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CENTRO ITALIANO FEMMINILE Consiglio Regionale Emilia Romagna Astronomia, scienze e il genio delle donne "...occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei “I quaderni del C.I.F. – Emilia Romagna 4/2010” Bologna - Giugno 2010

Astronomia, scienze e il genio delle donne occorre ... · studiosa di astronomia lei stessa ne classificò e pubblicò i risultati: tre cataloghi con la descrizione di ~2500 nebulose

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CENTRO ITALIANO FEMMINILE Consiglio Regionale Emilia Romagna

Astronomia, scienze e il genio delle donne "...occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono".

Galileo Galilei

“I quaderni del C.I.F. – Emilia Romagna 4/2010” Bologna - Giugno 2010

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A cura di Laura Serantoni - Presidente Regionale CIF Emilia Romagna Coordinatrice del Progetto: Prof.ssa Carla Baldini - Vice Presidente CIF Emilia Romagna Impaginazione di Cristina Cenni

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Sommario: Presentazione del Progetto Donne in Astronomia di Carla Cacciari - astronoma INAF Bologna Intervista alla Dott.ssa Cacciari pubblicata su Avvenire – Bologna7 il 14 marzo 2010 Ricerca del Centro Italiano Femminile “Astronomia, scienze e il genio delle donne” All. Documento inedito” Valentina Tereskova a Bologna nel 1967” e comunicati stampa Allegati CD: - Ricerca classe 5a C Liceo Scientifico - Augusto Righi - “Le donne, la scienza, lo spazio…i problemi” 30 diapositive - Ricerca classe 2a H Liceo Scientifico - Enrico Fermi - “Viaggio nell’universo”

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Presentazione Il Centro Italiano Femminile - Comitato Regionale Emilia Romagna, a seguito dell'interesse suscitato, nell’ambito della ricerca scientifica, dall'anno internazionale dell'Astronomia 2009, ha realizzato un progetto sul tema” Astronomia, scienze e il genio delle donne:...occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono in quello che vedono". Galileo Galilei” proponendosi due obiettivi:

1) avvicinare gli studenti di alcune classi del Liceo Righi e del Liceo Fermi nell’anno scolastico 2009-2010 e le aderenti dell'associazione al mondo della ricerca scientifica intesa come indispensabile strumento per la formazione di una mentalità il più possibile condivisa, rispettosa della natura e dell'ambiente;

2) creare occasioni di ricerca per far conoscere e valorizzare il ruolo femminile nel mondo scientifico per passare "dalla discriminazione alla valorizzazione" della donna nel vasto campo del sapere.

L’iniziativa ha visto la collaborazione del Prof. Fabrizio Bonoli del Dipartimento di Astronomia di Bologna e di ricercatori/trici INAF che ringraziamo Il Centro Italiano Femminile ha organizzato per gli studenti, i docenti e le aderenti incontri per visite guidate ai Musei scientifici universitari, ha procurato le guide e raccolto materiale didattico. Sono stati organizzati incontri presso i due Licei con il Prof. Bonoli ed i suoi collaboratori, su richiesta dei docenti,di orientamento alle scelte universitarie e professionali(si allegano comunicati stampa).

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Su questo tema si è realizzato un importante dialogo con il prof. Bonoli che ha risposto personalmente via mail alle domande degli studenti interessati ad una scelta universitaria nel campo dell’astronomia. Al termine dell’iniziativa sono state consegnate agli studenti, agli insegnanti delle classi dei due Licei ed ai Dirigenti scolastici che hanno condiviso questa felice esperienza di collaborazione fra la scuola ed il CIF, una pergamena come segno di partecipazione al progetto(vedi comunicati stampa)

Le aderenti del CIF di Bologna hanno approfondito il contributo delle donne scienziate allo sviluppo delle scienze grazie alle lezioni dell’astronoma dell’INAF Dr.ssa Carla Cacciari a cui è seguita una ricerca sul tema “Il Contributo delle donne nella scienza” a cura del CIF Regionale Emilia Romagna con la metodologia del focus group.

L’allegata pubblicazione presenta la ricerca della classe 5 C degli studenti del Liceo Righi, della classe 2 H del Liceo Fermi, il contributo della Dr.ssa Carla Cacciari nel corso del convegno “Donne e cultura” ed una ricerca di un gruppo di aderenti CIF di Bologna. Si allegano due cd con foto degli studenti non pubblicabili per via della privacy e comunicati stampa.

La Presidente Reg.le CIF Emilia Romagna Dr.ssa Laura Serantoni

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2Urania, musa dell’AstronomiaAtena, dea della sapienza

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En Hedu’Anna (~2330 BC)figlia del re Assiro Sargon di Akka

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◊ sacerdotessa della dea Luna◊ studio degli astri e della luna◊ calendario

Sonduk (~630 BC, Corea): Conoscerò mai la verità sulle stelle? Sonotroppo giovane per avventurarmi in teorie sulnostro Universo. So solo che voglio capire dipiù. Io voglio sapere tutto quello che posso. Perchè dovrebbe essermi proibito?

Principessa della dinastia Silla, nel632 diventa la prima monarcadonna sul trono di Corea

Fa costruire il tempio-osservatoriochiamato Torre della Luna e del Sole, che sopravvive fino al XX secolo

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Figlia di Teone, notissimo studioso (geometria, matematica, astronomia, filosofia) di Alessandria

Lei stessa matematica, astronoma, filosofa, insegnante a capo dellascuola di Alessandria:

� Combinazione di conoscenze teoriche e pratiche

� Piena libertà di pensiero

� approccio razionale vs magico/mistico della scuola di Atene

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Ipazia (~ 370 – 415 AD, Alessandria d’Egitto)

Sinesio, allievo di Ipazia, scrive che Ipparco, Tolomeo e i successivi astronomi lavorarono su mere ipotesi, perchè le più importanti questioni non erano state ancora risolte e la geometria era ancoraai suoi primi vagiti… ora si è ottenuto di perfezionarnel’elaborazione…

Sinesio fornisce un esempio di perfezionamento: fa costruire un astrolabio più accurato di quello di Ipparco… concepito sulla base di quanto mi insegnò la mia veneratissima maestra…

Raffaello: la Scuola di Atene

Astrolabio andaluso, Toledo 1067

Ipazia fu uccisa barbaramente da un gruppo di monacimandati dal vescovo Cirillo

Hildegard von Bingen (1099-1179): badessa di St. Rupert a Bingen-am-Rhine fu grande mistica, studiosa di musica, medicina, donna di grandecultura … riverita e rispettata

Maria Gaetana Agnesi (1718-1799): bambina prodigio, a 9 anni conosceva 7 lingue … Ottenne la cattedra di Alta Matematica all’Università di Bologna daPapa Benedetto XIV (Lambertini)

Laura Bassi (1711-1778): professore di Anatomia all’Università di Bologna nel 1731, prima donna in Europa ad essere nominata a capo di un dipartimento di Filosofia nel 1733, amica e corrispondente di Voltaire, ebbe12 figli e lavorava da casa mentre crescevano … tornò all’Università diBologna nel 1776 come Professore di Fisica Sperimentale

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Caroline Herschel (1750-1848): Astronoma, matematica, cantante lirica

1771: raggiunse il fratello William a Bath, comegovernante della sua casa

cantante lirica e poi aiutante del fratello e studiosa di astronomia lei stessa

ne classificò e pubblicò i risultati: trecataloghi con la descrizione di ~2500 nebulose

�� forma lenticolare 3D della Galassia

scoprì 8 comete

1786: prima donna a scoprire una cometa

1822: ritorna ad Hanover, cataloga tutte le scoperte sue e del fratello e le manda allacomunità scientifica in Inghilterra

1835: prima donna membro onorario della Royal Astronomical Society

1838: membro della Royal Irish Academy

1846: prima donna Medaglia d’Oro delle Scienzedel re di Prussia

Prima donna ad ottenere un impiego pubblicoscientifico (salariato) in Inghilterra. 7

1756: Guerra dei Sette Anni – da Hannover emigrain Inghilterra � Solista (oboe, violino) e insegnante di musica1776: inizia a costruire telescopi1781: scoperta accidentale di Urano1782: nominato Astronomo del Re � vitalizio 200 sterline/anno � 2000 sterline per telescopio riflettore D> 1m1787: Titania e Oberon, satelliti di Urano1789: Mimante e Encelado, satelliti di Saturno1800: scoperta dei raggi infrarossi1816: insignito del titolo di baronetto

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Edward Charles Pickering (1846-1919) Direttore del Harvard College Observatory (HCO)

Spettroscopia stellareStelle variabili

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Williamina Fleming (1857-1911): governante di Pickering, studiosa di astronomia ad Harvard. Diede inizio al sistema di classificazione stellare ancora in uso ai nostri giorni.

Annie Cannon (1863-1941): la piu famosa delle calcolatrici di Pickering, definì nei dettagli ilsistema di classificazione delle stelle mediante l’uso della spettroscopia.

Henrietta Leavitt (1868-1921): scoprì la relazione Periodo-Luminosità delle stellevariabili Cefeidi che costituisce la base della misura delle distanze in astronomia, da cui la stima della grandezza (e dell’età) della nostra Galassia e dell’Universo …

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Altro che paperdolls …

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40 /802 = 5% hanno avuto il premio Nobel dal 1901 al 2009, di cui

◊ 5 / 342 = 1.5% in Fisica o Chimica

◊ 10 / 195 = 5.1% in Fisiologia o Medicina (tra cui Rita Levi Montalcini 1986, unica italiana in campo scientifico)

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1903:Henri BecquerelPierre CurieMaria Curie

Scoperta e studio della radioattività

1911:Maria Curie

Scoperta deglielementio Radio e Polonio

1935:Irène Curie-JoliotFrédéric Joliot

Sintesi di nuovi elementiradioattivi

Lise Meitner (1878-1968): fisica e chimica, studi sullastruttura atomica e la fissione nucleare, in collaborazione con Otto Hahn, Max Plank e in contatto con Albert Einstein e Marie Curie. Nel 1944 Nobel per la chimica a Otto Hahn, non a lei che era fuggita da Berlino perchèebrea. A lei varie lauree ad honorem e una brillantecarriera

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Ci sono anche le donne brave ma menofortunate …

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Rosalind Franklin (1920-1957): chimica, biologia, cristallografia X � scoperta della struttura del DNA …

il premio Nobel 1962 per la Medicina o Fisiologia fu dato a Wilkins, Watson & Crick (lei era morta di cancro nel frattempo)

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Jocelyn Bell Burnell (1943-):

1967: durante il dottorato di ricerca all’Università diCambridge, studiando l’emissione radio di QSOs, fecele osservazioni radio che portarono alla scoperta dellepulsars: segnali regolari con periodo di 33 msec

�� little green men?

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stella di neutroni, residuo di una esplosione di supernova (SN 1054 – Crab Nebula) in rotazione veloce, emette radiazione a tutte le energie concentrata in un fascio dal forte campo magnetico (effetto faro)

� premio Nobel 1974 a Hewish & Ryle per avere spiegato la prima pulsar

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Inaugurato nel 1976, di proprietà dell’Università di Bologna ma gestitodall’Osservatorio Astronomico … secondo telescopio piu’ grande in Italia: 152cm diametro contro i 180cm del telescopio di Asiago

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AAT e il Polo Sud

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La luna tramonta sulle

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Gli uffici e la foresteria per gli ospiti del RGO erano nel castello di Herstmonceux(costruito da Enrico VI intorno al 1450) fino alla fine degli anni ‘70.

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IUE: 2/3 NASA e 1/3 ESA, lanciato a Gennaio 1978 e in funzione fino a Settembre1996, uno dei progetti spaziali di maggior successo nella storia dell’astronomia dallospazio

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VILSPA, la tracking station europea di IUE a Villafranca (Madrid)

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HST: 80% NASA e 20% ESA, lanciato nel 1990 e ancora in funzione, il progetto spaziale che ha segnato una svolta nella storiadell’astronomia …

http://www.stsci.edu 21

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Progetto interamente Europeo (ESA), lancioprevisto per il 2012, circa 400 scienziati di 20 Paesi impegnati alla preparazione per iltrattamento e lo sfruttamento scientifico deidati, INAF e ASI finanziano il progetto

Studio della Galassia: 1 miliardo di stelle per capire tutto della sua struttura, cinematica, chimica, formazione ed evoluzione ...

L’Italia partecipa con ~ 70persone, di cui 12 a Bologna,

… 6 donne su 12 …

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INAF UniBoPT 2009-2011

--- iscritti 56--- laureati 5953 ricercatori 4823 associati 36

16-40 ordinari 2025 pers. stabile 3641 pers. precario 84

% DONNE

26�

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Il Contributo delle donne nella scienza a cura del CIF Regionale Emilia Romagna

Le donne e la scienza hanno proceduto nel passato su cammini distanti di cui per lungo tempo la storia ha ritardato l'incontro.Due dati sono sufficienti a dar conto di questa difficoltà: le scienziate insignite del premio Nobel sono solo sedici e il numero di donne cui vengono affidati ruoli di rilievo nella ricerca e nelle istituzioni è ancora molto esiguo, malgrado da anni gli istituti scientifici delle università siano frequentati soprattutto da ragazze nonostante la popolazione femminile con titolo di studio superiore abbia toccato nel nostro secolo percentuali sempre più alte. Il 2009 è stato un anno record per la storia del Premio Nobel, istituito nel 1901. Non era mai successo prima che nello stesso anno cinque donne ricevessero il prestigioso premio: quattro per le scienze e uno per la letteratura. Le ricercatrici Elizabeth Blackburn e Carol Greider, sono state premiate insieme per la medicina e Ada Yonath per la chimica. Un record che si aggiunge ad un'altra novità: per la prima volta da quando è nato il Nobel per l'economia, il riconoscimento è stato assegnato ad una donna, la statunitense Elinor Ostrom. Come spiegare i motivi della scarsa presenza femminile nella storia della scienza, le defezioni che si verificano alla fine della carriera scolastica o gli steccati nelle discipline “eccellenti”? Per rispondere a queste domande ci rifacciamo agli esiti di una indagine del Centro Eleusi – Pristem dell'Università Bocconi di Milano avviata nel 1997, coordinata da Sara Sesti dell’Associazione Donne e Scienza e che ha dato vita a due momenti: la mostra itinerante “Scienziate d'Occidente. Due secoli di storia” sulla presenza delle donne nelle cosiddette “discipline dure” a partire dalla seconda metà dell'Ottocento e il libro “Scienziate nel tempo. 70 biografie" che ha ampliato la ricerca.

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Obiettivi della ricerca Un obiettivo della ricerca è stato quello di dare visibilità alle scienziate, di mostrarne i visi e l'aspetto fisico per strapparle dall'anonimato. Sono state privilegiate studiose le cui opere e scelte di vita sono sembrate particolarmente indicative di un modo di stare nella scienza - da Teano di Crotone, moglie di Pitagora, matematica e filosofa del VI secolo a.C., fino a Vandana Shiva, fisica indiana che ha fondato un movimento contro le manipolazioni genetiche - o che sono state significative per la storia delle donne più in generale come la fisica serba Mileva Maric, che visse una vita difficile all'ombra del marito Albert Einstein o l'avventurosa Maria Sibylla Merian, pittrice ed entomologa tedesca vissuta nel Seicento, che all'età di 52 anni, lasciato un noioso marito, partì per la Guiana Olandese con le figlie per completare le sue ricerche sulle metamorfosi degli insetti. Alcuni risultati Sono soprattutto le vicende delle scienziate vissute fino all'Ottocento, quando alle donne era negata un'istruzione adeguata, quelle che rivelano alcune costanti rispetto al ruolo che la società ha avuto nei loro confronti. Nelle biografie delle donne che si sono affermate si nota la presenza di una figura maschile molto importante, un marito, un tutore, un padre o un fratello accanto ad una fanciulla particolarmente dotata. Le coppie più famose sono quelle formate dalla matematica Ipazia e dal padre Teone, dall'astronoma Caroline Herchel e dal fratello William o dai coniugi Lavoisier, fondatori della chimica moderna. Un'altra costante è l'attenzione molto viva per le poche donne che si imponevano in virtù delle proprie capacità e quella altrettanto sollecita ad impedire che il fenomeno si estendesse, escludendole per esempio dalle università e dalle accademie. La matematica Maria Gaetana Agnesi, bambina prodigio vissuta nel Settecento, dall'età di 9 anni veniva esibita dal padre nella casa milanese, alla presenza di intellettuali locali o di passaggio e si confrontava con loro su temi filosofici e matematici, rispondendo a ciascuno nella sua lingua - ne parlava sei – ma doveva studiare con istitutori privati.

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Si osserva infine la caduta a picco della memoria storica riguardo alle donne di scienza e al loro operato, un fenomeno favorito dal fatto che quasi sempre, per essere prese in considerazione, dovevano pubblicare col nome dei mariti o con uno pseudonimo maschile e perciò, spesso le loro opere venivano attribuite ai maestri. Sophie Germain nell'Ottocento si firmava " Monsieur Le Blanc" per poter comunicare con la comunità dei matematici. Paradossale è la vicenda di Trotula de Ruggiero, medico medievale della rinomata Scuola delle Mulieres Salernitanae. Nonostante firmasse le sue opere col proprio nome, nelle trascrizioni successive questo diventò "Trottus" forse perchè qualche zelante copista ritenne impossibile che una donna avesse delle competenze in campo medico.

L'apertura delle università E' stata l'apertura delle università alle donne, avvenuta per la prima volta nel 1867 all'Ecole Politecnique di Zurigo e in seguito negli atenei degli altri Paesi europei, a segnare una svolta, indicando il momento in cui il contributo femminile alla ricerca scientifica ha potuto estendersi in tutte le direzioni. Prima di allora solo le Università italiane avevano insignito di un titolo accademico, ma in via eccezionale, alcune donne ritenute speciali come la nobile veneziana Elena Cornaro Piscopia che fu la prima al mondo ad ottenere una laurea, attribuitale dall'Università di Padova, in filosofia, nel 1678.

Caratteristiche comuni alle donne di scienza Dalle storie delle scienziate non emergono invece costanti importanti riguardo alle loro capacità personali o al loro modo di essere. Non si ritrova uno stereotipo di scienziata, tantomeno quello tramandato dalla letteratura romantica di una donna poco femminile, troppo di testa e quindi poco di cuore, a volte stravagante e magari un po' ridicola. Le caratteristiche comuni mi sembrano di altra natura: da sempre le donne si sono riservate il campo della divulgazione (vera maestra è Margherita Hack) e più recentemente tale vocazione si esprime affiancando all'attività di ricerca quella didattica.

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Altre costanti sono state la pazienza e la tenacia nel condurre a termine ricerche che, soprattutto prima dell'invenzione del calcolatore, richiedevano lunghissimi tempi in calcoli precisi e laboriosi, oppure in tecniche estenuanti e faticose, come ad esempio i lavori delle équipes di solo donne che infaticabilmente e per decenni hanno lavorato ai due più importanti cataloghi stellari dell'Ottocento: il catalogo fotografico La Carte du Ciel e quello Fotometrico di Harvard. Un'altra costante ancora è stata la straordinaria sapienza nell'operatività pratica, che spesso si è tradotta nella vera e propria invenzione e costruzione di nuovi strumenti dal bagnomaria di Maria l'Ebrea la più importante alchimista dell'antichità, fino alle apparecchiature accurate della fisica nucleare Chien-Shiung Wu, una delle ottantatre scienziate che hanno partecipato negli anni Quaranta al Progetto Manhattan, il Programma segreto di Enrico Fermi per la costruzione della bomba atomica.

I Nobel negati Il Premio Nobel - istituito nel 1901 - è stato assegnato fino al 2009 solo a 41 donne (in percentuale rappresentano circa il 4% del campione!). Il numero scende a 16 se consideriamo le scienziate che lo hanno ottenuto fino al 2009 in discipline scientifiche, nei settori della fisica, della chimica dell'economia e della medicina (il Nobel non è previsto per la biologia e la matematica). Con il nome "Nobel Negati" definiamo alcune ricercatrici, che pur avendo preso parte a progetti premiati, furono penalizzate rispetto ai loro colleghi. Non hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento scienziate di rilievo come la biologa molecolare Rosalind Franklin, l'astronoma Jocelyn Bell-Burnell, le fisiche Mileva Maric-Einstein, Lise Meitner e Chien-Shiung Wu.

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Ecco in breve come andarono le cose

Rosalind Franklin Diede un contributo rilevante alla biologia molecolare, fornendo le prove sperimentali della struttura del DNA. Per questa scoperta

ricevettero il Nobel i suoi colleghi Crick e Watson che realizzarono il modello a doppia elica grazie alle fotografie della diffrazione ai raggi X del DNA scattate dalla Franklin, sottratte dal laboratorio della scienziata. La verità fu rivelata solo molti anni dopo, dallo

stesso Watson, nel suo libro "La doppia elica", dove lo scienziato racconta l'episodio del furto in termini scherzosi.

Jocelyn Bell-Burnell

Scoprì, quando era ancora studente di Astronomia, i pulsar, corpi

celesti la cui apparizione fu del tutto inaspettata, poiché non si inserivano nel contesto teorico dell'epoca. Il Nobel per la scoperta fu

assegnato al relatore della sua tesi, il professor Anthony Ewish.

Lise Meitner

Fu la prima donna ad ottenere la cattedra di fisica presso una università tedesca. Fornì la prima interpretazione esatta della fissione nucleare, ma il Nobel fu assegnato solo ad Otto Hahn con cui aveva

lavorato in questo campo.

Chien-Shiung Wu

Una delle 86 scienziate che parteciparono al Progetto Manhattan. Il suo risultato scientifico più importante fu la dimostrazione, mediante un esperimento da lei sviluppato, che il "principio di parità" fino ad

allora ritenuto intoccabile non è sempre valido in campo subatomico. Per questa scopera il Nobel andò ai suoi colleghi Tsung Dao Lee e

Chen Ning Yang.

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Annie Jump Cannon (1863 - 1941)

Prima donna eletta Direttore della American Astronomical Society, all'osservatorio dell'Università Harvard di Cambridge,

Massachusetts, scoprì 300 stelle variabili, cinque novae e una "nova nana" (SS Cygni). E' ricordata soprattutto per la lunga ricerca,

finanziata da Ruth Draper, durante la quale analizzò e catalogò circa 500 mila spettri stellari. Ne teorizzò le differenze, gettando cosi le

basi dello studio dell'evoluzione delle stelle. Il suo metodo per classificarle é tuttora in uso.

Nettie Maria Stevens (1861-1912)

Fu una delle prime scienziate a farsi un nome nel campo della biologia. Nel 1905 ricevette il premio "Ellen Richards" e nello stesso

anno pubblicò una ricerca che rivoluzionerà le conoscenze biologiche sulla determinazione ereditaria del sesso attraverso i cromosomi, ponendo le basi teoriche e metodologiche su cui si

fonderà nel 1910 il famoso laboratorio delle mosche drosofile, diretto da T. H. Morgan (premio Nobel di genetica nel 1933).

Il caso Mileva Maric- Einstein

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Mileva Maric-Einstein

Quello di Mileva Maric è un caso che ha suscitato molte polemiche: moglie del fisico di Ulm per sedici anni, divise con lui i momenti cruciali della formulazione della teoria della relatività. Studiavano e lavoravano insieme, al punto che si definivano "ein stein" ("una sola pietra"). Il lavoro di Mileva si confuse talmente con quello di Albert che non è più possibile ricostruirlo e capire quanto meritasse il Nobel assegnato al marito.

Le "grandi" della scienza Le prerogative citate sopra: pazienza, tenacia, operatività pratica, hanno una valenza ambigua e sembrano riduttive in quanto richiamano qualità domestiche da sempre attribuite al femminile. Però fanno risaltare, per contrasto, la genialità e il ruolo eminente che alcune scienziate hanno ricoperto in diversi settori. Basti ricordare Emmy Noether fondatrice dell'Algebra moderna, Sonja Kovalevskaja prima donna docente in una università, Rosalind Franklin che ha trovato le prove sperimentali della struttura a doppia elica del DNA, Lise Meitner che per prima ha interpretato correttamente il fenomeno della fissione nucleare o la Nobel Barbara McClintock che con le sue ricerche ha rivoluzionato la genetica classica lavorando con un metodo definito da Evelyn Kox Keller “sintonia con l'organismo”, un modo di procedere molto diverso dal

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classico paradigma dell'oggettività scientifica. Le pioniere Le donne di scienza furono spesso presenti da pioniere in settori nuovi o di frontiera della ricerca: la fondatrice dell'ecologia fu Ellen Swallow nel 1870, ma il settore fu classificato allora come economia domestica; la matematica Ada Byron, figlia del famoso poeta, nell'Ottocento anticipò i principi organizzativi del calcolo automatico moderno, le basi dell'informatica. Quando però il nuovo campo si consolida, arrivano le istituzioni, il potere e i soldi, le ricercatrici ne vengono estromesse o addirittura se ne auto-emarginano. Come interpretare questa scelta negativa? E' dovuta alla scarsa attitudine delle donne alla competizione? ad una non accettazione dei modi del lavoro maschile? o al fatto che sono ancora molto penalizzate dal diverso carico nella divisione del lavoro familiare?

Le questioni aperte Non sono solo queste le domande ancora aperte sul rapporto delle donne con la scienza. Alcune questioni ci sembrano irrisolte e crediamo importante proporle alla discussione, in relazione alle trasformazioni avvenute, per cercare delle possibili risposte. La prima è se si possa parlare di un “genere” della scienza, se esista cioè un modo specifico delle donne di accostarsi al sapere scientifico, la seconda se la presenza sempre maggiore delle donne nella ricerca - le Facoltà di Biologia e di Medicina sono addirittura prevalentemente femminili - possa fare qualcosa per migliorarla Chi risponde in modo negativo alla prima domanda ritiene che la scienza sia solo un modello matematico della realtà e come tale non abbia senso attribuirle un sesso, poiché si tratterebbe di un pensiero che ha in sé i parametri della propria validità ed è quindi indipendente da chi lo formula. Affermare invece che esiste un approccio “femminile” alla scienza è rischioso. Il rischio consiste nel dire banalità o nell'arrivare a sostenere posizioni decisamente discutibili, come hanno fatto alcuni movimenti femministi statunitensi o del mondo anglosassone, quando hanno affermato che la scienza è contraria alla natura delle donne, che urta la loro

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sensibilità e le ferisce, perché le donne sono dalla parte della Natura e una cultura di dominio non può essere per loro. La ricerca citata sembra indicare che si possa parlare di un approccio femminile al sapere scientifico, almeno per due aspetti: le scienziate danno più importanza al linguaggio cioè alla parola, al modo di esprimere i contenuti delle ricerche e danno anche più importanza alla tecnica, intesa sia come tecnologia che come pratica, metodo, calcolo. Queste capacità, che non sono da ascrivere al DNA o ai cromosomi, ma che sono legate alle condizioni in cui storicamente le donne hanno operato, diventano adesso sempre più importanti. Le donne e la nuova scienza Prima di tentare una possibile risposta alla seconda domanda occorre nominare alcuni dei cambiamenti intervenuti in ambito scientifico e i problemi che ne sono derivati. La Fisica, che aveva raccolto grandissimi investimenti sia di professionalità che di studi economici all'inizio del secolo, ha ceduto il posto alla Biologia, che è diventata il volto nuovo della scienza investendola di continue trasformazioni. Se pensiamo che la scoperta della struttura del DNA è del 1953 e che nel 1976 già si facevano esprimenti di ingegneria genetica, possiamo dire che dal punto di vista scientifico, il ventesimo secolo è stato brevissimo e ci sembra che proprio la rapidità dei cambiamenti sia il primo problema da affrontare perché spesso la trasformazione non riesce ad essere accompagnata da una riflessione adeguata da un punto di vista culturale ed epistemologico, cioè della comprensione dei linguaggi e dei concetti. Un altro problema è dato dal fatto che in tempi brevissimi le trasformazioni si traducono in innovazioni tecnologiche che entrano nel mercato per cui la scienza è pressata da interessi che sono politici, economici e quindi è sollecitata a rispondere a domande che non sono più solo quelle teoriche del sapere quali sono le nuove frontiere della conoscenza, ma riguardano la capacità di migliorare prodotti e mercati, la richiesta di essere i primi in un certo settore tecnologico o strategico Gli interventi soprattutto nel settore della Biologia, dove ormai si punta nella modifica del vivente all'innovazione anche per quanto riguarda la terapia - non si pensa più al farmaco chimico di sintesi,

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ma al prodotto biologico con cui curare i nostri mali - preoccupano per quelli che possono essere i rischi dal punto di vista evolutivo, di intervento sul vivente e sul mondo - rischi denunciati puntualmente dalla scienziata indiana Vandana Shiva. Molte perplessità nascono, inoltre, per lo sconquasso che le ricerche biologiche creano nella nostra cultura, nel nostro immaginario, nei simboli con cui abbiamo fin qui elaborato il nostro rapporto con la natura. L'idea che siamo noi a fabbricare il mondo vivente, ad agire come dei e a modificare tutto sconvolge il mondo simbolico che riguarda il nostro rapporto con piante ed animali e rispetto al passato non abbiamo il tempo di accompagnare la trasformazione che stiamo operando con un pensiero che ci renda sereni rispetto ai cambiamenti e consapevoli di poterli governare

Il contributo delle ricercatrici Se torniamo alla seconda domanda: “le donne, presenti in grandissimo numero nella nuova scienza possano fare qualcosa per migliorarla?”, riteniamo che la risposta possa essere affermativa. La ricerca, per come si sta svolgendo oggigiorno, non è un'attività eminentemente teorica: c'è il contributo del pensiero, c'è un nucleo profondo, duro, costituito dalla riflessione, dall'immaginazione e dallo slancio teorico, ma tutto questo è agganciato ad un sociale economico e politico che ormai pesa fortemente sulle direzioni della scienza Crediamo dunque che le donne possano avere un ruolo importante in quanto si interrogano molto di più sul tipo di lavoro che stanno facendo, si preoccupano del linguaggio, del trasferimento e della comunicazione di quello che stanno studiando e questi sono certamente elementi che possono portare un contributo di genere. L'attenzione a quello che facciamo e alla comunicazione, sviluppata nella storia che abbiamo vissuto, diventa adesso un elemento fondamentale perché il riuscire a porre domande, a guadagnare tempi per la riflessione e parole per la comunicazione implica assunzione di responsabilità nell'elaborare le forme del nostro futuro e diventa certamente un valore aggiunto nella ricerca.

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La situazione italiana Gli ultimi dati sulla relazione donne e scienza vengono dal testo“Figlie di Minerva. Primo rapporto sulle carriere femminili negli enti pubblici di ricerca italiani”, una inchiesta coordinata da Rossella Palomba, pubblicata da Franco Angeli. E' il risultato dell'indagine di quattordici autrici, in prevalenza esperte di demografia e statistica, partita dopo due riunioni avvenute a Bruxelles nel 1993 e nel 1998 tra parlamentari, ministri e mezzo migliaio di ricercatrici europee. Incitate dallo slogan della sociologa inglese Hilary Rose "No data, no problem, no policy", le autrici, esperte di statistica e di demografia come la stessa curatrice, hanno ottenuto l'appoggio del Cnr e della Commissione per le pari opportunità e hanno raccolto e analizzato dati con perizia, chiarezza e senza ideologia. Le cifre dimostrano che le istituzioni scientifiche nel valutare la bravura femminile e quella maschile usano due pesi e due misure. Si è confermata la tesi di uno studio pubblicato nel 1997 sulla rivista “Nature” dalle microbiologhe svedesi Agnes Wold e Christine Wenneras che hanno dimostrato come, per ottenere promozioni pari a quelle di un ricercatore, una ricercatrice debba essere 2,6 volte più brava. Questa discriminazione ha spinto le scienziate dell’Unione Europea del “Gruppo di Helsinkj” ad elaborare il “Codice Minerva”, uno strumento, approvato nel 2005 e raccomandato dalla Conferenza della Presidenza Europea nel 2006, per aumentare la correttezza e la trasparenza nell’assunzione e nell’avanzamento di carriera delle ricercatrici.

Concludendo… Occorre approfondire la tematica delle donne nella scienza e nella cultura e documentare la presenza delle ricercatrici perché se il ruolo della Storia ha una importanza formativa non solo a livello documentaristico, ma anche nel sedimentare nelle persone una immagine di loro stesse, allora per le donne, soprattutto per le più giovani, è molto diverso credere di avere dietro di sé il vuoto nella scienza, rispetto al sapere che c'è un passato, che ci sono delle antenate, che quelle che si occupano di scienza non si affacciano su un mondo totalmente maschile. Il gruppo Regionale di lavoro ha

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trovato un documento inedito che si riporta integralmente in omaggio a Valentina Tereskova prima Donna nello spazio che venne a Bologna nel 1967.(in allegato) da trasformare in word.

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Breve Bibliografia Alicchio Rita, Pezzoli Cristina (a cura di), Donne di scienza. Esperienze e

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Marcuzzo M. C., Rossi Doria A. (a cura di), La ricerca delle donne. Studi

femministi in Italia, Torino, Rosenberg & Sellier, 1987

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Sara Sesti –Liliana Moro- Donne di scienza. 50 biografìe dall'antichità al duemila"

Sara Sesti-Liliana Moro "Scienziate nel tempo. 70 biografie", LUD Milano, ultima edizione 2010.

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Agnese Seranis e Liliana Moro Discorsi in libertà sulla scienza, Lud Milano, 2003

Witkowski Nicolas, Troppo belle per il Nobel, Torino, Bollati Boringhieri, 2008