32
Appendice 1 I Misteri Eleusini

Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

  • Upload
    others

  • View
    2

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

Appendice 1I Misteri Eleusini

Page 2: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com
Page 3: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

Appendice 1

I Misteri Eleusini

Qualcuno si chiederà cosa ci stanno a fare i Misteri Eleusini in un libro de-dicato al fuoco di Sant’Antonio. Beh, se per fuoco di Sant’Antonio intendia-mo solo l’herpes zoster, direi poco o niente; se consideriamo questa malattiasoprattutto come un sinonimo di ergotismo, c’è invece molto da dire.Per il lettore che fosse digiuno dei culti classici, sarà forse utile ricordare co-sa sono, o meglio cosa sono stati, i Misteri Eleusini.Nell’antichità classica la religiosità si esprimeva sia tramite le divinità dellacomunità o della polis sia con culti, come potremmo dire oggi, sopranazio-nali; di questi il più importante, e forse anche il più antico, era proprio quel-lo dei Misteri Eleusini1. In essi si celebrava il mito di Demetra2 (Fig. 1), figliadi Giove e dea delle messi, e di sua figlia Persefone3. La storia, che si legge nelfamoso Inno a Demetra4, racconta che Ade, il dio degli Inferi, rapiscePersefone. Demetra allora parte alla sua ricerca e giunge ad Eleusi5; in que-sta città, sotto forme umane, entra al servizio di Celeo e Metanira, i reali lo-cali, come nutrice del principino Demofonte che essa alleva a nettare e am-brosia. Un giorno, Demetra vuole rendere immortale Demofonte immer-gendolo nel fuoco, ma viene scoperta da Metanira. A questo punto è co-stretta a dichiarare la sua vera natura divina e si ritira allora nel suo tempio,

1 Riti di epoca arcaica, addirittura antecedenti al culto degli dei dell’Olimpo.

2 Demetra significa “dea madre” o “madre che distribuisce”. Nella mitologia greca Demetra è lapura, la dea del grano e della fertilità. Teocrito, negli Idilli, però dice che, per i Greci, Demetraera la dea del papavero e che teneva covoni e papaveri in entrambe le mani. In una statuettaminoica di terracotta la dea porta nel suo diadema semi di papavero. Secondo Kerenyi:“Sembra probabile che la Grande Madre, che portava i nomi di Rea e di Demetra, avessetrasportato con sé il papavero del suo culto cretese ad Eleusi, ed è certo che nella sfera del cultocretese, l’oppio fosse preparato dal papavero”.

3 Kore (=fanciulla) è un altro nome greco di Persefone.

4 L’Inno a Demetra è un testo poetico pseudo-omerico in greco arcaico che si ritiene essere statocomposto nel VII secolo a.C.

5 Eleusi era una cittadina vicino al mare, a nord ovest di Atene, da cui distava circa ventiquattrochilometri.

Page 4: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

130 Appendice 1 • I Misteri Eleusini

rendendo sterile la terra e impedendo così alle messi di crescere. Lo spettrodella carestia minaccia ben presto sia i semplici mortali sia, di riflesso, gli deie per questo Giove cede a Demetra ed acconsente a renderle la figlia. Ade pe-rò reclama i suoi diritti e si arriva quindi a un compromesso: Persefone pas-serà una parte dell’anno sulla terra e l’altra negli inferi, mentre Demetrapromuove nuovamente la fertilità del suolo e contemporaneamente istitui-sce i misteri:“Ella rivelò i bei riti, i riti augusti che è impossibile trasgredire, penetrare né di-vulgare: il grande rispetto delle dee trattiene la voce [...] Felice, fra gli uominidella terra, colui che ha veduto queste cose! Al contrario, colui che non è statoiniziato ai santi riti, colui che non vi ha preso parte, non avrà lo stesso destino,neppure quando se ne andrà laggiù nella squallida tenebra”6.A partire da questo mito Atene celebra Demetra anche come colei che ha in-ventato l’agricoltura (e quindi la civiltà) e crea la base giuridica del dirittoad esigere un tributo in grano da parte degli altri stati greci. La conoscenzadel mito è centrale nella comprensione della religiosità classica, dato cheDemetra, inventando l’agricoltura, è la vera donatrice della civiltà adun’umanità prima selvaggia, mentre la resurrezione di Persefone dal regnodei morti, così come la novella fertilità della terra, sono un messaggio di ri-nascita e di speranza per una vita migliore nell’aldilà.

Figura 1Il celeberrimo rilievo marmoreoche illustra Demetra (a sinistra),

Trittolemo (al centro) e Persefone(a destra) si trova in originale

al Museo Nazionale Archeologicoad Atene e, in copia, al Museo

di Eleusi. Demetra, rappresentatacon un peplo ed uno scettro nella

mano sinistra, dona a Trittolemo,uno dei figli del re Celeo, una

spiga di grano con cui insegneràall'umanità l'arte dell'agricoltura.

Persefone, che tiene una torciacon la mano sinistra, benedice

il fanciullo con la destra. Le grandidimensioni - l’altezza è più di duemetri - sottolineano l'importanza

di questa scultura nell'ambito del culto dei misteri

6 Inno a Demetra: vv. 474-479 e 480-483.

Page 5: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

131Appendice 1 • I Misteri Eleusini

Sta di fatto che i Misteri Eleusini sono stati celebrati per più di tremila anni7

con la più grande solennità. Come ricorda Fritz Graf8: “Τα Μυστηρια è ilnome di una festività del calendario delle celebrazioni ateniesi che riguarda-va Demetra e Kore e si teneva nel santuario a loro dedicato nei pressi diEleusi nella seconda metà del mese autunnale di Boedromione (Fig. 2).Μυστηρια è parola collegata a μυω (chiudo gli occhi) ed allude forse al ca-rattere segreto dei riti. Erodoto fu il primo ad applicare il termine [...] DopoErodoto, il termine venne applicato a tutti i culti che avevano in comunecon Eleusi alcune caratteristiche di rilievo [...] Il latino initia (inizi) designa-va in origine i culti indigeni con caratteristiche di iniziazione e solo in segui-to passò a designare i culti misterici greci con caratteristiche affini. Il termi-ne venne poi fatto proprio nel XVIII secolo [...] per designare un particolarerito di passaggio al quale appartengono anche gli antichi culti misterici”.Come prima accennato, tali culti erano, in un certo senso, universali e con-trapposti a quelli delle divinità specifiche di ogni città; in altre parole, i cultimisterici erano anche vissuti come un’alternativa alla religione ufficiale del-

7 Non si sa con sicurezza se il culto fosse già attivo nell’età del bronzo, ma comunque tracce ditempli del VIII e del VI secolo a.C. sono collocate sopra preesistenti mura micenee. Distruttodai persiani, il tempio di Demetra fu ricostruito e ampliato nell’età di Pericle e funzionòininterrottamente fino alla distruzione del 395 da parte dei goti di Alarico, nello stesso periodoin cui Teodosio vietava ufficialmente i culti non cristiani.

8 Graf F. I culti misterici. In: Il rito segreto: misteri in Grecia e a Roma. Mondadori/Electa,Milano 2005.

Figura 2Eleusi antica. Riprodotta da: Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti Treves – Treccani – Tumminelli, Edizioni Istituto Treccani, 1932.Con autorizzazione

Page 6: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

132 Appendice 1 • I Misteri Eleusini

la polis; essi promettevano una vita migliore nel mondo presente ed in quel-lo futuro. Inoltre i culti misterici erano “democratici”, nel senso che eranoaperti a tutti coloro (schiavi compresi!) che volessero parteciparvi. Non è al-lora strano, come nota sempre Graf, che “i culti misterici poterono persinofunzionare come una sorta di praeparatio evangelica, creando una forma so-cialmente accettata di culti non cittadini: se non altro dall’esterno, i primicristiani potevano essere visti semplicemente come un ulteriore gruppo mi-sterico, una percezione del resto condivisa da molti cristiani”.Se è però vero che ai Misteri Eleusini potevano partecipare tutti9, le meravi-glie promesse da Demetra a chi avrebbe partecipato ai suoi culti10 richia-marono per secoli tutti gli intellettuali ed i potenti della classicità greco-ro-mana. Nel libro già citato11, Giulia Sfameni Gasparro così commenta: “Inconformità alla natura delle due dee [Demetra e Persefone. NdA], connessecon la fecondità agraria e con il mondo infero, tali benefici riguardano in-sieme l’abbondanza di beni per la vita presente e il godimento di un’aisa,una “parte”, per l’aldilà, da cui sono esclusi i non iniziati. Le fonti posterioriillustrano questo positivo destino in termini diversi, da Pindaro che procla-ma felice l’iniziato perché “conosce la fine della vita e l’inizio stabilito daZeus”, attribuendogli quindi una conoscenza dei fondamenti stessi dell’esi-stenza, a Sofocle che dichiara: “Tre volte felici quelli fra gli uomini mortali cheavendo visto questi riti se ne vanno nell’Ade: per coloro soltanto laggiù è viverementre per gli altri tutto è male”. Aristofane, in un celebre passaggio delleRane (vv 329-336), evoca i cori beati dei misti12 che celebrano le danze ri-tuali nei luminosi prati inferi mentre fonti più tarde parlano delle “buonesperanze” degli iniziati eleusini che, come vuole Cicerone, si proiettano dal-la vita presente a quella futura (De leg. II, 14, 36)”. L’autrice così continua:“Decisiva per la definizione del quadro religioso eleusino risulta una testi-monianza di Aristotele (De phil. fr. 15 Rose) secondo la quale l’iniziato nondeve apprendere un insegnamento (mathein) bensì vivere un’esperienza(pathein) che, dal complesso delle nostre fonti, risulta essere molto intensasotto il profilo emotivo, segnata da un’alternanza di timore, angoscia e gio-ia, in un contesto di passaggio dalle tenebre alla luce... Una vivida evocazio-ne dello scenario eleusino è offerta in un brano delle Metamorfosi di Apuleioche conferma come il tratto distintivo dell’ethos misterico fosse costitutodalla disponibilità del fedele a porsi in sympatheia con le due dee protagoni-ste del culto ripercorrendo, in forme e con modalità a noi ignote nei parti-

9 In realtà i partecipanti dovevano comprendere il greco e, soprattutto, non essere impuri e cioènon avere commesso delitti di sangue.

10 Vedi sopra: Inno a Demetra.

11 Sfameni Gasparro G. I misteri di Eleusi. In: Il rito segreto: misteri in Grecia e a Roma.Mondadori/Electa. Milano 2005.

12 Colui che veniva iniziato per la prima volta era chiamato mistes (= colui che mantiene ilsilenzio o che chiude gli occhi) e solo l’anno successivo poteva divenire epopta (= colui cheaveva avuto la visione).

Page 7: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

133Appendice 1 • I Misteri Eleusini

colari, i due fondamentali movimenti della scomparsa e del ritrovamento-ritorno, in un’alternanza di lutto-gioia, tenebre-luce”.Sabbatucci, parlando del mistero eleusino, lo descrive come “una parentesisacra” in “una vita profana”13.Con tali grandi elettori si capisce allora il richiamo che i Misteri Eleusini eb-bero in tutto il mondo classico mediterraneo. Cicerone14 ricorda che nelsantuario di Eleusi “vengono iniziate le genti dei confini del mondo” ma traesse vi era l’élite della società del tempo come lo stesso retore, Attico,Ottaviano Augusto ed il coltissimo Adriano.La cerimonia dei misteri iniziava ad Atene appena prima della luna piena delmese con un’assemblea in cui lo ierofante15 annunciava il divieto di parteci-pazione agli impuri ed a coloro che non comprendessero il greco. Il giornoseguente gli iniziati dovevano fare un bagno purificatore in mare assieme adun maialino (Fig. 3) che poi avrebbero sacrificato e mangiato. A ciò seguiva-no tre giorni di digiuno di cui due di riposo16 ed uno di viaggio verso Eleusi.La processione usciva dalla città attraverso quella che era chiamata la “PortaSacra” e, in un lento e faticoso cammino (Figg. 4 e 5) (erano al terzo giornodi digiuno!) accompagnato da riti intermedi, gli iniziati raggiungevano iltempio Eleusino (Figg. 6-8) e, dopo essersi nuovamente purificati in apposi-te vasche, erano finalmente pronti alla celebrazione del mistero17.A questo punto finiva la parte preparatoria e cominciava la liturgia vera epropria che doveva restare segretissima perché la propalazione dei sacri mi-steri era considerato un sacrilegio intollerabile e punito con la morte18. Maforse, più della pena pesava la sacralità percepita del culto; sta di fatto che ilnucleo centrale dei misteri restò segreto per secoli fino a quando un ex-ini-ziato si convertì ad una corrente gnostica del nascente cristianesimo e, nonsentendosi più vincolato dall’obbligo del segreto, ruppe il silenzio e disse inbreve come andavano le cose una volta all’interno del tempio19.Il rito iniziava con la interruzione del digiuno per la somministrazione di

13 Sabbatucci D. Saggio sul misticismo greco. Ed. dell’Ateneo e Bizzarri, Roma 1979.

14 Cicerone MT, De natura deorum, I, 42, 119.

15 È il nome specifico dei sacerdoti e sacerdotesse addetti alla celebrazione dei misteri eleusini esignifica letteralmente “colui che mostra il sacro”.

16 In questo tempo si facevano altri sacrifici e si celebrava Asclepio, il mitico medico e protettoredegli ammalati.

17 In realtà l’iniziazione era più complessa dato che vi erano i “Piccoli Misteri” (celebrati nel mesedi Antesterione, alla fine dell’inverno) e i “Grandi Misteri”.

18 Una fonte molto interessante è l’orazione “Sui Misteri” di Andocide, illustre Ateniese natoprobabilmente nel 414 a. C. che fu accusato, insieme ad altri di avere profanato i sacri misteri edi avere mutilato le erme. Vedi: Marsilio M. Atene dei misteri. Morano, Napoli.1994. Il libro èanche una fonte sullo svolgimento della liturgia pubblica e avanza delle ipotesi su quellasegreta.

19 Questa testimonianza è fornita dal cosiddetto naasseno e si trova nel libro La confutazione ditutte le eresie scritto da Ippolito di Roma prima del 350 d.C. Va aggiunto che la sala centrale deltempio (τελεσηριον) era disseminata di colonne che ostacolavano almeno parzialmente lavista del celebrante rischiarata da una grande fiamma.

Page 8: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

134 Appendice 1 • I Misteri Eleusini

Figura 3Questa bellissima scultura,che misura circa due palmi,si trova nel Museo di Eleusi e rappresenta il famoso maialino che si sacrificava all'inizio deimisteri. La sacralità del maiale era data dal fatto che era statoil primo animale addomesticato

Figura 4Questo disegno raffigura,vista da Atene, la ricostruzionedell'inizio della via sacra che cominciava subito sottol'acropoli, nel punto dove sorgeva il tempio giustamentedetto "Eleusinion" (o "Tempiodi Eleusi in città”), e finiva dopo24 chilometri, nel complesso dei templi di Eleusi

Figura 5Lo stesso scenario oggi:il letto del fiume Eridano (che è anche l'antico nome del Po!) già allora canalizzato è ben visibile sulla destra. Sullosfondo, una chiesa moderna che forse nasconde il sepolcro di Pericle

Page 9: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

135Appendice 1 • I Misteri Eleusini

Figura 6Mia moglie Pascale davanti

all'ingresso principale del tempio,che era chiuso da un portone

i cui solchi nel marmo sonoancora ben visibili.

Sullo sfondo, i propilei e dietroancora la città attuale

Figura 7La colossale testa di Demetra (quasi due metri!),rappresentata con una cesta che conteneva gli oggettisacri del culto, è quello che rimane delle due cariatidigemelle che ornavano l'ingresso del tempio.Anch'essa si trova nel Museo di Eleusi

Figura 8La spianata del telesterion vista dal lato sud. Sullo sfondo, i restidelle imponenti gradinate e, sulla cima della collina, costruzionitardive

Page 10: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

136 Appendice 1 • I Misteri Eleusini

una pozione, chiamata ciceone20, che conteneva una miscela di acqua, orzoe foglie di menta. Dopodiché venivano compiuti alcuni atti simbolici che ri-cordavano la macinazione rituale del grano e richiami a Persefone accom-pagnati da suoni (un gong?). Al culmine del rito veniva mostrata una singo-la spiga di grano, evidente simbolo della dea, nel momento in cui si elevavail grido al cielo: “Piovi!” e alla terra: “Concepisci!”. Allora lo ierofante “sottouna luce splendente” proclamava ad alta voce la nascita di un erede divinocon queste parole: “La dea ha generato il sacro figlio: la Brimo ha generato ilBrimo!”21. Secondo Temistio e Plutarco22 gli iniziati avevano come l’espe-rienza dell’anima che muore e pare si svolgesse anche la rappresentazione diuna ierogamia23.Arrivati qui, si può capire abbastanza bene la forza e l’importanza di questomito, ma si rimane delusi dalla descrizione della cerimonia segreta finale.Che il mito di Demetra sia importante, lo si comprende bene pensando cheesso è, in un certo senso, il mito fondante la nascita della civiltà: il dono del-l’agricoltura consente all’umanità di passare da uno stadio di selvaggia pas-sività a quello di un attivo e creativo progetto di esistenza. Inoltre questomito è anche, paradossalmente, il racconto che sancisce la fine del mito, nelmomento in cui l’impossibilità di Demetra di immortalizzare Demofontepone fine a quell’epoca,“mitica” appunto, in cui gli dei e gli umani coabita-vano e si scambiavano le parti. In altre parole il mito di Demetra, celebratonei Misteri Eleusini, annuncia al tempo stesso quello che è stato l’inizio del-la civiltà ma anche il vero inizio del cammino della storia umana, per la finecontemporanea dell’età dell’oro. In altre parole ancora, si definisce irrever-sibilmente la nostra condizione umana.D’altro canto non si capisce invece come, oltre alla folla, anche l’intellighen-zia di tutta l’antichità classica per tanti secoli abbia lodato così sperticata-mente la celebrazione del mito, se essa consisteva solo in un bagno, un di-

20 In greco antico: κυκεων. Il ciceone, fatto con orzo, menta e formaggio di capra era usato perristorarsi dai contadini e quindi era una bevanda in apparenza diffusa nell'antica Grecia, ma èchiaro che poteva venire usata come un veicolo di qualcosa d’altro, come appare anchenell’episodio narrato nel X canto dell’Odissea, in cui Circe trasforma i compagni di Ulisse inmaiali per aver loro fatto bere del ciceone evidentemente un po’ modificato! In effetti nonsappiamo con esattezza la composizione della bevanda che Circe preparava per gli sventuratiche cadevano nelle sue grinfie, né abbiamo delle certezze sul ciceone di Eleusi. Per una visionescientifica del dibattito vedi: Webster P, Perrine DM, Ruck CAP. Mixing the Kykeon. EleusisJournal of Psychoactive Plants and Compounds. New Series 4, 2000. Rovereto.

21 Secondo Sabbatucci, Brimo è il nome esoterico di Demetra che alcuni traducono come “forte”.

22 Un frammento di Plutarco (Fragmenta 168 Sandbach = Stobeo 4, 52, 49) così recita:

“Al momento della morte l'anima prova un'esperienza simile a quella di coloro che sono iniziati aimisteri (...). All'inizio vagare smarriti, faticoso andare in cerchio, paurosi percorsi nel buio, chenon conducono in alcun luogo. Prima della fine il timore, il brivido, il tremito, i sudori freddi e lospavento sono al culmine. E poi una luce meravigliosa si offre agli occhi, si passa i luoghi puri eprati dove echeggiano suoni, dove si vedono danze; solenni sacre parole e visioni divine ispirano unrispetto religioso. E là l'iniziato, ormai perfettamente liberato e sciolto da ogni vincolo, si aggira,incoronato da una ghirlanda, celebrando la festa insieme agli altri consacrati e puri, e guardadall'alto la folla non iniziata, non purificata nel fango e nelle tenebre, e, per timore della morte,attardarsi fra i mali invece di credere nella felicità dell'aldilà”.

23 Un’unione mistica; tra Ade e Persefone? Tra Cadmo e Armonia?

Page 11: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

137Appendice 1 • I Misteri Eleusini

giuno rituale e in una bevanda d’orzo appena insaporita da un po’ di menta,chiusa da un dichiarazione finale a dir poco banale, qualsiasi cosa volessedire Brimo! È vero che non abbiamo un filmato della cerimonia e quindisappiamo relativamente poco dei dettagli della stessa ma, tra i testi lettera-ri24 e le immagini artistiche25 (senza dimenticare la testimonianza essenzia-le del convertito: la “spia” gnostica di cui sopra), abbiamo abbastanza ele-menti per delinearne le caratteristiche viste “dall’esterno”. Non dobbiamopoi dimenticare che i greci, e poi i romani, erano adusi al teatro, alla decla-mazione, all’uso dei suoni e della musica, così come all’impiego delle luci edei trucchi scenici in cui erano maestri (basti ricordare il colpo di scena del“deus ex machina”) e non si sarebbero lasciati abbindolare da qualche artifi-zio di bassa lega. Men che meno gli intellettuali del tempo che già avevanomesso in naftalina tutto il pantheon olimpico.Rimane perciò un vero rebus spiegare perché l’élite culturale e scientificaanelasse ad essere iniziata ai Misteri Eleusini anche a prezzo di viaggi lunghie pericolosi, e perché gente del calibro dell’imperatore Adriano avesse parte-cipato al culto ben tre volte!Come abbiamo sopra già accennato, gli iniziati non imparavano nulla mapercepivano qualcosa, avevano una “visione”26 dei sacri oggetti. Ma è sicuroche la semplice visione di una spiga (o anche magari di qualcosa d’altro) sa-rebbe stata difficilmente considerata come un’esperienza capace di cambia-re la filosofia di vita di un individuo! Una “visione” catartica, una “illumina-zione” o un’estasi dovevano essere indotte con ben altri mezzi, soprattuttose si considera che quest’esperienza mistica era condivisa sostanzialmenteda tutti i partecipanti al rito, tra cui spesso, come abbiamo detto, individuidi grande levatura intellettuale e certamente non ingenui. L’iniziazione aiMisteri Eleusini era democratica all’ingresso ma diveniva elitaria nel suoprosieguo e la visione dell’estasi era riservata evidentemente solo a chi avevasuperato onorevolmente i gradi intermedi.Una possibile risposta a questi interrogativi nasce dall’esperienza di alcuniantropologi che avevano partecipato alle cerimonie religiose degli indigenilatinoamericani, in cui le visioni vengono mediate dall’uso di funghi alluci-nogeni. Uno di loro, Gordon Wasson, pioniere dell’etnomicologia, si do-mandò se le visioni degli sciamani messicani indotte dalla somministrazio-ne controllata di sostanze dispercettive non potessero suggerire che il mec-canismo della “visione” dei Misteri Eleusini (e non solo) avesse basi analo-ghe. Nel 1975, questa domanda la pose anche ad Albert Hofmann27, che era

24 Notizie vengono anche da Tertulliano, Lattanzio, Clemente Alessandrino, Stefano Bizantinoma anche da Temistio e Pausania, Platone e altri ancora.

25 La più conosciuta è la famosa urna Caetani-Lovatelli oggi conservata al Museo NazionaleRomano.

26 Εποπτεια.

27 Albert Hofmann (1906-2008), morto recentemente a più di 100 anni, è stato un grandissimochimico-farmacologo ed è famoso anche fuori dal suo ambito per avere scoperto l’LSD nel1943. Vedi anche pag. 69

Page 12: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

138 Appendice 1 • I Misteri Eleusini

il maggior esperto vivente di alcaloidi vegetali.Nella risposta, pubblicata nel 197828, Hofmann ricorda la storia di un fun-go infestante i cerali, l’ergot29 che già nei secoli bui del Medio Evo (e proba-bilmente anche prima) aveva fatto sfracelli in tutti coloro che se ne cibavanoprovocando l’ergotismo, gangrenoso o convulsivo, a seconda della propor-zione degli alcaloidi contenuti. La prima menzione dell’uso dell’ergot comefarmaco la si ritrova nelle note del medico tedesco Adam Lonitzer stese nel1585. Egli ricorda che il fungo veniva usato dalle ostetriche per accelerare ilparto. Solo nel 1808 fu presentata, dall’americano John Stearns, una memo-ria scientifica in cui l’ergot viene definita una pulvis parturiens. Pochi annidopo, un altro medico americano, David Hosack, mise in guardia dall’usodisinvolto del fungo e raccomandò che l’ergot venisse usato solo per con-trollare l’emorragia post-partum. Dal quel momento questa ne fu la princi-pale indicazione medica, anche se è quasi certo che l’ergot venisse usato,probabilmente da tempi immemorabili, come abortivo. Lo sviluppo dellachimica analitica e della chimica organica aveva poi permesso di isolare dal-l’ergot decine di alcaloidi attivi tra cui l’ergotamina30, la diidroergotamina31

e, nel 1935, la ergonovina (che è l’alcaloide con maggiore attività uterotoni-ca), la cui modifica da parte di Hofmann, due anni dopo, portò alla sintesidella butanolamide dell’acido lisergico32, commercialmente conosciuta co-me metergina. Nello sviluppo delle sue ricerche, Hofmann voleva ottenereuna molecola sintetica a partire dall’acido lisergico, che avesse un’attivitàanalettica33 e sintetizzò la dietilamide dell’acido lisergico. Questa sostanza,in realtà si dimostrò una molecola uterotonica quasi della stessa potenzadella ergonovina ma, nel famoso esperimento che Hofmann compì su sestesso nel 194334, si scoprì che era un potentissimo allucinogeno e da quelmomento essa divenne famosa con il suo nome di codice del laboratorio:LSD-25!Le successive ricerche di Hofmann dimostrarono, nei funghi sacri messica-ni, la presenza della psilocibina e della psilocina e, in un’altra pianta usatadagli indigeni a scopo psicotropico (l’ololiuhqui), la presenza di almeno duealtri composti dell’acido lisergico (!): l’amide dell’acido lisergico e l’idros-sietilamide dell’acido lisergico, sostanze idrosolubili con attività evidente-mente simile a quella dell’ormai noto LSD-25. La scoperta inattesa, questa

28 Wasson RG, Hofmann A, Ruck CAP (1978) The road to Eleusis: unveiling the secret ofmysteries. Brace Jovanovich, New York & London.

29 Nella maggior parte dei casi è il genere Claviceps purpurea, anche se ce ne sono altri: Cl. paspali,C.l nigricans, Cl. glabra, ecc.

30 Il famosissimo Cafergot usato soprattutto contro l’emicrania; fu isolato da A. Stoll nel 1918.

31 L’altrettanto famoso Dihydergot usato soprattutto nei disturbi circolatori; fu isolato da Stoll edallo stesso Hofmann.

32 Hofmann, da buon chimico, ricorda che l’acido lisergico è il nucleo comune alla maggior partedegli alcaloidi dell’ergot.

33 In farmacologia è una sostanza con proprietà stimolanti il sistema circolatorio e respiratorio.

34 Vedi la descrizione con le parole dello stesso scienziato a pag. 69

Page 13: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

139Appendice 1 • I Misteri Eleusini

volta da parte di un gruppo italiano35, fu che quelle stesse amidi dell’acidolisergico potevano essere isolate dall’ergot36 del Paspalum distichum, unagraminacea selvatica presente in tutto il bacino mediterraneo.Queste due amidi psicotrope erano quindi le stesse sia nel vecchio che nelnuovo mondo e il fatto che fossero entrambe idrosolubili (in contrasto conl’ergotamina e con l’ergotossina, che però non hanno attività dispercettive)ne facilitava evidentemente la preparazione anche nell’antichità.Ma nel bacino mediterraneo, oltre alle graminacee selvatiche, vi sono sem-pre stati il grano e l’orzo ed entrambi possono essere parassitati dellaClaviceps purpurea (l’ergot più comune).Quindi, secondo Hofmann, non è improbabile che l’induzione della “visio-ne” nei Misteri Eleusini fosse ottenuta dalla separazione dei composti idro-solubili (gli allucinogeni) da quelli non idrosolubili (i non allucinogeni) o,ancora più semplicemente, dall’uso dall’ergot del Paspalum distichum checontiene solo le amine allucinogene e non quelle vasoattive. Per chiudere ilcerchio, altre specie di graminacee selvatiche dell’area mediterranea37 pos-sono essere parassitate dai funghi del tipo della Claviceps ed avere quindi imedesimi effetti. Indovinate qual è il loro nome comune in Francia e inGermania? Rispettivamente “ivraie”38 e “taumellolch”39! Gli antichiEuropei, evidentemente, avevano già capito tante cose anche nel MedioEvo...!Per secoli la plebe non ebbe altra scelta se non quella di mangiare il solo pa-ne che c’era e se questo era fatto con la segale cornuta o con altri cereali con-taminati da funghi velenosi ne soffriva le conseguenze: dolori e spasmi davasocostrizione, accompagnati o meno da allucinazioni in proporzione allacasuale miscela degli alcaloidi presenti nel pane. Camporesi ricorda che ilpane nero, il pane “ergotato”, il pane “alloiato” furono per lunghi periodi ipericolosi compagni di vita dell’umanità plebea e le malattie e le mattaneche questo cibo dispensava generosamente nel Medio Evo certamente con-tribuirono ad allargare il solco, già profondo, che divideva le classi socialidel tempo40. Gli antichi sacerdoti delle religioni misteriche nel vecchio e nelnuovo mondo, da bravi medici-farmacisti, avevano capito che i misteri so-no tali finché la scienza non li disvela e che il pharmacon41 era come unGiano bifronte, che si poteva osservare da un lato o dall’altro, ma solo a pat-to di saper scegliere. Allora, per la prima volta dopo la scoperta del fuoco edell’agricoltura, l’uomo dominò la natura e non ne venne dominato.

35 Arcamone F. et al. Nature; 187:238, 1960.

36 Per l’esattezza il Claviceps paspali.

37 Lolium temulentum e Lolium perenne.

38 “Ivraie”, in francese, indica il loglio, cioè l’erba cattiva, ma la radice è comune a “ivre” che vuoldire “ebbro”.

39 “Taumellolch”, in tedesco, indica il loglio, cioè l’erba cattiva, ma “taumel” vuol dire “vertigine”.

40 Camporesi P. Il pane selvaggio. Garzanti, Milano. 2004.

41 In greco la parola pharmacon (φαρμαχον) significa sia “veleno” che “medicinale”.

Page 14: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

140 Appendice 1 • I Misteri Eleusini

In conclusione, dal punto di vista medico-farmacologico, possiamo dire chela “visione” dei misteri era probabilmente un Fuoco di Sant’Antonio sapien-temente controllato42 e ci appare quindi anche meno incomprensibile unaltro mistero, e cioè l’antica denominazione di questa malattia: ignis sacer43.Se i sintomi allucinatori dei misteri iniziatici erano considerati una manife-stazione del sacro non è strano che una malattia con sintomi analoghi fossestata chiamata fuoco sacro.

42 Nella sua declinazione di ergotismo neurologico o ergotismo convulsivo. Inoltre, seconsideriamo pure l’ipotesi di Kerenyi (e cioè che nel ciceone ci potesse essere anchedell’oppio) abbiamo più di un motivo di pensare che l’estasi dei misteri Eleusini non fosse solouna messa in scena!

43 In latino: fuoco sacro.

Page 15: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

Appendice 2Sulle tracce di Sant’Antonio

Page 16: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com
Page 17: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

Appendice 2

Sulle tracce di Sant’Antonio

... in Egitto

Da quello che sappiamo Antonio nasce nel 251 a Coma vicino aHerakleopolis Magna nel Basso Egitto e, seguendo il detto evangelico del-l’ideale della perfezione, lascia il mondo per rifugiarsi da eremita nella re-gione desertica della Nitria (Wadi El Natrun), a ovest di Alessandria. Da lì,dopo un po’ di anni si trasferisce in un altro romitaggio (Pispir, ora Der elMemun), ma alla fine si ritira in un posto ancora più desolato nel desertoorientale all’interno del mar Rosso ed è qui che siamo andati nell’invernodel 2008. La Figura 1 illustra le località rilevanti nella storia del Santo.Lasciato Il Cairo bisogna dirigersi verso sud-est verso il Mar Rosso per circa150 chilometri e, una volta arrivati sulla costa, proseguire tra il mare e il de-sertissimo deserto e arrivare fino a Zafarana. Qui giunti, si deve piegare adovest e dopo circa 30 chilometri di una piccola strada tra sabbia e roccia edun’altra deviazione verso sud, si arriva finalmente al monastero.Bisogna dire che l’arrivo al monastero è già da solo un’esperienza, dato cheda lontano si vedono solo montagne desolate e sembra impossibile che cipossa essere qualcosa, anche vagamente abitato. Poi, all’orizzonte, alla basedelle montagne, appaiono due piccoli torri appaiate (Fig. 2) che, avvicinan-dosi, si rivelano essere le torri del portale esterno del grande recinto dove sitrova il monastero vero e proprio.Il monastero di Sant’Antonio è costituito da un grande muro di pietra chia-ra (Fig. 3) che all’interno contiene le chiese, le celle e gli spazi comuni deimonaci e, meraviglia dentro una meraviglia, i giardini e gli orti (Fig. 4). Ilmistero del verde in un luogo che ha visto la pioggia forse al tempo dei di-nosauri, è presto svelato; coperta da una tettoia di legno (Fig. 5), in una pa-rete di solidissima pietra, appare la fonte d’acqua (Fig. 6). Il posto è vera-mente magico: la sorgente appare miracolosamente da una fessura dellaroccia e ci fa domandare da dove possa venire quell’acqua benedetta.L’ingresso nel monastero avviene per un portone che ritrova a fianco della

Page 18: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

144 Appendice 2 • Sulle tracce di Sant’Antonio

Figura 2.Dall’interno dell’autobus che ciporta dal Cairo: ci stiamoavvicinando al portale esternodel monastero contraddistinto da due torri

Figura 3.All’interno del recinto apparel’esterno del monastero. Sullosfondo le montagne del deserto.L’ingresso attuale è la porta adarco che appare a sinistra ed èstato aperto solo nel secoloscorso. Per secoli si è entrati solotramite una botola situata sulbalcone in legno sopra la torrecentrale. Dal torrino pende unacorda che serviva ai viandanti peravvisare i monaci del loro arrivo

Figura 1.Il percorso probabile dellereliquie di Sant’Antonio

Page 19: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

145... in Egitto

Figura 4.All’interno del monastero

appaiono i palmizi e gli orti deimonaci

Figura 5.In una parte del monastero vicino

alle mura, dalla parte del monte,si nota una bassa tettoia di legno

che nasconde la fonte d’acqua

Figura 6.Sotto la tettoia di legno,

si scopre il segreto della vita delmonastero: una sorgente d’acqua

che sgorga da una fessuradella roccia

Page 20: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

146 Appendice 2 • Sulle tracce di Sant’Antonio

torre di ingresso. Questo accesso è però recente, perché fino al secolo scorso,per difendersi dai predoni, non esisteva porta alcuna e l’accesso al monaste-ro poteva avvenire solo attraverso una corda lasciata calare da una botola(Fig. 7).A fianco della torre, da un torrino, pende una corda che aziona un campa-nello. Se un viandante arrivava al monastero, tirando la corda avvisava imonaci della sua presenza. Essi allora gli calavano un po’ d’acqua e un po’ dicibo per dargli modo di riprendere le forze e il viaggio.All’interno ci si ritrova in un micro-villaggio con case, chiese, giardini e spa-zi comuni. Con l’eccezione di una parte moderna che accoglie ora i pellegri-ni e i turisti, tutti gli altri edifici hanno il fascino di un tempo incalcolabile.Ma il monastero di Sant’Antonio è tra i più antichi monasteri cristiani delmondo, se non il più antico, fondato poco dopo la morte dell’anacoreta nelIV secolo.All’interno del monastero vi è una torre chiamata dai monaci la torre diGiustiniano, che sembra risalire al V secolo. Questa torre ha un accesso tra-mite un ponte levatoio e rappresentava l’ultima ratio nel caso in cui i predo-ni fossero riusciti ad abbattere le mura e a penetrare all’interno del mona-stero (Fig. 8).Le chiese e le celle sono belle, ma il refettorio è veramente incredibile, con iltavolo e le panche scavate in un unico blocco di calcare lungo più di diecimetri (Fig. 9). La chiesa principale ha dei bellissimi affreschi che solo da po-chi anni, grazie al lavoro di restauratori italiani (!), sono visibili nella loroqualità originale (Fig. 10). Oltre a ciò, una colonna porta l’iscrizione di ungraffitaro del XVII secolo, che, per inciso, era un italiano!Lasciando il monastero da ovest, una strada sterrata porta ai piedi dellamontagna e da lì, dopo una curva in cui è stata recentemente ricavata un’al-tra chiesa dedicata al Santo, si arriva in uno spiazzo da cui inizia un’intermi-nabile scala che sembra perdersi nella parete rocciosa: essa porta a quelloche, secondo la leggenda locale, era l’estremo romitaggio del Santo (Fig. 11).Dall’alto della parete lo sguardo si perde a 180 gradi nell’immensità del de-serto orientale, mentre il Mar Rosso si può solo indovinare (Fig. 12).

Page 21: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

147... in Egitto

Figura 7.La parte interna della torrecentrale cela il meccanismosemplice con cui poteva entrarenel monastero chi aveva ildiritto di farlo. Una corda venivalasciata cadere dalla botola peressere avvolta intorno ai fianchidel visitatore che veniva poiissato all’interno

Figura 8.La torre di Giustiniano, asinistra, poteva essereraggiunta solo da un ponte dilegno ed era l’ultimo riparo nelcaso in cui i predoni fosseropenetrati all’interno delmonastero

Figura 9.Il tavolo del refettorio scavatoin un unico blocco di calcare: aduna estremità il tavolo èsagomato come un leggio cheaccoglie i libri delle SacreScritture che venivano lettidurante i pasti

Figura 7

Figura 9

Figura 8

Page 22: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

148 Appendice 2 • Sulle tracce di Sant’Antonio

Figura 10.L’interno della chiesa principale èmolto bello sia dal punto di vistaarchitettonico che pittorico. Irestauri recenti hanno reso dinuovo godibili tutti gli affreschi

Figura 11.Dietro il monastero, all’esternodelle mura e verso la montagna,si apre un piccolo spiazzo da cuiparte una scala che termina inuna grotta: secondo la tradizione,era il romitaggio del Santo

Page 23: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

149... in Europa

Figura 12.Tornando verso il monastero il

panorama che si apre sulla pianura è sconfinato e

completamente desertico.Il Mar Rosso si può solo

indovinare

... in Europa

In Europa il nostro viaggio comincia da Saintes Maries de la Mer, un picco-lo villaggio della Provenza alle bocche del Rodano (Fig. 13), famoso soprat-tutto perché è il luogo dove si radunano ogni anno tutti i gitani del mondoper festeggiare la loro patrona, Sara, detta anche la Madonna Nera. Il nomedel villaggio significa infatti “Sante Marie del Mare”: le “Marie” che danno ilnome al paese sono Maria Salomé e Maria Jacobé, che secondo la leggendasarebbero arrivate in questi luoghi assieme alla serva Sara. Le statue delle tredonne si trovano nella chiesa del paese: le due prime due Marie sono raffi-gurate sulla barca, e una scultura che le raffigura viene portata in processio-ne nella ricorrenza dello sbarco; a Sara, la terza Maria, è invece dedicata lastatua addobbata come una gitana nella cripta (Fig. 14).Non si sa con esattezza quando questa storia affascinante inizi ma, già appe-na dopo il primo millennio, la Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine rac-conta così:

“Molto tempo dopo l’ascensione del Signore…con gli apostoli si trovava inquel tempo Massimino, uno dei settantadue discepoli; Pietro gli aveva af-fidato Maria Maddalena. Nel corso di questa migrazione il beatoMassimino, Maria Maddalena, suo fratello Lazzaro, Marta sua sorella, eMartilla serva di Marta, insieme con Cedonio, cieco dalla nascita ma sa-nato dal Signore, furono presi dagli infedeli e caricati assieme con altri cri-

Page 24: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

150 Appendice 2 • Sulle tracce di Sant’Antonio

stiani e abbandonati alle onde del mare , senza pilota, perché andasserotutti a picco: però, per volere divino, arrivarono a Marsiglia…”

Il grande vescovo continua così, in un altro passo.

“Successivamente arrivarono sino ad Aix-en-Provence, ove condusserol’intera città alla fede di Cristo compiendo molti prodigi; là Massimino funominato vescovo….Frattanto la beata Maria Maddalena, mai sazia dicontemplare Dio, andò in un luogo solitario, preparatole dalla mano degliangeli, ove rimase incognita per trent’anni”1.

Sta di fatto che, verità o leggenda, è assai probabile che il credo cristiano ab-bia avuto una grande spinta proprio da questa regione e non è quindi stranoche la regione del delta del Rodano sia stata un importante punto di parten-za di molte spedizioni e anche un anelato punto di arrivo. Nel Medio Evoinfatti, la terza crociata (1189-1192) partì da Marsiglia e la settima (1248-1254) partì da Aigues Mortes, una bellissima cittadina murata lì vicino.

1 Non a caso la cittadina nei pressi di Aix-en-Provence dove riposerebbero le reliquie di SantaMaddalena si chiama Saint-Maximin-la-Sainte-Baume. Massimino è il compagno di viaggiodivenuto vescovo, mentre “Baume” è la parola provenzale per dire “grotta”, alludendo al riparodove visse la Santa.

Figura 13.In un classicissimo mercatinoprovenzale ci sono tante bellecose da vedere, come questodelizioso banco di frutta

Page 25: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

151... in Europa

È quindi probabile che la traslazione (se mai ci fu) delle reliquie diSant’Antonio Abate sia avvenuta per mare. Secondo Atanasio, Antonioavrebbe dato disposizione di tenere segreto il posto della sua tomba, ma se-condo una leggenda medioevale2 un angelo apparve all’imperatoreCostantino che, a sua volta, inviò il vescovo Teofilo alla ricerca delle spogliedel santo. Arrivato in Egitto, il buon vescovo venne condotto nel posto giu-sto da una stella luminosa. Ritrovata la spoglia, fece ritorno a casa passandoper Alessandria e Gerusalemme per finire a Costantinopoli. Da lì, appenadopo il 1000, il famoso Jocelin si impadronì della preziosa reliquia e la por-tò in Europa. Ma dove? Andiamo a dormire a Maussane les Alpilles, un paesino molto tranquillopoco distante da Arles e decidiamo di partire il giorno seguente per la famo-sa città. Il mattino dopo la prima sorpresa: a pochi chilometri, sulla stradaper Arles, passiamo per il piccolo paese di Fontvieille dove ci imbattiamo inun’insegna di un ristorantino (Fig. 15) che ci conferma che siamo sulla stra-da giusta. Dopo poco siamo ad Arles. L’importanza di Arles è troppo notaper essere discussa in queste righe; qui basterà dire che la città era una dellesedi vescovili più importanti di Francia. E infatti nella famosa e bellissimacattedrale di Saint Trophime (Fig. 16) troviamo subito un prezioso reliquia-rio con i resti di Sant’Antonio Abate nella cappella a lui dedicata (Fig. 17).È una sorpresa, almeno in parte. Avevo letto della disputa secolare tra la se-de di Arles e quella di Saint Antoine l’Abbaye e pensavo che la faccenda sifosse risolta a favore di quest’ultima... ma evidentemente mi sbagliavo. Nonè bastato più di un millennio di carte bollate, di pronunciamenti, di papi perdirimere la questione e pertanto entrambe le sedi vantano il possesso dellesacre spoglie del grande Santo3!Appena fuori da Arles, a 4 chilometri a Nord- Est sulla strada provincialeD17, troviamo la grande abbazia di Montmajour (Figg. 18 e 19). È un bellis-simo complesso fondato nel X secolo dai Benedettini che entra nella nostrastoria perché è proprio da questa abbazia che vengono mandati i monaci acustodire le reliquie del nostro Santo.Il possesso delle stesse, come si sa, fa gola a molti, per cui non tarda ad esplo-dere un complicatissimo conflitto di competenza tra i Benedettini e gliAntoniani4 mediato, tra molti contorcimenti, dai vescovi di Arles e sostan-zialmente finito solo con l’estinzione dei contendenti.Dopo pochi chilometri, seguendo il decorso del grande fiume raggiungia-mo Tarascona e Beaucaire, due cittadine che si affacciano ai due lati

2 De Lanoy P. La légende du grand Saint Antoine. Palud, Lyon. 1889.

3 In fatto di reliquie c’è di peggio…ma anche nel nostro caso, le sedi che vantano di possedereuna reliquia di Sant’Antonio sono molte!

4 Nel 1297 papa Bonifacio VIII, con la bolla Ad apostolicae dignitatis trasforma l’originaleconfraternita laicale nell'Ordine Ospedaliero dei canonici regolari di S. Agostino di S. Antonioabate di Vienne, detto comunemente degli Antoniani Viennois o di Vienne o, nel regno diNapoli, di Vienna.

Page 26: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

152 Appendice 2 • Sulle tracce di Sant’Antonio

Figura 14.Nella chiesa di Saintes Maries de la Mer è collocata la statua di Sara, la patrona dei Gitani, chesarebbe la terza Maria e che però,nella Leggenda Aurea si chiama Martilla!

Figura 15.A nord-est di Arles, venendo da Maussane les Alpilles,si passa per il paesino diFontvieille dove si incontra ladivertente insegna di un ristorante che raffigura il nostro Santo col suo maialino eil diavolo

Figura 16.Nella piazza principale di Arles sitrova la cattedrale di SaintTrophime. Guardando la facciata la chiesa sembra piccola, main realtà è un complessoimponente

Figura 15 Figura 16

Figura 14

Page 27: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

153... in Europa

Figura 18

Figura 19

Figura 17.In una cappella laterale della

cattedrale troviamo la cappella di Sant’Antonio

Abate. All’interno vi è un’urnadorata che, secondo gli Arlesiani,

contiene le spoglie autentichedel Santo

Figure 18. e 19.Come una visione, emerge dalla

macchia mediterranea ilcomplesso imponente della

antica abbazia benedettina diMontmajour

Figura 17

Page 28: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

154 Appendice 2 • Sulle tracce di Sant’Antonio

Figura 20.Dai merli del castello di Tarasconache domina il Rodano si vede lacittadina di Beaucaire col suocastello

contrapposti del Rodano, ciascuna con il suo castello (Fig. 20).In realtà non avevo previsto di fermarmi, perché pensavo di non ritrovarvivestigia antoniane; seguo però i consigli del mio amico e collega GianlucaTadini, che mi aveva raccomandato di vedere i resti di un’antica abbazia, evado a visitare l’abbazia di Saint Roman che è a pochi chilometri daBeaucaire. Che sorpresa! Dopo una camminata tra la boscaglia e i cespuglidella flora provenzale si arriva ad un blocco calcareo, seminascosto dalla ve-getazione, che domina la valle del Rodano. È un’abbazia scavata nella rocciacalcarea! La sola abbazia trogoloditica dell’Europa occidentale! Scopro che èstata fondata a partire dal V secolo sullo schema dei monasteri orientali ed èstata occupata ininterrottamente per oltre 1000 anni. La chiesa, le celle deimonaci e le tombe sono scavate nella viva roccia come in Anatolia o aMatera (Fig. 21) e le stesse tombe si ritrovano a Montmajour! (Fig. 22).È un posto certamente affascinante e che comunque testimonia che giàmolti secoli prima che divenisse di moda la traslazione delle reliquie deisanti, l’ideale monastico si era ben radicato anche in luoghi molto lontanida San Benedetto.Andando verso nord, si arriva ad un grande ponte sul Rodano, guardatodalla cittadina di Pont Saint Esprit. È un ponte che da solo vale il viaggio,dato che è stato costruito nel XIII secolo, è lungo quasi un chilometro e fun-ziona regolarmente collegando le due rive del grande fiume (Fig. 23).Pont Saint Esprit divenne tristemente famosa per un avvelenamento del pa-ne che colpì più di trecento persone di cui cinque morirono nel giro di unasettimana e una trentina furono presi da allucinazioni e demenza e ricove-rati in un ospedale psichiatrico. Dopo un processo durato quasi quarant’an-ni non si riuscì a capire con esattezza la causa di questa tragedia che risve-gliò i fantasmi medioevali del fuoco di Sant’Antonio, appena mezzo secolofa. Grazie al libro di Kaplan5 ritroviamo la sede del vecchio forno (Fig. 24)

5 Kaplan SL. Le pain maudit. Fayard, Paris, 2008.

Page 29: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

155... in Europa

Figura 21.Dalla sommità delle rovine

dell’abbazia di Saint Romansi vede la grande curva

del Rodano, mentre in primo piano appaiono

le tombe dei monaci,scavate nella roccia

Figura 22.Lo stesso tipo di tombe di

Saint Roman si trova aMontmajour

Figura 23.Il ponte medioevale con

25 archi che dà il nome alpaese: Pont Saint Esprit,

ancora in esercizio!

Figura 21

Figura 22

Figura 23

Page 30: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

156 Appendice 2 • Sulle tracce di Sant’Antonio

Figura 24.Grazie al libro di Kaplan,arriviamo nella via dovec’era il vecchio forno che haprovocato la clamorosaultima epidemia di Fuoco diSant’Antonio negli anni ’50del secolo scorso

chiuso da molti anni e poi proseguiamo verso nord. Seguendo l’autostradaarriviamo fino a Valence e ci dirigiamo quindi verso Romans sur Isère, poiseguiamo la strada provinciale D52 fino alla nostra meta finaleSaint’Antoine l’Abbaye, attraverso un paesaggio collinare pochissimo abi-tato (Fig. 25).Ci siamo stati altre volte, ma questa volta il tempo è particolarmente bello eil paesaggio circostante è coinvolgente. Il villaggio è al fondo di un’ampiavalle e non lo si vede finché non si è abbastanza vicini. Una volta sul posto èuna cartolina dopo l’altra! La cattedrale è bellissima (Figg. 26-28) e destamolta impressione: non ci si aspetta di trovare una costruzione così impo-nente in un posto così piccolo e lontano dalle principali vie di comunica-zione.Tutto il villaggio appare costruito intorno alla chiesa e al grande monasterodove si curavano i malati del fuoco di Sant’Antonio. Il villaggio è assai benconservato (Fig. 29) anche perché, a partire dal XVII secolo, il miglioramen-to delle condizioni igieniche in Europa e la scoperta della causa dell’ergoti-smo nel XVIII secolo, fecero venir meno la stessa ragione d'essere degliAntoniani, che vennero soppressi nel 1776 da Papa Pio VI.

Non aggiungo altro, ma, se potete, fate questo viaggio.

Page 31: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

157... in Europa

Figura 25.L’Autore durante il suo

ultimo viaggio davanti al cartellostradale del paese di

Saint’Antoine l’Abbaye

Figura 26.Arrivando da nord, quando lastrada comincia a discendere

dolcemente appare la maestosafacciata gotica della cattedrale

Page 32: Appendice 1 I Misteri Eleusini - link.springer.com

158 Appendice 2 • Sulle tracce di Sant’Antonio

Figura 27.All’interno della cattedrale visono ovviamente quadri estatue dedicate al Santo, maanche questa bella vetrata

Figura 28. (in alto)L’altare maggiore dellacattedrale visto dall’abside. Alcentro, nella parte bassa, sonocollocate le reliquie del Santoprotette da una grata dorata

Figura 29.Il villaggio rinascimentale è

perfettamente conservato e, dasolo, merita il viaggio