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BES BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Federica Rossi Erickson formazione
Centro Ellisse Genova AIRIPA
FEDERICA ROSSI
OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO Approfondire i BES OBIETTIVI RELAZIONALI Svolgere il proprio ruolo Rispettare i turni
DISCIPLINA BES
ATTIVITÀ lezione intermittente La docente mostra uno schema a 3 punti che riassumono una parte della lezione. Lezione frontale interrotta in corrispondenza dei 3 punti. Gli insegnanti prendono appunti. Durante l’interruzione gli gli insegnanti si confrontano a coppie per rispondere alla domanda. Alla fine le coppie producono elaborato. RUOLI Uno detta l’altro scrive. Ad ogni argomento si cambia ruolo
FEDERICA ROSSI
???
1.QUANDO UN BISOGNO EDUCATIVO DIVENTA SPECIALE?
2. CHE AIUTO CI FORNISCE IL MODELLO ICF-CY NELL’INDIVIDUARE ALUNNI CON BES?
3. COSA SI INTENDE PER PERSONALIZZAZIONE DIDATTICA?
FEDERICA ROSSI
BISOGNO
CONDIZIONE ORDINARIA E FISIOLOGICA DI INTERDIPENDENZA DELLA PERSONA DAI SUOI
ECOSISTEMI
FEDERICA ROSSI
BISOGNI EDUCATIVI
SVILUPPARE
Competenze
Identità
Autostima
Autonomia
FISIOLOGICA INTERDIPENDENZA CON L’ECOSISTEMA
FEDERICA ROSSI
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Quando bisogno educativo normale diventa
speciale?
Quando il funzionamento di un alunno rende più
difficile trovare una risposta adeguata ai suoi
bisogni
FEDERICA ROSSI
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
CHI SONO I BES?
Dalla DM del 27 dicembre 2012
“…ogni alunno, in continuità o per determinati
periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali:
per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per
motivi psicologici, sociali,
rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano
adeguata e personalizzata risposta.”
FEDERICA ROSSI
DISABILITA’
SPECIFICA
L104/92
DISTURBI
EVOLUTIVI
SPECIFICI
DSA, ADHD,
Dis.di linguaggio,
SNV, Dist. Coord
motoria….
SVANTAGGIO
SOCIO-
ECONOMICO,
LINGUISTICO,
CULTURALE,
EMOTIVO
DIFFICOLTA’ NELLE
RELAZIONI SOCIALI
DEMOTIVAZIONE
DIFFICOLTA’
EMOTIVA
TRANSITORIA
FUNZIONAMENTO
COGNITIVO LIMITE
ANSIA DA
PRESTAZIONE
OSTILITA’
AGGRESSIVITA’
FEDERICA ROSSI
INCLUSIONE SCOLASTICA
Cosa dice la normativa ?
Costituzione Italiana art. 34 “La scuola e aperta a tutti”
Direttiva MIUR del 27 Dicembre 2012
“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”
C.M. n.8 del 6 marzo 2013
Indicazioni operative
FEDERICA ROSSI
C.M. n.8 del 6 marzo 2013
prefigura:
Il compito doveroso dei Consigli di classe e
indicare in quali altri casi sia opportuna e
necessaria l'adozione di una personalizzazione
della didattica ed eventualmente di misure
compensative o dispensative, nella prospettiva
di una presa in carico globale ed inclusiva di
tutti gli alunni.
FEDERICA ROSSI
COME INDIVIDUARE L’ALUNNO CON BES?
CON DIAGNOSI Decisione del CdC/ team docenti Partendo dalle informazioni fornite dalla famiglia con diagnosi o altra documentazione clinica. La scuola può accettare qualsiasi diagnosi riservandosi di valutare l’effettiva ricaduta sui bisogni educativi (Nota nov 2013)
SENZA DIAGNOSI Decisione del CdC/ team docenti La scuola si attiva autonomamente, con decisione del C.d.C. o team docenti, partendo dai bisogni educativi emersi e dalla necessita di formalizzare un percorso personalizzato. FEDERICA ROSSI
Nota 22 novembre 2013
…non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali , ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie didattiche.
…anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA, il consiglio di Classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un PDP, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione.
FEDERICA ROSSI
In presenza di BES entrano in gioco
come risponde
al problema?
il problema
specifico
il contesto
barriera o facilitatore?
FEDERICA ROSSI
INTERESSE SUL FUNZIONAMENTO DELLA PERSONA
Secondo l’OMS la salute non e assenza di malattia
MA
Benessere bio-psico-sociale
Piena realizzazione del proprio potenziale
FEDERICA ROSSI
Corpo
Funz. Strutt.
Corporee corporee
CONDIZIONI FISICHE (input biologico)
Capacità
Attività personali
Performance
Partecipazione
sociale
FATTORI CONTESTUALI
Ambientali
ILFUNZIONAMENTO GLOBALE DI UNA PERSONA SECONDO IL MODELLO ICF-CY
BIO PSICO SOCIALE
FATTORI CONTESTUALI
Personali
BARRIERE FACILITATORI
Ruoli sociali
FEDERICA ROSSI
LA SOGLIA TRA FUNZIONAMENTO NORMALE E PROBLEMATICO
SENSAZIONE SOGGETTIVA
Il disagio dell’educatore non e sufficiente per valutare
VALUTAZIONE OGGETTIVA
3 criteri
DANNO per sé e per gli altri
OSTACOLO
STIGMA sociale
FEDERICA ROSSI
COMPITO DEL CDC O TEAM DOCENTI
RILEVARE
Problematiche nell’esperienza scolastica
VALUTARE
l’esistenza di necessita educative speciali
ELABORARE
l’intervento personalizzato
FEDERICA ROSSI
Cosa e richiesto alla scuola?
Istituzione del GLI (gruppo di lavoro per l’inclusione)
Gruppo allargato: docenti di sostegno, funzioni strumentali,
docenti disciplinari, assistenti educativi, culturali.
È compito del GLI:
• Trattare le questioni relative a tutti gli alunni con BES certificati e
non.
• Programmare un utilizzo funzionale delle risorse presenti nella
scuola (laboratori, strumenti, risorse umane..) per la realizzazione
di un progetto di inclusione condiviso con docenti, le famiglie e i
servizi socio sanitari.
• Predisporre un piano di intervento per gli alunni con disabilita.
• Predisporre un piano di intervento per gli alunni con DSA.
• Predisporre un piano di intervento per gli alunni con ADHD
• Coordinarsi con i vari Consigli di Classe per stendere un piano di
intervento per gli alunni con BES non certificati o certificabili.
FEDERICA ROSSI
PEI per alunni con disabilità Legge 104/92 DPR 24/2/94 Redatto congiuntamente scuola e servizi socio-sanitari Collaborazione della famiglia Responsabilità condivisa I contenuti sono definiti dalla normativa (24/2/94)
PDP per DSA Previsto dalla L170/10 Per esplicitare le linee didattiche che la scuola programma Redatto dalla scuola in raccordo con la famiglia Responsabilità della scuola I contenuti minimi sono indicati nelle linee guida DSA 2011
PDP per altri BES DM 12/12 CM 3/13 Nota 11/13 Redatto quando la scuola individuasse il bisogno di un PDP (Fogarolo 2013) Ruolo congiunto scuola-famiglia I contenuti non sono indicati dalla normativa
QUALI DIFFERENZE?
FEDERICA ROSSI
Diagnosi funzionale educativa
Profilo dinamico funzionale
Attività, materiali, metodi
Verifica e valutazione
PIANO EDUCATIVO
INDIVIDUALIZZATO
FEDERICA ROSSI
PDP PER BES
È BES perché secondo la scuola ha bisogno di un
PDP
È BES se la strategia didattica che si vuole adottare
è opportuna e necessaria
Efficace: deve funzionare!
FEDERICA ROSSI
QUALI ELEMENTI INDISPENSABILI NEL PDP?
1. Anagrafica
2. Analisi del bisogno e delle risorse disponibili
ambientali e personali
3. Programmazione degli interventi didattico-educativi
4. Strumenti compensativi
5. Misure dispensative
6. Criteri e forme di valutazione
7. Impegno della famiglia
8. Pagina finale per le firme FEDERICA ROSSI
PERSONALIZZAZIONE DEI PIANI DI STUDIO
Unico Piano di Studi
Stesse Unità di Apprendimento
Diversificazione delle strategie formative
percorsi/attività/metodi/strumenti
PERSONALIZZAZIONE
come strategia per
PROMUOVERE LE COMPETENZE INDIVIDUALI
• “...il concetto di «personalizzazione» non possa essere confuso con quello di
«formazione individuale»...
• L insegnamento in questo caso non sarebbe più«personalizzato» o
individualizzato, ma «individuale», e verrebbe a configurare un cammino
esclusivo compiuto, come nell’antichità, con un precettore privato [...] FEDERICA ROSSI
PDP PER BES
UN PIANO EFFICACE
Dovrebbe contenere indicazioni
Significative poche ma buone!
Realistiche considerando risorse e limiti del contesto
Coerenti evitare difformità tra discipline
Concrete e verificabili quanto previsto è stato messo in
pratica?
Solo se l’intervento abilitativo non è efficace si può ricorrere a ad
un intervento di tipo compensativo
Se intervento abilitativo e strumenti compensativi non sono
efficaci si prevede una strategia di tipo dispensativo
FEDERICA ROSSI
ABILITARE COMPENSARE O DISPENSARE?
Intervento abilitativo
Ti insegno ad allacciare le scarpe
Ti insegno a riconoscere lo stimolo quando ti scappa pipì
Ti insegno a concentrarti per tempi adeguati
Ti insegno ad eseguire un calcolo autonomamente
Intervento compensativo
Ti compro le scarpe con lo strappo
Ti faccio andare in bagno in orari programmati
Programmiamo pause frequenti
Ti do la calcolatrice
Intervento dispensativo
Ti allaccio le scarpe
Ti metto il pannolone
Ti do compiti brevi
Ti do io il risultato FEDERICA ROSSI
ESEMPI DI PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI DIDATTICO-EDUCATIVI DEL PDP
Potenziare l’autonomia di studio e i processi metacognitivi Personalizzare con strategie di facilitazione Strutturazione
Imparare ad individuare i concetti chiave Anticipare l’argomento che si andrà a trattare, sollecitare le conoscenze precedenti Dividere gli obiettivi in sotto obiettivi Valorizzare linguaggi alternativi a quello scritto Strutturare i momenti critici della giornata Modificare la disposizione dei banchi in base all’attività Strutturare i tempi di lavoro con le pause Contratti educativi (token economy)
FEDERICA ROSSI
LE FASI DI COSTRUZIONE DEL PDP
1. Segnalazione al Cdc/Team docenti o sua rilevazione
autonoma, condivisione del problema e valutazione del
bisogno attraverso documentazione clinica o altra
rilevazione.
2. Definizione dei livelli di apprendimento nelle diverse
discipline e individuazione delle difficolta e dei punti di
forza.
3. Definizione condivisa delle strategie d’intervento, dei
tempi, scelta della metodologia di lavoro, degli strumenti
compensativi e delle misure dispensative (indicando se
hanno carattere stabile o transitorio).
4.Comunicazione e condivisione con la famiglia delle
strategie d’intervento e dei tempi di verifica del Piano.
FEDERICA ROSSI
PROVIAMO A SCRIVERE IL PDP
Cosa ritieni sia realmente utile a livello didattico per
l’alunno a cui hai pensato?
FEDERICA ROSSI
Esistono metodologie didattiche che permettono
di valorizzare TUTTI CONTEMPORANEAMENTE?
FEDERICA ROSSI
Metodo didattico che utilizza piccoli gruppi in modo che gli studenti lavorino insieme per rendere efficace l'apprendimento proprio e dei compagni
APPRENDIMENTO COOPERATIVO
LEARNING TOGETHER Ideato da Robert e David JOHNSON dell'Università del Minnesota di Minneapolis
Cooperare significa lavorare insieme
per raggiungere obiettivi comuni
Il singolo cerca di perseguire risultati che vanno a
vantaggio suo e di tutti i collaboratori.
FEDERICA ROSSI
APPRENDIMENTO COOPERATIVO =
IMPARARE
MATERIE CURRICOLARI
SCAMBIARE INFORMAZIONI
GESTIRE RELAZIONI
SOCIALI
FEDERICA ROSSI
APPRENDIMENTO COOPERATIVO È una tecnica didattica per ottenere obiettivi: COGNITIVI soluzione creativa di problemi apprendimenti concettuali aumento padronanza linguistica INTERPERSONALI miglioramento relazioni intergruppo (aumento di fiducia e disponibilità) apprendimento di abilità sociali per il lavoro di gruppo generalizzabili a situazioni lavorative È una strategia per: - mantenere il coinvolgimento degli alunni - personalizzare l’insegnamento
FEDERICA ROSSI
INTRODUZIONE DI NUOVI CONCETTI
Gli studenti fanno pratica
Docente formula domande
Studenti rispondono uno alla volta gli altri stanno a sentire
E chi non ha capito?
E chi non ne ha voglia?
Chi non ce la fa?
Compiti per casa
Chi non li fa?
FEDERICA ROSSI
Si fonda su cinque elementi:
INTERDIPENDENZA POSITIVA
RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE e di GRUPPO
INTERAZIONE COSTRUTTIVA DIRETTA
ABILITA’ SOCIALI
VALUTAZIONE INDIVIDUALE E DI GRUPPO/REVISIONE DEL LAVORO
SVOLTO
LEARNING TOGETHER di D.W.Johnson e R.T.Johnson
FEDERICA ROSSI
1 INTERDIPENDENZA POSITIVA
La sua mancanza determina l’annullamento della COOPERAZIONE
ASSEGNARE compiti precisi obiettivo comune
L’OBIETTIVO si raggiunge solo se c’e COLLABORAZIONE RECIPROCA Mi impegno perché i miei COMPAGNI riescano come mi impegno per ME STESSO
FEDERICA ROSSI
Si realizza quando i membri del gruppo comprendono che il raggiungimento di uno scopo richiede cooperazione tra loro ed esige impegno da parte di tutti.
INTERDIPENDENZA POSITIVA
L’interdipendenza positiva è il fattore più rilevante di una attività cooperativa.
GRUPPO COME SQUADRA
solo gli sforzi di tutti i membri
contribuiranno al successo.
Per raggiungere uno scopo o
svolgere un compito non è possibile
agire da soli.
GLI ALTRI SONO NECESSARI E
INDISPENSABILI
FEDERICA ROSSI
INTERDIPENDENZA DI SCOPO
INTERDIPENDENZA DI COMPITO
INTERDIPENDENZA DI RUOLO
INTERDIPENDENZA DI INFORMAZIONI E
RISORSE
INTERDIPENDENZA DI VALUTAZIONE
Ci sono vari modi per strutturare l'interdipendenza nei gruppi, in modo che gli alunni si sentano uniti e impegnati a lavorare insieme
CREARE INTERDIPENDENZA
FEDERICA ROSSI
L’INTERDIPENDENZA DI SCOPO
SCOPO:
produrre un elenco, una storia, un disegno, un
diagramma, una relazione o completare un
esperimento;
raggiungere una migliore comprensione di un
concetto, di una strategia, una procedura.
LO SCOPO VA DEFINITO CHIARAMENTE
Si crea quando gli studenti comprendono di condividere degli obiettivi e lavorano insieme per raggiungere un fine.
FEDERICA ROSSI
VERIFICA
L’insegnante legge le domande Ciascuno risponde nel proprio spazio (2’ per rispondere ad ogni
domanda) Terminate le domande il writer scrive le risposte migliori nel
centro dopo che il gruppo si è consultato
INTERDIPENDENZA DI
SCOPO
FEDERICA ROSSI
INTERDIPENDENZA DI COMPITO
Quando i membri del gruppo pur avendo un unico scopo, si suddividono parti del compito da svolgere individualmente finalizzandole all’obiettivo comune
FEDERICA ROSSI
I 4 SAGGI
Gli studenti sono naufraghi
in un’isola deserta
Luca deve produrre un testo narrativo: come è avvenuto il
naufragio
Jhonatan deve scrivere il diario di bordo sui primi tre giorni
sull’isola
Camilla deve descrivere l’isola e cosa c’è di prezioso
Francesca deve scrivere nel dettaglio come il gruppo ha lavorato
Al termine devono consegnare tutto il lavoro prodotto
all’insegnante
INTERDIPENDENZA DI COMPITO
FEDERICA ROSSI
OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO Leggere e comprendere il significato delle frasi in lingua OBIETTIVI RELAZIONALI Rispettare le idee altrui Mantenere un tono di voce adeguato Rispettare il turno di parola
DISCIPLINA INGLESE classe 1° media
ATTIVITÀ L’insegnante distribuisce a ciascun gruppo schede con figure e didascalie in lingua inglese. Schede : sequenze di una storia Compito: ricostruire la giusta sequenza Ogni studente ha 3 schede che tiene coperte Deve leggere la didascalia e descrivere cosa è rappresentato Il gruppo si accorda sulla sequenza corretta
INTERDIPENDENZA DI COMPITO
FEDERICA ROSSI
FORMAZIONE GRUPPI Gruppi di 3 eterogenei formati dall’insegnante INTERDIPENDENZA di compito di ruoli di materiali di valutazione MATERIALI Schede con didascalia in lingua inglese TEMPI Circa 1 ora VALUTAZIONE L’insegnante valuta l’esattezza della sequenza Fa domande in lingua sul racconto I voti dei singoli fanno media per tutto il gruppo
FEDERICA ROSSI
Per postazioni tematiche
Jhonatan studia la 1° scheda
Francesca studia la 2° scheda
Luca studia la 3° scheda
Camilla studia la 4° scheda
Gli alunni devono studiare parti del libro di
testo
Ogni studente insegna agli altri i contenuti appresi
La verifica finale individuale è su tutto
INTERDIPENDENZA DI
COMPITO
FEDERICA ROSSI
INTERDIPENDENZA DI
COMPITO
Jhonatan disegna la piantina del quartiere
Francesca ricerca su internet alcune informazioni storiche (sitografia consigliata dall’insegnante)
Luca fa una relazione dettagliata sui servizi presenti in quartiere
Camilla intervista alcune persone significative
Il mio quartiere Gli alunni devono realizzare una ricerca sul quartiere in cui vivono Insieme producono un’introduzione
Insieme presentano alla classe quanto hanno imparato FEDERICA ROSSI
INTERDIPENDENZA DI RUOLO Gli alunni lavorano insieme su un determinato compito
Il ruolo è in funzione del buon funzionamento del gruppo
Il docente assegna ad ogni alunno
un ruolo
Il ruolo può essere
cognitivo
sociale
FEDERICA ROSSI
LE FUNZIONI DI UN GRUPPO ruoli di gestione controllo dei toni di voce
controllo dei rumori controllo dei temi
ruoli di funzionamento spiegare idee e procedure registrare incoraggiare la partecipazione osservare i comportamenti fornire guida fornire sostegno chiarire e illustrare
ruoli di apprendimento ricapitolare precisare verificare la comprensione fare ricerche \ comunicare elaborare approfondire
ruoli di stimolo criticare le idee e non le persone chiedere motivazioni distinguere sintetizzare sviluppare verificare sviluppare opzioni
FEDERICA ROSSI
È l’impegno personale a rendere la cooperazione efficace; RESPONSABILITÀ PERSONALE: portare a termine il proprio compito sia facilitando il lavoro degli altri sia sostenendo i loro sforzi. Può essere ottenuta strutturando una condizione d’interdipendenza, e verificando il risultato raggiunto dai singoli membri in termini di completamento del compito assegnato Il GRUPPO è responsabile del raggiungimento dei suoi obiettivi Ogni MEMBRO deve contribuire con la sua parte di lavoro.
RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE e di GRUPPO
Sebbene l’obiettivo sia unico per il gruppo, i membri devono mantenere la loro responsabilità individuale
FEDERICA ROSSI
Non basta mettere insieme degli studenti per
ottenere un gruppo efficace.
Per promuovere l'apprendimento del singolo, il
gruppo deve esprimere determinate qualità
deve favorire l'espressione di ABILITÀ SOCIALI
FEDERICA ROSSI
Abilità sociali consolidate e utilizzate
spontaneamente e con continuità dallo studente
per avviare sostenere e gestire un'interazione in
coppia o in gruppo
COMPETENZA SOCIALE
FEDERICA ROSSI
Gaia timidissima per paura di sbagliare solitamente non risponde
Nel piccolo gruppo si sente maggiormente a proprio agio
Si confronta con i compagni e scopre che anche altri fanno ipotesi non corrette prima di arrivare alla soluzione finale
Inizialmente intimorita dall’abbassare la media del voto di gruppo
Riesce ad esprimere questo timore
Rassicurata e valorizzata dal gruppo
FEDERICA ROSSI
Insegnare queste abilità prima del lavoro di gruppo, previene la frustrazione e riduce comportamenti potenzialmente dannosi.
ABILITÀ COMUNICATIVE E DI GESTIONE DI CONFLITTI
Abilità che aiutano gli studenti a stare insieme in gruppo
formare il gruppo in modo ordinato;
stare con il gruppo e non gironzolare per l'aula;
parlare sottovoce;
partecipare;
essere positivi verso gli altri membri;
usare segnali per abbassare il tono di voce;
fare a turno.
FEDERICA ROSSI
ABILITÀ DI LEADERSHIP
Abilità che aiutano i gruppi a funzionare bene
rispetto alla realizzazione del compito
chiedere informazioni;
dare informazioni;
aiutare ad organizzare il materiale;
dare dei ritmi di lavoro;
saper ascoltare e saper dare comandi;
incoraggiare la partecipazione;
mostrare apprezzamento;
parafrasare;
condividere i sentimenti;
fare a turno;
scherzare quando è appropriato. FEDERICA ROSSI
IL LEADER NON È UNA PERSONA, NON SI EREDITA, NON È UN POTERE SI È LEADER NEL MOMENTO IN CUI SI COMPIONO AZIONI DI AIUTO E SUPPORTO AL GRUPPO AI FINI DEL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO, CONTRIBUENDO A MANTENERE RELAZIONI COOPERATIVE TRA I MEMBRI Le funzioni di leadership, sono valide solo se ogni componente del gruppo ha ricoperto tali funzioni. MEMBRO DI GRUPPO = LEADER LEADERSHIP DISTRIBUITA ALL’INTERNO DEL GRUPPO
LEADERSHIP DISTRIBUITA
FEDERICA ROSSI
Azione!
motiva,
del percorso di apprendimento
L’insegnante ha la regia
Durante la lezione IL RUOLO DELL’INSEGNANTE
FEDERICA ROSSI
SI PUO’ INSEGNARE AD IMPARARE?
? ? ?
SEI LI’ DA UN’ ORA E NON HAI COMBINATO NULLA. STUDIA!!!
FEDERICA ROSSI
COGNIZIONE
METACOGNIZIONE
METACOGNIZIONE
INSIEME DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE CHE HANNO PER OGGETTO L’ATTIVITÀ COGNITIVA STESSA
ATTIVITA’ COGNITIVE percezione attenzione memoria problem solving
ATTIVITA’ METACOGNITIVE
meta-attenzione metacomprensione metamemoria
FEDERICA ROSSI
ABILITÀ COGNITIVE percezione, attenzione, memoria, problem-solving
ABILITÀ METACOGNITIVE conoscenza metacognitiva e processi metacognitivi di controllo
ASPETTI EMOTIVO-MOTIVAZIONALI
FEDERICA ROSSI
Sulla base dell’oggetto su cui si esercita la metacognizione si può parlare di metamemoria, di metacomprensione, di meta-attenzione ecc.
Esempi:
Faccio una lista per ricordare cosa devo comprare se no…
Individuo il protagonista del racconto
Dopo 15 minuti la mia attenzione cala
METACOGNIZIONE
FEDERICA ROSSI
CONSAPEVOLEZZA
La conoscenza metacognitiva si riferisce alle idee e conoscenze che un individuo ha sviluppato o acquisito relativamente all’attività cognitiva.
esempi: ripetere parola per parola è più difficile che
ripetere con parole proprie; se posso organizzare gli
elementi da memorizzare in categorie li ricorderò
meglio; io ho un’ottima memoria visiva ecc.
FEDERICA ROSSI
AUTOREGOLAZIONE
I processi metacognitivi sono le operazioni con cui un individuo effettivamente sovraintende, momento per momento, all’esecuzione dei propri processi cognitivi.
esempi: capire che non si sta comprendendo e
quindi decidere di rileggere l’ultima frase; ritenere
di aver memorizzato un brano e quindi decidere di
interrompere lo studio.
controllo (informazioni dall’alto verso il basso)
monitoraggio (dal basso verso l’alto). FEDERICA ROSSI
Il bambino deve avere un ruolo attivo nel costruire le proprie conoscenze metacognitive.
Il ruolo dell’insegnante è quello di promotore
ATTRAVERSO modeling dialogo
discussione
PARTENDO dall’analisi dell’errore
METACOGNIZIONE
FEDERICA ROSSI
INSEGNAMENTO DI STRATEGIE
• Arricchire l’insieme delle strategie a disposizione dello
studente
• Promuovere la conoscenza dei principi che ne stanno
alla base e delle situazioni in cui sono utili
• Promuovere un atteggiamento metacognitivo di
riflessione sulle caratteristiche del materiale, del
compito e della situazione al fine di scegliere la strategia
ottimale
• Promuovere un uso controllato delle strategie
FEDERICA ROSSI
STRATEGIE DI LETTURA
Prima di iniziare a leggere mi chiedo che tipo di
testo ho davanti
È un testo di studio?
Di quale argomento si tratta?
Come è organizzato un testo di quella particolare
materia?
FEDERICA ROSSI
STRATEGIE DI LETTURA
LETTURA ANALITICA lenta e attenta per una comprensione profonda e dettagliata del testo
SCORSA RAPIDA DEL TESTO lettura veloce e superficiale permette di cogliere il significato globale senza scendere nel particolare
LETTURA SELETTIVA “a salti” l’occhi si sofferma solo su alcune porzioni di testo
FEDERICA ROSSI
STRATEGIE PER COMPRENDERE scorrere il testo richiamando conoscenze precedenti e facendo previsioni titoli, sottotitoli, figure
dividere il testo in modo ottimale decidere come suddividere un capitolo considerando l’argomento (è nuovo, è difficile, è interessante), le conoscenze possedute (so già qualcosa, non so nulla), la lunghezza del testo e i tempi di attenzione .
fare ipotesi e verificarle sul testo prevedere di cosa parlerà il testo e verificarlo attraverso una prima lettura. Formulare ipotesi consente di leggere in maniera più attiva alla ricerca della conferma di quanto previsto.
fare previsioni sulla base delle conoscenze date dal testo inferire cosa potrà essere scritto dopo sulla base della lettura di una parte del testo
FEDERICA ROSSI
STRATEGIE PER COMPRENDERE individuare le parti importanti seguendo criteri condivisi:
lo scopo per cui si legge e il tipo di testo. Solo dopo avere individuato le parti importanti è opportuno sottolineare porsi domande per verificare la comprensione Autoverifica per controllare il livello di comprensione e accorgersi di quando non si è compreso ed è necessario tornare indietro. Facilita l’organizzazione degli argomenti e il collegamento delle informazioni nuove con quelle già possedute (integrazione negli schemi di conoscenze). Consente di elaborare più profondamente il materiale. comprendere le figure ed integrarle con il testo Codificando le informazioni sia in forma visiva che verbale inoltre si aumentano le probabilità di recuperarle successivamente,
FEDERICA ROSSI
utilizzare le figure come sussidio mnemonico
riassunto
- copia e cancella
- con parole chiave
- personale
costruzione di schemi (tabelle, diagrammi cronologici e logici, mappe concettuali)
formazione di immagini mentali dei termini concreti
concretizzazione di concetti astratti e formazione di immagini mentali
associazioni bizzarre
STRATEGIE PER RICORDARE
FEDERICA ROSSI
CONCENTRAZIONE
• Cosa significa stare attenti e concentrarsi?
• Quali sono le condizioni personali/ambientali ottimali
per raggiungere livelli di concentrazione adeguati per
lo studio
• Consapevolezza dei propri problemi attentivi
FEDERICA ROSSI
Per insegnare le autoistruzioni è opportuno che l’insegnante faccia da modello LE 5 FASI DEL PROBLEM-SOLVING 1.QUAL E’ IL PROBLEMA? “devo capire cosa devo fare, devo capire il problema prima di agire” 2. COSA POSSO FARE? “è bene pensare a diverse soluzioni prima di decidere cosa fare” 3. FISSO L’ATTENZIONE “non devo distrarmi, devo stare bene attento” 4.SCELGO UNA RISPOSTA “se ho valutato bene tutte le soluzioni sono pronto per dare la risposta” 5. COME E’ ANDATA? “devo ricordarmi di controllare e di farmi i complimenti se ho fatto bene”
IL DIALOGO INTERNO Come parlare a se stessi? LE AUTOISTRUZIONI VERBALI Utilizzare la tecnica: STOP, PENSARE, DIRE, FARE E’ importante lo stop prima di agire pensare quello che deve fare dire quello che deve fare fare quello che ha detto lui stesso
FEDERICA ROSSI
20. Capisce che è possibile migliorare il ricordo imparando “meglio” le cose (impegnandosi nell ’ utilizzare intenzionalmente dei modi/strategie per imparare meglio) Strategia possibile a questa età è quella della ripetizione Es:se chiediamo di imparare una poesia o canzone il bambino la ripete per conto suo? Se gli viene insegnato qualche modo per ricordare è consapevole del significato di ciò 21. Quando non capisce qualcosa, sembra rendersene conto (chiede dei chiarimenti, dimostra in qualche altro modo di non avere capito) fate una prova dicendo qualcosa di difficile e vedendo se il bambino chiede chiarimenti o se dimostra perplessità
I PREREQUISITI DELLA METACOGNIZIONE da IPDA (Terreni et al)
FEDERICA ROSSI
22. Di fronte a situazioni che lo mettono in difficoltà non tende ad abbandonare il compito, ma a persistere in questo Questo item è un precursore della costituzione di uno stile attributivo corretto che di solito è legato all’impegno e porta ad insistere nel mettersi alla prova sia in caso di successi che di insuccessi dovrebbe essere un atteggiamento che precede il vero e proprio comportamento mastery oriented (alla padronanza, preferibile a quello performance oriented (=alla prestazione) modo per intuire anche problemi di autostima 23. Capisce che si può essere disturbati durante un’attività dalla presenza di altri pensieri, di rumori e/o altri stimoli in genere Esempio vignette tavole di Yussen se chiede di allontanare rumori, se chiede agli altri di stare zitti
(questionario IPDA Terreni et al)
I PREREQUISITI DELLA METACOGNIZIONE
FEDERICA ROSSI
LO SVILUPPO DELLE ABILITA’ DI STUDIO
FISSARE LE REGOLE CHE GOVERNANO LO STUDIO
impegni svaghi
conoscere il tempo a disposizione
evitare la preparazione affrettata dell’ultimo momento
conoscere la propria velocità
definire sub obiettivi
ricordarsi ogni impegno
FEDERICA ROSSI
ASPETTI EMOTIVO-MOTIVAZIONALI
È necessario che uno studente
1) si trovi in una condizione emotiva che non gli precluda le possibilità di apprendimento
2) sia motivato ad apprendere e che ritenga che di poter riuscire impegnandosi
FEDERICA ROSSI
Lo studente deve:
credere che l’impegno è fondamentale per
ottenere buoni risultati
stile attributivo
credere di essere in grado di ottenere buoni
risultati se si impegna
autoefficacia e autostima
essere motivato ad ottenere buoni risultati
motivazione
FEDERICA ROSSI
SONO PROPRIO UNA STUPIDA NON SO FARE NIENTE
QUESTO COMPITO E’ IMPOSSIBILE COSA E’
SALTATO IN TESTA ALLA MAESTRA…
FEDERICA ROSSI
FACILE!! FACILISSIMO!!! LO SANNO FARE I BAMBINI DI UN ANNO
MI E’ RIUSCITO BENE… MI SONO IMPEGNATO
FEDERICA ROSSI
STILE ATTRIBUTIVO
E’ uno schema stabile di attribuzioni
un insieme di cerdenze e di cognizioni adottato da un individuo come modello di spiegazione della realtà.
ha come antecedenti la prestazione attuale, la prestazione passata e le prestazioni degli altri e influisce sulla prestazione futura.
FEDERICA ROSSI
ATTRIBUZIONI E PRESTAZIONI COGNITIVE
Attribuire i propri fallimenti a cause controllabili come l’impegno insufficiente
- aumenta la motivazione all’apprendimento
- favorisce la perseverazione nei compiti complessi - permette di migliorare la prestazione futura.
L’attribuzione all’impegno consente di ottimizzare i benefici di un insegnamento strategico.
FEDERICA ROSSI
La percezione di autoefficacia è influenzata dall’esperienza passata così come dall’atteggiamento di genitori e insegnanti.
Per favorire un buon senso di autoefficacia:
1. fornire agli studenti compiti che siano affrontabili, impegnandosi nell’uso di strategie
2. mantenere un atteggiamento positivo nei confronti delle possibilità di riuscita dello studente
AUTOEFFICACIA
FEDERICA ROSSI
BASSO SENSO DI AUTOEFFICACIA AUMENTO DELL’ANSIA E DELLO STRESS evitamento atteggiamento passivo sentimenti di impotenza appresa non si ritiene di poter incidere sui risultati vissuto è quindi di tipo depressivo INFLUENZA NEGATIVA SUL RISULTATO
FEDERICA ROSSI
SONO TROPPO LENTO, NON CE LA FARÒ MAI!
MI SONO ALLENATO TANTO, CE LA FARÒ!
MI DIMENTICHERÒ TUTTO E FARÒ SCENA MUTA!
HO STUDIATO E ANDRÀ BENE!
HO VOGLIA DI VINCERE!
SONO UNA FRANA, NON CE LA FARÒ MAI!
CHE COSA HAI PENSATO?
FEDERICA ROSSI
IL RISULTATO DIPENDE ANCHE DA CIÒ CHE PENSI
Se pensi di essere imbranato, che non ce la farai mai, è probabile che tu perda la tua sfida.
Se pensi di essere in gamba, che ce l’hai messa tutta e
ce la farai, è molto più probabile che tu vinca la tua sfida.
È IMPORTANTE AVERE FIDUCIA NELLE PROPRIE CAPACITÀ FIDARSI DI SÉ STESSI
FEDERICA ROSSI
AUTOSTIMA
E’ tutta la costellazione di elementi a cui facciamo riferimento per descrivere noi stessi. È la valutazione che diamo di noi.
Tutti noi diamo valore in modo differente alle cose che ci riguardano. Tendiamo a dare maggior peso alla valutazione che facciamo rispetto alle competenze che abbiamo su cose che per noi sono importanti. Non mi dispero pensando al fatto che non sono in grado di tradurre un testo scritto in cirillico.
FEDERICA ROSSI
PER MIGLIORARE LA STIMA DI SÈ
Richiamare l’attenzione sulle capacità del bambino creando momenti in cui lui possa mostrare i suoi talenti
Usare il "rinforzo positivo“:gratificare il bambino quando mette in atto un comportamento richiesto
Evidenziare i suoi successi e non i suoi errori
PER EVITARE
non agisco perché non riesco
non riesco perché non agisco
non voglio mettermi alla prova
FEDERICA ROSSI
VALORIZZARE LE CARATTERISTICHE POSITIVE
INFLUENZA SULL’AUTOEFFICACIA INFLUENZA SULL’AUTOSTIMA
Perchè il bambino possa cambiare il concetto di sè, l’adulto deve cambiare modo di vedere il bambino
FEDERICA ROSSI
MOTIVAZIONE
Influenza del senso di autoefficacia Se penso di essere in grado di …. sarò più motivato a…
FEDERICA ROSSI
LA MOTIVAZIONE MOTIVAZIONE NON E’ UGUALE A FORZA DI VOLONTÀ
Gianluca impegnati di piu’
UFFA! Ma come faccio se non so come si fa
FEDERICA ROSSI
MOTIVAZIONE AD APPRENDERE
• Creare un clima di classe cooperativo e non competitivo
• Mantenere un clima di classe relazionale–affettivo positivo
• Stimolare credenze, teorie implicite, rappresentazioni di sé e della propria abilità efficaci
• Insegnare strategie di studio
• Proporre compiti di difficoltà adeguata
• Lodare in maniera efficace
FEDERICA ROSSI
MOTIVAZIONI INTRINSECHE
Interesse curiosità desiderio di sentirsi competenti
MOTIVAZIONI ESTRINSECHE
Premi lodi incentivi approvazione sociale raggiungimento di uno status interesse per il voto
FEDERICA ROSSI
MOTIVAZIONI INNATE
Ad apprendere
A sentirsi competenti
Ad autodeterminarsi
A stare in relazione
Compito dell’insegnante: sostenerle e non frenarle
FEDERICA ROSSI
VALUTAZIONE
Riguardo ai BES
Personalizzare i criteri di valutazione
Mettere l’allievo nelle condizioni di dimostrare quanto ha
appreso
Senza essere penalizzato da procedure che non
considerano le difficoltà specifiche,
tenendo separate quindi le abilità o competenze che
valuto, dalle eventuali difficoltà di accesso legate al
disturbo!
FEDERICA ROSSI
Concretamente ...
– Prevedere la possibilità di aumentare i tempi di
esecuzione di un compito
– di ridurre quantitativamente le consegne,
– di strutturare le prove,
– di programmare gli impegni,
in modo simile a quanto già si fa con i DSA
FEDERICA ROSSI
BIBLIOGRAFIA
Alunn con BES (Ianes,Cramerotti a cura di, Erickson)
Metacognizione e insegnamento (Ianes, a cura di, Erickson)
Guida alla didattica metacognitiva (Ashman e Conway, Erickson)
Metacognizione ed educazione (Albanese, a cura di, Franco Angeli)
Metacognizione e apprendimento (Cornoldi, Il Mulino)- per approfondimenti
Memoria e Metacognizione (Cornoldi e Caponi, Erickson)
Attenzione e Metacognizione (Marzocchi et al., Erickson)
Lettura e Metacognizione (De Beni e Pazzaglia, Erickson)
Imparare a Studiare 2 (Cornoldi et al. Erickson)
Empowerment cognitivo e prevenzione dell’insuccesso (Pazzaglia,et al.Erickson)
Guida allo studio del testo di storia (De Beni e Zamperlin, ed Erickson)
Imparare a studiare la geografia (De Beni et al., ed. Erickson)
Scrittura e Metacognizione (Cisotto, Erickson)
Matematica e metacognizione (Cornoldi et al., Erickson)
L’Abc delle mie Emozioni (Di Pietro, Erickson)
Impulsività e Autocontrollo (Cornoldi et al., Erickson)
Il piano educativo individualizzato, Progetto di vita (Ianes D., Cramerotti S.,, ed. Erickson) Buone prassi di integrazione scolastica (Canevaro A., Ianes D., Erickson) La diagnosi funzionale secondo l’ICF (Ianes, D.,, Erickson)