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1 Aprile 2012 Aprile ’12 Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Alba Alzando lo sguardo: il cammino di Pasqua ALTAVILLA 26.02.2012 Anche per te, anche con te 1, 2, 3… chiesa libera tutti! Periodico a cura della Presidenza dell’Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Alba: Via Mandelli, 9 - Tel. 0173/290243 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L 353/2003 (conv. In L 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 2, DCB/CN AUT. 615 /D.C./D.C.I./CN DELL’11/10/00 nr. 2 / anno XLI - Periodico religioso Dir. Resp. Piero Reggio - Aut. Trib. Alba n. 423 del 29.12.84

Aprile ’12

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1Aprile 2012

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Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Alba

Alzando lo sguardo:il cammino di Pasqua

ALTAVILLA 26.02.2012Anche per te, anche con te

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2 Ricerca & Dialogo 3Aprile 2012

Lucevita associativaUna luce accecante nel buio che spegne 3Anche per te, anche con te 4Grazie, grazie a tutti voi che c’eravate 6Quando un incontro fa nascere una speranza 8

parliamoneOpinioni in libertà 10Fratel Luigi Bordino uno di noi 11Alzando lo sguardo 12Che mondo sarebbe senza MSAC? 14Libertà e progetto 16Oltre la tecnica c’è di più 18La castagnata per le famiglie per crescere insieme 19Chi è di scena? 20

concilio1, 2, 3 chiesa libera tutti! 22C’era una volta il concilio 24

tempo liberoIn libreria 26Puoi chiamarmi fratello 27

lo sportelloCampi scuola diocesani 28Modulo d’iscrizione 29Calendario 31

C’è la notte con le sue ombre gigantesche che, nelle svolte imprevedibili delle nostre ore, viene ad assopire la speranza. C’è l’oscurità densa e tenace che, senza avverti-re, viene come un velo a rannuvolare il cuore. C’è il crepuscolo di Dio che, come spa-da tagliente, si abbatte su una fede già ansimante, impegnata a inerpicarsi sui suoi

piccoli Golgota. E noi siamo qui, affaticati, feriti, soli, isolati, in questi deserti notturni dove le nostre mani tendono verso un’alba che tarda a venire. Ma qualcosa, anzi Qualcuno ci dice di affidare la vita all’istante in cui la speranza viene a rotolare via la pietra dalle tombe delle nostre esistenze. C’è l’amore che cerca d’amare e che ricade nei vecchi solchi che non portano da nessuna parte; c’è la parola che cerca di dire e che si ritrova chiusa nei suoi mutismi; ci sono i gesti teneri e fraterni che vorrebbero aprire il cuore all’altro, a chi passa e ripassa accanto a noi, e che svaniscono, invece, in uno sguardo distante; ci sono i sogni, i progetti, le belle utopie, le infinite chiamate dello Spirito che, per un attimo gonfiano le vele e poi affondano sotto il peso delle abitudini, o restano imbrigliati dalle consuetudini…Pasqua, tempo felice in cui ci è dato di credere che tutto è ancora possibile. Pasqua, tempo felice dove la notte cede il passo alle prime luci. Pasqua, tempo benedetto dove possiamo rischiare di diventare ciò che siamo: laici, testimoni, pellegrini con lo sguardo fisso verso la terra promessa della nostra risurrezione. Nella notte di Pasqua il soffio potente dello Spirito che ricrea ogni cosa, spazza via le ceneri della nostra vita e riattizza la brace della nostra speranza, la Parola torna a dire, la Luce a sfolgorare, l’Amore a guarire. E Lui, il Signore, è là, vivo.

Grazie, grazie a tutti voi che c’eravate… alla festa annuale dell’AC diocesana. È bello incontrarsi, è bello riconoscersi, è bello salutarsi, è bello pregare, è bello far festa insieme. Era la prima

domenica di Quaresima e questo nostro incontro ci ricorda che, al di là di tutte le nostre preoccupazioni di ogni giorno, si può stare nella gioia e nella serenità condividendo un po’ del nostro tempo con gli altri, mettendoci a disposizione senza troppe sovrastrutture, ma con la

sobrietà che ci è propria da sempre e con la speranza che ci viene dalla fede nel Signore risorto.

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ognigiorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei

vestiti, chi non parla a chi non conosce.Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco

e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore

avanti all’errore e ai sentimenti.Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lasciaaiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.Martha Madeiros

In copertina e in questa pagina: Lucia Pisoni, 2 anni, “andata e ritorno” durante la festa diocesana. In cammino verso il futuro, con la fiducia e la speranza di un cuore bambino… e con la certezza di un posto sicuro dove potersi rifugiare in ogni momento.

Presidente Diocesano: Wilma Berbotto 347 8732237 - [email protected]: Anna Maria Bellis 333 3737712 - [email protected]: Sandra Tortore 339 5911323 - [email protected]. promozione associativa dioc.: Daniele Promio 340 2384245 - [email protected] Adulti: Patrizia Ferrero 335 6226641 - [email protected] Adulti: Massimo Rossi 339 6622113 - [email protected] Giovani: Michael Isnardi 339 2248882 - [email protected] Giovani: Monica Fontana 349 0682443 - [email protected] ACR: Massimiliano Costa 389 8151424 - [email protected] ACR: Maurizio Tibaldi 338 2026946 - [email protected]

Centro DiocesanoVia Mandelli, 9 - 12051 ALBA CNaperto il sabato dalle 11 alle [email protected] - www.acalba.it

Tel: 0173-290243

Sacerdoti assistentiUnitario e Adulti: don Gianpietro Ravagnolo

Giovani: don Emiliano RabellinoAcr: don Stefano Valfrè e Andrea Chiesa

Azione Cattolica Italiana - Presidenza Diocesana di Alba

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Wilma Berbotto,Presidente Diocesano

Una LUCE ACCECANTE

nel BUIO che spegne

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visto alternarsi canti, balli, barzellette e “balletti classici”. Momenti di festa che sicuramente ri-marranno impressi nelle nostre menti per un lungo periodo!

L’allegria contagiosa della giornata, il rinno-vato spirito di adesione e gli spunti di riflessione che ci sono stati lasciati, ci spingono ad andare avanti per creare un’associazione ancora più bella e che possa servire la nostra Chiesa con la quale camminiamo e le nostre comunità e come ci ha detto il presidente prima di ripartire per Roma dobbiamo essere contenti di far parte di quest’associazione albese.

Domenica 26 Febbraio ad Altavilla si è svolta la festa diocesana dell’Azione Cattolica, che come ogni anno si ritrova insieme per riflettere sul significato di essere associa-zione, per rinnovare la gioia dello stare insieme, come in una grande famiglia che si vuole bene.

È stato bello vedere, come ogni anno, persone di diverse generazioni, provenienti dalle parroc-chie della nostra diocesi, che s’incontrano in un clima di festa.

Insieme abbiamo avuto modo di fermarci e di riflettere sulle parole che il presidente nazionale dell’Azione Cattolica Franco Miano, arrivato da Roma, ci ha dato come spunto.

Ci ha ricordato come dobbiamo ringraziare di aver incontrato l’AC sulla nostra strada, che ci aiuta ogni giorno a scoprire la nostra vocazione di laici impegnati, ma anche come essa, che affonda le radici nelle nostre parroc-chie e nelle nostre realtà quotidiane, non sia per se stessa ma per la Chiesa e per l’annuncio del Vangelo. Una grande responsabilità che coinvolge tutti noi a rendere una testimonianza vera e credibile che ci permetta di trasmet-tere la gioia di vivere che viene dal Vangelo.

Ha definito l’AC una bella esperienza, di cui ringraziare il Signore, un’associazione in cui s’incontrano tutte le generazioni e che è in grado di fare scuola di comunione oltre che scuola vissuta di formazione cristiana.

Ha, inoltre, affermato che un socio di AC non può non essere anche un buon cittadino, che s’interessa dalla sua città, del suo paese e che è inse-

rito nella realtà sociale e politica che lo circon-da, ribadendo la fondamentale importanza di una proposta di cammini formativi socio politi-ci inseriti in quelli ordinari. Tutto questo nasce dalla nostra fede, da una vita spirituale viva e vissuta quotidianamente nelle nostre realtà.

Accanto al momento formativo si è poi sca-tenata la festa in una sfida tra settori che ha

Anche PeR TeAnche con Te

UNA FESTA di FAMIGLIA

Altavilla, 26.02.12

Max Costa,Responsabile ACR

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In queste pagine, da sinistra, don Andrea Chiesa, assistente ACR, l’ACR band, mons. Giacomo Lanzetti, Vescovo di Alba, Wilma Berbotto, presidente diocesano, don Stefano Valfrè, assistente ACR, Patrizia Ferrero, vicepresi-dente adulti e il pubblico attento durante l’intervento del Vescovo.

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IN UNA GRANDE ASSOCIAZIONE Peralcunidinoi, l’ACèstataedèl’esperienzadituttaunavita,unmodofondamentalediessereChiesa,dimettersialserviziodeglialtri,diessereaiutatiacrescerenella fede.Labellezzadell’ACèdiessere,nellavitadiunacomunità,unapiccolafamigliacheciinsegnaadamarela grande famiglia della Chiesa essendo rappresentativa di tutte lecomponenti della comunità cristiana: ci sono i bambini, i giovani, lefamiglie,maanchelepersonenonsposate…cisonotutti!Questoperchél’ACvuoleessere,nelpiccolo,lascuolavissutadiformazionecristianaincuiioimparoamettermialservizioecresconellafede.Èun’ideamoltosemplicechetraduceiduegrandiamoridell’AC:lapropriaChiesalocaleelapropriaterra.DovesirespiraariadiAC,ildialogotragenerazioninonèartificioso,maèvissutonellaconcretezza.Questoèungrandevaloreperchésignificache l’AzioneCattolicaèesperienzaescuoladicomunione:metteinsieme.Èunluogosempliceepiccolocheciaiutaacrescerenellacapacitàdiaccogliere il grandedonodellacomunione,chediventavitavissuta, incontroecapacitàdi camminarecon tutti.L’ACnonèpersestessa,èperlaChiesaeperl’annunciodelVangeloa tutti. Dunque noi siamo sì aiutati nella nostra crescita, ma siamoanchespintiversounatestimonianzavivaeveradellanostrafedeneglispazidellanostravitaquotidiana.L’ACalloradovrebbecompierequelcamminosignificativochetiaiutasempreaviverelafedeeadamarelavitapienamente…questoèloscopodell’associazione!Sitratta,primaditutto,diesserepersoneingradoditestimoniarelagioiadiviverechevienedalVangelointuttigliambientichefrequentiamo.

F. MianoPresidenteNazionale

Quello che avete appena letto è solo un breve stralcio della

relazione del nostro Presidente Nazionale in occasione della Festa Diocesana. I video con

tutti gli altri interventi di Franco Miano dello scorso

26 febbraio, sono visibili sul nostro sito

www.acalba.it.

8 Ricerca & Dialogo 9Aprile 2012

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Roberto Sarotto,Sindaco di Neviglie

12 novembre 2011, ricordo benissimo quel giorno per almeno due ragioni che hanno creato in me due forti

emozioni, diametralmente opposte. La prima, di profonda delusione, poiché in

quello stesso giorno a Roma si stava votando l’ultima Finanziaria del governo Berlusconi atta a decapitare i piccoli comuni, come Neviglie di cui io sono Sindaco da sette anni. I piccoli comu-ni sono stati presi come “capro espiatorio”, pen-sando e sancendo che gli sprechi sono preroga-tiva delle piccole Amministrazioni. Quest’azione ha annichilito tutte le piccole Amministrazioni come la nostra, mortificando ogni nostra azione

politica, già tutta imperniata di gratuità e di passione e rinunciataria degli emolumenti dovuti e ha creato in noi un forte senso di impotenza, di delusione e rammarico per la vanificazione di tanti sforzi fatti negli anni a servizio della cittadinanza.

La seconda emozione che ho pro-vato è stata, invece, buona, posi-tiva, poiché ho riconosciuto nelle parole degli intervenuti al Conve-gno Amministratori, ma soprattut-to in quelle dei giovani dell’AC, ar-gomentazioni di speranza per una

rinascita della vera politica. Non fatta di audience, di statistiche, o di effetti specia-

li, spesso volte solo ad interessi personali o a quelli degli amici. Ho osservato questi giovani andare verso la riscoperta del senso di unione, di stima e impegno reciproco, per lavorare insie-me al bene della “cosa pubblica” e delle perso-ne. Era tempo che non trovavo persone motiva-te a ripartire, parlando di vera politica. In questi anni mi sono trovato spesso solo e non in linea con la politica attuale. Ascoltavo i politici che proponevano strategie, piani o iniziative a livel-lo nazionale e/o locale, ma puntualmente pro-messe disattese, lasciandoci soli, in trincea, ad affrontare problemi sempre più crescenti, con risorse che si assottigliano sempre di più. A mio parere la politica e a maggior ragione l’azione amministrativa locale non deve essere imposta dall’alto, da sistemi organizzativi preconfeziona-ti che creano solo confusione e inefficienza, ma deve nascere dal basso, dalla gente. La gente deve avere la possibilità di scegliere i propri politici o amministratori perché li rappresen-tino e li tutelino. I nuovi politici devono essere uomini e donne che si riconoscono in uno stile di autentico servizio e nei valori essenziali quali la dignità della persona, della vita, della fami-glia, del lavoro, della legalità e soprattutto del-la moralità nella vita pubblica. Per fare questo bisogna superare non pochi ostacoli, primo fra tutti che i candidati che concorrono a ruoli poli-tici non siano spinti da motivazioni egoistiche: l’attività politica diventi per loro una missione! Essi devono mettere a disposizione della comu-nità le proprie capacità, la passione e il tempo,

non per sempre, ma solo per un periodo delle propria vita. Non dobbiamo pensare di restare “in sella” della politica per tut-

ta la vita, bisogna investire, far crescere e creare il giusto ricambio. Essere guida ed esempio per una nuova generazione di gio-vani affinchè vadano nella giusta direzione.

Sono consapevole che questo mio pensiero può essere in parte utopistico, ma è quello che mi ha guidato in tutti i dodici anni di amministra-tore del mio Comune (cinque anni all’opposi-zione e sette da Sindaco). Molto importanti per la mia formazione politica sono i cinque anni all’opposizione dove ho potuto valutare dall’in-terno ciò che era positivo e ciò che era negativo della gestione amministrativa. Ricordo le umi-liazioni subite, le mie richieste non ascoltate; lo sconforto successivo alle battaglie perse, quando non riuscivo a capire le ragioni di certe scelte, che per me erano sbagliate e sulle qua-li il tempo mi ha dato ragione. Ho fatto tesoro di quest’esperienza per evitare gli stessi errori, quando ho assunto il ruolo di primo cittadino con un concetto di politica teso a

superare le barriere delle appartenenze, scegliendo

uomini e donne c h e s i

riconoscono in uno stile di au-tentico servizio, che dedicano il loro tempo per il bene della comunità con spirito volonta-rio spesso sottraendo tempo ed energie alla propria fami- g l i a , ma con la consapevolezza che così fa-cendo il nostro paese diventa migliore!

I NUMERI DEL CONVEGNO:

1 vescovo in ascolto2 consiglieri regionali presenti3 video contributi proposti 6 ospiti intervenuti30 sindaci in sala150 amministratori e i cittadini da tutta la diocesi450 salatini del rinfresco9.000 secondi la durata del convegno

Convegno Amministratori 2011: le emozioni di un Sindaco

fa nascere unaQuando unincontro speranza

A sinistra “Il tavolo dei relatori” del con-vegno: da destra Alberto Val-maggia, sindaco di Cuneo, Marco Perosino, sindaco di Priocca; Luciano Marengo,

sindaco di Montelupo d’Alba; prof. Silvio Crudo, sociologo e Michael Isnar-di, vicepresidente giovani.

10 Ricerca & Dialogo 11Aprile 2012

(costo 15-20 miliardi, pari a metà della mano-vra), il Terzo valico tra Genova e Tortona (co-sto 6 miliardi), il ponte sullo stretto di Messina (costo indefinibile, tanto è stratosferico)? è equo trattare allo stesso modo pensioni da mille e da trentamila euro al mese? Che speranze di ripre-sa ci sono per un Paese che trattiene al lavoro gli ultrasessantenni e dà l’indennità di disoccu-pazione al 30% dei venticinque-trentenni? Che

speranze di ripresa ha un Paese che destina alla Difesa fondi pari a quat-tro volte quelli destinati all’università e alla ricerca (27 miliardi contro 6)?

Sul piano ecclesiale, è urgente come cattolici tornare a essere forza critica nei confronti di chiunque governi, sforzandoci di essere profeti nel senso biblico del termine, uomini che non prevedono il futuro, ma sanno leggere il presente con gli occhi di Dio.

Battista Galvagno,Socio Ac - Monteu Roero

Stavamo andando a fondo e Monti ci ha lanciato un salvagente. Sia-mo a galla e non è poco, al punto in cui eravamo giunti. Galleggiare

è sopravvivere. Poi però bisognerà nuotare, remare, decidere dove andare, quale società costruire.

Abbiamo alle spalle quindici anni di berlu-sconismo, ossia l’illusione di vivere in un paese

dei balocchi, con tanti diritti e pochi doveri, con due simboli: il supermercato e la televisione.

Dobbiamo voltare pagina e provare a co-struire qualcosa di diverso. Proporrei tre sim-boli, forse l’eredità più preziosa di Scalfaro: la Bibbia e la Costituzione, legate dalla coro-na del rosario, due fari per illuminare la strada e l’esercizio costante di alcune pratiche “virtuo-se”. Un nuovo stile di vita non s’improvvisa ma richiede un lavoro continuato nel tempo.

Sul piano individuale non è immaginabile un futuro senza sobrietà, senza la rinuncia a un po’ di superfluo. Crescere non può diventare il primo comandamento, non fosse altro perché le leggi del capitalismo, nato poco più di due se-coli fa non possono modificare o sospendere le leggi della fisica, nata, come la terra, miliardi di anni fa!

Sul piano politico, s’imporranno alcune scel-te dolorose: lotta all’evasione fiscale e alla cor-ruzione e scelte di percorso. Alcune domande: se davvero siamo sull’orlo del baratro, possia-mo permetterci il lusso di opere come la TAV

Sul piano individuale non è immagi-nabile un futuro senza sobrietà, senza la rinuncia a un po’ di superfluo

Stavamo andando a fondo e Monti ci ha lanciato un salvagente

Con profonda commozione la Presidenza nazionale e l’Azione cattolica italiana tutta rendono omaggio alla figu-ra di Oscar Luigi Scalfaro, indimenticato Presidente della Repubblica italiana e da sempre socio dell’associazione, di cui fieramente portava il distintivo.È stato un grande protagonista della vita politica demo-cratica della nazione italiana, vogliamo ricordarlo soprat-

tutto come cristiano, uomo dalla fede limpida e dalla testimonianza coerente e rigorosa. Nella sua lunga vita ha avuto due riferimenti costanti: il Vangelo e la Costituzione. Proprio alla luce di questi punti fermi del suo cammino di credente e di politico, ha vissuto la sua esperienza di uomo delle istituzioni fronteggiando con fermezza coerente e lineare momenti tra i più difficili della storia italiana.L’Azione cattolica italiana ricorda la sua vicinanza alla vita dell’associazione, che si è manifestata più volte in incontri al Quirinale e nella partecipazione ad alcuni appuntamenti nazionali e locali dell’associazione. E ricorda, ancora, la sua grande umanità, il suo rispetto per l’altro, il suo amore per gli ultimi.Alla figlia Marianna l’amicizia e la vicinanza, nella preghiera, di un’associa-zione che non dimenticherà mai il suo illustre socio

L’esperienza di questo governo tec-nico guidato da Mario Monti inse-gna due cose importanti: da un lato restituisce in tutta la sua gravità lo

straordinario grado di complessità del governo di un paese (Beppe Grillo, dato al 6% in even-tuali prossime elezioni politiche, ripete in ogni suo comizio che “La politica è una cosa sempli-ce!”), dall’altro mostra i limiti insormontabili che un approccio puramente tecnico – o che quan-to meno aspiri ad esserlo - all’amministrazione della cosa pubblica porta con sé.

Nel suo ultimo saggio intitolato “Gramsci, Manzoni e mia suocera” (Il Mulino, 10€) il sociologo e politologo Ilvo Diamanti -in foto - offre una chiave interpretativa interessante per compren-dere questo momento, partendo da una constatazione molto semplice eppure spesso trascurata: le scelte delle per-sone in fatto di politica (dalla semplice opinione sull’attualità al voto elettorale), e dunque il governo stesso di un paese, non possono essere capite riferendosi soltanto a criteri economici ed utilitari-stici.

Questo perché nessuno di noi ha

tutti gli strumenti necessari per prendere deci-sioni completamente razionali e orientate alla migliore soluzione possibile su qualsiasi proble-matica, e in secondo luogo perché molte delle questioni che attengono alla vita e al benessere delle persone semplicemente non sono quantifi-cabili o giudicabili in termini strettamente econo-mici (pensate per esempio a tutto ció che con-cerne la cultura, la sanità, la cura delle persone o l’attenzione alle fragilità).

D’altra parte “non è che le scelte politiche ed elettorali abitino il regno dell’irrazionalità – scrive Diamanti - L’azione può, invece, essere razionale rispetto al valore e ai valori delle per-sone e della società”.

Le sfide che il nostro paese dovrà affrontare nei prossimi mesi, e i sacrifici che saranno ne-cessari per fronteggiarle, avranno senso se “fil-trate” e comprese alla luce dei valori che condi-vidiamo (e non semplicemente respinti o rifiutati in nome della miope rivendicazione di presunti interessi locali) indipendentemente dalle scelte elettorali personali. Di questo patrimonio comu-ne la politica dovrà tornare a farsi interprete per essere strumento di giustizia e solidarietà, oltre che di efficienza, crescita e produttività.

Appare evidente il ruolo che anche un’asso-ciazione come l’Azione Cattolica può giocare in questo contesto, continuando ad essere luogo di formazione e discernimento sulla realtà che ci circonda, aiutando le persone a scegliere ciò che è buono perché giusto per tutti, indipen-dentemente dalla sua immediata riscontrabilità economica.

oltre la tecnica c’è di più

Che senso può ancora avere la politica dopo aver sperimentato un governo tecnico?

La complessità del tutto naturale del vivere è forse diventata patologica? Esiste oggi una reale incapacità di farsi carico di una situazione di angoscia, magari ampia e

generalizzata, senza considerarla di competenza innanzitutto della tecnica?

Benasayag, Schmit, “L’epoca delle passioni tristi”

Le sfide che il nostro paese dovrà affrontare nei prossimi mesi, e i sacrifici che saranno necessari per fronteggiarle, avranno senso se “filtrate” e comprese alla luce dei valori che condividiamo

Maurizio Tibaldi,Responsabile ACR

Opinioni inLIBERTà

12 Ricerca & Dialogo 13Aprile 2012

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Diacono Andrea Chiesa,Assistente ACR

«E anche quest’anno siamo di nuovi arrivati a Pa-squa»: è l’espressione che, giunti in questo pe-

riodo, sovente ascoltiamo e diciamo nelle con-versazioni fra di noi; un’espressione che è sin-tomatica di una perdita di slancio e forza in quel cammino che la Chiesa ci fa vivere ciclicamente ogni anno e che culmina nella celebrazione del-la Pasqua del Signore.

La nostra vita conosce sempre da capo la stessa esperienza: infatti, forse troppo spes-so presi dalle molte attività, dalle occupazioni e dalle cose da fare, rischiamo che gli eventi significativi della nostra vita diventino quasi mo-notoni e ripetitivi con l’impressione che essi non abbiano più nulla da dire al nostro desiderio di vita.

Questo probabilmente accade perché il nostro sguardo è chino su molte cose che non lasciano lo spazio neppure per respirare, por-tando – senza neppure rendercene pienamente – conto a perdere la speranza che la vita abbia ancora una volta qualcosa da dirci e soprattutto da sorprenderci.

In fondo, è un po’ quello che capita alle don-ne che vanno alla tomba di Gesù per ungerne il corpo: lo sguardo e il pensiero sono fissi su quella pietra che rappresenta un punto in cui la vita si arresta, una via senza uscita: un’uscita bloccata dalle nostre paure. Come le donne anche noi, se andiamo nel profondo del nostro cuore, capiamo come quella paura sia la paura di una vita ormai vuota, di essersi impe- gnati invano in qualcosa, di

aver perduto delle cose

vecchie senza averne trovate di nuove. È una paura che può assumere mille volti diversi o ad-dirittura non assumerne nessuno.

Questa paura è la pietra che appesantisce la nostra vita e la rende sempre uguale e monoto-na impedendo di sperare, di prendere iniziative, di scorgere una luce: in una parola…di vivere. Oltre quella pietra ci sembra impossibile andare e vedere perché è impossibile rotolarla via.

La cosa strana e, se vogliamo, sorprendente è che quella pietra è già stata tolta e noi non ce ne accorgiamo, proprio perché il nostro sguardo è rivolto verso il basso: occorre appunto alzare lo sguardo!

Alzarlo da tutto quello che imprigiona la vita e la rende priva di vitalità e dinamismo, portan-do sempre a lamentarci e a preoccuparci delle cose che ci troviamo fra i piedi senza renderci conto che la vita è ampia e più grande di quello che i nostri occhi rivolti verso il basso vedono.

Un atteggiamento che colpisce in particola-re le nostre comunità ecclesiali che perdono la speranza di essere liberate dalle catene della monotonia, della superficialità e della stanchez-za in un tempo in cui sembra che non si abbia più nulla da dire e infine nulla da sperare.

La solennità della Pasqua è passaggio pro-priamente da uno sguardo verso il basso, limi-tato a poche decine di centimetri a uno sguardo che sappia abbracciare orizzonti ampi, che sap-pia cogliere come quella pietra pesantissima che a noi sembra impossibile togliere sia stata rotolata via da qualcun altro; in una parola ci è data la possibilità di sperare che la vita, questa nostra vita di tutti i giorni, possa andare oltre la

Alzandolo SGUARDO

morte quotidiana della monotonia e dell’indiffe-renza.

L’augurio per questa Pasqua 2012 è che ognuno di noi sappia rialzare la testa e coglie-re come proprio in quei luoghi di morte pesanti come un macigno sia passato qualcuno prima di noi che ha liberato il passaggio e che ora ci permette di attraversarli verso una esistenza che risorga ogni giorno e ci dia il gusto di una vita buona realmente possibile.

Allora la Pasqua di quest’anno non sarà una novità ripetuta, vecchia di duemila anni ma avrà ancora una volta il volto sempre meraviglioso di una ripetuta novità!

Buona Pasqua!

14 Ricerca & Dialogo 15Aprile 2012

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Rossella Sacco,Incaricata MSAC - Alba

Il MSAC (Movimento Studenti di Azione Cattolica) è un movimento studentesco che opera all’interno dell’Azione Cattolica ed è una delle nove associazioni studen-

tesche maggiormente rappresentative ricono-sciute dal Ministero dell’Istruzione. Si propone di abitare un luogo, la scuola, “palestra di vita” dove gli studenti passano la maggior parte del loro tempo. Per questo motivo, il sogno del Movimen-to è quello di costruire dal di dentro una scuola su misura degli studenti, puntando sulla loro cresci-ta, sulla valorizzazione delle loro capacità, sul dialogo e sul protagonismo studentesco attivo e responsabile. Natural-mente possono farne parte tutti, a patto che siano studenti di scuola superiore, senza distinzioni etniche, ideologiche, religiose o politiche. Tutti, insieme per riappropriarsi del senso dello studio, della partecipazione, della cittadinan-za, per essere protagonisti e non spettatori della storia.

Dopo alcuni anni di stop, finalmente ad Alba si sta ricostruendo il MSAC. Che cosa facciamo? Noi “msac-chini” ci troviamo ogni 2-3 settimane nel centro dio-cesano di AC in via Mandelli ad Alba per confrontarci e discutere sulle difficoltà e delle problematiche con le quali conviviamo quotidianamente all’interno delle nostre scuole. Non vogliamo cam-biare il mondo ma essere liberi di dire la nostra opinione e rendere migliore l’ambien-te in cui viviamo, non solo per noi ma anche per i ragazzi che abiteranno la scuola dopo di noi, perché loro non si trovino ad affronatare i nostri stessi problemi. Proprio per questo il nostro motto è “I CARE” cioè mi prendo cura, mi sta a cuore. Quest’an-no il tema che abbiamo deciso di affrontare è quello delle abitudini e delle scelte: crediamo sia un argomento piuttosto attuale e sul quale tutti possano esprimersi.

Il MSAC ha inoltre anche organizzato e promosso, insieme con l’equipe ACG, una giornata per gli studenti tra la I e la IV superiore svoltasi il 20 novembre scorso Mon-ticello d’Alba, che ha riscosso una numerosa partecipazione da tutta la diocesi. Per questa occasione sono venute a farci visita e a presentare il movimento più da vicino e in modo più dettagliato la segretaria nazionale Elena Poser e l’incaricata del Piemonte e Valle d’Aosta Maria Eletta Moriano. Questo ci è sembrato uno dei sistemi più efficaci per informare e coinvolgere tutti i ragazzi invitandoli a partecipare con entusiasmo a

questa neonata proposta. Chi volesse entrare a far parte del movimento, o chi fosse semplicemente curioso di saperne un po’ di più, può contattarci direttamente su facebook alla pagina “M.S.A.C. Alba” o scrivere una e-mail a “[email protected]” oppure visitando il sito www.acalba.it.

Il MSAC ha bisogno anche di te: non mancare!

L’AC tra i banchi di scuolaL’AC tra i banchi di scuola

Che MONDO sarebbe senza MSAC?!

Sopra: Maria Eletta Moriano incaricata MSAC del Piemonte e Valle d’Aosta ed Elena Poser, segretaria nazionale MSAC.

IN FAMIGLIA

Vogliamo ringraziare suor Marika Zanetti, che ha lasciato la nostra realtà di AC albe-se. Suor Marika ha collaborato con l’equipe ACG con un’intensità, una partecipazione, una serenità e un’ironia che ricorderemo sempre con il sorriso. Stesso sorriso che ac-compagna la notizia che la nostra Cristina Bertolusso, consigliere diocesano e membro d’equipe ACG, è diventata mamma: a lei, a suo marito Fabio e al piccolo Matteo, i nostri più affettuosi auguri. Auguri anche a Patrizia Manzone, missionaria a Marsabit e amica della nostra AC, e al suo neo-marito Michael per il loro nuovo futuro insieme. Qualcuno si sposa, qualcuno diventa mamma o papà e qualcuno…nonno! È Oscar Barile, consigliere ed ex-presidente diocesano, che ha ricevuto questo regalo dal piccolo Nicolò! Infine fac-ciamo i complimenti a Maurizio Tibaldi, responsabile diocesano ACR, per la sua laurea in Scienze Politiche con una tesi dal titolo “La storia universale, tra imperi coloniali e Tardo Illuminismo”: voto 110, bravo lui!

16 Ricerca & Dialogo 17Aprile 2012

e negli altri!La difficile ed avvincente sfida di progettare

la propria vita insieme agli altri è stata il cuore del campo giovani (“Io accolgo te”), dedicato ai temi delle relazioni, dell’affettività, dell’ amore, e della sessualità. Ha ancora senso puntare su un rapporto serio e duraturo? Non è meglio cogliere l’attimo e godere del piacere di un momento? Ci sono dei limiti o tutto è concesso? Tra la società di oggi dove ogni cosa è (o sembra?) consentita e raggiungibile, e l’ordinarietà esigente del quoti-diano di una coppia di sposi, con le gioie e le fatiche di una famiglia che nasce e poco alla volta cresce, sono più le domande che le risposte porta-te a casa da questo campo. Ciò che sicuramente è chiaro a tutti quanto sia bello amare e lasciarsi amare perché nessuno di noi decide se, quando e di chi innamorarsi!

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Vittoria Tavernesi,Educatrice ACR

Monica Fontana,Vicepresidente Giovani

I Campi Scuola invernali di quest’anno sono stati dedicati alla difficoltà ed alla bellezza di vivere una vita piena ed espressione matura di libertà, nel rispet-

to dei propri talenti, consapevolezza dei propri limiti, e paziente esercizio di discernimento nei confronti del progetto che il Signore ha in serbo per ciascuno. Un cammino lungo articolatosi nei tre appuntamenti rivolti rispettivamente ai ragazzi di III media (dal 27 al 29 dicembre a Sampeyre), ai giovanissimi (dal 3 al 5 gennaio a Sampeyre), e ai giovani (il 21 e 22 gennaio presso la casa di Bessen Haut, in Val di Susa)

I ragazzi di III media sono stati guidati ad una riflessione sul tema della felicità declinato in originalità, responsabilità e libertà ( “Ma tu che cosa vuoi?”). Le scelte che facciamo per essere felici devono tener conto innanzitutto dell’origi-nalità di ciascuno, che è da accogliere come un dono. Il fatto di essere creature speciali ed

uniche implica, d’altra parte, la responsabilità di compiere scelte consapevoli che davvero possano essere veicolo di libertà per noi e per le persone con le quali ci relazioniamo. Liber-tà di progettare insieme agli altri, il solo modo davvero autentico di coniugare l’originalità e la responsabilità di ciascuno.

Il tema delle scelte è stato al centro anche del campo giovanissimi (“La tua storia nella mia”). Ognuno di noi nasce in un determinato ambiente, in un certo contesto storico, con delle caratteristiche fisiche particolari; e tutto ciò in-fluenza la persona che sarà, soprattutto nel mo-mento delle scelte e delle decisioni che danno forma alla nostra vita, della quale noi soltanto siamo i protagonisti. Non è corretto parlare di destino ma piuttosto di un progetto di felicità e di amore che Dio predispone per ogni singolo individuo. Un progetto che non può prescindere da chi ci sta intorno: si realizza solo con gli altri

I Campi Scuola invernali di quest’anno sono stati dedicati alla difficoltà ed alla bellezza di vivere una vita piena ed espressione matura di libertà, nel rispetto dei propri talenti, consapevolezza dei propri limiti, e paziente esercizio di discernimento nei confronti del progetto che il Signore ha in serbo per ciascuno.

Libertà e progettoCampiscuola Invernali 2011-2012

In queste pagine: momenti di svago sulla neve di Se-striere, campo giovani 2012

Sopra: Danilo Ceratto e Silvia Servetti, inter-venuti a portare la loro testimonianza.

18 Ricerca & Dialogo 19Aprile 2012

Tiziano Gaia,Socio AC - Castellinaldo

1922-1977.

C’è un’intera, magnifica vicenda umana e religiosa racchiusa tra queste due date: è quella di Fratel Luigi della Consolata. Al secolo

Andrea Bordino, nato a Castellinaldo e cresciu-to nel frangente di una guerra colossale che ha finito col travolgerlo, dopo una gioventù vissuta tra il lavoro e la parrocchia nelle file dell’Azione Cattolica di cui diventa anche presidente par-rocchiale, dedica ogni minuto della sua vita di reduce ad alleviare le sofferenze del prossimo, facendosi frate cottolenghino nel 1946 e diven-tando, senza mai averlo chiesto, Superiore del-la comunità dei fratelli presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino. Forte di costituzione, una roccia nella fede e nella volontaria espropriazione di ogni bene personale, Fratel Luigi è per anni un autentico faro che illumina la notte di migliaia di pazienti e “buoni figli”. Ci vorrebbe la fine del mondo per piegarlo, e puntuale arriva con una sentenza fatale: da infermiere provetto diagno-stica personalmente, nel giugno 1975, di essere affetto da leucemia. Conscio di essere prossimo

alla fine, Fratel Luigi realizza il suo capolavoro: si rimette alla Provvidenza e moltiplica gli sforzi a favore dei più deboli, guidando nel contempo la faticosa trattativa che porta al riconoscimento pontificio dei frati cottolenghini. Quando muore, il 25 agosto 1977, è già considerato un santo, pur nell’accezione semplicistica dell’espressio-ne popolare. Ora che santo potrebbe diventar-lo anche per la Chiesa (è Venerabile dal 2003 e il suo processo di beatificazione è ancora in corso), val la pena interrogarsi su quale sia il suo lascito. Viene in mente la parola “integri-tà”. Fratel Luigi è un esempio di coerenza ai valori forti familiari e cristiani, per giunta messi a massacrante prova da una vita tutta a osta-

coli (la guerra, la malattia). Poi la sua semplicità. Fratel Luigi era uno di noi, in lui nulla appariva forzato o forbito,

eppure nell’ordinaria esistenza di ogni giorno ha saputo cogliere un Oltre al quale affidarsi totalmente e in cui cogliere il senso vero delle cose. Infine, come non ricordare quella tempra terrigna – tutta albese – di cui era impastato? Valga quest’aneddoto. Chiamato un giorno a deporre il distintivo di Azione Cattolica di cui è orgoglioso referente locale, Fratel Luigi ribatte al funzionario fascista che glielo deve strappare con le sue mani. Lo dice in un modo così pa-cato e insieme risoluto che il funzionario deve desistere e il distintivo rimane sul suo petto. Questo – anche questo – è stato Fratel Luigi della Consolata.

in lui nulla appariva forzato o forbito, eppure nell’ordinaria esistenza di ogni giorno ha saputo cogliere un Oltre al quale affidarsi totalmente

APPunTAmenTI

Al 75° dalla nascita e al 35° dalla morte sono in programma alcune iniziative come un grande musical sulla figura di Fratel Luigi che vedrà il primo spettacolo nell’ultima settimana di giugno nella straor-dinaria cornice di piazza Castello a Castellinaldo.

Fratel luigi Bordino,

uno di noi!Uomo della nostra terra, per una santità in punta di piedi

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Ezio Boasso,Presidente Parrocchiale Serralunga

“Com’è il tempo? Piove?” “Adesso un po’ meno, ma prima era un diluvio” “ Forse chiudono i ponti come fac-

ciamo se ci troviamo tutti a Serralunga e non riusciamo a tornare a casa ?” “ Bhò non so an-che perché qui adesso piove fortissimo” “ Qui ha smesso di piovere ma hanno chiuso il ponte sul Tanaro a Neive” “ Nemmeno qui non piove più e da Narzole mi hanno confermato che ven-gono” “ Allora CONFERMIAMO: FACCIAMO LA CASTAGNATA”.

È con queste premesse che è incominciata la giornata di domenica 6 novembre. Tutto era pronto, ma il tempo sembrava voler mettere il bastone fra le ruote. Invece, improvvisamente ha smesso di piovere e un timido barlume di sole ha fatto capolino tra le nuvole. La giornata era davvero importante, molte famiglie atten-devano di venire a Serralunga per sentire la parola di Mons. Vescovo e passare un pome-riggio insieme. Tutto il paese si era mobilitato per accogliere tutti nel migliore dei modi. Nei giorni precedenti i preparativi hanno coinvolto molte famiglie, giovani e bambini: ognuno ha fatto la sua parte. Così nel primo pomeriggio i numerosi sacerdoti e tutti i presenti (la chiesa era stra-piena) hanno avuto modo di apprezza-re le belle parole di Mons. Giacomo Lanzetti che partendo dal tema della giornata “Signore da chi andremo?” ha illustrato i contenuti della lettera Pastorale “Crescere Insieme Chiesa e famiglie”. Il programma pastorale proposto per il periodo 2011-2017 mette al centro la famiglia e l’edu-cazione dei figli a partire dall’età pre-scolare. Il catechismo in famiglia, la preghiera tra le mura domestiche sono solo alcune delle proposte fatte durante il suo discorso. Sicuramente un

percorso che va nella direzione già indicata dall’Azione Cattolica e che per questo ci rende fieri di farne parte. Nel frattempo i bambini otti-mamente assistiti dalle catechiste si divertiva-no in giochi e canti insieme. La giornata è poi proseguita con la distribuzione delle castagne e con la merenda insieme grazie alle tante tor-te offerte dalle famiglie presenti. Così tra una risata, un canto e un gioco insieme, abbiamo consolidato le amicizie con famiglie provenienti da numerosissime parrocchie. Il cammino ini-ziato con il Campo Scuola di Sampeyre non si è interrotto, ma consolidato. Un grazie a Mons. Vescovo per i messaggi che ci ha trasmesso, e per l’apprezzamento rivolto a tutti quelli che avevano organizzato la giornata. La comunità di Serralunga vuole ringraziare Wilma e i responsabili del set-tore adulti dell’Azione Cattolica che hanno proposto Serralunga per questa giornata e tutte le famiglie presenti che, nonostante il tempo avverso, hanno partecipato con entusiasmo a questo incontro. Ci di-spiace per chi non è potuto venire, ma sicuramente non mancheranno altre occasioni d’incontro, negli ap-puntamenti diocesani, di Cam-pi Scuola e naturalmente alla Prossima Castagnata.

La castagnataper le famiglie…

per crescere InSIEME!

20 Ricerca & Dialogo 21Aprile 2012

Daniele Promio,Incaricato Promozione Associativa

Questo è un articolo del tipo “anche quest’anno”. Anche quest’anno campi scuola. An-che quest’anno festa diocesana. Anche quest’anno il teatro di Oscar Barile. È proprio questa locuzione che ci fa pensare che talvolta sia necessario osservare sotto una luce di attenta novità quello che ormai è diventato tradizione. Tutti gli anni, l’AC di

Alba propone, con il sostegno di “compagnie amiche” uno spettacolo teatrale per una ragione molto pratica: una raccolta fondi per sostenere le proprie attività, a sostituzione del contributo che sarebbe dovuto da ogni singola associazione parrocchiale. Per il 2012 la “compagnia amica” era quella del Nostro Teatro di Oscar Barile con il nuovo spettacolo Marijte e peu grigna, sabato 17 marzo scorso a Castagnole delle Lanze. Qual è il motivo per cui l’AC propone una raccolta fondi per mezzo di uno spettacolo teatrale e non, ad esempio, di una vendita di torte? Il carisma dell’AC è quello della formazione della persona: formazione umana, sociale, spirituale… E il teatro riflette in maniera efficacemente accattivante questo carisma: uno spettacolo è crescita per chi è seduto in platea e per chi recita sul palcoscenico. Proprio per dare forza a questa scelta abbiamo pensato di intervista-re Emanuele Coraglia, enotecnico ventinovenne di Baldissero d’Alba, e Marco Giachino, studente ventitreenne di Pocapaglia. Sono due amici della nostra AC e due attori della compagnia di Sinio.

EMANUELE: Perché è un modo attivo di vivere un’emozione. Se non trasmette anche solo un’emozione non è teatro. Poi alla fine il teatro è la vita e mi piace pensare che il confine tra palco e realtà non sia poi così distante.

EMANUELE: Dalle elementari ho iniziato con l’oratorio, e poi con la compagnia di Baldissero e quella di Si-nio. Non mi piace pensare al teatro come a un “mestiere”: se lo fosse probabilmente non lo fa-rei più. Il teatro è la “compagnia” nel senso più completo del termine e quindi la forza dell’insie-me, da solo si fanno poche cose.

EMANUELE: Non c’è un genere che preferisco, ma sono mol-to legato al territorio e quindi il teatro dialettale esprime bene questo legame. Mi piacciono mol-to le storie “vere”: fin da piccolo mi piaceva sen-tir raccontare le vicende dei nostri posti. Amo il teatro che ha delle storie da raccontare, se poi sono allegre allora tanto meglio, ma dietro deve avere qualche cosa da dire, una morale.

MARCO: Perché il teatro è qualcosa che va al di là del semplice “raccontare una storia”. Il teatro è pri-ma di tutto un’esperienza: un gioco unico che mette in stretta relazione attori e spettatori. Tutti sono parte dello spettacolo, tutti influenzano gli altri ed entrano in comunicazione. È una caratteristica forte, che la televi-sione non può dare.Poi il teatro è il luogo magico del “come se”: un tempo fuori dal tem-po, un luogo fuori dai luoghi in cui è possibile mettersi in gioco totalmen-te. E dove è possibile uno stare in comune.

MARCO: Ho iniziato a “fare” teatro grazie ai laboratori scolastici del liceo. Mi è stato suggerito un corso di recitazione per superare le mie insicurezze, in particolar modo di fronte ai professori. Solo in un secondo momento ho avuto modo di unirmi alla compagnia di Sinio.

MARCO: Penso che i miei primi contatti con il teatro ab-biano poi influito profondamente sui miei gusti: non sono particolarmente attratto dalle sceno-grafie appariscenti o dalla maestosità di alcuni teatri. Sono sufficienti un palco (ma non è detto che sia sempre necessario), preferibilmente all’aperto, e una platea da coinvolgere. I generi che amo di più sono, di conseguenza, quelli le-gati al teatro di strada o al teatro dialettale.

Perché è bello “andare a teatro”?

Da quando “fai” anche teatro? In breve, quali sono state le tue esperienze in proposito?

Quale genere di teatro ami di più?

Chi è di scena?

Sopra: Marco Giachino in “Maria e Madalena”

A destra: Emanuele Coraglia, in primo piano, ne “La fiera di San Martino”

22 Ricerca & Dialogo 23Aprile 2012

Equipe ACR 2775 vescovi, 2 papi e 16 documenti per immaginare la Chiesa del futuro, la Chiesa che i ragazzi vivono oggi, una Chiesa in cammino sulle gambe

di tutti coloro che in questi 50 anni hanno scelto di fare la propria parte.

Il Convegno ACR 2012 – il 25 aprile prossi-mo presso il Seminario Vescovile di Alba – pro-verà a raccontare ai ragazzi il Concilio Vaticano II, nel cinquantesimo anniversario della sua apertura, attraverso le storie dei suoi protago-nisti e la narrazione delle fasi più significative, tentando di “far respirare” il clima di quel mo-mento, per poter comprendere il ribaltamento di prospettiva che comportò nel nostro modo di vi-vere la Chiesa. Partendo dall’esperienza diretta che i ragazzi fanno della Chiesa nelle proprie comunità, ripercorreremo, per così dire, “a ritro-so” le tappe di questo cammino di cambiamento e maturazione.

Rifletteremo insieme ai ragazzi sulle ragioni

del Concilio, sullo stile fatto di sinodalità, con-divisione e comunione adottato dai padri con-ciliari, sulla scelta del Vaticano II di riportare la Scrittura al centro di una Chiesa che celebra, e, infine, sul significato che la stagione conciliare ebbe per i laici e per i laici di Azione Cattolica in particolare. Il Concilio, il suo messaggio ed il suo stile sono nella mani di ciascuno di noi, ragazzi, giovani e adulti.

Come scrisse Bachelet:

…non dobbiamo dimenticarci che un Conci-lio non è che si auto realizzi solo perché è stato dibattuto nell’aula conciliare e scritto nei decreti. Ci voleva qualcuno che aiutasse a realizzarlo; e, io credo, che l’Azione Cattolica nel nostro Pa-ese sia stata uno dei grandi veicoli di realizza-zione delle prospettive conciliari.

2775 vescovi, 2 papi e 16 documenti per immaginare la Chiesa del futuro, la Chiesa che i ragazzi vivono oggi, una Chiesa in cammino sulle gambe di tutti coloro che in questi 50 anni hanno scelto di fare la propria parte.

1,2,3...CHIESA libera TUTTI!

il Concilio Vaticano II raccontato ai ragazzi di oggi a 50 anni dalla sua apertura

24 Ricerca & Dialogo 25Aprile 2012

Piero Reggio,Socio di AC

Del varo di quel grande transatlan-tico – il Concilio Vaticano II – che ha traghettato la Chiesa nella mo-dernità e che continua a essere

una nave affidabile e sicura, mi rimangono alcuni nitidi ricordi.

Ero, allora, un ragazzo di 15 anni di una pic-cola parrocchia di paese.

La preghiera della gente.Ogni domenica a Vespro si recitava una spe-

ciale preghiera, affinché la Chiesa, con il Con-cilio, potesse diventare “bella, senza macchie e senza rughe”, come Gesù l’aveva voluta. Ormai la sapevano quasi tutti a memoria. La trovavano molto pertinente, perché erano consapevoli di quanto ce ne fosse bisogno. Come, d’altronde, anche oggi.

A distanza di cinquanta anni, quasi mi com-muovo a ripensare all’intuizione e alla saggezza di quelle persone semplici (a Vespro c’erano sol-tanto loro), che capivano di chiesa molto di più della gente di curia e dei monsignori. Come que-sti decenni stanno dimostrando.

Di certo non erano dei modernisti o degli in-disciplinati, ma avendo cuore e cervello, percepi-

vano che senza quel preannunciato Concilio la partita era chiusa. Le bardature umane stavano soffocando la Grazia. Era la medesima intuizione di Papa Giovanni XXIII, che volle il Concilio.

Il vecchio parroco.A ottobre 1962 il mio parroco se ne andò a

Roma, perché – disse – non poteva perdersi l’apertura del Concilio. Alcuni parrocchiani scos-sero il capo, sospettando che volesse farsi una gita, e da solo! A Roma, ci ritornò qualche anno dopo per la chiusura del Concilio. Anche quella non voleva perdersela. Questa volta nessuno commentò. D’altronde, dicembre non è il mese più adatto per le gite. Si vede che per il Concilio, il parroco aveva una passione particolare.

E già quindici anni prima della Riforma Litur-gica celebrava la Messa con l’altare rivolto al po-polo, grazie ad una speciale concessione (forse aveva qualche amico in Vaticano). L’apparato era molto artigianale; l’aveva piazzato in mezzo ai banchi, oltre la balaustra, perché si toccasse con mano il senso vivo della Liturgia eucaristica. Che non può essere una proiezione sullo sfondo di un attore isolato, dove il Mistero si trasforma spesso in misterico, dove non c’è mai il noi, ma sempre l’io.

Neanche lui era un prete modernista. Tutt’al-tro. Costatava che senza un cuore di carne i riti si trasformano in gesti sterili, perché la liturgia è cosa viva, è per la gente, che deve avervi ruolo e spazio. Essa è più di un culto o di una solenne parata.

Le tante resistenze alla libertà religiosa e alla nativa dignità di ogni persona lo lasciavano pen-soso, specie se venivano da personale di chiesa,

anche altolocato. Gli veniva in mente, quando in piena guerra partigiana, lui e il locale pastore protestante partirono insieme per trattare uno scambio di prigionieri ed evitare una rappresa-glia già decisa. Si ritrovarono la sera, dalle parti di Roccaverano, a dover condividere per dormire la stessa camera e lo stesso letto. Prima di co-ricarsi, s’inginocchiarono dalle parti opposte del letto a pregare. Ciascuno aveva le sue preghiere ed era lo stesso Dio per entrambi. I loro sguardi s’incrociarono più volte. Nessuno parlò, ma en-trambi capirono.

Così, mi commuovo di nuovo a pensare a questo vecchio prete di campagna che aveva vi-sto giusto, aveva capito la storia e voleva esserci là, dove essa si faceva. Esserci al Concilio era una speranza da toccare prima e poi da conse-gnare come cosa viva e vita reale. Con buona pace di quanti, ancora oggi, in un perenne tor-cicollo, dicono di volere per la Chiesa e per i cri-stiani le cose di sempre, confondendo il sempre con qualche secolo di storia, non proprio entu-siasmante.

Le campane e il professore. Quel mattino dell’11 ottobre 1962 ero a scuo-

la e tutte le campane di Alba, come avvenne in mezzo mondo, suonarono a lungo. A Roma, il Concilio stava partendo. Esso non era nel pen-siero di noi ragazzi e, ritengo, neanche in quello dei professori. In classe ci fu un silenzio inter-rogativo. Il professore esclamò solamente: “Ah! Il Concilio”. Lo fece con un tono che palesava un’aspettativa tutta sua, coltivata a lungo, carica di attesa.

Passava per anticlericale, non so se fosse praticante. Mi resta, però, quel suo sospiro pie-no di speranza per un fatto di Chiesa. Un fatto cha ha contagiato tanti. Tuttora presente con la medesima intensità. Che lascia il rammarico per una strada che tutti nella Chiesa dovrebbero se-guire, oggi come allora, con più convinzione e con meno compromessi.

Il Vescovo di Alba. In un suo ritorno ad Alba, il Vescovo venne a

scuola a parlarci del Concilio. C’era l’assemblea

plenaria di tutte le classi. Carlo Stoppa aveva proprio il fisico del ruolo: canuto, alto e ieratico. Aveva anche un sorriso buono, da nonno realiz-zato e stimato. Di quello che disse, non ricordo nulla. Come capita anche oggi nella Chiesa, dove chi parla, prescinde dall’uditorio che ha davanti.

Poi vennero le domande. “Lei ha parlato in Concilio?” Il Vescovo fu sincero. No, non era intervenuto, deludendo così il nostro campanili-smo. Però disse a tutti del suo stupore e della sua gioia, e ciò gli bastava, perché finalmente là si poteva parlare e votare liberamente senza paura e senza ritorsioni.

Era la prima volta ed egli si augurava e pre-gava che non si ritornasse più indietro, perché nella Chiesa, senza libertà e senza aria pulita, non si è buoni discepoli e non si comunica il Van-gelo.

Lasciando parlare il cuore, il Vescovo aveva spiegato il Concilio e il connesso stile di Chiesa meglio di un teologo o di tante conferenze. L’ave-vano capito anche dei ragazzi.

Recentemente, l’hanno capito e sperimenta-to in tanti nel Sinodo Diocesano.

E ad Alba?Nel vivo dei lavori conciliari, Alba rimase sen-

za vescovo. Part-time, a supplire per alcuni anni, venne il vescovo di Fossano Giovanni Dadone. I contenuti e la sostanza del Concilio, quelli definiti dal marketing “le novità”, trovarono persone ge-nerose e credibili. Natale Bussi per la teologia, Mario Mignone per la liturgia e la pastorale, Ca-millo Olivero per i laici e l’Azione Cattolica, An-drea Monchiero, Gino Negro e tanti altri per l’im-pegno politico e sociale. L’elenco sarebbe lungo: tanti preti e tanti laici che hanno fatto navigare la barca della Chiesa di Alba tra riflussi e conte-stazioni, disillusioni e voglia di futuro, iniziative e realizzazioni concrete. Sempre fedeli al Vangelo realizzando il Concilio.

Ma questo è un altro capitolo della storia. Forse, vale la pena di raccontare “Alba e il Concilio”. C’è una premessa indispen-sabile: leggersi i documenti del Conci-lio. Sorseggiandoli come si fa con il vino buono.

Cronaca per l’oggi di cinquanta anni fa.

C’era una volta

il concilio1962-1965

26 Ricerca & Dialogo 27Aprile 2012

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a cura dellaCooperativa Culturale L’incontro

La redazione di R&D, in collabora-zione con la Libreria L’Incontro, ha deciso di ospitare la recensione di un libro scritto da un “concittadino”

amico dell’AC di Alba. Questo libro racconta la storia vera di un’amicizia – un’amicizia fraterna, come suggerisce il titolo del volume, edito da Instar Libri di Torino – tra l’autore, il castellinal-dese Tiziano Gaia, e Christian Kouabite, came-runese di origine ma con molti anni alle spalle vissuti tra Francia, Italia e Canada.

Tiziano e Christian si sono conosciuti in un luogo estremo come il carcere di Torino, che li ha visti coinvolti in un progetto di reinserimento sociale, il primo da uomo libero, il secondo da detenuto con sette anni da scontare per reati connessi allo spaccio di droga. Tra le mura delle Vallette è scattata tra i due la scintilla dell’amici-zia che si è successivamente alimentata quan-do, una volta scarcerato a fine 2009, Christian ha chiesto a Tiziano di accompagnarlo a casa, in Africa, dove il giovane mancava dagli anni precedenti la sua lunga detenzione.

Ne è scaturito così un viaggio nell’“altra vita” di Christian, fatta di una famiglia allargata che conta centinaia di membri, di una radice che i lunghi anni europei hanno allentato ma non reciso del tutto, e soprattutto di tanti ragazzi che sognano di scappare nell’opulento emi-sfero nord, di illusioni infrante e nuove forme di colonialismo, stereotipi e luoghi comuni – a cominciare da una visione troppo semplificata del fenomeno migratorio – ma anche di slanci, miserie, bellezze selvagge e opportunità.

Christian ci testimonia che il destino di quelli

come lui è nelle nostre mani, ma anche che il nostro è nelle loro. Ci rafforza nella convinzione sempre meno strisciante che il colonialismo è ben vivo, se si pensa che l’autore del libro per un oltre un mese – questa la durata del suo pri-mo viaggio al seguito di Christian, cui ne sono seguiti altri – ha vissuto in un Paese, il Came-run, che parla francese, usa il “franco” come moneta e manda avanti le sue automobili esclu-sivamente a benzina Total (sempre francese).

Un’esperienza a tutto tondo, quella che Tiziano Gaia racconta nel suo libro di esordio narrativo. Una storia di avventura, esclusioni, marginalità. Ma anche di bellezza potente, pa-esaggi indimenticabili, sentimenti forti e speran-za: la stessa che anima il protagonista, il cui ani-mo inquieto spera sempre di trovare un posto in cui potersi un giorno fermare e dire: “Sono a casa, finalmente”.

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in libreriaPuoi chiamarmifratello

a cura dellaCooperativa Culturale L’incontro

Cari lettori di Ricerca e Dialogo, ben ritrovati!

Dopo il lungo inverno, eccoci di nuovo qui per segnalarvi alcuni bei libri con cui accogliere la primavera.

Iniziamo con I colori dell’angelo (SEI, 13.00 €), ultimo romanzo di Franco Signoracci, presentato dall’autore ad Alba lo scorso 28 gen-naio. Quattro capitoli, ognuno legato a un’opera d’arte e al suo autore: Duccio di Buoninse-gna, Beato Angelico, Hyeronimus Bosch e Basquiat. Non si trat-ta però di un saggio di critica, ma del racconto dell’umanità di questi artisti, appartenenti a epoche e stili diversi ma accomunati dalla capa-cità di cogliere e dipingere il buio che sta nel cuore dell’uomo e la luce portata dagli angeli.

Per affiancare alla riflessione spirituale un’analisi documentata e competente sulla re-ligiosità italiana vi consigliamo di leggere Reli-gione all’italiana (Il Mulino, 17.00 €) di Franco Garelli, docente di sociologia all’Università di

Torino. Con dati precisi e aggiornati il libro fotografa ciò che gli italiani pensano e praticano della religione: come ci si immagina l’aldi-là, quanto si va a messa, quanta fiducia viene posta nella Chiesa, nei parroci e nei vescovi, come ci si pone di fronte a temi caldi come l’eutanasia e l’aborto.

Avevano spento anche la luna (Garzanti, 18.00 €) di Ruta Sepetys è un romanzo poten-te persino nel titolo. È la storia di Lina, quindici

anni, che nel giugno del 1941 viene strappata alla sua vita in Lituania per essere deportata in un campo di lavoro in Si-beria, dove tutto è buio e il freddo uccide sussur-rando. Eppure Lina non perde la voglia di vivere: disegna ciò che le ac-cade, perché il mondo sappia quali orrori sono state le purghe staliniste. L’autrice, americana figlia di immigrati lituani, ha condotto numerose ricerche per scrivere questo romanzo, che ha entusiasmato lettori di tutto il mondo diventando un caso editoriale.

Per bambini e ragazzi questo mese non vi consigliamo un libro, ma un gioco: uno di quelli pubblicati e distribuiti da CreativaMen-te, casa editrice italiana spe-cializzata in prodotti educativi e di cui la Libreria L’Incontro è rivenditore autorizzato.

Si va da Parolandia (24.00 €), dove si vince componendo e incrocian-do frasi con le parole scrit-te su tessere di un puzzle, a Giro Giro Mondo (33.00 €) per conoscere usi e co-stumi dei paesi della Terra,

fino a Dixit (33.00 €), eletto gioco dell’anno 2010, in cui ci si sfida a inventare storie a partire da splendidi disegni.

Molte altre proposte vi aspettano in libreria, per co-noscere, riflettere, divertirsi e sognare.

Buona lettura!

28 Ricerca & Dialogo 29Aprile 2012

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AZIONE CATTOLICA ITALIANA via Mandelli, 9 – 12051 Alba CN – 0173.290243 – www.acalba.it – [email protected]

D I O C E S I D I A L B A MODULO B – “AVVERTENZE PER L’USO”

REGOLAMENTO – Estate 2012 I campi scuola diocesani per adulti, giovani e ragazzi a Sampeyre e Valdieri, sono stati organizzati allo scopo di offrire un momento di crescita cristiana, di aggregazione, di riflessione e ci teniamo a sottolineare che non sono giorni di semplice vacanza o di solo divertimento. Vogliamo proporre dei campi che siano davvero formativi e, quindi, chiediamo a chi vi parteciperà, il desiderio e la capacità di impegnarsi perché questo avvenga. Riteniamo fondamentali, tra gli altri, i momenti di preghiera, di confronto con la Parola di Dio, i lavori di gruppo, uno stile sobrio ed educato e il rispetto di alcune regole basilari. Ci preme già sottolineare che la notte esigeremo il silenzio e il riposo, per poter affrontare adeguatamente le attività dei giorni a seguire. Approfitteremo del fatto di essere in montagna per fare passeggiate ed escursioni che richiederanno un po’ di sforzo e fatica da parte di tutti. Informiamo i partecipanti che in base alla legge ed ai regolamenti interni:

non sarà possibile fumare nei locali delle case diocesane; ogni tipo di alcolico é categoricamente vietato e sarà ritirato e consegnato ai genitori al rientro;

COSA PORTARE:

Documento d’identità, tessera dell’AC relativa all’anno 2011-2012, lenzuola e federa o sacco a pelo (la casa dispone di coperte e cuscini), asciugamani, maglione, k-way, effetti personali, berretto, scarponi, quaderno per appunti, biro e se suoni uno strumento… portalo! Può essere utile portare il Vangelo.

COSA NON PORTARE:

Somme di denaro spropositate (rischierebbero di essere spese per cose inutili); Roba da mangiare o da bere (anche acquistata successivamente), che verrà ritirata e usufruita,

da parte di tutti, nella festa dell’ultima sera; gli alcolici saranno ritirati e restituiti ai genitori; Stereo, radio, walk-man, lettore mp3, torcia, sveglie o simili (ci divertiremo anche senza); Per quanto riguarda il telefonino siamo convinti che possa essere elemento di disturbo per i

ragazzi in qualsiasi momento della giornata. Nei campi dalla I-II media, l’uso del cellulare, sarà dunque consentito solo ed esclusivamente in determinati e brevi momenti liberi della giornata (salvo casi particolari). Nei campi di IV-V elementare, invece, preghiamo i genitori di non lasciarlo ai propri figli (le case sono provviste di telefono);

L’iscrizione comporta l’accettazione consapevole a questa idea di campi scuola che vogliono essere esperienza di fede autentica, viva ed arricchente per la vita!

Le case dispongono di telefono (Sampeyre: 0175.977493 – Valdieri: 0171.97370) ed i ragazzi possono chiamare e ricevere, tendenzialmente, durante l’ora dei pasti.

Invitiamo i genitori a chiamare in casi di sola necessità.

Per quanto possibile, chiediamo di non ricevere visite che potrebbero disturbare l’andamento del campo.

PARTENZA ARRIVO

ACR

GIOVANISSIMI ore 15.30 del sabato da Alba, presso piazza Medford dietro al Tribunale;

nello stesso luogo verso le ore 10 del sabato successivo;

GIOVANI ore 8.00 del venerdì da Alba, presso piazza Medford dietro al Tribunale;

nello stesso luogo verso le ore 23.00 della domenica;

AZIONE CATTOLICA ITALIANA via Mandelli, 9 – 12051 Alba CN – 0173.290243 – www.acalba.it – [email protected]

D I O C E S I D I A L B A MODULO A – “INFORMAZIONI”

CAMPI SCUOLA DIOCESANI

ESTATE 2012 VALDIERI SAMPEYRE 16 – 23 giugno I – II MEDIA * 23 giugno – 30 giugno I – II MEDIA * IV – V ELEMENTARE * 30 giugno – 7 luglio I – II MEDIA * IV – V ELEMENTARE * 7 – 14 luglio IV – V ELEMENTARE * III MEDIA * 14 – 21 Luglio Terza età – Gli Adultissimi ** 21 Luglio – 28 Luglio I-IV SUPERIORE (Giovanissimi: 14-17 anni) * 28 Luglio – 4 Agosto Settimana biblico-culturale ** 4 – 11 Agosto ADULTI E FAMIGLIE 11 – 18 Agosto Vacanza per Adulti/Sposi/Famiglie ** 24 – 26 Agosto GIOVANI (18-30 anni) – Varazze… campo scuola sul mare della Liguria!

INFORMAZIONI E ISCRIZIONI

Le iscrizioni ai campi scuola diocesani per ADULTI, GIOVANI e RAGAZZI avverranno esclusivamente presso la sede dell’Azione Cattolica in via Mandelli 9, ad Alba, secondo il seguente calendario:

Giorno PRIMO GIORNO ISCRIZIONI Sabato 12 maggio

Giovedì 17 maggio

Sabato 19 maggio

Orario 9.00 - 12.00 (apertura via Mandelli ore 8.30) 16.30 -18.00 10.00 - 12.00

IN SEGUITO: il sabato dalle 11 alle 12

0173/290273 – [email protected]

Chiediamo di iscrivere i giovani e i ragazzi tramite le parrocchie, che sono al centro della proposta dell’Azione Cattolica. Ai don e ai responsabili chiediamo cortesemente di fare particolare attenzione al:

MODULO DI ISCRIZIONE: (modulo C) è assolutamente obbligatorio, va compilato in ogni sua parte e consegnato all’atto dell’iscrizione; senza il modulo di iscrizione la stessa non potrà essere accettata;

NUMERO ISCRIZIONI: il tetto massimo è di 15 ragazzi della stessa parrocchia nello stesso campo; in caso contrario le iscrizioni eccedenti verranno messe in coda. Questo per evitare di “riempire” il campo con pochi e grandi gruppi che snaturerebbero lo spirito diocesano dell’esperienza;

ALTERNATIVA: consigliamo per le iscrizioni ACR di segnalare un campo alternativo alla scelta preferenziale in modo tale che se il campo preferito fosse completo si possa trovare una soluzione alternativa;

ACCONTO: è previsto l’importo di 50 € cadauno da versare all’atto dell’iscrizione. L’acconto NON verrà restituito a differenza del saldo che può essere rimborsato in caso di presentazione del certificato medico;

SALDO QUOTA: è consigliabile saldare il prima possibile (per non dimenticarsi) e va comunque obbligatoriamente fatto ENTRO il sabato precedente alla partenza del proprio campo scuola il sabato dalle 11 alle 12 presso il Centro Diocesano di via Mandelli, 9 ad Alba! In caso di ritardo l’iscrizione si riterrà decaduta;

Nel primo giorno, le iscrizioni verranno accettate secondo questo ordine di Vicaria ed in ordine alfabetico di parrocchia (dalla Z alla A): Cortemilia, Langhe, Valli Belbo e Tinella, Valle Tanaro, Alba, Sinistra Tanaro, Cherasco, Roero (orario di apertura del Centro diocesano ore 8.30/12 - iscrizioni dalle ore 9.00);

Ricordiamo che a partire dal primo giorno di iscrizioni NON sarà più possibile tesserarsi all’Azione Cattolica in quanto questa scelta va fatta in parrocchia sede naturale dell’adesione all’AC!

QUOTE: NON TESSERATI TESSERATI MAIL INFO

ACR 170 €* 155 €* [email protected] MAURIZIO Tibaldi: 338/20.26.946 MASSIMILIANO Costa: 389/81.51.424

GIOVANISSIMI 170 €* 155 €*

GIOVANI 95 € 85 € [email protected]

MICHAEL Isnardi: 339/22.48.882 MONICA Fontana: 348/06.82.443

don EMILIANO Rabellino: 339/23.60.048

ADULTI 40 €/giorno 35 €/giorno [email protected] PATRIZIA Ferrero: 335/62.26.641 MASSIMO Rossi: 339/66.22.113

*In caso di gita interna sarà richiesto durante il soggiorno un supplemento di 10 €, scontato per i tesserati.

**LE ISCRIZIONI PER LE ALTRE SETTIMANE presso la Casa Diocesana di Sampeyre saranno effettate presso la “Libreria L’Incontro” di piazza Falcone (vicino a via Mandelli) ad Alba, a partire da Sabato 7 maggio;

30 Ricerca & Dialogo 31Aprile 2012

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AZIONE CATTOLICA ITALIANA via Mandelli, 9 – 12051 Alba CN – 0173.290243– www.acalba.it – [email protected]

D I O C E S I D I A L B A MODULO B – “AVVERTENZE PER L’USO”

CAMPI SCUOLA DIOCESANI - INVERNO 2009-2010 I campi scuola diocesani per giovanissimi e ragazzi a Sampeyre, sono stati organizzati allo scopo di offrire un momento di crescita cristiana, di aggregazione, di riflessione e, quindi, ci teniamo a sottolineare che non sono giorni di semplice vacanza o di solo divertimento. Vogliamo proporre dei campi che siano davvero formativi e, quindi, chiediamo a chi vi parteciperà, la capacità e il desiderio di lavorare e impegnarsi perché questo avvenga. Riteniamo fondamentali, tra gli altri, i momenti di preghiera, di confronto con la Parola di Dio, i lavori di gruppo, uno stile sobrio ed educato e il rispetto di alcune regole basilari. Ci preme già sottolineare che la notte esigeremo il silenzio e il riposo, per poter affrontare adeguatamente le attività dei giorni a seguire. Informiamo i partecipanti che in base alla legge ed ai regolamenti interni:

non sarà possibile fumare nei locali delle Case diocesane; non sarà inoltre consentito, nel campo alla III media, fumare e bere il vino ai pasti; nel campo giovanissimi sarà consentito fumare solo in determinati momenti liberi. Sarà invece

consentito bere vino con moderazione ad ogni pasto; ogni altro tipo di alcolico é categoricamente vietato;

PORTARE CON SE:

Documento d’identità, tessera dell’AC, lenzuola e federa o sacco a pelo (la casa dispone di coperte e cuscini), asciugamani, maglione, k-way, effetti personali, berretto, scarponi, indumenti da neve, guanti, sciarpa, quaderno per appunti, biro e se suoni uno strumento musicale… portalo! Può essere utile portare almeno il Vangelo.

IMPORTANTE:

Chiediamo cortesemente ma con convinzione di NON PORTARE:

Somme di denaro spropositate (rischierebbero di essere spese per cose inutili); Roba da mangiare o da bere (anche acquistata successivamente), che verrà ritirata e usufruita,

da parte di tutti, nella festa dell’ultima sera; gli alcolici saranno ritirati e restituiti ai genitori; Stereo, radio, walk-man, lettore mp3, torcia, sveglie o simili (ci divertiremo anche senza); Per quanto riguarda il telefonino, siamo convinti che possa essere elemento di disturbo per i

ragazzi in qualsiasi momento della giornata. L’uso del cellulare, sarà dunque consentito solo ed esclusivamente in determinati e brevi momenti liberi della giornata (salvo casi particolari).

L’adesione al campo comporta l’accettazione consapevole di questa impostazione,

e l’impegno dei partecipanti a realizzarla con gioia e serietà!

Le case dispongono di telefono (Sampeyre: 0175.977493 – Valdieri: 0171.97370); I ragazzi possono chiamare e ricevere, tendenzialmente, durante l’ora dei pasti.

Invitiamo i genitori a chiamare in casi di sola necessità.

Per quanto possibile, chiediamo di non ricevere visite che potrebbero disturbare l’andamento del campo. Ricordiamo infine:

PARTENZA: ore 8.30 da Alba, presso piazza Medford (non si faranno fermate intermedie). ARRIVO: è previsto nello stesso luogo verso le ore 18 circa.

ACG – Giovani e Giovanissimi

DANIELE Promio – 340/23.84.245 MICHAEL Isnardi – 339/22.48.882

DON MASSIMO Scotto – 333/35.55.340 www.acalba.it - [email protected]

ACR – Ragazzi BEPPE Fassino - 339/60.09.279 MAURIZIO Tibaldi – 338/20.26.946 MASSIMILIANO Costa – 389/81.51.424 [email protected] - www.acalba.it

AZIONE CATTOLICA ITALIANA via Mandelli, 9 – 12051 Alba CN – 0173.290243 – www.acalba.it – [email protected]

D I O C E S I D I A L B A MODULO C – “ISCRIZIONE”

MODULO OBBLIGATORIO DI ISCRIZIONE

NOME: MASCHIO FEMMINA

COGNOME: Suono uno strumento:

NATO/A IL: A: CITTA’ di residenza: PARROCCHIA DI: CAP VIA: N° TELEFONO casa: E-MAIL: CELL. ragazzo: CELL. genitore: (se minorenne)

CAMPI SCUOLA DIOCESANI – ESTATE 2012 (indicare una singola scelta)

IV-V ELEMENTARE – Sampeyre (23 giu-30 giu) IV-V ELEMENTARE – Sampeyre (30 giu-7 luglio) IV-V ELEMENTARE – Valdieri (7-14 luglio)

I-II MEDIA – Valdieri (16-23 giugno) I-II MEDIA – Valdieri (23 giugno-30 giugno) I-II MEDIA – Valdieri (30 giugno-7 luglio)

III MEDIA – Sampeyre (7-14 luglio) ADULTI E FAMIGLIE** – Sampeyre (4-11 agosto) arrivo il _____________ partenza ___________

GIOVANISSIMI I-IV superiore (14-17 anni) – Sampeyre (21 luglio-28 luglio) GIOVANI* (18-30 anni) – Varazze, sul mare della Liguria! (24-26 agosto)

ASPETTI SANITARI (indicare eventuali problemi di salute)

MALATTIE PREGRESSE:

Epilessia Asma bronchiale

Allergie alimentari Allergie ai farmaci

Enuresi notturna Problemi cardiaci

ALTRE INDICAZIONI:

In caso di malattie croniche, particolari allergie o terapie mediche da proseguirsi durante il soggiorno occorre allegare la certificazione medica con le indicazioni del caso

PAGAMENTO (indicare una singola scelta) 170 € (di cui 50 € come acconto all’atto dell’iscrizione). Nella quota è compresa la copertura assicurativa.

L’eventuale uscita interna al campo scuola (10 euro) è a parte e non sarà scontata; 155 € (di cui 50 € come acconto all’atto dell’iscrizione) in quanto mio figlio/a ha aderito all’AC ed é

possessore della tessera n°_________________________ la quale contribuisce a sostenere i costi e da diritto alla copertura assicurativa. L’eventuale uscita interna (10 euro) sarà scontata;

*GIOVANI: 95 € (di cui 50 € come acconto all’atto dell’iscrizione) compresa la copertura assicurativa; *GIOVANI: 85 € (di cui 50 € come acconto all’atto dell’iscrizione) in quanto ho aderito all’AC e sono

possessore della tessera n°_________________________ la quale contribuisce a sostenere i costi e da diritto alla copertura assicurativa;

**ADULTI E FAMIGLIE: 50 € come acconto all’atto dell’iscrizione. La quota sarà di 35 € al giorno per i tesserati e 40 € al giorno per i non tesserati all’Azione Cattolica da versare a Sampeyre;

È possibile aderire all’AC presso il vostro Presidente Parrocchiale; quote 2011-2012: 10 € ACR, 15 € GIOVANISSIMI (14-17 anni) e 20 € GIOVANI (18-30 anni) ed ADULTI… più ulteriori sconti famiglia!

DATI SENSIBILI Autorizzo l'Azione Cattolica Italiana e l’AC Albese al trattamento dei dati personali oggetto dell’iscrizione per fini di gestione ed amministrazione. Autorizzo altresì l'uso di eventuali foto e video per scopi di promozione e pubblicazione sui periodici, volantini, mail o sul sito internet dell’AC. Tutti questi dati verranno inoltre diffusi in modo discreto e attento all’interno degli iscritti al campo scuola per promuovere i contatti e le amicizie nate durante il soggiorno. Come da D.Lgs. n°196 del 2003 potrò in qualsiasi momento chiederne la cancellazione.

Dichiaro di aver preso attentamente visione e di accettare in ogni sua parte e senza eccezioni il MODULO B – “Avvertenze per l’uso”, contenente le raccomandazioni, i consigli e alcune regole essenziali per poter partecipare e vivere al meglio, in modo sereno e costruttivo il campo, perché credo che siano essenziali per la crescita personale e il buon esito del campo scuola.

FIRMA del ragazzo/a___________________ e FIRMA del genitore___________________

(se ragazzo/a minorenne)

NUMERO ISCRIZIONE

ACCONTO

esercizi Spirituali per adulti e famiglie

guidati da don Gianluca Zurra

da domenica 29 aprile a martedì 1 maggio

presso la casa diocesana di SampeyrePellegrinaggio Diocesano

della terza etàgiovedì 17 maggio ore 9.00

presso il Santuario della madonna della moretta ad Alba

Pellegrinaggio Regionale della terza etàgiovedì 21 giugno, Ivrea

Veglia di Pentecostesabato 26 maggio dalle ore 20.00 alle 23.00

in Piazza del Duomo

Convegno ACRmercoledì 25 aprile dalle ore 9.00 alle 17.00

in Seminario

Per informazioni e/o iscrizioni

potete scrivere a [email protected]

o chiamare lo 0173 290243

32 Ricerca & Dialogo

Noi credenti sentiamo, nel fondo dell’anima, [...] che chi definitivamente recherà a

salvamento la società presente non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo,

anzi una società di santi

Conviene finalmente instaurare Cristo non più soltanto nell’interiore delle coscienze ma

altrettanto nei rapporti sociali

Da“Per una società di Santi” di Giuseppe Toniolo.

Da “La genesi storica dell’odierna crisi sociale ed economica”, di Giuseppe Toniolo.

Franco miano, presidente dell’Azione Cattolica, vede nello storico ed economista cattolico della

seconda metà dell’Ottocento, uno dei precursori dell’impegno civile dei cattolici italiani, vede

una ‘’misura alta della testimonianza cristiana ed un modello in tempi di ricerca difficile di quale

possa essere il ruolo dei cattolici oggi’’. Per Miano, la sua elevazione agli altari rafforza nell’Azione

Cattolica una ‘’convinzione profonda che deriva dalla nostra storia: che sia importante e decisivo

lavorare dall’assunzione delle responsabilità da parte dei laici’’. ‘’L’insegnamento che Toniolo ci dà -

dice il presidente dell’AC - è l’insegnamento di una grande capacità di assumersi responsabilità là

dove la responsabilità è prima di tutto quella responsabilità che deriva dalla storia in cui sei immerso

e a cui sei chiamato a dare una risposta, alla luce della fede, ma facendo in modo che quella fede

diventi vita, diventi storia effettiva’’.

Al di sopra degli stessi legittimi beni ed interessi delle singole nazioni e Stati vi

è una nota inscindibile che tutti li coordina ad unità, vale a dire il dovere della

solidarietà umana, con l’interesse di cooperare tutti armonicamente, con eguale,

libera e meritoria emulazione, al comune incivilimento.

Giuseppe Toniolo, padre nobile dell’Azione Cattolica, sarà beatificato

giovedì 29 aprile a Roma, nella Basilica Papale di San Paolo Fuori Le Mura.