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21 giugno 2011anno IX - n. 24

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

Lo spartiacque di una nuova politica

L'esito dei referendum, netto nell'affluenza alvoto e nella vittoria dei si, insieme a quellodelle amministrative delinea il cambio di faseche aspettavamo. Nonostante i goffi tentatividi negarne la portata da parte del governo,questi referendum sono uno spartiacque cheapre nuove prospettive per un'alternativa nelpaese. Ma un progetto di alternativa ancoranon c'è: ci sarà da lavorarci, e la condizione èche nessuno corra a mettere il cappello suquesta vittoria. Sarà bene invece analizzare afondo un risultato costruito con la convergen-za di molti fattori diversi. In quel voto, che va ben oltre i confini dellasinistra, c'è una forte spinta alla riappropria-zione della politica da parte dei cittadini, tantopiù significativa in quanto viene anzitutto daigiovani. C'è la critica a una politica di corto respiro,incapace di offrire una visione di futuro, subal-terna ai poteri economici e condizionata dallarincorsa dei sondaggi. Sulle appartenenze hanno prevalso i conte-nuti, la voglia di obbiettivi concreti e praticabi-li. Le persone sapevano su cosa si votava eavevano le idee ben chiare in proposito. Nonc'è nessuna superficialità in quelle rispostecosì nette; c'è invece un nuovo bisogno di giu-stizia, di relazioni sociali, di senso e qualitàdella vita da parte di chi capisce che il merca-to ha tradito l'illusione del benessere. I benicomuni, il lavoro dignitoso, un'economia amisura delle persone e dei territori, il rispettodella legalità sono gli elementi di un nuovosentire comune che stravolge la mappa deirapporti fra economia, società e politica.Coi comitati e le associazioni che hanno ani-mato la campagna referendaria è entrata inscena una nuova militanza politica che vede igiovani protagonisti, fa uso sapiente dei nuovimedia ma riscopre anche l'azione capillarenel territorio, i banchetti e il porta a porta; cheha saputo imporre temi nuovi all'attenzionedel paese e modificare le scelte dei partitisenza il sostegno dei grandi media.Una svolta che spazza via in un colpo solol'annoso dibattito sul rapporto fra la societàcivile, a cui si concede di fare proposte, e lapolitica, a cui spetta comunque di decidere.Oggi c'è una società che si organizza e si faessa stessa attore politico. Un agire politicoche non si esaurisce nelle forme tradizionalidella rappresentanza e rivendica dignità, dirit-to di concorrere alle scelte, redistribuzione dipotere dalle rappresentanze istituzionali allapartecipazione popolare.

I l 21 giugno è la giornata della Festadella Musica. Molti eventi si svolgeran-no oggi e nelle settimane seguenti.

Diversi si sono già svolti. Anche quest’annocentinaia di musicisti metteranno la loroarte a disposizione di pubblico e città.Questa Festa della Musica è sempre piùfesta di resistenza contro tutto quello cherema contro. Tremonti che non sgancia uncentesimo, enti locali al collasso, l’Europache stringe inesorabilmente la cinghia, unceto politico che fa fatica a riconoscere allaCultura il posto che meriterebbe nel futurodel nostro intristito Paese. Neppure la Siaesi salva, impantanata in un commissaria-mento che rischia di essere gestito dapochi e influenti gruppi di potenti autori ededitori a danno dell’accesso alla cultura edella cultura diffusa. È davvero straordina-

rio come la musica riesca a sfornare anco-ra talenti, creatività e fantastiche note. Unacosa è certa: non sarà il reintegro delFondo Unico dello Spettacolo a risollevarele sorti della musica nel nostro Paese.Sono ormai troppi anni che lamentiamo unatotale assenza di progetto politico che rilan-ci le musiche suonate e prodotte in Italia.Tanti sono stufi e tanti mollano. Decine difestival e spazi per la musica chiudono,molti musicisti cambiano paese o mestiere,innovazione e proposte contemporaneelasciano il passo a più redditizie produzioni.Insomma, per dirla con lo slogan della festadella Musica dell’Arci Basta tagli alla cultu-ra. La facciamo noi la Festa alla Musica.Rilanciamo e occupiamo lo spazio: cultura-le, fisico e virtuale. Ne va della qualità dellanostra vita e della nostra democrazia.

Basta tagli alla cultura. La facciamo noi laFesta alla musica!

unitic’èpiùsensoPiù senso alle idee. Più energia ai progetti

Scegli di dare all’Arci il tuo 5X1000codice fiscale 97054400581

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N el testo del decreto sviluppo, sucui è stata posta l’ennesima fidu-cia, il governo ha inserito di tutto,

compresa la norma che istituisce l'Agenziadell'acqua, la struttura - di nomina politica- che dovrebbe regolare il mercato idrico,dando dunque per scontato che di merca-to si tratti. È evidente però che questoassunto si scontra frontalmente con lavolontà chiaramente espressa da 27 milio-ni di italiani che col loro Sì al referendumhanno indicato che i privati devono essereesclusi dalla gestione delle risorse idriche. La struttura dell'Agenzia, che oggi il parla-mento dovrà votare insieme al decreto, èmodellata su quell'articolo 23 bis dellalegge Ronchi-Fitto abrogato dal primoquesito referendario. Se quelle normeobbligavano l'affidamento ai privati dell'ac-qua potabile e della depurazione, l'A-genzia aveva - nel piano del governo - l'u-nico obiettivo di regolare il mercato. Perdedunque di senso l'esistenza stessa dellanorma, visto, tra l'altro, che le risorse idri-che costituiscono un monopolio naturale

non assoggettabile per definizione allaliberalizzazione. La creazione dell'Agenzia di regolazione -pensata sul modello di quella già esistenteper l'energia - non ha dunque giustificazio-ne, se non politica, lanciando una piccolaciambella di salvataggio alle multinaziona-li rimaste scottate dal voto del 12 e 13 giu-gno. Il Forum italiano dei movimenti perl'acqua ha chiesto che il Presidente dellaRepubblica blocchi il provvedimento, nonfirmando il decreto di promulgazione. IlPartito democratico, per bocca degli eco-dem Roberto della Seta e FrancescoFerrante, si è detto contrario all'istituzionedella Agenzia, chiedendo però che vengacalendarizzata la proposta di legge pre-sentata nei mesi scorsi e «che raccoglie leindicazioni dei referendum». Una bugia,come sin dalla sua presentazione hannofatto notare i promotori del referendum,visto che il progetto di legge dei democra-tici non solo spinge chiaramente sullagestione privata dell'acqua - attraverso ilmodello toscano delle società miste - ma

tradisce il secondo quesito referendarioprevedendo esplicitamente la remunera-zione dei capitali investiti. Gli ostacoli per la ripubblicizzazione del-l'acqua non sono dunque terminati dopo ilvoto popolare. I movimenti per l'acqua pubblica hannoripreso la mobilitazione quotidiana, chedura ormai da oltre cinque anni. Il 2 e 3 luglio prossimi si terrà a Roma laprima assemblea nazionale dei comitatiterritoriali che compongono il Forum italia-no, con l'obiettivo primario di rilanciare laproposta di legge popolare che giace inparlamento dal 2007. E anche in Puglia -regione dove prosegue il confronto tra lagiunta Vendola e i comitati usciti vincitoridai referendum - la mobilitazione non si èfermata in attesa del testo definitivo dellalegge che dovrebbe ripubblicizzare l’ac-quedotto pugliese e i servizi idrici. Giàquesta settimana in tutte le provincepugliesi si terranno incontri dei comitati,che si ritroveranno insieme il 25 giugnoprossimo nell'assemblea regionale a Bari.

referendum

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P overa, bella, osteggiata, coraggio-sa, creativa, popolare, propositiva.È stata così la campagna referenda-

ria contro il ritorno del nucleare in Italia.Il Comitato Vota Sì per fermare il nucleare siè costituito solo all’indomani della pronunciadella Corte Costituzionale sull’ammissibilitàdel referendum. Nonostante non fosse ilComitato promotore della raccolta dellefirme, è stato il vero protagonista della cam-pagna referendaria, diventando in pochimesi punto di riferimento per il nuovo movi-mento antinucleare italiano. Quello che oggi appare un miracolo è statopossibile facendo perno su un vasto tessutoassociativo già esistente, fatto di piccole egrandi organizzazioni che hanno saputooperare insieme, garantendo la massimatrasversalità negli orientamenti politico-cul-turali, andando oltre le istanze ambientaliste,coinvolgendo organizzazioni culturali e ope-ranti nel sociale, forze sindacali e produttive.Senza accodarsi a nessuna parte politica.Questi pochi ma chiari impegni insieme auna testarda determinazione ad andareavanti, nonostante i reiterati e poco leali ten-

tativi di far saltare il referendum, sono statigli ingredienti principali di una campagnache ha visto aumentare giorno dopo giorno icomitati locali, l’impegno di tanti gruppi infor-mali, di singoli, di personalità autorevoli finoa creare l’effetto domino e portare alle urneuna valanga di voti. Oggi, incassato il secco no all’energianucleare, sentiamo la responsabilità di nondisperdere il patrimonio accumulato. Abbiamo dato un bel segnale all’Europa enon solo. Ci sono oggi le condizioni percreare una rete tra i vari movimenti interna-zionali, a partire da quelli europei, per affos-sare in modo definitivo i progetti di rilanciodi questa vecchia e insicura tecnologia ener-getica. Inoltre, l’unità e il futuro del nostroPaese potranno contare su un patrimonioprezioso costituito dalle reti sociali che sonostate costruite e rafforzate dappertutto: tuttele regioni hanno raggiunto il quorum, com-presi i territori meridionali dove storicamen-te la partecipazione al voto è inferiore e doveil tessuto sociale è più debole. Un bel mododi festeggiare il 150° anniversario dell’unitàd’Italia. L’impegno dei giovani, con nuove

pratiche di partecipazione, è stato visibile edeterminante. Non era scontato se si consi-dera che i nati dopo la tragedia di Chernobylnon hanno mai avuto nella loro agenda irischi dell’energia atomica. Segno che il noal nucleare e le realistiche alternative a essohanno saputo coinvolgerli, indicando unastrada per il futuro e incrociando le loroaspettative. La rivoluzione energetica è la strada chedobbiamo percorrere insieme: usare menoenergia e solo da fonti pulite e sicure percontrastare i cambiamenti climatici. Sonomolte e diverse le cose da fare: innovare leproduzioni, cambiare gli stili di vita, riconver-tire il sistema dei trasporti a favore di quellopubblico, riorganizzare le città, investiresulle reti intelligenti e sulle energie rinnova-bili, muoversi verso un modello energeticodistribuito in cui le comunità e i singoli abbia-no il controllo della produzione e dei consu-mi. Serve molta ricerca, produrrà lavoroinnovativo e farà bene alla democrazia. L’energia che si è sprigionata dalla volontàdi partecipazione e la rete sociale costruitacon i referendum sono la nostra grandenuova risorsa per affrontare le sfide che ciaspettano.

E adesso una rete tra i movimenti internazionaliper liberare tutto il mondo dal nucleare

Nel decreto sviluppo rispunta l'Agenzia per l'acqua. Lettera alPresidente Napolitano perché non firmi

n. 24 21 giugno 2011

arci

di Maria Maranò, coordinatrice Comitato Vota Sì per fermare il nucleare

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Q uella del 13 giugno è stata una vit-toria molto più grande di quello cheil dato referendario riesce a rappre-

sentare. Negli anni a venire le statistichericorderanno il dato dell'affluenza e laschiacciante percentuale dei Si. Ma oltre ildato numerico c'è molto di più. C'è un muta-mento culturale tanto profondo da far presa-gire un vero e proprio cambio di epoca. Per decenni ci hanno detto che una econo-mia che non cresce non funziona. Generazioni di italiani hanno fatto proprioquesto dogma. Senza distinzione di orienta-mento politico e culturale. Fa niente se nellacrescita dei nostri consumi c'è una quotaimpressionante di sprechi, se per produrreuna quantità sempre maggiore di merciavveleniamo terra, aria, acqua, cibo. Per accedere all'era del benessere biso-gnava consumare sempre di più. E pergarantire negli anni a venire il costanteaumento di tutti i nostri consumi, e quindi ilnostro 'benessere', ci hanno ripetuto finoallo sfinimento che non si può fare a menodel nucleare: una tecnologia che riesce aprodurre una quantità impressionante dienergia da una piccola quantità di materia. Fa niente se poi produce scorie pericolosedifficili da smaltire. Non a caso, il maggiorargomento dei nuclearisti durante tutta lacampagna referendaria è stato la possibilitàdi avere grandi quantità di energia a 'buon

mercato' per sostenere una crescita illimita-ta e costante dei consumi. E per sostenernela convenienza economica hanno truccato iconti, come nella migliore tradizione delleeconomie in cui la finanza conta più dellepersone. Ma il 12 e 13 giugno è accadutoqualcosa di straordinario: la maggioranzaassoluta degli italiani ha rinunciato a questamirabolante prospettiva di 'benessere' e'abbondanza' energetica. 27 milioni dipazzi? No. Gli italiani, rinunciando per sem-pre all'opzione nucleare, hanno detto chia-ramente che per loro benessere e qualitàdella vita dipendono da altro: da aria,acqua, terra, cibo non contaminati, e da tec-nologie innovative che consentano di farfronte alle necessità senza sprecare risorsenaturali non rinnovabili. Rispetto al 1987,infatti, non abbiamo parlato solo di pauranucleare, abbiamo parlato anche di efficien-za ed energie pulite, snocciolando i dati diuna rivoluzione energetica già in atto. Ma il12 e 13 giugno gli italiani hanno detto anchealtro. Fermando il processo di privatizzazione del-l'acqua hanno detto chiaramente che il mer-cato non può invadere qualsiasi aspettodelle nostre vite. Per decenni ci hanno dettoche il mercato era il modo più efficiente percreare benessere e ricchezza. Il mercato ènella nostra cultura. Il Mediterraneo per mil-lenni è stato solcato da mercanti e Marco

Polo è giunto fino in Cina per motivicommerciali. Ma mai le logiche mer-cantili hanno raggiunto il livello di inva-denza degli ultimi decenni. Toccandol'acqua, il mercato ha passato il limitee il voto referendario ha costruito unargine. Il voto del 12 e 13 giugno nonpuò essere compreso senza fare rife-rimento alla grande diffusione chestanno avendo pratiche come leBanche del tempo, i Gruppi di acqui-sto, l'Open Source, lo scambio nonmercantile di beni e conoscenza:forme nuove di soddisfacimento deibisogni umani fuori dalle logiche delprofitto e che riportano gli scambi mer-catili ad una loro dimensione fisiologi-ca e non patologica. Sono queste lenuove forme di una economia diffusa,partecipata, vicina ai bisogni dellagente e lontana dalle speculazionifinanziarie, ricollocata nel territorio incui viviamo, capace di produrre rela-zioni e socialità. Infine, ha vinto la piccola scala controle grandi concentrazioni di potere eco-

nomico, politico, mediatico e industriale: ilpopolo dei referendum assomiglia più adinternet che alla televisione. A ben vedere,la vittoria del 13 giugno rappresenta unprimo passo verso una svolta epocale chemette definitivamente in discussione l'attua-le modello di produzione e consumo e,insieme ad esso, l'attuale organizzazioneeconomica e sociale. Sta a noi, ora, com-pletare l'opera.Info: www.fareverde.it

3referendum

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Sull'acqua non è tempo di riporre le armi.In Parlamento, col decreto sviluppo, e in tanteamministrazioni locali i colpi bassi si spreca-no. A Civitavecchia, per esempio, il sindaco(lista civica del centro- destra), incurante del-l'esito dei referendum, ha emanato un bandodi gara per cedere ai privati il 60% dellaHolding Civitavecchia servizi (Hcs), che gesti-sce le municipalizzate locali, compreso il ser-vizio idrico. «Uno schiaffo alla democrazia ealla partecipazione popolare», sostiene Simo-na Ricotti, portavoce del Forum ambientalistalocale. «Chiediamo l'immediato ritiro del prov-vedimento. Il risultato della consultazione nonpuò essere ignorato: i cittadini vogliono lagestione pubblica dei servizi locali», continuaRicotti. Ancor prima che si esprimesse l'Italiaintera, i comitati locali avevano raccolto intempi record oltre duemila firme per promuo-vere un referendum consultivo contro la sven-dita della municipalizzata. «Al voto però - rac-conta Ricotti - non ci siamo mai arrivati».L'amministrazione ha infatti preso tempoopponendo una questione burocratica esostenendo che se fosse passato il referen-dum nazionale non ci sarebbe stato bisognodi quello locale. Poi però è cambiato il vento:«Vinta la consultazione popolare, il segretariogenerale del Comune ha affermato che c'era-no comunque i presupposti di legge per priva-tizzare. E il sindaco non ha perso tempo» rac-conta la portavoce. Solo in seguito, di frontealle proteste popolari, l'amministrazione harallentato la marcia sospendendo il bando perdieci giorni. I cittadini sono infatti sul piede diguerra e in occasione di un'assemblea popo-lare convocata dal Forum ambientalistahanno deciso le tappe di questa ennesimabattaglia di civiltà.

Referendum: una vittoria densa di significati,molto più importante di quello che appare

Nonostante la vittoria c’èchi a privatizzare ci prova

Assemblea nazionale del popolo dell’acquaNel primo week-end di luglio, sabato 2 e domenica 3, sisvolgerà l'assemblea nazionale del popolo dell'acqua.Si riuniranno a Roma quelle migliaia di cittadine e cit-tadini che, riuniti nei comitati locali per l'acqua pubblicasparsi su tutto il territorio nazionale, o a titolo persona-le, hanno dato il loro fondamentale contributo per rag-giungere il quorum, ottenere una schiacciante vittoriadei Sì e consentire la ripubblicizzazione di questoessenziale bene comune.Di seguito una prima proposta di programma delle duegiornate. Sabato 2 luglio: ore 11.30 - brindisi per la vit-toria referendaria; ore 12.00 - introduzione; ore 12.30 -13.30 - pausa pranzo; ore 13.30 - 19.30 - discussionein plenaria su bilancio della campagna referendaria einiziative nazionali e territoriali per l'attuazione del risul-tato referendario e la ripubblicizzazione del servizioidrico integrato; ore 20.30 - cena e festa. Domenica 3luglio: ore 9.30 ripresa della discussione in plenaria;entro le ore 14 conclusioni e chiusura dell'assemblea.

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n. 24 21 giugno 2011

Un articolo di Massimo De Maio, presidente nazionale Fare Verde

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4migranti

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Nel numero precedente di Arcireportabbiamo presentato i principali eventi delXVII Meeting Internazionale Antirazzista diCecina in programma dal 25 al 29 giugno.Ora completiamo l'informazione riassu-mendo cosa succede da giovedì 30 asabato 2 luglio, giornata conclusiva delMeeting. Il 30, al mattino continuano i lavo-ri di Unida (Università d'estate sul dirittod'asilo) e di Unidea (Università d'estateantirazzista diretta da Anna Maria Rivera). Prosegue anche il workshop di breakdan-ce e rap (al camping Le Tamerici) e il labo-ratorio di giornalismo per bambini a cura diArci Empoli, mentre inizia il torneo di calcioantirazzista senior. Nel pomeriggio l'incon-tro Costruire relazioni nella solidarietàinternazionale, dedicato a Renzo Maffei,con la partecipazione, tra gli altri, di AlìRashid (già rappresentante della Delega-zione Palestinese in Italia); la presentazio-ne della Campagna sulla cittadinanza eper il diritto di voto ai migranti L'Italia sonoanch'io, con l'editore Carlo Feltrinelli cheaderisce alla Campagna; Spunti di vista, illaboratorio rivolto ai giovani stranieri sullinguaggio video e per Scrittori contro il

razzismo, Simonetta Agnello Hornby pre-senta Un filo d'olio. Alla sera cinema eSergio Staino con Dal tinello al mondo inte-ro (storie della famiglia di Bobo).Il 1 luglio, al mattino gli operatori del nume-ro verde per richiedenti e titolari di prote-zione internazionale incontrano i ragazzidel progetto Spunti di vista; alle 11 AmaraLakhous incontra i bambini. Nel pomerig-gio, l'iniziativa conclusiva di Spunti di vista;Migranti e cooperazione a cura di ArciToscana; il laboratorio di giornalismo; perScrittori contro il razzismo Amara Lakhouspresenta la nuova versione del suo roman-zo d'esordio Un pirata piccolo piccolo eAntonio Cipriani il suo libro Volti parole, 98nomi per fare del pensiero un'azione. Allasera, cinema e la Notte della Taranta, con-certo Krasì (pizza, taranta e musica balca-nica).Sabato 2 luglio ci si sposta a Livorno perl'assemblea dei migranti (alle 16), mentrealle 21.30 al Teatro Mascagni di VillaCorridi ci sarà il concerto di CaciukOrchestra, I Gatti Mezzi, con la partecipa-zione straordinaria di Bobo Rondelli. Info: www.meeting.arcitoscana.it

S iamo arrivati al diciassettesimo annodel Meeting Antirazzista di Cecina,una manifestazione ormai profonda-

mente radicata nel calendario delle attivitàdella nostra associazione e occasione diconfronto, approfondimento e divertimento.Ma questo anno il nostro nuovo appunta-mento è tutt'altro che rituale in quanto leconsuete attività di laboratori e seminari sul-l'antirazzismo e l'immigrazione non potran-no sottrarsi dall'affrontare i temi che negliscorsi mesi sono diventati all'ordine del gior-no in conseguenza del nuovo vento chespira finalmente dalla sponda sud delMediterraneo. Quest’anno rinnoviamo unaformula che è stata di successo nell'edizio-ne 2010, e cioè stare assieme anche attor-no a spettacoli, ricreazione, intrattenimentoe occasioni di cultura che allargano semprepiù la partecipazione, oltre che agli speciali-sti del settore, ai cittadini ed ai curiosi chefrequenteranno il parco della Cecinella. Nelprogramma si alterneranno comici, vignetti-sti e musicisti che affronteranno i temi delMeeting in modo ora serio ed ora scanzo-nato, poiché conservare su temi così impor-tanti anche la capacità di sorridere e fare

umorismo è uno dei tratti distintivi del lavorodell'Arci. Questo Meeting arriva in unmomento in cui è ancora più importante farecomunicazione smontando i luoghi comuni -per riprendere lo slogan della manifestazio-ne - che questo governo ha contribuito a dif-fondere costruendo paure nella ricerca diconsenso elettorale. È importante alloracombattere la disinformazione parlando ediffondendo la notizia delle molte cose posi-tive che le Arci fanno nell'antirazzismo eriflettere sui modelli dell'accoglienza comequello messo in atto in Toscana in occasio-ne dell'arrivo degli ultimi profughi.Raccontare la solidarietà, la mobilitazionedei sindaci e del terzo settore, dei nostri socie volontari, la demolizione della proposta diMaroni effettuata con successo dal gover-natore toscano Enrico Rossi fidando proprionel determinante contributo del modello pro-posto dall'Arci in rete con tante altre entitàdelle istituzioni e del terzo settore. Solo inquesto modo saremo in grado di demolire iluoghi comuni negativi e di costruire, sem-pre con lo slogan, i luoghi comunitari, dovemettere in atto le nostre buone praticheanche nel campo dell'accoglienza, a comin-

ciare dai circoli e dalle case del popolo, daisoci e dai volontari, dagli operatori e daglispecialisti, a dimostrazione che l'arrivo deimigranti e dei profughi, se ben gestita, puòe deve essere un'occasione di sviluppoumano e sociale.Ed è importante che pro-prio dal Meeting, assieme alla consueta eimportantissima assemblea dei migranti,venga lanciata l'iniziativa della RegioneToscana con i governi di quattro altre regio-ni per presentare al Parlamento una pro-posta di legge per accorciare i tempi dellarichiesta di cittadinanza dei ragazzi nati inItalia e figli di stranieri e per concederefinalmente il voto agli immigrati alle ammi-nistrative. Info: [email protected]

Musica, spettacoli, laboratori e seminari con unosguardo sul Mediterraneo: a Cecina inizia il Meeting

Seconda parte del programma del XVII MIA:gli appuntamenti dal 30 giugno al 2 luglio

I film e documentaridella rassegna UccaOgni sera a Cecina c’è spazio per il cinemacon la rassegna cinematografica. Si cominciail 26 giugno con Le memorie ingombranti diuna donna di servizio di Dani Kouyaté,Burkina Faso. Il 27 giugno viene proiettato Ibambini di Arna di Juliano Mer Khamis, in cuil’attore e regista ebreo palestinese narra lavicenda di alcuni bambini palestinesi coinvol-ti nell’attività teatrale svolta dalla mamma. Il 28 giugno viene presentato Là dove la terragela, docu-fiction del regista MohammedSoudani che racconta con realismo e sensi-bilità la commovente storia di chi lascia il pro-prio paese per inseguire un futuro migliore. Il 29 giugno sarà proiettato Harmanitos diJacopo Tartarone, dove all’interno di codici diappartenenza, di ritualità e simbologie si rac-conta dell’arrivo dal Sud America di personeche si ricongiungono con le loro famiglie. Il 30 giugno vengono presentati i due docu-mentari Visto-il dettato di Ibrahim Letaief e Unposto al sole di Rachid Boutounes. Infine, il 1 luglio si conclude con la proiezionedi Gangor di Italo Spinelli e la sua indaginesulla condizione femminile nel West Bengala.Il regista sarà premiato con la Stella Ucca.Info: www.ucca.it

Protagonismo giovanile: indicativofuturo o periodo ipotetico? è il titolodel dibattito che si terrà il 29 giugno

alle 16.30. Introduce e coordinaFranco Uda, responsabile politiche

giovanili. Conclude Paolo Beni

CECINA MARE (LI)

notizieflash

arci

n. 24 21 giugno 2011

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A Cecina Mare, nell'ambito del XVIIMeeting Internazionale Antirazzista orga-nizzato dall'Arci, tre giornate, dal 27 al 29giugno, saranno dedicate a un incontro trale organizzazioni e le reti di società civiledel Maghreb-Mashrek, e quelle organizza-zioni e reti che supportano dall'Europa ilprocesso di emancipazione in corso. Saràuna tappa di un percorso finalizzato adanalizzare e chiedere una revisione degliaccordi e delle relazioni tra UE e il NordAfrica, per spingere le istituzioni a demo-cratizzare queste relazioni, introducendo ilpunto di vista della società civile, raffor-zandolo e promuovendolo. All'incontro saranno presenti organizzazio-ni e singoli provenienti dai paesi dell'UE,dal Maghreb-Mashrek e rappresentantidella politica e delle istituzioni, italiane edeuropee. Più di 50 attivisti arriverannoinfatti da Tunisia, Egitto, Marocco, Algeria,Palestina, Libano, Giordania, Mali, Mauri-tania. Nella mattinata del 27 giugno si par-lerà dello stato della democrazia nelMaghreb e del ruolo della società civile. Nel pomeriggio dello stesso giorno si di-scuterà invece di migranti, rifugiati e fron-

tiere. Martedì 28 giugno, al mattino ci siconfronterà su libertà di circolazione, razzi-smo e islamofobia. Nel pomeriggio si trat-terà il tema delle relazioni economiche tral'Europa e il nord Africa. Nell'ultimo giorno,mercoledì 29, si rifletterà su come soste-nere il processo democratico in quei paesie di come democratizzare le relazioni conl'Europa, nel pomeriggio si chiuderà conun confronto su quali dovranno essere iprossimi passi della società civile. Il Mediterraneo ha sempre intrecciato sto-rie di popoli e di persone. Nell'epoca mo-derna, il colonialismo e il neoliberalismohanno imposto relazioni ineguali ed ingiu-ste tra le due sponde del Mediterraneo,anche in materia economica e per quel checoncerne la libertà di movimento delle per-sone. È ora di cambiare.L'appuntamento è promosso dall' Arci, daMigreurop, dalla Rete euro-mediterraneadei diritti dell'uomo, da Fmas - Forum delleAlternative. Aderiscono e partecipano leorganizzazioni del processo ForumSociale Maghreb-Mashrek, fondazioni, sin-dacati, movimenti, associazioni, parlamen-tari italiani ed europei.

internazionali

arcireport

L a Freedom Flotilla partirà nei prossi-mi giorni per raggiungere la Strisciadi Gaza assediata. È stato lanciato

un appello da inviare al Presidente dellaRepubblica, alla Presidenza del Consiglioe al Ministro degli Esteri perché si impegni-no a garantire la vita, l'incolumità e la sicu-rezza dei nostri connazionali impegnati inuna missione umanitaria e non violenta.«Dal 2006 la popolazione della Striscia diGaza vive sotto assedio. Questo assedio,illegale secondo il diritto internazionale, èuna punizione collettiva di tutta la popola-zione, privata dei suoi diritti fondamentali:libertà di movimento, diritto alla salute,diritto all'educazione e al lavoro. La situa-zione è stata resa ancora più insostenibiledall'attacco israeliano 'Piombo fuso' che,due anni fa, ha fatto di Gaza un grandecampo di rovine, con più di 1.400 morti emigliaia di feriti. Nel maggio 2010, con un'i-niziativa non violenta e umanitaria, laFreedom Flotilla ha cercato di romperel'assedio, ma l'esercito israeliano ha attac-cato i battelli in acque internazionali, ucci-dendo 9 passeggeri e ferendone molti altri. Questa ‘violazione grave dei diritti dell'uo-

mo’ secondo il Consiglio dei diritti dell'uo-mo dell'Onu, ha provocato le proteste deigoverni e dei popoli del mondo. Sotto lapressione internazionale, il governo israe-liano ha finto di alleggerire il blocco diGaza, ma sia l'Onu che le agenzie umani-tarie confermano che la situazione è sem-pre gravissima.Proseguendo nell'impegno di far cessarel'assedio di Gaza, migliaia di associazionidella società civile internazionale si sonounite per allestire una nuova FreedomFlotilla, che partirà alla fine di questo meseverso Gaza. Della nuova Freedom Flotilla,che ha assunto il nome Stay Human inomaggio alla memoria di Vittorio Arrigoni,farà parte una nave italiana, la StefanoChiarini. La coalizione italiana che sostienela Stefano Chiarini è formata da quasi due-cento fra associazioni, comitati di solidarie-tà, forze politiche e sindacali. Noi, rappresentanti dei cittadini, personali-tà politiche e intellettuali, denunciamo lasituazione umanitaria ed umana drammati-ca imposta ai Palestinesi di Gaza non acausa di una catastrofe naturale ma dauna politica illegale di imprigionamento e di

azioni militari. Questa politica non sarebbestata possibile senza la passività dellacomunità internazionale e dei governidell'Unione Europea, che hanno condan-nato l'assedio di Gaza solo a parole, senzafare nulla per farlo cessare. Oggi è urgen-te agire per la fine di questo assedio.Nella nostra diversità di approcci, risoluta-mente attaccati al diritto internazionale edalla sua applicazione piena ed intera cosìcome prevista dalla Carta delle NazioniUnite, facciamo appello a sostenere l'ini-ziativa non violenta dei passeggeri cheprenderanno il mare fra poche settimane echiediamo alle autorità italiane di garantirela vita, l'incolumità e la sicurezza dei nostriconnazionali impegnati in una missioneumanitaria e non violenta.Chiediamo alle cittadine ed ai cittadini ita-liani di mobilitarsi in solidarietà con i volon-tari della Freedom Flotilla Stay Human, perla fine dell'assedio di Gaza e per una pacegiusta e duratura in Medio Oriente, attra-verso il riconoscimento del diritto del popo-lo palestinese alla vita, alla terra e allalibertà». Per firmare: [email protected]

Con la Freedom Flotilla Stay Human. Un appelloalle autorità italiane per garantirne la sicurezza

A Cecina 'Il vento del cambiamento'. Per unanuova politica europea verso il Nord Africa

La Perugia-Assisiinizia da Sidi BouzidGiovedì 23 giugno la Marcia Perugia-Assisi parte da Sidi Bouzid, la città tunisinadov'è scoppiata la rivoluzione araba, lacittà di Mohamed Bouazizi, il giovaneambulante che si è dato fuoco per prote-stare contro anni di abusi e umiliazioni eche ha finito per cambiare la storia dell'in-tero mondo arabo. Il 23 giugno una caro-vana di giovani tunisini percorrerà la stradache da Sidi Bouzid porta a Tunisi dove cisarà il passaggio di testimone alla Tavoladella pace. La cerimonia, che si svolgeràpresso il Centro della Musica di Tunisi,segnerà anche il momento d'inizio di ungrande Forum Euro-Mediterraneo organiz-zato dalla Fondazione Anna Lindh dal 23 al26 giugno con la partecipazione di oltreduecento giovani provenienti da tutti ipaesi arabi e dall'Europa. I giovani di Sidi Bouzid e del resto delMediterraneo saranno tra i principali prota-gonisti della Marcia Perugia-Assisi per lapace e la fratellanza dei popoli in program-ma il prossimo 25 settembre, 50° anniver-sario della Marcia ideata nel 1961 dal filo-sofo nonviolento Aldo Capitini.Info: [email protected]

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D on’t stop the music, perché non cisiano più tagli alla cultura e si inver-ta una tendenza ormai evidente di

ridimensionamento delle attività legate allamusica dal vivo. È questo il grido d’allarmelanciato dall’Arci in occasione della Festadella Musica 2011: gli spazi per la musicasono sempre meno e quei pochi che resisto-no subiscono i costi della burocrazia, degliaffitti sempre più onerosi, della mancanza disostegno normativo e legislativo. Sono tan-tissimi i festival musicali che non verrannorealizzati quest’anno e molti di quelli cheresistono hanno dovuto ridurre il numero deigiorni di programmazione e la qualità delleproposte. Nonostante tutto, grande è statol’impegno di ogni territorio per riuscire a rea-lizzare iniziative di qualità, nella maggiorparte dei casi gratuite, per continuare adaffermare il principio della ‘Musica dapper-tutto’, come si intitola il documento di propo-ste a sostegno della musica presentatodurante l’appuntamento di Viva il live! aMantova nel maggio scorso. Numerose iniziative si sono già tenute anchecon largo anticipo rispetto al giorno prescel-to per la Festa della Musica: dalla prima

Festa dell’Estate a Ronco Campo Canneto(Parma) a fine maggio a Ferrara della musi-ca con un mese di iniziative al circoloVoodoo di San Giuseppe di Comacchio,dalla due giorni a Forlì, il 14 e 15 giugno,presso la Rocca di Ravaldino, in cui sonostate proposte una mostra di fumetti, corto-metraggi, musica popolare, folk e world,all’Artivive festival, dal 10 al 19 giugno, aSoliera (Modena), con Tiziano Scarpa,Marlene Kuntz, Tre allegri ragazzi morti tra iprotagonisti; dal Medicina Rock Festival diImola, quattro serate dal 16 al 19 giugno, aEstasiarci a Viterbo, che si collegava nelleiniziative promosse con la Giornata mondia-le del rifugiato; dal Roots culture future,primo festival della musica reggae a Rovigoil 16 giugno con il gruppo di Furio dei Piturafreska e gli Ska-j alla Festa della Musica alCassero della Fortezza Medicea, Poggibon-si, il 18 giugno con concerti, interventi pittori-ci e musicali, visual art performing; dalRopolo festival di Arci Mediterranea aGaeta, il 17 e 18 giugno con tanti artisti inter-nazionali al Giovinazzo rock festival, che hafatto un’anticipazione l’11 giugno per lancia-re le tre serate del 30, 31 luglio e 1 agosto.

Tante quelle che si realizzeranno nei prossi-mi giorni: lo Sputnik music Festival il 25 giu-gno a Castel Maggiore (Bologna) con iCasino Royale, Arcinfesta a Como, dal 30giugno al 2 luglio con cinema all’aperto,festeggiamenti per i referendum, pizziche etarante, il Blu music festival a Cesena il 24 e25 giugno, Hangover 8 presso il circoloPablo Neruda di Villa Cadè (RE), dal 24 al26 giugno, la Festa della Musica a Maceratail 25 giugno in contemporanea in piazzaMazzini, piazza Battisti, piazza V. Veneto.Per rivendicare, in maniera festosa e conmusica di qualità il fatto che la cultura, inquesto caso la musica dal vivo, rende piùvivibili le nostre piazze, più allegre le nostreserate, più ricche le nostre città.

Don’t stop the music! Tanti artisti e iniziative dei territori in occasione della Festa della Musica

Sputnik music festivala Castel MaggioreSputnik music festival vuol dire musica, maanche impegno sociale: per questo l’edizio-ne 2011, che si svolgerà a Castel Maggiore(Bologna) nella consolidata location delParco di via Lirone, è il contrasto alle mafie,ai poteri criminali e alle attività illegali per ladiffusione di un’idea di giustizia sociale e dilibertà dalle sopraffazioni. Con la collabora-zione dell’associazione culturale BabylonBus, la giornata verrà arricchita da perfor-mance per sensibilizzare il pubblico e la cit-tadinanza sulla necessità di tenere alta laguardia contro tutte le mafie. In quest’otticasi inserisce anche la mostra fotografica suiterreni confiscati e riutilizzati Terre di libertà.La settima edizione si svolge il 25 giugno apartire dalle 17.30 con la finale dello Sputnikcontest, il concorso musicale che accompa-gna l’evento, a cui hanno partecipato ben 60band per arrivare a cinque finaliste che siesibiranno sul palco per aggiudicarsi ilPremio della giuria e il Premio del pubblico.Alle 21.30 sarà la volta del momento piùatteso, con il concerto dei Casino Royale,che presenteranno, in una delle prime datedel tour, il nuovo progetto discografico Io ela mia ombra. L’ingresso è gratuito.

Dal 26 giugno al 2 agosto tanti gliappuntamenti con le rassegne estive

di cinema promosse dall’Arsenalepresso il Giardino Scotto, il cinemaCiak Tirrenia e il Parco della Pace.Per info: www.arsenalecinema.it

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notizieflash

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Musica elettronicacon AcusmatiqPresso la Mole Vanvitelliana di Ancona siterrà la sesta edizione del festival di musicaed arte elettronica Acusmatiq, organizzatodall´Arci di Ancona con la Provincia ed ilComune di Ancona. Acusmatiq è un eventounico nel suo genere, che in questi anni hasaputo affascinare un pubblico sempre piùvasto e composito attraverso un cartelloneche vuole essere un punto di vista privile-giato dal quale poter esplorare molteplicilinguaggi in maniera libera e trasversale. La sesta edizione di Acusmatiq, attraversouna serie di performances di livello interna-zionale, prosegue l’esplorazione dei rap-porti tra la produzione musicale e la tecno-logia, analogica e digitale e con uno sguar-do sempre attento al rapporto tra la praticastrumentale e performativa e l´elettronicanelle diverse forme dettate dalla sensibilitàcontemporanea. Quest’anno il festival siarticola su tre serate: il 21, 22 e 23 luglio,precedute da tre ‘anteprime’ il 12, 13 e 15luglio. Di particolare rilievo la speciale per-formance della Yann Tiersen ElektronischeStaubband e nomi di riferimento dell’elettro-nica come Alva Noto e Oval, performanceaudio-video, esperimenti acustici.

A Torino per un’estate resistenteRicco programma per la seconda edizione diArciPelago. Estate resistente, ideato e curatodall’Arci di Torino, che si tiene presso il corti-le del Museo diffuso della Resistenza fino al31 luglio: dal martedì alla domenica, tutte lesere si susseguono concerti, spettacoli didanza, installazioni artistiche e presentazionidi libri. Novità di quest’anno è Storie in lizza,un torneo di story glam (gara tra ‘raccontato-ri di storie’) con giuria popolare. Ma c’è spa-zio anche per i più piccoli con i laboratori perbambini, il teatro dei burattini, i laboratori perragazzi sul riciclo. Tra gli incontri, segnaliamoLe città in cammino: migranti latinoamericanie città italiane tra ricerca di identità e ribellio-ne il 23 giugno; un approfondimento sul temadei Cie a cura di Amnesty internazional il 30giugno e uno sul tema della tratta con Mamree il settore Cooperazione internazionale delComune di Torino. Tra le mostre fotografiche,una dedicata ai Senzaterra. Immagini di unBrasile meno noto e una a Roma e New Yorkda due punti di vista. Ogni giovedì è possibi-le visitare gli spazi del Museo fino alle 22.Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito fino aesaurimento posti.Info: www.arcitorino.it

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D a martedì 14 giugno il Teatro Valledi Roma è stato occupato dai lavo-ratori precari dello spettacolo.

Questo bellissimo teatro, a due passi daPiazza Navona e dal Senato dellaRepubblica, era in bilico tra la dismissionedall’Ente Teatrale Italiano (smantellato mesifa) e l’acquisizione da parte del Teatro diRoma, ente del Comune di Roma che gesti-sce diversi teatri della Capitale. Ma la noti-zia non sta tanto nell’accelerazione che l’oc-cupazione ha dato al passaggio di proprietàdel Teatro (dal Ministero dei Beni Culturali alComune di Roma), quanto nella partecipa-zione straordinaria di cittadini, artisti, intel-lettuali all’occupazione e alle sue assem-blee. Sono sette giorni che i giovani artistidel Valle organizzano assemblee molto par-tecipate sul futuro del teatro e della culturain questo Paese. Le adesioni all’appello del

Valle sono tantissime, di volti noti e dimigliaia di meno noti. Tutti con la certezza divivere un evento storico e straordinario.Finalmente c’è chi ha avuto il coraggio diriappropriarsi di uno spazio per la cultura edi metterlo a disposizione del suo mondofatto di artisti, tecnici, pubblico. Un luogopubblico, un bene pubblico, è al centro delladiscussione pubblica e partecipata dei citta-dini che lo amano. Questa occupazione hagià vinto per l’efficacia simbolica e praticache sta producendo. Gli occupanti sonoanche determinati a fare proposte concreteper definire processi trasparenti nellagestione del Valle che contempli il coinvol-gimento di attori e maestranze. Cosa nonsemplice conoscendo i cavilli che normanoi nostri beni culturali. La lotta del Valle è solouna tappa di un percorso iniziato dall’occu-pazione del cinema Metropolitan (a due

passi da Piazza del Popolo) a rischio tra-sformazione in un grande magazzino, pas-sando per l’ex cinema Palazzo (ora SalaVittorio Arrigoni) a San Lorenzo che dovevadiventare un Casinò. Stiamo parlando diRoma, una delle capitali mondiali della cul-tura. Impossibile trovare spazi accessibiliper nuovi progetti culturali. Affitti alle stelle,burocrazia devastante, amministrazionecomunale senza progetti. Un disastro.Anche dal Teatro Valle soffia un ventonuovo, lo stesso che ha portato alla travol-gente vittoria referendaria. Si sta finalmenteaffermando il principio che anche la Culturaè un bene comune, come la conoscenza el’informazione. Una consapevolezza chedeve, da Roma, raggiungere tutta l’Italia,per salvaguardare il suo patrimonio artisticoe culturale. Info: [email protected]

cultura

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U n anno fa, alla presentazione dellibro del giornalista Rai GilbertoSquizzato sulla tv pubblica, Angelo

Guglielmi, primo direttore di Rai Tre, affer-mò «la Rai è morta perché non produce piùcultura».Affermazione spericolata? Miceli, segreta-rio generale Slc-Cgil, poche settimaneprima, di fronte a 700 lavoratori imbestiali-ti, aveva detto «se la Rai non rilancia fare-te la fine dell’Alitalia». La platea schizzafuori e utilizzando armadi e pareti comeimprovvisate percussioni scandisce «noigli sprechi non li paghiamo».La lotta in qualche modo pagherà, col ripri-stino in busta paga del 75% del mancatopremio di produzione. Ma questo è solouno dei problemi che minacciano la salutedel servizio pubblico radiotelevisivo. Masi,l’ex direttore generale forse più dannosonella storia della Rai, detta le linee guidadi un piano industriale ‘lacrime e sangue’approvato dal consiglio di amministrazio-ne: esuberi, dismissioni, esternalizzazioni,tagli di personale, vendita delle torri di tra-smissione di Raiway (è come se FFSSvendesse i binari per poi noleggiarli). I lavoratori non ci stanno e il 10 ottobrescorso è sciopero generale. Incrocia lebraccia l’85% del personale. I programminon vanno in onda, la radio trasmette solo

musica e, dal concentramento sindacale diViale Mazzini, parte un corteo spontaneo.Nei giorni seguenti Repubblica, Stampa eCorriere non spendono una parola..Romperà il ghiaccio Michele Serra con lasua ‘Amaca’ perché incalzato da centinaiadi mail dei lavoratori Rai puntuali nel ricor-dargli il suo precedente sollecito alla rivol-ta. Intanto il vento cambia. Prima le elezio-ni amministrative, poi la vittoria referenda-ria. A informare sui quesiti ci pensa il webperché l’informazione generalista, Raicompresa, è del tutto assente. Neanche avittoria conclamata notiziari e programmioffrono spazio alle donne e agli uomini chehanno promosso la consultazione. C’è dipiù. Berlusconi, nella testarda convinzionedi aver perso elezioni e referendum percolpa di Santoro e Raitre, si accanisce nel-l’attacco frontale ad una Rai che nel frat-tempo ha cambiato direttore generale(Lorenza Lei) e la cui crisi si è ulteriormen-te aggravata.Qualcuno ha più incontrato troupes della tvpubblica in giro per l’Italia per raccontarnegli umori, i desideri, i sogni e le utopie? Lescelte sono ben altre: programmoni pome-ridiani e serali da studio che trasudano pet-tegolezzi, e talk show litigiosi con sovrae-sposizione di esponenti politici. La societàè del tutto assente.

Per quanto riguarda la produzione, la mag-gior parte delle trasmissioni sono realizza-te esternamente ai perimetri aziendali,sebbene buona parte di essi ricopino pro-grammi che la Rai aveva ideato e prodottoal suo interno. Spese da pazzi, come i 3milioni di euro sganciati per il clamorosoflop di Sgarbi ed il milione per il film fanta-sma della Bonev. Migliaia di collaboratori invisibili che riem-piono inutilmente le redazioni. Le casse sisvuotano. Nel frattempo Masi ha cancella-to l’accordo con Sky che garantiva alla Raisvariati milioni di entrate. E se le banchebattono cassa, ci sono sempre i lavoratorisu cui rifarsi negandogli i premi di risultatoper far quadrare i conti.Che fare? La risposta è tanto semplicequanto impossibile con Berlusconi a capodel governo: rilanciare il servizio pubblico,quello che gli italiani sono in grado di rico-noscere fin dalle prime inquadrature quan-do un gruppo di lavoro sano e competenteriesce a restituire il portato delle azioni diuomini e donne, di ogni estrazione e diogni pensiero semplicemente impegnati avivere. E questo i lavoratori della Rai losanno fare. Anzi vogliono ricominciare afarlo.Per recuperare la propria dignità e permantenere l’impegno con l’editore di riferi-mento. Che sarebbero gli abbonati, e non ipartiti.

Produzioni esternalizzate, programmi omologati, cattivainformazione: questa è la Rai nell’era Berlusconi

Dal teatro Valle di Roma, occupato dai lavoratori precari dello spettacolo, soffia un vento nuovo per la cultura italiana

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Un articolo del Coordinamento lavoratori Rai

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«Un giornalismo coraggioso, capace diraccontare aspetti della realtà che spessosi vorrebbero oscurare per ragioni politi-che. Un giornalismo libero e di talento, sul-l'esempio di Ilaria e Miran»: nelle paroledel presidente della giuria Italo Morettisono queste le qualità risultate vincitrici nelPremio Ilaria Alpi e questi i criteri chehanno permesso di scegliere i vincitoridella diciassettesima edizione del concor-so di giornalismo televisivo dedicato allamemoria dell'inviata Rai Ilaria Alpi e delsuo operatore Miran Hrovatin. Le categorieerano 8, e spaziavano da premi per servizidi telegiornale di appena 1 minuto fino areportage lunghi e di approfondimento. Il concorso ha visto la partecipazione di275 giornalisti, presenti a Riccione durantei 4 giorni della rassegna che si è conclusalo scorso 18 giugno. Grande interesse perl’attualità, in particolare per le rivolte innord Africa, le testimonianze dei durissimiscontri tra manifestanti tunisini e forze dipolizia, gli scontri di piazza in Libia dallaprospettiva ‘dal basso’ dei ragazzi più gio-vani. Molti riconoscimenti anche al temadell’immigrazione: dagli immigrati che a

Brescia sono saliti per protesta su una gru,alle ronde di cittadini e le cacce all’uomoorganizzate nelle campagne del Salentoper riacciuffare i migranti fuggiti dal Cie.Ma c’è spazio anche per temi che riguar-dano più da vicino gli italiani: denuncesull’Italia che evade il fisco, testimonianzedi giovani donne che decidono di affronta-re la maternità in tempi economicamente esocialmente sempre più incerti, servizisulle vessazioni inflitte quotidianamente adonne da ammiratori, mariti o fidanzatistalker. Menzione speciale per Ergastolobianco di Francesco Cordio e Mario Pan-toni, che hanno seguito le visite dei parla-mentari delle commissioni di inchiesta sulfunzionamento del servizio sanitario nazio-nale dentro i 6 Ospedali psichiatrici giudi-ziari ancora funzionanti in Italia.I premi individuali consegnati dalla giuriasono stati tre: il premio speciale Ilaria Alpiè andato a Roberto Saviano; BernardoValli, inviato di Repubblica, ha ricevuto ilpremio alla carriera; ad Agnes Taile èandato il Premio Unicredit per il valore e ilcoraggio. Info: www.premioilariaalpi.it

La fase di sperimentazione territoriale emessa a sistema dei centri di attiva-zione per Arci Trieste si basa su una

collaborazione attiva con associazioni gio-vanili, in particolare Arci Casa delloStudente Arccs di Trieste per l'organizzazio-ne in primis di un ciclo d'incontri sulle politi-che giovanili in occasione del confrontosulla politica giovanile regionale, a cuihanno partecipato rappresentanti politicicomunali, regionali e provinciali, associazio-ni del territorio e naturalmente i giovani. Perfavorire l'auto-organizzazione, la cittadinan-za attiva e la gestione di luoghi di aggrega-zione giovanile, sono stati realizzati degliincontri formativi rivolti alle associazioni gio-vanili riguardo la gestione logistica ed eco-nomica di una associazione e la realizzazio-ne di eventi socio-culturali. Ne è scaturitol'Univillage, organizzato da Arccs con duegiorni di musica, diritti e partecipazioneattraverso conferenze su tematiche di attua-lità - immigrazione con il centro di acco-glienza per immigrati E. Balducci e l'Ics,ambiente a cura di Wwf universitario, salutee prevenzione di MST (malattie sessual-mente trasmissibili) a cura di Croce Rossa

italiana, sensibilizzazione sui luoghi di con-flitto e i diritti umani con Emergency, educa-zione alla legalità grazie a Libera. Hannopartecipato tra gli altri Beppe Casales con lospettacolo teatrale La spremuta su Rosarnoe giovani musicisti. Altro obiettivo importante: ovviare al semprepiù diffuso disinteresse per le forme tradi-zionali di partecipazione alla vita pubblica ealla mancanza di fiducia nei sistemi demo-cratici proponendo incontri sul mondo dellavoro e precariato in collaborazione conCgil-Nidil, così come una conferenza sullademocrazia e l'educazione alla legalitàpresso l'Università degli Studi di Trieste conLibera e il presidio giovani Ilaria Alpi e MiranHrovatin in occasione della presentazionedel libro 1994 di L. Grimaldi e L. Scalettari. Iniziativa di rilievo educativo e sensibilizza-zione dei giovani, cittadini consapevoli delproprio bagaglio socio-culturale, lo spetta-colo teatrale di Paolo Li Volsi Cantata conrabbia sulla storia della resistenza e lamemoria spesso tralasciate dalle giovanigenerazioni. L'iniziativa ha coinvolto diversicircoli Arci del Friuli-Venezia Giulia sottoforma di spettacolo itinerante.

Si è inoltre potenziata la capacità di networke utilizzo degli spazi giovanili di Trieste gra-zie a una collaborazione tra Arci, l'associa-zione Niente scuse e il ricreatorio Ricceriper creare il laboratorio Equieliberi equilibri,che a partire dall'equilibrio tra corpi arrivaall'elaborazione di testi sulla distribuzione diricchezza e potere. L'elaborato è stato pre-sentato al Festival delle diversità che miraalla promozione di stili di vita sostenibili edell'associazionismo, elementi fondamenta-li nella crescita personale di ognuno. Infine, sono previsti laboratori per l'espres-sione della creatività giovanile e la promo-zione dei giovani artisti secondo la metodo-logia di peer education. I laboratori offronoattività di tipo aggregativo basate su lin-guaggi artistici quali il body-painting henné,incontri formativi dj-set, la fotografia e il lin-guaggio del corpo. In fase di realizzazione,il gemellaggio con il comitato Arci Padovainteso come scambio di esperienze tra gio-vani a livello culturale. Altro strumento fina-lizzato alla creazione di rete, una paginaweb dedicata al progetto e un sito per lapromozione dell'associazionismo giovanile. Info: [email protected]

In Friuli incontri sulle politiche giovanili, sul mondo del precariato e laboratori per la creatività

Inchieste su migranti, scontri in nordAfrica e Opg per i vincitori del Premio Alpi

A Roma si presentaGenerazioninsiemeIl 22 giugno presso la sede del Cnel aRoma sarà presentata Generazioninsieme,associazione di promozione sociale per lasolidarietà tra le generazioni. Obiettivo prin-cipale è approfondire il tema della solidarie-tà attiva tra le generazioni di fronte ai cam-biamenti demografici e culturali in unasocietà sempre più globalizzata. Promuo-vere in particolare l’impegno solidale tra legenerazioni nei valori della cultura, nellepolitiche del lavoro, in quelle economiche,sociali e in quelle della formazione, fondatosui principi di giustizia e della piena e con-sapevole partecipazione di tutte le persone.L'apertura dei lavori, cui porterà il saluto ilPresidente del Cnel Antonio Marzano, èprevista per le ore 9.30 quando il vicepresi-dente di Generazioninsieme Antonio DeAngelis e Lorenzo Lusignoli dell'esecutivo,introdurranno alla discussione che prendespunto dall'Indagine di opinione Generazio-ni insieme, che ne pensi? a cura di CarloPantaleo. Nel pomeriggio la tavola rotondaGenerazioni insieme: è possibile? con isegretari generali di Cgil, Cisl e Uil e duegiovani precari.Info: www.cgil.it

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9società

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I l prossimo 23 giugno il mondo delleorganizzazioni sociali si mobiliterà peruna giornata nazionale di iniziativa con-

tro i tagli del governo alla spesa sociale, perchiedere un potenziamento delle politiche diwelfare a sostegno degli anziani, dei giova-ni e delle famiglie messe in difficoltà dallacrisi, per rivendicare la definizione dei livelliessenziali delle prestazioni sociali e misureuniversalistiche a sostegno del reddito. La mobilitazione è promossa dal Forum delTerzo Settore insieme al cartello I diritti alza-no la voce e vede l’adesione di tutte le piùrappresentative organizzazioni non profit. L’Arci, che aderisce alla campagna I dirittialzano la voce e fa parte del coordinamentonazionale del Forum del Terzo Settore, hacontribuito attivamente alla costruzionedelle iniziative programmate. Alla base dellamobilitazione c’è un documento-appello chetraccia un quadro della situazione e indicaalcuni obiettivi condivisi. In una fase di gran-de difficoltà del paese sul piano economico

e sociale, ma anche di inedita ripresa dellapartecipazione civica, la convergenza suquesti obbiettivi da parte di un fronte unita-rio ampio e significativo rappresenta unrisultato politico importante. I promotori chie-dono tra l’altro la definizione dei livelliessenziali delle prestazioni concernenti idiritti civili e sociali, come previsto dallaCostituzione; un forte investimento nellepolitiche sociali, con un significativo aumen-to delle risorse destinate al sociale, allascuola, all’educazione; la concreta applica-zione del principio di sussidiarietà, col rico-noscimento della pari dignità alle organizza-zioni della società civile; una misura univer-salistica a sostegno del reddito contro lapovertà e un concreto aiuto per ridurre irischi di vulnerabilità sociale; il ripristino delfondo per la non autosufficienza; l’adeguatofinanziamento del Piano nazionale infanziae adolescenza con un ripensamento dellepolitiche giovanili; la definizione e il finanzia-mento del Piano nazionale per la Famiglia;

il rilancio del Servizio Civile Nazionale. Ildocumento indica poi alcune linee che ilgoverno dovrebbe seguire nel gestire lepolitiche sociali, come la fine della prassi deitagli lineari, da sostituire con la definizionedelle priorità, intervenendo sia sul frontedelle entrate (leva fiscale e lotta all’evasio-ne), sia sulle uscite (riduzione degli sprechi,delle spese militari ecc.); la qualificazionedel percorso federalista, riducendo le dispa-rità e riqualificando la spesa pubblica; ilpotenziamento delle politiche sociali orien-tandole al benessere e dando protagonismoalle persone, alle famiglie, ai corpi sociali; laridefinizione di ruoli e compiti degli enti pub-blici e il loro rapporto con i cittadini attivi e gliattori sociali secondo il principio di sussidia-rietà. Il 23 giugno, per sostenere questapiattaforma, ci saranno eventi in varie città.L’iniziativa di maggior rilievo si terrà aRoma, con una manifestazione in PiazzaMontecitorio dalle 11 alle 13. Info: www.idirittialzanolavoce.org

Basta tagli, ora diritti! Il 23 giugno giornata di mobilitazione nazionale per il welfare

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C on i 68mila824 soci (+ 2.926rispetto al 2008), il comitato Arci diReggio Emilia si conferma, dopo

quello di Milano, il secondo in Italia. È il numero più alto nella storia dell’Arcireggiana e, se letto congiuntamente aldato della complessiva tenuta del numerodei circoli presenti sul territorio (136), siricava l’ottimo stato di salute dell’associa-zione.Sono 2.934 i volontari e i dirigenti quotidia-namente impegnati nella realizzazione diattività, iniziative e progetti. 1.922.042euro sono le entrate complessive derivantidalle quote sociali e dalle attività program-mate dal comitato territoriale, mentre1.908.402 euro sono stati impiegati perrealizzare attività, iniziative e progettiassociativi.Per la prima volta il bilancio socialedell’Arci di Reggio si arricchisce dei datieconomici di circoli e comitato e offrenumeri che rappresentano la forza dell’as-sociazione come motore della coesionesociale del territorio e riferimento per i cit-tadini. 1.922.042 euro sono le entratecomplessive derivanti dalle quote sociali edalle attività programmate dal comitato ter-ritoriale, mentre 1.908.402 euro sono statispesi per realizzare attività, iniziative eprogetti associativi.

21.396.917 euro è la stima dell’ammonta-re complessivo delle entrate e delle uscitedel ‘sistema Arci’. Un ammontare che comprende le risorsedei circoli e del comitato provinciale e oggicompare per la prima volta nel bilanciosociale per illustrare con trasparenza laforza dell’Arci reggiana che arriva dallasomma di piccole parti. Se infatti i 21 milioni di cui sopra vengonodivisi per i 136 circoli del territorio e il comi-tato provinciale, si ricava una realtà fruttodelle tante ore di volontariato (250mila ore)messe a disposizione nei circoli.Sono dati importanti quelli che emergonodal bilancio sociale consuntivo 2010 chel’associazione di promozione sociale diReggio ha presentato giovedì al circoloBismantova Catellani con gli interventi delpresidente provinciale Arci Federico Ami-co, di quello regionale Paolo Marcolini, delsindaco di Reggio Graziano Delrio, dell’as-sessore provinciale Ilenia Malavasi, e dellaconsigliera regionale Roberta Mori.«Gli ultimi due anni - ha detto Amico -hanno segnato un profondo mutamentoculturale circa la legittimità del nostroagire. Questo cambiamento è stato fomen-tato da un’azione da parte del governonazionale che si è posto come fine il recu-pero della fiscalità proprio dalle attività no-

profit. Questo suona un po’ come dire‘smettiamola di indagare sui possessori dipanfili e rendite sommerse e piuttosto col-piamo quella parte sana della società chenon alimenta il nostro consenso elettorale.Prendiamocela con quei signori che inten-dono proporre un altro modello di società edi economia’. Per fortuna - ha continuato Amico - la mag-gioranza del paese va da un’altra parterispetto al modello governativo, come con-fermano le recenti tornate elettorali e leconsultazioni referendarie. Non abbiamonulla da nascondere e crediamo fortemen-te nel valore aggiunto generato dai nostricircoli che sono in grado di coinvolgeredecine di migliaia. Credo - ha conclusoAmico - che questi numeri siano la rispostapiù forte che possiamo dare a tali argo-mentazioni».Il bilancio sociale che è stato presentato,secondo il presidente regionale Arci PaoloMarcolini «misura la portata sociale dellanostra presenza sul territorio. È lo stru-mento per capire, prima ancora di quantisiamo, come siamo. È l’etichetta chegarantisce la trasparenza di ogni prodottoe parla del nostro approccio quotidianoalle cose. È fatto di eticità, partecipazione,condivisione». Info: [email protected]

Arci Reggio Emilia presenta il bilancio sociale 2010

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Di seguito le proposte che la CampagnaSbilanciamoci! sottopone a Governo eParlamento per una nuova cooperazioneallo sviluppo.

Riavviare il dibattito parlamentare sunuovi interventi legislativi in merito allacooperazione allo sviluppo che - superan-do la Legge 49/87 - introducano direttriciradicalmente nuove su obiettivi, metodolo-gie, attori e strumenti istituzionali volti acontribuire in ambito globale alla costruzio-ne di un'economia di giustizia, alla promo-zione dei diritti umani e della democrazia,alla solidarietà internazionale, al rifiutodella guerra.

Accogliere le 19 raccomandazioni dellaPeer review dell'Ocse e indicare per ognu-na di esse un'agenda di azioni concretevolte a rimuovere le criticità emerse.

Riformare le politiche di cooperazioneallo sviluppo basandosi sul principio dellacoerenza, facendo in modo che gli obietti-vi di solidarietà internazionale e di lotta alla

povertà siano sostenuti da adeguate politi-che per il commercio internazionale, l'am-biente, la sicurezza, l'agricoltura e i pro-cessi migratori. Ma anche sul principio di coordinamento earmonizzazione delle attività dei Paesidonatori, nonché su quello dell'allineamen-to con le priorità dei Paesi destinatari degliinterventi.

Riallineare la quantità di fondi stanziatiper la cooperazione allo sviluppo (Legge49) ai livelli del 2008 e assolvere agli impe-gni nei confronti delle Istituzioni e deiFondi multilaterali.

Cancellare i debiti illegittimamente con-tratti da parte dei Paesi del Sud del mondonei confronti dell'Italia.

Assolvere agli impegni assunti dall'A-quila Iniziative for Food Security tramitefondi aggiuntivi rispetto a quelli già stan-ziati per altri interventi nello stesso settore.

Adoperarsi concretamente per abbatterei costi di invio delle rimesse dei migranti

verso i Paesi di origine.Promuovere misure concrete di contra-

sto ai paradisi fiscali e impegnarsi nellesedi internazionali per dare seguito a pro-poste quali l'obbligo di rendicontazionePaese per Paese dei dati contabili e dibilancio di tutte le imprese transanzionali.

Sostenere la proposta della società civi-le riunita nella Campagna zerozerocinquedi tassare le transazioni finanziarie inter-nazionali per raccogliere fondi da impe-gnare in misure concrete di lotta allapovertà e all'esclusione sociale in Italia enel Sud del Mondo.

Sostenere in sede europea e internazio-nale le proposte della società civile perintrodurre standard di valutazione socialee ambientale degli investimenti diretti este-ri delle imprese europee nei Paesi del Sude dei parametri di finanziamento sottoforma di crediti da parte delle istituzionifinanziarie europee e internazionali.Info: www.sbilanciamoci.info

I paesi poveri pagano più di tutti il prezzodella crisi economica e finanziaria checontinua dopo lo shock del 2008. Lo

pagano sia in termini economici, con la ridu-zione dei pochi benefici che l’economia glo-bale e la crescita gli avevano portato negliultimi decenni, sia con la riduzione degli aiutisotto forma di politiche di cooperazione allosviluppo sempre meno efficaci.Le risposte dei ‘Grandi’ della Terra affronta-no sempre meno i nodi centrali, come quel-lo dei paradisi fiscali che sottraggono intasse più di 100 miliardi di dollari ai Paesipoveri ogni anno. Siamo in presenza di unoscandaloso welfare al contrario: i soldi simuovono dalle nazioni più povere versoquelle più ricche e i Paesi del Sud sono gra-vemente colpiti dalla speculazione finanzia-ria che si sposta sempre di più sulle materieprime e sulla terra coltivabile, trasformandoil cibo ormai in un asset finanziario. Le evo-luzioni dei prezzi mettono i contadini del Sudin ginocchio, mentre le Istituzioni FinanziarieInternazionali come Banca Mondiale e FMIrinnovano le politiche che hanno portato alcollasso e alla crisi sociale.I pochi flussi di investimento verso il ‘Sud’dai Paesi ricchi sono in calo e assumonospesso la forma di speculazione finanziaria,garantendo ormai pochi benefici ai Paesi

poveri, mentre le grandi lobby economiche,e in Italia la Confindustria, spingono affinchéle Istituzioni che regolano tali investimenti,come l’Unione Europea, non introducanoregole e standard in materia sociale edambientale.Nel frattempo si valorizzano le impresecome la più efficace ‘arma di sviluppo’.Le nuove tecniche di finanziamento si basa-no infatti sull’idea che la crescita economicasia una condizione dello sviluppo e ciòdebba avvenire tramite il settore privato. La ‘finanziarizzazione dello sviluppo’ minaalla base l’emancipazione che dopo tredecenni di aggiustamenti strutturali impostidalla Banca Mondiale e dal FMI finalmentele economie emergenti e diversi Paesi delSud stavano vivendo.Tendenze che il governo italiano sostieneappieno, smantellando da un lato la coope-razione allo sviluppo con forti tagli (le risorsesono ormai minime, con un crollo spavento-so negli ultimi tre anni) e sostenendo unavisione dell’aiuto pubblico basata principal-mente su aiuti al settore privato (talvoltasotto forma di finanziamento a mega proget-ti di dubbia utilità con le imprese italiane pro-tagoniste e vere beneficiarie). Oppure trami-te la cancellazione o riconversione di debiticoi Paesi poveri, debiti ormai illegittimi o ine-

sigibili viste le condizioni disastrate dellafinanza pubblica dei loro governi. Quello che cresce invece sono le spese mili-tari dell’Italia e l’impegno nelle missioni diguerra, in cui peraltro la ‘quota’ di coopera-zione allo sviluppo e aiuto umanitario rispet-to alle operazioni militari stesse è limitata.Il nostro Paese assume un ruolo marginalenel contesto della cooperazione allo svilup-po in Europa, risultando fanalino di coda perimpegni economici rapportati al Pil e nonesprimendo una voce autorevole nelle dire-zioni che l’Aiuto europeo assume, semprepiù pericolosamente spostato verso quella‘finanziarizzazione’ dello sviluppo di cui si èparlato.Nonostante anche l’OCSE abbia nuova-mente sottoposto al governo italiano molteraccomandazioni per il rilancio dellacooperazione e per la riforma della Legge49 del 1987, il dibattito langue, il processodi riforma è una palude e l’argomento èormai fuori dall’agenda politica parlamen-tare.Quello che manca è la volontà politica dipercorrere nuove strade: le proposte ci sonoe questo Libro Bianco le sottopone a tutticoloro che pensano che un nuovo paradig-ma sia possibile, basato sulla cooperazionee la solidarietà fra popoli e nazioni.

La solidarietà internazionale ai tempi della crisi: il Libro bianco di Sbilanciamoci!

Le 10 proposte a Governo e Parlamento.Oltre l'aiuto, per una nuova cooperazione allo sviluppo

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I n questi tempi, dove il mercato e le modedigeriscono in breve tempo ogni produ-zione culturale, vedere una manifestazio-

ne alla sua XVIII edizione, continuando arimanere un ‘evento’, deve essere per Arci unmotivo di soddisfazione. Dal 1995 abbiamoorganizzato a Villa Ada oltre mille concerti, inun lungo itinerario ideale che voleva far cono-scere i suoni e le culture ‘altre’, favorendo l'in-contro e la conoscenza di generi musicali inuno scenario naturale unico, vicino alla piùgrande Moschea di Roma, ottenendo in unmix sapiente il risultato di unire buona musi-ca, politicità e divertimento. E questo senzaperdere mai di vista la nostra originaria volon-tà di organizzare una manifestazione popola-re. Una manifestazione di conoscenza, di

lotta al razzismo, di dialogo religioso ed inter-culturale. Di forte impegno per la pace.OggiRoma incontra il Mondo è un evento atteso.Oltre 7000 amici nelle nostre pagine facebookattendono con ansia la pubblicizzazione delcalendario dei concerti, divenendo, a lorovolta, i principali promoter della manifestazio-ne in una catena di sant'Antonio senza fine.Coloro che sono interessati al programmapossono andare sul sito di Roma incontra ilMondo. Qui potranno riconoscere le duelinee principali della nostra programmazione,qualificatasi quarta nella graduatoria deglieventi dell'estate romana 2011: queste pre-vedranno 21 concerti per il prosieguo del tourdi conoscenza delle musiche del mondo e 22concerti con una selezione di importanti grup-pi di musica italiana. E quindi ecco GoranBregovic, Cesaria Evora, Suzanne Vega,Joao Bosco, Alpha Blondie, Yann Tiersen,Jimmy Cliff. E, al loro fianco, la nutrita rappre-sentanza italiana con Niccolò Fabi, Neffa,Sabina Guzzanti, Verdena, Alex Britti, CristinaDonà, Giovanni Lindo Ferretti, il duo Magonie Spinetti, Eugenio Bennato e i Sud SoundSistem, Officina Zoè. Innovative collaborazio-ni sono state instaurate con istituzioni cultura-

li internazionali come l'Istituto Cervantes, chefesteggerà sulle sponde del laghetto la gior-nata mondiale della cultura spagnola.Analogamente, con l'ambasciata di Cubasarà presentato un progetto importante ‘afro-cubism’ con Eliades Ochoa, straordinariointerprete dei Buena Vista Social Club, eToumani Diabate, uno tra i più importantimusicisti del Mali. Una serata è per Libera conDon Ciotti. Quarantatrè concerti, uno sforzoorganizzativo, umano ed economico immaneper l'Arci di Roma, che ancora una volta sapràoffrire spettacoli di rilievo a costi popolari. Eoggi, in questa Roma dove più volte abbiamocontrastato i tentativi di creare un duopoliopubblico e privato per eliminare le realtà musi-cali intermedie, la domanda da porreall'Amministrazione capitolina è la seguente:ma questi dell'Arci, che riescono ad organiz-zare concerti con prezzi più bassi degli Enticulturali pubblici, sono bravi o c'è qualcosache non funziona all'ombra del Colosseo?Attendiamo dal Sindaco Alemanno anchequesta risposta, che, come per altre, dovràessere sempre la stessa: a Roma abbiamofallito.Info: www.villaada.org

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A Villa Ada torna con 43 attesissimi concerti la XVIII edizione di ‘Roma incontra il mondo’

Allo Spazio Arci Metrocubo sarà presentato, mercoledì 22 giugno alle 18.30, il libro Settanta. L’Italianon è mai stata innocente di SimoneSarasso. Sarà presente l’autore

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Mengozzi presidenteFIRENZE - La conferenza di orga-nizzazione di Arci Toscana, svoltasipresso la sede in piazza dei Ciompi

nelle giornate del 17 e 18 giugno, haeletto come nuovo presidente regiona-le Gianluca Mengozzi. Già vicepresi-dente del comitato regionale e respon-sabile delle politiche internazionali,riceve il testimone da Vincenzo Striano,che lascia l'incarico dopo più di 15 anni.Al nuovo presidente gli auguri per ilnuovo incarico.Info: www.arcitoscana.org

La rassegna 35 mmCOMO - Inizia il 22 giugno e proseguefino al 7 settembre la rassegna cine-matografica all’aperto 35 mm. Sotto ilcielo promossa dal circolo ArciXanadù. Ogni mercoledì appuntamen-to alle 21.30 in piazza Martinelli conuna selezione delle migliori pellicoledella stagione. Si comincia il 22 giugnocon We want sex di Nigel Cole.Info: www.arcixanadu.it

In scena Litaliano PieroTREVIGLIO (BG) - Il 25 giugno alle18.30 al circolo Arci Fuorirotta sarà pre-

sentato lo spettacolo Litaliano Piero, unprogetto di Teatro Caverna dedicato alcantautore e ‘poeta anarchico’ PieroCiampi. Nessun racconto biografico delpoeta ma la volontà di attraversare isuoi versi e di accostarsi all’autoreattraverso brevissimi monologhi.L’opera nasce da un’idea di DamianoGrasselli.Info: [email protected]

La chiamata alle artiBARI - L’Arci di Bari promuove per cin-que giorni la Chiamata alle arti, unmodo per esprimere e raccontareattraverso le arti il significato del dirittod’asilo. La manifestazione si concludeil 25 giugno in piazza Mercantile conl’esposizione delle opere, iniziativepresso l’area pittura, video, flash mob,fotografia, con la collaborazione delprofessor Maurizio Ghiglia (docentefotografia e video all’Accademia dibelle arti di Bari), Rosanna Pucciarelli(docente di Disegno all’Accademia dibelle arti di Bari) e Franco Ferrante(attore). A seguire, interventi musicalidel maestro Andrea Gargiulo delConservatorio di Bari.Info: www.arcibari.com

Pomigliano non si piegaOSNAGO (LC) - Il 28 giugno alle ore21 presso il circolo La Locomotiva CiroD’Alessio, operaio dello stabilimentoFiat di Pomigliano d’Arco, presenterà illibro Pomigliano non si piega. Non unlibro sugli operai, ma un libro degli ope-rai, che lo scorso 22 giugno hanno fattoquello che sembrava impossibile:votando ‘no’ al referendum-ricatto diMarchionne, hanno suonato il segnaledell’inizio della lunga lotta per la ricon-quista dei diritti sociali. Nel corso dellaserata interverrà Rocco Castagno,delegato Rsu/Fiom della Candy Besseldi S.Maria Hoé.Info: www.arcilocomotiva.it

Stelle sotto le stelleCARMAGNOLA (TO) - Presso il cortiledel Liceo Baldessano, in piazzaSant’Agostino, si terrà a partire dal 28giugno la XV edizione di Stelle sotto lestelle, rassegna di cinema all’apertopromossa da Arci life, Arci life cinema ecircolo Margot in collaborazione con ilComune di Carmagnola, Assessoratialla cultura e alle manifestazioni. Finoal 31 luglio, con inizio alle 21.45, saran-no proiettati film recenti di successo

internazionale. Il 28 giugno si cominciacon Il discorso del re di Tom Hooper,Oscar nel 2010 per il miglior film e lamigliore interpretazione maschile.Info: www.circolomargot.com

La stagione al MuseoLEGNAGO - Anche quest’anno unagrande stagione di musica, cinema eteatro Al Museo, promossa dall’Arci diLegnago. A partire dal 1 luglio si svol-geranno sul palco nel giardino del cen-tro ambientale archeologico in viaFermi numerosi spettacoli, tutti a ingres-so gratuito, per allietare le calde serateestive. Il mercoledì alle 21.30 è comesempre riservato alla rassegna di cine-ma all'aperto I Giovani nel cinema,mentre il fine settimana sono previsticoncerti e reading con inizio alle 21.30.Info: [email protected]

Letture maledettePALERMO - Al Malaussène ultimoappuntamento con Letture maledette:reading, musica live e proiezioni sultema ‘Sudamerica’, con la partecipa-zione straordinaria di Vincenzo Fonti eGabriele Russo.Info: [email protected]

Notizie Brevi

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D a un testo di Michael Marmarinos,una riflessione sul significato dellacittadinanza contemporanea a par-

tire dal concetto di inno nazionale. È il teo-rema sulla coralità che Arci Firenze e l’as-sociazione culturale Attodue, con il contribu-to di Regione Toscana e Fondazione MontePaschi hanno proposto nel mese di giugnoin tre date. La drammaturgia contempora-nea esce dai suoi tipici luoghi di azione e simescola con spazi di scambio pubblico quo-tidiano: circoli Arci e Case del popolo. Lastruttura drammaturgica disegnata ormaidieci anni fa da Michael Marmarinos, unodei fondatori del Diplous Eros TheatreEnsemble, e naturalmente predisposta acontinue rielaborazioni nel tempo e nellospazio, conosce quest’anno un nuovoaggiornamento: oggi il teorema sulla corali-tà argomentato in Inno nazionale, con il rial-lestimento di Simona Arrighi e SandraGaruglieri, ha come tema di riferimento i150 anni dell'Unità d'Italia. Quale inno nelXXI secolo? Le celebrazioni per i 150 annidell'Unità d'Italia si inseriscono in un conte-sto assai complesso: da un lato la globaliz-

zazione tende a spostare l'attenzione dalladimensione nazionale a quella mondiale,dall'altro spinte secessioniste rischiano dirimettere in discussione il percorso unitariodel popolo italiano. Tra l'apertura di un oriz-zonte globale e l'angusta visione localistica,si apre uno spazio di profondo disorien-tamento per la perdita di un'appartenenzache oggi deve essere riscoperta e ricostrui-ta. Non si tratta di riproporre nuovi confinigeografici, ma di ricostruire, a partire dallepiazze, dalle città, dai luoghi di incontro e disocializzazione come le case del popolo,per iniziare una narrazione condivisa trapersone che mettono in comune storie e ori-gini diverse e che potranno un giorno rico-noscersi in un'epica condivisa, nella coralitàdi una storia che li comprenda, a cui possa-no sentire di appartenere. La memoria è lalinea di confine tra il mondo dei vivi e quellodei morti; l'attore sul palcoscenico svolgeuna funzione di messaggero, testimone difatti e di storie, ed ha il compito di unificareil tempo, ripercorrendo storie collettive epersonali, e invitando a costruire unmomento di condivisione verso un nuovo

processo di appartenenza. Lo scambio dimemorie, citazioni, osservazioni, pensierisul futuro, che si sviluppa attorno a unatavola imbandita cui partecipano insiemeattori e spettatori, lascia lo spazio teatrale'classicamente' inteso. E si immerge, infatti,nelle Case del popolo in quanto realtà dipratica quotidiana di condivisione, di incon-tro degli 'altri' in grande scala, che rimanda-no al desiderio di costruzione di una identi-tà collettiva. Inno nazionale, che vede comeattori protagonisti gli allevi della scuola diteatro del Laboratorio Nove, è stato messoin scena in tre date presso il circolo cultura-le San Casciano e presso le Case del popo-lo Fiesole e 25 aprile.Info: www.arcifirenze.it

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Tra circoli Arci e Case del popolo va in scena‘Inno nazionale’, ovvero un teorema sulla coralità

Terzo appuntamento con Arci Pratoper la rassegna Avanti attori! con

lo spettacolo Conosci i fratelli Cervi?Dopo un raccolto ne viene un altro acura della compagnia Bianca teatro.Appuntamento il 22 giugno alle 21.30

PRATO

notizieflash

Cercasi campo per ilCricket club di ArezzoNasce l’Ucca (United Cricket Club diArezzo), prima associazione sportiva dellaprovincia che riunisce le tante realtà sportivegià presenti sul territorio. Sono circa 10milagli sportivi - in gran parte di origine asiatica -di Valdarno, Casentino e Arezzo che hannotrovato riconoscimento ufficiale nella neona-ta società. L’obiettivo dei sette membri del-l’esecutivo - di cui è presidente Tito Anisuz-zaman, già membro del direttivo di ArciArezzo dove si occupa di immigrazione eintegrazione culturale - è quello di far cono-scere la bellezza di questo sport, ancora ‘dinicchia’ e spesso snobbato dai nostri conna-zionali; ma il principale obiettivo adesso ètrovare un vero e proprio campo di allena-mento. Nonostanta l’Arezzo Cricket avessegià raggiunto ottimi risultati scalando la clas-sifica della serie B, la società non ha infattimai potuto disporre di un suo campo sporti-vo. Per il momento, l’Arci di Arezzo dà lapossibilità di utilizzare i locali della sede diCorso Italia 205 come punto di riferimentoper chi volesse iscriversi o informarsi sulloUnited Cricket Club, con l’obiettivo che l’as-sociazione diventi al più presto indipendente.Info: [email protected]

Solidarietà al presidente dell’associazioneJerry Masslo per le minacce di morte ricevuteUna lettera anonima contenente minacce dimorte rivolte a lui e ai suoi familiari. L’ha rice-vuta pochi giorni fa Renato Natale, ex sindacodi Casal di Principe e fondatore e attuale pre-sidente dell’associazione Jerry Masslo, natanel 1990 in ricordo del rifugiato sudafricanoucciso l’estate precedente a Villa Literno.L’associazione è una realtà ben consolidatasul territorio, che si occupa da anni di diritti deimigranti, della loro salute mentale e fisica e delloro inserimento lavorativo, negli ultimi tempianche grazie all’utilizzo del bene confiscato Lacasa di Alice, in particolare con il progetto disartoria sociale. Le minacce a Natale (anche

se non è la prima volta che ne riceve) sonoarrivate proprio poche ore dopo la notizia cheil Comune di Castel Volturno avrebbe chiestoall’associazione di restituire il bene confiscato.Immediata la solidarietà mista a rabbia deiconcittadini di Natale e delle associazioni pre-senti sul territorio, in particolare del comitatoDon Diana che ha organizzato proprio pressoLa casa di Alice il convegno Modello Caserta?Attacco ai beni confiscati. In ogni caso, Natalenon si dice intimorito ma pronto a portareavanti la sua battaglia come da anni a questaparte. Anche l’Arci ha espresso sostegno esolidarietà a Natale.

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Ci sono ancora posti disponibili per il labora-torio di antimafia sociale all’interno di un beneconfiscato, a Bari dall’11 al 20 luglio. L’im-pegno richiesto ai partecipanti sarà finalizzatoalla valorizzazione del centro di aggregazionenato all’interno dell’appartamento. I pomeriggisaranno dedicati alla formazione sui temidella mafia e dell’antimafia, mentre le mattina-te vedranno la promozione delle attività delcentro e la creazione e pubblicizzazione di un

grande evento nell’appartamento e per le viedi Bari vecchia. I partecipanti saranno ospitatidal circolo Arci Open source, all’interno delquale saranno organizzati concerti, spettacolie momenti di incontro. Saranno previste inol-tre visite ad altri beni confiscati presenti sul ter-ritorio, come il Momart, ex discoteca oggidiventata spazio di produzione teatrale e digestione di laboratori video e di fumetto.Info: [email protected]

Iscrizioni al laboratorio della legalità di Bari

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L a signora se ne stava sola nel cortiledei MAP di Bazzano a mondare lasua verdura. Siamo arrivati noi del

progetto Laboratorio L'Aquila, con passodelicato, timorosi di intrometterci, alla stre-gua di tanti curiosi, nella vita quotidiana dipersone sfollate con dolore dopo il terremo-to del 6 aprile 2009 a L'Aquila. Dopo unasaluto e pochi convenevoli ci siamo ritrovatidentro la casetta di legno, ordinata come unabomboniera, ad ascoltare il racconto di unatragedia vissuta in prima persona da unacoppia di anziani rimasti sotto le macerie esalvati dai volontari. La signora era orgoglio-sa del suo nuovo status di ‘Sindaca deiMAPPI’ per il suo ruolo di controllore dellospazio comune del giardino interno al trian-golo dei Map e del decoro complessivo deglispazi comuni. La sindaca ci ha raccontatocon passione il forte contenuto di umanitàdella relazione nata con i volontari che anco-ra oggi, a distanza di due anni dal sisma,ancora la chiamano e la vanno a trovare.Dopo la distruzione, in attesa della restituzio-ne della vecchia casa diroccata rimane que-sto filo di legame sociale che sopravvive atutte le storture e agli errori della ricostruzio-

ne. La sindaca dei Map è stata più fortunatadi tutti quelli che sono stati allontanati dalleloro case a distanze di decine e centinaia dichilometri e non hanno ancora alcuna cer-tezza sulla possibilità di rientrare nelle lorocase, a cominciare dagli abitanti del centrostorico. La vita di chi è stato disperso lonta-no dalla città e la vita di chi è stato alloggiatonelle nuove case costruite nelle 19 piazzolenella periferia della città è una vita segnatadall'angoscia di tempi che si dilatano inmaniera indefinita in attesa di una rinascitaimpalpabile e che si somma al dolore delleferite ancora fresche del terremoto. Per capi-re cosa era successo in altre città vittime diterremoto ci siamo recati ad Apice, nel bene-ventano, ospiti del locale circolo Arci e delcomitato territoriale. I compagni di Apice cihanno accompagnati nella visita del vecchiosito di Apice abbandonato dopo l'ultimo ter-remoto del 1980 e poi nel pomeriggio, nelcorso del convegno organizzato nella salapolivalente del Comune, abbiamo conosciu-to la storia di un altro sindaco molto partico-lare. Luigi Bocchino, sindaco di Apice percirca 50 anni, artefice della costruzione diApice nuova in un sito alternativo a quello

originario. Il sindaco storico ha promosso erealizzato una nuova città vivendo e finendoi suoi giorni nel sito della città vecchia abban-donata. Questo fenomeno delle delocalizza-zioni non è il primo ed unico, ma sono tantele realtà locali di comuni di varie parti d'Italiache per ragioni diverse non sempre tutte pie-namente suffragate da elementi di caratterescientifico sono state ricostruite in altri siticon un saldo in termini urbanistici decisa-mente negativo. Il confronto che avvieremonel corso del Convegno del 9 luglio aL'Aquila in chiusura del progetto ‘laboratorio’sarà incentrato sul tema della ricostruzionesociale, cercando di non separare questotema da quello della lettura prevalente sullaricostruzione che ne parla quasi esclusiva-mente in termini urbanistici e che finiscespesso per essere traslato sul semplice ter-reno edilizio. Dopo un anno di progetto edue anni di attività di resistenza e ricostru-zione dei legami sociali chiameremo a rac-colta intellettuali, istituzioni e società civilea discutere sul futuro de l'Aquila a partiredalla sua anima e non solo dalla sua strut-tura fisica. Info: [email protected]

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Un convegno sul futuro della città a partire dalla suaanima chiuderà il progetto ‘Laboratorio L’Aquila’

Hanno collaborato a questo numeroVincenzo Cavallarin, Massimo De Maio, SergioGiovagnoli, Alberto Giustini, Maria Maranò,Gianluca Mengozzi, Alberto Pecorari

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - Roma, Cristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/

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Attribuzione -Non commerciale -Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

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Sito web di studi somaliROMA - Nasce il primo sito web di studisomali, progetto culturale che si lega alleattività del Centro studi somali dell'Universi-tà Roma Tre. Una realtà che si colloca nellatradizione ben consolidata in Italia di ricer-ca sulla lingua e la cultura somala. La rea-lizzazione del sito e di tutti i materiali docu-mentali in tre lingue - italiano, inglese esomalo - permette una consultazione diffu-sa, agevole e gratuita di tutti i contenuti. Ilsito dispone di una sezione ‘Archivi’ contesti, audio, video, fotografie, documentiediti ed inediti raccolti in Somalia e sullaSomalia. L’indirizzo per la consultazione èhttp://host.uniroma3.it/centri/CentroStudi-Somali/index.php.

Discriminazioni nei salariITALIA - 300 euro in meno. A tanto ammon-ta la discriminazione salariale dei lavoratoriimmigrati, secondo uno studio realizzatodalla Fondazione Leone Moressa relativo alquarto trimestre 2010).In media un dipendente straniero percepi-sce 987 euro al mese, circa il 22,9% inmeno di un collega italiano. Secondo lo stu-dio le donne straniere guadagnano appena797 euro al mese, quasi il 30% in meno

(29,4%) degli italiani. Non c'è nessun van-taggio salariale per gli stranieri più istruiti, ele migliori retribuzioni vanno a chi lavora neisettori di trasporto, comunicazione ecostruzioni, mentre quelle più basse a chiopera nell'agricoltura o nei servizi alla per-sona.

Rapporto Inps su lavoratori immigratiROMA - Presentato il IV Rapporto sui lavo-ratori di origine immigrata negli archivi Inps,curato dai redattori del Centro studi e ricer-che Idos - Dossier statistico immigrazioneCaritas/Migrantes, in collaborazione conl'Istituto. Da una recente indagine condottaa Roma risulta che 9 lavoratori immigrati su10 non solo conoscono l'Inps e i diritti pre-videnziali, ma sono anche mediamentesoddisfatti per l'assistenza ricevuta dall'Isti-tuto, pur sottolineando la necessità di supe-rare alcuni nodi problematici dovuti alle bar-riere linguistiche.I risultati dell'indagine completano il quadrodescritto dai dati degli archivi previdenziali,in larga misura inediti, che consentono diinquadrare in modo organico l'inserimentooccupazionale degli immigrati, sia per illavoro dipendente che per quello autono-mo, per aree territoriali e settori lavorativi.

e-mail:im

migrazione@

arci.it

Cittadini come noi

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n. 24 21 giugno 2011n. 17 3 maggio 2011

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