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ITALIANISTICA Rivista di letteratura italiana ANNO XXXVII · N. 3 SETTEMBRE/DICEMBRE 2008 PISA · ROMA FABRIZIO SERRA · EDITORE MMIX issn 0391-3368 issn elettronico 1724-1677 isbn 978-88-6227-148-6 LUDOVICO ARIOSTO: NUOVE PROSPETTIVE E RICERCHE IN CORSO A cura di Lina Bolzoni, Maria Cristina Cabani, Alberto Casadei estratto

Ariosto Trattati Amore

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Ariosto Trattati Amore

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ITALIANISTICARivistadi letteratura italianaANNOXXXVIIN.3SETTEMBRE/DICEMBRE 2008PI SA ROMAFABRI ZI OSERRA EDI TOREMMI X issn 0391-3368issn elettronico 1724-1677isbn 978-88-6227-148-6LUDOVI COARI OSTO: NUOVEPROSPETTI VEERI CERCHEI NCORSO A cura di Lina Bolzoni, Maria Cristina Cabani, Alberto CasadeiestrattoITALIANISTICARivistadi letteratura italiana Periodico quadrimestrale diretto daDavide De Camilli, Bruno Porcelli * Comitato di consulenza:Johannes Bartuschat, Lucia Battaglia Ricci, Lina Bolzoni,Maria Cristina Cabani, Alberto Casadei, Marcello Ciccuto, Guglielmo Gorni, Franois Livi, Martin McLaughlin, Cristina Montagnani, Emilio Pasquini, Lino Pertile, Michelangelo Picone, Gianvito Resta, Luigi Surdich* Redazione:Ida Campeggiani, Maiko Favaro, Eugenio Refini * Inviare i dattiloscritti e i volumi per recensione, omaggio o cambio aItalianistica, presso Dipartimento di Studi Italianistici, Facolt di Lingue,Via dei Mille 15, i 56126 Pisa, tel. e fax **39 050 553088* Italianistica is a Peer-Reviewed Journal*Vorrei ringraziare i prof. Lina Bolzoni, Maria Cristina Cabani, Piero Floriani, i cui preziosi consigli mi sono stati utili nella stesura di questo intervento. La presente ricerca nata a margine di un mio pi ampio studio sulla trattatistica amorosa rinascimentale, i cui risultati si potranno leggere prossimamente in un mio volume sulla pre-senza e sui modi di utilizzo della lirica nei trattati damore scritti fra la fne del Quattrocento e il primo Seicento. 1Fra gli studi di carattere pi generale sulla trattatistica amorosa del Cinquecento, ricordo : P. Lorenzetti, La bellezza e lamore nei trattati del Cinquecento, Pisa, Nistri, 1920, [molto datato, ma utile soprattutto per la bibliografa di trattati sullamore e sulla bellezza alla conclusione del volume] ; B. Croce, Trattati damore del Cinquecento, in Idem, Poeti e scrittori del pieno e tardo Rinascimento, i, Bari, Laterza, 1945, pp. 187-197 ; E. Garin, Platonismo e flosofa dellamore, in Idem, Lumanesimo italiano. Filosofa e vita civile nel Rinascimento, Bari, Laterza, 1952, pp. 133-155 ; J. C. Nelson,RenaissanceTheoryof Love,NewYork,ColumbiaUniversityPress,1958 ;E.Bonora,Ilclassicismodal BemboalGuarini,inStoriadellaletteraturaitaliana,iv,IlCinquecento,acuradiE.CecchieN.Sapegno,Milano, Garzanti,1966,inpart.pp.248-254(Itrattatisullamoreelabellezza) ;E.Garin,Storiadellaflosofaitaliana,ii, Torino, Einaudi, 1966, pp. 581-615 ; A.DiBenedetto, Introduzione a Della Casa e altri trattatisti cinquecenteschi del comportamento, a cura di A. Di Benedetto, Torino, utet, 1970, in part. pp. 22-32 ; M. Pozzi, Introduzione a Trattati damore del Cinquecento, reprint a cura di M. Pozzi, Roma-Bari, Laterza, 1975, pp. v-xl [studio fondamentale, ri-pubblicato dallautore in versione ampliata con il titolo Aspetti della trattatistica amorosa, in Idem, Lingua, cultura, societ. Sagi sulla letteratura italiana del Cinquecento, Alessandria, Edizioni dellOrso, 1989, pp. 57-100] ; S. Prandi, Il cortegiano ferrarese. I Discorsi di Annibale Romei e la cultura nobiliare del Cinquecento, Firenze, Olschki, 1990, in part. pp. 87-144 e 211-218 [assai utile anche per la bibliografa di trattati amorosi, che integra in pi punti quella di Loren-zetti : questo volume, al di l dello specifco caso del trattato di Annibale Romei, importante per la trattatistica amorosa cinquecentesca in generale, ma stranamente non molto citato al riguardo] ; R.Rinaldi, Umanesimo e Rinascimento, in Storia della civilt letteraria italiana, ii, 2, diretta da G. Brberi Squarotti, Torino, utet, 1993, in part. pp. 1717-1732 ; A.Quondam, Sullorlo della bella fontana. Tipologie del discorso erotico nel primo Cinquecento, in Tiziano. Amor Sacro e Amor Profano, Milano, Electa, 1995, pp. 65-81 ; G.Masi, La lirica e i trattati damore, in Storia della letteratura italiana, iv, Il primo Cinquecento, ii, Verso il Manierismo, Milano, Il Sole 24 Ore (rist. delled. Salerno Editrice), 2005, pp. 595-679 [utile anche per ulteriori, pi specifci rimandi alla bibliografa secondaria] ; M. Pozzi, I modelli e le regole, in Storia letteraria dItalia, nuova ed. a cura di A. Balduino, Il Cinquecento, ii, La normativa e il suo contrario (1533-1573). Le nuove regole e lestensione dellanalogia, a cura di G. da Pozzo, Padova, Piccin-Vallardi, 2007, in part. pp. 845-851, 898-899. ARI OSTONELLATRATTATI STI CAAMOROSA DELCI NQUECENTOEDELPRI MOSEI CENTO*Maiko FavaroCome noto, la trattatistica sullamore e sulla bellezza uno dei generi pi forenti e praticati nel Cinquecento. Fatto che non stupisce, considerando la moda neoplato-nica inaugurata da Ficino e la popolarit della discussione sullamore nei salotti e nelle cortidellepoca :nelRinascimento,lelegantedibattitosullequestionidamoreun fenomeno di costume alla stessa stregua del petrarchismo. 1 A me parso interessante indagare come, in questa miriade di trattati, venga letta e riutilizzata lopera ariostesca ; quali siano i temi della scienza damore per cui Ariosto diviene unautorit importan-te ; vedere come i trattatisti immobilizzino il libero fusso narrativo dellOrlando furioso e quello lirico delle Rime ariostesche per astrarne utili sentenze ed efcaci exempla, con lo scopo di pervenire a considerazioni di carattere generale sui vari aspetti dellamore. Leosservazionicheseguonovorrebberopresentaregliaspettichemisonosembrati pi notevoli a tal riguardo, tenendo conto che la produzione trattatistica da me presa in esame cronologicamente compresa tra la pubblicazione del primo Furioso e gli inizi del Seicento.I trattatisti damore citano spesso auctoritates poetiche nelle loro opere. Nella mag-giorpartedeicasi,per,Petrarcaamonopolizzarelaloroattenzione,mentregli italianistica xxxvii 3 2008 134Maiko Favaro1Sul tema della gelosia nella letteratura cinquecentesca, cfr. P. Cherchi, A Dossier for the Study ofJealousy, in ErosandAnteros :themedicaltraditionsof loveintheRenaissance,acuradiD.A. Beecher,M.Ciavolella,Ottawa, Dovehouse, 1992, pp. 123-134 ; S. Prandi, Ne le tenebre ancor vivr beato : variazioni tassiane sul tema della gelosia, in Mappe e letture. Studi in onore di Ezio Raimondi, a cura di A. Battistini, Bologna, il Mulino, 1994, pp. 67-83.2Cfr. G. Sangirardi, Ludovico Ariosto, Firenze, Le Monnier universit, 2006, in part. pp. 141 sgg.3In pi luoghi della sua lezione Sulla gelosia (la si pu leggere in B. Varchi, Opere, ii, Trieste, dalla sezione letterario-artistica del Lloyd austriaco, 1859, pp. 568-582). Per una presentazione della vita e delle opere di Varchi, il rimando va allinvecchiato ma ancora fondamentale U.Pirotti, Benedetto Varchi e la cultura del suo tempo, Fi-renze, Olschki, 1971. Ricordo che la lezione varchiana sulla gelosia risale al 1541 e fu tenuta presso lAccademia degli Infammati di Padova, allepoca del soggiorno di Varchi in tale citt. Sulla presenza di Varchi allAccademia degli Infammati, cfr. A. Andreoni, Benedetto Varchi allAccademia degli Infammati. Frammenti inediti e appunti sui manoscritti, StudiRinascimentali ,3,2005,pp.29-44.RiguardoallalezioneSullagelosia,cfr.P.Cherchi,Due lezioni di B. Varchi ispirate da J. L. Vives, Lettere italiane , xl, 3, 1988, pp. 387-399 (dello stesso Cherchi, vedi anche A Dossier for the Study ofJealousy, cit.).4Cfr. Porro, Leris damore, Milano, Paolo Gottardo Ponzio, 1575, pp. 48-49. Nel sito di edit 16 (http ://edit16.iccu.sbn.it), il Porro autore de Leris viene confuso con un suo omonimo : un tipografo e zecchiere milanese attivo dal 1512 al 1531 a Torino e (per un breve periodo) a Genova, tra i primi ad usare i caratteri arabi (per questo Porro tipografo, cfr. F. Argelati, Bibliotheca Scriptorum Mediolanensium [], i, 1, Mediolani, in aedibus Palatinis, 1745, pp. lxxviii, cxiv ; Dizionario Enciclopedico Italiano, ix, Roma, Istituto Poligrafco dello Stato, 1958, p. 651 ; per unope-ra da lui stampata e non ricordata in questi due repertori, cfr. biblia. Biblioteca del libro italiano antico, dir. da A. Quondam, La biblioteca volgare, i, Libri di poesia, a cura di I. Pantani, Milano, Editrice Bibliografca, 1996, p. 202). Il Porro autore de Leris, invece, fu un poeta milanese della seconda met del Cinquecento, nel 1574 fu ammesso tra i cavalieri dellordine militare dei Ss. Maurizio e Lazzaro, mise assieme una fornitissima biblioteca di opere di teologi, cronisti, profeti, flosof, dottori di legge e si dedic intensamente al loro studio, rivolse la sua attenzione anche allarte militare, mor dopo il 1594. Fra le sue opere pi signifcative ricordo, oltre a Leris, i Sonetti, Madrigali, Canzoni, e Sestine (Milano, Paolo Gottardo Ponzio, 1573), Le Lagrime Cristiane (s.n.t.), le Egloghe (lArgelati non sa se siano state pubblicate oppure siano rimaste allo stato manoscritto : fra tali egloghe, acquist particolare fama lAmaranta), Miscellanei Militari (opera manoscritta). Cfr. F.Picinelli, Ateneo dei letterati milanesi, Milano, Fran-cesco Vigone, 1670, p. 468 ; Argelati, op. cit., ii, 1, p. 1125. Vedi anche Sul Tesin piantro i tuoi laureti. Poesia e vita letteraria nella Lombardia spagnola (1535-1706). Catalogo della mostra (Pavia, Castello Visconteo, 19 aprile 2 giugno 2002), Pavia, Cardano, 2002, [scheda sulle rime di Porro nelledizione del 1573, a frma di R. Pestarino].5Cfr. il suo Antidoto della gelosia, distinto in doi libri, estratto da lAriosto, Brescia, Damian Turlino, 1565 (ne esiste anche unaltra edizione, dello stesso anno, pubblicata a Venezia da Francesco Rampazzetto). Poche sono le noti-zie di cui disponiamo su Levanzio. Egli nacque a Guidizzolo (nel Mantovano) e for nel 1580. Fu probabilmente in rapporti con lambiente bresciano (a giudicare da dove furono stampate le sue opere e i personaggi cui le dedi-c), e in primis con la bresciana Accademia degli Occulti (su questo punto, vedi anche R. Alhaique Pettinelli, Ariosto altissimo platonico : una proposta di lettura del Furioso nel secondo Cinquecento, in Eadem, Forme e percorsi dei romanzi di cavalleria da Boiardo a Brusantino, Roma, Bulzoni, 2004, pp. 45-63, che propone in particolare un ac-costamento con il gi ricordato Arnigio, personalit guida degli Occulti). Luigi Pescasio aferma che, oltre allAn-tidoto della gelosia, di lui si conosce solo unaltra opera, sullallevamento del baco da seta (Avvertimenti di Levantio Mantoano Guidicciolo ; bellissimi, et molto utili a chi si diletta di allevare e nudrire quei cari animaletti che fanno la seta : quali volgarmente si nomano Cavaglieri, overo Bombici, o Bigatti, o anco Bacchi, come ti piace. Senza quali, malamente, e di rado potrai conseguire il desiato frutto. Novamente dati in luce, Brescia, Damian Turlino, 1564 : si tratta di unopera chiaramente infuenzata dal De bombyce del Vida) : cfr. L. Pescasio, Levanzio da Guidizzolo novelliere mantovano del Cinquecento, in L.daGuidizzolo, Lepiacevoli novelle di Levanzio da Guidizzolo : dallAntidoto della gelosia, a cura di L. Pescasio, Mantova, Padus, [1972]. Lo studioso non ha notato, per, che nel corso dellAntidoto della gelosia sifariferimentoadegli amorosidialoghi compostidallostessoLevanzio(cfr.p.232),iqualidevonoessere andati perduti.SullAntidoto della gelosia, cfr. Alhaique Pettinelli, Ariosto altissimo platonico , cit. ; il dialogo di Levanzio viene tenuto presente anche in K. W. Hempfer, Il postulato di un signifcato pi profondo. Procedimenti e funzioni dellesegesi allegorica, Schifanoia , 9, 1990, pp. 243-262 (lo si pu leggere pure in Idem, Letture discrepanti. La ricezione dellOrlando Furioso nel Cinquecento, Modena, Panini, 2004, cap. vi) ; cfr., inoltre, Idem, Testi e contesti. Sagi post-ermeneutici sul Cinquecento, Napoli, Liguori, 1998, pp. 123, 125. 6Cfr. Lettura di Bartolommeo Arnigio letta publicamente sopra l sonetto Liete, pensose, accompagnate e sole, Bre-scia, Francesco e Pietro Maria Marchetti, 1565, c. 16r-v. LArnigio, medico, letterato e poeta, nacque a Brescia nel 1523 e vi mor nel 1577 (ma sembra che abbia trascorso gli ultimi anni a Venezia). Fu personalit di grande rilievo altri poeti sono citati in maniera assai pi sporadica. Ariosto, nella fattispecie, viene ricordatosoprattuttoperalcunitemibenprecisi.Primofratutti,lagelosia, 1che efettivamente un tema importantissimo e tipico di Ariosto, come si pu ricavare con particolarechiarezzadallamonografadiSangirardi. 2AcitareAriostoalproposito sonoVarchi, 3PietroPaoloPorro, 4LevanziodaGuidicciolo, 5BartolomeoArnigio, 6 Ariosto nella trattatistica amorosa del Cinquecento e del primo Seicento135nellabrescianaAccademiadegliOcculti :fuluiilprincipaleartefcedellaraccoltaRimedegliaccademiciOcculti (1568),moltointeressanteperilrapportofraliricaedimpresistica.ScrisseunbuonnumerodiRime(chefece stampare nel 1555). Fra le altre sue opere, oltre alla lettura sul sonetto petrarchesco Liete e pensose, accompagnate e sole, si ricordano anche un Dialogo della medicina damore (1566), un Discorso intorno al disprezzo della morte (1575), I sette salmi della penitenza del gran Profeta David spiegati in canzoni secondo i sensi di M. B. A. (1568) e Dieci veglie de gli ammendati costumi dellhumana vita [1577, riedita nel 1602], che ebbe una discreta difusione e fu tradotta in francese da Pierre de Larrivey (Les Veilles de B. A., de la correction des costumes [], Troyes 1608). Cfr. la voce di S. Carando in Dizionario Biografco degli Italiani, iv, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1962, pp. 502-503.1Cfr. Amorose famme di m. Hercole Fontana in lode delle illustri gentildonne bolognesi. Et un discorso, nel quale per Dicnidolo si tratta de glinganni damore, Bologna, Alessandro Benacci, c. 37r (questopera aveva gi avuto una prima edizione a Venezia : Altobello Salicato, 1572). Allo stato attuale degli studi, del Fontana non si quasi nulla : si pu solo afermare che fu un poeta bolognese del Cinquecento. Non sono note altre sue opere. Cfr. G.Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, iii-iv, Bologna, Forni, 1965, p. 334 (ed. anast. tratta dalled. di Bologna, Stamperia di San Tommaso dAquino, 1781-1789). 2Cfr. T. Tasso, Il Forestiero napolitano overo de la gelosia, in Idem, Dialoghi, i, a cura di G. Bafetti, introd. di E. Raimondi, Milano, Rizzoli, 1998, p. 205. Vi si legge fra laltro : egli [lAriosto] fu non solamente gran poeta, ma ancora grande innamorato : laonde, ragionando egli de le amorose passioni, se gli dee prestar credenza .3Cfr. Psafone trattato damore del Caliginoso Gelato il s. Melchiorre Zoppio, nel quale secondo i poeti, e flosof, ethnici, e profani scrittori, platonici, et altri, si discorre sopra le principali considerationi occorrenti nella materia dellamore humano, ragionevole, e civile, Bologna, Sebastiano Bonomi, 1617, p. 556 (di questopera si pu leggere una prima, molto pi breve versione in Ricreationi amorose de gli Academici Gelati di Bologna, Bologna, Giovanni Rossi, 1590). Il bolognese Melchiorre Zoppio si addottor in Filosofa e in Medicina a Bologna nel 1579. Dopo aver insegnato per breve tem-po logica a Macerata, insegn (a partire dal 1581) per circa cinquantanni allUniversit di Bologna, prima logica e poi flosofa morale. Fond nel 1588 lAccademia dei Gelati di Bologna (che aveva sede nella sua casa), una delle pi importanti accademie dellultimo Cinquecento, attiva per pi di due secoli : in tale Accademia fece rappresen-tare anche varie opere drammatiche, composte da lui o dagli altri accademici. Dotto nelle lettere greche e latine, fu in amichevoli rapporti e in corrispondenza con Giusto Lipsio ; fu tenuto in onore anche da papa Urbano VIII. Mor nel 1634. Fra le sue opere, ricordo le tragedie (di cui egli, come suo padre Girolamo, fu prolifco autore : cfr. LAdmeto, Medea esule, Creusa, Meandro) e gli scritti spirituali (Tractatus tres sacri piorum afectuum e Tre Ragionamenti spirituali) ; scrisse anche varie opere di soggetto flosofco, molte delle quali lasciate manoscritte (come ad es. i dieci libri sullimmortalit dellanima). Cfr. Fantuzzi, op. cit., vii-viii-ix, pp. 303-307. SullAccademia dei Gelati, cfr. M. Maylender, Storia delle accademie dItalia, iii, Bologna, Forni, 1976, pp. 81-88 ; G. Perini, Ut pictura posis : lAccademia dei Gelati e le arti fgurative, in Italian academies ofthe sixteenth century, a cura di D. S. Chambers eF. Quiviger, London, The Warburg Institute, 1995, pp. 113-126. Sullo Psafone, cfr. A. Maggi, Sensual love and fcinian tradition in Psafone by Melchiorre Zoppio (1590), Quaderni dItalianistica : Ofcial Journal ofthe Canadian Society for Italian Studies , xviii, 1, 1997, pp. 23-34.4Cfr. Discorsi del molto R. padre D. Vitale Zuccolo sopra le Cinquanta conclusioni del Sig. Torquato Tasso, Bergamo, Comin Ventura, 1588, c. 99v. Vitale Zuccolo, padovano, era di famiglia nobile. Come si desume esplicitamente leggendo i suoi discorsi sulle conclusioni tassiane, fu allievo di Francesco Piccolomini, che fu maestro anche del Tasso.SiaddottorallUniversitdiPadovanel1585.FuabatedellimportantemonasterocamaldolesediSan Michele in Isola. Come dimostra ampiamente il catalogo delle sue numerosissime opere manoscritte (ben cento-venti codici) che si conservavano nella biblioteca di San. Michele, fu uomo di vastissimi interessi culturali : coltiv ogni sorta di scienza (oltre che di teologia, flosofa, omiletica, scritturistica, si occup di matematica, economia, meteore), ma si distinse soprattutto in campo poetico (la biblioteca di San Michele possedeva un codice di sue rimedaltitoloPoeticapastorale,condieciPastoraliperesempio).Quadrioregistrilsuonometraipoetimeno spregevoli del tempo. Poche furono per le opere di Vitale che approdarono alle stampe : oltre ai discorsi sulle conclusioni amorose tassiane, ricordo p. es. un dialogo sulle cose meteorologiche . Mor a Vicenza nel 1630. Cfr. G. Vedova, Biografa degli scrittori padovani, ii, Padova, Tip. Della Minerva, 1836, pp. 454-455 ; V. Meneghin, S. Mi-chele in Isola in Venezia, i, Venezia, Stamperia di Venezia, 1962, pp. 98, 194 ; G. Vedovato [et alii], Eremiti, monasteri, monaci camaldolesi a Murano e nella laguna veneta, Padova, Giorgio Deganello, [2002], p. 85.5Cfr. L. Zuccolo, Il Maccio, overo della gelosia, in Idem, Dialoghi, Venezia, Marco Ginammi, 1625, p. 130. Di fa-miglia nobile, nacque a Faenza nel 1568. Fu in Dalmazia, poi alla corte dUrbino. Nel 1621 torn a Faenza ed entr a far parte dellAccademia dei Filoponi. Pi tardi fu in Spagna presso il nunzio apostolico. Mor nel 1630. Fra le sue varie opere si possono ricordare, oltre ai Dialoghi : Il Gradenigo (1608), LAlessandro, o Della pastorale (1613), Discorso della ragion del numero del verso italiano (1623), dialoghi utopistici quali il Porto ovvero della Repubblica dEvandria e il Belluzzi ovvero La Citt felice (entrambi, insieme alla Repubblica di Utopia, in Dialoghi ne quali con variet deruditione si scoprono nuovi, e vaghi pensieri flosofci, morali e politici, del 1625). Ma la sua fama afdata soprattutto al tratta-Ercole Fontana, 1 il Tasso del Forestiero Napolitano, 2 Melchiorre Zoppio, 3 Vitale Zucco-lo, 4 Ludovico Zuccolo. 5 Ariosto gioca un ruolo importante anche perch Petrarca non dedica spazio al tema della gelosia : anzi, in un celebre sonetto dichiara di non sofrire 136Maiko Favarotello Della Ragion di Stato, che ebbe notevole successo in Italia e allestero, grazie anche alla traduzione latina del tedesco J. Garmers (Dissertatio de ratione status, 1663). Sulla base di questopera, che aferma lindipendenza della politica dalla morale, Croce rivalut lo Zuccolo, defnendolo uno degli scrittori politici pi acuti e pi originali del Seicento. Cfr. Dizionario enciclopedico della letteratura italiana, v, Bari-Roma, Laterza, 1968, pp. 530-531.1Cfr. rvf, 182, vv. 9-14 : Di queste pene mia propia la prima, / arder d e notte [] ; // laltra [la gelosia] non gi : ch l mio bel foco tale, / chogni uom pareggia ; et del suo lume in cima / chi volar pensa, indarno spiega lale . Per questa e per le seguenti citazioni dai Rerum vulgarium fragmenta, ledizione di riferimento F. Petrarca, Canzoniere, ed. commentata a cura di M. Santagata, Milano, Arnoldo Mondadori, ed. aggiornata 2004 (i ed. 1996).2Cfr. rvf, 105, v. 69 : Amor et Gelosia mnno il cor tolto ; rvf, 115, vv. 10-11 : la gelosia che n su la prima vista / per s alto adversario [Apollo] al cor mi nacque .3Ne approftto per ricordare che anche a proposito di tale questione viene citato Ariosto : Ludovico Zuccolo fariferimentoallanovelladiAstolfoeGiocondoperdimostrarechelamorepuesisteresenzalagelosia :cfr. Zuccolo, Il Maccio, cit., p. 130. 4Varchi, Sulla gelosia, cit., p. 576. 5Cfr. ivi, p. 570.6In particolare : Sannazaro, Epicuro, Rota, Tansillo, Tasso, Marino. Cfr. E. Raimondi, Il petrarchismo nellItalia meridionale, in Atti del convegno internazionale sul tema premarinismo e pregongorismo, Roma, Accademia dei Lin-cei, 1973, pp. 105-107 (ripubblicato in Idem, I sentieri del lettore, Bologna, il Mulino, 1993).digelosia, 1sebbeneinaltriduepassidelCanzonieresembricontraddirsi. 2Inbasea questi passi, perci, i trattatisti possono chiamare in causa Petrarca solo a proposito di una questione particolare : se lamore possa esistere senza la gelosia. 3 Ma, per esplo-rare nella sua essenza la natura della gelosia, i trattatisti devono rivolgersi ad autorit diverse da Petrarca. Certo, possono venire in soccorso gli autori latini, quali Tibullo, Properzio e Seneca : daltronde, la gelosia un tema centrale dellelegia latina (soprat-tutto quella di Properzio), mentre i poeti volgari, come spiega Varchi, amando pi castamente, scrissero ancora pi santamente, n fu lor mestiero dolersi tanto di que-sta furia malvagia . 4 Nonostante ci, gli autori latini sono citati dai trattatisti meno di quanto ci si potrebbe aspettare. Maggior rilievo viene accordato ad autori cinquecen-teschi come Della Casa ed appunto Ariosto : Varchi aferma che nessun poeta greco o latino scrisse n tanto n cos dottamente sulla gelosia quanto Della Casa e Ariosto (si riferisce in particolare al proemio del canto xxxi). 5 Daltronde, limportanza data da Ariosto alla gelosia convergente con il favore di cui gode tale tema presso la lirica petrarchista cinquecentesca : per lappunto uno dei pi importanti temi nuovi che vi si afermano senza il supporto del modello petrarchesco. Oltre a Della Casa, Tasso e Strozzi il vecchio, lambiente napoletano a dimostrarsi particolarmente interessato alla gelosia. 6 Fra i trattatisti che utilizzano Ariosto per afrontare il tema della gelosia, special-mente notevole il caso del gi ricordato Levanzio da Guidicciolo. Egli scrive unintera opera sulla gelosia fondandosi continuamente sullautorit di Ariosto, come si ricava fndaltitolo :AntidotodellagelosiaestrattodalAriosto.unfattotantopirilevan-te e per questo mi ci sofermo particolarmente perch, a quanto ne so, si tratta dellunico trattato di argomento amoroso del Cinquecento ad essere interamente co-struito su fondamenta ariostesche. Fin dallinizio, Levanzio esalta Ariosto soprattut-to come perfetto psicologo delle passioni : qualit che si manifesta al meglio nei suoi versi sulla gelosia. Levanzio comincia con il riportare ampie citazioni soprattutto dal canto xxiii, sulla gelosia di Orlando, e pi ancora dai canti xxxi e xxxii, sulla gelosia di Bradamante : specialmente il lamento di Bradamante, artifciosissimo : oltre che philosofcamente alto, e profondo (p. 46), suscita la sua ammirazione. Dopodich, nel resto della prima parte dellopera, lAutore ofre una dettagliata casistica dei vari tipi di gelosia utilizzando come exempla particolarmente efcaci i personaggi del Fu-rioso.Levanziomettecosafruttounadellecaratteristichedelpoemaariostesco Ariosto nella trattatistica amorosa del Cinquecento e del primo Seicento1371Cfr. Sangirardi, op. cit., p. 241.che, di l a poco, Galilei esalter al massimo grado, ossia la ricchezza della tipologia umanarappresentatavi :Galileisifondersoprattuttosutalepunto,oltrechesulla ricchezza dellinvenzione, per difendere leccellenza del Furioso. 1 Cos, per Levanzio, Sacripante esempio della gelosia vile, che ricerca solo lappagamento sensuale e perci schiva le liti con lamata per non correre il rischio di privarsi di questo piacere (pp. 64 sgg.). Ferra esempio paradigmatico della gelosia impaziente, che si mani-festa quando lhuomo amante da tanto se stesso stima, che pi meritar crede des-sere amato dalla persona amata dogni altro (p. 85). Rodomonte invece emblema della gelosia orgogliosa, una furiosa smania, che nel core amante nasce, nel veder-si pure levare lamata soa. E perch stima nullo altro essere a s uguale in valore e virtude : crede anco nessuno dever esser oso (non che possente) a levargliela ; se non con fraude, overo lui assente. E tanto anco se stesso stima, che crede la amata soa de-ver haver per singolar favore, chegli lami (pp. 108-109). Rodomonte mostra la sua gelosia orgogliosa quando si rimette alla sentenza di Doralice perch scelga fra lui e Mandricardo, pur sapendo che Doralice ha fatto esperienza di Mandricardo, non di lui. La gelosia malvagia e empia invece una rabbia del core amante, inducentelo alla rovina della persona amata : in soddisfaccion di se stesso (p. 122) : se ne distin-guonoduesottotipi,quelloquasiscusabile,esemplifcatodaBradamantechesfda RuggieroquandocredechequestilatradiscaconMarfsa,equelloassolutamente biasimevole, rappresentato da Gabrina. Infne, Levanzio espone lunico tipo positivo di gelosia, la gelosia nobile, propria di chi ad amar si induca per virt, e bellezza honesta, et costumata, della persona amata ; a buon fne : cio per conseguirla con le-gitimo matrimonio santo. Ma per che porti in seno sicurissima credenza della cosa amata, che non mai, se non a forza, e violenza, gli deggia romper fede. E chessendo da lei lontano non sattristi per dubbio tale (pp. 152-153). Di questo lodevole tipo di gelosia danno prova Zerbino verso Isabella e Brandimarte nei confronti di Fiordiligi. Come si sar notato, Levanzio di fatto d al termine gelosia un signifcato assai pi ampio di quello comune : la sua casistica della gelosia tramite gli esempi di Ariosto si trasforma perci, pi in generale, in unanalisi dei vari modi con cui si pu amare una persona. Linfuenza di Ariosto agisce profondamente sullopera di Levanzio anche ad un altro livello. LAntidoto della gelosia infatti organizzato come dialogo tra pi interlocutori, i quali, ogni volta che stato esposto un nuovo concetto importante, recitano una novella che lo esemplifchi. In tale gusto per lafabulazione narrativa sicuramente determinante linfuenza boccacciana esplicitamente dichiarata ma nonmenoimportanteilmodelloariostesco :daltronde,giprimahoricordato cheLevanziofaampiousodellefcaciaemblematicadeipersonaggiedellestorie del Furioso a mo di exempla. Nella seconda parte dellopera, Levanzio si soferma ad illustrare con autentica acribia i signifcati allegorici e morali di varie storie del Furio-so, sempre sussumendole allo sviluppo del ragionamento sulla gelosia : ad esempio, lamorediAlcinaeRuggiero(pp.186sgg.),quellodiZerbinoeIsabella(p.222),la fontana dellamore e dellodio (pp. 248 sgg.), il mostro della Gelosia che assale Rinal-do (pp. 255 sgg.), la storia di Alceste (p. 273), quella di Ariodante (p. 274), la prova del nappo (p. 275). In generale, Levanzio mostra di apprezzare in sommo grado soprat-tutto i contenuti morali, edifcanti, contenuti nelle storie del Furioso. Ci secondo un modo di lettura ampiamente difuso nel Cinquecento, come si ricava anche dalle nu-138Maiko Favaro1Cfr.Hempfer,Letturediscrepanti,cit. ;D.Javitch,Ariostoclassico : lacanonizzazionedellOrlandofurioso, prefazione di N. Gardini, Milano, Bruno Mondadori, 1999.2Su questo aspetto, oltre che nel volume di Javitch citato alla nota precedente, si possono vedere casi parti-colarmente indicativi in M. C. Cabani, Gli amici amanti : coppie eroiche e sortite notturne nellepica italiana, Napoli, Liguori, 1995 ; G. Sacchi, Fra Ariosto e Tasso : vicende del poema narrativo : con unappendice di studi cinque-secenteschi, Pisa, Edizioni della Normale, 2006, pp. 229-246.3Cfr.RagionamentodellaSignoraAmorosafattoindanzaetridottoindialogodalSignorGuasparroBoschini,Pa-dova, Lorenzo Pasquati, 1569, c. 50r-v. Scarne sono le notizie di cui disponiamo sul Boschini : sappiamo che era modenese e laureato in legge. Di lui si conosce solo questopera. Cfr. G. Mazzucchelli, Gli scrittori dItalia, ii, 3, Brescia, Giambattista Bossini, 1762, p. 1823. G. Tiraboschi (Biblioteca modenese, I, Modena, Societ Tipografca, 1781, p. 328) si rif esplicitamente ai dati raccolti dal Mazzucchelli, senza aggiungere nessun elemento nuovo.4Cfr. Discorsi sopra le Cinquanta conclusioni del Sig. Torquato Tasso, cit., c. 89r-v.5Unennesima riprova dellapprezzamento dei trattatisti per le capacit di introspezione psicologica di Ario-sto si ha nel dialogo damore di Lodovico Domenichi, quando vengono citati dei versi dallepisodio di Ricciar-dettoeFiordispinaperrisponderealdubbiosulperchcilasciamotrasportaredaldesiderio,nellamareuna donna da cui non abbiamo alcuna speranza di essere ricambiati : cfr. L. Domenichi, DAmore, in Idem, Dialoghi, Venezia, Gabriel Giolito de Ferrari, 1562, p. 39. Sul Domenichi, cfr. la voce di A. Piscini in Dizionario Biografco degli Italiani, xl, cit., 1991, pp. 595-600 ; sullultimo periodo della vita di Domenichi, in cui vennero pubblicati i Dialoghi, cfr. V. Bramanti, Sullultimo decennio forentino di Lodovico Domenichi, Schede umanistiche , 1, 2001, pp.31-48(suiDialoghidelDomenichi,cfr.anchegliinterventidiR.Gigliuccipivoltecitatinellarticolodi Bramanti).merose edizioni cinquecentesche del Furioso in cui, quasi per ogni episodio, minuzio-se allegorie si incaricano di fornire educativi sovrasensi morali, e lattenzione viene puntata sulla bellezza delle varie sententiae morali sparse nel poema. 1 Molto indicati-vo un passo in cui Levanzio esalta Ariosto afermando che lui s avrebbe incontrato il favore del Platone della Repubblica : Platone, infatti, in generale condanna i poeti, ma e poeti pittori eccellenti di vitij, e delle virt, quai con leggiadria, et gentilezza adducon gli huomini al costumato vivere ; che scrivono le laudi, et himni alla divinit soperna ; che celebrano gli huomini generosi, et heroici, tali abbraccia, e bacia, et no-malli fgliuoli de sommi Dei, padri della sapienza ; e duci del costumato vivere ; e che concitati da spirto divino, e non per se stessi tra noi mortali parlino. Felice Ariosto se al tempo di Platone fussi nato, o Platone al tuo, che via pi assai cha Homero ti saria stato amico (p. 217). Per Levanzio, Ariosto sempre pio, e religioso poeta (p. 211) : il nostro trattatista fa fnta di non accorgersi che nel Furioso abbondano anche passi ben altrimenti ambigui da un punto di vista morale. Inoltre, non si dimostra afatto sensibile allironia ariostesca : dato, questo, comune agli altri trattatisti damore e, in generale, come risaputo, a tutta la ricezione cinquecentesca del poema, che tende ad enfatizzare piuttosto le componenti epica, patetica e morale del Furioso. 2 Ariostopsicologodellepassioniofrematerialeaitrattatistiancheperladescri-zionedellosdegnoamoroso.SipuricordareGasparoBoschini,chetraequesto insegnamento leggendo dello sdegno di Bradamante nei confronti di Ruggiero : lo sdegnoamorosotristezzadellamantechegliindebitamenteamiohabbiaamato lapersonachegliamaoamavaetparimentedircheinqualunquepersonacade lo sdegno, segno chellami o habbia amata la persona con la quale s sdegnato o sdegnata, et lo sdegno, comera quello, che fnge lAriosto tra Bradamante, et Rug-giero (di seguito, Boschini cita a riprova of, xxxii, str. xl). 3 Vitale Zuccolo, 4 invece, si basa sul caso di Orlando per dimostrare il rapporto di causa-efetto tra sdegno e furore . 5Uno dei temi pi interessanti per cui Ariosto viene varie volte chiamato in causa quello della corrispondenza in amore da parte dellamata : si vedano le opere di Bene-Ariosto nella trattatistica amorosa del Cinquecento e del primo Seicento1391Cfr.ilsuoTrattatodiamore,Napoli,Sultzbach,1538,c.I1v.BenedettoDiFalconacqueaNapoliprobabil-mentefralafnedegliannisettantaeiprimianniottantadelQuattrocento.Picheplausibilmentepartecip allAccademia Pontaniana, mentre pi tardi fu iscritto allAccademia degli Incogniti. Le sue opere pi conosciute sono il Rimario (1535) e la Descrittione dei luoghi antichi di Napoli e del suo amenissimo distretto (scritta e stampata tra il secondo semestre del 1548 e i primi mesi del 1549). Quanto alle sue altre opere, si ricordano, oltre al Trattato di amore, un volume di prosodia per coloro che scrivono versi in latino (Syllabae poeticae, del 1539), il De origine Hebraicarum, Graecarum ac Latinarum literarum, deque numeris omnibus (1541), un libro sui barbarismi latini (Multa vocabulabarbaraaLatinaelinguaeveroacGermanousuremota,del1548) ;andataperdutaunasuaApologiadi Dante. Mor probabilmente nel 1551 o poco prima. Cfr. la voce su questo autore, a frma di G. Formichetti, in Dizionario Biografco degli Italiani, xxxix, cit., 1991, pp. 800-801 ; ma soprattutto T. R. Toscano, Per la storia editoriale della Descrittione dei luoghi antichi di Napoli e del suo amenissimo distretto di Benedetto Di Falco, in Idem, Lette-rati corti accademie. La letteratura a Napoli nella prima met del Cinquecento, Napoli, Lofredo, 2000, pp. 213-244 (che corregge molti errori presenti nella voce di Formichetti).2Cfr. il suo Trattato dellAmor Humano, Lucca, Vincenzo Busdraghi, 1558, cc. 39r-41r (questopera venne ristampa-ta, con le postille autografe del Tasso, a cura di P. D. Pasolini : Roma, Ermanno Loescher, 1895). Il Nobili nacque a Lucca nel 1533 e vi mor nel 1590. Studi flosofa e medicina. Fra il 1554 e il 1557 fu tra i letterati della corte estense, lasciando un vivo ricordo di s, soprattutto per ilTrattato dellAmor Humano, che egli compose nel 1556 proprio a Ferrara. Questopera fu assai importante per Tasso, che la postill minutamente e la utilizz ampiamente per la ste-sura delle proprie Conclusioni amorose. Tasso rimase inoltre in costante contatto con Nobili e gli invi il manoscritto della Gerusalemme liberata per averne il parere ; anche Annibal Caro fu suo caro amico. Nobili fu lettore di logica e di diritto ecclesiastico a Pisa e nel 1584 fu tra i fondatori dellAccademia degli Oscuri. In latino compose i trattati De hominis felicitate libri tres ; De vera et falsa voluptate ; De honore ; in italiano scrisse anche i Documenti ad una giovane sposa che aspira alla gloria di buona moglie. Cfr. Dizionario enciclopedico della letteratura italiana, iv, Bari-Roma, Laterza, 1967, p. 150 ; Grande dizionario enciclopedico, xiii, Torino, utet, 1993, p. 381 (autore della voce G. Brberi Squarotti).3Cfr. i suoi Discorsi, Venezia, Pietro Miloco, 1619, pp. 80-81 (la prima edizione di questopera : Venezia, France-sco Ziletti, 1585). Annibale Romei nacque tra il 1523 e il 1530, probabilmente a Ferrara, e vi mor nel 1590. Di famiglia nobile, fu attivo alla corte estense di Alfonso II e si distinse per le sue qualit di letterato e di scacchista. Il duca Alfonso II ricorse ai suoi servigi anche per missioni diplomatiche. Nel 1567 fu tra i Riformatori dello Statuto di Fer-rara e lanno successivo fu tra i Riformatori dellUniversit. Tasso gli dedic il dialogo Il Romeo, o vero del giuoco. Si dedic alla poesia sia in latino sia in italiano. Oltre che della bellezza e dellamore, i suoi Discorsi trattano dellonore, delliniquit del duello, del combatter alla macchia et del modo daccomodar le querele, e ridur a pace le inimicitie private , della nobilt, delle ricchezze, della precedenza dellarme, e delle lettere . Pubblic anche un trattato sui terremoti, improntato sui Metereologica di Aristotele (Dialogo del conte Annibale Romei gentilhuomo ferrarese diuiso in due giornate nella prima delle quali si tratta delle cause uniuersali del terremoto, e di tutte le impressioni, et apparenze, che, con stupor del volgo, nellaria si generano. Nella seconda, del terremoto, della salsedine del mare, della via Lattea, e del fusso, e refusso del mare sassegnano cause particolari, diuerse dAristotele, e da qualunque flosofo sinad hora ne habbi scritto. [], Ferrara, Vittorio Baldini, 1587). Fra le sue opere manoscritte, si segnalano soprattutto un Dialogo dellanima humana (incompiuto e mutilo) e un frammento sul mirabile . Nel complesso, il suo un aristotelismo di retroguardia, ma con interessanti infltrazioni neoplatoniche (vedi, p. es., lapplicazione della demonologia allaristotelismo). Cfr. lampia monografa diPrandi, Il cortegiano ferrarese, cit. ; sui Discorsi di Romei, vedi anche W. Gundersheimer, Burle, generi e potere : i Discorsi di Annibale Romei, Schifanoia , 2, 1986, pp. 9-21.4of, ii, str. i, vv. 1-2. Ledizione di riferimento per le citazioni dal Furioso quella a cura di L. Caretti, Torino, Einaudi, 1992 (i ed. 1966). 5Trattato di amore, cit., c. I 1v. 6Ibidem.7Inf., v, 103. Ledizione di riferimento La Commedia secondo lantica vulgata. Edizione Nazionale della Societ Dantesca Italiana, a cura di G. Petrocchi, Milano, Mondadori, 1966. detto Di Falco, 1 di Flaminio Nobili 2 e di Annibale Romei. 3 Ariosto viene citato in par-ticolare per il celeberrimo inizio del secondo canto, con i versi Ingiustissimo Amor, perch s raro / corrispondenti fai nostri desiri ? . 4 Di Falco sottolinea che il fenomeno riscontrato da Ariosto proprio solo dellamore mondano, ed anzi una riprova della fallacia di tale tipo di amore : Ma lamor di queste cose mondane ch pien dinganni ha questa propria et innata condition di correspondere al contrario sempre di quel che si ama ; 5 ci a diferenza dellamore divino, conciosia cosa, che tra lanima semplice et pura e l suo sposo fedelissimo ch Dio nulla discordia pu accascare, acquistandosi tanta amata cosa eterna o per scientia et cognition delle cose naturali come vogliono eflosof,operhumilitcomeistimanoesantidottori . 6NobilieRomeimettono inveceinluceunacontrapposizionetradaunaparteDanteperilfamosoverso Amor, cha nullo amato amar perdona , 7 in cui si aferma addirittura lobbligo della 140Maiko Favaro1Nella gran maggioranza dei casi, ma non in tutti : particolarmente vistosa leccezione dellanonimo autore del discorso Della compassione, in Tre discorsi volgari. Luno di quel ch col mezo damore. Laltro dellamore del Petrarca [...] Il terzo della compassione. Havuti nellAccademia Ferrarese, Ferrara, Vittorio Baldini, 1585, pp. 87-88 [in realt 95-96]. 2Cfr. op. cit., cc. 36v sgg.3Cfr. op. cit., pp. 62-65. 4of, xxiv, str. xxxviii, vv. 7-8.5of, xxiv, str. xli, vv. 5-8. 6Cfr. Romei, op. cit., pp. 65-66. 7of, xxv, str. ii, vv. 7-8.8Cfr. Romei, op. cit., p. 75.9Una signifcativa riprova la si ha a p. 52, dove vengono citati alcuni versi ariosteschi dicendo semplicemente che sono versi del nostro Poeta .corrispondenza in amore, e dallaltra parte Ariosto (Romei ricorda anche Petrarca), il quale evidenzia che spesso il desiderio di corrispondenza in amore destinato a rima-nere frustrato. Nobili si dilunga nel mostrare le ragioni per cui si pu verifcare quanto lamentato da Ariosto ma, alla fne della propria serrata disquisizione, trae la conclusio-ne che Ariosto esagera, poeticamente rende il problema pi generale di quanto non sia nella realt.Ariostohaunsuoruoloancheapropositodelladiscussionesulliberoarbitrioin amore, tema di centrale importanza nella trattatistica cinquecentesca. In generale, si pu notare che, mentre i poeti lirici tendono perlopi ad afermare che in amore non vale la libera elezione, la maggior parte dei trattatisti mette tutto il suo impegno nel contrastare questa tesi : 1 tale insistenza su questo punto risente certamente anche del coevoclimacontroriformistico.Nobili,inparticolare,analizzaattentamenteedemi-stifca le ragioni per cui i poeti negano lesistenza del libero arbitrio in amore. 2 Quanto ad Ariosto, va ricordato il trattato di Romei, il quale cita in sequenza passi di Petrarca e di Ariosto che vogliono dimostrare non esser in potest dellamante scioglier lamo-roso laccio . 3 Romei riporta anche i celebri versi ariosteschi e facilmente ogni scusa sammette,/quandoinAmorlacolpasirifette : 4macitroviamodifronteaduna decontestualizzazioneche,ancheinquestocaso,mostralindiferenzadeitrattatisti cinquecenteschi riguardo allironia di Ariosto. Infatti, nel Furioso Zerbino perdona con queste parole Odorico per aver insidiato Isabella. Ma il perdono pi apparente che re-ale : Zerbino, con sottile perfdia, afda Gabrina a Odorico per punizione, ben sapendo cosa voglia dire avere a che fare con la terribile vecchia. Ariosto commenta la punizione cos : Cos dicea Zerbin ; che pel peccato / meritando Odorico andar sotterra, / que-sto era porgli inanzi unalta fossa, / che fa gran sorte che schivar la possa 5 (difatti, nel giro di un anno Odorico fnir impiccato). Ad ogni modo, Romei rifuta recisamente la tesi sulla mancanza di libera elezione in amore, che aveva esposto anche tramite i versi di Ariosto : sembra invece ricollegarsi allappassionata difesa del libero arbitrio umano espressa da Pico nellOratio de hominis dignitate. 6 Romei critica anche, pi in generale, la posizione sostanzialmente pessimistica di cui d prova Ariosto sullamore. Il trattati-sta cita i versi Dunque amor rio non sempre si ritrova. / Se spesso nuoce, anchor tal volta giova : 7 il fatto che amore giovi solo talvolta , mentre il pi delle volte nuoce, denuncia una concezione amara dellamore. Per Romei, invece, lamore cosa estre-mamente positiva : cosa ottima, anzi necessaria al bene e beato vivere . 8 Come si appena visto trattando sia il tema della corrispondenza in amore sia quello della libera elezione,neltrattatodiRomeiAriostovienecitatoconparticolarefrequenza.Forse ci si spiega anche rifettendo sul fatto che Romei era ferrarese ed attivo presso la corte degli Estensi, dove il culto di Ariosto era ovviamente molto vivo. 9 Inoltre, come notava gi Prandi, lopera di Romei risente dellinfusso del trattato di Nobili, il quale lo si visto anchegli molto sensibile ai temi della corrispondenza e della libera elezione in amore e non manca di citare Ariosto al proposito (lo stesso Nobili, daltronde, fu per vari anni attivo alla corte di Ferrara).Ariosto nella trattatistica amorosa del Cinquecento e del primo Seicento1411of, xvi, str. ii, v. 7. 2Cfr. Trattato di amore, cit., c. C 4r. 3Cfr. Lettura di Girolamo Ruscelli, sopra un sonetto dellillustriss. Signor marchese della Terza alla divina signora marchesa del Vasto. Ove con nuove et chiare ragioni si pruova la somma perfettione delle donne ; et si discorrono molte cose intorno alla scala platonica dellascendimento per le cose create alla contemplatione di Dio. Et molte intorno alla vera bellezza, alla gratia, et alla lingua volgare. Ove ancora cade occasione di nominare alcune gentildonne delle pi rare dogni terra principal dellItalia, Venezia, Giovanni Grifo, 1552, c. 36r. Il Ruscelli nacque a Viterbo nel 1504. Visse a lungo a Roma, dove fond lAc-cademia dello Sdegno. Dal 1548 fu a Venezia, inserendosi da protagonista nel vivace ambiente editoriale della citt lagunare. Fu infatti attivissimo poligrafo : fra le sue opere, si ricordano un celebre Rimario, che ebbe vasta difusione e fu riedito molte volte fno alla met del secolo xix ; un volgarizzamento della Geografa di Tolomeo ; scritti sulle imprese (Delle Imprese illustri e Discorso delle Imprese co l ragionamento di Paolo Giovio) ; Le bellezze dellOrlando Furioso (opera molto indicativa del suo appassionato ariostismo) ; opere su questioni grammaticali e linguistiche (I commen-tari della lingua italiana, il Dialogo ove si ragiona della Ortografa e il Vocabolario delle voci latine con litaliane, scelte dai migliori scrittori) ; una Raccolta di lettere a principi, le quali o si scrivono da principi a principi, o ragionano di principi, poi continuata da altri. Cur inoltre edizioni di classici italiani (Petrarca, Boccaccio e ovviamente lamato Ariosto) e fu protagonista anche nellallestimento di antologie liriche. nota la sua feroce polemica con il Dolce (cfr. Tre discorsi sopra lopera di Lodovico Dolce). A Venezia partecip anche allimportante Accademia della Fama. Mor nel 1566. Cfr. G. Ghilini, Teatro dhuomini letterati, i, Milano, Giovan Battista Cerri e Carlo Ferrandi, 1638, pp. 243-245 ; Dizionario enciclopedico della letteratura italiana, iv, Bari-Roma, Laterza, 1967, p. 625 ; C. Di Filippo Bareggi, Ilmestiere di scrive-re : lavoro intellettuale e mercato librario a Venezia nel Cinquecento, Roma, Bulzoni, 1988, ad indicem.4Cfr. Discorsi, cit., p. 52. 5Cfr. Psafone, cit., pp. 421-422. 6Cfr. Amorose famme, cit., c. 38v.7Cfr. Discorsi sopra le cinquanta conclusioni del sig. Torquato Tasso, cit., cc. 86v-87r.8Cfr. Discorso in sogetto damore, dHercole Fiornovello, fatto nellAcademia di Ferrara, Ravenna, Pietro Giovanelli, 1589, c. 9r. LAccademia Ferrarese in cui il Fiornovelli tenne il suo discorso sorse nel 1570 : fra gli altri, furono iscritti a questa accademia Torquato Tasso, che tenne lorazione inaugurale e vi recit le sue celebri Conclusioni amorose, e Pirro Ligorio. Principali promotori e sostenitori furono Jacopo Mazzoni ed Annibale Pocaterra. In questa accademia vennero recitati anche i Tre discorsi cui abbiamo precedentemente accennato. Cfr. Maylender, Storia delle accademie, cit., ii, p. 365 : in questa sua voce sullAccademia Ferrarese, il Maylender non fa per alcun riferimento al discorso di Fiornovelli. Stando a quanto si legge nel sito di edit 16, il Fiornovelli personaggio sconosciuto ai repertori. Credo per che egli possa essere con ogni verosimiglianza identifcato con lErcole Fiornovelli citato nel volume Archivio segreto estense. Sezione Casa e stato. Inventario, Ministero dellinterno. Pubblicazioni degli archivi di stato. xiii. Archivio di stato di Modena, Roma, 1953 (Modena, Societ Tipografca Modenese), pp. xx-xxi. Vi si legge che Ercole Fiornovelli (o Fiornovello) fu un notaio ferrarese, cancelliere e soprastante dellarchivio segreto ducale la Grotta al tempo di Alfonso II dEste (che fu duca di Ferrara dal 1559 al 1597), e, durante il successivo ducato di Cesare dEste, fu so-prastante anche dellaltro archivio segreto ducale : mansione che mantenne fno al trasferimento della capitale del ducato da Ferrara a Modena (nel 1598). 9Cfr. Psafone, cit., p. 593.10Cfr.C.Barbabianca,Lassontoamorosoindifesadelledonne.DellacademicoSolingo,Treviso,AurelioRe-ghettini, 1593, p. 23 (nello stesso 1593, lopera venne pubblicata anche da Domenico Amici, sempre a Treviso ; e Particolare fortuna incontrano anche i versi ariosteschi Pur chaltamente abbia lo-cato il core, / pianger non de, se ben languisce e muore , 1 ricordati da vari trattatisti : Di Falco, 2 Ruscelli, 3 ancora una volta Romei, 4 e Zoppio. 5 Non stupisce che Ruscelli citi Ariosto :sappiamoinfatticheeglifuunodeipiferventiariostistidelCinquecento. Ruscelli apprezzava in sommo grado il valore morale del Furioso, riscontrabile in modo particolare nelle mirabili sententiae : anche per i versi appena citati, Ruscelli esalta la di-vina sententia, che ciascuno in tale stato devria sempre portarsi scolpita a lettere doro purissimo nella memoria (c. 36r). Val la pena notare che, mentre Di Falco e Ruscelli in-terpretano i versi ariosteschi nel senso che non bisogna curarsi delle soferenze damo-re pur che si ami una donna di elevate qualit spirituali, Romei e Zoppio declinano il signifcatosulversantedeirapportisociali : purchaltamenteabbialocatoilcore vorrebbe dire amare una donna altolocata piuttosto che una di umile condizione. Ap-poggiandosi a questa interpretazione, Romei critica il passo ariostesco : secondo lui, se lamata posta troppo in alto nella scala sociale rispetto allamante, non c speranza di conquistarne lamore e perci lafetto non si risolve in desiderio amoroso bens in somma riverenza , in base al principio che senza speranza non c amore. Ariosto ovviamente citato come autorit principale a proposito dellequipara-zione dellamore alla follia. Si possono ricordare Ercole Fontana, 6 Vitale Zuccolo, 7 ErcoleFiornovelli, 8MelchiorreZoppio, 9CesareBarbabianca, 10GiovanBattista 142Maiko Favarounulteriore edizione si ebbe nel 1602, sempre a Treviso). Cesare Barbabianca da Capodistria, laureato in legge, for nel 1590. Oltre allAssontoamoroso, di lui venne pubblicata unOrazionenella partita dellIllustriss. Sig. Luigi Soranzo dal Governo di Capodistria (Treviso, Domenico Amici, 1592). Cfr. Mazzucchelli, Gli scrittori dItalia, cit., ii, 1, 1758, p. 238. Alle notizie oferte da Mazzucchelli aggiungo che, come si deduce gi dai luoghi di stampa, il Barbabianca dovette essere in contatto con lambiente culturale trevigiano : impressione raforzata dalle poesie inlodedellAssontoamorososcrittedaunimportanteletteratotrevigianoqualeBartolomeoBurchelati(1548-1632)epostenellasogliaparatestualedellAssontoamorosostesso.Daltronde,BurchelatieBarbabiancaerano accomunati dal gusto per lostentazione di galanteria amorosa : gusto che evidente nellAssonto amoroso, ma non meno in unopera del Burchelati quale Il senso amoroso. Dialogo, Treviso, Evangelista Deuchino, [1597 ?]. Per il Burchelati, cfr. la voce relativa in R. Binotto, Personagi illustri della Marca Trevigiana, Cornuda (Tv), Grafche Antiga, 1996, pp. 115-116.1Cfr. Erocallia overo Dellamore e della bellezza dialoghi 12. Di Gio. Battista Manso marchese della Villa. Con gli argo-menti a ciascun dialogo del cavalier Marino. Et nel fne un Trattato del dialogo dellistesso autore. Con tre tavole, Venezia, Evangelista Deuchino, 1628, pp. 64-65, 882-883. Giovan Battista Manso, riconosciuto protagonista della scena cul-turale napoletana tra Cinque e Seicento, nacque a Napoli nel 1569 e vi mor nel 1645. Marchese di Villa, signore di Bisaccia e Panca, si dedic alle armi e alla poesia. Dapprima afliato allAccademia degli Svegliati guidata da Giulio Cortese (e a cui partecip anche il Marino), fond nel 1611 limportante Accademia degli Oziosi (di cui fu-rono soci tra gli altri il Della Porta, il Capaccio, il De Pietri, Paolo Beni). Fu amico e mecenate di vari importanti letterati : Tasso (che gli dedic il dialogo Il Manso overo de lamicizia), Marino (che compose gli argomenti per la sua Erocallia, mentre si era rifutato di scrivere quelli per la Gerusalemme liberata), Milton (che gli dedic la pi bella delle proprie sylvae latine, Mansus). Pubblic nel 1608 i Paradossi, dialoghi damore di natura flosofca (poi rifusi allinterno dellErocallia), ma si impose nel panorama letterario con limportante Vita di Torquato Tasso, del 1621 ; nel 1628 pubblic lErocallia, la quale non fu per il magnum opus che ormai tutti si attendevano da lui ; nel 1635 fu poi la volta delle Poesie nomiche, divise in rime amorose, sacre e morali. Di lui si conserva anche una monumentale Enciclopedia tuttora inedita ; molte altre sue opere manoscritte, sui pi svariati argomenti, sono andate perdute (fra queste, anche una Vita del Marino). Cfr. G.Ferroni, A.Quondam, La locuzione artifciosa : teoria ed espe-rienza della lirica a Napoli nellet del manierismo, Roma, Bulzoni, 1973, pp. 423-426 ; B. Basile, Nota biografca, in G. B. Manso, Vita di Torquato Tasso, Roma, Salerno Editrice, 1995, pp. xxxvi-xlii. SullErocallia (oltre alle pagine gi citate del libro di Ferroni e Quondam), cfr. A. Quondam, La parola nel labirinto. Societ e scrittura del Manierismo a Napoli, Roma-Bari, Laterza, 1975, ad indicem ; G. Baldassarri, Interpretazioni del Tasso. Tre momenti della dialogisti-ca di primo Seicento, Studi tassiani , xxxvii, 1989, pp. 65-86. SullAccademia degli Oziosi, cfr. Maylender, Storia delle accademie, cit., iv, pp. 183-190 ; Ferroni,Quondam, La locuzione artifciosa, cit. (soprattutto il capitolo La politica culturale del conte di Lemos, pp. 247-269) ; G. de Miranda, Una quiete operosa. Forme e pratiche dellAccademia napoletana degli Oziosi 1611-1645, Napoli, Fridericiana, 2000. 2of, xxiv, str. i, vv. 7-8.3Oltre al gi ricordato passo di cc. 86v-87r, cfr. cc. 38r, 89r-v, 89v-90r, 99v, 100r.4Cfr. Ferroni, Quondam, La locuzione artifciosa, cit., p. 424.5A supporto di tale defnizione, Manso allega, oltre allautorit di Ariosto, quelle di Virgilio (pp. 64-65, 882-883), Seneca (pp. 64-65), Petrarca (pp. 64-65, 882-883) e Ficino (pp. 64-65).Manso. 1 Molto spesso questi autori ricordano gli efficaci versi ariosteschi E quale dipazziasegnopiespresso/che,peraltrivoler,perdersestesso ? .2Special-menteinteressantisonoicasidiVitaleZuccoloedelManso.Sesiesaminanole occorrenzeincuiZuccolocitaAriosto,cisiaccorgefacilmentechelamaggior parte di esse riguarda il furore di Orlando. 3 Ancor pi significativo il caso del Manso : infatti, in unopera quale lErocallia, di dimensioni gigantesche (pi di mil-le pagine a stampa) e con ambizioni di repertoriamento attraverso le auctoritates di tutto lo scibile sullamore e sulla bellezza, 4 Manso limita le citazioni da Ariosto a solo tre occorrenze : e in ben due tra queste tre occorrenze, Ariosto viene ricordato appunto per il nesso tra amore e follia. Nel primo caso (pp. 64-65), Manso afferma recisamente che l nostro Ludovico a dimostration di ci [che lamore sia pazzia di cerebro ] compose tutto l suo Furioso ; nel secondo caso (pp. 882-883), vengo-no citati i soliti versi gi sopra ricordati, E quale di pazzia segno pi espresso / che,peraltrivoler,perdersestesso ? .Mansoriconoscequindinelladefinizione di amore come follia il tratto pi tipico dellAriosto (il che risulta particolarmente chiaro dal passo di pp. 64-65). 5 Ariosto nella trattatistica amorosa del Cinquecento e del primo Seicento1431Cfr. Il libro della bella donna, in Trattati del Cinquecento sulla donna, a cura di G. Zonta, Bari, Laterza, 1913, pp. 221-308. Federico Luigini nacque a Udine intorno al 1530 : si ignora invece lanno e il luogo della morte. Fu fra-tello del notevole latinista Francesco e cugino di Marcantonio, noto per una sua opera enciclopedica che risente dellinfusso di Giulio Camillo. Ancora giovanissimo si trasfer a Venezia, dove strinse amicizia con vari letterati, fra cui soprattutto il Ruscelli. Il Libro della bella donna (dato alle stampe nel 1554 grazie allinteressamento del Ru-scelli) la sua opera pi famosa, ma scrisse pure poesie (in italiano ma anche in friulano), un Liber proverbiorum modellato forse sugli Adagia di Erasmo e una traduzione italiana di un operetta spirituale sempre erasmiana : queste sue ultime due opere sono andate perdute. Cfr. la voce relativa a questo autore, scritta da F.Cirilli, in Dizionario Biografco degli Italiani, lxvi, cit., 2006, pp. 502-503. Su Il libro della bella donna, cfr. L. Zilli, Il libro della bella donna di Federico Luigini da Udine, Quaderni Utinensi , 1-2, 1983, pp. 19-33 e la tesi di laurea di M. Spazza-pan, La formazione culturale e letteraria del Luigini e Il Libro della bella donna, relatore E. Guagnini, Universit de-gli Studi di Trieste, Facolt di Lettere e Filosofa, a.a. 1981-1982. Su Federico Luigini poeta in friulano si pu vedere R. Pellegrini, Versi friulani di Federico Luigini, Metodi e ricerche , n.s., iv, 2, 1985, pp. 39-44. Sui suoi interessi per lerasmismo : S. Cavazza, Inquisizione e libri proibiti in Friuli e a Gorizia tra Cinquecento e Seicento, Studi goriziani , 43, 1976, pp. 29-80 : in part. p. 63 ; S. SeidelMenchi, Erasmo in Italia : 1520-1580, Torino, Bollati Boringhieri, 1987, pp. 319, 397, 456. 2Cfr. Trattato di amore, cit., c. F 3r-v.3IlMinturnooverodelabellezza,inTasso,Dialoghi,cit.,ii,pp.983-1012.Perquestodialogo,cfr.almeno :F. Chiappelli, Ariosto, Tasso e la bellezza delle donne, Filologia e critica , ii-iii, 1985, pp. 325-341 ; G. A. Camerino, Lo stolto sguardo. Per unautocitazione nel Minturno , Italianistica , xxix, 1, 2000, pp. 75-82 ; M. C. Cabani, Lario-stismo mediato della Gerusalemme liberata , Stilistica e metrica italiana , 3, 2003, in part. pp. 66-72 ; M. Rossi, Se potesse defnirsi, potrebbe aver termine : il Minturno overo de la bellezza di Torquato Tasso, Lettere italiane , lviii, 4, 2006, pp. 549-583.Rilevante anche lutilizzazione delFurioso per i modelli di bellezza femminile. Si puricordareilLibrodellabelladonnadiFedericoLuigini. 1IlLibrodellabelladonna incentratosultemadelladonnaideale.Neldelinearelecaratteristichediogniparte del suo corpo, i personaggi del dialogo di Luigini ricorrono allautorit di un canone di scrittori : fra di essi, Ariosto uno dei pi citati, soprattutto per il ritratto di Alcina. Benedetto Di Falco ricorda la descriptio di Olimpia a proposito del fatto che gli amanti attribuiscono tutte le bellezze alle proprie amate, anche se nella realt impossibile che una donna sia perfettamente bella in ogni sua parte. 2 Nel dialogo Il Minturno di Tasso, 3 invece, assistiamo alla contrapposizione fra due concezioni di bellezza : quella del per-sonaggio Ruscelli, per cui la bellezza va ricercata semplicemente nella bellezza fsica, e quella del personaggio Minturno, per cui la vera bellezza quella durevole, il non so che deterno e divino che va colto con lintelletto, non con i sensi. Tasso fa ovviamen-te sua la posizione di Minturno, mentre la rozza visione materialistica di Ruscelli (die-tro alla quale si nascondono le idee del Nifo) viene umoristicamente dileggiata. A noi interessa notare che sono desunti dal Furioso i modelli di bellezza fsica prediletti, o per meglio dire voyeuristicamente concupiti, dallimmaginazione del personaggio Ruscel-li : tratto che ben si accorda con il gi menzionato culto per Ariosto proprio del Ruscelli storicamenteesistito.IlRuscellitassianoafermariguardoallabellezza : Iolacerco pi tosto in Marfsa e in Bradamante e in Olimpia, le cui bellezze furono descritte da lAriosto con tanta felicit di parole e di pensieri : laonde, sio fossi costretto a dir quel che sia la bellezza, direi che fosse una bella ad Olimpia somigliante, la qual non coperta da alcun manto o dalcun velo, ma ignuda si dimostrasse agli occhi de riguardanti (p. 993). interessante anche lentusiasmo di Ruscelli per i ritratti di Angelica e di Olimpia, monumentalmente immobili come statue. Ruscelli aferma : per mio parere eguale artifcio il dare il moto a le cose inanimate e il toglierlo a lanimate : per lAriosto ne la sua Olimpia non artefce men maraviglioso di Dedalo (p. 994). Ma Minturno si dimostra invece critico nei confronti di queste statuarie bellezze ariostesche. Ariosto un punto di riferimento privilegiato anche per un genere di opere con cui la trattatistica sullamore e sulla bellezza ha stretti legami di parentela : mi riferisco alla trattatistica sulleccellenza della donna, che assume anchessa dimensioni imponenti dal 144Maiko Favaro1Ci si pu fare unidea di quanto copiosa sia questa produzione leggendo i titoli citati in Rinaldi, Umanesimo e Rinascimento, cit., pp. 1726-1729. Questo genere vanta ovviamente precedenti illustri (si pensi solo al De mulieribus clarisdiBoccaccio ;troviamopaginecelebrisulleccellenzadelledonneanchenelterzolibrodelCortegianodi Castiglione). Oltre al volume della Marinelli ricordato nel corso del mio discorso, una delle opere oggi pi cono-sciute in questo ambito, anche grazie alla moderna edizione procuratane, quella (scritta nel 1525) di Galeazzo Flavio Capra : cfr. G. F. Capra, Della eccellenza e dignit delle donne, a cura di M. L. Doglio, Roma, Bulzoni, 1988 (lintroduzione della Doglio utilissima per approfondire gli antecedenti culturali di questo tipo di produzione) : in questopera, per, a diferenza che in quella della Marinelli, le citazioni poetiche fanno difetto e cos non tro-viamo riferimenti ad Ariosto. 2Cfr. Lassonto amoroso, cit., in part. pp. 26-27.3Riporto le indicazioni di pagina per i numerosissimi passi in cui viene fatto riferimento allopera ariostesca, di modo che si possa apprezzare immediatamente il rilievo che assume lauctoritas di Ariosto nel volume della Ma-rinelli (si tenga presente che lopera conta 326 pp.) : cfr. Marinelli, Le nobilt, et eccellenze delle donne : et i difetti, e mancamenti de gli huomini. Discorso di Lucretia Marinella. In due parti diviso, Venezia, Giovan Battista Ciotti, 1600, pp. 5, 7, 31-32, 34-35, 41, 46, 48-49, 53-54, 66, 72, 75-76, 84-85, 91, 98, 113-114, 116 (parte I, sulle nobilt, et eccellenze delle donne ) ; 142, 157, 166, 168, 169, 172, 173, 176, 186, 187, 205, 208, 219, 224-225, 230, 237, 248, 254, 256, 259-260, 261, 265, 272, 274, 275, 278-279, 318, 324 (parte ii, sui difetti, e mancamenti de gli huomini ). La veneziana Lucrezia Marinelli nacque nel 1571 e mor nel 1653. Si dedic soprattutto a temi spirituali e al genere epico : fra i suoi poemi, ricordo La Colomba sacra (1595), lAmore innamorato et impazzato (1598), LEnrico, overo Bisantio acquistato (1635, sul doge Enrico Dandolo e la quarta crociata : questo poema fu per lungo tempo lopera pi celebre della Marinel-li) ; fra gli scritti spirituali, si possono ricordare varie vite di santi (San Francesco, Santa Giustina, Santa Caterina da Siena) e La vita di Maria Vergine Imperatrice delluniuerso descritta in prosa et in ottava rima (1602). Scrisse anche lArcadia felice (1605) e varie rime. Cfr. Tiraboschi, Biblioteca modenese, cit., iii, pp. 159-163 ; Dizionario Enciclopedico Italiano, cit., vii, 1957, p. 419. Fra i vari studi dedicati alla Marinelli, segnalo soltanto : G. Conti Odorisio, Donna e societ nel Seicento : Lucrezia Marinelli e Arcangela Tarabotti, Roma, Bulzoni, 1979 (cfr. anche la recensione fattane da G.Rabitti, in Studi e problemi di critica testuale , xxiii, 1981, pp. 187-191) ; A.Chemello, La donna, il mo-dello, limmaginario : Moderata Fonte e Lucrezia Marinella, in Nel cerchio della luna : fgure di donna in alcuni testi del xvi secolo, a cura di M. Zancan, Venezia, Marsilio, 1983, pp. 95-170 ; Le stanze ritrovate. Antologia di scrittrici venete dal Quattrocento al Novecento, Mirano (Ve), Eidos, 1991, pp. 95-108 ; S.Datta, La presenza di una coscienza femminista nella Venezia dei primi secoli dellet moderna, Studi Veneziani , n.s., xxxii, 1996, pp. 105-135 ; Italian women writers fromRenaissancetothepresent :revisingthecanon,UniversityPark,PennsylvaniaStateUniversityPress,1996 ;G. Morandini, Sospiri e palpiti. Scrittrici italiane del Seicento, Genova, Marietti, 2002, pp. 51-67.4Caratteristica peculiare dellopera della Marinelli lutilizzo sistematico e copiosissimo di citazioni poetiche spesso non desunte dal solito Petrarca, ma dal mare magnum della poesia (soprattutto della lirica) cinquecentesca. Lunico altro trattatista in cui abbia riscontrato un fenomeno analogo Guido Casoni, il quale daltra parte ricor-re anchegli svariate volte allauctoritas ariostesca : per tali riferimenti ad Ariosto, cfr. Casoni, Della Magia dAmore, Venezia, Agostino Zoppino e nipoti, 1591, pp. 33, 42, 50, 66, 95, 102, 124, 127, 133, 141-142 (di questopera, esistono anche due edizioni recenti : Casoni, Della magia damore, a cura di E. Selmi, introd. di P. Guaragnella, Torino, Res, 2002 ; Casoni, Della magia dellamore, a cura di A. Maggi, Palermo, Sellerio, 2002). Sul Casoni, cfr. la voce di C. Mutini in Dizionario Biografco degli Italiani, xxi, cit., 1978, pp. 404-407. Sul suo Della Magia dAmore, cfr. A. Maggi, Della magia damore di Guido Casoni : un compendio della trattatistica rinascimentale sullamore, Revue des tudes italiennes , xliii, 1997, pp. 67-77.puntodivistaquantitativo. 1Mentrelamiaindagineriguardoaitrattatisullamoree sulla bellezza stata sistematica, quella dedicata ai trattati sulleccellenza della donna stata limitata ad alcune opere che mi sembravano particolarmente rappresentative del genere. bastato per far emergere che Ariosto viene utilizzato quale auctoritas di primo pianoneldimostrareleccellenzaelevirtdelledonne,cometestimonianoegregia-mente i casi del Barbabianca 2 e di Lucrezia Marinelli. 3 Soprattutto lopera di Marinelli mi sembra particolarmente interessante, non solo per il numero debordante di citazioni ariostesche,maancheperlasistematicitconcuiessesonoinseriteintuttiglisnodi fondamentalideldiscorso. 4Cominciandoconlesaminarelaprimaparte,quellache vuole dimostrare le nobilt, et eccellenze delle donne , Ariosto fornisce afermazioni importanti ed incisive gi al primo livello del discorso, quando lAutrice aferma in ge-neraleleccellenzadelladonna,senzaentrarenelmeritodellesingolevirt.Marinelli cita infatti Ariosto per sostenere che le donne, se come i maschi si potessero esercitare tuttoilgiornonellescienzeenellartemilitare,lisupererebberointuttelediscipline (pp. 31-32). E, sempre richiamandosi ad Ariosto, aferma che, se gli scrittori non hanno Ariosto nella trattatistica amorosa del Cinquecento e del primo Seicento1451I trattatisti precedenti, infatti, non avevano avuto difcolt ad utilizzare alcuni spunti oferti dal Furioso per sufragare idee di tipo misogino : nel Raverta di Giuseppe Betussi, p. es., veniva citato proprio lesempio di Dora-lice per provare quanto le donne siano instabili e leggiere (cfr. G. Betussi, Il Raverta, dialogo nel quale si ragiona damore e degli efetti suo, in Trattati damore del 500, a cura di G. Zonta, Bari, Laterza, 1912, p. 72). Per il Betussi, cfr. la voce di C. Mutini in Dizionario Biografco degli Italiani, ix, cit., 1967, pp. 779-781 ; L. Nadin Bassani, Il poligrafo veneto Giuseppe Betussi, Padova, Antenore, 1992.divulgato le splendide azioni delle donne, solo perch essi sono bugiardi, invidi, et empi (pp. 34-35). Ma il Furioso si rivela una miniera inesauribile soprattutto quando la Marinelli passa al secondo livello del suo discorso, esemplifcando una per una tutte le virtincuiledonneeccellono.Ilpoemaariostesco,conlasuaampiagalleriadiper-sonaggi (anche solo fuggevolmente ricordati, magari tramite paragoni o allinterno di parti encomiastiche), ofre materiale per riempire le varie caselle della griglia topica che lautrice vuole costruire a proposito delle virt femminili. Lo si pu riscontrare per lonest delle donne (grazie a Isabella, Fiordiligi ; vengono ricordati pure dei versi ario-steschi riguardanti Penelope), la prudenza (Ginevra Malatesta), la splendida magnifcen-za (Cleopatra), la liberalit e la cortesia (Olimpia), la maestria nellarte militare (Marfsa, Bradamante), lamore verso i propri congiunti (Drusilla, Vittoria Colonna). E non si pu neanche obiettare che nel Furioso vi sono per momenti schiettamente misogini, come quandoRodomonte,dopoesserestatorespintodaDoralice,inveiscecontrotuttele donne, o come quando loste racconta la novella di Astolfo e Giocondo. 1 Ariosto, infatti, osserva la Marinelli ci indica chiaramente quale credibilit dobbiamo accordare ad un personaggio incostante e volubile quale Rodomonte ; inoltre, aferma esplicitamente che il numero delle donne buone incomparabilmente superiore a quello delle cattive (come nei versi : [] per una, o per due, che trovi ree, / che cento buone sien creder si dee ) ; e mostra di pentirsi moltissimo per aver riportato la novella raccontata dalloste (pp. 113-116). Lo stesso tipo di griglia topica che ha esemplato per le virt delle donne, Marinelli la realizza per i difetti, e mancamenti degli uomini : e, anche in questo caso, Ariosto le utilissimo per lesemplifcazione. Grazie ai personaggi ricordati nel suo po-ema, Marinelli pu dimostrare che gli uomini sono invidiosi (tramite Gano), ubriaconi (Moschino), iracondi (Ezzelino, Marganorre, Grandonio), superbi (Senapo, Rodomon-te), vantatori (Guidon Selvaggio, Ferra), traditori (Gano, Bireno), incostanti e volubili (Rodomonte),ladri(Odorico,Brunello),vili(GradassodopolamortediAgramante, Martano), bestemmiatori (Rodomonte), maghi e indovini (Merlino, Atlante, Malagigi), bugiardi(Rodomonte),gelosi(Clodione,Rodomonte,ZerbinoquandovedeIsabella con Orlando), ornati, politi, bellettati, et biondati (Ruggiero), lagrimosi (Orlando, Sacripante ;gliuominiamantiingeneralesono lagrimosiingannatori ),giocatori(i giocatori uccisi da Cloridano), ignoranti (il re di Lidia), adulatori (i cortigiani).Fin qui mi sono sofermato sui temi principali per cui Ariosto viene citato nella trattati-stica sullamore (o su temi limitrof a quello amoroso) ; ma in alcuni trattati composti fra fne Cinquecento e inizio Seicento, quali lo Psafone di Melchiorre Zoppio e Il Gradenico di Ludovico Zuccolo, Ariosto acquista importanza ad un livello pi generale : non solo per alcuni temi particolari, bens per la concezione globale dellamore desumibile dalla sua opera. Considerando insieme i vari temi che ho illustrato, ci si rende conto facilmente che di Ariosto vengono riprese soprattutto le tinte pi drammatiche nella visione del fe-nomeno amoroso : la gelosia, la rarit dei corrispondenti desiri in amore, la negazione del libero arbitrio, lamore come negativit, lamore come follia. Oppure si riprendono le sententiae ariostesche pi serie ed elevate, allinsegna dellamor cortese, come per i versi Purchaltamenteabbialocatoilcore,/piangernonde,sebenlanguisceemuore . 146Maiko Favaro1rvf, 22, vv. 31-33. 2rvf, 78, vv. 12-14.3Aggiungo,amodipostilla,cheilFurioso,neidialoghidamorecinquecenteschi,oltreadessereutilizzato come auctoritas per i vari aspetti della scienza damore, pu anche diventare oggetto di digressioni nella conversa-zione. Cos, Betussi inserisce una parentesi sulle sviste di Ariosto nel Furioso (a proposito di un personaggio che era morto eppure ricompare in un episodio cronologicamente successivo del poema) : cfr. Betussi, Il Raverta, cit., pp. 109-110. Brunoro Zampeschi, invece, introduce una digressione in cui fa pronunciare unesaltazione entusiastica del Furioso quale capolavoro dei tempi moderni : [] Ma chi mai si fastidisce leggendo lopere del divino Marone ? Il qual si sforza sempre di non si servir dellarte, se non quanto necessario, nella qual forma miracoloso anchora ildivinoAriostoperlamaggiorpartedelsuoOrlando.Etdiquestosiatestimoniolesserestatostampato,con tutto chegli sia libro dautor moderno, pi di dua milla volte da venti anni in qua, il che non avvenuto anchora di qual si voglia altro poeta moderno, et forse non avver, se chi scrive, non cercher di asseguire quello, chegli miracolosamente possede. Et se ben sono molti dotti che lo lacerano, non per resta di farsi pi grande di giorno in giorno la sua gloria : et essi se non fanno meglio con loperare di quello, che facciano col biasmarlo resteranno alfnesepoltinelloblioinsiemeconlinvidia (B.Zampeschi,Linnamorato,s.n.t.,c.114r-v).PerloZampeschi, cfr.M.Vecchiazzani,HistoriadiForlimpopoliconvarierevolutionidellaltrecittadiRomagna,ii,Rimini,Simbeni, 1647, pp. 284-306. Sul suo Linnamorato, cfr. I. Botteri, Galateo e Galatei. La creanza e listituzione della societ nella trattatisticaitalianatraanticoregimeestatoliberale,Roma,Bulzoni,1999 ;Eadem,Dellamoredellonore,dellonore dellamore : Linnamorato di Brunoro Zampeschi, in Atti del Convegno internazionale su Onore : identit e ambiguit di un codice informale (Area mediterranea secoli xii-xx), Capodistria 11-13 novembre 1999, Acta Histriae , ix, 2000, pp. 159-180 ; Eadem,LeducazionesentimentalealtempodellaControriforma :BrunoroZampeschieilsuoInnamorato, Annalidi Storia moderna e contemporanea dellIstituto di Storia moderna e contemporanea, Universit Cattolica del Sacro Cuore , vii, 2001, pp. 28-43. Pu essere interessante ricordare che, nei primi anni ottanta del Cinquecento, Linna-morato divenne un libro proibito (cfr. U. Rozzo, Italian literature on the index, in Church, Censorship and Culture in Early Modern Italy, ed. by G. Fragnito, Cambridge, Cambridge University Press, 2001, p. 205).4Su queste tematiche vedi limportante, recentissimo volume, di E.Raimondi, Unetica del lettore, Bologna, il Mulino, 2007. Questo tipo di scelta da parte dei trattatisti ben si spiega con la gi ricordata ricezione cin-quecentesca del Furioso, attenta soprattutto alle componenti pi sublimi e patetiche del poema. Nei trattati di Zoppio e di Zuccolo, invece, la concezione ariostesca dellamore presentata quella che noi riconosciamo come pi tipica dellautore del Furioso : quella di un amore vicino allesperienza comune, che rifugge dalle troppo astratte sublimazioni dellamore platonico e accorda invece la dovuta importanza anche allappagamento sen-suale, oltre che alla corrispondenza spirituale. Sia lopera di Zoppio sia quella di Zuccolo dedicanoampiospazioallasprapolemicacontrolamoreplatonico,consideratocome innaturale, e alla rivalutazione degli aspetti pi sensuali dellamore petrarchesco, quelli meno riconducibili alla sublimazione platonica, come nei versi Con lei fossio da che si parte il sole, / et non ci vedessaltri che le stelle, / sol una nocte, et mai non fosse lalba 1 oppure Pigmalon, quanto lodar ti di / de limagine tua, se mille volte / navesti quel chi sol una vorrei : 2 passi scomodi, che avevano scandalizzato la maggior parte dei trattatisti. Per spiegare come vada realmente vissuto lamore in opposizione alle sublima-zioni neoplatoniche, sia Zoppio sia Zuccolo pongono Ariosto fra le principali autorit di riferimento. Zoppio dichiara lapidariamente che tutti i lirici insieme greci, e latini, non abbatterebbono il solo Petrarca : e tutti gli epici, non abbatterebbono lAriosto in materia amorosa (p. 167). Mentre Zuccolo defnisce Ariosto perfettissimo maestro dAmore (p. 26) e ricorda il suo celebre capitolo sulla notte damore perch il lettore capisca di quanta, e di quale esca fa dhuopo allamante, per disfamarsi nel suo digiuno, et per com-pir da ogni parte perfettamente il suo desiderio (ibidem). 3Dalla panoramica che ho delineato in questo mio intervento, penso si possa conclu-dere che anche lo studio dei trattati damore riveste un suo interesse per approfondire lemodalitdellaricezionediAriostoneltempo :studio,questosullaricezione,che giustamente viene particolarmente valorizzato nel panorama attuale degli studi, gra-zie alla sempre maggiore attenzione verso i diritti del lettore ed il suo ruolo attivo nei confronti del testo (nella sua interpretazione come nella sua riutilizzazione). 4Amministrazione e abbonamentiAccademia editoriale, Pisa RomaCasella postale n. 1, Succursale n. 8, i 56123 Pisa,tel. **39 050 542332, fax **39 050 574888,E-mail: [email protected]*Ufci di Pisa: Via Santa Bibbiana 28 i 56127 PisaE-mail: [email protected] di Roma: Via Ruggiero Bonghi 11/b i 00184 RomaE-mail: accademiaeditoriale.roma@accademiaeditoriale.itwww.libraweb.netPrezzi di abbonamento (2008):Italia: 325,00 (privati) 595,00 (enti, con edizione Online);Abroad: 625,00 (Individuals) 895,00 (Institutions, with Online Edition).Prezzo del fascicolo singolo: 200,00.I pagamenti possono essere efettuati tramite versamento su c.c.p. n. 17154550tramite carta di credito (Visa, Eurocard, Mastercard, American Express).*Autorizzazione del Tribunale di Pisa n. 9 del 24.5.1983Direttore responsabile: Francesco Varanini*Sonorigorosamentevietatilariproduzione,latraduzione,ladattamento,ancheparzialeo perestratti,perqualsiasiusoeconqualsiasimezzoeffettuati,compresilacopiafotostatica, ilmicrofilm,lamemorizzazioneelettronica,ecc.,senzalapreventivaautorizzazionescritta dellaFabrizioSerraEditore,PisaRoma,unmarchiodellaAccademiaeditoriale,PisaRoma.Ogni abuso sar perseguito a norma di legge.Propriet riservata All rights reserved Copyright 2009 byFabrizio Serra Editore, Pisa Roma,un marchio della Accademia editoriale, Pisa Roma.Stampato in Italia Printed in Italy*La Accademia editoriale, Pisa Roma, pubblica con il marchio Fabrizio Serra Editore, Pisa Roma, sia le proprie riviste precedentemente edite con il marchio Istituti editoriali e poligrafci internazionali, Pisa Roma, che i volumi delle proprie collane precedentemente edite con i marchi Edizioni dellAte-neo, Roma, Giardini editori e stampatori in Pisa, Gruppo editoriale internazionale, Pisa Roma, e Istituti editoriali e poligrafci internazionali, Pisa Roma.*issn 0391-3368issn elettronico 1724-1677isbn 978-88-6227-148-6SOMMARI OLUDOVI COARI OSTO:NUOVEPROSPETTI VEERI CERCHEI NCORSOA cura di Lina Bolzoni, Maria Cristina Cabani e Alberto CasadeiPremessa11Maria Cristina Cabani, Ovidio e Ariosto : legerezza e disincanto13Raffaele Ruggiero, Ne bis in idem. Ariosto lege Ovidio due volte43FrancescoFerretti,Bradamanteelegiaca.Costruzionedelpersonagioeinterse-zione di generi nellOrlando furioso63Annalisa Izzo, Il racconto di secondo grado nel Furioso77Eugenio Refini, Lisola-balena tra Furioso e Cinque canti87Giovanna Rizzarelli, Doni e Ariosto : illustrazioni per il Furioso riusate nei Marmi103RosannaMorace, SondiversoancordallAriosto :BernardoTassotraAriostoe Torquato119Maiko Favaro, Ariosto nella trattatistica amorosa del Cinquecento e del primo Seicento133Marco Dorigatti, Il volto dellAriosto nella letteratura e nellarte del Cinquecento147Martin McLaughlin, Lambigua freschezza dellOrlando furioso del 1516159Alberto Casadei, Nuove prospettive su Ariosto e sul Furioso167Andrea Torre, Il Furioso on the web. Un archivio digitale delle illustrazioni cinque-centesche del poema193bibliografiaLodovico Cardellino, Dante e la Bibbia (P. Gibellini)201Gaston Febus : Le Livre de Chasse MS M. 1044 The Pierpont Morgan Library, New York, Commentaire (M. Ciccuto)202Lucianof SamosataVivusetRedivivus,editedbyChristopherLigotaandLetizia Panizza (M. Ciccuto)203Anne Surgers, Et que dit ce silence? La rhtorique du visibile (M. Ciccuto)204Riccardo Scrivano, Ritratto di Annibal Caro (G. Stella Galbiati)206VincenzoMontielaFrancia,AttidelConvegnointernazionalediStudi(Parigi,24-25 febbraio 2006), a cura di Angelo Colombo (D. Vanden Berghe)209Giuseppe Langella, Amor di patria. Manzoni e altra letteratura del Risorgimento (Ch. Tognarelli)213Sophie Thomas, Romanticism and Visuality. Fragments, History, Spectacle (M. Ciccuto)215Antonio Palermo, I miti della societ e altri sagi alvariani (R. Scrivano)216Franco Vitelli, I cavilli e il germe. Prospezioni su Sinisgalli (N. Scafai)219Stefano Lazzarin, Fantasmi antichi e moderni. Tecnologia e perturbante in Buzzati e nella letteratura fantastica otto-novecentesca (G. Zagni)221Tzvetan Todorov, La letteratura in pericolo (D. De Camilli)223Notiziario227Libri ricevuti255