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PARROCCHIA SS. MARTINO E QUIRICO LANCUSI • BOLANO
SUSSIDIO
AVVENTO • NATALE per bambini e ragazzi
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PRESENTAZIONE
Con grande gioia vivremo insieme il tempo d'avvento e prepareremo
il nostro cuore ancora una volta a saper attendere l'incontro con il
Bambino Gesù. Partiremo per un lungo viaggio, a tratti difficile, ma
con in testa il nostro punto di arrivo: Gesù.
Le tappe serviranno per riposarci in questo cammino, ma soprattutto
per conoscere, comprendere e apprezzare i luoghi che visiteremo e
le persone che incontreremo.
“Celebrare l’Avvento significa saper attendere”… l’incontro di Gesù
che viene.
La preparazione al Natale si sa, è un momento di gioia e di
raccoglimento: grandi e piccini camminano insieme alla luce della
buona speranza e dell’amore. Durante l’Avvento, tempo di
“ascolto”,“riflessioni”, di.. “impegni” e..di “buoni propositi,” ci
impegneremo nella preghiera personale e familiare, diventeremo
primi testimoni dell’amore che Gesù vuole donarci con la sua nascita.
Prepariamo, dunque, il nostro zainetto e partiamo alla volta di luoghi
sconosciuti, alla scoperta di tradizioni nuove, alla ricerca della gioia
dell’incontrare i nostri fratelli.
E non dimentichiamo la fantasia… Basta chiudere gli occhi e
immaginare di essere ovunque. Non c’è da avere paura, Gesù è
l’Emmanuele, quindi è CON NOI…
BUON CAMMINO…
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STRUTTURA DEL SUSSIDIO:
Ogni settimana approderemo in una stazione dove:
• saremo accolti da un TESTIMONE che ci saluterà nella sua
lingua e ci racconterà la sua storia;
• leggeremo la PAROLA DI VITA – il Vangelo della domenica;
• ci confronteremo sul brano evangelico a partire da alcuni
APPUNTI DI VIAGGIO;
• passeremo al RITIRO BAGAGLI per ricevere un impegno
concreto;
• faremo una visita al NEGOZIO DI SOUVENIR;
• recupereremo delle preziose indicazioni all’UFFICIO OGGETTI
SMARRITI;
• e concluderemo la tappa con la PREGHIERA.
Si ringrazia il gruppo Giovani e la Scuola di Formazione
Missionaria – missio.Edu per aver realizzato l’intero sussidio.
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“SCELTE CHE CAMBIANO LA VITA”: FATIMA
Fatima, arriva dal Marocco, ha 19 anni è la
seconda moglie di Ahmed (il nuovo diritto di
famiglia del Marocco, sulla carta limita la
poligamia, ma nella realtà il 90% delle richieste di
matrimonio poligamo vengono accolte). Dopo il
matrimonio il marito è cambiato da dolce e
rispettoso a violento. Nei pochi momenti di libertà,
Fatima incontra dei giovani cattolici che la
incuriosiscono: "Erano aperti, mi salutavano,
erano sereni, facevano del bene". Tramite una ragazza
libanese ottiene un Vangelo in arabo e incomincia un interesse per il
cristianesimo. Intanto la situazione famigliare si aggrava, urla, litigi e
sempre più spesso le botte, Fatima "è troppo disinvolta" dice il
marito, esce di casa, vuole imparare l'italiano, vuole conoscere
troppe cose. Intanto si allontana dall'islam, per abbracciare il
cristianesimo: "mi piace perchè dà alla donna pari dignità
con l'uomo, e parla di amore, di perdono, di bontà,
persino di amore ai nemici, Gesù, il Dio del Vangelo è
proprio un Dio diverso da quello che mi hanno insegnato
nel mio paese". Il marito Ahmed capisce che la donna ormai non
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è più sotto il suo dominio, i rapporti sono sempre più tesi: quando un
giorno la vede pregare con la Bibbia cattolica, Fatima ai suoi occhi
diventa una donna apostata, da riportare sulla retta via dell’Islam.
Dopo l'ennesima violenza in casa, Fatima scappa e decide di non
essere più sottomessa. Dopo la liberazione interiore avuta
cominciando il cammino cristiano, arriva così la libertà anche fisica.
Viene accolta in una casa di accoglienza, ripudiata dal marito e
abbandonata dalla famiglia sia per la questione matrimoniale, sia
per la situazione religiosa e giuridica di apostata dalla fede
musulmana. Ora il suo cammino per riscoprire la vita continua:
studia, lavora, si prepara al battesimo non è più una donna
sottomessa, ma una donna nuova.
Vangelo: Mt 24,37-44
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la
venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei
giorni che precedettero il diluvio mangiavano e
bevevano, prendevano moglie e prendevano
marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca,
e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così
sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno
nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne
macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro
verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a
quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe
scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora
che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
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Il brano del vangelo della prima domenica di
Avvento, ci invita ad essere pronti, attenti,
preparati alla venuta del Signore. Non è
semplicemente un attendere la fine della
nostra vita terrena, ma di più, un prepararsi a
questo grande incontro di vita che è l’incontro
con Gesù. È semplice adattarsi e vivere la quotidianità con distacco e
senza impegno, più difficile è viverla con rispetto, fiducia e speranza
verso ciò che avverrà. La salvezza donata da Dio è offerta a tutti, ma
non tutti sappiamo coglierla e viverla nelle nostre giornate sempre
piene di impegni e di affanni, ma mai dell’attenzione e della gioia
che la venuta di Gesù può donarci.
Per riflettere
• Sappiamo, noi, mettere Gesù al centro della nostra vita?
• Come impegnarsi ad essere preparati alla venuta del
Signore?
• Cosa può aiutarci e spingerci ad una reale svolta nella
nostra vita?
SCELTE CHE CAMBIANO LA VITA
Questa settimana mi impegno a trascorrere
più tempo con i nonni e con le persone
anziane che conosco.
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Nel Vangelo abbiamo letto “Come
furono i giorni di Noè, così sarà la
venuta del Figlio dell’uomo”… prova
a trovare la strada che unisce Gesù
a Noè.
Impariamo a pre-riciclare, ossia a
sceglier e acquistare prodotti che
sappiamo saranno già duraturi e
riciclabili. Albero di Natale vero
o finto?? Riciclabile e con materiali diversi. Pianifichiamo le
decorazioni usando quelle dell’anno scorso, scambiandole con i
vicini, barattandole con gli amici e creandone di nuove con le nostre
mani e utilizziamo solo luci a basso consumo.
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Apri i nostri occhi, Signore,
perché possiamo vedere Te
nei nostri fratelli e sorelle.
Apri le nostre orecchie, Signore,
perché possiamo udire le invocazioni
di chi ha fame, freddo, paura,
e di chi è oppresso.
Apri il nostro cuore, Signore,
perché impariamo ad amarci gli uni gli altri
come tu ci ami.
Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signore,
perché diventiamo un cuore solo ed
un'anima sola, nel tuo nome.
Madre Teresa di Calcutta
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“VOGLIA DI CAMBIARE”: MAURIZIO
Nella mia testa c’era tanta voglia di ricominciare la
mia vita con una esperienza completamente diversa
da quella che ho sempre vissuto nel mio piccolo
paese veneto. Così, basandomi sulla mia passione
sportiva, ho cercato su Internet qualcosa che mi
potesse dare l’opportunità di conoscere posti nuovi e
fare nuove esperienze, così senza pensarci 2 volte
ho fatto tutta la procedura di partecipazione al
progetto sportivo in Argentina per 3 mesi. Dopo
aver viaggiato senza nessun timore ma con molta voglia di iniziare
questa mia esperienza, sono arrivato a Cordoba. I coordinatori mi
hanno accompagnato dalla famiglia ospitante formata da 4 persone:
marito, moglie, 2 figlie e in più c’erano anche 2 volontari. Con tutti
loro già dal primo giorno ho iniziato a intraprendere un rapporto
molto familiare; infatti, per tutti i tre mesi di permanenza ho
approfittato di ogni occasione per parlare e aiutare la famiglia a
risolvere piccoli problemi come per esempio aiutarli nelle faccende di
casa oppure parlare delle news al telegiornale o degli avvenimenti
che accadevano in città. Ben presto la famiglia ospitante è diventata
come una seconda famiglia e io come un loro “nuovo figlio”. Il mio
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scopo era quello di insegnare ai bambini nuoto, basket, calcio,
hockey su cemento e altri piccoli giochi inventati da me. Sono
rimasto molto colpito dall’attenzione che mi davano questi bambini
(età compresa 5-10 anni) ma soprattutto dalla fiducia che ricevevo
da tutti. Questo mi ha dato una spinta a fare di più. L’attività che ho
svolto nel secondo mese di permanenza è stata (assieme ad altri
volontari) in un luogo chiamato “COPA DE LECHE” dove svolgere
tante attività come ad esempio calcio, insegnamento di inglese,
insegnamento igienico (lavarsi le mani e i denti), bricolage
etc,etc….ma soprattutto davamo ai bambini qualcosa da mangiare e
da bere; COPA DE LECHE doveva (e deve tutt’ora) essere un luogo di
riferimento per i bambini in modo che potessero (e possano)sfruttare
il loro tempo libero dopo la scuola. Anche qui ho imparato molto non
solo a livello linguistico ma anche a livello umano. Ho imparato che
aiutare qualcuno in difficoltà, anche con un solo gesto, ti fa capire di
più te stesso e allo stesso tempo anche gli altri. Questa mia
esperienza mi ha fatto crescere in maniera esponenziale sotto il
profilo personale e sociale. E’ stata dura per me lasciare questo
grande paese (diventato come la seconda casa), tutti gli amici
argentini che ho conosciuto ma soprattutto la famiglia ospitante.
Anche se pensi di non avere certe attitudini per questi tipi di viaggi,
essi stessi ti faranno scoprire una parte nuova di te.
Vangelo: Lc 1,26-38
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da
Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret,
a una vergine, promessa sposa di un uomo della
casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si
chiamava Maria. Entrando da lei, disse:
«Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
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A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso
avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere,
Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un
figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà
chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di
Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il
suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non
conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su
di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò
colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco,
Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa
un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è
impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore:
avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da
lei.
In questo tempo di avvento ci è proposta
come modello la madre del Signore. La prima
cosa che dobbiamo fare è ricondurla alla
Maria dei Vangeli, all'acerba adolescente
fidanzata con Giuseppe che riceve da Dio la
richiesta di diventare la porta d'ingresso per
Dio nel mondo. In quel paesino perso nel
profondo della Galilea, fuori dai circuiti di potere e dalle rotte
commerciali, si realizza l'inaudito di Dio. Il dialogo fra Maria e
Gabriele ci fa rabbrividire: guardate come discute alla pari col
principe degli angeli la ragazzina di Nazareth! Maria crede
nell'inaudito e accetta la folle proposta di Dio: il suo "sì" spalanca la
terra all'accoglienza del Dio stanco di farsi cercare. Grazie al suo
"sì" noi oggi possiamo accogliere la presenza di Dio; grazie al
nostro "sì" qualcuno, un domani, potrà accogliere la splendida
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notizia del Vangelo. Maria è preservata dal peccato originale, dalla
fragilità che ci porta alla bramosia, dal "no" detto alla vita e a Dio.
Una condizione particolare che agevola la sua apertura alla volontà
di Dio. La stessa condizione in cui ci siamo trovati anche noi
all'indomani del Battesimo! Che la madre ci aiuti a vivere come un
"sì" la nostra vita. Maria è artefice di un grande cambiamento, non
solo nella sua vita, ma soprattutto nella vita dell’umanità e nonostante
le tante difficoltà che sa di dover affrontare, non perde la speranza,
riesce a sognare e ad urlare il suo si di cambiamento per sé e per il
mondo.
Per riflettere
• Riesco ancora a sognare?
• Quali sono i sogni che mi accompagnano?
• Posso guardare con speranza al futuro e alla realizzazione
dei miei sogni?
LA SPERANZA DI CAMBIARE
Maria è segno dell’amore di Dio nel mondo.
Questa settimana mi impegno a cambiare
alcuni lati del mio carattere e ad essere più
amorevole e disponibile con tutti.
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Trova le parole…
Per il cenone: no a piatti,
bicchieri e posate usa e getta, ma
usiamo più prodotti locali e di
stagione ed evitiamo botti e
petardi. Migliaia di animali
selvatici si spaventano a morte, colti dal frastuono mentre tentano di
dormire. Molto meglio le classiche e inoffensive stelle filanti, fanno
allegria e non disturbano nessuno.
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“Anche se sono vissuto fra molte tenebre, sotto
duri regimi totalitari, ho visto abbastanza per
essere convinto in maniera incrollabile che
nessuna difficoltà, nessuna paura è così
grande da poter soffocare completamente la
speranza che zampilla eterna nel cuore dei
giovani. Non lasciate che quella speranza
muoia!
Scommettete la vostra vita su di essa! Noi non
siamo la somma delle nostre debolezze e dei
nostri fallimenti; al contrario, siamo la somma
dell'amore del Padre per noi e della nostra
reale capacità di divenire l'immagine del
Figlio suo. Là, tra gli uomini, è la casa di
Cristo, che chiede a voi di asciugare, in suo
nome, ogni lacrima e di ricordare a chi si
sente solo che nessuno è mai solo se ripone in
Lui la propria speranza.”
Giovanni Paolo II
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“ANNUNCIARE CON LA PROPRIA VITA”:
SUOR ANTONELLA
Il viaggio per la Papua Nuova Guinea, come tutti i
viaggi importanti, inizia dall'aeroporto. Ho
accompagnato tante volte missionarie in partenza
per la missione. La differenza è che questa volta la
partenza è la mia. Quando si arriva all'aeroporto
bisogna presentarsi al banco per il check-in e al
personale di servizio bisogna consegnare il
passaporto e il biglietto e pesare i bagagli per
accertarsi che non siano troppo pesanti. Due semplici azioni, due
gesti di routine che oggi a me dicono qualche cosa di più profondo.
Mostrare il passaporto è come dire: "Posso entrare in casa tua?". È
chiedere il permesso di entrare in una terra che non è la mia. Io sono
straniera in Papua Nuova Guinea. Questo per me è un richiamo
molto forte a partire con una certa umiltà. Desidero partire con
l'atteggiamento evangelico di chi vuole entrare in casa d'altri
ascoltando, accogliendo, rispettando e soprattutto con il desiderio di
ricevere le ricchezze della gente della Papua Nuova Guinea. In
fondo gli abitanti di quella terra hanno vissuto fino ad oggi senza di
me, non sarò certo io a cambiare le situazioni di tutto un Paese. Ho
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scelto tre cose veramente importanti da mettere nella valigia.
Anzitutto mi porto la prima pagina del Vangelo di Matteo. Quella
pagina che descrive tutta la genealogia di Gesù. È quella lunga lista
di nomi la cui lettura ci sembra anche un po' pesante. Sono volti e
vite di persone che hanno fatto la storia della salvezza. Dentro quella
lista ci siamo anche noi, volti e storie di persone che mi hanno
insegnato a pregare, una comunità nella quale ho mosso i primi
passi nella fede, sono volti e situazioni che mi hanno permesso di
fare l'esperienza di sentirmi amata e dove ho imparato a donarmi.
Altri due segni voglio mettere nel bagaglio, sono i segni che mi sono
stati consegnati durante la celebrazione di invio: il Vangelo e il
Crocifisso. Porto con me la Parola di Dio, perché è cibo che alimenta
la mia vita, è bussola che mi indica la direzione delle scelte secondo
la logica del Vangelo. È l'amore di Cristo che voglio annunciare e
condividere con i fratelli della Papua. Il Crocifisso, compagno
indivisibile. Io sono una persona che sente di appartenere a Cristo
Gesù. A Lui ho legato la mia vita, a Lui e alle sue scelte. Questo il
significato della mia consacrazione per la missione. È Gesù che devo
amare, è Gesù che devo annunciare.
Vangelo: Mt 11,2-11
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere,
avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per
mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu
colui che deve venire o dobbiamo aspettare un
altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a
Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi
riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati,
i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E
beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
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Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni
alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna
sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo
vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso
stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere?
Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del
quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande
di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più
grande di lui».
Ancora Giovanni il Battista protagonista del
brano evangelico, questa volta è proprio Gesù
a raccontarci di lui e a tesserne le lodi. Matteo
nel vangelo domenicale, ci presenta Gesù e
Giovanni come due grandi missionari, per la
loro capacità di mettere al primo posto la
PAROLA. Siamo tutti chiamati ad annunciare la parola che salva, che
dona speranza, che racconta l’amore di Dio verso tutti i suoi figli. E
Gesù parla di Giovanni, proprio come un messaggero, che prepara
all’incontro tra la parola di Dio e il Verbo che si fa carne. Ma è la
conclusione del brano a lasciarci senza parole: il più piccolo nel
Regno dei Cieli, è più grande di Giovanni. Che messaggio di
straordinaria speranza, di grande fiducia verso ciò che ci aspetta,
una grandezza e una gioia senza fine.
Per riflettere
• Cosa vuol dire essere missionari oggi?
• Possiamo esserlo nella nostra vita quotidiana?
• Cosa vuol dire essere piccoli agli occhi di Dio?
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ANNUNCIARE CON LA PROPRIA VITA
Questa settimana, pensando ai missionari
che dedicano la loro vita al servizio dei
“piccoli”, mi impegno a dare la giusta
importanza al cibo. Mi impegno a pregare
con la novena d’Avvento (*) a scuola o
insieme ai miei genitori, per prepararmi giorno dopo giorno alle
venuta del Bambino Gesù. *La novena d’Avvento per i bambini è scaricabile dall’area download del sito
http://www.missioitalia.it/
Segui la rotta e arriva da Gesù…
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Non presentiamoci agli altri con
falsi sorrisi, ma comunichiamo ciò
che custodiamo nel cuore in
ogni istante e, soprattutto,
sorprendiamoli con il regalo più
gradito: la nostra presenza.
L'uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno
secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA' IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi,
troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA' IL BENE
L'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO
Quello che per anni hai costruito
può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Da' al mondo il meglio di te,
e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA' IL MEGLIO DI TE
Madre Teresa di Calcutta
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“ DIO CON NOI”: ALDO
Questa sera, poco prima della Messa in cui
abbiamo ricordato in modo particolare Cecilia
nel mese della sua salita al Cielo, mi trovavo
nella sacrestia della chiesa di Trappa con il
celebrante e, inaspettatamente, come se vi
fossi attirato da una forza misteriosa, il mio
sguardo si è posato su un grande crocifisso
appeso alla parete. Sentii come un brivido.
L’immagine di quel crocifisso l’ho sempre portata con me dal giorno
in cui, ormai dieci anni fa, nello stesso posto mi ero soffermato con
Cecilia dopo il rito nuziale. Allora avevo il cuore gonfio di
gioia, l’amore che ci aveva uniti nella fede era troppo
bello per essere solo di questo mondo, ci sentivamo
realmente una cosa sola: niente e nessuno avrebbe mai potuto
separarci. Ora il cuore è gonfio di pena, l’assenza di Cecilia mi
sembra insopportabile ed una grande sofferenza mi penetra in
profondità. Però al centro di tutti questi sentimenti, ora come allora,
c’è sempre quel Cristo inchiodato sulla croce. Mi ero illuso di
riuscire a gestire la mia vita, facevo tanti programmi, ero
io che decidevo. Il successo nello studio, il rapido inserimento nel
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lavoro, l’incontro con la ragazza che sempre hai sognato e con la
quale riesci a stabilire un rapporto di amore profondo, l’arrivo di
Giulia… tutto bello, troppo bello, e quel crocifisso è sempre più
lontano, si allontana di fronte alle tue sicurezze umane, alle tue
conquiste. E poi arriva un certo giorno in cui qualcuno dall’alto dice
basta, la tua mediocrità non serve a nessuno, ti mette sulle spalle la
croce e ti indica una strada difficile da percorrere. Tu credi, capisci
che quella è la strada giusta però istintivamente cerchi di ribellarti,
trovi un sacco di scuse… Ed allora tu ti lasci prendere per mano, ti
lasci condurre per la sua strada e scopri che la realtà vera è tutta
un’altra, l’importanza delle cose viene capovolta, ricerchi dentro te
stesso quello che prima inutilmente cercavi fuori. Ed allora impari
a dire grazie Signore per quello che mi hai dato, grazie
perché sento che mi ami, che mi sei padre. Ti offro quel
poco che ho, quello che oggi sono riuscito a fare,
perdonami per quello che ho fatto di male e non ho fatto
di bene, domani è un altro giorno, aiutami ti prego.
Aiutami a viverlo nella fede questo domani, solo tu puoi darmi il
dono di credere nel tuo amore e vivere quindi nella gioia, anche se
come oggi ci saranno delle sofferenze e non capirò. Mi chiedeva
l’altra sera Giulia: “Papà, perché la mamma mi ha lasciata
sola?”. Facendo il viso stupito le risposi: “Ma come non lo sai
che ti è sempre vicina?”. E lei: “Sì, ma non la vedo”.
Sapeva (glielo avevo detto molte volte), però non capiva. E tutti noi
siamo come dei bambini. Quello che è importante è
riuscire ad accettare, abbandonarsi con fiducia,
assecondare il disegno di amore (perché di amore si
tratta) che Dio ha su di noi. E stranamente la sofferenza ti mette
su questa strada, ti senti il cuore lacerato perché parte di te stesso ti è
stata strappata, però senti che c’è questo Dio che ti ama, che
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sembra dirti continuamente: “Abbandonati, abbi fiducia
in me, non in questa ma nell’altra vita ti farò felice”.
Vangelo: Mt 1,18-24
Dal Vangelo secondo Matteo
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria,
essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che
andassero a vivere insieme si trovò incinta per
opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo,
poiché era uomo giusto e non voleva accusarla
pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in
sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide,
non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino
che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un
figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi
peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era
stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine
concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di
Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal
sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e
prese con sé la sua sposa.
Il racconto di una famiglia, una nascita, Dio
con noi. Questi i temi della quarta domenica
d’Avvento, un messaggio a tratti sconvolgente,
qualcuno che nasce per noi e con noi, una
vita che si dona all’umanità. Dio, come il
nostro migliore amico, si fa uno di noi per
accompagnarci nella nostra vita. DIO CON
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NOI, vuol dire proprio questo: esserci accanto, giocare con noi,
chiacchierare, divertirsi, vivere accanto a noi.
Per riflettere
• Ma riusciamo a renderci conto nel corso della nostra
giornata della sua vicinanza? O viviamo la nostra vita di
corsa senza riflettere su questa presenza?
• Passeggiare con Dio vuol dire partire con un NUOVO
STILE DI VITA fatto di ascolto, solidarietà, gioia e
accoglienza.
• Trovo il tempo di vivere la presenza di Dio nel corso della
giornata?
DIO CON NOI
Questa settimana mi impegno ad andare a
Messa con i miei genitori.
Trova l’intruso ovvero il personaggio
che non è nominato nel Vangelo…
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Scopri negozi diversi; ad
esempio fai una visita alle
“Botteghe del Commercio Equo e
Solidale”.
“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le
porte a Cristo!
Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli
Stati, i sistemi economici come quelli politici, i
vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo.
Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro
l’uomo”. Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta
dentro, nel profondo del suo animo, del suo
cuore. Così spesso è incerto del senso della sua
vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si
tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi
prego, vi imploro con umiltà e con fiducia –
permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui
ha parole di vita, sì! di vita eterna“.
Giovanni Paolo II
26
“GIOIA DI UNA NUOVA VITA”: LEK
Questa sera, Lek aveva appena
compiuto 14 anni quando alla porta di
casa bussano"protettrici". Le donne, dopo
averla vista, offrono mille dollari per portarla a
Bangkok con la promessa di un lavoro sicuro.
Mille dollari sono una cifra esorbitante per un
padre e una madre senza lavoro, che vivono
in una baracca senza acqua potabile e senza
sapere cosa riusciranno a dar da mangiare ai
propri figli, e la promessa di un lavoro nella capitale è troppo
allettante per un’adolescente che fino ad allora non poteva
permettersi nemmeno di sognare. Ma le “protettrici” non
proteggevano proprio nessuno. Scrutavano corpi, osservavano
movenze per trasformarle in merce adatta a soddisfare le voglie
perverse dei turisti occidentali e Lek, poco più che bambina, lo
capisce solo una volta arrivata nella capitale, solo una volta
scaraventata in uno squallido bordello. Nonostante sia senza
soldi, senza la libertà di muoversi, senza documenti, e parli solo il
dialetto, Lek non si rassegna e cerca di contattare sua sorella, che si
trovava nel centro di formazione professionale cattolico «Baan
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Marina», diretto dalle Missionarie del Sacro cuore di Gesù e Maria.
Lek sa che l’unico modo per uscire dalla schiavitù è quello
di "saldare il debito", ossia dare ai suoi sfruttatori la stessa cifra che
gli stessi avevano “pagato” ai suoi genitori: un’impresa impossibile
considerato che si trova costretta a consegnare quasi l’intero importo
del suo "compenso". Ecco che allora decide di rivolgersi proprio alle
suore missionarie, grazie all'aiuto della sorella. Non senza sforzi,
viste le limitate disponibilità economiche dell’istituto, le
religiose riescono a raccogliere la cifra necessaria per riscattare la
libertà di Lek ed estinguere il debito. Entusiasta e
profondamente grata per aver ritrovato una prospettiva
di vita, Lek trascorre sei anni nell’istituto. Insieme ad altre cento
ragazze studia ed impara il lavoro della sarta che – sperava – le
avrebbe permesso di trovare lavoro in uno dei tanti laboratori della
capitale. Piano piano abbandona il buddismo e decide di
farsi battezzare, poi di ricevere la Comunione e di confermarsi
nella Cresima. La speranza ritrovata di «Baan Marina» e la
fede tuttavia non spengono il desiderio di infinito nel cuore della
giovane che deciderà di consacrarsi e dedicare la sua vita al
Signore.
Oggi da quel quattordicesimo compleanno trascorso sulle
strade di Bangkok, sono trascorsi 20 anni. Lek vive la sua
vocazione nel silenzio mentre le Missionarie del Sacro Cuore di Gesù
e Maria raccontano la sua straordinaria vicenda: “Lek oggi è serena,
non serba rancore nei confronti della sua famiglia perché sa che
anche loro sono stati ingannati – fanno sapere le suore – vorremmo
che la sua storia possa dare speranza a tutte le ragazze che l’hanno
perduta, specialmente alle giovanissime prostitute di Bangkok che si
sentono perse nel buio della loro schiavitù”. Anche delle loro vite, il
Signore può fare miracoli.
28
Vangelo: Lc 2,1-14
Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto
ordinò che si facesse il censimento di tutta la
terra. Questo primo censimento fu fatto quando
Quirinio era governatore della Siria. Tutti
andavano a farsi censire, ciascuno nella propria
città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea
alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla
casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria,
sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del
parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e
lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto
nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto,
vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un
angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li
avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse
loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di
tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un
Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un
bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste,
che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
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Ed eccoci al miracolo del Natale, la gioia
piena della vita, la straordinaria luce di Dio
che si irradia sul mondo. Ecco che nasce
l’Emmanuele, il Dio con noi, e nasce dove? In
una povera mangiatoia. Ma la povertà del
luogo viene compensata dalla ricchezza
dell’animo di chi gioisce per questo evento: Maria e Giuseppe, i
pastori, gli Angeli. Tutti festeggiano questo evento, senza neanche
conoscerne la portata e la grandezza, gioiscono, ringraziano,
pregano.
Per riflettere
• Riusciamo anche noi a ritagliarci un po’ di tempo in questo
giorno così felice?
• Gesù è in mezzo a noi, vuole essere accolto da ognuno di
noi, vuole farsi vicino a tutti, e lo fa anche oggi, anche nel
nostro paese, anche nella nostra casa.
• Chi è Gesù oggi?
NATALE
Prima del pranzo di Natale mi impegno a
pregare con la mia famiglia davanti al
presepe per ringraziare Dio dei doni che mi
offre e delle persone che mi circondano.
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Unisci i punti e colora…
Interrogati su quanto cibo
sprechi, compra il giusto e
condividi la parte rimanente di
quanto avresti speso con i più
bisognosi.
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E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
Madre Teresa di Calcutta
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Giovani Parrocchia SS. Martino e Quirico
missio.Edu Parrocchia SS. Martino e Quirico
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