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Appunti del corso di Fisica I (ordinamento 2003) di Ingegneria Informatica tenuto dal professor F. Falciglia. Manca di Cinematica e di un esempio sul moto armonico massa-molla verticale giΓ ben trattati sugli appunti ufficiali del professore.
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DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE Cinematica e Dinamica
In Cinematica si studia il moto di un corpo dal un punto di vista spazio-temporale adoperando le grandezze fisiche tempo, posizione, velocitΓ ed accelerazione. La Dinamica cerca invece di indagare le cause dei moti ovvero si studia il moto di un corpo tenendo conto della presenza degli altri corpi con cui puΓ² interagire, mettendo in correlazione lβaccelerazione con grandezze fisiche quali la massa e la forza.
La Dinamica Γ¨ quella parte della Fisica che si occupa di trovare e studiare le relazioni tra le grandezze che descrivono il moto di un corpo (grandezze cinematiche) e le sue
interazioni (forze) con tutto il resto dellβUniverso.
Se consideriamo un corpo le cui parti si muovono allo stesso modo cosicchΓ© possa essere schematizzato come una particella puntiforme, ha poca importanza conoscere in quale punto agisce lβambiente esterno, lo scopo sarΓ quello di determinare lβeffetto complessivo dellβambiente. Per eseguire questi studi Γ¨ essenziale dapprima introdurre il concetto di forza F, che sostanzialmente rappresenta il mezzo per collegate il moto dei corpi allβinfluenza dellβambiente esterno.
Concetto di Forza e Prima Legge di Newton
Supponiamo di sistemare un certo oggetto su un piano orizzontale. Se lo facciamo scivolare con una spinta, osserviamo che esso rallenta e quindi si ferma. Questo comportamento era usato per dimostrare che la mancanza di forza agente costringe il corpo a fermarsi. Galileo contestΓ² questa affermazione ripetendo lβesperimento piΓΉ volte utilizzando superfici piΓΉ levigate e/o lubrificate ed osservando che il percorso effettivo aumentava al diminuire dellβattrito fra le superfici a contatto. PotΓ© quindi affermare che, se fosse stato possibile eliminare lβattrito, il corpo avrebbe continuato a muoversi indefinitamente con velocitΓ costante. Una forza esterna Γ¨ necessaria a mettere in moto un corpo, ma, una volta in moto, non sono necessarie forze per farlo procedere con velocitΓ costante. La forza quindi non Γ¨ correlata al moto di un corpo ma ad una variazione del moto stesso. Anche se apparentemente sulla terra i corpi sono sempre soggetti a forze (forza di gravitΓ ), per sperimentare lβassenza di forze non Γ¨ necessario portarsi nello spazio vuoto. Infatti per quanto concerne i moti traslatori non cβΓ¨ differenza fra il moto di un corpo non soggetto a forze e quello di un corpo soggetto a piΓΉ forze di risultante nulla. Riassumendo quanto detto finβora si puΓ² enunciare la Prima Legge di Newton:
Un corpo in moto rettilineo con velocitΓ costante (o in quiete) persevera nel suo stato di moto (o quiete) finchΓ© su di esso non agiscono agenti esterni.
La Prima Legge di Newton in realtΓ non Γ¨ altro che una proprietΓ di determinati sistemi di riferimento. Lβaccelerazione di un corpo dipende infatti dal sistema di riferimento rispetto al quale viene misurata e le leggi della meccanica classica valgono solo in sistemi ben determinati nei quali gli osservatori misurano lo stesso valore dellβaccelerazione.
Se la risultante di tutte le forze agenti su un corpo Γ¨ nulla, allora Γ¨ possibile trovare un insieme di sistemi di riferimento nei quali anche lβaccelerazione del corpo Γ¨ nulla.
Forze e Massa
Il concetto di forza, che nel linguaggio quotidiano indica qualcosa che tira o spinge, puΓ² facilmente essere introdotto in modo operativo collegandolo allβaccelerazione che una forza produce su un determinato corpo. Consideriamo il kilogrammo campione su un piano orizzontale privo di attrito e agganciato ad una molla. Tiriamo la parte libera della molla fino a misurare un valore delβaccelerazione pari a 1 π/π 2: diremo allora che, per definizione, la molla applica al kilogrammo campione una forza di 1 π. Attribuito alla forza un modulo si osserva anche che essa ha sempre la direzione dellβaccelerazione che produce e inoltre, sperimentalmente, si puΓ² verificare che le forze obbediscono a tutte le leggi dellβaddizione vettoriale. Dunque le forze sono vettori.
PoichΓ© il corpo campione Γ¨ stato scelto arbitrariamente, possiamo concludere che lβaccelerazione prodotta dovrΓ essere proporzionale alla forza applicata. Inoltre la stessa forza applicata a corpi diversi produce accelerazioni diverse. Sperimentalmente si trova quindi che lβaccelerazione prodotta da una forza Γ¨ inversamente proporzionale alla massa accelerata. La massa di un corpo fornisce quindi una misura della resistenza che il corpo oppone alla variazione della sua velocitΓ . Queste considerazioni ci forniscono un metodo per confrontare masse di corpi diversi in base alle accelerazioni prodotte da una stessa forza.
Il rapporto fra le masse dei due corpi Γ¨ uguale allβinverso del rapporto fra le accelerazioni prodotte da una stessa forza.
ππ
ππ=ππππ
Seconda Legge di Newton
Riassumendo i risultati sperimentali e le definizioni precedenti mediante una relazione, si ottiene lβequazione fondamentale della meccanica classica:
οΏ½ποΏ½οΏ½β π =π
π=π
πποΏ½οΏ½β
dove β οΏ½βοΏ½ rappresenta il vettore somma di tutte le forze agenti sul corpo, π Γ¨ la sua massa e οΏ½βοΏ½ lβaccelerazione prodotta. Se la scriviamo nella forma οΏ½βοΏ½ = (β οΏ½βοΏ½)/π vediamo facilmente che lβaccelerazione di un corpo Γ¨ direttamente proporzionale alla risultante delle forze su di esso applicate ed inversamente proporzionale alla massa del corpo. Inoltre la Prima Legge Γ¨ contenuta
nella Seconda come caso particolare infatti se β οΏ½βοΏ½ = 0 anche οΏ½βοΏ½ = 0 e quindi il corpo si muove di moto rettilineo uniforme.
Lβequazione vettoriale della Seconda Legge di Newton puΓ² inoltre essere scritta in modo equivalente in tre equazioni scalari
οΏ½ππ =π
π=π
πππ οΏ½ππ =π
π=π
πππ οΏ½ππ =π
π=π
πππ
che legano le componenti scalari lungo gli assi π₯π¦π§ della forza risultante alle tre componenti dellβaccelerazione e alla massa π.
N.B. ππ Γ¨ la componente scalare di ποΏ½οΏ½β nella direzione ποΏ½
ππποΏ½ Γ¨ il componente vettore di ποΏ½οΏ½β nella direzione ποΏ½
QuantitΓ di moto ποΏ½οΏ½β : (o momento lineare) Γ¨ la grandezza vettoriale che misura la capacitΓ di un corpo di modificare il movimento di altri corpi con cui interagisce dinamicamente. Si definisce come il prodotto tra la massa e la velocitΓ di un dato corpo:
ποΏ½οΏ½β = πποΏ½οΏ½β
Attraverso questa definizione si puΓ² riscrivere la Seconda Legge di Newton in modo piΓΉ generico
οΏ½ποΏ½οΏ½β π = ποΏ½οΏ½β =π
π=π
π ποΏ½οΏ½βπ π
Formulazione che contiene come caso particolare (quando la massa Γ¨ costante) quella precedente
οΏ½π = ππππ βΊ π ππ π
= ποΏ½ π ποΏ½οΏ½βπ π
=π π π
(πποΏ½οΏ½β ) =π ππ π
ποΏ½οΏ½β + ππ ποΏ½οΏ½βπ π
= π + πποΏ½οΏ½β = πποΏ½οΏ½β
Terza Legge di Newton
Le forze agenti su un dato corpo in generale sono applicate da uno dei corpi che costituiscono il suo ambiente. Ogni singola forza rappresenta parte dellβinterazione fra 2 corpi. Lβesperienza dimostra che, quando un corpo esercita una forza su un altro, questo a sua volta esercita una forza sul primo. Queste forze sono uguali in modulo e direzione ed hanno verso opposto. Una singola forza isolata Γ¨ quindi impossibile. La piΓΉ recente formulazione della Terza Legge di Newton afferma che:
Ogni qual volta due corpi interagiscono, la forza ποΏ½οΏ½β ππ che il corpo 2 esercita sul corpo 1 Γ¨
uguale allβopposto della forza ποΏ½οΏ½β ππ che il corpo 1 esercita sul corpo 2.
ποΏ½οΏ½β ππ = βποΏ½οΏ½β ππ
SISTEMI DI RIFERIMENTO Sistemi di Riferimento
Consideriamo un punto materiale π che si muova nello spazio e consideriamo due sistemi di coordinate in quiete uno rispetto allβaltro.
- Lβosservatore posto in ππ₯π¦π§ descrive il moto per mezzo di π οΏ½βοΏ½ οΏ½βοΏ½. - Lβosservatore posto in πβ²π₯β²π¦β²π§β² descrive il moto per mezzo di πβ² οΏ½βοΏ½β² οΏ½βοΏ½β².
ποΏ½β = πΉοΏ½οΏ½β π + ποΏ½β β²
ποΏ½οΏ½β = ποΏ½οΏ½β β²
ποΏ½οΏ½β = ποΏ½οΏ½β β²
I due osservatori misurano per il punto materiale π posizioni diverse, ma velocitΓ ed accelerazioni di egual valore.
Si definisce sistema di riferimento lβinsieme di tutti i sistemi di coordinate in quiete rispetto ad un dato sistema di coordinate.
Trasformazioni Galileiane e Invarianza Galileiana
Consideriamo un punto materiale π che si muova nello spazio e consideriamo due sistemi di coordinate in movimento uno rispetto allβaltro a velocitΓ costante VοΏ½οΏ½β 0 (velocitΓ di trascinamento).
Le Leggi di Trasformazione Galileiane sono le seguenti:
ποΏ½β = πΉοΏ½οΏ½β π + π½οΏ½οΏ½β ππ + ποΏ½β β²
ποΏ½οΏ½β = ποΏ½οΏ½β β²+ π½οΏ½οΏ½β π
ποΏ½οΏ½β = ποΏ½οΏ½β β²
I due osservatori misurano per il punto materiale π posizioni e velocitΓ diverse, ma velocitΓ ed accelerazioni di egual valore.
Il Principio di Invarianza Galileiana afferma che:
Le leggi fondamentali della fisica sono identiche in tutti i sistemi di riferimento che si muovono di moto rettilineo uniforme lβuno rispetto allβaltro.
Da cui, ricordando le Trasformazioni Galileiane, segue che:
Le leggi fondamentali della fisica hanno la stessa forma in due sistemi di riferimento collegati da una trasformazione galileiana.
Sistemi di Riferimento Inerziali
La tendenza di un corpo a rimanere o a proseguire di moto rettilineo uniforme Γ¨ chiamata inerzia per cui la Prima Legge di Newton Γ¨ anche detta legge dβinerzia e i sistemi di riferimento in cui Γ¨ valida sono detti inerziali. Cercando di porre un corpo fermo (o in moto rettilineo uniforme) in un sistema di riferimento, Γ¨ possibile verificare se esso Γ¨ inerziale o meno. Se il non corpo rimane fermo (o varia la sua velocitΓ in modulo o direzione) allora esso non Γ¨ inerziale. Una volta determinato un sistema di riferimento inerziale, qualsiasi sistema in moto rettilineo uniforme rispetto al primo Γ¨ anchβesso inerziale. Notiamo che, secondo la Prima Legge di Newton, non esiste differenza fra un corpo fermo ed uno moto rettilineo uniforme. Infatti se si osserva un corpo fermo in un sistema inerziale da un altro sistema inerziale che si muove con velocitΓ costante rispetto al primo, un lβosservatore solidale col primo sistema vede il corpo fermo mentre un osservatore solidale col secondo lo vede muoversi con velocitΓ costante. Entrambi gli osservatori sono perΓ² dβaccordo sul fatto che lβaccelerazione subita dal corpo Γ¨ nulla e che quindi la risultante delle forze applicate ad esso Γ¨ uguale a zero. Entrambi i casi sono considerati βnaturaliβ.
DallβInvarianza Galileiana e dalle Trasformazioni Galileiane segue che:
Tutti i sistemi di riferimento che si muovono a velocitΓ costante rispetto ad un sistema di riferimento inerziale sono anchβessi sistemi di riferimento inerziali.
Esiste quindi una classe di sistemi di riferimento inerziali:
Tutti i sistemi di riferimento che si muovono con velocitΓ costante rispetto al sistema di riferimento delle stelle fisse sono inerziali.
Sistemi di Riferimento non Inerziali
La scelta del sistema di riferimento Γ¨ sempre compito dellβosservatore. Possiamo decidere di applicare la meccanica classica dal punto di vista di un osservatore posto in un sistema di riferimento non inerziale, ovvero solidale con un corpo accelerato rispetto a quello inerziale. Per applicare le leggi della dinamica classica in un sistema non inerziale Γ¨ necessario perΓ² introdurre le forze fittizie. Queste forze non possono essere causate dallβambiente infatti esse spariscono se esaminiamo il problema in un sistema inerziale. Le forze fittizie non sono altro che un meccanismo per analizzare eventi quando insistiamo nel volerli interpretare in un sistema non inerziale.
Consideriamo un punto materiale π che si muova nello spazio e consideriamo due sistemi di coordinate in movimento uno rispetto allβaltro a accelerazione costante aοΏ½β 0 (accelerazione di trascinamento). Supponiamo il sistema di riferimento ππ₯π¦π§ inerziale e il sistema πβ²π₯β²π¦β²π§β² accelerato e ovviamente non inerziale. Le leggi di trasformazione sono:
ποΏ½β = πΉοΏ½οΏ½β π + π½οΏ½οΏ½β ππ +ππποΏ½οΏ½β ππ + ποΏ½β β²
ποΏ½οΏ½β = ποΏ½οΏ½β β²+ποΏ½οΏ½β ππ+ π½οΏ½οΏ½β π
ποΏ½οΏ½β = ποΏ½οΏ½β β² + ποΏ½οΏ½β π
I due osservatori misurano per il punto materiale π posizioni, velocitΓ e accelerazioni diverse.
Sostituendo lβespressione dellβaccelerazione nella Legge di Newton:
οΏ½ποΏ½οΏ½β ππΉ
= πποΏ½οΏ½βπ
π=π
= π(ποΏ½οΏ½β β² + ποΏ½οΏ½β π) = πποΏ½οΏ½β β² + πποΏ½οΏ½β π β οΏ½ποΏ½οΏ½β ππΉ
π
π=π
βπποΏ½οΏ½β π = πποΏ½οΏ½β β²
ποΏ½οΏ½β π = βπποΏ½οΏ½β π
Si ottiene la Seconda Legge di Newton nei sistemi non inerziali:
οΏ½ποΏ½οΏ½β ππΉ
+ ποΏ½οΏ½β π = πποΏ½οΏ½βπ
π=π
β²
Sistema solidale con la terra: Peso e Massa
Il peso di un corpo Γ¨ la forza gravitazionale esercitata dalla terra sul corpo stesso. La direzione di questo vettore Γ¨ la stessa della forza gravitazionale e quindi verso il centro della terra. Immaginiamo di prendere un corpo di massa π e di lasciarlo libero di muoversi sotto lβazione della forza di gravitΓ . Ignorando gli attriti dellβaria, sul corpo agisce una sola forza: il suo peso ποΏ½β per cui subisce lβaccelerazione di gravitΓ οΏ½βοΏ½.
π·οΏ½οΏ½β = πποΏ½οΏ½β
A causa della rotazione terrestre attorno al proprio asse, la Terra non puΓ² essere considerata un sistema di riferimento inerziale. Lβaccelerazione in caduta libera misurati in questo sistema di riferimento non inerziale ha almeno due componenti: una dovuta allβattrazione gravitazionale e lβaltra alla rotazione. Essendo che lβaccelerazione calcolata allβequatore si differenzia dallβaccelerazione calcolata al polo (dove non esiste la componente centripeta) di uno 0,3%, per piccoli tratti tale contributo sarΓ trascurato.
LAVORO ED ENERGIA Lavoro
Consideriamo una forza costante οΏ½βοΏ½ agente su una particella e supponiamo che il moto avvenga nella direzione della forza.
Si definisce lavoro π³ fatto dalla forza sulla particella il prodotto scalare del modulo π della forza per il modulo π dello spostamento prodotto.
π π³ = ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½β
Consideriamo una massa π che si sposta dal punto A al punto B lungo un percorso πΎ sotto lβazione di una forza οΏ½βοΏ½ = οΏ½βοΏ½(π). Il lavoro πΏπ΄π΅ compiuto dalla forza agente οΏ½βοΏ½ lungo il percorso πΎ si calcola integrando il lavoro infinitesimo ππΏ da A a B lungo πΎ.
π³π¨π© = οΏ½ π π³π©
π¨= οΏ½ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½β
π©
πΈπ¨
In generale, la forza puΓ² non agire nella direzione del moto della particella. Considereremo allora la componente della forza lungo la direzione dello spostamento per il suo modulo ππ .
π π³ = π(ππ¨π¬π½)π π
Inoltre possono agire anche altre forze sulla particella: in questo caso il lavoro fatto dalle altre forze dovrΓ essere calcolato separatamente oppure si dovrΓ calcolare il lavoro della risultante di tutte le forze agenti sul corpo. Il lavoro dL Γ¨ nullo se uno dei tre fattori Γ¨ zero. Ne deriva che il lavoro Γ¨ nullo se non vi Γ¨ spostamento, se la risultante delle forze agenti Γ¨ nulla oppure se lβangolo fra i due vettori vale π 2οΏ½ . Per quanto il modulo e la direzione della forza agente non dipendano dalla scelta del sistema di riferimento, la stessa cosa non vale per lo spostamento. Due osservatori, mentre sono dβaccordo sul modulo e sulla direzione della forza agente, in generale non ottengono lo stesso lavoro compiuto dalla forza stessa.
Potenza
Per un sistema meccanico Γ¨ spesso necessario conoscere, oltre alla capacitΓ di compiere lavoro, anche la rapiditΓ con cui tale lavoro deve essere compiuto.
Si definisce Potenza la rapiditΓ con la quale viene eseguito un certo lavoro.
πΎ =π π³π π
Dove dL rappresenta la piccola quantitΓ di lavoro compiuto nellβintervallo infinitesimo dt. Ricordando la definizione di lavoro, la potenza puΓ² anche essere espressa come prodotto scalare tra la forza οΏ½βοΏ½ che la produce e la velocitΓ οΏ½βοΏ½ del corpo.
πΎ =π π³π π
=ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βπ π
= ποΏ½οΏ½β βπ ποΏ½βπ π
= ποΏ½οΏ½β β ποΏ½οΏ½β
Energia Cinetica e Teorema Lavoro-Energia
Consideriamo lβeffetto del lavoro sul moto di una particella. Una forza non bilanciata da altre altera sicuramente lo stato di moto della particella sulla quale agisce. Tale variazione puΓ² essere analizzata attraverso la seconda legge di newton. Sia οΏ½βοΏ½ la risultante di tutte le forze applicate al corpo di massa la risultante di tutte le forze applicate al corpo di massa π. Calcoliamo il lavoro πΏπ΄π΅ compiuto dalla forza agente οΏ½βοΏ½ lungo il percorso πΎ si calcola integrando il lavoro infinitesimo ππΏ da A a B lungo πΎ.
π³π¨π© = οΏ½ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βπ©
πΈπ¨
= οΏ½πποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βπ©
πΈπ¨
= οΏ½πποΏ½οΏ½β β (ποΏ½οΏ½βπ©
πΈπ¨
π π) = οΏ½ππ ποΏ½οΏ½βπ π
β (ποΏ½οΏ½βπ©
πΈπ¨
π π) = π οΏ½π ποΏ½οΏ½β β ποΏ½οΏ½βπ©
πΈπ¨
Trasformiamo lβintegrale di linea vettoriale in un integrale definito:
π (ππ) = π (ποΏ½οΏ½β β ποΏ½οΏ½β ) = (π ποΏ½οΏ½β ) β ποΏ½οΏ½β + ποΏ½οΏ½β β (π ποΏ½οΏ½β ) = π(π ποΏ½οΏ½β ) β ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½οΏ½β β ποΏ½οΏ½β =πππ (ππ)
Quindi lβintegrale diventa:
π³π¨π© =ππποΏ½π (ππ)
π©
π¨
=πππ[π ππ + ππππ]π¨π© =
πππ(ππ©π β ππ¨π)
Definendo lβenergia cinetica π² come
π² =πππππ
Il Teorema dellβEnergia Cinetica afferma che:
La variazione di energia cinetica βπ² di un corpo di massa π, conseguente allo spostamento dal punto A al punto B, Γ¨ uguale al lavoro π³π¨π© compiuto dalla forza
risultante ποΏ½οΏ½β agente sul corpo, lungo un qualsiasi percorso πΈ congiungente A con B.
π³π¨π© = οΏ½ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βπ©
πΈπ¨
=πππππ©π β
πππππ¨π = π²π© β π²π¨ = βπ²
Il teorema lavoro energia Γ¨ stato ottenuto dalla Seconda Legge di Newton, nella forma applicabile solo a particelle puntiformi. Quindi anche il Teorema Lavoro-Energia Γ¨ valido solo per le particelle. Nellβusarlo ad oggetti estesi considerati come particelle dobbiamo essere sicuri che lβunica forma di energia presente sia quella cinetica. Nel caso degli urti esso infatti non applicabile poichΓ© esiste infatti anche unβenergia interna associata alla deformazione degli oggetti. Per quanto questa eserciti una grande forza, essa non compie lavoro poichΓ© il suo punto di applicazione non si sposta. Quindi βπΎ β 0 e πΏ = 0 per cui il teorema precedente non Γ¨ valido.
Forze Conservative
Il lavoro fatto su un sistema da una certa classe di forze dipende solo dallo stato iniziale e finale e non dipende dal particolare percorso seguito dal sistema per passare da uno stato allβaltro. Tali forze sono chiamate conservative e sono anche distinguibili per la loro capacitΓ di immagazzinare energia solamente tramite la configurazione del sistema. Lβenergia accumulata Γ¨ detta Energia Potenziale. Inoltre immagazzinando, convertendo o trasferendo energia tra sistemi meccanici, lβenergia totale rimane sempre costante.
Una forza ποΏ½οΏ½β si dice conservativa se esiste ed Γ¨ possibile definire una funzione scalare πΌ, ad un sol valore, della posizione ποΏ½β per cui:
π³π¨π© = οΏ½ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βπ©
πΈπ¨
= πΌ(π¨) β πΌ(π©) = ββπΌ
Una forza ποΏ½οΏ½β si dice conservativa se il lavoro da essa compiuto per spostare un corpo da una posizione qualsiasi ποΏ½β π¨ ad unβaltra posizione qualsiasi ποΏ½β π© Γ¨ indipendente dalla
traiettoria πΈ effettivamente seguita:
οΏ½ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βπ©
πΈππ¨
= οΏ½ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βπ©
πΈππ¨
Una forza ποΏ½οΏ½β si dice conservativa se il lavoro da essa compiuto per spostare un corpo lungo una qualsiasi traiettoria chiusa Γ¨ nullo:
οΏ½ ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½β
ποΏ½β π©
πΈπποΏ½β π¨
= οΏ½ ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½β
ποΏ½β π©
πΈπποΏ½β π¨
β οΏ½ ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½β
ποΏ½β π©
πΈπποΏ½β π¨
= β οΏ½ ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½β
ποΏ½β π¨
πΈπποΏ½β π©
β οΏ½ ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½β
ποΏ½β π©
πΈπποΏ½β π¨
+ οΏ½ ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½β
ποΏ½β π¨
πΈπποΏ½β π©
= π
οΏ½ ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βπΈππΈπ
= π
Una forza ποΏ½οΏ½β si dice conservativa se il suo rotore vale zero (campo di forze conservative si dice irrotazione):
πποΏ½οΏ½β πποΏ½οΏ½β = ποΏ½οΏ½β Γ οΏ½βοΏ½ = π
Energia Potenziale
Sostanzialmente lβenergia potenziale rappresenta lβenergia di configurazione di un sistema. PiΓΉ precisamente essa Γ¨ lβenergia immagazzinata da un sistema per il fatto di avere le sue varie componenti disposte in un determinato modo. Consideriamo un sistema sul quale agisce una sola forza conservativa. Quando viene cambiata la configurazione di un sistema facendo muovere una delle sue parti, il lavoro πΏ Γ¨ fatto dalla forza conservativa.
βπΌ = πΌ(π©) β πΌ(π¨) = β οΏ½ ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βπ©
πΈπ¨
βπΌ = πΌ(ποΏ½β ) β πΌ(ποΏ½β π) = β οΏ½ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βποΏ½β
πΈποΏ½β π
β πΌ(ποΏ½β )β πΌπ = β οΏ½ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βποΏ½β
πΈποΏ½β π
πΌ(ποΏ½β ) = πΌπ β οΏ½ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βποΏ½β
πΈποΏ½β π
La funzione π Γ¨ una funziona scalare ad un sol valore definita a meno di una costante. La costante π0 potrΓ essere scelta arbitrariamente in maniera opportuna. Solo la variazione βπ ha significato fisico.
Forze Centrali
Si definisce forza centrale una forza che in ogni punto π· dello spazio ha direzione della retta passante per π· e per un punto πΆ (origine del polo) e modulo dipendente solo dalla
distanza π tra il punto π· ed il polo πΆ
ποΏ½οΏ½β = π(π)ποΏ½
Calcoliamo il lavoro πΏπ΄π΅ compiuto da una forza centrale οΏ½βοΏ½ per spostare una massa π da una posizione A ad una posizione B
π³π¨π© = οΏ½ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βπ©
πΈπ¨
= οΏ½ π(π)ποΏ½ β π ποΏ½βπ©
πΈπ¨
= οΏ½ π(π)π π
ππ©
ππ¨
(π π = π π ππ¨π¬π½)
Quindi possiamo concludere che nel caso di forze centrali, il lavoro si calcola computando non piΓΉ un integrale di linea (lungo il percorso πΎ effettivamente compiuto), ma semplicemente un integrale di una funzione della sola variabile π (distanza radiale).
PoichΓ© per tutte le forze centrali il lavoro non dipende dal percorso, tutte le forze centrali sono conservative (forza gravitazionale, elastica, elettrostatica e di Coulomb sono conservative).
Energia Meccanica
Si definisce Energia Meccanica E la somma dellβenergia cinetica K e dellβenergia potenziale U
π¬ = π² + πΌ
Γ importante osservare che lβenergia cinetica πΎ Γ¨ sempre definita per qualsiasi corpo di massa π che si muove con velocitΓ π£ mentre lβenergia potenziale π Γ¨ definita solo in presenza di forze conservative. Si dovranno quindi analizzare due casi separati prendendo in considerazione sia sistemi di π forze conservative che sistemi di π forze conservative e π forze non conservative.
Principio di Conservazione dellβEnergia Meccanica (PCEM)
Consideriamo una massa π su cui agiscano solo π forze conservative. La forza totale οΏ½βοΏ½πΆ Γ¨ la risultante delle forze οΏ½βοΏ½1, οΏ½βοΏ½2, οΏ½βοΏ½3... οΏ½βοΏ½π per ognuna delle quali Γ¨ possibile definire una funzione energia potenziale U.
ποΏ½οΏ½β π β πΌπ β βπΌπ = βοΏ½ ποΏ½οΏ½β π β π ποΏ½βπ©
π¨
ποΏ½οΏ½β π β πΌπ β βπΌπ = βοΏ½ ποΏ½οΏ½β π β π ποΏ½βπ©
π¨
ποΏ½οΏ½β π β πΌπ β βπΌπ = βοΏ½ ποΏ½οΏ½β π β π ποΏ½βπ©
π¨
_________________________________________
ποΏ½οΏ½β πͺ = οΏ½ποΏ½οΏ½β π
π
π=π
β πΌ = οΏ½πΌπ
π
π=π
β βπΌ = βοΏ½ ποΏ½οΏ½β πͺ β π ποΏ½βπ©
π¨
Quindi ricordando il Teorema dellβEnergia Cinetica:
βπΌ = βοΏ½ ποΏ½οΏ½β πͺ β π ποΏ½βπ©
π¨
βπ² = +οΏ½ ποΏ½οΏ½β πͺ β π ποΏ½βπ©
π¨
________________________
βπΌ + βπ² = π β β(πΌ + π²) = π β πΌ + π² = π¬ = ππππ
Cui segue lβenunciato del PCEM:
Se su una massa agiscono solo forze conservative, lβenergia meccanica (E=U+K) della stessa si conserva.
Teorema dellβEnergia Cinetica Modificato
Consideriamo una massa π su cui agiscono π forze conservative e π forze non conservative e sia οΏ½βοΏ½ la risultante di tutte le forze.
ποΏ½οΏ½β = οΏ½ποΏ½οΏ½β ππͺπ
π=π
+ οΏ½ποΏ½οΏ½β ππ΅πͺπ
π=π
= ποΏ½οΏ½β πͺ + ποΏ½οΏ½β π΅πͺ
Dal Teorema dellβEnergia Cinetica si ha:
οΏ½ ποΏ½οΏ½β β π ποΏ½βπ©
πΈπ¨= οΏ½ (ποΏ½οΏ½β πͺ + ποΏ½οΏ½β π΅πͺ) β π ποΏ½β
π©
πΈπ¨= οΏ½ ποΏ½οΏ½β π΅πͺ β π ποΏ½β
π©
πΈπ¨+ οΏ½ ποΏ½οΏ½β πͺ β π ποΏ½β
π©
πΈπ¨= βπ²
Ricordando la definizione dellβ Energia Potenziale si ha:
βοΏ½ ποΏ½οΏ½β πͺ β π ποΏ½βπ©
πΈπ¨= βπΌ β οΏ½ ποΏ½οΏ½β π΅πͺ β π ποΏ½β
π©
πΈπ¨β βπΌ = βπ²
Cui segue il seguente enunciato:
Il lavoro compiuto dalla risultante delle forze non conservative ποΏ½οΏ½β π΅πͺper spostare una massa π da una posizione A ad una posizione B Γ¨ uguale alla variazione dellβenergia
meccanica (βπ¬ = βπΌ + βπ²).
οΏ½ ποΏ½οΏ½β π΅πͺ β π ποΏ½βπ©
πΈπ¨= βπΌ + βπ²
Dove per οΏ½βοΏ½ππΆ = 0 (ovvero in assenza di forze conservative) si ottiene nuovamente il PCEM.
Principio di Conservazione dellβEnergia (PCE)
Quando su un sistema compiono lavoro solo forze conservative lβenergia meccanica resta costante mentre quando agiscono anche forze non conservative lβenergia meccanica varia. In realtΓ perΓ² la scomparsa macroscopica di energia meccanica Γ¨ sempre accompagnata dalla comparsa di energia interna (riconducibile ai moti molecolari). Da queste considerazioni si arriva ad affermare che:
Lβenergia totale di un corpo e del suo ambiente circostante non varia neppure in presenza di forze non conservative.
DINAMICA DEI SISTEMI MATERIALI Definizioni preliminari: Momento Meccanico
Si definisce momento meccanico ποΏ½β rispetto al polo O, il prodotto vettoriale tra il vettore posizione ποΏ½β del punto di applicazione P della forza ποΏ½οΏ½β e la forza stessa.
ποΏ½β = ποΏ½β Γ ποΏ½οΏ½β
Il momento meccanico dipende sempre dal polo O mentre il momento di una coppia non dipende dal polo e dal sistema di riferimento per cui la coppia Γ¨ definita come una grandezza vettoriale libera.
Definizioni preliminari: Momento Angolare
Γ stato visto come la quantitΓ di moto (detta anche momento lineare) Γ¨ utile nella trattazione del moto traslatorio di particelle singole o di un sistema di particelle, compresi i corpi rigidi. Lβanalogo della quantitΓ di moto per le rotazioni Γ¨ il momento della quantitΓ di moto (o momento angolare):
Si definisce momento angolare οΏ½βοΏ½ rispetto al polo O, il prodotto vettoriale tra il vettore posizione ποΏ½β della massa π e la quantitΓ di moto della massa stessa.
οΏ½βοΏ½ = ποΏ½β Γ ποΏ½οΏ½β
Definizioni preliminari: Teorema del Momento Angolare
Consideriamo una massa π sulla quale agiscono π forze οΏ½βοΏ½π e quindi π momenti ππ.
ποΏ½β = οΏ½ποΏ½β π
π
π=π
= οΏ½ποΏ½β Γ ποΏ½οΏ½β π
π
π=π
= ποΏ½β Γ οΏ½ποΏ½οΏ½β π
π
π=π
= ποΏ½β Γ ποΏ½οΏ½β
Essendo οΏ½βοΏ½ la risultante delle forze agenti su π, per la Seconda Legge di Newton (in un sistema inerziale) si ha:
ποΏ½β = ποΏ½β Γ ποΏ½οΏ½β = ποΏ½β Γπ ποΏ½οΏ½βπ π
Esaminiamo ora come varia il Momento Angolare nel tempo:
π οΏ½βοΏ½π π
=π π π
(ποΏ½β Γ ποΏ½οΏ½β ) =π ποΏ½βπ π
Γ ποΏ½οΏ½β + ποΏ½β Γπ ποΏ½οΏ½βπ π
= ποΏ½οΏ½β Γ πποΏ½οΏ½β + ποΏ½β Γπ ποΏ½οΏ½βπ π
= π + ποΏ½β = ποΏ½β β οΏ½ποΏ½β π
π
π=π
=π οΏ½βοΏ½π π
Da questo risultato si ricava che:
Il momento risultante delle forze agenti su una particella Γ¨ uguale alla derivata rispetto al tempo del suo momento angolare.
Notare la somiglianza con la Seconda Legge di Newton: β ποΏ½οΏ½β πππ=π = π ποΏ½οΏ½β
π π
Sistemi Discreto di Punti Materiali
Consideriamo un sistema composto da un numero finito π di punti materiali. Distinguendo fra forze esterne e forze interne, per ognuno dei punti materiali possiamo scrivere la Seconda Legge di Newton e il Teorema del Momento Angolare.
β©β¨
β§ποΏ½οΏ½β ππ°π΅π» + ποΏ½οΏ½β ππ¬πΊπ» =π ποΏ½οΏ½β ππ π
ποΏ½β ππ°π΅π» + ποΏ½β ππ¬πΊπ» =π οΏ½βοΏ½ππ π
οΏ½
Sommiamo tutte le equazioni del sistema rispetto allβindice π, cioΓ¨ per tutte le particelle e otteniamo quindi delle equazioni che descrivono globalmente il moto del sistema di π punti materiali:
β©βͺβ¨
βͺβ§οΏ½ποΏ½οΏ½β ππ°π΅π»
π
π=π
+ οΏ½ποΏ½οΏ½β ππ¬πΊπ»π
π=π
=π (β ποΏ½οΏ½β ππ
π=π )π π
οΏ½ποΏ½β ππ°π΅π»π
π=π
+ οΏ½ποΏ½β ππ¬πΊπ»π
π=π
=π (β οΏ½βοΏ½ππ
π=π )π π
οΏ½ β
β©βͺβ¨
βͺβ§ποΏ½οΏ½β π°π΅π» + ποΏ½οΏ½β π¬πΊπ» =
π πΈοΏ½οΏ½β π»πΆπ»π π
ποΏ½β π°π΅π» + ποΏ½β π¬πΊπ» =π οΏ½βοΏ½π»πΆπ»π π
οΏ½
Ricordando la Terza Legge di Newton si puΓ² dimostrare che la risultante delle forze interne agenti su tutto il sistema Γ¨ sempre nulla:
ποΏ½οΏ½β π°π΅π» = οΏ½ποΏ½οΏ½β ππ°π΅π»π
π=π
= π
Dalla medesima legge si puΓ² anche dimostrare che la risultante dei momenti delle forze interne agenti su tutto il sistema risulta sempre nulla:
ποΏ½β π°π΅π» = οΏ½ποΏ½β ππ°π΅π»π
π=π
= π
ποΏ½β πΊπ» + ποΏ½β π»πΊ = ποΏ½β πΊ Γ ποΏ½οΏ½β πΊπ» + ποΏ½β π» Γ ποΏ½οΏ½β π»πΊ = ποΏ½β πΊ Γ ποΏ½οΏ½β πΊπ» + ποΏ½β π» Γ οΏ½βποΏ½οΏ½β πΊπ»οΏ½ = ποΏ½β πΊ Γ ποΏ½οΏ½β πΊπ» β ποΏ½β π» Γ οΏ½ποΏ½οΏ½β πΊπ»οΏ½ =
= (ποΏ½β πΊ β ποΏ½β π») Γ οΏ½ποΏ½οΏ½β πΊπ»οΏ½ = π
Prodotto vettoriale fra il vettore distanza ππ β ππ e la forza οΏ½βοΏ½ππ, vettori paralleli che danno prodotto 0. Tenendo conto di questi risultati il sistema di equazioni precedenti si puΓ² scrivere nella forma finale:
β©βͺβ¨
βͺβ§ποΏ½οΏ½β π¬πΊπ» =
π πΈοΏ½οΏ½β π»πΆπ»π π
ποΏ½β π¬πΊπ» =π οΏ½βοΏ½π»πΆπ»π π
οΏ½
Centro di Massa di un Sistema di Particelle
Consideriamo un sistema composto da un numero finito π di punti materiali particelle di massa ππ e posizione ππ.
Si definisce centro di massa del sistema di π particelle il punto C il cui vettore posizione Γ¨
πΉοΏ½οΏ½β πͺπ΄ =οΏ½ ππποΏ½β π
ππ=πβ ππππ=π
=οΏ½ ππποΏ½β π
ππ=ππ΄
=ππ΄οΏ½ππποΏ½β π
π
π=π
Se ognuna delle particelle si muove con velocitΓ οΏ½βοΏ½π, derivando rispetto al tempo il vettore π οΏ½β πΆπ, si calcola la velocitΓ οΏ½βοΏ½πΆπ del centro di massa.
ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ =π πΉοΏ½οΏ½β πͺπ΄π π
=ππ΄
π π ποΏ½οΏ½ππποΏ½β π
π
π=π
οΏ½ =ππ΄οΏ½οΏ½
π π π
(ππποΏ½β π)οΏ½π
π=π
=ππ΄οΏ½οΏ½ππ
π ποΏ½β ππ π
οΏ½π
π=π
=ππ΄οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ =ππ΄οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
La quantitΓ di moto totale di un sistema di particelle Γ¨ uguale al prodotto della massa totale del sistema per la velocitΓ del suo centro di massa, ovvero alla quantitΓ di moto
di un ipotetico punto materiale di massa M che si muova con velocitΓ ποΏ½οΏ½β πͺπ΄.
π΄ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ = οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
Derivando rispetto al tempo la velocitΓ οΏ½βοΏ½πΆπ del centro di massa, si calcola lβaccelerazione οΏ½βοΏ½πΆπ del centro di massa.
ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ =π ποΏ½οΏ½β πͺπ΄π π
=ππ΄
π π ποΏ½οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
οΏ½ =ππ΄οΏ½οΏ½
π π π
(ππποΏ½οΏ½β π)οΏ½π
π=π
=ππ΄οΏ½οΏ½ππ
π ποΏ½οΏ½β ππ π
οΏ½π
π=π
=ππ΄οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ =ππ΄οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
Dalla II Legge di Newton applicata alla particella i-esima si ha:
ποΏ½οΏ½β ππΉπ°πΊ = ππποΏ½οΏ½β π
Sommando tutte le particelle si ottiene la forza risultante οΏ½βοΏ½π πΌπ e tenendo conto che per la III Legge di Newton la sommatoria delle forze interne Γ¨ uguale a 0 si ha:
οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
= οΏ½ποΏ½οΏ½β ππ¬πΊπ»π
π=π
= ποΏ½οΏ½β π¬πΊπ» β π΄ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ = οΏ½ποΏ½οΏ½β ππ¬πΊπ»π
π=π
Il centro di massa di un sistema di particelle si muove come un punto materiale di massa M a cui Γ¨ stata applicata la risultante di tutte le forze esterne.
Centro di Massa di un Sistema di Particelle
Un sistema continuo si puΓ² considerare come un particolare sistema di particelle in cui Γ¨ molto elevato il numero di particelle e la distanza fra loro e piccolissima. Il corpo puΓ² essere trattato come una distribuzione continua di massa. Per calcolare il centro di massa suddividiamo il sistema di π masse elementari βππ, localizzate approssimativamente dai vettori posizione ππ. PiΓΉ piccole sono le masse elementari, minore Γ¨ lβerrore di localizzazione. Questo errore tenderΓ a zero quando il volume delle masse elementari tenderΓ a diventare infinitesimo e quindi il loro numero tenderΓ a diventare infinito:
π₯π’π¦πββ
βππ = π π β πΉοΏ½οΏ½β πͺπ΄ =ππ΄οΏ½ποΏ½β π ππ΄
=ππ΄οΏ½ποΏ½β π ππ΄
Conservazione della QuantitΓ di Moto di un Sistema di Particelle
Consideriamo un sistema di π particelle di massa ππ e massa totale π. Ogni particella ha una certa velocitΓ e quantitΓ di moto. Il sistema ha una quantitΓ di moto ποΏ½β che Γ¨ definita come somma delle quantitΓ di moto delle singole particelle.
πΈοΏ½οΏ½β π» = οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
= π΄ποΏ½οΏ½β πͺπ΄
La quantitΓ di moto di un sistema di particelle Γ¨ uguale al prodotto della massa totale del sistema M per la velocitΓ del centro di massa ποΏ½οΏ½β πͺπ΄.
Derivando questa equazione otteniamo:
π πΈοΏ½οΏ½βπ π
= π΄π ποΏ½οΏ½β πͺπ΄π π
= π΄ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ β οΏ½ποΏ½οΏ½β ππ¬πΊπ»π
π=π
=π πΈοΏ½οΏ½βπ π
Se nel sistema risulta β οΏ½βοΏ½ππΈππππ=1 = 0 il sistema si dirΓ isolato. Ma se un sistema Γ¨ isolato su di esso
non agisce alcuna forza esterna o la risultante delle forze esterne Γ¨ nulla e quindi il centro di massa si muove con velocitΓ costante.
οΏ½ποΏ½οΏ½β ππ¬πΊπ»π
π=π
= 0 β ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ = π β ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ = ππππ β π΄ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ = ππππ β πΈοΏ½οΏ½β π» = οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
= ππππ
ποΏ½οΏ½β ππ
ποΏ½οΏ½β ππ
ποΏ½οΏ½β π ποΏ½οΏ½β π
|
ποΏ½β π|
ποΏ½β π ποΏ½β πͺπ΄
πΆ
πͺπ΄
La quantitΓ di moto delle singole particelle puΓ² cambiare ma la loro somma vettoriale rimane costante.
Sistema di Riferimento del Centro di Massa
Consideriamo un sistema di π particelle di massa ππ e posizione ππ e consideriamo un sistema di riferimento π inerziale e un sistema π| solidale con il centro di massa.
ποΏ½β π = ποΏ½β π| + ποΏ½β πͺπ΄ β ποΏ½οΏ½β π = ποΏ½οΏ½β π
| + ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ Calcoliamo la quantitΓ di moto totale ποΏ½β π
| del sistema di particelle calcolato nel sistema di riferimento del centro di massa:
πΈοΏ½οΏ½β π»| = οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
|π
π=π
= οΏ½ππ(ποΏ½οΏ½β π β ποΏ½οΏ½β πͺπ΄)π
π=π
=
= οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
βοΏ½ππποΏ½οΏ½β πͺπ΄
π
π=π
= οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
β ποΏ½οΏ½β πͺπ΄οΏ½ππ
π
π=π
=
= οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
βπ΄ποΏ½οΏ½β πͺπ΄
Ricordando la definizione di velocitΓ del centro di massa:
π΄ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ = οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
β οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
βοΏ½ππποΏ½οΏ½β π
π
π=π
= π β πΈοΏ½οΏ½β π»| = π
La quantitΓ di moto totale πΈοΏ½οΏ½β π»| di un qualsiasi sistema di particelle nel sistema di
riferimento del suo centro di massa Γ¨ sempre nulla.
Energia Cinetica di un Sistema di Particelle (Teorema di Koenig)
Consideriamo un sistema di π particelle di massa ππ.
π² = οΏ½οΏ½ππππππποΏ½ =
π
π=π
πποΏ½οΏ½ππποΏ½οΏ½β πποΏ½ =π
π=π
πποΏ½οΏ½πποΏ½ποΏ½οΏ½β π
| + ποΏ½οΏ½β πͺπ΄οΏ½ποΏ½
π
π=π
=
=πποΏ½οΏ½ππποΏ½οΏ½β π
|ποΏ½ +π
π=π
πποΏ½οΏ½ππποΏ½οΏ½β πͺπ΄π οΏ½π
π=π
+ οΏ½οΏ½πποΏ½ποΏ½οΏ½β π| β ποΏ½οΏ½β πͺπ΄οΏ½οΏ½
π
π=π
=
= οΏ½οΏ½ππππποΏ½οΏ½β π
|ποΏ½ +ππποΏ½οΏ½β πͺπ΄π οΏ½[ππ]
π
π=π
π
π=π
+ ποΏ½οΏ½β πͺπ΄ βοΏ½ππποΏ½οΏ½β π|
π
π=π
= οΏ½οΏ½ππππποΏ½οΏ½β π
|ποΏ½ +πππ΄ποΏ½οΏ½β πͺπ΄π
π
π=π
= π²| +πππ΄ποΏ½οΏ½β πͺπ΄π
Lβenergia cinetica totale π² di un sistema di particelle Γ¨ uguale alla somma dellβenergia cinetica totale π²| (nel sistema del centro di massa) e dellβenergia cinetica di una ipotetica particella di massa π΄, che si muove con velocitΓ ποΏ½οΏ½β πͺπ΄
(energia cinetica del βcentro di massaβ).
MECCANICA DEI CORPI RIGIDI Cinematica del Corpo Rigido
Un corpo si dice rigido se la distanza fra due suoi punti qualsiasi resta costante nel tempo qualsiasi sia la sollecitazione a cui sia sottoposto. Un corpo si dice omogeneo se la sua massa Γ¨ distribuita uniformemente nello spazio ovvero se la sua massa volumica ππ£ = ππ ππβ Γ¨ costante nello spazio e nel tempo.
Consideriamo un corpo rigido in rotazione attorno ad un asse ποΏ½. La posizione del corpo Γ¨ determinata dalla definizione dellβasse di rotazione e dalla misura di un angolo. Essendo rigido, qualunque punto del corpo, durante un intervallo di tempo βπ‘ ruoterΓ dello stesso angolo βπ e per tutti i punti il rapporto βπ βπ‘β avrΓ lo stesso valore quindi ogni punto avrΓ la stessa π. Possiamo quindi definire la velocitΓ angolare di tutti punti del corpo ovvero la velocitΓ angolare del corpo rigido:
ποΏ½οΏ½οΏ½β =π π½π π
ποΏ½ = πποΏ½
Derivando la quale possiamo ottenere lβespressione dellβaccelerazione angolare del corpo rigido:
πΆοΏ½οΏ½β =π ποΏ½οΏ½οΏ½βπ π
=π (πποΏ½)π π
=π ππ π
ποΏ½ + ππ ποΏ½π π
Analizzando la quale possiamo distinguere fra 3 casi di moti rotatori accelerati:
- Nel caso in cui varia il modulo della velocitΓ angolare e non varia la direzione dellβasse si ha una rotazione intorno ad un asse fisso.
- Nel caso in cui non varia il moto delle velocitΓ angolare e varia la direzione dellβasse si ha un moto giroscopico.
- Nel caso in cui varia il modulo della velocitΓ angolare e varia la direzione dellβasse si ha un moto vario.
Le equazioni dei moti rotatori attorno ad un asse fisso possono essere ottenute sostituendo alla grandezze cinematiche lineari le analoghe grandezze rotazionali:
π = π0 β πΌ = πΌ0
π£ = π£0 + ππ‘ β π = π0 + πΌπ‘
π = π 0 + π£0π‘ +12ππ‘2 β π = π0 + π0π‘ +
12πΌπ‘2
π£2 = π£02 + 2π(π β π 0) β π2 = π02 + 2πΌ(π β π0)
GeneralitΓ sulla Dinamica Rotazionale
Quando una forza viene applicata ad un corpo libero di ruotare attorno ad un asse fisso, il punto di applicazione della forza Γ¨ importante. La grandezza che tiene conto del punto di applicazione Γ¨ chiamata momento della forza. Infatti anche se la risultante delle forze applicate Γ¨ uguale a zero (la velocitΓ del centro di massa Γ¨ costante), se applichiamo due forze di uguale modulo e direzione ma di verso opposto e applicate in punti differenti del corpo puΓ² sempre ruotare attorno al suo asse passante per il centro di massa. Inoltre sappiamo che lo sforzo richiesto per porre in rotazione un corpo dipende da come Γ¨ distribuita la sua massa. La grandezza che tiene conto della distribuzione della massa Γ¨ chiamata momento dβinerzia (o inerzia rotazionale) e non rappresenta una proprietΓ intrinseca del corpo ma dipende dalla scelta dellβasse attorno al quale ruota il corpo.
Energia Cinetica di Rotazionale
Consideriamo un sistema composto da un numero finito π di punti materiali o particelle di massa ππ. Lβenergia cinetica totale πΎ Γ¨ la somma delle energie cinetiche dei singoli punti.
π² = οΏ½οΏ½ππππππποΏ½
π
π=π
Se analizziamo il moto rotatorio di ogni singola particella, ognuna descrive un cerchio di raggio π con velocitΓ angolare π e velocitΓ tangenziale π£ = ππ. Se il moto Γ¨ di pura rotazione ogni particella ha quindi una velocitΓ οΏ½βοΏ½π differente.
ππ = ππππ = πππ
π²πΉπΆπ» =πποΏ½ππ(πππ)ππ
π=π
=πποΏ½οΏ½ππππππ
π=π
οΏ½ππ
La sommatoria fra parentesi quadre Γ¨ definita Momento dβInerzia del sistema di punti rispetto allβasse z:
π°π = οΏ½ππππππ
π=π
π°π = οΏ½πππ ππ΄
Il momento dβinerzia (o inerzia rotazionale) Γ¨ lβanalogo rotazionale della massa (o inerzia traslazionale). Per far ruotare una sbarretta attorno ad un asse passante per il suo centro e parallelo ad essa Γ¨ richiesto uno sforzo relativamente piccolo rispetto ad una rotazione rispetto ad un asse passante per il suo centro e perpendicolare ad essa. La massa non Γ¨ cambiata ma Γ¨ distribuita piΓΉ lontano rispetto allβasse di rotazione e questa massa contribuisce a πΌ in modo maggiore della massa concentrata vicino allβasse dunque lo sforzo richiesto Γ¨ maggiore.
π²πΉπΆπ» =πππ°ππ
π
π π|
π₯πΆπ
π¦πΆπ
π₯
π¦ π¦|
π₯|
π
πΆπ
π₯
π₯|
π¦| π¦ ππ
Teorema di Huygens-Steiner
Il momento di inerzia π°π di un corpo rigido rispetto ad un qualsiasi asse z Γ¨ uguale al momento dβinerzia π°π| rispetto ad un asse π|parallelo al primo e passante per il C.M. piΓΉ
il prodotto della massa del corpo per il quadrato della distanza (R) fra i due assi.
π°π = οΏ½πππ ππ΄
= οΏ½[ππ + ππ]π ππ΄
= οΏ½οΏ½οΏ½ππͺπ΄ + π|οΏ½π
+ οΏ½ππͺπ΄ + π|οΏ½ποΏ½ π π
π΄
=
= οΏ½οΏ½οΏ½ππͺπ΄π + ππͺπ΄π οΏ½ + οΏ½π|π + π|ποΏ½ + πππͺπ΄π| + πππͺπ΄π|οΏ½π ππ΄
=
= οΏ½οΏ½(πΉπ) + οΏ½π|ποΏ½ + πππͺπ΄π| + πππͺπ΄π|οΏ½π ππ΄
=
= οΏ½πΉππ ππ΄
+ οΏ½π|ππ ππ΄
+ πππͺπ΄ οΏ½π|π ππ΄
+ πππͺπ΄ οΏ½π|π ππ΄
=
Ricordando la definizione di centro di massa:
β©βͺβ¨
βͺβ§ππͺπ΄ =
ππ΄οΏ½ππ ππ΄
β ππͺπ΄| =
ππ΄οΏ½π|π ππ΄
β π΄ππͺπ΄| = οΏ½π|π π
π΄
ππͺπ΄ =ππ΄οΏ½ππ ππ΄
β ππͺπ΄| =
ππ΄οΏ½π|π ππ΄
β π΄ππͺπ΄| = οΏ½π|π π
π΄
οΏ½
Sostituendo si ha:
= πΉπ οΏ½π ππ΄
+ π°π| + πππͺπ΄οΏ½π΄ππͺπ΄| οΏ½ + πππͺπ΄οΏ½π΄ππͺπ΄
| οΏ½ =
= πΉππ΄ + π°π| + πππͺπ΄[π΄π] + πππͺπ΄[π΄π] =
π°π = π°π| + π΄πΉπ
Conservazione del Momento Angolare
Se il momento totale ποΏ½β π¬πΊπ» delle forze esterne agenti sul sistema Γ¨ nullo, allora il momento angolare totale οΏ½βοΏ½πͺπ΄π¬πΊπ» del sistema Γ¨ costante rispetto al tempo (si conserva).
ποΏ½β πͺπ΄π¬πΊπ» =π οΏ½βοΏ½π»πΆπ»πͺπ΄
π π
ποΏ½β π¬πΊπ» = οΏ½ποΏ½β ππ¬πΊπ»π
π=π
= π β π οΏ½βοΏ½π»πΆπ»π π
= π β οΏ½βοΏ½π»πΆπ» = ππππ
Momento Angolare di un Corpo Rigido Qualsiasi Attorno ad un Asse Fisso
Consideriamo un disco (cilindro omogeneo di raggio R e altezza trascurabile) che si muove attorno ad un asse coincidente con lβasse di simmetria e passante per il C.M. del disco stesso. Sia ππ una sua generica particella infinitesima: il momento angolare infinitesimo ππ½ della particella infinitesima ππ che si trova in un punto individuato dal vettore posizione π Γ¨:
π οΏ½βοΏ½ = ποΏ½β Γ (π π)ποΏ½οΏ½β
π οΏ½βοΏ½ = (π)(π ππ)ποΏ½ = (π)(π πππ)ποΏ½ = (πππ π)(πποΏ½) = (πππ π)ποΏ½οΏ½οΏ½β
Il momento totale del disco si ottiene βsommandoβ i momenti angolari di tutte le particelle ovvero integrando su tutta la massa M del disco:
οΏ½βοΏ½ = οΏ½π οΏ½βοΏ½π΄
= οΏ½(πππ π)ποΏ½οΏ½οΏ½βπ΄
= ποΏ½οΏ½οΏ½β οΏ½(πππ π)π΄
= π°ποΏ½οΏ½οΏ½β
Discorso che si puΓ² generalizzare per un corpo rigido qualsiasi ruotante attorno ad un asse fisso ottenendo lo stesso risultato.
οΏ½βοΏ½ = π°ποΏ½οΏ½οΏ½β
Notare lβanalogia con οΏ½βοΏ½ = ποΏ½βοΏ½.
Quindi lβequazione cardinale del moto assume una forma particolare per moti attorno ad un asse fisso:
ποΏ½β π¬πΊπ» =π οΏ½βοΏ½π»πΆπ»π π
β ποΏ½β π¬πΊπ» =π π π
(π°ποΏ½οΏ½οΏ½β ) = π°π ποΏ½οΏ½οΏ½βπ π
= π°πΆοΏ½οΏ½β
Notare lβanalogia con οΏ½βοΏ½ = ποΏ½βοΏ½.
Equazioni Cardinali di un Corpo in Rotazione Attorno ad un Asse Fisso
Le equazioni cardinali della dinamica dei sistemi sono:
β©βͺβ¨
βͺβ§ποΏ½οΏ½β π¬πΊπ» =
π πΈοΏ½οΏ½β π»πΆπ»π π
ποΏ½β π¬πΊπ» =π οΏ½βοΏ½π»πΆπ»π π
οΏ½
Per un sistema a massa costante, rigido e rotante attorno ad un asse fisso assumono la forma:
οΏ½ποΏ½οΏ½β π¬πΊπ» = πποΏ½οΏ½β πͺπ΄ποΏ½β πΆπ¬πΊπ» = π°πΆπΆοΏ½οΏ½β πΆ
οΏ½
Che valgono solo se come polo O si sceglie un punto fisso in un sistema inerziale o il centro di massa del sistema (qualunque sia il suo moto).
Equilibrio Meccanico di un Corpo Rigido
Lβenergia cinetica di un sistema di particelle si puΓ² scrivere come la somma dellβenergia cinetica di tutte le particelle rispetto al centro di massa piΓΉ lβenergia cinetica del centro di massa. Per un corpo rigido lβenergia cinetica relativa al C.M. si puΓ² esplicitare come energia cinetica di rotazione del corpo rigido attorno allβasse istantaneo di rotazione passante per il C.M.:
π² =πππ°πͺπ΄ππͺπ΄
π +πππ΄ππͺπ΄π
Un corpo rigido si dice in equilibrio meccanico quando la sua energia cinetica totale rimane costante nel tempo (equilibrio statico se lβenergia cinetica Γ¨ nulla e rimane costante nel tempo).
π² = ππππ β οΏ½ποΏ½οΏ½οΏ½β πͺπ΄ = ππππποΏ½οΏ½β πͺπ΄ = ππππ
β οΏ½πΆοΏ½οΏ½β πͺπ΄ = πποΏ½οΏ½β πͺπ΄ = π
οΏ½οΏ½
La condizione πΎ = 0 si traduce quindi nella seguente condizione di equilibrio:
π² = ππππ β
β©βͺβ¨
βͺβ§οΏ½ποΏ½β π πͺπ΄π¬πΊπ» = π
π
π=π
οΏ½ποΏ½οΏ½β ππ¬πΊπ» = ππ
π=π
οΏ½
con ππ πΆππΈππ momento totale di tutte le forze esterne agenti sul sistema calcolato rispetto al C.M.
C.M.
P
π οΏ½β
ππ
πππΆ
οΏ½βοΏ½π
Questo momento si puΓ² scrivere anche rispetto ad un punto qualsiasi P:
οΏ½ποΏ½β π πͺπ¬πΊπ»π
π=π
= οΏ½ποΏ½β ππͺπ
π=π
Γ ποΏ½οΏ½β ππ¬πΊπ» = οΏ½(πΉοΏ½οΏ½β + ποΏ½β π)π
π=π
Γ ποΏ½οΏ½β ππ¬πΊπ» = οΏ½πΉοΏ½οΏ½βπ
π=π
Γ ποΏ½οΏ½β ππ¬πΊπ» + οΏ½ποΏ½β π
π
π=π
Γ ποΏ½οΏ½β ππ¬πΊπ» =
= οΏ½πΉοΏ½οΏ½βπ
π=π
Γ ποΏ½οΏ½β ππ¬πΊπ» + οΏ½ποΏ½β ππ¬πΊπ»π
π=π
MOTI OSCILLATORI Moti Periodici e Moti Oscillatori
Si definisce periodico un fenomeno che si ripete a intervalli regolari rispetto ad una variabile indipendente (tempo, spazio o combinazione di entrambi).
Si definisce oscillatorio un fenomeno periodico rispetto al tempo.
Il piΓΉ semplice moto oscillatorio Γ¨ il moto armonico semplice. Esiste un importante teorema utile allβanalisi di tutti i moti periodici chiamato Teorema di Fourier:
Ogni moto periodico finito puΓ² essere rappresentato come sovrapposizione di un certo numero di moti armonici semplici opportunamente scelti.
Moti Armonico Semplice
Consideriamo una particella di massa π la cui posizione dipenda dal tempo con la legge:
π = π(π) = π¨ππ¨π¬(ππ + πΉ)
Dove π΄ rappresenta lβampiezza (o elongazione massima, ovvero lββaltezzaβ della curva), π la pulsazione (o frequenza angolare, ovvero il βperiodoβ) e (ππ‘ + πΏ) la fase del moto (πΏ fase inziale). La legge Γ¨ sempre di tipo sinusoidale ma al variare del valore di πΏ cambierΓ la rappresentazione grafica e in particolare la curva traslerΓ verso destra per πΏ < 0 o verso sinistra per πΏ > 0.
Il periodo π del moto Γ¨ lβintervallo di tempo in cui avviene una oscillazione completa, lβampiezza π΄ Γ¨ la distanza tra il punto O ed uno dei punti di inversione (B o C). La periodicitΓ della funzione π₯(π‘) si esprime come:
π(π + π») = π(π)
e affinchΓ© la funzione sia periodico di periodo π occorre che tra π e π sussista la relazione:
π =ππ π»
= ππ π
Che si dimostra in breve come segue:
π(π + π») = π¨ππ¨π¬[π(π + π») + πΉ] = π¨ππ¨π¬[ππ + ππ» + πΉ] = π¨ππ¨π¬ οΏ½ππ + ποΏ½ππ ποΏ½ + πΉοΏ½ =
= π¨ππ¨π¬[ππ + ππ + πΉ] = π¨ππ¨π¬[(ππ + πΉ) + ππ ] = π¨ππ¨π¬[ππ + πΉ] = π(π)
π π΅ πΆ
+π΄ βπ΄ π π₯
Inoltre quando la particella si trova in π₯0 allβistante iniziale π‘ = 0 si verifica facilmente che la fase iniziale Γ¨:
πΉ = ππ¨π¬βπ οΏ½πππ¨οΏ½
Derivando rispetto al tempo lβequazione della posizione e successivamente quella della velocitΓ si ottiene:
π = π(π) = βππ¨π¬π’π§(ππ + πΉ)
π = π(π) = βπππ¨ ππ¨π¬(ππ + πΉ)
Osservando in particolare lβespressione dellβaccelerazione e confrontandola con quella della posizione ci si accorge che essa puΓ² essere scritta come:
π = βπππ ποΏ½οΏ½β = βππποΏ½οΏ½β
Questa caratteristica Γ¨ di fondamentale importanza per lβindividuazione di un moto oscillatorio:
Lβaccelerazione Γ¨ (istante per istante) proporzionale allβopposto della posizione.
Indipendentemente dalla direzione dello spostamento, la forza agisce sempre in una direzione tale da riportare il sistema nella sua posizione di equilibrio (forza di richiamo).
Lβequazione del moto puΓ² anche essere espressa in funzione delle condizioni iniziali π₯0 e π£0 e della pulsazione π o eventualmente del periodo o della frequenza:
π = π(π) = ππ πππππ + οΏ½ππποΏ½πππππ
Oscillatore Armonico Semplice
Un oscillatore armonico semplice Γ¨ un sistema costituito da una massa π accoppiata ad una molla ideale di costante elastica π, di massa trascurabile e su cui non agiscono altre forze. Tale sistema Γ¨ realizzabile tramite una massa appoggiata ad un piano orizzontale senza attrito e vincolata ad una molla di costante elastica π. Lβequazione del moto Γ¨:
ποΏ½οΏ½β + π·οΏ½οΏ½β + π΅οΏ½οΏ½β = πποΏ½οΏ½β
ποΏ½οΏ½β = πποΏ½οΏ½β β βπποΏ½οΏ½β = πποΏ½οΏ½β β ποΏ½οΏ½β = βππποΏ½οΏ½β β οΏ½
ππ
= πποΏ½ ποΏ½οΏ½β = βππποΏ½οΏ½β
Essendo lβaccelerazione proporzionale allo spostamento, il moto di una massa accoppiata ad una molla Γ¨ un moto armonico semplice di pulsazione e periodo rispettivamente:
π = οΏ½ππ
π» = ππ οΏ½ππ
Ricordando la definizione di energia potenziale e lβequazione della posizione si puΓ² scrivere lβenergia potenziale elastica del sistema massa-molla:
πΌ =πππππ =
πππ[π¨ππ¨π¬(ππ + πΉ)]π =
ππππ¨π ππ¨π¬π(ππ + πΉ)
una funzione non negativa del tempo e di periodo π 2β .
Ricordando la definizione della velocitΓ e della pulsazione si puΓ² scrivere lβenergia cinetica del sistema massa-molla:
π² =πππππ =
πππ[βππ¨π¬π’π§(ππ + πΉ)]π =
ππππππ¨π π¬π’π§π(ππ + πΉ) =
ππππ¨π π¬π’π§π(ππ + πΉ)
Lβenergia meccanica πΈ vale:
π¬ = π² + πΌ =ππππ¨π ππ¨π¬π(ππ + πΉ) +
ππππ¨π π¬π’π§π(ππ + πΉ) =
ππππ¨π
che Γ¨ ovviamente costante in quanto tutte le forze agenti sono conservative.
Analizzando questβultima espressione possiamo ricavare altri risultati quali lβampiezza e la velocitΓ massima del moto:
π = π¨πππ (ππ + πΉ) β π = βππ¨πππ (ππ + πΉ) β
π = ππππ πππ (ππ + πΉ) π = βππππ πππ (ππ + πΉ)
π¬ ==ππππ¨π β π¨ = οΏ½ππ¬
π β ππ¨ = ποΏ½
ππ¬π
= οΏ½ππ¬ππ
π= οΏ½
ππ¬πππ
= οΏ½ππ¬π
ππππ = οΏ½ππ¬π
ππππ = οΏ½ππ¬π
Pendolo Semplice
Un pendolo semplice Γ¨ un sistema composto da un punto materiale vincolato ad un estremo da un filo di massa trascurabile e inestensibile. Lβaltro estremo del filo Γ¨ vincolato ad un punto O fisso in un sistema di riferimento inerziale e la massa π Γ¨ soggetta alla forza peso. Supponendo che il moto avvenga nel piano del disegno si puΓ² applicare lβequazione del moto per i moti rotatori attorno ad un asse fisso.
οΏ½ποΏ½β ππ¬πΊπ»π
π=π
= π°πΆοΏ½οΏ½β β
β©βͺβ¨
βͺβ§οΏ½ποΏ½β ππ¬πΊπ»
π
π=π
= π Γ π»οΏ½οΏ½β + π Γ π·οΏ½οΏ½β = π + ππ· π¬π’π§ π½ (βποΏ½) = βππππ¬π’π§π½ (βποΏ½)
π = π¦π₯π
πΆοΏ½οΏ½β = πΆποΏ½ =π ππ½π ππ
ποΏ½
οΏ½
β β(ππππ¬π’π§π½)ποΏ½ = (πππ)οΏ½π ππ½π ππ
οΏ½ ποΏ½ β π ππ½π ππ
= βππππππ½ β
ππ
= ππ β
π ππ½π ππ
= βππππππ½ β βπππ½
Approfondendo lβanalisi si ricava che il moto del pendolo semplice Γ¨ un moto armonico semplice per piccole oscillazioni ossia per π β 14Β° ed avrΓ pulsazione e periodo rispettivamente:
π = οΏ½ππ
π» =ππ π
= ππ οΏ½ππ
Pendolo Fisico
Un pendolo fisico Γ¨ un sistema costituito da un corpo rigido di forma qualsiasi vincolato ad un asse orizzontale fisso in un sistema di riferimento inerziale e soggetto alla forza peso. Ripercorrendo lβanalisi fatta per il pendolo semplice otteniamo i seguenti risultati:
οΏ½ποΏ½β ππ¬πΊπ»π
π=π
= π°πΆοΏ½οΏ½β β
β©βͺβ¨
βͺβ§οΏ½ποΏ½β ππ¬πΊπ»
π
π=π
= ποΏ½β π½ Γ π½οΏ½οΏ½β + πΉοΏ½οΏ½β Γ π·οΏ½οΏ½β = π + πΉπ·π¬π’π§π½ (βποΏ½) = βπΉπππ¬π’π§π½ (βποΏ½)
πΆοΏ½οΏ½β = πΆποΏ½ =π ππ½π ππ
ποΏ½
οΏ½
β(πΉπππ¬π’π§π½)ποΏ½ = π° οΏ½π ππ½π ππ
οΏ½ ποΏ½ β π°π ππ½π ππ
= βπΉπππ¬π’π§π½ β π ππ½π ππ
= βπΉπππ°
π¬π’π§π½
Che per piccoli angoli si riduce a:
π ππ½π ππ
= βπΉπππ°
π½ π = οΏ½πΉπππ°
π» =ππ π
= ππ οΏ½π°
πΉππ
Teorema di Fourier
Ogni funzione π(π), definita e periodica in intervalli [π, π + π»] ed avente al piΓΉ un numero finito di discontinuitΓ in ognuno di questi intervalli, puΓ² essere rappresentata per mezzo
di una serie infinita di funzioni trigonometriche.
π(π) = ππ + οΏ½[ππ ππ¨π¬(πππ) + ππ π¬π’π§(πππ)]β
π=π
Serie di Fourier:
Combinando (sommando) onde sinusoidali semplici si ottengono forme dβonda periodiche complesse.
ππ + οΏ½[ππ ππ¨π¬(πππ) + ππ π¬π’π§(πππ)]β
π=π
β π(π)
Analisi di Fourier:
Si analizza una forma dβonda complessa scomponendola nelle sue componenti di Fourier.
π(π) β ππ + οΏ½[ππ ππ¨π¬(πππ) + ππ π¬π’π§(πππ)]β
π=π
Si nota che lβapprossimazione di una funzione periodica ottenuta con la serie di Fourier troncata oscilla attorno alla funzione considerata e che le oscillazioni diventano sempre piΓΉ piccole allβaumentare dei termini considerati.
Oscillatore Armonico Smorzato
Data la forza di smorzamento:
ποΏ½οΏ½β π = βπΈποΏ½οΏ½β
Lβequazione del moto diventa:
ποΏ½οΏ½β π + ποΏ½οΏ½β π = πποΏ½οΏ½β β βπποΏ½οΏ½β + πΈποΏ½οΏ½β = πποΏ½οΏ½β β ποΏ½οΏ½β +πΈπποΏ½οΏ½β +
ππποΏ½οΏ½β = π
πΈπ
= π ππ
= ππ΅π β
π πππ ππ
+ ππ ππ π
+ ππ΅ππ = π
Equazione differenziale che ha tre tipi di soluzione a seconda che ππ sia maggiore, minore o
uguale di 1 2οΏ½ π.
- Oscillazione sottosmorzata:
ππ΅ >πππ
π = π¨πβπππ β π¬π’π§(πππ + π)
- Smorzamento critico:
ππ΅ =πππ
π = πβπππ β (π©π + πͺ)
- Oscillazione sovrasmorzata:
ππ΅ <πππ
π = πβπππ β (π«πππππ + π¬πβππππ)
Oscillatore Armonico Forzato
Un oscillatore armonico forzato Γ¨ un oscillatore cui Γ¨ stata applicata una forza periodica esterna. Tale sistema Γ¨ realizzabile tramite una massa appoggiata ad un piano orizzontale senza attrito, vincolata ad una molla da un lato e dallβaltro a un smorzatore idraulico a cui Γ¨ applicata una forza periodica esterna οΏ½βοΏ½πΈ che impedisce il decadimento delle oscillazioni o ne aumenta lβampiezza.
ποΏ½οΏ½β π + ποΏ½οΏ½β π + ποΏ½οΏ½β π¬ + π·οΏ½οΏ½β + π΅οΏ½οΏ½β = πποΏ½οΏ½β β βπποΏ½οΏ½β + πΈποΏ½οΏ½β + ποΏ½οΏ½β ππππ(πππ) = πποΏ½οΏ½β β
ποΏ½οΏ½β +πΈπποΏ½οΏ½β +
ππποΏ½οΏ½β =
ποΏ½οΏ½β πππππ(πππ)
πΈπ
= π ππ
= ππ΅π πππ
= ππ β π πππ ππ
+ ππ ππ π
+ ππ΅ππ = πππππ(πππ)
- Oscillazione sottosmorzata Le soluzioni dellβequazione solo del tipo:
π = π¨πΊπβπππ β π¬π’π§(πππ + π) + π¨π β π¬π’π§(πππ + ππ)
Dove la prima parte rappresenta lβoscillazione smorzata transitoria mentre la seconda quella forzata stazionaria.