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15 novembre 2011 anno IX - n. 40 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci Le scelte che attendono il nuovo governo Il peggior governo della storia repubblicana, dopo aver portato il paese sull'orlo del bara- tro, esce finalmente di scena. È una svolta importante, che abbiamo vissuto con un senso di liberazione. Ma la festa lascia già il posto all'ansia per i molti problemi da risolve- re. Ci siamo liberati di Berlusconi, restano le macerie che ha prodotto: economiche, socia- li, culturali, morali. Rimuoverle sarà dura. Di fronte al fallimento del ciclo politico che ha segnato gli ultimi vent'anni di storia italiana, è chiaro che l'esito naturale sarebbe stato il ricorso alla volontà degli elettori, per dotare un nuovo Parlamento e un nuovo Governo della legittimazione e della forza necessarie a invertire la rotta. Tuttavia, la gravità della situazione economica e l'urgenza di scongiu- rare guai peggiori hanno indotto a non perde- re altro tempo e formare subito un nuovo ese- cutivo. Basterà questo, in assenza di un vero cambio del quadro politico, a garantire la necessaria discontinuità? Nonostante gli sforzi dell'opposizione e le grandi mobilitazioni sociali, a dare la spallata decisiva al governo sono stati i mercati. Ironia della sorte, gli stessi attori che per anni ave- vano felicemente condiviso le sue scelte oggi licenziano un premier ormai inaffidabile e screditato. Al suo posto avremo una persona certamente competente, un serio e autorevo- le esponente del pensiero liberista. Ma sap- piamo anche che proprio il fallimento del libe- rismo è all'origine di questa crisi. Serve un vero cambio di strategia, con scelte nette e rigorose che sappiano conciliare svi- luppo ed equità. Non vanno in questa direzio- ne le misure che la Bce e i governi europei di destra ci chiedono. Se i mercati denunciano i sintomi dei nostri problemi, non è detto che debbano imporci anche la cura per risolverli. È evidente che il risanamento dei conti pub- blici non è rinviabile, ma decidere come farlo e come distribuirne i costi fra le diverse com- ponenti sociali spetta solo a noi. Non è possibile farlo a scapito dei diritti socia- li e del lavoro, dei beni pubblici e del welfare. Le risorse vanno trovate altrove, facendo pagare chi non ha mai pagato, perseguendo gli evasori, tassando rendite e patrimoni. Operare una seria azione redistributiva, rimet- tere al centro lavoro, beni comuni, welfare, ambiente, cultura e istruzione, democrazia: sono le prime sfide che il nuovo governo si troverà di fronte se vorrà restituire fiducia ai cittadini e recuperare risorse per rilanciare il sistema paese. EMERGENZA ALLUVIONE I PAGINA 4 Un articolo di Stefano Kovac sull’opera dei volontari Arci a Genova IN CIRCOLO I PAGINA 10 Intervista a Ornella Pucci, neopresidente di Arci Marche L o scorso 21 agosto a Krems, in Austria, 400 delegati provenienti da 34 paesi europei hanno sottoscritto l’appello Sovranità Alimentare in Europa, ora! - in attuazione della Dichiarazione di Nyéleni adottata in Mali nel 2007 dal Forum Internazionale sulla Sovranità Alimentare. Il Movimento, di cui fanno parte reti contadi- ne, lavoratori agricoli e giovani senza terra, studenti, ecologisti e associazioni, si propo- ne di individuare alternative possibili agli attuali insostenibili modelli agricoli e alimen- tari. Un modello che ha portato ad avere nel 2009, nel mondo, 1,09 miliardi di persone sottonutrite. Eppure, nello stesso anno: - si sono prodotti alimenti atti a soddisfare i bisogni alimentari di 12 miliardi di persone, il doppio circa della popolazione mondiale; - tra il 30% e il 40% del cibo prodotto finisce nei cassonetti (in Italia 6 milioni di tonnella- te/anno); - negli USA 35 milioni di persone non hanno accesso garantito al cibo, in Europa ben 43 milioni; - dei circa 2.300 milioni di tonnellate di cereali prodotti nel mondo solo poco più di 900 sono stati destinati all’alimentazione umana, il resto alla produzione di biocarbu- ranti e mangimi animali; - si calcola che per produrre 50 litri di bioeta- nolo siano necessari 230 kg di mais, suffi- cienti a sfamare una persona per 1 anno; - per produrre 1 kg di carne sono necessari da 4 (pollo) a 30 kg (manzo) di cereali, si emettono 36,4 kg di CO2, si rilasciano nel- l’ambiente 59 gr di fosfati e 340 gr di anidri- de solforosa (quanto un’auto che percorre 250 km), e per l’intero ciclo si consumano ben 15.500 litri di acqua! - negli USA si consumano 123 kg di carne a testa (in gran parte rossa) mentre in India solo 5 kg (pollo); - Il’World Cancer Institute consiglia di non superare 80 gr/giorno di carne rossa, cioè 30 kg/anno: in Italia si consumano 92 kg/anno Articoli alle pagine 1, 2, 3 continua a pagina 2 Un viaggio di mille chilometri inizia con un piccolo passo

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15 novembre 2011anno IX - n. 40

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

Le scelte che attendonoil nuovo governo

Il peggior governo della storia repubblicana,dopo aver portato il paese sull'orlo del bara-tro, esce finalmente di scena. È una svoltaimportante, che abbiamo vissuto con unsenso di liberazione. Ma la festa lascia già ilposto all'ansia per i molti problemi da risolve-re. Ci siamo liberati di Berlusconi, restano lemacerie che ha prodotto: economiche, socia-li, culturali, morali. Rimuoverle sarà dura.Di fronte al fallimento del ciclo politico che hasegnato gli ultimi vent'anni di storia italiana, èchiaro che l'esito naturale sarebbe stato ilricorso alla volontà degli elettori, per dotareun nuovo Parlamento e un nuovo Governodella legittimazione e della forza necessarie ainvertire la rotta. Tuttavia, la gravità dellasituazione economica e l'urgenza di scongiu-rare guai peggiori hanno indotto a non perde-re altro tempo e formare subito un nuovo ese-cutivo. Basterà questo, in assenza di un verocambio del quadro politico, a garantire lanecessaria discontinuità?Nonostante gli sforzi dell'opposizione e legrandi mobilitazioni sociali, a dare la spallatadecisiva al governo sono stati i mercati. Ironiadella sorte, gli stessi attori che per anni ave-vano felicemente condiviso le sue scelte oggilicenziano un premier ormai inaffidabile escreditato. Al suo posto avremo una personacertamente competente, un serio e autorevo-le esponente del pensiero liberista. Ma sap-piamo anche che proprio il fallimento del libe-rismo è all'origine di questa crisi.Serve un vero cambio di strategia, con sceltenette e rigorose che sappiano conciliare svi-luppo ed equità. Non vanno in questa direzio-ne le misure che la Bce e i governi europei didestra ci chiedono. Se i mercati denunciano isintomi dei nostri problemi, non è detto chedebbano imporci anche la cura per risolverli.È evidente che il risanamento dei conti pub-blici non è rinviabile, ma decidere come farloe come distribuirne i costi fra le diverse com-ponenti sociali spetta solo a noi. Non è possibile farlo a scapito dei diritti socia-li e del lavoro, dei beni pubblici e del welfare.Le risorse vanno trovate altrove, facendopagare chi non ha mai pagato, perseguendogli evasori, tassando rendite e patrimoni.Operare una seria azione redistributiva, rimet-tere al centro lavoro, beni comuni, welfare,ambiente, cultura e istruzione, democrazia:sono le prime sfide che il nuovo governo sitroverà di fronte se vorrà restituire fiducia aicittadini e recuperare risorse per rilanciare ilsistema paese.

EMERGENZA ALLUVIONE I PAGINA 4Un articolo di Stefano Kovac sull’opera dei volontari Arci a Genova

IN CIRCOLO I PAGINA 10Intervista a Ornella Pucci, neopresidente di Arci Marche

L o scorso 21 agosto a Krems, inAustria, 400 delegati provenienti da34 paesi europei hanno sottoscritto

l’appello Sovranità Alimentare in Europa,ora! - in attuazione della Dichiarazione diNyéleni adottata in Mali nel 2007 dal ForumInternazionale sulla Sovranità Alimentare.Il Movimento, di cui fanno parte reti contadi-ne, lavoratori agricoli e giovani senza terra,studenti, ecologisti e associazioni, si propo-ne di individuare alternative possibili agliattuali insostenibili modelli agricoli e alimen-tari. Un modello che ha portato ad avere nel2009, nel mondo, 1,09 miliardi di personesottonutrite.Eppure, nello stesso anno:- si sono prodotti alimenti atti a soddisfare ibisogni alimentari di 12 miliardi di persone, ildoppio circa della popolazione mondiale; - tra il 30% e il 40% del cibo prodotto finiscenei cassonetti (in Italia 6 milioni di tonnella-te/anno);- negli USA 35 milioni di persone non hanno

accesso garantito al cibo, in Europa ben 43milioni;- dei circa 2.300 milioni di tonnellate dicereali prodotti nel mondo solo poco più di900 sono stati destinati all’alimentazioneumana, il resto alla produzione di biocarbu-ranti e mangimi animali;- si calcola che per produrre 50 litri di bioeta-nolo siano necessari 230 kg di mais, suffi-cienti a sfamare una persona per 1 anno;- per produrre 1 kg di carne sono necessarida 4 (pollo) a 30 kg (manzo) di cereali, siemettono 36,4 kg di CO2, si rilasciano nel-l’ambiente 59 gr di fosfati e 340 gr di anidri-de solforosa (quanto un’auto che percorre250 km), e per l’intero ciclo si consumanoben 15.500 litri di acqua!- negli USA si consumano 123 kg di carne atesta (in gran parte rossa) mentre in Indiasolo 5 kg (pollo);- Il’World Cancer Institute consiglia di nonsuperare 80 gr/giorno di carne rossa, cioè 30kg/anno: in Italia si consumano 92 kg/anno

Articoli alle pagine 1, 2, 3

continua a pagina 2

Un viaggio di mille chilometri inizia con un piccolo passo

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«N onostante si abbia la percezio-ne diffusa che alcuni concettielementari legati alla sosteni-

bilità siano ormai patrimonio di tutti, modifi-care gli stili di vita individuali e collettivi risul-ta ancora estremamente faticoso e proble-matico».Si ha la sensazione che, se da una partecondividiamo tutti la critica feroce al sistemaproduttivista e alle sue conseguenze, dall’al-tra ben poco riusciamo a fare concretamen-te per cambiare il modello. Si sente parlare,ad esempio, di ‘risparmio energetico’ facen-do la fila alla cassa del supermercato, ed ècome se il paradosso fosse invisibile: nientedi più lontano dal risparmio energetico di unsupermercato. Come se non bastasse, aconfondere le acque imperversano decine dispot pubblicitari incentrati su messaggi deltutto paradossali: macchine che non inqui-nano nonostante la cilindrata a 4 zeri, elet-trodomestici a basso consumo energeticoche ci costringono a rottamare il vecchio,bollini che garantiscono la genuinità di ali-menti prodotti industrialmente ecc.La sessione del seminario nazionale dal tito-

lo Il ciclo dei beni, è stata pensata esatta-mente in questa cornice. Abbiamo ritenuto fondamentale iniziare unragionamento sul ciclo dei beni che vengo-no consumati all’interno dei circoli, dalla fasedi produzione a quella del trasporto fino allatrasformazione in rifiuto. Si tratta indubbia-mente di un’analisi complessa, che abbrac-cia numerose e vaste tematiche quali l’ener-gia, la rilocalizzazione dell’economia, latransizione verso modelli di cooperazionelocale incentrati sulla solidarietà, il lavoro, lagestione dei rifiuti. Un’analisi così articolata sarà possibile gra-zie all’intervento di Alberto Castagnola, eco-nomista specializzato sui temi internaziona-li, impegnato a definire e sperimentare leconcrete possibilità di una economia solida-le, oggi molto coinvolto nel processo di dife-sa della CAE di Roma (Città dell’AltraEconomia), membro dell’Associazione perla Decrescita e attivo organizzatore della‘Terza Conferenza Internazionale su decre-scita, sostenibilità ecologica ed equità socia-le’ che si terrà a Venezia a settembre 2012,di cui l’Arci è co-promotore.

La relazione introduttiva di Castagnola avràproprio lo scopo di mettere a nudo le con-traddizioni e svelare i paradossi di un siste-ma che tende a definire come sostenibile ciòche in realtà non lo è, e di fornire nuovechiavi interpretative al fine di favorire tra ipartecipanti un dibattito quanto più fruttiferopossibile. Di seguito si cercherà di censire lebuone pratiche che i circoli già hanno messoin atto relativamente al ciclo dei beni (dalquestionario ‘Circoli Verdi’ è emerso che esi-stono molti circoli già impegnati i prima lineasu risparmio energetico, eliminazione dell’u-sa e getta e della plastica, organizzazione digruppi d’acquisto solidali), si ipotizzerannonuove pratiche possibili e si indagherà qualecontributo l’Arci può dare ai circoli per favo-rire l’implementazione effettiva delle pratichestesse, in termini di formazione, rete territo-riale, convenzioni ...La sessione Il ciclo dei beni si concluderàcon una riflessione sul lavoro di rete, obiet-tivo tanto agognato quanto indispensabile,ma troppo lontano dall’essere effettivamen-te realizzato.

Valeria Patacchiola - Arci Rieti

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di carne di cui 62 rossa, più del doppio. Ilrisultato è che il 75% della spesa sanitaria inItalia ed in Europa viene utilizzata per com-battere gli effetti di una cattiva alimentazio-ne. Può mai essere accettato un modelloche vede un sesto della popolazione mon-diale privo del cibo necessario alla sopravvi-venza e un altro sesto che spende per cura-re gli effetti dell’obesità più di quanto sareb-be sufficiente per alimentare i primi, mentreun quarto del cibo prodotto nel mondo vienesemplicemente distrutto? E per di più, perraggiungere questo risultato, si intaccano inmodo irreversibile le risorse del pianeta, dal-l’acqua alla terra fertile, dalle foreste alla bio-diversità, dall’atmosfera alla conoscenza, inuna parola quelli che definiamo i nostri benicomuni? Un modello controllato da interessicorporativi e speculativi resi possibili dall’im-

punità di poche multinazionali e della finan-za, basato sul degrado ambientale, sullosfruttamento delle risorse di altri popoli esulle disuguaglianze economiche e sociali. Favorito anche dai comportamenti individua-li perversi che, specialmente nello spreco delcibo, costituiscono il corollario necessarioall’affermazione di tale modello. Sovranità Alimentare significa resettare que-sto modello per iniziare un altro percorso, incui l’uomo, la terra e il cibo assumono unanuova centralità. Combattere la finanziariz-zazione, la mercificazione e la brevettabilitàdei semi rurali, delle razze di bestiame edelle riserve ittiche, dell’acqua e della terra,degli alberi e delle foreste, dell’atmosfera edelle conoscenze. Fare in modo che l’acces-so a questi beni possa non esser condizio-nato dal denaro e dai mercati, ma solo allarealizzazione dei diritti umani in un quadro disostenibilità e attraverso un controllo demo-cratico e comunitario.Come verranno gestite le risorse naturali (il70% dell’acqua dolce viene utilizzata in agri-coltura), la sostenibilità del primario sotto ilprofilo energetico ed ambientale, il valore dellavoro nei campi, la difesa delle colture apartire da quelle tradizionali, della terra edella biodiversità ed infine il ruolo delle politi-

che pubbliche: è questo il terreno in cui sigiocherà la futura battaglia di civiltà. Perché rimettere al centro questi elementisignifica dare un futuro all’umanità, anche esoprattutto a quella che vive nelle parti delmondo più colpite dalla povertà e dalla fame.È dal cibo quindi che passano le sorti dellademocrazia globale, che è una questione dipopoli e non di pochi.Approfondire e rafforzare la nostra compren-sione dei principi della Sovranità Alimentare,identificare le sfide comuni e gli ostacoli allasua realizzazione, costruire alleanze, strate-gie e un programma d’azione comune è unodegli obiettivi che Rieti si propone di rag-giungere. Lao-Tse diceva che un viaggio di mille kminizia con un piccolo passo. Guardare con altri occhi e porre attenzioneal cibo che mettiamo in bocca, e fare altret-tanto con ciò che buttiamo nella spazzatura.Guardare quel cibo e cercare di ricordare ilviso di chi l’ha coltivato e il luogo in cui èstato prodotto. Parlare col contadino per vedere e capirecome è stato prodotto quel cibo: e se in ognicircolo si decidesse di fare questo primo pic-colo passo?

Aldo Dessì - pres. di Arci Cagliari

Il ciclo dei beni: produzione, trasporto, rifiuti

Sul sito www.acquabenecomune.orgè possibile scaricare i materiali el’appello per la manifestazione nazionale del 26 novembre. Su www.arci.it il volantino e l’adesivo Arci

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Un viaggio di mille chilometri inizia con un piccolo passocontinua dalla prima

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R ipensare i nostri paesi e le nostrecittà in funzione della loro capacitàdi essere luoghi di comunità che

agevolano e aiutano le relazioni umane esociali. Contrastando la cultura dominantedella mercificazione del territorio e dellerelazioni umane. È anche questo il compitodi una associazione come la nostra che,essendo parte di quel mondo della solida-rietà e della sociètà civile organizzata,prova a costruire coesione sociale giornodopo giorno con attività diverse, tutte tesead aggregare i cittadini sapendo che i benirelazionali spesso hanno un valore maggio-re di tanti effimeri beni materiali. Il bisognodi comunità è presente in tutte le nostrerealtà, pervase ormai da un individualismodominante che ha come riflesso la solitudi-ne sempre crescente degli individui. Tuttavia, nei luoghi dove con maggiore vio-lenza è avvenuta una disgregazione dellecomunità (a causa di fenomeni sociali comele azioni delle organizzazioni criminali intanti territori del nostro meridione o pereventi ‘naturali’ come i terremoti che hannoletteralmente distrutto le città) vi è la neces-sità di sperimentare assieme ad altri sog-

getti collettivi e con gli individui una rico-struzione comunitaria che metta al centro lepersone con i loro bisogni. La riappropria-zione dei beni confiscati alle mafie, il loroutilizzo a fini sociali, la costruzione dicooperative strettamente legate a quei terri-tori fatte da uomini e donne che in quei ter-ritori vivono, non solo sono un forte monitocontro la mafia ma sono vera e propriacostruzione di nuova comunità solidale chetrova nella partecipazione attiva il suo col-lante. La riappropriazione del territorio è lacondizione per la costruzione di comunità. L'animazione sociale che ne deriva puòprovare ad interloquire anche con quei set-tori della popolazione spesso assuefatti allacultura del dominio e quindi costruire per-corsi di liberazione. L'animazione in tantiquartieri cosiddetti a rischio con bambini eragazzi o con i migranti ma più in generalecon quei soggetti sempre più esclusi è unmodo per praticare la costruzione di comu-nità. Con il progetto Laboratorio L'Aquilal'Arci ha sperimentato concretamente azionidi sostegno alla ricostruzione comunitaria inquel territorio colpito dal terremoto del 6aprile 2009. Si è dato vita ad un laboratorio

con azioni e pratiche in grado di favorire lariconnessione sociale del tessuto comunita-rio. Inoltre è stato avviato un confronto com-parativo con altri territori colpiti precedente-mente da eventi sismici provando ad indivi-duare quelle buone prassi esportabili per laricostruzione della comunità aquilana. Reimmagginare l'architettura delle nostrecittà a partire dalle periferie, troppo spessosoltanto quartieri dormitorio, costruendospazi che sappiano contaminarsi con lediverse culture presenti, è una sfida ancheper la nostra associazione e per la sua mis-sion. Persino confrontarsi con una idea ‘bio’dell'architettura per migliorare la qualitàdella vita e il benessere di ciascuno puòessere per la nostra associazione unanuova frontiera con l'obiettivo di praticarenuovi stili di vita che, rispettando l'ambiente,rendano centrali le relazioni umane. Questesperimentazioni e queste nuove praticheaprono la nostra associazione a nuoviobiettivi che rielaborino in chiave moderna ilsenso del fare promozione sociale in que-sta fase di particolare crisi economica, poli-tica,culturale e sociale.

Salvo Lipari - pres. Arci Palermo

N ell'ambito di Rievoluzione. Un'altraeconomia, un'altra società, PrimoSeminario Nazionale dell'Arci sui

beni comuni, clima e stili di vita, che si terràa Rieti dal 17 al 20 di novembre sarà pre-sente anche una sessione di lavoro dedi-cata al paesaggio e alla difesa del territo-rio. Ad aiutarci in questo percorso ci saràAdriano Labbucci autore del libro Cam-minare, una rivoluzione, che ci proporràspunti e suggestioni legate al camminarecome bussola per ridefinire paesaggi e ter-ritori aggrediti da bulimie cementizie.Nell'approfondimento e nella discussionesi cercherà di sviluppare una visione diinsieme delle criticità e delle fragilità deinostri territori e paesaggi, e contestual-mente metteremo in luce le buone praticheper il paesaggio e il territorio dispiegatedalle nostre basi associative su tutto il ter-ritorio nazionale. Sarà l'occasione persuperare la dicotomia fra paesaggio e ter-ritorio e farli coincidere in un'unica nozio-ne, superando così la vecchia impostazio-ne che vedeva i territori non bucolici estrat-ti dai paesaggi sotto tutela ambientale epaesaggistica. L'Arci forte dei suoi 5500

Circoli e Associazioni affiliate su tutto il ter-ritorio può produrre un punto di vista forterispetto alle sciagurate politiche di cattivogoverno del territorio e di consumo indi-scriminato di suolo. Non dimentichiamociche ogni anno vengono occupate più di70.000 ettari di superfici libere.A Rieti cercheremo elaborazioni nuove percoinvolgere i nostri sodalizi di base, pro-dotto di una discussione collettiva e parte-cipata proponendo una narrazione dellevertenze locali provenienti dai singoli terri-tori, stimoleremo la consapevolezza delpaesaggio e delle ‘terre libere’ come benicomuni, promuoveremo una maggiore col-laborazione con quelle reti e soggetti chedi questi temi e valori ne fanno una ragio-ne sociale, verificheremo la possibilità diun maggiore impegno su campagne nazio-nali di promozione e comunicazione controle speculazioni e le aggressioni al patrimo-nio paesaggistico. Proveremo a fare unaricognizione attraverso il racconto di queicircoli che hanno subito cambiamenti dellecondizioni al contorno, un tempo nuclei dicondensazione per le comunità della fra-zione e del contado ed ora inglobati in

agglomerati informi di cemento e asfalto,oppure incastrati in insediamenti produttivifatti di nuovi capannoni mai utilizzati, o diquei circoli e associazioni che lottano eoffrono i propri spazi ai cittadini e ai comi-tati contro le opere impattanti dal punto divista paesaggistico e ambientale. Proporremo anche azioni multidisciplinarida realizzare all'interno dei circoli, come ladigitalizzazione di foto d'epoca che ciriconsegnino la storia del mutamento delpaesaggio e del territorio intorno ai Circolistessi, e la raccolta e la sistemazione dellefonti orali delle comunità interessate.C'è un'Italia che resiste da nord a sud,martoriata, ferita e vilipesa ma che propo-ne visioni nuove per attivare anche microe-conomie locali, un'Italia viva e fascinosadove paesaggio, territorio, antropologia,storia, saperi e sapori fondendosi ci dona-no nuovi paradigmi; in tutto questo l'Arci ela sua rete diffusa di spazi può avere unruolo significativo soprattutto in questomomento dove il territorio sembra conse-gnarci definitivamente il conto finale dellasua fragilità.

Stefano Carmassi - Arci Viareggio

Territorio e paesaggio: c’è un’Italia martoriata e ferita che resiste

Rappropriarsi del territorio per costruire comunità

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Il 26 novembre a Roma ci sarà la manifesta-zione nazionale promossa dal Forum italia-no dei movimenti per l’acqua per il rispettodell’esito referendario, per un’uscita alterna-tiva dalla crisi, per l’acqua, i beni comuni e lademocrazia. Di seguito l’appello Arci cheinvita a partecipare alla mobilitazione. «Persalvare l'Italia dalla crisi e dal dissesto pro-vocato da uno sviluppo dissennato serve uninvestimento grande sui beni comuni, sullacultura e sulla democrazia. E solo la parteci-pazione può ridare dignità e valore a unapolitica nuova, capace di portare il paesefuori dal disastro. Tutto questo è possibile.Lo dimostrano scelte come quella delComune di Napoli per la ripubblicizzazionedell'acqua. Lo dicono le buone pratiche checoniugano riconversione ecologica, lavoro,ricerca, cultura e partecipazione. Non èobbligatorio sanare i conti pubblici privatiz-zando, svendendo il patrimonio nazionale,tagliando diritti e lavoro, mettendo a rischiosocietà e territori. È vero piuttosto il contra-rio: il disegno della società sostenibile è det-tagliato e credibile. Non si scontra con i limi-ti imposti dalla crisi globale ma al contrariooffre una via maestra per uscirne tutti vivi,

vegeti e più felici. Crea lavoro, tanto lavoro,produce benessere e socialità. Ciascunopuò portare a questo grande mare del cam-biamento la sua goccia d'acqua. Milioni dicittadini sono impegnati direttamente a cam-biare modelli e stili di vita, per vivere meglioe consegnare ai figli un mondo vivibile. Sonomigliaia i circoli dell'Arci impegnati in buonepratiche di sostenibilità ambientale, sociale,culturale, democratica. Anche noi ci oppo-niamo a qualsiasi tentativo di cancellazionedell'esito referendario, contro la privatizza-zione dei servizi pubblici essenziali e deibeni comuni. Il popolo italiano ha votato perl'acqua pubblica, la volontà popolare varispettata ed attuata. Il 28 novembre aDurban si aprirà la Conferenza Onu chedovrà tentare di fermare il riscaldamento cli-matico. Anche la manifestazione del 26novembre è un bel modo per fare la nostraparte nella mobilitazione globale tesa a sal-vare il pianeta: con un'altra economia eun'altra società, con più partecipazione e piùdemocrazia». È possibile scaricare il mani-festo e l’adesivo Arci realizzati per la manife-stazione del 26 dal sito nazionale.Info: www.arci.it

ambiente

arcireport

V enerdì 4 novembre più di 500 mm diacqua si sono abbattuti sulla città diGenova, la metà delle precipitazioni

medie di un anno in un giorno solo. Frane,torrenti esondati, centinaia di case allagatee 6 morti fra cui tre bambini. Già dalla matti-na dopo migliaia di volontari, soprattuttoragazzi, si sono riversati nei luoghi più colpi-ti per spalare via il fango e insieme hannoportato via l'aria di desolazione che avevacolpito le città, mostrando una comunitàvitale ed una straordinaria voglia di ricomin-ciare. Anche l'Arci si è mobilitata: da lunedìabbiamo fatto base presso il circolo leGavette che si trova in una delle zone piùcolpite, ma ‘dalla parte giusta del fiume’, ecoordinato un gruppo di volontari che sono

andati a spalare ovunque ve ne fosse biso-gno. Cento ragazzi in maggioranza giovaniprovenienti da tutte le zone di Genovahanno risposto all'appello lanciato dall'Arci econ stivali, guanti e pale si sono adoperatiper una settimana per togliere il fango fisicoe quello metaforico da scuole, magazzini,negozi, officine e un maneggio, coordinan-dosi con il municipio. Vedere i ‘bamboccioni’tutti sporchi di fango al lavoro con la melmaalle ginocchia é stato istruttivo per loro masoprattutto per la città e ha dato un impor-tante segno di riscatto. Contemporanea-mente al circolo Gavette preparavamo ipanini per tutti i volontari che operavano inzona distribuendo in quei giorni circa 1000pasti. In un altro quartiere, il consorzioZenzero, altro circolo Arci, somministrava aivolontari circa 300 pasti caldi. Buttando viamobili, libri, fotografie viene da pensare achi ha perso tutto anche i ricordi di una vita.Ma la forza d'animo delle persone chehanno perso tutto e che abbiamo incontratoin questi giorni è incredibile. I gestori del cir-colo Ponte Carrega, che è andato comple-tamente distrutto, ci raccontano di aver per-duto nell'alluvione una amica, una macchi-

na, due scooter e due lavori: uno quello dibarista al circolo e l'altro di commesso in unsupermercato completamente distrutto dal-l'alluvione anche quello. Eppure, il loroprimo pensiero è quello di organizzare unacena per tirare su il morale della gente delquartiere e per ringraziare le centinaia divolontari che hanno operato qui per levare ilfango. Certo, guardando le case popolariintorno al circolo viene facile chiedersicome sia stato possibile costruire case qui 5o 6 metri sotto il livello degli argini, come siapossibile che si lasci della gente vivere inquesto stato di pericolo costante e viene dapensare che se l'acqua, che è arrivata asommergere il primo piano delle abitazioni,fosse arrivata di notte sarebbe stata unastrage con la gente che dormiva. Ora, pare,il comune le dichiarerà inabitabili. Ma ci saràtempo per fare queste riflessioni e per cer-care le responsabilità. Ora é il momento dilevare il fango. Noi ci siamo. Continueremoad essere vicino alle persone alluvionate edai circoli distrutti e danneggiati dall'alluvioneanche attraverso la raccolta di fondi sulconto corrente (vedi box a lato).Info: [email protected]

A Genova volontari Arci al lavoro tra fango e detriti

Il 26 novembre in piazza per acqua, benicomuni e democrazia. L’appello dell’Arci Il logo prescelto per

la Campagna di obbedienza civileGli utenti di www.acquabenecomune.org

hanno scelto il logo della Campagna di Obbedienza civile che

promuoverà pratiche coerenti con l’esito dei referendum.

È possibile scaricare l’immagine dal sito delForum italiano dei movimenti per l’acqua,

affinchè venga diffuso anche in vista della manifestazione del 26 novembre.

Per contributi: conto corrente intestatoad Arci Liguria, presso BancaPopolare Etica - Agenzia di GenovaIBAN IT 16B05018 01400 000000140234

EMERGENZA ALLUVIONE

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Aumentano nel 2011 i casi di discrimina-zione rilevati dall'Unar, l'Ufficio nazionaleantidiscriminazioni razziali della Presiden-za del Consiglio. Sono stati registrati 859 episodi nei primidieci mesi dell'anno. Sono aumentati diquasi il 32% rispetto allo stesso periododel 2010. Cinquantuno le aggressioni o itentativi di violenza, anche queste inaumento. il 31% delle discriminazioni si èverificato nell'Italia centrale, il 25,3% nelNord Est, il 24,9% nel Nord Ovest, il 9,1%nel Meridione, il 3,7% nelle isole. Per 52episodi non è nota la localizzazione territo-riale. Nell'ordine sono Lazio, Lombardia, Vene-to, Emilia Romagna e Toscana le regionidove sono concentrate la maggior partedelle discriminazioni. Lazio, Lombardia eVeneto insieme totalizzano quasi il 50% ditutti gli atti razzisti compiuti nel Paese. Le discriminazioni sono avvenute sul lavo-ro (20,7%), nella vita pubblica ( 17,6%), suimass media (17%), nell'erogazione di ser-vizi da parte di un ente pubblico (12,2%),evidenziando così preoccupanti fenomenidi 'razzismo istituzionale'.

Rispetto al 2010, quando le vittime eranosoprattutto uomini, si registra un'inversionedi tendenza, con le donne al 52,8%. Secondo il direttore dell'Unar «questo èfrutto della campagna fatta per sensibiliz-zare le donne a denunciare le discrimina-zioni subite e il dato attuale è più in lineacon la popolazione statistica dei migranti».Il 40% delle segnalazioni è arrivato all'Unartramite il web. Il 26% delle istruttorie derivadal monitoraggio dei Media. L'ufficio si èattivato dopo aver rilevato comportamentidiscriminatori riportati nei casi di cronacasulle principali testate nazionali. Il 7,3%sono segnalazioni che arrivano dagli spor-telli sul territorio, un dato in crescita. Nel 66% dei casi l'Unar è stato interpellatoper un parere, nel 30% per sostegno oaiuto. È stato l'Ufficio a prendere l'iniziativanel 37,7% dei casi, su richiesta della vitti-ma nel 35,7% delle istruttorie. Seguono lesegnalazioni da parte di un testimone o diassociazioni. Dopo i primi dieci mesi del2011, un caso su due è stato risolto conesito positivo (57,9%), il che significa chela discriminazione è stata risolta o c'è statauna compensazione.

I due ultimi rapporti dell'agenzia Frontexdimostrano che le attività di sorveglian-za congiunta con i paesi vicini

dell'Unione europea costituiscono ancorauna priorità per gli Stati membri. Alle fron-tiere dell'UE, l'esternalizzazione dei con-trolli migratori prosegue e provoca nume-rosi respingimenti di migranti. Di recentel'International Centre for Migration PolicyDevelopment (ICMPD) in un rapporto perla Commissione europea, intitolato Unostudio comparato delle migliori pratiche inmateria di sorveglianza dei rimpatri forzati,menzionava che diciassette Stati membrisono già dotati di un sistema di sorveglian-za o sono sul punto di metterne uno inopera per le operazioni legate agli allonta-namenti.Entrambi i rapporti presentano il diniego diaccesso e le espulsioni come operazioniordinarie, cosa che non sono poiché impli-cano molto spesso il ricorso alla violenza.Che sia all'ingresso o all'uscita dal loro ter-ritorio, le democrazie europee non cessa-no di attentare ai diritti dei migranti. Questirapporti, così come numerose dichiarazio-ni dei responsabili politici sull'immigrazio-

ne, sono in contrasto con i valori europei,poiché fanno passare il diniego del diritto,il ricorso alla forza e la detenzione comestrumenti normali e tradizionali di controllodelle frontiere. Per due giorni, il 18 e 19novembre 2011, la rete Migreurop si riuni-rà in assemblea generale a Parigi per di-scutere dei mezzi per contrastare questatendenza: campagne interassociative,azioni giuridiche, mobilitazioni contro i di-spositivi di detenzione dei migranti, l'agen-zia Frontex e le operazioni di sorveglianzamarittima. Sarà all'ordine del giorno ancheuna approfondita riflessione sulla posizio-ne di Migreurop sul tema della libertà di cir-colazione. Al termine della prima giornata,sarà presentato il terzo rapporto annuale diMigreurop, Ai bordi dell'Europa: l'esterna-lizzazione dei controlli migratori. Il rapportoè dedicato allo studio di due facce poconote del subappalto dei controlli migratorialle porte dell'Europa: la situazione allafrontiera orientale della Turchia con l'Irandove, a seguito delle pressioni dell'Europa,il governo costruisce centri di 'accoglienza'e di detenzione per migranti che, no-nostante il pretesto di migliorare le condi-

zioni di vita degli esiliati, assomigliano intutto e per tutto a luoghi di marginalizza-zione e privazione della libertà. La secon-da parte denuncia il trattamento riservatoai 'passeggeri clandestini' a bordo delleimbarcazioni della marina commerciale enei porti attorno all'Europa. Dalla prevenzione alla cattura, dalla deten-zione fino al respingimento, il regime appli-cato a queste persone è caratterizzato daun accresciuto - e inaccettabile - trasferi-mento della responsabilità dagli Stati asocietà private. La presentazione del rap-porto di Migreurop costituirà un eventopubblico e si terrà venerdì 18 novembre,dalle 15.45 alle 17.00, al CICP di Parigi. Info: www.migreurop.org

'Ai bordi dell'Europa: l'esternalizzazione dei controlli migratori', il nuovo rapporto di Migreurop

Discriminazioni in crescita nei primi dieci mesi dell’anno: maglia nera al Lazio

La lotteria delpermesso a puntiDopo la patente a punti, il permesso di sog-giorno a punti. Con la pubblicazione sullaGazzetta ufficiale, il provvedimento entro 4mesi sarà in vigore. Lo straniero avrà due an-ni di tempo per dimostrare di 'meritarsi' l'ago-gnato documento. Al momento della richiestadel permesso si ottiene un bonus di 16 punti,che dovranno arrivare a trenta nei successividue anni. Ma i punti potranno anche esseredecurtati. L'accordo di integrazione con loStato, che il richiedente deve sottoscrivere almomento della domanda, prevede una buo-na conoscenza della lingua italiana, la cono-scenza dei principi fondamentali della Costi-tuzione, del funzionamento delle istituzionipubbliche e della vita civile nel paese. Lo straniero dovrà inoltre dimostrare di ot-temperare all'obbligo scolastico se ha figli edi assolvere agli obblighi fiscali e contributivi.Chi otterrà un punteggio inferiore a trenta,avrà la proroga di un anno per ripresentarsi.Chi ha zero crediti verrà espulso. I crediti pos-sono infatti anche essere decurtati, peresempio in caso di condanne penali anchenon definitive o di sanzioni amministrative. O aumentati, per esempio se si acquista unacasa. Come se bastasse la buona volontà…

Sul sito www.articolo21.org è possibile sottoscrivere un appello per chiedere che il film su Stefano

Cucchi 148 Stefano. Mostri dell’inerziadi Maurizio Cartolano sia trasmessodal servizio pubblico radiotelevisivo

APPELLO ON LINE

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Sabato 19 e domenica 20 novembre neicircoli Arci del quartiere Pigneto a Roma siterrà Re-Volt, festival elettroacustico pro-mosso da Arci, Federazione Cemat e dalcircolo Arci Forte Fanfulla, con Radio CittàFutura, media partner dell'iniziativa.Re-Volt ha l'obiettivo di mettere a confron-to il mondo della musica elettroacustica diprovenienza ‘colta’ e la musica elettronica,due generi che hanno moltissimi punti diincontro e connessione, uniti dalla conver-genza dell'utilizzo delle tecnologie audio evideo. In particolare, l'impiego dell'elettro-nica nella creazione musicale ha avuto ungrande incremento col passaggio al digita-le e con la diffusione di tecnologie potentia costi accessibili per vasti strati dellapopolazione, candidandosi ad essere unadelle forme di espressione artistica più dif-fuse tra le nuove generazioni. Re-voltparte dall'assunto che è fondamentale perl'arte veder garantita la circolazione di ideee progetti e l'accesso del pubblico al piùampio ventaglio di ascolti e confronti, spe-cie in un momento di difficoltà e di omolo-gazione come quello attuale. Il Festivalpermetterà di sperimentare e individuare

‘sul campo’ le connessioni, le emersioni, leconsonanze, un'occasione per prendereatto delle diversità e delle diversificazioniche pure esistono.RE-volt verrà promosso in spazi non for-mali, auto-gestiti, innovatori, che si trovanoin uno dei quartieri di Roma che più è statotrasformato dalla contaminazione tra cultu-re creative. Il Festival verrà aperto alle 16presso lo spazio Sister Ray, in via Perugia,con l'installazione dell'artista Carlo Caloroe proseguirà fino a domenica con decine diperformance di tanti giovani artisti chedaranno vita a live elettroacustici, sonoriz-zazione di film, improvvisazioni, djset,proiezione di video: uno sguardo d'insie-me, anzi un corto circuito che darà modo econto del continuo e multiforme dispiegar-si della trama dell'arte.Il Festival è realizzato con il coordinamen-to artistico di Tiziana Lo Conte, SimonePappalardo, Gianni Trovalusci, in collabo-razione con Fanfulla 101, Arci Dal Verme,SisterRay, classi di Musica Elettronica eComposizione dei Conservatori SantaCecilia di Roma e Ottorino Respighi diLatina.

cultura

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D a diversi anni la scuola, in particola-re quella pubblica è oggetto di unariforma che sta fortemente cam-

biandone l'assetto. Tale riforma modifica difatto la qualità dell'offerta formativa e il rap-porto tra lo studente e i docenti. In questocontesto insegnare la cultura dei nuovimedia e in particolare il linguaggio audiovi-sivo è una sfida importante e difficile.In questo panorama l'Ucca, insieme adalcuni professionisti ed esperti di didatticadel cinema, nella scuola ha recentementepubblicato il volume Media Education -Esperienze di promozione della culturacinematografica nella scuola italiana a curadi Roberto D’Avascio e Antonella DiNocera.

In questo volume si analizzano alcune pra-tiche che hanno avuto successo nella pro-posta didattica formativa del cinema nellescuole. Attraverso di esse non è stato solopossibile formare all'audiovisivo in sensoteorico, ma creare dei laboratori che spes-so sono anche stati un eccellente strumen-to di socialità e di produzione culturale. Ne sono testimonianza alcuni film ‘copro-dotti’ in ambito scolastico, in particolaredocumentari, di cui il volume dà ampio emeritevole spazio. Proprio prendendospunto dai film presentati nella pubblicazio-ne nasce la rassegna Che scuola? pro-mossa dall’associazione Apollo11 edall’Ucca con il patrocinio della Provincia diRoma. Cinque film documentari che sonostati presentati dal regista Giovanni Piper-no in un incontro pubblico che si è svolto il15 novembre presso il Piccolo Apollo, isti-tuto Itis Galilei, alla presenza degli autoridel volume, di Greta Barbolini, presidentenazionale Ucca, e del regista Marco Turco.Quest’ultimo, al termine della proiezionedel suo documentario La casa dei bambini,ha incontrato il pubblico insieme al registaChristian Carmosino. Prodotto dall’asso-

ciazione Genitori e amici del tempo linearee da Zachar, il film percorre un intero annoscolastico dentro la scuola pubblica mater-na Tempo lineare, in cui i bambini impara-no a fare il pane, a riconoscere le lettere, afare musica, ascoltano le favole e disegna-no, vanno in gita al Colosseo e incontranoi ‘grandi’ delle elementari. Un anno di cre-scita, di singhiozzi e di gioie condivise congli altri.La rassegna Che scuola?, dedicata aglistudenti dell’Itis Galilei e aperta agli stu-denti della scuola Di Donato e di altri istitu-ti, prevede una serie di appuntamenti nelmese di novembre in cui, al termine delleproiezioni, gli studenti potranno confrontar-si sulla visione di una selezione di docu-mentari con Giovanni Piperno e un’equipedi insegnanti coordinata dalla professores-sa Anna Maria Lettieri e in alcuni casi congli autori stessi. Appuntamento il 16novembre con Fratelli d’Italia di ClaudioGiovannesi, il 17 con Scuola media diMarco Santarelli, il 23 novembre con Nontacere di Fabio Grimaldi e il 24 con A scuo-la di Leonardo Di Costanzo.Info: [email protected]

L’Ucca presenta il volume Media education e cinque film e documentari sulla scuola

Il 19 e 20 novembre il festival Re-Volt, perportare la musica ovunque sia possibile

L’Arci al Medimexdi BariQuattro giorni di convegni, showcase,scambi internazionali con operatori di tuttal’area mediterranea: dal 24 al 27 novembreBari ospiterà Medimex, prima fiera dellemusiche del Mediterraneo, organizzata daPuglia Sounds, il programma della Re-gione Puglia per lo sviluppo del sistemamusicale, con l’obiettivo di favorire la rela-zione tra mercato musicale regionale, ita-liano ed europeo allo scopo di incentivarescambi artistici e rapporti commerciali esostenere lo sviluppo dell’intero compartomusicale. Nell’ambito del Medimex, l’Arci porta il pro-getto di musica dal vivo Arci Real, rete dispazi ed artisti. Sarà l’occasione per parla-re di musica, dei suoi problemi e delle suepotenzialità, con amici e protagonisti delsettore. Nello stand dell’Arci, area espositi-va per i circoli, diretta radio che vedrà lacollaborazione di radio locali e web,videointerviste a band e circoli, proiezionidi video promozionali per circoli e band,spazi dedicati allo scambio di cd e di fileaudio attraverso pen drive e convegni sullostato della musica indipendente in Italia.Info: www.arcireal.com

Il 16 novembre alle 17 presso l’università l’Orientale si tiene il convegno Come si dissolvono i fatti in Italia e in Cina promosso da Ossigeno per l’informazione

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L'esperienza delle Maisons des Jeunes etde la Culture nasce nell'immediato secon-do dopoguerra francese, nel 1948. Strutturate in un'organizzazione fortemen-te federale, oggi sono una rete nazionaleche conta 13 federazioni regionali, 900centri culturali e d'aggregazione giovanilee circa 500mila soci, dei quali circa330mila di età inferiore ai 26 anni. Le Maisons des Jeunes et de la Culturesono centri di aggregazione e di educazio-ne popolare, ispirati a valori repubblicani,che mettono al centro la laicità, la solida-rietà, la tolleranza. Entrandovi, si ha la sensazione di essere acasa: arte, musica, teatro, corsi di ognitipo, spazi bar e ristorazione (tra cui l'indi-menticabile ‘bar associatif’ del centro anti-stante la cattedrale), laboratori, campisportivi e molte attività ricordano la vitaquotidiana di tanti circoli Arci. Le straordinarie sedi che abbiamo visitato,collocate in spazi giganteschi e in posizio-ni invidiabili, sono garantite nei costi strut-turali e in molti progetti da un forte soste-gno degli enti pubblici, in particolare dalleRegioni, che ne riconoscono e valorizzano

il ruolo nello sviluppo dei giovani e dellecomunità locali. Nonostante i solidi rapporti istituzionali,l'MJC è un'organizzazione fortemente poli-tica, decisamente schierata su tanti temi enel dibattito politico nazionale e locale.Ogni annualità è contraddistinta da unacampagna tematica: il 2010 è stato dedi-cato all'antirazzismo, il 2011 alla parità trai generi, di cui abbiamo potuto apprezzaremanifesti dal grande impatto comunicativo. Altrettanto politici sono stati i tre giornidella convention Paroles de Jeunes -Regards croises: dall'11 al 13 novembre,1500 giovani provenienti dalle Maisonsdes Jeunes et de la Culture di tutta laFrancia hanno invaso il centro della città diLione, occupandone i luoghi simbolici (tracui il Municipio e il Teatro dell'Opera) conuna sorta di junior social forum. Dibattiti, forum, workshop, scambio diesperienze, laboratori artistici e performan-ce si sono succeduti ininterrottamente pertre giorni. Con uno sguardo decisamenteed esplicitamente rivolto alle prossime ele-zioni.Info: [email protected]

O rmai da diverso tempo siamo in unafase in cui parlare di Europa è sino-nimo di moneta comune, di rischio

di default degli Stati membri, di andamentodelle borse legate ad un'economia finanzia-rizzata, di titoli di stato e di spread tra questi.L'idea di un'Europa unita, tra i popoli e le loroaspirazioni, intuita da Kant, poi resa più con-creta da numerosi intellettuali e politici, daProudhon a Cattaneo, da Rossi a Spinelli,sembra oggi una lontana chimera. Quellaseparazione tra cittadini e istituzioni che intutto il pianeta sembra essere una degene-razione inguaribile delle moderne democra-zie assume nel Vecchio Continente un trattodi ineluttabile condanna storica. Eppur qual-cosa si muove! Esiste, vivo e vegeto, unhumus di organizzazioni della società civileche ostinatamente antepongono alle logichedei mercati e al potere dei tecnocrati le pra-tiche di cittadinanza attiva e i contenuti diuna politica partecipata. Sono reti diffuse eattive che generano consapevolezza eresponsabilità attraverso un agire progettua-le che restituisce concretezza alle intuizionifederaliste del secolo scorso. Contact 21.03 è una tra le reti più rilevanti di

questo brulicante sottobosco e, in occasio-ne della sua Assemblea generale la scorsasettimana a Lione, l'Arci ha presentato lasua candidatura a farne parte: proposta cheè stata unanimemante accettata con grandedisponibilità e interesse. Si tratta di una reteil cui sottotitolo del nome reca ‘Coor-dinamento europeo delle Maisons des jeu-nes e de la culture, delle associazioni e clubdei giovani’, è diffusa in 14 Paesi dell'UE eaderisce al Forum civico europeo. Affonda ilsuo background ideale nella Dichiarazioneuniversale dei diritti umani e nella Dichia-razione del Consiglio Europeo di Bucarestdel 1998 per supportare la coesione cultu-rale, sociale e democratica in seno all'Eu-ropa contro ogni forma di razzismo e intolle-ranza, per lo sviluppo di conoscenze e com-petenze tra i giovani, in un'ottica di solida-rietà e responsabilità; promuove il protago-nismo delle giovani generazioni come citta-dini attivi, crea opportunità di partecipazionein attività di apprendimento interculturale emobilità transnazionale; incoraggia e forni-sce strumenti ai giovani dell'Europa percontribuire allo sviluppo delle comunità dicui sono parte, dà forza alla loro autoim-

prenditorialità e realizzazione sociale e per-sonale. Tali principi e prospettive, che paio-no un estratto dello Statuto nazionaledell'Arci, trovano una immediata fattività nel-l'applicazione progettuale dei programmieuropei per la gioventù e nell'esser parte didiverse piattaforme europee. Talvolta quindil'Europa può esser vissuta come un'oppor-tunità invece che un vincolo e le sue reti disocietà civile organizzata ne sono la condi-zione necessaria.Con tale spirito stiamo in questo network:per avere uno strumento aggiuntivo di svi-luppo per il nostro associazionismo e per lenuove occasioni che sapremo dare ai gio-vani dell'Arci. Info: [email protected]

Una rete europea per promuovere il protagonismo dei giovani

Le francesi Maisons des Jeunes et de la Culture, come circoli Arci d’Oltralpe

Il seminario diContact 21.0314 Paesi: dalla sponda nord del Mediterraneoai paesi baltici, dal cuore dell'Europa ai grandistati entrati nell'Unione con l'ultimo allarga-mento. Questo lo scenario che abbiamo avutol'opportunità di conoscere a Lione, nei 4 giornidel seminario organizzato dalla rete europeaContact 21.03, organizzazione non governati-va giovanile europea a cui l’Arci ha da pocoaderito, che nasce su stimolo di una serie diorganizzazioni attive nel settore della gioventùcon l'obiettivo di raggiungere una politica co-mune e coordinata a livello europeo su quei te-mi. Ma veniamo al seminario: l'obiettivo eradefinire le tracce di lavoro per il 2012 a partiredall'analisi del contesto giovanile in ciascunpaese. Il confronto fra i diversi scenari ha con-sentito di conoscere punti di forza e di debo-lezza sia delle politiche sia della condizionegiovanile. Questo livello ha intersecato quellodelle priorità di lavoro di ciascuna organizza-zione ed ha portato ad una prima elaborazio-ne di tematiche per una progettazione comu-ne, che affronti in un'ottica 'di sistema' le priori-tà condivise: partecipazione e cittadinanza atti-va, connessione fra educazione formale e nonformale, autonomia, mobilità dei giovani.Info: [email protected]

Su www.petizionionline.it è possibilefirmare la petizione Cnesc per

il servizio civile nazionale Non tagliate il futuro dell’Italia!, contro l’ulteriore

taglio che il Governo ha deciso di farenella manovra di stabilità 2012

PETIZIONE CNESC

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I processi partecipativi sono importantinello sviluppo educativo di un giovane.Ce lo dimostra ora una ricerca, FTP

Forme in Trasformazione della Parte-cipazione, realizzata a livello nazionale. Èvero che le pratiche di partecipazione dei piùgiovani, fanno ‘bene’ e possono avere effettiprotettivi rispetto al loro sviluppo? Tali effettivalgono anche per le fasce più disagiate enelle aree con debole presenza del Terzosettore? Questi erano solo alcuni degli inter-rogativi da cui si è mossa la ricerca.Il focus è stato posto sui legami tra alcuniatteggiamenti e sistemi di valori riguardantil’impegno civico, la tutela dell’ambiente, lacapacità di proiettarsi e investire nel futuro,l’impegno politico, il senso di autoefficacia,l’impegno scolastico e il grado di coinvolgi-mento in pratiche di partecipazione speri-mentate all’interno della famiglia, della scuo-la, nelle diverse realtà associative e nellacomunità. Le pratiche associative hannocome effetto un aumento del senso di empo-werment, cioè la percezione di poter incideresulla propria realtà e sul contesto di vita; sisviluppano atteggiamenti e propensioni ainvestire sui desideri, su obiettivi trasformati-vi e sul proprio futuro, e si riducono compor-tamenti centrati unicamente sul presente,come pure sintomi di tipo depressivo. La ricerca, che ha riguardato giovani dai 15ai 30 anni, è stata promossa da Arciragazzi erealizzata dal Cevas tramite l’uso dei social

media e grazie alla collaborazione di oltre50 associazioni ed enti. Si è focalizzata su 4contesti: la famiglia, la scuola, la comunità el’associazionismo giovanile. Un giovane suquattro (25% del campione) fa parte di asso-ciazioni ricreative o culturali, il 18% di orga-nizzazioni di volontariato e il 14% fa partedegli scout. Il18,4%, nel corso della propriavita, non ha mai fatto parte di contesti aggre-gativi. Si tratta di una quota importante di gio-vani che non hanno sperimentato modellieducativi alternativi a quelli offerti dalle princi-pali agenzie educative. Hanno risposto 2070giovani. Sono stato ritenuti validi 1410 que-stionari compilati da ragazzi provenienti datutte le regioni italiane, l’83,5% sono studentio studenti-lavoratori e l’età media è 21 anni.Mentre tra coloro che non hanno avuto alcu-na esperienza di associazionismo il 59,4%risulta avere un basso livello di speranzaverso il futuro e nella possibilità di cambia-mento, la situazione si inverte tra chi ha spe-rimentato oltre tre appartenenze al mondoassociativo. Tale relazione si mantiene indi-pendentemente dal livello di istruzione deigiovani e dei loro genitori. La meritocrazia e ilsenso civico che inducono a impegnarsi neglistudi senza cercare scorciatoie e a rifiutare leraccomandazioni come stile di comporta-mento ‘normale’, aumenta col crescere del-l’esperienza in contesti associativi. L’adesione ai modelli valoriali proposti daimedia e dalla TV tende a diminuire in coloro

che sperimentano più esperienze di associa-zionismo. Esiste, infine, una forte relazionestatistica tra il livello di impegno politico e l’a-ver sperimentato realtà di tipo associativo.L’astensionismo è pari solo al 7,8%. I giovani che hanno sperimentato pratichepartecipative sono meno propensi ad aderi-re a modelli identitari di tipo autoritario e aderive populistiche. Tendono a svilupparemaggiori capacità di resistere a meccanismidi consenso ottenuti tramite strategie dimanipolazione mediatica. L’autoefficacia cresce in relazione al numerodelle associazioni di cui si è fatto parte e que-sto rapporto si mantiene anche in condizionisociali ed economiche disagiate e nelle diver-se aree territoriali d’Italia. L’effetto positivoaddirittura si intensifica nelle regioni delMezzogiorno dove notoriamente esiste unlivello minore di aggregazione. Mentre alSud un ragazzo che ha esperienze associa-tive e proviene da una famiglia con bassolivello di istruzione nel 61,4% dei casi risultaavere un livello elevato di autoefficacia, alCentro-Nord ciò si verifica nel 59,7%.Una ragione in più per rafforzare e diversifi-care iniziative a carattere associativo e pro-cessi di partecipazione democratica in parti-colare a favore di giovani appartenenti allefasce più svantaggiate.

La ricerca è consultabile sul sitowww.arciragazzi.it

Forme in Trasformazione della partecipazione giovanile

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V ogliamo riprenderci la nostra vita. Evogliamo farlo ora. Vogliamo liberar-ci della precarietà, che significa,

prima di tutto, affermare il valore dellenostre competenze e del nostro lavoro. Unlavoro che corrisponda alle nostre aspira-zioni, che ci dia gli strumenti per realizzare inostri progetti di vita, affettivi e professiona-li. La precarietà non è un destino, esistonocose concrete da fare subito per riprendercila nostra vita e il nostro presente e costrui-re l'altro futuro possibile. Siamo scesi in piazza il 9 aprile perchévolevamo raccontarci e non essere raccon-tati, volevamo prendere la parola perdenunciare lo scandalo di un paese che cispreme e ci spreca allo stesso tempo.Adesso non è più tempo solo di denuncia.Ci incontreremo a Roma il 19 e il 20

Novembre, all'assemblea nazionale Libe-riamoci della precarietà, per parlare dellecondizioni precarie del nostro lavoro e dellenostre vite, ma soprattutto per discutere dicome liberarcene. Ci riprenderemo un tempo e uno spaziotroppo spesso negati. Un tempo e uno spa-zio dove costruire risposte.Non si parte da zero. Abbiamo idee e pro-poste su cui riflettere e lavorare insieme.Discuteremo un decalogo, dieci proposteconcrete e possibili per liberarci dalla pre-carietà: basta contratti truffa, ad un lavorostabile deve corrispondere un contratto sta-bile; retribuzioni all'altezza del lavoro svolto;continuità di reddito per chi perde il lavoro ereddito minimo d'inserimento per chi locerca e non lo trova; diritto ad assicurarsiuna pensione dignitosa e ad avere un

sostegno per diventare madri e padri se losi desidera; diritto di voto, di assemblea e disciopero; diritto alla formazione continua;diritto all'abitare. Queste sono le proposte che vogliamo di-scutere con tutte le reti, i comitati, le asso-ciazioni, i coordinamenti di lavoratrici e lavo-ratori precari, di studenti e studentesse, distagisti, di disoccupati che sabato 19 edomenica 20 saranno a Roma per incon-trarsi e iniziare a costruire il nostro futuro.Un futuro diverso. Siamo convinti che perliberarci dalla precarietà sono necessarietutte le nostre idee, le nostre competenze,tutte le esperienze e i desideri. Facciamoappello a chi non ne può più e a chi haancora fiducia di poter cambiare la propriavita: è il tempo delle idee, delle propostedelle soluzioni. Non aspettiamo che altridecidano per noi, mettiamoci in gioco perun altro presente, per un altro futuro.

Il futuro si può cambiare. Ma bisogna farlo oraArticolo di Giordana Pallone, di ‘Il nostro tempo è adesso’

Q uanti sono i circoli Arci che hannoavviato buone pratiche per lasostenibilità dei propri consumi?

C'è chi ha installato pannelli solari fotovol-taici per la produzione di energia elettrica,chi ha sostituito lampadine ed elettrodome-stici con quelli a basso consumo, chi nonutilizza più la plastica per i propri piatti ebicchieri usa e getta, chi serve ai soci solo‘l'acqua del Sindaco’, prelevata diretta-mente dall'acquedotto; ma c'è anche chiospita un GAS ed utilizza prodotti del terri-torio provenienti da agricoltura biologica,chi sostiene, utilizzandone i prodotti, lecooperative che coltivano i terreni confi-scati alla mafia, chi nel bar del circolo uti-lizza caffè del commercio equo...

Risparmio energetico, riduzione della pro-duzione di rifiuti e degli inquinanti prodotti,riduzione degli sprechi, riciclo dei materialiutilizzati: scegliendo come e cosa consu-mare ci si prende le proprie responsabilitàrispetto all'ambiente e si dà anche il buonesempio.Ma è davvero possibile coniugare la ridu-zione dell'impatto ambientale dei nostri cir-coli con la riduzione (o almeno il non incre-mento) dei costi? Ed è possibile coniugareequità ed economicità? Anche per suppor-tare questi percorsi, si è avviata la costru-zione di una serie di convenzioni commer-ciali, alcune già operative ed altre che leintegreranno nei prossimi mesi, con l'obiet-tivo di consentire a tutti i circoli, anche aipiù piccoli, l'accesso a (nuovi) prodotti eservizi ad un prezzo competitivo.EcoZema produce e distribuisce piatti,posate e bicchieri in Mater-Bi, PLA e polpadi cellulosa, tutti materiali di origine vege-tale; in questo modo le stoviglie monousopossono essere avviate, insieme ai residuidi cibo che contengono, direttamente alcompostaggio (e quindi non solo non inqui-nare, ma tornare alla terra come fertiliz-

zante).Star Energy progetta ed installa impiantifotovoltaici per la produzione di energiaelettrica pulita che può essere direttamen-te utilizzata (scambio sul posto) e per l'ec-cesso immessa nella rete elettrica nazio-nale; con il risparmio ottenuto in bolletta edil contributo del conto energia, l'investi-mento necessario per la realizzazione del-l'impianto (che può anche essere finanzia-to con un mutuo) viene recuperato in pochianni.WTS fornisce, in acquisto o con un canonemensile, erogatori e distributori dell'acquapotabile del rubinetto che filtrano l'acquaper eliminare il cloro e la erogano a tem-peratura ambiente oppure refrigerata,liscia o gassata per renderla frizzante; nonci sono più bottiglie di plastica da smaltirené costi ambientali per il loro trasporto.E mentre diamo avvio a questi nuovi accor-di, sono stati confermati e consolidati gliaccordi con la cooperativa Lavoro e nonsolo (per la distribuzione dei prodotti diLibera Terra) e con FairTrade Italia (per iprodotti del commercio equo).Info: [email protected]

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Circoli Arci, le nuove convenzioni che facilitano buone pratiche per la sostenibilità dei consumi

Il 18 novembre alle 18.30 presso la libreria Libri&Musica il circoloBiblioteca di Sarajevo presenta il libro Versi (Di)vini. L’enoteca delle parole. Nel corso della serata degustazione di vini salentini

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Serata irlandeseTORINO - Il 18 novembre al CaffèBasaglia a partire dalle 19,30 lapoetessa e narratrice irlandese

Martina Evans, vincitrice nel 2011 delPremio Ciampi Valigie Rosse per lasezione internazionale, leggerà alcu-ni brani della sua raccolta Di fronte alpubblico, con la traduzione di DanielaSandid. A fine serata una sorpresamusicale: suonerà il gruppo Sara deiVetri, vincitore del concorso musicalePremio Ciampi 2011 con il loro sor-prendente esordio Le piccole cose.Info: www.caffebasaglia.org

Proiezioni a BaccheretoCARMIGNANO (PO) - Per la rasse-gna Cronache italiane, percorso dialfabetizzazione cinematografica at-traverso una selezione di film sulletematiche dei nostri giorni, promossodal circolo Arci di Bacchereto, il 22novembre alle 21 verrà proiettato Ilpranzo di Ferragosto di Gianni DiGregorio. Una commedia sulla terzaetà, scanzonata e verace, che offrediversi spunti di riflessione. Ingressogratuito.Info: 055/8717058

Piccole scuole di montagnaEXILLES (TO) - In programma pres-so la ex scuola della frazione Deveyslo spettacolo teatrale Piccole scuoledi montagna, storie e aneddoti d’altritempi. Il circolo Artemuda, che orga-nizza l’iniziativa, ha attinto al materia-le dal libro Ricordi di scuola, raccoltoda Barbara Patria, Daniela Ordazzo eLuisa Morganti per la collana deiCahier dell’Ecomuseo ColombanoRomean del Parco naturale del granbosco di Salbertrand. Il libro sarà pre-sentato dagli autori prima dell’iniziodello spettacolo realizzato dagli arti-sti Roberto Micali, Renato Sibille ePatrizia Spadaro.Info: www.artemuda.it

Non è un paese per donne?COLLEGNO (TO) - Continua la ras-segna cinematografica Non è unpaese per donne? promossa dalcomitato Arci Valle Susa. Il 22 no-vembre alle 21 presso la sala poliva-lente di Villa5 sarà proiettato Il cantodi Paloma di Claudia Llosa. L’eventoè organizzato in collaborazione conAmnesty internazional Gruppo 115 esi inserisce nella rassegna Indigna-

zione. Non è un paese per donne?continuerà a marzo 2012 presso ilcentro cinematografico culturaleL’incontro. Tutti gli spettacoli sono aingresso libero fino a esaurimentoposti.Info: [email protected]

Corsi al BiancoVoltaVITERBO - L'associazione Percorsi,in collaborazione con Arci Viterbo,Arci Solidarietà, Aucs, Jesce Sole,Teatro degli Incerti propone tantinuovi corsi che si svolgeranno alBiancoVolta, il nuovo spazio Arci aViterbo. I corsi e i workshop in pro-gramma sono: disegno realisticoavanzato e tecniche del fumetto, lin-gua inglese, danze italiane e interna-zionali, corso base di fotografia digi-tale, TaoYoga, diversi corsi di tecni-che teatrali e approccio alla lettura,seminario di danze kurde, incontriintensivi di fotografia del paesaggio,laboratorio di cucina e autoproduzio-ne di saponi e cosmetici. È possibileiscriversi inviando una mail all’indiriz-zo di seguito.Info: [email protected]

Incontro con Dalla ChiesaPESSANO CON BORNAGO (MI) - Il17 novembre alle 21 presso la salaconsiliare in piazza della Resistenzasi terrà l’incontro pubblico con NandoDalla Chiesa promosso dall’ArciUbik. Dalla Chiesa illustrerà la situa-zione delle infiltrazione mafiose nelnord Italia ed in particolare in Brianzae presenterà il suo libro La conver-genza. Mafia e politica nella secondaRepubblica, una narrazione ineditadegli ultimi venti anni di politica italia-na che non fa sconti a nessuno.Ingresso libero.Info: www.arciubik.it

Il canto dei barboniGROSSETO - Il 20 novembre a parti-re dalle 18 presso Spazio 72, in viaUgo Bassi 72, il circolo Arci Kho-rakhanè presenta Il canto dei barbo-ni, spettacolo in stile felliniano per laregia di Teatro Schabernack, testooriginale con frammenti di poesie diStefano Benni e Hans MagnusEnzensberger, con Angelika Georg eJörg Fischer e musiche popolari divario genere.Info: [email protected]

Notizie Brevi

O rnella Pucci è stata eletta all'una-nimità sabato 12 presidente regio-nale delle Marche. Nel farle i

nostri auguri di buon lavoro, le abbiamochiesto di rispondere ad alcune domande.

Anche alla luce del congresso regionale svoltosabato scorso a Macerata, che bilancio fai dellostato di 'salute' dell'Arci nelle Marche?Direi ottimo. In questi anni gli iscritti sonocresciuti costantemente, così come ilnumero delle basi associative. Al congresso inoltre le presenze esterne,come i rappresentanti delle istituzioni apartire dall'assessore alla cultura dellaRegione Marche, hanno dimostrato nonsolo grande interesse ma anche grandesintonia con le problematiche da noi poste,soprattutto sulla sfida della cultura che èall'ordine del giorno, ma anche sul ruolopolitico e sociale che l'Arci può svolgereper la trasformazione, a partire dalle nostrecomunità.Va detto poi che il nostro gruppo dirigenteregionale è caratterizzato da profondaunità e da forte motivazione. Oggi nei territoriali marchigiani dell'Arci

abbiamo un gruppo dirigente che si è pro-fondamente rinnovato negli ultimi anni. Due presidenti territoriali su sette sonodonne. Ciò è stato possibile perchè il regio-nale ha valorizzato i territoriali, affrontandoi problemi e coordinando le attività, stimo-landoli senza mai sovrapporsi ad essi. Ilnostro modello di un regionale leggerogovernato dai rappresentanti dei territori siè dimostrato efficace. I territori protagonistiresponsabilizzandosi sono cresciuti.

Ci sono in particolare dei settori di lavoro in cui avetedeciso di concentrare l'impegno dell'associazione inRegione?Le attività culturali e la promozione sociale,insomma i Diritti con la D maiuscola. Nel congresso abbiamo deciso di impe-gnarci sulle tre questioni fondamentalisulle quali si è creato un profondo deficitnel nostro paese: Democrazia, Parteci-pazione e Giustizia. Le nostre iniziative saranno volte a denun-ciare e a creare consapevolezza sullaprofondità di questo deficit e sulla neces-sità di cambiare rotta rapidamente. Leemergenze del paese non sono solo eco-

nomiche, ma anche culturali e morali, c'èbisogno del nostro contributo di associa-zionismo reale per costruire democrazia.

Sei una delle pochissime presidenti donne di regio-nali Arci. Pensi che questo connoterà, e come, il tuoincarico? Credo proprio di sì. Le battaglie delledonne sono nella mia storia e nel mio Dnaè proprio inevitabile. Mi adopererò per elaborare qualche belprogetto pilota in alcuni circoli per favorirela partecipazione e il protagonismo femmi-nile, tanto per movimentare un po' la situa-zione, e mettere in luce qualche contraddi-zione. Ma confido soprattutto sul fatto chenel nuovo consiglio regionale la presenzafemminile si attesta sopra il 41% dei com-ponenti.Anche nell'associazione come nella socie-tà sempre più spesso le situazioni più inno-vative sono trainate da donne, per cui sonomolto fiduciosa che il nuovo verrà da sè.Dopo questi anni oscuri c'è bisogno diricominciare a metterci il cuore nelle coseche facciamo per la comunità, noi siamopronte/i.

10incircolo

arcireport

Regionale leggero e territori protagonisti: per Arci Marche una scelta vincente

Sull’aia del circolo,mercato contadinoIl circolo Arci di Brusciana (Empoli), in col-laborazione con Genuino clandestino, pre-senta Sull’aia del circolo, primo mercatocontadino e non solo. Per offrire alternative al modello agricoloindustriale e alle regole della grande distri-buzione, il circolo di Brusciana organizzaper la giornata del 20 novembre un merca-to contadino, locale, familiare, artigianale,artistico, ‘riciclato’ e sostenibile. Dalle 10 alle 19 sull’aia esterna della sededel circolo, in via Senese Romana, sarannopresenti produttori di alimenti biologici, arti-giani, artisti, gruppi di acquisto solidali.Dalle 14 animazione per bambini con Sauroe laboratori con materiale riciclato conCaterina. Dalle 16.30 Campi aperti, asso-ciazione di contadini e coproduttori per lasovranità alimentare, parlerà del progettoGenuino Clandestino, con dibattito e proie-zioni video. Dalle 18, musica con i Fiatisprecati. Per tutta la giornata proiezioni didocumentari e film su terra, agricoltura eambiente. Pranzo, merenda e cena conprodotti biologici, equo solidali e a prezzipopolari. Ingresso libero con tessera Arci.Info: [email protected]

Genova per noi@Arci Bellezza, sostegnoalle popolazioni colpite dall’alluvioneUn concerto benefico, anzi tre, in una nottesola. Sabato 19 novembre Alessio Lega,Andrea Labanca e Giubbonsky prestano leproprie chitarre e voci a sostegno dellepopolazioni della Liguria e Toscana recen-temente colpite dalle tragiche alluvioni.L'evento Genova per noi@ Arci Bellezza èorganizzato da Arci Milano in collaborazio-ne con Arci Bellezza per aiutare chi in que-sto momento ne ha un disperato bisogno.L'intero ricavato verrà infatti versato sulconto che Arci Liguria, d'intesa con la dire-zione nazionale Arci, ha attivato pressoBanca Etica a sostegno della ricostruzione

dei territori devastati. Numerosi sono i circoli Arci che anche inprovincia di Milano si stanno attivando inquesti giorni con iniziative, concerti, seratedi cabaret, presentazioni il cui ricavatoverrà devoluto alle popolazioni colpite:musica e solidarietà al Bitte, al Metissagee al Toilet club di Milano, all’Acropolis diVimercate, all’Arci Svolta di Rozzano,all’Agorà di Cusano Milanino, alTambourine e al Casa Malasangre diSeregno, all’Ubik di Pessano con Bornago,alla Casa del popolo di Lodi.Info: www.arcimilano.it

arci

n. 40 15 novembre 2011

Fino al 18 novembre è possibile partecipa-re al concorso Realizza l’agenda Arci 2012promosso dal comitato di Arezzo e rivoltoagli artisti toscani, dilettanti o professioni-sti. Fotografi, pittori, disegnatori, web desi-gner possono concorrere con un progettodi 14 opere (copertina fronte e retro più 12immagini relative a 12 mesi dell’anno); ilvincitore curerà l’intera parte graficadell’Agenda Arci 2012 e durante l’anno

avrà la possibilità di curare una mostrapersonale con le proprie opere presso unodei circoli presenti in provincia o in unospazio apposito scelto insieme al Comuneo alla Provincia che patrocinano l’iniziati-va. Dell’Agenda 2011, che vantava la col-laborazione di firme come Vauro Senesi eSergio Staino, sono state distribuite circa10mila copie in tutta la provinciaInfo: www.arciarezzo.it

Il concorso ‘Realizza l’Agenda Arci 2012’

D i spread si può anche morire. Valeper gli stati sempre più costretti arincorrere gli indici di borsa, per la

politica sempre più costretta a privilegiare lebanche a scapito dei cittadini, ma può valereanche per l'informazione su cui ormai pesa-no più i bilanci che l'etica professionale. Evale anche per un giornale che persino ilFondo monetario o la Bce considererebbero‘virtuoso’, tanto contiene le spese (in primisquella del costo del lavoro) e sta attento alpareggio di bilancio con rigorosissime verifi-che semestrali a opera di ispettori bancari.Ma nonostante tutte le attenzioni e i risparmi,il manifesto rischia sempre di scompariredalle edicole in cui vive da 40 anni, perché èun impresa cooperativa, non ha un editore(cioè un padrone che finanzia e tappa i‘buchi’) e dipende solo dal proprio lavoro,dagli incassi delle vendite, dal sostegno pub-blico. Laddove ‘pubblico’ significa l'apportodei propri lettori e abbonati - in acquisti e sot-toscrizioni - e l'intervento dello stato attraver-so i fondi dedicati all'editoria politica e no-profit. E qui viene il ‘bello’, cioè l'effettospread.Un anno fa, sotto la spinta della crisi econo-

mica mondiale e il dilagare di un pensieroche considera parassitario tutto ciò che èintervento pubblico (non solo in editoria, maanche per la sanità o per la scuola), il gover-no ha cancellato una legge trentennale chegarantiva un sostegno economico ai giornaliin cooperativa e agli organi di partito, in misu-ra proporzionale alla loro diffusione. Certo,era una legge un po' vecchia, che aveva per-messo abusi e sprechi e che andava rifatta:una sua versione più rigorosa - a garanziadelle cooperative vere e non di quelle finte -avrebbe portato a un risparmio della spesacomplessiva e noi del manifesto non nesaremmo certo stati penalizzati, anzi. Inveceil governo ha preferito tagliare tutto (metten-doci sullo stesso calderone di ‘Libero’, perfare un solo esempio), istituendo un ‘fondoeditoria’ che ogni anno, a chiusura del bilan-cio statale, dedica una certa cifra alla ‘tortaeditoria’. Una specie di legge mancia per lastampa, cioè una vergogna. Che tradotta insolido, per noi significa l'incertezza di bilan-cio e un taglio prevedibile tra il 60 e l'80% diciò che ci garantiva la vecchia legge.In queste condizioni, venendo meno circa il25% dei nostri introiti, possiamo contare solo

sull'altro sostegno pubblico, quello dei lettori.E in una congiuntura difficile come la pre-sente (l'era dello spread, appunto), per darciqualche possibilità di vita, la lotta per lasopravvivenza diventa la campagna abbo-namenti di fine anno. L'unico possibile ingresso consistente chepossa sopperire - almeno in parte - al dissol-versi dell'intervento statale. È il nostro mododi chiedere una mobilitazione generale per lalibertà d'informazione: quella che è stata lun-gamente denigrata dal conflitto d'interessiberlusconiano, quella ora svilita dal primatodei mercati che rischia di ridurre l'informazio-ne a una merce come un'altra. Non abbiamo molto tempo davanti. Nei pros-simi tre mesi si decide il destino del manife-sto e di un'altra quarantina di testate politichee in cooperativa. Se non volete che una sto-ria di quarant'anni finisca, se volete cherimanga aperta una finestra indipendentesulla realtà e contribuire così alla rinascitadella democrazia in Italia e in Europa... allo-ra abbonatevi al manifesto (modalità e tariffesul quotidiano e su www.ilmanifesto.it, allavoce abbonamenti). Sarà un gesto di libertà,alla faccia dello spread.

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arcireport

Abbonarsi al manifesto, un gesto di libertà

Hanno collaborato a questo numeroAlessandra Capodanno, Stefano Carmassi, Aldo Dessì, Giueseppe Di Francesco, Stefano Kovac, Valentina La Terza, Salvo Lipari,Giordana Pallone, Valeria Patacchiola, Gabriele Polo, Paola Scarnati, Lorenzo Siviero,Franco Uda

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - Roma, Cristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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n. 40 15 novembre 2011

Le ragioni della laicitàAl circolo Ucca Armata Brancaleone diOrvieto si concluderà questa settimana(sabato 18 novembre) la rassegna cinema-tografica Le ragioni della laicità, con la proie-zione del film Giordano Bruno di GiulianoMontaldo. Sarà anche proiettata la videotestimonianza del regista che racconta lemotivazioni che lo hanno indotto a realizza-re il film: in primo luogo il rispetto delle ideee il coraggio di difenderle. Nelle settimaneprecedenti il circolo aveva proiettato Lourdesdi J. Hausner, Corpo celeste di A.Rohwacher, Galileo di Liliana Cavani, connotevole successo di pubblico.

Come un libro apertoCome un libro aperto è il titolo del nuovocorso di formazione promosso dall'Ucca esostenuto dal Ministero del Lavoro e dellasolidarietà sociale e destinato alla formazio-ne dei propri quadri dirigenti. Il corso è fina-lizzato a far conoscere la nuova normativafiscale e istituzionale di riferimento, ponendoal contempo al centro del percorso il temadella ‘finalità associativa sociale e non a finidi lucro’, attraverso l'approfondimento delleattività di gestione e rendicontazione propriedel bilancio sociale. A tutti i circoli è già stata

inviata una scheda di iscrizione, necessariaalla direzione del corso per poter operareuna attenta selezione.

Cosa fare per poter proiettare un filmLa prima cosa che occorre è la disponibilitàdella copia e l'autorizzazione da parte del-l'avente diritto, cioè il produttore e/o la socie-tà di produzione; oppure il distributore, oppu-re, in alcuni casi, lo stesso regista.La liberatoria per la proiezione è semprenecessaria da parte dell'avente dirittoanche nel caso in cui il Dvd è stato acqui-stato presso un rivenditore oppure noleg-giato in videoteca.In secondo luogo e prima della proiezione cisi dovrà rivolgere alla SIAE competente perterritorio, per versare la quota di compensoper il diritto d'autore relativo alle musichepresenti nella colonna sonora del film e otte-nere il permesso/certificato. Se il film non hamusica nella colonna sonora [ma, per esem-pio, solo uno speaker] non serve il permes-so SIAE (ma solo la liberatoria da parte del-l'avente diritto che autorizza il circolo allaproiezione). Questi adempimenti sononecessari anche in caso di proiezioni a tito-lo gratuito, o di proiezione riservata ai pro-pri soci.

www.ucca.it / [email protected]

La magnifica ossessione

di Gabriele Polo, direttore editoriale de il manifesto

12speciale20novembre

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20 Novembre: giornata dei diritti dei bambini1991-2011: 20 ANNI DI DIRITTI DELL’INFANZIA

E DELL’ADOLESCENZA IN ITALIA

N el 1991, con Legge 176 del 27 maggio, l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU sui Dirittidell’Infanzia e dell’Adolescenza, promulgata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20

Novembre 1989.

Sono passati 20 anni da quando anche nel nostro Paese i Diritti dei bambini e dei ragazzi sonolegge formale dello Stato.

Ma non sono bastati 20 anni perché la Cultura dei Diritti, e dei Diritti di chi è più giovane e mino-renne, entrasse nella prassi amministrativa e nella legislazione corrente di questo Stato, delle nostreRegioni, nelle nostre Città.

Non c’è stato nessuno di questi 20 anni in cui non si sia resa necessaria una azione di difesa nonsolo dei diritti, ma della possibilità stessa di pensare i diritti come base delle leggi, delle scelte, delladistribuzione di fondi.

Sono stati ben più di 20 i ministri, i funzionari, gli assessori, i presidenti vari, i sindaci che hannopromesso diritti e non li hanno mantenuti, con questo offendendo in modo arrogante e tradendochi ha meno potere perché non vota.

Ci sono anche stati almeno 20 fra ministri, funzionari, assessori, presidenti vari e sindaci che si sonoimpegnati e hanno agito bene; ma sono ben più di 20 volte meno di quelli che hanno agito male.

Nel solo ultimo anno, sono state ben più di 20 le azioni che le associazioni e le reti impegnate nellapromozione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza hanno dovuto affrontare per non perdere ilpoco che era stato fatto per i bambini e i ragazzi in Italia. Le azioni realizzate in questi 20 anni nonsi possono contare, neanche se avessimo 20 dita …

Sono ben più di 20 le minacce attuali alla tutela, promozione, sviluppo dei Diritti dell’Infanzia edell’Adolescenza: i tagli indiscriminati; la compressione delle risorse per la scuola; l’attuazione ini-qua e senza intelligenza del federalismo che non integra livelli diversi dello Stato ma crea confu-sione, non collaborazione, scaricabarile; la scandalosa assenza dopo oltre 10 anni dei LivelliEssenziali di prestazioni relativi ai diritti civili e politici (art. 117 della Costituzione); lo spostamentosulle famiglie del peso dell’assistenza e dell’educazione, e del welfare in generale, mentre si annun-ciavano politiche di sostegno familiare; il non riconoscimento dei bambini e dei ragazzi come sog-getti, capaci di partecipare alle decisioni della loro vita; la negazione della parità dei diritti per i bam-bini nati dentro o fuori il matrimonio e per i figli degli immigrati; il peggioramento delle condizioni disalute dei minorenni in Italia, l’aumento delle dipendenze, del turismo ospedaliero delle famiglie; ladisparità di risorse tra nord e sud; il tasso di povertà minorile tra i più alti in Europa; l’invivibilità dellenostre città; lo scippo del futuro!

Ci vorranno forse 20 anni per ricostruire il nostro Paese, per e con e a partire da coloro che avran-no 20 anni, fra 20 anni.

Siamo oggi in ben oltre 20 città, piazze, circoli, scuole con i bambini e i ragazzi per dire, cantare,giocare insieme il numero 20, almeno 20 volte, per i Diritti.

E sono ben più di 20 volte 20, e ancora per 20, e per 20 ancora e ancora, i bambini, le bambine, iragazzi, le ragazze, gli uomini e le donne, e quelli che da 20 anni ad oggi hanno più di 20 capellibianchi, che tutti insieme nei prossimi 20 anni si impegneranno per far sì che i diritti, che sono infondo ben più di 20, diventino realtà nelle nostre 20 Regioni e nel nostro - unico - Paese.

Al lavoro!

Arciragazzi e Arci per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza20 novembre 2011

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