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3 maggio 2011 anno IX - n. 17 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci Con la Cgil per i diritti e la democrazia Non c’è dubbio che uno sciopero generale nazionale sia un evento pubblico rilevante nella vita del paese. Eppure sulla mobilitazio- ne indetta dalla Cgil per il 6 maggio è calato il silenzio dei grandi media, occupati da valan- ghe di notizie sulle nozze dei reali d’Inghilterra o sulla beatificazione di Papa Wojtyla. Neppure la festa del primo maggio è servita a superare la rimozione collettiva del tema del lavoro, che la Costituzione pone a fondamen- to del patto di cittadinanza. Sono altre le prio- rità dell’agenda politica, come lo scontro sur- reale dentro il governo fra guerrafondai doc e pseudo pacifisti xenofobi. Arcireport ha scelto invece lo sciopero di venerdì come appuntamento centrale di que- sta settimana. L’Arci condivide e sostiene le ragioni che hanno indotto la Cgil a convocar- lo. Ragioni che vanno ben oltre l’ambito delle sacrosante rivendicazioni dei lavoratori e riguardano il futuro di tutti i cittadini e della nostra democrazia. La crisi sta producendo effetti pesanti sulle condizioni materiali di vita delle persone: cre- scono le disuguaglianze, la povertà e il dis- agio di larga parte del paese; la disoccupazio- ne giovanile tocca livelli ormai insostenibili, di vera emergenza. Urge una seria politica di redistribuzione delle risorse e il rafforzamento del sistema di welfare con adeguate misure a sostegno delle fasce più deboli. Ma il governo continua a negare la gravità della situazione e scaricare il costo della crisi su lavoratori, giovani, pensionati. Taglia la spesa in tutti i settori del welfare, riduce i fondi per la scuola e la cultura, toglie risorse a Regioni e Comuni privando milioni di famiglie dei servizi essenziali. È intollerabile che si chiedano ancora sacrifici a chi ha poco men- tre non si fa niente per recuperare risorse dagli evasori e non si toccano rendite e gran- di patrimoni. È scandalosa l’assenza di una strategia di uscita dalla crisi. Non ammettere gli errori di una politica che ha favorito gli speculatori a danno dell’economia produttiva, che ha per- seguito la competitività del Paese sulla pelle dei lavoratori. Serve un’inversione di rotta verso la riconversione ecologica dell’econo- mia e delle politiche energetiche, investire su ricerca e formazione, sull’economia sociale e la valorizzazione dei beni comuni. Per questo saremo in piazza, contro le scelte di chi sta svendendo il futuro del paese, per rimettere al centro dell’agenda il lavoro e i diritti, i valori della democrazia e della coesione sociale. I n Tunisia una delle tre nuove commis- sioni istituzionali discute di verità e giu- stizia per le vittime della dittatura. Nel paese si tengono riunioni affollate, si studia, si guarda nel dettaglio l’esperienza sudafri- cana e le altre che, con risultati alterni, hanno provato a sostituire la vendetta con la giustizia. Si respira aria di civiltà. La stessa aria c’è dentro le Convenzioni di Ginevra. Sono parte integrante del diritto internazionale e affrontano un paradosso che pare irrisolvibile. Una lunga serie di trat- tati impongono ai combattenti il rispetto del- l’umanità. La prima se la inventò Henri Dudant dopo aver visto gli orrori della batta- glia di Solferino nel 1859. Quella sul tratta- mento dei prigionieri di guerra è del 1849. Molto più antica è la discussione sul tiranni- cidio, aperta dal filosofo Giovanni di Salisbury che visse nel 1100. Scrisse che il popolo poteva uccidere il sovrano se egli avesse violato il patto con le leggi divine. E in questa discussione si sono impegnate menti eccelse per quasi mille anni. L’Occidente del Terzo Millennio consegnerà invece ai posteri le foto taroccate di Bin Laden massacrato, i video con il sangue di un figlio di Gheddafi, il clip di Saddam Hussein appeso al cappio. Ha risolto così, come in un telefilm di bassa lega, interroga- tivi etici, giuridici, politici su cui si sono arro- vellati secoli di Storia. I ragazzi di New York fanno festa per la morte del nemico. Non è colpa loro se il messaggio culturale di questo nostro mondo dice che l’unica alternativa all’ingiu- stizia e alla violenza è la guerra, la vendetta e l’assassinio. La vendetta non costruisce la pace Il 6 maggio lo sciopero generale proclamato dalla Cgil Articoli a pagina 2 unitic’èpiùsenso Più senso alle idee. Più energia ai progetti Scegli di dare all’Arci il tuo 5X1000 codice fiscale 97054400581

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3 maggio 2011anno IX - n. 17

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

Con la Cgil per i diritti e la democrazia

Non c’è dubbio che uno sciopero generalenazionale sia un evento pubblico rilevantenella vita del paese. Eppure sulla mobilitazio-ne indetta dalla Cgil per il 6 maggio è calato ilsilenzio dei grandi media, occupati da valan-ghe di notizie sulle nozze dei reali d’Inghilterrao sulla beatificazione di Papa Wojtyla. Neppure la festa del primo maggio è servita asuperare la rimozione collettiva del tema dellavoro, che la Costituzione pone a fondamen-to del patto di cittadinanza. Sono altre le prio-rità dell’agenda politica, come lo scontro sur-reale dentro il governo fra guerrafondai doc epseudo pacifisti xenofobi.Arcireport ha scelto invece lo sciopero divenerdì come appuntamento centrale di que-sta settimana. L’Arci condivide e sostiene leragioni che hanno indotto la Cgil a convocar-lo. Ragioni che vanno ben oltre l’ambito dellesacrosante rivendicazioni dei lavoratori eriguardano il futuro di tutti i cittadini e dellanostra democrazia.La crisi sta producendo effetti pesanti sullecondizioni materiali di vita delle persone: cre-scono le disuguaglianze, la povertà e il dis-agio di larga parte del paese; la disoccupazio-ne giovanile tocca livelli ormai insostenibili, divera emergenza. Urge una seria politica diredistribuzione delle risorse e il rafforzamentodel sistema di welfare con adeguate misure asostegno delle fasce più deboli.Ma il governo continua a negare la gravitàdella situazione e scaricare il costo della crisisu lavoratori, giovani, pensionati. Taglia laspesa in tutti i settori del welfare, riduce i fondiper la scuola e la cultura, toglie risorse aRegioni e Comuni privando milioni di famigliedei servizi essenziali. È intollerabile che sichiedano ancora sacrifici a chi ha poco men-tre non si fa niente per recuperare risorsedagli evasori e non si toccano rendite e gran-di patrimoni.È scandalosa l’assenza di una strategia diuscita dalla crisi. Non ammettere gli errori diuna politica che ha favorito gli speculatori adanno dell’economia produttiva, che ha per-seguito la competitività del Paese sulla pelledei lavoratori. Serve un’inversione di rottaverso la riconversione ecologica dell’econo-mia e delle politiche energetiche, investire suricerca e formazione, sull’economia sociale ela valorizzazione dei beni comuni. Per questosaremo in piazza, contro le scelte di chi stasvendendo il futuro del paese, per rimettere alcentro dell’agenda il lavoro e i diritti, i valoridella democrazia e della coesione sociale.

I n Tunisia una delle tre nuove commis-sioni istituzionali discute di verità e giu-stizia per le vittime della dittatura. Nel

paese si tengono riunioni affollate, si studia,si guarda nel dettaglio l’esperienza sudafri-cana e le altre che, con risultati alterni,hanno provato a sostituire la vendetta con lagiustizia. Si respira aria di civiltà. La stessa aria c’è dentro le Convenzioni diGinevra. Sono parte integrante del dirittointernazionale e affrontano un paradossoche pare irrisolvibile. Una lunga serie di trat-tati impongono ai combattenti il rispetto del-l’umanità. La prima se la inventò HenriDudant dopo aver visto gli orrori della batta-glia di Solferino nel 1859. Quella sul tratta-mento dei prigionieri di guerra è del 1849. Molto più antica è la discussione sul tiranni-cidio, aperta dal filosofo Giovanni di

Salisbury che visse nel 1100. Scrisse che ilpopolo poteva uccidere il sovrano se egliavesse violato il patto con le leggi divine. Ein questa discussione si sono impegnatementi eccelse per quasi mille anni.L’Occidente del Terzo Millennio consegneràinvece ai posteri le foto taroccate di BinLaden massacrato, i video con il sangue diun figlio di Gheddafi, il clip di SaddamHussein appeso al cappio. Ha risolto così,come in un telefilm di bassa lega, interroga-tivi etici, giuridici, politici su cui si sono arro-vellati secoli di Storia. I ragazzi di New York fanno festa per lamorte del nemico. Non è colpa loro se ilmessaggio culturale di questo nostromondo dice che l’unica alternativa all’ingiu-stizia e alla violenza è la guerra, la vendettae l’assassinio.

La vendetta non costruisce la pace

Il 6 maggio lo sciopero generale proclamato dalla CgilArticoli a pagina 2

unitic’èpiùsensoPiù senso alle idee. Più energia ai progetti

Scegli di dare all’Arci il tuo 5X1000codice fiscale 97054400581

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2scioperogenerale

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I l bilancio dei 36 mesi di governoBerlusconi è assolutamente negativo.L'economia è depressa e mentre gli

altri paesi hanno investito in ricerca e for-mazione, l'Italia stenta ad agganciare la fle-bile ripresa. Così la disoccupazioneaumenta, insieme alla pressione fiscale. Ilgoverno del ‘meno tasse per tutti’ ha infattireso più ricco solo chi già lo era. I lavorato-ri subiscono l'abbassamento delle loro tute-le e i diritti non solo sono messi a repenta-glio, ma vengono ormai usati come 'mercedi scambio' per ottenere un lavoro purchésia. Per non parlare dello stato sociale, che èstato tagliato indiscriminatamente. Il fondoper la non autosufficienza cancellato insie-me a tagli immorali alle persone con di-sabilità, messe tutte nel grande calderonemediatico dei 'falsi invalidi'. Sono penaliz-zati i pensionati 'normali' (si salvano solo lepoche pensioni d'oro), ma soprattutto vienenegato il futuro ai giovani, umiliato il lavoroe la dignità delle donne. Contro tutto ciò la

Cgil chiama i lavoratori a scioperare il 6maggio per ribadire la richiesta di nuoverisorse finanziarie per la ripresa, l'investi-mento sul futuro, la regolarizzazione deiprecari e una prima redistribuzione dellaricchezza in un paese ormai ai primi postinelle classifiche mondiali della ineguaglian-za e dove continua a farla da padrone larendita finanziaria e immobiliare. Per questo, il fisco come «strumento di giu-stizia sociale» e il lavoro come «via per lacrescita» saranno i due grandi temi al cen-tro di uno sciopero che ha come obiettivoprioritario la svolta nelle politiche economi-che. È ora di cambiare aria e di mobilitaretutte le risorse sane del Paese che sonostate umiliate in questi anni di governo-nongoverno del centro destra. Si tratta di uno sciopero molto difficile per-ché ancora una volta la Cgil è stata costret-ta ad organizzarlo da sola. Ed è difficile per-ché l'interlocutore naturale, il governo, inquesto momento non è credibile, è semprepiù distratto, se non dichiaratamente ostile

non tanto (o non solo) alla Cgil, ma a tuttoil mondo del lavoro. Non è un caso che daimportanti ministri si continuino a sentireaffermazioni sul lavoro e sulla ‘voglia dilavorare’ che non sono credibili neppure neirepertori più scontati del pregiudizio e delluogo comune.È poi uno sciopero difficile perché deveottenere qualcosa di tangibile per i lavora-tori e per i giovani precari. Ma questo èforse il punto di novità rispetto al recentepassato. Nonostante la divisione sindacale e i ripetu-ti tentativi di isolamento politico, la Cgil rico-mincia a portare a casa risultati importanticome è stato nel caso della vittoria sullarichiesta di rielezione delle Rsu del pubbli-co impiego, del contratto delle Poste - cheha invertito la tendenza che sembrava ine-ludibile agli accordi separati - e perfino losciopero unitario del commercio contro laprovocazione dei negozi obbligatoriamenteaperti anche il primo maggio, nonché letante cause vinte contro la ministraGelmini. Poca cosa? Forse, ma sono primisegnali concreti che possono riaprire i gio-chi.

Uno sciopero generale per ripartire. Al centro i temi del fisco e del lavoro

Disoccupazione einattività al 18%I dati ufficiali sul mercato del lavoro non rac-contano tutto. Ne è convinta la Cgil, secondola quale le ultime rilevazioni dell'Istat sullasituazione occupazionale restituiscono unaversione più realistica, ma manca ancora untassello, cioè i lavoratori in cassa inte-grazione. L'istituto ha infatti reso nota la cifradi un esercito di scoraggiati pari a 1,5 milionidi italiani che vorrebbero lavorare ma noncercano attivamente lavoro perché convinti dinon trovarlo. Un numero che va sommato ai2,1 milioni di disoccupati ufficiali.Nel complesso coloro che si percepiscono incerca di occupazione sono quindi 4.397.000.Una platea che porta il dato di disoc-cupazione del 2010, pari all'8,42%, al16,55%. Inoltre, considerando i cassintegratia zero ore pari a oltre 576mila persone, si de-termina una percentuale complessiva di di-soccupazione e inattività del 18,32%. Per la Cgil, se non si interverrà al più presto,questo dato che contempla inattivi e cassin-tegrati sarà quello vero a tutti gli effetti. Questinumeri vanno infatti letti in relazione alle tanteaziende in crisi che ancora non trovano solu-zioni, dove quindi il passaggio potrebbeessere dalla cig alla disoccupazione.

arci

n. 17 3 maggio 2011

Tante proposte concrete per il lavoro e peril Paese: così la Cgil ha deciso di caratte-rizzare la chiamata allo sciopero generaledel 6 maggio.Il primo punto è dedicato all'uscita dallacrisi. Viene proposto un sistema di ammor-tizzatori sociali che copra tutti coloro chehanno perso il lavoro, promuovendo alcontempo nuova e buona occupazione epotenziando l'economia con investimenti inopere pubbliche, innovazione e ricerca.Per un fisco più giusto, si chiede una veralotta all'evasione, un alleggerimento dellatassazione a famiglie di lavoratori e pen-sionati, un aumento del prelievo su tran-sazioni speculative, rendite e grandi ric-chezze. Per una nuova politica industrialesi propone il riordino degli incentivi, pun-tando su innovazione e ricerca specie alsud e su misure che favoriscano la ricon-versione verso produzioni sostenibili. Per la formazione, si chiedono investimen-ti sul diritto allo studio, puntando sulla qua-lità dell'offerta formativa, sulla cultura, sullavalorizzazione del patrimonio artistico.Per un welfare più efficace si chiede difinanziare adeguatamente il sistema sani-

tario, il fondo per le politiche sociali, quelloper la non autosufficienza, e di definire unpiano nazionale contro la povertà e l'esclu-sione sociale.Per i giovani, si chiedono interventi straor-dinari per creare occupazione e sradicarela precarietà; per le donne incentivi fiscaliall'occupazione, garanzie concrete per ildiritto alla maternità, una legge che impe-disca le c.d. dimissioni in bianco.Per una vera politica di accoglienza ènecessario, secondo la Cgil, regolarizzarei lavoratori immigrati oggi in nero, fornirelivelli essenziali di welfare, regolare i dirittidi cittadinanza a partire dal diritto di voto.Sul federalismo, il sindacato chiede chevengano definiti i livelli essenziali delle pre-stazioni sociali, garantendo risorse ade-guate agli enti locali.Infine, sul tema della democrazia sindaca-le, la Cgil chiede di eleggere le Rsu in tuttii settori privati, misurare la rappresentativi-tà dei sindacati in base agli iscritti e ai votiricevuti nell'elezione delle Rsu, garantire ailavoratori di poter esprimere un voto vinco-lante sugli indirizzi e sugli esiti contrattuali. Info: www.cgil.it

Dalla protesta alla proposta: 12 punti per costruire un paese diverso

Un articolo di Enrico Panini, segretario nazionale Cgil

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I l 28 aprile si è tenuta a Gerusalemmela cerimonia di chiusura della primaparte del progetto del Youth Deve-

lopment Program (YDP), un progettosostenuto dall'Youth Development De-partment (YDD), con il sostegno e finan-ziamento del Consolato Generale d'Italia aGerusalemme, il Palestinian MunicipalitiesSupport Program (PMSP), Arcs e ProgettoSviluppo della Cgil, la Fondazione AngeloFrammartino Onlus e una decina di realtàassociative locali. Un importante progetto biennale di soste-gno ai giovani palestinesi di Gerusa-lemme. Il progetto si prefiggeva diversiobiettivi, i principali erano quelli del recu-pero della dispersione scolastica, il soste-gno alle famiglie degli studenti, l'orienta-mento dei giovani per la ricerca di lavoro eopportunità professionali, la riduzione dellivello di disoccupazione giovanile.

Il lavoro di Arcs si è rivolto soprattuttoall'accrescimento della formazione e dellecapacità del personale dei partner locali edegli operatori sociali delle associazionicoinvolte: African Community Society,Arab Chatolic Scout, Saraja, Nidal e BurjAl Luq Luq. La cerimonia è stata un mistodi saluti ufficiali (sono intervenuti tra gli altriil console italiano Luciano Pezzotti, il diret-tore del YDD Mazen Ja'Bari, Sabrina Bre-veglieri della Cgil e di quello che - mi spie-gano - è di fatto il sindaco di Gerusalemmeest, oltre ai rappresentanti di varie asso-ciazioni e reti locali), inni nazionali con lebandiere e la retorica tipica di questogenere di cerimonie (compreso il mio inter-vento), intervallati da spettacoli di folklore,tra i quali hanno spiccato per motivi diver-si, gli scout con le loro cornamuse, retag-gio del protettorato britannico, una giova-nissima compagnia di ballo composta da

una decina di ragazze in abiti tipici e un'en-samble di ragazzi di origine africana, chehanno fatto uno straordinario spettacolo dipercussioni con materiale di riciclo e che èriuscita ad infiammare la sala. Infine nonpotevano mancare le targhe commemora-tive con relative strette di mano. Forte esentito l'omaggio dedicato a VittorioArrigoni, ucciso recentissimamente aGaza e ad Angelo Frammartino, già anno-verati tra i martiri della causa Palestinese.Una cerimonia in fondo molto sentita dallafolta platea soprattutto giovanile, e che hatestimoniato la bontà del progetto e deirisultati raggiunti, ed evidenziato la neces-sità di un ulteriore sforzo per la sua conti-nuazione, per poter proseguire una difficilema importante battaglia per il sostegno e idiritti delle nuove generazioni di studentipalestinesi.Info: [email protected]

internazionali

arcireport

S i è svolta ad Hammamet la riunionedel comitato di coordinamento delForum Sociale Maghreb-Mashrek.

Erano presenti organizzazioni sociali diTunisia, Egitto, Marocco, Algeria, Palesti-na, Giordania; per Siria e Libia personedell'esilio; per l'Europa Arci, Attac Francia ediverse associazioni di maghrebini all'este-ro. C'erano il Grap (il comitato brasilianodei fondatori del Fsm) e Alternative Cana-da. Il comitato ha costituito al suo internoun gruppo di lavoro Euro-Maghreb-Mashrek per coordinare l'iniziativa sullequestioni comuni a tutta l'area. Si tratta diuno spazio importante perché permette diaccrescere le relazioni e favorire il lavorocomune, ma soprattutto perché è basato asud, a differenza di tutte le reti Euromedesistenti. Può dunque diventare il conteni-tore unitario internazionale di tutte le inizia-tive già in cantiere. Nei prossimi mesi siterranno diversi Forum tematici nella regio-ne. Intanto si verificherà se esistono le con-dizioni per tenere in Egitto il prossimo announ Forum Mondiale per la Palestina, acco-gliendo la richiesta dei palestinesi di orga-nizzare un grande evento che gli permettadi ritrovarsi tutti insieme e di lanciare, con imovimenti di tutto il mondo, una campagnaunitaria. Sempre nel 2012 si terrà il ForumSociale del Maghreb e si è aperta la dis-cussione sulla possibilità di avanzare la

candidatura del Maghreb per ospitare ilForum Sociale Mondiale del 2013. La pro-posta, che troverebbe ampio consenso,richiede però una riflessione sulla concretapossibilità di realizzare un Forum in unaregione alle prese con cambiamenti epo-cali, dove è difficile prevedere quale sarà lasituazione tra due anni. Nel dibattito politico ha avuto grande spa-zio la questione tunisina. Tutti consideranomolto importanti gli sviluppi di quella situa-zione: da lì è partita la sollevazione nelmondo arabo e il paese è percepito comeun termometro di ciò che le rivolte potran-no produrre nell'area. La situazione è mol-to complessa. Si sta lavorando alle regoleper l'elezione della Assemblea Costituente,ma il tema politico è la necessità di costrui-re un fronte democratico per evitare di con-segnare il paese agli islamisti e/o alle forzericiclate del regime. Si avverte la man-canza di un programma, di un progetto disocietà, non ci sono leader politici e socia-li. La fragilissima società civile organizzatada un lato partecipa alla commissione poli-tico-istituzionale, dall'altro lavora per nondisperdere la partecipazione popolare. Èurgente dare risposte all'emergenza socia-le, al tema del lavoro, della laicità dellostato, al ruolo che i giovani devono conti-nuare a esercitare, alla richiesta di giustiziaper le vittime della repressione, al proble-

ma dei diritti dei migranti, sia quelli diretti inEuropa sia quelli in transito nel Paese. Gliegiziani hanno sottolineato le differenzedella loro esperienza rispetto alla Tunisia.La rivoluzione in Egitto è nata nei centriurbani. Il suo cuore sono stati i giovanidella classe medio alta. Il ruolo di Internete dei blogger è stato più importante. Unodegli elementi fondamentali di PiazzaTahrir è stata l'unità interreligiosa, fonda-mentale in un paese dove il regime hasempre cercato di indirizzare i conflittisociali verso quello religioso. L'esercito haavuto e ha un ruolo centrale e condizio-nante, mentre è in atto un tentativo di limi-tare la partecipazione alla vita politica. Per quel che riguarda la Libia, infine, èstata unanime la solidarietà con il popolo inrivolta e unanime la convinzione dellanecessità per tutta l'area di liberarsi daGheddafi, ma quasi tutti hanno ancheosservato che la scelta dello scontro arma-to è stata controproducente, mentre l'inter-vento occidentale getta un'ombra sul futurodel paese. L'unico libico presente ha volu-to sottolineare che il problema dell'interes-sata ingerenza occidentale si sarebbepotuta evitare se paesi non europei aves-sero raccolto la richiesta d'aiuto, come larisoluzione Onu d'altronde avrebbe con-sentito. Info: [email protected]

Nasce lo spazio Euro-Maghreb-Mashrek.Il resoconto del dibattito e delle decisioni assunte

Si chiude la prima parte del progetto di sostegno ai giovani palestinesiDurante la cerimonia ricordati Vittorio Arrigoni e Angelo Frammartino

n. 17 3 maggio 2011

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4solidarietàinternazionale

arcireport

Per continuare a testimoniare la verità, persostenere la società civile palestinese estare dalla parte della dignità e dei diritti,per continuare a portare avanti le idee e isogni di Vittorio Arrigoni e di tutti coloro cheper raccontare la verità hanno speso lavita, anche quest'estate l'Arci organizza ilcampo di lavoro in Palestina.Il campo si terrà dal 15 al 24 luglio; i volon-tari avranno la possibilità di conoscere davicino la realtà di diverse città dei territoripalestinesi occupati. Nei primi cinque giorni il gruppo prenderàparte al campo internazionale organizzatoda OPGAI (Occupied Palestinian andGolan Advocacy Initiative) a Beit Sahour,Betlemme. Insieme ad altri giovani palestinesi i volon-tari parteciperanno a workshops sullasituazione dei giovani in Palestina e a lavo-ri di rivalutazione di alcune aeree (giardinipubblici, quartieri e villaggi). Si recherannoa Gerusalemme, Hebron e Jericho visitan-do campi profughi e siti interessanti percapire più a fondo la situazione palestine-se. Nei giorni seguenti, al campo interna-zionale i volontari incontreranno le orga-

nizzazioni partner di Arcs in Palestina, chesi occupano principalmente di diritti deiminori e delle condizioni dei giovani. In particolare, conosceranno il Defence forChildren International-Palestina, che sioccupa di diritti dei minori, con un focusparticolare sulla condizione dei minoripalestinesi detenuti nelle carceri israelia-ne; lo Youth Development Department,entità di riferimento su Gerusalemme perquanto riguarda le attività rivolte ai giovanie ai bambini nell'area; la Beit DoqquDevelopment Society, che si occupa dicoordinare le attività nel villaggio di BeitDoqqu dove Arcs ha un progetto di svilup-po agricolo legato alla partecipazione dellefasce della popolazione più deboli, inmodo particolare donne e giovani.La quota di partecipazione al campo è di1150 euro: comprende vitto, alloggio, spo-stamenti interni e il viaggio dall'Italia. Le iscrizioni rimarranno aperte fino al 31maggio. Per maggiori informazioni e per l’iscrizioneè possibile contattare l'indirizzo email [email protected]: [email protected]

S ala del Consiglio Provinciale colmaa Palazzo Valentini a Roma perassistere all'annuale conferenza

della Fondazione intitolata ad AngeloFrammartino, giovane pacifista ucciso nel2006 durante un campo di lavoro con ibambini della città vecchia di Gerusalem-me.L'incontro, giunto quest'anno alla quartaedizione e fortemente partecipato, si è pro-posto come occasione di presentazionedelle attività svolte durante l'anno2010/2011, e, in particolare, dei lavori reliz-zati nell'ambito del 3° concorso per Borsedi studio Angelo Frammartino, Giovanipensieri per una cultura di pace. Nellastessa occasione è stato lanciato il nuovobando per l'assegnazione delle borse distudio per l’anno 2011/2012.La continuità che la Fondazione ha sceltodi dare a questo progetto, insieme a molterealtà istituzionali e associative, è sintomodi una specifica scelta, quella di investirenella formazione dei giovani, nella convin-zione che la cultura sia il primo fondamen-tale strumento di dialogo e partecipazione. Finalità del progetto è, infatti, promuovere

opportunità di studio approfondito per gio-vani laureati sui temi della pace, dei dirittiumani e della legalità.Al bando possono partecipare giovani dietà inferiore ai trent'anni. La data di sca-denza per la presentazione delle domandeè fissata al 24 giugno. Entro il 18 luglio saranno resi noti i nomidei vincitori, ognuno dei quali sarà accom-pagnato nel suo percorso da un tutor alta-mente qualificato.Pierangelo Frammartino, presidente dellaFondazione, ha introdotto la conferenza edillustrato i risultati raggiunti. «In questi anniabbiamo ricevuto diverse centinaia didomande di partecipazione al bando. Segno che c'è nel nostro paese un fortedesiderio di approfondire le tematichelegate alla nonviolenza. In tanti casi leborse hanno consentito ai giovani vincitoridi iniziare un percorso di studi che li haportati a conseguire master o dottoratiall'estero. Sono risultati che ci riempiono disoddisfazione perché viene data una pos-sibilità a chi, ancorché meritevole, spessodeve rinunciare per mancanza di risorse».Tra il pubblico erano presenti molti studen-

ti, ma anche esperti di cooperazione inter-nazionale e rappresentanti delle istituzioni. Ha chiuso i lavori il presidente dellaFondazione Camera dei Deputati FaustoBertinotti, confermando la sua vicinanzaumana ma anche istituzionale alle attivitàpromosse dalla Fondazione.Info: www.angeloframmartino.org

La Fondazione Frammartino presenta le nuoveborse di studio. Grande partecipazione all’evento

Dal 15 al 24 luglio il campo di lavoroin Palestina. Iscrizioni fino al 31 maggio

Frammaday 2011, lagiornata conclusivaSabato 7 maggio il parco Arcobaleno diMonterotondo (RM) ospiterà l'edizione 2011del FrammaDay, una giornata di festa e soli-darietà promossa dalla Fondazione AngeloFrammartino Onlus. L'appuntamento, nato per ricordare Angelonei giorni più vicini al suo compleanno, èespressione della convinzione che farefesta possa essere l'inizio del ‘fare pace’.Alla giornata è legata anche l'iniziativa disolidarietà NonUnoDiMeno! che ha comedestinatari gli studenti in difficoltà dellescuole di Monterotondo. A partire dal primopomeriggio si alterneranno momenti dedica-ti allo sport, alla musica, al cinema, al teatro,alle arti figurative e tante altre modalità diespressione della creatività giovanile. In particolare, dalle 14 ci saranno un torneodi street basket e una lezione aperta di gin-nastica artistica circense; dalle 17 proiezio-ne di cortometraggi e Monterocktondo, einfine, dalle 20, il Frammaday sarà chiusodall'attesissimo FrammaWave: un concertoche quest'anno sarà dedicato alla musicareggae e alla musica popolare, con AllaBua, pizzica salentina, e Reggae circus conAdriano Bono.

arci

n. 17 3 maggio 2011

Dopo l’inaugurazione, che si è tenuta il 9 aprile

al circolo Insieme - Casseta Populardi Grugliasco (To), prosegue

la presentazione della mostra Over thewall con le fotografie di Jacopo Sant e Luca Culeddu. Il 5 maggio alle 21presentazione presso il circolo ArciSoce, in via Matteotti 16, a seguire,

serata palestinese. È possibilevisionare la mostra fino al 26 maggio,

ingresso riservato ai soci Arci.L’iniziativa è realizzata in

collaborazione con Arci Valle Susa,Arcs e Associazione Red House

CIRIE’ (TO)

notizieflash

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Il 2 maggio, dopo un lungo tira e molla conla Prefettura, siamo riusciti ad entrare inCorelli per tre ore. Alle 12.30 ci hannoespulso dal centro per questioni di ordinepubblico. È scoppiata una rivolta, conmaterassi bruciati, rumori di vetri frantuma-ti e poi silenzio. La gestione dell'ordine pub-blico si è palesata in pochi minuti: 3 camio-nette di carabinieri in assetto antisomossa,caschi e manganelli usciti dagli armadiettidella polizia di Stato, vigili del fuoco, ambu-lanze e l'ordine di uscire per gli osservatoriesterni. Risultato: 7 arresti per danneggia-mento e resistenza. Prima della rivolta,Corelli ha aperto le sue viscere e reso visi-bili storie di uomini e transessuali dimenti-cati e celati, lacrime e tagli sul corpo per itentativi ordinari di suicidio. Dai muriammuffiti emergono 3 ragazzi tunisini, conla stessa maglietta e sguardo, a cui hannorevocato il permesso umanitario per averpartecipato (forse) a una rissa davanti a uncentro commerciale di Genova. In un ango-lo della sala benessere della sezione A unragazzino tunisino piange in continuazione.Ci mostra il taglio alla gola che si è provo-cato e ci butta in faccia un pezzo della sua

storia: «Sono arrivato a Lampedusa il 10aprile, ho mangiato l'erba del mare e bevu-to acqua salata per 20 giorni, poi una gran-de barca mi ha portato vicino a Roma e unpullman a Corelli». Piange. Tutti lo guarda-no e con imbarazzo ci dicono «Noi lo con-trolliamo ma a volte dormiamo anche noi».La richiesta di avvocati veri e di comunica-re con l'esterno è comune a tutte le perso-ne, ridotte a non persone. Alcune non per-sone alle 12.30 hanno deciso di essere'persone' e di agire con l'unica cosa che ilCentro non è ancora riuscito a spegnere: ildiritto di protestare e manifestare la rabbiae l'indignazione assumendosene i rischi.Cinicamente penso che la rivolta sia unadiretta conseguenza della politica di chiu-sura totale del Centro: divieto dei cellulari, ilmeccanismo folle per le richieste di visitedei parenti, il braccio di ferro che un'asso-ciazione come l'Arci deve fare per svolgerela sua funzione di tutela dei migranti. Ognivolta che mettiamo piede in un Cie, l'Arci siassume un preciso impegno politico,umano e di rispetto verso queste personesecretate. Ricordiamocelo.Info: [email protected]

migranti

arcireport

L'arrivo dei giovani tunisini ha messoin difficoltà il governo italiano che harisposto in maniera scomposta e

contraddittoria. L'abbiamo denunciato piùvolte e a tutti i livelli. Quelli che prima eranopericolosi clandestini da espellere, d'untratto e senza fare una piega, sono diventa-ti persone da proteggere. Salvo poi tentaredi liberarsene invitandoli a lasciare il paeseper lidi migliori. Nel frattempo, coloro chefino a gennaio erano trattenuti dal regime diGheddafi e considerati indesiderabili dalministro Maroni, sono diventati profughi, neldiscorso pubblico, e quindi persone daaccogliere. Una serie di voltafaccia di cui i nostri gover-nanti non si vergognano affatto. Adesso si

è aperta un'altra partita, nella quale si stan-no buttando alle ortiche anni di esperienzaterritoriale diffusa sull'accoglienza che facapo al sistema SPRAR e di cui lo stessoMaroni si vantava all'estero.Prima si sono inventati una emergenza eadesso mettono in piedi un piano d'acco-glienza senza aver fissato regole e ruoli,accantonando completamente lo SPRAR,che pur nei suoi limiti ha dato buoni risulta-ti. Affidano alla Protezione civile, organizza-zione priva di competenze specifiche edesperienza in materia, un'attività delicatacome l'accoglienza e l'assistenza dei richie-denti asilo. E così i richiedenti asilo che arri-vano a Lampedusa - e che fino a poche set-timane fa seguivano una procedura notacon modalità e tempi certi - adesso vengo-no smistati sul territorio senza alcun criterio,se non quello della disponibilità, in progettiche prevedono al momento il solo alber-gaggio, senza che sia stata firmata alcunaconvenzione, senza la disponibilità di risor-se certe, senza regole trasparenti. Viene dachiedersi il perché di simili scelte, che sicontraddicono o addirittura si cancellano avicenda. A che scopo un'esperienza previ-

sta dalla legge e che ha dato risposte, par-ziali ma certe, per dieci anni, oggi viene boi-cottata da un'iniziativa che formalmente sichiude il 31 dicembre? L'unica risposta cheviene in mente a chi come noi vede i pro-blemi nella loro completezza, ma anchenella loro concretezza, è che si tratti di puracialtronaggine aggravata dall'ansia da pre-stazione elettorale. Il nuovo sistema d'acco-glienza affidato alla protezione civile nonha linee guida, non ha risorse certe, non haregole e metodologie. L'Arci sul territorio hasempre fatto la sua parte. Ma in questavicenda è necessario di più.Dobbiamo stare dalla parte dei rifugiati edenunciare i rischi che comporta la sceltadel nuovo sistema d'accoglienza. Va benela ripartizione regionale del piano naziona-le, così come va bene che ci siano postidisponibili in casi di flussi in tempi brevi.Ma tutto questo dev'essere gestito inmaniera civile, trasparente e unitaria, senzacreare sistemi paralleli e rifugiati di serie Ae serie B, assicurando la piena integrazio-ne con i servizi territoriali e la tutela deirichiedenti asilo, come prevede la legge.Info: [email protected]

No a un sistema d'accoglienza parallelo, privo dicompetenze, regole e risorse certe e trasparenti

Visita a un girone infernale, dove la ribellione è l'unica forma di umanità rimasta

L’Europa bocciaancora l’ItaliaLa Corte di giustizia Ue ha stabilito che la diret-tiva 'rimpatri' contrasta con la normativa italia-na che punisce con la reclusione lo stranieroirregolare che non abbia ottemperato all'in-giunzione di lasciare il territorio nazionale.Secondo la Corte, la sanzione penale com-promette la possibilità di instaurare un'efficacepolitica di rimpatrio nel rispetto dei diritti umanifondamentali. Insomma, l'ennesimo schiaffodell'Europa alla politica di Maroni, uno schiaffoche fa male perché la pronuncia della Corteprevale sulla normativa interna e il giudicenazionale dovrà disapplicare ogni disposizio-ne contraria alla direttiva e tener conto delprincipio della retroattività della pena più mite.Ma il ministro non si arrende e già ha annun-ciato la presentazione di «un decreto che ripri-stini la possibilità di espulsione diretta dei clan-destini, che la sentenza ha reso di fatto impos-sibile». Anche con la Corte Costituzionale Ma-roni ha qualche conto da regolare, dato chenon intende digerire la bocciatura dei maggio-ri poteri di ordinanza affidati dal governo ai sin-daci. Quindi, «per ovviare alla sentenza», faràapprovare un decreto urgente sulla sicurezzaurbana. E sì, perché le sentenze sgradite siaggirano, mica si applicano.

Il 5 maggio alle 18 presso il puntoarte Orientale Sicula 7 il circoloThomas Sankara presenta La letteratura ci salverà dal pregiudizio?conversazione con Amara Lakhous

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P roprio con il centro-sinistra al potere,nel 1994, è iniziato anche in Italial’assalto all’acqua e alle strutture di

un servizio idrico che era nelle mani di azien-de municipalizzate. La Legge Galli del ’94 inverità altro non faceva che declinare a pro-posito dell’acqua la politica bipartisan di pri-vatizzazione dell’intero settore pubblico. Mettendo ‘sul mercato’ Iri, Eni, Anas,Autostrade, banche ecc., il settore pubbliconon solo si spogliava di un patrimonio impo-nente, costruito nei decenni attraverso losforzo collettivo della fiscalità generale, masoprattutto rinunciava a ‘fare’ e a ‘saperfare’, illudendosi che il privato potesse sosti-tuirlo portando avanti insieme al proprio inte-resse privato anche quello pubblico. A diecianni dalla caduta del muro, con l’aperturadel nuovo millennio, il fallimento e la crudel-tà della politica del profitto globale, a quelpunto imposta senza scampo dall’Or-ganizzazione Mondiale del Commercio,divenne chiaro a tutti i movimenti, che daSeattle a Genova, fecero sentire la propriavoce sfidando una repressione sempre piùbrutale. A Cochabamba si combatteva laguerra dell’acqua e cominciava a emergereperfino fra gli economisti la nozione che i‘beni comuni’ incompatibili con la logica delprofitto non fossero necessariamente produt-

tivi di inefficienze e di tragedie, ma richiedes-sero modelli di governo alternativi, informatiall’accesso e alla partecipazione piuttostoche all’esclusione. Anche in Italia l’idea cheoccorresse ‘invertire la rotta’ rispetto alla pri-vatizzazione e al saccheggio del patrimoniopubblico cominciava a essere tanto larga-mente condivisa (almeno fra chi si occupavadi diritto) da dare il titolo a un volume di atticonclusivi di un triennale lavoro di ricercacondotto all’Accademia dei Lincei pubblicatocon largo anticipo rispetto alla ‘grande crisi’.Sul fronte dell’acqua non erano i partiti ma imovimenti a cogliere appieno l’impatto lar-gamente negativo dei primi esperimenti diprivatizzazione condotti grazie alla LeggeGalli. E più in generale furono i movimenti amonitorare la pervicacia con cui Governo,Parlamento, Confindustria, think tanks eco-nomici più o meno conservatori e giornaliborghesi seguitarono, con appena una bre-vissima soluzione di continuità a cavallo fra il2008 e il 2009, a proporre le stesse trite teo-rie liberiste destinate a portarci al tracollo glo-bale. Il 27 novembre del 2009 in Parlamentosi verificò un episodio singolare di schizofre-nia istituzionale. Mentre in Senato veniva presentato dalPresidente della Corte Costituzionale Gio-vanni Conso (presenti diversi capigruppo e

senatori di maggioranza e di opposi-zione, nonché i capigruppo regionalipiemontesi di tutti gli schieramenti)l’ambizioso disegno di legge di riformadei beni pubblici prodotto dalla c.d.Commissione Rodotà, alla Cameraveniva approvato, senza discussione econ voto di fiducia il Decreto Ronchi.Mentre il primo disegno di legge (cheoggi giace in Parlamento insieme allaproposta di legge di iniziativa popolaresull’acqua bene comune) puntava atracciare giuridicamente, valorizzare edifendere i beni comuni proprio al finedi far tesoro dell’esperienza fallimen-tare delle privatizzazioni, il DecretoRonchi obbligava alla privatizzazioneentro la fine di quest’ anno dell’ interosettore dei servizi pubblici essenziali,incluso quello idrico integrato, i tra-sporti, e la gestione dei rifiuti. In quel27 novembre è risultato chiarissimoche le condizioni per delegittimareappieno la rappresentanza indiretta diun Parlamento di nominati si eranoverificate.

Era il momento costituzionale in cui il sovra-no doveva riprendersi in mano la politica.Era il momento del Referendum. I Referendum su acqua e nucleare sonooggi l’ultima spiaggia, nel nostro paese, percercare di invertire la rotta rispetto a unmodello di sviluppo folle, che ha come unicomotore lo sfruttamento delle persone e ilsaccheggio dei beni comuni. Non possiamomancare questo appuntamento.

6referendum

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Gli artisti del concertone del primo maggio -imbavagliati sul palco da una liberatoria Rai inodore di ‘censura preventiva' - sul web diconoliberamente la loro sui referendum. Le dichiara-zioni sono state raccolte nel retropalco su ini-ziativa delle 70 organizzazioni che compongo-no il Comitato Vota Sì per fermare il nucleare. Siparte con Subsonica, Gino Paoli, EnnioMorricone, Daniele Silvestri, Eugenio Finardi eNeri Marcorè. Nei prossimi giorni verranno pub-blicate le brevi interviste rilasciate da EnzoAvitabile, Paolo Belli, Erica Mou, Autoreverse,Bandabardo', Luca Barbarossa, EdoardoBennato, Andrea Rivera, Diego Bianchi eCaparezza.«Con una inaccettabile liberatoria, che oggivogliono far passare come routine - spiega ilComitato - domenica agli artisti del primo mag-gio è stato impedito di parlare di referendum sulpalco del concertone. Quello che non hannopotuto dire davanti a milioni di spettatori, lohanno detto però davanti alle nostre telecame-re. Le loro dichiarazioni sono da oggi sulla pagi-na facebook del Comitato Vota Sì per fermare ilnucleare https://www.facebook.com/votasiper-fermareilnucleare?sk=app_128953167177144.Apriamo un varco nella cortina fumogena anti-referendum».A chi afferma che la liberatoria discende dalleregole della par condicio, il Comitato replica:«Ma quale par condicio? Magari la par condicioper i referendum fosse stata approvata! I comi-tati del Nucleare e dell'Acqua protestano da set-timane per il ritardo nell’approvazione del rego-lamento da parte della Commissione diVigilanza Rai. E pensare che la legge prevedeche avrebbe dovuto già essere non solo appro-vato ma anche applicato. Quelle che abbiamovisto all'opera domenica sono regole a sensounico, che invece di informare nascondono ireferendum del 12 e 13 giugno».

Sì ai referendum per fermare un modello di sviluppo basato sul saccheggio dei beni comuni

Contro il bavaglioimposto dalla Rai

Ladri di democraziaL’ostruzionismo della maggioranza di centro destra incommissione di Vigilanza Rai si sta ormai configurandocome l’ennesima ferita inferta alla nostra democrazia.Facendo mancare nella seduta di oggi pomeriggio ilnumero legale, si è impedito – come succede ormai dagiorni - che la Commissione adottasse il regolamento perl’informazione sui referendum, previsto dalla legge sullapar condicio. In questo modo si lede, in spregio dellaCostituzione e delle leggi, il diritto dei cittadini ad essereinformati e a formarsi liberamente un’opinione per poterpartecipare al voto con piena consapevolezza.Ci auguriamo che ciò non si ripeta nella nuova convoca-zione prevista già stasera, anche se l’atteggiamentotenuto finora dalla maggioranza non induce certo all’otti-mismo. Il governo sta già tentando di scippare i referen-dum per impedire l’espressione della volontà popolare.Non possiamo permettere che ora si metta anche il bava-glio al servizio pubblico. È necessario opporsi in tutti imodi a questo ennesimo furto di democrazia.

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Un articolo del giurista Ugo Mattei, tra gli estensori dei quesiti referendari perla ripubblicizzazione dell’acqua

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Quella di quest’anno sarà la diciottesimaGiornata mondiale per la libertà di stampaproclamata dall'Assemblea Generale delleNazioni Unite «per celebrare i principi fon-damentali della libertà di stampa, per valu-tare la situazione della libertà di stampa intutto il mondo, per difendere i media dagliattacchi alla loro indipendenza e offrire untributo ai giornalisti che hanno perso la vitanell'esercizio della loro professione».La libertà di stampa è un diritto fondamen-tale e una garanzia delle altre libertà. Il diritto a informare ed essere informati èinfatti condizione per partecipare in modoconsapevole alla vita pubblica e ai proces-si decisionali. In occasione di questa gior-nata, la Federazione nazionale della stam-pa italiana ha promosso un incontro aRoma il 3 maggio alle 10, presso la propriasede in Corso Vittorio Emanuele II 349, daltitolo Nord Africa: l'informazione più fortedei regimi. Persone, lavoro, democrazia,diritti. Le voci saranno quelle di giornalistiprovenienti dall'Egitto, dalla Tunisia,dall'Algeria e dalla Libia, una riflessione dioperatori della comunicazione e di studiosisulla stagione di rinnovamento, drammati-

ca ed esaltante, che stanno vivendo i Pae-si della fascia Sud del Mediterraneo e delmondo arabo. Interverranno la giornalistaegiziana Sahar Ramadan, la tunisina Na-bila Zayati (Ansamed) e i suoi connaziona-li Faouzi Ezzeddine (direttore della tv) eSofien Rejeb, l'algerino Mourad Slimani(caporedattore del quotidiano El Watan), ilgiornalista libico Farid Adly. Con loro alcu-ni colleghi italiani che in queste settimanehanno seguito come inviati le vicende nord-africane: Mimmo Càndito (La Stampa),Antonio Ferrari (Il Corriere della Sera), Dui-lio Giammaria (Tg1), Vincenzo Nigro (LaRepubblica). Arricchirà il confronto un'anali-si del professor Augusto Valeriani (docentedi media e politica internazionale all'Univer-sità di Bologna) sui valori dell'informazionenelle regioni interessate da processi di crisie di radicale cambiamento.Per la Fnsi parleranno il Segretario gene-rale Franco Siddi (componente dell'ExComdella Ifj, la Federazione internazionale deigiornalisti), che introdurrà l'incontro, e ilPresidente Roberto Natale (componentedello Steering Committee della Efj, laFederazione europea).

cultura

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Venerdì 6 maggio prende vita la terzaedizione di Viva il Live!, quest'annoarricchita da importanti novità. Prima

però è importante soffermarsi sul significa-to della manifestazione organizzata da Arciin collaborazione con Mei - Meeting degliIndipendenti, Rumore, Arci Tom, ProgettoPlay con il patrocinio di Regione Lom-bardia, Provincia di Mantova, Comune diMantova, Anci. Viva il Live! (dal 6 all'8 mag-gio al Tom di Mantova, Piazza Tom Be-netollo 1), rappresenta l'appuntamentonazionale per affermare l'interesse e l'impe-gno dell'associazione verso la musica live.L'Arci è l'unico operatore culturale in Italiache attraverso la sua rete di spazi associa-tivi, ed in particolare di quelli che si dedica-

no costantemente alla musica dal vivo (sututti la rete del progetto Arci Real), proponetutto l'anno e su tutto il territorio nazionalemusica dal vivo di qualità e spesso adingresso gratuito. Ce ne sarebbe a suffi-cienza per spiegare il perchè di un meetingdi tre giorni che ha come fulcro la musicaed in particolare quella live, ma non basta.A fronte di una crisi strutturale della disco-grafica la musica dal vivo è il futuro dellamusica del nostro Paese, la risposta al futu-ro di musicisti, autori e operatori ed unostrumento straordinario per il dialogo inter-culturale, l'inclusione sociale e la vivibilità diuna comunità. Eppure vi è un'assenza discelte strategiche e di sistema per lo svi-luppo di politiche culturali organiche, assi-stiamo a tagli indiscriminati ai trasferimentidallo Stato agli Enti Locali, nessun provve-dimento legislativo a sostegno del settore,aumento insostenibile dei costi di gestionedegli spazi per la musica. Tutto ciò si abbat-terà pesantemente anche sulla musica dalvivo. Per questo l'Arci organizza dal 6 all’8maggio a Mantova una tre giorni che affron-terà diversi aspetti legati al sostegno dellamusica dal vivo. Abbiamo invitato media,

artisti, etichette discografiche indipendenti,istituzioni locali a confrontarsi direttamentee condividere possibili proposte di sostegnoalla musica dal vivo (per il programma vediArcireport n.16 del 26 aprile scorso). Sututti segnaliamo Arci Real Festival, il primomeeting del progetto nazionale Real, con ilmeglio del roster 2011 che vedrà alternarsiartisti affermati come Meganoidi (sabato 7alle 23.30) ed emergenti come i Tua Madre(sempre liguri, che aprono la kermessedegli emergenti venerdì 6 alle 22), i pie-montesi Nebbia e Banda Fratelli e i parte-nopei Emiro (sabato 7 dalle 22) e per chiu-dere la domenica con i Deluded by lesbianse i Post no bills.Interviste e dirette live dei concerti in strea-ming su Arci Real Radio, la radio web vir-tuale che mette insieme il circuito delle webradio Arci (da Radio t.r.i.p. a Radio tutti libe-ri, Nova radio, Radio Cage, Border radio,Radio attiva, Toindie e molte altre).Accompagneranno il Festival le band delprogetto Play promosso da Arci Mantova eComune di Mantova. Info e streaming dawww.arcireal.comInfo: [email protected]

Viva il live! 3.0: a Mantova dal 6 all’8 maggio c’èArci Real Festival, per sostenere la musica dal vivo

Il 3 maggio si celebra la Giornata mondiale per la libertà di stampa

In scena il rischiodi fare informazioneIl rischio di fare informazione è il filo con-duttore del recital teatrale Uno scandaloitaliano, storia di Cosimo Cristina, suicida-to da Cosa Nostra, presentato a Roma il 2maggio, che ha aperto il programma dicelebrazioni della Giornata mondiale del-l’informazione. Promosso da Ossigeno perl’informazione, Biblioteca nazionale centra-le di Roma, Associazione Stampa Romanae Libera, lo spettacolo nasce per ricordarela memoria dei giornalisti uccisi in Italia damafia e terrorismo e di tutti quelli chehanno perso la vita all’estero sui fronti diguerra e di gravi conflitti, ultimo, solo inordine di tempo, Vittorio Arrigoni, ucciso aGaza lo scorso 15 aprile. Scritto e interpre-tato da Luciano Mirone, lo spettacolo rac-conta la storia di Cosimo Cristina, 25enne,corrispondente dell’Ora, assassinato aTermini Imerese nel 1960. Primo degli ottocronisti uccisi dalla criminalità organizzatain Sicilia nel dopoguerra, non ha ancoraavuto giustizia. È una delle vittime piùdimenticate. La sua storia è una denunciadei problemi che affliggono l’informazioneancora ai nostri giorni.Info: www.ossigenoinformazione.it

Per la rassegna culturale Trattas,parole senza tempo, promossa dal circolo Aggabachela in collaborazionecon l’Arci di Sassari, il 7 maggio al Teatro Verdi si terrà il concerto di Giovanni Lindo Ferretti

SASSARI

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8legalitàdemocratica

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Sono già passati sei anni da quando l’Arcipensò che fosse importante dar vita ad unanuova modalità di impegno sociale cheriuscisse ad incrociare la voglia di fare con laconcretezza, il riflettere con il sognare. Cosìnacque Liberarci dalle Spine, questa espe-rienza di pratica sociale che non è solo volon-tariato e nemmeno solo teoria politica. Nonmolto tempo fa, questo progetto sarebbe statodefinito un ‘percorso di militanza politica’, maoggi un termine di questo tipo sarebbe consi-derato antiquato e demagogico. In questi annimolte cose sono cambiate, spesso trasforma-te e modificate dalla voglia di migliorare e dallavolontà di sperimentare, esplorare, scoprire erinnovare. Al timone del rinnovamento ci sonole richieste, le critiche ma anche la tanta vogliadi fare di una moltitudine di ragazze e ragazziche spesso non superano l'età di venti anni. I nostri ragazzi e le nostre ragazze hannoriscoperto la voglia e il valore dell'ascolto, l'im-pegno a chiedere il perché delle cose e tuttoquesto non attraverso una ricerca internet suun motore di ricerca, ma relazionandosi a chicerte storie le ha vissute. Con questa consa-pevolezza ci apprestiamo ad organizzare lasettima edizione dei campi di lavoro e di stu-

dio Liberarci dalle Spine, in cui si prevede unastraordinaria partecipazione giovanile.Saranno infatti 1000 ragazze e ragazzi chesceglieranno di dedicare parte delle loro va-canze ad un impegno sociale particolare neiterreni confiscati alla ricerca di giustizia e veri-tà. Questa nuova edizione vedrà una presen-za dei nostri volontari anche in Calabria, Pu-glia e Campania. Altre cooperative, altre sto-rie, altri luoghi, altri nomi, ma stesse dinami-che di sopraffazione dei diritti sociali, stessadifficoltà di vivere con serenità. Noi abbiamoscelto, appunto, luoghi come Corleone, Cani-cattì, Catania, Melito Porto Salvo, Riace, Bari,Minervino, Mesagne. Abbiamo pensato che icooperatori , i sindacalisti e i cittadini onesti diquei luoghi potessero essere i nostri maestri;così come pensiamo che le comunità localidella Toscana, dell'Umbria, della Lombardia edell'Emilia Romagna siano i luoghi ideali doveprevenire e contrastare l'infiltrazione mafiosalocale. La ricerca della felicità comune infatti,non può essere solo un sogno desiderato, madeve divenire una pratica sociale, un nuovostile vita caratterizzato da diritti e pari opportu-nità per tutti e per tutte.Info: [email protected]

V iaggio: non c'è parola più adatta peresprimere quello che è la Carovana.Sono stati quasi 800 i chilometri che

le ruote dei due furgoni hanno percorso inPuglia. Dal foggiano al Salento attraversan-do l'intero territorio barese, la CarovanaInternazionale Antimafie ha toccato le piaz-ze, le strade e i circoli Arci di tutta la regio-ne. Un viaggio lungo e faticoso, ma «inten-so ed emozionante in ogni momento»: loricordano Benny e Dario a bordo dellaCarovana. L'esperienza del lavoro di anti-mafia sociale, attraverso il viaggio a tappedella carovana, ha permesso loro di diven-tare anche ottimi amici. I carovanieri inPuglia hanno sentito l'odore della narrazio-ne, gustato i sapori del sole, sentito il caloredella gente, ma anche conosciuto le difficol-tà di una terra in cui la mafia non è una leg-genda. E lo dimostrano i numeri che, grazieal passaggio della Carovana Antimafie inPuglia, hanno fatto in modo che questavolta stampa e televisione parlassero del-l'antimafia e della giustizia sociale. Quando il 27 aprile la Carovana Antimafie èarrivata a Cerignola, vicino Foggia, ad acco-glierla c'era Daniela Marcone, una delle voci

della grande famiglia dell'antimafia e refe-rente di Libera Memoria in Puglia. Insiemehanno incontrato le scuole e dedicato unospazio all'interno del percorso formativo allapromozione della giustizia, la difesa dei dirit-ti umani e della dignità della vita. Ad Andria,centinaia di palloncini hanno colorato il cielosopra largo Giannotti, lì dove è stato espro-priato il primo appartamento alla mafia loca-le. Giovedì 28 aprile la lezione magistrale Ibeni confiscati in Puglia tenutasi nell'aulaAldo Moro della facoltà di Giurisprudenzadell'Università di Bari ha attirato le teleca-mere e i microfoni di tutte le televisioni loca-li. Secondo i dati forniti dall'agenzia nazio-nale per i beni confiscati sono 800 i beniconfiscati in Puglia, di cui quasi 200 disloca-ti sulla città di Bari. Antonio Laudati, procu-ratore capo di Bari, si è rivolto soprattuttoalle ragazze e ai ragazzi sottolineando che55 sono le vittime innocenti per mafie sulterritorio barese nell'ultimo anno, mentre 8 aPalermo e 16 a Reggio Calabria. In Puglia,a Calimera come a Bisceglie, AlessandroCobianchi, coordinatore nazionale di Caro-vana, più volte ha ricordato che solo unen-do l'impegno civile dei cittadini al senso di

giustizia sociale sarà possibile realizzarequel modello di legalità democratica, princi-pio fondante di Carovana. Il 2 maggio, inconclusione, scuole, cittadinanza e Autoritàpugliesi hanno salutato simbolicamente icarovanieri, partecipando tutti insieme alflash mob intitolato I diritti restano in piedi,dedicato alle vittime innocenti di mafia e allemigliaia di persone disperse nel Medi-terraneo durante le traversate verso la spe-ranza. L'imbarco dal porto di Bari alla voltadi Durazzo e poi verso i Balcani ha rappre-sentato anche il passaggio ideale dellamemoria di Hiso Thelaray e di tante espe-rienze di memoria e impegno civile dallaPuglia all'Albania. [email protected]

Dopo il flash mob ‘I diritti si alzano in piedi’, la Carovana da Bari si muove verso i Balcani

Circa 1000 volontari parteciperannoai campi sui terreni confiscati alle mafie

Il bando di Musicacontro le mafieLa musica come efficace arma non violentacontro le mafie. È con questa profonda con-vinzione che il Mei - Meeting degli Indipen-denti di Faenza, e Politicamente Scorrettolanciano la seconda edizione del bandoMusica contro le mafie. Il concorso è rivoltoa musicisti di qualsiasi età che abbiano trat-tato la tematica del contrasto alle mafie ita-liane, senza distinzione di territorio. Perpartecipare è necessario compilare entro il30 settembre 2011 il modulo di iscrizionepresente nei due siti www.meiweb.it ewww.politicamentescorretto.org. Il bando è aperto a tutti i generi musicali egli artisti selezionati avranno la possibilità diesibirsi alla finalissima di Musica contro leMafie in programma il 19 novembre aCasalecchio di Reno (BO) durante la ras-segna Politicamente Scorretto 2011. Il vincitore si esibirà al MEI 2011 a Faenza. Oltre al concorso, il Mei e Politicamentescorretto hanno promosso momenti di ri-flessione e iniziative su questo tema condialoghi in diretta web tra gli ospiti delle duemanifestazioni che si svolgono nello stessofine settimana di fine novembre, l'una aCasalecchio di Reno e l'altra a Faenza.

Il 4 maggio alle 16.30 pressol’Università degli Studi di Milano

il dibattito su Strategie di contrasto e di repressione della criminalità

mafiosa. Interviene Ilda Boccassini

MILANO

notizieflash

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La giunta del sindaco di Roma Gianni Ale-manno procede nell'operazione di macelleriadel terzo settore. Un'operazione tutta politica,che nasconde, attraverso i tagli indiscrimina-ti al fondo sociale, il progetto di eliminazionedelle cooperative e associazioni di sinistra.Una dinamica di potere ricattatoria, in cui afarne le spese sono i cittadini che soffrono l'e-sclusione sociale e gli operatori che da annilavorano nel settore. Il Roma Social Pride,mercoledì 27 aprile, ha riproposto il problemadell'emergenza sociale, organizzando un pre-sidio presso la scalinata del Campidoglio aRoma. Il terzo settore denuncia il collassodelle politiche sociali al grido «Il welfare non èlusso». Centinaia di cittadini e operatori dellecooperative e delle associazioni sono scesi inpiazza a Roma, in contemporanea conGenova e Napoli, per chiedere più risorse perun servizio che sta progressivamente scom-parendo a livello nazionale. Per dare un'ideapratica, occorre sapere che il settore ha persol'80% delle risorse. Ci sono operatori che nonricevono lo stipendio da quasi un anno, eppu-re continuano ostinatamente a resistere permantenere il più alta possibile la qualità deiservizi erogati e certamente anche il loro

posto di lavoro, a cui hanno dedicato anni diformazione e sacrifici. Per non parlare dellefamiglie che hanno problemi, come figli porta-tori di handicap, anziani, emigrati, poveri, tos-sicodipendenti che non possono più ricevereun'adeguata assistenza. Il messaggio chepassa è che i servizi sociali debbano esseresempre gestiti in forma inadeguata e scaden-te, con forti limiti di gestione e di spesa.Insomma, per la mentalità politica corrente èsolo uno spreco di risorse, mentre la casta siriproduce nei suoi privilegi. Piccolo appunto dicronaca: nel corso della manifestazione diRoma, le forze dell'ordine in tenuta antisom-mossa, come se ci fossero pericolosi terrori-sti, hanno fermato e ritirato una decina didocumenti minacciando la denuncia. Unafarsa, che si è risolta con un atto di resisten-za pacifica: tutti i manifestanti hanno volutoconsegnare i propri documenti, rendendopraticamente impossibile il lavoro di rico-noscimento. Ma se la speranza è che gli ope-ratori e le famiglie mollino per stanchezza, ipolitici andranno delusi. Sui diritti acquisiti nonsi negozia, la nuova resistenza è appena ini-ziata, in attesa del 25 aprile del terzo settore.Info: [email protected]

società

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I tagli inferti ai trasferimenti statali aiComuni, la progressiva riduzione deiFondi sociali, le nuove misure restritti-

ve introdotte nel pubblico impiego, il dima-grimento degli organici pubblici impostodal Patto di Stabilità, stanno provocandoconseguenze devastanti nel sistema deiservizi sociali del nostro Paese. Un momento difficilissimo per il nostro wel-fare. Per il 2011 si va verso un impoveri-mento dei servizi pubblici dei Comuni o l'in-nalzamento delle tariffe dei servizi. Con icomuni che puntano sempre di più sull'affi-damento all'esterno dei servizi socio assi-stenziali, soprattutto alle associazioni, alloscopo di abbassare i costi con il ricorso alvolontariato. È il quadro allarmante messoin evidenza dal Quarto Rapporto nazionaledi Auser sulla relazione fra Enti Locali eTerzo Settore, presentato a Roma merco-ledì 27 aprile. Il 48,5% della spesa comu-nale per i servizi sociali, nei comuni con piùdi 50mila abitanti, è impiegata per affidareall'esterno, imprese sociali ed associazioni,la gestione di interventi e servizi sociali.

Un fenomeno cresciuto negli ultimi dueanni (era il 44,5%). Un fenomeno concaratteristiche più marcate nei Comuni delCentro e del Sud con punte del 75,5% inBasilicata. Quali servizi? Strutture residen-ziali e ricoveri per anziani, assistenza, ser-vizi per l'infanzia e gli asili nido. Inoltre, circa il 15% delle gare per l'appaltodei servizi sono state indette sulla base delcriterio di aggiudicazione al massimo ribas-so, una formula volta a premiare esclu-sivamente i ribassi proposti dalle impresesociali rispetto alla base d'asta o prezzobase progettato dal Comune, ignorando,in definitiva, le componenti tecniche e qua-litative delle offerte. Tale prassi è adottata ancora dai Comuninonostante che la legge 328/2000 e lenorme regionali di settore sollecitino, ormaida anni, le amministrazioni pubbliche adabbandonarla. Va sottolineato che il fenomeno risulta mol-to più consistente al Sud, con una percen-tuale di bandi interessati al criterio diaggiudicazione del massimo ribasso pari al

36% e nelle Isole (25%). Fra le novità del Rapporto di quest'annol'analisi sul lavoro socio-assistenziale chediventa sempre più ‘flessibile’ e precario.Le assunzioni di lavoratori nei Comuni piùgrandi (con popolazione sopra i 5mila abi-tanti, dunque tenuti all'applicazione delPatto di Stabilità), per l'erogazione di servi-zi socio-assistenziali, si stanno indirizzan-do sempre più verso forme ‘flessibili’ diprestazioni occasionali: tempo determina-to, collaborazioni coordinate e continuati-ve, contratti di somministrazione di mano-dopera e altre forme ‘anomale’. Su 186assunzioni esaminate solo in 24 casi sitrattava di assunzione a tempo indetermi-nato; 53 a tempo determinato, 112 nellaforma co.co.co. ampiamente utilizzata daComuni piccoli e grandi. Insomma, questo mare di tagli, esternaliz-zazioni, riduzioni, snellimenti, ridimensio-namenti stanno stravolgendo il sistema diwelfare non nostro Paese ed a farne lespese sono i terminali di questa filiera: i cit-tadini che possono contare sempre menosu una efficace rete di servizi socio-assi-stenziali pubblici e locali.

I risultati del IV Rapporto nazionale dell'Ausersulla relazione fra Enti Locali e Terzo Settore

Roma Social Pride. La macelleria socialedella giunta guidata da Alemanno

Italia in coda negliaiuti alle famiglieL’Italia è al di sotto della media rispetto a treindicatori fondamentali sulla famiglia: occu-pazione femminile, tasso di fertilità e tasso dipovertà infantile. Peggio, nelle tre classificheoccupa le ultime posizioni. Sono i dati delprimo Rapporto Ocse sulla famiglia: niente dinuovo, ma l’Italia, con numeri impietosi eimbarazzanti, ne esce con le ossa rotte.Rispetto a una media Ocse del 70,9%, laquota di donne al lavoro nella fascia 25-54anni è infatti del 59,1%, la più bassa dopoTurchia, Messico e Cile. La Francia è al76,6%. Aspetto che, paradossalmente,smentisce anche il dato che a una maggiorepresenza delle donne in casa possa logica-mente corrispondere una maggior propen-sione ad avere figli: il tasso di natalità in Italiaè a 1,4 figli per donna, rispetto a una mediaOcse di 1,74. A rendere ancora più dramma-tico lo scenario è il dato sulla povertà infantilearrivato al 15%, decimo posto su 34 paesi inelenco. Soluzioni? Secondo l’Ocse «per potermigliorare le condizioni di vita lavorativa efamiliare è necessario rafforzare le politicheper l’infanzia e per il lavoro che contribuisco-no a rimuovere gli ostacoli all’occupazionefemminile». E secondo il nostro governo?

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Un articolo di Giusy Colmo, responsabile comunicazione dell’Auser

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I nizia sabato 7 maggio, presso la CasaCircondariale di Terni, il progetto Musicain Carcere che mira a portare negli

Istituti penitenziari dell'Umbria e del Lazio lamusica dei conservatori e delle scuolemusicali popolari. In un momento di fortecrisi, che colpisce da un lato leAmministrazioni penitenziarie, causandouna riduzione delle iniziative organizzate, edall'altro il vasto mondo della cultura, questainiziativa si propone di tenere accesi i riflet-tori su due mondi apparentemente lontaniche, grazie al supporto del volontariato,possono interagire per mettersi uno a dis-posizione dell'altro e insieme richiamare l'at-tenzione di una società colpevolmente dis-tratta. Carcere è sinonimo di sconfitta per

chi lo subisce, ma anche per la società chelo impone; va individuato un campo neutrodove fare crescere la fiducia reciproca, evi-tando di buttare la chiave. Unire il dentro e ilfuori può sembrare arduo e, forse, lo è dav-vero. Ma ne vale la pena (!?) - sempre - e lamusica è la materia di cui si servono i sogni.E Musica in Carcere vuole dare il suo pic-colo contributo affinché questo sogno diven-ti una realtà di libertà…Il progetto, sviluppato da Arci Umbria, nasceda un'idea di Andrea Di Mario, docentedell'Istituto superiore di studi musicali G.Briccialdi, Federica Porfidi, Presidente ArciOra d'Aria, Francesco Dell'Aira, ex direttoredella Casa circondariale di Terni, FrancescoCamuffo, Presidente Arci Umbria e PierGiuseppe Arcangeli, ex direttore dell'Istitutosuperiore di studi musicali G. Briccialdi. Hariscontrato il generoso sostegno da parte dinumerose realtà musicali nazionali, perso-naggi della cultura ed artisti: Istituto superio-re di studi musicali G. Briccialdi di Terni;Conservatorio F. Morlacchi di Perugia;Scuola comunale di musica e danza A.Onofri di Spoleto (PG); Scuola di musicacomunale di Orvieto (TR); Scuola di musica

del Trasimeno (PG); Orchestra RomaSinfonietta; Banda nazionale Garibaldina diPoggio Mirteto (RI); Lucilla Galeazzi (can-tautrice); Tubilustrium Ensemble (ottoni);Marco Quaranta e il Quartetto Pessoa(archi) - Angelo Colone (chitarra); The DavidShort Ensemble; Mike Applebaum JazzProject; Jet Lag (pop-leggera); BBB (BlackBrass Band); Alda Caiello (soprano); AnnaRollando e il Quartetto Controtempo (archi);Massimo Ceccarelli recitar/suonando (con-trabbasso e voce); Francesco Marini (sax).Anche il Maestro Ennio Morricone ha volutodare il suo graditissimo contributo, inviandouna lettera di sostegno al progetto. Gliincontri musicali, previsti, oltre a Terni, pres-so le Case circondariali di Perugia, Spoleto,Orvieto, Civitavecchia, Rieti e il carcereminorile di Roma, sono patrocinati dallaRegione Umbria, dal Garante regionale deidetenuti del Lazio, dal Provveditore regio-nale Amministrazione penitenziaria e dallaConferenza regionale Volontariato GiustiziaUmbria, mentre l'organizzazione è a cura diArci Ora d'Aria Terni, Arci SolidarietàPerugia, Arci Rieti, Arci Terni e Arci Viterbo.Info: [email protected]

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Musica in Carcere. Con la chiave di violino, la piùgrande evasione di massa (lecita) dalle carceri

Al circolo Arci Brixton l’8 maggio alle 21 si terrà un dibattito tra i quattro candidati sindacopresieduto da Lorenzo Peruzzo, presidente del circolo

ALASSIO (SV)

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Italian History XVITERBO - Fino al 4 maggio pres-so la Sala Gatti è possibile visio-nare la mostra Italian History X

150 anni di rivoluzioni mancate acura di Marco Trulli e con l'allestimen-to di Stefano D'Alessandro. Lamostra, che si inserisce tra gli appun-tamenti della rassegna Resist, pro-mossa dall’Arci di Viterbo, sviluppadiversi livelli di analisi della storiad'Italia, una storia conflittuale, di sac-cheggi e dittature ma anche di resi-stenza, di utopie irrealizzate e di volti,tanti volti, corpi cancellati, rimossi,misconosciuti, volti che denuncianola parte irrisolta del nostro presente.Info: festivalresist.blogspot.com

Questa cittàGRUMO NEVANO - Il 6 maggio alle19 presso il chiostro di SantaCaterina Arci Punto99 invita alla pre-sentazione del libro e dvd Questacittà firmato da Letti sfatti & Erri DeLuca con Patrizio Trampetti. La cittàunisce la forza della poesia – Erri DeLuca – con il vigore della musica –Letti Sfatti con Patrizio Trampetti: ilrisultato è Questa città, racconto in

video di Erri De Luca e il videoclipdella canzone, in cui lo scrittore èpresente nel doppio ruolo di vocenarrante e di protagonista prestandola sua immagine nel video.Intervengono all’incontro Letti sfatti(Jennà Romano, Mirco Del Gaudio,Roberto Marangio), PatrizioTrampetti e Giuseppe Reccia, vice-presidente di Arci Punto99. Ingressolibero.Info: [email protected]

Mostra sulla PalestinaGENOVA - Fino al 14 maggio allaBiblioteca Berio sarà possibile visio-nare la mostra fotografica di HamdeAbu Rahme Bil'in My Love. Viaggionella non violenza palestinese, pro-mossa da Arci Genova - settore immi-grazione e BcB. La mostra riguarda larealtà e il movimento del paesino diBil'in nei territori occupati palestinesi.Tutti i primi martedì del mese è in pro-gramma una visita della durata diun'ora.Info: www.arcigenova.org

Appuntamento con AstradocNAPOLI - Al Cinema Astra il 6 maggio

penultimo appuntamento con la ras-segna Astradoc promossa dall’ArciMovie. Interviene il regista GianfrancoRosi che presenterà il suo ultimo filmEl sicario room 164, che ha vinto 3premi all'ultimo Festival del Cinema diVenezia e il premio come miglior filmal Festival di Lisbona e a quello diVienna. Appuntamento alle 20.30,ingresso 2 euro.Info: www.arcimovie.it

Diritto alla non discriminazioneVERONA - L’Arci territoriale, in colla-borazione con Cgil, Cisl, Uil, Anolf,promuovono l’incontro pubblico Dirittoalla non discriminazione nel mondodel lavoro delle persone immigrate,che si terrà il 4 maggio alle 20.30presso la Sala Africa dei Comboniani.Coordina l’incontro Michela Faccioli,Presidente Arci Verona.Info: [email protected]

Inediti alla Sala BoldiniFERRARA - Presso la Sala Boldiniprosegue la rassegna cinematografi-ca Inediti realizzata da Arci Ferrara,che permetterà agli spettatori lavisione delle pellicole di qualità che

non hanno trovato un'adeguata distri-buzione negli scorsi mesi. Il prossimoappuntamento della rassegna è conKill me please di Olias Barco, in pro-gramma mercoledì 4 e giovedì 5maggio alle ore 21. La settimana suc-cessiva sempre alle 21 sarà proietta-to Ladri di cadaveri - Burke & Hare diJ. Landis.Info: www.arciferrara.org

Incontro con ZanotelliSANT’AGATA DEI GOTI - Il 6 maggioAlex Zanotelli sarà ospite del comita-to locale Acqua Bene Comune di cuifa parte anche il circolo Arci Aut.L'incontro si terrà a partire dalle 19presso i locali dell'Auditorium Italia,nel centro storico di Sant'Agata.Zanotelli, padre comboniano da anniimpegnato nelle battaglie per l'acquapubblica, incontrerà la cittadinanzaed i comitati territoriali della provinciadi Benevento. Non si parlerà solo diacqua pubblica, all'ordine del giornoanche gli interventi dedicati agli altridue quesiti referendari contro nuclea-re e legittimo impedimento. Ed anco-ra momenti di musica e teatro.Info: [email protected]

Notizie Brevi

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Ha preso il via Binari d'Italia. Un seco-lo e mezzo di Ferrovia Porrettana, ilprogetto che vede capofila la

Provincia di Pistoia, insieme ai Comuni diPistoia e Sambuca, all'Arci provinciale, aUcca, a molte proloco ed altre associazioniper festeggiare i 150 anni dell'unità d'Italia.Un'iniziativa che muove dalle celebrazioninazionali, con l'intento di riscoprire e valoriz-zare un'esperienza locale, fatta di storia, per-sonaggi, manodopera e insieme professio-nalità: è il grande patrimonio rappresentatodalla Ferrovia Porrettana, oggi in grave crisiassieme alle sue comunità per via dei taglioperati dalla Regione Toscana e dello scar-so interesse di Trenitalia per un tratto nonproprio redditizio. La linea, la prima in Italiaad aver valicato gli Appennini, è al contempoun gioiello ingegneristico e il simbolo stessodell'Unità d'Italia: progettata da stati diversiche volevano essere più vicini, fu inauguratada Vittorio Emanuele II sotto un'unica ban-diera. Ripercorrerne insieme le vicende sto-riche e riscoprire aspetti e peculiarità attra-verso eventi, manifestazioni e con il contri-buto di esperti e testimoni, sarà l'occasione

per far conoscere anche ai più giovani ilvalore storico-culturale della linea sia nelversante toscano che emiliano. Domenica 1maggio si è tenuta la manifestazione diavvio, il Treno ad alta lentezza, organizzatadall'Arci di Pistoia: l'ormai storica gita in trenoa Pioppe di Salvaro nata in modo estempo-raneo quattro anni fa per unire genti e gene-razioni è arrivata quest'anno a 500 presen-ze. L'arrivo è presso la stazione della picco-la frazione di Marzabotto, il cui ex-magazzi-no è da tempo gestito da associazioni che loanimano di eventi sociali e culturali. Neglisplendidi giardini retrostanti la struttura, in unluogo quasi magico in quanto accessibilesoltanto dalla via ferrata, due circoli hannoofferto un generoso pranzo ‘fusion’ tosco-emiliano. A seguire sul palco esterno la com-pagnia teatrale romana La nave dei folli haraccontato in modo diverso l'Unità italiana,mettendo in scena I Cumparielli, storie diamori e di briganti. Per finire nell'anfiteatronaturale dove centinaia di giovani, bambini esignore hanno ballato per ore a piedi nudisull'erba alle note dei filuzzi emiliani diDall'Omo e Stragapede, passando attraver-

so la pizzica salentina dei Senzaterra, finoad arrivare a ‘cantare il maggio’ con le can-zoni popolari toscane del Collettivo folclori-stico montano. L'Unità d'Italia al suon dell'or-ganetto, per l'appunto. Il prossimo grandeevento si terrà domenica 29 maggio, quandodue treni storici a vapore di oltre un secolo divita partiranno al mattino, uno da Bologna euno da Pistoia alla volta di Porretta Terme.Sui treni saranno presenti musicisti e tea-tranti in costume ottocentesco, i quali all'arri-vo interpreteranno l'inaugurazione dellalinea prima del pranzo offerto dal Comune.Per informazioni sui biglietti e sulle iniziativein programma fino ad ottobre contattare ilcomitato provinciale Arci.Info: www.losnodo.net

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Con il Treno ad alta lentezza dell’Arci Pistoia ha preso il via il progetto Binari d’Italia

Fino al 9 maggio, dal lunedì al venerdìdalle 9 alle 17.30, presso la sede

di Arci Solidarietà in via Goito 35/b è possibile visionare la mostra

fotografica Esodo della fotoreporterMaría Ibáñez Valero

ROMA

notizieflash

A Torino la sestaedizione di Re-writingTorna Re-writing, la rassegna dedicata almondo dei graffiti, del writing e della streetart promossa dal circolo Amantes di Torino.Giunta alla sesta edizione, quest’anno l’at-tenzione si concentra sul panorama locale,in una città riuscita a ‘sdoganare’ il fenome-no street art, prima autonomamente con ras-segne e mostre promosse da gallerie eassociazioni culturali e poi a livello istituzio-nale in musei e a cielo aperto. Tre gli appuntamenti per scoprire, dal vivo ein galleria, dal tardo pomeriggio all’una dinotte, le tecniche e gli strumenti che genera-no un intervento artistico stradale. Il 6 mag-gio aprono la rassegna Mauro149 dei TrulyDesign insieme a Mr. Fijodor, componentedell’associazione Il cerchio e le gocce e ElEuro, artista di Trino Vercellese. Il 13 maggioLuca Valli, in arte L, tra i precursori del feno-meno del graffitismo a Torino, realizzerà latela insieme ai giovanissimi F-Oberz deiMonkeys Evolution e Skià. Il 20 maggio chiu-dono la sesta edizione di Re-writing gli artistiJaman, Hide, Deep e Ruas, componenti lacrew Knz-Clan. Le tele restano esposte finoal giovedì successivo alla performance. Info: www.arteca.org

Amara Lakhous in due incontri a Messinadiscute di discriminazioni e pregiudizioContinuano a Messina gli appuntamentidel ciclo Abitare una lingua raccontare sto-rie, organizzati dal circolo Arci ThomasSankara nell'ambito del progetto Spunti divista che si interroga sulle condizioni esulla discriminazione delle nuove genera-zioni di origine straniera. Ad affrontare iltema delle discriminazioni e del pregiudizioin Italia, il rapporto tra letteratura contem-poranea e migrazione sarà lo scrittore egiornalista algerino Amara Lakhous, vinci-tore del Premio Flaiano, che il 5 maggiosarà protagonista di due 'conversazioni inpubblico'.

La prima con studenti e docenti del LiceoE. Ainis, partner del progetto, dove nelcorso dell'anno si sono svolti stage e labo-ratori di lettura sul tema dell'identità e dellemigrazioni a partire dal primo libro pubbli-cato in Italia dall'autore Scontro di civiltàper un ascensore a Piazza Vittorio. Laseconda alle 18 nei locali della GalleriaOrientale sicula, dove si svolgerà l'incontrodedicato al tema La letteratura ci salveràdal pregiudizio? che prenderà spunto dalnuovo libro di Lakhous Divorzio all'islamicain viale Marconi.Info: arcisankara.blogspot.com

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ElettronicaMente è il titolo della rassegna2011 di Suggestioni jazz, iniziata il 1 mag-gio, che proseguirà fino al 17 giugno al cir-colo Arci Asylum di Collegno (To). ElettronicaMente ospita una selezione deipiù interessanti musicisti sperimentatori jazzche usano volentieri le attuali tecnologieelettroniche: dal dub jazz prodotto e suona-to live, a performers di fama internazionale.La rassegna nasce con la direzione artistica

del trombettista e compositore Ivan Bert incollaborazione con l'associazione culturaleMAP MusicArtPerformance e il circolo ArciAsylum, prendendo spunto anche dallalocation dell'ex manicomio di Collegno qualeluogo di confine, di sperimentazione e disuperamento delle consuetudini. Prossimoappuntamento il 6 maggio con IgorSciavolino short sentence trio.Info: [email protected]

Al circolo Asylum c’è ElettronicaMente

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I l progetto Città dell'Altra Economia rap-presenta una delle prime sperimentazio-ni in Italia di Distretto Urbano di

Economia Solidale, dove è possibile ritrova-re assieme pratiche economiche che sicaratterizzano per l'utilizzo di processi abasso impatto ambientale, che garantisconoun'equa distribuzione del valore, che nonperseguono il profitto e la crescita a ognicosto e che mettono al centro le persone el'ambiente. La Città nasce come luogo dipromozione di tutta l'altra economia romana,offrendo a tutte le imprese del settore spaziespositivi, luoghi di incontro, formazione,ricerca e sviluppo. In questi anni è stata unlaboratorio permanente di costruzione diun’altra società, equa, partecipata e sosteni-bile. Una società capace di valorizzare lacreazione di pensiero libero e indipendente;una società che cerca di ritrovare nei benicomuni la comunanza del vivere collettivo.Insomma, uno ‘luogo’ di democrazia attiva.Questo spazio non è stato infatti un sempli-ce ‘centro commerciale sostenibile’, unaggregato di uffici e luoghi di lavoro innovati-

vo e di consumo responsabile. È stato unvero laboratorio, secondo un preciso proget-to avviato dalle oltre sessanta organizzazio-ni che hanno animato più di dieci anni fa ilTavolo dell’altra economia cittadino e condi-viso con il Comune un ‘luogo’ pubblicoimportante per Roma. Sale, piazzale, spazidi mostra e di vendita sono stati frequentatida decine di migliaia di persone, ospitandopiù di 200 eventi. Centinaia di bambini eragazzi delle scuole hanno imparato in que-ste occasioni come crescere, studiare, vive-re in modo più consapevole e sostenibile.Nonostante tutto questo, il Comune di Romasembra intenzionato a chiudere questa pro-gettualità definitivamente; infatti ha pubblica-to un bando per riassegnare gli spazi mal-grado gli impegni assunti personalmente dalSindaco con le realtà dell’economia sociale esolidale per un forte rilancio del progettoCae. Se il bando non sarà fermato questaesperienza finirà. In realtà, la vicenda dellaCae suggella il disinteresse di questa ammi-nistrazione verso l’economia solidale: sonostate interrotte le comunicazioni con il Tavolo

dell’altra economia, è stato abbandonato ilRegolamento comunale per gli ‘sponsoretici’, sono mancate politiche serie contro leprivatizzazioni, per la mobilità alternativa,per il risparmio energetico e l’uso di fonti rin-novabili, per la raccolta differenziata porta aporta.La difesa della Cae è diventata per tutti noiun’occasione per avviare contaminazionicon altre reti e per avvicinare tanti cittadini aitemi dell’economia solidale. La forte mobili-tazione di questi mesi ha visto l'adesione dipiù di 15.000 persone a sostegno della peti-zione lanciata dal Consorzio CAE e il coin-volgimento di oltre 50 organizzazioni alTavolo di Progettazione per il rilancio dellaCAE. Se il bando non verrà ritirato continue-remo a far sentire le nostre ragioni, certi chetutti comprenderanno che occorre mobilitarsiper difendere quello che crediamo sia ilnostro bene comune.

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A rischio un esempio valido di sperimentazione di autopromozione sociale avanzata

Hanno collaborato a questo numeroFabio Barbini, Raffaella Bolini, Elena Cavassa,Giusy Colmo, Moira D’Amelio, Enzo Di Rienzo,Ugo Mattei, Filippo Miraglia, Enrico Panini,Maurizio Pascucci, Alessia Rogai, Ilaria Scovazzi,Marzia Papagna, Lorenzo Siviero, FedericoTasselli, Riccardo Troisi

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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n. 17 3 maggio 2011

Cultura... scontatai tanti vantaggi di avere in tasca la tessera Arci

Artigianato e Palazzo. Botteghe artigianee loro committenzeFIRENZE - Giardino Corsini, via della Scala115. Dal 13 al 15 maggio, ore 10/20.30. LaXVII edizione della mostra riunirà i più capaciartigiani toscani e italiani. Si potranno ammirarei gesti quotidiani degli artigiani come il restaurodi un prezioso bicchiere di cristallo molato, latrasformazione di un pezzo di ferro in un ogget-to d’uso quotidiano, il restauro di arazzi e tes-suti, i maestri sbalzatori che eseguono un com-plesso disegno su una brocca in argento, lalavorazione attenta delle scarpe fatte a mano, lacreazione di strumenti musicali o di oggetti dialta ebanisteria.Info: www.artigianatoepalazzo.it

L’imprevedibile leggerezza della materiaROMA - Casina delle Civette, fino al 25 set-tembre. Mascheroni con sembianze umane omostruose, leoni che ruggiscono, satiri e faunicon volti animaleschi, un bellissimo dragosovrastato da una colomba e da un serpenteche si fronteggiano e tanto altro: l’arte dellaghisa tra Ottocento e Novecento.Info: www.museivillatorlonia.it

La rivoluzione dello sguardo. Capolavoriimpressionisti e post-impressionistiROVERETO (TR) - Mart di Rovereto, fino al24 luglio. Oltre settanta dipinti provenienti dallapiù importante collezione del XIX Secolo delmondo, custodita al Musée d’Orsay di Parigi.Monet, Cézanne, Pissarro, Sisley, Renoir,Degas, Toulouse-Lautrec, Van Gogh, Gauguin,Morisot, Vuillard, Bonnard, Denis, Courbet emolti altri saranno presenti nella mostra delMart, occasione unica per conoscere il piùentusiasmante periodo della ricerca pittorica traOttocento e Novecento.Info: www.mart.trento.it

L’Italia s’è desta 1945 - 1953RAVENNA - MAR - Museo d’Arte della città diRavenna, fino al 26 giugno. In una manciatad'anni, dal 1945 al 1953, il fervore innovativodelle ultime generazioni cambia decisamentevolto all'arte italiana, da Milano a Roma, daVenezia a Torino. Sono gli anni del Fronte nuovodelle Arti, di Forma 1, dello Spazialismo, delMAC, del Nuclearismo, del Gruppo degli Otto.Sono oltre 160 le opere esposte.Info: www.museocitta.ra.it

www.arci.it/associarsi - [email protected]

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Un intervento di Riccardo Troisi, presidente Consorzio dell’Altraeconomia

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n. 17 3 maggio 2011

Pubblichiamo il terzo dei cinque manifesti realizzati per la campagna istituzionale dell’Arci