipo delle “distinte”, ma soltanto dallesuccessive ed effettive liquidazioni da partedell’ente erogatore.Cogliamo l’occasione per chiarire ancora chel’importo da battere sugli scontrini è il valoreesposto nella “distinta” nel campo “TOTALE”(quindi al lordo delle trattenute Enpaf, sindacali econvenzionali) e non quanto indicato nel campo“importo da liquidare” (che rappresenta lasomma di quel che verrà nel concreto percepito):tali trattenute costituiscono, infatti, un costo dacontabilizzare nel conto economico, anche se, peresigenze di semplificazione, vengono riscosse inoccasione della liquidazione della “distinta”senza per questo, però, ridurre né l’imponibile,né l’iva.Tuttavia, per praticità è consigliabile “rinunciare”al meccanismo dell’esigibilità differita – conriguardo naturalmente al solo importo delletrattenute - con il conseguente versamento (anche)dell’iva contenuta in questo modesto ammontareprescindendo dall’effettivo incasso, e dunque, insostanza, battere gli scontrini (quello “da liquidare”prima, e quello “definitivo” poi) per il soloammontare indicato nel campo “importo daliquidare” c o r r i s p o n d e n t e a l l a s o m m aeffettivamente percepita.

(stefano civitareale)10/03/2017 - Luci sul concorso laziale, ombresulla titolarità agli assegnatari delle sedi romaneIl titolo sembrerà magari un po’ criptico ma lo saràforse meno tra poco.Delle luci sul concorso straordinario laziale èpresto detto: sono state depositate ieri, 9 marzo2017, n. 8 decisioni del Tar Lazio che, in attesadella pubblicazione delle molte altre in arrivo,sgombrano almeno per ora il terreno da alcune nubiche gravano sul concorso, come subito vediamorapidamente nel dettaglio.Con la sentenza n. 3264 viene dichiaratoirricevibile e in parte inammissibile il ricorsocontro l’istituzione – in fase di revisionestraordinaria – della sede n. 830 di Roma, perchéproposto unitamente all’impugnativa contro ilbando di concorso, quindi tardivamente dato chequalsiasi provvedimento di revisione della p.o.(straordinaria o ordinaria che sia) è ed è semprestato – salvi i casi di mera conferma del precedente– produttivo immediatamente degli eventuali effettilesivi derivanti dall’istituzione e/o dallalocalizzazione e/o dalla modifica di sedifarmaceutiche. Quindi il gravame, pur evidentemente circoscrittoall’istituzione/collocazione della sede contestata,

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doveva qui essere proposto tempestivamente controla delibera di Giunta del 2012 di approvazione dellarevisione straordinaria. Con la sentenza n. 3268 è stata invece respintal’impugnativa contro l’istituzione - disposta nel2011 dalla Regione (che allora era infattil’amministrazione competente) – di una secondasede in soprannumero, ai sensi dell’art. 104TU.San., nel comune di Borgorose (RI): il Tar haritenuto non irragionevoli né irrazionali i motiviaddotti a sostegno del ricorso al criteriotopografico. Su questa sede però pendono altriricorsi il cui esito non è ancora noto.La sentenza n. 3267 dichiara poi inammissibile ilricorso contro il provvedimento istitutivo delle duenuove sedi nel comune di Frosinone perchéproposto soltanto nei confronti di una delibera diGiunta ritenuta dal Tar “preparatoria” di quella, dipoco successiva, con cui la Giunta ha poidefinitivamente disposto l’istituzione delle duesedi. È una pronuncia che suscita forse qualcheperplessità, ma almeno per il momento – fermal’alea del possibile giudizio di appello – queste duesedi restano nel concorso, sia pur sempre subjudice.Le altre cinque decisioni hanno infine riguardatopropriamente la graduatoria, ma nessuna di esse lamette per ora in pericolo.In particolare, infatti, mentre quella n. 3286dichiara estinto il giudizio per rinuncia delricorrente, le sentenze n. 3272 e 3262 e in parteanche la n. 3265 rigettano il ricorso conformandosidichiaratamente alla giurisprudenza ormaiconsolidata del Consiglio di Stato sulla legittimitàdella mancata valutazione del titolo della “idoneitàa precedente concorso” in caso di omessaindicazione dell’ente territoriale presso il quale èstata conseguita, tenuto anche conto, precisa il Tar,che si tratta di un elemento essenziale essendovalutabili le sole idoneità conseguite in concorsiper sedi farmaceutiche.Per di più, aggiungiamo noi, nell’approvazione deicriteri di valutazione generali la commissionelaziale ha/aveva espressamente subordinato lavalutabilità di questo titolo alla condizione chesiano/fossero “indicati in modo chiaro i riferimentinormativi e la Regione di conseguimento”.Da ultimo, la sentenza n. 3261 e anche quella n.3265 hanno dichiarato l’improcedibilità dei ricorsiper la mancata impugnativa dei due provvedimentiregionali di rettifica della graduatoria originaria: insostanza, gli interessati – dopo aver proposto ilricorso contro la determina n. 90 dell’11/11/2014 –hanno omesso di estendere il giudizio alle due

successive determine, peraltro di mera rettifica (equesto può lasciare in piedi qualche dubbio sulladecisione del Tar), del 28/10/2015 e del02/12/2015, con la conseguente pronuncia diimprocedibilità.In conclusione, attendendo le numerose altrepronunce del Tar Lazio sulla graduatoria (e sualtro) che stanno per essere rese note o su ricorsinon ancora discussi, e l’esito di alcuni ricorsistraordinari al Capo dello Stato come pure degliappelli eventualmente proposti al CdS, la proceduralaziale riceve almeno una boccata di ossigeno e vadato atto ai giudici romani della straordinaria lorosollecitudine (appena 8 giorni, pur con qualcheimmancabile “copia e incolla”) nel depositarequeste sentenze, diversamente dal Consiglio diStato che, carico di lavoro che sia, dopo quasi tremesi dall’udienza di discussione non ha ancorapubblicato la decisione sulle 7 sedi di Latina.

***L e ombre citate nel titolo discendono invece dalprimo provvedimento del Comune di Roma diautorizzazione all’esercizio di una farmaciaassegnata all’esito del concorso straordinario, che èstato infatti rilasciato a nome e a favore dellepersone fisiche dei tre co-vincitori, dunque – tantoper evocare un vocabolario ormai ben noto – inregime di contitolarità o pro quota o pro indivisotra loro, con l’affidamento della mera gestionedell’esercizio alla società di persone tra gli stessicostituita.Quel che questo comporta – in termini di gravipregiudizi – per i “co-titolari” (come li definisce ilprovvedimento comunale) è stato oggetto di ampiae ripetuta analisi da parte nostra e non è quindinecessario riparlarne.Qui ci limitiamo a sottolineare un aspetto curioso –per usare un eufemismo– che si rileva dalla“autocertificazione d’incompatibilità” che i tre“co-titolari” sono chiamati a sottoscrivere, e nellaquale si chiede loro di dichiarare semplicemente“di non trovarsi nelle condizioni di incompatibilitàpreviste nell’art. 13 della l. 2 aprile 1968 n. 475 esuccessive modificazioni”.Il che sta a significare che da ciascun “co-titolare”– data la sua inequivoca perfetta equiparazione a untitolare in forma individuale – si pretende null’altroche non essere dipendente pubblico e/opropagandista di prodotti medicinali e che dunquela fitta griglia delle incompatibilità previste a caricodei soci sub a), b) e c) del comma 1 dell’art. 8 dellal. 362/91 non lo riguarda.Poche idee ma confuse, insomma, come certificaanche il silenzio assordante sulle ragioni chespiegherebbero l’adozione di un provvedimento del

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genere, come si trattasse di una misuragiuridicamente scontata.Certo, Roma Capitale ha voluto soltanto attenersialle “istruzioni” della Regione Lazio che a propriavolta si era appiattita sulle tesi dell’EmiliaRomagna, omologatasi da par suo al “parere”ministeriale.Questa è però una scelta che non attenua masemmai aggrava – specie se teniamo presente chetra le Regioni e i Comuni, come tra un Comune el ’a l t ro , non c ’è i l minimo rappor to d is o t t o o r d i n a z i o n e – l e r e s p o n s a b i l i t àdell’amministrazione romana, che fortunatamentegli altri comuni laziali non sembrano propensi adassumersi (al pari, almeno sino ad oggi, di tutte lealtre Regioni).Sta di fatto che siamo costretti ad assistere allaformazione di due schiere ben differenti di “titolarida concorso straordinario”: gli uni (emiliani eromani) investiti uti singuli, gli altri (tutti gli altri)uti socii, con tutto quel che di importante consegue– sin da questo momento, s’intente – alla grandediversità tra i due status.Ma cosa accadrà quando il Consiglio di Stato avràdetto la sua?

(gustavo bacigalupo)13/03/2017 - Posti auto per i clienti dellafarmacia – QUESITOLa farmacia è in un centro storico e abbiamograndi difficoltà per il parcheggio dei clientimagari riservato ai casi di urgenza, ma ancheper il carico e scarico delle merci.Ne avete parlato poco tempo fa e vorrei quindichiedere a voi se il comune potrà favorirci.

Soprattutto per le farmacie ubicate, come la Sua,nel centro storico di una città, questo è unproblema sempre più avvertito e quindi ci sembraopportuno riparlarne brevemente.Il Codice della strada (d.lgs. 285/1992) dispone(art. 7) che “nei centri abitati i comuni possono,con ordinanza del sindaco:… e) stabilire areenelle quali è autorizzato il parcheggio deiveicol i ,” nonché… “g) prescrivere orari eriservare spazi per i veicoli utilizzati per ilcarico e lo scarico delle cose.”Il provvedimento comunale dovrebbe peròspecificare anche i motivi della sosta, cioè sequesta sia o meno consentita – sempre, s’intende,nei limiti di tempo fissati - a chiunque abbianecessità di accedere in farmacia per le ragioni piùvarie, quindi tanto per il carico e scarico di merciquanto per l’acquisto di farmaci, urgenti o menourgenti.

Diversamente, bisognerebbe sempre fare i conticon il timore di vedere irrogare contravvenzioniquando il mezzo sia parcheggiato nell’areariservata per motivi diversi da quelli specificatinel provvedimento.Come vede, perciò, una visita negli ufficicomunali è in pratica indispensabile, sia perverificare la fattibilità della cosa sia per acquisireinformazioni su come concretamente attivare larichiesta.

(valerio pulieri)14/03/2017 - Quando il cliente chiede in ritardolo scontrino “parlante” – QUESITOSe il cliente, e purtroppo devo constatare checapita abbastanza spesso, mi chiede lo scontrinoparlante dopo che in farmacia abbiamo già battutoquello ordinario, come si può tentare diaccontentarlo?

Si tratta, è vero, di un dubbio che si riscontrafrequentemente almeno quanto i chiarimenti chepuntualmente rinnoviamo.La farmacia è obbligata al rilascio dello scontrinofiscale c.d. “parlante” solo dietro espressa richiestadel cliente, e questo perché tale documento -identificativo del soggetto sostenitore della spesa -è alternativo alla fattura, la cui emissione però, perle cessioni di beni effettuate dai commercianti alminuto in locali aperti al pubblico (tra i qualiovviamente anche le farmacie) , “ n o n èobbligatoria, se non è richiesta dal cliente nonoltre il momento di effettuazione dell’operazione”(art. 22, comma 1, DPR 633/72).Se, tuttavia, vogliamo per intuibili motivi venireincontro al cliente – è opportuno però che ilpersonale addetto alle vendite consolidi l’abitudinedi ricordare alla clientela l’importanza delloscontrino parlante in occasione di ogni acquisto diprodotti potenzialmente detraibili/deducibili -dovremmo considerare tutta la faccenda comeun’“errata battitura”, e conseguentemente: a)annullare lo scontrino emesso senza l’indicazionedel codice fiscale (non “parlante”); b) emettere insua vece uno scontrino completo di questaindicazione (“parlante”) e, infine: c) annotaremanualmente sullo scontrino ritirato una dicituradel t ipo “annullato per mancanza di codicefiscale”; la stessa annotazione, poi, prudentemente,dovrebbe essere apposta anche sul “giornale difondo” (se questo è ancora cartaceo) una volta che,esauritosi, verrà rimosso dal misuratore fiscale.Naturalmente, se il registratore di cassa ind o t a z i o n e a l l a f a r m a c i a n o n c o n s e n t el’annullamento dell’operazione, dallo scontrino dichiusura giornaliera dovrà essere inevitabilmente

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sottratto l’importo della seconda battitura perevitare che il totale dei corrispettivi della giornatasia superiore all’importo effettivamente incassato;bisognerà infine in ogni caso allegare per evidenzalo scontrino annullato.Ove poi questa procedura appaia troppocomplicata, in alternativa si potrebbe sempreemettere la fattura che, come accennato, avrebbe lastessa valenza dello scontrino parlante ai fini delladocumentazione della spesa.

(roberto santori) 15/03/2017 - Cosa e’ la Sabatini terIl Governo ha deciso di mettere a disposizionedelle piccole e medie imprese, cui appartengonoanche le farmacie, finanziamenti agevolati apartire dal 1 marzo 2017 per l’acquisto di benis t r u m e n t a l i n u o v i , e s c l u s a a n c h e q u il’autovettura.Si tratta di quasi 560 milioni di euro diretti adagevolare le imprese che acquistano benistrumentali nuovi per un valore compreso tra20.000 e 2 milioni di euro.Dal budget totale, una quota pari al 20% èriservata ad un contributo per gli investimentidenominati “Industria 4.0”, tipo il robot.E’ necessario presentare una domanda tramite unadelle banche convenzionate appunto perl’applicazione della Sabatini ter, anche se la granparte degli istituti bancari ha in realtà aderito.Il modulo della domanda (release 4.0), scaricabiledal sito internet www.mise.gov.it, va sottoscrittocon firma digitale e inviato esclusivamente tramitePEC alla banca convenzionata.E così, ad esempio, per l’acquisto del robot - che èun investimento in tecnologie digitali - oltre albeneficio del superammortamento al 250%, c’èdunque anche la possibilità di usufruire di questaimportante agevolazione, che permette, mediante labanca convenzionata, il recupero di parte degliinteressi applicati sul finanziamento stesso per unammontare corrispondente al 3,575%.Per gli investimenti ordinari, invece, il recupero èdel 2,75%.

(franco lucidi)15/03/2017 - Rinvio del termine per la“rottamazione” delle cartelle EquitaliaIl Governo ha prorogato al 21 aprile 2017 iltermine ultimo per la rottamazione delle cartelledell’Equitalia, originariamente previsto per il 31marzo 2017. Le risposte dell’Agenzia saranno emesse dal 15giugno 2017, invece che dal precedente 31 maggio2017.

(Studio Associato)15/03/2017 - Varie su Skynet

Il reinserimento di colonne “scomparse” nellasezione Prima NotaD - Cliccando con il mouse ho per errore rimossoalcune colonne nella sezione Prima Nota delPortale Skynet; che devo fare? R - Il problema è di facile soluzione: le colonne, inrealtà, non le ha eliminate, ma le ha semplicemente“nascoste”.Per “ritrovarle” dovrà effettuare l'accesso nellasezione “Prima Nota” e aprire la voce“Visualizza/Nascondi” che Le consentire di ri-aggiungere le colonne occultate inavvertitamente.La visualizzazione dei PDF inseritiD - Non riesco a scaricare e visualizzare i PDFdelle fatture inserite?R - Per lo più questa eventualità si verifica a causadi un problema derivante dal tipo di browser da Leiselezionato.Infatti, se utilizza come browser “InternetExplorer”, non potrà effettuare le operazioni da Leiindicate in quanto Explorer non è più “supportato”da Microsoft e questo Le può impedire di sfruttareil portale in tutte le sue potenzialità.Come sempre, comunque, potrà contattare il nostroCED all'indirizzo e-mail [email protected].

(matteo lucidi)16/03/2017 - Donare la farmacia (o una quotasociale) al figlio che è in comunione legale con ilconiuge - QUESITOSistemando diversamente gli altri due figli vorreidonare la farmacia, senza passare per una società,direttamente al terzo figlio che è farmacista.L’unica mia preoccupazione deriva dal fatto chelui è in comunione legale con la moglie, che èimpiegata in un ente pubblico.La domanda quindi è questa: a seguito delladonazione a mio figlio la farmacia diventerebbe incomunione con la moglie? E in questo caso quando?Oppure resterebbe sempre diproprietà di miofiglio?

Come in altre circostanze in cui abbiamo affrontatoquestioni riguardanti la comunione legale,riteniamo necessario dar conto almeno delledisposizioni civilistiche di maggior rilievo.In particolare, qui ci interessano gli artt. 177, 178 e179: i primi due dicono quali beni o valori“costituiscono oggetto della comunione”, mentrel’art. 179 indica quelli che invece “noncostituiscono oggetto della comunione e sono benipersonali del coniuge”.Per comodità espositiva partiamo proprio da questiultimi, cioè dai beni o valori che non entrano nella

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comunione legale, e che nel I comma dell’art. 179sono:lett. a): quelli di cui il coniuge era individualmenteproprietario, o titolare di un diritto reale digodimento, “prima del matrimonio”;lett. b): quelli “acquisiti successivamente almatr imonio per e f fe t to d i donaz ione osuccessione”; lett. c): quelli di “uso strettamente personale diciascun coniuge ed i loro accessori”;lett. d): quelli che “servono all’esercizio dellaprofessione del coniuge”, esclusi tuttavia i beni“destinati alla conduzione di un’azienda facenteparte della comunione”;lett. e): quelli “ottenuti a titolo di risarcimento deldanno nonché la pensione attinente alla perditaparziale o totale della capacità lavorativa”;lett. f): quelli infine “acquisiti con il prezzo deltrasferimento dei beni personali sopra elencati ocol loro scambio, purché ciò sia dichiarato all’attodell’acquisto”, nonché (art. 179, II comma) i beniimmobili o mobili c.d. registrati - auto, aerei ebarche “immatricolate” - la cui esclusione dallacomunione “risulti dall’atto di acquisto” e “di essosia stato parte anche l’altro coniuge”.Secondo l’art. 177 entrano invece nella comunioneimmediatamente, cioè al momento stesso della loroacquisizione da parte dell’uno e/o dell’altroconiuge: 1) i beni acquistati dai due coniugi “insieme oseparatamente durante il matrimonio”, salvi quellirelativi ai già ricordati “beni personali”; 2) le “aziende gestite da entrambi i coniugicostituite dopo il matrimonio”: sono le c.d. aziendeconiugali, ma nel Suo caso, non essendo la mogliedi Suo figlio farmacista, un problema di “farmaciaconiugale” – se mai configurabile, del che c’è dadubitare – non potrà verosimilmente neppure porsi;3) “gli utili e gli incrementi” delle aziende, sempre“cogestite“, ma “appartenenti ad uno dei coniugianteriormente al matrimonio” (anche questa ènaturalmente una categoria estranea alla vicenda). Sono inoltre “oggetto” di comunione, ma solo “deresiduo” e perciò - come l’espressione latinaagevolmente lascia intendere – soltanto se e nellamisura in cui nel concreto ancora sussistenti alladata di scioglimento della comunione (essendonequindi sottratti finché questa è in vigore), anche: 4) i “frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi”;5) i “proventi dell’attività separata di ciascuno deiconiugi”. Sua nuora potrà quindi, ad esempio, disporre inpiena autonomia di tutti i “proventi” – in pratica leretribuzioni – derivanti dal suo impiego pubblicofino a quando la comunione legale perdurerà, ma

alla data stessa del suo scioglimento [tra le cuicause, lo ricordiamo ancora una volta, c’è anche laseparazione personale tra i coniugi, cosicché ilregime cessa per effetto stesso della sentenza cheomologa la separazione consensuale o pronunciaquella giudiziale] la comunione si estenderà ipsojure anche agli stipendi ancora da lei non“consumati”, quelli appunto “residui”.E così dicasi, per fare un altro esempio, per icanoni - sempre a quella data “percepiti e nonconsumati” - di una locazione avente ad oggetto unimmobile proprio di uno soltanto dei coniugi.Anche le aziende di proprietà esclusiva di unconiuge possono però ricadere nella comunione“de residuo”, cioè differita, dato che per l’art. 178 “ibeni destinati all’esercizio dell’impresa di uno deiconiugi costituita dopo il matrimonio e gliincrementi dell’impresa costi tuita ancheprecedentemente si considerano oggetto dellacomunione solo se sussistono al momento delloscioglimento di questa”.Ora, a seguito della progettata donazione a Suofiglio la farmacia certamente apparterrebbe soltantoa “uno dei coniugi” che altrettanto certamentel’avrebbe “costituita dopo il matrimonio”;ricorrerebbero pertanto astrattamente i presuppostiper l’applicazione dell’art. 178 appena riportatocon il conseguente insorgere in ordine ad essa dellacommunio de residuo, sia pur, come si è visto,limitatamente ai soli “beni destinati all’eserciziodell’impresa”.Senonché, ed eccoci al punto, la farmacia - primaancora di un’“impresa” rientrante nell’area dioperatività dell’art. 178 – costituirebbe un benecomunque acquisito da Suo figlio “per effetto didonazione” ( o l t r e c h e “successivamente almatrimonio”) e dunque per ciò stesso uno dei “benipersonali” indicati nell’art. 179.C’è stata forse qualche incertezza al riguardo anchein giurisprudenza, ma il vero è che l’art. 179sembra debba prevalere sempre sull’art. 178, equindi – pur t rat tandosi ovviamente diun’”impresa” – una farmacia ricevuta in donazione(o per successione) da uno dei due coniugi nonsoltanto nasce come un bene “personale” (oproprio) di quel coniuge, ma è destinata a restaretale sia durante la comunione legale che anchedopo il suo scioglimento, senza essere insommamai assorbita dalla comunione, né immediata né deresiduo, e perciò con l’ulteriore conseguenza chealla cessazione del regime ne resteranno estraneia n c h e t u t t i i “beni destinati all’eserciziodell’impresa”. A differenza, cioè, di una farmacia individualmenteacquistata o conseguita prima o durante i l

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matrimonio da un coniuge, poniamo, per concorso[alla quale invece l’art. 178 si applica pienamente],quella ricevuta per donazione (o successione) -“successivamente al matrimonio” (art. 179 lett. b)ma anche “prima del matrimonio” (art. 179 lett. a)- resta sempre un “ bene personale ” (o proprio ) delconiuge donatario (o legatario), esattamente comeuna quota di snc o sas ricevuta allo stesso modo.Per tornare al quesito, l’esercizio sarà dunquesempre nella piena disponibilità di Suo figlio, chepotrà gestirlo del tutto insindacabilmente edestinare come meglio vorrà i profitti realizzati,come potrà anche cederlo liberamente a titolooneroso o gratuito a qualsiasi terzo; e questo, siaprima che dopo la cessazione del regime.Certo, è possibile che - al pari di qualsiasi altrobene “personale” di uno dei coniugi - anche ifrutti della farmacia, e forse i suoi proventi (perchéin fondo derivano anch’essi da una sua “attivitàseparata“), ove “non consumati” alla data discioglimento della comunione legale, vi possano aquel momento rientrare de residuo. Preferiamo tuttavia trascurare almeno qui ulterioriapprofondimenti circa la sorte di frutti e/o proventinon consumati, per ribadire invece la conclusionedi queste note che del resto è anche la risposta difondo al quesito: tutti i beni – comprese le farmaciee le quote di società titolari di farmacia – ricevutida chi sia in regime di comunione legale con ilconiuge per donazione o per successione (legato oistituzione di erede), prima o durante ilmatrimonio, non rischiano seriamente nessunassorbimento nella comunione.

(gustavo bacigalupo)17/03/2017 - Preparazioni galeniche - QUESITOVorrei porvi due domande.1- Possiamo allestire preparazioni non ad usodimagrante usando le sostanze del decreto non inassociazione? Tenete presente che sviluppiamo suiPP 60000 euro con circa 3000 preparazioni, tuttenon dimagranti.2- Quali possono essere le sanzioni/rischi?

Le sarà senz’altro noto, in primo luogo, chel’Associazione di categoria è intervenuta prontamentesull’argomento, sollecitando con una nota del 4gennaio scorso il Ministero della Salute a promuovereun incontro di approfondimento delle numeroseproblematiche implicate; come informa la circolare del16 gennaio 2017, l’avvenuto confronto con il Dicasteroha portato all’istituzione di un “tavolo tecnico” con lerappresentanze della professione per rendere il piùrapidamente possibile gli opportuni chiarimenti.Quindi con queste nostre notazioni tentiamo ora dirispondere ai Suoi dubbi, ma è doverosa l’avvertenza

che - data la posta in gioco – anche il nostro parere nonpuò e non deve prescindere dalla conoscenza delleconclusioni che il team di esperti ministerialiraggiungerà, e però intende prescindere, anche percomodità espositiva, dalle recenti pronunce del TarLazio.Ora, tra i tanti aspetti da affrontare vi è naturalmenteanche quello segnalato nel quesito, e cioè se la correttainterpretazione delle disposizioni del recente DecretoMinisteriale del 22 dicembre 2016 – ed in particolare icommi 2 e 3 dell’art. 1 – pongano o meno il divieto diprescrizione e di esecuzione delle preparazionimagistrali esclusivamente per quelle “a scopodimagrante”.Il dubbio sorge dato che - contrariamente al comma 1dello stesso articolo che contiene l’elenco dei principiattivi “incriminati” e nel quale compareespressamente quella locuzione, rendendoinequivocabile che il doppio divieto (di prescrizione edi confezionamento) debba essere circoscrittoesclusivamente ai preparati aventi quella finalità - lastessa locuzione non viene riproposta nei commi 2 e 3i quali, infatti, testualmente prescrivono che “2. E'fatto divieto ai medici di prescrivere e ai farmacisti dieseguire preparazioni magistrali contenenti i principiattivi di cui al comma 1 in combinazione associatatra loro. 3. E' fatto, altresì, divieto ai medici diprescrivere e ai farmacisti di allestire per il medesimopaziente due o più preparazioni magistrali singolecontenenti uno dei principi attivi di cui al comma 1.”Ma è la ratio dell’intero provvedimento – fatta paleseanche dai pareri e dalle note tecniche richiamate inpremessa, ed in particolare dall’ultima citata (notaAIFA prot. n. 127.746 del 19/12/2016) per la quale siritiene opportuna “l’emanazione di un decretoministeriale che vieti la prescrizione e l’allestimentodi preparazioni galeniche contenenti tutti i principiattivi finora noti per essere impiegati a scopodimagrante [la sottolineatura è nostra – n.d.r.] – cheinduce a ritenere che l’oggetto dei divieti siachiaramente lo “scopo dimagrante” delle sostanzeinteressate e che, dunque, anche le successiveinibitorie declinate nei commi 2 e 3 non operino ovenella singola fattispecie venga meno quello scopo.Una conclusione, questa, che ci pare d’altra partesorretta anche da ragioni di ordine sistematico,anche tenendo semplicemente conto che quelledisposizioni appaiono una specificazione – o, se sipreferisce, un’articolazione - della disposizione delcomma 1.Considerazioni analoghe possono farsi anche per ladisposizione di cui all’art. 2:“Fatti salvi i divieti e lelimitazioni vigenti alla data di entrata in vigore delpresente decreto, a scopo cautelativo è fatto divieto aimedici di prescrivere e ai farmacisti di eseguire

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preparazioni magistrali contenenti principi attivifinora noti per essere impiegati nelle preparazionigaleniche a scopo dimagrante [la sottolineatura ènostra – n.d.r.], per i quali non esistono studi e lavoriapparsi su pubblicazioni scientifiche accreditate incampo internazionale che ne dimostrino la sicurezzain associazione”, nella quale, peraltro, torna in tutta lasua univocità la locuzione improvvidamentetralasciata nei commi 2 e 3 del precedente articolo.È quindi forse possibile concludere che laprescrizione e/o l’esecuzione di preparazionimagistrali contenenti quei principi attivi anche “incombinazione associata tra loro” e anche “per due opiù preparazioni magistrali singole per il medesimopaziente contenenti uno di quei principi attivi” sianolecite, laddove esse non siano prescritte e/oconfezionate “a scopo dimagrante”, evidentemente nelrispetto delle disposizioni di cui all’art. 5, comma 2,del D.L. 23/1998 convertito in L. 94/1998 che ilfarmacista interessato dovrà scrupolosamenteosservare, e secondo le quali appunto “È consentita laprescrizione di preparazioni magistrali a base diprincìpi attivi già contenuti in specialità medicinali lacui autorizzazione all'immissione in commercio siastata revocata o non confermata per motivi nonattinenti ai rischi di impiego del principio attivo [lasottolineatura è nostra – n.d.r.].”, purché il medico, aisensi del comma 3, ottenga il consenso del paziente especifichi nella ricetta le esigenze particolari chegiustificano il ricorso alla prescrizione estemporanea.Inoltre, sempre nella ricetta il medico dovràtrascrivere, senza riportare le generalità del paziente,un riferimento numerico o alfanumerico dicollegamento a dati d'archivio in proprio possesso chepermetta, in caso di richiesta da parte dell'autoritàsanitaria, di risalire all'identità del paziente trattato.Infine- come prescrive il comma 4 - quelle stessericette, in originale o in copia, sono trasmessemensilmente dal farmacista all'azienda unità sanitarialocale o all'azienda ospedaliera, che le inoltrano alMinistero della sanità per le opportune verifiche.Quanto all’ultimo dubbio espresso nel quesito, ci pareche per il farmacista che contravvenga al divieto postodal decreto ministeriale sia applicabile l’art. 147,comma 3, del D.lgs. 219/2006 secondo cui “Ilfarmacista che ha messo in vendita o che detiene pervendere medicinali per i quali l'autorizzazione di cuiall'articolo 6 non è stata rilasciata o confermataovvero è stata sospesa o revocata, o medicinali di cuiè stata comunque vietata la vendita, in quanto aventiuna composizione dichiarata diversa da quellaautorizzata, è punito con l'ammenda da ottocento euroa duemilaquattrocento euro e con la sospensionedall'esercizio professionale fino ad un mese. In casodi recidiva specifica, la pena è dell'arresto da due a

otto mesi, dell'ammenda da milleseicento euro aquattromila euro e della sospensione dall'esercizioprofessionale per un periodo da due a sei mesi. Lepene sono ridotte della metà quando la difformitàdella composizione dichiarata rispetto a quellaautorizzata riguarda esclusivamente gli eccipienti enon ha rilevanza tossicologica”.Fatte salve, s’intende, le ulteriori responsabilità sottoil profilo sia civilistico che penale per gli eventualidanni arrecati alla salute dei pazienti.

(stefano civitareale)17/03/2017 - Adeguamento Istat per febbraio2017È stato pubblicato nella G.U. l’indice diaggiornamento Istat relativo a febbraio 2017.La variazione rispetto al mese precedente è ora pariallo 0,4%.Sono ulteriormente saliti anche l’indice annuale eq u e l l o biennale, rispettivamente all’1,5% eall’1,3%.I canoni di locazione variano quindi in ragioneannuale dello 1,125% (il 75% di 1,5) e in ragionebiennale dello 0,975% (il 75% di 1,3).

(Studio Associato)20/03/2017 - Il super-ammortamento anche per ibeni in leasing – QUESITOE’ confermato, come avete scritto, che il super-ammortamento del 140% riguarda anche gliacquisti in leasing?

L’agevolazione - di cui abbiamo parlatodiffusamente e più volte – è stata introdotta dallaLegge di Stabilità 2016 con il termine del 31dicembre 2016 e prorogata dalla Legge di Bilancio2017 al 31 dicembre del corrente anno (e adeterminate condizioni fino al 30/06/2018), eriguarda in realtà anche gli investimenti realizzatiricorrendo alla formula della locazione finanziaria,come ha riconosciuto anche l’Agenzia delle Entrate(Cir.26/E/2016). Anzi, con il leasing il vantaggio fiscale godrebbe,come dire, di una “accelerazione temporale” datoche, ai sensi dell’art. 102, comma 7, del TUIR,l’ammortamento fiscale dei canoni di locazionefinanziaria può svilupparsi in un periodo pari allametà di quello in cui opera l’ammortamento deglistessi beni acquisiti in proprietà. Tuttavia, considerato che a parità di condizioni illeasing è senz’altro più oneroso rispettoall’acquisto in proprietà per la presenza degli onerifinanziari correlati all’operazione di finanziamento[che, giova rammentarlo, non sono deducibili aifini Irap e non concorrono al calcolo della quota delsuper-ammortamento, che tiene conto infatti dellasola quota capitale dei canoni e del prezzo di

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riscatto], questa circostanza potrebbe di per sé“azzerare” il vantaggio fiscale costituito dallasemplice riduzione del periodo di ammortamento eperciò, come sempre, è bene in definitiva valutarele cose con attenzione e naturalmente distinguendocaso per caso.

(valerio salimbeni)21/03/2017 - Farmacie rurali e farmacie urbane– QUESITO La terza sede farmaceutica di un comune con 9600abitanti, dove le due farmacie esistenti sonourbane, sarà considerata urbana o ruralesussidiata? In un altro comune di 6200 abitanticon una sede urbana già esistente, la seconda èstata classificata rurale.....

Quando il comune in cui è istituita abbia unapopolazione residente superiore nella sua totalità a5000 abitanti (se è inferiore sono rurali tutti gliesercizi ivi ubicati, uno, due o tre che siano, anchese evidentemente potrebbe darsi che nessuno di essisia “sussidiato”) la “ruralità” di una farmacia nondipende dal numero complessivo degli abitanti delcomune, perché anche Roma, per darLe un’idea…iperbolica, potrebbe avere una sola farmacia nelcapoluogo e tutte le altre disseminate nellacampagna romana, e dunque sarebbe “urbana” soloquella cittadina e le altre, in astratto, tutte “rurali”.Dipende invece dai residenti nella frazione o centroabitato in cui l’esercizio è effettivamente ubicato: sesono di numero inferiore a 5000 la farmacia è “rurale”,e se le farmacie sono due sono entrambe rurali, maanche qui non necessariamente “sussidiate”.Ma piuttosto però che introdurre sul tema ingenerale ulteriori considerazioni, peraltro da noi giàsvolte ripetutamente in precedenza, vediamo inbreve le due ipotesi che il quesito propone.Quanto al comune con 9600 abitanti, la terza sedesarà urbana o rurale secondo la consistenzademografica del centro abitato di ubicazione,guardando sempre, come appena precisato, al limitedei 5000 abitanti.Le stesse notazioni valgono in pratica anche per ilcomune di 6200 abitanti: se anche la secondafarmacia (consentendolo la configurazione dellarelativa sede) verrà ubicata nel capoluogo - dovepresumibilmente è in attività quella già esistente -sarà anch’essa “urbana”; diversamente, sarà rurale.

(gustavo bacigalupo)21/03/2017 - Un farmacista dipendente puòaprire una p. iva agricola – QUESITO Un collaboratore di farmacia può aprire unapartita iva agricola per gestire i propri terreni?

Il farmacista collaboratore, come qualunque altro

dipendete privato, può in linea di massima aprireuna sua partita iva per svolgere un’altra attivitàpurché non in concorrenza con il lavoro svolto,quel che evidentemente non sembra il Suo caso.Le cose vanno invece diversamente, e in terminipiù restrittivi per il lavoratore, nei rapporti dilavoro pubblico, compresi generalmente quelli confarmacie comunali od ospedaliere.

(roberto santori)22/03/2017 - Via libera allo scontrino “parlante”anche per le spese veterinarie detraibili Ai fini della detrazione Irpef da far valere nelladichiarazione dei redditi, anche le spese perl’acquisto di farmaci veterinari – alla pari di quelleper medicinali ad uso umano – possono esseredocumentate da scontrino “parlante” attestante lanatura (mediante l’indicazione del codice AIC), laqualità e la quantità dei prodotti acquistati; altolà,invece, alle spese per gli integratori animali, allastregua quindi degli omologhi prodotti destinati alconsumo umano.Sono queste le conclusioni raggiunte dall’Agenziadelle Entrate nella recente risoluzione n. 24/E del27/02/2017 che molto ragionevolmente – comevediamo – ha esteso la modalità semplificata dicertificazione introdotta dalla L. 296/2006 per lespese mediche (appunto lo scontrino “parlante”)anche a quelle veterinarie.Non è perciò più necessario conservare laprescrizione del veterinario.Ricordiamo anche che qui tuttora le spese detraibilisono soltanto quelle sostenute per la cura di animalilegalmente detenuti a scopo di compagnia o per lapratica sportiva, restando pertanto sempre esclusequel le per la cura di animal i dest ina t iall’allevamento, alla riproduzione o al consumoalimentare e, in genere, di animali di qualunquespecie allevati o detenuti nell’esercizio di attivitàcommerciali o agricole ovvero di attività illecite(D.M. 289/2001), e possono riguardare anche lespese per le prestazioni professionali delveterinario, le analisi di laboratorio e gli interventichirurgici.Inoltre, secondo l’art. 15, comma 1, lett. c)-bis delTUIR, la detrazione di tutti tali oneri è riconosciutanella misura del 19% del loro ammontare fino a unimporto massimo di 387,34 euro per la parte cheeccede 129,11 euro.Infine, l’Agenzia precisa che la “semplificazione”degli obblighi di certificazione così adottata in viainterpretativa non vale soltanto per gli acquistioperati nelle farmacie, ma anche per quelli in tuttele altre strutture autorizzate alla vendita dimedicinali veterinari, e dunque oltre che - ai sensidell’art. 70, comma 1, d.lgs. 193/06 - presso le

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parafarmacie (cui, come noto, è consentita altresìla vendita di farmaci soggetti a prescrizioneveterinaria), anche presso “i t i t o l a r i d iautorizzazione al commercio all’ingrosso … dimedicinali veterinari nelle varie tipologie” (art. 70,comma 2), i quali inoltre possono “essere altresìautorizzati alla vendita diretta di medicinaliveterinari in confezioni destinate esclusivamentead animali da compagnia, nonché di medicinaliveterinari senza obbligo di ricetta medico-veterinaria”, se pur sempre evidentemente “sotto laresponsabilità di persona abilitata all’eserciziodella professione di farmacista”.

(stefano civitareale)23/03/2017 - Una compagine vincitrice alle presecon l’Asl: una vicenda significativaGli assegnatari di sedi farmaceutiche nei concorsistraordinari, e naturalmente anche chi li assiste,sono/sono stati costretti a vedersela e a fare i conti– nella fase propriamente concorsuale e/oimmediatamente post-concorsuale – con una delle19 Regioni (e/o con Trento/Bolzano), ma in quellasubito successiva, finalizzata al conseguimentodella titolarità della farmacia, a vedersela e a fare iconti anche con una delle 200 Asl e/o uno degli8.200 Comuni.Con le Regioni è andata e sta andando con tuttele diversità che sappiamo, e i danni giganteschiche, per fare l’esempio più clamoroso, derivanoe der iveranno dal la s t ravagante quantoapodittica posizione assunta dall’Emilia (poiseguita dal Lazio) sul modo di immissione degliassegnatari in forma associata nella titolaritàdella farmacia [non alla società come tale traloro formata, ma alle persone fisiche dei co-vincitori in forma di “contitolarità” o “titolaritàpro quota”] si stanno già contando, e peròsaranno purtroppo valutabili adeguatamente solquando su questa incredibile vicenda verràmessa la parola “fine”.Invece con le Asl (ASUR, Usl, ecc.), che sono leamministrazioni competenti al rilascio delprovvedimento di autorizzazione secondo unabuona parte delle leggi regionali (ad esempio inPiemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Sicilia, ecc.),e con i Comuni (in Emilia, Lazio, Puglia, ecc.) lapartita è iniziata da poco, e quindi le compaginiassegnatarie possono/potranno essere costrette afronteggiare parecchie sorprese, quel che peraltropuò/potrà altresì accadere dove siano competentianche per questa fase le amministrazioni regionali,come è il caso di Campania, Calabria e (tuttora)Abruzzo.Pensiamo, ad esempio, alla forma di societàcostituenda tra i co-vincitori, che da più parti si

assume possa essere soltanto la società in nomecollettivo e non pertanto la società in accomanditasemplice; e questo è dato riscontrarlo speciequando - e, come sapete, si tratta della soluzionealmeno sinora optata da tutte le altre Regioni - siaproprio la società come tale ad essere riconosciutatitolare della farmacia dato che le Asl e i Comuniche seguono la tesi emiliana non dovrebberoverosimilmente aver ragione di preoccuparsi più ditanto della forma sociale perché, snc o sas che sia,secondo loro si tratterebbe di una mera società digestione.Ma pensiamo anche agli obblighi che certe Asl [maa quanto pare non i Comuni, evidentemente moltomeno problematici …] affermano essere a carico ditutti e ognuno dei co-vincitori. In particolare, enfatizzando la “paritarietà”, talunepretendono che i soci prestino tutti - e tutti a tempopieno e/o in via esclusiva - la loro attivitàprofessionale nella e/o per la farmacia assegnata,mentre altre vedono o intravedono cause diincompatibilità sconosciute all’ordinamento ostravolgono quelle conosciute.Per dare soltanto un’idea di quello che stiamovedendo, riportiamo con i necessari omissis il testodella nota di una Asl diretta a quattro co-vincitori,uno dei quali (il Dr. XY) svolge in questo momentol’incarico di direttore responsabile di una farmaciadi cui è titolare una snc da lui partecipata e aventesede in un’altra regione, e che per l’esercizioconseguito nel concorso straordinario vorrebbecostituire con i suoi tre colleghi una sas perché,d’accordo con loro, ritiene opportuno ridurre -quale socio accomandante - la sfera delle sueresponsabilità e non intenderebbe comunquesvolgere con continuità in questa farmacia attivitàprofessionale.Questa più o meno la replica della Asl: “L'art. 11 del DL 1/12 prevede il mantenimento diuna gestione in forma paritaria tra i soci peralmeno dieci anni. Per questo motivo una s.n. c., ma non una s.a.s.,risulta la forma societaria più compatibile. E' soloquesta tipologia di società che la nostra aziendasanitaria, in accordo con la Regione, richiede perl'assegnazione del diritto di esercizio.Inoltre, il caso previsto nell'art.8 sub b) della L.362/91 fa chiaramente intendere che una gestionesocietaria tra farmacisti sia incompatibile con laposizione di direttore di altra farmacia, intendendoper altra farmacia qualsiasi farmacia non inclusanella società che si verrà a costituire.Per il Dr. XY, pertanto, in caso di mancatarinuncia alla direzione dell’altra società, si

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manifesterebbe l'incompatibilità con la posizionedi socio nella nuova società.Il Dr. XY dovrebbe comunque dimostrare, dopoaver rinunciato alla direzione, l'effettiva gestionein forma paritaria in accordo con gli altri socisenza dover cedere le quote dell’altra farmacia.Utile a questo proposito sarebbe poter disporre diuna dichiarazione congiunta scritta tra i soci sullapresenza effettiva del Dr. XY nella sede presceltain fase concorsuale”.Alle puntuali osservazioni del Dr. XY sui variprofili appena accennati nella nota della Asl maparticolarmente su questa singolare “dichiarazionecongiunta scritta tra i soci sulla presenza effettiva”,e alla proposta [formulata dopo aver preannunciato– dichiaratamente obtorto collo – di aderire alla tesisulla snc e di essere disponibile alla rinuncia alladirezione dell’altra farmacia] di esplicitare ladiversità dei compiti assegnati ai quattro socidirettamente nello statuto sociale, l’Asl cosìdefiniva la sua posizione: “ … un accordo congiunto e scritto tra soci sultema, con attribuzioni di ruoli e competenzereciproci , s tante i l problema, potrebberappresentare una salvaguardia per la tenutasocietaria e il rispetto di quanto voluto dallegislatore”.Questa vicenda dovrebbe dunque concludersi conla costituzione tra i quattro farmacisti di una snc econ l’abbandono della direzione dell’altra farmaciada parte del Dr. XY [il quale perciò, comevediamo, sta chinando il capo dinanzi alla fermezzadell’Asl, ritenendo comprensibilmente molto piùoneroso e defaticante contrastarla sul pianogiudiziario], ma anche con la diversificazione el’esplicitazione nello statuto sociale dei compiti diciascun socio.Ma qualche notazione ulteriore è necessaria.Intanto bisogna ricordare, quanto alla questionesnc/sas, che il comma 7 dell’art. 11 della l. 27/2012prevede il “mantenimento della gestione associatada parte degli stessi vincitori, su base paritaria,per un periodo di 10 anni” allo scopo evidente dievitare che un concorrente, in possesso di titolimeritevoli di un punteggio consistentemente piùalto rispetto ai suoi compagni di cordata, possafarne ragione di “speculazione” e trarne unbeneficio proporzionalmente corrispondente, ocomunque maggiore, in termini di partecipazioneagli utili sociali, cosicché se i vincitori sono dueciascuno deve ineludibilmente parteciparvi per lametà, se sono tre per un terzo e così via.Sperando di non infierire su chi sta leggendo questenote, a noi pare infatti che, se il legislatore avessevoluto riferire la “paritarietà” non tanto o non solo

agli utili (e al capitale, per quel che conta il capitalenelle società di persone), quanto o soprattutto allagestione dell’esercizio – come ritengono isostenitori della snc come forma esclusiva,interpretando “gestione” in senso strettissimo -avrebbe forse espresso diversamente il precetto (adesempio così: “mantenimento della gestioneparitaria da parte degli stessi vincitori per unperiodo di 10 anni”), mentre l’inciso “su baseparitaria” parrebbe circoscrivere proprio agli utiliuna perfetta “paritarietà” tra i soci, senzanecessariamente pretendere altrettanto sul versantedelle perdite, come noto limitate per i sociaccomandanti al valore dell’apporto. D’altra parte, che la “gestione” sia “associata” diper sé non sembra certificare l’inconfigurabilità diuna sas quale titolare della farmacia, perché snc esas sono egualmente – nel codice civile – modi diesercizio collettivo di un’impresa, che è infattiassociata [qui perciò associata potrebbe/dovrebbestare semplicemente per sociale] nell’una comenell’altra, attenendo la distinzione tra le due formealla presenza nella compagine sociale di una sas,differentemente da quella di una snc, di socilimitatamente responsabili e per ciò stesso privatidal codice di poteri strettamente gestori.Men che meno, però, la “paritarietà” puòragionevolmente estendersi alla qualità e/o quantitàdelle prestazioni rese da ciascun co-vincitore allasocietà e/o alla farmacia sociale, e quindisottendere un qualsiasi obbligo dei soci di svolgeretutti allo stesso modo e per lo stesso tempo tutte leprestazioni e/o attività opportune e/o necessarie allamigliore “gestione” – che pertanto resta comunque“associata”, cioè sociale – dell’esercizio, e cher i g u a r d a n o b e n s ì l a r a p p r e s e n t a n z a el’amministrazione ordinaria e straordinaria dellasocietà (che nella sas sono di pertinenza esclusivadei soci accomandatari), ma anche la direzioneresponsabile della farmacia, la dispensazione alpubblico del farmaco, la preparazione galenica, ilcontrollo quali-quantitativo della merce, e così via,tutte attribuzioni che possono tranquillamentecoinvolgere anche il socio accomandante.Come si vede, l’estrema latitudine dei compiti cheineriscono all’esercizio collettivo di un’impresacommerciale, tanto più se si tratta di una farmacia,impone fatalmente un adeguato riparto, e in primabattuta proprio tra i soci, delle varie attribuzioninello e/o per l’esercizio sociale ma anchesemplicemente per la società in quanto tale, nellaquale in definitiva saranno/dovranno esseresfruttate al meglio le capacità dei soci in modo chealmeno tendenzialmente ognuno di loro possaoccuparsi secondo le proprie attitudini di uno o più

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dei molteplici aspetti della gestione aziendale,fermo s’intende il precipuo e comune scopo diraggiungere la migliore efficienza dell’attivitàdell’impresa collettiva.Inoltre, specie quando la farmacia sia conseguita dapiù di due concorrenti (come in questo caso e comein parecchi altri casi), è tutt’altro che sicuro che leesigenze aziendali impongano o suggeriscano atutti i co-vincitori di dedicare la propria attivitàamministrativa e/o professionale in via esclusivae/o all’interno della farmacia sociale, quel cheperaltro non prevede come obbligatorio nessunadisposizione legislativa o regolamentare essendosoltanto richiesto ai soci di non versare in nessunadelle cause di incompatibilità indicate sub a), b) oc) del comma 1 dell’art. 8 della l. 362/91.È anzi inevitabile credere possa rivelarsisufficiente, ancor più quando i soci sianoaddirittura quattro, che l’attività professionale –soprattutto nel primo periodo di attività – sia/possaessere svolta al “banco” soltanto da due o tre diloro [e sicuramente, come è ovvio, il socio cheassume la direzione responsabile della farmacia] eche quindi siano/possano essere rimessi agli altridue o al quarto socio compiti, non certo menoimportanti , di natura amministrativa e/orappresentativa espletabili evidentemente anchesenza una presenza costante nell’esercizio sociale.Non può quindi aver alcun fondamento neppurel’altro assunto della Asl circa l’obbligo del Dr. XYdi rinunciare alla direzione dell’esercizio di cui ètitolare l’altra società da lui partecipata, giungendoperfino a subordinare a tale rinuncia il rilascio allasocietà tra i quattro vincitori dell’autorizzazioneall’esercizio della farmacia loro assegnata.Tutti sanno infatti che, dopo il decreto Bersani del2006, il farmacista è legittimato a partecipare atutte le società che vuole, cosicché per lui nessunadelle relative farmacie potrà essere ritenuta l’“altrafarmacia” evocata sub b) dell’art. 8 della l. 362/91,che è la disposizione citata quindi a spropositodall’Asl.Egli può allora evidentemente svolgere l’attivitàprofessionale in tutte le farmacie “partecipate” [nonessendo lecito distinguere, ci pare, tra una farmaciaconseguita nel concorso straordinario e farmacieacquisite altrimenti], ma – come ha affermatoanche il Min. Salute in una nota del 2008 –assumere la direzione responsabile soltanto di unadi esse senza per questo dover però rinunciare allealtre partecipazioni sociali [quel che invece, comesi è visto, è proprio quanto sostenuto dall’Asl], epotendo in ogni caso nelle altre farmacie/societàespletare compiti diversi sia pure in margini ditempo ridotti e compatibili con lo svolgimento

della direzione.Questa la lunga cronaca di una storia recenteconclusasi – lo si è ricordato – con l’adesione delDr. XY alla gran parte delle tesi dell’Asl, chetuttavia potrebbe aver fornito, com’era nei nostriintendimenti, un quadro forse significativo di quelche alcuni vincitori in forma associata potrannoessere costretti ad affrontare.

(gustavo bacigalupo)24/03/2017 - La nuova IRI: in quali circostanzeconviene veramente – QUESITOLeggo sempre con attenzione le vostre news sullanuova “flat tax” per le imprese (IRI) ma ancoranon riesco a capire in quali circostanze convengaveramente.

Trovandoci di fronte ad un nuovo regime ancoratutto da sperimentare “sul campo”, e per di più adoggi ancora privo di istruzioni ufficiali, i dubbisono certamente leciti.A nostro parere, per coglierne correttamentel’effett iva convenienza non bisogna maid i m e n t i c a r e l a c o n d i z i o n e d i f o n d odell’agevolazione e cioè che la tassazione adaliquota del 24% riguarda solo l’utile che (apartire dal 2017) venga mantenuto in azienda edestinato al c.d. “auto-finanziamento”; pertanto -se quell’utile fosse successivamente prelevato(tutto o in parte) dal titolare o dai soci - dovrebbeessere versata al Fisco la differenza tra la tassazioneordinaria e la “flat tax” già corrisposta, vanificandoin tal modo (tutto o in parte) il momentaneoguadagno iniziale.Da questa considerazione discende un’importanteconclusione: per rendere durevole (meglio,permanente) questo vantaggio fiscale, si deverendere parimenti permanente il “conferimento” ditale utile nella propria attività, correlandone insostanza l’impiego al finanziamento di investimentidurevoli.Il che, a sua volta, sarà possibile (o menocomplicato) soltanto individuando con attenzione illivello di auto-finanziamento necessario, quellocioè oltre il quale ulteriori accantonamenti di utile –magari effettuati solo per usufruire della tassazioneridotta – si rivelerebbero inefficaci o addiritturacontroproducenti.Infatti, se nel concreto esuberanti rispetto alfabbisogno effettivo dell’attività per le dimensioniche questa ha raggiunto, tali ulteriori ed eccedentiaccantonamenti finirebbero prima o poi per essereprelevati per il consumo e/o l’impiego in altreiniziative, sterilizzando in gran parte, come detto, operfino azzerando del tutto l’iniziale beneficio intermini di minori imposte dovute.

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Ma un esempio chiarirà forse meglio il concetto.Pensiamo a una farmacia con 1.500.000 euro difatturato, con una DCR mensile media di 40.000euro riscossa con cadenza bimestrale, con un livello(giudicato ottimale) di scorte in giacenza di circa120.000 euro e, infine, con un utile di bilancio di225.000 euro in una ragionevole prospettiva dimantenimento a medio termine di questecondizioni. Ora, i mezzi finanziari necessari per far fronte alladilazione del credito verso il SSN e almantenimento del magazzino ammontano a (80.000+120.000=) 200.000 euro; ipotizziamo allora che ilt i t o l a r e d e c i d a d i n o n r i c o r r e r e p i ùall’indebitamento, ma voglia “autofinanziarsi”lasciando l’utile in azienda, e che egli abbiaprelevato, diciamo per semplicità, tutti gli utilimaturati fino al 2016, cosicché il 2017 rappresentiai nostri fini “l’anno zero”.Questo titolare di farmacia nel 2017 lasceràpertanto in azienda 200.000 euro di utile (che saràtassato al 24%) prelevandone solo 25.000 euro, cheandranno, come ormai sappiamo bene, a tassazioneordinaria; ma già l’anno successivo, se ladimensione della sua impresa non varierà, non visarà più alcun vantaggio nel non prelevare l’utile(essendo sufficienti i mezzi propri già presenti),talché cedere alla tentazione di lasciarlo in aziendaper poter beneficiare dell’aliquota ridotta finirebbenei fatti, come si è appena osservato, per ritardaresemplicemente la tassazione ordinaria visto chequell’utile prima o poi sarà prelevato per essereconsumato o investito diversamente.Immaginiamo ancora che la nostra farmacia abbiain progetto, da qui a qualche anno, di acquistare lemura del locale per un prezzo di Euro 600.000 eche, anche in questo caso, non voglia ricorrereall’indebitamento ma provvedere con i suoi mezzi;a questo punto, avrà convenienza a costituire inb i l anc io l a cons i s t enza neces s a r i a pe rl’investimento (lasciando in azienda all’incircal’utile dei successivi tre anni, con i numeri delnostro esempio) e quindi una somma cheegualmente - essendo destinata ad accrescere ladotazione dei mezzi propri per il finanziamento diun investimento durevole - acquisirà sempredurevolmente il vantaggio della “flat tax”, almenofinché naturalmente le dimensioni dell’attivitàrimarranno le stesse. Abbiamo insomma di fronte – ci pare –un’agevolazione chedovrebbe essere utilizzata “a gradini” più o meno aogni successivo ampliamento delle dimensioniaziendali e, se non altro tendenzialmente, solo nellamisura necessaria a questo fine.

Ma tutto questo ce lo potrà confermare soprattuttola pratica e allora sulle tante vicende che stannosorgendo e ancor più sorgeranno sulla nuova IRIdovremo tornare sicuramente in prosieguo.

(franco lucidi)27/03/2017 - Articoli, prodotti e servizi dellafarmacia – QUESITOVi disturbo per sottoporre un quesito circa lelicenze e la Tabella XIV per la vendita dei seguentiprodotti: alimenti biologici, estrattori di succhi,prodotti per celiaci non notificati, bevande senzaglutine, gelati senza glutine, orecchini senzanichel.Inoltre, quali esami del sangue e quali leproblematiche connesse alla cabina estetica edalla poltrona estetica?

Vengono poste tre questioni che possono essereesaminate separatamente. I - Il contenuto della famosa ex Tabella XIVsembra ormai in realtà un falso problema perchédopo la riforma del Commercio (D.lgs.114/98) lafarmacia non soltanto può vendere tutti i prodottiriconnessi alla concessione/autorizzazione perl’esercizio della farmacia (e quindi, oltre aifarmaci, anche i prodotti a essi complementari, ipresidi medico-chirurgici, i dispositivi medici,ecc.), ma dietro specifica autorizzazionecommerciale (oggi sostituita dalla SCIA) - che nonpuò essere certo negata per la valenza dei prodotticonnaturati a un esercizio farmaceutico - anche iprodotti di cui alla tabella merceologica specialeper i titolari di farmacia (allegato 9 del D.M.Industria n. 375/88: per l’appunto, la c.d. exTabella XIV) e quindi gli alimenti dietetici edestinati ad un’alimentazione particolare, i prodottiigienici, gli articoli di puericultura, gli articolisanitari, i prodotti cosmetici, i liquori e ipastigliaggi medicati, i prodotti chimico-farmaceutici, ecc.); infine, sempre previa specificaautorizzazione commerciale (anch’essa oggisostituita dalla SCIA), il cui rilascio può tuttaviaessere soggetto ad una valutazione discrezionaledelle esigenze dell’utenza e della pianificazionecommerciale, possono essere venduti i prodotti dialtro genere dei settori merceologici, alimentare enon, compatibili con l’esercizio della farmacia.Ora, ciò chiarito, ci sembra che tra i prodottielencati nel quesito soltanto gli “orecchini senzanichel” e gli “estrattori di succhi” non sianoricompresi nell’elenco della ex Tabella XIV edunque per la loro vendita sarebbe necessaria lapresentazione di una SCIA “ad hoc”.

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II - Gli esami del sangue sono quelli contemplatidall’art. 2 del D.M. Salute del 16/12/2010 cheattualmente prevede: test per glicemia, colesterolo e trigliceridi; test per misurazione in tempo reale di emoglobina,emoglobina glicata, creatinina, transaminasi,ematocrito; test per la misurazione di componenti delle urinequali acido ascorbico, chetoni, urobilinogeno ebilirubina, leucociti, nitriti, ph, sangue, proteine edesterasi leucocitaria; test ovulazione, test gravidanza, e test menopausaper la misura dei livelli dell'ormone FSA nelle urine; test colon-retto per la rilevazione di sangue occultonelle feci.III – Quanto infine all’attività di estetista, èregolata da una legge-quadro nazionale (L. 1/1990),da leggi regionali (ove adottate) ma anche – e,aggiungiamo, soprattutto – da regolamenticomunali e direttive Asl riguardanti essenzialmentei requisiti e le dotazioni igienico-sanitarie del localeove viene esercitata. La presenza dell’estetista in farmacia dovrebbecomunque ritenersi legittima, anche guardando allagiurisprudenza laziale (TAR Lazio n. 5036 del20/05/2013), che però attiene alla specificadisciplina romana e non è quindi esportabile toutcourt a tutte le altre regioni e/o comuni.Ma alcuni ordini professionali, in numero peraltrosempre decrescente, tendono talora a “storcere ilnaso” ritenendo quest’attività deontologicamentenon del tutto compatibile con l’esercizio dellafarmacia, anche se il vostro (e nostro…) mondo stacambiando a velocità supersonica e il processo dirinnovamento (o, secondo i punti di vista, dideterioramento) dell’intero settore sembra perfinoinarrestabile; e non si vede perché questo nondebba valere infine anche per l’annosa questionedell’“estetista in farmacia”.Ad ogni buon conto aggiungiamo che, qualora sidecidesse di offrire anche questi servizi alla nostraclientela, la forma di rapporto più conveniente perla farmacia parrebbe quella libero-professionale -con l’estetista dotato di partita iva, per intenderci -tenendo in ogni caso presente che, anche se èl’estetista a fatturare direttamente al cliente(riconoscendo poi al farmacista un compenso anchesotto forma di percentuale per ciascun “affare”conc l u s o ) , l a r e s pons a b i l i t à d e i da nn ieventualmente recati dall’attività ai clienti saràsempre del titolare della farmacia al quale incombeinfatti, almeno astrattamente, l’onere di unacostante verifica in ordine sia al possesso da partedell’estetista dei necessari requisiti professionali

ma, attenzione, anche alla qualità e adeguatezzadelle prestazioni rese.Il tema però, come si vede, è ancora delicato equindi da maneggiare con grande attenzione.

(stefano civitareale)28/03/2017 - Come numerare le fatture dellanuova farmacia - QUESITOApriremo tra qualche giorno la farmaciaassegnataci nel concorsone ma, scusate labanalità, abbiamo ancora qualche dubbio su comevanno numerate le fatture che via via emetteremo.

In realtà nessun dubbio è banale quando si ha a chefare con un ordinamento fiscale complesso come ilnostro.A partire comunque dal 1°gennaio 2013 non sonopiù obbligatorie la datazione e la numerazioneprogressiva delle fatture per anno solare, essendosufficiente numerarle progressivamente eproseguire ininterrottamente per tutti gli anni diattività e fino alla cessazione. In tal modo viene garantita egualmente l’univocitàdel documento, perché a ciascuna fattura vengonoevidentemente assegnati un solo numero e una soladata.È chiaro però che tale modalità nel corso degli annipuò risultare farraginosa e quindi la scelta miglioresi rivela sempre quella di ricominciare daccapoall’inizio di ogni anno solare e perciò di ogniesercizio.Quel che è certo, tuttavia, è che al momentodell’avvio dell’attività bisogna sempre partire dalnumero 1 - come d’altra parte riconosceespressamente l’Agenzia delle Entrate (Ris1/E/2013) - e con un caloroso “in bocca al lupo” daparte nostra.

(tullio anastasi)28/03/2017 - Il cartello indicatore della farmacia– QUESITOVorrei sapere qualcosa sull'istallazione diindicazioni stradaliper raggiungere la mia farmacia; non trovandonormativavorrei sapere in particolare se posso installare uncartello al di fuori della mia pianta organica.Tengo a precisare che, in quanto di nuovaistituzione, la nostra sede è molto particolare.

Secondo l’art. 37, comma 1, del Decreto legislativo30/04/1992 n. 285 (c.d. “Codice della Strada”)“l'apposizione e la manutenzione della segnaletica,ad eccezione dei casi previsti nel regolamento persingoli segnali, fanno carico: a) agli entiproprietari delle strade, fuori dei centri abitati; b)ai comuni, nei centri abitati, compresi i segnali di

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inizio e fine del centro abitato, anche se collocatisu strade non comunali; c) al comune, sulle stradeprivate aperte all'uso pubblico e sulle stradelocali; d) nei tratti di strade non di proprietà delcomune all'interno dei centri abitati conpopolazione inferiore ai diecimila abitanti, aglienti proprietari delle singole strade limitatamenteai segnali concernenti le caratteristiche strutturalio geometriche della strada. La rimanentesegnaletica è di competenza del comune. La farmacia che abbia quindi intenzione diinstallare un cartello indicatore della direzione edella distanza dal proprio locale deve rivolgere lar i ch ie s ta a l l ’ ammin i s t r az ione comuna lecompetente, tenendo ben presente, però, quello cheprescrive l’art. 23 del Codice deontologico: “icartelli indicatori, da intendersi esclusivamentecome cartelli che indicano la direzione e ladistanza per raggiungere la farmacia più vicina,anche in forma di freccia direzionale, devonoessere installati nell’ambito territoriale della sedefarmaceutica di pertinenza prevista in piantaorganica. I c a r t e l l i d e v o n o r i p o r t a r eobbligatoriamente sia la direzione che la distanzadalla farmacia” [la sottolineatura, naturalmente, ènostra].

(mauro giovannini)29/03/2017 - Farmacia e ortopedia in uno stessolocale? – QUESITO Abbiamo vinto come società una sede inLombardia, ma i locali che avevamo individuatotempo fa per aprire la farmacia ora sono occupatida una ortopedia. La superficie dei locali è moltogrande(250mq) e soprattutto sono in posizionestrategica, fondamentale per noi visto che siamotre soci.C’è la possibilità di far coesistere le due attività?In caso affermativo, come?

Da quel poco che ricaviamo dal quesito parrebbe chenell’immobile in questione viene già condotto da altrisoggetti un negozio di ortopedia (anche se non crediamovi si eserciti la professione sanitaria di tecnicoortopedico), e che l’attività di farmacia verrebbeesercitata negli stessi spazi e/o ambienti, in unasituazione, per così dire, di sostanziale promiscuità tra idue esercizi.Ora, l’apertura del locale-farmacia è soggetta ad unospecifico regime autorizzatorio/concessorio (art. 1, L.475/68 e succ. mod., T.U.San. 1934, Reg. Farm. 1938,Dpr. 1275/71) anche ai fini della verifica dei prescrittirequisiti di idoneità (strutturale e non) e quindi implicaevidentemente una sua concreta individuazione.Tuttavia l’obbligo per la farmacia di esercitare l’attivitài n u n locale distinto e separato non richiede

necessariamente che sia distinto e separato anchel’immobile di cui il locale fa parte.Pertanto nello stesso immobile, per tornare alnostro caso, si potrebbe - previo consenso delp r o p r i e t a r i o - s e p a r a r e fisicamente, c o nl’innalzamento di un muro o di un tramezzo, laporzione dell’unico locale destinata all’eserciziodella farmacia da quella destinata all’altra attività,sempreché naturalmente sia possibile ricavare perciascuna di esse un accesso autonomo eindipendente.Il che potrebbe anche comportare l’attribuzione di unaltro numero civico (contrassegnato ad esempio con lalettera “A”), anche se qui pensiamo si rilevi necessarial’assistenza – anche per gli eventuali interventi sul pianocatastale – di un tecnico abilitato, come l’ingegnere,l’architetto o il geometra.

(roberto santori)29/03/2017 - Le fatture di acquisto di benistrumental i: per quanto tempo vannoconservate – QUESITOSono previsti termini diversi di conservazione perle fatture di acquisto dei beni strumentali dellafarmacia rispetto a quelli prescritti per le altrefatture?

Anche per fatture di acquisto dei beni strumentalivale il principio dell’art. 22, comma 3, del D.P.R.600/73 per il quale tutta la documentazione disupporto alle scritture contabili (fatture, note,ricevute, estratti conto bancari, etc. etc.) deveessere conservata – anche in modalità “sostitutiva”ovvero digitalmente - fino a quando non sianodefiniti gli accertamenti relativi al periodod’imposta considerato (e questo, beninteso, ancheoltre il termine decennale stabilito dall’art. 2220 delcod. civ). Sono necessarie però ulteriori considerazioni. L’utilizzo dei beni appartenenti a questa particolarecategoria non si esaurisce nel periodo d’imposta incui vengono acquistati ma si estende a tutti gli annidi “vita utile” e anche oltre il periodo diammortamento fiscale, potendo essi infatti restarein uso alla farmacia - e generare di conseguenzaspese di impiego, manutenzione, ecc. - in ciascunodegli anni di loro effettivo utilizzo pur a processodi ammortamento completato. Al fine, quindi, di documentare in occasione dieventuali controlli l’inerenza di quelle spese, sorgela necessità di conservare le fatture di acquistopraticamente fino a quando non si sia definitol’accertamento relativo all’anno di dismissione delbene stesso e dunque, come detto, anche oltrel’anno in cui si è esaurito il suo processo diammortamento fiscale laddove appunto il bene

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rimanga in uso, e pertanto, in altri termini, fino aquando – ed è questa la conclusione pratica che quici interessa - non si sia definito l’accertamentorelativo all’anno in cui il bene viene ad ogni effettoestromesso dall’attività di farmacia. Sarà loro opportuno porre la migliore attenzioneogni qualvolta s i intenda disfarsi del ladocumentazione contabile di un anno prescritto,e verificare in particolare se, tra le altre, vi sianoanche le fatture relative all’acquisto di benistrumentali ancora effettivamente in uso.

(valerio pulieri)30/03/2017 - Al via dal 1° aprile l’invio deicorrispettivi all’Agenzia delle entrate per idistributori automatici… ma non per tuttiSalvi ulteriori (e sempre possibili) rinvii sul filo dilana, da dopodomani, 1° aprile, scatterà l’obbligo ditrasmissione telematica dei corrispettivi per lecessioni di beni e per le prestazioni di servizi reseper il tramite di distributori automatici, introdotto,come si ricorderà, dal D.lgs. 127/2015 e che inorigine avrebbe dovuto avere decorrenza dal 1°gennaio, data spostata appunto al 1° aprile 2017 dald.l. 193/2016 convertito in L. 225/2016.L’argomento è stato da noi già trattato – v. adesempio Sediva News del 31/10/2016 – ma a duegiorni dal via è naturalmente opportuno rifarerapidamente il punto della vicenda.Esteso l’obbligo anche ai dispositivi che eroganoprestazioni di servizi. Il citato d.l. 193/2016 non siè limitato a prorogare il termine di decorrenzadell’obbligo di comunicazione - inizialmentecircoscritto alle sole cessioni di beni – ma lo haesteso anche alle prestazioni di servizi sempre reseovviamente per il tramite di distributori automatici.Al riguardo, recentemente l’Agenzia delle Entrate -emanando i primi commenti sulla novità (Ris.116/E del 21/12/2016) - ha peraltro chiarito che ilnuovo adempimento concerne anche i distributoriautomatici che eroghino prestazioni di servizi verie propri (cioè nel senso economico della locuzione)e che quindi non distribuiscano soltanto alimenti ebevande qual if icabil i a i f ini IVA comesomministrazioni, e il pensiero corre naturalmenteproprio ai dispositivi per le autoanalisi, su cuidiremo meglio tra poco.Ma non tutti i dispositivi sembrano interessati.Quali sono però gli apparecchi cui l’obbligo dicomunicazione deve ritenersi operante sin dal 1°aprile p.v.? La domanda ci consente di introdurrel’altra importante novità recata dal d.l. 193/2016:l’art. 4, comma 6, lett. a), del d.l. dispone infattiche “con provvedimento del direttore dell’Agenziadelle entrate possono essere stabiliti terminidifferiti, rispetto al 1° aprile 2017; di entrata in

vigore dell’obbligo di memorizzazione elettronica etrasmissione telematica dei corrispettivi, inrelazione alle specifiche variabili tecniche dipeculiari distributori automatici.”, e questoevidentemente vuol dire che la data del 1° aprilenon rappresenta per tutti i dispositivi il termineiniziale del nuovo adempimento. In pratica:1 ) sono soggetti già dal prossimo 1° aprileall’obbligo di comunicazione tutti i distributoriautomatici che hanno le caratteristiche individuatenel documento (prot. 102.807/2016) dell’Agenziadelle Entrate del 30/06/2016 [che ha provveduto aindicare le specifiche tecniche indispensabili pergestire questa prima fase di avvio dellatrasmissione telematica], e perciò tutti g l iapparecchi che su richiesta dell’utente eroghinoprodotti e servizi e che abbiano (garantendo così uncollegamento automatico tra loro) almeno iseguenti componenti hardware: a) uno o piùsistemi di pagamento; b) un sistema elettronico,dotato di un processore e una memoria, capace diprocessare i dati delle transazioni e memorizzarli; c)un erogatore di beni e/o servizi; d) una “porta dicomunicazione” capace di trasferire digitalmente idati a un dispositivo atto a trasmettere questi ultimial sistema dell’Agenzia delle entrate;2 ) per le macchine non dotate invece delle dettecaratteristiche (essenzialmente, ci pare, quelle privedella “porta di comunicazione”) tale obbligo nonpotrà decorrere verosimilmente dal 1° aprile 2017,ma soltanto dal termine stabilito con successivoprovvedimento del Direttore dell’Agenzia che nedefinirà anche le peculiari regole tecniche.Stando così le cose, e per tornare ai dispositivi perautoanalisi, non crediamo che per essi almeno perora sia necessario fare alcunché, perché c’è dadubitare seriamente che possano essere in possessodelle caratteristiche tecniche richieste ai“distributori automatici” affinché possa ritenersidecorrente sin dal 1° aprile l’obbligo ditrasmissione telematica dei corrispettivi.Pensiamo che le cose stiano così e dunque per ilmomento le farmacie che utilizzano questidispositivi non dovrebbero preoccuparsi di questanovità, anche se ne sapremo presto di più.

(franco lucidi) 31/03/2017 - Non si possono promuovere iprodotti per lattanti – QUESITOVolendo noi accumulare punti per l’acquisto dilatti (per i primi mesi e di crescita), la società chefornisce il sistema automatico di gestione dellafidelity card della nostra farmacia ci hacomunicato che, ormai da qualche tempo, è statainibita questa possibilità.

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Ora, il divieto di proporre offerte, punti sconto,ecc, riguarda tutti gli alimenti per la primainfanzia o solo i “latti 1”, cioè quelli checostituiscono il primo alimento sostitutivo del lattematerno? Certo è che su questo tema continuiamo ariscontrare confusione e allarmismo, e quindigradiremmo conoscere la reale entità delproblema, possibilmente attraverso una vostra –come al sol i to puntuale e sincera – “interpretazione legislativa” .

Quello degli alimenti per lattanti ha semprerappresentato un tema delicatissimo e attentamentepresidiato anche dal legislatore comunitario, primaancora che da quello nazionale.Cerchiamo di ricostruire con ordine il tutto.Con decreto del Ministero del Lavoro, della Salutee delle Politiche sociali n. 82 del 09/04/2009, èstata data attuazione alla Direttiva 2006/141/CE perla parte riguardante, in particolare, gli alimenti perlattanti e gli alimenti di proseguimento destinatialla Comunità Europea e all’esportazione pressoterzi. Il provvedimento, che ha anche abrogato ilprecedente D.M. Sanità n. 500/94, rappresentaancor oggi il testo normativo di riferimento inmateria.In particolare, l’art. 2 del decreto definisce“lattanti” i soggetti di età inferiore ai 12 mesi, e“alimenti per lattanti” (ovvero “formule perlattanti” o “preparati per lattanti”) i prodottialimentari destinati alla particolare loroalimentazione nei primi sei mesi di vita, e in gradodi soddisfare da soli il fabbisogno nutritivo diquesta fascia di età fino all’introduzione diun’adeguata alimentazione complementare.Invece, per “alimenti di proseguimento” ( o“formule di proseguimento”) si intendono – sempresecondo l’art. 2 – i prodotti alimentari destinati allaparticolare alimentazione dei lattanti dopo il sestom e s e d i v i t a, successivamente quindiall’introduzione di un’adeguata alimentazionecomplementare, e costituenti il principale elementol i q u i d o ne l l ’ a m b i t o d e l l ’ a l im e n t az i o neprogressivamente diversificata per la fascia d’età.Per ambedue tali categorie di prodotti (alimenti perlattanti e alimenti di proseguimento), il decretoministeriale - di attuazione, come accennato, dellerelative norme comunitarie - pone comunque unaserie di rigide prescrizioni riguardanti lafabbricazione, la commercializzazione, nonché lapubblicità di tali prodotti e le altre attivitàpromozionali praticabili nella loro distribuzione.

Per quanto riguarda gli alimenti per lattanti, infatti,l’art. 10, comma 1, sancisce addirittura il divietoassoluto di pubblicità “in qualunque forma eattraverso qualsiasi canale, compresi gli ospedali,i consultori familiari, gli asili nido, gli studimedici, nonché convegni, congressi, stand edesposizioni.”, mentre la pubblicità degli alimenti diproseguimento può bensì essere svolta ma conmodalità tali da evitare, per usare sempre le paroledel testo ministeriale, “qualunque interferenzanegativa con l’allattamento al seno”.Con specifico riferimento, poi, alle altre attivitàpromozionali rientranti nella comune praticacommerciale – tra cui le “raccolte-punti” effettuatenel contesto di operazioni a premio medianteutilizzo di fidelity cards – l’art. 12 vieta “ladistribuzione di campioni o il ricorso a qualunquealtro sistema volto a promuovere le vendite deglialimenti per lattanti direttamente presso ilconsumatore nella fase del commercio al dettaglio,quali esposizioni speciali, buoni sconto, premi,vendite speciali, vendite promozionali, venditeabbinate, vendite a distanza, a domicilio o percorrispondenza”; ed è parimenti inibita “ogniforma di offerta di prodotti gratuiti o a bassoprezzo e di altri omaggi di alimenti per lattanti,alle donne incinte, alle madri e ai membri dellefamiglie, né direttamente, né indirettamente,attraverso il Sistema Sanitario Nazionale, ovveroattraverso gli informatori sanitari.”Ora, tutti questi “paletti” posti dal d.m., sia pertutelare la salute ma anche per evitare facili spintespeculative in un settore indubbiamente “sensibile”come quello dell’alimentazione della primainfanzia, hanno trovato con il D.Lgs. 19/05/2011 n.84 il necessario corredo sanzionatorio, ed èsufficiente scorrere questo provvedimento perrilevare agevolmente come siano onerose lesanzioni previste (quando addirittura l’infrazionecommessa non sconfini nel penale…).Così, ad esempio, la violazione dello strettissimodivieto di pubblicità degli alimenti per lattanticomporta a carico del trasgressore il pagamento diuna sanzione amministrativa pecuniaria da €15.000,00 ad € 90.000,00 (!) (art. 5, comma 1), chediventa da € 10.000,00 ad € 70.000,00 (art. 5,comma 3) quando la violazione riguardi i vincolip o s t i a l l a p u b b l i c i t à d e g l i alimenti diproseguimento.Lo svolgimento di attività promozionali – eveniamo così al quesito e anche alle Sue…preoccupazioni – che hanno ad oggetto alimentiper lattanti (tra le quali, lo ribadiamo, le “raccolte-punti” effettuate nel contesto di operazioni apremio mediante utilizzo di fidelity cards, ma

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anche buoni sconto, premi, vendite speciali, venditepromozionali, ecc.) comporta invece l’applicazionedi una sanzione da € 12.000,00 ad € 72.000,00.Appare dunque fondata e comunque non certepretestuosa la comunicazione di quella società (concui voi siete in contatto) che vuole meritoriamenteavvertire la farmacia che la prosecuzione delleattività in tal senso è soggetta a pesanti sanzioni,cosicché in definitiva - anche sotto il comprensibileprofilo della propria responsabilità contrattuale neiriguardi di un suo cliente - sta in realtàintervenendo nella direzione giusta.

(stefano civitareale)03/04/2017 - Vendita di prodotti della farmaciadurante un evento fieristico – QUESITONel paese dove ha sede la farmacia vengonoperiodicamente organizzate dall’associazionelocale dei commercianti, con il patrocinio delComune (in occasione di sagre, fiere, Natale ecc.),manifestazioni commerciali nelle piazze e vie delpaese, ove i commercianti espongono e vendono ipropri prodotti in “banchetti”/stand temporaneiallestiti solo per quella giornata.E’ possibile anche per la farmacia partecipare aquesto tipo di manifestazioni vendendo propriprodotti, naturalmente non farmaci ma, adesempio, prodotti cosmetici o alimentari?E’ lecito allestire il proprio banchetto/standall’interno della manifestazione anche selocalizzato fuori dal la propria “piantaorganica”, visto che la piazza del paese è nella“zona” della farmacia concorrente?Come bisogna comportarsi dal punto di vistafiscale per levendite effettuate nel banchetto/stand (utilizzo ilmisuratore fiscale della farmacia posto nelbanchetto)?

Essendo esclusa la cessione di farmaci di qualsiasitipo, non ravvisiamo autentiche preclusioni allapartecipazione della farmacia all’evento fieristico,neppure se l’allocazione del “banchetto” ricadanella sede farmaceutica di un altro esercizio, anchese per le concrete modalità operative bisognaevidentemente poi rifarsi ai provvedimenticomunali che disciplinano queste manifestazioni,che dovrebbero peraltro consentire in modoparitario la partecipazione a tutte le farmacie che lorichiedano o, quanto meno, stabilire ragionevolicriteri di selezione e/o turnazione, onde evitarecontestazioni e malumori. Bisogna inoltre sempre tenere presente le normedeontologiche e quindi, anche in circostanze delgenere, evitare ogni atto e/o comportamento chepregiudichi il decoro della professione.

Infine, è bene fare attenzione a come vienesegnalato lo “stand” della farmacia, che – sembraperfino scontato precisarlo – non può in ogni casorecare l’insegna “FARMACIA” e/o la CroceVerde.Quanto infine agli aspetti fiscali, se il registratoredi cassa della farmacia non è amovibile, si potràovviare rilasciando a fronte di ogni cessione unaricevuta fiscale in luogo dello scontrino avendocura, poi, di annotare il totale incassato neicorrispettivi del giorno di riferimento nel registro diprima nota.

(stefano lucidi)03/04/2017 - Le nuove banconote da 50 euroDal 4 aprile 2017 saranno in circolazione lenuove banconote da cinquanta euro che è lamoneta più diffusamente utilizzata.Il nuovo “cinquanta euro” renderà più sicura lanostra moneta perché sono in circolazioneparecchi biglietti falsi.Invece per le banconote da cinquecento euro se neprevede il ritiro dal 2018, e le ragioni sono bennote.

(Studio Associato)04/04/2017 - Un deposito a 40 km (?) dallafarmacia: requisiti e adempimenti – QUESITOSi può avere un deposito per i parafarmaci edispositivi medici acquistati dalla Farmacia in unlocale a circa 40 Km dalla Farmacia (in uncomune diverso)? I locali devono avere deirequisiti particolari? E' possibile per la Farmaciasvolgere distribuzione all ' ingrosso per iparafarmaci e dispositivi medici? Mentre per ildeposito (sempre separato dalla farmacia) e ladistribuzione di medicinali non soggetti aprescrizione medica (sop e otc) necessitano diun'autorizzazione particolare?

Perlomeno in linea teorica non è configurabileevidentemente alcun impedimento perché unafarmacia abbia un deposito separato dai locali incui viene esercitata l’attività, fermi i dubbi sulla suautilità se non altro per la notevole distanza da Leiindicata.I locali non devono possedere requisiti particolari,se non quelli riferiti a una corretta conservazionedella merce ivi stoccata, e, nel caso in cui vi sianoimmagazzinati anche alimenti, va prodotta alla Aslcompetente una DIA (Dichiarazione Inizio Attività)che denunci appunto l’esistenza del deposito.Quanto all’altro interrogativo, la farmacia può certodistribuire all’ingrosso parafarmaci comedispositivi medici, essendo sufficiente comunicarel’esercizio di tale attività al registro imprese tenuto

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dalla Camera di Commercio territorialmentecompetente.Infine, il deposito (separato dalla farmacia) e ladistribuzione di SOP e OTC realizzano l’esercizio diuna vera e propria “parafarmacia”, che può essereinvero svolta – e del resto questo è un fenomeno bennoto e sin troppo diffuso - anche dal titolare in formaindividuale della farmacia, e quindi con la stessapartita iva, previa presentazione di una SCIAtelematica per il tramite dello sportello SUAP delComune e denuncia al Registro delle Imprese, e ancheprevia comunicazione (sempre telematica) al Ministerodella Salute, all’AIFA, alla Asl, all’Ordine Provincialedei Farmacisti e al Comune dell’inizio di tale attivitàcon la contestuale indicazione del farmacistaresponsabile della dispensazione del farmaco.

(stefano lucidi)04/04/2017 - Varie su SkynetIl recupero della password per Skynet D - Ho smarrito la password per accedere aSkynet: come posso recuperarla?R - È sufficiente cliccare sulla voce “passworddimenticata?”, che si rileva dalla schermataprincipale immediatamente sotto le credenziali diaccesso.Questo Le permetterà di ricevere via mail lapassword di accesso.Il riempimento della sezione “Scadenzario” diSkynetD - Credo di avere qualche problema con laricezione delle fatture sul portale Skynet, dato che,accedendo alla sezione “Scadenzario”, questesono ferme al mese di Febbraio. R - Le fatture, man mano che ci pervengono, leinseriamo immediatamente (quindi subito dopo laloro ricezione) nella sezione “mail” del portaleSkynet, che potrà pertanto consultare anche ognigiorno.La registrazione in contabilità e dunquel’inserimento nella sezione “scadenzario” dellefatture sono operazioni effettuate all’interno dellacontabilizzazione del mese di riferimento e dunquesuccessive alla pubblicazione nella sezione “mail”.

(matteo lucidi)05/04/2017 - Visite fiscali: quando, come, ecc. ? -QUESITOHo letto una recente vostra news sulla malattia dellavoratore e relativi adempimenti, ma se possibilevorrei qualche maggiore dettaglio sulle normeriguardanti le visite fiscali.

Le visite di controllo, le c.d. “visite fiscali”,rappresentano sempre un tema di grande interessenel mondo del lavoro.

Ribadiamo in primo luogo (v. Sediva news dell’8febbraio 2017) che la certificazione di malattia vainviata dal medico telematicamente (Dlgs. N.65/2001 e L. 4/11/2010 n. 183) all’Inps, che a suavolta – con un numero di protocollo sempre“telematico” - la renderà consultabile e scaricabilesia dal lavoratore che dal datore di lavoro;quest’ultimo poi, se in possesso di credenzialidedicate, può richiedere mediante il sito dell’Inps lavisita di controllo che verrà effettuata dai mediciiscritti nelle liste speciali tenute dall’enteprevidenziale. Il medico che riceve la richiesta è tenuto adeffettuare la visita fiscale nella stessa giornataquando la comunicazione dell’Inps gli pervenganella mattinata, ovvero nella giornata successivanegli altri casi. Le “fasce orarie di reperibilità” del lavoratore,presso il proprio domicilio sono comprese - loricordiamo ancora una volta - tra le ore 10,00 e le12,00 e tra le ore 17,00 e le 19,00 per i dipendentidel settore privato, mentre per i dipendenti pubblicila fascia è fissata tra le ore 9,00 e le 13,00 e tra leore 15,00 e le ore 18,00. Se il medico trova il lavoratore presso il suodomicilio e conferma, dopo la visita, la prognosiri lasciata dal medico curante, si ri t ieneevidentemente giustificata l’astensione dal lavorocon prosecuzione dalla malattia fino ad avvenutaguarigione o alla successiva visita di controllo. Non è consentito comunque richiedere una secondavisita di controllo nella stessa giornata. Nel caso invece di assenza del lavoratore, egli deveprodurre idonea giustificazione al centro medicolegale dell’Inps, mentre quando il lavoratore giungapresso il suo domicilio con il medico ancora ivipresente, quest’ultimo può visitarlo solo su suaespressa richiesta. L’eventuale assenza del lavoratore viene annotatasul verbale del sanitario e il dipendente diventapassibile di sanzione amministrativa a meno chenon p re sen t i l a c i t a t a documen taz ionegiustificativa. È opportuno anche precisare che il malato devefacilitare il più possibile la visita fiscale el ’access o de l med ico , qu ind i , a t i t o loesemplificativo, il citofono non funzionante o lasordità del lavoratore/paziente non si configuranocome giustificazioni idonee e anzi possonoconfigurare ipotesi di condotta negligente(Cassazione n. 4233/2002), e cosi pure altrec i r c os t an ze d e l g ene re ( Ca s s az i one n .4216/1997).In ca so d i a s se nza , qu ind i , o l t r e a l l averbalizzazione già ricordata, il medico rilascia al

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portiere, a un familiare, a un vicino o direttamenten e l l a c a s s e t t a p o s t a l e d e l l a v o r a t o r e ,l’invito/convocazione a presentarsi alla visita dicontrollo il primo giorno successivo non festivo. In ordine, in particolare, al rilascio dell’invito nellacassetta postale, l’Inps - con il messaggio n.2587/2016 - ha chiarito che la mancata certezzacirca l’avvenuta ricezione della convocazione daparte del lavoratore fa sì che, se il lavoratore non sipresenta alla visita ambulatoriale, riceverà unnuovo invito con raccomandata A.R. o via PEC. L’assenza del lavoratore alla visita fiscale, se nonopportunamente giustificata, comporta in ogni casoanche la detrazione delle giornate di malattia fino adun massimo di 10 giorni di calendario alla “primaassenza”, per il 50% dell’indennità nel rimanenteperiodo di malattia alla “seconda assenza” alla visita,e per l’intero importo dell’indennità a decorreredall’eventuale “terza assenza”. Il datore di lavoro, sempre in caso di assenza permalattia ingiustificata, può infine applicare lesanzioni disciplinari previste dai contratti collettivi(rimprovero verbale o scritto e trattenuta sullaretribuzione).

(giorgio bacigalupo)05/04/2017 - L’importanza dello “spesometro”Il prossimo 10 aprile scade il termine per latrasmissione telematica dei dati relativi alle fattureattive e passive rispettivamente emesse e ricevutedai contribuenti nel corso dell’anno 2016.Si tratta del c.d. “spesometro”, della cuicompilazione e invio si sta naturalmente facendocarico per i propri assistiti il nostro Studio, checonsentirà all’Agenzia delle Entrate di incrociare idati e verificare così la corretta annotazionecontabile delle relative fatturazioni.Anzi, l’Agenzia ha recentemente annunciato chesono pronte più di 28.000 comunicazioni da inviareai contribuenti per i quali i dati non coincidono,invitandoli a regolarizzare le posizioni irregolariemerse e a versare eventuali imposte omesse.Con la legge di bilancio 2017 è stato dispostoinoltre che la cadenza dell’invio dello “spesometro”non sia più annuale ma trimestrale (fatto salvosoltanto il corrente anno 2017 per il quale cisaranno infatti due soli invii semestrali), e dunqueil controllo dell’amministrazione finanziaria èdestinato ad essere via via più “stringente”.Di qui la necessità di una sempre più corretta etempestiva annotazione contabile, che da partenostra abbiamo ritenuto di rendere quanto piùagevole possibile con la creazione del portaleSkynet che, come avrete certamente rilevato, vipermette di ricevere in tempo reale le fatturepassive da tutti i fornitori che inviano la

documentazione in formato pdf o direttamente informato elettronico (è il c.d. B2B).

(stefano lucidi)06/04/2017 - L’apertura di una farmacia neo-istituita sui confini della sede - QUESITOÈ possibile aprire la farmacia di nuova istituzioneesattamente sulla linea di confine comune alle duesedi farmaceutiche? È corretto cioè ritenere che lalinea di confine comune appartenga ad entrambe lesedi?

Le vie o piazze di confine, che segnano dunque illimite territoriale della sede, corrono lungo la loromezzeria, e perciò sono bensì di pertinenza delledue sedi confinanti ma limitatamente alla mezzeriainterna a ciascuna di esse.Sono fatti salvi i casi in cui la sede sia stataindividuata non con la precisazione di tutti i suoiconfini ma con la sola indicazione di una “via opiazza e adiacenze”, che è stata una formulaadottata nella revisione straordinaria del 2012 daquattro o cinquecento comuni (ad esempio, quellipiemontesi).È fatto salvo anche il caso – per la verità nonfrequentissimo – in cui una via di confine vengaespressamente ascritta a una sola sede con laprecisazione che a quest’ultima afferiscono “ambo ilati”.Abbiamo però l’impressione che per quanto Lariguarda non ricorra né l’una né l’altra eccezione eche pertanto sia necessario – ove Lei intendaattivare l’esercizio nella mezzeria esterna, quindiall’interno della sede confinante – che sia richiestaal Comune una modifica in tal senso della Suacircoscrizione, documentando con perizia giuratal’inesistenza di locali liberi e/o agibili e/o idoneiall’interno dell’attuale porzione territoriale dipertinenza della sede.Non è peraltro una vicenda destinata a concludersipositivamente in tempi brevissimi perchégeneralmente – escluse cioè fattispecie particolariin cui, ad esempio, siano emersi nella descrizionedella sede neo-istituita errori materiali – lamodifica di una circoscrizione è disposta all’internodi un provvedimento di revisione ordinaria.

(gustavo bacigalupo)06/04/2017 - Rimborso in busta paga delle speseper l’uso dell’autovettura personale - QUESITOSiamo a chiedere, per quanto riguarda undipendente collaboratore di una farmacia, se èpossibile corrispondere in busta paga il rimborsospese per la consegna dei medicinali a domicilio.Se affermativo, possono essere erogati comeemolumenti esenti e in che misura giornaliera?

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Il dipendente della farmacia che effettua consegnea domicilio con la vettura aziendale non ricevegeneralmente rimborsi spese rientrando tali sueprestazioni nelle sue attribuzioni ordinarie, anchese è bene comunque – per ragioni facilmenteintuibili - prevederle espressamente nellalettera/contratto di assunzione.Diverso è, invece, il caso – non del tuttoinfrequente - in cui il lavoratore operi la consegna adomicilio di farmaci e non farmaci con la propriaautovettura, perché in questa eventualità èragionevole evidentemente contemplare in bustapaga un rimborso spese, in misura forfetaria odeterminato in base alle tabelle chilometriche Aci,quindi già di per sé configurato come emolumentoesente.Nella detta tabella, oltre al costo chilometrico,viene riportato anche il valore annuale del fringebenefit, come Lei potrà rilevare agevolmente.

(giorgio bacigalupo)07/04/2017 - Reperibilità e turnazioni nel Lazio -QUESITOSe possibile vorrei chiederVi qualche notizia sullareperibilità e turnazione delle farmacie nellaregione Lazio.Da una mia piccola indagine ho visto che solo laprovincia di Viterbo attua una turnazione moltoserrata (paesi con due farmacie hanno sempre unafarmacia aperta su chiamata) mentre le restantiprovince hanno una turnazione anche tra paesilimitrofi.Mi piacerebbe sapere se la scelta di farci turnarecosì frequentemente deriva da una legge (che ionon ho trovato) o da una scelta dell' ASL diViterbo.Su internet ho trovato la legge n. 26/2002 che silimita solo a prevedere che tale servizio, neiComuni con una sola farmacia, viene svolto aturno con le farmacie dei Comuni più vicini (art.5, comma 4), senza tuttavia stabilire né unnumero minimo di Comuni con i quali deveavvenire la turnazione, né, tantomeno, quale siala lontananza massima entro la quale ciò èpossibile.

La legge regionale cui far riferimento per ladisciplina dei turni delle farmacie aperte alpubblico nel Lazio è quella da Lei individuata eperciò la l. 30 luglio 2002 n. 26.Ora, è pur vero che l’art. 5, comma 4, da Leirichiamato, prevede che la guardia farmaceuticafestiva e diurna è svolta a turno con le farmacie deicomuni più vicini soltanto nel caso in cui in questicomuni vi sia una sola farmacia, ma l’art. 3, comma5, della stessa legge sancisce un principio generale

secondo cui “in relazione a situazioni territorialiparticolari, i turni di servizio diurno, festivo enotturno, possono essere regolamentati incoordinamento ed integrazione fra comuni e Asllimitrofi, anche di diverse province, sentiti i sindacidei comuni interessati, le organizzazioni sindacaliprovinciali delle farmacie pubbliche e privatemaggiormente rappresentative e gli ordiniprovinciali dei farmacisti competenti perterritorio”.Pertanto, sarà necessar io promuovere i lcoordinamento e l’integrazione tra comuni e Aslper poter essere inserite le due farmacie del Suocomune in una turnazione più ampia, alleviandocosì il gravoso impegno di essere di turno asettimane alterne.

(stefano lucidi)07/04/2017 - Come ricercare il testamento del“de cuius” – QUESITONon essendo ormai da molto tempo in buonirapporti con mio padre - venuto a mancare daqualche mese – né con i miei fratelli, come possoverificare se ha fatto testamento e se questo siastato pubblicato?

Forse non tutti sanno che con la L. 25/03/1981 n.307 – di ratifica ed esecuzione della convenzionefirmata a Basilea il 16/05/1972, e appunto relativaall’istituzione di un sistema di registrazione deitestamenti - è stato istituito un Registro generaledei testamenti presso l’Ufficio centrale degliarchivi notarili del Ministero della Giustizia.In pratica i notai che ricevono uno degli atti diultima volontà elencati nell’art.4 della legge stessa- testamenti pubblici, segreti e olografi, ritiri deitestamenti segreti e olografi depositati formalmentepresso un notaio, verbali di pubblicazione ditestamenti olografi non depositati formalmentepresso un notaio, nonché revocazioni e revocazionidelle revocazioni delle disposizioni a causa dimorte (sempre che siano fatte con un nuovotestamento) - devono provvedere ad effettuarnel’iscrizione nel registro, direttamente in viatelematica oppure tramite l’Archivio notarile dicompetenza.Inoltre, il testatore può richiedere che l’iscrizionedell’atto avvenga anche presso il competenteorganismo di uno Stato estero che figura tra quelliaderenti alla convenzione di Basilea (Francia,Cipro, Turchia, Belgio, Paesi Bassi, Portogallo,Lussemburgo, Spagna, Estonia, Lituania eUcraina). L’iscrizione dell’atto resta segreta fino alla mortedel testatore, dopo la quale gli interessati,presentando idonea documentazione giustificativa

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(certificato di morte, sentenza dichiarativa di mortepresunta oppure con autocertificazione), possonoottenere un certificato delle iscrizioni presenti nelRegistro che riguardano la persona defunta.Naturalmente, se è vero che le disposizioni appenaricordate possono rivelarsi utili in vicende comequella descritta nel quesito, è anche vero che nelconcreto talora si tratta di un testamento olografonon formalmente depositato presso il notaio maconservato fino alla morte dal de cuius in qualchecassetto e magari redatto in più originali consegnatia uno o più dei legittimari.In tal caso, chiunque ne sia in possesso o lorinvenga in un qualsiasi modo deve farlopubblicare da un notaio e questo potrebbe quindiavvenire anche in tempi distanti o molto distantidall’evento, rendendo così vane le interrogazionidel Registro cui si è fatto cenno all’inizio.

(alessia perrotta)10/04/2017 - Proroga bonus mobili a scartamentoridotto per il 2017 – QUESITOHo letto su 24Ore che la legge di bilancio haprorogato , ol t re a l le detrazioni per leristrutturazioni edilizie, anche il famoso “bonusmobili”. Vorrei una conferma.

In effetti la proroga delle super-agevolazioni Irpefper le ristrutturazioni edilizie per tutto il 2017(detrazione al 50% fino al limite di spesa, perimmobile e per intervento, di 96.000 euro) è stataaccompagnata anche dalla “proroga” (il perchédelle virgolette sarà chiaro tra poco) del c.d. “bonusmobili”, consistente – ricordiamolo brevemente –nelle detrazioni Irpef del 50%, in dieci rate annualisu un ammontare complessivo di 10.000 euro, perle ulteriori spese sostenute per l'acquisto di mobilie/o di grandi elettrodomestici di classe noninferiore ad A+ (A per i forni), nonché diapparecchiature per le quali sia prevista l'etichettaenergetica finalizzate all'arredo dell'immobileoggetto di ristrutturazione.Tuttavia, più che di una vera propria prorogadell’agevolazione preesistente si è trattato di unasua “riedizione”, dato che la legge di bilancio 2017(art. 1, comma 2, lett. c) n.4) ne ha in realtàmodificato l’originario ambito temporale diefficacia. La disposizione originaria - contenuta nell’art. 16,comma 2, del D.L. 63/2013 convertito in L.90/2013 – riguardava infatti le spese sostenute dal6 giugno 2013 al 31 dicembre 2016 collegate ainterventi di recupero edilizio, mentre ora la stessadisposizione riformata dalla legge di bilancio 2017fa riferimento agli interventi di recupero delpatrimonio edilizio iniziati a decorrere dal 1°

gennaio 2016, e riguarda le spese sostenute apartire dal 1° gennaio 2017. In definitiva, dal 1° gennaio 2017 per usufruiredella detrazione è necessario il concorso di duecondizioni: a) che l’intervento sia iniziato in datanon anteriore al 1°gennaio 2016; b) che le spese(per l’acquisto di mobili e/o elettrodomestici) sianoeffettuate nel 2017. Ma, come nel passato, le spese di ristrutturazionenon devono essere sostenute prima di quelle deimobili e/o degli elettrodomestici, ed è necessarioanche che i lavori di ristrutturazione siano iniziatiprima del sostenimento delle spese per l’acquisto dimobili e/o elettrodomestici.Inoltre, per gli interventi di recupero ediliziooperati nel 2016, ovvero iniziati nel 2016 eproseguiti nel 2017, l’agevolazione va calcolata suun importo complessivo non superiore a 10.000euro al netto delle eventuali spese già sostenute nel2016 per le quali si è già fruito della detrazione.Dunque, se per un intervento iniziato nel 2016 sisono già sostenute nello stesso anno – poniamo -spese per mobili ed elettrodomestici per 5.000 euro,nel 2017 l’agevolazione potrà riguardare almassimo una spesa di 5.000 euro.

(stefano civitareale)10/04/2017 - Il “fatturato” di sedi a concorso -QUESITOAlcuni colleghi mi hanno riferito che è possibileottenere una valutazione teorica del fatturato dellesedi a concorso, basato sulla pianta organica.Vorrei saperne di più in merito, ossia se trattasi distudio geomarketing, e quali sono i costi daaffrontare.

Ci pare che una risposta adeguata alle Sue esigenzepossa essere tratta, ad esempio, da Credifarma (maanche da aziende specializzate nel geomarketinge/o fornitrici di arredi per farmacie), la quale hainfatti messo a disposizione degli interessati unprogramma – chiamato “simulator” – che indica lecaratterist iche di una sede farmaceuticaconfigurando anche l’ipotetico ammontare deiricavi della futura farmacia.È un servizio che Credifarma offre gratuitamente.

(tullio anastasi)11/04/2017 - La prova delle donazioni deigenitori per l'acquisto di beni da parte dei figli.Nella vita di una famiglia accade spesso che igenitori forniscano la provvista necessaria ai proprifigli per l’acquisto di beni immobili o mobili.E’ una prassi che tuttavia viene sottopostapressoché regolarmente al vaglio del Fisco, che èinfatti autorizzato dalla normativa tributaria vigentea chiedere al figlio (e se del caso anche al genitore)

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come abbia potuto procedere a un acquisto, magarioneroso, senza avere una storia fiscale alle spalle.La risposta fa generalmente riferimentoall’intervento di uno o ambedue i genitori, ma lasemplice affermazione non è sufficiente, secondo laCassazione, a bloccare l’azione accertatrice delFisco, né può farsi riferimento all’alta probabilitàche sia intervenuta una donazione di fatto da partedi padre e/o madre, essendo necessario per laSuprema Corte fornire la prova della liberalitàproducendo la relativa documentazione di sostegno.Cosicché, ove non si forniscano tali prove,l’Agenzia è autorizzata ad emettere un avviso diaccertamento nei confronti del figlio per presuntiredditi evasi negli anni precedenti l’operazione diacquisizione del cespite oggetto di verifica.Per difendersi da queste presunzioni, oltre aenunciare, ad esempio, nel rogito di compravenditadi un immobile l’avvenuto intervento genitoriale,sarà opportuno ma molto spesso necessario:- procedere dapprima con un separato rogito

notarile alla donazione di denaro a favore delfiglio, che avrà poi cura di utilizzarlo – in tempiabbastanza ravvicinati – per l’acquisto del benemobile o immobile;

- oppure, procedere a un preventivo bonifico dellasomma necessaria all’acquisto dal contocorrente bancario del o dei genitori sul conto delfiglio, che anche in questo caso ne farà usoevidentemente per perfezionare l’acquisto.

Di fronte a queste operazioni appunto preventive ilFisco arresterà la sua azione accertatrice,sempreché a loro volta – beninteso – il o i genitorisiano in grado di giustificare sulla base delleproprie dichiarazioni fiscali l’ammontare dellasomma erogata.

(stefano lucidi)12/04/2017 - La difficile convivenza di “sedi”definite e “zone” indicate in forma semplificata– QUESITO La sede che ci è stata assegnata è descritta nelladelibera regionale con la sola indicazione dellazona che è un piccolo quartiere della città, e invecenella pianta organica oltre alla zona vengonocitate anche due vie, una a nord e una a sud, senzaperò completare l’intero perimetro.Mentre sulla base della semplice indicazione delquartiere usufruiremmo probabilmente di unamaggiore scelta del locale, la precisazione delledue vie ci riduce invece in modo notevole l’area incui ubicare la farmacia.Come dobbiamo regolarci nella ricerca del locale?

La risposta al quesito è agevole, ma il tema che vi èproposto va in realtà molto oltre e, per quel che sta

proponendo il Consiglio di Stato, merita unadisamina più approfondita.

Revisione della p.o. e bando di concorsoÈ evidente in primo luogo che la divergenza da voisegnalata si pone tra la generica descrizione dellasede riportata nel bando regionale di concorso -perché non sapremmo quel che di diverso possaessere la “delibera regionale” cui fate cenno - equella con alcuni ma significativi dettagli in più chesi rilevano nella “pianta organica”, perciò nelprovvedimento della giunta comunale che nel 2012ha approvato la revisione straordinaria istitutiva(anche) della sede in argomento.Se così è, si tratta certo di una vicenda singolare eanche poco spiegabile, dato che in linea generale eperaltro correttamente i bandi di concorsostraordinario si sono attenuti pedissequamente –quanto agli elementi identificativi delle porzioni delterritorio assegnate alle singole sedi farmaceutiche- alle indicazioni dei provvedimenti di revisione equindi anche descrittivamente la configurazione diogni sede, dettagliata o sommaria che fosse, nelprovvedimento regionale ha per lo più coinciso conquella delineata nella deliberazione comunale.Ma qui, come vediamo, il bando si è limitatopigramente a riportare null’altro che la denominazionedella “zona” cittadina, cioè del quartiere “identificato”dal Comune come bisognoso di un incrementodell’assistenza farmaceutica, invece di replicarefedelmente la pur scarna descrizione riportata nelladelibera di revisione.Non c’è dubbio però che tra i due provvedimenti –ai fini dell’individuazione dell’area corrispondentealla vs. circoscrizione farmaceutica – a “far fede”deve essere per voi quello comunale, talché illocale andrà ricercato in quella compresa tra le duevie citate nella revisione, anche se molto ristrettarispetto alle vostre aspettative.I confini tuttavia, come riferite, non sonominimamente tracciati sui suoi lati est e ovest equesto già di per sé può generare qualcheinsicurezza sull’inerenza o meno di un locale o diun altro alla sede assegnata, costringendovipertanto - specie per le ubicazioni da questo puntodi vista più incerte e per così dire “border line” – aguadagnare una sorta di preventivo via liberadell’Asl e/o del Comune, e infatti è esattamentequel che si sta verificando in alcune circostanzecongeneri con le complicazioni pratiche per ivincitori facilmente immaginabili.

Legittime per il CdS le sedi indicate in formasemplificata

Il guaio purtroppo è che, ci piaccia o meno, ormaiper il Consiglio di Stato una qualche sommarietà euno scarso rigore nella definizione degli ambiti

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territoriali che afferiscono alle singole sedi -quantomeno se di nuova istituzione, visto che per ilmomento sono le sole oggetto delle indagini delmassimo giudice amministrativo - non sembranopiù, in quanto tali, esporre i provvedimenti acensure di illegittimità, perché proprio in questiultimissimi tempi si sta rapidamente consolidandoun convincimento sempre più orientato per la“zona”, intesa come area definita “in forma anchesemplificata” (?), piuttosto che per la “sede”, intesainvece (così d’altronde l’abbiamo tutti sempreconosciuta) come porzione esattamente determinatao univocamente determinabile.Ora, negli anni successivi al decreto Cresci Italia ilCdS, smentendo alcuni Tar, aveva espresso e piùvolte ribadito (salvo che in un paio di circostanze)un assunto pienamente ortodosso che naturalmentenon poteva dar adito a dubbi o difficoltà neppurenelle varie fasi più propriamente attuative: è verocioè, chiarì infatti ben presto, che nell’art. 11 non siparla più di “sedi” ma di “zone”, e però si tratta diuna semplice variazione di vocabolario perché lagiurisprudenza aveva già da tempo avvertito chequando la normativa previgente usava il termine“sede” si doveva intendere “zona” (e viceversa),essendo questo “il significato che si desumeva dalcontesto”.

“Sede” e “zona”Del resto, il termine “zona” era/è presente anchenell'art. 1, settimo comma della l. 475/1968 enell’art. 13, secondo comma, del d.P.R. n.1275/1971, come è vero per di più – ed è unrilievo sicuramente non secondario – che nelcomma 2 dell’art. 11 del Cresci Italia si parlaanco ra t r anqu i l l amen te d i “nuove sed ifarmaceutiche …”: pertanto, aveva concluso ilSupremo Consesso, a ogni farmacia di nuovacome anche di non nuova istituzione va assegnatauna “sede” o “zona” del territorio comunaleprecisamente individuata o individuabile al cuiinterno l’esercizio va ubicato nella sua primaattivazione ed eventualmente in prosieguospostato.Le cose però si stanno qui parecchio “evolvendo”perché nel CdS, come accennato, la “sede”, anzi la“zona” ha assunto in questo momento – esciaguratamente tale posizione appare definitiva –caratteristiche inequivocabilmente diverse tenutoconto che si vuole ora fortemente considerarla, piùche una porzione di territorio esattamente definitao definibile, una “zona” che può essere indicataanche in termini sommari e dunque nonnecessariamente sin dall’origine delimitata in tutte le sue vie opiazze perimetrali.

Ma attenzione, come precisa la sentenza n.959/2017, secondo il CdS la “sede”/“zona” non èvenuta meno neppure a seguito della riforma[diversamente “ne risentirebbe la razionalità delservizio e vi sarebbe anche il rischio di conflitti di“competenza” tra farmacie confinanti”], anche sela giurisprudenza [per la verità si tratta della soladecisione n. 5884/2015] – “in evoluzione rispettoagli arresti originari, maggiormente tesi adun’interpretazione nel segno della continuità travecchio e nuovo sistema” – ha ora “rilevato chel’obbligo di delimitare territorialmente le nuovesedi [e per le vecchie?] è stato alleggerito”.Vengono quindi oggi ritenute aderenti al sistemanormativo scaturito (?) dal decreto Cresci Italiaanche indicazioni non puntuali dei confini, oveidonee all’identificazione della “zona” dipertinenza, che però – sia chiaro – non è e non èmai stata tanto un’area “territoriale” quantop e c u l i a r m e n t e “ d e m o g r a f i c a ” ,rispecchiando/dovendo rispecchiare un “bacinod’utenza” inteso come popolazione residente e/ofluttuante ritenuta destinataria del servizio che lafarmacia è chiamata ad assicurare proprio conl’ubicazione dell’esercizio al suo interno.

Rivive la nota Min. Salute 21/03/12Come i lettori più “edotti” avranno colto, ilConsiglio di Stato mostra insomma di essersiimprovvisamente omologato per questo specificoaspetto a una famigerata (per il disorientamentoquasi generale che ne conseguì) nota ministerialedel 21/03/2012 che fece allora scrivere e discutereparecchio e per la quale tra le finalità della riformaci sarebbe stata – oltre a quella della radicalesoppressione della “sede” (ma almeno a tanto ilCdS non è ancora giunto) – quella della suasostituzione, non affatto per mera diversitàterminologica, con “zona”; eppure, badate bene, sitratta di quella stessa nota da cui il SupremoConsesso aveva avuto occasione fino a poco fa diprendere dichiaratamente le distanze con analiticheargomentazioni per affermare infine, comeabbiamo visto, l’esatto contrario.Anzi, ed eccoci alla strettissima attualità, in unaraffica di decisioni pubblicate nello scorso mese dimarzo (tutte di reiezione di appelli contro sentenzedel Tar Veneto, ma anche del Tar Lazio) abbiamodovuto registrare in questa stessa direzione unulteriore “passo avanti”, ben poco però sorretto daiprincipi di diritto amministrativo e indubbiamentemacchinoso nella sua fase applicativa.

Ma il CdS va anche oltre Nelle rispettive deliberazioni comunali, adesempio, la nuova sede di Mestrino è stata infattiindividuata con la semplice indicazione “Via G.

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Galilei – estremità ovest” e la quarta di Lendinaracon l’indicazione “Via Valli ovvero la zona a suddella linea ferroviaria”; ambedue i provvedimentiveneti neppure troppo tempo fa sarebbero statiprobabilmente censurati, e invece tali indicazioni,della cui estrema genericità nessuno può dubitare,sono oggi considerate “sufficienti a identificare lazona così sottraendo il provvedimento impugnato avizi di legittimità”, “anche se – questa l’ultima“chicca” del CdS – è opportuno (?) che essa siaprecisata in sede di attuazione ”.I giudici di Palazzo Spada, una volta affermata lasufficienza e per ciò stesso la legittimità dellasemplice “zonizzazione” di una farmacia neoistituita [perché, giova ribadirlo, le vicendeesaminate hanno sinora riguardato soltantofarmacie istituite nelle revisioni straordinarie del2012], parrebbero dunque aver avvertito lanecessità di un ulteriore intervento, inevitabilmenteanch’esso di competenza comunale, che - su istanzade l l ’as segna ta r io , suppon iamo - dec idasull’inerenza o meno del locale prescelto alla“zona” sommar iamente iden t i f i ca t a ne lprovvedimento di revisione.

Gli interrogativi che ne derivanoAvremo pertanto “in sede di attuazione” - almenoin astratto - tante disposizioni comunali di dettaglioquante sono le (nuove) farmacie semplicemente“zonizzate”, con il rischio per di più di dover taloraassistere a una molteplicità di interventi successiviin ordine a una stessa “sede”/“zona”, magari di piùardua identificazione?E saranno, come dovrebbero essere, provvedimentianch’essi impugnabili dinanzi al giudiceamministrativo? Ma con quali concrete chances disuccesso per l’assegnatario della “sede”/“zona”,vista la quasi impenetrabile discrezionalità checaratterizza in questi casi il potere della p.a.?E alla criptica affermazione conclusiva del CdS[“… è opportuno che essa (la “zona”: ndr.) siaprecisata in sede di attuazione”] che ruolo osignificato è lecito ascrivere? Non certamentequello di una prescrizione ineludibile, perché si ègià rilevato che le indicazioni in forma semplificatadella “zona” non rendono di per sé illegittime leopzioni di merito dei Comuni; si tratta allora di unaraccomandazione, di un invito alla “buonaamministrazione”, o di una sterile invasione dicampo del giudice amministrativo?Che ne è/sarà poi degli spazi territoriali “neutri”,dunque terre di nessuno, che fatalmentederiveranno dalla mera “zonizzazione” di nuovefarmacie?E le vecchie “sedi” resteranno tali e quali e sempreinvalicabili per gli altri (vecchi o nuovi) esercizi?

E quando questo nuovo indirizzo avrà fattolentamente il giro d’Italia, le farmacie di prossimaistituzione saranno precisamente delimitate osemplicemente “zonizzate”, ovvero, come sembrapiù credibile conoscendo l’eterogeneità el’imprevedibilità dei comportamenti comunali,avremo tanto le une quanto le altre?Infine, come e per quanto potrà resistere, senzaulteriori ribaltamenti, un assetto del serviziofarmaceutico territoriale articolato in “ sedifarmaceutiche”, le 17.000 di vecchia istituzione piùle circa 2.000 delle 2.500 neo istituite, e in “ zone” ,le 500 che più o meno sono quelle istituite“ottemperando” alle indicazioni della notaministeriale del 21/3/2012 oggi improvvisamente eimprovvidamente avallata dal Consiglio di Stato?

Presente e futuroSarà un futuro anche non lontano a dover darequalche risposta ma l’impressione è che i nodipossano essere sciolti definitivamente soprattuttodal legislatore (anche se da par suo in tutt’altrefaccende affaccendato), che tuttavia potrebbefinire per convincersi a dar corpo all’idea che ilsettore possa fare anche a meno di pianteorganiche e “sedi”/“zone” farmaceutiche, quindiquella stessa idea che aveva avanzato la notaministeriale del 21/3/2012 traducendola poi inripetuti tentativi – tutti falliti ma alcuni solo inextremis o per pura casualità – di “emendare” ilCresci Italia con esplicite disposizioni in talsenso.Su questo ipotetico passaggio pensiamo peròtuttora che, se ben condotto, esso potrebbe ancherivelarsi un’importante salvaguardia per il sistema,sempreché – è chiaro – vi sopravvivano comeautentici capisaldi il contingentamento degliesercizi e un’adeguata distanza legale tra loro.Ne abbiamo parlato approfonditamente inun’analisi di cinque anni fa [Sediva News del 2-3-4maggio 2012 “Se cadono piante organiche e sedifarmaceutiche: l’analisi di un emendamento chenon c’è”(CLICCABILE)], nella quale questiscenari erano per buona parte preconizzati; è unanota che chi ha un po’ di tempo da perdere potràperciò anche ripercorrere.D’altra parte:- se davvero si crede che, come enuncia il nuovoart. 2 della l. 465/68 (per effetto della sostituzioneoperata dal comma 1 dell’art. 11 del Cresci Italia),l’identificazione delle “zone nelle quali collocarele nuove farmacie” deve mirare “al fine diassicurare un’equa distribuzione sul territorio,tenendo altresì conto dell’esigenza ecc.”;- se siamo convinti che questa va assunta comef i n a l i t à c h e d e v e p e r s e g u i r e , a l m e n o

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tendenzialmente e sia pure nel tempo, anche lacollocazione territoriale degli esercizi di vecchiaistituzione;- e se teniamo conto che la distribuzione dellefarmacie deve essere “equa” non con strettoriguardo al solo dato territoriale, immaginando cioèuna ripartizione del territorio in tante porzionie q u i v a l e n t i p e r q u a n t e s o n o l e“sedi”/“zone”/“farmacie”, ma pensando che la loroubicazione debba essere pianificata [sempreautoritativamente, beninteso] nella prospettiva e infunzione di un riparto – il più aderente possibile alquorum 1:3300 – di nuclei di popolazione(residente e fluttuante, come sottolineato)potenzialmente destinataria dei servizi dei singoliesercizi; se in definitiva si assumono tali presupposti e sig u a r d a c o n l a g i u s t a p r e o c c u p a z i o n eall’improbabile assetto “binario” che con noninsolita nonchalance il Consiglio di Stato stadelineando, è forse possibile che anche i titolari difarmacia – fermi naturalmente i due capisaldi di cuisi è detto – possano affrontare senza eccessivitimori un eventuale abbandono di piante organichee sedi farmaceutiche.Il CdS a uno scenario finale del genere non ha peròavuto ancora l’ardire di approdare [sarebbe stato inogni caso un distacco impensabile rispetto alla suastessa giurisprudenza di poco tempo prima] e anziha riaffermato – lo abbiamo già ricordato –l’obbligo dell’amministrazione di delimitareterritorialmente, pur se “in forma semplificata”,anche le nuove sedi perché “altrimenti nerisentirebbe la razionalità del servizio”, precisandoinoltre che la mancanza di una qualsiasi“zonizzazione” non consentirebbe di “delimitare lalibertà di scelta del farmacista di allocazione delproprio esercizio commerciale, e dunque nongarantisce l’ottimale collocazione degli esercizi atutela dell’interesse pubblico alla miglioreaccessibilità al servizio farmaceutico”.Sono tutte notazioni che, esprimendo anche lapos iz ione odie rna del mass imo giudiceamministrativo, potranno forse rasserenare chiritiene la “sede farmaceutica”, anche se degradata asemplice “zona”, un pi las tro veramenteirrinunciabile del settore; e tuttavia, soprattutto sefosse costretto, poniamo, a dirimere ripetutamenteconflitti tra titolari di “sedi”/“zone” finitime che sidisputino un lembo di territorio di nessuno o didubbia pertinenza, quanto tempo occorrerebbeperché il CdS salti il fossato? Da ultimo, un suggerimento

Un suggerimento infine di ordine pratico, direttoevidentemente anche agli autori del quesito cui

stiamo rispondendo: gli assegnatari di una“sede”/“zona”, delineata nel provvedimentoistitutivo soltanto “in forma semplificata”, è beneche – specie nel caso in cui progettino di ubicarel’esercizio in un locale ritenuto particolarmenteappetibile ma di dubbia pert inenza alla“sede”/“zona” loro assegnata – presentino in tempibrevi un’istanza alla Asl o, più correttamente, alComune così da provocare in via preventivaindicazioni di maggiore dettaglio sulla suaconfigurazione, se del caso richiamando proprioq u e s t o r e c e n t i s s i m o p u n t o d ’ a r r e s t ogiur i sprudenz ia le , l addove c ioè i l CdS“raccomanda” alla p.a. di precisare “in sede diattuazione” i confini di una “zona” indicatasommariamente.Abbiamo già detto della singolarità di una tale“raccomandazione”, ma se non altro chi hainteresse potrà tentare di invocarla a proprio favore,e francamente non vediamo ragioni – data anche lagrande autorevolezza dell’organo giurisdizionale diprovenienza – perché il Comune non debba darvisollecitamente seguito, esplicitando dunquel’effettivo “bacino di utenza” che si è intesosalvaguardare con la nuova farmacia.Certo, in qualche evenienza l’esito potrà ancherivelarsi nei fatti deludente per le attese e gli auspicidell’assegnatario della “sede”/“zona”, ma la vicendasarà stata almeno arricchita di alcuni elementiessenziali rimasti fino a quel momento nei cassetticomunali, senza contare che in ogni caso la partitanon dovrà necessariamente considerarsi chiusa lì.

(gustavo bacigalupo)13/04/2017 - Le novità in materia didichiarazioni integrative - QUESITO Ho saputo che la manovra di bilancio 2017 haintrodottoimportanti novità anche in materia di dichiarazioniintegrative. E’ vero?

Si è trattato in realtà di un importante punto disvolta sull’argomento, che merita quindi unapprofondimento, scusandoci sin d’ora per qualchepassaggio forse un po’ troppo “tecnicistico” mainevitabile perché la materia è questa e non sempreci è consentito esemplificarla più di tanto.Dunque, l’art. 5 del D.L. 193/2016, nel testorisultante dalla legge di conversione (L. 225/2016),intervenendo sulle disposizioni di riferimento (art.2, commi 8 e 8-bis D.P.R. 322/1998) ha unificato itermini di presentazione della dichiarazioneintegrativa presentata a favore del contribuente e diquella presentata a sfavore: ora, infatti, entrambe ledichiarazioni possono essere presentate entro itermini di decadenza dell’azione di accertamento.

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Ricordiamo che la dichiarazione integrativa afavore è finalizzata a correggere errori e/oomissioni commessi nella dichiarazione originariache hanno condotto alla determinazione di unminor credito ovvero di un maggior debito rispettoa quello effettivamente spettante/dovuto (e quinditende al riconoscimento a favore del contribuente,per entrambe le situazioni, del maggior creditoscaturente dalla rettifica stessa), mentre ladichiarazione integrativa a sfavore, evidentemente,ha l’obiettivo di rimediare alla situazione opposta.Prima della modifica legislativa l’Agenzia delleEntrate – basandosi su un’interpretazionestrettamente letterale della norma - ha sempresostenuto che per la presentazione delle duedichiarazioni erano previsti termini diversi, potendoquella a favore essere inviata non più tardi deltermine di presentazione della dichiarazionerelativa all’anno successivo a quello in cui è statapresentata la dichiarazione originaria, mentre quellaa sfavore non oltre il termine di decadenzadell’accertamento, vale a dire entro il 31 dicembredel quarto (quinto a partire dal periodo di imposta2016) anno successivo a quello in cui è statapresentata la dichiarazione. Questa posizione non ha raccolto grandiconsens i ne l l a dot t r ina e ne l l a s t ampaspecializzata, specie per il vulnus che ne derivasul piano dell’equità del rapporto Fisco-contribuente, dato che quest’ultimo avrebbe adisposizione un ben più limitato termine per“ritrattare” le dichiarazioni presentate rispetto aquello concesso al Fisco per la loro verifica.Nella sostanza la tesi è stata poi fatta propria -recentemente - anche dalle Sezioni Unite dellaCorte di Cassazione (n. 13.378/2016), che tuttaviahanno temperato quella posizione stabilendo che ilcontribuente può sempre ritrattare in sedecontenziosa, e senza limitazioni, la dichiarazioneoriginaria, ove questa conduca a una pretesatributaria illegittima.Con le modifiche legislative intervenute con iprovvedimenti ricordati all’inizio, però, ladichiarazione risulta ora (finalmente) modificabilesia a favore che a sfavore del contribuente – fattasalva, per quella a sfavore, la corresponsione dellesanzioni e l’applicabilità dell’istituto delravvedimento operoso - entro i termini didecadenza dell’azione di accertamento; vieneinoltre recepito normativamente il principiogiurisprudenziale circa la possibilità di rettifica insede contenziosa espresso nella decisione delleSezioni Unite.Tuttavia, un “doppio binario” tra le duedichiarazioni continua ad esistere perché

l’integrativa a favore presentata entro il termineper la presentazione della dichiarazione relativa alperiodo d’imposta successivo consente l’utilizzoimmediato del credito in compensazione secondo leregole ordinarie, mentre l’integrativa a favorepresentata oltre tale termine, ed entro quello diaccertamento, comporta un differimento di utilizzoin compensazione del credito stesso, che può infattiessere fatto valere solo per saldare debiti maturati apartire dal periodo d’imposta successivo a quelloin cui è stata presentata l’integrativa stessa.Sempre fatta salva, s’intende, la possibilità dellarichiesta di rimborso.Per quanto riguarda l’emendabilità delladichiarazione IVA, fermo restando, al pari delledichiarazioni dei redditi e dell’Irap, la possibilità diintegrarla a favore entro i termini di decadenzadell’accertamento, valgono regole parzialmentediverse per la fruibilità del credito.L’integrativa a favore presentata entro il terminedi presentazione della dichiarazione relativaall’anno solare successivo r i s u l t a c i o èscomputabile in sede di liquidazione periodica /o didichiarazione annuale (sempre con l’alternativa delrimborso in presenza dei requisiti previsti);diversamente, per la dichiarazione integrativa afavore presentata oltre il termine di presentazionedella dichiarazione riguardante l’anno solaresuccessivo il relativo credito può essere utilizzatoin compensazione solo per eseguire il versamentodi debiti maturati a partire dal periodo d’impostasuccessivo a quello in cui è stata presentatal’integrativa (in pratica, non può essere utilizzatointernamente nelle liquidazioni iva) e può semprenaturalmente essere chiesto a r imborso,ricorrendone le condizioni.

(stefano civitareale)13/04/2017 - Se ci dimentichiamo di presentareun F24 a zero – QUESITOLo scorso novembre ho dimenticato di presentare ilmodello “F24” di integrale compensazione deldebito di iva per ottobre con un mio credito Irpef.Ho letto in una vostra news che invece, anche nondovendo pagare nulla, l’F24 va comunquepresentato. Come posso rimediare ora?

Attualmente per l’omessa o tardiva presentazionedi un Mod. F24 c.d. “a zero” – dato che, come nelcaso da Lei descrit to, per effet to dellecompensazioni di crediti e debiti per imposte e/ocontributi di importo complessivo equivalente, ilsaldo finale del modello stesso è per l’appunto paria zero – è prevista una sanzione di 100 euro, ridottaa 50 se la tardività non è superiore a cinque giorni

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lavorativi (art. 15, comma 1, lett. q) n. 2 D.lgs.158/2015).Tuttavia anche per questa mancanza è possibiler i c o r r e r e a l c . d . ravvedimento operoso,presentando il modello a suo tempo omesso eversando una sanzione gradualmente ridotta infunzione della distanza temporale tra la datadella violazione e quella del suo ravvedimento,eprecisamente è pari: Entro i cinque giorni lavorativi, a 5,56 euro

(1/9 di 50 euro); Oltre i cinque giorni lavorativi ed entro i

novanta giorni, a 11,11 euro (1/9 di 100euro);

Oltre i novanta giorni ed entro l’annodall’omissione, a 12,50 euro (1/8 di 100euro);

O l t r e l ’ a n n o e d e n t r o i d u e a n n idall’omissione, a 14,29 euro (1/7 di 100euro);

Oltre i due anni dall’omissione, a 16,67 euro(1/6 di 100 euro);

Infine, se la contestazione viene riportata in unprocesso verbale di constatazione (PVC) chechiude una verifica fiscale, la sanzione ridottaè p a r i a 20 eur o ( 1 / 5 d i 1 0 0 e u r o )indipendentemente dal tempo trascorso dalladata di violazione e quella di redazione delPVC.Bisogna però anche cons iderare che i lravvedimento operoso è precluso laddove laviolazione - fatto salvo appunto il caso del PVC- sia stata già rilevata dall’Agenzia delle Entratenel corso di un’attività di verifica; e, consideratoche tu t t i i ve r sament i s ca turen t i da l l adichiarazione dei redditi sono oggetto dicontrollo automatizzato ai sensi dell’art. 36-bisD.P.R. 600/73 (che in questo momento siperfeziona in un periodo generalmente nonsuperiore all’anno rispetto al termine di inviodella dichiarazione), diventa evidentementeopportuno provvedere alla regolarizzazionespontanea non appena ci si avvede delladimenticanza.

(andrea piferi)14/04/2017 – La giurisprudenza più recenteV. sotto Rubrica dedicata.

3 – NORMATIVA, GIURISPRUDENZA & PRASSI(in pillole) La proroga dei termini al 21 aprile 2017 per

la c.d. “rottamazione” delle cartelle dipagamento

D. L. 27/03/2017, n. 36 (in GU 29/03/2017, n.74)V. sopra Sediva News del 15/03/2017.

Obbligatorio lo scambio di informazioni fiscalitra gli stati membri della UE

D. L. 15/03/2017, n. 32 (in GU 23/03/2017, n. 69)In attuazione della Direttiva UE 2015/2376, èstato emanato il provvedimento sullo scambioautomatico obbligatorio di informazioni nelsettore fiscale, e perciò dal 1°gennaio 2017 iPaesi membri della UE devono trasmettersireciprocamente le informazioni relative agliaccordi f iscali preventivi eventualmenteintercorsi con le imprese. Convertito in legge il “Mille proroghe”Legge 27/03/2017, n. 19 (in GU 28/03/2017, n. 49)Del dl. abbiamo parlato in una delle “Pillole” delnumero scorso di Piazza Pitagora, pagg. 30-31. I servizi della “farmacia dei servizi” sono

preclusi a parafarmacie e ipermercatiCorte Costituzionale – sent. n. 66 del 08/04/2017La Corte, con una decisione cui comprensibilmente èstata data subito ampia risonanza, ha dichiaratol’illegittimità costituzionale dell’art. 1, comma 2,della L.R. Piemonte 16/05/2016, n. 11, per aver estesola facoltà di eseguire i test di autocontrollo del sangue(come colesterolo, glicemia, trigliceridi ed altri ingenere) anche alle parafarmacie e ai centricommerciali, così contrastando, come chiarisce laConsulta, con “l’interposta legislazione statale” che“limita la possibilità di effettuare le prestazionianalitiche di autocontrollo (nelle quali rientranoquelle contemplate dalla disposizione regionaleimpugnata) alle sole farmacie convenzionate con ilSsn”.Non sono evidentemente necessari ulterioricommenti, che però – come prevedibile – sono statifortemente negativi da parte delle parafarmacie. (g.b.) L’apertura di nuove farmacie non può essere

disposta sulla base di eventi futuri e incerti,laddove non assicurino la “sostenibilitàeconomica” degli esercizi

Consiglio di Stato – sent. 10/04/2017 n. 1678Respingendo l’appello del Comune di Trento contro lasentenza del Tar n. 284 del 10/07/2014, il CdS confermaper buona parte, e con qualche interessante dettaglio inpiù, gli assunti del primo giudice che aveva annullato ladeliberazione consiliare di revisione straordinaria dellap.o. del comune istitutiva di nuove sedi farmaceutiche,una delle quali – di questo si erano doluti i ricorrenti – inuna zona non densamente popolata già servita da duefarmacie; quindi l’annullamento aveva riguardatosoltanto tale parte del provvedimento.Nella specie il Tar Trento aveva ravvisato un profilodi eccesso di potere nell’incongruità dellacollocazione di una nuova farmacia – dopo averassunto espressamente la “sostenibilità economica”della gestione aziendale per il suo esercente come un

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dato strutturale della scelta - in una zonainsufficiente ad assicurarle un’adeguata redditività,se non al verificarsi appunto di eventi “futuri eincerti” (ma molto… futuri ed eccessivamente…incerti).Anche per il Consiglio di Stato quello della“sostenibilità economica” – pur se, come precisa lasentenza, non costituiva di per sé un parametrovincolante, imposto cioè da norme esterne e/odisposizioni interne dell’amministrazione comunale –è stato assunto [di qui la conferma dell’illegittimitàdel provvedimento] come elemento cardine dellamotivazione della delibera consiliare di revisioneperché, aggiunge il CdS, “di fatto impiegato qualecriterio di valutazione della convenienza eopportunità dell’istituzione delle nuove sedifarmaceutiche, facendone però poi un’applicazioneincoerente e contraddittoria”.Perciò, pur avendo ribadito sul piano dei principiche “il Comune dispone, nell’organizzazione delladislocazione territoriale del servizio farmaceutico,dell’ampia discrezionalità propria di tale categoriadi atti, in quanto la scelta conclusiva si basa sulbilanciamento di interessi diversi attinenti allapopolazione, attuale e potenzialmente insediabile,alle vie e ai mezzi di comunicazione e vari altri, percui la scelta conclusiva è sindacabile solo sotto ilprofilo della manifesta illogicità ovvero dellainesatta acquisizione al procedimento degli elementidi fatto presupposto della decisione”, il SupremoConsesso finisce qui per condividere l’assuntodirimente del Tar circa la sussistenza nellafattispecie degli “elementi sintomatici di talimacroscopici vizi”.Dopo aver infatti respinto l’ipotesi di collocare alcunedelle nuove sedi in certe aree adducendone laprevedibilmente scarsa redditività economica alla lucedei parametri insediativi impiegati, il Consigliocomunale ha contraddittoriamente ubicato la sedecontestata in una località con condizioni analoghe(“essendo destinata a sorgere in un’area scarsamenteurbanizzata, nella quale apparivano sufficienti eadeguati gli esercizi già esistenti”), e questo “in ragionedi incerte e aleatorie previsioni di sviluppo futuro”.In particolare, era da ritenersi “insufficiente ilrichiamo a una prevedibile futura “espansioneedilizia” dell’area in questione, basato su unapianificazione urbanistica non ancora pervenutaneanche alla fase dell’adozione (e che, a confermadella giustezza delle dette conclusioni, a tutt’ogginon risulta aver significativamente progredito)”come pure “al dato della “popolazione fluttuante”,ossia dei prevedibili utenti occasionali e di passaggioche potrebbero accedere al nuovo esercizio (senzacontare che le disposizioni di legge in materia

assumono come parametro la popolazione residente,e non quella occasionale, inevitabilmente incerta emutevole)”.Non siamo personalmente d’accordo sullaprecisazione da ultimo riportata tra parentesi, perché(come abbiamo avuto occasione di rilevare in altrecircostanze) anche la “popolazione fluttuante” devecontare, eccome, nell’individuazione/valutazione del“bacino di utenza” ascrivibile a una farmacia, a menoche naturalmente non si tratti di una “fluttuazione” -come era in questo caso - del tutto ipotetica, e ci parequindi che non possa essere sempre e soltanto la“popolazione residente” il parametro di riferimento.Ma questo è un altro discorso.Per tutto il resto, però, la sentenza del Consiglio diStato è pienamente condivisibile, come d’altra partelo era anche quella del Tar trentino (v. “Pillola” inPiazza Pitagora n. 666 del 30/07/2014 pag. 15). (g.b.) Accolti gli appelli del Comune di Latina contro

le sentenze del Tar che avevano annullatol’istituzione delle 7 sedi del capoluogo pontino

Consiglio di Stato – sent. n. 1250 del 20/03/2017,nn. 1304 e 1305 del 22/03/2017 e n. 1381 del27/03/2017La vicenda è nota e non è necessario soffermarvisi senon per sottolineare che – come era stato largamenteprevisto – il CdS, una volta accolto l’appellocomunale sulla competenza della Giunta e non delConsiglio con riguardo al provvedimento di revisionestraordinaria della p.o. di Latina, ha dovuto esaminareanche le ragioni di merito dei ricorsi introduttiviriproposte infatti negli appelli incidentali dei titolari difarmacia.Le considerazioni del CdS hanno però in praticareplicato quelle delle decisioni sui gravami contro lesentenze del Tar Veneto su cui ci siamo soffermatipoco fa, con la conseguente reiezione di tutti gliappelli incidentali.Le assegnazioni definitive delle 7 sedi hanno dunquericevuto il definitivo via libera. (g.b.) Respinto l’appello contro la mancata revisione

della p.o. di PutignanoConsiglio di Stato sent. n. 1253 del 20/03/2017Nel ricorso introduttivo era stata lamentata lamanc a t a revisione della p.o. e in particolarel’omessa rideterminazione del perimetro delle sediesistenti, quel che avevano richiesto i ricorrentisostenendo, e riproponendo l’assunto in sede diappello, che la configurazione di ogni sede deve farein modo che in essa sia insediata la quota “legale” dipopolazione (3300 abitanti).E’ evidente, precisa il CdS, che tale parametronon può essere applicato in questo senso inquanto con esso necessariamente concorronoaltre necessità, quali quelle relative alla

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configurazione dell’abitato (più sparso o piùconcentrato) o la presenza delle necessarie vie dicomunicazione, così da assicurare l’accessibilitàal servizio farmaceutico alla più ampia porzionedi abitanti.La tesi dedotta in appello, conclude il CdS, avrebbepotuto essere accolta solo dimostrando – quel che nonè stato in questo giudizio - la complessiva illogicitàdella scelta dell’Amministrazione, in relazione aidiversi interessi pubblici implicati. (g.b.) Confermata la decadenza del Comune di

Capodrise dal diritto di prelazione esercitato asuo tempo per mancata tempestiva attivazionedella farmacia

Consiglio di Stato sent. n 1251 del 20/03/2017È detto tutto nel titolo, ma vale la pena precisareche nel frattempo la farmacia era stata dalComune affidata in concessione a terzi, e perciòl’accoglimento dell’appello contro Tar Campanian. 4643/2015 (che aveva accolto il ricorsocomunale) ha comportato anche l’annullamentodella delibera del Consiglio e dei provvedimenticonsequenziali. (s.l.) Respinti gli appelli contro le sentenze del Tar

Veneto di rigetto dei ricorsi contro l’istituzionedi sedi nelle revisioni straordinarie di alcunicomuni

Consiglio di Stato - sent. nn. 958, 959, 960, 962 e968 del 01/03/2017, nn.1047, 1048 e 1049 del06/03/2017 e n. 1223 del 17/03/2017La prima delle 9 decisioni, la n. 958, ha confermato lapronuncia del Tar che si era limitato a dichiarareinammissibile il ricorso, perché prodotto contro unadelibera di Giunta comunale (di Casalserugo) che, siapure errando, aveva semplicemente “proposto” allaRegione [fattispecie peraltro curiosa] l’istituzione diuna sede e, secondo il CdS, pur trattandosi di unadeliberazione avente in realtà contenuto diprovvedimento, si presentava dichiaratamente comemero atto propulsivo e, come tale, non eraimpugnabile.Le altre 8 sentenze invece decidono sulla legittimitàdell’istituzione di sedi in altrettanti comuni veneti,confermando le pronunce di rigetto del Tar.Ribadito che è il comune l’amministrazionecompetente e la Giunta l’organo comunale che deveprovvedere, per il CdS non è censurabile - quindi noncostituisce profilo di illegittimità del provvedimentoistitutivo - l’indicazione della sede/zona in formasemplificata senza perciò la precisazione di tutte lesue vie o piazze di confine; ma proprio quiregistriamo la vera novità perché su tale specificavicenda il massimo organo di giustizia amministrativachiude, discutibilmente, “raccomandando” (?) allap.a. di precisare “in sede di attuazione” la

configurazione della “zona” (sul punto v. sopraSediva News del 12/04/2017).Neppure sulla collocazione territoriale delle sedi neoistituite,che poi era il tema centrale di tutti questi ricorsi, ilCdS fa passi avanti, anche perché indietro – vistol’orientamento assunto e consolidato ormai da tempo– non poteva sicuramente tornare.Ne vogliamo tuttavia parlare brevementesoffermandoci soprattutto sui due aspetti di maggiorrilievo (tra loro connessi), premettendo però che daq u e s t e d e c i s i o n i - a s s u n t e i n p r a t i c acontemporaneamente e redatte in qualche caso con ilclassico “copia e incolla” - si trae la sensazione che laIII Sezione, che ha visto recentemente in parterinnovati i suoi ranghi, intenda bensì rinsaldare puntigià fermi ma denotando talora un certo fastidio perla quantità dei ricorsi di titolari di farmacia.Il primo aspetto riguarda comunque alcuni enunciatidi carattere generale che, pur ripetutamente affermatiin precedenza, vengono ora integrati con qualcheulteriore considerazione.In particolare, in materia di pianificazione edistituzione di sedi farmaceutiche – leggiamo in due otre delle 8 decisioni - il prevalente indirizzogiurisprudenziale è nel senso di ritenere che taleattività involga sia un profilo “quantitativo” o“demografico” connesso alla determinazione delnumero di operatori da immettere nel settore inrapporto alla popolazione, aspetto strettamentedisciplinato dalla legge (art. 11 D.L. n. 1/2012), e siaun profilo organizzativo e/o “localizzativo”, nelsenso dell’adeguata distribuzione delle sedifarmaceutiche nell’ambito del territorio comunale.Entrambi i profili, pur essendo concettualmentedistinti, sono strettamente legati e sono finalizzati agarantire, da un lato, l’accesso alla titolarità difarmacie di un numero progressivamente più ampiodi operatori e, dall’altro, una presenza più capillare euna maggiore accessibilità al servizio farmaceutico.In base quindi proprio all’art. 11, così concludepreliminarmente il CdS, spettando ai Comuni ilcompito di “identificare” le zone in cui collocare lenuove farmacie, rientra nella sfera discrezionale lororiservata lo stabilire la localizzazione più idonea aifini di una migliore accessibilità e fruibilità delservizio.Il secondo aspetto è figlio di quest’ultima notazione:data la sindacabilità di atti ampiamente discrezionalisolo per evidenti errori o carenze procedimentali,ovvero per manifesta irrazionalità o illogicitàagevolmente rilevabile dall’iter argomentativo che hacondotto all’adozione del provvedimento, se ilComune non compie o scrive grandi sciocchezze, onon dispone del tutto irragionevolmente e/o

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contraddittoriamente [così è stato ad esempio per larevisione straordinaria di Trento, come abbiamovisto poco fa] dove ubicare le nuove sedi, nonsembra ci sia barba di doglianza che tenga.Non è pertanto censurabile la deliberazione comunaleche abbia scelto di collocare una sede in una zonapoco densamente abitata, o che abbia optato per ilcentro cittadino, o preferito non “trasformare” infarmacia, nonostante l’espresso avviso contrario dellaAsl, il dispensario ubicato in una frazione di Treviso[come invece avrebbe dovuto se guardiamo allenorme che regolano i dispensari, e guarda caso qui sitrattava di un dispensario gestito proprio dalComune, da par suo già titolare di 9 farmacie],oppure che abbia delimitato con precisione svizzerauna sede neo-istituita o si sia invece limitato aindicare la “zona di via Valli ovvero la zona a suddella linea ferroviaria” (è il caso della quarta sedeistituita a Lendinara), o abbia tenuto conto operfettamente ignorato senza nulla dire il parerecontrario dell’Ordine dei Farmacisti (“tenuto conto,sia dell’ampiezza della valutazione riservata alComune in ordine alla localizzazione della sede, siadel parametro di obbligatorietà fissato dallalegge”). E così via.Insomma, se il Comune – non importa se titolare diuna, 10 o nessuna farmacia – non si suicida i suoiprovvedimenti di revisione, specie se istitutivi dinuove sedi, non sono nella realtà impugnabili conapprezzabili possibilità di successo, e questo sembraproprio un definitivo punto di approdo. E oggi ancordi più.Per la verità, la nostra idea era che l’indicazionenell’art. 11 di ulteriori specifiche finalità di rilievopubblicistico (maggiore accessibilità al servizio, equaripartizione, zone meno densamente abitate) chel ’ a m m i n i s t r a z i o n e d e v e p e r s e g u i r enell’organizzazione territoriale del serviziofarmaceutico comportasse per la p.a. oneri piùconsistenti nella esplicitazione delle ragioni a montedi una scelta collocativa piuttosto che di un’altra; einvece evidentemente le cose non stanno così perchéanzi, come vediamo, la giurisprudenza ha conclusoin direzione opposta. (g.b.) Riavviato (e concluso) il secondo interpello

puglieseConsiglio di Stato ord. n. 1175 del 17/03/2017Nel bilanciamento dei contrapposti interessi in sedecautelare il Cds ha ritenuto prevalente quello dellaRegione Puglia alla conclusione in tempi ragionevolidella procedura di assegnazione delle sedifarmaceutiche disponibili “al fine di assicurare unapiù omogenea distribuzione dei farmaci sulterritorio”, come la Sezione aveva già osservatonell’ordinanza n. 5740 del 21/12/2016 (v. Sediva

News del 30/12/2016: “Il concorso laziale, le sedi diLatina e le stravaganze un po’ alchimistiche (maforse non troppo) del CdS”).Il ricorso introduttivo contro l’avvio del secondointerpello era stato proposto dagli assegnatari dellasede di Muro Leccese, che era ed è sub judice perchénon è ancora stata pubblicata, per quanto ci consta,la sentenza di merito del Tar Puglia sulla legittimitàdella sua istituzione.Il CdS non ha perciò ritenuto di dover adottareun’“ordinanza-ponte” nelle more della imminentedecisione del Tar, cosicché il secondo interpello èstato riavviato e concluso; il che vuol dire che gliassegnatari di Muro Leccese, in caso diannullamento dell’istituzione della sede, sarannochiamati – se saranno chiamati – a partecipare alterzo.Al momento le sedi ancora da assegnare sono 27 chetuttavia è un numero destinato probabilmente acrescere per effetto di alcune assegnazioni chepotrebbero non andare a buon fine per una o piùdelle varie ragioni che ben si conoscono. (g.b.) L’esito di altri due ricorsi contro la graduatoria

lazialeTar Lazio – sent. n. 3338 del 09/03/2017 e n. 4274del 07/04/2017Nel mese di marzo sono state pubblicate 8 decisionidel Tar Lazio riguardanti la graduatoria, di cui si èbrevemente parlato nella Sediva News del10/03/2017 (v. sopra).Si sono aggiunte nel frattempo altre due sentenze.Oltre alla n. 4274 del 07/04/2017, che dichiara estintoil giudizio per rinuncia dei ricorrenti, c’è la n. 3338del 09/03/2017 con cui invece – ed è per ora l’unicadecisione in tal senso – è stata accolta (parzialmente)l’impugnativa di un concorrente con l’ordine del Taralla Regione di attribuirgli il punteggio aggiuntivo di0,06 e dunque quello complessivo di 41,70.Ma il ricorrente non rientrava, né è rientrato ora aseguito della sentenza, tra i primi 271, e pertanto lasua posizione – che ha scalato la graduatoria soltantodi qualche posto – potrà giovargli solo nel secondointerpello.In definitiva, nessuna delle dieci sentenze del TarLazio finora pubblicate ha scalfito realmente lagraduatoria né le sedi originariamente a concorso, edunque non hanno inciso nei fatti sui concorrenti giàinterpellati nella prima tornata e/o già resi o darendere assegnatari in via definitiva delle sedi daloro accettate.Beninteso, sono tutte decisioni di primo grado,perciò ancora appellabili al CdS. (g.b.) La discrezionalità (allora regionale, oggi

comunale) nella territorializzazione della sedeistituita nel 2010 a Marino

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Tar Lazio – sent. nn. 3511 del 15/03/2017L’impugnativa era infatti rivolta alla revisione dellap.o. del 2010; ma anche antecedentemente al decretoCresci Italia – quando cioè la competenza eraregionale – la scelta della zona dove collocare unasede neo istituita era ampiamente discrezionale eperciò non sindacabile dal giudice amministrativo senon per i ben noti vizi di manifesta irrazionalità oillogicità. (g.b.) Legittima l’istituzione delle due nuove sedi di

Ariccia…Tar Lazio – sent. n. 2775 del 23/02/2017Siamo ora nel tema delle revisioni straordinarie del2012, ma per la precisione una delle due nuove sedidi Ariccia era stata istituita con il criteriodemografico, e quindi con il nuovo rapporto limite1:3300, e invece l’altra come “farmacia aggiuntiva”in un centro commerciale.L ’ i m p u g n a z i o n e r i g u a rd a n t e l a p r i m a ,condivisibilmente, è stata dichiarata inammissibiledal Tar perché proposta dal titolare di farmacia di uncomune diverso (Albano) anche se confinante conAriccia (non avendo infatti “alcun interessegiuridicamente tutelato a contestare la legittimitàdell’individuazione”), mentre quella contro la“farmacia aggiuntiva” – invece ammissibile per lanatura “sovracomunale” di tali farmacie – è statarespinta sia per l’inconferenza del motivoriguardante l’omessa acquisizione del pareredell’Asl da parte del Comune (essendo ilprovvedimento istitutivo di competenza dellaRegione) e anche per la mancata produzione diprove documentali attestanti il non rispetto dellaprescritta distanza di 1500 metri tra il centrocommerciale e le altre farmacie. (g.b.) ...delle tre nuove di Albano…Tar Lazio – sent. n. 4182 del 03/04/2017Il ricorrente, che era lo stesso del precedentegiudizio, aveva impugnato anche il provvedimentodi revisione straordinaria della Giunta comunale diAlbano e successivamente pure il bando regionale diconcorso.Aveva però trascurato di impugnare ancheprovvedimenti successivi, come in particolare lagraduatoria definitiva del concorso (e così gli attiulteriormente successivi): il ricorso è stato quindidichiarato inammissibile e le tre nuove sedi diAlbano, al pari di quella “demografica” di Ariccia,sono/saranno assegnate anch’esse all’esito del primo(o secondo, terzo, ecc.) interpello laziale. (g.b.) … e della terza sede di Castel MadamaTar Lazio sent. n. 3675 del 20/03/2017Questa vicenda non interessa invece il concorsostraordinario essendo relativa a un provvedimento direvisione adottato nel 2011.

Allora il rapporto limite – per i comuni conpopolazione non superiore a 12.500 abitanti (CastelMadama ne registrava al 31/12/2009 più di 7.500) –era di 1:5.000, con l’utilizzabilità dei “resti” sesuperiori a 2.500 abitanti, e il ragionamento del Tar,nel respingere la censura del ricorrente riguardante ilmancato riassorbimento della seconda sede a suotempo istituita con il criterio topografico, è stato insostanza il seguente: considerato che non era stataancora aperta la farmacia/sede soprannumerariadoveva ritenersi non riassorbibile, non ricorrendone ipresupposti di cui all’art. 104 comma 2 (“lefarmacie già aperte in base al solo criterio delladistanza sono riassorbite nella determinazione delnumero complessivo delle farmacie stabilito in baseal parametro della popolazione”).Quindi l’istituzione di una terza sede con il criteriodemografico era legittima.Ma il ricorso avrebbe forse potuto/dovuto essererespinto non tanto per la ritenuta irriassorbibilitàdella farmacia in soprannumero (non convince infattil’interpretazione strettissimamente letterale di quel“già aperte”), ma tenendo conto che – essendo allorala popolazione di Castel Madama di oltre 7.500abitanti – le sedi “demografiche” avrebbero potutolegittimamente essere due (contro l’unica fino a quelmomento istituita con il criterio della popolazione),ferma però nella p.o. quella “topografica” di vecchiaistituzione perché il suo mantenimento come“topografica” era, come tuttora è, consentito quandoil numero complessivo di abitanti non superi i12.500.Il che sembra tanto più vero se si considera che qui ilprovvedimento di revisione – ancora regionale – eraprecedente al decreto Cresci Italia e perciò non eraancora in vigore la disposizione di cui all’ultimoperiodo del comma 3 dell’art. 11 (aggiunto dalcomma 12-duodevicies dell’art. 23 dello Spendingreview di cui al dl. 6/7/2012 n. 95) che ha impressouna forte accelerazione all’obbligo della p.a. diriassorbire le sedi originariamente soprannumerariediventate “numerarie” (anche) per effetto dellariduzione del quorum.In sostanza, anche secondo la giurisprudenzaformatasi sulla normativa previgente al Cresci Italia,il criterio demografico poteva/può legittimamenteessere utilizzato integralmente pur in presenza di unasede in precedenza istituita in soprannumero, econservando come tale quest’ultima nella p.o. quando– come nel caso di Castel Madama – la popolazionecomplessiva lo consenta.È vero tuttavia che nella specifica vicenda – per quelpoco che abbiamo potuto rilevare – nelprovvedimento regionale di revisione questoproblema non è stato affrontato (se pure è stato

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affrontato) in questi termini, ma ripiegandosull’interpretazione letterale dell’art. 104 T.U. comeabbiamo sopra rilevato.Può darsi allora che il Consiglio di Stato, se adito,possa riformare la sentenza. (g.b.) Annullata invece l’istituzione della terza sede

di Castelnuovo di PortoTar Lazio sent. n. 2773 del 23/02/2017Diversamente dal caso precedente, qui era stataimpugnata la revisione ordinaria del 2014 e allora unavolta tanto possiamo registrare una decisione - anchese di primo grado - di accoglimento di un ricorsocontro l’istituzione di una sede (la terza diCastelnuovo di Porto) pur se soltanto per la mancataacquisizione (un errore francamente imperdonabiledella Giunta comunale) dei pareri – come noto, nonvincolanti ma obbligatori – di Asl e Ordine.Ma, come precisa il Tar, questa sentenza “noninveste l’istituzione della nuova sede [perché none c c e p i t a i n q u a n t o t a l e ] ma solamentel’assegnazione della zona di competenza”, equindi – nel nuovo provvedimento di revisione –la sede potrebbe essere collocata anche nellastessa zona già identificata nella deliberazioneannullata (il centro storico cittadino, dove èubicata la farmacia del ricorrente) anche se inquesta evenienza occorrerebbe verosimilmentequalche ragione giustificativa in più di una sceltadel genere.Il Tar, infine, ha anche annullato per “illegittimitàderivata” l’altra disposizione, contenuta anch’essanel provvedimento impugnato, che sanciva lasoppressione della farmacia succursale – in esercizionella stessa località – quale conseguenza immediataproprio della collocazione della terza sede.Per la verità la soppressione/revoca di unafarmacia succursale, come di un dispensarios t a g i o n a l e , n o n s c a t u r i s c e d i d i r i t t odall’istituzione di una farmacia ordinaria nellostesso centro abitato (come invece è previsto perun dispensario ordinario), ma qui – ove ilComune intenda ciò nondimeno mantenere in vitai l p r e s i d i o s t a g i o n a l e – è n e c e s s a r i ap r o b a b i l m e n t e u n ’ a m p i a e d e t t a g l i a t amotivazione.(g.b.) Compensi elevati agli amministratori e

bancarotta fraudolentaCorte di Cassazione – Sez. Penale – Sent.30/03/2017, n. 16111La Corte ritiene che il reato di bancarotta fraudolentaper distrazione si configura (anche) quando sianocorrisposti compensi elevati agli amministratori,nonostante la conclamata situazione di dissesto dellasocietà. (m.g.)

Sul reato di omesso versamento delle ritenuteCorte di Cassazione - Sez. Penale – Sent.03/03/2017, n. 10509Ai fini del reato di omesso versamento delle ritenutedovute o certificate di cui all’ art. 10 bis del D. Lgs. n.74/2000, vale quanto dichiarato nel modello 770, masoltanto dal 22 ottobre 2015, data di entrata in vigoredel D.Lgs. n. 158/2015 (Cfr art. 7, comma 1, lett. b);per il passato ha rilevanza solo la prova, che è a caricodell’accusa, del rilascio delle certificazioni delleritenute. (m.g.) Ancora sull’accertamento fiscale “analitico-

induttivo”Corte di Cassazione – Sez. Tributaria – Sent.17/03/2017, n. 6951Gli Ermellini tornano ancora una volta sul temadell’accertamento analitico-induttivo regolatodall’art. 39, comma 1, lett. d) del D.P.R. 600/73,affermando che, pur in presenza di documentazionecontabile formalmente corretta e di “congruità”rispetto agli studi di settore, è legittimo procederealla ricostruzione dei ricavi d'esercizio facendo levasulle incongruenze tra i dati dichiarati e quellidesumibili dalle condizioni di esercizio dellas p e c i f i c a a t t i v i t à s v o l t a .(s.l.) La natura delle somme corrisposte ai familiari

dell’imprenditoreCorte di Cassazione – Sez. Tributaria – Sent.15/03/2017, n. 6721In tema di imposte sui redditi di impresa,l’esborso che il titolare della farmacia effettua afavore del collaboratore familiare a titolo diliquidazione per la cessazione del rapportopartecipativo non è deducibile dal redditod’impresa, non trattandosi di un costo da cuiderivi un sia pur potenziale ricavo per mancanzadel requisito dell’inerenza. (s.l.) Il Min. Salute oscura un sito tedesco di vendita

online di farmaci eticiIl Ministero ha chiuso in questi giorni agli utenti sulterritorio italiano l’accesso al sito tedesco(http://organicmarket.de) che permetteva l’acquistoonline di medicinali soggetti a prescrizione medica,essendo vietata in Italia, come noto, la vendita adistanza di farmaci etici.Il provvedimento è stato adottato d’urgenza. (m.g.) Sulle preparazioni galeniche a scopo

dimagrante il Ministero “aggiusta il tiro”Ministero della Salute – Decreto 31/03/2017 (in GU07/04/2017, n. 82)È stato pubblicato il nuovo DM – modificativo diquello del 22/12/2016 – recante “Divieto diprescrizione di preparazioni magistrali contenentiil principio attivo sertralina e altri”.

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In particolare, le sostanze medicinali vietate nellaprescrizione e allestimento di preparazionimagistrali a scopo dimagrante scendono da 40 a16.Nel provvedimento vengono inoltre confermati idivieti, gli obblighi e le limitazioni vigenti per ilmedico che prescrive la preparazione ex temporea scopo dimagrante (ove naturalmente nonvietata) e per il farmacista che spedisce la ricettae dispensa il galenico prescritto. (s.l.) Le nuove regole per i contratti di locazioni

abitative a “canone concordato”, transitori eper studenti universitari

Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti –Decreto 16/01/2017 (in GU 15/03/2017, n. 62)È entrato in vigore il decreto che individua inuovi criteri generali per la realizzazione degliaccordi territoriali per la stipula dei contratti dilocazione ad uso abitativo a canone concordato(art. 2, comma 3, L. n. 431/1998), dei contratti dilocazione transitori e di quelli intervenuti constudenti universitari (art. 5, commi 1, 2 e 3 L. n.431/1998). I nuovi modelli di autorizzazione per la

videosorveglianzaIspettorato Nazionale del Lavoro – Comunicato10/03/2017L’Istituto rende noto che nella sezione modulisticadel suo sito web sono scaricabili i nuovi modellidell'istanza di autorizzazione all'installazione diimpianti di videosorveglianza, e di sistemi di“ c o n t r o l l o a d i s t a n z a ” d i v e r s i d a l l avideosorveglianza, con l’esatta indicazione delladocumentazione necessaria da allegare allamedesima. Fissati i limiti di detraibilità dei corsi

universitari non stataliMinistero dell’Istruzione, dell’Università e dellaRicerca – Decreto 23/12/2016, n. 993 (in GU07/03/2017, n. 55)È stato pubblicato in G.U. il decreto del MIURrecante i limiti massimi di detraibilità dall’Irpef [aisensi dell’art. 15, comma 1, lett. e), del TUIR] perl’anno d’imposta 2016 delle tasse e dei contributi diiscrizione alle università non statali, secondo criteribasati sull’area disciplinare di afferenza dei corsi(medica, sanitaria, scientifico-tecnologica eumanistico-sociale) e sulla loro sede di svolgimento(Regioni del Nord, Centro, Sud e Isole). (m.g.) Guida alla dichiarazione dei redditi delle

persone fisiche per l’anno d’imposta 2016Agenzia delle Entrate – Circolare 04/04/2017, n. 7L’A.f. fornisce chiarimenti circa le detrazioni, lededuzioni e gli altri bonus fiscali concessi alle persone

fisiche per il 2016 e che possono essere dichiarati nelMod. 730/2017 e nel Mod. Unico PF 2017. La consultazione gratuita delle banche dati

ipotecarie e catastaliAgenzia delle Entrate – Circ. 24/03/2017, n. 3/EAlla luce di quanto disposto dal D.L. 16/2012,l’A.f. ha specificato che la consultazione dellebanche dati ipotecarie e catastali per gli immobili ègratuita solo se viene richiesta dal titolare (anche inparte) del diritto di proprietà o di altri diritti reali digodimento. Inoltre la circolare fornisce precisazioni sullemodalità di consultazione e sulle tipologie didocumenti consultabili. Le comunicazioni del Fisco riguardanti

anomalie del volume d’affari 2014 rispetto aidati dello “spesometro”

Agenzia delle Entrate – Provvedimento 24/03/2017L’Agenzia delle Entrate, in attuazione dell’art. 1,commi da 634 a 636, L. n. 190/2014, ha individuato lemodalità con cui vengono messe a disposizione delcontribuente (e della Guardia di Finanza) le eventualianomalie tra il volume d’affari relativo al 2014 -Mod. IVA 2015 - e l’importo delle operazionicomunicate dai clienti del contribuente all’A.f.mediante lo “spesometro”. (m.g.) I chiarimenti del Fisco sui soggetti esonerati

dallo “spesometro”Agenzia delle Entrate – Comunicato stampa24/03/2017L’A.f. ha preannunciato l’emanazione di unprovvedimento che riconosce l’esonero dall’inviodello “spesometro” relativo al 2016 p e r Entipubblici, commercianti al minuto nonché alberghi eristoranti (per le operazioni attive di importoinferiore a € 3.000, al netto IVA), e per le agenziedi viaggio con riguardo alle operazioni attive diimporto inferiore a € 3.600 al lordo IVA. Inoltre, non dovranno essere comunicati i dati chesono già stati trasmessi tramite il STS. (m.g.) Il “nuovo” ravvedimento operoso per la

mancata presentazione del modello dipagamento F 24 a saldo zero

Agenzia delle Entrate – Ris. 20/03/2017, n. 36In risposta a un quesito, l’A.f. ha illustrato lemodalità applicative del ravvedimento operoso,disciplinato dall’art. 13 del D. Lgs. 472/97,nell’ipotesi di omessa o ritardata presentazione delMod. F24 a saldo zero, specificando che lasanzione comminata per tale inadempimento variasecondo il momento in cui la violazione vieneregolarizzata, in conformità alle regole fissatedall’art. 15, comma 1, lett. q), n. 2), del D. Lgs.158/2015 (sul punto v. sopra Sediva News del13/04/2017). (a.p.)

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Altri chiarimenti sulla “rottamazione” dellecartelle di pagamento

Agenzia delle Entrate – Circ. 08/03/2017, n. 2/EEquitalia – Faq 10/03/2017Sulla definizione agevolata dei carichi affidati agliAgenti della riscossione dal 2000 al 2016 (art. 6,D.L. n. 193/2016), sia l’A.f. che Equitalia hannochiarito ulteriormente la procedura e i requisiti perpoter accedere alla c.d. “rottamazione” dellecartelle di pagamento (v. sopra Sediva News del15/03/2017). Il modello per la notifica degli atti mediante

PECAgenzia delle Entrate – Provvedimento 03/03/2017V. sopra Sediva News del 28/02/2017. Non sono più richiedibili i voucher per le baby

sitterInps – Comunicato 24/03/2017L’Inps informa che l’abrogazione d e l lavoroaccessorio operata dal DL n. 25/2017, econseguentemente della disciplina dei “buonilavoro”, ha avuto effetti anche sui voucher per icompensi alle baby sitter, spettanti alle lavoratricimadri in alternativa al congedo parentale. Dal 22 marzo 2017, infatti, non è più possibile farerichiesta dei voucher baby sitting, mentre è ancoraconsentito richiedere i contributi per l’asilo nido.

4 - SCADENZE FINE APRILE EMAGGIO 201718/04 - Versamento mediante F24online di: Iva relativa al mese dimarzo per i contribuenti mensili;ritenute sui compensi di lavorodipendente, autonomo e di capitalecorrisposti nel mese di marzo;contributi Inps per i dipendenti, icollaboratori coordinati e continuativie / o a progetto e gli associati inpartecipazione con apporto di lavoro,sempre relativi al mese di marzo2 0 / 0 4 - Comunicazione delleoperazioni Iva effettuate nel periodod’imposta 2016, c.d. Spesometro per icontribuenti con liquidazione Ivatrimestrale02/05 - Presentazione del modellounico di dichiarazione ambientale

(MUD) relativo ai rifiuti specialidell’anno 201602/05 - Versamento della seconda diquattro rate della COSAP/TOSAP(tassa occupazione spazi e areepubbliche) se si è scelto il pagamentorateizzato02/05 - Da tale data e fino al 24 luglio èpossibile accettare, modificare einviare il modello 730 precompilatoall’Agenzia dell’Entrate.02/05 - Da tale data e fino al 2 ottobre èpossibile accettare, modificare ei n v i a r e i l m o d e l l o R e d d i t iprecompilato all’Agenzia dell’Entrate16/05 - Versamento mediante F24online di: iva relativa al mese di aprileper i contribuenti mensili e iva relativaal primo trimestre 2017 per icontribuenti trimestrali; ritenute suicompensi di lavoro dipendente,autonomo e di capitale corrisposti nelmese di aprile; contributi inps per idipendenti e i collaboratori coordinatie continuativi e gli associati inpartecipazione con apporto di lavoro,sempre relativi al mese di aprile.16/05 - Versamento mediante F24online della prima rata dei contributiInps in misura fissa per artigiani,commercianti e collaboratori (nonfarmacisti) di impresa familiare riferitiall’anno 2017.30/05 - Deposito del bilancio, delre la t ivo verba le assembleare ,dell’elenco dei soci e dell’eventuale“Relaz ione su l la ges t ione” e“Relazione del Collegio Sindacale”presso la Camera di Commercio (perle società di capitali ed assimilate chehanno approvato il bilancio il

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30/04/2017, cioè entro i 120 giornisuccessivi alla chiusura dell’esercizio).3 1 / 0 5 - Trasmissione telematicaall’Agenzia delle Entrate della nuovacomunicazione dei dati riepilogatividelle liquidazioni periodiche relativa alprimo trimestre 2017 sia per icontribuenti mensili che per quellitrimestrali.

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“Piazza Pitagora” e “Sediva News”Sospendono oggi le loro edizioni per le imminentifestività e danno appuntamento per il 24/04/2017

BUONA PASQUAanche a nome dello Studio e della Sediva.

(gustavo bacigalupo) (franco lucidi)

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