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587. Allegato B ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO INDICE PAG. ATTI DI CONTROLLO: Presidenza del Consiglio dei ministri. Interpellanza: Brignone ................................. 2-01310 35315 Interrogazione a risposta orale: Terzoni ................................... 3-02099 35316 Interrogazioni a risposta in Commissione: Tripiedi ................................... 5-08078 35317 Lodolini .................................. 5-08090 35320 Interrogazioni a risposta scritta: Fassina .................................... 4-12446 35321 Brandolin ............................... 4-12450 35321 Sorial ...................................... 4-12453 35323 Ricciatti .................................. 4-12454 35324 Villarosa .................................. 4-12466 35325 Brescia .................................... 4-12471 35331 Brugnerotto ............................ 4-12473 35333 Affari esteri e cooperazione internazionale. Interrogazione a risposta scritta: Di Stefano Manlio ................ 4-12469 35336 PAG. Affari regionali e autonomie. Interrogazione a risposta scritta: Lombardi ................................ 4-12472 35337 Ambiente e tutela del territorio e del mare. Interrogazioni a risposta in Commissione: Vico ......................................... 5-08073 35340 Pizzolante ............................... 5-08091 35341 Iannuzzi Cristian ................... 5-08093 35342 Interrogazioni a risposta scritta: D’Ambrosio ............................. 4-12443 35344 Formisano .............................. 4-12449 35345 Parentela ................................ 4-12465 35346 Parentela ................................ 4-12467 35347 Beni e attività culturali e turismo. Interrogazioni a risposta in Commissione: Burtone ................................... 5-08081 35349 Di Benedetto .......................... 5-08089 35350 Interrogazioni a risposta scritta: Spessotto ................................. 4-12458 35351 Grimoldi ................................. 4-12460 35352 Atti Parlamentari 35313 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 10 MARZO 2016 N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anche le risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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587. Allegato B

ATTI DI CONTROLLO E DI INDIRIZZO

I N D I C E

PAG.

ATTI DI CONTROLLO:

Presidenza del Consiglio dei ministri.

Interpellanza:

Brignone ................................. 2-01310 35315

Interrogazione a risposta orale:

Terzoni ................................... 3-02099 35316

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Tripiedi ................................... 5-08078 35317

Lodolini .................................. 5-08090 35320

Interrogazioni a risposta scritta:

Fassina .................................... 4-12446 35321

Brandolin ............................... 4-12450 35321

Sorial ...................................... 4-12453 35323

Ricciatti .................................. 4-12454 35324

Villarosa .................................. 4-12466 35325

Brescia .................................... 4-12471 35331

Brugnerotto ............................ 4-12473 35333

Affari esteri e cooperazione internazionale.

Interrogazione a risposta scritta:

Di Stefano Manlio ................ 4-12469 35336

PAG.

Affari regionali e autonomie.

Interrogazione a risposta scritta:

Lombardi ................................ 4-12472 35337

Ambiente e tutela del territorio e del mare.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Vico ......................................... 5-08073 35340

Pizzolante ............................... 5-08091 35341

Iannuzzi Cristian ................... 5-08093 35342

Interrogazioni a risposta scritta:

D’Ambrosio ............................. 4-12443 35344

Formisano .............................. 4-12449 35345

Parentela ................................ 4-12465 35346

Parentela ................................ 4-12467 35347

Beni e attività culturali e turismo.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Burtone ................................... 5-08081 35349

Di Benedetto .......................... 5-08089 35350

Interrogazioni a risposta scritta:

Spessotto ................................. 4-12458 35351

Grimoldi ................................. 4-12460 35352

Atti Parlamentari — 35313 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

N.B. Questo allegato, oltre gli atti di controllo e di indirizzo presentati nel corso della seduta, reca anchele risposte scritte alle interrogazioni presentate alla Presidenza.

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PAG.

Difesa.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Labriola .................................. 5-08086 35353

Interrogazione a risposta scritta:

Rizzo ....................................... 4-12463 35355

Economia e finanze.

Interrogazioni a risposta scritta:

Realacci .................................. 4-12448 35357

Fedriga .................................... 4-12470 35358

Infrastrutture e trasporti.

Interrogazione a risposta orale:

Terzoni ................................... 3-02098 35359

Interrogazione a risposta in Commissione:

De Lorenzis ............................ 5-08087 35359

Interrogazioni a risposta scritta:

Bordo Franco ........................ 4-12457 35360

Lo Monte ................................ 4-12462 35360

Bonomo .................................. 4-12464 35361

Interno.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Oliverio ................................... 5-08077 35365

Scuvera ................................... 5-08083 35365

Pili ........................................... 5-08088 35366

Interrogazioni a risposta scritta:

Arlotti ..................................... 4-12451 35367

Lo Monte ................................ 4-12455 35369

Marcon ................................... 4-12459 35371

Colletti .................................... 4-12474 35371

Lavoro e politiche sociali.

Interrogazione a risposta orale:

Galgano ................................... 3-02097 35372

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Lombardi ................................ 5-08075 35373

Vallascas ................................. 5-08080 35374

PAG.

Interrogazione a risposta scritta:

Sberna ..................................... 4-12456 35375

Politiche agricole alimentari e forestali.

Interrogazione a risposta in Commissione:

Gagnarli .................................. 5-08085 35376

Interrogazioni a risposta scritta:

Gallo Riccardo ....................... 4-12445 35378

Fassina .................................... 4-12447 35379

Salute.

Interrogazioni a risposta scritta:

Baroni ..................................... 4-12461 35380

Rostellato ................................ 4-12468 35383

Sviluppo economico.

Interrogazioni a risposta in Commissione:

Fratoianni ............................... 5-08074 35384

Albanella ................................. 5-08076 35385

Carra ....................................... 5-08079 35386

Lodolini .................................. 5-08082 35386

Ciprini ..................................... 5-08084 35387

Caparini .................................. 5-08092 35388

Interrogazioni a risposta scritta:

Spessotto ................................. 4-12444 35389

Cirielli ..................................... 4-12452 35390

Apposizione di una firma ad una mozione . 35390

Apposizione di firme ad una interrogazionee modifica dell’ordine dei firmatari .... 35391

Apposizione di una firma ad una interroga-zione .......................................................... 35391

Pubblicazione di un testo riformulato ..... 35391

Interpellanza:

Duranti ................................... 2-01309 35391

Ritiro di un documento del sindacato ispet-tivo ............................................................ 35392

Trasformazione di un documento del sin-dacato ispettivo ....................................... 35393

ERRATA CORRIGE ...................................... 35393

Atti Parlamentari — 35314 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZADEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare ilPresidente del Consiglio dei ministri, persapere – premesso che:

ai sensi del decreto del Presidentedella Repubblica 8 giugno 2007, n. 108« La Commissione per le adozioni inter-nazionali è presieduta dal Presidente delConsiglio dei ministri o dal Ministro dellepolitiche per la famiglia »;

con decreto del Presidente del Con-siglio dei ministri, in data 13 febbraio2014, la dottoressa Silvia Della Monica –consigliere di Cassazione – è stata nomi-nata, per un triennio, vicepresidente dellaCommissione per le adozioni internazio-nali;

come è noto, tra i componenti dellacommissione siede un vicepresidente –nominato con decreto del Presidente delConsiglio dei ministri – su proposta delPresidente, nella persona di un magistratoavente esperienza nel settore minorile ov-vero di un dirigente di prima fascia del-l’amministrazione dello Stato o delle am-ministrazioni regionali avente analoga spe-cifica esperienza, con i compiti previsti alsecondo comma del decreto n. 108 del2007;

tuttavia, il decreto sopracitato porte-rebbe ad escludere la possibilità di delegadella totale funzione presidenziale nellasua pienezza di poteri e oneri al vicepre-sidente, pur consentendo la delega di fun-zioni da parte del presidente al vicepre-sidente;

inoltre, ad avviso degli interpellanti,non è stata resa nota adeguatamente l’e-sperienza maturata dalla vicepresidente,Silvia Della Monica, in ambito minorile ein tema di adozioni internazionali;

di fatto, ai sensi del decreto, la com-missione deve essere costituita da treesperti nominati dal Presidente del Con-siglio dei ministri o dal Ministro dellepolitiche per la famiglia – che questoGoverno non ha istituito – scelti tra per-sone di comprovata esperienza nella ma-teria oggetto della legge sull’adozione. Ep-pure, negli atti di nomina dei diversicomponenti, non ci sono riferimenti all’e-sperienza da essi maturata in materia;

consultando il sito della Commissioneper le adozioni internazionali (Cai), l’ul-tima convocazione parrebbe risalire al 27giugno 2014, lasciando così nella totaleassenza di informazioni le associazioni e lefamiglie intenzionate ad adottare bambini;

ciò crea disagi, come nel caso deirapporti in questo ambito tra Bielorussiae Italia. A causa di ostacoli burocratici cisono circa 130 famiglie italiane in attesada diversi mesi, per poter portare a con-clusione l’iter che consenta loro l’adozionedei minori provenienti da quello Stato;

è ormai da molto tempo che coppieintenzionate ad adottare minori da Statistranieri e dopo aver seguito un lunghis-simo e costoso percorso, non riescono adavere certezze, ma solo flebili speranze dipoter accogliere il futuro figlio adottivo, acausa dell’inerzia da parte dello Statoitaliano in materia di adozioni;

la Commissione per le adozioni in-ternazionali nega qualsiasi forma di dia-logo richiesto da parte delle associazioniche si occupano di adozioni, né provvedead esaminare le nuove richieste in materiadi riconoscimento di nuove associazioni;

anche l’Associazione Amici dei Bam-bini (Ai.Bi), costituita da un movimento difamiglie adottive e affidatarie, ha più voltefatto sentire la propria voce contro questainerzia della Cai, anche per quanto attienealla mancata pubblicazione dei dati, fermaall’anno 2013;

va quindi rilevato che, da anni, nonci sono dati disponibili pubblicamente in

Atti Parlamentari — 35315 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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materia di minori e le uniche proiezionieffettuate provengono dall’associazioneAi.Bi;

stante la crisi economica internazio-nale e le difficoltà per procedere alleadozioni, i minori accolti nelle famiglieitaliane sono calati notevolmente;

attualmente, in seguito all’approva-zione della legge di stabilità 2016, si pre-vede un finanziamento a sostegno di po-litiche in materia di adozioni internazio-nali e per il funzionamento della Cai,denominato « Fondo per le adozioni inter-nazionali », dotato di uno stanziamentopari a 15 milioni di euro a partire dal-l’anno 2016;

di tale « Fondo », volto a garantirealle famiglie interessate alle adozioni unsostegno economico – stante le notevolispese a cui serve far fronte per accogliereun minore straniero – non si sa nulla acausa della paralisi in cui versa ormai daanni la commissione –:

se i fatti narrati in premessa corri-spondano al vero, se il Governo ne sia aconoscenza e se non ritenga necessariosvolgere direttamente le funzioni attribu-itegli in qualità di presidente della Com-missione adozioni internazionali revo-cando la delega alla vicepresidente;

se non ritenga doveroso e necessariorendere pubblico il curriculum della vi-cepresidente, Silvia Della Monica, nomi-nata dalla Presidenza del Consiglio deiministri in data 13 febbraio 2014 e deirestanti componenti della Commissione;

se non ritenga necessario e urgenteconvocare la Commissione dopo uno stallodi quasi tre anni e garantirne il funzio-namento collegiale almeno quattro voltel’anno;

se non ritenga doveroso adottare labuona pratica di rendere noti e pubblicigli atti e i verbali della Commissionepubblicandoli sul sito internet istituzionaledella stessa;

se non ritenga utile e opportuno chela Commissione relazioni tempestivamente

al Parlamento, alle scadenze previste dallanormativa vigente riguardo al proprio ope-rato;

quali e quante siano le risorse effet-tivamente disponibili del « fondo » ado-zioni – previste dalla legge di stabilità2015 – e quale sia l’importo già erogatoper il sostegno alle famiglie adottive.

(2-01310) « Brignone, Civati, Andrea Mae-stri, Matarrelli, Pastorino ».

Interrogazione a risposta orale:

TERZONI, MASSIMILIANO BERNINI,CRIPPA, LOMBARDI e DI BATTISTA. —Al Presidente del Consiglio dei ministri, alMinistro delle politiche agricole alimentarie forestali. — Per sapere – premesso che:

si è appreso da fonti di stampa chela procura di Novara ha chiesto ventisetterinvii a giudizio per il « caso Est Sesia ». Alvaglio del giudice ci sarebbero 41 capi diimputazione per reati dall’associazione perdelinquere alla truffa, dal peculato al falsoin atto pubblico, dalla turbativa d’astaall’abuso d’ufficio;

tra i personaggi coinvolti risulta es-serci anche il comandante nazionale delCorpo forestale dello Stato, Cesare An-selmo Patrone che nel 2012 nel ruolo dicomponente di una commissione di col-laudo per lavori ai ponti sul canale Quin-tino Sella avrebbe redatto un verbale falso;

i firmatari della presente interroga-zione già nel 2015 avevano interrogato ilMinistro delle politiche agricole alimentarie forestali con diversi atti di sindacatoispettivo (n. 4-11331, n. 5-07062, n. 4-02296, n. 4-08162) evidenziando le criti-cità connesse alla modalità della sua no-mina a capo del Corpo forestale delloStato, alla permanenza al vertice dellastruttura per oltre 11 anni a partire dal2004, alla circostanza che durante talearco temporale sia risultato coinvolto ininchieste e procedimenti giudiziari daiquali emergono molteplici profili cheavrebbero — ad avviso degli interroganti —

Atti Parlamentari — 35316 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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raccomandato un suo avvicendamento,considerata anche la delicata attività in-vestigativa e di intelligence che il Corposvolge nel contrasto ai crimini ambientalie ai traffici illeciti internazionali;

oltre a quanto sopra esposto, si ri-corda che in data 13 agosto 2015, sullaGazzetta Ufficiale n. 187, è stata pubbli-cata la legge 7 agosto 2015, n. 124, recante« Deleghe al Governo in materia di rior-ganizzazione delle amministrazioni pub-bliche », il cui articolo 8, comma 1, letteraa), prevede, tra l’altro, l’eventuale assor-bimento del Corpo forestale dello Stato inaltra forza di polizia;

il Consiglio dei ministri, nel corsodella riunione n. 101 del 20 gennaio 2016ha approvato, in esame preliminare, unoschema di decreto legislativo recante l’as-sorbimento di parte del personale delCorpo forestale dello Stato nell’Arma deicarabinieri, pubblicato il 1o febbraio 2016sul sito http://www.governo.it dal titolo« Decreto legislativo recante disposizioni inmateria di razionalizzazione delle funzionidi polizia e assorbimento del corpo fore-stale dello stato ai sensi dell’articolo 8,comma 1, lettera a) della legge 7 agosto2015, n. 124, in materia di riorganizza-zione delle amministrazioni pubbliche ».In tale schema di decreto, all’articolo 12« Contingenti del personale del Corpo Fo-restale dello Stato », il comma 2 recita: « IlCapo del Corpo Forestale dello Stato, conproprio provvedimento adottato entrotrenta giorni dalla data di entrata in vigoredel presente decreto e pubblicato sul Bol-lettino ufficiale del Medesimo Corpo, in-dividua, sulla base dello stato matricolare,l’Amministrazione, tra quelle indicate alcomma 1, presso la quale ciascuna unitàdi personale è destinata a transitare... »;

questo significa che l’ingegner CesarePatrone deciderà autonomamente il de-stino di circa 7000 uomini e donne delCorpo forestale dello Stato –:

se anche alla luce degli ultimi eventigiudiziari di cui in premessa, non riten-gano opportuno assumere le iniziative dicompetenza al fine di procedere celer-

mente alla sostituzione dell’ingegnere Ce-sare Patrone nell’incarico di capo delCorpo forestale dello Stato, previo esple-tamento di una consultazione interna alCorpo, in tempo utile per lo svolgimentodegli adempimenti di cui all’articolo 12 delsopracitato emanando decreto legislativo;

se non si ritenga di dover procederealla revoca dell’incarico dell’ingegner Ce-sare Patrone quale coordinatore delgruppo di lavoro sulla « Terra dei Fuochi »di cui alla direttiva interministeriale del 23dicembre 2013. (3-02099)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

TRIPIEDI, COMINARDI, CIPRINI, CHI-MIENTI, DALL’OSSO, BUSTO, DA VILLA,SIMONE VALENTE, VACCA, BRESCIA,LOMBARDI, DI BENEDETTO, MARZANA,RIZZO e FRACCARO. — Al Presidente delConsiglio dei ministri, al Ministro del la-voro e delle politiche sociali, al Ministrodello sviluppo economico. — Per sapere –premesso che:

in data 4 marzo 2016, veniva pub-blicato sul sito « lombardia5stelle.it » unvideo di denuncia realizzato grazie allacollaborazione tra il gruppo nazionale equello della regione Lombardia del M5S,prodotto con l’intento di portare all’atten-zione di tutti una questione mai primad’ora denunciata, ossia quella delle inac-cettabili condizioni contrattuali e di man-canza di diritti a cui sono sottoposti quo-tidianamente molti assistenti bagnanti(volgarmente detti bagnini) ed istruttori dinuoto che prestano il loro servizio nellepiscine del nostro Paese;

nel video, intervallati agli interventidel deputato Davide Tripiedi e del consi-gliere della regione Lombardia Dario Violi,entrambi del M5S, sono riportate le di-chiarazioni di alcuni assistenti bagnanti edistruttori di nuoto, ripresi in forma ano-nima per tutelare la loro privacy;

i lavoratori in oggetto, a causa delperdurare della crisi economica che hafatto perdere loro il primo impiego, svol-

Atti Parlamentari — 35317 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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gono questa professione il più delle voltesottopagata, come unico impiego, con lelogiche conseguenze del caso;

nel filmato, tutti i lavoratori intervi-stati che da anni svolgono questa profes-sione, definiscono la loro condizione con-trattuale « a dir poco vergognosa » e « an-ticostituzionale ». Da contratto, ai lavora-tori non vengono riconosciute leretribuzioni per le ore di assenza permalattia, ferie, infortuni, maternità, li-cenze matrimoniali, tredicesime o quattor-dicesime, oltre al fatto che in futuro nonverrà riconosciuto loro il trattamento pen-sionistico a causa dei mancati contributi.Uno degli operatori degli impianti natatoriintervistati ha ricordato che, a causa dellechiusure nelle festività, i mesi di lavorocontinui si riducono a 5 o 6, con laconseguenza di avere paghe complessiveancor più esigue, mentre un’altra lavora-trice ha denunciato il fatto di non averemai ricevuto un aumento di stipendio in15 anni di attività;

avendo dei cedolini in sostituzionedelle regolari busta paga di fine mese, aidipendenti in oggetto non vengono rico-nosciute le garanzie sufficienti per, adesempio, l’affitto o l’acquisto di una casao di un’automobile;

per le categorie indicate, non vi sonoassociazioni sindacali atte a tutelare idiritti dei lavoratori;

nel filmato viene specificato che lepaghe nette orarie degli assistenti bagnantied istruttori di nuoto, vanno da un mi-nimo di 4 ad un massimo di 9 euro. Ciòcomporta, per diversi di loro, la sceltaobbligata di dover lavorare in più impiantiper un numero spropositato di ore mensili,al fine di ottenere un compenso accettabileper poter vivere in maniera dignitosa. Unodei lavoratori intervistati, ha denunciatoche per ottenere uno stipendio che riescaa superare seppur di poco i 1.000 euromensili, un bagnino o un istruttore dinuoto debba lavorare 10-12 ore al giorno,ricordando però che sono pochi i lavora-tori ad avere queste possibilità;

la FIN (Federazione italiana nuoto) èuna federazione del CONI (Comitato olim-pico nazionale italiano) ente posto sotto lavigilanza del Consiglio dei ministri. La FINè un’associazione senza fini di lucro conpersonalità giuridica di diritto privato chesi occupa di promozione, organizzazione ediffusione delle discipline natatorie (nuoto,tuffi, pallanuoto, nuoto sincronizzato,nuoto per salvamento), nonché di tutte leattività a ciò finalizzate;

la FIN è un’associazione sportiva di-lettantistica che si avvale anche di assi-stenti bagnanti e di istruttori di nuoto,persone in possesso di specifiche cono-scenze e di esperienza nell’attività di sal-vamento ed assistenza ai bagnanti, ope-ranti presso gli impianti natatori ove èpresente la stessa federazione. Gli assi-stenti bagnanti ed istruttori di nuoto la-vorano tutti, in maniera diretta o indiretta,per la FIN;

per evitare il problema economicoche l’assunzione dei lavoratori porterebbealle associazioni sportive, molte di questelicenziano all’undicesimo mese di lavorogli assistenti bagnanti ed istruttori dinuoto, riassumendoli a partire dal terminedel dodicesimo mese. Ciò risulta essere unvantaggio per il datore di lavoro che,utilizzando questo escamotage, non assumemai in maniera definitiva il lavoratore cherimarrà sempre con il medesimo contrattoper lui assolutamente svantaggioso a causadei problemi e delle mancanze di diritticontrattuali sopraindicate. Questo in con-seguenza del fatto che per molti di loro ilcontratto rientra nella categoria di colla-borazione sportiva dilettantistica. Talecontratto comporta che per ogni lavora-tore, superato l’importo annuo di guada-gno di 7.500 euro pari a 625 euro mensili,vi siano le trattenute Irpef da pagare dicirca il 23 per cento. Queste trattenuterimangono in carico al lavoratore stesso,dato che generalmente non vengono rico-nosciute dalle associazioni sportive per lequali lavorano. Più nello specifico, i com-pensi per gli assistenti bagnanti e gliistruttori di nuoto, rientrano nella disci-plina del rapporto di collaborazione spor-

Atti Parlamentari — 35318 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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tiva dilettantistica, di cui all’articolo 67 delT.U.I.R., lett. m), del decreto del Presi-dente della Repubblica 917 del 1986. Ciòcomporta che per le categorie di lavoratorisopraindicati, i compensi per collabora-zioni erogati da una società sportiva di-lettantistica come la FIN, sono soggetti aritenuta Irpef a titolo di imposta per unimponibile che parte dalla cifra di 7.500euro annui (fino a tale limite i compensisono totalmente esenti), oltre la quale leritenute passano a carico del lavoratoreindicato. A ciò consegue che la quasitotalità delle società sportive interrompanoi loro contratti con i dipendenti assogget-tati a tale trattamento prima della chiu-sura del dodicesimo mese dall’assunzione,per poi procedere con una nuova assun-zione sempre dei medesimi soggetti e sem-pre con contratti inferiori a dodici mesi.Tale espediente, permette alle societàsportive di non pagare alcuna contribu-zione sulla maggior parte dei lavoratoriappartenenti alla stessa;

le categorie di lavoratori sopraindi-cate, hanno l’obbligo, pena la non abilita-zione alla loro professione, di rinnovare ilbrevetto di istruttore di nuoto ogni anno,pagando di tasca propria la cifra di 70euro, e quello di assistenti bagnanti ognitre anni, pagando la cifra di 85 euro, piùle spese dell’annesso certificato medico.Tali brevetti, nella maggior parte dei casi,non comportano alcun esame scritto oorale o prove fisiche che attestino lecapacità degli esaminandi. Le somme ver-sate dai lavoratori per i brevetti, vengonopercepite dalla FIN;

bagnini ed istruttori di nuoto rico-prono un ruolo educativo nei confronti dichi nuota e all’interno delle piscine le lororesponsabilità sono elevatissime. Nel ma-laugurato caso in cui possa succederequalcosa di grave ai natanti e i bagnininon siano presenti a soccorrerli, questiultimi possono anche incorrere in provve-dimenti di tipo penale. Per questo motivo,i lavoratori hanno denunciato, nel videosopra richiamato, che responsabilità delgenere andrebbero adeguatamente remu-nerate;

gli assistenti bagnanti e gli istruttoridi nuoto, oltre al loro importante lavoro diresponsabilità, ricoprono anche un ruolosocialmente utile come quello della cor-retta crescita e l’aiuto morale di individuipiù deboli come bambini o disabili, tra-mite i corsi a loro dedicati;

nel suddetto filmato, il consigliereregionale Dario Violi, ricorda che all’in-terno degli impianti, troppo spesso i lavo-ratori in oggetto sono in numero nonadeguato per una giusta sorveglianza deibagnanti e che per le questioni delleresponsabilità sopraindicate, rischiano diproprio per scelte sbagliate di chi li as-sume in numero così esiguo. Inoltre, sem-pre Violi ricorda che il genere di lavorosvolto può rivelarsi molto dannoso per laloro salute, visto che le sostanze disinfet-tanti disciolte nell’acqua della piscina esempre presenti nell’aria, possono diven-tare estremamente nocive per la salute deilavoratori, provocando problemi respira-tori a molti di questi;

in data 22 dicembre 2015, sul sito« confederazionedellosport.it », si appren-deva la notizia che la Confederazioneitaliana dello sport-Confcommercio im-prese per l’Italia, con la partecipazione diConfcommercio Milano, di ConfcommercioRoma e con l’assistenza tecnica dellaConfcommercio Imprese per l’Italia, i sin-dacati SLC-CGIL, FISASCAT-CISL e UIL-COM-UIL, hanno sottoscritto il nuovo con-tratto collettivo nazionale del lavoro per idipendenti del mondo sportivo, compresigli operatori dei centri o siti natatori.Sempre nel sito veniva specificato che ildocumento indicato non risulta essere unaccordo di rinnovo del precedente testocontrattuale, bensì un nuovo contratto chedefinisce ex novo la disciplina dei rapportidi lavoro per i dipendenti degli impianti edelle attività sportive profit e no profit.Con il nuovo contratto, vengono « adeguatigli istituti contrattuali alle novità legisla-tive intervenute nell’ultimo decennio e leesigenze effettive del settore che necessi-tava di una maggiore flessibilità a sostegnodi forme di occupazioni stabili e coerenticon il contesto, di riferimento. » Va, tut-

Atti Parlamentari — 35319 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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tavia fatto notare che l’esistente contrattoin questione risulta essere agli interro-ganti, per dicitura, un’ipotesi di accordo dicontratto collettivo nazionale di lavoro,contrariamente da quanto dichiarato daiproponenti il nuovo contratto;

agli interroganti fa specie venire aconoscenza dell’esistenza di un contratto odi un’ipotesi di contratto che, per le di-verse esperienze lavorative raccontate daidiretti interessati del settore, di fatto nonè stato applicato;

per tutto quanto sopra riportato,sempre a giudizio degli interroganti vi èun’ingiusta collocazione, a livello norma-tivo, della posizione dei lavoratori soprain-dicati che per mansioni, competenze eresponsabilità coperte, risultano avereinappropriati diritti e compensi per il tipodi lavoro da loro svolto. Risulta inaccet-tabile per gli interroganti il trattamentocontrattuale a loro riservato, come inac-cettabile è l’assenza dello Stato nei con-fronti di quello che risulta essere, a tuttigli effetti, un sin troppo silente « sfrutta-mento » di personale lavorativo –:

se il Governo sia a conoscenza deifatti sopraindicati e se non intenda assu-mere iniziative per regolamentare il set-tore sopraindicato, monitorando, perquanto di competenza, l’applicazione inmaniera effettiva del nuovo contratto col-lettivo nazionale a tutti gli assistenti ba-gnanti ed istruttori di nuoto, considerandocome primo principio un più congruostipendio comparato alle responsabilità ci-vili e penali e al ruolo sociale ed educativodei lavoratori in questione;

vista l’esistenza da decenni a questaparte di contratti nazionali di lavoro per lecategorie sopraindicate, se risulti per qualemotivo questi non siano stati applicati e,anche nel caso lo fossero stati, per qualemotivo non siano stati svolti accertamentiin merito, per quanto di competenza, perverificarne l’effettiva applicazione, ancorpiù in considerazione del fatto che quellapresa in esame risulta essere una categoriadi lavoratori molto vasta e conosciuta.

(5-08078)

LODOLINI. — Al Presidente del Consi-glio dei ministri, al Ministro dell’interno. —Per sapere – premesso che:

magistrati e forze dell’ordine stannosvolgendo un lavoro intenso per monito-rare la situazione relativa a possibili at-tentati;

avrebbe soggiornato per diversi mesiad Ancona nel 2011 Noureddine Chou-chane, il tunisino considerato la mentedell’attacco terroristico al museo delBardo di Tunisi;

secondo quanto emerso dalle indaginidella procura di Genova, il tunisino sisarebbe fatto rilasciare il permesso disoggiorno dalla questura di Ancona perpoi andare nel capoluogo ligure per otte-nere il passaporto dal consolato tunisino;

Chouchane venne ucciso in un raidamericano il 19 febbraio 2016 in Libia;

Giuliano Ibrahim Delnevo, il foreignfighter genovese morto nel 2013 durante labattaglia di Al Qusayr combattuta al fiancodei ribelli partì proprio da Ancona, dalporto cittadino o dall’aeroporto di Falco-nara. Del Nevo, parrebbe, in base a rico-struzioni apparse sulla stampa locale, ar-rivò ad Ancona grazie a un compagno discuola che aveva un fratello che lavoravaai cantieri navali dorici. Su Del Nevo c’è,si legge sempre sulla stampa locale, unfascicolo aperto dalla procura di Ancona.Gli atti sarebbero stati trasmessi dai ma-gistrati di Genova –:

se, il Governo sia a conoscenza deifatti sopra esposti; se risulti al Governol’esistenza di un sottilissimo « filo rosso »che possa unire la mente dell’attentato delBardo al caso di Del Nevo; se risultil’esistenza di una sorta di reclutatore« ignoto » col compito di fare la spola trail capoluogo e le zone controllate dall’Isisper condurre i cosiddetti foreign fighters interra islamica; se risulti al Governo chechi avrebbe aiutato Del Nevo sia ancoraattivo nel capoluogo marchigiano e soprat-tutto sia lo stesso che ha dato ospitalità aNoureddine Chouchane; se il Governo in-tenda potenziare ulteriormente gli organici

Atti Parlamentari — 35320 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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delle forze di polizia per presidiare luoghisensibili come il porto e l’aeroporto, con-siderata, altresì, la vicinanza ai Paesi bal-canici. (5-08090)

Interrogazioni a risposta scritta:

FASSINA e GREGORI. — Al Presidentedel Consiglio dei ministri, al Ministro del-l’interno. — Per sapere – premesso che:

il commissario governativo straordi-nario di Roma Capitale ha di recentepubblicato un bando di gara attraversouna procedura aperta per l’affidamentodel servizio di gestione sociale, formazionelavoro, di interventi di piccola manuten-zione e del servizio di vigilanza dei villaggiRom;

la gara voluta dal commissarioTronca è finalizzata « all’affidamento delservizio gestionale sociale, formazione la-voro, interventi di piccola manutenzione edel servizio di vigilanza dei villaggi dellaCapitale ». Sei lotti per altrettanti « villaggiattrezzati » (Castel Romano, Lombroso,Salone, Candoni, La Barbuta, Gordiani) eun totale di 5 milioni di euro per 21 mesidi gestione, dal 1o aprile 2016 al 31dicembre 2017, a società e o cooperativecon i requisiti richiesti (prioritario « averrealizzato negli ultimi tre esercizi 2012/2013/2014) un fatturato per servizi analo-ghi al settore oggetto della gara non infe-riore al 20 per cento dell’importo a basedi gara del lotto ») e l’offerta più vantag-giosa;

numerose associazioni ritengono cheil bando è in aperto contrasto con quantoprevisto dalla strategia nazionale di inclu-sione dei Rom, Sinti e Caminanti, dalmomento che appare chiara la volontà diaffrontare la questione Rom sul pianoesclusivamente securitario, consideratoche le azioni destinate alla vigilanza as-sorbono oltre il 50 per cento delle risorsecomplessive, depotenziando di conse-guenza i percorsi di inclusione sociale voltialla fuoriuscita dai campi e quindi allachiusura degli stessi;

anche dal punto di vista proceduraleil bando appena emanato presenta nume-rosi elementi di criticità, primo fra tuttiquello che vede il trasferimento di respon-sabilità civile e penale delle strutture diproprietà del comune di Roma agli entiche gestiranno il servizio. Il comune diRoma, in sostanza, per anni ha lasciato icampi nel più completo degrado, manute-nendoli poco e male, e ora vuole derogarecompletamente alle proprie responsabilità;

inoltre, si ripropone la centralità delmassimo ribasso come elemento di valu-tazione delle proposte progettuali, praticache sta producendo disastri nella gestionedei servizi sociali a scapito delle qualitàdell’intervento –:

se il Governo non intenda assumereiniziative urgenti per verificare la compa-tibilità giuridica del bando pubblicato dalcommissario straordinario di Roma Capi-tale di cui in premessa con la strategianazionale di inclusione dei Rom, Sinti eCaminanti, con particolare riferimento alrispetto dei diritti fondamentali delle mi-noranze presenti sul territorio del comunedi Roma e agli elementi di criticità riguar-danti il trasferimento di responsabilitàpenale e civile delle strutture che ospitanotali comunità dalle autorità pubbliche (re-sponsabili della stessa strategia nazionale)a quelle private. (4-12446)

BRANDOLIN. — Al Presidente del Con-siglio dei ministri, al Ministro della salute.— Per sapere – premesso che:

l’articolo 7, comma 11, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertitodalla legge 8 novembre 2012, n. 189 (« de-creto Balduzzi »), recante « Disposizioniurgenti per promuovere lo sviluppo delPaese mediante un più alto livello di tuteladella salute », prevede, al fine di salva-guardare la salute dei cittadini che prati-cano un’attività sportiva non agonistica oamatoriale, che il Ministro della salute,con decreto adottato di concerto con ilMinistro delegato al turismo ed allo sport,disponga garanzie sanitarie mediante l’ob-

Atti Parlamentari — 35321 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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bligo di idonea certificazione medica, non-ché linee guida per l’effettuazione di con-trolli sanitari sui praticanti e per la do-tazione e l’impiego, da parte delle societàsportive sia professionistiche sia dilettan-tistiche, di defibrillatori semiautomatici edi eventuali altri dispositivi salvavita;

il decreto 24 aprile 2013 del Ministrodella salute, pubblicato nella Gazzetta Uf-ficiale del 20 luglio 2013, reca « Disciplinadella certificazione dell’attività sportivanon agonistica e amatoriale e linee guidasulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatorisemiautomatici e di eventuali altri salva-vita », secondo quanto stabilito dall’arti-colo 7, comma 11, del decreto-legge 13settembre 2012, n. 158;

l’articolo 5 del decreto ministerialeha stabilito l’obbligo per le società sportivedilettantistiche (30 mesi di tempo) e pro-fessionistiche (6 mesi di tempo) di dotarsidi defibrillatori semiautomatici, ad ecce-zione di quelle società dilettantistiche, lacui attività richieda un ridotto impegnocardiocircolatorio;

il comma 6 dell’articolo 5, in parti-colare, ha stabilito che le società, singole oassociate, possano demandare l’onere delladotazione e della manutenzione del defi-brillatore al gestore dell’impianto, attra-verso un accordo che definisca anche leresponsabilità in ordine all’uso e alla ge-stione; in caso contrario, in via generale, laresponsabilità per la presenza e il correttofunzionamento del DAE è posta in capoalle società sportive;

l’allegato E del decreto ministeriale,contenente le linee guida in materia, hafissato le modalità di gestione dei defibril-latori da parte delle società sportive;

in particolare, tra quelle organizza-tive, si è stabilito che l’onere della dota-zione del defibrillatore sia a carico dellesocietà (con possibilità di associarsi nelcaso dell’utilizzo dello stesso impianto) eche quelle che utilizzino permanentementeo temporaneamente un impianto sportivodebbano assicurarsi della presenza e delregolare funzionamento del dispositivo;

nell’ambito della formazione, le lineeguida hanno indicato sempre nelle societàsportive gli enti responsabili della pre-senza di personale formato all’utilizzo deldefibrillatore, per l’eventuale utilizzo nelcorso di gare o allenamenti e hanno di-sposto che le medesime abbiano il doveredi formare personale ritenuto « suffi-ciente » nel numero, tramite corsi da ef-fettuare presso appositi centri accreditati eautorizzati;

per quanto riguarda gli obblighi dellesocietà sportive dilettantistiche, le normepreviste nel decreto del 24 aprile 2013(articolo 5, comma 5) dovevano essereattuate entro il mese di febbraio 2016;

si riscontrano difficoltà in tutta Italiala parte delle Società sportive dilettanti-stiche nel dotarsi di defibrillatori semiau-tomatici e, nel completare le attività diformazione degli operatori del settoresportivo circa il corretto uso degli stessi;

il Ministro della salute, di concertocon il competente sottosegretario alla Pre-sidenza del Consiglio dei ministri nel mesedi gennaio 2016, ha decretato una modi-fica all’articolo 5, comma 5, del decretodel Ministro della salute del 24 aprile 2015portando a scadenza ultima al 20 luglio2016;

diverse regioni autonomamentehanno legiferato in materia mettendo indifficoltà il mondo dello sport organizzato,in particolare chi svolge la propria attivitàa cavallo di confini regionali, generandoconfusione e preoccupazione tra i dirigentisportivi –:

se, in considerazione dell’imminenteentrata in vigore del decreto sia nelledisponibilità del Governo una mappaturaaggiornata sulla localizzazione di DAE sulterritorio nazionale; qualora non tutti gliimpianti fossero in regola alla data pre-vista, e non vi siano proroghe della disci-plina vigente, se siano state stimate qualipossano essere le conseguenze sull’attivitàsportiva organizzata;

in merito alla dotazione del DAE e,particolare all’uso e alla gestione dello

Atti Parlamentari — 35322 — Camera dei Deputati

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stesso, se siano state assunte iniziative perdeterminare con chiarezza a chi va attri-buita la responsabilità, se al gestore del-l’impianto o alle società sportive, auspi-cando che la responsabilità venga definitae posta in carico al gestore prevalentedell’impianto;

quali modalità siano state individuatein merito agli adempimenti degli obblighiprevisti dalle linee guida sull’utilizzo deiDAE, per le società sportive che svolgonola propria attività (non con ridotto impe-gno cardiocircolatorio) all’aperto, comeaccade per esempio, nel caso di sport« mobili » (ciclismo, canottaggio, vela e al-tri);

se non sia doveroso confermare ladirettiva generale nazionale mantenen-done l’efficacia su tutto il territorio na-zionale per evitare disomogeneità nellediverse realtà regionali. (4-12450)

SORIAL. — Al Presidente del Consigliodei ministri, al Ministro dell’economia edelle finanze. — Per sapere – premessoche:

nella « Nota di aggiornamento alpiano di riordino dell’Autorità nazionaleanticorruzione » del 28 gennaio scorso, ilpresidente dell’Anac, Raffaele Cantone, hascritto che « non può non evidenziarsi cheil bilancio dell’Autorità sconta una rigiditàdella spesa tale da non consentire per ilfuturo, a quadro normativo vigente, ulte-riori norme di contenimento oltre quellefinora adottate se non a prezzo di unaridotta funzionalità dell’Anac che, nellacircostanza, non sarebbe tra l’altro coe-rente con l’implementazione delle fun-zioni »;

sembra che, mentre da un lato vienechiesto all’Anac di occuparsi di compitisempre più complessi come le ultime mis-sioni del nuovo codice degli appalti e degliarbitraggi sui risarcimenti ai clienti truf-fati dalle banche, dall’altra gli si impongadi tagliare i costi, in quanto autoritàindipendente;

secondo il commissario Cantone seaumentano gli impegni e le missioni, conessi, secondo logica, dovrebbe aumentareanche il personale e, a tutt’oggi, per per-mettere all’autorità di funzionare corret-tamente servirebbero 350 persone, mentrein organico ce ne sono 302,48 in meno delnecessario, ma i limiti di spesa impedi-rebbero nuove assunzioni;

nel 2015 l’Anac, nonostante tutto, èriuscita ad ottemperare ai vincoli di leggetagliando il 25 per cento dal propriobilancio, passato da 63 a 47 milioni dieuro con un evidente e importante rispar-mio ottenuto tagliando su tutto: personale,immobili, rimborsi, compensi e l’acquistodi beni e servizi;

in teoria le risorse ci sarebbero vistoche l’Anac può contare su quasi 50 milionidi euro di risparmi degli ultimi anni,provenienti da chi è vigilato dall’Anticor-ruzione;

parlando con i giornalisti a Firenze,nella sede della regione, a proposito deifondi dell’istituzione che non possono es-sere spesi, il commissario Cantone hadichiarato: « Noi i fondi li abbiamo, nonabbiamo la possibilità di spenderli per unaserie di norme all’italiana. Non è assolu-tamente un’indicazione polemica. Noisiamo autofinanziati dal mercato, non gra-viamo sul bilancio pubblico, se non inpiccolissima parte. Abbiamo la possibilitàdi spendere i soldi che abbiamo e abbiamola necessità in questo momento storico didover rinforzare alcuni uffici, chiediamola possibilità di poter spendere i soldi.L’Anac sta svolgendo un ruolo importanteper il Paese e avrà sempre più poterianche con il nuovo codice dei contratti —ha sottolineato — Vogliamo essere messinelle condizioni di avere le professionalitàgiuste per rispondere alle tantissime ri-chieste che arrivano dal sistema, dallestazioni appaltanti, dalla pubblica ammi-nistrazione »;

secondo l’Indice di percezione dellacorruzione (CPI) di Transparency Interna-tional, presentato a fine gennaio 2016,l’Italia è al 61o posto su 168 Paesi nel

Atti Parlamentari — 35323 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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mondo per corruzione, con un voto di 44su 100 e rimane dunque in fondo allaclassifica europea, seguita solamente dallaBulgaria e dietro altri Paesi generalmenteconsiderati molto corrotti come Romaniae Grecia, entrambi in 58o posizione con unpunteggio di 46;

secondo Alberto Vannucci, professoredi scienza politica a Pisa etra i massimiesperti in Italia sul tema, il fatto che lacorruzione costi al nostro Paese 60 mi-liardi di euro, così come riportato dadiverse fonti, sia in realtà una stima « sbal-lata », ma al ribasso, poiché, ad esempio,prendendo per buoni i calcoli della Cortedei Conti secondo i quali la corruzionegenera il 40 per cento di spesa in più neicontratti per opere, forniture e servizipubblici dello Stato, il costo della corru-zione raggiungerebbe una cifra superioreai 100 miliardi di euro l’anno –:

se il Governo sia al corrente delledifficoltà messe in luce dal commissarioCantone per il funzionamento ottimale diun’autorità come l’Anac della quale l’I-talia ha assoluto bisogno, come sottoline-ato in premessa, e quale sia, per quanto dicompetenza, il suo orientamento in me-rito;

se il Governo non intenda rispondereal più presto e positivamente, per quantodi competenza, alle richieste del commis-sario Cantone, affinché l’Anac possa pro-seguire con la sua preziosa attività di lottaalla corruzione nel migliore dei modi pos-sibili, in considerazione del fatto che,come chiarito dal commissario stesso, laspesa necessaria non graverebbe sul bi-lancio pubblico. (4-12453)

RICCIATTI, AIRAUDO, FRANCOBORDO, COSTANTINO, D’ATTORRE, DU-RANTI, DANIELE FARINA, FASSINA,FAVA, FERRARA, FOLINO, FRATOI-ANNI, CARLO GALLI, GIANCARLOGIORDANO, GREGORI, KRONBICHLER,MARCON, MELILLA, NICCHI, PAGLIA,PALAZZOTTO, PANNARALE, PELLE-GRINO, PIRAS, PLACIDO, QUARANTA,

SANNICANDRO, SCOTTO, ZARATTI,ZACCAGNINI e MARTELLI. — Al Presi-dente del Consiglio dei ministri, al Ministrodelle infrastrutture e dei trasporti, al Mi-nistro dei beni e delle attività culturali e delturismo. — Per sapere – premesso che:

la direttiva comunitaria 2006/123/CEcosiddetta direttiva Bolkestein) è stataemanata per « eliminare gli ostacoli allalibertà di stabilimento dei prestatori negliStati membri e alla libera circolazione deiservizi tra Stati membri nonché garantireai destinatari e ai prestatori la certezzagiuridica necessaria all’effettivo eserciziodi queste due libertà fondamentali deltrattato »;

nel 2008 la Commissione europea haaperto una procedura di infrazione a ca-rico dell’Italia in materia di affidamentodelle concessioni demaniali marittime, inquanto il rinnovo automatico delle con-cessioni, previsto dall’Italia, è in contrastocon la richiamata direttiva comunitaria,che prevede invece l’assegnazione del de-manio pubblico mediante gara (« qualorail numero di autorizzazioni disponibili peruna determinata attività sia limitato pervia della scarsità delle risorse naturali odelle capacità tecniche utilizzabili, gli Statimembri applicano una procedura di sele-zione tra i candidati potenziali, che pre-senti garanzie di imparzialità e di traspa-renza e preveda, in particolare, un’ade-guata pubblicità dell’avvio della procedurae del suo svolgimento e completamento ».In tali casi « l’autorizzazione è rilasciataper una durata limitata adeguata e nonpuò prevedere la procedura di rinnovoautomatico né accordare altri vantaggi alprestatore uscente o a persone che contale prestatore abbiano particolari le-gami », articolo 12 direttiva 2006/123/CE);

in particolare veniva contestata all’I-talia « la compatibilità del diritto prefe-renziale di insistenza di cui all’articolo 37cod. nav. con i principi di cui all’articolo43 Trattato Ce e dell’articolo 12 di cui alladirettiva servizi n. 2006/123/CE » e la« compatibilità del rinnovo automaticodella concessione alla scadenza sessennale

Atti Parlamentari — 35324 — Camera dei Deputati

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di cui all’articolo 1, comma 2, decreto-legge n. 400/1993, conv. legge 494/1994, esuccessivamente modificato dall’articolo10 legge 88/2001 »; aspetti, secondo laCommissione europea in contrasto con iprincipi di libertà di stabilimento delleimprese comunitarie (articolo 43 del Trat-tato CE) e di imparzialità, trasparenza epubblicità delle procedure di selezione deiconcessionari (articolo 12, della direttiva2006/123/CE);

la procedura veniva chiusa in data 27febbraio 2012, a seguito dell’adozione dellalegge 15 dicembre 2011, n. 217 (« Dispo-sizioni per l’adempimento di obblighi de-rivanti dall’appartenenza dell’Italia alleComunità europee – Legge comunitaria2010 »), con la quale veniva esclusa lapossibilità di rinnovo automatico delleconcessioni, fatta salva la loro prorogasino al 2015 e delegato il Governo aredigere la nuova disciplina sulle conces-sioni demaniali marittime, stabilendo inuovi limiti di durata delle concessioni inmaniera proporzionata all’interesse pub-blico e all’entità degli investimenti, fis-sando i criteri per le assegnazioni dellegare che le regioni sono tenute a rispet-tare;

l’articolo 34-duodecies del decreto-legge n. 79 del 2012, novellando l’articolo1, comma 18, del decreto-legge n. 194 del2009, ha disposto la proroga sino al 31dicembre 2020 delle concessioni demanialiin essere alla data del 30 dicembre 2009ed in scadenza entro il 31 dicembre 2015;

la Corte di giustizia europea è statachiamata a pronunciarsi sulla questionepregiudiziale relativa alla legge italianasollevata dai Tar Sardegna e Lombardia,investiti a loro volta da alcuni gestori diattività in aree demaniali marittime, inSardegna e in Lombardia (cosiddettacausa Promoimpresa), della decisione suirilasci e rinnovi delle concessioni in baseal decreto-legge n. 179/2012;

i Tar hanno chiesto alla Corte digiustizia dell’Unione europea di verificarela compatibilità della norma ultima richia-

mata con il diritto comunitario, espri-mendo dubbi sull’automatismo della pro-roga;

l’Avvocato generale della Corte digiustizia dell’Unione europea Maciej Szpu-nar, nel febbraio 2016, si è espresso conun parere (non vincolante per la Cortedell’Unione europea) che ritiene fondati idubbi espressi dai Tar, concludendo che« la direttiva 2006/123/CE, relativa ai ser-vizi nel mercato Ue, impedisce alla nor-mativa nazionale di prorogare in modoautomatico la data di scadenza delle con-cessioni per lo sfruttamento economico deldemanio pubblico marittimo e lacustre »;

se la pronuncia finale della Corte digiustizia europea dovesse confermare taliposizioni, molte imprese balneari italianesi troverebbero in una situazione diestrema difficoltà, avendo continuato adinvestire sui propri stabilimenti, contandosulla stabilità offerta dalla proroga con-cessa con il decreto-legge n. 179 del 2012.Inoltre, è da considerarsi che gli stabili-menti balneari sono generalmente impreseeconomiche di tipo familiare, che rappre-sentano tuttavia realtà fondamentali delsistema turistico italiano. Il pieno ricono-scimento dell’applicazione della « direttivaBolkestein » a tale settore rischia di de-terminare un arretramento del sistema diofferta turistica Made in Italy, con l’aper-tura ad attori economici comunitari anchedi natura multinazionale, snaturando uncomparto economico che richiederebbe in-vece particolare attenzione alle specificitàdi ogni singolo Paese, oltre a determinareuna situazione di estrema criticità per laprossima stagione estiva –:

quali iniziative, anche di caratterenormativo, intenda adottare il Governoper affrontare la vicenda illustrata in pre-messa, e tutelare il comparto economicoturistico-balneare italiano. (4-12454)

VILLAROSA, D’UVA, VIGNAROLI,RIZZO, DI BENEDETTO, CANCELLERI,LUPO, NUTI, DI VITA, GRILLO, DEROSA, BUSTO, TERZONI, DE LORENZIS,

Atti Parlamentari — 35325 — Camera dei Deputati

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DI BATTISTA, PESCO e ALBERTI. — AlPresidente del Consiglio dei ministri, alMinistro dell’interno. — Per sapere – pre-messo che:

il settimanale siciliano di politica« Centonove », nel mese di febbraio 2016pubblica un interessante articolo su unpresunto buco di 46 milioni di euro ri-guardante i fondi riscossi dal 2003 al 2014per la sicurezza e la gestione trentennalepost mortem della discarica di MazzarràSant’Andrea; lo stesso articolo indica che,in una nota inviata all’inizio del mese difebbraio, da parte del sindacato che seguela vicenda del licenziamento di 16 dipen-denti (su un totale di 30) della Tirreno-ambiente s.p.a., viene evidenziata la man-cata presentazione del piano industriale ela mancata indicazione delle somme in-cassate negli anni per la gestione postmortem della discarica. I comuni soci delservizio, nel corso degli anni, hanno infattipagato 7,05 euro per ogni tonnellata con-ferita in discarica riuscendo ad accumu-lare ben 18 milioni di euro per la sicu-rezza e 27 milioni di euro per la gestionepost mortem. La perplessità del sindacato,riportata nell’articolo del settimanale Cen-tonove, corrisponde esattamente con laperplessità degli interroganti, in quanto ilbilancio 2014 non risulta ancora appro-vato e la società lamenta mancanza diliquidità;

già ad aprile 2015 l’inchiesta delsettimanale « Centonove » sulla parentopolidi Tirrenoambiente riportata anche dallatestata online Stampalibera in data 24aprile 2015; evidenziava la presenza distrani intrecci e di stranissime promozioniche raggiungono l’acme con il conferi-mento dell’incarico di dirigente a RobertoCarenzo che, come si legge, possiede iltitolo di studio della licenza media;

sconcertante, a parere degli interro-ganti, il fatto che l’attuale custode giudi-ziario della discarica di Mazzarrà sia pro-prio il « titolato » Roberto Carenzo, delquale gli interroganti evidenziano la ca-renza culturale, ma forse, rappresenta laminore delle caratteristiche, in quanto, lo

stesso Carenzo dopo aver ricevuto in« dono » la promozione a dirigente auto-rizzò l’anomalo abbancamento del mate-riale come si può leggere nell’articolo delsettimanale Centonove in precedenza men-zionato;

la Tirrenoambiente S.p.a. è una so-cietà per azioni a partecipazione pubblicalocale, con capitale misto pubblico-privato.Il 51 per cento delle azioni è detenuto da10 comuni, ma nei fatti appartiene quasitotalmente al comune di Mazzarrà chedetiene oltre il 45 per cento delle quotetotali, mentre dei restanti comuni soci solouno dei comuni supera lo 0,5 per centodella partecipazione azionaria. L’aziona-riato privato appartiene a Ederambiente(21 per cento), Ge.Se.Nu (10 per cento),Secit (10 per cento), A2A (3 per cento) piùaltri azionisti minori;

un articolo della Gazzetta del Sud del23 febbraio 2016, riporta la notizia chenella discarica di Mazzarrà è stato costru-ito un nuovo modulo privo di autorizza-zioni inerenti i lavori di sbancamentoricadenti in gran parte nella fascia dirispetto di 150 metri dal torrente Maz-zarrà e che « in tale modulo venivanocollocati illecitamente oltre un milione dimetri cubi di rifiuti [...]. Dalle primeconsulenze tecniche redatte dal consulentedella Procura, è stato accertato un note-vole inquinamento delle acque sotterraneealla discarica ed il concreto rischio difenomeni gravitativi o franosi, poiché que-sto nuovo modulo è carente di adeguatipresidi di contenimento »;

il 13 febbraio 2016, fonti di stampariportano la notizia che il nucleo di poliziatributaria della Guardia di finanza diVercelli ha contestato « costi da reato » peroltre 4 milioni di euro alla Osmo S.p.a. inquanto ha ottenuto, con affidamento di-retto, smaltimento dei liquami di percolatoprodotti nella discarica di Mazzarrà;

l’8 settembre 2015 con l’operazione« Riciclo » vengono arrestati i vertici diTirrenoambiente S.p.a. ed il sindaco diMazzarrà Salvatore Bucolo; della vicendase ne occupa anche la testata giornalistica

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Dagospia che pubblica il seguente articolo:« Secondo quanto emerso dall’indagine deifinanzieri, il sindaco avrebbe intascato unatangente di 33 mila euro raggirando l’an-ziano parroco della chiesa di Santa Mariadelle Grazie, spinto a chiedere alla Tirre-noambiente contributi per feste patronaliche lo stesso Bucolo poi provvedeva adincassare personalmente. La discarica diMazzarrà è ritenuta al centro del businessdei rifiuti gestito da Cosa nostra messi-nese. Nel processo sulle ecomafie denomi-nato « Vivaio », poco più di un anno fa, laCorte d’assise d’appello di Messina hacondannato Sebastiano Giambò, l’ex am-ministratore della Tirrenoambiente a 8anni per concorso in mafia. E nella scorsaprimavera un’altra indagine ha portatoall’arresto di 22 persone, tra cui AngeloBucolo, il fratello del sindaco, consideratoil « grimaldello » della mafia per incassareil pizzo dai titolari dell’impianto. Oral’inchiesta « Riciclo » della Guardia di fi-nanza, coordinata dalla Procura di Bar-cellona Pozzo di Gotto (Messina), ha scan-dagliato i rapporti tra la società che ge-stisce la discarica ed il comune di Maz-zarrà. Gli investigatori si sono concentratisulle modalità di riscossione della « tariffaper opere di mitigazione ambientale », pa-gata dai comuni conferitori dei rifiuti allaTirrenoambiente che avrebbe dovuto gi-rare la somma all’ente pubblico che ospital’impianto, in questo caso proprio l’ammi-nistrazione di Bucolo. Secondo i finan-zieri, però, Piccioni, Antonioli e Innocentiavrebbero omesso di versare le sommedovute, facendo lievitare il debito fino aquasi 3 milioni di euro, di cui circa 1milione e 500 mila oggetto di un’indebitatransazione stipulata proprio con il Co-mune di Mazzarrà. Ma non solo. Dagliaccertamenti è emerso anche che nelmarzo 2007 la Tirrenoambiente avrebbeillegittimamente ridotto la tariffa dell’eco-indennizzo, quasi dimezzandola sino alnovembre 2014, provocando al comune undanno di oltre 12 milioni e mezzo di euro.Le indagini hanno portato a galla ancheun giro di sponsorizzazioni ad associazionisportive con l’obiettivo di ottenere la con-nivenza di soggetti che avrebbero dovuto

vigilare sulla gestione della Tirrenoam-biente. Tra questi il finanziamento di 750mila euro a una società sportiva di BorgoVercelli in Piemonte, di cui Innocenti èstato rappresentante legale. Quasi 3 mi-lioni e 500 mila euro infine il totale dellesomme sequestrate agli arrestati e ad unquinto soggetto, un altro amministratoredella Tirrenoambiente, anche lui indagatoper peculato e corruzione »;

riguardo la particolare sensibilitàdella Tirrenoambiente nei confronti dellosport, del sociale e degli enti morali,effettivamente, negli anni si sono verificaticomportamenti per gli interroganti a dirpoco bizzarri. Oltre ai 750 mila euro« donati » a una società sportiva Di BorgoVercelli, la Tirrenoambiente S.p.a., la so-cietà ha « donato » come si può evinceredalla relazione ai cittadini di Mazzarrà S.Andrea datata 16 settembre 2013, a firmadel presidente della Tirreno AmbienteSpa, signor Crisafulli Antonello:

1.437.000 euro alla ASD Mazzarà(si rileva al proposito che il Mazzarràcalcio non è mai arrivato a disputare uncampionato oltre la categoria « eccel-lenza » e quella somma è sufficiente perdisputare per gli interroganti circa 30stagioni);

63.000 euro alla parrocchia SantaMaria delle grazie,

90.900 euro per la festa del santopatrono,

32.300 euro per la festa di San-t’Andrea,

51.000 euro per la compagnia tea-trale « I Sautafossa »,

12.000 euro destinate all’acquistodi piante di agrumi poi donate al Vaticano;

da una ricerca sugli atti di sindacatoispettivo della XVI legislatura risultano 4interrogazioni, tutte senza risposta sultema presentate da parlamentari dell’Italiadei valori;

l’interrogazione n. 4-00402 del 2003riporta quanto segue: « un’inchiesta del

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settimanale l’Espresso e di altri quotidianiquali Repubblica, Centonove ed altri, hamesso in evidenza come il percolato, illiquido che trae prevalentemente originedall’infiltrazione di acqua nella massa deirifiuti o dalla decomposizione degli stessi,sia sparso deliberatamente nei corsi d’ac-qua e lungo le strade. Dall’inchiesta, par-tita dalla Procura di Napoli, si evince comei camion non perdessero liquido per er-rore o fatalità, ma lo scaricassero appo-sitamente nei corsi d’acqua, nelle fogne, oaddirittura lungo le strade, nei campi,penetrando nel terreno e nelle acque. Losmaltimento del percolato infatti necessitadi una serie di operazioni di captazione edi trattamento da effettuarsi presso lastessa discarica, o il trasporto presso altriimpianti adibiti ad hoc. Anche nella di-scarica di Mazzarrà Sant’Andrea – Mes-sina, accade quanto già registrato a Na-poli, dalla magistratura, lungo la stradache porta dalla discarica alla Strada Sta-tale 113 Messina-Pale o invero, i camionche dovrebbero trasportare parte del per-colato dichiarato in siti adibiti allo smal-timento, lo disperdono sul territorio, vainfatti tenuto in conto che il terreno su cuisorge la discarica di Mazzarrà Sant’An-drea è a base sabbiosa. In tali casi la leggeprescriverebbe il rivestimento del terrenocon speciali guaine o sacche di raccolta alfine di evitare la dispersione del percolatonel suolo sottostante, dato il surplus dirifiuti che occupano attualmente la disca-rica in questione, pari a circa un milionedi metri cubi, a fronte di una capienzamassima prevista di quattrocentomila me-tri cubi, le sacche utilizzate non riesconoperò a far fronte alla eccessiva quantità dipercolato formatasi nel tempo, il risultatoè dunque la dispersione del percolatopresente nel sito nell’ambiente circostante,attraverso l’infiltrazione nel suolo e, con-seguentemente, nelle falde acquifere »;

l’interrogazione n. 4-09631 del 2010riporta quanto segue: già con precedentiatti di sindacato ispettivo era stata richia-mata l’attenzione delle istituzioni sulleproblematiche collegate all’inquinamentoatmosferico della zona di Pace Del Mela esu quelle legate alla discarica di Mazzarrà

Sant’Andrea, rilevando tra l’altro che lasuddetta discarica sorgeva su un terreno abase sabbiosa, ed ancor peggio, si sospet-tava che la « SMEB-Cantieri Navale » diMessina avesse smaltito i propri scarti,altamente tossici, presso la stessa disca-rica. Non si vuole destare alcun alla esociale, ma focalizzare una particolareattenzione sulla tutela della salute deicittadini. La discarica di Mazzarrà San-t’Andrea, a stretto confine con il comunedi Furnari, altro non è, ad avviso dell’in-terrogante, che una « bomba » ecologicaper la salute delle comunità interessate,ulteriormente amplificata dall’amplia-mento disposto dalle autorità competenti.Oltre all’inquinamento ambientale, destagrave e particolare preoccupazione la con-nivenza tra discarica e ambiente malavi-toso scaturente dagli ingenti interessi eco-nomici che ruotano intorno ad essa. Sivorrebbe capire meglio quali interessi sicelano di fatto dentro la discarica diMazzarrà Sant’Andrea, visto che si èsciolto un consiglio comunale, quello delcomune di Furnari, ed è stato arrestato unex sindaco, Salvatore Lopes, la cui notiziastupisce perché lo stesso, in passato, si eracontraddistinto con numerose denuncealle varie istituzioni competenti e per lenumerose proteste contro la discarica, ilsuo ampliamento e le sue emissioni nel-l’atmosfera, che inquinano i comuni diTerme Vigliatore, Rodi Milici, MazzarràSant’Andrea, Furnari, tutta la provincia diMessina e zone limitrofe. Tra le proteste,le più eclatanti hanno riguardato il bloccodei mezzi dinnanzi alla discarica e losciopero della fame, effettuato per osta-colare l’ampliamento della stessa;

l’interrogazione n. 4-11731 del 2011riporta, tra le altre cose, quanto segue : ilsettimanale Centonove, edito a Messina,nel n. 12 del 25 marzo e nel n. 13 del 1o

aprile 2011, usciva in prima pagina rispet-tivamente con i seguenti titoli: « Pattu-miera Sicilia » e « Rifiuti Pericolosi ». Se-condo il settimanale, più di cinquecentotonnellate di rifiuti vengono trasportategiornalmente in Sicilia e conferite, all’in-saputa dei cittadini e senza alcun controlloa tutela della salute e della legge, nella

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discarica di Mazzarrà Sant’Andrea (Mes-sina), comune recentemente noto per lascoperta del più grande cimitero di mafiain Sicilia e attiguo ai comuni di Terme eVigliatore e di Furnari, i cui organi am-ministrativi sono stati sciolti per condizio-namenti della criminalità organizzata, ilprimo dal mese di gennaio 2006 al giugno2008, il secondo tutt’oggi retto da unacommissione straordinaria. Il trasferi-mento dei rifiuti cosiddetti speciali nasceda un accordo tra Tirrenoambiente, ge-store della discarica di Mazzarrà Sant’An-drea e la società pubblica Sap. Na. Spa.Ogni giorno, più di cento articolati delladitta fratelli Adiletta di Nocera Inferioresono diretti in Sicilia provenienti daglistabilimenti di tritovagliatura ed imballag-gio rifiuti (Stir) di Gugliano e di Tufino(Napoli). I rifiuti solidi urbani, com’è noto,per poter essere trasferiti in altre regionidevono essere classificati come « speciali »,cioè resi biostabilizzati. Per stessa ammis-sione di esponenti del governo regionale, laSicilia ha una tale carenza di discariche danon escludere la necessità di trasportare irifiuti fuori dalla regione. per l’emergenzarifiuti, la regione Sicilia è stata dotata diun commissario straordinario nella per-sona del governatore regionale, RaffaeleLombardo. Gli stessi identici rifiuti sonostati mandati indietro dalla regione Pugliaa seguito dei rilievi dell’A.R.P.A. che, adispetto del codice tranquillizzante(19.12.12), con cui i rifiuti erano classifi-cati, li ha ritenuti chimicamente « nonesportabili in altre regioni ». La Spagnasembra abbia rinunciato all’affare « per ladifficoltà di sapere con certezza cosa con-tengono i rifiuti che escono dagli impiantidi tritovagliatura ». Le amministrazioni lo-cali e le associazioni culturali ed ambien-taliste del comprensorio hanno semprecontestato l’ubicazione della discarica diMazzarrà Sant’Andrea, posta al confinedell’omonimo torrente e non molto di-stante da altri comuni: Tripi, Novara diSicilia, Rodi Mitici, Furnari, Te e Viglia-tore. Sulla discarica di Mazzarrà Sant’An-drea, la commissione Pecorella si pronun-cia in questi termini: « negli ultimi dueanni uno degli affari più importanti dal

punto di vista del settore della gestione edello smaltimento dei rifiuti, è stato quellodella discarica di Mazzarrà Sant’Andrea,discarica che per una serie di ragioni èstata deputata a servire le esigenze dismaltimento rifiuti della maggior parte deiComuni della Provincia di Messina. Pro-prio con riferimento alla discarica di Maz-zarrà sarebbe emersa una sorta di ge-stione non ufficiale da parte della mafiabarcellonese »;

l’interrogazione n. 4-18604 del 2012tra le altre cose riporta quanto segue:« Persino il libro-inchiesta “La collina dellamunnizza” di Carmelo Catania (pubblicatonel 2012 da Nicola Calabria editore) – incui si traccia un quadro piuttosto esau-riente sul grado di penetrazione mafiosanella gestione della discarica comprenso-riale dei rifiuti nel vicino comune diMazzarrà Sant’Andrea (sulla discarica 0-1Mazzarà la commissione Pecorella si èpronunciata in questi termini: “negli ultimianni, uno degli affari più importanti dalpunto di vista del settore della gestione edello smaltimento dei rifiuti, è stato quellodella discarica di Mazzarà Sant’Andrea,discarica che per una serie di ragioni èstata deputata a servire le esigenze dismaltimento rifiuti della maggior parte deicomuni della provincia di Messina. Pro-prio con riferimento alla discarica di Maz-zarrà sarebbe emersa una sorta di ge-stione non ufficiale da parte della mafiabarcellonese”) – nel ripercorrere le tappedell’inchiesta denominata “Vivaio” sullacosca mafiosa del comprensorio, svelaquanto accaduto nei giorni della campa-gna elettorale presso il comune di Falconee, attraverso le dichiarazioni del collabo-ratore di giustizia Santo Cullo, evidenzia ilruolo di primo piano assunto dal SalvatoreCalcò Labruzzo nella organizzazione ma-lavitosa: “Dopo Bisognano, al processo ‘Vi-vaio‘ fa la comparsa un altro pentito.Santo Cullo, che venne sentito a comin-ciare dall’udienza del 17 ottobre 2011. Lacollaborazione di Santo Cullo, 47 anni,insospettabile meccanico di Falcone, haavuto inizio il 4 aprile 2011 (ovvero ameno di due mesi dal voto) e per tutto ilmese di aprile sarebbe andata avanti così:

Atti Parlamentari — 35329 — Camera dei Deputati

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Gullo il giorno prima incontrava il pastoreSalvatore Calcò Labruzzo, 59 anni, checurava – in assenza dei capi cosca – icollegamenti tra i vari componenti dellafamiglia. All’indomani di ogni incontro conil Calcò, Gullo riferiva ai carabinieri delRos che annotavano e predisponevano leindagini i cui effetti non sono ancora noti.Il pentito raccontava, ad esempio, dellaraccolta delle tangenti provenienti dalladiscarica di Mazzarrà e della suddivisioneche ne faceva Salvatore Calcò Labruzzotra tutti i componenti della cosca a piedelibero e tra quanti, boss e gregari, erano incarcere” »;

ad agosto 2012, molti giornali locali,tra i quali la testata online tempostretto,riportano la notizia inerente « lo stranocaso del Consiglio comunale del comune diMazzarrà Sant’Andra ». I consiglieri co-munali di maggioranza, infatti, si sonodimessi in massa pochi mesi dopo l’avve-nuta elezione per « consentire un’efficaceazione della Giunta », avendo come con-seguenza la nomina di un commissario insostituzione dell’organo consiglio comu-nale, una sorta di autoscioglimento delconsiglio comunale così come avviene, disolito, su disposizione del Governo, perfatti che fanno concretamente sospettareun’elevata contaminazione mafiosa;

il 21 febbraio 2013, sempre la stessatestata ordine tempostretto riporta la no-tizia delle dimissioni del CommissarioStraordinario Vincenzo Lauro, e l’immi-nente nomina, da parte del Governatoredella regione Siciliana, di un nuovo com-missario che permetterà al sindaco di« amministrare in serena libertà », come sipuò leggere testualmente sulle pagine ditempostretto.it;

la discarica di Mazzarrà Sant’Andreaè situata all’estrema periferia del comunedi Mazzarrà, ma molto vicino al centroabitato di un altro comune, Furnari. L’at-tuale sindaco di Furnari da tempo denun-cia la pericolosità del sito, tanto che lastessa discarica è stata chiusa per ordinedella magistratura anche a causa del ma-teriale abbancato oltre ogni limite tanto da

raggiungere l’altezza di un palazzo ditrenta piani, con un conseguente seriorischio di collasso imminente. Oltre questoè stato più volte denunciato, in varieforme, il rischio di inquinamento dellafalda acquifera a causa della pessima, senon inesistente, gestione del percolato pro-dotto dal sito;

il 13 ottobre 2015 finalmente condecreto del Presidente della Repubblicaavviene la nomina della commissione stra-ordinaria per la provvisoria gestione delcomune di Mazzarrà Sant’Andrea, anorma dell’articolo 143 del decreto legi-slativo 18 agosto 2000, n. 267, e solo dopoche sindaco, allora in carica, SalvatoreBucolo, ha rassegnato le dimissioni connota acquisita al protocollo dell’ente indata 17 settembre 2015, dimissioni avve-nute solo dopo che in data 8 settembre2015 è stata disposta un’ordinanza dicustodia cautelare in carcere dell’allorasindaco in carica Bucolo. Il decreto delPresidente della Repubblica in questionecontiene alcune parti della relazione d’in-dagine e alcuni fatti illustrati in questoatto di Sindacato ispettivo che, a pareredegli interroganti, dimostrerebbero chequesta parte di territorio Italiano sia stataper lungo tempo totalmente abbandonatadallo stato e, contestualmente, e probabil-mente scarsamente monitorata dagli or-gani preposti al controllo ed alla persecu-zione di eventuali reati più o meno evi-denti;

a solo titolo informativo e come pro-babile/possibile dimostrazione di quellache appare agli interroganti una « sincro-nicità junghiana » (principio di nessi acau-sali) va riportato che a capo della prefet-tura di Messina, dal 2007 al 2012, c’è statoil dottor Alecci, protagonista e destinata-rio, in passato, di uno dei rarissimi casi diprovvedimento di arresto nei confronti diun prefetto in carica;

sempre senza alcun apparente nessodi causalità corre l’obbligo di riportare chein quegli anni, a Barcellona Pozzo di Gottooperava in qualità magistrato il dottorOlindo Canali divenuto, in seguito, prota-

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gonista di burrascose e bizzarre vicendegiudiziarie. Stessa sorte, forse ancora piùsfortunata, ha travolto l’ormai ex Procu-ratore Generale di Messina, che ha subitouna condanna penale per altre vicendegiudiziarie;

la gravità della situazione è testimo-niata anche da filmati e documentazionevaria che dovrebbe essere già dalla fine del2015 nella disponibilità della autorità giu-diziaria –:

se il Governo sia a conoscenza ditutti i fatti e di tutti gli atti esposti inpremessa;

se il Governo nell’ambito delle suecompetenze, intenda prendere in conside-razione l’eventualità di adottare iniziativestraordinarie, anche per il tramite dellacommissione straordinaria per la provvi-soria gestione del comune di MazzaràSant’Andrea in relazione alla disca-rica citata a causa dell’elevato grado dipericolosità del sito;

se, nell’ambito delle competenze, in-tenda, avviare una seria ed approfonditaverifica, per quanto di competenza, suifatti accaduti nel corso degli anni e sul-l’attività delle autorità che dovevano rap-presentare lo Stato in questa porzioned’Italia definita, da altri e forse anche aragione, la « Corleone del ventunesimosecolo ». (4-12466)

BRESCIA. — Al Presidente del Consigliodei ministri, al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali, al Ministro dello sviluppoeconomico. — Per sapere – premesso che:

da notizia di stampa pubblicata su IlFatto Quotidiano.it in data 1o marzo 2016si apprende della prima delle tre giornatedi sciopero nazionale, tenutasi il 2 marzo2016, organizzata dai rappresentati deilavoratori del gruppo Caltagirone Editoree dai lavoratori poligrafici stessi con loscopo di contestare lo spacchettamento ele cessioni di alcuni rami d’azienda attuatedal gruppo;

come riportato nella nota del 29febbraio 2016 rilasciata congiuntamentedalle sigle sindacali di categoria Sindacatolavoratori della comunicazione — CGIL,Federazione informazione spettacolo e te-lecomunicazioni — CISL, Unione italianalavoratori della comunicazione — UIL, il23 febbraio 2016 Francesco Gaetano Cal-tagirone e Azzurra Caltagirone (vicepresi-dente della Fieg) hanno comunicato lospacchettamento delle attività produttivedelle testate dei quotidiani « Il Messag-gero » di Roma, « Il Mattino » di Napoli e« Il Gazzettino » di Venezia;

sia nella nota sindacale, che nellafonte stampa sopracitata, si riporta che,procedendo con il trasferimento di deter-minati rami d’azienda, « Francesco Gae-tano Caltagirone e Azzurra Caltagirone[...] destrutturano il CCNL dei lavoratoripoligrafici, dopo avere intascato gli ultimiprovvedimenti previsti dalla Legge di Sta-bilità per il settore dell’Editoria »;

a detta delle segreterie nazionali e delcoordinamento nazionale delle rappresen-tanze sindacali unitarie del Gruppo Cal-tagirone, la procedura attuata in data 23dicembre 2015 dal gruppo e che ha por-tato alla costituzione di « Servizi Italia 15S.r.l. », « Stampa Napoli 2015 S.r.l. » e« Stampa Roma 2015 S.r.l. », società be-neficiarie destinate ad acquisire i ramid’azienda delle testate dei quotidiani so-pracitati, avrebbe come scopo alcuni in-terventi finanziari e sarebbe stata svilup-pata venendo meno a ogni regola contrat-tuale sottoscritta, attraverso licenziamentiindividuali senza giustificato motivo e spo-stamenti forzosi di lavoratori da un’attivitàall’altra;

nell’articolo sopracitato il segretarionazionale della UILCOM, Roberto DiFrancesco, sostiene che tale operazione hagià comportato « il licenziamento di 3dipendenti a Napoli, 1 a Venezia e ben 77appaltati con altro contratto », ovvero la-voratori e lavoratrici appaltati in unasocietà esterna ai quali sarà applicato ilCCNL terziario, distribuzioni e servizi,contratto di lavoro che li priverebbe delle

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tutele e dei diritti di cui godono attual-mente in base al contratto poligrafico;

il trasferimento di determinati ramid’azienda a favore delle società beneficia-rie sarà effettivo a partire dal 1o aprile2016. Nel frattempo il coordinamento deirappresentati dei lavoratori del gruppoCaltagirone ha proclamato lo stato diagitazione in tutte le testate del gruppo,ovvero « Il Messaggero », « Il Mattino »,« Il Gazzettino » e il « Corriere Adriatico »,ha indetto tre giornate di sciopero nazio-nale e ha richiesto un confronto nazionaledi tutto il settore poligrafico in data 14marzo 2016, nonché il ritiro dei licenzia-menti e delle cessioni di ramo d’azienda;

nel comunicato inviato dagli organidirigenziali alle rappresentanze sindacaliunitarie di categoria si legge che « lascissione parziale delle Società “Il Messag-gero S.p.A”, “Il Mattino S.p.A” e “Il Gaz-zettino S.p.A” (“Società Scindente”), nellasocietà “Servizi Italia 15 s.r.l.” (“SocietàBeneficiaria”) si inserisce in un pro-gramma di riorganizzazione generale fina-lizzato a semplificare le strutture organiz-zative con lo scopo di massimizzare sia lesinergie aziendali sia l’equilibrio econo-mico complessivo delle società coinvoltedalla presente operazione, ciò anche inconsiderazione della grave crisi che hainteressato il settore e che ha comportatopesanti perdite negli ultimi 5 anni »;

in effetti, per ben tre volte negliultimi anni è stato dichiarato lo stato dicrisi per il gruppo Caltagirone Editore. Danotizia di stampa pubblicata su Il FattoQuotidiano.it in data 2 aprile 2014 èriportata una nota del comitato di reda-zione de « Il Messaggero » relativa allostato di crisi annunciato nel maggio 2012:« questo stato di crisi, il secondo in pochianni, ha permesso all’azienda di ridurresensibilmente i propri costi con l’uscita di25 colleghi (dopo i quasi cinquanta usciticon il precedente). Altri risparmi di spesasono stati ottenuti con sacrifici a caricodei giornalisti e dei poligrafici ». Difatti,negli scorsi anni i giornalisti e poligraficidel gruppo Caltagirone hanno accettato di

ricorrere agli ammortizzatori sociali pre-visti dalla legge 416 del 1981, quali pre-pensionamenti e cassa integrazione, comeanche alla stipula di contratti di solida-rietà, al fine di impedire il licenziamentocollettivo del personale, soluzione propostadall’editore Caltagirone;

in un altro articolo pubblicato su IlFatto Quotidiano.it in data 23 agosto 2014e relativo ai 25 milioni di euro stanziatinel 2014 dal Governo Renzi per i prepen-sionamenti come fondo a sostegno dell’e-ditoria, si riporta infatti che « anche per ilMessaggero è stato scelto l’ammortizzatoresociale dei prepensionamenti (circa 36)dopo che il quotidiano della capitale haaperto il primo stato di crisi nel 2009 perun anno e mezzo e il secondo nel 2012fino agli inizi dello scorso maggio. Comun-que a favore dell’imprenditore romano siè dichiarato persino il sottosegretario al-l’editoria Luca Lotti, dicendosi “convintoche anche il Messaggero accederà ai fondi”nonostante sia il terzo stato di crisi inpochi anni presentato dalla casa editricedel giornale »;

tenendo perciò conto dei risparmi dispesa ottenuti negli scorsi anni dal gruppoattraverso l’attuazione di contratti socialiper i dipendenti, della cassa integrazione,e grazie finanziamenti statali a sostegnodell’editoria per ricorrere ai prepensiona-menti, sarebbe utile comprendere le ra-gioni che hanno comunque portato altrasferimento di determinati rami d’a-zienda del gruppo Caltagirone a favore disocietà beneficiarie pur rischiando di dan-neggiare i propri dipendenti –:

se il Governo intenda verificare, perquanto di competenza, i fatti esposti inpremessa;

quali iniziative di competenza il Go-verno intenda intraprendere al fine diverificare se e in quale forma il gruppoCaltagirone Editore abbia beneficiato difinanziamenti diretti o indiretti all’edito-ria, ovvero dei finanziamenti previsti siadalla legge 5 agosto 1981, n. 416, « Disci-plina delle imprese editrici e provvidenzeper l’editoria », articolo 28 « Tariffe tele-

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foniche, telegrafiche, postali e dei tra-sporti », sia dal decreto del Presidente delConsiglio dei ministri del 30 settembre2014 recante l’istituzione del fondo stra-ordinario per interventi di sostegno all’e-ditoria per il triennio 2014-2016; in par-ticolare, se il medesimo gruppo abbiausufruito di quelle misure di sostegno aiprogrammi di ristrutturazione aziendaleche prevedo o una revisione dell’organicocon il ricorso ai prepensionamenti e alparziale finanziamento degli ammortizza-tori sociali;

se il Governo intenda appurare, perquanto di competenza, se il gruppo abbiautilizzato correttamente i finanziamentistatali di cui avrebbe beneficiato, desti-nandoli ad esempio alla ristrutturazioneaziendale al fine di evitare il licenziamentodi personale;

se intenda monitorare la proceduradi trasferimento dei rami d’azienda delgruppo Caltagirone in riferimento allaconformità alla normativa vigente dei li-cenziamenti individuali causati da taleoperazione e del dislocamento dei dipen-denti che dal 1o aprile 2016 sarannoappaltati in una delle società esterne be-neficianti, affinché ne siano tutelati i di-ritti. (4-12471)

BRUGNEROTTO e D’INCÀ. — Al Pre-sidente del Consiglio dei ministri, al Mini-stro dell’istruzione, dell’università e dellaricerca, al Ministro dell’interno, al Ministrodel lavoro e delle politiche sociali. — Persapere – premesso che:

Infiltrato.it in data 3 febbraio 2013,pubblica « IL CASO/Il calvario del profes-sor Emmanuel Zagbla, da 30 anni sposatoin Italia, cittadino non riconosciuto »;

come si legge nell’articolo « all’uomo,di origini ivoriane, da trenta anni in Italiae sposato con un’italiana, non solo non èmai stata riconosciuta la cittadinanza maha dovuto subire una serie di terribiliingiustizie. La prima è la mancata discus-sione della tesi di dottorato di ricerca nei1995; poi la proclamazione a dottore – tra

il 2001 e il 2002 – senza ricevere uncentesimo per il lavoro svolto. Nel 2007l’Università di Padova tenta di farlo rico-verare al Reparto di Psichiatria patavino.(...) Ecco l’assurda storia di razzismo emenefreghismo di cui è vittima il ProfessorIl signor Zagbla, simbolo di una genera-zione di migranti i cui diritti in Italia nonvengono ancora riconosciuti, dopo annispesi a sudare per il Belpaese »;

il dottor Zagbla, cittadino della CostaD’Avorio, è in Italia dal 1981 e dopotrent’anni di residenza legale, nonostanteabbia moglie e figlia italiane, non haancora ottenuto la cittadinanza italiana; ecome dichiara « Per un motivo assurdoquanto incredibile. Non si può chiedereinfatti, stando alla legge, la cittadinanzaitaliana per motivi di carriera »;

si laurea in scienze politiche il 27novembre 1990 presso l’università di Pa-dova. Subito dopo ha partecipato al con-corso per il dottorato di ricerca in rela-zioni internazionali; nel 1992 gli vieneassegnato come tutor il dottor AntonioPapisca, il quale però si rifiuta di rice-verlo. Da qui sono iniziate le segnalazionial preside della facoltà di scienze politicheGiuseppe Zaccaria ma la situazione noncambia: il tutor continua a rifiutarsi diriceverlo, mentre il signor Zagbla continuaa seguire le lezioni; e tre anni più tardi,nel 1995, presenta una tesi di dottoratodal titolo « Le implicazioni delle politicainternazionale nei processi migratori inAfrica »;

quando il signor Zagbla chiede altutor di esprimersi sulla qualità del suolavoro, ottiene la risposta: « Lo saprà il 4dicembre », cioè il giorno stesso della di-scussione; e in quella data, seduto difronte alla commissione conosce il ver-detto: « Lei non passa perché il titolo noncoincide con il contenuto »; e viene quindibocciato;

nello stesso anno, qualche meseprima della discussione della tesi, il signorZagbla si iscrive regolarmente al bando diconcorso post dottorato, con alcuni postiriservati a cittadini stranieri; ovviamente

Atti Parlamentari — 35333 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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essendo stato bocciato « a sorpresa » all’e-same non ha potuto partecipare, perdendola possibilità di lavorare come ricercatore;

un mese prima della discussione, ilMattino di Padova pubblica un articolo daltitolo: « Un Africano a un passo dalladocenza universitaria in città »;

il 5 luglio del 2001, il signor Zagblaha avuto la possibilità di superare l’esamee di diventare dottore di ricerca in rela-zione internazionali;

come si legge nell’articolo di Infiltra-to.it l’allora rettore promise al signorZagbla una ricompensa per il danno subitoa seguito dell’ingiusta bocciatura e per laconseguente perdita di opportunità di la-voro come ricercatore; il giorno della vi-gilia della proclamazione ufficiale infatti ilrettore lo invita nel suo ufficio, dove ilsignor Zagbla si presenta accompagnato daun amico italiano; il rettore invita il signorZagbla a prendere contatti con un certoprofessore che si occupa di cooperazioneallo sviluppo perché potrebbe offrire unaopportunità lavorativa, e per quanto ri-guarda « il danno subito » lo tranquillizzadicendo che « avrebbe pensato ad unasoluzione »; a proclamazione avvenuta ilsignor Zagbla fa visita al professore dicooperazione allo sviluppo, il quale reagi-sce stupito, non avendo avuto alcuna no-tizia del suo caso dal rettore;

così commenta Infiltrato.it « Perchéallora il Rettore promise e non mantenne?Semplicemente per cautelarsi da un’even-tuale reazione negativa da parte di Em-manuel durante la cerimonia davanti alleautorità cittadine e alla stampa. Il giornosuccessivo infatti era come se non fosseaccaduto nulla »;

successivamente il signor Zagblaavrebbe tentato più volte di avvicinare ilrettore per chiedere spiegazioni, ma nonriuscirà mai più ad incontrarlo;

nel mese di agosto 2004 il signorZagbla si reca in Costa d’Avorio in occa-sione di una conferenza nella quale dovràparlare della diaspora ad Abidjan. È al-lora che un collega ivoriano del signor

Zagbla cerca i documenti che attestano iltitolo di dottore di ricerca a Padova, nontrovandoli; cioè il dottorato ottenuto dopotanti sacrifici, per più di tre anni, vale adire dal 5 luglio 2001 fino al 15 settembre2004, è rimasto in qualche cassetto, fuoridell’archivio elettronico ufficiale del sitodell’università di Padova dove erano invecepresenti tutti gli altri dottorati, con i titolie gli anni di conseguimento;

come riportato da Infiltrato.it il si-gnor Zagbla « chiede i verbali della Com-missione del 4 dicembre 1995 per scoprireuna cosa che lui stesso ha definito “rivol-tante”: la Commissione ha scritto chedurante la discussione dell’elaborato nonsono stato all’altezza; che le argomenta-zioni sollevate non corrispondevano altema assegnatomi. Un giudizio totalmentefasullo perché il nostro dottore ivorianonon ebbe nemmeno la possibilità di di-scutere la sua tesi davanti alla Commis-sione »;

il signor Zagbla si reca al commis-sariato di Padova e sporge denuncia agliautori delle ingiustizie subite; la primavolta lo fa nel 2004, e viene invitato a nonproseguire nella stessa;

uno studente ruandese che aveva as-sistito a tutte le fasi dell’inadempienza delprofessore Papisca si sarebbe detto dispo-sto ad aiutarlo al 75 per cento perchéaveva problemi con la sua posizione dirifugiato; ma al momento della deposi-zione in tribunale lo studente ruandeseavrebbe dato una versione dei fatti diversa,da quel momento viene archiviata la de-nuncia nei confronti del professor Papisca;

nel 2007 succede qualcosa che se-gnerà in maniera irreversibile la vita delsignor Zagbla; come dichiara su Infiltra-to.it: « Il 5 marzo 2007 alla vigilia dell’a-pertura dell’anno accademico, mi presen-tai al rettorato coi miei diplomi (Laurea inScienze Politiche, conseguito presso questauniversità il 27 novembre 1990, Diplomadi dottore di ricerca in Relazioni Interna-zionali). Il mio obiettivo era lo stesso:ottenere la compensazione economica pro-messa dall’università. Al posto della com-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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pensazione, l’Università fece chiamare dueambulanze per portarmi in psichiatria ! »;

il signor Zagbla scrive più volte allaPresidenza della Repubblica; la primavolta nel 1999 quando al vertice c’eraCarlo Azeglio Ciampi e poi ancora quandola carica è passata nelle mani di GiorgioNapolitano;

il signor Zagbla viene convocato dallaquestura di Padova per l’acquisizione delleinformazioni di rito. Una volta in que-stura, al Zagbla, venne detto che non sirilevava alcun reato;

appare quantomeno discutibile, adavviso degli interroganti, il comportamentodella Prefettura di Padova, la qualeavrebbe riferito che il signor Zagblaavrebbe avuto modo, in occasione dellapresenza del Capo dello Stato Padova il 27marzo 2002, di partecipare alla cerimoniasvoltasi nell’ateneo, assieme ad altri neo-ricercatori, su personale invito del Magni-fico rettore;

si dà il caso che il signor Zagbla nonavrebbe mai ricevuto l’invito cui fa rife-rimento la prefettura;

nel 2009 il procuratore di Padovachiude definitivamente le indagini sulcaso;

nel 2008 il signor Zagbla scrive l’ul-tima lettera all’ateneo per tentare in qual-che modo di ottenere giustizia. Nel 2010scrive al Ministero dell’istruzione, dell’u-niversità e della ricerca ed al dipartimentodelle pari opportunità chiedendo l’invio diun ispettore all’ateneo padovano a verificadi quanto accaduto;

il regolamento di tutorato dell’uni-versità di Padova all’articolo 1 descrive lefinalità delle attività di tutorato, chehanno lo scopo di orientare ed assistere glistudenti lungo tutto il corso degli studi;

il regolamento di ateneo per i corsi didottorato di ricerca dell’università di Pa-dova l’articolo 13 « compiti del collegio »prevede che entro tre mesi dall’inizio deicorsi il collegio assegni a ciascun dotto-

rando le attività da svolgere e individui trai membri del collegio un supervisore;

l’articolo 25 « cause di esclusione »prevede che:

« ART. 25.

(Cause di esclusione).

1. Con motivata delibera il Collegio deidocenti, acquisito il parere del supervisoree sentito il dottorando, può proporre an-che in corso d’anno al Rettore l’esclusionedel dottorando dal proseguimento delcorso nei seguenti casi:

a) prestazioni di lavoro non autoriz-zate;

b) prolungate assenze ingiustificate;

c) valutazione insufficiente da partedel Collegio docenti »;

l’articolo 30, comma 2, dispone cheentro la fine dell’ultimo anno di corso ilcollegio docenti dovrà formulare un giu-dizio sull’attività di ricerca svolta dal dot-torando e ammettere il dottorando allavalutazione della tesi da parte dei valuta-tori;

il comma 4 dello stesso articolo di-spone che:

« 4. Al fine di ottemperare a quantoprevisto dall’articolo 8 del decreto mini-steriale n. 45 del 2013, il competente Ser-vizio di Ateneo coordina una proceduraatta a raccogliere i corrispondenti giudizidei due valutatori esterni e attivare lasuccessiva valutazione di una commissionedi esame finale salvaguardando la possi-bilità del dottorando di poter riformularela tesi di dottorato in caso di rinviorichiesto dai valutatori ».

il comportamento del tutor affidatoal signor Zagbla pare non conforme aquanto disposto dall’articolo 1 del regola-mento di tutorato;

il giudizio riportato nel verbale dellacommissione del 4 dicembre 1995 non

Atti Parlamentari — 35335 — Camera dei Deputati

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pare giustificato in quanto non ci fu lapossibilità di discutere la tesi davanti allaCommissione;

non è stata salvaguardata la possibi-lità del dottorando di poter riformulare latesi di dottorato, come previsto dal comma4 dell’articolo 30 del regolamento di ate-neo;

l’ingiustificata bocciatura, ha deter-minato la perdita di opportunità per ilsignor Zagbla di accesso al concorso postdottorato –:

di quali elementi disponga il Governoin relazione alla vicenda descritta in pre-messa e siano state assunte o si intendanoassumere iniziative, anche per il tramitedell’ufficio nazionale antidiscriminazionirazziali, volte a verificare eventuali com-portamenti discriminatori a carico del si-gnor Zagbla e a evitare che possano ripe-tersi in futuro casi analoghi;

quali iniziative di competenza si in-tendano assumere al fine di verificarel’anomalo comportamento della prefetturanonché della questura di Padova in rela-zione al caso sopra menzionato;

se il Governo ritenga di assumereiniziative per verificare la sussistenza deirequisiti necessari affinché il signor Zagblapossa finalmente vedersi riconosciuto ildiritto alla cittadinanza italiana, così comeprevisto dalla normativa vigente. (4-12473)

* * *

AFFARI ESTERIE COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:

MANLIO DI STEFANO, DEL GROSSO,DI BATTISTA, GRANDE, SCAGLIUSI, SI-BILIA, SPADONI, AGOSTINELLI, AL-BERTI, BARONI, BASILIO, BATTELLI,BENEDETTI, MASSIMILIANO BERNINI,PAOLO BERNINI, NICOLA BIANCHI, BO-NAFEDE, BRESCIA, BRUGNEROTTO,BUSINAROLO, BUSTO, CANCELLERI,

CARIELLO, CARINELLI, CASO, CA-STELLI, CECCONI, CHIMIENTI, CIPRINI,COLLETTI, COLONNESE, COMINARDI,CORDA, COZZOLINO, CRIPPA, DAVILLA, DADONE, DAGA, DALL’OSSO,D’AMBROSIO, DE LORENZIS, DE ROSA,DEL GROSSO, DELLA VALLE, DEL-L’ORCO, DI BENEDETTO, LUIGI DIMAIO, DI VITA, DIENI, D’INCÀ, D’UVA,FANTINATI, FERRARESI, FICO, FRAC-CARO, FRUSONE, GAGNARLI, GALLI-NELLA, LUIGI GALLO, SILVIA GIOR-DANO, GRILLO, L’ABBATE, LIUZZI,LOMBARDI, LOREFICE, LUPO, MAN-NINO, MANTERO, MARZANA, MICILLO,NESCI, NUTI, PARENTELA, PESCO, PE-TRAROLI, PISANO, RIZZO, PAOLO NI-COLÒ ROMANO, RUOCCO, SARTI, SO-RIAL, SPESSOTTO, TERZONI, TOFALO,TONINELLI, TRIPIEDI, VACCA, SIMONEVALENTE, VALLASCAS, VIGNAROLI,VILLAROSA e ZOLEZZI. — Al Ministrodegli affari esteri e della cooperazione in-ternazionale. — Per sapere – premessoche:

la dirigente indigena Berta Caceres,storica leader del Consejo Cívjco de Orga-nizaciones Populares e Indígenas de Hon-duras (Copinh), è stata uccisa in Hondurasil 2 marzo 2016 nella città di Esperanza,dipartimento occidentale di Intibucà, doveviveva. Due uomini armati le hanno spa-rato nella notte, eludendo la sorveglianzadi una guardia armata, ora sotto inchiesta,mentre suo fratello è rimasto ferito;

la polizia honduregna parla di unarapina finita male, ma la storia di BertaCaceres non fa escludere la pista dell’o-micidio premeditato;

Berta Caceres era sottoposta a mi-sure cautelari dopo l’ennesimo processosubito per la sua attività in difesa dellerisorse naturali. La Commissione intera-mericana dei diritti umani aveva ordinatoal Governo neoliberista di Juan OrlandoHernandez di garantire la sua sicurezza;

un anno fa, dopo aver ricevuto ilpremio Goldman, il massimo riconosci-mento mondiale per un’ambientalista (unasorta di Nobel « verde ») lei stessa denun-

Atti Parlamentari — 35336 — Camera dei Deputati

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ciava: « Mi seguono, minacciano di ucci-dermi, di sequestrarmi. Minacciano la miafamiglia. A questo dobbiamo far fronte »;

l’ultima lotta a cui ha partecipatoBerta è stata quella contro l’attività diun’impresa idroelettrica in una comunitàindigena del Rio Blanco, a Santa Barbara.La settimana scorsa, aveva denunciato inuna conferenza stampa che quattro diri-genti della sua comunità erano stati as-sassinati e altri minacciati. E nelle ultimesettimane la repressione si era intensifi-cata. Il 20 febbraio 2016, nel Rio Blanco,i nativi si sono scontrati con l’impresahonduregna Desa, che gode di grandi fi-nanziamenti internazionali e che ha presodi mira il fiume Gualcarque;

la resistenza organizzata delle popo-lazioni indigene contro le grandi impreseidroelettriche e minerarie che devastano ilterritorio e obbligano gli indigeni ad an-darsene, ha però realizzato anche vittorieimportanti, seppur pagate a caro prezzo.Caceres, il Copinh e le comunità indigenein lotta per la difesa dei propri territoriancestrali, sono riusciti a fermare la mul-tinazionale Sinohydro la quale ha decisodi ritirare la partecipazione nella costru-zione del Rio Gualcarque a cui era inte-ressata anche la Corporazione finanziariainternazionale, istituzione della Bancamondiale. Un progetto che, oltre a priva-tizzare il fiume, avrebbe distrutto le atti-vità agricole intorno per vari chilometri;

l’Honduras è uno dei Paesi più pe-ricolosi al mondo per gli ambientalisti.Secondo la Ong Global Witness, tra il 2002e il 2014 ne sono stati ammazzati 111 esolo nel 2014 in America Latina sono statiuccisi 88 ecologisti, il 40 per cento deiquali indigeni. Una cifra che equivale ai3/4 degli omicidi commessi contro am-bientalisti in qualunque parte del mondo;

le figlie, il figlio e la madre di Berta,mediante un comunicato diffuso dopo l’o-micidio, affermano chiaramente che i re-sponsabili della morte di Berta sono« gruppi di affari in combutta con il go-verno nazionale, i governi municipali e leistituzioni repressive dello Stato, che

stanno dietro ai progetti estrattivi svilup-pati nella regione » e individuano « i fi-nanziatori di questi progetti estrattivi dimorte » come « responsabili per la mortedella nostra Berta e di tante persone chelottano contro lo sfruttamento dei terri-tori, dal momento che i loro soldi rendonopossibile l’imposizione di interessi econo-mici sopra i diritti ancestrali dei popoli »;

i firmatari del comunicato esigonoche si istituisca una commissione interna-zionale imparziale per l’investigazione diquesto crimine, cui possano partecipare laCommissione interamericana per i dirittiumani, organizzazioni internazionali per idiritti umani e gli organi governativi com-petenti, data la dimostrata mancanza diobiettività sulle indagini che sono stateavviate nel Paese –:

quali iniziative efficaci di competenzaintenda adottare affinché venga istituita lacommissione internazionale per l’investi-gazione del crimine evidenziato in pre-messa. (4-12469)

* * *

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta scritta:

LOMBARDI. — Al Ministro per gli affariregionali e le autonomie, al Ministro dellavoro e delle politiche sociali. — Persapere – premesso:

la legge n. 6972 del 17 luglio 1890,cosiddetta « Legge Crispi », sulle IstituzioniPubbliche di Assistenza e Beneficenza, èstata superata dalla legge 8 novembre2000, n. 328, « Legge quadro per la rea-lizzazione del sistema integrato di inter-venti e servizi sociali » e dal successivodecreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207,con i quali – tra l’altro – sono statedelegate le regioni a procedere alla ri-forma delle suddette istituzioni;

la legge 8 novembre 2000, n. 328,all’articolo 10 detta i principi per l’inse-rimento delle ex Ipab nella rete dei servizi

Atti Parlamentari — 35337 — Camera dei Deputati

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sul territorio, favorendo la trasformazionein aziende di servizi alla persona (Asp). Siassiste, quindi, ad una depubblicizzazioneresiduale, tramite la pretesa di una serie direquisiti tipici degli enti del terzo settorequali il richiamo all’efficienza, all’efficaciaall’economicità di gestione, all’adozione diforme gestionali privatistiche (personale,contratti), all’attribuzione in capo allestesse dei controlli formali e dei controllidei risultati, alla possibilità di separare lagestione delle attività da quella dei patri-moni;

il decreto legislativo n. 207 del 2001,in particolare, prevede, al capo II, che leAsp da personalità giuridica di dirittopubblico possano assumere una capacitàdi diritto privato che conferisce loro unaserie di benefici previsti per le onlus (adesempio erogazioni liberali), nonché per-mette loro l’esercizio di tutti i negozifunzionali al perseguimento dei propriscopi istituzionali e all’assolvimento degliimpegni assunti in sede di programma-zione regionale; tra questi si rilevanoquelli di costituire società o fondazioni persvolgere attività strumentali a quelle isti-tuzionali e per provvedere alla manuten-zione del proprio patrimonio;

con la riforma del Titolo V dellaparte II della Costituzione del 2001, lamateria relativa ai servizi sociali e, quindi,alle Ipab è diventata residuale e di esclu-siva competenza regionale;

ad oggi, dopo quasi 16 anni dall’ap-provazione della legge n. 328 del 2000, laregione Lazio è una delle poche regioniitaliane a non aver ancora proceduto ariformare le Ipab, lasciate in tal modo inuna sorta di pericoloso limbo giuridico,foriero di incertezze normative, di confu-sioni e sovrapposizioni di competenze e diresponsabilità e, soprattutto, di depaupe-ramento di un ingente patrimonio immo-biliare, frutto di lasciti privati, con unvalore stimato per difetto in non meno di1 miliardo e mezzo di euro;

la mancata riforma delle Ipab ha, tral’altro, favorito e continua a favorire ilcontinuo ricorso a nomine politiche ai

vertici di queste istituzioni; in assenza ditrasparenza, ha agevolato il sistema coo-perativo sociale, che ha – non di rado –sfruttato le Ipab fino al loro fallimento, hadeterminato abusi, gravi illegittimità e di-storsioni gestionali, alimentando ricorrentiscandali, arrivati alle cronache nazionali;

da diverso tempo un uso distorto edillegittimo dell’istituto del commissaria-mento da parte della regione Lazio staprivando queste Istituzioni dei legittimi eregolari organi statutari a vantaggio dicommissari fiduciari, scelti discrezional-mente dal presidente della regione Lazio;

l’Ipab SS. Annunziata di Gaeta, la piùimportante della provincia di Latina e trale più importanti, per patrimonio, storiaed attività, della regione Lazio, proprio persuperare il continuo ricorso discrezionaleal sistema cooperativo locale per la ge-stione delle proprie strutture, ricorso cheaveva determinato un enorme debito,aveva promosso, d’intesa con la regione, lacostituzione di un proprio ente strumen-tale, ovvero una fondazione di partecipa-zione, prevista dallo statuto dell’Ipab, ap-provato con deliberazione della giuntadella regione Lazio n. 695 del 2009;

gli organi statutari dell’Ipab SS. An-nunziata di Gaeta a partire dal 2014avevano promosso importanti iniziative le-gali a tutela dell’Istituzione e per contra-stare autonomi atti amministrativi e ge-stionali messi in piedi dal presidente pro-tempore dell’Ipab, dottor Raniero Vin-cenzo De Filippis, anche direttore dellaregione Lazio, sospeso poi dall’incarico aseguito delle misure restrittive alle quali èstato sottoposto dall’autorità giudiziariaper fatti commessi nell’esercizio delle suefunzioni di direttore regionale;

con deliberazione della giunta regio-nale del Lazio n. 4 del 13 gennaio 2015, suproposta dell’assessore regionale, Rita Vi-sini, si è provveduto a commissariare persei mesi l’Ipab SS. Annunziata con lamotivazione che lo statuto dell’ente, cheprevede un consiglio di amministrazionedi 6 membri, si sarebbe dovuto adeguareal decreto-legge n. 78 del 2010, convertito

Atti Parlamentari — 35338 — Camera dei Deputati

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dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 e allalegge regionale n. 4 del 2013 e prevedereun consiglio d’amministrazione di non piùdi 5 consiglieri;

come ripetutamente denunciato an-che dagli ex organi dell’Ipab alla regioneLazio, alla procura della Repubblica diRoma, alla Corte dei conti e all’Anac, lemotivazioni alla base del suddetto com-missariamento sono illegittime, poiché lanormativa nazionale sul contenimentodella spesa pubblica non si applica diret-tamente alle Ipab e quella regionale leesclude categoricamente, nonché prete-stuose, in quanto il commissariamento –come denunciato – sembrerebbe finaliz-zato al blocco delle iniziative di contrastoalle illegittimità della passata gestione del-l’Ipab allora presieduta dal dottor DeFilippis (mancata consegna dopo oltre 15anni dei lavori di restauro del Complessodella SS. Annunziata, anomalie procedu-rali nell’ambito di lavori pubblici solo percitare alcuni esempi già oggetto di denuncealle preposte Autorità) e al superamentodell’organo strumentale dell’Ipab – laFondazione di partecipazione – a vantag-gio del sistema cooperativo sociale delterritorio già attivato negli anni addietro;

a dimostrazione della pretestuosità ditale commissariamento, così come denun-ciato dagli ex organi statutari dell’Ipab SS.Annunziata, è stato evidenziato come altreIpab del Lazio continuino ad avere organistatutari superiori a 5 membri, come nelcaso dell’Ipab « Baratta » di Priverno-LT (ilcui presidente e alcuni membri del con-siglio per statuto in vigore sono di nominadel Vescovo di Latina), che ha un consigliod’amministrazione di ben 7 membri ed ètuttora, dopo oltre tre anni, in regime diprorogatio, senza che l’assessore regionale,Rita Visini, abbia mai avvertito l’esigenzadi commissariarla, come è avvenuto alcontrario per l’Ipab SS. Annunziata;

il commissariamento suddetto, che adavviso dell’interrogante sarebbe di dubbialegittimità, ha poi determinato la nominainconferibile presso l’Ipab SS. Annunziata

del signor Giovanni Agresti, nomina che èavvenuta attraverso una procedura che siè caratterizzata per una incredibile se-quela di irregolarità ed illegittimità, che hacoinvolto la responsabilità del Presidentedella regione Lazio, oltre a quella difunzionari e dirigenti regionali, al puntoda portare il presidente dell’ANAC, dottorRaffaele Cantone, ad evidenziare (nellasegnalazione del 22 dicembre 2015, prot.Anac 0174597) anomalie gravi, criticità econtraddittorietà in tutto l’iter che haportato alla nomina del signor Agresti e alsuccessivo annullamento del decreto, non-ché nell’impianto complessivo anticorru-zione della regione Lazio, invitando l’entead adottare opportune iniziative;

a distanza di 15 mesi dal commissa-riamento dell’Ipab SS. Annunziata (com-missariamento prorogato nel tempo) e no-nostante due commissari e modifiche suc-cessive in ordine alle motivazioni del com-missariamento (a dimostrazione chequando si è preceduto con il primo com-missariamento sia stata adottata da partedella regione Lazio una motivazione asso-lutamente pretestuosa), ad oggi lo statutodell’Ipab non è stato modificato (comeprevedeva la prima delibera di commissa-riamento e il primo decreto di nomina delcommissario), mentre una costante azionesoprattutto da parte del secondo commis-sario regionale starebbe, a quanto risultaall’interrogante, determinando difficoltàall’organo strumentale dell’Ipab SS. An-nunziata, con l’obiettivo di superarlo;

tali azioni poste in essere dai duecommissari nominati dalla regione Lazio,non prive secondo l’interrogante di profilidi dubbia legittimità sarebbero supportatedall’assessorato regionale alle politiche so-ciali, nonché da altri uffici regionali, iquali sembrano continuare di converso anon svolgere adeguata azione di vigilanzasul complesso delle Ipab laziali, a partire– come si evidenziava – dall’Ipab « Ba-ratta » di Priverno (LT);

il commissariamento dell’Ipab SS.Annunziata secondo l’interrogante staavendo gravissime ripercussioni sui servizi

Atti Parlamentari — 35339 — Camera dei Deputati

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e sull’attività portata avanti direttamente oattraverso il proprio ente strumentale e stacomportando danni all’Istituzione e ai cit-tadini: dopo cinque stagioni teatrali pressoil teatro Remigio Paone di Formia, conoltre 40 mila spettatori, da quest’anno ilteatro è chiuso; la casa famiglia e la casadi riposo attualmente in funzione e cheospitano la prima circa 10 minori e laseconda circa 38 anziani, rischiano lachiusura; il sito dell’Ipab ristrutturato eper quattro anni quotidianamente aggior-nato è da mesi in ristrutturazione; servizie strutture pronti per l’attivazione sonostati inspiegabilmente bloccati e altro –:

di quali elementi disponga il Governoin relazione a quanto esposto in premessae se non intenda avviare, in collaborazionecon le regioni, un monitoraggio in ordinealla situazione in cui versano le istituzionipubbliche di beneficenza e assistenza eall’avanzamento del loro processo di ri-forma;

se, agli esiti di tale monitoraggio,non ritenga opportuno assumere inizia-tive, anche in sede di conferenza Stato-regioni, che permettano di individuare unpercorso di concreta evoluzione di taliistituti, nell’ambito della rete dei servizisociali, secondo principi di efficienza,economicità e trasparenza, delineandoogni strumento utile ad evitare che siverifichino le criticità e le anomalie ge-stionali, che hanno interessato la Ipab ss.Annunziata di Gaeta. (4-12472)

* * *

AMBIENTE E TUTELADEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta in Commissione:

VICO, PELILLO, CAPONE, GRASSI,GINEFRA, MASSA, MONGIELLO, VEN-TRICELLI, CASSANO, MARIANO e MI-CHELE BORDO. — Al Ministro dell’am-

biente e della tutela del territorio e delmare, al Ministro della salute. — Per sa-pere – premesso che:

gli organi di informazione hanno ri-portato la notizia, di una relazione messaa punto dal Politecnicodi Torino, nellaquale si descrive un forte aumento econcentrazione di diossine particolar-mente nel quartiere « Tamburi » di Ta-ranto, a seguito di una serie di analisiraccolte a novembre 2014 e a febbraio2015 nei « deposimetri » installati all’e-sterno dello stabilimento siderurgico del-l’Ilva di Taranto;

lo studio del Politecnico di Torino,commissionato dall’Ilva, esplicita che lacomposizione delle diossine rilevate nel« deposimetro » ubicato nel quartiere Tam-buri è differente da quella delle diossinerilevate all’interno dello stabilimento e chegli alti valori della diossina non dipendonodalla produzione ma da altre fonti;

l’Arpa Puglia, con una nota inviataalla presidenza della regione in data 2marzo 2016 mette in discussione la risul-tanza del Politecnico, sottolineando come« all’eccezionale aumento di diossine rile-vato nel “deposimetro” del quartiere Tam-buri non ha corrisposto un aumento dellaquantità complessiva di polveri raccoltadal deposimetro (...) », che il « confrontotra i profili dei congeneri delle diossinedelle polveri raccolte dai deposimetri neidue mesi incriminati e quelli delle polveridi abbattimento dell’impianto di sinteriz-zazione dello stabilimento, porta a credereche le polveri abbiano la stessa matrice »;

il presidente della regione, MicheleEmiliano, ha dato mandato all’Arpa e allaAsl di Taranto di effettuare ulteriori ac-certamenti al fine di comprendere le ra-gioni e le origini della diossina e dei picchirilevati per pubblicare entro la fine dimarzo 2016 i dati della rete dei deposi-metri che saranno gestiti direttamente daArpa;

dall’8 marzo 2016 è entrata in vigoreuna delle misure previste dall’Aia (auto-rizzazione integrata ambientale) rilasciata

Atti Parlamentari — 35340 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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nel 2012 dal Ministero dell’ambiente edella tutela del territorio e del mare, cheimpone di scendere dall’attuale soglia di0,30 nanogrammi di diossina per metrocubo a 0,15 –:

se, in considerazione di quantoespresso in premessa, il Governo sia aconoscenza di tale rapporto e quali ini-ziative, per quanto di competenza, intendaadottare, con la massima trasparenza eoggettività scientifica, al fine di appuraregli effettivi livelli di presenza di diossinanell’ambito delle attività industriali e dellacittà, sottraendo rilievi e analisi ad ognitipo di strumentalizzazione, nell’interesseprioritario della salute della città di Ta-ranto. (5-08073)

PIZZOLANTE. — Al Ministro dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare. — Per sapere – premesso che:

il nostro Paese è fra quelli con ilmaggior numero di veicoli a gas metanoin circolazione, nonostante le difficoltàincontrate dagli automobilisti per farerifornimento siano ancora innumerevoli elimitino fortemente lo sviluppo di unsettore, quello della mobilità sostenibile,decisivo per il contenimento dell’inquina-mento ambientale. Un motore alimentatoa metano, infatti, produce circa l’80 percento in meno di monossido di carbonioe di ossidi di azoto rispetto a uno abenzina e le emissioni di CO2 risultanomediamente inferiori del 23 per cento,così come nettamente inferiore è laquantità di idrocarburi rilasciata nell’at-mosfera;

a questi indubitabili vantaggi ambien-tali vanno sommati quelli economici. Ilprezzo medio del metano al distributore èinfatti di 0,987 euro/chilogrammo (un chi-logrammo di metano equivale all’incirca a1,5 litri di benzina), dunque nettamenteinferiore non solo a quello della benzina,ma anche a quello del gasolio e dellostesso Gpl;

il decreto-legge 7 agosto 2012, n. 134(Conversione in legge, con modificazioni,

del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83,recante misure urgenti per la crescita delPaese), capo IV-bis (Disposizioni per favo-rire lo sviluppo della mobilità medianteveicoli a basse emissioni complessive) al-l’articolo 17-bis, recita che « al fine diperseguire i livelli prestazionali in materiadi emissioni delle autovetture fissati dalregolamento (CE) n. 443/2009 del Parla-mento europeo e del Consiglio, del 23aprile 2009, e di contribuire alla strategiaeuropea per i veicoli puliti ed efficienti sulpiano energetico, di cui alla comunica-zione COM(2010)186 della Commissione,del 28 aprile 2010, la realizzazione dellereti infrastrutturali di cui al comma 1 nelterritorio nazionale costituisce obiettivoprioritario e urgente dei seguenti inter-venti: a) interventi statali e regionali atutela della salute e dell’ambiente; b) in-terventi per la riduzione delle emissioninocive nell’atmosfera, per la diversifica-zione delle fonti di approvvigionamentoenergetico e per il contrasto del riscalda-mento globale prodotto dall’uso di com-bustibili fossili; c) interventi per l’ammo-dernamento del sistema stradale urbanoed extraurbano; d) interventi per la pro-mozione della ricerca e dello sviluppo nelsettore delle tecnologie avanzate; e) inter-venti per l’incentivazione dell’economia re-ale e per l’adeguamento tecnologico eprestazionale degli edifici pubblici e pri-vati. »; l’articolo 17-decies prevedeva, inol-tre, una serie di incentivi per l’acquisto diveicoli a basse emissioni di CO2 per ilperiodo 1o gennaio 2013-31 dicembre 2015e l’istituzione, nello stato di previsionedella spesa del Ministero dello sviluppoeconomico, di un apposito Fondo perl’erogazione degli incentivi (articolo 17-undecies), con una dotazione di 50 milionidi euro per l’anno 2013 e di 45 milioni dieuro per ciascuno degli anni 2014 e 2015,per provvedere all’erogazione dei, contri-buti statali di cui all’articolo 17-decies.Tuttavia, la legge 27 dicembre 2013,n. 147, recante Disposizioni per la forma-zione del bilancio annuale e pluriennaledello Stato – Legge di stabilità 2014, hasospeso gli ecoincentivi per l’acquisto diauto ecologiche, siano esse elettriche,

Atti Parlamentari — 35341 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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ibride a metano o GPL, che nel corso del2015 non sono stati erogati. Tuttavia, lostesso articolo 17-bis del succitato decretodel 7 agosto 2012, dichiara di essere fi-nalizzato « allo sviluppo della mobilità so-stenibile, attraverso [...] la sperimenta-zione e la diffusione di flotte pubbliche eprivate di veicoli a basse emissioni com-plessive, con particolare riguardo al con-testo urbano » –:

se non ritenga necessario assumereiniziative normative volte a ripristinare unadeguato regime di incentivi all’acquisto diveicoli a basso impatto ambientale al finedi perseguire gli obiettivi comunitari inmateria di qualità dell’aria e di sostenereun settore economico – quello della mo-bilità sostenibile – che può contribuire inmaniera significativa alla ripresa econo-mica del nostro Paese. (5-08091)

CRISTIAN IANNUZZI, BUSTO, MASSI-MILIANO BERNINI e BENEDETTI. — AlMinistro dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare, al Ministro dellasalute, al Ministro dello sviluppo econo-mico. — Per sapere – premesso che:

Latina è la seconda discarica piùgrande del Lazio: i rifiuti nucleari conflu-iscono nella discarica di Borgo Sabotino,quelli urbani ed industriali invece nellaraccolta di Borgo Mantello;

il 25 febbraio 2016, il comune diLatina ha pubblicato un’ordinanza comu-nale con la quale vieta l’utilizzo dell’acqua,proveniente da fonti e pozzi interni edesterni al perimetro della centrale nucle-are di proprietà della Sogin, situata aBorgo Sabotino, perché nelle falde acqui-fere sono presenti valori troppo alti dicloruro di vinile, uno dei maggiori agenticancerogeni per l’essere umano e gli ani-mali, utilizzato soprattutto per la fabbri-cazione di pvc;

in particolare, è vietato utilizzarel’acqua dei pozzi per qualsiasi uso: ali-mentare, igiene personale, uso agricolonell’area compresa tra strada del Botterofino al mare ed al confine con il canale

delle acque alte, entro una distanza di 1chilometro dal confine di proprietà dellacentrale;

la Sogin, Società gestione impiantinucleari, la società pubblica responsabile,in ottemperanza al decreto legislativo 16marzo 1999, n. 79, dello smantellamentodegli impianti nucleari italiani (decommis-sioning) e della gestione e messa in sicu-rezza dei rifiuti radioattivi prodotti dalleattività industriali, di ricerca e di medicinanucleare, attraverso una nota ufficiale sot-tolinea che « il clorulo di vinile è unanalita estraneo al ciclo produttivo dellacentrale di Latina e che i valori riscontratioltre la soglia di legge nella falda non sonoriferibili agli interventi di decommissioningche sono portati avanti nel rigoroso ri-spetto della normativa ». « Sogin – prose-gue la nota – garantisce il proprio impe-gno a rimuovere tempestivamente dall’a-rea di proprietà della centrale di Latina,qualora fosse rinvenuta, la fonte di taleinquinamento e a continuare i monitoraggiambientali e radiologici i cui risultati sa-ranno prontamente comunicati agli Enti diControllo (Provincia di Latina, Comune diLatina e ARPA Lazio) »;

già nell’autunno del 2013 le analisisui campioni di acqua prelevati nella zonadella centrale avevano manifestato valoridi cloruro di vinile fino a venti voltesuperiori rispetto a quelli fissati dallalegge che sono dello 0,5 microgrammi perlitro;

il 17 gennaio 2014 Sogin, appenaricevuti i certificati di laboratorio, haattivato le procedure standard, previstedalle normative vigenti e ha subito noti-ficato quanto riscontrato agli enti preposti:comune di Latina, asl di Latina, provincia,regione. Immediatamente dopo, in ottem-peranza al decreto legislativo 2 aprile2006, n. 152, Sogin ha proceduto a redi-gere il piano di caratterizzazione suquanto riscontrato e ad avviare un’ulte-riore campagna di monitoraggio estesa a20 piezometri, riscontrando solo in alcunidi questi valori anomali. La seconda cam-pagna ha mostrato, lungo il perimetro

Atti Parlamentari — 35342 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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dell’impianto a valle dello stesso, l’assenzadi valori anomali. Il 16 febbraio Sogin haquindi inviato il piano di caratterizzazionealla conferenza di servizi che ha decisocon determina n. 225 del 2014 in data 5settembre 2014 attraverso un piano diindagine specifico di estendere l’indaginespecifiche al territorio circostante, anche amonte della centrale, dato che gli inqui-nanti rilevati in falda non sono ricondu-cibili direttamente al ciclo produttivo del-l’impianto. I composti alifatici clorurativengono infatti impiegati per la pulitura asecco, come solventi per l’estrazione diparticolari elementi chimici, nei processidi lavorazione della plastica, della gomma,della carta, di vernici, di adesivi e sonoanche un prodotto della degradazione ditali materiali;

l’OCSE, per prima, nella raccoman-dazione del 26 maggio 1972 n. 128, haformulato, a livello internazionale il prin-cipio « chi inquina, paga », affermando lanecessità che all’inquinatore fossero im-putati « i costi della prevenzione e delleazioni contro l’inquinamento come defi-nite dall’Autorità pubblica al fine di man-tenere l’ambiente in uno stato accetta-bile »;

Sogin ritiene che i valori rilevati oltrela soglia di legge non siano riferibili alleproprie attività, in quanto sono stati ri-scontrati analiti estranei al ciclo produt-tivo della centrale, e ribadisce che il ri-goroso processo di verifiche in corso co-stituisce un ulteriore elemento di garanziaa tutela dell’ambiente e della popolazione;

l’avvelenamento delle acque che ser-vono alla popolazione per bere, per l’igienepersonale, per annaffiare campi e abbe-verare animali da allevamento e che fini-scono poi per inquinare il mare è unfenomeno preoccupante per una zona adalta intensità abitativa, soprattutto d’e-state, dove sono lamentati da anni casi ditumore, soprattutto alla tiroide, maggioririspetto ad altre aree;

il decreto legislativo 15 febbraio2010, n. 31 ha affidato a Sogin il compitodi localizzare, progettare, realizzare il

parco tecnologico, comprensivo del depo-sito nazionale dei rifiuti radioattivi ita-liani, compresi quelli prodotti dalle attivitàdi medicina nucleare, industriali e di ri-cerca, che continueranno a generare rifiutianche in futuro. Nel deposito, un’infra-struttura ambientale di superficie, sarannodefinitivamente smaltiti in massima sicu-rezza circa 75.000 metri cubi di rifiuti abassa e media attività e custoditi tempo-raneamente circa 15.000 metri cubi rifiutiad alta attività, destinati al deposito defi-nitivo in struttura profonda (deposito ge-ologico). Il parco tecnologico sarà un cen-tro di ricerca aperto a collaborazioni in-ternazionali, dove svolgere attività nelcampo del decommissioning, della gestionedei rifiuti radioattivi e dello sviluppo so-stenibile in accordo con il territorio inte-ressato;

la discarica di Borgo Montello, natanel 1971, è cresciuta a dismisura inqui-nando con il suo percolato la falda ac-quifera sottostante e il vicino fiume Asturaquello che un tempo era un tessuto agri-colo sano. Attualmente è gestita da Indeco(gestore completamente privato) e Ecoam-biente, società partecipata tramite LatinaAmbiente che ne detiene il 51 per cento,e a sua volta partecipata dal comune diLatina per un identico 51 per cento;

i principali imputati per l’inquina-mento (ancora in corso) della falda idricasottostante la discarica sono i primi bacinidel sito non impermeabilizzati e ricondu-cibili, oggi, principalmente alla gestionepartecipata del comune, Ecoambiente;

la relazione presentata dall’Arpa nel2014 confronta i dati delle analisi suipiezometri (interni ed esterni) tra il trien-nio 2006-2008 e l’ultimo quadriennio2009-2013 mostrando un lento e progres-sivo migrare degli inquinanti dagli « epi-centri » verso zone esterne; questo farebbesì che la sua concentrazione si abbassinegli « epicentri » andando a aumentareleggermente in zone limitrofe verso cui èavvenuta la diffusione;

Atti Parlamentari — 35343 — Camera dei Deputati

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nel 2014 l’operazione « Evergreen »condotta dalla procura e squadra mobiledi Latina ha portato alla luce la distra-zione sistematica, verso paradisi fiscaligrazie a operazioni illecite, di risorseeconomiche destinate al fondo previstodal decreto legislativo 3 aprile 2006n. 152 per la realizzazione dei lavori dibonifica da effettuarsi una volta dismessala discarica;

nel gennaio 2016 il GIP ha disposto isigilli al sito Indeco, perché ormai satu-rato, nonostante la società procedesse congli abbancamenti di rifiuti –:

se i Ministri interrogati siano infor-mati dei fatti esposti;

quali iniziative intendano adottareaffinché, per quanto di competenza, ven-gano accertate le cause dei valori anomalidella concentrazione di cloruro di vinile edegli altri inquinanti e, individuata lasorgente contaminante, si provveda allabonifica dei territori interessati;

se intenda promuovere, anche per iltramite dell’Istituto superiore di sanità,indagini epidemiologiche riguardo alla po-polazione umana ed animale;

se i Ministri interrogati, per quantodi competenza e considerato il coinvolgi-mento della Sogin, intendano assumereiniziative per chiarire le responsabilità epromuovere il riconoscimento dei dannieconomici e sanitari procurati all’ambienteed agli abitanti del territorio interessatodall’avvelenamento delle acque;

considerato il grave inquinamentodelle falde acquifere accertato nel territo-rio compreso tra i Borghi di Latina Sa-botino e Montello, se i Ministri interrogatinon ritengano opportuno escludere il sitodell’ex centrale nucleare di Latina dalnovero dei siti candidati a divenire depo-sito nazionale dei rifiuti radioattivi ita-liani. (5-08093)

Interrogazioni a risposta scritta:

D’AMBROSIO. — Al Ministro dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare. — Per sapere – premesso che:

il decreto legislativo 3 aprile 2006,n. 152, « norme in materia ambientale »,vieta tassativamente lo sversamento deireflui di fogna, anche depurati, in corpiidrici che poi finiscono in falda;

26 comuni della provincia di Lecce,collegati ai depuratori consortili, sversanoi reflui di fogna nel corso d’acqua deno-minato « Torrente Asso », il maggiore ca-nale naturale della provincia di Lecce chenasce nell’agro di Collepasso e attraversadiversi centri abitati;

questo canale, così come viene chia-mato localmente, è un sistema endoreicoche alimenta le falde del sottosuolo carsicoed il suo recapito finale è in agro di Nardònelle vore carsiche del Parlatano (Colucce),Manieri 1 e 2 e Olivari, dove il torrentetermina il suo corso;

nel « piano regionale di tutela delleacque », lo scarico dei reflui nella « Voradel Parlatano », non viene consideratocome « scarico in falda »;

dal documento di « caratterizzazionedei corpi idrici superficiali della regionePuglia » si evince anche come il torrenteAsso assicuri il drenaggio delle acquemeteoriche recapitandole in una naturaleforma carsica epigea (vora);

il consiglio nazionale delle ricerche –Istituto di ricerca delle acque, ipotizza chele acque meteoriche e i reflui fognari« inghiottiti » dalla Vora del Parlatano (Co-lucce), Manieri 1 e 2 e Olivari (recapitifinale del Torrente Asso) possano sfociare,dopo aver terminato il loro percorso sot-terraneo, nel tratto di mare tra PortoSelvaggio e S. Isidoro, nei pressi dell’areamarina protetta e comunque in uno deiluoghi più incontaminati del Salento;

l’ARPA (Agenzia regionale di prote-zione ambientale) interpellata per cono-scere la qualità delle acque del Torrente

Atti Parlamentari — 35344 — Camera dei Deputati

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Asso, con risposta a firma del direttorescientifico dottor Massimo Blonda, riportache nell’ambito del « monitoraggio quali-tativo e quantitativo dei corpi idrici su-perficiali della regione Puglia » commissio-nato dall’ente regione all’ARPA, « lo statodi qualità del Torrente Asso è risultato« cattivo » (quindi inquinato) per il periododi riferimento 2010-2011 » e la stessa clas-sificazione è stata confermata anche per ilperiodo di monitoraggio aprile 2012-marzo 2013;

i livelli di inquinamento preoccupanole comunità locali e gli agricoltori cheattingono le acque irrigue da pozzi rea-lizzati nelle vicinanze dei recapiti finalidelle acque inquinate –:

se siano stati avviati o si intendanoavviare o sia stato richiesto di avviare, perquanto di propria competenza, così comeprevisto dagli articoli 305, 306, 308, 309del decreto legislativo n. 152 del 2006,procedimenti inerenti alla problematicaevidenziata. (4-12443)

FORMISANO. — Al Ministro dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare, al Ministro dell’interno. — Per sapere– premesso che:

il 26 gennaio 2016 la procura dellaRepubblica del tribunale di Lanciano harealizzato un sequestro preventivo di sca-richi fognari di un intero villaggio resi-denziale denominato « Valle del Sole » inlocalità San Domenico, nel comune diPizzoferrato, provincia di Chieti, compostoda circa 1.600 unità abitative;

il sequestro è stato adottato per pre-venire un grave fenomeno di inquina-mento ambientale nel parco nazionaledella Maiella che, da affermazioni giorna-listiche, dura da circa dieci anni;

nel complesso residenziale « Valle delSole » manca il sistema idrico integrato(SII) costituito dall’insieme dei servizi pub-blici di captazione, adduzione e distribu-zione di acque ad usi civici, di fognaturee di depurazione delle acque reflue;

il decreto legislativo n. 152 del 2006stabilisce che per i comuni superiori a1.000 abitanti, come appunto Pizzoferrato,viene attribuita alla regione la gestione deiservizi idrici integrati; in Abruzzo tutto ciòavviene attraverso le autorità d’ambitoterritoriali ottimali (ATO), purché il co-mune e trasferisca ad essi la gestione;

con delibera n. 142 del 3 ottobre2007, il commissario prefettizio del co-mune di Pizzoferrato, aveva avviato lacessione all’ATO della rete idrica e fogna-ria del comprensorio della Valle del Sole;

tale procedimento non si ultimava acausa di una contestazione da parte di unComitato civico Valle del Sole, in ordine aipoteri di rappresentanza del liquidatoredel Consorzio San Domenico in Silvis, cheaveva effettuato la cessione gratuita dellarete idrica e fognaria del comprensorio atale scopo; pertanto il comune di Pizzo-ferrato, nel trasferire il sistema idricointegrato di tutto il comune stesso all’ATOn. 6 chietino, si riservava successivamentedi effettuare il trasferimento, all’ATO com-petente, anche del sistema idrico integratodella Valle del Sole, che a tutt’oggi ancoranon è avvenuto;

attualmente, in assenza del sistemaidrico integrato, le acque domestiche cheutilizzano anche per uso alimentare gliabitanti dell’intero comprensorio Valle delSole non risultano depurate ne controllate,e dunque possibili veicoli di tifo, paratifoed epatite virale;

il comune di Pizzoferrato, non inten-dendo trasferire la gestione del sistemaidrico integrato del complesso residenzialeValle del Sole, costituito prevalentementeda abitazione di non residenti, all’ATOn. 6 chietino, ha adottato un regolamento,approvato con delibera del consiglio co-munale n. 46 del 30 ottobre 2015, impo-nendo una nuova tassa (circa 8 – 10 euroal mese) a carico dei soli proprietari diabitazioni della Valle del Sole, denominata« servizi essenziali del villaggio turisticoValle del Sole », la cui natura tributaria siricava dagli articoli 3, 4 e 5 del regola-mento stesso;

Atti Parlamentari — 35345 — Camera dei Deputati

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in forza all’articolo 23 della Costitu-zione, nessuna prestazione personale opatrimoniale può essere imposta se non inbase alla legge, e dunque appare all’inter-rogante che non è strumento idoneo a ciòun regolamento comunale;

gli atti concessori relativi alla costru-zione del comprensorio Valle del Sole,licenza edilizia n. 5/1974 e licenza edilizian. 19/1975, non prevedono la realizza-zione di impianti di depurazione;

con relazione del Consorzio interco-munale per i servizi tecnici del 1o settem-bre 1977, veniva dichiarato il rispetto ditutti gli obblighi di cui al punto 2 dell’attodi compravendita alla Valle del Sole spa,rep. 36121 del 12 luglio 1962;

ai sensi dell’articolo 1346 del codicecivile l’oggetto del contratto deve esseredeterminato o determinabile, e dunquenon può sicuramente essere oggetto dipretesa la realizzazione di un impianto didepurazione delle acque luride a carico di1.600 abitanti del tutto estranei agli ob-blighi di cui all’atto di compravendita;

il comune di Pizzoferrato, sullascorta di una lettera (prot. 5993 del 21dicembre 2005) della società Delberg, co-struttrice solo di una parte del complessoresidenziale, che affermerebbe che gli ob-blighi dei costruttori assunti nel 1962, direalizzare i servizi del comprensorio sonostati trasferiti ai proprietari acquirentidegli immobili – senza rappresentare al-cuna verifica in ordine alla fondatezza ditale affermazione ed ai contenuti di taleclausola – approvava in virtù del regola-mento del 30 ottobre 2015, una lista dicarico di tributi per tutti i proprietari delcomplesso residenziale emettendo tra ilmese di novembre dicembre 2015, circa1.300 fatture per servizi essenziali SanDomenico anno 2015 con iva al 22 percento, a giudizio dell’interrogante in con-trasto con il decreto del Presidente dellaRepubblica 26 ottobre 1972 n. 633, chedisciplina le imposte sul valore aggiunto;

il comune, con determina n. 63 del10 ottobre 2015, attribuiva l’incarico di

progettazione del depuratore ad un geo-metra; su tale incarico e sulla proceduradi affidamento dei servizi di ingegneria earchitettura, relativi alla realizzazione diun impianto di depurazione, è stato re-centemente aperto un fascicolo (n. 5677/2015) da parte dell’ANAC;

in virtù delle prerogative riconosciutedall’articolo 39 della legge 256 del 2000, il27 gennaio 2016, prot. 198, veniva richie-sta da consiglieri comunali del gruppo diminoranza una convocazione in sedutastraordinaria del consiglio comunale, alfine di sciogliere la riserva del commissa-rio prefettizio di cui alla delibera n. 42 del3 ottobre 2007; la seduta consiliare tenu-tasi il 29 gennaio 2016, non risulta ancoraverbalizzata e la delibera non è pubbli-cata;

con delibera di giunta comunale delcomune di Pizzoferrato, n. 6 del 26 feb-braio 2016, veniva approvato il progettoesecutivo di un depuratore, subordinan-done la realizzazione all’effettivo paga-mento da parte degli utenti degli importiprevisti nella lista di carico, confermandocon ciò l’intendimento del comune di nonvoler trasferire agli organi competenti, ecioè all’ATO, la gestione del sistema idricointegrato, come da delibera n. 142 del 3ottobre 2007 del commissario prefetti-zio –:

di quali elementi disponga il Governoin relazione a quanto esposto in premessae se non intenda assumere iniziative, perquanto di competenza, in relazione all’in-quinamento ambientale derivante dalla ge-stione del ciclo dell’acqua e degli scarichifognari del villaggio « Valle del Sole »,inquinamento che si riverbera sul parconazionale della Maiella e che producepreoccupazione e situazioni di rischio pergli abitanti dell’area. (4-12449)

PARENTELA. — Al Ministro dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare, al Ministro della salute. — Per sa-pere – premesso che:

in data 11 febbraio 2016, il vicepresidente nazionale del Codacons ha pre-

Atti Parlamentari — 35346 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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sentato una istanza di accesso agli attipresso il comune di Sellia Marina (CZ),evidenziando di aver avuto, « incidental-mente », notizia che le analisi effettuatedall’azienda sanitaria provinciale di Ca-tanzaro, avrebbero evidenziato la presenzadi arsenico nell’acqua destinata al con-sumo umano. Ciò risulta attraverso lacomunicazione della citata azienda prot.133 del 13 gennaio 2016;

in quella comunicazione secondo l’in-terrogante non adeguatamente resa notacittadinanza il sindaco era stato invitatodall’ASP a provvedere « con urgenza alimitare l’uso dell’acqua », a dare comuni-cazione sempre all’ASP « dei provvedi-menti adottati e della data di adozionedegli stessi » e « ad informare adeguata-mente i consumatori »;

il Codacons ha chiesto, formalmente,al sindaco, al segretario comunale ed an-che al prefetto di Catanzaro, chiarimentisui motivi per cui quei risultati allarmantisiano stati taciuti alla popolazione;

quanto alla pericolosità, sostiene ilCodacons, basti ricordare come la norma-tiva vigente preveda il limite di 10 micro-grammi per litro, limite che risulterebbeabbondantemente superato. L’Organizza-zione mondiale della sanità e il Comitatoscientifico europeo hanno evidenziato ilrischio di « alcune forme di cancro » aseguito dell’assunzione di acqua all’arse-nico;

né il sindaco né il prefetto hannoritenuto di dover rispondere alle preoccu-pazioni, legittime, del Codacons. A questopunto il Codacons, preso atto di cotantodisinteresse ha presentato una denuncia,ipotizzando il reato di omissione e diattentato alla salute pubblica, chiedendoalla procura della Repubblica di Catan-zaro un immediato intervento;

ad aggravare la gravissima lacunositàinformativa, vi è la circostanza che già inpassato — comunicazione del 30 marzo2015 — era stato chiesto, senza successo,l’intervento del prefetto per sopperireall’« assoluta assenza di informazione ai

Cittadini » e per « porre in essere ogniazione in proprio potere affinché vengariconosciuto il diritto » dei cittadini a co-noscere;

in data 19 febbraio 2016 dopo nu-merose diffide e la denuncia in procura, èstata emessa una ordinanza che attesta lapresenza di arsenico nell’acqua « pota-bile » –:

quali iniziative urgenti e necessarie,nell’ambito delle rispettive competenze, in-tendano intraprendere, al fine di verifi-care, anche per il tramite dell’istitutosuperiore di sanità, se e quali effetti sullapopolazione possano essere derivati dal-l’attuale situazione di sostanziale compro-missione delle acque di falda;

se non sia il caso che vengano uti-lizzati i fondi Cipe stanziati per le emer-genze idriche al fine di agevolare le ne-cessarie bonifiche e rendere le tubatureprive di residui di arsenico;

se intenda promuovere una verificada parte del coniando carabinieri per latutela dell’ambiente sui pozzi piezometricidisposti lungo il perimetro della vicinadiscarica di San Simone per comprenderese l’inquinamento della falda possa avereorigine proprio dalla discarica;

quali iniziative intenda assumere,nell’ambito delle proprie competenze eanche sul piano normativo, al fine dipotenziare le attività di vigilanza sullefalde acquifere e sull’erogazione dell’acquaper uso domestico;

quali iniziative concrete abbia intra-preso il Governo a seguito dell’avvio dellaprocedura d’infrazione n. 2014-2125 con-cernente la « Cattiva applicazione delladirettiva 98/83/CE relativa alla qualità del-l’acqua destinata al consumo umano ».

(4-12465)

PARENTELA. — Al Ministro dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare, al Ministro dell’economia e delle

Atti Parlamentari — 35347 — Camera dei Deputati

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finanze, al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali. — Per sapere – premessoche:

notizia di questi giorni è il sequestroda parte del Corpo forestale di 1300 ettaridi bosco a Bocchigliero, nel Parco nazio-nale della Sila, a seguito di accertateillegalità nel rilascio delle concessioni altaglio e alla raccolta da parte dei dirigentipubblici;

l’interrogante ha presentato tre attidi sindacato ispettivo n. 4-03942, n. 4-06804, n. 4-06995, rimasti senza risposta,denunciando l’abbattimento incontrollatodi alberi a cui si sta assistendo in Calabriain spregio alle normative nazionali e co-munitarie. È emblematico il taglio bo-schivo di pini laricio secolari e faggi pro-posto proprio dall’Ente parco nazionaledella Sila, costituito per legge per assicu-rare l’integrità del territorio protetto e nonper aggredirlo insensatamente;

l’associazione Uisp (Unione italianasport per tutti), comitato territoriale diCatanzaro, ha chiesto un accesso agli attiin regione per conoscere le motivazioni deiprovvedimenti che avrebbero autorizzato,tra il 15 novembre 2014 ed il 10 dicembre2014 il taglio di oltre 55 alberi secolari in« zona 1 — conservazione » ove è assolu-tamente vietato effettuare tagli, Al rifiutodella regione Calabria, l’associazione hafatto ricorso al Tar che con sentenzan. 01747/2015 ha accertato l’illegittimitàdel diniego all’accesso ordinando alla pub-blica amministrazione ricorrente di esibirei documenti richiesti entro il termine di 30giorni. Ad oggi né l’Ente Parco (non co-stituitosi in giudizio) né tantomeno laregione Calabria (delegata al rilascio delleautorizzazioni sino alla nomina del diret-tore dell’ente) hanno dato esecuzione, perciò che risulta all’interrogante, a quantodisposto in sentenza;

il 7 gennaio 2016, Il Fatto Quotidianoha pubblicato un articolo nel quale vienedisegnato un quadro desolante per quantoriguarda la situazione della guida dei di-versi parchi nazionali. Dallo studio con-dotto risulta che in ben 12 parchi su un

totale di 24 si registrano assetti precari. Inparticolare, nell’articolo si evidenzia che:

il parco nazionale della Sila è com-missariato da quasi 2 anni ed è privo diuna guida autorevole legittimata dal so-stegno di un consiglio direttivo che, tra lealtre cose, al momento, non esiste;

il parco nazionale del Pollino nonha il direttore, ma è retto da facentifunzioni senza i titoli previsti dalla legge;

il WWF sottolinea come senza i ver-tici i parchi non possano intraprendereazioni di ampio respiro e agire nel pienodei loro poteri con danni che non coin-volgono solo gli aspetti ambientali maanche quelli legati all’economia e allalegalità;

l’interrogante è cofirmatario dell’attodi sindacato ispettivo n. 4-10739 presen-tato in data 14 ottobre 2015 nel quale sievidenziava come, nonostante l’articolo 8del decreto del Presidente della Repub-blica n. 171 del 2011 disponga la risolu-zione del rapporto di lavoro nel caso di« accertata permanente inidoneità psicofi-sica assoluta », la carica di direttore pressol’ente parco nazionale della Sila continuaad essere ricoperta dall’ex ufficiale delCorpo forestale Michele Laudati collocatoa riposo a seguito del referto dei medicidel centro militare di medicina legale diCatanzaro datato 30 novembre 2000, chelo hanno giudicato non « idoneo perma-nentemente al servizio d’istituto in modoassoluto ». Laudati è in carica dal 2006 edha percepito indebitamente, per dieci anni,80 mila euro all’anno, oltre ad una nonnota retribuzione di risultato come sievince dal dato riferito all’anno 2013 nellasezione « amministrazione trasparente »del sito Internet dell’Ente parco;

i compiti cui è chiamato il direttore,secondo quanto stabilito dallo statuto del-l’Ente parco nazionale della Sila, sono diprimaria importanza: coopera e collaboracon il presidente e con gli organi dell’Enteparco per la definizione degli obiettivi edei programmi da attuare; adotta tutti gliatti di gestione amministrativa, finanziaria

Atti Parlamentari — 35348 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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e tecnica, compresi quelli che impegnanol’amministrazione verso l’esterno, me-diante autonomi poteri di spesa, di orga-nizzazione delle risorse umane, strumen-tali e di controllo; assume le determina-zioni relative all’instaurazione di rapportidi consulenza e collaborazione con, pro-fessionisti e con enti specializzati; assumele determinazioni per l’organizzazione de-gli uffici e le misure inerenti la gestionedei rapporti di lavoro, ivi comprese lerelazioni sindacali –:

quali iniziative si intendano intra-prendere, per quanto di competenza, perporre fine alla situazione di emergenzanella quale si trovano ad operare i parchinazionali riportati in premessa e se non siritenga opportuno intervenire con urgenzaal fine di bloccare l’abbattimento incon-trollato del quale a giudizio dell’interro-gante, non intervenendo, è, di fatto, cor-responsabile l’Ente parco nazionale dellaSila, il cui direttore, tra l’altro nonavrebbe l’idoneità per ricoprire tale carica.

(4-12467)

* * *

BENI E ATTIVITÀ CULTURALIE TURISMO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BURTONE e BATTAGLIA. — Al Mini-stro dei beni e delle attività culturali e delturismo, al Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare, al Ministrodelle politiche agricole alimentari e fore-stali. — Per sapere – premesso che:

come appreso da un articolo de LaGazzetta del Mezzogiorno, firmato da An-gelo Morizzi, pubblicato in data 9 marzo2016, il comune di Bernalda è interessatoda una serie di abbattimenti di alberiritenuti pericolosi per la pubblica incolu-mità sulla base di una ordinanza dirigen-ziale dell’amministrazione comunale risa-lente al 25 febbraio 2016;

il territorio comunale era già statointeressato da una serie di abbattimenti inparticolare di numerose palme a causa delpunteruolo rosso, mentre ora ad essereinteressati risultano essere pini marittimidi una bellezza straordinaria;

il taglio sembrerebbe non essere sup-portato da studi specialistici e la stessaordinanza come riportato nell’articolo nonespliciterebbe in maniera puntuale le ar-gomentazioni in relazione a tale decisione;

è vero che troppo spesso accade chel’incuria degli alberi, in occasione di on-date di maltempo, metta a rischio l’inco-lumità delle persone e che in alcunecircostanze il taglio è provvidenziale, ondeprevenire tragedie;

a colpire l’attenzione però in questacircostanza è anche il numero degli alberitagliati, circa 200 unità, un numero rag-guardevole considerato il territorioin questione;

sarebbe opportuno sapere anchequale è la destinazione del legname deri-vante dal taglio dei suddetti alberi;

il volto della città e di Metaponto,rinomata località turistica balneare rica-dente nel comune di Bernalda, risultaessere cambiato per non dire stravolto dasuddetti tagli –:

quali iniziative di competenza il Go-verno intenda adottare al fine di verificarele ragioni dei suddetti abbattimenti, sesiano state opportunamente e adeguata-mente informate tutte le istituzioni com-petenti, a partire dalla soprintendenza,quali cautele siano state adottate per evi-tare interventi che appaiono agli interro-ganti fortemente lesivi della bellezza delterritorio;

quali iniziative, per quanto di com-petenza, intenda intraprendere al fine divigilare sul ripristino del verde in unterritorio che nel suo paesaggio identitariorisulta oggi essere particolarmente com-promesso dall’azione dei citati abbatti-menti. (5-08081)

Atti Parlamentari — 35349 — Camera dei Deputati

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DI BENEDETTO, MANNINO, BRE-SCIA, MARZANA, D’UVA, LUIGI GALLO,VACCA e SIMONE VALENTE. — Al Mi-nistro dei beni e delle attività culturali e delturismo. — Per sapere – premesso che:

la storia di Villa Tolomei generadubbi circa i concetti di promozione evalorizzazione del patrimonio culturalenel nostro Paese;

la Villa in questione era un anticorudere abbandonato perciò, nel 2009, l’A-genzia del demanio decise di cederla alprivato, perché la valorizzasse e recupe-rasse;

fu pubblicato un bando rivolto ainvestitori privati per la trasformazionedel complesso in un albergo con ampioparco annesso; il contratto di aggiudica-zione prevedeva una concessione « lunga »,della durata di ben 50 anni, per permet-tere al beneficiario di intraprenderne lamanutenzione e valorizzazione oltre che diammortizzarne i costi di recupero;

dopo anni, la Villa è tornata a nuovosplendore divenendo un albergo di lusso,in una posizione esclusiva di Firenze, trale colline e gli olivi;

non si può, però, gioire dell’opera-zione compiuta dato che attualmente ilbene risulta compreso all’interno delfondo investimenti per la valorizzazione(comparto extra), amministrato dalla so-cietà di gestione del risparmio che fa capoa Cassa depositi e prestiti. Tale circostanzadi fatto dimostra la chiara intenzione dicessione del bene sul mercato. Non solo. Ilprivato gestore avrà diritto di prelazionenon appena la società deciderà il disinve-stimento dell’immobile. Il passaggio dalDemanio a un soggetto con assetto priva-tistico, come è la società di Cassa depositie prestiti, cancella di fatto, le premesse inbase alle quali è stata strutturata l’opera-zione di valorizzazione. A leggere la storiadi Villa Tolomei si direbbe che si tratti diuna svendita vera e propria;

in tal modo si tradisce la ratio dellacosiddetta « concessione lunga »: alla finedei 50 anni, il bene demaniale, valorizzato

e a reddito, dovrebbe tornare nella pienatitolarità dello Stato e non essere oggettodi speculazione;

il caso su citato non è l’unico esem-pio di valorizzazione non conclusasi per-fettamente: in altri casi l’operazione nonha mai avuto inizio. Si pensi a VillaFavorita a Ercolano dove la gara per laconcessione del bene è andata deserta,probabilmente per la diffidenza degli ope-ratori circa il raggiungimento di un parerefavorevole da parte della sovrintendenza aipropri progetti;

solo il Faro di Capispartivento, inlocalità Chia (Ca), di proprietà del dema-nio militare, dismessa nel 2003, oggi èrestaurato e aperto al pubblico comeluxury guesthouse gestita da un impren-ditore sardo, con un contratto di conces-sione di 6 anni più un rinnovo di altri 19anni. È attualmente in corso la gara per laconcessione finalizzata alla valorizzazionedi altri dieci fari abbandonati in tuttaItalia;

l’articolo 9 della Carta fondamentaleimpone la tutela del paesaggio e del pa-trimonio storico-artistico della Nazione;

in attuazione dell’articolo 9 su citato,il codice dei beni culturali sancisce che laRepubblica ha il compito di tutelare evalorizzare il patrimonio culturale, in talmodo, preservando la memoria della co-munità nazionale e del suo territorio epromuovendo lo sviluppo della cultura;

in particolare l’articolo 6 del codicedefinisce cosa si debba intendere per va-lorizzazione, vale a dire l’esercizio dellefunzioni e la disciplina delle attività direttea promuovere la conoscenza del patrimo-nio culturale e ad assicurare le miglioricondizioni di utilizzazione e fruizionepubblica del patrimonio stesso. La valo-rizzazione comprende anche la promo-zione ed il sostegno degli interventi diconservazione del patrimonio culturale e,in riferimento al paesaggio, include lariqualificazione degli immobili e delle areesottoposte a tutela compromessi o degra-dati;

Atti Parlamentari — 35350 — Camera dei Deputati

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le finalità su enunciate sono in con-trasto con la finalità non dichiarata ma, agiudizio degli interroganti, evidente di farecassa tramite la vendita del patrimonioculturale, nel caso di specie di Villa To-lomei;

ad avviso degli interroganti è impor-tante chiarire la finalità di un sistemacome quello della cosiddetta concessionelunga: se essa nasca per avvantaggiarel’interesse del privato che ammortizza laspesa del recupero del bene nel lungoperiodo per poi acquisire al proprio pa-trimonio lo stesso bene o se essa costitu-isca un vantaggio per la collettività che diquel bene restaurato e messo a redditousufruirà –:

quali siano le motivazioni che giusti-fichino che un’operazione di valorizza-zione di un bene della collettività possaconcludersi con la privatizzazione dellostesso bene, per mezzo di una concessionelunga;

se, per Villa Tolomei, sia stato stabi-lito il versamento di una quota di utili,ricavati dalla gestione privata, da versareallo Stato;

con quali modalità e tempistica sa-ranno ripagati i costi di recupero del bene,sopportati dall’operatore privato;

con quali modalità il bene in que-stione verrà venduto e per quale importo.

(5-08089)

Interrogazioni a risposta scritta:

SPESSOTTO, LIUZZI, PAOLO NICOLÒROMANO e CARINELLI. — Al Ministro deibeni e delle attività culturali e del turismo.— Per sapere – premesso che:

il progetto denominato « Riqualifica-zione della viabilità dalla S.R. 177 allaS.R. 464 », incluso nel piano regionaledelle infrastrutture, della mobilità e dellalogistica della regione Friuli Venezia Giu-lia, prevede la realizzazione di una bre-tella stradale denominata « variante sud di

Dignano », di collegamento tra le aree asinistra e a destra del fiume Tagliamento,a nord di Udine;

presso l’area oggetto d’intervento, inbase alle conclusioni di un recente studioeseguito dall’architetto Luca Vignando,sono emerse numerose criticità sotto ilprofilo dell’interesse archeologico dellazona, motivate dalla presenza di impor-tanti rinvenimenti in prossimità dell’areadi cantiere della nuova opera viaria. L’areainteressata dalla variante presenterebbe,infatti, strade militari e intercomunali diepoca romana e la conseguente, probabile,centuriazione dell’agro circostante;

non lontano dall’area interessata dal-l’intervento, a Vidulis di Dignano, comeinserito anche nella relazione archeologicaeffettuata dalla stessa regione Friuli Ve-nezia Giulia, è stata rinvenuta un’impor-tante villa rustica romana di età giulio-claudia, mentre all’altezza di Bonziccodoveva esistere, con tutta probabilità, unantico attraversamento sul « Tiliaven-tum »;

in particolare, tra i sedimenti di via-bilità e gli insediamenti di età romanarintracciabili su tale territorio, ci sareb-bero la Villa di Vidulis, gli insediamenti diCoseano, la fornace/Villa di Griulis diFlaibano e, soprattutto, il mosaico dellacantina di Casa Rota a Bonzicco, posto apoco più di 400 metri a sud dalla futuravariante alla quota di -2,5 metri dal pianodi campagna;

la nuova documentazione di analisibasata sugli elaborati del suddetto studioanalitico, ha poi evidenziato come, tra levie Dignano-Banfi a ovest e Casarsa a est,siano documentabili cospicui e preziosireperti archeologici di età romana atti-nenti ad una via Glareata (via Crescentia/Dignano-Banfi), che si troverebbe oggi se-polta a circa 3,5 metri sotto l’attualesedime stradale di via Banfi;

lo studio analitico dell’architetto Vi-gnando ha rilevato, inoltre, come nel ter-ritorio dignanese siano state già censite

Atti Parlamentari — 35351 — Camera dei Deputati

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ben 14 aree archeologiche, oltre alla pre-senza degli insediamenti del Cristo diCoseano e di Griulis di Flaibano;

importanti rinvenimenti effettuati apochi metri dalla progettata opera viaria,testimonierebbero, infine la presenza dimolti altri beni archeologici presenti insitu, nonostante per tale opera pubblica èstato valutato non sussistere alcun inte-resse archeologico;

risulta evidente agli interroganticome le escavazioni del tunnel per larealizzazione della nuova opera viaria ri-schiano di seppellire per sempre questiinteressanti resti archeologici, distrug-gendo un patrimonio di valore inestima-bile per il nostro territorio –:

se il Ministro interrogato, sulla basedell’interesse archeologico dell’area sitanel comune di Dignano, evidenziato daglieminenti studi analitici richiamati in pre-messa, non ritenga necessario assumere leiniziative di competenza dando immediataapplicazione agli articoli 95 e 96 del codicedegli appalti, attraverso l’adozione dellaprocedura di verifica preventiva dell’inte-resse archeologico della zona e delle op-portune misure cautelari in corso d’opera,sotto la supervisione della Soprintendenzacompetente. (4-12458)

GRIMOLDI. — Al Ministro dei beni edelle attività culturali e del turismo. — Persapere – premesso che:

la mancata valorizzazione e manu-tenzione e il conseguente progressivo de-grado del patrimonio artistico italianosono il sintomo di un problema assai piùgenerale del nostro Paese, che attieneall’assenza di salvaguardia dei beni cultu-rali e all’incapacità di promuovere le ne-cessarie competenze manageriali per un’a-deguata gestione degli stessi;

l’arte e la cultura rappresentano oggiasset distintivi e competitivi fondamentaliper il made in Italy. La rete dei beniculturali – costituita in Italia da 3.800musei e 1.800 aree archeologiche – è in

grado di creare un « indotto » (turismo,enogastronomia, produzioni artigiane, edi-lizia di riqualificazione) che produce unvalore aggiunto di 167 miliardi di euro eassorbe 3,8 milioni di occupati, senzacontare che negli ultimi anni il settore haregistrato una crescita mediamente supe-riore al totale dell’economia, anche intermini di occupazione;

anche questo settore è interessatooggi dai profondi mutamenti strutturalidel mercato del lavoro, che portano sem-pre più ad esternalizzare i servizi presentinei siti museali ed archeologici;

il Ministro interrogato ha dalloscorso anno in programma di completarel’organizzazione del Ministero dei beni edelle attività culturali e del turismo, con lapubblicazione dei bandi per i servizi ag-giuntivi dei musei;

il programma era stato sviluppatoinsieme alla CONSIP ed era denominato« La cultura delle gare nelle gare per lacultura »; il programma prevede tre lineedi sviluppo per il rilancio dell’offerta cul-turale e della qualità dei servizi nei museiitaliani: gare di appalto per i « servizigestionali » (manutenzione, guardaroba,igiene eccetera); il « servizio di biglietterianazionale » (la previsione è quella di cre-are un servizio di biglietteria, prenotazionee prevendita che venga utilizzato da tuttii musei statali e, volendo, disponibile an-che per gli enti locali); infine, i serviziculturali (noleggio audio-guide, visite gui-date, laboratori, didattica e altro);

i musei e monumenti, spesso peren-nemente in deficit, sono remunerativi soloper le società private concessionarie diservizi aggiuntivi che operano in base aconcessioni in passato spesso discutibili elesive del principio della libera concor-renza;

la Corte dei conti ha ritenuto che lepercentuali attribuite alle società privatesui biglietti siano spropositate; in generalenon si può superare il tetto del 30 per

Atti Parlamentari — 35352 — Camera dei Deputati

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cento, ma in taluni casi su 10 euro dibiglietto, 7,75 vanno alle società di servizie 2,25 al polo museale;

sulle prenotazioni dei biglietti non cisono royalty per lo Stato e non ce ne sononeppure sulle audio-guide e sulle visiteguidate e questo francamente è incom-prensibile, visto che i vantaggi si hannograzie allo sfruttamento a fini economicidi un monumento il cui restauro e la cuimanutenzione sono effettuate con denaropubblico;

dal 2009 quasi tutti i contratti per iservizi aggiuntivi sono scaduti e sono statiprorogati contro ogni norma nazionale edeuropea sulla concorrenza. La situazione,infatti, era stata severamente criticata dal-l’Antitrust e dall’Unione europea. L’Auto-rità di vigilanza sui contratti pubblici dilavori, servizi e forniture aveva sollecitatointerventi per sanare svariate irregolarità:

è ormai imprescindibile porre fine alperiodo delle proroghe delle concessionidei servizi aggiuntivi nei luoghi della cul-tura, con un nuovo modello gestionale cheprevede la cooperazione tra le miglioririsorse pubbliche e private, per garantirela fruizione e la valorizzazione del patri-monio culturale dello Stato;

è improrogabile un punto di svoltanella gestione degli appalti, per non doverpiù assistere a quanto da anni sta succe-dendo a Roma nell’assegnazione di moltidei servizi del comune: la colossale cor-ruzione che sta alla base di tutti gliappalti –:

se il Ministro intenda assumere ini-ziative per assicurare la gestione in pienatrasparenza e regolarità delle gare d’ap-palto per i servizi aggiuntivi museali;

se il Ministro intenda assumere ini-ziative per evitare continue proroghe allascadenza dei contratti per la gestione degliappalti come accaduto fino ad oggi nellagestione dei servizi dei poli museali;

se il Ministro intenda pubblicareonline sul proprio sito istituzionale leconvenzioni con i privati per la gestione

dei servizi aggiuntivi museali, visto che sitratta di beni dello Stato e che quindi icittadini hanno il diritto di sapere tuttosulla gestione degli stessi. (4-12460)

* * *

DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:

LABRIOLA. — Al Ministro della difesa,al Ministro del lavoro e delle politichesociali, al Ministro della salute. — Persapere – premesso che:

l’amianto è la sintesi di un gruppo diminerali formati da silicato di magnesio,calcio e ferro, è anche detto asbesto (let-teralmente « che non brucia ») e come tuttii minerali presenti in natura viene estrattoda cave e miniere tramite frantumazionedella roccia madre, da cui si ottiene lafibra purificata. Per molti decenni esso èstato uno dei materiali più utilizzati nel-l’industria siderurgica, automobilistica,meccanica ed edile e perfino come tessutoper indumenti e tute da lavoro ignifughe;

inoltre, è risaputo che è stato larga-mente utilizzato anche nell’industria ter-mica e navale, soprattutto come isolantedelle tubature e degli ingranaggi dell’ole-odinamica. I lavoratori dei grandi stabili-menti e dei cantieri non hanno mai avutonessun tipo di protezione dall’inalazionepericolosa di queste polveri;

la pericolosità dell’amianto, concla-mata e largamente accertata, è data dalfatto che le sue fibre si liberano facilmentenell’aria, in quanto è materiale moltofriabile, le particelle sprigionate durante lamanipolazione o lavorazione sono inalabilie, una volta respirate, tendono ad accu-mularsi nei bronchi e negli alveoli polmo-nari provocando danni irreversibili ai tes-suti;

tra le patologie e le forme tumoraliaccertate, derivanti dall’inalazione di par-ticelle di amianto, le più pericolose ediffuse sono l’asbestosi, il mesotelioma

Atti Parlamentari — 35353 — Camera dei Deputati

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pleurico-peritoneale ed il cancro ai pol-moni, oltre a varie forme di cancro deltratto gastro-intestinale e della laringe;

esiste una stretta correlazione tra ladurata dell’esposizione alle polveri diamianto e la mortalità indotta dall’insor-genza di queste patologie, con periodi diincubazione che possono arrivare a 40anni, infatti le patologie asbesto correlatesono definite « lungo latenti »;

secondo i dati pubblicati sul sitodell’Osservatorio nazionale amianto (Ona)i casi di insorgenza di mesotelioma inItalia è in costante aumento, e ciò èprevedibile anche per gli anni avvenire;infatti, grazie alle segnalazioni ricevute,alle rilevazioni delle sedi territoriali e delgruppo di lavoro del Dipartimento ricercae cura del mesotelioma, e all’incrocio ditutti i dati, l’Ona ha formulato una stimadi 4.560 mesoteliomi per il periodo dal 1o

gennaio 2009 al 31 dicembre 2011, che haripartito in 1.480 casi per l’anno 2009,1.520 per il 2010 e 1.560 per il 2011;

sempre dal sito dell’associazione sievince che le rilevazioni abbiano permessodi avere contezza che per almeno il 15,2per cento, dei casi di mesotelioma, l’espo-sizione professionale sarebbe riconducibilealle attività lavorative nel settore edile, piùdell’8,3 per cento nel settore dell’industriametalmeccanica, quasi il 7 per cento nel-l’industria tessile e ancora un 7 per centonella cantieristica navale;

inoltre, risulta che il comparto difesaconti più di 620 casi e rappresenti il 4,1per cento del totale dei mesoteliomi insortiin seguito alle esposizioni professionali, esarebbe preoccupante anche il numero deicasi di mesotelioma registrati nel settoredella scuola (63) che aprono un nuovo edisastroso scenario per gli utenti dellescuole e cioè l’intera popolazione;

per i lavoratori che sono o sono statiesposti all’inalazione di amianto esistonoalcune forme di tutela e, in particolare, ibenefici previdenziali contenuti decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertitocon modificazioni dalla legge 24 novembre

2003, n. 326 articolo 47, che sancisce chei periodi di esposizione all’asbesto devonoessere moltiplicati per 1,25 rispetto all’im-porto pensionistico complessivo emessodall’Inail e prevede anche l’anticipazionedell’età minima pensionabile oltre e unaserie di provvedimenti legati all’insorgenzadi malattie dovute all’inalazione di micro-fibre nocive;

successivamente, con la finanziariadel 2008, fu istituito presso l’Inail il Fondoper le vittime dell’amianto, finanziato conrisorse provenienti per tre quarti dal bi-lancio dello Stato e per un quarto dalleimprese; il fondo è utilizzato per erogareuna prestazione aggiuntiva a favore dellavoratore titolare di rendita diretta, ancheunificata, al quale l’Inail l’ex Istituto diprevidenza per il settore marittimo ab-biano riconosciuto una malattia asbesto-correlata conseguente a esposizione all’a-mianto e alla fibra « fibertrax » e la cuiinabilità o menomazione abbia concorso alraggiungimento del grado minimo inden-nizzabile in rendita pari o superiore al 16per cento. Tale beneficio è riconosciutoanche ai familiari titolari di rendita esuperstiti, nel caso in cui la malattiaasbesto-correlata abbia contribuito a cau-sare la morte dell’assicurato;

ultimamente, il Ministero del lavoroe delle politiche sociali, con decreto del4 settembre 2015, emanato di concertocon il Ministero dell’economia e dellefinanze ha disposto in via sperimentaleche l’Inail eroghi ai malati di mesote-lioma che abbiano contratto la patologiao per esposizione familiare a lavoratoriimpiegati nella lavorazione dell’amiantoovvero per esposizione ambientale com-provata, una prestazione assistenzialed’importo fisso pari a euro 5.600,00 (cin-quemilaseicento euro), da corrispondersiuna volta sola, su richiesta dell’interes-sato e ciò per gli anni dal 2015 al 2017,attingendo dall’ordinario Fondo per levittime dell’amianto;

molti sono i lavoratori esposti e vit-time dell’amianto appartenenti alla Ma-rina militare all’Aeronautica militare e

Atti Parlamentari — 35354 — Camera dei Deputati

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all’Esercito, e poiché non esiste una disci-plina che contempli espressamente la tu-tela in favore anche dei militari e comun-que di tutti i lavoratori del comparto delleForze armate, in condizione di eguaglianzarispetto agli altri lavoratori, l’Ona prestaun servizio di tutela legale tramite un suosportello on line al fine di garantire ancheper essi prevenzione e tutela delle pato-logie asbesto correlate;

dal sito dell’associazione si apprendeche grazie all’impegno dell’Avvocato EzioBonanni e del comitato degli appartenentialla Marina militare e dei loro familiari,sono stati raggiunti significativi risultati,come la equiparazione delle vittime del-l’amianto, alle vittime del dovere, con laliquidazione delle relative provvidenze,fino alla richiesta di rinvio a giudizio nelprocesso Marina bis;

infatti, numerosi militari della Ma-rina, affetti da patologie asbesto correlate,e loro familiari, con l’assistenza legaledell’Osservatorio nazionale sull’amianto –Ona onlus e dell’Avvocato Ezio Bonanni,hanno ottenuto il riconoscimento di vit-tima del dovere e l’accredito delle relativeprestazioni e tutela dei diritti;

è parere dell’interrogante che esistauna disparità di trattamento per quantoriguarda le vittime da esposizione adamianto in quanto vengono riconosciuti inmaniera del tutto automatica le previ-denze ed assistenze dovute ai lavoratoricivili che abbiano contratto malattie asbe-sto correlate mentre ciò non avviene per imilitari appartenenti alle forze armate, inparticolare della marina militare;

inoltre, sorge spontaneo il dubbio inmerito a quanti aventi diritto delle forzearmate non siano a conoscenza della pos-sibilità di ottenere quanto in loro di-ritto –:

quali iniziative normative urgenti in-tendano adottare i ministri interrogati pergarantire anche ai militari appartenentialle Forze armate italiane e in particolare,a quelli della Marina militare, gli stessidiritti riconosciuti alle vittime civili dell’a-mianto e con quali tempistiche;

come si intenda tutelare il personalemilitare coinvolto di cui in premessa e iloro familiari;

se si intenda, di concerto con l’Ona,avviare una campagna di sensibilizzazioneper gli aventi diritti ai benefici di cui inpremessa che ancora non sono a cono-scenza della possibilità di avere ricono-sciute le stesse indennità spettanti allealtre vittime dell’amianto e con quali mo-dalità. (5-08086)

Interrogazione a risposta scritta:

RIZZO, GRILLO e MARZANA. — AlMinistro della difesa. — Per sapere –premesso che:

la mattina del 6 luglio 2014 venivatrovato il corpo senza vita del caporaleAntonio Drago presso la caserma dei Lan-cieri di Montebello in Roma nella qualeprestava servizio;

due programmi televisivi hanno ri-preso le testimonianze della madre delCaporale Drago, la signora Rosaria Intra-nuovo e dell’avvocato difensore AlessioCugini su diversi aspetti di questo caso dicronaca;

da tali testimonianze emerge in par-ticolare che:

a) fin dai primissimi istanti succes-sivi al ritrovamento del corpo, il personaleinterno alla caserma ha sostenuto forte-mente l’ipotesi di suicidio collegandolaall’asserita crisi sentimentale che lo stessostava attraversando con la fidanzata;

b) dalle testimonianze dei commi-litoni (neppure tutti quelli presenti e conmodalità tali da lasciare seri dubbi inmerito allo svolgimento delle stesse se-condo le prescrizioni di legge e verbaliz-zate alla medesima ora, nonché in terminiperfettamente coincidenti) emergerebbeun forte stato di depressione ed esaspe-razione del caporale che avrebbe trovatoesito nel presunto folle gesto;

Atti Parlamentari — 35355 — Camera dei Deputati

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l’avvocato Cugini e la signora Intra-nuovo hanno denunciato, nelle trasmis-sioni televisive già citate, alcune discre-panze oggettive tra la versione riportata« ufficialmente » dal personale interno allacaserma e i dati riscontrati sul corpo delgiovane (come per le risultanze medico-legali); infatti, secondo la loro tesi, siriscontrano alcuni comportamenti impre-visti da parte delle istituzioni militari, chehanno definito, appena poche ore dopo ciòche accade tra il 5 e il 6 luglio 2014,suicidio per causa d’amore;

altri aspetti lasciano perplessi la ma-dre e l’avvocato del caporale Drago eriguardano in primo luogo il mancatorispetto delle procedure riferibili al repe-rimento, secondo legge, delle prove all’in-terno dei luoghi in cui il caporale avrebbetrascorso le ultime ore della sua vita e,primo fra tutti, il suo armadietto perso-nale;

in una dichiarazione riportata dalquotidiano « Il Manifesto » (http://ilmani-festo.info/antonino-drago-il-caso-non-e-chiu-so/) la signora Intranuovo afferma: « Cihanno detto che si era buttato dalla fine-stra. La dottoressa Siciliano che per primaha visto il corpo ha parlato di « precipi-tazione e folle gesto ». Ma noi avevamo giàdei dubbi per cui abbiamo chiesto cheall’autopsia partecipasse anche un medicodi parte civile. L’esame è stato compiuto alGemelli dal dottor Senati, nominato dalpm Galanti, e il dottor Bartoloni, per laparte civile. Nelle 12 pagine finali hannoscritto che Tony è morto per la caduta eche sulla schiena aveva dei graffi vecchi di3 o 4 giorni. Aveva anche una ferita allatesta ». Ma l’autopsia non ha detto tutto,mancanze su cui la famiglia punta il dito:« Non è stato mai condotto un esametossicologico, né prelievi di tessuti o epi-dermide. Non viene indicata nemmenol’ora della morte e ai nostri legali è maistato permesso di visitare la caserma soloun mese dopo, il 6 agosto. Quando ci sonoriusciti, erano scortati da dieci militari.Tre mesi dopo la scomparsa del figlio,Rosaria Intranuovo è entrata in quellacaserma. Ha visitato il bagno dalla cuifinestra si sarebbe lanciato suo figlio.

Secondo la versione ufficiale il giovanesarebbe salito su una sedia per potersibuttare. Per la madre invece « il corpo èstato trovato a 5 metri di distanza dall’e-dificio. Come ha fatto ad arrivare cosìlontano saltando da una sedia ? Dovevaprendere la rincorsa per spingersi così inavanti. E il suo corpo, mi hanno ripetutodue suoi commilitoni, era troppo « per-fetto », composto, con le mani a protezionedel viso e le infradito ancora ai piedi »;

nell’articolo si legge ancora: « poi cisono quei segni sulla schiena, graffi elividi, e il tatuaggio che si era fatto amemoria del terremoto de L’Aquila sfre-giato con un taglio. Il dottor GiuseppeIuvara, esperto consultato dalla trasmis-sione « Chi l’ha visto », ha affermato nel-l’intervista: « Gli interrogativi sono molti.La posizione del corpo, con le braccia aprotezione del torace come fanno i para-cadutisti, e non aperte come un aspirantesuicida; l’assenza dell’esame tossicologico,sempre compiuto in caso di suicidio; ilmancato rilevamento della temperaturacorporea, il parametro più attendibile perdeterminare l’ora della morte. Dalla de-scrizione sullo stato del corpo si puòdedurre che sia morto dalle 8 alle 6 oreprima del ritrovamento, ovvero intornoalle 1 di notte ». Eppure i militari instanza con Tony hanno dichiarato diaverlo visto nella camerata fino alle 6 delmattino »;

nell’articolo è inoltre rilevato chesempre secondo il dottor Iuvara « la cuianalisi concorda con quella di altri cinquemedici legali consultati dalla parte civile »,« sulla testa sono state trovate due ferite.Ma non sono fratture « a mappamondo »,tipiche di una caduta. Sono due buchiprodotti da un oggetto dalla forma defi-nita. Inoltre è stata riscontrata una frat-tura della sesta vertebra toracica che siverifica quando si cade all’indietro e nonin avanti. Le abrasioni sulla schiena ?Risalgono ad almeno tre giorni prima »;

« Le incongruenze sono troppe – haspiegato la signora Rosaria Intranuovo –.Le testimonianze dei commilitoni, le man-chevolezze dell’esercito. Questo caso non

Atti Parlamentari — 35356 — Camera dei Deputati

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può essere chiuso. In quella caserma èsuccesso qualcosa: uno scherzo finito intragedia, nonnismo. Non lo sappiamo, masiamo sicuri che Tony non si sia ucciso.Qualche tempo prima si era lamentatodell’atmosfera che regnava in caserma,diceva di voler essere trasferito. Ora chie-diamo alla Procura di indagare: i nostrilegali Cugini, Uricchio e De Paolis hannopresentato un rapporto di 26 pagine. Vo-gliamo sapere cosa è successo il 6 lugliodel 2014 » –:

quali iniziative siano state avviate dalMinistro interrogato per contribuire a farechiarezza sulla vicenda e per accertare,per quanto di competenza, eventuali re-sponsabilità dei vertici e del personaledella caserma Sabatini;

se sia stata avanzata alla famiglia delcaporale Drago una proposta d’indennizzoeconomico per comporre la vertenza in-sorta tra le parti ed, in caso di rispostaaffermativa, a quanto ammonterebbe.

(4-12463)

* * *

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

REALACCI, MISIANI e BRAGA. — AlMinistro dell’economia e delle finanze. —Per sapere – premesso che:

con la legge n. 208 del 28 dicembre2015, « Legge di Stabilità 2016 » è stataprorogata, fino al 31 dicembre 2016, ladetrazione fiscale del 65 per cento per gliinterventi di riqualificazione energetica edi adeguamento antisismico degli edifici;

la detrazione comunemente cono-sciuta come « ecobonus », al 65 per centoper le spese sostenute fino a fine 2016, èriconosciuta se le spese sono state soste-nute per:

a) la riduzione del fabbisogno ener-getico per il riscaldamento;

b) il miglioramento termico dell’e-dificio (coibentazioni – pavimenti – fine-stre, comprensive di infissi);

c) l’installazione di pannelli solari;

d) la sostituzione degli impianti diclimatizzazione invernale;

in particolare, la legge di stabilità2016 ha previsto, all’articolo 1 comma 74,che per le spese sostenute dal 1o gennaio2016 al 31 dicembre 2016 per interventi diriqualificazione energetica di parti comunidegli edifici condominiali, i soggetti di cuiall’articolo 11, comma 2, e all’articolo 13,comma 1, lettera a), e comma 5, lettera a),del TUIR, in luogo della detrazione pos-sono optare per la cessione del corrispon-dente credito ai fornitori che hanno ef-fettuato i predetti interventi;

le modalità di attuazione della ces-sione del credito sono demandate ad unprovvedimento del direttore dell’Agenziadelle entrate, da emanare entro sessantagiorni dalla data di entrata in vigore dellalegge di stabilità 2016;

l’emanazione del provvedimento dicui sopra è stata recentemente sollecitatada Legambiente e dal Consiglio nazionaledegli architetti, pianificatori, paesaggisti econservatori e da un articolo apparso suQualenergia del 10 marzo 2016;

il ritardo nei tempi di emanazione,da parte della Agenzia delle entrate, delprovvedimento attuativo della cessione delcredito rischia di rendere vano l’intentodel legislatore: ovvero quello di superare ledifficoltà di accesso dei contribuenti inca-pienti agli incentivi fiscali per gli interventidi riqualificazione energetica dei condo-mini, attraverso la possibilità di cedere ilrelativo credito fiscale ai fornitori chehanno effettuato l’intervento che, antici-pando le risorse necessarie, possono cosìinnescare un processo virtuoso di rigene-razione del patrimonio edilizio italiano.Un processo quanto mai necessario oggiper ridurre lo smog che avvolge le nostrecittà e rispettare gli impegni assunti sulclima dal nostro Paese alla COP21 diParigi;

Atti Parlamentari — 35357 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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dagli ultimi dati disponibili sui bonusper ristrutturazioni e risparmio energeticosi rileva che hanno prodotto 28,5 miliardidi euro di investimenti e 425 mila posti dilavoro fra diretti e indotto. Dal 1998 al2015 questi incentivi hanno interessatooltre 12,5 milioni di interventi e milioni difamiglie. È evidente come i bonus ener-getici per la casa abbiano rappresentatouna straordinaria misura anticiclica, qua-lificando il sistema imprenditoriale delsettore, riducendo i consumi energetici,l’inquinamento e le bollette delle famigliee facendo emergere il « sommerso » –:

se quanto espresso in premessa troviconferma;

se il Ministro interrogato, per quantodi competenza, intenda assumere iniziativeaffinché l’Agenzia delle entrate emani ce-lermente la sopracitata circolare per de-finire le modalità di attuazione della ces-sione del credito per gli interventi diriqualificazione energetica delle parti co-muni di edifici condominiali. (4-12448)

FEDRIGA. — Al Ministro dell’economiae delle finanze. — Per sapere – premessoche:

diversi organi e agenzia di stampaaffermano che si stia preparando, proprioin questi giorni, un’operazione con cuiCassa depositi e prestiti, attraverso ilfondo F2i (fondo italiani per le infrastrut-ture), diventerà di fatto un socio della Cir,la holding di un noto imprenditore italianovicino agli ambienti di Governo;

l’F2i, il principale fondo chiuso ita-liano dedicato a investimenti nel settoredelle infrastrutture, è stato costituito dallasocietà di gestione del risparmio F2i SGR.spa ed è partecipato anche da Cassadepositi e prestiti e dalla principali bancheitaliane;

il suddetto fondo si appresterebbe adacquisire più del 40 per cento della Kos,o meglio della quota del private equityfrancese Ardian;

la restante parte della società è in-fatti controllata per il 51,2 per cento dallaCir (holding della famiglia del suddettoimprenditore), che opera nel campo sani-tario, attraverso 52 residenze per anziani,11 centri di riabilitazione, cliniche psichia-triche e comunità terapeutiche, 24 centriambulatoriali, 30 centri di diagnostica eterapia, per un totale di 79 strutture ecirca 7.100 posti letto soltanto in Italia, acui si devono aggiungere anche i centriall’estero (Gran Bretagna fino all’India);

secondo quanto riportato da agenziedi stampa l’operazione si concluderà que-sta settimana attraverso la firma, da partedell’F2i, del contratto di acquisto dellaquota dell’Ardian secondo un prezzo sta-bilito, però, pari a 12 volte il margineoperativo lordo di Kos, che lo scorso annoregistrava circa 70 milioni di euro;

sempre secondo la stampa, infatti,come base delle trattative si sarebbe con-siderato un valore societario, per il 100per cento, oscillante tra gli 800 milioni dieuro e un miliardo di euro, corrispondentedunque ad un valore tra gli 11 e i 14Ebitda;

a luglio 2016 dovrebbe scadere l’ac-cordo parasociale stretto nel 2010 tra laCir e l’Ardian secondo il quale quest’ul-tima potrà vendere le quote azionarie delgruppo a un valore quasi doppio rispettoa quello di acquisizione;

il fondo di Cassa depositi e prestiti,dunque, subentrando attraverso l’F2i al-l’Ardian, acquisterebbe la relativa quotafrancese per investire in una delle societàleader del settore sanitario, ma ad unprezzo ampiamente sopravvalutato: sem-brerebbe, infatti, che nel 2014 la famigliavicina agli ambienti governativi possedesseuna partecipazione della società Kos paria più di 99 milioni di euro e che unasimile quota sarà rivalutata, per effettodell’accordo che si sta concludendo, peroltre 430 milioni, tra cui anche 100 milionidi debiti, per una plusvalenza pari a 230milioni –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza dei fatti esposti in premessa e se

Atti Parlamentari — 35358 — Camera dei Deputati

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ritenga congruente con la mission di cassadepositi e prestiti l’acquisto di quote diuna società che gestisce prevalentementecase di riposo;

se non ritenga opportuno chiarire leragioni alla base dell’operazione citata inpremessa, a parere degli interroganti inaperto conflitto di interessi posto che, difatto, Cassa depositi e prestiti sarà obbli-gata a partecipare alla rivalutazione dellasocietà di proprietà di imprenditori viciniagli ambienti di Governo, con conseguentegrave pregiudizio delle risorse pubbliche.

(4-12470)

* * *

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:

TERZONI, GALLINELLA, CIPRINI,AGOSTINELLI, CECCONI, BUSTO, DAGA,DE ROSA, MANNINO, MICILLO, ZO-LEZZI e VIGNAROLI. — Al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti. — Per sapere– premesso che:

il 4 marzo 2016 da fonti stampa si èappreso che una vasca di accumulo diacque provenienti dalle attività di scavodel cantiere dell’asse viario QuadrilateroUmbria-Marche, in località Cancelli di Fa-briano è stata sequestrata da agenti delCorpo forestale dello Stato, perchéavrebbe inquinato il corso del torrenteGiano per circa sei chilometri, fino allacittà, in un’area sottoposta a vincolo pa-esaggistico;

il Giano peraltro è ricco di faunarara, come i gamberi di fiume e i salmo-nidi;

le acque di lavorazione del cantieredella Quadrilatero confluivano in un ba-cino di decantazione artificiale dal quale,invece di essere convogliate nell’impiantodi depurazione, traboccavano fino nel tor-rente, tanto da colorarlo completamente dibianco. Per verificare le caratteristichedelle acque sversate è stata chiesta la

collaborazione dell’Agenzia regionale perla protezione ambientale, che si è attivataper eseguire le analisi;

sono cinque le persone denunciatealla procura di Ancona per danneggia-mento aggravato di acque pubbliche, de-turpamento di bellezze naturali, immis-sione di rifiuti liquidi in acque pubbliche,getto pericoloso di cose e alterazione dellostato dei luoghi in zone tutelate;

questo rappresenta l’ennesimo episo-dio salito all’attenzione della cronaca edella magistratura che coinvolge i cantieridella Quadrilatero –:

se il Ministro interrogato non ritengadi dover intervenire, per quanto di com-petenza, al fine di attivare una campagnadi controlli per verificare il rispetto delleprescrizioni e delle procedure all’internodi tutti i cantieri della Quadrilatero;

se non ritenga di dover approfondire,per quanto di competenza, ciò che èsuccesso e che è stato riportato in pre-messa per escludere responsabilità ammi-nistrative ad ogni livello. (3-02098)

Interrogazione a risposta in Commissione:

DE LORENZIS. — Al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti. — Per sapere– premesso che:

da fonti stampa della Gazzetta delMezzogiorno dell’8 marzo 2016 si ap-prende che nell’ultimo decennio la Ferro-vie Sud-Est abbiano investito per oltre unmiliardo di euro grazie a contributi statalie ai fondi europei;

sempre dalla stessa fonte stampa siapprende che dalle indagini dei revisoriDeloitte, per conto del commissario Viero,emerge che la gran parte dei progetti edelle direzioni lavori è stata affidata ad ununico studio di cui il titolare è l’ingegnereVito Antonio Prato che nell’ultimo decen-nio avrebbe incassato dalle Ferrovie-Sud-Est, a fronte dei progetti presentati, circa54 milioni di euro e tale importo potrebbeessere anche in difetto visto il gran nu-

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mero di incarichi che l’ingegnere VitoAntonio Prato avrebbe svolto per contodalle Ferrovie Sud-Est;

tra i vari incarichi svolti dall’inge-gnere Vito Antonio Prato sembra essercistato anche quello di direzione dei lavoriper l’installazione lungo tutta la rete dei« sistemi a particolare valenza ambien-tale » come le barriere antirumore chesarebbero spuntate, secondo la fontestampa, anche in punti di aperta campa-gna; inoltre, alcune avrebbero oggi pro-blemi di deterioramento e in alcuni casisarebbero sporgenti verso i binari tanto dacostringere il rallentamento dei treni inquesti tratti –:

se il Ministro sia a conoscenza deifatti espressi in premessa e quali iniziativedi competenza intenda intraprendere alfine di verificare ed eventualmente risol-vere le problematiche evidenziate in or-dine alla localizzazione delle barriere an-tirumore, al loro deterioramento e al con-seguente rallentamento dei treni;

se il Ministro possa riferire le moti-vazioni per cui l’ingegnere Vito AntonioPrato, sia stato scelto in maniera prepon-derante in relazione alle progettazioni eagli incarichi per conto delle FerrovieSud-Est. (5-08087)

Interrogazioni a risposta scritta:

FRANCO BORDO. — Al Ministro delleinfrastrutture e dei trasporti. — Per sapere– premesso che:

la stazione ferroviaria di Stradella, inprovincia di Pavia, è una struttura gestitada Rete ferroviaria italiana del gruppoferrovie dello Stato italiano;

la stazione, inserita nella categoria« silver » da parte di Rete ferroviaria ita-liana, presenta varie barriere architettoni-che e i sottopassi pedonali riservati all’ac-cesso ai binari sono privi di ascensori omontascale per disabili e persone condifficoltà motorie;

nella stazione, era presente unastruttura, nei pressi del box del capotreno,che fungeva da pedana di attraversamentodei binari, nel caso di passeggeri in car-rozzina o, più in generale, per personeimpossibilitate ad usufruire delle scale;

la pedana di attraversamento risultascomparsa da più di un mese ed il per-sonale della stazione ferroviaria ha moti-vato tale scelta con un problema di sicu-rezza, in quanto verrebbe infranta dall’at-traversamento dei binari anche da parte dialtri viaggiatori irrispettosi delle normeper cui la pedana non potrà più essererimontata;

Trenord, che gestisce la linea, af-ferma che non è obbligata a prestareassistenza;

risulta quindi evidente che le personediversamente abili o con momentanee dif-ficoltà motorie, ma anche utenti con car-rozzine o passeggini per bambino, sonoimpossibilitate ad usufruire dei servizi fer-roviari dalla stazione di Stradella –:

quali iniziative di competenza in-tenda assumere perché nelle stazioni fer-roviarie italiane venga garantito l’accessoalla mobilità e la fruibilità dei servizi daparte di persone con abilità differenti;

quali iniziative di competenza in-tenda attivare affinché venga risolta, conurgenza, l’inaccettabile situazione riscon-trata nella stazione di Stradella. (4-12457)

LO MONTE. — Al Ministro delle infra-strutture e dei trasporti. — Per sapere –premesso che:

ancora una volta la viabilità dellaregione Sicilia è a rischio. A lanciarel’allarme questa volta è il Genio Civile cheha denunciato la grave situazione di pe-ricolo, accertata a seguito di un lungo edattento sopralluogo, del ponte di PassoArancia nella Valle D’Agrò, in provincia diMessina;

è stata dunque chiesta, dal GenioCivile, l’autorizzazione alla regione per

Atti Parlamentari — 35360 — Camera dei Deputati

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redigere una perizia sommaria per lamessa in sicurezza della pila del ponte dicontrada Aranciara e per la sistemazionedel sottostante tratto del torrente Antillo;

nella relazione inviata al competenteassessore regionale si legge testualmente:« il ponte che attraversa il torrente Antilloa passo Aranciara presenta uno scalza-mento concentrato alla base della pila disostegno della struttura. Al fine di noncompromettere la staticità dell’intero ma-nufatto, e quindi per la sicurezza dellaviabilità, è necessario un intervento disottomuratura alla base della pila, unita-mente alla sistemazione dell’asta torrenti-zia nel tratto interessato »;

si tratta, come è esposto nel testo,dell’ennesima situazione di degrado e dipericolo che interessa la viabilità dellaregione Siciliana ed, in particolare, diquesta zona dell’isola che vede compro-messa anche la viabilità della strada pro-vinciale n. 12 « Santa Teresa-Limina » edella strada provinciale « Santa Teresa-Antillo », a causa di gravi dissesti che, senon sanati, potrebbero provocare l’isola-mento dell’intera Valle;

su queste importanti vie di collega-mento insistono altre criticità rilevate dalGenio Civile. Infatti, per quanto riguardala strada provinciale n. 12, sono staterilevate criticità relative al ponte sul tor-rente Crapinaro, a passo Murazzo « per lacostante erosione di una condotta di sca-rico delle acque piovane... »; mentre si èriscontrato il distacco del parapetto delponte del torrente Porcheria sulla stradaprovinciale n. 15;

l’elenco delle situazioni di rischio e didegrado della rete stradale in Sicilia, orariportata, dimostra lo stato di abbandonoe di incuria in cui versano centinaia distrade urbane, extraurbane e autostradeche avrebbero bisogno di manutenzioneordinaria e straordinaria al fine di elimi-nare ogni situazione di rischio per i viag-giatori –:

se il Ministro interrogato non intendaavviare un attento monitoraggio sullo stato

dei collegamenti stradali, assumendo ini-ziative per quanto di competenza, perstanziare le risorse necessarie per effet-tuare, in collaborazione con la regionesiciliana, gli interventi più urgenti di ma-nutenzione ordinaria e straordinaria dellestrade che, specialmente in questa regione,si trovano oggi in pessime condizioni es-sendo interessate da continui cedimenti esmottamenti, che rappresentano un seriorischio per l’incolumità dei cittadini e dellecittadine. (4-12462)

BONOMO, MARIANI, BRUGNEROTTO,TACCONI, BECATTINI, GELLI, BENI, CU-PERLO, BENAMATI, TARICCO, VENTRI-CELLI, BAZOLI, ALBINI, COCCIA, CAR-RESCIA, ROBERTA AGOSTINI, GAN-DOLFI, MISIANI, D’INCECCO, ZARDINI,LA MARCA, FEDI, GASPARINI, LENZI,IORI, GUERRA, PATRIARCA, PORTAS,BRUNO BOSSIO, VALIANTE, CAPONE,CAPOZZOLO, FABBRI, FAMIGLIETTI eZOGGIA. — Al Ministro delle infrastrutturee dei trasporti, al Ministro per la semplifica-zione e la pubblica amministrazione. — Persapere – premesso che:

la legge n. 109 del 1994, cosiddettaLegge Merloni, ha introdotto l’istituto degliincentivi spettanti agli Uffici per la pro-gettazione interna agli enti pubblici (arti-colo 17 e 18);

la ratio della disciplina consiste, daun lato, nella valorizzazione delle profes-sionalità esistenti dell’ente e, dall’altro,nell’esigenza di promuovere consistenti ri-sparmi di spesa pubblica, atteso che l’e-spletamento delle mansioni ad opera delpersonale dipendente ha costi comunqueben inferiori all’aggiudicazione del servizioin favore di soggetti esterni all’ammini-strazione;

l’articolo 18 della legge n. 109 del1994, nella versione originaria, consentivadi riconoscere una quota non superioreall’1 per cento del costo dell’opera o dellavoro in favore dell’ufficio « qualora essoabbia redatto direttamente il progetto ese-cutivo della medesima opera o lavoro »: la

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« legge Merloni » trattava, dunque, sola-mente gli incentivi per la redazione diprogetti esecutivi di opere o lavori pub-blici;

tale disciplina – che inizialmenteriguardava soltanto gli incentivi per laredazione di progetti esecutivi di opere olavori pubblici – è stata innovata, unaprima volta, con l’articolo 6 del decreto-legge n. 101 del 1995, che ha esteso l’in-centivo anche ai progetti (di opere olavori) preliminari e definitivi, alle inda-gini geologiche e geognostiche nonché aglistudi di impatto ambientale, ed all’aggior-namento dei progetti già esistenti « di cuisia riscontrato il perdurare dell’interessepubblico alla realizzazione dell’opera »;

successivamente, con legge 15 maggio1997, n. 127 (articolo 6, comma 13), l’in-centivo è stato esteso anche alla redazionedi atti di pianificazione: l’articolo 18 della« legge Merloni » è stato in tal sede mo-dificato nel senso che « L’1 per cento delcosto preventivato di un’opera o di unlavoro ovvero il 50 per cento della tariffaprofessionale relativa ad un atto di piani-ficazione generale, particolareggiata o ese-cutiva sono destinati alla costituzione diun fondo interno da ripartire tra il per-sonale degli Uffici tecnici dell’amministra-zione aggiudicatrice o titolare dell’atto dipianificazione, qualora essi abbiano re-datto direttamente i progetti o i piani, ilcoordinatore unico di cui all’articolo 7, ilresponsabile del procedimento e i lorocollaboratori ». All’articolo 18 della leggen. 109 del 1994 fu dunque aggiunto ilcomma 1-bis, secondo il quale « il fondo dicui al comma 1 è ripartito per ogni singolaopera o atto di pianificazione, sulla base diun regolamento dell’amministrazione ag-giudicatrice o titolare dell’atto di pianifi-cazione... »;

la « legge Merloni » è stata successi-vamente oggetto, in parte qua, di ulteriorinovelle: con la legge 17 maggio 1999,n. 144 (articolo 13, comma 4) sono statiriscritti i commi 1, 1-bis e 2 dell’articolo18 della legge n. 109 del 1994. Il primocomma dell’articolo 18 della legge n. 109

del 1994 è stato dedicato agli incentividovuti per la redazione dei progetti, delpiano-sicurezza, per la direzione lavori edil collaudo « di ogni opera o lavoro » (dacorrispondersi in misura non superioreall’1,5 per cento dell’importo posto a basedi gara); il comma 1-bis del medesimoarticolo 18 della « legge Merloni » ha in-vece imposto di riconoscere ai « dipendentidell’Amministrazione aggiudicatrice che loabbiano redatto » il « 30 per cento dellatariffa professionale relativa ad un atto dipianificazione comunque denominato »;

tali previsioni sono state poi recepitedal decreto legislativo n. 163 del 2006,cosiddetto « Codice dei Contratti », ed inparticolare dall’articolo 92, commi 5 e 6,in tema di incentivi alla progettazione epianificazione urbanistica. La norma pre-vedeva compensi incentivanti sia in rela-zione alla progettazione di opere pubbli-che (comma 5) sia in relazione alla reda-zione di atti di pianificazione (comma 6).Con particolare riferimento a questi ul-timi, l’articolo 92, comma 6, statuiva(come già i previgenti articoli 17 e 18 dellalegge 12 febbraio 1994, n. 109) che « Iltrenta per cento della tariffa professionalerelativa alla redazione di un atto di pia-nificazione comunque denominato è ripar-tito, con le modalità e i criteri previsti nelregolamento di cui al comma 5, tra idipendenti dell’amministrazione aggiudi-catrice che lo abbiano redatto »;

l’articolo 13 del decreto-legge n. 90del 2014, convertito con modificazioni,dalla legge 11 agosto 2014, n. 114 (Gaz-zetta Ufficiale n. 144 del 24 giugno 2014)ha abrogato i commi 5 e 6 dell’orticolo 92del codice dei contratti. Peraltro, conte-stualmente la stessa normativa ha intro-dotto, nel successivo articolo 93, commi7-bis e seguenti, una disciplina degli in-centivi alla progettazione del tutto analoga– per quanto qui interessa – alla prece-dente;

in attuazione di tali disposizioni icomuni e, più in generale, tutti gli entipubblici dotati di nuclei di progettazioneall’interno dei propri uffici, si sono dotati

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di un idoneo regolamento attuativo, sullabase del quale hanno erogato gli incentiviprevisti dalla legge in favore dei propridipendenti (Regolamento per la defini-zione ed il riparto dei fondi di incentiva-zione per la progettazione di opere pub-bliche e la pianificazione urbanistica, aisensi dell’articolo 92 del decreto legislativon. 163 del 2006);

la recente legge delega per l’attua-zione della nuova disciplina europea inmateria di appalti pubblici e concessioni(legge 28 gennaio 2016, n. 11) ha previsto,al comma 1, lettera rr), una revisione delladisciplina per gli incentivi per la proget-tazione interna delle pubbliche ammini-strazioni;

con riferimento alle disposizioni invigore fin dal 1994, la disciplina del co-siddetto incentivo alla progettazione èstata oggetto di dubbi interpretativi, conparticolare riferimento alla corretta por-tata applicativa delle disposizioni recatedall’articolo 92, comma 6, del decretolegislativo 12 aprile 2006, n. 163: « Iltrenta per cento della tariffa professionalerelativa alla redazione di un atto di pia-nificazione comunque denominato è ripar-tito, con le modalità e i criteri previsti nelregolamento di cui al comma 5 tra idipendenti dell’amministrazione aggiudi-catrice che lo abbiano redatto » ed, inparticolare, della definizione ivi riportata« atto di pianificazione comunque deno-minato »;

l’Autorità di vigilanza sui contrattipubblici di lavori, servizi e forniture(AVCP), (deliberazione del 21 novembre2012, AG 22/12), nell’escludere la possibi-lità di estendere l’incentivo alla pianifica-zione dei servizi integrati di igiene urbana,ha diffusamente argomentato l’applicabi-lità dell’articolo 92, comma 6, del codicealla attività di pianificazione « comunquedenominata », a prescindere dalla natura(puntuale o generale) dello strumento incorso di formazione;

secondo l’AVCP, « la pianificazioneurbanistica, anche se in forma mediata,inerisce anche a opere o impianti pub-

blici... Infatti, i piani regolatori contengonotra le altre sia previsioni di c.d. zonizza-zione... sia norme di localizzazione di areedestinate a formare spazi di uso pubblico,ovvero riservate a edifici pubblici o di usopubblico... »;

l’Autorità ha sottolineato il nesso co-munque sussistente tra pianificazione ur-banistica e realizzazione di opere pubbli-che: « la natura stessa e il contenuto dellapianificazione urbanistica e in particolaredei piani regolatori consente l’erogazionedell’incentivo ex articolo 92, comma 6, delCodice dei contratti a favore dei dipen-denti che abbiano partecipato alla reda-zione di tali strumenti urbanistici, inquanto tali atti afferiscono, sia pure me-diatamente, alla progettazione di opere oimpianti pubblici o di uso pubblico, deiquali definiscono l’ubicazione nel tessutourbano »;

d’altro canto, l’orientamento dell’Au-torità di vigilanza assumeva il diritto al-l’incentivo per l’attività di progettazioneurbanistica – a prescindere dalla naturapuntuale o meno dello strumento – sin dal2000, in sede di interpretazione dell’arti-colo 18 del codice dei contratti (determi-nazione n. 43 del 25 settembre 2000, G.U.43/2000 del 25 settembre 2000), dove sirecita testualmente: « La dizione utilizzatadal legislatore “atto di pianificazione co-munque denominato” fa ritenere che inesso possano ricomprendersi, oltre che ivari tipi di atti di pianificazione, anchequegli atti a contenuto normativo, qualiper esempio i regolamenti edilizi, cheaccedono alla pianificazione, purché com-pleti e idonei alla successiva approvazioneda parte degli organi competenti »;

in nessun passo delle citate previsionirelative alla progettazione urbanistica illegislatore Ancora la spettanza dell’incen-tivo alla natura di variante puntuale, pro-pedeutica all’approvazione del progetto diopera pubblica, propria dello strumentoredatto dagli uffici;

di diverso avviso, tuttavia, le pro-nunce del giudice contabile. La Corte deiConti ha sottolineato, in particolare, che

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l’incentivo in esame può essere corrispostoesclusivamente nel caso in cui lo stru-mento di pianificazione sia strettamenteconnesso con la realizzazione di un’operapubblica e non anche in relazione allaredazione di atti di pianificazione gene-rale, quali possono essere il piano regola-tore o una variante generale, i quali co-stituiscono diretta espressione dell’attivitàistituzionale dell’ente e non giustificano laderoga al principio dell’onnicomprensivitàdella retribuzione (in tal senso – dopodiversi e contrastanti pronunce delle se-zioni regionali – Corte dei Conti, sezionedelle autonomie, deliberazione del 15aprile 2014, n. 7);

la Corte ha escluso la possibilità diriconoscere l’incentivo alla progettazioneurbanistica ex se, dovendo concorrere –insieme alla redazione dell’atto di piani-ficazione – un requisito ulteriore indivi-duato nella « intima connessione » tra lostrumento urbanistico in corso di forma-zione e la realizzazione di un’opera pub-blica;

date le descritte incertezze interpre-tative, con atto di segnalazione al Governon. 4 del 25 settembre 2013, l’Autorità divigilanza sui contratti pubblici ha richiestochiarimenti in merito alla medesima que-stione; a tale atto, tuttavia, non è statodato alcun riscontro;

l’ANCI Toscana, in un parere del 20giugno 2013 denominato « Gli incentivi perla progettazione urbanistica interna – laposizione di ANCI Toscana » ha illustratocome le intenzioni del legislatore fosseroquelle di corrispondere l’incentivo per tuttii tipi di pianificazione urbanistica o ter-ritoriale, anche non puntuale. L’Associa-zione ritiene in particolare che: « La du-plice ratio legis (contenimento della spesapubblica e valorizzazione delle professio-nalità interne all’Ente) induce ad attribu-ire l’incentivo anche all’attività di pianifi-cazione generale, altrimenti da affidarenecessariamente all’esterno dell’Ammini-strazione. Inoltre, l’attività di pianifica-zione generale non costituisce espleta-mento di ordinarie mansioni dell’Ufficio,

ricomprese nella retribuzione ordinaria,quanto impegno straordinario richiesto –in circostanze eccezionali (la redazione diun nuovo strumento) – al pubblico dipen-dente »;

al contrario, alcuni comuni (tra iquali i comuni di Rivoli e Orbassano inprovincia di Torino) hanno già proceduto,sulla base delle pronunce interpretativedella Corte dei Conti, a instaurare proce-dimenti per la ripetizione di indebito neiconfronti di propri dipendenti i quali –sulla base di regolamenti comunale ema-nati conformemente alla disciplina alloravigente – hanno ricevuto i suddetti incen-tivi per attività di pianificazione gene-rale –:

se i Ministri interpellati siano a co-noscenza di questo rilevante contenzioso econtrasto interpretativo in merito all’ori-ginaria portata della disciplina relativaalla incentivi alla progettazione e pianifi-cazione urbanistica ex articolo 92, commi5 e 6, del decreto legislativo n. 163 del2006;

se non ritengano di dover assumereiniziative per chiarire con efficacia ergaomnes quale fosse l’effettiva intenzione dellegislatore, data la rilevanza dell’argo-mento – che incide su una delle funzionifondamentali dell’amministrazione – e lagravità delle possibili conseguenze diun’errata applicazione delle norme;

se – in particolare – si intendachiarire l’intenzione del legislatore fossequella di corrispondere l’incentivo a tutti itipi di pianificazione (come sembrerebbedalla dizione « atto di pianificazione co-munque denominato ») ovvero di circoscri-verlo soltanto agli atti di pianificazionecollegati alle opere pubbliche (varianti peril recepimento di opere pubbliche), come irecenti pareri (non tutti concordi) dellaCorte dei Conti hanno evidenziato;

quali iniziative di competenza, anchenormative, intendano assumere per evitareche le pubbliche amministrazioni – solo inbase alla citata pronuncia della Corte deiConti del 2014 – utilizzino lo strumento

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della ripetizione di indebito in un caso,come quello in esame, dove i dipendentihanno percepito i descritti emolumenti inforza di atti e regolamenti approvati dallestesse amministrazioni in attuazione dellanormativa citata. (4-12464)

* * *

INTERNO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

OLIVERIO. — Al Ministro dell’interno.— Per sapere – premesso che:

la mattina dell’8 marzo 2016, giornodella festa della donna, il sindaco di PetiliaPolicastro, Amedeo Nicolazzi, recatosipresso il monumento dedicato a Lea Ga-rofalo, la donna uccisa brutalmente dalsuo compagno Carlo Cosco, nel 2009 per-ché aveva deciso di collaborare con lagiustizia, scopre che suddetto monumentoè stato danneggiato;

data, luogo e simbolo rendono l’ac-caduto inquietante e assolutamente nontrascurabile;

l’aver scelto nel giorno della festadella donna di sfregiare un monumentodedicato ad un simbolo del movimentoantimafia rappresenta una sfida per tuttele coscienze libere del Paese;

l’amministrazione di Petilia Polica-stro inoltre nei giorni precedenti avevadeciso di insignire la compagnia dei cara-binieri del premio « Dionisio Sacco » unodei principali riconoscimenti per chi si èdistinto per il bene del territorio e dellacomunità –:

se il Ministro sia a conoscenza disuddetto episodio e se non ritenga oppor-tuno adottare ogni iniziativa utile, a par-tire dalla convocazione di un Comitato perl’ordine e la sicurezza pubblica, al fine dipredisporre una risposta forte da partedello Stato contro chiunque intenda, an-

che attraverso atti di vandalismo, intimi-dire la comunità Petilia Policastro.

(5-08077)

SCUVERA. — Al Ministro dell’interno.— Per sapere – premesso che:

si apprende che il 12 marzo 2016 èprevisto a Pavia un concerto organizzatodal gruppo di estrema destra SkinheadsPavia, al quale partecipano band che in-neggiano apertamente al nazifascismo, tracui i Garrota, i Linea Ostile, gli Onda Nerae i Katastrof Aryan Rock;

l’iniziativa di cui sopra si sarebbepromossa dalla sigla Skin 4 Skin, un’as-sociazione che dichiara di offrire testual-mente « supporto ai camerati in diffi-coltà », ovvero ai camerati che stiano scon-tando condanne o custodie cautelari incarcere;

il concerto in programma rappresen-terebbe un’iniziativa propagandistica delladestra nazista, razzista e xenofoba;

il luogo esatto del concerto non siconosce ancora e verrebbe reso noto nel-l’imminenza dell’evento, come accade disolito in occasione di eventi organizzatinell’ambiente naziskin;

in concomitanza con il concerto diPavia, un altro concerto nazi-rock si ter-rebbe a Milano, promosso da Forza Nuovain occasione della morte del terroristanero Massimo Morsello, cofondatore dellastessa Forza Nuova e prime membro deiNuclei armati rivoluzionari (NAR);

la legge n. 645 del 1952 vieta l’apo-logia del fascismo in tutte le sue forme,comprese le manifestazioni nelle qualichiunque, partecipando a pubbliche riu-nioni, compie manifestazioni usuali deldisciolto partito fascista ovvero di orga-nizzazioni naziste –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza dei fatti suesposti e quali iniziativedi competenza intenda assumere per evi-tare che a Pavia si svolgano concerti e

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raduni dichiaratamente inneggianti al fa-scismo e al nazismo, a giudizio dell’inter-rogante incostituzionali e contro la legge.

(5-08083)

PILI. — Al Ministro dell’interno. — Persapere – premesso che:

la legittima difesa costituisce un attoestremo di un cittadino lasciato solo;

la prevenzione della delinquenza e latutela dei cittadini rappresentano un ele-mento imprescindibile di qualsiasi societàcivile e in questo lo Stato deve svolgere unruolo decisivo e fondamentale;

i sindacati di polizia in Sardegnahanno denunciato anche nei giorni scorsiuna gravissima situazione legata a carenzed’organico e mezzi in tutta l’isola;

l’epilogo gravissimo di questo allarmesicurezza in Sardegna si è registrato nellanotte del 29 febbraio 2016 con una rapinaalla Mondial Pol di Sassari messa a segnoda un commando militare composto dauna ventina di malviventi dotati di armipesanti;

l’allarme è arrivato al 113 quandol’evento criminoso era ancora in corso edera in atto una sparatoria tra guardiegiurate e malviventi;

la nota girata in questura dal 118,nonostante si fosse a conoscenza che imalviventi fossero dotati di armamentopesante, trovava la totale adesione delpersonale presente in quell’istante;

i poliziotti in servizio in quel mo-mento si mobilitavano precipitandosi sulluogo dei fatti seppur, passati all’armeriadel corpo di guardia, si rendevano contoche non vi erano armi lunghe disponibilie non c’era disponibile nemmeno un giub-botto antiproiettile;

sarebbe stato assente qualsiasi sup-porto illuminotecnico (torce elettriche);

una volta arrivati sul posto gli agentiintervenuti, che non sapevano ancora seall’interno dell’edificio fossero presenti i

rapinatori, avrebbero fatto irruzione albuio, facendosi luce con i propri cellulari;

dai bossoli rinvenuti sul posto e daaltro armamento trovato all’interno diun’autovettura in uso ai rapinatori, glistessi erano in possesso di armi automa-tiche di grosso calibro ovvero una dota-zione militare a fronte di armi limitate nelnumero e datate;

i pochi agenti che avevano il « privi-legio » di un’arma lunga erano dotati diPM.12, una mitraglietta Beretta calibro 9del 1978, un’arma vecchia di 38 anni perfronteggiare un commando militare dotatodi ogni genere di armamento;

sarebbero risultati tutti scaduti anchei giubbotti antiproiettile;

se l’assalto fosse stato di terroristi, sein ballo ci fosse stato un obiettivo sensibilenel cuore della città, il tracollo dellasicurezza pubblica e individuale sarebbestato di una gravità ancora più inaudita;

le principali dotazioni delle forzedell’ordine in Sardegna risultano del tuttoinadeguate e con la garanzia scaduta datempo;

ad un qualsiasi artigiano che riceve lavisita dei controlli per la sicurezza sullavoro vengono elevati verbali su verbali,sino a farlo fallire per un giorno di ritardonell’adeguamento di un estintore;

lo Stato, invece, che lascia migliaia diagenti ad operare senza garantire aglistessi strumenti di sicurezza minimi e anorma, non interviene e con ciò diventacorresponsabile di questi misfatti;

nessun soggetto verifica le dotazionidi sicurezza del personale delle forze del-l’ordine;

tutto questo emerge da un docu-mento interno, con una denuncia puntualee circostanziata, trasmesso al questore diSassari, da un’organizzazione sindacale;

questa volta non ci sono state vittime,ma la rapina poteva finire in un vero eproprio drammatico bagno di sangue;

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occorre sollevare il velo pietoso di chivuole coprire questa situazione gravissimae intollerabile, a tutela degli agenti e deglioperatori tutti delle forze dell’ordine e deicittadini;

tra Sassari e Olbia all’appello mancail 30-35 per cento degli agenti previsti inorganico;

un dato di gran lunga superiore allamedia nazionale del 13,2 per cento;

gli agenti nel nord Sardegna sono432, ma dovrebbero essere almeno il 30per cento in più;

ad Olbia – riporta il quotidiano laNuova Sardegna – dove è stata scoperta lacellula di Al Qaeda non è stato aggiuntoun solo agente in più;

la provincia di Sassari è la quintaprovincia d’Italia per estensione, con oltre90 capimafia dislocati nel carcere di Ban-cali, ma si registra un’assenza di uomini emezzi tra le più alte d’Italia;

a Sassari il pronto intervento è ga-rantito da una sola macchina e un orga-nico che in 10 anni è stato quasi dimez-zato;

il commissariato di Olbia ha 68agenti, ma dovrebbero essere almeno 90;

ad Alghero sono 41 e ne mancanoall’appello 19;

sono sotto organico anche Ozieri,Tempio e Porto Cervo;

vi sono pochi agenti anche nel Nuo-rese, che in una recente classifica è stataeletta prima provincia d’Italia per omicidi;

la questura del capoluogo barbari-cino dispone di 255 agenti a fronte dei 346previsti in organico;

sono tutti sotto organico anche icommissariati;

a Gavoi, Lanusei, Macomer, Orgosolo,Ottana e Tortolì mancano tra gli 8 e i 9agenti;

è gravissima anche la situazione nellaquestura di Cagliari dove mancano 200agenti;

a Oristano si dispone di 150 uominicontro i 210 previsti;

la polizia postale, nonostante il re-cente aumento dei reati informatici, di-spone solo di 27 agenti –:

se non ritenga indispensabile ade-guare e garantire la presenza di uomini emezzi delle forze dell’ordine che risultanopalesemente insufficienti a garantire lasicurezza dei cittadini e delle comunitàlocali;

se non ritenga di dover intervenire,per quanto di competenza, con la neces-saria urgenza per fare chiarezza sui fattilegati alla rapina al caveau della MondialPol di Sassari per comprendere tutte lefalle del sistema di protezione e d’inter-vento e le carenze dell’intero sistema;

se non intenda rafforzare, consomma urgenza, i presidi territoriali sardie la stessa rete di intelligence consideratoche la ruspa con la quale è stato aperto ilvarco nello stabile rapinato è stata rubatadall’altra parte della Sardegna e ha attra-versato l’intera isola per giungere a Sas-sari;

se non ritenga di dover considerarecome priorità organizzativa il fattore in-sulare, considerato che tale limite rendeimpossibile il supporto operativo di altreunità da altre regioni, e di adeguare lerisorse e i mezzi, da quelli aerei abilitatial volo notturno ai reparti speciali dislo-cati nell’isola. (5-08088)

Interrogazioni a risposta scritta:

ARLOTTI. — Al Ministro dell’interno. —Per sapere – premesso che:

come più volte rappresentato dall’in-terrogante in diverse interrogazioni parla-mentari e missive, il territorio riminese hapeculiari necessità di ordine pubblico, le-gate al massiccio numero delle presenze

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turistiche: le presenze registrate dalla pro-vincia di Rimini nelle sole strutture ricet-tive (2.200 strutture alberghiere, di cui1.200 nel solo capoluogo, più 420 struttureextralberghiere) ammontano infatti ad ol-tre 16.000.000 di presenze annue, con unamedia mensile di circa 1.300.000 persone,con picchi nei mesi di luglio e agosto sinoa 4.500.000/4.700.000 unità;

le presenze solo a Rimini sono dicirca il 45 per cento di quelle registratenell’intera regione Emilia-Romagna, men-tre gli arrivi di turisti superano i 3 milionie trecentomila;

il divario tra il dato numerico dellapopolazione residente e di quello dellepresenze di turisti non sussiste solo du-rante il periodo estivo, ma anche duranteil periodo compreso tra settembre e mag-gio, a causa del processo di destagionaliz-zazione dell’offerta turistica riminese, uni-tamente in ragione della presenza di im-portanti opere, strutture e manifestazioni(fiera di Rimini, il palacongressi di Rimini,i centri congressi di Riccione, Bellaria eCattolica, Notte Rosa, MotoGP); il solocalendario 2016 delle manifestazioni fie-ristiche prevede lo svolgimento di 35eventi internazionali o nazionali, di cuialcuni di rilevanza mondiale, con la regi-strazione fino a 150.000 presenze perevento; tali massicce presenze si riverbe-rano evidentemente sulla delittuosità: idati del Ministero dell’interno sui reatidenunciati, riportati dall’annuale rapportopubblicato dal Sole24Ore (edizione del 7dicembre 2015), posizionano la provinciadi Rimini al secondo posto nella classificanazionale dei reati denunciati, dopo Mi-lano, con 7.945 reati ogni 100 mila abi-tanti, in leggero calo rispetto all’annoprecedente;

il totale complessivo di reati denun-ciati a Rimini è di 26.631 e la provinciarisulta in particolare prima per i furti(5.648 su 100 mila abitanti) e per borseggi(1.006);

sullo stesso Sole24Ore si riconoscecome Rimini, pur non essendo una grandeprovincia, « è penalizzata dal fatto di avere

una popolazione di appena 335 mila per-sone che i flussi turistici portano però alledimensioni di una grande città con lerelative conseguenze sul piano del rischiocriminalità »;

come confermato anche nel rapportodel presidente della corte d’appello diBologna, la provincia di Rimini occupa laterza posizione – in Emilia Romagna –per numero di procedimenti penali apertie la prima posizione per il rischio diinfiltrazione di associazioni criminali distampo mafioso come peraltro confermatonella relazione della Direzione investiga-tiva antimafia presentata nel febbraio2016;

in relazione a tali fattori di rischio laprovincia di Rimini è stata inserita nelprogetto « mappatura criminalità organiz-zata » che consente il censimento delleorganizzazioni criminali e dei soggetti adesse collegati;

la situazione attuale degli organicidelle forze di polizia non considera talipeculiarità che caratterizzano la provinciadi Rimini e la determinazione della piantaorganica – avvenuta nella provincia diRimini, all’atto dell’istituzione dell’entecon decreto ministeriale del 1996 – ètuttora commisurata al mero dato demo-grafico della popolazione residente e nonpuò ritenersi più congrua e adeguata ri-spetto alle esigenze operative connesse alleparticolarità del territorio;

le istituzioni locali hanno più voltemanifestato l’esigenza di avere sul terri-torio una presenza strutturale di forzedell’ordine adeguata alle peculiarità turi-stiche e alle reali necessità di prevenzionee contrasto della criminalità piccola eorganizzata, dell’abusivismo commerciale,della prostituzione;

la pianta organica della questura diRimini, risulta infatti al momento priva di7 appartenenti al ruolo degli assistenti edagenti anche rispetto all’attuale organicoprevisto, in ogni caso ritenuto non ade-guato al territorio;

Atti Parlamentari — 35368 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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attualmente, in organico, non è pre-sente nessun dipendente con qualifica diagente per la mancata assegnazione dipersonale di nuova nomina, mentre laquasi totalità di personale di tale ruoloriveste la qualifica di assistenti capo conun’età media di circa 48 anni e con oltrei 20 anni di servizio;

la carenza di personale del ruolodegli assistenti ed agenti crea non pochedifficoltà nell’assicurare quotidianamente inumerosi servizi che per tipologia e com-petenza rientrano nei compiti tipici di quelruolo (servizi di vigilanza-questura-prefet-tura-caserma di polizia-Sala C.o.t.-Con-trollo del territorio e centralino telefo-nico), anche in considerazione della par-ticolare dislocazione dei vari uffici dellaquestura di Rimini ubicati ancora in di-versi stabili, in attesa di una nuova sede;

a ragione di quanto sopra descritto,la questura di Rimini necessita a pareredell’interrogante di almeno ulteriori 3 fun-zionari del ruolo commissari e di 25dipendenti da trarre dal ruolo agenti eassistenti; dotazioni organiche permanentiche consentirebbero di potenziare i turnidelle volanti, gli uffici della divisione po-lizia amministrativa sociale e dell’immi-grazione, della squadra mobile e dellaDigos;

ogni anno vengono inoltre definiti gliorganici dei rinforzi estivi che vengonoinviati sul territorio riminese, con conse-guenti oneri aggiuntivi per l’amministra-zione: nel 2014 sono state aggregate 60unità in più (300 contro le 240 del 2013)che hanno di fatto iniziato l’attività dal 6luglio per terminare all’inizio di settembre;nell’estate 2015 è stato garantito l’invio dialtrettante unità fra polizia di Stato, ca-rabinieri, Guardia di finanza e militaridell’operazione « Strade sicure », consen-tendo importanti azioni di contrasto all’a-busivismo commerciale e all’illegalità, an-che in collaborazione con i corpi di poliziamunicipale;

in vista dell’inizio della prossima sta-gione estiva risulta indispensabile renderestrutturale l’istituzione dei posti estivi di

polizia di Riccione e Bellaria-Igea Marina,dal 15 giugno al 15 settembre, con l’inviodi adeguato personale al fine intensificarei necessari servizi di prevenzione e con-trollo del territorio, nonché gli altri serviziistituzionali –:

se il Ministro interrogato non ritenganecessario rivedere – anche nel contestodell’attuale riorganizzazione dei presidi sulterritorio – gli attuali criteri di determi-nazione delle dotazioni organiche perma-nenti della questura di Rimini, rendendolistrutturali e più rispondenti alle effettiveesigenze del territorio riminese, e riclas-sificando la questura stessa nella categoriasuperiore a quella in cui risulta inqua-drata attualmente;

se intenda valutare, in sede di deter-minazione dei contingenti da inviare nel-l’area in questione, per il periodo estivo, lepeculiarità della provincia di Rimini, epertanto di anticiparne l’invio almeno dametà del mese di giugno e stabilirne lapresenza fino al 15 settembre 2016.

(4-12451)

LO MONTE e PASTORELLI. — Al Mi-nistro dell’interno. — Per sapere – pre-messo che:

l’articolo 134 del T.U.L.P.S. (regiodecreto del 18 giugno 1931, n. 773) pre-vede che le guardie particolari e gli istitutidi vigilanza e di investigazione privataprestino opere di vigilanza o custodia diproprietà mobiliari od immobiliari e ese-guano investigazioni o ricerche o raccol-gano informazioni per conto di privati,escludendo quindi la possibilità di assi-stenza alla persona a fini di tutela del-l’incolumità;

l’articolo 256-bis del regolamentoT.U.L.P.S., così come modificato dal de-creto del Presidente della Repubblica 153del 2008, si preoccupa inoltre di delimitareil settore della vigilanza privata in genere,sia in positivo, inquadrandovi « tutte leattività di vigilanza e custodia di benimobili o immobili per la legittima auto-tutela dei diritti patrimoniali ad essa ine-

Atti Parlamentari — 35369 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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renti », sia in negativo, escludendo quelleattività che « implichino l’esercizio di pub-bliche funzioni o lo svolgimento di attivitàche disposizioni di legge o di regolamentoriservano agli organi di polizia »;

il disposto delle succitate disposizioninormative risponde, nella sua originariaimpostazione, all’ispirazione che ha im-prontato il testo unico delle leggi di pub-blica sicurezza, mirante a subordinare lagran parte delle attività economiche alcontrollo del potere esecutivo, in un’otticapolitica tipica di quel momento storico, ein modo particolare in settori quali ilcommercio delle armi ed i corpi armati,ritenuti una potenziale minaccia per l’or-dine e la sicurezza pubblica con l’obiettivo,nello specifico, che l’attività di tutela dellapersona non fosse demandata a privati;

la conseguenza della mancanza diuna specifica regolamentazione del settoreè che il servizio di tutela della persona,che il mercato richiede con sempre mag-gior frequenza anche alla luce della mu-tata percezione che il cittadino ha dellecondizioni di ordine pubblico e del con-seguente bisogno di sicurezza sentito aqualsiasi livello, viene oggi svolto in piccolaparte da guardie giurate che formalmentetutelano i beni delle persone realmenteoggetto di protezione, e per la maggiorparte da personale in alcun modo con-trollato, che riveste i ruoli più disparatispesso senza avere alcuna specifica pre-parazione in proposito;

in questa sede è opportuno, infatti,ricordare come le guardie particolari giu-rate abbiano specificità e requisiti di altolivello e devono essere in possesso dilicenza prefettizia e sottostare alla vigi-lanza della questura competente, cosa cheinvece non avviene quando la tutela dellapersona viene garantita da accompagna-tori, da personaggi affidatari di contrattidiretti con la persona fisica per la qualelavorano o con ulteriori modalità lasciateal libero accordo tra le parti;

l’impossibilità di svolgere da partedelle guardie giurate e degli istituti divigilanza l’attività a tutela della persona

rappresenta un unicum all’interno del pa-norama europeo, dove, pressoché in tuttigli Stati, seppur con declinazioni diverse, èpresente il servizio della close protection;

a tal proposito, non si può escludereun prossimo intervento da parte dellaCorte di Giustizia dell’Unione europea perporre fine ad una difformità tutta italiana,come d’altronde è già accaduto per altrefattispecie con la sentenza di condannaall’Italia del 13 dicembre 2007 (causaC-465/05), con la quale sono state rilevatedifformità dall’ordinamento comunitariodella normativa con riferimento all’obbligodi prestare giuramento di fedeltà allaRepubblica italiana; alla mancata conside-razione degli obblighi già assolti in altroStato membro per i soggetti che intendanoesercitare l’attività anche in Italia; allavalidità territoriale limitata e alla subor-dinazione di un nuovo assenso al numeroe all’importanza degli istituti già operantinel medesimo contesto di riferimento; allanecessità di una sede operativa in ogniprovincia; all’individuale autorizzazione diquanti intendano esercitare attività di vi-gilanza in Italia senza tener conto degliaccertamenti e controlli dello Stato distabilimento; all’obbligo di utilizzare unlimite massimo o minimo di personale;all’obbligo di versamento di una cauzionepresso la Cassa depositi e prestiti; allafissazione di prezzi e di una loro limitataoscillazione affidata alla decretazione delprefetto –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza della situazione descritta in pre-messa e se siano allo studio ipotesi dimodifica della normativa di settore fina-lizzate a consentire l’espletamento dell’at-tività di protezione della persona fisica daparte delle guardie giurate e degli istitutidi vigilanza che, ottemperando alle rigidedisposizioni normative di settore, dispon-gono delle necessarie caratteristiche tec-niche, morali e professionali necessarie adadempiere tale servizio, contribuendo inpiena complementarietà con l’operatodelle forze dell’ordine a garantire sempremaggiori livelli di sicurezza per le persone.

(4-12455)

Atti Parlamentari — 35370 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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MARCON. — Al Ministro dell’interno. —Per sapere – premesso che:

a Venezia si è tenuto l’8 marzo 2016un vertice tra Italia e Francia che sia ilPresidente del Governo Matteo Renzi sia ilPresidente della Repubblica FranceseFrançois Hollande hanno voluto proprio aVenezia per dedicarlo a Valeria Solesin, lagiovane ricercatrice veneziana uccisa du-rante l’attacco terroristico al Bataclan il13 novembre 2015;

la lunga giornata sul fronte dell’or-dine pubblico è iniziata poco dopo le 10,quando dalla stazione di Santa Lucia sonopartiti i due cortei di manifestanti cheprotestano contro la Tav in Val di Susa eil transito delle grandi navi in Bacino SanMarco. Sono state circa 500 le persone chehanno partecipato pacificamente alla ma-nifestazione di protesta in rappresentanzadi associazioni locali, con l’annunciatapartecipazione di esponenti dei No Tavdella Val di Susa e di altre realtà del norde centro Italia. Un corteo si muove a piedi,mentre il secondo in barca. Il percorso sisnoda nel seguente modo: Scalzi, Tolentini,campo Santa Margherita, i Carmini, SanSebastiano, San Basilio, le Zattere e Puntadella Dogana;

da mezzogiorno e per circa un’ora eun quarto, una quindicina di barche deimanifestanti hanno manifestato il lorodissenso contro il vertice cercando di en-trare in bacino San Marco. Dopo alcuneschermaglie tra i manifestanti a bordodelle barche e il cordone di barche delleforze di polizia le imbarcazioni dei finan-zieri hanno usato gli idranti per tenerealla larga i manifestanti, provocando al-cuni urti tra le barche e mettendo arepentaglio la sicurezza di chi si trovava abordo;

dalle 13 è scattata la « zona rossa »davanti a Palazzo Ducale, alla Basilica diSan Marco e sulla riva del Bacino, condivieto di transito dei natanti fino a 100metri di distanza. Da quel momento nonè stato più possibile entrare in Basilica esalire sul Campanile di San Marco e sono

rimasti chiusi la Biblioteca Marciana, iMusei Civici e naturalmente Palazzo Du-cale –:

quale sia stato il livello di mobilita-zione delle forze dell’ordine, davanti aduna democratica manifestazione di dis-senso e di protesta e già conclusa senzaproblemi di sorta;

se si ritenga la gestione della situa-zione giustificata da reali ragioni di ordinepubblico, considerato che secondo l’inter-rogante essa è risultata lesiva del diritto dimanifestazione;

se non si ritenga opportuno assicu-rare una diversa gestione dell’ordine pub-blico, in una città, Venezia, che ha giàvissuto negli ultimi mesi episodi discutibiliin merito. (4-12459)

COLLETTI, VACCA e DEL GROSSO. —Al Ministro dell’interno. — Per sapere –premesso che:

da organi di informazione emergeche il 9 marzo 2016, nel corso dellasessione pomeridiana del consiglio regio-nale dell’Abruzzo, il Governatore LucianoD’Alfonso ha mosso pesanti accuse neiconfronti dell’operato della squadra mo-bile di Pescara coordinata dal pm Anna-rita Mantini, titolare dell’inchiesta « LaCity », una speculazione immobiliare chealcuni vorrebbero come nuova sede dellaregione, che vede già indagate quindicipersone e sulla quale sono state pubblicatedelle intercettazioni telefoniche fra D’Al-fonso e l’assessore Paolucci, quest’ultiminon indagati;

D’Alfonso, dopo aver elogiato la pmMantini « la cui altezza professionale larende al di sopra di ogni sospetto perchéè figura di straordinaria professionalità,credibilità e valore istituzionale », haaspramente attaccato gli investigatori dellaquestura che ha definito « persone pococorrette, non terze e non obiettive »,

Atti Parlamentari — 35371 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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espressione di « un livello di vizio impa-stato di una parte della politica e un’at-tività giudiziarietta »;

in particolare, il Governatore abruz-zese ha sferrato un attacco diretto versoun investigatore del quale, peraltro, haomesso di fare il nome e che a suo direavrebbe abusato del suo ufficio concer-tando, ostacolando, contaminando e inqui-nando carte e indagini –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza dei gravi fatti a cui ha sibillina-mente alluso il governatore abruzzese;

quali iniziative intenda intraprendereper accertare se vi siano o meno stateinterferenze nell’attività delle forze dell’or-dine da parte dei politici abruzzesi;

se non ritenga di dover difenderel’onorabilità e l’operato delle forze dell’or-dine e, in particolare, di dover tutelare illavoro dei componenti della squadra mo-bile di Pescara e verificare la possibilità dicostituirsi nelle sedi opportune a difesadegli esponenti dell’autorità di pubblicasicurezza. (4-12474)

* * *

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:

GALGANO, SOTTANELLI, ASCANI,GALLINELLA, FRATOIANNI, LAF-FRANCO, CIPRINI, BRIGNONE, POLI-DORI, PASTORELLI, LOCATELLI e BI-NETTI. — Al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali. — Per sapere – premessoche:

è ad oggi irrisolto il caso « under 40 »degli ex lavoratori della ThyssenKrupp Astdi Terni, che hanno accettato di lasciare illavoro con la « buonuscita » e per i quali,terminato l’anno di mobilità, non è pos-

sibile accedere a nessun altro tipo diammortizzatore sociale;

la circolare dell’Inps n. 94 del 12maggio 2015 ha disposto che per averediritto alla nuova assicurazione sociale perl’impiego (NASpI) è necessario aver as-sommato trenta giornate di lavoro effet-tivo, a prescindere dal minimale contribu-tivo, nei dodici mesi che precedono l’iniziodel periodo di disoccupazione;

dai terminali dell’Inps non risultano« le trenta giornate di lavoro effettivo »entro l’anno che precede l’inizio del pe-riodi di disoccupazione (è evidente che sel’anno è trascorso in mobilità non puòesserci il mese lavorativo), cosa che invecela sopracitata circolare riconosce per chi èstato in cassa integrazione anche per piùdi un anno;

tuttavia, la circolare, non facendoriferimento alcuno, al caso di lavoratori inmobilità, determina il passaggio dei lavo-ratori, da una situazione di « tutela », rap-presentata dall’anno di mobilità, ad unasituazione in cui quella « tutela » rappre-senta un limite rispetto alle tutele previsteper tutte le altre situazioni di disagio;

tutto ciò, a parere degli interroganti,rende incomprensibile una discriminantevenutasi a creare verso chi è in mobilità.Nello specifico, chi ha ricevuto un soloanno di mobilità, secondo l’interpretazionetestuale della circolare non avrebbe dirittoad una tutela maggiore, come tutti gli altrilavoratori, in disoccupazione –:

se l’interpretazione della circolaredell’INPS sia nel senso strettamente te-stuale e, in questo caso, se l’assenza diriferimento ai casi di mobilità sia voluta,quindi non soggetta a possibile modifica,recando in tal senso una effettiva discri-minante, e quali urgenti iniziative intendaassumere per sanare l’evidente discrimi-nazione venutasi a creare attraverso l’in-terpretazione testuale della sopracitatacircolare verso i lavoratori in mobilità.

(3-02097)

Atti Parlamentari — 35372 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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Interrogazioni a risposta in Commissione:

LOMBARDI, COMINARDI, CIPRINI,TRIPIEDI, DALL’OSSO e CHIMIENTI. —Al Ministro del lavoro e delle politichesociali. — Per sapere – premesso che:

la cessione di Alitalia da C.A.I. (Com-pagnia Aerea italiana srl) a S.A.I. (Societàaerea italiana spa), che ha rilevato ilmarchio e gli asset operativi della excompagnia di bandiera e si è resa azioni-sta per consentire l’ingresso di EtihadAirways nel capitale, ha portato con sé illicenziamento di migliaia di dipendenti,tra cui anche soggetti appartenenti allecategorie protette, già impiegati in misurainferiore rispetto alle quote obbligatorieprescritte dalla legge n. 68 del 1999;

in base a quanto emerso finora, nellastragrande maggioranza dei tribunali, nel-l’ambito dei centinaia di ricorsi presentati,la quasi totalità dei licenziamenti è statadefinita illegittima, in quanto operata inspregio delle norme sui criteri di selezione,sulla tutela delle categorie protette e sulrispetto formale delle procedure;

in tal modo, Alitalia-Sai, oltre a nonrispettare le norme e a non ottemperarealle sentenze che impongono la reintegradei lavoratori, manifesta secondo gli in-terroganti una particolare indifferenza ri-spetto alla funzione di integrazione socialeche svolge il lavoro per persone disabili, iquali così vengono lasciati a casa; il com-parto aereo è in costante crescita econo-mica e industriale, il che indurrebbe apensare che l’operazione condotta dallacompagnia aerea abbia scaricato sulla col-lettività il prezzo delle ristrutturazioniaziendali, dato che, oltre ai licenziamenti,Alitalia ha posto in essere generose elar-gizioni di ammortizzatori sociali, a dannodella spesa pubblica e del futuro di mi-gliaia di lavoratori espulsi dalla produ-zione, talvolta riassunti con salari da famee senza tutele o, addirittura, sostituiti daprecari a più basso costo e senza diritti,condannati a 60 mesi di « stagionalità »prima di essere stabilizzati;

con ordinanza del 15 gennaio 2016, iltribunale di Roma ha disposto la reintegradi cinque lavoratori, dichiarando la nullitàdel licenziamento intimato da Alitalia nel2014, in quanto motivato dalla cessione diazienda e dunque vietato dall’articolo 2112del codice civile e dall’articolo 4 delladirettiva 2001/23/CE: il licenziamento dimigliaia di lavoratori, infatti, non puòessere giustificato con la necessità delbuon esito di cessione dell’azienda, laquale, peraltro, dovrebbe avere comescopo proprio la salvaguardia dei rapportidi lavoro ceduti a un nuovo soggetto ingrado di conservarli; l’accordo sindacalesu cui si basano i licenziamenti è dunqueillegittimo, in quanto contrario alla legge eal diritto dell’Unione europea;

inoltre, Alitalia ha proceduto a nuoveassunzioni con contratto a tempo indeter-minato, a dimostrazione del fatto che gliesuberi non erano necessari: a giudiziodegli interroganti sono stati licenziati idipendenti più costosi e assunti dipendenticon condizioni lavorative inferiori e mi-nori tutele;

è chiaro che questo è stato realizzato,secondo gli interroganti, attraverso aggi-ramento delle norme che, però, la « ri-forma Fornero » e il Jobs Act, in moltocasi, hanno permesso –:

se il Ministro interrogato sia a cono-scenza dei fatti esposti in premessa edell’uso che Alitalia sta facendo degli stru-menti messi a disposizione dal Jobs Actche, invece di dare luogo a nuovi posti dilavoro, determinano una preoccupante« guerra » tra licenziati, cassintegrati enuovi assunti senza tutele di sorta;

se, considerata l’ingente mole di ri-corsi pendenti, il Ministro interrogato nonreputi necessario intraprendere ogni ini-ziativa di competenza sul piano politico alfine di dirimere le controversie insorte, inaccordo con le organizzazioni sindacalicoinvolte nella vicenda;

se non ritenga opportuno intervenireal fine di evitare che Alitalia Sai scarichisulla collettività i costi della ristruttura-

Atti Parlamentari — 35373 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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zione aziendale, attraverso un’applicazionead avviso degli interroganti, illegittima,della normativa finalizzata al sostegno delreddito dei lavoratori espulsi dal processoproduttivo;

se il Ministro non pensi che sianecessario assumere iniziative per contra-stare in modo chiaro una prassi comequella testé descritta che si sta diffon-dendo in misura sempre maggiore e via viapiù preoccupante nell’ambito delle rela-zioni industriali. (5-08075)

VALLASCAS. — Al Ministro del lavoroe delle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

a seguito di un’istanza dell’assesso-rato regionale del lavoro, il Ministero dellavoro e delle politiche sociali ha autoriz-zato la regione Autonoma della Sardegnaa erogare gli assegni della mobilità inderoga relativa al 2014, per un ammontarepari a 116,6 milioni di euro (71,6 delGoverno, 45 della regione), impiegando lesomme destinate per il 2015;

secondo quanto riportato dallastampa locale, sembrerebbe che, nei pro-cedimenti di pagamento, verrebbe datapriorità a 2.190 beneficiari, che riceve-ranno il residuo 2014 e, per effetto dellaclausola della continuità nei pagamenti,potranno accedere alla mobilità in deroganel 2015;

resterebbero temporaneamenteesclusi altri 7.000 potenziali beneficiari,già esclusi dalla mobilità in deroga nel2015 per effetto della già citata clausoladella continuità dei pagamenti;

la questione della decadenza dei be-nefici era stata sollevata a seguito di unacircolare esplicativa del Ministero del la-voro e delle politiche sociali, inviata il 12dicembre 2015, nella quale il Ministerospecificava meglio che uno dei presuppostiper il riconoscimento della mobilità inderoga nel 2015 sarebbe stata la continuitàdei pagamenti sino al 31 dicembre 2014,

presupposto che sarebbe venuto meno nelcaso di una sopraggiunta interruzione deipagamenti;

la decadenza dei citati benefici siverificherebbe, non solo nel caso di ripresadell’attività lavorativa del beneficiario, maanche nell’evenienza che l’interruzionedelle erogazioni sia determinata da un’in-disponibilità dei fondi, circostanza che, inSardegna, avrebbe interessato appunto7.000 potenziali beneficiari;

secondo i rappresentanti sindacali, icirca 7.000 potenziali beneficiari sareb-bero doppiamente penalizzati: oltre a nonricevere gli assegni relativi al 2015, inizie-ranno a ricevere gli assegni del 2014, se visaranno risorse residue, solo dopo il com-pletamento delle procedure di pagamentodella mobilità 2014 e 2015 dei primi 2.190beneficiari;

si verificherebbe pertanto la spiace-vole circostanza che vedrebbe coloro aiquali è stata sospesa per primi la mobilitàin deroga essere pagati per ultimi;

è il caso di rilevare che il riconosci-mento degli ammortizzatori sociali assumeuna rilevanza di primaria importanza so-prattutto in un contesto come quellosardo, fortemente provato dalla crisi eco-nomica che ha compromesso il tessutoproduttivo della regione con ripercussioninegative sul tessuto sociale;

sull’argomento, nel mese di gennaio2016, l’interrogante ha depositato un ana-logo atto di sindacato il n. 5-07426, ancorasenza risposta –:

quali iniziative di competenza in-tenda adottare per garantire a tutti ipotenziali beneficiari della mobilità in de-roga della regione Sardegna l’erogazionedei benefici per gli anni 2014 e 2015;

quali iniziative di competenza in-tenda adottare per garantire ad oltre 7.000beneficiari della mobilità in deroga, gliassegni relativi al 2015. (5-08080)

Atti Parlamentari — 35374 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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Interrogazione a risposta scritta:

SBERNA. — Al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

i voucher sono stati introdotti, nel-l’ordinamento italiano, dalla legge delegan. 30 del 2003 (articolo 4, comma 1,lettera d)) per regolamentare la retribu-zione delle prestazioni occasionali di la-voro di tipo accessorio, poi disciplinate daldecreto legislativo n. 276 del 2003 (articoli70-73);

lo scopo era chiaramente quello difavorire l’emergere del lavoro nero e diconsentire anche il pagamento di lavorioccasionali e discontinui (come il giardi-naggio, l’assistenza domestica, le ripeti-zioni private), per prestazioni di lavoroaccessorie;

con i successivi interventi normativi– legge n. 191 del 2009 (legge finanziariaper il 2010) e decreto legislativo n. 81 del2015 – sono state introdotte significativenovità rispetto al campo di applicazioneche di fatto è stato esteso a tutte lecategorie lavorative;

ciò ha prodotto un progressivo au-mento del numero di voucher. Il rapportodell’INPS ha confermato il boom ancheper il 2015:115 milioni di buoni-lavorostaccati da gennaio a dicembre, contro i 69milioni del 2014 e i 36 milioni del 2013.Un aumento nazionale del 67,5 per centoin dodici mesi;

il ricorso ai buoni lavoro è concen-trato nel nord del Paese, e in particolarenel nord-est, che con 82 milioni di vouchervenduti incide per il 38,7 per cento. LaLombardia, con 37,5 milioni, è la regionein cui sono stati venduti più buoni lavoro,seguita dal Veneto (29,9 milioni) e dall’E-milia-Romagna (26,3 milioni), ma si staestendendo anche al sud;

oggi i settori di maggior impiego delvoucher sono il commercio (18,0 percento), il turismo (13,7) e i servizi (13),mentre solo il 6 per cento ormai è venduto

nel settore agricolo e appena il 3 per centonei servizi domestici, le tipologie per cuiera nato;

alcune inchieste giornalistiche evi-denziano delle storture nell’uso di voucherche, nati per contrastare il lavoro nero, difatto invece lo alimenterebbero e lo pro-teggerebbero, in particolare mediante ag-giramento del vincolo che si tratti dilavoro accessorio;

dietro un singolo voucher si nascon-derebbero, ad esempio, giornate di lavoronon regolamentate: è facilissimo impiegareun lavoratore in modo continuativo ma faremergere solo un’ora – un voucher dilavoro, da esibire in caso di infortunio o diispezione. Infatti, non è necessario speci-ficare quando si userà il voucher, ma solol’arco di tempo (30 giorni) di « presunto »utilizzo;

c’è chi parla addirittura di una nuovaclasse sociale, i nuovi poveri che, nono-stante lavorino, vivono appena sopra illimite di sussistenza, o addirittura al disotto. I buoni lavoro spesso rappresentanonon un lavoro accessorio, ma l’unicomezzo di sostentamento di lavoratorisvantaggiati che non hanno diritti, nonmaturano il trattamento di fine rapporto,non maturano ferie, non hanno diritto adammalarsi, a curarsi, a maternità o pa-ternità, a ottenere un mutuo per la casa,al congedo matrimoniale, al permesso peraccudire i figli malati, agli assegni fami-liari;

l’uso di voucher inoltre sta dandocorpo anche a due categorie di datori dilavoro: quelli che rispettano la norma etrasformano il rapporto accessorio in con-tratto non appena l’impiego diventa stabilee quanti continuano a suddividere illegal-mente l’impiego stabile in più rapportiaccessori;

si afferma di imprenditori che unavolta passato il controllo dei carabinieridel nucleo di tutela del lavoro hannodisattivato il voucher. Attivando il vouchertutti i giorni per una sola ora e disatti-

Atti Parlamentari — 35375 — Camera dei Deputati

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vandolo a fine giornata porta alla conse-guenza dell’impossibilità di contestare illavoro nero;

l’Inps non ha nessuna banca datisulle disattivazioni e ha un’attività ispet-tiva limitata: può solo controllare il ri-spetto dei limiti di 7000 euro per lavora-tore e 2000 per committente, ma non puòentrare nel merito della prestazione lavo-rativa;

il tema è sociale, ma anche econo-mico; oltre all’aggiramento del vincolo dilavoro accessorio c’è tutto il tema dell’e-lusione fiscale e dei rimborsi a seguito didenunce di infortuni coperti da voucher.Nei 10 euro all’ora del ticket, il contributoInail è standard: 70 centesimi. Che si trattidi un potatore arrampicato su un albero odi un’insegnante di greco, il versamentoanti-infortuni è lo stesso. Così i rimborsiagli incidenti da « lavoro accessorio » ri-cadono sulla fiscalità generale. E gli in-fortuni, seppure pochi, accadono semprepiù spesso –:

quali urgenti iniziative di compe-tenza, volte ad intensificare i controllisugli abusi esposti in premessa e a dareseguito agli strumenti normativi attual-mente previsti per il lavoro accessorio,intenda adottare perché il travaso da la-voro « standard » verso le mere « presta-zioni » non cresca ulteriormente. (4-12456)

* * *

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARIE FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

GAGNARLI, PARENTELA, GALLI-NELLA, LUPO, BENEDETTI e L’ABBATE.– Al Ministro delle politiche agricole ali-mentari e forestali, al Ministro dell’am-biente e della tutela del territorio e delmare, al Ministro della salute. – Per sapere– premesso che:

in merito all’uso dei prodotti fitosa-nitari (PF), lo strumento normativo attual-

mente in vigore è il piano di azionenazionale per l’uso sostenibile dei prodottifitosanitari (Pan), approvato con decretoministeriale 22 gennaio 2014, entrato invigore il 13 febbraio 2014, in applicazionedella direttiva europea 2009/128/CE rece-pita dal decreto legislativo n. 150 del 2012;

il decreto legislativo n. 150 del 2012,all’articolo 10, comma 4, ha stabilito cheentro e non oltre il 26 novembre 2013, ilMinistero della salute, d’intesa con il Mi-nistero delle politiche agricole alimentari eforestali e con il Ministero dell’ambiente edella tutela del territorio e del mare,avrebbe dovuto adottare specifiche dispo-sizioni per l’individuazione dei PF desti-nati ad utilizzatori non professionali. Alcomma 5 dell’articolo 10 è precisato chedecorso il termine di due anni dall’ado-zione delle disposizioni di cui al comma 4è da considerarsi vietata la vendita agliutilizzatori non professionali di PF nonrecanti in etichetta la specifica dicitura« prodotto fitosanitario destinato agli uti-lizzatori non professionali ». Attualmente,agli interroganti non risultano emanatedisposizioni in tal senso, con la conse-guenza che gli utilizzatori non professio-nali non hanno più prodotti a disposi-zione;

al punto A.5.6, il Pan ai fini dellatutela della salute e della sicurezza pub-blica, tra le altre misure previste, hastabilito che, nelle aree agricole adiacentialle aree frequentate dalla popolazione oda gruppi vulnerabili, individuate in ma-niera esemplificativa e non esaustiva, qualiparchi e giardini pubblici, campi sportivi,aree ricreative, cortili e aree verdi all’in-terno con plessi scolastici, parchi gioco perbambini, superfici in prossimità di strut-ture sanitarie, è stato vietato l’utilizzo, adistanze inferiori di 30 metri, di PF clas-sificati tossici, molto tossici e/o recanti inetichetta le frasi di rischio R40, R42, R43,R60, R61, R62, R63 e R68, ai sensi deldecreto legislativo n. 65 del 2003 e suc-cessive modificazioni e integrazioni, o leindicazioni di pericolo corrispondenti, dicui al regolamento (CE) n. 1272/2008. Nelcaso in cui venissero adottate misure di

Atti Parlamentari — 35376 — Camera dei Deputati

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contenimento della deriva, tenuto contodelle prescrizioni indicate in etichetta efatte salve le determinazioni più restrittivedelle autorità locali competenti, tale di-stanza può essere ridotta fino ad unadistanza minima di 10 metri;

al successivo punto A.5.6.1 il Pan hastabilito che in ambiente urbano, le auto-rità locali competenti per la gestione dellaflora infestante devono individuare le areedove il mezzo chimico sia vietato e le areedove il mezzo chimico può essere usatoesclusivamente all’interno di un approcciointegrato con mezzi non chimici e di unaprogrammazione pluriennale degli inter-venti;

al successivo punto A.5.6.2 il Pan hastabilito, altresì, che le Autorità localicompetenti, relativamente all’utilizzo deiPF ad azione fungicida, insetticida e aca-ricida devono tener conto che: sono daprivilegiare misure di controllo biologico,trattamenti con prodotti a basso rischiocome definiti nel regolamento (CE) 1107/09, con prodotti contenenti sostanze attiveammesse in agricoltura biologica, di cuiall’allegato nel regolamento (CE) n. 889/08. In ogni caso è comunque esclusol’utilizzo di PF classificati tossici e moltotossici o che riportano in etichetta leseguenti frasi di rischio: da R20 a R28,R36, R37, R38, R42, R43, R40, R41, R48,R60, R61, R62, R63, R64 e R68, o leindicazioni di pericolo corrispondenti dicui al regolamento (CE) n. 1272/2008. Lanorma, inoltre, ha stabilito che tali pro-dotti non devono comunque, conteneresostanze classificate mutagene, cancero-gene, tossiche per la riproduzione e losviluppo embriofetale, sensibilizzanti, aisensi del regolamento (CE) n. 1272/2008.Per trattamenti mediante endoterapia,ferma restando l’esclusione delle sostanzeche soddisfino i requisiti sopra indicati, èinvece consentito l’impiego di PF classifi-cati nocivi con frase di rischio R22 edirritanti con frasi di rischio R36 e R38,purché espressamente autorizzati per lasomministrazione endoterapica;

entro due anni dall’entrata in vigoredel Pan, lo stesso ha stabilito che le regioni

e le province autonome devono definireprotocolli tecnici che regolamentino i trat-tamenti nelle aree frequentate dalla po-polazione o dai suddetti gruppi vulnera-bili;

con riferimento alla responsabilitàdel controlli sull’osservanza delle tantedisposizioni del decreto legislativo n. 150del 2012 e del relativo Pan quest’ultimo, alpunto E, ha stabilito che le regioni e leprovince autonome, nell’ambito della pro-pria organizzazione e legislazione, indivi-duavano le autorità competenti preposte aicontrolli, che il consiglio tecnico scientificopropone le linee guida sui controlli, costi-tuite dalla raccolta di disposizioni e indi-cazioni aventi funzioni di indirizzo neiconfronti delle Autorità competenti per leattività di controllo, ed un piano nazionaleannuale per il coordinamento delle attivitàdi controllo. Mentre il Ministero dellepolitiche agricole alimentari e forestaliqualora lo avesse ritenuto opportuno, pre-dispone una banca dati dei risultati deicontrolli, al fine di garantire un adeguatoflusso delle informazioni;

il decreto legislativo n. 150 del 2012,all’articolo 12, ha stabilito, altresì, che leattrezzature per la distribuzione dei PFdevono essere sottoposte, da parte dell’u-tilizzatore professionale, a controlli tecniciperiodici ed a manutenzione. In partico-lare, il controllo funzionale delle irrora-trici è reso obbligatorio per garantire uncorretto funzionamento della macchine equindi per ottenere il miglior risultato daltrattamento antiparassitario, evitare glisprechi sia di prodotto distribuito che didenaro, evitare la dispersione di sostanzeinquinanti e dannose per la salute dell’o-peratore e dell’ambiente;

il decreto ministeriale 22 gennaio2016, al punto A.3.2, ha stabilito l’elencodelle macchine irroratrici per le quali ilprimo controllo è previsto entro il 26novembre 2016, mentre i controlli succes-sivi, sono previsti ogni 5 anni fino al 2020ed ogni 3 anni successivamente. Le stessemacchine sono suddivise in 3 categorie:macchine irroratrici per la distribuzione

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su un piano verticale, macchine irroratriciper la distribuzione su un piano orizzon-tale, macchine irroratrici e attrezzatureimpiegate per i trattamenti alle coltureprotette;

l’articolo 12 del decreto legislativon. 150 del 2012 ha stabilito che siano leregioni e le province autonome, gli entipreposti all’organizzazione e gestione dellosvolgimento dei controlli funzionali attra-verso l’autorizzazione conferita ai centri diprova ed ai tecnici abilitati per svolgere icontrolli. Dagli ultimi dati a disposizionedegli interroganti risulta che in Italia sonostati riconosciuti, o sono in via di ricono-scimento, 194 centri di prova e 517 tecniciabilitati (database Enama) e, su 650.000macchine irroratrici, ad oggi soltanto il15-20 per cento sono state sottoposte alprimo controllo funzionale;

le imprese agricole, già vessate dallapressione fiscale e sommerse da adempi-menti burocratici, non stanno percependoil controllo funzionale delle irroratricicome un’opportunità di crescita professio-nale, di tutela dell’ambiente e di risparmioreale, ma come un ulteriore « balzello » sulloro utile di impresa;

anche in base a constatazioni dellostesso Enama e considerati il numero dicentri prova autorizzati, la diversità diefficienza delle regioni, la scarsa informa-zione degli agricoltori ed i tempi tecnicinecessari alla esecuzione del controllo tec-nico funzionale, è altamente probabile che,alla prima data di scadenza sopra indi-cata, l’Italia si ritrovi con oltre 300.000macchine non controllate, sottoponendosia pesanti sanzioni da parte dell’Unioneeuropea –:

quali siano i motivi del ritardo nel-l’adozione degli atti normativi per l’indi-viduazione dei prodotti fitosanitari desti-nati agli utilizzatori non professionali, cheavrebbero dovuto essere emanati entro il26 novembre 2013;

di quali elementi dispongano i Mini-stri interrogati, per quanto di propriacompetenza, circa le regioni e le province

autonome che hanno provveduto a defi-nire protocolli tecnici che regolamentano itrattamenti nelle aree frequentate dallapopolazione o da gruppi vulnerabili;

quali autorità competenti siano stateindividuate per la effettuazione e gestionedei controlli concernenti l’attuazione delledisposizioni previste dal decreto legislativon. 150 del 2012 e dal Pan;

se risulti che il Consiglio tecnicoscientifico, di cui all’articolo 5 del decretolegislativo n. 150 del 2012, per quantostabilito al punto E del piano di azionenazionale per l’uso sostenibile dei prodottifitosanitari (PAN), al fine di coordinare edomogeneizzare i controlli a livello nazio-nale, abbia predisposto le linee guida suicontrolli, nonché il piano nazionale an-nuale per il coordinamento delle attività dicontrollo;

se il Ministro delle politiche agricolealimentari e forestali, ai sensi del punto Fdel piano di azione nazionale per l’usosostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN),abbia assunto iniziative per predisporre labanca dati dei risultati dei controlli, al finedi garantire un adeguato flusso delle in-formazioni;

quali iniziative intendano intrapren-dere i Ministri interrogati, nell’ambitodelle proprie competenze, posto che iltermine del 26 novembre 2016 entro ilquale effettuare il primo controllo funzio-nale delle tipologie di irroratrici elencateal punto A.3.2 dei Pan è da considerarsiimprorogabile in quanto derivante da unanormativa comunitaria, per evitare l’irro-gazione di sanzioni europee a causa delmancato rispetto delle scadenze imposte.

(5-08085)

Interrogazioni a risposta scritta:

RICCARDO GALLO. — Al Ministro dellepolitiche agricole alimentari e forestali. —Per sapere – premesso che:

la manifestazione promossa dallaColdiretti prevista per il 10 marzo 2016 a

Atti Parlamentari — 35378 — Camera dei Deputati

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Catania, per difendere l’agricoltura madein Italy, che rischia di perdere i prodottisimbolo come le arance, ma anche i po-modori, il grano, l’olio e il latte, sottoattacco delle politiche comunitarie, delledistorsioni di mercato e delle agromafie,ripropone nuovamente, a giudizio dell’in-terrogante, le difficoltà del Governo e delMinistro interrogato, nel prevedere ade-guate misure di tutela e salvaguardia nel-l’applicazione delle norme che tutelano imarchi ed i segni distintivi dei vari pro-dotti agroalimentari italiani, eccellenze delpanorama mondiale, uniche ed inimitabilirispetto a qualsiasi altro Paese;

l’interrogante evidenzia, in partico-lare, come la mobilitazione organizzatadalla suddetta organizzazione di agricol-tori, parta dal Mezzogiorno, la cui areageografica rappresenta notoriamente lemaggiori criticità socioeconomiche del Pa-ese, in particolare con riferimento al set-tore agricolo, comparto da cui dipendetradizionalmente larga parte dell’economiameridionale;

al riguardo, il recente rapporto suicrimini agroalimentari elaborato dall’Eu-rispes, la Coldiretti e l’Osservatorio sullacriminalità in agricoltura e sul sistemaagroalimentare, rileva come, fra le molte-plici cause legate alla contraffazione deiprodotti agroalimentari del made in Italy,quella legata al fenomeno del cosiddettoitalian sounding produce conseguenze de-leterie per l’economia italiana;

accanto al predetto fenomeno, il me-desimo rapporto aggiunge una realtà an-cora più insidiosa: l’italian sounding dimatrice italiana, rappresentato ad esempiodall’azione di chi importa materia prima(latte, carni, olio) dai Paesi più svariati, latrasforma e ne ricava prodotti che suc-cessivamente vende come italiani senzalasciare traccia, attraverso un meccanismodi dumping che danneggia il vero made inItaly, non esistendo ancora per tutti glialimenti l’obbligo di indicare la prove-nienza in etichetta;

in tale ambito, l’interrogante segnalacome nel corso della manifestazione in

precedenza richiamata, la presentazionedello studio sul rischio di estinzione dellavera spremuta italiana (di cui regioneSicilia è portabandiera con il 79,5 percento della quota produttiva nazionale) ela proiezione del documentario che evi-denzia nell’isola un’inquietante « colle-zione » dei più scandalosi prodotti agroa-limentari, venduti in Italia, in Europa e nelmondo con nomi che richiamano gli epi-sodi, i luoghi e i personaggi della mafia,prodotti che vengono sfruttati per fare unbusiness senza scrupoli sul dolore dellevittime e a danno dell’immagine del Paese,confermano la necessità di introdurre ra-pide misure al fine di incrementare i livellidi contrasto al fenomeno della contraffa-zione –:

quali orientamenti il Ministro inter-rogato intenda esprimere con riferimentoa quanto esposto in premessa;

quali iniziative di competenza il Mi-nistro interrogato intenda intraprendere,anche in sede europea, al fine di poten-ziare il sistema dei controlli e di contrastoall’italian sounding;

quali iniziative intenda assumere alfine di tutelare la qualità dei prodottiagroalimentari del made in Italy, in par-ticolare quelli siciliani a denominazione diorigine protetta, e indicazione geograficaprotetta, o costituenti specialità tradizio-nale garantita, la cui produzione rappre-senta un fattore fondamentale e strategicodell’economia isolana e dell’intero Mezzo-giorno. (4-12445)

FASSINA e GREGORI. — Al Ministrodelle politiche agricole alimentari e fore-stali, al Ministro del lavoro e delle politichesociali. — Per sapere – premesso che:

il 16 febbraio 2016 la società allaHippogroup spa ha notificato 22 lettere dilicenziamento rivolte ai propri dipendenti;

la Hippogroup spa, che ha in gestionel’ippodromo di Capannelle, è stata desti-nataria negli anni di numerose sovvenzionipubbliche. Come si apprende da fonti

Atti Parlamentari — 35379 — Camera dei Deputati

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stampa, infatti, dal 2007 al 2011, la Hip-pogroup Roma Capannelle Spa, grazie auna convenzione con il Ministero dellepolitiche agricole alimentari e forestali si èaggiudicata 46.780.825 euro per « gestioneimpianti e corse » e « diritti immagine tv »,riuscendo ad incassare la somma nono-stante la messa in mora del comune diRoma e il concordato preventivo in con-tinuità aziendale concesso dal tribunalecivile;

grazie alla chiusura dell’ippodromodel trotto a Tor di Valle, nel 2013 ilMinistero ha concesso alla Hippogroupaltri 1,6 milioni di euro come remunera-zione per « gestione impianti e corse » e« diritti immagine tv » delle gare di trotto,anche se, a quanto risulta agli interroganti,la struttura di Capannelle era sprovvistadei servizi richiesti e necessari per iltrotto, tipo centro di allenamento, obbligodi cavalli stanziali e impianto di illumi-nazione –:

se i Ministri interrogati intendanoassumere iniziative urgenti al fine di sal-vaguardare i livelli occupazionali dell’a-zienda; se s’intendano vincolare le inizia-tive volte alla riassegnazione dei bandisull’ippodromo di Capannelle alla pre-senza di clausole di riorganizzazione del-l’ippodromo stesso. (4-12447)

* * *

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:

BARONI, LOMBARDI, DI BATTISTA,SARTI, VIGNAROLI, RUOCCO, GRILLO,DI VITA, MANTERO, COLONNESE, SIL-VIA GIORDANO, LOREFICE, DAGA, TER-ZONI e SARTI. — Al Ministro della salute.— Per sapere – premesso che:

la società Geress srl (amministra-tori-Manfredi Genova e Massimo Forti)gestisce la casa di cura neuropsichiatricaColle Cesarano di Tivoli con 200 posti lettoaccreditati definitivamente;

la Colle Cesarano è una delle realtàmaggiormente finanziate dalla regione La-zio con un budget di circa 8.300 milioniannuo. I dati di bilancio indicano, inoltre,un volume di produzione medio annuo dicirca 10.300 milioni eppure dal 2010 al2014 la società ha fatto ricorso per bencinque volte agli ammortizzatori sociali,riducendo drasticamente un numero giàesiguo di dipendenti e non solo;

in costanza di cassa integrazione eprocedure di mobilità, aperte sempre per« crisi aziendale » come si legge dalle pro-cedure in esame, la Geress:

ha licenziato un terzo del personaledipendente;

ha aumentato del 20,75 per cento ilricorso all’outsourcing;

ha « dirottato » circa 6 milioni dieuro di fondi pubblici ad altre due societàdi cui controlla il Consiglio di ammini-strazione;

ha fatturato prestazioni extra ac-cordi regionali per circa 3,5 milioni dieuro;

ha aumentato del 168 per cento ilcompenso agli amministratori (2012/2013);

ha disatteso accordi e normativeregionali, con danno per le casse erarialicome meglio specificato di seguito;

è salita agli onori della cronaca perbassissimi livelli di assistenza e un elevatotasso di mortalità e mala gestio. Si richia-mano, all’uopo, le interrogazioni delgruppo radicale (n. 495 del 16 giugno2011; n. 553 del 18 agosto 2011; n. 690 del12 gennaio 2012) a firma di GiuseppeRossodivita. In queste risalta la statistica« in tre anni un morto ogni 50 giorni »;

ha adibito un piano della strutturaa due moduli di RSA per i quali manche-rebbero i requisiti minimi previsti perl’accreditamento, per esempio si registre-rebbe la mancanza di una considerevolemetratura. Sono eloquenti le foto e il videoallegati all’articolo di Tommaso Verga del15 ottobre 2015 su hinterland;

Atti Parlamentari — 35380 — Camera dei Deputati

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utilizza spazi destinati agli ospitidella Colle Cesarano (chiesa, bar, palestra,e altri due enormi locali adibiti per leattività ricreative) divenuti dal 2011 alloggiper gli immigrati (senza che venisse ga-rantito di fatto un’effettiva separazione trai primi ed i secondi) vicenda finita nelfilone di inchiesta di « mafia capitale »;

ha prestato l’attività sanitaria conun’autorizzazione all’esercizio sia di VillaMaddalena (sita in Castel Madama e assetdella Colle Cesarano fino al 2008, oggigestita da società appaltatrice) sia di ColleCesarano tuttora poco chiara;

ha gestito in enorme conflitto diinteresse la liquidazione della Colle Cesa-rano Spa con la Casa di Cura gestioneGeress. L’ingegner Massimo Forti (socioGeress) è stato liquidatore della ColleCesarano Spa;

ha ottenuto dall’ASL RMG dichia-razioni di conformità e verbali di ispe-zione rivelatisi secondo gli interrogantiinattendibili come rilevato in sopralluoghicondotti dal primo firmatario del presenteatto oltre che cose ricavabile dalla docu-mentazione ufficiale disponibile (piantaorganica, bilanci e relazione tecnica, pla-nimetria della Colle Cesarano, copia fat-ture ASL RMG dal 2008-2011, mail inol-trate agli uffici regionali);

quanto esposto è stato continuamentesegnalato ai governatori del Lazio avvicen-datisi negli ultimi anni. Numerose sonostate, infatti, le interrogazioni in argo-mento, le notizie passate su stampa etelevisione, le mail inviate ai funzionariregionali per competenza e contestual-mente al presidente di giunta pro tempore,prima Renata Polverini e subito dopoNicola Zingaretti;

il riscontro ha prodotto esclusiva-mente vantaggi alla Geress:

aumento di budget del 5 per centosul tetto del 2012 tramite decreto delcommissario ad acta (DCA) 9 aprile 2013n. U00102 (definizione budget per l’anno2013 delle prestazioni neuropsichiatrichecon onere a carico del SSR erogate da

strutture private), grazie al quale il budgetdella Colle Cesarano nel 2013 è aumentatodi circa 600.000,00 euro raggiungendo8.976.240 euro;

rilascio dell’accreditamento istitu-zionale definitivo con DCA n. U00155 del9 maggio 2013 per 160 posti letto dipsichiatria e con DCA n. U00169 del 9maggio 2013 per 40 posti letto di RSA;

autorizzazione PRUSST asse tibur-tino – comune di Tivoli – Centro ClinicoColle Cesarano SPA – intervento privatoT34. Ristrutturazione ed ampliamentocasa di cura in variante al piano regola-tore generale vigente. Deliberazione n. 116del 24 marzo 2015;

al solo scopo di chiarire alcuni puntisi specifica che:

in attesa di ottenere l’accredita-mento definitivo la Geress ha avviato treprocedure di riduzione del personale con-travvenendo a quanto previsto dalla deli-bera n. 905 del 24 settembre 2004 e alladetermina D0122 del 21 gennaio 2004, attiin vigore fino all’ottenimento dell’accredi-tamento definitivo e che stabilivano inde-rogabilmente l’assunzione d’obbligo daparte della Geress a « ...non procedere alicenziamento di personale dipendente ».Procedure di riduzione del personale afirma del funzionario regionale responsa-bile del procedimento dottor Raffaele Fon-tana;

subito dopo l’ottenimento dell’ac-creditamento istituzionale, la Geress haposto in essere altre due procedure dilicenziamento collettivo, più precisamenteil 17 maggio 2013 protocollo 104/2013(appena 9 giorni dopo il decreto di accre-ditamento) per 10 unità lavorative ritenutein esubero, e il 26 settembre 2014 prot.198/2014 coinvolgendo n. 28 unità lavora-tive. Procedure di licenziamento collettivoa firma del funzionario regionale respon-sabile del procedimento dottor RaffaeleFontana;

nelle premesse di entrambi i decretidi accreditamento istituzionale definitivosono riportate le attestazioni di confor-

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mità del direttore generale della ASLRM/G, prot. n. 2934 del 18 dicembre 2012e prot. n. 2935 del 18 dicembre 2012, conle quali si certifica che i presidi sanitaridenominati Colle Cesarano RSA e ColleCesarano Psichiatria risultano essere inpossesso dei « requisiti strutturali, tecno-logici e organizzativi e degli ulteriori re-quisiti per l’accreditamento di cui al DCAn. U00090/2010 con annessi allegati e suc-cessive modificazioni e integrazioni »;

nell’ultima procedura di licenzia-mento collettivo, tra le motivazioni si men-ziona la « fuoriuscita delle figure profes-sionali non previste dalle normative regio-nali sopra indicate e l’esternalizzazione diattività quali manutenzione e amministra-zione. Il personale in esubero ha qualifi-che non fungibili con quelle che dovrannoessere impiegate »;

in realtà l’accreditamento istituzio-nale della Casa di Cura « Centro ClinicoColle Cesarano » come detto, è avvenutocon i decreti innanzi richiamati e si èconcretizzato sulla scorta delle maestranzeimpiegate, le stesse che per quattro anniad avviso degli interroganti « sorprenden-temente » sono considerate eccedentarie enon qualificate dalla gestione della SocietàGeress s.r.l.;

se effettivamente così fosse, la re-gione Lazio avrebbe concesso un indebitoaccreditamento ai danni dell’erario, poichéavrebbe consentito la corresponsione difondi pubblici e risorse in favore di sog-getti privi di abilitazione alcuna, ancherispetto agli stessi ricoveri dell’utenzapresso la struttura in questione. Ad ognimodo nella dotazione organica allegataalla procedura di mobilità risultano esserepresenti n. 29 operatori tecnici assisten-ziali (posti in cassa integrazione guadagniin deroga per circa tre anni assieme adaltre 12 figure amministrative e non) mairiqualificati in operatore socio sanitariocome previsto dalle normative regionali(DCA n. U0090/2010); inoltre, la societàdichiara che è carente di n. 29 figureprofessionali tra terapisti, educatori pro-fessionali e tecnici di psicologia e ritiene

altresì di sopprimere gli uffici amministra-tivi e di esternalizzare i servizi;

per quanto esposto se ne deduce, adavviso degli interroganti, che o l’accredi-tamento è nullo in quanto la societàGeress s.r.l. è ancora nella fase di con-clusione del piano di ristrutturazione e diadeguamento normativo, oppure l’accredi-tamento è regolare e la Società Geresss.r.l. ha mutato i presupposti normativi,disattendendo, a giudizio degli interro-ganti, apertamente i precetti regionali ed irequisiti in essi sanciti per procedere aquella che appare un’ingiustificata limita-zione del personale;

inoltre tutte le procedure poste inessere presso la casa di cura adducono trale motivazioni, come si diceva, la « crisiaziendale » piuttosto che la diminuzione dibudget. In realtà, la Geress contempora-neamente alle procedure elencate, godevadel più alto budget regionale, incrementavale casse della Colle Cesarano con la ge-stione del centro immigrati, finanziava inmaniera cospicua altre due società, au-mentava il ricorso a società di servizi,aumentava i compensi agli amministratori.

il danno nei confronti dell’Erario ènotevole, poiché si è sostanziata una con-dotta di dubbia leggittimità, l’INPS nelmentre, ignara di simili manovre, pagavala cassa integrazione guadagni straordina-ria in deroga ai dipendenti, dietro espressaautorizzazione di programmi salariali si-glati presso e dalla regione Lazio;

in relazione a tali aspetti è statapresentata una denuncia presso la com-petente procura della Repubblica;

l’interrogante ha già segnalato, tra-mite atto di sindacato ispettivo del 16settembre 2015 n. 4-10386 e che deveintendersi richiamato integralmente, legravi anomalie riscontrate dopo un sopral-luogo presso la Colle Cesarano effettuato il23 giugno 2015. La senatrice Elena Fattoricon atto di sindacato ispettivo del 23maggio 2013 n. 4-00251, e la senatricePaola Taverna con interrogazione del 18settembre 2015 n. 4-04533, hanno eviden-

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ziato circostanze e formulato richieste diintervento. Risultano numerose anche leinterrogazioni regionali del MoVimento 5Stelle che dal 2013 segnala fatti diventatidi volta in volta sempre più gravi, (n. 148del 4 settembre 2013; n. 150 del 4 set-tembre 2013; n. 31 del 17 dicembre 2013;n. 772 del 29 dicembre 2014; n. 774 del 29dicembre 2014; n. 194 del 17 giugno 2015;n. 196 del 18 giugno 2015; n. 235 del 23luglio 2015). È evidente che i mancatiprovvedimenti da parte degli organi pre-posti abbiano consentito alla Geress un’o-perosità sempre peggiore e al pari è in-quietante il mancato intervento nono-stante le tante segnalazioni riguardanti lamalasanità e la malagestio dei fondi pub-blici;

va tenuto conto delle funzioni dirilievo pubblicistico esercitante e dell’in-serimento funzionale nel servizio sanitarionazionale;

il perseguimento di interessi pubblici,in uno con il finanziamento statale e coni controlli della Corte dei conti, fa sì cheanche le strutture private che esercitino informa societaria l’attività di pubblico in-teresse siano soggette agli stessi limiti;

ad avviso degli interroganti, il potereimprenditoriale, infatti, nel momento incui è esercitato con i finanziamenti pub-blici e consiste in servizi per la collettività,cede il passo al buon funzionamento e allalegalità della pubblica amministrazione,poiché il danno che si verrebbe a crearesarebbe cagionato in concorso dalloStato –:

se il Ministro sia a conoscenza deifatti esposti;

se sussistano in capo alla clinica irequisiti richiesti ai fini dell’accredita-mento al servizio sanitario nazionale;

se non intenda attivarsi affinché ven-gano chiarite le ragioni per le quali nonsia ancora stato sospeso o revocato l’ac-creditamento al servizio sanitario nazio-nale della struttura sanitaria;

se non ritenga che sussistano i pre-supposti affinché, per il tramite del com-missario ad acta per l’attuazione del pianodi rientro dai disavanzi, vengano assunteiniziative per la revoca dell’accredita-mento, al fine di salvaguardare il fonda-mentale diritto alla salute dei cittadini,messo a rischio da una struttura sanitariapriva dei requisiti minimi richiesti dallanormativa nazionale e regionale e, comun-que, quali iniziative, di competenza, siintendano assumere al riguardo. (4-12461)

ROSTELLATO. — Al Ministro della sa-lute. — Per sapere – premesso che:

tra il 12 e il 13 novembre 2015, ilgruppo di audit del Ministero della salute,si è recato presso gli uffici della regioneVeneto per svolgere un « audit di sistema »sul sistema regionale di prevenzione insicurezza alimentare e sanità pubblicaveterinaria (SPVeSA), ed in particolare suicriteri operativi previsti dal regolamento882/04, concernente l’organizzazione delcontrollo ufficiale in sicurezza alimentaree sanità pubblica veterinaria, nonché ilgrado di utilizzo degli strumenti di go-verno del sistema sanitario nazionale (pro-grammazione, management della dirigenzasanitaria, e altro) nel medesimo ambito,previsti dalle norme quadro di riferi-mento: legge 833 del 1978 e decreto legi-slativo 502 del 1992 e successive modifi-cazioni;

lo scopo dell’audit è stato quello diverificare le criticità di settore tenendoconto anche delle altre misure adottate asostegno del sistema di gestione del ser-vizio sanitario regionale quali, ad esempio,piani di azione conseguenti dagli uffici delMinistero, progressi nell’attuazione dell’ac-cordo Stato-regioni del 7 febbraio 2013relativo al funzionamento e miglioramentodelle AC, risultanze dell’attuazione deglieventuali programmi operativi 2013-2015,per la parte di competenza alimentare eveterinaria, qualora applicabile, ed even-tuali variazioni nell’organizzazione edeventuali modifiche degli assetti regionali eterritoriali;

Atti Parlamentari — 35383 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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dal report pubblicato da Ministerodella salute – Direzione Generale Perl’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e laNutrizione emerge quanto segue:

a) inadeguatezza numerica del per-sonale a livello locale; b) carenze nelladefinizione di compiti, obiettivi e respon-sabilità del personale della struttura re-gionale competente in SPVeSA o tra Au-torità; c) inadeguatezza delle risorse stru-mentali per l’effettuazione dei controlliufficiali a locale e a livello regionale; d)mancata predisposizione di procedure perla gestione dei conflitti di interesse; e)carenze relative alle anagrafi per il con-trollo ufficiale, alla registrazione e rico-noscimento degli stabilimenti e all’aggior-namento delle anagrafi animali; f) carentedisponibilità o aggiornamento o alimenta-zione o disallineamento o non completoutilizzo dei sistemi informativi per la rac-colta e rendicontazione dei dati relativi aicontrolli ufficiali; g) carenze nel coordina-mento e cooperazione tra autorità com-petente regionale e altri enti o e tra servizidella medesima ASL che eseguono il con-trollo ufficiale; h) carenze nella categoriz-zazione degli stabilimenti in base al ri-schio; i) carenze nella programmazione deicontrolli, nella definizione delle frequenzedei controlli ufficiali e/o nella program-mazione dei controlli basata sul rischio; j)carenze nella emanazione, aggiornamentoe/o completezza e coerenza delle proce-dure documentate per effettuare alcunicontrolli specifici; k) carenze nella esecu-zione dei controlli ufficiali in alcuni ambitispecifici e nella loro efficacia ed appro-priatezza; l) carente effettuazione di auditsu OSA; m) carenze nella gestione dellenon conformità da parte degli operatoridel controllo ufficiale; n) carenze nellaverifica dell’efficacia dei controlli ufficialia livello regionale ed aziendale; o) assenzadi attività di audit in alcuni settori speci-fici della regione sulle o nella predisposi-zione dei piani d’azione da parte delle ASLalla luce dei risultati degli audit; p) ne-cessità di rafforzare la formazione mirata;

si apprende dal report che alcunedelle suddette carenze o criticità sono in

parte risolte, o in avanzamento del pro-cesso di soluzione, mentre per altre non viè ancora stato effettuato uno studio overifica;

fanno parte di quest’ultima categoriala carenza dovuta all’inadeguatezza nume-rica del personale a livello locale e l’ina-deguatezza delle risorse strumentali perl’effettuazione dei controlli ufficiali a lo-cale e a livello regionale;

va tenuto conto degli standard difunzionamento previsti dalle linee guidacontenute dall’accordo siglato il 7 febbraio2013 concernente il funzionamento ed ilmiglioramento dell’attività di controllo uf-ficiale da parte del Ministero della salute,delle regioni e province autonome e delleasl in materia di sicurezza degli alimentie sanità pubblica veterinaria e delle ina-dempienze rilevate alla regione Veneto –:

quale sia, dai dati in possesso delMinistro interrogato il numero del per-sonale veterinario dipendente pubblico oconvenzionato distribuito per singola re-gione al fine di poter valutare effettiva-mente il fabbisogno di veterinari nellaregione Veneto e di effettuare un con-fronto con le altre realtà regionali.

(4-12468)

* * *

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

FRATOIANNI, RICCIATTI, AIRAUDO,FRANCO BORDO, COSTANTINO, D’AT-TORRE, DURANTI, DANIELE FARINA,FASSINA, FAVA, FERRARA, FOLINO,CARLO GALLI, GIANCARLO GIORDANO,GREGORI, KRONBICHLER, MARCON,MELILLA, NICCHI, PAGLIA, PALAZ-ZOTTO, PANNARALE, PELLEGRINO, PI-RAS, PLACIDO, QUARANTA, SANNICAN-

Atti Parlamentari — 35384 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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DRO, SCOTTO, ZARATTI, ZACCAGNINI eMARTELLI. — Al Ministro dello sviluppoeconomico. — Per sapere – premesso che:

in data 2 marzo 2016, presso la sededi Confindustria a Perugia, si è tenuto unincontro tra il management della societàmultinazionale Nestlé, proprietaria dellostorico marchio dolciario Perugina, e unarappresentanza dei lavoratori dello stabi-limento Perugina di San Sisto (Perugia);

nel corso dell’incontro, Nestlé-Peru-gina ha illustrato il piano industriale re-lativo allo stabilimento citato, prevedendoun investimento di 60 milioni di euro intre anni, da ripartire in innovazione tec-nologica (macchinari e strutture) e politi-che di marketing focalizzate sullo sviluppodi quote di mercato internazionali di mar-chi e prodotti dell’azienda legati al cioc-colato, con particolare attenzione al mar-chio « Baci Perugina », considerato un as-set strategico per lo sviluppo futuro;

l’azienda ha annunciato di voler faredello stabilimento di San Sisto un polo dieccellenza per la produzione di cioccolato,concentrando tutti gli investimenti su taliproduzioni, non prevedendo invece alcuninvestimento su altre tipologie di prodotto,comunque patrimonio storico dell’azienda,quali i marchi « Rossana » e « Ore Liete »;

la scelta strategica annunciata daNestlé comporta un cambio di rotta ri-spetto alla diversificazione delle produ-zioni che ha rappresentato – sia pur a fasialterne, nel corso degli anni – un elementodi stabilità occupazionale per l’aziendadolciaria umbra;

tale scelta desta una serie di perples-sità, pertanto, in ordine al mantenimentodei livelli occupazionali, considerato che ladecisione di non investire in altre lineeproduttive, insieme alla predisposizione diinvestimenti in innovazione tecnologicapotranno comportare una riduzione dellamanodopera, con conseguenti possibiliesuberi futuri –:

se il Ministro interrogato non intendaconvocare i vertici dell’azienda Nestlé-Perugina, al fine di chiarire se ci siano

margini per una revisione del piano indu-striale in ordine agli investimenti sui mar-chi « Rossana » e « Ore Liete »; se comun-que il piano industriale presentato prevedaun graduale assorbimento del personaleimpegnato nelle linee produttive dei pro-dotti citati sulle linee produttive del cioc-colato; quali misure l’azienda intendaadottare – in caso contrario – al fine digarantire i livelli occupazionali del poloproduttivo di San Sisto; se l’investimentodi 60 milioni di euro annunciato sia daconsiderarsi, in particolare per la quotarelativa alle politiche di marketing, ulte-riore rispetto ai budget già previsti, o se sitratti dell’investimento complessivo per iprossimi tre anni. (5-08074)

ALBANELLA. — Al Ministro dello svi-luppo economico, al Ministro del lavoro edelle politiche sociali. — Per sapere –premesso che:

la vicenda giudiziaria che ha colpitole società del gruppo Tecnis (Cogip holdinge Tecnis spa), il colosso delle costruzionidel sud Italia, con ramificazioni, impren-ditoriali, in tutto il mondo, mette a rischiole attività che la società sta svolgendo aPalermo e a Catania coinvolgendo i lavo-ratori che da tempo aspettano il paga-mento degli stipendi arretrati;

la settimana scorsa, la sezione misuredi prevenzione del tribunale di Catania hadisposto l’amministrazione giudiziaria diTecnis spa, Artemi spa e Cogip Holding srle il sequestro delle relative quote e azioniper oltre un miliardo e mezzo di euro,nominando amministratore giudiziale ildocente Ruperto, che in Tecnis ricopreanche il ruolo di amministratore straor-dinario;

nel corso dell’incontro al Ministerodello sviluppo economico è emerso che cisarà un incontro a livello territoriale traazienda e sindacati per verificare la situa-zione di ciascun cantiere;

per il salvataggio della Tecnis è incorso lo studio di una ipotesi che metta al

Atti Parlamentari — 35385 — Camera dei Deputati

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riparo i crediti. Potrebbe trattarsi di unconcordato o di un nuovo Piano di ristrut-turazione del debito;

da articoli di stampa si legge che talescelta dovrà però essere effettuata primache avvenga la riscossione dei Sal (statoavanzamento lavori) grazie ai quali po-trebbero ripartire i cantieri, essere pagatii 4,2 milioni di euro di salari e versata lacassa edile per i lavoratori;

si legge ancora che il commissarioRuperto ha confermato che non si op-porrà al pagamento diretto dei lavoratoriattraverso le ditte appaltanti ed è stataconfermata presso la prefettura di Cataniala richiesta di revoca dell’interdittiva an-timafia;

sarebbe opportuno addivenire all’ap-provazione della proposta di legge d’ini-ziativa popolare, già approvata in testounificato alla Camera dei deputati inprima lettura l’11 novembre 2015 (AC1138), riguardante misure per favorirel’emersione alla legalità e la tutela dilavoratori delle aziende sequestrate e con-fiscate alla criminalità organizzata;

ad avviso dell’interrogante è fonda-mentale che le aziende sequestrate conti-nuino a lavorare, bisogna impegnarsi persalvaguardare il perimetro delle attivitàmettendole al riparo dalla frammenta-zione e attivarsi per salvaguardare l’occu-pazione anche in quelle aziende collegatee consortili che a causa della Tecnis sonoin crisi e rischiano di chiudere –:

quali immediate iniziative, perquanto di competenza, intendano assu-mere al fine di salvaguardare i lavoratoridell’azienda, di quelle collegate, consortilie dell’indotto e in tal modo consentire ilcompletamento delle opere in corso.

(5-08076)

CARRA. — Al Ministro dello sviluppoeconomico. — Per sapere – premesso che:

la Belleli di Mantova è un’aziendastorica della città e di tutto il territorioprovinciale ed è, da alcuni anni a questa

parte, di proprietà della multinazionalestatunitense Exterran ed è seguita, nelnostro Paese, dalla società di consulenzamilanese Alix Partners;

da alcuni giorni, gli oltre 300 dipen-denti della Belleli stanno scioperando;

le giuste ragioni dello sciopero vannoricondotte alle proposte avanzate dallaproprietà. Proposte che minano le conqui-ste sindacali ottenute nel corso di alcunidecenni e che hanno consentito l’afferma-zione di fondamentali diritti per questilavoratori;

tra le proposte avanzate dalla pro-prietà si ritrova l’individuazione di uncerto numero di esuberi, l’esternalizza-zione di determinate lavorazioni del cicloproduttivo, il recesso unilaterale del con-tratto aziendale, tagli al premio feriale edalla maggiorazione per il lavoro notturno;

a parere dell’interrogante, tali propo-ste sono inaccettabili e prefigurano, nelmedio periodo, scenari differenti circa lacontinuità produttiva dell’azienda;

questi scenari devono essere scongiu-rati per l’interrogante non solo per evitareun ulteriore colpo al tessuto produttivo diMantova, ma anche per impedire un so-stanziale ridimensionamento delle politi-che industriali del nostro Paese;

se il Ministro interrogato intendaconvocare rapidamente un tavolo istitu-zionale con le organizzazioni sindacali e larappresentanza sindacale unitaria internacon gli enti locali coinvolti (a partiredall’amministrazione comunale di Man-tova) e con la proprietà statunitense, conl’obiettivo di individuare un percorso chegarantisca continuità produttiva e livellioccupazionali quantomeno identici agli at-tuali. (5-08079)

LODOLINI. — Al Ministro dello svi-luppo economico. — Per sapere – pre-messo che:

negli anni 2010-2011 è stato siglatol’accordo tra regione Marche, provincia di

Atti Parlamentari — 35386 — Camera dei Deputati

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Ancona, comune di Jesi, organizzazionisindacali Cgil, Cisl, Uil, Rsu ed EridaniaSadam, per a riconversione produttivadello storico zuccherificio Sadam di Jesiche prevedeva:

a) l’attivazione di una nuova realtàproduttiva, con sede legale a Jesi, nelsettore della componentistica industriale

b) l’attivazione di Jesi Cube, incu-batore di imprese costituito tra l’universitàPolitecnica delle Marche, il comune di Jesie l’Eridania Sadam, per l’avvio nell’area dispin off universitari propedeutici alla na-scita di nuove realtà imprenditoriali;

c) lo sviluppo di un’area con desti-nazione produttiva, terziaria, ricreativa eper il tempo libero che prevede la realiz-zazione di metri quadri 60.000 di nuovesuperfici edificabili. In tali superfici eraprevista l’inclusione della promozione diun parco tecnologico di imprese;

d) il mantenimento delle professio-nalità che svolgono attività a livello diservizi aziendali;

e) l’attivazione del progetto di ri-cerca e sviluppo di tecnologie per la va-lorizzazione di sottoprodotti della filieravitivinicola (progetto MED);

f) la realizzazione di tre mediestrutture commerciali da metri quadri2.500 e un retail park di 30.000 metriquadri;

si ricorda l’impegno dell’Eridania Sa-dam con accordo sindacale del 2008 adadottare misure di ricollocamento dei di-pendenti –:

quali iniziative il Governo intendaassumere al riguardo, quali delle misuresopra descritte siano state concretizzate,quali siano in fase di realizzazione e sealcune misure siano state riconsiderate,modificate o annullate e, in questo caso,con quali soluzioni siano state sostituite ese ve ne siano alcune del tutto nuove;

quale sia lo stato occupazionale(cassa integrazione, licenziamenti, mobi-

lità, impieghi a Jesi e nelle aziende delgruppo) degli ex dipendenti Sadam.

(5-08082)

CIPRINI, GALLINELLA, TRIPIEDI, CO-MINARDI, CHIMIENTI, LOMBARDI eDALL’OSSO. — Al Ministro dello sviluppoeconomico, al Ministro del lavoro e dellepolitiche sociali. — Per sapere – premessoche:

il 2 marzo 2016 il management dellamultinazionale svizzera Nestlè ha illu-strato a Perugia alle delegazioni sindacalidi Fai, Flai e Uilta il piano industriale peril rilancio del sito di San Sisto di Perugia;

nel corso dell’incontro Nestlè, purnon avendo smentito esplicitamente le in-discrezioni circolate nei giorni scorsi circala probabile vendita di biscotti « OreLiete » e caramelle « Rossana » che hannomesso in allarme i sindacati con l’effetto diprovocare un’ora di sciopero dei dipen-denti, ha precisato che i marchi in que-stione non sono stati ancora ceduti, la-sciando intendere tuttavia che non c’ènessuna intenzione di continuare ad inve-stire su di essi, considerando che si trattadi segmenti che valgono, ad avviso dellamultinazionale, meno del 5 per cento delfatturato di gruppo;

Nestlè ha, invece, annunciato un in-vestimento di 60 milioni di euro da im-piegare nel triennio 2016-2018 di cui 45milioni saranno investiti sul marketing pertrasformare il marchio del cioccolato inun brand globale e 15 milioni sarannodestinati all’ammodernamento degli im-pianti: i lavori dovrebbero partire entrofine anno;

la produzione si concentrerà quasiesclusivamente sul « Bacio », il notissimocioccolatino della Perugina e allo stabili-mento di San Sisto si intensificherà solo laproduzione di cialde per gelato che do-vrebbe consentire la saturazione per tuttol’anno dei 900 addetti di Perugina, cui siaggiungono 150 stagionali;

Atti Parlamentari — 35387 — Camera dei Deputati

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lo stabilimento di San Sisto con sedein Perugia rappresenta una delle piùgrandi industrie del capoluogo umbro ol-tre che una azienda « storica » della cittàdi Perugia: in realtà, da due anni l’aziendaapplica già i contratti di solidarietà, e ilblocco degli stagionali, così come il rischio,più volte denunciato anche dagli interro-ganti, di oltre 200 esuberi, unitamente allaprobabile vendita dei marchi « Ore Liete »e « Rossana » e dunque la dismissione dellelinee di produzione dei biscotti, potrebbeconcretizzare una ulteriore e drastica di-minuzione della produzione dello stabili-mento perugino con evidenti effetti sullaoccupazione;

i dipendenti che più volte hannoincalzato l’azienda per sollecitarla a pre-sentare un piano di rilancio hanno pre-sentato persino un piano industriale al-ternativo, prospettando l’apertura di nuovelinee di produzione e la diversificazionedella produzione come la torrefazione delcaffè anziché puntare esclusivamente sullosviluppo del « Bacio »;

il piano di investimenti prospettatodall’azienda, ad avviso degli interroganti,non prevede l’apertura di nuove linee diproduzione – anzi verrebbero venduti imarchi « Ore Liete » e « Rossana » – néuna diversificazione delle produzioni talida sostenere produzione e occupazione,verrebbe « finanziato » dalla vendita deisuddetti marchi, e soprattutto non af-fronta il problema del rischio di esuberied appare dunque carente di una visionesul versante occupazionale: ad agosto 2016sono in scadenza i contratti di solidarietàe nessuna proposta concreta è pervenutadai vertici Nestlè sul tema con il rischio diuna ulteriore proroga dei contratti disolidarietà, laddove ammissibile, e di costiper la intera collettività –:

se il Ministro sia a conoscenza dellasituazione descritta;

se il Ministro intenda convocare lerappresentanze dei lavoratori, l’azienda ele istituzioni locali e regionali al fine diconoscere quali garanzie Nestlè intendafornire sul versante occupazionale dello

stabilimento di San Sisto, considerato cheagli interroganti appare inappropriato l’in-vestimento in marketing, prospettato dal-l’azienda senza una diversificazione delleproduzioni, per scongiurare il rischio dinegative ricadute occupazionali sul terri-torio umbro o l’ennesimo ricorso ad am-mortizzatori sociali con evidenti costi perla collettività. (5-08084)

CAPARINI. — Al Ministro dello sviluppoeconomico. — Per sapere – premesso che:

Ray Way è la società italiana pro-prietaria delle infrastrutture e degli im-pianti per la trasmissione e diffusionetelevisiva e radiofonica della Rai ed èpresente capillarmente su tutto il territo-rio nazionale, con una sede centrale, 23sedi territoriali e oltre 2.300 siti dislocatisul territorio italiano;

la legge di stabilità 2016 ha intro-dotto una nuova presunzione di possessodell’apparecchio televisivo attraverso lapresenza di un contratto di fornitura del-l’energia elettrica nell’abitazione di resi-denza ed ha quindi accorpato la fattura-zione del canone Rai a quella dell’utenzaelettrica;

negli ultimi dieci anni, numerosi entiterritoriali, primi fra tutti le comunitàmontane e le unioni montane, hanno ac-quistato e gestiscono direttamente, connotevoli costi, impianti di diverse dimen-sioni e potenza per assicurare la trasmis-sione del segnale televisivo anche nellevalli più interne e nelle zone d’ombra nonraggiunte dal segnale delle torri gestite daRay Way;

numerosi sindaci e amministratorihanno segnalato, in seguito all’introdu-zione del digitale terrestre, le costanti ecrescenti difficoltà di accesso al serviziotelevisivo da parte dei residenti nelle zonemontane, in particolare nei borghi piùdifficilmente raggiungibili delle aree in-terne;

è necessario ridurre l’evasione del-l’imposta, ma allo stesso tempo deve essere

Atti Parlamentari — 35388 — Camera dei Deputati

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assicurato un adeguato servizio agli utenticonsentendo la ricezione di tutti i canali,in particolare quelli del servizio pubblico,garantendo così parità di trattamenti e diservizi agli utenti residenti nelle terre alte;

nelle aree montane italiane, alpine eappenniniche, resta elevato il digital divideche ha la sua prima fonte nelle difficoltàdi ricezione del segnale tv e radio –:

se siano disponibili dati aggiornatisull’attuale copertura del segnale Rai sul-l’intero territorio nazionale e, in casocontrario, se il Ministro interrogato nonritenga urgente avviare un completo mo-nitoraggio sulla reale ricezione del segnaletelevisivo nelle diverse aree, coinvolgendoa tale fine anche le regioni, le unioni dicomuni e le associazioni di enti locali;

se non ritenga doveroso mettere inatto ogni iniziativa di competenza al finedi potenziare le infrastrutture per la tra-smissione del segnale televisivo, in parti-colare nelle aree montane e più internedel Paese;

se non reputi opportuno agevolare larealizzazione di un tavolo di concertazionefra le parti interessate, anche coinvolgendole emittenti pronte che operano in ambitolocale e regionale, considerata la capillarecopertura che offrono sui territorio nazio-nale, finalizzato a cercare soluzioni con-crete per il superamento del digital divide.

(5-08092)

Interrogazioni a risposta scritta:

SPESSOTTO, DE LORENZIS, LIUZZI,PAOLO NICOLÒ ROMANO e CARNE-VALI. — Al Ministro dello sviluppo econo-mico, al Ministro del lavoro e delle politi-che sociali. — Per sapere – premesso che:

il 26 febbraio 2016 la Gepin Contactspa ha avviato la procedura di licenzia-mento collettivo di 352 lavoratori traRoma e Napoli, a causa del recesso dalcontratto da parte del Gruppo Poste Ita-liane spa per i servizi di call center;

come denunciato dalle principali siglesindacali, Poste Italiane Spa ha indetto lanuova gara d’appalto per l’erogazione diservizi di customer service senza rispettarel’applicazione della clausola sociale, deter-minando di fatto un gravissimo scenariooccupazionale per i lavoratori della GepinContact che da 13 anni gestivano il callcenter nazionale del servizio postale;

a causa della perdita della commessaprincipale dei servizi di contact center diPoste italiane, assegnata a costi irrisoripari a 0,29 centesimi di euro al minuto, ladrammatica situazione finanziaria di Ge-pin Contact potrebbe sfociare in una re-visione drastica del numero degli addetti,fino ad arrivare ad una riduzione del 60per cento;

risulta inoltre agli interroganti che gliammortizzatori di cassa integrazione or-dinaria siano ormai in fase di esaurimentoe che non sia stata acquisita alcuna nuovacommessa dalla nuova proprietà societa-ria;

come noto, con l’approvazione dellalegge recante delega al Governo per lariforma del codice degli appalti (legge 28gennaio 2016, n. 11), viene prevista per gliappalti pubblici di servizi – e quindi ancheper le imprese che svolgono come la GepinContact attività di call center – l’introdu-zione di clausole sociali per garantire lastabilità dei livelli occupazionali del per-sonale impiegato, escludendo espressa-mente il ricorso al solo criterio di aggiu-dicazione del prezzo più basso o delmassimo ribasso;

nonostante le suddette previsioninormative, oggetto della legge di riformadel codice degli appalti, è intervenuta ladecisione di Poste Italiane di assegnare leattività di call center senza rispettare laclausola sociale che sembra contrastarecon le vigenti disposizioni normative intema di salvaguardia dei posti di lavoronei casi di subentro di un nuovo appal-tatore –:

quali iniziative i Ministri interrogatiintendano assumere, nel rispetto delle

Atti Parlamentari — 35389 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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norme contenute nella legge delega inmateria di appalti pubblici e con l’urgenzarichiesta dal caso in esame, a tutela deilavoratori di Gepin Contact spa che ri-schiano il licenziamento a causa dellamancata applicazione da parte di PosteItaliane spa della clausola sociale.

(4-12444)

CIRIELLI. — Al Ministro dello sviluppoeconomico, al Ministro dell’ambiente e dellatutela del territorio e del mare. — Persapere – premesso che:

il 10 dicembre 2015, l’assessore al-l’ambiente, territorio e politiche della so-stenibilità della regione Basilicata, AldoBerlinguer, scriveva al Ministero dello svi-luppo economico e alla direzione generaleper la sicurezza, ufficio nazionale mine-rario per gli idrocarburi e le georisorse,per segnalare le preoccupazioni dei citta-dini circa i numerosi « episodi di visibilitàdella fiaccola del Centro Olio Val d’Agri(C.O.V.A.) sito in Viggiano (PZ) » che sisono succeduti negli ultimi due anni;

in particolare, l’assessore Berlinguerchiedeva « di disporre, con la celerità delcaso, ogni utile accertamento presso ilCentro Olio di Viggiano al fine di megliochiarire le cause degli eventi citati edindividuare tutte le risposte utili ad evitarein futuro il ripetersi di fenomeni analoghi,anche in relazione alla messa in eserciziodella 5a linea »;

nella missiva l’assessore, che ripor-tava i numerosi casi di innalzamento dellafiaccola da gennaio 2014 a dicembre 2015,riferiva altresì di un episodio di fuoriuscitadi una nube di fumo nero da uno deicamini del centro, occorso in data 1o

marzo 2016;

numerosi sono stati gli interventidelle forze politiche lucane volti a stimo-lare il governo regionale della Basilicata achiarire la natura di tali eventi e a pren-dere provvedimenti nei confronti dellasocietà Eni per evitare il ripetersi di simili

fenomeni che allarmano, a ragione, i re-sidenti delle zone limitrofe determinandosfiducia nelle istituzioni;

con atto di sindacato ispettivo n. 4-03364 l’interrogante aveva denunciato l’in-cidente verificatosi il 13 gennaio 2014presso il medesimo centro Eni di Viggianoche aveva causato una forte esplosione conboati e fiammate di oltre 15 metri;

nonostante la gravità dell’episodio ela necessità di un intervento urgente pergarantire sicurezza alle persone e all’am-biente, all’interrogazione non è stata datarisposta dal Governo e sembrerebbe chenulla sia stato fatto dalle istituzioni perarginare e prevenire il ripetersi di feno-meni analoghi;

per quanto il petrolio lucano, comel’acciaio tarantino, rappresentino risorsestrategiche per gli interessi economici delPaese, la salute dei cittadini, dell’ambientee delle attività agricole e produttive deiterritori e delle comunità locali deve ri-manere in cima alle preoccupazioni dellapolitica e dello Stato –:

se i Ministri interrogati siano a co-noscenza dei fatti esposti in premessa edelle cause dei ripetuti episodi di innal-zamento anomalo della fiaccola del centroOlio Val d’Agri di Viggiano e quali inizia-tive di competenza intendano adottare peravviare un accertamento sugli eventualidanni ambientali, anche a tutela dellasicurezza dei cittadini, nonché se riten-gano necessario convocare un tavolo isti-tuzionale, con Eni e gli organi competentiper verificare la sicurezza dell’impianto,anche al fine di rassicurare la popolazioneinteressata e prevenire ulteriori episodianaloghi. (4-12452)

Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Carfagna e altri n. 1-01187,pubblicata nell’allegato B ai resoconti dellaseduta del 7 marzo 2016, deve intendersisottoscritta anche dal deputato Gullo.

Atti Parlamentari — 35390 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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Apposizione di firme ad una interroga-zione e modifica dell’ordine dei firmatari.

L’interrogazione a risposta in Commis-sione De Maria e altri n. 5-08030, pubbli-cata nell’allegato B ai resoconti della se-duta del 7 marzo 2016, deve intendersisottoscritta anche dai deputati: Garavini,Patrizia Maestri, Stella Bianchi, Carrozza,De Menech, Magorno, Rigoni, Tullo, Paglia,Placido, Borghese, Merlo, Ciracì e conte-stualmente, con il consenso degli altrisottoscrittori, l’ordine delle firme deve in-tendersi così modificato « De Maria, Be-namati, Fabbri, Fiano, Nardi, Zampa, Lu-ciano Agostini, Albini, Amato, Amoddio,Arlotti, Stella Bianchi, Blažina, Bargero,Baruffi, Basso, Becattini, Beni, Bergonzi,Paola Boldrini, Bolognesi, Bonomo, Bor-ghi, Braga, Campana, Carloni, Carnevali,Carocci, Carra, Carrozza, Causi, Cenni,Chaouki, Cimbro, Cominelli, Cova, Crivel-lari, Culotta, Cuperlo, D’Ottavio, Dallai,Damiano, Dell’Aringa, De Menech, MarcoDi Maio, Ermini, Gianni Farina, Fedi,Ferrari, Cinzia Maria Fontana, Fontanelli,Fossati, Fregolent, Gadda, Garavini, Ga-sparini, Ghizzoni, Giacobbe, Gnecchi,Guerra, Iacono, Tino Iannuzzi, Incerti,Iori, Laforgia, La Marca, Lenzi, Lodolini,Patrizia Maestri, Magorno, Malisani, Man-fredi, Manzi, Marchi, Mariani, Mazzoli,Miccoli, Miotto, Mognato, Monaco, Mon-troni, Moretto, Murer, Narduolo, Pagani,Parrini, Patriarca, Peluffo, Pes, GiudittaPini, Pollastrini, Porta, Preziosi, Richetti,Rigoni, Rocchi, Romanini, GiovannaSanna, Sbrollini, Scuvera, Senaldi, Sgam-bato, Taricco, Tentori, Terrosi, Tidei,Tullo, Venittelli, Ventricelli, Verini, Zap-pulla, Zardini, Zoggia, Di Lello, Fauttilli,Fitzgerald Nissoli, Carlo Galli, Martelli,Melilla, Distaso, Vecchio, Paglia, Placido,Borghese, Merlo, Ciracì, Andrea Maestri ».

Apposizione di una firmaad una interrogazione.

L’interrogazione a risposta immediatain Commissione Placido e altri n. 5-08059,

pubblicata nell’allegato B ai resoconti dellaseduta del 9 marzo 2016, deve intendersisottoscritta anche dal deputato Scotto.

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato dellainterpellanza Duranti n. 2-01309, già pub-blicata nell’allegato B ai resoconti dellaseduta n. 586 del 9 marzo 2016.

I sottoscritti chiedono di interpellare ilMinistro dello sviluppo economico, il Mi-nistro dell’ambiente e della tutela del ter-ritorio e del mare, per sapere – premessoche:

come si apprende anche da diversiorgani di stampa i dati che emergono dalleanalisi condotte tra il novembre del 2014ed il febbraio del 2015 – raccolti attra-verso i « deposimetri » installati fuori dallostabilimento siderurgico dell’Ilva di Ta-ranto ed inseriti in una relazione messa apunto dal Politecnico di Torino – eviden-ziano che la concentrazione di diossine haraggiunto livelli straordinariamente ele-vati. I picchi più alti riguardano partico-larmente il quartiere Tamburi della cittàcapoluogo e sono assimilabili – secondoquanto espresso dal Direttore dell’ArpaPuglia, Assennato – a quelli rilevati nelladiscarica di Giugliano, la peggiore della« Terra dei fuochi ». La stessa « ARPAPuglia » ed il suo direttore generale indi-viduano ed indicano la compatibilità del-l’impronta di questo tipo di diossina con« materiali polverulenti contaminati in mi-sura estremamente alta, quali le polveri diabbattimento dell’impianto di sinterizza-zione dello stabilimento siderurgico »;

a quanto si apprende, nello specifico,negli ultimi due anni al rischio delladispersione nell’aria della diossina si èaggiunto quello legato alla possibile inge-stione della stessa (direttamente o indiret-tamente tramite catena alimentare). Lepolveri in questione sono compatibili conquelle provenienti dai filtri dell’impiantodi abbattimento delle diossine presente nelsiderurgico tarantino, che devono essere

Atti Parlamentari — 35391 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 10 MARZO 2016

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smaltite in discariche per rifiuti pericolosifuori dal territorio regionale della Puglia;

i picchi di diossina – decine divolte superiori ai valori soglia – si eranoriscontrati nel novembre del 2014 e nelfebbraio del 2015, ma in base a quantoscritto dall’ingegner Maurizio Onofrio delPolitecnico di Torino, incaricato per contodell’Ilva della relazione in questione, ivalori non sarebbero imputabili agli sca-richi del siderurgico, « poiché le improntedigitali delle diossine non corrispondono aquelle dell’Ilva »;

l’Arpa Puglia, nella persona del di-rettore Giorgio Assennato, con una notainviata alla presidenza della regione indata 2 marzo 2016 mette in discussione laricostruzione, – e le risultanze, – fatte dalPolitecnico. Si sottolinea in particolarecome « all’eccezionale aumento di diossinerilevato nel “deposimetro” è del quartiereTamburi non ha corrisposto un aumentodella quantità complessiva di polveri rac-colta dal deposimetro (...) » che « la con-centrazione delle diossine in tali polveri haraggiunto limiti così elevati da essere con-frontabile solo con materiali polverulenticontaminati in misura estremamente alta,quali le polveri di abbattimento delleemissioni dell’impianto di sinterizzazionedello stabilimento siderurgico » ed inoltreha rilevato che il « confronto tra i profilidei congeneri delle diossine delle polveriraccolte dai deposimetri nei due mesiincriminati e quelli delle polveri di abbat-timento dell’impianto di sinterizzazionedello stabilimento, porta a credere che lepolveri abbiano la stessa matrice »;

come denunciato sia dall’Arpa Pugliache da associazioni come LegambienteTaranto, nella pubblicazione dei dati ri-guardanti l’incredibile aumento di diossinaè mancato l’elemento della trasparenza –da parte della gestione commissariale del-l’Ilva – e della tempestività. Anche a dettadell’interpellante infatti, la gravità dellaquestione avrebbe richiesto immediata co-municazione alle autorità locali, alle Asl eagli enti preposti al monitoraggio e con-trollo dell’inquinamento, a partire dallastessa Arpa Puglia;

la mancanza degli elementi di cuisopra (trasparenza e tempestività) rendequindi di difficile comprensione il « cosa »abbia provocato tali anomalie nelle emis-sioni oltre che la precisa individuazionedelle eventuali responsabilità. Il tutto conl’aggravante della gestione commissarialedel siderurgico, che nei fatti identifica unagestione riconducibile all’ambito statale –:

se il Governo sia a conoscenza diquanto espresso in premessa ed, in casocontrario, quali siano i motivi per cui nonsia stato informato dai commissari del-l’Ilva;

se il Governo non intenda appurarele motivazioni – oltre che le responsabilità– che hanno portato i commissari a noncomunicare tempestivamente i valori ri-scontrati alle autorità locali, alle Asl edagli enti preposti al monitoraggio dell’in-quinamento;

quali iniziative si intendano intra-prendere, per quanto di competenza, perappurare le ragioni e le responsabilità diquanto accaduto;

quali iniziative di competenza in-tenda disporre per la salvaguardia dellasalute dei cittadini della provincia jonica.

(2-01309) « Duranti, Airaudo, FrancoBordo, Costantino, D’Attorre,Daniele Farina, Fassina,Fava, Ferrara, Folino, Frato-ianni, Carlo Galli, GiancarloGiordano, Gregori, Kronbi-chler, Marcon, Melilla, Nic-chi, Paglia, Palazzotto, Pan-narale, Pellegrino, Piras, Pla-cido, Quaranta, Ricciatti,Sannicandro, Scotto, Zaratti,Zaccagnini, Martelli ».

Ritiro di un documentodel sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritiratodal presentatore: interpellanza urgenteBonomo n. 2-01282 del 23 febbraio 2016.

Atti Parlamentari — 35392 — Camera dei Deputati

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Trasformazione di un documentodel sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato cosìtrasformato su richiesta del presentatore:interrogazione a risposta scritta Lombardied altri n. 4-12356 del 3 marzo 2016 ininterrogazione a risposta in Commissionen. 5-08075.

ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta in Commis-sione Frusone e altri n. 5-07953 pubblicata

nell’Allegato B ai resoconti della seduta n.580 del 1o marzo 2016.

Alla pagina 34837, prima colonna, allariga ventesima, deve leggersi: (Cagliari) nel2013, viene eletto consigliere e non comestampato.

Interrogazione a risposta in Commis-sione De Maria e altri n. 5-08030 pubbli-cata nell’Allegato B ai resoconti della se-duta n. 584 del 7 marzo 2016. L’interro-gazione deve intendersi sottoscritta daldeputato Luciano Agostini e non dalladeputata Roberta Agostini, come stam-pato.

Atti Parlamentari — 35393 — Camera dei Deputati

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PAGINA BIANCA

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