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Paize Autu Pagina 8
Paize Autu
Direttore Responsabile: Alice Spagnolo
Registrazione del Tribunale di Sanremo
nr. 03/08 del 04/07/008
Sito internet: Mauro Sudi
Direzione-Amministrazione-Redazione:
18012 Bordighera Alta – Via alle Mura, 8
Le firme impegnano gli autori degli articoli
Stampato in proprio a Bordighera Alta
“U Risveiu Burdigotu”
Sede: Via alle Mura 8
18012 Bordighera Alta
Orario : lunedì e venerdi
dalle ore 16,00 alle 18,00
giovedì dalle 21 alle 23
e-mail: [email protected]
Internet: www.urisveiuburdigotu.it
Telefono: 3464923130
Spazio Etichetta
Spettacoli Bordigotti
Novembre 2013
Domenica 3 novembre, presso il
Centro Culturale Ex Chiesa Anglica-
na, alle ore 16,00 verrà presentato
il Requiem Opera 48 di Gabriel
Faurè, diretto dal musicista inglese
David Winton. Voce bianca: Jennifer
Ciurez; baritono: Riccardo Ristori;
coro Troubar Clair. I musicisti sa-
ranno invece Cristina Orvieto
(pianoforte), Fabrizio Bruzzone
(contrabbasso) e Fabrizio Ragazzi
(viola). Entrata gratuita fino ad
esaurimento posti.
Lunedì 25 novembre, sempre presso
la Chiesa Anglicana, alle ore 21,
l’Associazione Culturale Liber Thea-
trum presenta lo spettacolo teatrale
“...che non conoscono bambole”
contro la violenza sulle donne. La
regia è di Diego Marangon, le co-
reografie di Federica Soldano. In-
gresso 10,00 € (i biglietti potranno
essere acquistati nel giorno e nel
luogo dello spettacolo )
Sabato 30 novembre, al Palazzo del
Parco, alle ore 21, andrà in scena il
musical “Solo tu”, con musiche dei
Matia Bazar. Scritto da Carlo Marra-
le, fondatore dei Matia Bazar ed
autore di splendide canzoni tra le
quali “Vacanze romane”, “Ti sen-
to” e “Per un’ora d’amore” e da
Marco Marini, musicista, editore ed
autore di musical. "Solo tu!" combi-
na una trama attuale, imperniata
sulla centralità del ruolo della don-
na italiana moderna, alla produzio-
ne musicale più rappresentativa dei
Matia Bazar, dal 1975 al 1989: l´era
Marrale-Ruggiero. L´intreccio inedi-
to, ricco di colpi di scena e sviluppi
inattesi, ambientato nell´Italia
vittima della crisi, alla ricerca di
nuove verità e altre realtà, farà
immedesimare nei personaggi mol-
te donne e molti uomini italiani del
2013. L’organizzazione dell’evento
è stata affidata a Marco Gallo. Nel
Cast spiccano Lisa Angelillo, Michele
Carfora e Andrea Bottesini, ma
soprattutto Alessandro Arcodia,
giovane ma già affermato artista
originario di Bordighera. Si potran-
no acquistare i biglietti presso i
punti vendita che verranno indicati
prossimamente oppure dalle ore
14,00 nel giorno e nel luogo dello
spettacolo.
CHI VOLESSE INVIARCI ANEDDOTI O FOTO DA
PUBBLICARE PUO’ FARLO AL NOSTRO INDIRIZZO E
-MAIL: [email protected]
50 anni insieme…
e non sentirli!
Domenica 13 otto-
bre 2013, all’inter-
no dell’ex Chiesa
Anglicana di Bordi-
ghera, si è svolta la
cerimonia di conse-
gna dell’onorefi-
cenza “Maestri del
Commercio”, du-
rante la quale alcu-
ni commercianti di
Bordighera hanno
ricevuto un presti-
gioso riconosci-
mento per la co-
stanza del loro la-
voro.
I nostri due soci
Evira Iamundo e
Pietro Muzzana,
gestori della storica
Trattoria Garibaldi, sono stati premiati con l’Aquila di
diamante per 50 anni di continuata attività all’interno del
Paese Alto. Organizzato dalla 50&Più Fenacom, l’Asso-
ciazione degli Anziani aderente alla Confcommercio, l’e-
vento valorizza il lavoro di persone che hanno dedicato
passione e tempo alla loro attività, dando nel contempo
lustro alla nostra cittadina.
La redazione e il Risveglio Bordigotto tutto si congratula-
no con i coniugi Muzzana per il premio ricevuto.
Vi auguriamo altri 50 anni di proficuo lavoro insieme!
La Redazione
Elvira Iamundo e Pietro Muzzana in
una foto del giornalista Pier Rossi
A proposito di spettacoli… Non sarebbe il caso, visto an-che l’ordinanza per il decoro cittadino, di dotare l’ingresso del Palazzo del Parco di un paio di quei nuovi cestini per la raccolta dei rifiuti con annesso posacenere? Abbiamo notato che gli spettatori, seppur non volendolo, sono stati obbligati a spegnere e lasciare in terra le loro sigarette.
Vi ricordiamo che è iniziata la campagna di rinnovo
abbonamenti al mensile Paize autu Per l’anno 2014,
che avrà termine non prorogabile, per motivi ammi-
nistrativi, il 31 dicembre p.v..
Ricordiamo invece che chi volesse sottoscrivere un
nuovo abbonamento potrà farlo in occasione del
mercatino o nella nostra sede nei giorni e agli orari
riportati qui a fianco
“ Paize Autu” Poste italiane S.p.A. spedizione in Abbonamento Postale – 70% CNS/CBPANO/IMPERIA Anno 6 nr. 11 Novembre 2013
Periodico dell’Associazione “U Risveiu Burdigotu”
Rinasce Bordighera Editoriale
Du Diretù
Vi avevamo promesso
delle novità ed eccone
una a pagina 3 del nostro
mensile. Pensando di
aver fatto cosa gradita,
abbiamo preparato un
cruciverba con tema Bor-
dighera. Perché un gioco?
Innanzitutto perché un po’
di divertimento non gua-
sta mai: un giornale non è
meno serio se tra le sue
pagine si incontrano in-
trattenimenti. Soprattutto
se questi sono di caratte-
re culturale, come quello
che vi abbiamo proposto.
In secondo luogo, credia-
mo che il gioco abbia un
grande potenziale proprio
nel veicolare la cultura. Ci
piace immaginarvi alle
prese con il nostro cruci-
verba: chi di voi ha dei
nipoti può chiedere loro di
provare a rispondere,
mentre chi ama le sfide
può semplicemente dilet-
tarsi per una buona
mezz'ora, tentando di tro-
vare risposta alle doman-
de (non sono poi così dif-
ficili!). Paize Autu sta di-
ventando sempre di più il
giornale che sognavamo:
un mensile ricco di ricordi
e proposte, sempre atte a
mantenere viva la nostra
realtà. Non possiamo of-
frire pacchetti turistici per
attirare frotte di visitatori,
così come non abbiamo il
potere di organizzare fe-
stival di richiamo interna-
zionale. Possiamo però, e
vogliamo, tenere alta la
bandiera di Bordighera, la
nostra Bordighera, fatta di
persone, cose, alberi, vi-
ste, edifici… Una città alla
quale siamo legati, alla
quale apparteniamo. Una
città che è fatta di noi.
Perché sì, noi siamo nati
in un luogo meraviglioso,
che nulla ci chiede se non
il dovere di appartenenza:
noi siamo le fondamenta
della nostra terra, rocce
vive che hanno il compito
di non farla implodere in
se stessa. Siamo gli unici
in grado di portare avanti
la sua esistenza e tenia-
mo nelle nostre mani le
redini stesse della vita,
come Parche. Il destino
stesso di Bordighera di-
pende da noi, dal nostro
operato. Chi potrà preoc-
cuparsi del nostro dialetto
se noi lo lasciamo morire?
Chi si interesserà della
nostra cultura se noi stes-
si ce ne disinteressiamo?
La storia è la vita che ogni
giorno lasciamo alle no-
stre spalle, la scia indele-
bile che le nostre orme
imprimono nella sabbia
del tempo. Una sabbia
che nessuna onda cancel-
lerà finché non saremo
noi stessi a volerlo. A.S.
Ricordando Bordighera
Sono una signora non più
giovanissima, nata e cresciu-
ta (per troppo poco tempo) a
Bordighera. Ripercorro con
voi ogni angolo della mia
città.
Abitavo in tu Paize Autu,
mio padre era custode delle
carceri.
Leggendo mi tornano nella
memoria i luoghi della mia
infanzia, che avevo in qual-
che modo dimenticato. Le
passeggiate con la mia mam-
ma e il cagnolino Bubu su
per il Beodo, la meravigliosa
Via dei colli, la Coggiola, i
"carugi" che percorrevo per
andare a scuola a Villa Pal-
mizi e le numerose, stupende
palme.
Rivedo mio papà che portava
a passeggio Bubu nei pini.
Nel mio cuore, la splendida
vista che godevo dalla fine-
stra di casa, il mio mare che
alla sera brillava di mille luci
riflesse dalla costa.
Un pensiero particolare a
Don Mauro che ho voluto
battezzasse mio figlio anche
se non abitavo più a Bordi-
ghera da tantissimo tempo.
GRAZIE
Insieme a voi riscopro la mia
città che ho lasciato troppo
presto. Elsa Rondinone
1978: Bianchi Costanza vicino ad un giornalista, Latella Giuseppe,
Biancheri Candido e Rondinone Cosimo.
Pagina 2 Paize Autu
Venerdì 25 ottobre, nel corso della confe-
renza stampa indetta dal Comune di Bor-
dighera, il Sindaco Arch. Dott. Giacomo
Pallanca ha ufficializzato la nascita
dell’Orchestra Sinfonica di Bordighera.
Non si tratta di un’orchestra comunale,
poiché la neonata formazione musicale si
costituirà come una associazione cultura-
le. Essa però avrà sede nella nostra città
e il Comune si impegnerà a promuoverne
l’operato, in Italia e all’estero, soprattutto
nella vicina Francia e nel Principato di
Monaco. Ideatore del progetto è stato il
Maestro Massimo Dal Prà, pianista di
grande bravura e di fama internazionale.
Quando a giugno il musicista ha presenta-
to l’ambizioso progetto al nostro Sindaco,
il primo cittadino ha accettato con entu-siasmo la collaborazione.
“Quando i maestri porteranno in giro nel mondo il nome di Bordighera”, ha aggiun-to il Sindaco, “Questo sarà per la città un
motivo di lustro, pubblicità e orgoglio”. Un modo diverso da quelli canonici di far
conoscere la nostra amata cittadina. Se ancora non sono stati svelati i nomi dei
circa 30 componenti dell’orchestra, già è
ufficiale che il primo concerto si terrà il 5
gennaio 2014 al Palazzo del Parco.
Il Sindaco Pallanca ha rivelato che duran-
te il suo viaggio di rappresentanza a Ne-
charsulm, in occasione dei 50 anni di gemmellaggio, era rimasto colpito dall’or-
chestra sinfonica della città, tanto da pensare che anche Bordighera, che in
passato non ne aveva mai avuta una, po-
tesse muoversi in tal senso.
Finalmente è ufficiale: mercoledì 30 otto-
bre sono iniziati i lavori alla Biblioteca
Civica Internazionale di Bordighera, in
Via Romana. La ditta appaltatrice è la
Lauria di Pontedera che ha un limite mas-
simo per l’ultimazione dei lavori di 120
giorni. La riapertura della Biblioteca è
comunque prevista nei primi mesi del
2014. In largo anticipo sull’estate, stagio-
ne, si sa, che invoglia la lettura...Magari su
una spiaggia bordigotta.
Il Vicesindaco Massimiliano Bassi, del cui
interesse per reperire fondi destinati al
Beodo ci eravamo occupati il mese scor-
so, ora si sta muovendo per ottenere
fondi FAS da destinarsi, sembrerebbe, ai
centri storici di Bordighera Alta e Bor-
ghetto San Niccolò. Ricordo che FAS è
l’acronimo di Fondo Aree Sottoutilizzate
ed è lo strumento generale di governo e di sviluppo della nuova politica regionale
nazionale per la realizzazione di interventi
nelle aree bisognose di sviluppo e rilancio
economico e turistico.
Alice Spagnolo
NEWS DA PALAZZO GARNIER
Il giorno 2 ottobre 2013, dopo una lunga malattia, è venuto a mancare
il nostro amico, socio e collaboratore Geometra Giovanni Natta.
Per molti anni geometra all’Ufficio Acquedotto del Comune di Bordi-
ghera. Nonostante le difficoltà, Gianni ha sempre aiutato la nostra as-
sociazione durante le manifestazioni da noi organizzate e ha scritto nu-
merosi articoli per Paize Autu. Vogliamo ricordarlo così: un uomo alle-
gro, volenteroso e innamorato di Bordighera e, soprattutto du Paize,
dove era nato nel 1939.
Alla moglie Concettina e alle figlie Donatella e Daniela, con i rispettivi
mariti, vanno le nostre più sincere condoglianze.
Ci mancherai tanto, Gianni. Seguici anche dal cielo.
U Risveiu Burdigotu
Auguri Nonna Pina!
L’aria di Bordighera e il nome “Pina”
sono sicuramente di buon auspicio, visto
che per la seconda volta abbiamo una non-
na pluricentenaria che porta questo nome!
Giuseppina Ranise-Pallanca (Meninoi),
mamma del nostro socio e amico Sergio, il
24 ottobre scorso ha festeggiato i suoi pri-
mi 101 anni, insieme alla sua famiglia,
agli altri ospite della Residenza Protetta
San Giuseppe Onlus e al Sindaco Arch.
Dott. Giacomo Pallanca.
Tanti cari auguri nonna Pina! 100 di
questi… anni!
U Risveiu Burdigotu
Durante l’impaginazione di questo gior-
nale, ci ha purtroppo lasciati un altro dei
nostri soci, Giulio Orengo, che si è
spento all’età di anni 88 nell’ospedale di
Imperia. A tutta la sua famiglia vanno le
nostre più sentite condoglianze.
Il Direttivo
Sono stati inaugurati il giorno 19 ottobre scorso,
alla presenza del Sindaco, i murales realizzati nel
sottopasso dei Pennoni. Gli artisti che hanno contri-
buito ad abbellire con le loro opere la nostra città
sono Mauro Agosta e Stefano Venchiarutti. Abbiamo
scelto di non pubblicare le foto per invogliarvi ad
andare ad ammirare i murales. Cosa aspettate?
Paize Autu pagina 7
Antologia Bordigotta A MIA BURDIGHEA: paise d’u sù
Oh, Seignù, te ringraziu tantu
d’aveme fau nasce inte paise du sù!
Cuscì belu, sciuriu e verdu
c’u pa’ in paradisu ancu’.
Candu vagu insce a rutunda
e me gardu d’anvirun
pa’ de veghe tütu u mundu:
cavu, cavetu, pin, giardin
e i carugi du paise veciu.
Se vagu pöi inta ciassa du Cumün,
nu gh’è ascaixi mai nisciün,
gh’è propriu ina bela cosa da ve’;
a funtana gianca de Majargè.
E cume dieva i nosci veci,
chi beve l’aiga de Majargè
ȃ Burdighea u ghe cianta u pe’,
perchè postu ciü belu nu gh’è.
Se m’incaminu giù pe’ a pineta
atrövu de Sant’Ampeiu a geixeta;
i scöi, i gagiai e l’aria fina
cu’ l’insistente prufümu de marina.
E se me giru a punente,
prima che care a seira,
vegu u lampecan;
tra cielu e marina,
ina destesa de curui,
che te pa’ ina cartulina
o u cadru d’in pitù;
alura, o Segnù,
te ringraziu ancu’,
d’aveme fau nasce in tu paise du sù,
e te digu grazie ancù ina vota
d’aveme fau nasce burdigota.
Elena Biancheri e Olga Furieri
Traduzione a cura di Irma Murialdo
Oh Signore, ti ringrazio tanto / di avermi fatto
nascere nel paese del sole! / Così bello, fiorito
e verde / che sembra un paradiso, ancora. /
Quando vado sulla rotonda / e guardo intorno /
sembra di vedere tutto il mondo: / il capo, il
cavetu, i pini, i giardini / e i carugi del paese
vecchio. / Se vado poi nella piazza del Comu-
ne / non c’è quasi mai nessuno, / c’è proprio
una bella cosa da vedere / la fontana bianca di
Magiargè. / E come dicevano i nostri vecchi /
chi beve l’acqua di Magiargè / a Bordighera ci
mette radici, / perché posto più bello non c’è. /
Se mi incammino giù per la pineta, / trovo di
Sant’ Ampelio la chiesetta, / gli scogli, i gab-
biani e l’aria fina / con l’insistente profumo di
mare. / E se mi giro a ponente / prima che
scenda la sera, / vedo lampeggiare tra cielo e
mare, / una distesa di colori, / che sembra una
cartolina / o un quadro di un pittore; / allora, oh
Signore, / ti ringrazio ancora, / di avermi fatto
nascere nel paese del sole, / e ti ringrazio anco-
ra una volta / di avermi fatto nascere bordigot-
ta.
Olga De Stefanis Furieri, una maestra severa, di altri tempi, in grado di
tenere a bada una classe di più di 30 alunne… E non volava una mosca! Il 1
ottobre, primo giorno di scuola e suo compleanno, ci portava i biscotti
“Bucaneve” e una canna di bambù che metteva a fianco della cattedra come
monito. Ci insegnava matematica, italiano, le poesie fino allo sfinimento e
devo dire che ciò che ho appreso alle elementari non l’ho più dimenticato.
Quando mi sono sposata e mi sono trasferita in Veneto, mi scriveva spesso
con quella sua calligrafia perfetta e continuava a chiamarmi “angioletto
biondo” come faceva ai tempi della scuola.
GRAZIE signora maestra per l’educazione e l’insegnamento che mi hai im-
partito. Simona Biancheri
Paize Autu Pagina 6
La Biblioteca di Alice Ci sono in giro nei giornali, a sanzione della sua meritatissima celebrità, molte fotografie di Irene Brin. Nessuna somiglia all'altra ma tutte somi-gliano all'originale, come era nel momento in cui fu ritratto. C'è un'Irene Brin bionda, diafana e trasparente come una guaina di cellofan, e ce n'è un'altra bruna, compatta e notturna come un'ala di corvo. Ce n'è una classicheggiante, rotonda e compiuta come una quaglia; e ce n'è un'altra gotica, sottile e ritorta come un serpen-te. La Irene bionda parla, si veste e perfino pensa in maniera molto diversa dalla Irene bru-na; la Irene rotonda si muove, si pettina e perfi-no scrive in maniera molto diversa da quella sottile. Come diavolo faccia, questa donna, a ingrassare e a dimagrire nello spazio di poche ore, solo lei lo sa, o forse non lo sa nemmeno lei... il suo camaleontismo sembra non trovare confini in nessuna legge della natura. In queste parole, scritte dal collega giornalista Indro Montanelli, è racchiusa l’essenza di Irene Brin. Una donna coltissima, che parlava perfet-tamente cinque lingue e scriveva come nessuno aveva mai scritto prima di lei. I suoi articoli, le famose brinate inventate dal suo genio, sono ancora esempi chiarissimi di uno stile unico, brillante, pungente, nuovo, in grado di adattarsi alla multiforme realtà che descrivono. Le brinate (dallo pseudonimo Brin) sono pezzi di cultura e società scritti con arguzia e ironia. Sono diver-
tenti e allo stesso tempo colti, poiché ricchi di citazioni. E sono rimasti, nella storia del giornali-smo, unici ed inimitabili, seppur imitatissimi. Marlene, Ortensia, Mariù, Oria-ne, Geraldine Tron, Maria del Corso, Madame d'Or, Contessa Clara, ma soprattutto Irene Brin: nom de plume regalatole da Leo Longanesi, suo editore in Omni-bus. Il suo vero nome era Maria Vittoria Rossi ed era nata a Ro-ma il 14 luglio 1911. In quegli anni, il padre Vincenzo, alto ufficiale dell'esercito del re, era stato stanziato nella capitale. La sua era un'illustre famiglia ligure, di Sasso per essere precisi. Proprio nella frazione bordigotta, Maria trascorre parte della sua infanzia, perché negli anni Venti il padre viene trasferito a Geno-va. A Sasso, nel 1937, Maria Vittoria Rossi sposerà il tenente Gaspero Del Corso. E sem-pre nell'amata casa di famiglia, l'ormai famosis-sima giornalista tornerà per trascorrere gli ultimi mesi della sua vita fino alla morte, nel maggio del 1969, ad appena 58 anni. Quanti nomi, quante vite ha vissuto questa donna incredibile nell'arco di poco più di mezzo secolo! Dietro a
ogni alter ego c’era una donna diversa, ma ognuna di queste era solo una piccola parte di Mariù, che dentro di sé ne racchiudeva mille. Scegliere di firmare i suoi pezzi con pseudonimi, era per lei un’esigenza sociale (una donna di buona famiglia non poteva portare il suo nome su una gazzetta), ma forse era anche qual-cosa di più: una pas-sione, la sua, quella per i travestimenti, che forse nasconde una ricerca interminabile di
se stessa. Ma se le ragioni vere e profonde di questa sua ricerca restano per noi qualcosa di non intellegibile, il suo ricordo è rimasto indele-bile, sia nel mondo dei media che nel piccolo borgo di Sasso, dove gli abitanti più anziani non dimenticano quella giovane donna sempre ele-gantissima, con i cappellini e le bluse con i colli importanti anche solo per passeggiare nel bor-go. Chissà a quale, delle mille Mariù, va il loro ricordo. Alice Spagnolo
Storie da Carugio: Manuretta Correva l’anno 1949. IV elementare, classe composta da 30-31 alunni di età diverse (per i più svariati motivi) con alunni nati tra il 1933 ed il 1938. Ricordo ancora, come se fosse oggi, gran parte dei miei compagni di classe ed in particolar modo il nostro Signor maestro, il Si-gnor Perchi. In quegli anni si usava dare ancora del signore agli insegnanti per evidenziarne l’importanza del ruolo. Il nostro maestro veniva da Sanremo ed era sempre molto elegante ma anche molto severo, per esempio sul sottoscrit-to, un po’ discolo, aveva rotto una bacchetta di legno colpendolo tra collo e spalla. Se queste cose succedessero ai giorni nostri, in ambito scolastico, scoppierebbe un putiferio, anche mediatico, ma allora era la normalità. Infatti io sono stato zitto e non ho neppure raccontato l’episodio ai miei genitori, tanto conoscevo la risposta che avrei ricevuto: “ Se t’a fau lo, tu cosa ti hai fau?”. Punto e basta. Un giorno il Signor Maestro Perchi ci diede da svolgere un tema in classe dal titolo “ Il mio compagno di banco”. Il più anziano di noi scolari era Ema-nuele, detto Manuretta, classe 1933, il suo com-pagno di banco era Claudio, detto l’Ansegnè o ancora meglio Fisarmonica. Ricordo ancora il suo tema che iniziava così: “U mei cumpagnu
de bancu l’è Manuretta, inta scoera candu u nu gh’è u maistru, cu u va a fumà foera l’aula, an-che elu u fuma cume in turcu, e anche d’invernu u fa drove e finestre pe nu fa sentì u fumu de e Alfa candu u rientra Mandrache (supranume du maistru)”. Manuretta u leira in tipu lestu, u leira in gamba in tuti i tipi de geughi de nui fioei. Da ragazzotto, ricordo, era un bravo battitore di Palla Pugno, oggi Pallone elastico, un bravo giocatore di pallone e disegnava benissimo. Quando eravamo bambini, era uno dei pochi che, con destrezza, riusciva a tirare le pietre dalla vasca, sotto la strada del Capo, sino in mare davanti a u Scoeiu da a Ciapassa de e done. Manuretta correva forte a piedi con i Cer-celi e a Marchinicca. Era specialista per pià i Cicioi (cioè le cince). Un giorno ne aveva cuci-nata persino una, dopo averla catturata cu a freccia (la fionda). Dopo averla cucinata la cince era grossa come il gheriglio di una noce e Ma-nuretta se l’era mangiata con un filone di pane. Che evento! Per varie ragioni, consuete per quegli anni, Manù mangiava quello che poteva e quando, ad esempio qualcuno gli diceva “Ancoi me mangereva vurentè i gnocchi e i ravioei” la sua risposta era sempre scontata e la solita: “A mi ti me u disxi!”, certi cibi se li sogna-
va anche di notte! Manuretta diventando adulto, non si può dire che abbia fatto una vita “regolare”, ogni tanto alzava un po’ il gomito, ma penso proprio che non abbia mai fatto un torto a nessuno. Altro non mi rimane da dire “Manù, te recorderon sempre ciau”. Giacomo Ganduglia Lupo
*****
Emanuele era il cugino di mia mamma e dicia-mo che mia mamma e mio zio erano i suoi cugi-ni preferiti quelli a cui lui voleva più bene e che forse rappresentavano tutta la sua famiglia. Mi piace ricordarlo come un precursore dei Figli dei Fiori, tanto era sregolata ed improvvisata la sua esistenza. Gli ultimi anni della sua vita li ha passati in compagnia della sua amata gattina Nerina, che lui però chiamava “A Gata”. Ricordo ancora quando, qualche giorno prima della sua scomparsa, mi disse: “Dighe a ta maire de pen-sà a “a Gata”, perché pe mi a l’è presiusa ciù che un di cheli cadri che i stan in ti musei”. E così è stato, Nerina la prossima primavera com-pierà 20 anni ed è coccolata e tenuta come
“uno di quei quadri dei musei”. XL
Paize Autu Pagina 3
ORIZZONTALE:
1. Dipinse Bordighera
2. Antico acquedotto bordigotto
9. Il gioco del Capo
11. Testata online bordigotta
12. Abitanti di Bordighera Bassa
15. Il pittore della Regina
20. Il nome di un cannone
21. Il nome della polveriera
22. Si fa con le parasene
Troverete la soluzione del cruciverba nel
numero di dicembre di Paize Autu
VERTICALE:
1. Il nome della Regina che ha soggiornato a Bor-
dighera
3. E’ stato parroco di Bordighera Alta
4. Il Santo dell’oratorio
5. Gli abitanti di Bordighera Alta
6. Il club più antico d’Italia
7. Il nostro Patrono
8. La nostra associazione
10. Giganteschi alberi di Bordighera
12. E’ tipico del ligure
13. Le costruivano a Bordighera
14. Un inglese a Bordighera
16. Eroina bordigotta sposa di Boabil
17. Il geco
18. Lavorazione della palma
19. Dolce tipico
Paize Autu Pagina 4
Passeggiando per borghi… SASSO
Sasso è, insieme con Borghetto
San Nicolò, una delle due frazioni
di Bordighera. Fino al 1929, però,
era un comune indipendente.
Come si può capire, raggiungen-
do il borgo da Bordighera, Sasso è
un antico villaggio fortificato:
questa sua peculiarità è evidente
nella sua struttura urbana. Circon-
dato da orti, serre, uliveti e palme,
Sasso deve il suo nome alla piat-
taforma di roccia su cui è edifica-
to. Alto 219 metri sopra Bordighe-
ra (6 km dal centro città), Sasso
conserva robuste case-torri e resti
della cinta muraria che ne denun-
ciano l'originaria funzione difensi-
va e strategica. Non si conoscono,
con esattezza, le sue origini: fonti
storiche dicono che venne fonda-
to da alcuni cittadini di Taggia
(infatti Taggiasco è il cognome
più diffuso). Il pic-
colo borgo era una
delle "ville" che nel
1686 si ribellarono
a Ventimiglia e co-
stituirono la Ma-
gnifica Comunità
degli Otto Luoghi.
Sasso era famoso
per alcuni prodotti
di eccellenza: il vi-
no, l’olio e soprat-
tutto i limoni.
Sasso è uno dei pittoreschi rock
villages, i villaggi di pietra dell’en-
troterra che incantarono William
Scott e con lui i primi viaggiatori-
esploratori inglesi della Riviera.
“Da lontano” scriveva Edward Ber-
ry “Sembra più un castello o una
fortezza che non un paese”.
William Scott, nel suo libro “Rock
villages of the Riviera” del 1898,
ha invece scritto: “Il villaggio si
raggiunge da un sentiero comu-
nale proveniente dalla parte nord
di Bordighera Alta, lungo la co-
stiera che divide le due valli del
Borghetto e del Sasso e per la
maggior parte del suo percorso
getta graziose occhiate in que-
st’ultima valle. Vi è comunque
un’altra e più conosciuta strada
che proviene dalla valle del Bor-
ghetto, attraversato il letto del
torrente di fronte alla nuova stra-
da per Vallebona, per mezzo di un
aspro e stretto cammino, non rac-
comandabile dopo una pioggia
abbondante, dato che questo è in
pratica un letto di torrente in mi-
niatura. Esso conduce negli ulivi e
raggiunge il sentiero principale a
poca distanza dal villaggio. […]
Sasso era una volta un castello,
ma oggi il suo aspetto originario
si è perso quasi del tutto, benché i
vecchi limiti fossero tracciati chia-
ramente. Una torre almeno rima-
ne ancora, nascosta tra le case”. In
quella che voleva essere una gui-
da per gli inglesi amanti dei viag-
gi, ma anche dell’arte, Scott sotto-
linea quanto Sasso abbia da offri-
re: “Vi sono altri interessanti parti-
colari sulle attrattive pittoresche
di questo villaggio, che rappre-
senta da più punti un notevole
richiamo nel paesaggio. Una fiam-
mata di colore prorompe dall’e-
sterno intonacato dell’abitato più
verso Borghetto che verso altri
punti del suo perimetro; da vicino
perde molto dell’usuale grigiore
che lo distingue quando è visto
da distante, ed anche il panorama
dalla valle del Sasso verso il paese
è ottima, ma difficile da trovare”.
La Redazione
E’ sicuramente consigliabile una visita allo splendido Giardino di Irene Brin, giornali-sta di fama internazionale di origini bordi-gotte, che ha vissuto per anni nella casa di famiglia al Sasso. Il suo giardino paesaggi-stico, suddiviso in diverse fasce, è ricco di opere d’arte, pensate ed ambientate pro-prio dalla scrittrice. Oggi, la collezione ospi-ta anche sculture di Porfidia e Manuelli, reinserite dal nipote della Brin, Vincent Tor-re. Lo si può visitare previo appuntamento
telefonico al numero 0184/254005 in gruppi di almeno 7 persone, da aprile ad ottobre. Notevole anche la settecentesca chiesa di SS Pietro e Paolo, al cui interno sono con-servati un affresco e una pala d’altare del Carrega (XVIII sec). Molte sono le iniziative proposte dalla Pro-loco di Sasso per animare l’antico Borgo. Dal 29 di giugno, festa patronale di San Pietro e Paolo, sino al primo venerdì di agosto, ogni fine settimana, inizia au Sa-
sciu la stagione estiva dei Festini: le serate più emblematiche sono la festa della Ciam-pornia, dove si può degustare uno strepito-so dolcetto a forma di…, il carnevale esti-vo e la Berleccata, un connubio di musica e gastronomia che è forse una delle feste più attese ed amate della zona. Essa pren-de il nome dal "berlechin", un mix di vino e frutta simile alla sangrìa. Andandu è una passeggiata alla riscoperta della Valle di Sasso che si svolge a giugno.
COSA VEDERE E… COSA FARE
Paize Autu Pagina 5
E Leccornie du Ciantafurche Ricette Tipiche Liguri e Non...
Questo mese vi proponiamo una rivisitazione della tradizionale pasta al pesto: la pasta al pesto e gam-beretti. Speriamo sia di vostro gradimento… se non vi piace, purei mangiala sulu cu u pistu. INGREDIENTI:
• 350 g di spaghetti
• 200 g di gamberetti sgusciati e puliti
• 100 g di pesto ligure
• 1 peperoncino rosso piccante
• 1 spicchio di aglio
• 1 ciuffetto di basilico
• pecorino grattugiato
• olio extravergine di oliva
• sale
PREPARAZIONE: In una padella scaldate 2 cuc-
chiai di olio, unitevi mezzo peperoncino tritato e lo
spicchio di aglio, sbucciato e leggermente schiaccia-
to, quindi aggiungetevi i gamberetti, salateli e fateli
insaporire per bene; teneteli da parte. Portate a
ebollizione abbondante acqua, salatela e cuocete gli
spaghetti; scolateli al dente, quindi metteteli in una
terrina insieme con il pesto, leggermente stempera-
to con poca acqua di cottura della pasta; mescolate
bene il tutto. Distribuite nei piatti individuali o nelle
fondine la pasta, unitevi i gamberetti, decorate con
qualche fogliolina di basilico fresco e servite subito,
accompagnando con pecorino grattugiato.
Alessandro Seghezza U Ciantafurche
Mercatino di Natale 2013
Torna il Natale e come lieta conseguenza il no-stro tradizionale mer-catino. Giunto alla VI edizione, il “Mercatino di Natale” organizzato da U Risveiu Burdigo-tu ha sempre riscosso un buon successo di presenze, anche e so-prattutto grazie alla bellissima location: il 7 e l’8 dicembre, infatti, Piazza del Popolo, Piazza Padre Giacomo Viale, Piazza della Pa-ce e i carruggi che le collegano si riempiran-no della magia del Na-tale. Molti gli espositori che hanno chiesto di poter partecipare all’e-vento portando le più diverse creazioni. Il tutto verrà allietato dalla musica diffusa dagli altoparlanti e dalla luce offerta dalle luminarie che gli uomi-ni del Risveglio Bordi-gotto posizioneranno nei prossimi giorni. Co-me consuetudine, U
Risveiu preparerà gu-stose caldarroste su fuoco di legna.
Vi ricordo che proprio durante il mercatino, presso lo stand della nostra associazione, sarà possibile sottoscri-vere o rinnovare l’ab-bonamento al nostro mensile “Paize Autu”. Anche questo potrebbe essere un regalo gradi-to per le prossime festi-vità. Un dono che si rinnoverebbe ogni mese per un anno intero! Vi aspettiamo numerosi per due giornate di si-cura allegria.
Alice Spagnolo
Nella splendida cornice offerta dal ristorante Byblos di Ospeda-
letti, si è svolta la cena di leva anno 1963. Le foto ricordo scat-
tate nella bellissima serata, saranno a breve inviate agli interve-
nuti. Chi fosse in possesso di altri scatti, è pregato di contattare
Barbara Bonavia o Barbara Rotella.
Email: [email protected] ; Tel: 0184 264495