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Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002 anno XVIII n.185 giugno 2011 www.poliziapenitenziaria.it A CASA !

anno XVIII • n.185 • giugno 2011 ... · protesta dei Baschi Azzurri del Sappe. Nel corso della manifestazione, una delegazione del Sappe da me guidata e composta dai Segretari

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anno XVIII • n.185 • giugno 2011 www.poliziapenitenziaria.it

A CASA !

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Organo Uf f iciale Nazionale del S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

ANNO XVIII • Numero 185Giugno 2011

Direttore Responsabile: Donato [email protected]

Direttore Editoriale: Giovanni Battista De Blasis [email protected]

Capo Redattore: Roberto [email protected]

Redazione Cronaca: Umberto Vitale

Redazione Politica: Giovanni Battista Durante

Redazione Sportiva: Lady Oscar

Progetto Grafico e impaginazione: © Mario Caputi (art director) www.mariocaputi.it“l’ appuntato Caputo” e “il mondo dell’appuntato Caputo” © 1992-2011 by Caputi & De Blasis (diritti di autore riservati)

Direzione e Redazione CentraleVia Trionfale, 79/A - 00136 Romatel. 06.3975901 r.a. - fax 06.39733669

E-mail: [email protected] Web: www.poliziapenitenziaria.it

Le Segreterie Regionali del Sappe, sono sede delle Redazioni Regionali di: Polizia Penitenziaria - S G & S

Registrazione:Tribunale di Roma n. 330 del 18.7.1994

Stampa: Romana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 37 - 00030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare: Giugno 2011

Questo Periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria

in copertina:

Manifestazione del Sappe davanti al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, con l’Appuntato Caputoche invita i burocrati del DAP ...a lasciare le poltrone

N. 185 • giugno 2011 • pag. 3Polizia Penitenziaria • SG&S

L’EDITORIALEIl Sappe in piazza a contestare la vecchia nomenclatura del DAPdi Donato Capece IL PULPITO

Qualcuno inciampa nella verità...ma si rialza e prosegue per la sua strada

di Giovanni Battista De Blasis

SAPPEINFORMAIl Sappe manifesta contro i burocrati del DAPdi Erremme

IL COMMENTONon solo le criticità del carcere

nelle cronache giornalistichedi Roberto Martinelli

L’OSSERVATORIO POLITICOI rimborsi elettorali anche ai partiti fantasma

di Giovanni Battista Durante

LO SPORTAstrea: una giovane squadra di 63 annidi Lady Oscar

Chi vuole ricevere la Rivista direttamente al proprio domicilio, può farlo versando uncontributo di spedizione pari a 20,00 euro, se iscritto SAPPE, oppure di 30,00 euro se noniscritto al Sindacato, tramite il c/c postale n. 54789003 intestato a:

POLIZIA PENITENZIARIA - Società Giustizia & SicurezzaVia Trionfale, 79/A - 00136 Roma

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ncora una volta, siamo scesi in piazza a Roma per rappre-sentare il disagio delle donne e degli uomini del Corpo diPolizia Penitenziaria nei confronti di una Amministrazione

Penitenziaria che, ogni giorno di più, si dimostra distante anni lucedalla realtà penitenziaria e da coloroche gestiscono questa emergenzanella prima linea delle sezioni deten-tive. Una Amministrazione che da ven-t’anni – con i suoi burocrati parruc-coni - ostacola ogni evoluzione edaccrescimento professionale dellaPolizia Penitenziaria, condizionandol’operato di tutti i Capi Dipartimentoche fino ad oggi si sono avvicendatialla guida del Dipartimento dell’Am-ministrazione Penitenziaria. Una Amministrazione che non as-sume alcuna iniziativa concreta in materia di formazione e aggior-namento professionale dei poliziotti, che non riesce a retribuirele ore di straordinario che i poliziotti penitenziari sono costretti afare e che non non riesce a liquidare le competenze per i servizi dimissione svolti, spesso anticipando di tasca propria le relativespese. Una Amministrazione illogica, che prima dispone che unità del DAPvadano a rinforzare gli organici di Istituti come Roma Rebibbia eRegina Coeli e poi il giorno dopo distacca unità da Regina Coeliproprio per il DAP! Una Amministrazione che dispone ildistacco in servizio nella comodasede del DAP di alcuni Funzionari delCorpo appena stabilizzati in sedi diloro gradimento, calpestando ogni re-gola di buon senso prima ancora chedi trasparenza, democrazia e legalità. Una Amministrazione che per colpadi alcuni suoi burocrati, occupatisolo a difendere la propria poltrona,sempre gli stessi, ha boicottato e con-tinua a boicottare subdolamente e co-stantemente una non più rinviabile,adeguata e funzionale riorganizzazione del Corpo di Polizia Peni-tenziaria e l’istituzione della Direzione Generale del Corpo, in senoal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, indispensabile

e necessaria per raggruppare tutte le attività ed i servizi demandatialla quarta Forza di Polizia del Paese. Queste sono solo alcune delle ragioni per le quali il quattordicigiugno siamo scesi in piazza a Roma, con delegazioni del Sappe

di tutta Italia.La manifestazione davanti al DAP siè svolta senza alcun problema sottoil profilo dell’ordine pubblico e dellaviabilità ed ha visto presenti anchele rappresentanze dell’AssociazioneNazionale dei Funzionari del CorpoAnfu e dei Sindacati penitenziari Li-siapp e Saipp.Anche l’Organizzazione confederaleautonoma Confsal ha aderito allaprotesta dei Baschi Azzurri delSappe.Nel corso della manifestazione, una

delegazione del Sappe da me guidata e composta dai Segretari Na-zionali e Regionali presenti alla manifestazione, è stata ricevuta dalCapo dell’Amministrazione Penitenziaria Franco Ionta.Nell’incontro il Pres. Ionta ha parlato degli sforzi del Ministro dellaGiustizia Angelino Alfano e del Dipartimento che, pur in un mo-mento di grave difficoltà economica del Paese, sono riusciti ad ot-tenere significativi risultati come l’assunzione di 3.400 nuovipoliziotti penitenziari e l’avvio delle procedure per la costruzionedi nuovi istituti penitenziari.

Ionta ci ha anche informati di averegià chiesto che con la legge di asse-stamento di bilancio vengano indivi-duate nuove risorse per permettere alDAP di sanare il credito che molti ap-partenenti al Corpo vantano versol’Amministrazione, in particolare perquello che riguarda il lavoro straor-dinario e i servizi di missione non re-tribuiti. Noi, da parte nostra, abbiamoespresso un sincero apprezzamentoper le parole espresse da Ionta, maabbiamo anche voluto sottolineare

che il primo Sindacato del Corpo, il Sappe non può fare sconti anessuno e se alle parole non seguiranno i fatti, non esiteremo atornare in piazza.

A

Il Sappe in piazza a contestare la vecchia nomenclatura del DAP

Donato CapeceDirettore ResponsabileSegretario Generale del Sappe [email protected]

N. 185 • giugno 2011 • pag. 4Polizia Penitenziaria • SG&S

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n uomo, che voleva insegnare alsuo asino a non mangiare, decisedi non dargli più cibo.

Quando l’asino morì di fame, l’uomo disse:«Mi è capitata una disgrazia.Proprio quando aveva imparato a nonmangiare, l’asino è morto.»

(Philogelos)

La parabola dell’ Asino morto di fametratta dal Philogelos, ci suggerisce una at-tenta riflessione sulla ostinazione di certepersone nel perseguire le proprie convin-zioni anche quando queste appaiono, aipiù, prive di senso.Tomasi di Lampedusa nel suo Gattopardoaffermava che un uomo per poter convin-cere gli altri delle proprie ragioni doveva,innanzitutto, avere la capacità di convincerese stesso.Ovviamente, in tal modo, qualsiasi tentativodi persuadere un interlocutore profonda-mente convinto delle proprie ragioni, nonpuò che essere vano.E’ di tutta evidenza la difficoltà di far capireall’uomo del Philogelos che il suo asino èmorto di fame. Egli rimarrà sempre convinto della soprag-giunta disgrazia (indipendente dalla sua vo-lontà) che ha impedito di portare acompimento il suo tentativo di insegnare al-l’asino a fare a meno del cibo.Nella vita di tutti i giorni, nemmeno tropporaramente, capita di imbattermi in personeprofondamente convinte delle proprie ra-gioni, disposte a difenderle ad ogni costoe, talvolta, fortemente determinate ad im-porle anche agli altri.In particolare, soprattutto nell’attività sin-dacale, mi è capitato di scontrarmi con lacaparbietà e la testardaggine di qualcuno,ostinatamente abbarbicato sulle proprieposizioni.Eppure gran parte degli esseri umani af-

Una strada che si allontana sempre di piùdai sentimenti di colleganza e di solidarietàverso il personale in quiescenza. Si allontana sempre di più dalla possibilitàdi un accordo che avrebbe potuto identifi-care proprio nell’Anppe quel punto diunione, trasversale a tutti i sindacati, nelquale far confluire i valori ed i principi delCorpo di Polizia Penitenziaria come un im-maginario ponte che unisce il personale inservizio con quello in congedo.Nell’Associazione Nazionale Polizia Peniten-ziaria avrebbero potuto convergere tutti idirigenti dei sindacati rappresentativi aiquali, il Sappe, aveva in tal senso indirizzatoun invito.

Ma, evidentemente, la logica del Philogelosha finito per prevalere e qualcuno si è con-vinto che gli è capitata una disgrazia: pro-prio quando aveva imparato a noncontrattare, il sindacalismo è morto.

frontano ogni giorno una qualche forma ditrattativa, di negoziato. A maggior ragione, proprio nell’attività sin-dacale il nocciolo di ogni questione è pro-prio il negoziato e la trattativa.Purtroppo, però, tanti (troppi) colleghisindacalisti confondono una trattativa conuna gara o, peggio, con una guerra. Secondo questa logica esistono vinti e vin-citori e, anziché ricercare l’accordo mi-gliore, si finisce per diventare avversari.Ricordo un mio vecchio insegnante che,per renderci meglio l’idea, era solito para-gonare una negoziazione alla ricerca delSanto Graal, piuttosto che alla lotta dei gla-diatori nell’arena.Ma non sarà mai possibile trovare il SacroCalice se ci si parano davanti, sulla strada,aggressivi guerrieri disposti soltanto al sin-golar tenzone.Churchill diceva che «A volte l’uomo in-ciampa nella verità ma, nella maggiorparte dei casi, si rialza e continua per lasua strada».Cosa passa nella testa dell’uomo del Philo-gelos quando inciampa nella verità ?Si rialza, appunto, e prosegue per la suastrada.

Cosa è capitato a certi sindacalisti quandohanno inciampato nell’ANPPe, l’Associa-zione dei pensionati della Polizia Peniten-ziaria ? Si sono rialzati, appunto, ed hannoproseguito per la loro strada.

Qualcuno inciampa nella verità... ma si rialza e prosegue per la sua strada

Giovanni Battista De BlasisDirettore Editoriale

Segretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

N. 185 • giugno 2011 • pag. 5Polizia Penitenziaria • SG&S

UL ‘immagine di un asino

Sottouna scena dal !lm Il Gattopardo

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n successo la manifestazione delSAPPE a Roma.In piazza la rabbia delle donne e

degli uomini della Polizia Penitenziaria con-tro i burocrati del DAP.Si è tenuto martedì mattina 14 giugno aRoma, davanti alla sede del Dipartimentodell’Amministrazione Penitenziaria, l’annun-ciato sit-in di protesta dei poliziotti aderential Sindacato Autonomo Polizia PenitenziariaSAPPE, la prima e più rappresentativa Orga-nizzazione dei Baschi Azzurri, che hanno

dell’Amministrazione Penitenziaria che davent’anni ostacola ogni evoluzione ed accre-scimento professionale della Polizia Peni-tenziaria.Abbiamo portato in piazza l’ira delle donnee degli uomini della Polizia Penitenziariache, nell’indifferenza dei piani alti del Di-

manifestato per le gravose situazioni opera-tive in cui sono costretti a lavorare i poli-ziotti penitenziari nelle sovraffollate carceriitaliane.Alla manifestazione, che si è svolta senzaalcun problema sotto il profilo dell’ordinepubblico e della viabilità ordinaria, eranopresenti anche le rappresentanze dell’Asso-ciazione nazionale dei Funzionari del CorpoANFU e dei Sindacati penitenziari Lisiapp eSiapp: anche l’Organizzazione confederaleautonoma CONFSAL ha aderito alla protestadei Baschi Azzurri del SAPPE.In piazza erano presenti le delegazioni e gliiscritti SAPPE provenienti, oltre che daRoma e dal Lazio, da Piemonte, Liguria,Campania, Marche, Molise, Toscana, Ve-neto, Puglia, Calabria, Sicilia, Lombardia eUmbria.Siamo ancora una volta tornati in piazza,sotto le bandiere azzurre del SAPPE, perprotestare contro quella parte di dirigenza

U

Il Sappe manifesta contro i burocrati del DAP

N. 185 • giugno 2011 • pag. 6Polizia Penitenziaria • SG&S

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partimento dell’Amministrazione Penitenzia-ria, combattono ogni giorno - nella primalinea delle sezioni detentive delle carceri, abordo dei mezzi che trasportano i detenuti,nelle sale degli Ospedali in cui piantonano idetenuti ricoverati – le gravi criticità peni-tenziarie che si caratterizzano per il pesantesovraffollamento e la consistente carenza deinostri organici.Uomini e donne che sono obbligati ad effet-tuare turni di lavoro straordinario senza ve-dersi corrisposti i relativi emolumentieconomici ed a anticipare le spese nei ser-vizi di traduzione, compiuti spesso su mezzifatiscenti ed inadeguati.Tutto questo mentre al Dipartimento i ‘no-stri’ dirigenti vengono trasportati su autoberline extra lusso ed i nostri colleghi, chefanno loro da autisti e da scorta, vengonoautorizzati a fare centinaia di ore di lavorostraordinario al mese.

ministrazione Penitenziaria Franco Ionta.Il Capo del DAP ha voluto sottolineare glisforzi del Ministro della Giustizia AngelinoAlfano e del Dipartimento che, pur in unmomento di grave difficoltà economica delPaese, hanno ottenuto significativi risultaticome l’assunzione di 3.400 nuove unità diPolizia Penitenziaria e l’avvio delle proce-dure per le gare per le costruzioni di nuoviistituti penitenziari.Ha annunciato di avere già chiesto che conla legge di assestamento di bilancio venganoindividuate nuove risorse tali da permettereal DAP di sanare il credito che molti appar-tenenti al Corpo vantano verso l’Amministra-zione, in particolare in merito a lavorostraordinario e servizi di missione non re-tribuiti. Ha quindi chiesto al Personale diPolizia Penitenziaria uno sforzo supplemen-tare per comprendere la particolare situa-zione economica che sta vivendo non solo

N. 185 • giugno 2011 • pag. 7Polizia Penitenziaria • SG&S

Nelle fotoalcune immaginidella protestadavanti lasede del DAPa Roma

l’Amministrazione Penitenziaria.Capece ha manifestato «un sincero apprez-zamento per le parole espresse da Ionta,sintomo di una progettualità concreta»ma ha sottolineato che il primo Sindacatodel Corpo, il SAPPE, «non fa sconti a nes-suno e se le cose, in tempi ragionevol-mente brevi, non dovessero cambiare,torneremo in piazza a manifestare».

erremme

Questa è una vergogna ed uno schiaffo a chilavora in prima linea!Nel corso della manifestazione, una delega-zione del SAPPE guidata dal Segretario Ge-nerale Capece, composta dai SegretariNazionali e Regionali presenti alla manife-stazione, è stata ricevuta dal Capo dell’Am-

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erso la fine del mese di giugno, di-versi argomenti di natura peniten-ziaria hanno fatto capolino nelle

cronache giornalistiche. La prima è la nuova iniziativa non violentadi Marco Pannella che, considerato comeper l’emergenza carceri non vi siano solu-zioni concrete all’orizzonte, è dal 20 aprilescorso in sciopero della fame e dal 20 giu-gno anche della sete per sostenere la ri-chiesta di un’amnistia in grado didecongestionare gli istituti penitenziari.Con il leader dei Radicali, che ha motivatoil suo gesto «affinchè l’Italia possa inqualche misura tornare a essere consi-derata una democrazia», digiunano intutta Italia oltre 13 mila persone - tra dete-nuti e loro familiari, agenti di Polizia Peni-tenziaria, psicologi, volontari, avvocati,personale amministrativo, oltre a numerosiliberi cittadini e cittadine - per chiedere chevenga varato un provvedimento di amnistiache consenta di riportare un po’ di legalitànelle carceri italiane. Alla protesta non violenta di Pannella sisono interessate le più Alte cariche costitu-zionali ed istituzionali, che hanno tuttechiesto al carismatico leader radicale di so-spendere la sua protesta di sciopero dellafame e della sete per le gravi conseguenzeche essa può provocare al suo già debilitatofisico. Tra gli altri, Pannella ha incontrato Ange-lino Alfano, (ex?) Ministro Guardasigilli,con il quale ha affrontato – ha detto – «iltema principe non solamente della pro-testa radicale, ma anche per il MinistroAlfano, della crisi istituzionale e socialedel nostro Paese: quello della giustizia edella sua appendice carceraria, in rela-zione al problema posto dal critico rap-porto con diritti umani, civili,costituzionali a tutti drammaticamenteevidenti». «I punti di vista, d’altra parte letteral-mente, inevitabilmente, come tali, di-

di minor allarme sociale, sarà caratterizzatoda pene alternative al carcere. Rilanciandoanche l’istituto della messa alla prova, fi-nora sperimentato nel processo minorile,quale strumento di deflazione del processo:su richiesta dell’imputato questi sarebbeammesso alla prova, prima dell’accerta-mento del fatto. Il secondo livello è quello che riguarda lepene medio – lunghe, che inevitabilmentedovranno essere espiate in carcere, ma im-maginiamo istituti molto meno affollati perlo sgravio conseguente all’operatività delprimo livello e per una notevole riduzionedell’utilizzo della custodia cautelare.L’emenda è garantita dalla privazione dellalibertà personale, ma l’obiettivo socialeprevalente dovrà essere quello del tratta-mento, finalizzato al reinserimento a finepena e quindi alla prevenzione della reci-diva. Il terzo livello, è quello della massima sicu-rezza, del 41 bis, c. 2°, O.P. In questo set-tore il contenimento è l’obiettivoprioritario. Ciò detto, un sincero ringraziamento va aMarco Pannella per avere riportato nelladiffusa e colpevole indifferenza politica ladrammaticità penitenziaria nei temi all’or-dine del giorno del Paese. Nella direzionedi rafforzare questa mia personale necessità

V

N. 185 • giugno 2011 • pag. 8Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella foto Marco

Pannella

Non solo le criticità del carcere nelle cronache giornalistiche

Roberto Martinelli Capo RedattoreSegretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

versi vanno confrontati e approfonditi.Da parte del ministro Angelino Alfano –ha proseguito Pannella - nella sua inizia-tiva personale di stamane mostra quantopaghiamo il fatto che da decenni alla ‘De-mocrazia’ e al popolo italiano non è statopossibile di aprire perfino questo dibat-tito, a tal punto che da 30 anni la propo-sta Radicale sulla riforma necessaria pernon permanere in una situazione di or-ripilante estraneita’ a ogni forma di le-galitaà costituzionale e nazionale,internazionale ed europea attraverso lostrumento della amnistia non è sostan-zialmente conosciuta nemmeno da co-loro che continuano a cercare da troppotempo di giungere alla riforma obbliga-toria, oltre che necessaria, ottenendosemplicemente l’attuale protrarsi dellatragica situazione istituzionale e socialein cui versano con milioni e milioni dipersone e di famiglie il nostro Paese, lanostra società e il nostro Stato».Personalmente credo che non possa esserel’amnistia la risoluzione del problema car-cerario se non si arriva prima a definire unanuova esecuzione penale in Italia. E’ ora, a mio avviso, di rivedere organica-mente il sistema dell’esecuzione della penaattraverso, ad esempio, un nuovo modulo atre livelli: il primo, per i reati meno gravi e

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di revisione del sistema vanno anche i nuovidati diffusi dall’Associazione Antigone. Cresce infatti il sovraffollamento nelle car-ceri italiane: a fine maggio i detenuti ave-vano oltrepassato quota 67.000 superandodi oltre 20.000 persone il limite conside-rato regolamentare. A fornire i dati relativi ai nostri penitenziariè l’Associazione Antigone, impegnata indifesa dei diritti e delle garanzie nel sistemapenale, in un incontro che si è tenuto aRoma, il 23 giugno scorso, presso la Fon-dazione Basso. A fronte di una quota fissata a 45.551 dete-nuti, i reclusi al 31 maggio sono 67.174 dicui 14.251 in attesa di primo giudizio,28.178 imputati e solo poco più della metà,37.257, condannati con sentenza definitiva.Le donne sono 2.878 e gli stranieri 24.404di cui il 21% proveniente dal Marocco, il14% dalla Romania e il 12% dalla Tunisiaper quanto riguarda gli uomini; il 22%dalla Romania e il 16% dalla Nigeria perquel che concerne le donne. Dei condan-nati in via definitiva, quasi il 9% è in carcereper scontare una pena inferiore a un annoe il 32% per una condanna fino a tre anni.Inoltre, il 30% ha un residuo di pena infe-riore a un anno e il 64% fino a tre anni.Nello scorso anno, sono stati 84.641 i nuovidetenuti, dei quali 6.426 donne e 37.298stranieri. Quanto alla Polizia Penitenziaria, a frontedi un organico previsto di 42.268 unità,sono 34.165 gli agenti attualmente in ser-vizio nelle carceri. In testa alla lista degliistituti più sovraffollati, figura il carcere diBusto Arsizio, in provincia di Varese, con265 detenuti per ogni 100 posti, seguononell’ordine Vicenza con 256 detenuti, Bre-scia con 252, Ancona e Catania con 236 eSan Vittore a Milano con 233 detenuti. In altri 15 istituti penitenziari si registranopiu’ del doppio di detenuti rispetto allapianta organica: Savona, Piacenza, Venezia,Reggio Calabria, Castrovillari in provinciadi Cosenza, Pozzuoli in provincia di Napoli,Treviso, Bari, Bologna, Reggio Emilia,Lecce, Palmi in provincia di Reggio Cala-bria, Monza, Pesaro e Pavia. Rispetto a unamedia europea di 97 detenuti ogni 100posti letto, in Italia vi sono 148 reclusi. Lapercentuale di stranieri è del 37% nel no-stro Paese e del 12% in Ue mentre la custo-

N. 185 • giugno 2011 • pag. 9Polizia Penitenziaria • SG&S

dia cautelare riguarda il 42% dei detenutiin Italia e il 25% in Europa. A scontare la pena dell’ergastolo è il 4,6%dei detenuti nelle carceri italiani e l’1,4%dei detenuti negli istituti penitenziari euro-pei. Infine, il numero dei suicidi ogni die-cimila detenuti è di 8,2 in Italia e di 6,1nella media europea. Se aumentano i de-tenuti, - nello stesso arco di tempo calanole risorse a disposizione del sistema carce-rario. Secondo i dati riferiti sempre dall’As-sociazione Antigone, infatti, tra il 2007 eil 2010 la presenza media dei reclusi è au-mentata del 50,6% mentre lo stanziamentoè calato del 10,4% passando da quasi 3,1a meno di 2,8 miliardi di euro. «In un simile contesto - denuncia Anti-gone - il nostro sistema penitenziario e’allo stremo». Quanto al piano carceri, «è del febbraioscorso la notizia della inaugurazione, aPiacenza, del primo cantiere. Altrove, ilavori devono ancora partire e in molticasi devono essere ancora individuate lezone interessate. Ammesso che il pianoper le nuove carceri parta subito e si ri-spettino i tempi indicati, nel 2012 man-cheranno ancora 14.000 posti».Giuste denunce, quelle di Antigone, cheavrebbe però potuto ricordare anchequelle riferiti agli eventi critici che quoti-dianamente si verificano in carcere e chevedono direttamente coinvolti in primalinea gli uomini e le donne della Polizia Pe-nitenziaria. Dati che, l’ho già scritto ma ri-tengo importante sottolinearlo ancora unavolta, sono importanti anche per far cono-scere il duro, difficile e delicato lavoro chequotidianamente le donne e gli uominidella Polizia penitenziaria svolgono conprofessionalità, zelo, abnegazione e soprat-tutto umanità. Mi riferisco ai 5.703 atti di autolesionismo(263 dei quali da donne ristrette) e 1.137tentativi di suicidio avvenuti nelle carceriitaliane nel 2010. E anche ai 3.039 feri-menti, ai 1.289 detenuti coinvolti in prote-ste violente con danneggiamento oincendio di beni dell’Amministrazione pe-nitenziaria, alle 27 le proteste a seguitodelle quali 550 soggetti hanno fatto lo scio-pero della fame, 125 quelle con rifiuto delvitto cui hanno partecipato 14.632 ristretti,ben 180 la percussione rumorosa sui can-

celli e le inferriate delle celle (la cosiddettabattitura) con 36.641 detenuti coinvolti.Cifre, queste, che però Antigone non cita...Ultimo evento a far notizia, in questo accal-dato fine giugno, è la proclamazione dinuovi Beati della Chiesa Cattolica tra i qualisuor Enrichetta Alfieri, conosciuta comel’angelo di San Vittore, carcere in cui aiutòi detenuti anche a rischio della vita neglianni della Resistenza. Fra i carcerati c’eraanche Mike Bongiorno e per questo la ve-dova, Daniela Zuccoli, ha voluto essere pre-sente domenica 26 giugno a Milano conquasi ottomila fedeli alla cerimonia presie-duta dall’arcivescovo, il cardinale DionigiTettamanzi, e concelebrata da circa 300 frasacerdoti e vescovi. Proprio Mike aveva più-volte parlato di suor Enrichetta, originariadi Borgo Vercelli, che gli aveva permesso diincontrare la madre prigioniera nel settorefemminile. E lo aveva fatto anche un altro il-lustre prigioniero dei tedeschi, Indro Mon-tanelli che la definì santa ed eroina. A causadei messaggi che portava ai detenuti politicisuor Enrichetta fu, infatti, catturata e solol’intercessione del cardinale Schuster alloraarcivescovo di Milano, le salvò la vita edevitò la deportazione. Ma suor Enrichettaera un punto di riferimento per tutti a SanVittore, anche per gli allora Agenti di Custo-dia che lavoravano in carcere e per le lorofamiglie. Ed ora, come Andrea Schivo(l’agente di custodia di San Vittore mortoin un campo di concentramento nazista peraver aiutato i bambini ebrei detenuti nellostesso carcere e che per questo è stato ri-conosciuto dallo Stato di Israele Giusto frale Nazioni), la sua beatificazione ci fornisceuna ulteriore, straordinaria e concreta di-mostrazione di misericordia e di bontà diuna persona qualunque.•

Nella fotosuor Enrichetta Al!eri“l’ Angelo di S. Vittore”

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N. 185 • giugno 2011 • pag. 10Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella fotoil settore giovanile

dell’Astrea

dirsi altamente rappresentativa di giocatori appartenenti soprat-tutto al Corpo di Polizia Penitenziaria. Per la disamina del campionato si deve constatare che per lasquadra biancoazzurra, su 34 giornate di campionato sono state17 le sconfitte, 8 le vittorie e 9 i pareggi. Nel girone di andata gliundici dell’Astrea hanno guadagnato 21 punti in totale, 16 inquella di ritorno. Nei due momenti del campionato, in panchinadella squadra, si sono succeduti rispettivamente i mister Di Francoe Calce. E’ a partire dal 10 gennaio che l’Astrea è riuscita a tor-nare in possesso del suo campo di gara interno. L’inaugurazionefu seguita dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Peni-tenziaria Franco Ionta, tra l’altro sugli spalti ad osservare e tifarei nostri, ma da quel momento in poi i risultati hanno faticato adarrivare: sebbene il fattore campo sia ritenuto fondamentale peruna squadra che possa sentirsi a casa mentre difende una partitao un risultato. Numeri alla mano alla squadra è mancato proprioquest’ultimo, il risultato al termine del novantesimo: tre vittorie,quattro sconfitte e tre pareggi a Casal del Marmo a partire dal-l’inaugurazione. Una sofferenza incredibile è stata quella di assi-stere a prove generose conclusesi con un nulla di fatto, o con ilpareggio in extremis.Tra gli obiettivi del prossimo anno dovrà esserci quello di rincor-rere le posizioni di classifica più congeniali ad una squadra allaquale non manca nulla per stare nella parte alta: non nel repartodi attacco, non al centrocampo, nella difesa, nel settore sanitarioo in quello della preparazione fisica e atletica ci sono motivi con-sistenti per i quali l’Astrea non possa godere di una tranquillitàmaggiore. Su questo aspetto, sulle problematiche probabilmentedi carattere più psicologico e direttamente legate allo spogliatoio,dovrà lavorare il successore di Andrea Calce, il mister che puravendo traghettato l’Astrea fino alla fine del campionato e all’ul-tima dei play out ha deciso di fare un passo indietro e di lasciarel’Astrea all’indomani della salvezza raggiunta.Spetterà al Ds Marcello Tolu, regista sapiente del campionatodell’Astrea, gestire la fase di transizione verso la nuova stagione etrovare il nome del successore che siederà sulla panchina dei ra-gazzi a partire dal ritiro estivo o dall’inizio campionato di settem-bre.Proprio al Commisaario Marcello Tolu, responsabile del G.S.Fiamme Azzurre ed Astrea abbiamo chiesto, in quattro do-mande, un giudizio sulla stagione appena trascorsa, sul futurodell’Astrea e della struttura di Casal del Marmo che ha già ospitato,due eventi di rilievo nell’ambito del panorama calcistico nazionale:la finale nazionale juniores il 12 giugno scorso e la Coppa Italiadilettanti del 26 maggio, suscitando l’apprezzamento di osservatorie di addetti ai lavori per la capacità di prestarsi a misura agli eventiche contano, nell’atletica oltre che nel calcio, nelle manifestazionidel Coni o del Cip (Comitato Paralimpico Italiano) e in appunta-menti di promozione sportiva in aggiunta a quelli di natura squi-sitamente agonistica.

a cura di Lady OscarRedazione Sportiva [email protected]

Astrea: una giovane squadra di 63 anni

l 6 giugno, con la seconda di ritorno dei play out, si è con-cluso il campionato di calcio anche per l’Astrea. Una stagionesofferta, combattuta, vissuta per metà delle giornate tra i pro-

blemi logistici legati all’attesa riapertura dello stadio di Casal delMarmo, gli avvicendamenti sulla panchina biancoazzurra e leprove alterne tra buoni risultati e sconfitte. In mezzo a tutto ciò illieto fine c’è stato: l’Astrea si è assicurata la permanenza in serieD grazie ad una prova di orgoglio provvidenziale e coraggiosa chedarà continuità ad una realtà sportiva arrivata a festeggiare nel2010 il sessantatreesimo anno della sua storia.

Dietro a tutto questo c’è stato un lavoro di staff importante, unadirezione sportiva partecipe e attenta, un collettivo di giocatoriche hanno dimostrato di interpretare con professionismo e impe-gno il compito che gli viene assegnato ogni volta che indossandogli scarpini calcano i campi.Non si può dimenticare inoltre quanto l’Amministrazione Peniten-ziaria faccia e abbia fatto nel mettere a disposizione strutture emezzi che possono essere a buon diritto considerati un vanto serapportati alle realtà delle altre contendenti dei campionati di seried e mai qualcosa di dovuto se si pensa che tra gli altri corpi in di-visa non sono necessariamente la regola.Da Astrea ad Astrea: una menzione d’onore merita sicuramenteanche la juniores di Luca Ripa, che ha condotto una stagione daleader nel campionato ed è giunta solo ad un passo dall’incoro-nazione a campione d’Italia di categoria, dimostrando di essereun vivaio produttivo e valido per l’Astrea prima squadra che sarà,del futuro che è già alle porte. Il futuro... un pensiero ricorrente che riporta alla problematicaquestione degli arruolamenti, delle nuove leve che dovranno in-serirsi tra i veterani per poi sostituirli che dimostra, semmai cifosse stato bisogno di conferme, quanto il calcio, anche in questo,sia uno sport peculiare e diverso da tanti altri. Sarà questo unodei punti di partenza da cui l’Astrea dovrà prendere le mosse invista delle prossime avventure agonistiche, uno dei principali per-ché la squadra sia sempre ricca di talenti da impiegare e possa

I

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Riguardo alla possibilità di nuovi arruolamenti che rap-presenterebbero nuova linfa e continuità per l’Astrea, ache punto siamo?«Grazie alla sensibilità dimostrata dai vertici dell’Amministra-zione Penitenziaria, dal Dott. Ionta, dal Dott Di Somma, il di-scorso si sta affrontando in modo netto e deciso per cercaredi poter mettere in piedi un concorso a titoli, peraltro previstodalla legge, per l’arruolamento dei calciatori così come av-viene per le Fiamme Azzurre. Sarà necessario però ricalibrare i requisiti di accesso perchèciò avvenga, ma è nelle intenzioni dell’Amministrazione farein modo che l’arruolamento ci sia per far continuare all’Astreala sua avventura sportiva. L’Astrea quest’anno compie oltretutto 63 anni di storia e saràinsignita della medaglia d’oro al merito sportivo ed è un ri-conoscimento che è privilegio di poche società in Italia. Gli arruolamenti saranno utili a perseguire gli obiettivi che la

squadra deve porsi ogni anno: non solo fare bene ma ri-tornare se possibile nel mondo dei professionisti».

Casal del Marmo è tornato all’Astrea, quali lepotenzialità della struttura per la squadra, perle Fiamme Azzurre e per la conoscibilità delnostro Corpo attraverso lo sport?

«E’ stata una gioia immensa quella di poter tornarea casa e di poter usufruire di una struttura di eccellenza

in Italia con una proiezione europea importante. E’ infatti uncentro polifunzionale adatto al calcio, all’atletica e a tantealtre discipline tra impianto all’aperto ed indoor. Oltretutto abbiamo ricevuto già la graditissima visita dell’As-sessore allo Sport di Roma Alessandro Toti con il quale ab-biamo auspicato che l’impianto venga sempre di più coinvolto,come è già avvenuto in passato, nelle varie manifestazionidella città. In particolare, se la candidatura di Roma per leolimpiadi dovesse andare in porto, Casal del Marmo dopol’olimpico è l’unico impianto idoneo per ricevere ed ospitareun sito olimpico. Una prospettiva che ci fa e ci farebbe enor-memente piacere».

N. 185 • giugno 2011 • pag. 11Polizia Penitenziaria • SG&S

E' stato come se il tempo non fosse mai tra-scorso così in fretta. Ritrovarsi negli spo-gliatoi, indossare di nuovo quella maglia,allacciarsi gli scarpini e farsi forza coi com-pagni nel momento in cui, ad un passo daltunnel l’emozione di una volta e la morsaallo stomaco sono tornate a farsi sentireprima di correre in campo. Tutto come dasempre è stato in casa Astrea: stesso campo,stessi personaggi che su quell’erba hannoscritto la storia del sodalizio sportivo dellaPolizia Penitenziaria al suo sessantatree-simo anno di vita, con qualche anno o chiloin più in alcuni casi e per tutti una vita che

moria dell’indimenticato vice presidentedell’Astrea e magistrato Raffaele Condemi,tra l’altro co-fondatore del Gs Fiamme Az-zurre e sportivo appassionato (nella fotoRaffaele Condemi).

ha preso una forma completamente diversarispetto all’epoca della militanza agonistica.I figli che quando il papà giocava in primasquadra erano piccolissimi o non ancoranati, si sono ritrovati sugli spalti ad immor-talare l’evento come, a parti invertite, queipapà avranno fatto per le loro recite ascuola.C’è stata tutta questa variopinta umanità sa-bato 11 giugno al Memorial Condemi diCasal del Marmo.Ideato ed organizzato da un altro ex bian-coazzurro Roberto Gasparri, il triangolaredi calcio è stato creato in omaggio alla me-

La grande Festa dell’Astrea al “Memorial Condemi”

!

Quattro domande al Commissario Marcello Tolu

Una stagione al termine della quale l’agognata salvezzaè arrivata al termine dei play out, un commento su questo:«La salvezza raggiunta, per il modo in cui è stata raggiunta,con sofferenza e pathos può essere paragonata quasi ad unavittoria di campionato. Lasciando però il posto a questa con-siderazione parziale per dedicarci ad una analisi a più ampiospettro, non si può non rilevare come l’Astrea per organico,organizzazione, parco calciatori di primo ordine nel calcioitaliano, poteva meritare qualcosa di più».

Cosa è mancato al mancato raggiungimento di quel qualcosa in più che è mancato in questa stagione?«Situazioni contingenti, infortuni, momenti particolari dellasquadra, a volte arbitraggi poco fortunati che non ci hannoaiutato. Viste le potenzialità in ogni caso il bilancio poteva es-sere migliore. Il mio ringraziamento sentito va a tutti icollaboratori che ho avuto intorno a me, ai calciatoriche sono stati come ogni anno straordinari per par-tecipazione, per condivisione degli obiettivi, percomprensione fino in fondo della causa, di cos’èl’Astrea, di ciò che deve fare e sono le sue prospet-tive future, allo staff medico di dottori e fisiotera-pisti; un ringraziamento particolare va anche a chiha condotto la squadra da agosto ad oggi, al mister DiFranco, persona competente e uomo di grandi valori con ilquale ho ancora un rapporto particolarmente sereno, altroringraziamento importante va al mister Andrea Calce che hacondotto l’Astrea in questo finale di stagione complicato,anche lui bravo a comprendere le finalità e gli obiettivi calan-dosi appieno nella realtà della squadra che peraltro già cono-sceva per una militanza precedente. Altro grazie va al secondoMassimiliano Di luca ma anche a Nicola Francese e al ProfUmberto Mazzini che è stato il primo insieme a me a sposareper l’Astrea una filosofia di lavoro diversa vista anche la suaesperienza già matura con la militanza nelle Fiamme Azzurree nel Pentathlon». •

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i sono partiti dei qualinon è rimasto piùniente tranne il

simbolo, altri, invece,hanno sedi e strutturevarie, ma tutti conti-nuano a percepire irimborsi elettorali.La causa di tutto questoè stato un comma op-portunamente nascosto nella legge milleproroghe che venne approvata il 2 febbraiodel 2006.In quella disposizione normativa fu scrittoche il rimborso elettorale spetta ai partitianche nel caso in cui la legislatura terminiin anticipo. Pertanto, lo Stato continua a versare ai par-titi i soldi dei rimborsi elettorali, anche sela legislatura è terminata e, magari, quelpartito, nel frattempo, è scomparso dallascena. E proprio nel 2006, dopo pochigiorni dall'approvazionedella legge, la legislatura sichiude e il Parlamento vienesciolto. Che l'abbiano fatto apposta,tutti d'amore e d'accordo? D'altra parte, tutti i partiti cihanno abituati che quando ci sono in giocointeressi che li riguardano sono sempreuniti e d'accordo; anche quando si tratta divotare per qualche autorizzazione a proce-dere: tanto, prima o poi, tocca a tutti. Dopo il blitz del 2006, la legislatura sichiuse a distanza di una settimana dal voto,si tornò alle urne e vinse la coalizione dicentrosinistra guidata da Romano Prodiche governò per due anni. Nel frattempo, però, alcuni partiti eranoscomparsi: Forza Italia e Alleanza Nazionale

N. 185 • giugno 2011 • pag. 12Polizia Penitenziaria • SG&S

avevano dato vita al PDL, DSe Margherita si erano sciolti

ed erano confluiti nelPartito Democratico. Alle elezioni successiverestarono fuori dal Par-lamento Rifondazione

Comunista, i Verdi,l'UDEUR, il Partito dei Comu-

nisti Italiani di Oliviero Dili-berto. Sparirono dalla scena politica, macontinuarono a ricevere i rimborsi eletto-rali che non sono di scarsa entità: il totale,per il periodo 2006/2011 ammonta a 499,6milioni di euro. A questa cifra si devono aggiungere i rim-borsi che spettano per la legislatura incorso e quelli relativi alle regionali del2004, 2005 e 2006. A parlare di rimborso si finisce per credereche i partiti ricevano una somma pari aquella che hanno speso.

Se così fosse, probabilmentenessuno si scandalizzerebbepiù di tanto del fatto cheanche i partiti che non esi-stono più continuano a rice-vere i soldi. Invece, non è affatto così.

I soldi che i partiti hanno ricevuto a titolodi rimborso sono molti di più di quellispesi. Per esempio, nel corso del 2008, sulla basedei dati forniti dalla Corte dei Conti, la LegaNord ha dichiarato spese elettorali per 2milioni e 940 mila euro ed ha incassato 41milioni e 385 mila euro, come rimborso.Tanto per citare un partito che non esistepiù in Parlamento, Rifondazione Comuni-sta, per le elezioni del 2006 ha dichiaratospese per 1 milione e 636 mila euro ed ha

C

I rimborsi elettoralianche ai

Partiti fantasma

Ad onorare l’impegno si sono affrontate,in incontri di 30 minuti ciascuno svoltisisenza soluzione di continuità, la CalceDream Team, i Fungi All Stars ed iFronti Boys. Il primo incontro, a partire dalle 17 si èdisputato tra Fronti Boys e Calce DreamTeam. Per uno a zero vittoria di misuradel Fronti con gol di Cordelli.A seguire Calce Dream Team contro iFungi Boys, terminato per uno a quattrocon gol di Crepaldi per la squadra diCalce, Carli, Gallo, Castagnari ed ancoraCarli per i Fungi All Stars. Nell’ultima mezz’ora Fungi All Stars op-posta ai Fronti Boys con un finale di unoa tre e reti di Gallo per i Fungi, Perrone,Fabrazzo e ancora Perrone per i Fronti.Nel filo rosso della continuità storica deicolori biancoazzurri si è inserito il sim-bolico calcio d’inizio di Salvatore Fuscà,giocatore dell’Astrea dalla stagione 1949al 1961.Trai molti presenti a gremire la tribunadello stadio, graditissima è stata la pre-senza del Capo del Dap Franco Ionta,presidente e primo tifoso dell’Astrea.Nel rispetto dello spirito di semplice edamichevole ritrovo tra tutti i calciatoribiancoazzurri di ieri, nessuna premia-zione finale: la vittoria in fondo è stata pertutti l’esserci ed il rincontrarsi.

Non sono mancati però idoverosi omaggi finali.Alla famiglia del vice pre-sidente Condemi il Capodel Dap ha consegnatofiori ed una targa com-memorativa. Unitamente a Ionta, laDott.ssa Maria Claudia

Di Paolo, finora Capodella Segreteria ma appena nominata di-rigente generale dell’AmministrazionePenitenziaria al Provveditorato Regionaledi Roma ed il Ds dell’Astrea MarcelloTolu, hanno consegnato un’altra targa siaa Salvatore Fuscà, sia ai giovanissimi pro-vinciali di Mauro Sambucini e RobertoConti, secondi dopo un’ottima stagioned’esordio del settore giovanile della Po-lizia Penitenziaria.Ultimo e doveroso ricordo è stato perMatteo Calce, prematuramente scom-parso il 27 settembre 2009. Un mazzo difiori al papà Andrea Calce, Mister del-l’Astrea anche nella scorsa stagione. •

Nella fotoRaffaele

Condemi

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Giovanni Battista Durante Redazione Politica

Segretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

N. 185 • giugno 2011 • pag. 13Polizia Penitenziaria • SG&S

ottenuto, come rimborso, la bellezza di 6milioni e 987 mila euro.L'altra cosa buffa è che a decidere che cosafare di questi soldi sono gli organismi sta-tutari dei partiti che non esistono più. E di tali organismi deputati a decidere nefanno parte anche coloro che si sono acca-sati altrove.

Prendiamo l'esempio della Margherita: apresiederla è Francesco Rutelli, oggi leaderdell'API. Di quell'assemblea fa parte ancheEnzo Carra che oggi è passato all'UDC.Complessivamente, i partiti fantasma incas-seranno 500 milioni di euro, pari allasomma che il governo ha stanziato perRoma capitale.

Se a queste cifre aggiungiamo poi gli altricosto della politica: dalle consulenze alleauto blu ed a tanti altri benefit, notiamocome nessun governo e nessuna maggio-ranza si siano mai preoccupati di dare ilbuon esempio. E' questa l'Italia peggiore, non certo quellaadditata da Brunetta, il quale farebbe benea dimettersi dopo la gestione fallimentarecome ministro della funzione pubblica e lasonora sberla che gli hanno rifilato i suoiconcittadini veneziani nelle ultime elezioni,per la poltrona a sindaco di Venezia. Adesso sembra che ci voglia provare Tre-monti a tagliare un po' di spese alla poli-tica, dopo aver falcidiato gli stipendi e leindennità degli statali. Speriamo che glielo facciano fare, in modoche il governo possa acquistare maggiorecredibilità e presentarsi alle prossime ele-zioni con qualche speranza in più di po-terle vincere.•

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pettabile redazione,dopo i doverosi complimenti perla splendida rivista, passo a ester-

nare un mio dubbio, certo che sarà im-mediatamente chiarito. Il Direttore dell’Istituto XXX ha emanatoun ordine di servizio che disciplina leprocedure da seguire nel caso di ingressonuovo giunto, durante il turno notturno.Nello stesso è disposto che l’addetto allasorveglianza generale è responsabiledella custodia della cassaforte dislocatapresso l’ufficio matricola. Ritenendo questo ordine illegittimo, per-ché di competenza dell’addetto alla ma-tricola che ha maggior prontezza nelvigilare il contenuto della cassaforte, misono rifiutato di eseguire quanto ordi-nato. Di pronta risposta il Direttore haordinato al Comandante di Reparto dielevarmi rapporto disciplinare. Il Consiglio Regionale di disciplina mi hacomminato la sanzione della pena pecu-niaria. Ritenete che sia giusto? Che miconsigliate?Distinti saluti.

Lettera firmata

Caro ispettore,occorre rilevare che l’ordine di servizio, dicui lamenti la sostanziale contraddittorietàperché ha imposto lo svolgimento di un’at-tività sostanzialmente incompatibile con ladoverosa attività di vigilanza e con le speci-fiche mansioni, dai documenti in mio pos-sesso non risulta essere stato impugnato,né può ammettersi al riguardo un sindacatoincidentale di legittimità al fine di una suaeventuale disapplicazione: l’addetto allasorveglianza generale, quindi, in presenzadi un ordine formalmente legittimo e legal-mente dato avrebbe dovuto eseguirlo, salvopoi a farne constare la sostanziale illegitti-mità ovvero la inopportunità e/o la contrad-dittorietà nelle sedi opportune (non solo

dell’amministrazione nella valutazione deifatti contestati all’inquisito e nel convinci-mento cui tali organi sono pervenuti, se nonnei limiti in cui la valutazione si basi su diun travisamento dei fatti ovvero il convinci-mento risulti formato sulla base di un pro-cesso illogico, arbitrario e incoerente,circostanze tutte che non si ravvisano nelcaso di specie.Pertanto, in sede disciplinare, si deve con-siderare legittimo contestare all’apparte-nente al Corpo di Polizia Penitenziaria lamanifesta negligenza nel prendere vi-sione dell’ordine di servizio e ritardo onegligenza nell’esecuzione di un ordine,qualora, detto personale, abbia rifiutatol’esecuzione dell’ordine contestandone l’in-compatibilità con le proprie specifichemansioni. Il poliziotto penitenziario, infatti, qualora sitrovi in presenza di un ordine di servizioformalmente legittimo e legalmente dato, hail dovere di eseguirlo, salvo poi, qualora loritenga non compatibile con la propria at-tività, farne constare la sostanziale illegitti-mità ovvero la inopportunità e/o lacontraddittorietà nelle sedi opportune; nonpuò, invero, ammettersi il rifiuto di eseguiretale ordine, poiché, in tal modo, si mette inpericolo la stessa organizzazione degli uf-fici.Tuttavia, nel caso in esame, consiglio diavanzare ricorso al Tribunale Amministra-tivo Regionale per superamento del terminedi 90 giorni di cui all’articolo 120 del D.P.R.10 gennaio 1957, n. 3. Il termine di 90 giorni è considerato comeriferito alle varie fasi del procedimento edè interrotto dagli atti tipici ed interni delprocedimento stesso (C.d.S., sez. IV, 22 giu-gno 2004, n. 4464; 14 luglio 2003, n. 4155;14 febbraio 2002, n. 89). Si deve provare la mancata adozione ol’adozione intempestiva dei suddetti atti in-terni.

Cordialmente

quelle strettamente giudiziarie, ma anchequella gerarchica o quella sindacale, limi-tatamente alla tutela della posizione lavo-rativa quanto meno apparentemente), nonpotendo invece ammettersi la sua evidentee manifesta violazione ovvero il rifiuto dieseguirlo, esponendo in tal modo a peri-colo la stessa organizzazione degli uffici,tanto più che nel caso in esame si tratta diuffici dell’Amministrazione Penitenziaria.Non può poi non evidenziarsi che, secondoun costante indirizzo giurisprudenziale, nelprocedimento disciplinare nei confrontidei dipendenti pubblici il giudizio si svolgecon una larga discrezionalità da partedell’amministrazione in ordine al convin-cimento sulla gravità delle infrazioni adde-bitate e sulla conseguente sanzione dairrogare, sicché, in sede di impugnativa delprovvedimento disciplinare, il giudice am-ministrativo non può sostituirsi agli organi

S

Ordine di servizio “sostanzialmente illegittimo”

Giovanni [email protected]

N. 185 • giugno 2011 • pag. 14Polizia Penitenziaria • SG&S

A V V I S OLE PAGINE DEDICATE ALL’ASSOCIAZIONENAZIONALE POLIZIA PENITENZIARIA(A.N.P.Pe.) NON SONO STATE INSERITE PERL’IMMINENTE USCITA DELLA RIVISTADELL’ ASSOCIAZIONE.

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bbiamo già parlato ampiamentedella convenzione stipulata dalSappe, all’inizio del 2011, con lo

Studio Legale Associato Guerra, in mate-ria previdenziale (n. 182, N.d.A).Altrettanto abbiamo detto della vera epropria partnership che si è andata cre-ando in questi primi mesi di esperienzatra il Sappe, appunto, e lo Studio Guerra.Partnership che va sicuramente al di làdi una semplice convenzione stipulata alsolo fine di offrire un servizio diretto traiscritto ed ente convenzionato, senza al-cuna funzione attiva da parte del Sinda-cato. Con lo Studio Guerra, infatti,(soprattutto in particolare modo conl’Avvocato Maurizio Guerra) si è venutaa creare, in effetti, una vera e propria si-nergia che ha già espresso i suoi contornicon la partecipazione dello Studio al VCongresso Nazionale e che ha continuatoad esprimersi attraverso una continuacollaborazione di consulenza e scambiodi esperienze, nei mesi immediatamentesuccessivi. A confermare ed incremen-tare questa partnership, si aggiunge daoggi la collaborazione attiva e fattiva del-l’Avvocato Guerra alla Rivista, sulla qualesi è impegnato a seguire e curare una ru-brica di consulenza legale in materiaprevidenziale, dai contenuti prevalente-mente giornalistici.Siamo, ovviamente, felici della new entrydell’Avvocato Maurizio Guerra nella re-dazione della nostra Rivista che si arric-chisce, in tal modo, della collaborazionequalificata di un eccellente professioni-sta con l’introduzione di una nuova ru-brica di carattere legal-giornalistico cheraccoglierà sicuramente grande consensotra i nostri lettori. Alla ricerca di un toccodi originalità e, forse, per un piccolovezzo del quale chiediamo perdono, ab-biamo voluto chiamare la nuova rubrica“Previdenzialmente”.Buona lettura. G.B. d.B.

Studio Guerra in Ancona nel maggio del2008. E in effetti, al momento del conve-gno, risultava ormai avviato il processo diomogeneizzazione delle vittime del doverealle vittime del terrorismo. La progressiva estensione di tutti i beneficiprevisti per le vittime della criminalità e delterrorismo alle vittime del dovere è stata in-fatti disposta dalla legge 23 dicembre 2005,n. 266 (legge finanziaria 2006, art. 1,commi 562-565) che ha incluso tra le vit-time del dovere non solamente il personaledelle Forze Armate e delle Forze di Polizia(Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia Peni-tenziaria, Guardia di Finanza, Guardia Fo-restale), i magistrati, i Vigili del Fuoco ecc.,ma anche tutti gli altri dipendenti pubbliciche siano deceduti o che abbiano subìtoun’invalidità permanente nell’espletamentodelle funzioni d’istituto per diretto effettodi lesioni riportate in conseguenza di eventiverificatisi:a) nel contrasto ad ogni tipo di crimina-lità,b) nello svolgimento di servizi di ordinepubblico, c) nella vigilanza ad infrastrutture civilie militari, d) in operazioni di soccorso,e) in attività di tutela della pubblica in-columità, f) a causa di azioni nei loro confronti incontesti di impiego internazionale nonaventi necessariamente le caratteristichedell’ostilità. La stessa legge ha equiparato alle vittimedel dovere coloro (militari e dipendenti ci-vili) che abbiano contratto infermità per-manentemente invalidanti o alle qualiconsegua il decesso, in occasione o a se-guito di MISSIONI di qualunque natura ef-fettuate dentro e fuori dei confini nazionalie che siano riconosciute dipendenti dacausa di servizio per particolari condizioniambientali ed operative. In attuazione della L. 266 del 2005 è stato

ARMONIZZAZIONE E TUTELA DELLE VITTIME DEL DOVERE

REQUISITI E BENEFICI DI LEGGE

«Nel nostro Paese è ormai matura la ne-cessità di porre un’adeguata e più siste-matica attenzione nei confronti dellevittime di mafia, del terrorismo e del do-vere. Oggi abbiamo una cospicua legisla-zione che prevede tutta una serie dinorme che vanno nella direzione di dareun certo sostegno ai familiari delle vit-time che, spesso, rimangono isolate e inenorme difficoltà a poter continuare laloro vita professionale e sociale. La no-stra legislazione, anche in questo delica-tissimo settore, contiene un’elevatamolteplicità di norme che produce di-sparità e una rincorsa legislativa tra levarie tipologie di vittime. E’ giunto iltempo di procedere per testi normativichiari e provvidenze omogenee che evi-tino l’odiosa differenza di trattamentonei confronti dei caduti che meritanotutti dignità ed un’elevata considera-zione da parte dello Stato...»Queste le parole di apertura dell’interes-sante relazione del Senatore GiuseppeLumia, Vice Presidente della CommissioneAntimafia, al convegno organizzato dallo

A

Armonizzazione e tutela delle vittime del dovere

Maurizio Maria Guerraavvocato

www.avvocatoguerra.it

N. 185 • giugno 2011 • pag. 15Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella fotoil SenatoreGiuseppeLumia

!

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Nella fotol’attentato di

Capaci

N. 185 • giugno 2011 • pag. 16Polizia Penitenziaria • SG&S

n questo articolo ci occuperemo diillustrare brevemente la storia e iservizi della sede di Castiglione delle

Stiviere (MN), ricordando che anchequest’anno in accordo con l’Ente Assistenzala struttura sarà disponibile, per il perso-nale che ha fatto richiesta nei tempi previ-sti dalla circolare, come centro estivo perle vacanze dei dipendenti e le relative fami-glie. L’Istituto Centrale di Formazione, cosìcome da provvedimento istitutivo del-l’aprile 2006, successivamente modificatocon D.M. del maggio 2007, dipende fun-zionalmente dalla Direzione Generale delPersonale e della Formazione del Diparti-mento Giustizia Minorile, ha la sede cen-trale a Roma ed è costituito inoltre da duesedi decentrate, una a Castiglione delle Sti-viere (Mn) e una a Messina.

ICF di Castiglione delle Stiviere Ex Villa BrescianelliCostruita nel 1736 dal canonico Brescia-nelli, è oggi sede decentrata dell’IstitutoCentrale di Formazione del personale diRoma. Il prestigioso complesso, proprietà del Mi-nistero della Giustizia a seguito della dona-zione del canonico, è situato nel centrostorico di Castiglione delle Stiviere (MN). Gli affreschi del Salone principale LuigiGonzaga, di probabile scuola veneziana,sono per lo più di carattere allegorico. L’ingresso principale su Via Moscati è or-nato da un magnifico portale marmoreo in

I

emanato il Decreto delPresidente della Re-pubblica n. 243/2006che ha individuatoquali delle provvi-denze previste per levittime del terrorismoe della criminalità or-ganizzata siano da at-tribuire anche allevittime del dovere etra queste, in partico-lare, l’elargizione spe-ciale di euro 2000 perogni punto di invali-dità permanente fino ad un massimo dieuro 200.000, e per le invalidità superiorial 25% l’assegno vitalizio di euro 258,23 el’assegno speciale vitalizio di euro1.033,00, entrambi non reversibili ai fami-liari ove già liquidati alla vittima. In caso di decesso del diretto interessato, ibenefici di legge spettano ai familiari (mo-glie e figli e in mancanza, genitori e fratellisolo se conviventi e a carico della vittimadel dovere). In caso di più familiari aventidiritto, mentre l’elargizione speciale vienedivisa fra tutti, l’assegno vitalizio spetta aciascuno.Rientrano nella casistica più frequente re-lativa alle vittime del dovere (dovendosiprecisare che per le vittime del terrorisomoe della criminalità organizzata sono previstidiversi requisiti ed ulteriori benefici), co-loro che abbiano riportato: • ferite d’arma da fuoco durante un ser-vizio di vigilanza anche per colpi partitiaccidentalmente da armi in dotazione; • lesioni e conseguenti patologie in in-cidente stradale nell’ambito di un’ope-razione di servizio causalmentecollegata al soccorso o per scongiurarepericolo pubblico o nell’ambito diun’operazione di ordine pubblico onell’ambito di una operazione di aiutiumanitari,• politraumatismi da esplosione acca-duti comunque nell’ambito di opera-zioni di soccorso, di ordine pubblico, ditutela della incolumità pubblica, vigi-lanza ad infrastrutture civili o militari.• infermità contratte in missione su ter-ritorio nazionale ed estero in particolari

condizioni am-bientali e opera-tive;La giurisprudenzapiù recente dellaMagistratura del la-voro (per la veritànon consolidata e,al momento, nonvagliata e confer-mata dalla SupremaCorte di Cassazionené tanto meno se-guita dal GiudiceAmministrativo), ha

esteso i benefici delle vittime del doverea coloro, militari e civili, che abbiano ri-portato infermità, lesioni o siano dece-duti in circostanze di maggiore rischiorispetto a quello tipico o durante eserci-tazioni per cause non collegate causal-mente a nessuna delle ipotesi indicate nelcomma 563 dell’art 1 legge 266/05come: • l’esplosione di mine durante un’eser-citazione;• sciagure aeree durante un’esercita-zione;• incidente stradale avvenuto duranteil percorso in occasione di attività disoccorso. A questi esempi, possono aggiungersitante altre ipotesi non ancora valutate mavhe possono rientrare nella predetta in-terpretazione estensiva.A ben vedere, quindi, non basta avere ri-portato o riportare lesioni e infermità di-pendenti da causa di servizio che hannodato o diano titolo ad altre provvidenze ealla pensione privilegiata, ma occorreche traumi, ferite, lesioni e infermitàsiano stati riportati nelle specifiche situa-zioni previste dalla legge e comunque(ma ancora al riguardo la giurisprudenzanon è uniforme) nello svolgimento delcompito d’istituto in missioni, anche suterritorio nazionale, che eccedano il ri-schio normale o tipico del servizio pre-stato. Ogni caso è a se, e in ogni evento invali-dante vanno individuate le particolaricondizioni che hanno reso straordinarioil servizio medesimo.

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stile barocco, già sotto il vincolo della So-printendenza ai Beni Ambientali e Architet-tonici di Mantova. Villa Brescianelli, prima dell’attuale siste-mazione, ha subito una serie di vicende: daabitazione signorile fu trasformata in alle-vamento del baco da seta fino a divenire,durante la guerra, caserma e rifugio per fa-miglie senza tetto. Nel 1950 fu restaurata per conto del Mini-stero di Grazia e Giustizia (oggi Ministerodella Giustizia - Dipartimento della GiustiziaMinorile), per farne una casa di rieduca-zione per minorenni. Fino al 1977 furono ospitati in quattrogruppi-famiglia, ragazzi difficili, per i qualiil Tribunale per i Minorenni disponeva lamisura della semilibertà. Con l’evoluzione dei tempi e l’esigenza diuna più adeguata formazione degli opera-tori minorili, nacque così la Scuola di For-mazione con un mandato istituzionale checomprendeva la formazione, in tutte le suearticolazioni, la ricerca e la prevenzionenell’area del Nord Italia.

Informazioni su come raggiungerela sede e le località da visitare neidintorniL’istituto Centrale di Formazione è ubicatoa Castiglione delle Stiviere (MN), Via Mo-scati n.27 ed è raggiungibile dall’autostradaA4 uscita Desenzano, dalla stazione ferro-viaria di Desenzano del Garda, da cui la lo-calità dista circa 8 km, dagli aeroporti diVerona Villafranca (distante 40 km circa)e Brescia Montichiari (distante 20 kmcirca).

Nelle vicinanze sono visitabili le seguenticittà: Mantova, Verona, Brescia (distanzamedia di circa 45 km).

Il parco di Gardaland e il lago di Garda(Desenzano centro) distano dalla struttura

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La struttura dispone di 46 posti letto distri-buiti in 34 stanze di cui:• 12 doppie;• 19 singole;• 1 singola e 1 doppia adibite ai portatoridi handicap.

La biancheria (lenzuola e asciugamani) èfornita direttamente dall’Istituto e ilcambio è previsto ogni 3 gg.

L’Istituto mette a disposizione dei villeg-gianti uno spazio–giardino, un piccolocampo sportivo polivalente e una sala tv.

Presso la struttura sarà possibile parcheg-giare all’interno e usufruire del servizio diristorazione su prenotazione.

* Ciro Borrelli Rappresentante Sappe - ICF Roma

* Carmine D’AvanzoCoordinatore Nazionale Sappe Minori

a cura di Ciro Borrelli*e Carmine D’Avanzo*

[email protected]

rispettivamente 36 km e 10 Km circa. Saràdisponibile presso l’Istituto un servizio na-vetta per raggiungere il suddetto parco.

L’ Istituto Centrale di Formazione la sede decentrata di

Castiglione delle Stiviere

Nella fotoalcuni scorcidella struttura diCastiglionedelle Stiviere

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manifestazioni nazionali di commemora-zione delle vittime della criminalità, delterrorismo e della mafia. E’ appena il casodi sottolineare che la manifestazione nonintende onorare esclusivamente i servitoridello Stato perché sarà celebrata la me-moria di tutti coloro che impegnati social-mente (giornalisti, politici, comunicittadini) abbiano subito la violenza delcrimine per non venir meno ai propri do-veri civici. A Genova l’iniziativa è stata ce-lebrata il 20 maggio scorso, con unpercorso ciclistico e podistico che par-tendo da Bolzaneto, collegherà tutte le la-pidi e i cippi della città posati in memoriadelle vittime della criminalità, del terrori-smo e del dovere, caratterizzata da unabreve orazione e dalla deposizione di unmazzo di fiori. Anche il SAPPE di GenovaMarassi, che ha curato ogni aspetto orga-nizzativo grazie al prezioso contributo deinostri Segretari Domenico Tarantino edAntonio Macrini, era presente con i suoiciclisti che anche da queste pagine ringra-ziamo: Elena Parodi, Cristoforo Langi eCalogero Paruta. Il gruppo di ciclisti e po-disti è costituito da appartenenti alle Forze

cato ha nel Corpo di Polizia Penitenziaria:non sono mancate domande sul più vastomondo del carcere e sul Corpo di poliziae sulle modalità di accesso al Corpo stesso.L’Ispettore De Santis ha portato i saluti delSegretario Nazionale Damiano Bellucci edel Segretario Generale Dott. Donato Ca-pece, rappresentando i gravi problemi cheoggi il sindacato sta affrontando legati in-discutibilmente al sovraffollamento degliistituti ed alla diffusa carenza di personale.Questa Segreteria ancora una volta, attra-verso le pagine del Quotidiano della Ca-labria e del Diario esprimecompiacimento ai dirigenti scolastici del-l’IPSIA e del Liceo Scientifico, ai Prof. Bel-lizzi e Casella, nonché agli studenti tutti perl’accoglienza e la disponibilità concessa eper l’interesse dimostrato.

Leonardo De Santis

l Sap, Sindacato Autonomo di Polizia,in collaborazione con l’AssociazioneVittime della Criminalità e del Terrori-

smo, ha organizzato anche quest’anno, inoccasione del 19esimo anniversario dellastrage di Capaci, una serie di iniziative intutta Italia dirette a rinnovare il ricordo delgiudice Falcone, della moglie, della scortae, assieme a loro, tutte le vittime del doveree dell’impegno nel contrasto alla mafia, alterrorismo, alla criminalità comune e or-ganizzata. Il Memorial Day del SAP ha rice-vuto, per il sesto anno consecutivo, laMedaglia della Presidenza della Repub-blica. Si tratta di un importante riconosci-mento che il Presidente Napolitano, cheancora una volta, ha voluto concedere aquella che ormai è una delle più importanti

Genova: Memorial Day in ricordo dellevittime del dovere e della criminalità

inviate i vostri articoli [email protected]

N. 185 • giugno 2011 • pag. 18Polizia Penitenziaria • SG&S

I dell’Ordine, Magistrati nonché da semplici cittadini at-tenti ai temi sociali; il percorso si è con-cluso nel pomeriggio davanti al Duomo diGenova, in via San Lorenzo, dove Monsi-gnor Luigi Ernesto Palletti ha invocato laBenedizione del Signore sui presenti ed inmodo particolare sulle Famiglie dei Caduti.Durante la cerimonia si è proceduto alladeposizione di una corona per onoraretutte le vittime che hanno sacrificato la pro-pria vita per le Istituzioni. L’iniziativa, conil suo altissimo senso morale, costituisceuna delle poche occasioni per tributare ildoveroso omaggio a tutti i caduti, divenutiormai patrimonio della coscienza collettivae del valore civico di ogni cittadino onesto.L’impulso che ne scaturisce, è finalizzato adimpedire che tali tragici fatti di sangue deb-bano ancora ripetersi, nonchè concretiz-zare i giusti riconoscimenti dovuti allevittime ed i loro familiari. Agli amici del SAP e del SAPPE di Genovaed a tuti coloro che hanno partecipato edorganizzato la cerimonia genovese del Me-morial Day giunga l’apprezzamento dellaRedazione. erremme

Castrovillari: il Sappe incontra gli studenti

ei giorni scorsi si sono svoltipresso l’IPSIA ed il Liceo scien-tifico di Castrovillari degli incon-

tri con gli studenti dei due istituti.Numerosi i partecipanti tra studenti edocenti.L’Ispettore Leonardo De Santis, ricevutodal prof. Bellizzi per l’IPSIA e dal prof.Casella per il liceo, ha espresso la pro-pria soddisfazione per l’entusiasmo concui è stata accolta la proposta della Se-greteria Sindacale SAPPe.Il tema dell’incontro è stato incentratoparticolarmente sul ruolo che il sinda-

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l Commissario della Polizia Peniten-ziaria, Comandante di Reparto dellaCasa Circondariale Palermo Ucciar-

done, Patrizia Manuela Bellanti, è stato as-segnato quest’anno il Premio MarisaBellisario, intitolato le Mele d’Oro 2011,che viene assegnato a donne che nel corsodell’anno si siano particolarmente distintenella professione, nel management, nellascienza, nell’economia e nel sociale, a li-vello nazionale ed internazionale.Il nostro Commissario, come cita la notadel sito ufficiale della fondazione, è unadelle “...dieci giovani donne delle ForzeArmate che, ogni giorno, con la loro de-terminazione e impegno contribuisconoalla difesa del Paese e nove atlete chehanno dato gloria all’Italia meritando lemedaglie d’oro e d’argento”.I premi, sono stati consegnati il 17 giugnoal Teatro delle Vittorie di Roma, e la ceri-monia di consegna delle Mele D’Oro è statatrasmessa su Raidue domenica 19 in se-conda serata; la manifestazione è stata in-serita nelle celebrazioni per i 150 annidell’Unità d’Italia. La Segreteria Regionaledel SAPPe, primo e più rappresentativo sin-dacato di categoria, si complimenta con ilCommissario Bellanti per il riconoscimentoattribuitogli, e perché con la sua presenzaha dato lustro a tutto il Corpo di Polizia Pe-nitenziaria. Cataldo Calì

carenze di organico, e vivendo criticitàquotidiane, riescono a mantenere al difuori dal proprio lavoro e nel loro spaziolibero unione di Corpo. Sì, proprio questa è laforza dei baschi azzurri- aggiunge Panaro - il la-voro di squadra cheamplifica la forza diogni singola unità laquale sostiene i pilonidelle carceri che adoggi registrano in ambito nazionale unacarenza di personale di circa 6.000unità. L’amministrazione Penitenziaria in que-sto non può comunque continuare adessere sorda: servono uomini e mezzi perpoter vincere la partita più importanteche è quella di mantenere la garanziadella sicurezza dei cittadini». (g. s.)

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ei giorni scorsi, a Castrolibero, si ètenuto un quadrangolare di calcioper raccogliere fondi da devolvere

ad un progetto in Africa, finalizzato alla co-struzione di una casa per un’anziana nonnaed i suoi otto nipoti rimasti orfani a causa-dell’Aids.Un progetto benefico che ha visto anche lapartecipazione della Polizia Penitenziaria diPaola, la quale si è confrontata sul rettan-golo da gioco, in un quadrangolare con il1° reggimento Bersaglieri Cosenza, con laparrocchia Santafamiglia di Castrolibero econ il Comune di Castrolibero. La squadra della Polizia Penitenziaria diPaola, capitanata dall’ispettore capo Euge-nio Spizzirri, pur classificandosi terza, hamostrato grande capacità di gioco. La prima classificata è stata la compaginesportiva del 1° reggimento Bersaglieri diCosenza. Gli apprezzamenti più vivi verso la PoliziaPenitenziaria di Paola, sono giunti dal suodelegato regionale Salvatore Panaro che haespresso grande condivisione per questamanifestazione di beneficenza. Panaro spiega che «serve parlare e scri-vere di questi uomini, che gareggiandoper un scopo di alto valore sociale, rap-presentano i colori ed il nome del Corpodi Polizia Penitenziaria, di una forza diPolizia dello Stato che in un momentostorico così particolare caratterizzato da

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Palermo: un riconoscimento di prestigio

Paola: la Polizia Penitenziaria partecipa a un torneo di solidarietà

a Fiera ARCO IN che si tiene ogni anno a Trapani nel mese di giugno, è giunta ormai al suo19° appuntamento. 400 espositori da tutta Italia, degustazioni, spettacoli, offerte, fannodi questo evento un appuntamento molto importante per i cittadini della Provincia.

Anche quest’anno, gli organizzatori della Fiera hanno voluto che la Polizia Penitenziaria di Trapani,al comando del Commissario Giuseppe Romano, esponesse in uno stand appositamente allestito,nel capannone dedicato alle istituzioni, materiale pubblicitario del Corpo, cimeli e quant’altropotesse attirare l’attenzione dei visitatori. Grande successo di pubblico hanno riscosso le dueporte del vecchio carcere della Vicarìa, restaurate a cura di detenuti ristretti alla C.C. Trapani, eun vecchio registro dell’Ufficio Matricola del 1939, in ottimo stato di conservazione. Attraversouna postazione video, i cittadini hanno potuto ammirare le immagini della Festa regionale delCorpo 2011 che si è svolta quest’anno ad Erice. A volte basta davvero poco per riscuotere l’atten-zione e la simpatia della gente e pubblicizzare un Corpo di Polizia attraverso la partecipazione aqueste manifestazioni, che diventano una vetrina per l’esterno. Eugenio D’Aquino

Trapani: la Polizia Penitenziaria in Fiera

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elle giornate del 4 e 5 giugno, nellasplendida cornice toscana del lagodi Bilancino (Mugello) si è svolta la

manifestazione organizzata dall’associa-zione internazionale Cure 2 children, or-ganizzazione impegnata nella cura deibambini con patologie oncologiche che vi-vono in paesi in via di sviluppo, garantendoun accesso a cure adeguate direttamentenel loro paese. Due giorni di festa per tutti i bambini: per itanti che hanno partecipato ma anche perquelli molto meno fortunati che devonocombattere contro gravissime malattie. Intitolata tra cielo e lago, per cresceresenza confini, la manifestazione ha visto lacollaborazione delle forze armate e delleforze di polizia. Dal cielo sono scesi i pa-racadutisti della Folgore oltre agli elicotteridella Guardia di Finanza e della Polizia diStato mentre sul lago, sotto l’occhio attentodei sommozzatori dei Vigili del Fuoco, èstato possibile navigare in barca a vela.

La piccola autovettura del servizio navale ele motociclette sono state scelte per una fotoin compagnia dei colleghi che, con grandesimpatia e disponibilità, hanno risposto allanutrita folla di piccoli e grandi curiosi alledomande più svariate sui compiti della poli-zia penitenziaria e sulle sue prerogative. A ri-cordo della giornata, i piccoli avventorihanno ricevuto portachiavi, distintivi e varigadget della Polizia Penitenziaria. I fondi ricavati finanzieranno i progetti diCure 2 children a sostegno dei bambini col-piti da tumori e malattie del sangue in Ko-sovo, Georgia, India, Pakistan, Bangladesh eArgentina. Mario Salzano

Anche la Polizia Penitenziaria, con il per-sonale della Casa Circondariale di Sollic-ciano, ha presentato la sua attività, conuno stand estremamente ricco ed accatti-vante. Molti i mezzi presenti che, oltre a garan-tire un servizio di viabilità in occasionedelle fasi più importanti della manifesta-zione (attraverso i motociclisti), hanno co-stituito una delle principali attrattive ditutta la manifestazione.

Una folla di piccoli curiosi accompagnatada genitori altrettanto interessati ha, infatti,letteralmente preso d’assalto il mezzo blin-dato per il trasporto detenuti all’internodel quale ognuno ha voluto provare, al-meno per qualche minuto, l’ebbrezza diessere rinchiuso in cella.

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N. 185 • giugno 2011 • pag. 20Polizia Penitenziaria • SG&S

Nelle fotoalcune

immaginidella

manifesta-zione

ell’ambito del progetto di forma-zione rivolto al Corpo di Polizia Pe-nitenziaria del settore minorile,

realizzato e completato negli anni2009/2010 per i Comandanti di Repartodegli Istituti Penali Minorili di tutta Italia,l’Istituto Centrale di Formazione sta com-pletando il percorso già avviato, desti-nando tre nuovi moduli ai coordinatori diPolizia Penitenziaria, in servizio presso iCentri di Prima Accoglienza e ai coordina-tori degli Uffici Sicurezza presso i CentriGiustizia Minorile d’Italia.

Barberino del Mugello:Cure 2 children

Roma: percorso di formazione minoriIl primo dei tre moduli previsti si è tenutopresso la sede ICF di Roma nelle giornatedel 7, 8 e 9 giugno. Le tre giornate di corso,oltre a prevedere uno spazio dedicato alcontratto formativo, sono state incentratesui temi della comunicazione, delle tecni-che relazionali e della leadership. L’attività didattica del corso è sempre a curadello staff dell’Istituto Centrale di Forma-zione della Giustizia Minorile, con la con-sulenza scientifica del prof. GioacchinoLavanco - Prorettore dell’Università degliStudi di Palermo. Ciro Borrelli

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ai paraggi della Vecchia Prigione èpoi facile e rapido spostarsi sinoalla sponda del grande fiume Chao

Praya, che taglia in due la città e da qui, suuna delle molte barche o traghetti che losolcano, trasferirsi nel genuino distretto diBangkok Noi, ad occidente del Palazzoreale e delle maggiori attrazioni della città,per la visita al complesso dei musei siste-mati all’interno dell’ospedale pubblico uni-versitario Siriraj.

Questo, fondato alla fine del XIX secolo, ilpiù vecchio e probabilmente anche il piùprestigioso del Paese, piuttosto organizzatoe frequentato, rientra nella struttura del-l’omonima facoltà di medicina dell’Univer-sità Mahidol ed accoglie innumerevolispecialità mediche e migliaia di dipendenti,oltreché - pare, ultimamente - la Casareale in trasferta, al seguito del Re Bhumi-bol, che in questi ultimi anni non è statomolto bene e ha soggiornato qui per parec-chio tempo (non ci si meravigli quindi, sein giro per i trafficati vialetti interni si in-contrassero dozzine di poliziotti e forze spe-ciali che tutto annotano ed osservano...).E’ questa cittadella sanitaria, simbiotica-mente inserita nella caotica e pittoresca vitadella Bangkok meno turistica che la cir-conda, che ospita i sei distinti piccoli museidi cui andremo a parlare, organizzati orga-nicamente nella comune entità dei SirirajMedical Museums, come comunemente egeneralmente vengono chiamati.Siamo quindi pronti alla visita, che comun-

sezionati, di animali e persone; dove tro-vano pietoso rifugio molte aberrazioni emostruosità fisiche (nel senso letterale,prescindendo da giudizi di valore) che ascopo scientifico possono dipingere tutta lacarnalità della nostra esistenza.Qui, accanto a molti reperti (esteticamente)innocui attinenti alla materia, ad alcune fo-tografie ed a qualche scheletro propostoper la conoscenza di alcuni estremi dellanostra specie, sono in bella mostra anchemolti feti di gemelli siamesi, persone sezio-nate, organi di animali ed esseri umani edaltre parti di apparati del nostro corpo, ge-neralmente ben conservati nella formalina,in recipienti trasparenti adatti allo scopo. Una esibizione che non può lasciare indif-ferenti, anche se i ragazzini tailandesi - chetalvolta arrivano qui in visita d’istruzione (sisuppone), nella loro pulite divise da sco-lari, in numero apparentemente più elevatodi quello degli studenti in medicina - nonpare vengano particolarmente colpiti dallospettacolo che a noi invece sembra un po’macabro e misterioso.Con due passi, zigzagando fra infermieri epersonale amministrativo al lavoro nel-l’ospedale, si raggiunge poi il padiglionenumero 28, che contiene i rimanentimusei, i più forti dei quali sono indiscuti-bilmente quello patologico e quello di me-dicina legale.Il primo, sull’onda di un aumentato inte-resse e di una rinnovata, relativa popolarità,è stato di recente rimodernato, acquistandoin organizzazione, efficienza e funzionalità(ma anche asetticità), così perdendo quellaaffascinante atmosfera retrò di museo dimetà secolo (XX) che lo caratterizzava ul-teriormente.L’abbondante presenza di diorama, schermitelevisivi, luci ed arredamento moderni tut-tavia non fanno affatto dimenticare, né le-niscono di molto lo shock della vista di cosìtante anomalie del corpo umano, che so-stanziano appunto le patologie che lascienza medica studia e prova ad evitare.Qui, fanno piena, tragica mostra di sé -nellaformalina - corpi defunti di neonati sirenacon una gamba sola od affetti da ciclopia,

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Una visita al Siriraj Museum •3•all’ interno dell’ ospedale universitario di Bangkok

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Nelle fotoalcune sale

e repertidel museo

que non richiede troppo tempo, dei Museidi storia della medicina tailandese, di pa-rassitologia; quello preistorico ed infine,per molti probabilmente i più interessanti,quelli di anatomia, patologico e di medi-cina legale.Ognuno di essi è ben caratterizzato, con ilproprio nome e contesti specifici; alcuniappaiono più interessanti di altri, o almenopiù frequentati (quali i tre ultimi citati): ècomunque probabile trovarsi da soli, senzacompagnia, fra gli scaffali ed i reperti chesono spesso datati ed emergono consegnatialla storia nello stesso stato disposto daglioriginali fondatori e curatori di queste isti-tuzioni. Negli ultimi anni, per la verità, lo sforzo dimodernizzare l’ambiente è stato notevole e,specie nella parte rinnovata di quello pato-logico e nell’area introdotta per illustrare imetodi del lavoro compiuto nell’immediatoperiodo successivo al grande tsunami del2004, la presentazione non ha nulla da in-vidiare a quelle delle più titolate gallerie oc-cidentali.Qualcuno, forse, come il museo preisto-rico, un po’ trascurato, preso di per sé, nonmeriterebbe particolare menzione, mal’ambiente fermo agli anni ’50, la visione dialcune fotografie d’epoca e di alcuni ritro-vamenti che paiono appena scoperti inqualche scavo archeologico del sudest asia-tico, può certamente premiare qualche mi-nuto del nostro tempo.E’ nella stessa palazzina, proprio al pianosuperiore a quello nel quale si praticanotuttora le autopsie e le dissezioni, che sipresenta l’occasione di un primo incontrocon la parte impietosa della realtà dellavita, nella quale alla dolcezza ed all’armo-nia delle forme del corpo umano si associala nuda verità della nostra corporalità, chea volte può essere tremenda. Come, in maniera inaspettata, quasi sempreaccade nella visita ai musei anatomici (sultipo dell’eccellente museo della secondauniversità di Napoli: cfr per un’idea al sitoweb ufficiale http://www.museoanatomico-napoli.it), sedi deputate alla proposizionea scopo di studio dei corpi, normalmente

di Freddy [email protected]

LA 1ª e la 2ª PARTEDELL’ ARTICOLOSONO STATE PUBBLICATE SUI NUMERI 183 (4/2011) e 184 (5/2011).

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feti abnormi e disgraziati, gemelli siamesidi varia natura, bambini idrocefali, senzaencefalo, con due teste...Invero, una spietata, paradossale introdu-zione dell’intento misterioso dell’imper-scrutabile disegno creativo e della crudelelogica della natura, che talvolta, come inquesto caso, ci lascia esterrefatti e dolenti,ma decisamente più informati e meno ti-morosi di alcuni fenomeni fisici, che l’im-maginario collettivo troppo spessopaurosamente associa alla soprannaturaletrascendentalità.Qui vi è anche l’area di cui già accenna-vamo sopra: quella relativa alla descrizionedel tremendo tsunami che ha colpito inspecie il sud-est asiatico nel natale 2004,causando migliaia di morti e grandi distru-zioni. Questo evento naturale è chiarito e spiegatoin modo comprensibile ed interessante eviene illustrato, in una apposita sezione,l’intervento compiuto dalle autorità sanita-rie (in primo luogo proprio dall’ospedaledove ci troviamo), nell’immediatezza dellatragedia, mediante l’assistenza medicad’emergenza e successivamente dalle variesquadre di anatomopatologi per il ricono-scimento delle vittime (vengono ben illu-strate le varie tecniche in uso per tale mestaincombenza).Con un altro piccolo sforzo, entriamo poifinalmente nel settore occupato dal Museodi medicina legale, che con le sue esibizionia contenuto giuridico lato sensu è per noipiuttosto avvincente e che per il tema gene-rale strizza l’occhio ai contenuti che nor-malmente si trovano nei museicriminologici (come per esempio il nostroottimo Museo criminologico, a Roma: cfr ilsito web ufficiale http://www.museocrimi-nologico.it/index.htm).Qui, alcuni potrebbero proprio affermareche la sofferenza e la morte aleggiano inogni componente delle gallerie: una soffe-renza impietosa, spietata; una morte vio-lenta, raccapricciante, truce...Il museo non è inteso specificamente a sod-disfare solo l’interesse scientifico degli ad-detti ai lavori, ma anche quello generale

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lezione: un gigantesco, spettacolare scrotoumano del diametro di una settantina dicentimetri...), ma la normalità delle emo-zioni che ci vengono date qui, in assenza ditutti i terribili immediati, evidenti legamicon la morte che permeava le esposizionialle nostre spalle, è evidente e piacevole.I dati presenti in questa sezione, dove si in-contrano informazioni piuttosto differentida quelle generalmente fornite dalla medi-cina occidentale, sono piuttosto dirette el’impostazione pratica che le guida le ren-dono alquanto utili, specie per coloro chedovessero trascorrere qualche tempo inzona tropicale/equatoriale, magari un po’al di fuori degli usuali tragitti turistici...

In conclusione della nostra ispezione, cosapossiamo dire…che la visita a questi museiun po’ atipici è stata decisamente interes-sante, anche affascinante, per alcuni versisuggestiva. Non è proprio per tutti: alcune sensibilitàpotrebbero rimanere particolarmente col-pite; ma a coloro che completeranno ilgiro, la tessera che viene consegnata, pienadei simpatici timbretti d’entrata di ognimuseo ricorderà per un bel po’ le forti im-pressioni, le strabilianti emozioni e lenuove diradanti conoscenze che questo piz-zico di estremo Oriente ha saputo dareloro...

dei profani (per lo più, nei corridoi si no-tano alcune famiglie thai in visita, con ibambini...): così il limite della tollerabilitàe della decenza comuni è sempre conser-vato; ma certo i reperti correlati ad omicidi,suicidi, morti violente di ogni tipo che sisuccedono metro dopo metro, insieme allemolte raccapriccianti fotografie a colori diincidenti di vario genere (ovviamente: vio-lenti) non può lasciarci indifferenti.Gli animi sensibili dovrebbero rimanere aldi fuori, ma chi coltiva l’interesse per laspecifica materia si troverà probabilmentea suo agio, nel rilevare la professionalità ela freddezza nel trattare questo argomentodelicato, che ai più non può che apparireobbrobrioso e feroce.Assieme, a lato di tutti questi articoli pau-rosi vi è tuttavia anche un angolo che risultaquasi divertente; la sala che è l’ultimo rico-vero di alcune cadaveri mummificati di in-dividui criminali, ai quali si è applicata lapena di morte, esposti in piedi nelle loroultime dimore di cristallo, o di vetro, perconoscenza e monito aivisitatori, che dovrebberointerpretarlo come un ri-chiamo deterrente allacommissione dei reati.La mummia più famosa èquella di tale Si Quey, unassassino seriale di etnia ci-nese immigrato in Tailan-dia, uno stupratorecannibale che operava a ca-vallo degli anni ’50 del se-colo scorso che, scoperto ed impiccato,negli anni è qui diventato l’archetipo di ungenere e nell’immaginario locale ancorarappresenta una sorta di ‘uomo nero’ chegli adulti sensati richiamano ai bambini,tentando di raddrizzarne il comportamentopoco giudizioso...Dopo aver percorso le sale precedenti, lavisita al museo di storia della medicina tai-landese ed a quello di parassitologia (edelle malattie tropicali rare) ci trova seria-mente più sollevati...Non che qui si possa sorridere molto, spe-cie al cospetto di alcuni reperti che dimo-strano i repellenti orribili effetti di moltepatologie esotiche, spesso causate da orga-nismi microscopici, trasmessi da una sem-plicissima puntura di zanzara (come peresempio nel caso della filariasi (elefan-tiasi), i cui tremendi esiti sono qui evidentinell’articolo che è il pezzo forte della col-

•L’indirizzo internet del sito ufficiale è: www.si.mahidol.ac.th/museums/en/index.htmSiriraj Medical Museum Aperto dal lunedì al sabato: dalle ore 9:00 alle ore 16.00.

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Dopo diversi anni torna in libertà ed iniziaa praticare la boxe a mani nude, cam-biando il proprio nome in Charles Bron-son, in omaggio al famoso attore. La sua carriera di pugile, però, dura moltopoco, perchè dopo un furto viene nuova-mente arrestato. In carcere si rende nuovamente protago-nista di atti di violenza fino a rimanerecoinvolto in una rivolta dove dopo averpreso in ostaggio un bibliotecario, si scon-tra violentemente contro agenti antisom-mossa. Proprio per questi motivi, la suacondanna raggiungerà alla fine i trentacin-que anni di detenzione.

N. 185 • giugno 2011 • pag. 24Polizia Penitenziaria • SG&S

In alto la locandina

sotto alcunescene

del !lm

nel riquadroancora

Tom Hardy

Regia: Nicolas Winding RefnSoggetto: Brock Norman Brock, Nicolas Winding RefnSceneggiatura: Brock Norman Brock, Nicolas Winding RefnFotografia: Larry SmithMontaggio: Mat NewmanScenografia: Adrian SmithCostumi: Sian JenkinsEffetti: SaintProduzione: Vertigo Films, 4DH Films, Aramid Entertainment, STR8JACKET Creations, EM Media, Perfume FilmsDistribuzione: ONE Movie (2011)

Personaggi ed Interpreti:Charles Bronson/Michael Peterson: Tom HardyIrene: Kelly Adams

Guardia isterica: Luing AndrewsJulie: Katy BarkerAgenti: Gordon Brown, Paul DonnellyMadre di Charlie: Amanda BurtonInfermiere: Mark DevenportPadre di Charlie: Andrew ForbesWebber: Jon HousePaul Daniels: Matt KingPhil: James LanceAlison: Juliet OldfieldGovernatore prigione: Jonny PhillipsAndy Love/guardia amichevole: Mark PowleyZio Jack: Hugh RossJohn White: Joe TuckerGenere: Thriller, biografico Durata: 89 minutiOrigine: Gran Bretagna, 2008

Avevo una vocazione ma non sa-pevo quale», così inizia la voce nar-

rante dello stesso protagonista del film.Il film del quale stiamo parlando è Bron-son, produzione inglese del 2008 arrivatanelle sale italiane soltanto adesso, che narrala storia (quasi vera) di Michael Peterson,autoimpostosi il soprannome di CharlesBronson, che ha passato 35 anni della pro-pria vita in carcere, dei quali almeno trentain isolamento.In un teatrale monologo fuori campo rivoltoad un pubblico immaginario, Bronson ri-percorre tutta la propria esistenza, com-mentandola.Bronson è statuario e feroce, ma anche ca-pace di radiosi sorrisi disarmanti.La sua è una violenza esasperante (anchese non ha mai ucciso nessuno) vissutacome pura esperienza estetica.Evidente il riferimento ad Arancia Mecca-nica, sia nello stile espressionista, che neicolori acidi e nella scelta delle musiche (al

«posto di Ludwing van Beethoven e Rossinitroviamo Verdi e Delibes).Bronson vive i pestaggi e le scazzotate comefossero gradini da salire verso la realizza-zione di se stesso, anche se questa sua scelta,contro ogni ragionevolezza, lo conduce aduna inevitabile lunghissima prigionia.Risale al 1974 la prima volta che gli si spa-lancano le porte del carcere, dopo una pic-cola rapina ad un ufficio postale.Entrato in carcere, per scontare una con-danna di sette anni, manifesta tutta la suavoglia di essere sempre al centro dell’at-tenzione. Entra subito in conflitto con i po-liziotti penitenziari nei confronti dei qualireagisce sempre violentemente, diventandol’idolo degli altri detenuti. Le autorità decidono di trasferirlo in diversipenitenziari, nella vana speranza di calmarela sua violenza. Viene tentata anche la cartadell’ospedale psichiatrico, dove viene sot-toposto ad un trattamento con farmaci se-dativi, ma tornato in carcere svanisconotutti gli effetti calmanti, tanto che tenterà distrangolare un detenuto condannato perpedofilia.

a cura di Giovanni Battista De Blasis

Bronson

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rischio è che si possano invertire questiruoli e la potenzialità economica che facapo a questi centri di potere impone lamassima attenzione. Questo non significache tutti i gruppi criminali organizzati ope-rano su scala mondiale ma è indubbio cheesistono rapporti sempre più stretti e fre-quenti tra i traffici e le attività criminose diun Paese e quelli di altri, con i gruppiemergenti che tentano di sottrarre semprepiù spazi liberi a quelli storici. Se l’interna-zionalizzazione delle imprese è frutto dellaglobalizzazione della rete commerciale e fi-nanziaria a tale modello non potevano nonispirarsi le imprese criminali che perse-guono profitti illegali.Il rischio ulteriore da non sottovalutare è iltentativo occulto di anestetizzare il pro-blema in maniera che se ne parli il menopossibile. Si opera con manovre occultenon solo per motivi strategici ma anche perfar sì che il fenomeno resti di esclusivacompetenza delle istituzioni e delle forzedell’ordine, impermeabilizzando la genteche ignora o si impone di ignorare il pro-blema. In questa logica dei grandi numerinon è detto che si debba restare solo aguardare e non si possa svolgere il nostropiccolo ruolo aderendo ad una culturadella legalità vissuta giorno per giorno chesi contrapponga ad una illegalità diffusa,elevata spesso a sistema di vita. Pensiamo ai nostri innocenti peccatucciquotidiani che sono rappresentativi di unaillegalità talmente radicata da essere con-siderata legale: gli abitudinari acquisti sot-tobanco che determinano l’alimentazionediffusa del contrabbando, il ricorso conti-nuo ed istituzionalizzato al favore per rice-vere indebiti vantaggi o accelerare lasoddisfazione di un interesse, la stipula diaffari non sempre trasparenti, il rito quin-quennale del voto di scambio, l’adesionealla filosofia delle tre scimmiette (non vedo,non sento, non parlo, non c’ero e se c’erodormivo). Chiediamoci qualche volta se anche alcunidi questi gesti quotidiani, che ci appaionoinnocui, non rappresentano invece il ferti-lizzante naturale per il terreno di coltura sucui possono nascere e crescere piccoli ograndi comportamenti criminosi.

* Avvocato, già Dirigente dell’ Amm. Penitenziaria

Un discorso a parte da qualche anno merital’industria del commercio di organi, che ri-chiede specialisti nel prelievo e nei tra-pianti, ospedali altamente specializzati,tecnologia d’avanguardia, aerei, banche ingrado di ricevere capitali senza fare moltedomande. Alla Borsa mondiale clandestinaun rene costa 3000 dollari, un fegato 8000,un cuore fino a 20.000. Con questi bilancial crimine organizzato nel suo complessopuò essere aggiudicato il primato di mag-giore industria del pianeta: al primo posto

nel redditometro mondiale della cri-minalità vi è il traffico degli stupefa-centi e quello delle armi. Droga, armie terrorismo si sono saldati in una mi-scela che non può che preoccuparetutti. Se a questo uniamo il contrab-bando di materiali nucleari, la gestionedi contrabbando dei rifiuti tossici e iltraffico degli essere umani esportati dalterzo mondo verso il ricco occidente - enel nostro Sud ne sanno qualcosa - cirenderemo conto che ci troviamo difronte ad holding transnazionali con una

tecnologia e una strategia aziendale liberada vincoli normativi e con il vantaggio dipoter utilizzare, per il raggiungimento deipropri fini, le più moderne tecniche di te-lecomunicazioni ed un’elevata professiona-lità, componenti queste favorite dallaliberalizzazione del commercio e dalla ca-duta delle frontiere. Ove non bastasse restasempre l’uso della violenza e della corru-zione.A questi livelli evidentemente non è più unproblema solo di casa nostra, una folclori-stica guerra tra guardie e ladri. Una simile sfida non può essere limitata al-l’impegno di un singolo Stato ed è seguitainfatti da tutti gli organismi internazionalideputati alla sicurezza ed al controllo dellacriminalità. E non è neppure una sfida im-pari. Gli onesti non fanno la parte dell’ele-fante ed i criminali non sono un topolinodestinato ad essere schiacciato in ogni mo-mento o solo che l’elefante voglia. Anzi, il

di Aldo Maturo*[email protected]

N. 185 • giugno 2011 • pag. 26Polizia Penitenziaria • SG&S

miliardi di euro che se vo-gliamo ragionare con lavecchia lira, utilizzando la

calcolatrice del computer perché quellanormale si imballa, si scrive193.627.000.000.000 e si legge 193 milamiliardi e 627 mila milioni di lire. La cifrasarebbe “...il fatturato annuo lordo dellacriminalità organizzata in Italia limitatosolo alla droga, agli appalti pubblici, allearmi, alla prostituzione”.

Il dato riguarda solo le quattro cupole sto-riche. Se è così alla somma vanno aggiuntealtre voci del bilancio corrente – quellodella cronaca nera quotidiana - nonché gliutili delle altre organizzazioni dell’Est cheormai operano nel Paese. In termini percentuali non è un bilancio dapoco se si pensa che secondo una recentericerca il patrimonio complessivo della cri-minalità nel mondo era stimato intorno ai1000 miliardi di dollari, cifra che ci rifiu-tiamo di convertire in lire perché più similea uno scioglilingua. Una somma simile equi-vale al prodotto interno lordo di molti Statie raggiunge o supera il budget di tantegrandi multinazionali. Il profitto sul traffico di droga raggiunge unasomma tra i 300 e i 500 miliardi e secondoLe Monde rappresenta l’8% del commerciomondiale. Il fatturato della prostituzionesolo in Italia è pari a quello del tessile edell’abbigliamento.

100

Crimine import-export

Nella fotobanconote

da 500 euro

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Luca PasqualoniSegretario Nazionale ANFU

[email protected]

l presente articolo costituisce svi-luppo consequenziale del precedentee risponde alla sempre più avvertita

esigenza di dare spazio a delle riflessionimaturate nel corso della concreta applica-zione di alcuni istituti giuridici, ove ho po-tuto prendere atto di vistose dissociazionifra quanto studiato e quanto attuato. Può accadere che nei confronti della nostrapersona siano svolte indagini da una qual-siasi Procura della Repubblica senza cheuno lo sappia o che siano state svolte inda-gini senza che uno lo abbia saputo, perchéne è stata disposta l’archiviazione ancorprima che siano state poste in essere attivitàche le rendano conoscibili: vuoi perchénon vi è stato bisogno dell’emissione di mi-sure cautelari personali o reali, vuoi perchénon vi è stata necessità di procedere ad ele-zione di domicilio, vuoi perché non vi èstato bisogno di procedere ad un atto percui è richiesta la partecipazione, o meglio,l’assistenza del difensore. Per mitigare la possibilità di un rinvio a giu-dizio per così dire a sorpresa, la Legge del16 dicembre 1999, n. 479, c.d. legge Ca-rotti, ha introdotto l’istituto dell’avviso diconclusione delle indagini di cui all’articolo415 bis del codice di procedura penale.Tale istituto, espressione di una delle ga-ranzie che la legge riserva all’indagato chesta per diventare imputato, serve, oltre chea rendere noto allo stesso che un PubblicoMinistero sta per esercitare l’azione penalenei suoi confronti, anche e soprattutto apermettergli di preparare la difesa primadell’inizio del processo, nonché ad avan-zare alcune richieste al P.M. per indurlo amodificare l’ipotesi di reato o a farlo desi-stere dall’esercitare l’azione penale. Infatti, l’indagato, ed ovviamente il suo di-fensore, ha diritto di prendere visione edestrarre copia di tutti gli atti del fascicolo

visto dal congiunto disposto degli articoli405, 406 e 407 c.p.p., non appare eve-nienza consona ad uno Stato di diritto.Appare davvero difficile credere che co-tanto armamentario investigativo possa es-sere vinto con delle semplici memorie otutt’al più con il deposito di documenti.

Inoltre, a fronte di diciotto mesi di inda-gine, nella loro massima estensione, salvoil limite massimo di due anni di cui all’ar-ticolo 407, comma 2, per i reati di mag-giore allarme sociale, ivi comprese leorganizzazioni criminali in quanto tali, l’in-dagato ha a disposizione solo venti giorniper replicare: un arco temporale affetto daevidente asimmetria processuale. Del resto, nel meno rilevante procedimentodisciplinare la giurisprudenza ha da tempoconsacrato il principio per cui tra il rilievodisciplinare e la contestazione dell’addebitovi deve essere un rapporto di stretta con-nessione temporale se non si vuole violareil diritto di difesa che diversamente ver-rebbe minato alla radice poiché risponde,a massima di esperienza, che la memoriadegradi con il passar del tempo.

del P.M. nonché, entro il breve termine diventi giorni dalla notifica dell’avviso, il di-ritto di presentare memorie, produrre do-cumenti, depositare le investigazionidifensive, chiedere al P.M. atti di indagine,presentarsi per rilasciare dichiarazioni o,infine, chiedere di essere sottoposto obbli-gatoriamente ad interrogatorio.Quindi, l’articolo 415 bis avrebbe la fun-zione di anticipare il contraddittorio delleparti necessarie del processo, prima del di-battimento.Nei libri di testo, infatti, è ricorrente leg-gere che l’istituto in parola è una garanziafondamentale per l’indagato, il quale, eser-citando i suoi diritti, può far cambiare opi-nione al P.M., tanto è vero che la richiestadi rinvio a giudizio o il decreto di citazionea giudizio, se non preceduti dall’avviso inparola, sono nulli.A ben guardare, le cose non stanno esatta-mente così. Si deve infatti evidenziare che la pubblicaaccusa dispone di un potenziale investiga-tivo imponente rispetto alla limitata possi-bilità accordata all’indagato, all’esito delleindagini, di poter presentare memorie odepositare documenti, a nulla rilevando lapossibilità di poter depositare le investiga-zioni difensive, dal momento che nessunainvestigazione può essere compiuta equindi depositata, se non si conosca, fin dasubito, di essere sottoposto ad indagini.Si ponga mente alle intercettazioni, telefo-niche ed ambientali, alle perizie balistiche,psichiatriche, autoptiche, ai rilevi fotogra-fici, agli appostamenti della p.g., ai rilieviscientifici, alle sommarie informazioni etsimilia.In questa ottica ricevere un avviso di con-clusione delle indagini, ex abrupto, a di-stanza di sei mesi, un anno, un anno emezzo o due anni a seconda di quanto pre-

I

Ri!essioni sull’avviso di conclusioni delle indagini

articolo 415 bis C.P.P.

N. 185 • giugno 2011 • pag. 27Polizia Penitenziaria • SG&S !

Nella fotoun Carabiniereimpegnato in una intercetta-zione telefonica

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Alla stregua di quanto osservato, l’articolo415 bis non appare soddisfare, se non inminima parte, l’esigenza di garantire unpieno diritto di difesa. Allora perché non portare a conoscenza deicittadini che si stanno compiendo indaginisul proprio conto dal momento in cui siprocede alla loro iscrizione nel registrodegli indagati, fatta salva l’esigenza di salva-guardare, in alcuni casi, le stesse mediantela loro segretazione per il tempo stretta-mente necessario?In ogni caso, occorrerebbe contemperarele due esigenze in maniera più bilanciata,considerato che l’istituto delle investigazionidifensive, invero, non è più finalizzato sol-tanto o prevalentemente all’esercizio del di-ritto alla prova in dibattimento, ma èdivenuto espressione del più ampio dirittodi difendersi nell’ambito dell’intero proce-dimento ed addirittura al di fuori di questo(inteso in senso stretto), tanto da assumereuna funzione dinamica, non limitata, comein passato, al contrasto delle opzioni accu-satorie del pubblico ministero, ma destinataa spaziare a tutto campo per la ricerca e laraccolta di elementi utili all’assistito, fino adanticipare le iniziative della parte pubblicae a precostituire materiale da presentare di-rettamente al giudice per le eventuali deci-sioni che questi debba adottare. Un simile obbligo a carico della pubblicaaccusa renderebbe, tra l’altro, effettiva laprevisione delle indagini difensive preven-tive, previste dall’articolo 391 nonies c.p.p.,e garantirebbe l’effettiva parità delle armi,senza considerare che si eviterebbero even-tuali sperperi di denaro pubblico, laddoveil P.M. interfacciandosi preventivamente conl’indagato, si astenga dal compiere indaginitanto inutili quanto dispendiose. Una vera riforma della giustizia dovrebbe in-tervenire anche e soprattutto su tali aspettiprocedurali, allo stato, troppo sbilanciati afavore della pubblica accusa, poiché nonpuò essere tollerata da uno Stato che si pro-fessi veramente di diritto la possibilità cheil cittadino veda irrompere nella sua vita, asua insaputa, un avviso di conclusione delleindagini senza che abbia potuto, a tempodebito, interloquire sullo stesso: una simileevenienza appare porsi in contrasto con ilprincipio di presunzione di innocenza.

della famosa fase orale nel corso dellaquale il bambino prende coscienza delmondo attraverso la bocca e, in particolare,nella fase sadico-orale quando comincia amordere e a ricercare l’appagamento deldesiderio erotico attraverso l’incorpora-zione dell’oggetto amato (il seno materno). Introdurre nel nostro corpo una parte ol’intero corpo di una persona è quindi in-terpretato come un desiderio di possedereun oggetto in modo assoluto che, se limi-tato alla dimensione simbolica o del desi-derio fantastico, non costituisce fattore diparticolare allarme clinico essendo spessoradicato nella struttura profonda della psi-che umana normale (Fabio Bernardini –Alcuni omicidi estremi: le forme di can-nibalismo). A volte, in alcuni soggetti del mondo occi-dentale, l’impulso antropofago si realizzaperò in un atto vero e proprio. E’ il caso di quelle persone affette da psi-copatologie gravi o di alcuni serial killer.

na delle storie più inquietanti chemi è capitata di leggere è quella diAdzovic Rudzija uno zingaro di ori-

gine slava definito in sede di requisitoriadal PM, «un serial killer cannibale». Prima di descrivere la cronistoria dei di-versi delitti efferati ascritti ad Adzovic è ne-cessario chiarire che il terminecannibalismo è generalmente riferito aglianimali, appartenenti alla stessa specie, chehanno la caratteristica di mangiarsi traloro. Per quanto riguarda l’uomo è neces-sario distinguere i termini antropofagia enecrofagia. L’antropofagia è riferita al consumo dicarne umane di persone non ancora defi-nitivamente decedute (es. il vampirismo),mentre la necrofagia è riferita al consumodi carne di persone già morte. Nelle popo-lazioni primitive e anche in popolazionioriginarie dell’Australia e della America la-tina veniva esercitato il cannibalismo chepoteva essere di tipo endocannibalismo,consisteva nel mangiare membri della pro-pria comunità, di tipo esocannibalismo,che consisteva, invece, nel mangiare mem-bri di un’altra comunità. Il bisogno di ci-barsi di altri uomini nasceva da motivazionidiverse quali, ad esempio, il bisogno ali-mentare o perché erano persone sacrifi-cate alle divinità. La letteratura psicologica classica associanormalmente l’impulso a mangiare sim-bolicamente i nostri simili come unaestrema voglia di possesso affettivo nei loroconfronti. Freud (Tre saggi sulla teoria sessuale), intal senso, riteneva che il significato di que-sta dinamica fosse da ricercare nell’ambito

U

Un serial killer cannibale

N. 185 • giugno 2011 • pag. 28Polizia Penitenziaria • SG&S

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La storia di Adzovic Rudzija ha inizio il 21luglio 1994, quando, in stato di ebbrezza,picchiò violentemente la moglie Branka,che intendeva denunciarlo per le continueviolenze subite, con una mazza di baseball.La donna morì dopo un coma durato circauna decina di giorni, all’ospedale di Pe-scara. Nel 1999 (dopo cinque anni) la Corte d’As-sise di Lanciano condannò Adzovic a 27anni di reclusione per omicidio volontario.I giudici esclusero l’aggravante della cru-deltà, ma inflissero all’uxoricida la sospen-sione della potestà genitoriale, che se fossestata disposta prima, forse, avrebbe impe-dito ad Adzovic di compiere nel 1996 unaltro tremendo delitto sulla riva del torrenteCarapelle, che scorre sotto l’antica coloniaromana di Herdonia, oggi Ordona, in pro-vincia di Foggia. Già, precedentemente nel1993 fu assolto dall’accusa di aver uccisola figlia, Tamara, deceduta per soffoca-mento. Invece, nel settembre del ’96 fu in-criminato della scomparsa e dell’uccisionedi un’altra figlia, Jandranka. Secondo la te-stimonianza degli altri due figli minori,Boris e Yasmine, il padre bastonò la piccolae poi ripose il suo corpo nel cofano dellasua autovettura; successivamente, nellostesso luogo, accese un falò, riprese il ca-davere della bambina e lo appoggiò sullalegna ardente (ANSA, 17 gennaio 2000) ese ne sarebbe cibato, incitando lo stessoBoris e l’altra sua figlia Yasmina, 7 anni, amangiarne alcuni pezzi (Corriere dellaSera, 10 marzo 1998). Di fronte all’accusa di aver bruciato, man-giato e offerto agli altri suoi figli pezzi delcorpo di Jadranka, in sede di incidente pro-batorio, Adzovic apparve assente a sestesso, come in catalessi. Alla domanda delproprio difensore: «Adzovic, guarda che tistanno accusando di aver mangiato latua bambina. Lo stesso rispose: no, nonè possibile avvocato, avrai capito male».Chi, invece, rimase convinto della colpevo-lezza del gitano fu il PM Anna Rosa Ca-puozzo, che chiese la condannadell’imputato all’ergastolo, con le aggra-vanti dell’occultamento del cadavere attra-verso l’ingestione di alcune parti di esso. Fu proprio durante la sua requisitoria chedefinì l’imputato: «un serial killer canni-bale», disquisendo una ricostruzione an-tropologica e criminologica dell’atto di

antropofagia: «Ci sono trattati e nume-rosi studi in cui si evince che il canni-balismo non è una pratica lontana danoi. In epoca moderna questa pratica èstata riscontrata da parte di alcuni serialkiller e Adzovic è uno di questi. Il canni-balismo, a cui fa ricorso il singolo, èormai diventata una pratica a cui fannoricorso uomini occidentali, è un feno-meno diffusissimo. Generalmente i se-rial killer che ingeriscono i corpi delleloro vittime bevono alcolici, si drogano,hanno avuto una infanzia difficile e glipiace vedere il terrore negli occhi delleloro vittime, proprio come l’imputato hafatto con la moglie e con la figlia di 5anni. A quest’ultima infilandole un cac-ciavite nella schiena e minacciando glialtri due figli che lo hanno accusato»(ANSA, 9 maggio 2009). Nonostante la difesa chiese l’assoluzione fa-cendo leva sull’inattendibilità della deposi-zione dei due figli minori, e sebbene laperizia psicologica, disposta dalla Corte,che ritenne i due bambini inattendibiliquando raccontavano l’omicidio della so-

Pasquale SalemmeSegretario Nazionale del Sappe

[email protected]

N. 185 • giugno 2011 • pag. 29Polizia Penitenziaria • SG&S

Nelle fotodell’altra paginaHannibalLecter interpretato dall’attoreAnthony HopkinssottoSigmundFreud

In questapagina,a !ancoAndrei Chikatilo

rellina, la Corte di Assise di Foggia, invece,condannò lo Adzovic all’ergastolo con leaggravanti dei futili motivi, ed esclusequella relativa all’accusa di cannibalismo.Adzovic, nonostante le due condanne si èsempre proclamato innocente dando, perentrambi gli omicidi, la sua verità dei fattie riguardo l’uccisione della figlia ha sem-pre ribadito: «Il corpo di Jadranka, o quelche ne resta, non è stato ancora ritro-vato. Vuol dire che la bimba può esseremorta, ma anche che può essere stata ra-pita».I fenomeni di antropofagia nel mondo degliomicidi seriali sono tutt’altro che fanta-siosi. La letteratura criminologica richiamadiversi assassini, che dopo aver ucciso leloro vittime, ne hanno mangiato al-cune parti o be-vuto il sanguecome il russoAndrei Chikatiloo Jeffrey Dah-mer, il mostro diMilwaukee e ilpersonaggio difantasia di Anni-bal Lecter nel Si-lenzio degliInnocenti.Ma il fenomeno delcannibalismo, perquanto paradossaleaccade anche neigiorni nostri, come è avvenuto in Russia.All’interno di una comitiva di ambigui per-sonaggi rock, probabilmente dediti al sa-tanismo e, come accertato dalle forze dipolizia, noti consumatori di alcool, drogheed altre sostanze/miscugli micidiali. Prima hanno ucciso una loro coetanea, poil’hanno messa in pentola e infine l’hannomessa in un piatto accanto a delle patate.Tutto perché erano affamati e ubriachi,come hanno raccontato ai giudici. I protagonisti cannibali di questa storiasono due giovani membri ventenni di unagothic band di San Pietroburgo, accusati diaver tolto la vita ad una ragazza di sedicianni, Karina Barduchian. A inchiodare i due aguzzini è stata la testi-monianza di una coinquilina che ha incon-sapevolmente mangiato un piatto dellacarne della vittima. Alla prossima...

Soprala locandinadel !lmIl silenzio degliinnocentia sinistra Jeffrey Dahmer

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inviate le vostre foto a:[email protected]

N. 185 • giugno 2011 • pag. 30Polizia Penitenziaria • SG&S

1979 - Scuola di Portici (NA)62° Corso Allievi AA.CC.

Esercitazioni di tiro a Pontecorvo (FR)(foto inviata da Carmine Barletta)

1981 - Casa di ReclusionePorto Azzurro (LI)

Festa del Corpo(foto inviata da Santo Bartolomeo)

1955 - Casa PenalePorto Azzurro (LI)

Festa del Corpo(foto inviata da Francesco Perruccio)

1981 - Casa di ReclusionePorto Azzurro (LI)Festa del Corpo(foto inviata da Santo Bartolomeo)

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N. 185 • giugno 2011 • pag. 31Polizia Penitenziaria • SG&S

1973 - Scuola di Cairo Montenotte (SV)

Giuramento40° Corso Allievi AA.CC.

“Moncenisio”(foto inviata da

Italo Giovanni Corleone)

1986 - Casa Cirondariale Palermo - UcciardoneFesta del Corpo AA.CC.

(foto inviata da Italo Giovanni Corleone)

1973 - Scuola di Cairo Montenotte (SV)Giuramento 40° Corso Allievi AA.CC. “Moncenisio”(foto inviata da Italo Giovanni Corleone)

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agistrati, professionisti legali ofunzionari della Pubblica Ammi-nistrazione, ma anche privati ri-

correnti, quando si avvicinano al tema delleopposizioni, amministrative e giurisdizio-nali, in materia di violazioni al Codice dellaStrada, sono generalmente chiamati a con-frontarsi con una mole enorme di riferi-menti normativi e giurisprudenziali incostante divenire e, oggi, devono anchetener conto delle numerose rilevanti novitàapportate in materia dalla recente riformadel Codice della Strada (legge 120/2010). Nato dalla pratica e rivolto alla pratica, que-sto testo fa tesoro di una pluriennale espe-rienza sul campo e, con linguaggiosemplice e chiaro, mette a disposizione dichi, a qualunque livello, si occupi della ma-teria, uno strumento di lavoro aggiornato,completo ed al tempo stesso agile, checomprende in un unico corpus l’analisi sin-tetica delle varie fasi dei procedimenti (am-ministrativo e giurisdizionale), seguendonepasso passo lo sviluppo ed affrontandonele questioni più rilevanti, unitamente all’in-dicazione delle più significative prese di po-sizione ministeriali, con pratici e minuziosirichiami ipertestuali ed il cor-redo, in calce - ove opportuno- di ogni singolo paragrafo, diun esauriente massimariodella giurisprudenza. Il volume è inoltre corredatoda un pratico Cd-Rom con-tenente le principali dispo-sizioni di legge, le circolariamministrative citate nelvolume ed un pratico for-mulario con alcuni modellidi istanza, ricorso e oppo-sizione.

oroscopo e salute, oroscopo e amore, oro-scopo e vita sociale, lavorativa e famigliare.Un libro imprescindibile, anzi, l’unico librodi astrologia di cui hai veramente bisognoper padroneggiare tutti gli aspetti di una di-sciplina antica come il mondo: una chiaveindispensabile per penetrare nei meandridel destino, acquisire una nuova consapevo-lezza e affrontare la sorte con maggiore tran-quillità.

uesto è un libro-inchiesta sugliabusi commessi nel nostro Paese dachi veste la divisa ma non è e non

vuole essere un dossier a senso unico suicrimini commessi da poliziotti o carabi-nieri. Gli autori delineano nelle premesse ilquadro giuridico, italiano e anche europeo,nel quale operano oggigiorno le forze del-l’ordine, esaminando le leggi che permet-tono l’uso delle armi agli Operatori diPolizia. Poi hanno intervistato poliziotti ecarabinieri: lo dicono peraltro loro stessi:«Non sarebbe stato serio né corretto fareun’inchiesta sugli abusi commessi dalleforze dell’ordine senza interpellare chiveste la divisa». Hanno quindi messo in-sieme, uno dietro l’altro, i casi dei mortiammazzati degli ultimi 10 anni. Ne hannocontati quindici, esclusi i quattro casi piùfamosi di Carlo Giuliani, Federico Aldro-vandi, Gabriele Sandri e Stefano Cucchi, aiquali hanno dedicato un capitolo ognuno.Chi può usare un’arma o comunque di-spone di un potere coercitivo concessoglida un ruolo istituzionale, dovrebbe saperessere sempre nel giusto, irreprensibile, in-corruttibile, equilibrato. Io sono convintoche gli appartenenti ai Corpo di Poliziadello Stato svolgano il proprio duro, diffi-cile e delicato lavoro quotidiano – al servi-zio del Paese - con professionalità, zelo,abnegazione e soprattutto umanità. Questolibro fa seriamente riflettere perché, al dilà del percorso giudiziario che ha poi ca-ratterizzato ognuna di esse e di ricostru-zioni eccessivamente forzate (come nel

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a scienza più antica del mondo nascefissando lo sguardo verso le stellesenza mai dimenticare che il vero og-

getto della sua riflessione è l’uomo: le suedomande, le sue aspirazioni e la sua atten-zione nei confronti dei momenti incerti dellavita. Per questo, con il passare del tempo, ilsapere degli astrologi è andato crescendofino a diventare un paesaggio difficile da ab-bracciare con un unico sguardo... almenofino alla pubblicazione di questo libro. Per-ché finalmente, grazie al lavoro della grandeastrologa statunitense Joanna Martine Wo-olfolk, diventa possibile, consultando ununico volume, sapere tutto sul propriosegno zodiacale e scoprire il proprio segno

lunare, calcolare il proprioascendentee conoscerel ’ i n f l u s s oe s e r c i t a t odai pianetisulla perso-nalità, sco-prire leaffinità senti-mentali tra ivari segni e co-noscere il rap-porto tra

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più sprovveduti dalle situazioni di reale in-terdizione alla pubblica conoscenza, Klim-czuk e Warner offrono al lettore un testopieno di sorprese e la possibilità, più unicache rara, di visitare i luoghi più segreti delmondo e di svelare gli arcani a cui sono col-legati.

ilano, 1484. Nuvole di tempesta siaddensano sui domini di Ludovicoil Moro, minacciati dall’ambizioso

duca di Pontalba. Tutte le speranze del si-gnore di Milano sono riposte nel suo inge-gnere di corte, Leonardo da Vinci, che stamettendo a punto un’arma rivoluzionaria:una macchina volante. Ma i lavori s’inter-rompono bruscamente quando, nei giardinidel Castello Sforzesco, viene ritrovato il ca-davere del capo degli apprendisti con ac-canto alcuni disegni preparatori delprototipo. Il ragazzo aveva deciso di tradireil Moro e di vendere il progetto al nemico?Oppure si è sacrificato per proteggerequelle carte cosi preziose? Destreggiandosida par suo tra i sospetti e i rancori che tur-bano la corte, Leonardo chiede aiuto al suopiù fidato assistente, Dino, che però è co-stretto a muoversi con estrema cautela. Il fa-legname incaricato della costruzione dellamacchina volante è infatti suo padre, ilquale ha subito riconosciuto in lui la figliaDelfina, scappata di casa un anno prima: sel’uomo rivelasse l’inganno, spezzerebbe persempre il sogno della giovane di diventare

pittrice. Divisa tra la necessità di proteg-gere il proprio se-greto e l’obbedienzadovuta a Leonardo,Delfina dovrà attin-gere alle proprie ri-serve di coraggio e diastuzia per squarciarela fitta rete di misteri etradimenti: in pericolo,non c’è soltanto il suofuturo, ma anche la vitadel Maestro...

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a cura diErremme

caso del G8 di Genova o delle morti in car-cere), ci racconta storie, così diverse unadall’altra, di ragazzi morti ammazzati spessoda coetanei in divisa, rappresentanti delloStato. La tragedia nella tragedia.

e è vero, come è vero, che leggere unlibro rappresenta uno dei modi mi-gliori di viaggiare con la mente, que-

sta Guida ai luoghi più segreti del mondo èin grado di fare di più perché, per la primavolta, mette nero su bianco tutti quei luoghiche i poteri forti – siano essi di caratterepolitico, economico, militare e spirituale –non vogliono assolutamente farvi visitare.In questo modo i tunnel sotterranei del Va-ticano, il giardino dei «Banchieri della Re-gina» al 440 Strand di Londra, i club dovealbergano le sette massoniche europee eamericane o l’inquietante Area 51, la zonadel nevada in cui il Governo statunitensecondurrebbe esperimenti ufologici, ven-gono raccontate con la stessa chiarezza checi si aspetta da una «normale» guida turi-stica. Un reportage sull’ignoto che com-prende il fantomatico – e ufficialmente nonesistente – «Club 33», creato daWalt Disney in persona, e il sata-nico Castello di Wewelsburg,quartier generale delle SS diHimmler, la siciliana caverna deibeati paoli e la norvegese isoladi Svalbard, dove si dice ven-gano custoditi i semi di tutte lepiante del mondo per orre ri-medio a eventuali disastri eco-logici. Abili nello smascheraremisteri descritti come tali soloa uso e consumo dei turisti

Soveva essere un tranquillo weekendin montagna. Maura Isles ne avevabisogno più che mai, per staccare

un po. da un lavoro,quello di anatomopa-tologa, che le ha fattoguadagnare il sopran-nome di “regina deimorti”. E per dimen-ticare un amore im-possibile. Dovevaessere un tranquilloweekend e invece vasubito tutto storto.La neve comincia acadere troppo fitta.La stradina di mon-tagna diventa indistingui-bile. Il navigatore satellitare non funziona,così come i cellulari. Basta un attimo per-ché l.auto esca di strada. Sopravvissutaall.incidente, Maura si addentra nel nullaper cercare soccorso. Quello che trova,però, ha dell.incredibile e del misterioso. Eha l.odore inconfondibile della morte.Forse, presto, anche della sua. Molto pre-sto. Se per Maura sta per iniziare il peggioredegli incubi, per Jane Rizzoli, detective dellapolizia di Boston, sta per iniziare la caccia.Perché nonostante Maura sia scomparsa,nonostante le prove evidenti di un destinoterribile, Jane non è disposta ad arrendersi.A costo di scoperchiare un segreto orribilee letale. Bellissimo ed imperdibile. •

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GUIDA AI LUOGHI PIU’ SEGRETI DEL MONDOCASTELVECCHI Edizionipagg. 288 - euro 18,00

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L’ INCUBO DI LEONARDONORD Edizionipagg. 366 - euro 18,60

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inviate le vostre lettere [email protected]

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il mondo dell’appuntato Caputo©

pett.le DirettoreSono un orgoglioso iscritto al sinda-cato più rappresentativo e ne vado

fiero. Con la presente vorrei ricordare cheil nostro dovere è quello di garantire su tuttoil territorio la sicurezza e la tranquillità diogni cittadino, nonchè quella di tutti noi al-l'interno degli isitituti e per poterlo fare ab-biamo diritto a svolgere un servizio che cidia dignità, tranquillità soddisfazione chemolto spesso ci vengono negati. Come sin-dacato avete l'obbligo di trovare soluzioniottimali, per garantire un servizio più digni-toso, ma nell'arco della mia carriera ultra-ventennale, la dignità la tranquillità e lasoddisfazione, sono andati sempre più a

mancare, con il risultato del collasso gene-rale in cui versa il personale in serviziopresso gli isitituti della Repubblica. E' evi-dente che gli obiettivi del sindacato in tuttiquesti anni sono stati altri, trascurando nonpoco la situazione di malessere e di mal-contento che regna tra il personale e chenegli ultimi anni si sta notevolmente mani-festando. Mi auguro che in futuro il sinda-cato ponga fra gli obiettivi primari quellodi battersi seriamente per garantire a tuttila dignità e dia a tutti la giusta serenità inservizio. L'eroe non è colui che non cade mai, macolui che una volta caduto trova il corag-gio di rialzarsi. (James Douglas Morrison)

Cosimo Pazienza

Come potre dare torto al collega Pa-zienza? E’ sotto gli occhi di tutti lo statodi abbondono nel quale versa il perso-nale della Polizia Penitenziaria.

Mai come oggi scarseggiano i punti di ri-ferimento. Mai come oggi è stato così basso lo spiritodi Corpo ed il senso di appartenenza. La colpa e la responsabilità di questa si-tuazione sono da ripartire, a mio mode-sto avviso, tra una serie di concause chehanno interagito tra di loro. Direttori in altre faccende affaccendati,Commissari demotivati ed inesperti, Di-rigenza del DAP indaffarata in sterili lottedi potere, Sindacati che si accapiglianotra di loro, noi stessi singoli agenti chenon vediamo l’ora di andarcene a casa eci sentiamo estranei all’istituzione. Però, posso aggiungere una cosa congrande convinzione Noi non ci siamorassegnati e continueremo (come ab-biamo sempre fatto te lo assicuro) a lot-tare affinchè la Polizia Penitenziariatorni ad essere un Corpo unito e soli-dale.

Lettera alDirettore

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BRUTTI CATTIVONI DEL SAPPE, MA L’OSAPPETE O NON L’OSAPPETE CHE LE

MANIFESTAZIONI CONTRO I MIEI AMICHETTINON SI DEVONO FARE?

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