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BOLLETTINO DELLE PARROCCHIE DI S. MARIA NASCENTE DI PIEVE DI CADORE E DI S. TOMMASO APOSTOLO DI POZZALE Piazza Tiziano 41, Pieve di Cadore (BL) Iscrizione Tribunale di Belluno n. 2/2013 • Direttore don Diego Soravia • Resp. ai sensi di legge don Lorenzo Sperti - Poste It. Spa, sped. in A.P., D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) art.1, c.2, NE/BL • Stampa Tip. Piave Srl (BL)Iscrizione Tribunale di Belluno n. 2/2013 • Poste It. Spa, sped. in A.P., D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) art.1, c.2, NE/BL • ANNO IV - N. 1 - PRIMAVERA 2016 Sentieri “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri (Salmo 24) IL TUO VOLTO IO CERCO, SIGNORE CHIESA GIUBILARE DIOCESI DI BELLUNO-FELTRE GIUBILEO della MISERICORDIA 2015-2016 Santuario del Cristo Apertura Venerdì 8.00 - 9.00 Sabato 8.00 - 11.00 CONFESSIONI in orario di apertura E E E E E E E E E R E E E E R R R R R R R R R R A R AR R R A A A A A A A A A L LA L L L L IL I IL IL L I I I BI BI B B B B B B B B UB UB U UB U U U U U U U IU I IU I I GI GI GI GI G G G G G G G G G G G A A A A A A A A A A S S S S A S S S S E E S E S E S E E E E I IE I E I E IE E H HI I I HI I H H H H H H H H C H C H C H C H C C C C C C C C C C C C “L’anima mia ha sete del Dio vi- vente; quando vedrò il suo volto?”. Quest’invocazione pre- sente nel salmo.... l’abbiamo fatta nostra mentre salivavamo per via Arsenale e ci stavamo avvici- nando alla Chiesa Arcidiaconale; era il 22 novembre dell’anno ap- pena trascorso. Quel giorno, provenendo da tante Parrocchie del Cadore, abbiamo iniziato il Giubileo della Miseri- cordia: un anno di riscoperta della tenerezza di Dio, della sua bene- volenza e misericordia verso di noi e del nostro impegno ad essere comprensivi della fragilità pre- sente in chi ci sta accanto. Non giudicare, non condannare, perdo- nare e donare: ecco le proposte concrete per rendere impegnativo il giubileo straordinario regalatoci da papa Francesco. **** Per poter donare bisogna prima avere; ecco allora la necessità di sentirci destinatari dell’amore di Dio : con lo sguardo fisso su Gesù e sul suo volto misericordioso, il Santo Padre ci invita a vivere un anno di grazia che dischiude per tutti noi e per l’umanità intera la porta della misericordi di Dio. Nella “pienezza del tempo” quando tutto era disposto secondo il suo pano di salvezza, Dio mandò suo Figlio nato dalla Ver- gine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre. Gesù di Nazareth con la sua Parola, con i suoi gesti e con tutta la sua per- sona rivela la misericordia di Dio vero tutte le persone. Nel suo cuore non c’è zona d’ombra dove qualcuno possa sentirsi uno scarto! **** Misericordia: è la legge fonda- mentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con gli occhi sinceri il fratello che in- contra nel cammino della vita. Misericordia: é la via che unisce Dio a l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del no- stro peccato. Il Papa ci propone il Giubileo Straordinario della mise- ricordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti. **** Cosa farò durante quest’anno? - terrò viva in me la serenità: so, per certo, di essere amato da Dio. - riscoprirò il sacramento della mi- sericordia. la CONFESSIONE come momento di grande amore di Dio verso di me debole e fragile - guarderò il fratello e la sorella con occhi nuovi. - non chiederò a Dio di perdo- narmi e poi negherò il perdono a chi mi ha fatto un torto. - insieme alla porta del giubileo terrò aperta la porta del cuore mentre sono in casa, mentre la- voro con il collega, mentre guido con prudenza per strada, mentre terrò sotto controllo la lingua: quanto male infatti fanno le parole quando sono mosse da sentimenti di gelosia e invidia! - mi sentirò in cammino con la mia Comunità cristiana verso un cristianesimo più gioioso e corag- gioso. don Diego

“Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi ... · sarà spenta. Nella mia esortazione apostolica Evangelii gaudium ho scritto: «Noi non cerchiamo brancolando nel buio,

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Page 1: “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi ... · sarà spenta. Nella mia esortazione apostolica Evangelii gaudium ho scritto: «Noi non cerchiamo brancolando nel buio,

BOLLETTINO DELLE PARROCCHIE DI S. MARIA NASCENTE DI PIEVE DI CADOREE DI S. TOMMASO APOSTOLO DI POZZALEPiazza Tiziano 41, Pieve di Cadore (BL)

Iscrizione Tribunale di Belluno n. 2/2013 • Direttore don Diego Soravia • Resp. ai sensi di legge don LorenzoSperti - Poste It. Spa, sped. in A.P., D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) art.1, c.2, NE/BL • StampaTip. Piave Srl (BL)Iscrizione Tribunale di Belluno n. 2/2013 • Poste It. Spa, sped. in A.P., D.L. 353/2003 (conv. in L.27/2/04 n. 46) art.1, c.2, NE/BL •

ANNO IV - N. 1 - PRIMAVERA 2016

Sentieri “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri (Salmo 24)

IL TUO VOLTO IO CERCO, SIGNORE

CH

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EDIOCESI DI BELLUNO-FELTRE

GIUBILEOdella

MISERICORDIA2015-2016

Santuario del Cristo

AperturaVenerdì 8.00 - 9.00

Sabato 8.00 - 11.00

CONFESSIONIin orario di apertura

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“L’anima mia ha sete del Dio vi-vente; quando vedrò il suovolto?”. Quest’invocazione pre-sente nel salmo.... l’abbiamo fattanostra mentre salivavamo per viaArsenale e ci stavamo avvici-nando alla Chiesa Arcidiaconale;era il 22 novembre dell’anno ap-pena trascorso. Quel giorno, provenendo da tante

Parrocchie del Cadore, abbiamoiniziato il Giubileo della Miseri-cordia: un anno di riscoperta dellatenerezza di Dio, della sua bene-volenza e misericordia verso dinoi e del nostro impegno ad esserecomprensivi della fragilità pre-sente in chi ci sta accanto. Nongiudicare, non condannare, perdo-nare e donare: ecco le proposteconcrete per rendere impegnativoil giubileo straordinario regalatocida papa Francesco.

****Per poter donare bisogna prima

avere; ecco allora la necessità disentirci destinatari dell’amore diDio : con lo sguardo fisso su Gesùe sul suo volto misericordioso, ilSanto Padre ci invita a vivere unanno di grazia che dischiude pertutti noi e per l’umanità intera laporta della misericordi di Dio.Nella “pienezza del tempo”quando tutto era disposto secondoil suo pano di salvezza, Diomandò suo Figlio nato dalla Ver-gine Maria per rivelare a noi inmodo definitivo il suo amore. Chivede Lui vede il Padre. Gesù di

Nazareth con la sua Parola, con isuoi gesti e con tutta la sua per-sona rivela la misericordia di Diovero tutte le persone. Nel suocuore non c’è zona d’ombra dovequalcuno possa sentirsi unoscarto!

****Misericordia: è la legge fonda-

mentale che abita nel cuore diogni persona quando guarda congli occhi sinceri il fratello che in-contra nel cammino della vita. Misericordia: é la via che unisce

Dio a l’uomo, perché apre il cuorealla speranza di essere amati persempre nonostante il limite del no-stro peccato. Il Papa ci propone ilGiubileo Straordinario della mise-ricordia come tempo favorevoleper la Chiesa, perché renda piùforte ed efficace la testimonianzadei credenti.

****Cosa farò

durante quest’anno?- terrò viva in me la serenità: so,per certo, di essere amato da Dio.- riscoprirò il sacramento della mi-sericordia. la CONFESSIONEcome momento di grande amoredi Dio verso di me debole e fragile- guarderò il fratello e la sorellacon occhi nuovi. - non chiederò a Dio di perdo-narmi e poi negherò il perdono achi mi ha fatto un torto. - insieme alla porta del giubileo

terrò aperta la porta del cuorementre sono in casa, mentre la-voro con il collega, mentre guidocon prudenza per strada, mentreterrò sotto controllo la lingua:quanto male infatti fanno le parolequando sono mosse da sentimentidi gelosia e invidia!- mi sentirò in cammino con lamia Comunità cristiana verso uncristianesimo più gioioso e corag-gioso.

don Diego

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Sentieri 2

Miei cari giovani amici, se voi

vedeste la mia Bibbia, forse nonne sareste affatto colpiti. Direste:«Cosa? Questa è la Bibbia delPapa? Un libro così vecchio, cosìsciupato!». Potreste anche rega-larmene una nuova, magari ancheuna da 1.000 euro: no, non la vor-rei. Amo la mia vecchia Bibbia,quella che ha accompagnato metàdella mia vita. Ha visto la miagioia, è stata bagnata dalle mie la-crime: è il mio inestimabile tesoro.Vivo di lei e per niente al mondola darei via. La Bibbia per i giovani, che avete

appena aperto, mi piace molto: ècosì vivace, così ricca di testimo-nianze di santi, di giovani, che favenir voglia di leggerla d’un fiato,dall’inizio fino all’ultima pagina.E poi…? Poi la nascondete, spari-sce sul ripiano di una libreria, ma-gari dietro, in terza fila, finendoper riempirsi di polvere. Finché ungiorno i vostri figli la venderannoal mercatino dell’usato. No: que-sto non può essere!

Voglio dirvi una cosa: oggi,ancor più che agli inizi dellaChiesa, i cristiani sono persegui-tati; qual è la ragione? Sono per-seguitati perché portano una crocee danno testimonianza di Cristo;vengono condannati perché pos-siedono una Bibbia. Evidente-mente la Bibbia è un libroestremamente pericoloso, così ri-schioso che in certi Paesi chi pos-siede una Bibbia viene trattatocome se nascondesse nell’armadiobombe a mano! Mahatma Gandhi, che non era

cristiano, una volta disse: «A voi cristiani è affidato un testoche ha in sé una quantità di dina-mite sufficiente per far esploderein mille pezzi la civiltà tutta in-tera, per mettere sottosopra ilmondo e portare la pace in un pia-neta devastato dalla guerra. Lotrattate però come se fosse sem-plicemente un’opera letteraria,

niente di più». Che cosa tenete allora in mano?

Un capolavoro letterario? Unaraccolta di antiche e belle storie?In tal caso, bisognerebbe dire aimolti cristiani che si fanno incar-cerare e torturare per la Bibbia:«Davvero stolti e poco avvedutisiete stati: è solo un’opera lettera-ria!». No, con la Parola di Dio laluce è venuta nel mondo e mai piùsarà spenta. Nella mia esortazione apostolica

Evangelii gaudium ho scritto:«Noi non cerchiamo brancolandonel buio, né dobbiamo attendere

che Dio ci rivolga la parola, per-ché realmente “Dio ha parlato,non è più il grande sconosciuto,ma ha mostrato se stesso”. Acco-gliamo il sublime tesoro della Pa-rola rivelata» (n. 175).

Avete dunque tra le mani qual-cosa di divino: un libro comefuoco, un libro nel quale Dioparla. Perciò ricordatevi: la Bibbianon è fatta per essere messa suuno scaffale, piuttosto è fatta peressere tenuta in mano, per essereletta spesso, ogni giorno, sia dasoli sia in compagnia. Del resto incompagnia fate sport, andate afare shopping; perché allora nonleggere insieme, in due, in tre o inquattro, la Bibbia? Magari al-l’aperto, immersi nella natura, nelbosco, in riva al mare, la sera allume di una candela… fareteun’esperienza potente e sconvol-gente. O forse avete paura di ap-parire ridicoli di fronte agli altri?Leggete con attenzione. Non ri-

manete in superficie, come si facon un fumetto! La Parola di Dionon la si può semplicemente scor-rere con lo sguardo! Domandatevipiuttosto: «Cosa dice questo almio cuore? Attraverso queste pa-role, Dio mi sta parlando? Staforse suscitando il mio anelito, lamia sete profonda? Cosa devofare?». Solo così la Parola di Diopotrà dispiegare tutta la sua forza;solo così la nostra vita potrà tra-sformarsi, diventando piena ebella.Voglio confidarvi come leggo la

mia vecchia Bibbia: spesso laprendo, la leggo per un po’, poi lametto in disparte e mi lascio guar-dare dal Signore. Non sono io aguardare Lui, ma Lui guarda me:Dio è davvero lì, presente. Così milascio osservare da Lui e sento —e non è certo sentimentalismo —,percepisco nel più profondo ciòche il Signore mi dice.A volte non parla: e allora non

sento niente, solo vuoto, vuoto,vuoto… Ma, paziente, rimango làe lo attendo così, leggendo e pre-gando. Prego seduto, perché mi famale stare in ginocchio. Talvolta,pregando, persino mi addormento,ma non fa niente: sono come un fi-glio vicino a suo padre, e questo èciò che conta. Volete farmi felice?Leggete la Bibbia.

PAPA FRANCESCO(tratto da www.laciviltacattolica.it)

Volete farmi felice? Leggete la BibbiaLettera di Papa Francesco ai giovani

LA COMUNITÀ IN FESTA

- 1° MAGGIO, nel po-meriggio : PELLE-GRINAGGIO ALLACATTEDRALE DI

BELLUNO per il GIUBILEO

DELLA MISERICORDIA

- SANTA MESSA DI PRIMA

COMUNIONE:8 MAGGIO ORE

10.30

- SACRAMENTO DELLA CRESIMA:

22 MAGGIO ORE 11.00

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Sentieri 3

ANAGRAFE DI PIEVEGIUNTI AL TRAGUARDO

DELL’ETERNITA’

19. CIOTTI LIBERALE, di anni89, morto a Pieve il 2 dicembre.

20. GHIRALDO ELDA, di anni86, morta a Pieve il 18 dicembre.

21. TABACCHI BRUNA, dianni 90, morta a Forno di Zoldo il23 dicembre e sepolta a Pieve.

22. MUIA ROCCO, di anni 83, morto improvvisamene a Pieve il27 dicembre.

ANAGRAFE DI POZZALEGIUNTI AL TRAGUARDO

DELL’ETERNITA’

4. LONGIARU’ FAUSTINA, dianni 99, morta a Padova il 27 no-vembre e sepolta a Pozzale.5. GIOVANNI BATTISTA DAFORNO PANIZZA di anni 92,morto il 29 dicembre all’ospedale diPieve e sepolto a Pozzale.

20161. DE MARTIN PIERINA coniug.MELI di anni 63 , morta a Pieve il 2febbraio.

23. BOCCINGER GIORGINA,di anni 73, morta a Sottocastello il31 dicembre. Il funerale a Sap-pada il 2 gennaio 2015.

2016

1. TABACCHI BARNABA, dianni 90, morto a Pieve il 9 gen-naio.

2. ARIESTI ROSA, vedova Pa-vanello, di anni 82, morta a Pieveil 13 gennaio.3. SCARPARO MARIA FIO-RELLA di anni 85, morta a Pieveil 19 gennaio.

4. DA CORTE DELIO, di anni67,morto a Belluno il 28 gennaio.

Hanno cominciato a vivere con il Sacramento del Battesimo

9. DI LANDRO GAIA, di An-drea e di Sonaggere Silvia, nata aTreviso il I° maggio 2015 e bat-tezzata a Pieve il 27 dicembre.

20161. BACCHETTI GABRIELE diPaolo e di Milena Mina Plaito, ,nato a Belluno il 28.08 e battez-zato in Pieve il 7 febbraio.

“Non procedere dove il sentiero è già segnato. Vai invece

dove il sentiero non c’è e lascia

una traccia”.(Mahatma Ghandi)

5. TABACCHI ELVIRA ved.MEREU, di anni 101, morta aPieve il 27 febbraio.

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Sentieri 4

Nel gioioso clima natalizio molte fa-miglie hanno accolto l’invito di tro-varsi in Chiesa per ringraziare ilSignore del dono della vita coniugalee per chiedere la protezione dellaSacra Famiglia di Nazareth sul lorocammino quotidiano. Se fossimo anche noi cultori del-

l’umiltà! Se imparassimo a conside-rarci servi della felicità degli altri,collaboratori dell’unico progetto digioia che la famiglia è chiamata a rea-lizzare secondo Dio. È necessario,per fare questo, mutare le nostre ca-tegorie, perché, diversamente daquello che si crede, l’umiltà non è lavirtù che abita nel cuore dei deboli,ma la qualità interiore che brilla nelleanime forti, in coloro che non hannopaura della verità di Dio e di se stessi,che si lasciano portare dal vento delloSpirito, l’unico capace di aprirestrade nuove solo per chi si lascia sra-dicare dalle proprie sicurezze. Senza l’umiltà – il sostantivo deriva

da “humus” terra, l’umile è colui chesi riconosce creatura plasmata da Dioe continuamente capace di essere ri-modellata – le famiglie si disgreganoe non si riesce a costruire nulla, cia-scuno persegue la propria idea, senzatrovare punti di accordo. L’umiltà,dono dello Spirito, conduce lo sposoad ascoltare la sua sposa senza con-siderare inutile la parola che gli vienedonata, ma anzi offrendo la sua conla volontà di far divenire le proprieparole, pur se talvolta discordanti,pietre che costruiscono la casa co-mune, mai muraglie di divisione e didisprezzo perché l’altro la pensa di-versamente.

Attraverso l’umiltà ioscelgo di farmi plasmaredalle relazioni della vitafamiliare, plasmo e mi la-scio lavorare nel cuore enella mente, nei pensieri enei sentimenti, perchénessuno è mai arrivato –anche questo è umiltà,non considerarsi mai arri-vato! – sulla strada del-l’amore. L’umiltà è verità.Se dico di non essere in-fallibile, che posso caderenell’infedeltà, sbagliare aparlare sotto l’impulsodell’ira o della permalo-sità, confesso solo la ve-rità di me stesso e mioffro all’altro/a senza ma-schere, in umiltà appunto,

LE NOSTRE SACRE FAMIGLIEcon quella creaturalità che è l’ele-mento costitutivo del mio essere. Masempre l’umiltà mi abilita a sognarecon Dio, a collaborare con Lui cherinnova la mia giovinezza, che riveste

Una mamma m’ha fatto leggereuna lettera inviatale dal figlio di-ciottenne in occasione della Festadella Mamma; una lettera bella, in-teressante. La propongo ai lettoridel bollettino perché si conferminonella convinzione che i giovaninon sono poi così vuoti o superfi-ciali come potrebbe sembrare.Al di là delle contestazioni o deimomenti di stanchezza essi por-tano in sé valori e atteggiamentipreziosi che lasciano ben sperareper il mondo degli adulti nei pros-simi anni. A noi godere di questeparole e seguire i ragazzi con l’af-fetto, la vicinanza e la preghiera.Cara mamma,

come vedi non mi sonodimenticati di farti gli auguri e discriverti una lettera a cui, come miripeti sempre, tieni molto. La Festadella Mamma serve a ricordare aifigli che possono contare sempresu una persona molto importante:la persona che ci ha messi almondo. In quest’anno sono molto cam-

biato; mi sono reso conto che lavita non é sempre semplice comela vedevo la bambino; sono cam-biate tante cose in me e mi rendo

Giovani e valori: ci sono, eccome!

di luce gioiosa i miei giorni. Più vi-viamo nell’umiltà e più il Signore ciusa perché “Egli resiste ai superbi,ma fa grazia agli umili” (1Pt 5,5).

conto d’avervi dato parecchie de-lusioni sia scolastiche sia compor-tamentali. Vorrei sapere anch’io le cause di

questo mio cambiamento repentinoma più ci penso più non trovo ri-sposte. stando in città ho imparato,forse, a far affidamento solo su mestesso autogestendomi; questoforse ha sottratto in me l’esigenzadi trovare sempre supporto in te.Ma devo dirti la verità: nessunocome te é capace di darmi il sor-riso, di rendermi felice nei mo-menti tristi. Mamma: tante volte se non sen-

tissi la tua voce per telefono men-tre mi trovo qui in città, mi sentireimorire ed ho bisogno di te adessoe per tutti i giorni che verranno.Spero che i tuoi sforzi per farmiraggiungere un risultato siano ri-pagati; io ci sto provando a met-tercela tutta anche con le mie milledifficoltà perché ho imparato cheuna cosa fondamentale della vita éla riconoscenza e io sono ricono-scente per tutto quello che stai fa-cendo per me. Grazie per avermi fatto crescere

e grazie per avermi fatto la per-sona che sono. Ti voglio bene.

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Sentieri 5

I vangeli delle domeniche del nuovoanno liturgico saranno tratti dal van-gelo di S. Luca. Non è certo il piùusato nella tradizione pastorale dellaChiesa; e neppure è il più noto; il pri-mato è sotto questo profilo di S. Mat-teo; terzo poi nell’ordine canonico. Etuttavia esso appare per molti aspettiprivilegiato. È il più lungo di tutti iVangeli (oltre 19 mila parole greche),è quello che ha maggiormente nutritol’iconografia cristiana, al punto cheuna tradizione antica ha addiritturaraccomandato l’immagine di Lucaquale pittore eglistesso.Pensiamo a tale

proposito soprat-tutto ai capitolidell’infanzia, alleimmagini dunquedella Annuncia-zione, del prese-pio, della pre-sentazione altempio, di Gesùdodicenne con idottori nel tem-pio; tutte questeimmagini, esclu-sive di Luca, gra-zie all’icono-grafia relativahanno una parteimportante nellastoria della pietàcristiana. Ma pensiamo anche ad altrepagine esclusive di Luca: la cena diEmmaus, l’ascensione del Signore, oil gesto di “Veronica”; esso è all’ori-gine di tutta la tradizione iconogra-fica relativa al volto di Gesù. È statodetto, con formula breve, che il van-gelo di Luca è “il più bello” (Renan).

In ogni caso, esso appare comequello più vicino alla sensibilità mo-derna. Non ci si può tuttavia limitare,ovviamente, ad un apprezzamento dicarattere estetico. Il privilegio delVangelo di Luca riguarda anche e so-prattutto i contenuti. Esso è il vangelodella gioia, della misericordia, degliumili e dei poveri; sono questi gliaspetti che hanno suggerito a Dantela felice definizione di Luca quale“scriba mansuetudinis Christi”: er-meneuta e narratore della “mitezza”del Cristo. Luca accorda un’atten-zione decisamente spiccata alla mise-ricordia.

Per conoscere un po’ di più san Luca

La qualifica è soprattutto giustificatadalle tre parabole della misericordiaesclusive di Luca: la pecora smarrita,la dracma perduta e il figlio prodigo(cap. 15): la triplice gioia dei prota-gonisti dei quadretti offre un’imma-gine di straordinaria efficacia dellagioia di Dio stesso a fronte di ognipeccatore che si pente. Di quellagioia in cielo è riflesso la gioia diGesù sulla terra, che riceve i pecca-tori e mangia con loro. Anche nellaparabola del buon samaritano la

punta è nella notazione che egli, pas-sando accanto al malcapitato lo videe n’ebbe compassione (10, 33). Il vangelo tutto è definito come an-

nuncio della misericordia nelle paroledel sacerdote Zaccaria (inno del Be-nedictus): egli ha concesso miseri-cordia ai nostri padri e si è ricordatodella sua santa alleanza (1, 72). Gesùè la tenerezza di Dio fatta carne. Eglici comunica con l’intera vita, con ilsuo insegnamento e i segni di guari-gione nel corpo e nello spirito, comeDio ha tanto amato e ama il mondo.Gesù rivela il volto del Padre concuore di madre, pieno di misericordiae compassione.

Basti pensare all’abbraccio delpadre che vede da lontano il figlioche torna a casa dopo aver sperperatola sua eredità, gli corre incontro, glisi getta al collo e lo abbraccia tenera-mente colmo di gioia. Gesù non solo

comunica tenerezza ma è capace diaccoglierla. Si lascia amare tenera-mente (e anche pubblicamente) dadonne che non godono fama di san-tità, come l’anonima peccatrice di cuiparla Luca al cap. 7.Non interrompe il pianto di quella

donna, non le dice “adesso basta”, la-scia che pianga tutte le sue lacrime,che gli asciughi i piedi con i suoi lun-ghi capelli, che glieli baci e cospargadi profumo… Il fariseo che lo avevainvitato a pranzo e i suoi ospiti re-stano allibiti e sgomenti davanti aquesta scena che sappiamo come vaa finire: non solo Gesù prende le di-fese ma elogia quella donna contrap-ponendo il suo atteggiamento a

quello del fariseo. Ma, prima di tutte

queste figure edepisodi di miseri-cordia, il pro-gramma dellamisericordia diGesù nel Vangelolucano è annun-ciato con il di-s c o r s op rog ramma t i conella sinagoga diNazaret: “Lo Spi-rito del Signore èsu di me; per que-sto mi ha consa-crato con l’unzionee mi ha mandato aportare ai poveri illieto annuncio, aproclamare ai pri-

gionieri la liberazione e ai ciechi lavista; a rimettere in libertà gli op-pressi, a proclamare l’anno di graziadel Signore” (4, 18-19).

don Michele Favret(articolo tratto da L’Azione, settimanale dellaDiocesi di Vittorio Veneto)

Baggio Foto Studio

CHE IO MI ACCETTISignore, riconciliami con me

stesso. Come potrei incontrare eamare gli altri se non mi incontro

e non mi amo più?Signore, tu che mi ami così come

sono e non come mi sogno, aiutamiad accettare la mia condizione

di uomo, limitato ma chiamato a superarsi.

Insegnami a vivere con le mieombre e le mie luci, con le mie dol-cezze e le mie collere, i miei sorrisie le mie lacrime, il mio, passato

e il mio presente. Amen..

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Sentieri6

FEBBRAIO IN COMUNITÀRicordare gli avvenimenti vissuti in Parrocchia nei

mesi scorsi non è semplice cronaca o nostalgico ri-cordo del passato ma è un’occasione per rivivere al-cuni momenti significativi della nostra piccola storialocale. E’, inoltre, una buona occasione per condivi-dere con chi vive ai margini della Parrocchia quantoha reso solenne e importante il tratto di strada a cuisarebbe stato bello vedere anche la loro presenza.Abbiamo iniziato con la FESTA DELLA CAN-DELORA il 2 febbraio: il ricordo delle bellecelebrazioni natalizie ci ha visti, con le candele ac-cese, lodare il Signore per la sua presenza che è lucesul nostro cammino spesso segnato da zone d’om-bra. Quaranta giorni dopo il Natale abbiamo chiestoal Signore che il presepio - magistralmente realizzatoda Ciotti Osvaldo e dai suoi valenti collaboratori, icanti , sempre ben curati e eseguiti dal nostro CoroParrocchiale, i numerosi auguri scambiati in occa-sione del nuovo anno non siano riposti in un angolodella nostra vita come vengono messe nel sottoscalale statuine del presepio. Questo Gesù che abbiamoadorato , cantato e ammirato continua ad essere pre-senza luminosa per la nostra vita.

***Nella prima domenica di febbraio abbiamo cele-

brato la GIORNATA DELLA VITA con lapresenza, in chiesa, d’un bel gruppo di genitori con iloro piccoli nati nell’anno appena trascorso. Si sonofatti sentire questi piccoli, con le loro vocine e hannoreso più significativa la nostra Messa animata dalCoro Parrocchiale. A rendere più significativa la ce-lebrazione ci ha pensato Gabriele Bacchetti che haricevuto il Battesimo. il grande sacramento che c’in-serisce nella vita cristiana. La celebrazione s’é con-clusa con l’offerta delle primule ai parrocchiani. Conquesto contributo il nostro gruppo di Aiuto alla Vitasostiene alcune famiglie in difficoltà mentre vedonoi loro piccoli crescere e affacciarsi alla vita.

***Pochi giorni dopo eccoci nuovamente in Chiesa per

celebrare L’INIZIO DELLA QUARESIMAcon le ceneri sulle nostre teste. Quest’anno la Qua-resima richiede una maggior partecipazione e consa-pevolezza perché siamo nel bel mezzo dell’AnnoSanto, anno straordinario della Misericordia. Ai pre-sentì il Parroco ha indicato alcune scelte impegna-tive per rendere significativo il tempo che corre.

***Il giorno dopo, l’11 febbraio, abbiamo celebrato laGIORNATA MONDIALE DEL MALATOpresso la residenza “Marmarole”, là dove soggior-nano tati anziani. La nostra preghiera ha ricevuto unaforte carica di grazia mentre tanti anziani ricevevanoil sacramento dell’Unzione dei Malati. Al Personale, agli Addetti all’Assistenza e ai Parenti dei Degenti

il celebrante ha ricordato il miracolo di Cana : Gesùche, sollecitato da sua Madre, compie quel famosomiracolo dell’acqua trasformata in vino, Anche noisiamo chiamati ad interessarci positivamente di chi cista accanto, delle sue debolezze e povertà “Qualsiasicosa vi dica, fatela” (Gv 2,5): era questo il motto delnostro appuntamento accanti ai malati e agli anziani.Ha fatto piacere vedere un bel gruppo di Parrocchianipresenti a quest’appuntamento annuale accanto aglianziani. Uno dei possibili impegno per l’Anno santoé quello di essere accanto a chi fa fatica anche soloper portare il cucchiaio vicino alla bocca.Abbiamo concluso la celebrazione invocando maria,Salute degli Infermi: “al tuo cuore di Madre affi-diamo la nostra vita: illuminati dalla fede, possiamosentire la vicinanza di Cristo che cammina al nostrofianco, caricato della croce e ci aiuta a svelare ilsenso delle nostre sofferenze”.

***Infine altro grande appuntamento comunitario l’ab-

biamo vissuto domenica 14 febbraio, al pomeriggiopresso il SANTUARIO DEL CRISTO conla celebrazione del “NOSTRO GIUBI-LEO”. E’ venuta a farci compagnia anche la neveche non ha impedito la partecipazione di diversi fe-deli delle Parrocchie del nostro Comune e anche diPerarolo. Una celebrazione “coi fiocchi” a detta dei

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Sentieri 7

partecipanti perché abbiamo pre-gato, abbiamo varcato la nostra“porta santa”, abbiamo accolto leprovocazioni della parola di Dio ele riflessioni di papa Francesco sulcuore grande e misericordioso diDio nei nostri confronti. Moltosentito é stato l’omaggio dell’in-censo all’immagine di Cristo di-pinto dalla Bottega di Tiziano eche, nei secoli passati, era utiliz-zata come porticina del taberna-colo della chiesa arcidiaconaleprecedente all’attuale. Il segno di croce fatto davanti a

quell’immagine sacra non sarà fa-cilmente dimenticato da chi hascelto di essere presente nel nostroSantuario. Nelle domeniche se-guenti anche tutte le altre Parroc-chie della Forania vivrannol’identico momento di fede e siuniranno a tutti coloro che, inun’opera di generosità, aiuterannole popolazioni della Siria - in par-ticolare i cittadini di Aleppo - a ri-cevere un po’ d’acqua comesollievo per la loro martoriata sto-ria di violenza. A quest’iniziativasi aggiunge anche la partecipa-zione dei cittadini con un invitodell’Amministrazione Comunale,possono contribuire con una loropersonale offerta facendo un boni-fico presso le banche.

Le foto sono di Tommaso Albrizio e fissano alcuni momenti del “nostro Giubi-leo”: l’abbiamo vissuto. sotto la neve, nella prima domenica di Quaresima.Le altre Parrocchie del Cadore hanno vissuto la stessa esperienza nelle suc-cessive domeniche quaresimali.

FAMMI STRADA SIGNORE,conducimi tu lungo il cam-mino che da sempre hai pen-

sato per me! Sono passi duri, faticosi ...

spesso mi lasciano senza forze,sfiduciato

e disorientato.Proprio in quei momenti Si-gnore, fammi strada e strin-

gimi forte la mano, invitami a guardare le Tue meraviglie, a toccare con mano il tuo Amore.

Fammi strada Signore,e la tua strada sia la mia,

per sempre.

Luca Rubin

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Sentieri 8

Quella che inizia come un'ami-cizia innocente si trasforma fa-cilmente in un'interferenza nellacoppia.È sempre più evidente che la no-

stra società è particolarmenteostile nei confronti del matrimo-nio. C'è chi si sposa senza dareimportanza all'impegno dell'esclu-sività e della fedeltà.Per questo, ha senso moltiplicare

le precauzioni per difendere il ma-trimonio, cosa proposta da Jill Sa-vage, fondatrice negli Stati Unitidi Hearts at Home, un servizio cheesorta le madri a dedicarsi "atempo pieno" alla casa e alla fa-miglia.UN'AMICIZIA INNOCENTEJill fa un esempio. "Un padre delnostro vicinato è diventato il miomiglior amico", le diceva una gio-vane madre. "Andiamo con i bam-bini al parco, a fare spese,cuciniamo anche insieme unavolta al mese. È una grande per-sona"."È evidente che questa donna nonaveva idea del pericolo in sito inquesta situazione apparentementein offensiva", ha scritto la Savagein un articolo. "La storia è semprela stessa: il coniuge infedele hasviluppato una relazione che è ini-ziata come un' amicizia innocente,con qualcuno con cui poter par-lare, qualcuno che ascoltava, chesi preoccupava".PIANTARE UNA PALIZZATA

DI PROTEZIONE

"Dobbiamo piantare una paliz-zata di protezione intorno al no-stro matrimonio, ovvero prenderein anticipo decisioni che tenganolontana la tentazione e rendano ilmatrimonio una priorità", ha rac-comandato Jill come consulentefamiliare e matrimoniale.In concreto, raccomanda 8 pre-cauzioni per difendere la rela-zione.l. COMPI SCELTE SAGGEEvita di trascorrere del tempo su-perfluo con qualcuno del sesso op-posto. Ad esempio, se cerchi unallenatore personale in palestra,scegli una persona del tuo stessosesso.2. CONDIVIDI SAGGIA-MENTESe un giorno ti rendi conto che staicondividendo con qualcuno se-greti e intimità su di te e sul tuomatrimonio che non hai condivisocon il/la tuo/a sposo/a, è un se-gnale di allarme. Anche un legameemotivo con qualcuno, pur non ar-rivando a diventare sessuale, puòdanneggiare molto la relazione.3. CERCA DI STAREIN LUOGHI PUBBLICIFai il proposito di non darti ap-puntamento da sola/o con qual-cuno dell'altro sesso.Se un/a amico/a ti invita a man-giare o ad accompagnarlo/a, fa'che venga una terza persona. Nonesitare a spiegargli/le, se serve,che hai deciso così con il tuo co-niuge. Può servire a dare l'esem-pio.

4. NON ESSERE INGENUO/ALa maggior parte della gente chefinisce per avere una relazionenon voleva averla; l'infedeltà ini-zia come una relazione innocenteche alla fine raggiunge una pro-fondità emotiva che attraversa lalinea della fedeltà.5. AUMENTA IL TUO"INVESTIMENTO" IN CASAI matrimoni forti si ottengono pas-sando del tempo insieme, ridendoinsieme, giocando insieme. Se nonhai appuntamenti con il tuo par-tner, pianifica già appuntamentiper i prossimi mesi e fa' che tra-scorrere del tempo insieme sia unapriorità.6. FA' ATTENZIONE A CIÒCHE PENSISe pensi tutto il giorno ai difettidel tuo coniuge, se il tempo chededichi a pen sare a lui/lei si con-centra su mancanze e rimproveri,è facile che qualsiasi altra personapossa sembrarti migliore e ti attiri.Scrivi una lista dei punti forti cheti hanno attratto inizialmente neltuo partner. Sostieni, incoraggia,appoggia e diminuisci le critiche.7. NON GIOCARE A PARA-GONARETutti abbiamo comportamenti sba-gliati, manie ed errori. È inganne-vole paragonare tuo/a mari-to/moglie a un nuovo conoscente,perché non vediamo il nuovo arri-vato nel mondo reale, in quellodella condivisione del tetto, di cu-rare i bambini alle tre del mattino,di far quadrare i conti ...8. CERCA AIUTOCercare aiuto è un segno di forza,non di debolezza. Cerca aiuto chiè disposto a combattere, è unprimo passo di forza. Ricorri aiSacramenti, mantieniti saldo nellatua fede, cerca un sacerdote o unterapeuta familiare cristiano, unbuon consigliere .. . Ti darannouna prospettiva serena per stabi-lire nuove strategie per proteggeree difendere il tuo matrimonio.

Otto precauzioni per difendere il tuo matrimonio

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Sentieri 9

Sette consigli per educare tuo figlio

che voi avete di loro; più di milleraccomandazioni soffocanti, sa-ranno aiutati dai gesti che videro incasa: gli affetti semplici, certi edespressi con pudore, la stima vicen-devole, il senso della misura, il do-minio delle passioni, il gusto per lecose belle e l'arte, la forza anche disorridere. E tutti i discorsi sulla ca-rità non mi insegneranno di più delgesto di mia madre che fa posto incasa per un vagabondo affamato:e non trovo gesto migliore per direla fierezza di essere uomo diquando mio padre si fece avanti aprendere le difese di un uomo in-giustamente accusato.7. I vostri figli abitino la vostra casacon quel sano trovarsi bene che timette a tuo agio e ti incoraggiaanche ad uscire di casa, perché timette dentro la fiducia in Dio e ilgusto di vivere bene.

dal male e che abbiano in orrore lamenzogna.3. Non pretendete dunque di dise-gnare il loro futuro; siate fieri piut-tosto che vadano incontro al domanicon slancio anche quando sembreràche si dimentichino di voi.4. Non incoraggiate ingenue fanta-sie di grandezza, ma se Dio lichiama a qualcosa di bello e digrande, non siate voi la zavorra cheimpedisce di volare.5. Non arrogatevi il diritto di pren-dere decisioni al loro posto, ma aiu-tateli a capire che decidere bisogna,e non si spaventino se ciò cheamano richiede fatica e fa qualchevolta soffrire: è insopportabile unavita vissuta per niente.6. Più dei vostri consigli li aiuteràla stima che hanno di voi e la stima

Un papà raccontaSul frigorifero di casa, mio padre

un giorno appese un foglio con que-sta citazione: "Più dei vostri consi-gli li aiuterà la stima che hanno divoi e la stima che voi avete di loro;più di mille raccomandazioni soffo-canti, saranno aiutati dai gesti chevidero in casa: gli affetti semplici,certi ed espressi con pudore, lastima vicendevole, il senso della mi-sura, il dominio delle passioni, ilgusto per le cose belle e l'arte, laforza anche di sorridere." FirmatoSant'Ambrogio.Ogni volta che aprivo il frigo l'oc-

chio mi cadeva sempre su una o dueparole. E anche se ero distratto, nonpotevo non fare i conti con quantoera scritto su quel foglietto che in-gialliva col passare degli anni, mache imperterrito restava lì.

Come se Sant'Ambrogio conti-nuasse a dirmi "guarda che questeparole le ho preparate per te: vale-vano quando le ho scritte, valgonoora e varranno per sempre".Oggi mi appresto a diventare padree per la prima volta rileggo questerighe con "un occhio nuovo". Unsenso di impotenza, misto a timore,pervadono il mio cuore. Sarò unbuon padre? Saprò accompagnaremio figlio nella strada che è statapreparata per lui? E poi che ne saràdi lui?La sfida sta per cominciare.Ed essere dentro la compagnia dellaChiesa, con un grande alleato comeSant'Ambrogio non può che renderepiù gustoso e avvincente l'inizio diquesto cammino.Desidero quindi condividere con

tutti voi il testo che va a completarela citazione.E' un estratto dai "Sette dialoghicon Ambrogio, Vescovo di Milano "(Centro Ambrosiano, 1996).l. L'educazione dei figli è impresaper adulti disposti ad una dedizioneche dimenticase stessa: ne sono capaci marito emoglie che si amano abbastanza danon mendicare altrove l'affetto ne-cessario.2. Il bene dei vostri figli sarà quelloche sceglieranno: non sognate perloro i vostri desideri. Basterà chesappiano amare il bene e guardarsi

Sempre pronti e generosi

Anche, quest’anno, nella notte di Natale, abbiamo apprezzatoil calore e la simpatia dei nostri Alpini che ci hanno atteso, perun brindisi e un augurio, sul sagrato della Chiesa.

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Sentieri10

L’orologioDì qualcosa di carino alla persona che ami. Adesso.

Celebravano i 50 anni di matrimonio. Erano felici circondati da figlie nipoti. Al marito fu chiesto quale fosse il segreto di un matrimoniocosí duraturo.Il vecchio signore chiuse un attimo gli occhi e poi, come ripescando

nella memoria un ricordo lontano, raccontò. "Lucia, mia moglie, eral'unica ragazza con cui fossi mai uscito. Ero cresciuto in un orfanatro-fio e avevo sempre lavorato duro per ottenere quel poco che avevo. Nonavevo mai avuto tempo per uscire con le ragazze, finché Lucia non miconquistò.

Prima ancora di rendermi conto diquello che stava accadendo, l'avevochiesta in moglie. Eravamo cosí gio-vani, tutti e due. Il giorno delle nozze,dopo la cerimonia in chiesa, il padredi Lucia mi prese in disparte e midiede in mano un pacchettino.Disse: "Con questo regalo, non tiservirà altro per un matrimonio fe-lice". Nella scatola c'era un grosso

orologio d' oro. Lo sollevai con cautela. Mentre lo osservavo da vicino,notai un' incisione sul quadrante: era un' esortazione molto saggia el'avrei vista tutte le volte che avessi controllato l'ora".L'anziano signore sorrise e mostrò il suo vecchio orologio. C'erano

delle parole un po' svanite, ma ancora leggibilisul quadrante. Quelle parole recavano in sé il segreto di un matrimoniofelice.Erano le seguenti: "Dì qualcosa di carino a Lucia".

DOMENICA DA VIVERE

1. Preparati con la mente e il cuoreal “giorno del Signore": eviteraidi banalizzarlo.2. Non anteporre nessuno e nullaalla Messa festiva: la domenica èmolto di più del riposo sindacaleo scolastico.

3. Dà del tempo ai tuoi familiari eamici: è squallido ricorrere a lorosolo nel momento del bisogno!4. Ritagliati qualche pausa di tran-quillità fisica e interiore: non sipuò vivere sempre di fretta! Ri-cerca il silenzio, il contatto con lanatura per rientrare in te stesso.5. Cerca di disintossicare la tuamente: togli i pensieri invadenti eaggressivi. La Parola del Signore,la preghiera fiduciosa possono es-serti di grande aiuto.6. Non affidare questo giorno allaregia dei canali televisivi ed evitadi spenderlo in mille attività. Nonlasciarti «drogare» o uccideredalla routine dei giorni feriali.7. Resisti al fascino della trasgres-sione nel bere, nello spendere...Non sono i vestiti, gli appunta-menti, i risultati sportivi che aiu-tano a fare festa!

8. Partecipa, qualche volta, alleiniziative della tua Parrocchia. L’andare sempre altrove non è ga-ranzia di felicità.9. Ricordati che la domenica è ilprimo e non I’ultimo giorno dellasettimana: se è un giorno fiacco econvenzionale, come saranno igiorni seguenti?10. Porta nella vita della settimanaquanto ricevi in dono alla Messa:soprattutto la serenità del cuore, lacapacità critica e l'impegno delservizio.

L’APERTURA DELL’ANNO SANTOEra la domenica di Cristo Re, verso la fine di novembre del 2015

quando siamo stati invitati a vivere le proposte di papa Francesco conil dono dell’Anno Santo. L’abbiamo fatto partendo dal piazzale di Taifino alla Chiesa Arcidiaconale pregando e riflettendo sulla misericordiadi Dio nei nostri confronti. Quante porte saremo capaci di aprire per andare incontro al nostro

prossimo? Sarà questo l’impegno per i prossimo mesi.

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Sentieri 11

Il paradosso del nostro temponella storia è che abbiamo edificisempre più alti, ma moralità piùbasse, autostrade sempre più lar-ghe, ma orizzonti più ristretti. Spendiamo di più, ma abbiamomeno, comperiamo di più, ma go-diamo meno. Abbiamo case piùgrandi e famiglie più piccole, piucomodità, ma meno tempo.

Abbiamo più istruzione, mameno buon senso, più conoscenza,ma meno giudizio, più esperti, eancor più problemi, più medicine,ma meno benessere. Beviamotroppo, fumiamo troppo, spen-diamo senza ritegno, ridiamotroppo poco guidiamo troppo ve-loci, ci arrabbiamo troppo, fac-ciamo le ore piccole, ci alziamostanchi, vediamo troppa TV, e pre-ghiamo di rado. Abbiamo moltiplicato le nostre

proprietà ma ridotto i nostri valori.Parliamo troppo, amiamo troppopoco e odiamo troppo spesso. Ab-biamo imparato come guada-gnarci da vivere, ma non comevivere. Abbiamo aggiunto annialla vita, ma non vita agli anni.

Siamo andati e tornati dallaLuna, ma non riusciamo ad attra-versare la strada per incontrare unnuovo vicino di casa. Abbiamoconquistato lo spazio esterno, manon lo spazio interno. Abbiamocreato cose più grandi, ma non mi-gliori. Abbiamo pulito l’aria, mainquinato l’anima. Abbiamo do-minato l’atomo, ma non i pregiu-dizi. Scriviamo di più, maimpariamo meno. Planifichiamodi più, ma realizziamo meno. Ab-biamo imparato a sbrigarci, manon ad aspettare. Costruiamocomputer più grandi per contenerepiù informazioni, per produrre piùcopie che mai, ma comunichiamosempre meno. Questi sono i tempi del fast food

e della digestione lenta, grandi uo-mini e piccoli caratteri, ricchi pro-fitti e povere relazioni. Questi sono i tempi dei viaggi ve-loci, dei pannolini usa e getta,

della moralità a perdere, delle re-lazioni di una notte,dei corpi so-vrappeso e delle pillole chepossono farti fare di tutto dal ral-legrarti al calmarti, all'ucciderti. E’un tempo in cui ci sono tante cosein vetrina e niente in magazzino.Ricordati di spendere del tempo

con i tuoi cari ora, perché non sa-ranno con te per sempre. Ricordati di dire una parola gen-tile a qualcuno che ti guarda dalbasso in soggezione, perchéquella piccola persona presto cre-scerà e lascerà il tuo fianco. Ricordati di dare un caloroso ab-braccio alla persona che ti sta afianco, perché è l'unico tesoro che

SPUNTI Dl RIFLESSIONE PER IL NUOVO ANNO (MA È ANCORA "NUOVO"?)

puoi dare con il cuore e non costanulla. Ricordati di dire “vi amo”ai tuoi cari, ma soprattutto pen-salo. Un bacio e un abbracciopossono curare ferite che vengono dal profondo dell'anima. Ricordati di tenerle le mani e godidi questi momenti perché ungiorno quella persona non sarà piùlì. Dedica tempo all’amore,dedica tempo alla conversazione,e dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente.E RICORDA SEMPRE:la vita non si misura da quanti re-spiri facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro.

“Fratelli e sorelle ca-rissimi, con lo sguardofisso su Gesù e sulsuo volto misericor-dioso, il Santo Padreci invita a vivere unanno di grazia che di-schiude per tutti noi eper l’umanità intera laporta della misericor-

dia di Dio”.

QUELLI ERANO GIORNI

Davanti ad una foto come questaci si deve soffermare e rifletteresui particolari: dalla donna cheporta l’acqua con il caratteristico“thampedòn”, ai bambini acco-vacciati sulla destra. La didascaliac’informa che siamo davanti allacasa natale di Tiziano nel 1900circa. Anche l’edificio ha subitotante trasformazioni da come lovediamo noi, oggi. Non ci sono più le indicazioni,

sulla destra: “barbitonsore” e“borgata Arsenale”. Due lampioni,sull’angolo della casa, ci diconodel progresso che cominciava adiffondersi con l’arrivo dell’ener-gia elettrica. Fa impressione labassa statuta della donna con isecchi dell’acqua come pure é im-

pressionante la curvatura della suaschiena. No si sarà mica messa inposa con un po’ di civetteria fem-minile?

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Sentieri12

QUERCIA SECOLARE( poesia dedicata a tutti i nonni )

Così forte che nemmeno il vento

può scalfire... Così alta da poter sfiorare

il cielo con il dito... Così imponente da proteggere i fiori sparsi nelle tue radici...

Così essenziale da essere sempre presente, in qualsiasi situazione... Così generosa da aiutare i suoi fiori quando stanno perdendo i loro petali.Questo è quello che sei,

nonna per me. Questo è quello che pensano

i tuoi fiori di te mentre li proteggi

da un’altra tempesta, con i tuoi folti rami...

Questo è quello che sei..., il punto di riferimento, l’albero che la pioggia,

il vento e l’uomo non potranno mai scalfire.Sai, non ci vuole molto ad essere un albero, ma ci vuole forza

per resistere nel tempo... nonostante tutto.

Grazieper avermelo insegnato.

Ti voglio bene.Tuo nipote

Giovedì 21 gennaio scorso, un fe-stoso scampanio, insolito alle20.30, ha scosso la calma serale diPieve di Cadore. Molti paesani de-vono essersi chiesti cosa indicasse.Quel suono invitava i fedeli dellevarie chiese cristiane a una celebra-zione comunitaria nell'ambito dellasettimana di preghiera per l'unitàdei cristiani. Pur nell'esiguità delle presenze, nel

corteo con cui si è aperta la cele-brazione, officiata da don PierluigiLarese membro del gruppo ecume-nico diocesano, era un cristiano or-todosso a reggere il cero pasquale,

CAMPANE A FESTA PER L’ECUMENISMOsimbolo di Cristo luce del mondo,mentre una cristiana valdese por-tava il sale, simbolo del sapore chela fede conferisce alla vita. Il libretto della celebrazione, pre-

disposto quest'anno dal gruppo ecu-menico della Lettonia, è statoriprodotto dall'Arcidiacono in ab-bondanza di copie. Grazie a questoausilio, tutti insieme abbiamo lo-dato Dio col canto; tutti insieme loabbiamo pregato di riunirei in unsolo corpo; tutti insieme abbia, poiascoltato l'omelia di don Pierluigi,che ha illustrato e antiche origini

delle nostre divisioni e le lorocause, nonché la volontà di supe-rarle espressa dalle varie chiese: ladivisione è uno scandalo che con-travviene nettamente alla racco-mandazione di amarci e restare unitilasciataci da Cristo prima della suaascensione. L'officiante ci ha anche ricordato

che, come papa Francesco ci hadetto, i martiri cristiani, di ognitempo, a qualsiasi chiesa apparten-gano, sono nostri fratelli, scrive unodei partecipanti. I partecipanti alrito, raccolti nei banchi del presbi-terio, esprimevano tutti emozione eletizia.

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Sentieri 13

Alla Chiesa di Dio che è inBelluno-Feltre

Eccomi!Mi presento con la trepida-zione che mi accerchia perdare a tutti voi – Chiesa del Si-gnore in Belluno-Feltre – il mioabbraccio di comunione.In questo momento inedito e

inaspettato non nascondo dicercare accoglienza e com-prensione.Posso confidarvi che mi sono

sentito precedere da quel “sì”che, poi, ho cercato di dire conil cuore quando mi è stato co-municato che Papa Francescomi chiamava ad essere Ve-scovo nella vostra Chiesa.C’è un’appartenenza di Graziache precede, chiama e dàanche la fiducia di rispondere.Sono convinto che è un “sì” vi-cendevole – mio e di tutti voi –da vivere ogni giorno, un sì alVangelo di Gesù, perché oggisi compia ancora, anche tra-mite noi.Condivido con voi questo mio

sentire. Sono certo che è giàarricchito dalla storia di fededella vostra e, ora, nostraChiesa.

A tutte le comunità ecclesialiesprimo la mia attesa di po-terle incontrare nel nome delSignore Gesù, con il desideriodi conoscerle, di ascoltarle perpoi aiutarci insieme. Siamotutti “poca cosa” ma gli unicon gli altri, guidati dallo Spi-rito, possiamo essere «segno estrumento dell’intima comu-nione con Dio e dell’unità ditutto il genere umano» (LG 1).Un pensiero di affetto e rico-

noscenza va al Vescovo Giu-seppe. La gioia di succederglisgorga dalla scia di fedeltà dicui la vita delle Chiese è intes-suta. Il mio affettuoso salutova a tutto il presbiterio, dalprete più giovane al prete piùanziano, in particolare a chi sisente più solo o affaticato.Permettetemi un ulteriore sen-timento, riguarda lo scenariostupendo delle vostre monta-gne che tanto ho ammirato efrequentato. Ora scopro chequel fascino anticipava la gioia

La lettera del Vescovo eletto Renato Marangonialla sua nuova chiesa di Belluno Feltre

e la fatica di camminare in-sieme, di esserci gli uni per glialtri, di salire insieme versouna speranza che non abbiafine e che sia per tutti, donne euomini di qualsiasi apparte-nenza.

Ci raccogliamo nella pre-ghiera. La immagino simile alcammino del Buon Samari-tano: insieme ci facciamo ca-rico delle fatiche delle nostrefamiglie e delle nostre comu-nità, di ogni persona anzianao in situazione di malattia, didisabilità, di ferita interiore o

negli affetti, di disoccupazione,di abbandono, di fragilità, dipovertà. Ancor più motivati esostenuti dal Giubileo dellamisericordia!Accanto a questa preghiera miviene spontaneo osare un in-vito: affidiamoci alle “nuovegenerazioni”, al loro intuito,alle loro abilità, alle loro in-quietudini, al loro sguardo, al-l’aspirazione più profonda chele abita. Possiamo sperare solocon loro!Il mio pensiero si rivolge, inol-tre, a tutte le Istituzioni pre-senti e operanti nel territoriodella Diocesi. Insieme potremocollaborare, con sincerità e ri-spetto, per un di più di bene,di giustizia e di misericordia.Con l’animo riconoscente allaChiesa di Padova di cui sonofiglio ammirato, eccomi a te,Chiesa di Belluno-Feltre!

Il nostro arrivederci lo po-niamo accanto alle parole ras-sicuranti di Gesù: «Non voiavete scelto me, ma io ho sceltovoi e vi ho costituiti perché an-diate e portiate frutto e il vostrofrutto rimanga» (Gv 15,16).

don Renato Marangoni

Padova, 10 febbraio 2016

IN ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO

Uno dei momenti più significativi del Giubileo celebrato nel nostro Santuario del Cri-sto é incentrato nell’ascolto della Parola di Dio: Egli ci comunica tutto il suo interesseper la nostra riuscita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l'uomo, perché apre il cuore alla speranza diessere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. Ci sono momenti neiquali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla miseri-cordia per diventare noi stessi segno efficace dell'agire del Padre.

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Sentieri14

Lunga vita agli sposi

Nella Messa domenicale del 21 febbraio abbiamo pregato con Canaider Marioe Tina Zandegiacomo nel loro cinquantesimo anni di vita coniugale. Il Vangelodi quella domenica quaresimale presentava Gesù nella sua splendente trasfi-gurazione; nella preghiera abbiamo chiesto al Signore per questi sposi unacontinua trasfigurazione in tutte le componenti della vita coniugale. La fami-glia é “chiesa domestica” quando prega, quando aiuta, quando educa, quandoincontra: lo abbiamo chiesto, con fiducia, al Signore, Dio della vita.

IEN A NANASta ceto canaja, sta ceto e jen ka, ché ades te fas nana pe del to papà.

Te ciantarei iò la nina nana, parchè non l'è ca la to mama.

Stasera, fiolet, eia no l'è,l'è désta a comprate balok e bebè.

E ades che te sos indormenzà, puose anca dite la verità:

tristeza e dolor i à pasà sta porta, parché la mama incuoi l'è morta.

Ma l'è desta onde se duia e ride e mai se laora o se fa fadie

Par l'arcobalen, iò ignante e 'po tu,se tiraron 'na di in lasù.

E pescaron pe de ela 'ntel ziel, biscote inte ai rù de lat e de miel.

E coraron pai prà dutte d'or,che i sa de carefe e parfuma de amor.

VIENI A NANNASta' quieto, birbante, stai quieto evieni qua, che adesso fai la nanna col tuo papà.

Ti canterò io la ninna nanna, perché non c'è qua la tua mamma.

Stasera, figliolo, lei non c'è,è andata a comprarti giocattoli e bambolotti.

E adesso che sei addormentato,posso anche dirti la verità:

tristezza e dolore hanno varcato questa porta perché la mamma oggi è morta.

Ma è andata dove si gioca e si ridee mai si lavora o si fanno fatiche.

Per l'arcobaleno, prima io e poi tu,ci arrampicheremo un giorno fmlassù.

E pescheremo con lei nel cielo biscotti dentro ai ruscelli di latte e miele

E correremo per i prati tutti d'orocha hanno il sapore delle carezzee profumano d'amore.

Alessandro Sepulcri

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Sentieri 15

Alla fine di gennaio, anchequest’anno, abbiamo celebratola “Giornata della Memoria” ri-cordando la tragedia della se-

A Sottocastello è molto apprez-zata dai frequentatori la tombolapaesana che si tiene nella sala del-l’ex cooperativa, data in gestionedal Comune, ogni ultimo sabatodel mese ormai da più di cinqueanni. E’ un’interessante occasioneper stare insieme. Durante la se-rata, nell’intervallo del gioco,come si vede dalla foto, si gustanotorte, biscotti e dolci vari offertidalle generose signore del paese.Il Gruppo Volontari per Sottoca-

stello è orgoglioso anche di orga-nizzare, ogni tanto, sempre nellastessa stanza, una cena a base dipatate e formaggio, polenta e “ren-ghe” o altri piatti tradizionali; du-rante la cena si parla anche dellevarie donazioni che il Gruppoelargisce con il ricavato dellaSagra di san Lorenzo, una sagrache vivacizza tutto il paese per piùgiorni. Il Direttivo è capeggiato daCiotti Osvaldo che, insieme ai col-laboratori gestisce la generositàdei partecipanti con il sostegno dialcune iniziative e realtà sociali. E’ interessante ad esempio il con-

tributo che elargiscono per ognineonato di Sottocastello: 200 euro

Nell’ultimo sabato del mese a Sottocastello

come significativo segno di fiducia nel futuro del paese. Il Gruppo è ben affiatato e ricco di iniziative ma è anche aperto al-

l’ingresso di altri soci per rendere sempre più significativa la vitalitàdel paese: è segno di saggezza riuscire a produrre in proprio ciò che nonarriva dall’esterno; ecco allora il ritrovarsi in tanti, condividere mo-menti di allegria ma anche di solidarietà, scoprire che non si vive soloaccanto agli altri ma anche per gli altri donando generosamente il sor-riso, la simpatia e anche qualcosa di concreto. Ogni ultimo sabato delmese la porta è aperta per quanti vogliono sentirsi parte viva della Co-munità.

LA GIORNATA DELLA MEMORIAconda guerra mondiale con icampi di concentramento. Neidue momenti significativi, laSanta messa e la deposizionedella corona presso il monu-mento, era presente SopracolleLucio, uno degli ultimi testi-moni di allora, mentre EnzoSoravia, presidente del GruppoInternati, era “andato avanti”qualche settimana prima. La presenza di alcune Classi diAlunni ha permesso alla nostraSindaca di ricordare i tragicifatti del passato ma anche lanecessità di essere costruttoridi pace nel nostro ambiente divita. A quest’invito è seguita, daparte dell’arcidiacono, la recitadella preghiera di san France-sco d’Assisi “Signore, fa’ di meuno strumento della tua pace...”. Questo valore, la pace, non ri-guarda solo la convivenza nonfacile tra gli stati ma coinvolgela vita feriale d’ogni giorno e cicoinvolge tutti; è un impegno acui tutti siamo e dobbiamo sen-tirci coinvolti.

Page 16: “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi ... · sarà spenta. Nella mia esortazione apostolica Evangelii gaudium ho scritto: «Noi non cerchiamo brancolando nel buio,

Sentieri16

Papa Francesco c’invita a riflettere per ritrovare, ogni giorno, il gusto della vita