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GI futuro GIOVANI IMPRENDITORI CONFINDUSTRIA EMILIA AREA CENTRO Prospettive relative Mostra dell’artista brasiliano Sidival Fila Il lusso dentro una scatola da scarpe Manifattura Berluti IMPACT ASSESSMENT A FARETE 2018 Presentato il primo report delle aziende di Confindustria Emilia CONFINDUSTRIA EMILIA AREA CENTRO: le imprese di Bologna, Ferrara e Modena 41 Supplemento di “Fare” N. 41 settembre 2018 Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 - Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015

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GIfuturo

G I O VA N II M P R E N D I T O R IC O N F I N D U S T R I AE M I L I A A R E A C E N T R O

Prospettive relativeMostra dell’artista brasiliano

Sidival Fila

Il lusso dentro unascatola da scarpe

Manifattura BerlutiIMPACT ASSESSMENTA FARETE 2018

Presentato il primo report delle aziende di Confindustria Emilia

CONFINDUSTRIA EMILIAAREA CENTRO: le imprese di Bologna, Ferrara e Modena

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Marco Arletti

sommario

Si è conclusa l’edizione 2018 “Verità” del Festival Filosofia di Modena, la più importante manifestazione del suo genere a livello nazionale.Confindustria Emilia e il nostro Gruppo Giovani Imprenditori da anni collaborano con entusiasmo e passione al programma del Festival Filosofia.In particolare, negli ultimi anni ci siamo impegnati attivamente in progetti nei quali le riflessioni del festival trovassero punti di affinità con i valori e le esperienze del mondo imprenditoriale che rappresentiamo, esplorando contestualmente luoghi e spazi del territorio modenese più e meno noti.Per questa edizione abbiamo elaborato il progetto “Prospettive Relative”, una mostra del noto artista e frate francescano brasiliano Sidival Fila con la curatela di Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi di Modena, e di Gianfranco Ferlisi.La mostra, che rimane aperta fino al 4 novembre 2018, si snoda in un confronto serrato tra le opere e il fasto barocco del Palazzo Ducale di Sassuolo. L’artista ha saputo realizzare un perfetto dialogo tra installazioni site-specific e opere di forte impatto dimensionale ed estetico.Sidival Fila ha cercato di interpretare il tema della verità con le sue opere, con le sue tecniche, coi vecchi tessuti rivitalizzati, coi mille fili che si intrecciano sulle sue tele. Ciò a cercare inedite tensioni, velando e dis-velando l’essenza della sua arte e del suo pensiero astraente. La messa in scena della materia attraverso la materia stessa è alla base del processo di costruzione dell’opera e della sua particella di verità.Proprio nei materiali utilizzati abbiamo ritrovato il legame con il nostro territorio, in particolare nel vissuto delle nostre terre carpigiane: una lunga storia - ed un vivace presente - di filati e maglierie, che da quegli intrecci sapienti hanno saputo creare un distretto industriale.Il contesto sfarzoso del Palazzo Ducale di Sassuolo ci ha reso poi particolarmente orgogliosi non solo del privilegio che ci è stato offerto ma dell’ennesima opera di formidabile genio e preziosa manifattura di cui i nostri antenati ci hanno lasciato responsabili custodi.

FUTURO - Rivista dei Giovani Imprenditori ConfindustriaEmilia Area CentroSupplemento di “Fare” N. 41 settembre 2018

Direttore Responsabile: Raffaella MazzaliCoordinatori Editoriali: Francesca Villani, Maria Eleonora Missere Redazione: Luca Avagliano, Ivan Franco Bottoni, Vittorio Cavani, Stefano Fratepietro, Mariacarla Maccaferri, Maria Eleonora Missere, Camilla Speranza, Marco Tedeschi

Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla stesura degli articoli.

Editore: FARE S.r.l. - Via San Domenico, 4 - 40124 BolognaDirezione e Redazione: Confindustria Emilia Area Centro - Via San Domenico, 4 - 40124 BolognaPubblicità: FARE S.r.l. - Via San Domenico, 4 - 40124 BolognaPubbli S.r.l. - Corso Vittorio Emanuele, 113 - 41100 Modena - Tel: 059 212194 - [email protected]

Impaginazione: Lorella Luccarini - Confindustria Emilia Area Centro , sede di BolognaStampa: Labanti e Nanni Industrie Grafiche S.r.l. - Via Giuseppe di Vittorio, 3 - 40053 Valsamoggia - Loc. Crespellano (BO)

Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 6858 del 26/11/1998Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.

SOCIALE

San Patrignano. Il Gruppo Giovani Confindustria Emilia-Romagna incontra la comunità

ASSOCIAZIONE

Impact assessmenta Farete 2018

CULTURA

Prospettive relative

ASSOCIAZIONE

Cena estiva dei Giovani Imprenditoritra musica e spettacolo

SOCIALE

2018: un anno ricco di iniziativeper celebrare i 40 anni diFondazione ANT Italia Onlus

VARIE

Un nuovo centro di competenze sulla tecnologia Blockchain

VARIE

Il lusso dentro una scatolada scarpe

ASSOCIAZIONE

San Leo, tra le valli della Romagna

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San Patrignano

Il Gruppo Giovani Confindustria Emilia-Romagna incontra la comunità

socialeMarco Tedeschi

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San Patrignano, un nome che molti conoscono, ma spesso avvolto nel mistero, una comunità che ha fatto parlare di sé e che si è affermata come centro di recupero per dipendenze di vario genere.

Ma come è organizzata? Cosa succede “là dentro”?

Queste sono alcune delle domande che molte persone si pongono e alle quali spesso è difficile dare una risposta se non si vive e si vede coi propri occhi la vita di coloro che hanno deciso, di loro spontanea volontà, di farne parte.

Il 18 luglio i Giovani Imprenditori Confindustria Emilia-Romagna hanno cercato di aprire, con la curiosità e lo spirito di solidarietà che li contraddistingue, il famigerato vaso di Pandora, entrando in un mondo a loro apparentemente estraneo ma in realtà più vicino di quanto possa sembrare. Fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli, San Patrignano è una comunità terapeutica di recupero per tossicodipendenti, ma che tratta in generale anche tutte le dipendenze nel loro insieme: dal gioco, dall’alcool e, ovviamente, dalle droghe.

Capitanati dal presidente regionale Kevin Bravi, i Giovani Imprenditori si sono radunati nel parcheggio antistante la struttura, accedendo poi tutti insieme dall’ingresso principale

dove due ragazze, estremamente professionali, li hanno accolti e accompagnati per iniziare il tour.

Scopriamo subito che ognuno a San Patrignano ha un suo ruolo ben definito, veri e propri lavori con i quali la comunità si

autofinanzia, in quanto completamente gratuita per gli utenti.

Un ragazzo ci scorta nella prima area, il settore dedicato alla grafica e alla stampa. È davvero un piacere ascoltare i racconti degli ospiti della comunità, spesso molto giovani, che non hanno timore di rispondere con estrema sincerità alle nostre domande. Sono entrati senza nulla, se non con una dipendenza che rischiava di portarli alla rovina, o peggio, e ai nostri occhi risultano invece eroi. La battaglia più dura da vincere è infatti proprio quella contro se stessi e le proprie paure: disintossicarsi da una dipendenza diventata ormai parte della propria vita, imparare un lavoro, socializzare e dedicarsi agli altri, in un percorso che spesso arriva a durare persino tre

anni. I racconti di questi ragazzi, uomini e donne, ha il gusto dell’avventura e ricorda la strada di molti Giovani Imprenditori, che dal nulla e con parecchi sacrifici sono riusciti a trasformare la propria vita e quella di coloro che li circondano.

Il tour è poi proseguito lungo un percorso tortuoso all’interno della grande struttura: il reparto tessitura, dove si realizzano

Sono entrati senza

nulla, se non con

una dipendenza

che rischiava di

portarli alla rovina,

o peggio, e ai nostri

occhi risultano

invece eroi.

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sciarpe e altri capi di abbigliamento grazie alla simbiosi di telai e computer, l’area di cucitura e pelletteria, le stalle, la pensione per cani…tutto organizzato in modo impeccabile e gestito dagli utenti stessi del centro, che ci hanno accompagnati raccontandoci senza peli sulla lingua le loro storie, a volte divertenti, più spesso drammatiche. In un momento in cui aziende falliscono e imprenditori arrivano persino a gesti estremi, questi ragazzi, senza soldi e lontani da famiglia e affetti, ci hanno insegnato che anche quando si cade è sempre possibile rialzarsi!

Dopo una breve riunione del Comitato regionale all’interno di una sala appositamente predisposta, un salto allo Spaccio (abile gioco di parole che riprende le iniziali della comunità) è stato d’obbligo. Qui abbiamo potuto acquistare oggetti e prelibatezze realizzati all’interno della comunità: vestiti, peluche, sciarpe e generi alimentari “a chilometro zero”, tra cui specialità come lo zenzero candito, la “salsa piccantissima” e il paté di olive nere, gustosi prodotti davvero originali.

La splendida giornata non poteva chiudersi meglio, con una cena degna dei migliori cuochi stellati. Seduti proprio in mezzo ai nostri “eroi” abbiamo gustato piatti di rara bontà, sempre parlando e discutendo con ragazze, ragazzi, uomini e donne di tutte le età che stanno seguendo il loro percorso verso la libertà.

E sono stati proprio libertà e coraggio a contraddistinguere questo giorno così diverso, la libertà di scegliere cosa fare della propria vita…e il coraggio di cambiarla anche quando sembra impossibile.

D’altra parte, come diceva Albert Einstein: “Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa”. Proprio questo è ciò che ha fatto Vincenzo Muccioli nel 1978, sradicando anche profonde convinzioni e pregiudizi nei confronti delle tossicodipendenze, ed è proprio quello che dovremmo fare tutti noi, guardando al futuro con speranza e con la convinzione che quello che oggi ci sembra impossibile potrà essere domani per noi infinita sorgente di felicità.

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Impact assessmenta Farete 2018

Farete 2018

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associazioneMaria Eleonora Missere

C’è modo e modo di lasciare un’impronta d’impatto: quella profonda e ingombrante sull’ambientale, oppure quella cadenzata ma ben presente delle imprese che firmano un territorio con il loro Dna. Questo è ciò che è emerso da due giorni di fiera frenetici e pieni di appuntamenti, dai workshop sulle più svariate tematiche agli incontri organizzati nell’area espositiva, che ha ospitato 1.500 stand, in crescita rispetto ai 900 dell’anno scorso.

Insomma, un evento che, come ogni anno, è stato imperdibile!

Dati alla mano, dal report di impatto sociale elaborato da Bdo Italia e presentato il pomeriggio conclusivo della due giorni delle imprese di Confindustria Emilia nel corso di un convegno organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori, emerge che le aziende associate contano ad oggi un fatturato complessivo da 50 miliardi di euro. I numeri raccontano di 3.142 imprese associate, divisibili in 20 filiere che spaziano dall’agroalimentare al turismo, di cui l’89% ha un fatturato che supera i 100mila euro; dato interessante quanto aspettato nel contesto emiliano-romagnolo.

A questo scopo, la stesura del report mira a fornire una comunicazione più completa sul valore che le imprese generano, non solo nella sua quantificazione ma anche nel modo in cui questo viene generato.

L’identificazione dell’impatto sociale è ottenuta dividendo input, output e outcome: il primo analizza le varie risorse impiegate (costi sostenuti ed investimenti effettuati), il secondo elenca prodotti e servizi misurabili risultanti dall’attività (i risultati concreti di un’attività), mentre l’outcome riporta i cambiamenti in seguito ad ogni attività (benefici ottenuti/effetti negativi verificatisi in seguito agli output).

Si traggono vari dati interessanti: il 76% delle aziende associate dichiara di contribuire allo sviluppo del territorio attraverso occupazione e una media di 19mila euro di investimenti nello sviluppo della comunità. Non è di minor rilevanza, poi,

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il capitolo della sostenibilità: più del 79% dichiara di aver investito su efficienza energetica e innovazione. Quanto al tema della responsabilità sociale, invece, il welfare aziendale è attivato nelle aziende con una spesa in media di 400 euro pro-capite.

Sul palco durante il convegno dei Giovani Imprenditori era presente anche Palma Costi, assessore alle attività produttive dell’Emilia-Romagna, che ci ha indicato come la regione si sia impegnata nelle politiche per il lavoro: le imprese sono il valore sociale fondamentale e la profusione volta alla buona

occupazione è una responsabilità sociale inconsapevole che abbiamo sulle spalle, insieme all’abbattimento dei costi.

Nel corso dell’evento si è parlato anche della “fuga dei talenti” e di come riportarli qui; grande domanda che si è posto anche il direttore del QN-il Resto del Carlino, Paolo Giacomin, che ha affermato che siamo stati la culla del Rinascimento, fatto da un Paese unito, sede di un capitale umano che ancora oggi il mondo ci invidia e che dobbiamo tenerci stretto.

A supporto di questa tesi abbiamo ascoltato storie di successo

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la Pagani non vuole fare qualcosa di meglio ma qualcosa di unico, guardandosi attorno per fare ancora meglio.

A conclusione dei lavori il presidente di Confindustria Emilia Alberto Vacchi ha sottolineato come Farete sia stato tesoro di spunti importanti da trasferire alle istituzioni: l’economia non sta calando, viviamo molto di export ma serve un approccio diverso, bisogna puntare su politiche che tengano alta la credibilità del nostro Paese in Europa.

come quella di Simone Colombarini, AD Vetroresina, che ci ha insegnato che lo spirito dell’imprenditore è anche quello di integrarsi con il territorio per generare risorse fruibili, dando qualcosa al territorio che ospita, come ha fatto lui restituendo l’accoglienza ferrarese portando la Spal dai dilettanti fino alla serie A.

A seguire Horacio Pagani, chief designer Pagani Automobili, ci ha insegnato che l’ascolto e il rispetto del territorio vengono prima di tutto: già 50 anni fa l’eco delle macchine da corsa che si costruivano in Emilia arrivava fino in Argentina, così

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Festival Filosofia e Giovani Imprenditori

Prospettive relativeMostra dell’artista brasiliano Sidival Fila

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culturaVittorio Cavani

In occasione del Festival Filosofia, appena concluso, il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro si è fatto promotore della mostra “Prospettive Relative” dell’artista brasiliano Sidival Fila.

Si è così rinnovata una tradizione nata nel 2012, anno in cui venne realizzata un’imponente installazione con le macerie delle aziende colpite dal terremoto, posta simbolicamente in Largo Sant’Agostino a Modena come porta ideale di congiunzione tra la città e il territorio drammaticamente colpito dal sisma.

Le imprese, gli imprenditori e la manifattura in genere hanno rappresentato da allora il filo conduttore delle diverse e assai eterogenee iniziative organizzate di anno in anno grazie all’immancabile supporto del Festival, una delle più importanti manifestazioni culturali italiane, in grado di attirare oltre 200.000 visitatori nelle tre sedi di Modena, Carpi e Sassuolo.

Un vero e proprio percorso di formazione - un Bildungsreise, per rimanere in metafora - intrapreso dal Gruppo Giovani Imprenditori, che sottintende la volontà di affermarsi come un soggetto proattivo di produzione culturale di alta qualità nel panorama locale e non solo.

Palese dimostrazione di questa intenzione è la collaborazione instauratasi in questa edizione con le Gallerie Estensi, uno dei venti musei autonomi designati dalla recente riforma ministeriale, nonché una delle eccellenze culturali del nostro territorio, che ha sostenuto sin da subito con entusiasmo il progetto della mostra.

Valida dimostrazione è anche la partnership con Sidival Fila, frate francescano e artista, protagonista di numerose mostre e progetti espositivi in varie parti del mondo, tra cui Parigi, Colonia, Bogotà, Madrid, Lille, Milano e naturalmente Roma, città dove vive e lavora, presso il Convento dei frati francescani di San Bonaventura al Palatino.

Tra i suoi progetti ricordiamo il recente allestimento artistico a Palazzo delle Scintille, a Milano, per la presentazione della collezione Moncler di Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, all’interno del progetto Moncler Genius Collection Fall 2018-2019, e la mostra personale presso la Galleria San Fedele di Milano, dove ha realizzato un’installazione all’interno della cripta della Chiesa di San Fedele, in dialogo con grandi maestri dell’arte italiana come Lucio Fontana e Jannis Kounellis.

I materiali umili, gli oggetti di scarto, i tessuti liberi e introflessi sono i protagonisti della sua costante ricerca, ovvero il contatto con la materia, a cui l’artista mira a restituire la voce e di cui intende raccontare la storia e far percepire la vibrazione.

Così è stato per “Prospettive Relative”, allestita nelle splendide

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sale di Palazzo Ducale, in un continuo rapporto dialettico e interattivo fra gli affreschi storici e le installazioni site-specific, declinando il tema della Verità, attorno al quale era imperniato il Festival Filosofia 2018.

Per usare le parole dei curatori, Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi, e Gianfranco Ferlisi: “Sidival Fila ha cercato dunque di mettere in dialogo le sale seicentesche, la loro sovrabbondanza di pitture e decorazioni, con le sue opere, con le sue tecniche, con i mille fili che si intrecciano sui suoi tessuti, cercando inedite tensioni, velando e svelando l’essenza della sua arte. Imperniata su ciò che è e ciò che appare, l’operazione di Sidival si propone come un perfetto poetico correlativo oggettivo di materiali della realtà in grado di tramutarsi in una concretizzazione della sensibilità dell’autore. Nella tangibilità della sua tessitura, nell’azione ininterrotta dell’ago che fora e ricuce, nel suo procedere con i mille fili possibili, l’artista mette a fuoco opere che diventano snodo e rimando di senso”.

All’inaugurazione dello scorso 15 settembre sono intervenuti, oltre ai curatori, Marco Arletti, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro, Riccardo di Stefano, vicepresidente nazionale Giovani Imprenditori di Confindustria, Kevin Bravi, presidente Giovani Imprenditori Confindustria Emilia-Romagna, Giulia Pigoni, assessore alla Cultura del Comune di Sassuolo e Armando Torno, fondatore

del supplemento culturale “Domenica” de “Il Sole 24 ore”.

La mostra rimarrà aperta sino al prossimo 4 novembre.

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13Le foto di queste pagine sono di: Sebastiano Luciano e Roberto Vacirca

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Saluti prima dell’estate

Cena estiva dei Giovani Imprenditoritra musica e spettacolo

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associazioneIvan Franco Bottoni

Lo scorso 26 giugno il Gruppo Giovani di Confindustria Emilia ha organizzato la sua tradizionale cena estiva, la seconda a riunire i Gruppi di Bologna, Ferrara e Modena, una serata conviviale per salutarsi prima della pausa estiva.

La location scelta per questo evento è stata il Golf e Country Club di Modena, un luogo affascinante e curato che ben si è prestato per la cena e l’intrattenimento successivo.

La serata ha avuto un gradevole inizio a bordo piscina, con un abbondante aperitivo allietato dalla presenza del Selfy box,

che assieme a piccoli gadget ha permesso ai giovani di farsi foto simpatiche e stravaganti con una stampa immediata per lasciare a tutti un bel ricordo tangibile della serata.

La cena seduta è stata intervallata da piacevoli momenti musicali dal vivo, con la particolarità di avere la band che suonava da un punto sopraelevato che dominava la sala.

Il menù tipicamente modenese, dal goloso gnocco fritto fino al più pregiato filetto all’aceto balsamico, è stato accompagnato da ottimi vini, uno su tutti il Lambrusco di Sorbara che essendo

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un vino rosé (n.d.r il lambrusco è più comunemente conosciuto nella sua variante dallo scuro colore rosso molto intenso) ha provocato un piacevole stupore e ha permesso ai profani di conoscere una eccellenza del territorio molto peculiare.

La sala e ogni singolo tavolo hanno avuto la possibilità di chiacchierare amabilmente per tutta la serata fino al momento a sorpresa: una performance di aerial dance di grande impatto visivo e fisico che ha proposto esercizi complessi e molto intensi da parte del ballerino e più armonici e leggiadri da parte della ballerina, il tutto accompagnato da armonie emozionanti e quasi mistiche in uno spettacolo molto suggestivo.

È stata una serata serena e leggera, come è consuetudine per le feste estive, una serata che ci ha permesso di alleggerire le pressioni di mesi di lavoro serrato.

Un grazie agli sponsor intervenuti per la serata, che hanno permesso di realizzare l’evento in una cornice molto particolare.

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2018: un anno ricco di iniziative per celebrare i 40 anni di Fondazione ANT Italia Onlus

ANT Insieme

Nel 1978, mentre veniva riformato il sistema sanitario nazionale, molto più silenziosamente nasceva ANT. Attorno al professor Franco Pannuti, visionario di una sanità a misura d’uomo, dove anche gli Ultimi, i Malati, potessero avere una dignità e non fossero lasciati soli, si sono ritrovati allora i primi 12 volontari. Mai avrebbero immaginato dove ANT sarebbe effettivamente arrivata.

Così, in occasione del quarantesimo anniversario, Raffaella Pannuti ricorda i primi passi di Fondazione ANT, oggi la più ampia realtà non profit italiana per le attività gratuite di assistenza specialistica ai malati di tumore e di prevenzione oncologica.

Per celebrare la sua storia, che da sempre abbina nuove

tecnologie e umanizzazione delle cure, nel 2018 ANT ha scelto di guardare al futuro con Sprint4Ideas, un bando per progetti innovativi reso possibile grazie ai fondi messi a disposizione da Emil Banca, Igea Medical e Vivisol. La call, rivolta a makers, startup e piccole e medie imprese, si è posta come obiettivo il miglioramento della qualità della vita dei pazienti ANT attraverso nuovi beni o servizi da inserire nel proprio modello assistenziale. Il contributo da 50.000 euro sarà consegnato in ottobre al progetto ritenuto più meritevole.

Dal punto di vista degli eventi (realizzati grazie al prezioso sostegno di Centergross e di tante altre realtà), il 40° ANT si è aperto con la mostra Medici senza camice inaugurata nella Piazza Coperta di Sala Borsa a Bologna il 27 febbraio scorso e poi esposta a Firenze, in Galleria Alberto Sordi

Le foto di queste pagine sono di: Max Cavallari

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Mariacarla Maccaferrisociale

a Roma, a Prato e in altre città dove ANT è storicamente presente. Immagini firmate da Max Cavallari, Margherita Cecchini, Carlo Furgeri Gilbert, Carlo Guttadauro, e Riccardo Marchesini – corredate dalle testimonianze dei protagonisti – hanno accompagnato il pubblico alla scoperta del lavoro quotidiano delle équipe medico-sanitarie ANT.

Il 15 maggio, data esatta della nascita di ANT, il Teatro Comunale di Bologna ha ospitato l’esecuzione dei Carmina Burana di Carl Orff, una serata che ha visto una calorosa partecipazione da parte di tanti bolognesi. Pochi giorni più tardi, il 24 maggio, la splendida terrazza del Teatro è stata lo scenario della serata benefica che KONG, il format di riferimento delle serate bolognesi, ha voluto dedicare ad ANT (con il sostegno di Fabbri 1905, Fastweb, Tecnostudi e il Comitato per i 40 anni ANT) mentre il 26 e 27 maggio i Giardini Margherita hanno ospitato il Festival del Gelato per ANT e ancora il 6 giugno Villa Prugnolo, a San Giovanni in Persiceto, ha accolto la cena di gala ANT con ospite lo chef stellato Antonino Cannavacciuolo.

Ma uno dei momenti più significativi di questo 40° anniversario è stato “ANT Insieme”, che il 16 giugno ha portato negli spazi

di FICO Eataly World, a Bologna, oltre 500 volontari ANT da tutt’Italia. Nel corso della giornata si è tenuto il convegno “Dalla parte del paziente: non solo cura”, per poi concludere con un momento di incontro e festa interamente dedicato al motore di ANT, quei tanti volontari che con impegno e dedizione nella raccolta fondi permettono alla Fondazione di sostenere il lavoro delle équipe sanitarie.

Chiusa l’estate con la UniSalute RUN TUNE UP, mezza maratona di Bologna che ha dedicato l’edizione 2018 al progetto Bimbi in ANT per i piccoli pazienti oncologici, anche l’autunno si preannuncia ricco di appuntamenti per sostenere, anche in modo piacevole e leggero ma senza dimenticare i contenuti, le attività della Fondazione. L‘impegno dei singoli cittadini e delle imprese per contribuire a migliorare la qualità della vita del prossimo e delle comunità in cui operano sarà al centro di diversi appuntamenti autunnali: due convegni per professionisti e addetti ai lavori sul tema del testamento solidale, rispettivamente il 2 ottobre in sede ANT e il 7 dicembre in Aula Magna Santa Lucia, e il Premio Eubiosia ANT,

riconoscimento dedicato alle imprese particolarmente attive nel campo della responsabilità sociale e dell’innovazione, in programma a Bologna il 20 novembre. Ancora tanti gli eventi da non perdere lungo la via Emilia, dal recital Cantango che vedrà protagonista, sabato 22 settembre al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, il tenore Fabio Armiliato, all’attesa serata Eubiochef che raccoglie a Bologna il meglio dell’alta cucina del territorio, fino a “Il gelato te lo faccio io”, giornata offerta dalla gelateria gourmet Galliera 49, che come da tradizione chiude la stagione, il 4 novembre, con un evento benefico ricco di ospiti.

ANT ringrazia di cuore tutte le aziende, i cittadini e i tanti volontari che rendono possibile ogni giorno il realizzarsi delle attività solidali.

La più ampia realtà non profit italiana per le attività gratuite di assistenza specialistica ai malati di tumore e di prevenzione oncologica.

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Nasce Accademia Decentra

Un nuovo centro di competenze sulla tecnologia Blockchain

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È una tecnologia rivoluzionaria, non c’è che dire, e apre nuove prospettive in grado di cambiare i paradigmi di ogni business. Dalla tracciatura dei diritti d’autore ai brevetti, dalle mille potenzialità dell’Internet of Things alla Supply Chain, per cui dal produttore al consumatore l’intero flusso sarebbe tracciabile ed evidente a tutti, nell’interesse di tutti.

Stiamo parlando ovviamente di Blockchain. Una tecnologia che è diventata oggetto di interesse, discussioni e confronti su più tavoli. Ne parlano tutti: giornalisti, analisti, istituzioni, mondo accademico e imprenditori. Le novità di questa tecnologia e le metodologie introdotte portano anche una serie di nuovi interrogativi sul fronte delle regolamentazioni e delle norme legali. Proprio per questo in alcuni Paesi le istituzioni hanno dato vita a delle task force e anche la Commissione Europea ha affrontato il tema per identificare norme, criteri e metodologie per la realizzazione dei progetti.

L’interesse e il fermento stanno crescendo a livello internazionale perché i vantaggi che si possono ottenere adottando queste tecnologie paiono evidenti: riduzione dei costi e dei tempi delle operazioni, nell’interesse delle imprese e dei cittadini; possibilità di monitorare in ogni momento lo stato delle pratiche; trasparenza e gestione alla luce del sole.

Potrebbero esserci infinite applicazioni per il mondo dell’industria, ma anche per la pubblica amministrazione e per la sanità. Basti pensare alla marea di certificati - dalle carte di identità al catasto, fino al registro automobilistico - o alle cartelle cliniche elettroniche, che potrebbero inizialmente fare riferimento a un polo clinico per poi estendersi a livello nazionale o addirittura internazionale. Ma pensiamo anche alla valorizzazione di tutto il nostro settore agroalimentare o al

Stefano Fratepietrovarie

mondo del Fashion. Il made in Italy potrebbe avere un chiaro biglietto da visita che attesterebbe la qualità e la tracciabilità dei suoi prodotti e si potrebbe finalmente combattere con gli strumenti adeguati il fenomeno delle contraffazioni.

Per questo è nata l’Accademia Decentra, una nuova organizzazione che vuole essere vicino e al servizio delle imprese italiane con l’obiettivo di accelerare il processo di innovazione del nostro Paese grazie all’utilizzo di queste nuove tecnologie. Accademia Decentra è nata in seguito all’incontro di diversi imprenditori e manager che hanno condiviso l’esigenza di reperire programmatori e sviluppatori con competenze sulla Blockchain, con l’obiettivo di poter passare velocemente dalla teoria ai fatti.

L’Accademia sta organizzando incontri e workshop in più sedi - l’ultima partecipazione è stata a Farete 2018 - e ha in programma una serie di corsi che stanno coinvolgendo e coinvolgeranno sviluppatori e programmatori sulle nuove logiche e metodologie necessarie.

Se infatti i punti fermi e le certezze dell’impiego di questa tecnologia sono la provenienza, l’immutabilità, il consenso e le finalità, gli interrogativi e i percorsi possibili sono molteplici. Chi dovrebbe regolamentare l’inserimento, l’utilizzo e la gestione di queste documentazioni? E che tipo di soluzioni adottare? Le novità di queste tecnologie dei registri distribuiti (Distributed Ledger) e le metodologie necessarie richiedono nuovi approcci e nuove visioni e Accademia Decentra è impegnata proprio su questo fronte, proponendosi come punto di riferimento nel mercato italiano, offrendo le proprie competenze e i propri servizi per affiancare il mondo delle istituzioni e delle imprese nel loro percorso di innovazione.

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Il lusso dentro una scatolada scarpe

Manifattura Berluti

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Grazie a una bellissima iniziativa del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia, lo scorso 20 giugno abbiamo avuto l’opportunità di trascorrere una giornata molto interessante in visita al nuovo stabilimento dell’azienda Manifatture Berluti del Gruppo LVMH, a Gaibanella di Ferrara.

La prima particolarità dell’impresa è la struttura architettonica dell’edificio produttivo, a forma di scatola da scarpe per sottolineare l’oggetto principale di produzione: scarpe di altissima qualità.

Il gruppo di Giovani Imprenditori è stato accolto dal direttore delle risorse umane, Nicola Lamacchia, e dall’amministratore delegato Jean Baptiste Barthes, che hanno illustrato la storia, il presente e i piani futuri dell’azienda.

Manifatture Berluti opera in un mercato di nicchia producendo scarpe di lusso e altri accessori come borse e valigie, tramite la lavorazione di diversi pellami. Nel mondo ci sono solamente 50 negozi monomarca che vendono prodotti Berluti, da Londra a Miami, da New York a Tokyo, e in Italia è presente un solo negozio a Milano.

Dopo la presentazione dell’azienda la direttrice di produzione ci ha mostrato la supply chain che porta alla creazione delle scarpe Berluti, a partire dalla ricerca delle materie prime e dei pellami fino a mostrare il prodotto finito.

Si utilizzano due tipi di pellame: il cuoio e l’alligatore, materiale più pregiato, a seconda della tipologia di scarpa. Anche per quanto riguarda gli accessori viene utilizzato il cuoio, con la particolarità che questo è più morbido rispetto quello usato per le scarpe.

Inoltre, ci è stato mostrato come Manifatture Berluti produca scarpe e accessori sia a livelli industrializzati, nonostante il numero di pezzi per lotto rimanga di soli 12 pezzi, per preservare il know-how e la qualità del prodotto stesso, sia su misura, in base alle esigenze del cliente.

La customizzazione è alla base del prodotto Berluti: proprio per questo motivo i modelli delle scarpe vengono dipinti a mano da personale qualificato (veri e propri artisti) e i disegni sono svariati e su richiesta del cliente.

Ogni scarpa risulta quindi unica.

La splendida visita si è poi conclusa con un brindisi nella splendida e moderna sala riunioni, caratterizzata dalla sua illuminazione ad acqua.

varieCamilla Speranza

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Nel cuore della Romagna, a due passi da Rimini, sorge il Borgo di San Leo.

Ed è stata proprio la splendida Fortezza di San Leo a prestarsi come location per ospitare la tradizionale cena estiva dei gruppi Giovani Imprenditori Confindustria Forlì-Cesena e Confindustria Romagna, in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna.

Ci sono borghi che basta uno sguardo per innamorarsi, per farti tornare indietro nel tempo e per farti assalire da quella voglia di storie, leggende, curiosità. E sicuramente il Borgo di San Leo rientra tra questi.

“La più bella città d’Italia “, così Umberto Eco definiva il borgo di San Leo in Emilia Romagna. Due chiese, una piazza, una fortezza e uno sperone roccioso a 600 metri sul livello del mare, rendono questo borgo in provincia di Rimini un luogo fuori dal tempo. A vederlo oggi così tranquillo, non si crede che San Leo sia stata nei secoli niente più che una straordinaria fortezza militare e una macchina da guerra puntata contro chiunque avesse pretese di conquista sul Montefeltro e la valle del Marecchia. Ma lo si capisce subito quando ci si arrampica verso la cima, tra le dolci colline del Montefeltro. Quando la strada si fa ripida e comprare la sagoma del paese, sembra quasi una nave persa nella nebbia del mare, una visione che nei secoli ha affascinato Dante, attirato San Francesco, terrorizzato Cagliostro.

Il borgo in Romagna che conta meno di 3.000 abitanti, è situato su uno sperone di roccia dal quale si domina tutta la Valmarecchia, e si riconoscono distintamente i contorni di San Marino e della costa adriatica, la rocca di San Leo ha origini ancora incerte.

Dominio conteso tra i Malatesta e i Montefeltro fino alla metà dei ‘400, fu proprio il più noto di quest’ultima famiglia, Federico da Montefeltro, a riedificare la fortezza per renderla una roccaforte ancora più inespugnabile. Passò poi ai Borgia, di nuovo ai Montefeltro e poi ai Della Rovere, fino alla definitiva devoluzione allo Stato Pontificio nel 1631.

La bellezza architettonica del forte, che sembra nascere direttamente dallo sperone di roccia che lo culla, è superata solo dall’interesse per quello che fu il suo “ospite” più enigmatico: il Conte di Cagliostro.

Dopo il passaggio alla Chiesa, il forte fu utilizzato come prigione dell’inquisizione, per tutti gli eretici e miscredenti che qui trovavano la loro punizione.

Ed infatti, ad oggi, il forte ospita un museo degli strumenti di tortura: la garrota, la panca dello stiramento, la sedie delle confessioni.

Giuseppe Balsamo, meglio noto come Cagliostro, trovò proprio qui la sua morte, dopo quattro anni di reclusione in una cella appositamente costruita per lui, la “cagliostrina” o “cella del

Gruppi Giovani Imprenditori Confindustria Forlì-Cesena e Confindustria Romagna

San Leo, tra le valli della Romagna

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Luca Avaglianoassociazione

pozzetto”: una botola con una sola apertura sul soffitto, di 2 metri quadrati, con un unico punto d’aria rappresentato da una finestra. Ma almeno aveva un gran bel panorama.

Sfuggito alla prigionia della Bastiglia e poi rinchiuso a Castel Sant’Angelo, trascorse gli ultimi 4 anni e 5 giorni della sua vita praticamente murato vivo.

C’è persino chi giura di avvertire ancora il suo fantasma aggirarsi per le stanze del castello...

Tanti imprenditori e autorità, ma anche tanti amici e collaboratori, questi i partecipanti al gala estivo che ha avuto inizio con l’incontro nella terrazza principale della fortezza.

Coccolata tra sfumature delicate di colore verde e da un cielo spennellato di colori di mezz’estate è stata una serata da favola durante la quale ospite d onore è stato il desiderio di tutti di “spendere il proprio tempo” (lasciatemi passare l espressione!) a favore della condivisione, dell’ incontro con altri che fondamentalmente credono nell’impresa e nella cultura dell’impresa, credono nell’Italia, CREDONO IN LORO STESSI e hanno sempre più voglia di mettersi in gioco e “investirsi” in un turbinio di crescita e cambiamento a sostegno dell’imprenditorialità che è il motore trainante del futuro delle nazioni e della nostra bella Italia.

A seguire calice di vino di benvenuto per ospiti e invitati e visita guidata in fortezza: una sbirciatina nel passato. Poi una deliziosa cena con prodotti tipici e una piacevole musica di sottofondo che ha allietato la serata.

Un momento sicuramente di festa, ma anche di incontro e dialogo, fuori da sedi e ruoli ufficiali, in grado di coinvolgere numeri importanti: oltre 170 i partecipanti alla serata tra cui, tra gli altri, il Sindaco di San Leo Mauro Guerra e il Vicesindaco Leonardo Bindi, il Vice Sindaco di Forlì Lubiano Montaguti, l’Assessore Francesca Gardini, gli Onorevoli Jacopo Morrone e Valentina Ancarani e il Direttore del CNOS FAP di Forlì Rosario Sergio Barberio.

Altissima l’affluenza anche dal Sistema Confindustriale, tra gli ospiti Presidente Delegato alla Rappresentanza di Confindustria Forlì-Cesena Floriano Botta e Direttore di Confindustria Romagna Marco Chimenti, le Vice Presidenti dei Giovani di Confindustria Licia Angeli e Laura Botta, il Presidente dei Giovani di Confindustria Emilia-Romagna Kevin Bravi, il Presidente di Confindustria Romagna Alberto di Perna, il Presidente di Confindustria Giovani Ancona Marco del Moro e tantissimi imprenditori da tutta la regione.

“Noi Giovani di Confindustria – ha affermato Elena Babini, Presidente del gruppo – siamo un

gruppo affiatato e determinato, ed è indubbio che abbiamo fatto la nostra parte per condurre Confindustria in acque più tranquille dopo mesi di note tempeste. Ora sembra che il momento complicato ce lo stiamo finalmente lasciando alle spalle e auspico che l’associazione torni a fare ciò per cui è nata: essere di supporto alle imprese”.

La serata è stata organizzata insieme al Gruppo Giovani di Confindustria Romagna, con la partecipazione del Gruppo Giovani Emilia-Romagna e la collaborazione con Romagna Servizi Industriali. Un ringraziamento va sicuramente alla partnership di Banca Mediolanum, Assiteca BSA S.r.l., Adiura - Assistenza Sanitaria Integrata e Vernocchi. Zero S.r.l. di Rimini.

Il tempo, che si sa, oggi e sempre più una ricchezza inestimabile e sembra sfuggirci di mano, se utilizzato bene ha la capacità di lasciare sempre una traccia di ciò che è stato. Traccia che sarà la base di ciò che potrà venire. E sono proprio gli eventi come questa serata che danno la possibilità di arricchirsi, di arricchire e rafforzare la sensibilità verso la cultura d’impresa e di imprenditorialità vivace e positiva come prospettiva di oggi e futura.

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futuro redazioneFrancesca VillaniCoordinatore EditorialeMarta [email protected]

Luca AvaglianoMargotta [email protected]

Ivan Franco BottoniSuono e Immagine [email protected]

Vittorio CavaniSmartFactory [email protected]

Marco TedeschiLionspeech [email protected]

Camilla SperanzaAccenture [email protected]

Stefano FratepietroTesla Consulting [email protected]

Mariacarla MaccaferriS.E.C.I. [email protected]

Maria Eleonora MissereCoordinatore EditorialePoliambulatorio Giardini [email protected]

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