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BIBLIOTECHE IN EUROPA 18 Biblioteche oggi - Marzo 2000 La battaglia politica e culturale, gentili signore e signori, non è solo stata provocata, ma si è sempre trovata nel cuore e nell’animo di questa città. Thomas Mann È quasi inevitabile, quando in Germania si parla di Mona- co e di tutto o molto di quan- to la riguarda, ricorrere a termini superlativi e riferirsi ai suoi innu- merevoli primati. La capitale della birra e delle feste (a quanto pare si tratta della città europea con il mag- gior numero di feste e festival, fiere ed eventi, sacri e profani, popolari e non, rispetto al numero di abi- tanti) è anche promotrice di istitu- zioni ed eventi scientifici, artistici e culturali, con pochi paragoni al mondo. Un altro luogo comune che riguarda Monaco è la sua capa- cità di far convivere e spesso ar- monizzare templi e caratteri della tradizione con laboratori e tenden- ze dell’avanguardia estrema. Il numero e la qualità dei musei monacensi sono proverbiali. L’ulti- mo nato, Das Kartoffelmuseum (è vero, non è un’invenzione del no- stro Bonvi), è un piccolo gioiello nel genere dei musei agroalimentari cultura”. 2 Non ricordo bene chi, tra lo storico Angelo Varni, prorettore dell’Università di Bologna e l’italia- nista Ezio Raimondi, presidente del- l’Istituto per i beni culturali e na- turali della Regione Emilia Roma- gna, abbia garbatamente contestato la scelta del termine “crocevia”, che evoca transiti, punti nei quali viandanti di passaggio si arrestano un attimo, poi, una volta indivi- duata quella giusta, scelgono una direzione. Nessuno ha mai attribui- to a un crocevia o a un nodo fer- roviario capacità attrattive, di per se stesse, dal punto di vista turisti- co o culturale. E Bologna è stata sì, nel corso dei secoli, per sua for- tuna, uno snodo cruciale di comu- nicazione veicolare, ma anche un polo di attrazione artistica e cultu- rale, come tanti scrittori di viaggi, uomini d’arte e di cultura sanno. Tanti che vi son passati, tanti che vi hanno soggiornato a lungo, tanti che, Carducci e Rossini vengono per primi alla mente, l’hanno eletta a seconda patria. Se pure non ram- mento chi si è dispiaciuto del ter- mine “crocevia”, ricordo benissimo che Ezio Raimondi, citando a un certo punto Thomas Mann, ha sot- tolineato che il segreto perché una città rimanga viva e sia piuttosto un crogiuolo che un crocevia cul- turale sta “semplicemente” nella capacità di coniugare memoria e innovazione, tradizione e avan- guardia. La città delle torri medie- vali è anche la città delle torri di Kenzo Tange nel quartiere fieristi- co, e la città dell’ alma mater stu- diorum è stata la prima a offrire ai cittadini una rete telematica gratui- ta. Potrebbe essere – questo è sta- to l’auspicio espresso dal sindaco Giorgio Guazzaloca quando ha inaugurato i lavori del citato con- vegno – la prima città in Italia a dotarsi, nell’ex Sala Borsa, di una mediateca pubblica di livello e di- mensioni europee: sempre che ri- manga vivo, in tutti i soggetti coin- volti, il convincimento che si tratta Gasteig fra tradizione e innovazione Nel prestigioso centro culturale di Monaco ha sede una biblioteca pubblica che si propone come modello europeo di Rino Pensato e la sua biblioteca è subito diventa- ta una biblioteca specializzata, iper- specializzata, con le sue pubblica- zioni tecnico-scientifiche e i suoi li- bri di cucina e ricettari dedicati al tubero più diffuso del mondo. 1 Ma vogliamo tornare al discorso iniziale circa la fisiologica natura conflittuale del rapporto tra vec- chio e nuovo, rapporto non sem- pre e non così pacifico e armonio- so come sembrerebbe dall’esterno. Il riferimento alla natura di tale rap- porto non soltanto è funzionale al presente contributo, ma ci ricorda che il conflitto fra tradizione e in- novazione vive tuttora, e ancora una volta, a Monaco, ma anche qui da noi, una fase acuta alla quale cultura e biblioteche non so- no estranee. Ci è capitato, mentre questo pezzo era già stato impostato, esattamen- te in questi termini e dopo che la citazione iniziale di Thomas Mann era già stata scelta, di presenziare a un convegno bolognese in cui veniva illustrato, almeno nelle in- tenzioni dei promotori, il senso e il programma delle iniziative previste per “Bologna 2000. Città europea della cultura”. Il titolo del conve- gno era “Bologna crocevia della

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BIBLIOTECHE IN EUROPA

18 Biblioteche oggi - Marzo 2000

La battaglia politica e culturale, gentili signore e signori, non è solo stata provocata, ma si è sempre trovata nel cuore e nell’animo di questa città.

Thomas Mann

È quasi inevitabile, quando inGermania si parla di Mona-co e di tutto o molto di quan-

to la riguarda, ricorrere a terminisuperlativi e riferirsi ai suoi innu-merevoli primati. La capitale dellabirra e delle feste (a quanto pare sitratta della città europea con il mag-gior numero di feste e festival, fiereed eventi, sacri e profani, popolarie non, rispetto al numero di abi-tanti) è anche promotrice di istitu-zioni ed eventi scientifici, artistici eculturali, con pochi paragoni almondo. Un altro luogo comuneche riguarda Monaco è la sua capa-cità di far convivere e spesso ar-monizzare templi e caratteri dellatradizione con laboratori e tenden-ze dell’avanguardia estrema.Il numero e la qualità dei museimonacensi sono proverbiali. L’ulti-mo nato, Das Kartoffelmuseum (èvero, non è un’invenzione del no-stro Bonvi), è un piccolo gioiellonel genere dei musei agroalimentari

cultura”.2 Non ricordo bene chi, tralo storico Angelo Varni, prorettoredell’Università di Bologna e l’italia-nista Ezio Raimondi, presidente del-l’Istituto per i beni culturali e na-turali della Regione Emilia Roma-gna, abbia garbatamente contestatola scelta del termine “crocevia”,che evoca transiti, punti nei qualiviandanti di passaggio si arrestanoun attimo, poi, una volta indivi-duata quella giusta, scelgono unadirezione. Nessuno ha mai attribui-to a un crocevia o a un nodo fer-roviario capacità attrattive, di perse stesse, dal punto di vista turisti-co o culturale. E Bologna è statasì, nel corso dei secoli, per sua for-tuna, uno snodo cruciale di comu-nicazione veicolare, ma anche unpolo di attrazione artistica e cultu-rale, come tanti scrittori di viaggi,uomini d’arte e di cultura sanno.Tanti che vi son passati, tanti chevi hanno soggiornato a lungo, tantiche, Carducci e Rossini vengonoper primi alla mente, l’hanno elettaa seconda patria. Se pure non ram-mento chi si è dispiaciuto del ter-mine “crocevia”, ricordo benissimoche Ezio Raimondi, citando a uncerto punto Thomas Mann, ha sot-tolineato che il segreto perché unacittà rimanga viva e sia piuttostoun crogiuolo che un crocevia cul-turale sta “semplicemente” nellacapacità di coniugare memoria einnovazione, tradizione e avan-guardia. La città delle torri medie-vali è anche la città delle torri diKenzo Tange nel quartiere fieristi-co, e la città dell’alma mater stu-diorum è stata la prima a offrire aicittadini una rete telematica gratui-ta. Potrebbe essere – questo è sta-to l’auspicio espresso dal sindacoGiorgio Guazzaloca quando hainaugurato i lavori del citato con-vegno – la prima città in Italia adotarsi, nell’ex Sala Borsa, di unamediateca pubblica di livello e di-mensioni europee: sempre che ri-manga vivo, in tutti i soggetti coin-volti, il convincimento che si tratta

Gasteig fra tradizionee innovazione

Nel prestigioso centro culturale di Monacoha sede una biblioteca pubblica che si proponecome modello europeo

di Rino Pensato

e la sua biblioteca è subito diventa-ta una biblioteca specializzata, iper-specializzata, con le sue pubblica-zioni tecnico-scientifiche e i suoi li-bri di cucina e ricettari dedicati altubero più diffuso del mondo.1

Ma vogliamo tornare al discorsoiniziale circa la fisiologica naturaconflittuale del rapporto tra vec-chio e nuovo, rapporto non sem-pre e non così pacifico e armonio-so come sembrerebbe dall’esterno.Il riferimento alla natura di tale rap-porto non soltanto è funzionale alpresente contributo, ma ci ricordache il conflitto fra tradizione e in-novazione vive tuttora, e ancorauna volta, a Monaco, ma anchequi da noi, una fase acuta allaquale cultura e biblioteche non so-no estranee.Ci è capitato, mentre questo pezzoera già stato impostato, esattamen-te in questi termini e dopo che lacitazione iniziale di Thomas Mannera già stata scelta, di presenziarea un convegno bolognese in cuiveniva illustrato, almeno nelle in-tenzioni dei promotori, il senso e ilprogramma delle iniziative previsteper “Bologna 2000. Città europeadella cultura”. Il titolo del conve-gno era “Bologna crocevia della

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di un’occasione forse irripetibile eche l’impresa avrà tanto più forticonnotati di modernità e originalitàquanto più si sforzerà di rielabora-re le suggestioni provenienti da re-centi e importanti modelli europeialla luce dell’identità e del tessutoculturale bolognesi. Anche Monaco è stata – ed è – cittàdi transito, tra l’est e l’ovest e tra ilnord e il sud dell’Europa. Ma quelche di Bologna non si può essercerti – e cioè che non finisca peressere solo un transito – è al con-trario – e in senso positivo – certoper Monaco. Monaco, da sempre,a parte i transitori e oceanici flussi

turistici, soprattutto giovanili, chene fanno la prima città turisticadella Germania e una delle primed’Europa, è per moltissime catego-rie di intellettuali, artisti e ricercato-ri una meta imprescindibile, unsoggiorno “obbligato”: per gli stu-diosi di storia delle arti plastiche efigurative, come per quelli di Storiadella scienza e della tecnica, dellamusica e della letteratura tedesca,del cinema e del teatro, della radioe della televisione, e l’elenco po-trebbe estendersi praticamente aquasi tutti i rami del sapere e delleattività umane.Dunque, pare che a Monaco viva-

no molto intensamente – e da tem-po – quella situazione di confrontoe innesto fra tradizione e innova-zione, che Raimondi ha sapiente-mente raccomandato ai bolognesi. Quella del passato che ritorna siconfigura talvolta, per i bavaresi,addirittura come una vera ossessio-ne. Non vogliamo riferirci a eventitragici e ben noti, ma solo ai disse-sti finanziari arrecati al Regno diBaviera da Ludwig II e dalla suamania per i castelli (oggi businessturistico di portata colossale): leforme fantasmatiche di quei disse-sti si sono materializzate agli occhidei monacensi alcuni anni or

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Veduta esterna del Kulturzentrum am Gasteig, in una foto del 1983

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sono. Ciò è avvenuto quando lametropoli culturale bavarese si èquasi rovinata finanziariamente perportare faticosamente a termine lacostruzione del Centro culturaleGasteig, all’interno del quale, in po-sizione centrale in tutti i sensi, sicolloca la Münchner Stadtbibliothek.La prima idea del Gasteig è del1955, quando l’intellighenzia pro-gressista bavarese lancia l’idea diuna casa della cultura e dell’educa-zione popolare. Nel 1969 vienesviluppato un progetto relativo aspazi e funzioni. Nel 1971 vienebandito un concorso di idee. Nel1976 viene finalmente approvato ilprogetto, la cui costruzione è av-viata nel 1978. Nell’arco di due an-ni, tra il 1984 e il 1985, il Centroculturale apre, un po’ per volta,tutte le sue sezioni. Il 10° anniver-sario del Gasteig (1995) è occasio-ne di celebrazioni e, tanto percambiare, di festeggiamenti. Arri-viamo al 1999: nel generale climamillenaristico, i dirigenti del Gasteige il Kultureferat di Monaco enuncia-no a tutto il mondo (cioè su In-ternet: http://www.muenchen.de/referat/kultur/) la parola d’ordineper il nuovo millennio: “Fine diun’era. Si cambia rotta!” Per quel che riguarda noi, osserva-tori distanti e fruitori occasionalidegli ottimi servizi del Gasteig e dialcuni splendidi eventi, musicali,espositivi o cinematografici iviospitati, possiamo concludere che,se ovviamente Monaco non è lanuova “Atene sull’Isar” (e non sivede come e perché avrebbe potu-to o dovuto esserlo), e se altrettan-to ovviamente il Gasteig non è –non poteva e non doveva esserlo– il Beaubourg tedesco, esso non ènemmeno, come ebbe a definirloAugust Kühn, “un costoso istitutopenale della cultura”.Non sappiamo cosa sarà il Gasteigin futuro. Ma vediamo che, oggicome oggi, la Münchner Stadtbi-bliothek, la sede della gloriosa Mün-chner Philarmoniker, l’Istituto Ri-

chard Strauss, il Conservatorio e laScuola comunale di canto e musi-ca, le tre sale da concerto (la Phi-larmonie, la Carl-Orff Saal e laKleiner Konzertsaal), le sale cine-matografiche, per adulti e ragazzi,l’Università popolare, sono, comeci ha orgogliosamente confermatodi recente Nora Hoelzinger, vice-direttrice della Münchner Stadtbi-bliothek, ben più che una sommadi istituzioni.3

Le attività del Gasteig coprono unarco di giornata che va dalle settedi mattina a mezzanotte. Media-mente 6.000 persone al giorno (2milioni all’anno) fruiscono di unao l’altra delle 1.700 manifestazionie attività che il Gasteig organizzaogni anno. La biblioteca non hauna parte secondaria in tutto que-sto, se è vero che poco meno diun terzo degli eventi fanno capoad essa. Nora Hoelzinger, nel col-loquio cui prima accennavamo,puntualizzava che comunque l’ap-porto specialistico e peculiare piùrilevante della biblioteca alle atti-vità culturali del Gasteig sono leimportanti mostre dedicate soprat-tutto a grandi scrittori. Ebbene, sescorriamo il programma delle ulti-me due, quella su Klaus Mann equella su Thomas Bernhard, allorascopriamo che i due mesi di espo-sizione dedicati al cinquantesimoanniversario della morte del figliosuicida di Thomas Mann sono staticonditi con 48 eventi collaterali, traproiezioni (ben 18), concerti, pre-sentazioni di libri, dibattiti, letture,escursioni “letterarie” nei luoghi“manniani”. Sono 23 gli eventi checorredano la mostra di tre mesi (23febbraio-24 aprile) dedicata all’Au-stria di Thomas Bernhard (“Tho-mas Bernhards Österreich”). La biblioteca ha una parte di rilie-vo nella fitta e densa programma-zione culturale del Gasteig non so-lo, come abbiamo visto, per i nu-meri, ma anche perché i suoieventi sono in larga parte connessida un lato alla sua funzione stori-

ca, di memoria degli ultimi due se-coli della storia di Monaco, conparticolare attenzione alla culturacontemporanea, e dall’altra alle at-tività dei centri “coinquilini”. Sareb-be peraltro riduttivo pensare che lacentralità del ruolo documentario,informativo e culturale della biblio-teca si racchiuda e si concluda nelGasteig. In ambito strettamente bi-bliotecario è noto – e se ne discor-rerà estesamente più avanti – chela Biblioteca di Rosenheimerstrasseè il centro e il motore del piùgrande bacino bibliotecario urbanodell’intera Germania. Ma qui vo-gliamo riferirci a un altro aspetto,per così dire, esogeno, della cen-tralità della Biblioteca municipale,anche riguardo alla vita culturalemonacense a prescindere daGasteig o “senza Gasteig” (l’espres-sione “Kultur ohne Gasteig” è cor-rentemente e ufficialmente adope-rata dai responsabili della ammini-strazione della cultura a Monaco).E ci si imbatte in un altro interes-sante capitolo peculiare della vi-cenda culturale monacense, o, sepreferite, in un altro di quei “pri-mati” di cui i monacensi si vantanoe che si lega strettamente all’esi-stenza stessa della biblioteca, dellasua funzione e delle sue attività. Ed’altra parte l’enfasi posta dai pro-motori delle attività culturali edespositive della biblioteca sulla let-teratura e sugli scrittori, piuttostoche sulla storia o sull’arte, ci obbli-ga a seguire questa pista.Il fatto è che, da lungo tempo or-mai, e sempre più insistentemente,Monaco si propone, agli occhi del-la comunità intellettuale internazio-nale, come “città dei libri e dellaletteratura”, “capitale europea del-l’editoria”.Le credenziali presentate da Mona-co a sostegno di tale primato sonoindubbiamente tante e di tutto ri-spetto.Abbiamo ricordato in altra occasio-ne che “Monaco è il secondo cen-tro librario del mondo per quel

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che riguarda la pubblicazione dinuovi titoli per anno, precedutosolo da New York.”Al sopraggiungere e al sopravveni-re dei nuovi media, anche editoria-li, Monaco si è immediatamente at-trezzata e posizionata ai livelli piùalti per produzione, raccolta, docu-mentazione e ricerca: fra i testimo-ni eccellenti possiamo citare l’In-stitut für Urheber-und Medienrecht,il Medienforum e il Medienzen-trum, istituti pubblici di ricerca, do-cumentazione e raccolta sui nuovimedia elettronici. Le credenziali bibliotecarie in sen-so stretto sono innumerevoli e dialtissimo livello: le punte di dia-mante di questa autentica “monta-gna di libri” sono, come è noto, laBayerische Staatsbibliothek, la Uni-versitätsbibliothek, la Biblioteca delDeutsches Museum, la Internatio-nale Jugendbibliothek, la JuristischeBibliothek im Rathaus, Monacensia.Literaturarchiv und Bibliothek, con isuoi 115.000 documenti a stampasulla storia di Monaco e i 325.000documenti che costituiscono il suoarchivio letterario.4

Per quanto riguarda le librerie, lepossibilità di scelta sono veramen-te infinite e, come si suol dire, pertutti i gusti. Dai due grandi book-store di Hugendubel (eredi dellaprima Hugendubel di Salvatorplatzdel 1890) dove, ripartiti in cinquepiani, si possono trovare esposti130.000 titoli, mentre numerosissi-me e comode “nicchie” per la con-sultazione e la lettura si aprono neipianerottoli della grande scala achiocciola posta al centro del ne-gozio; alle due librerie interamentededicate a prodotti editoriali, vec-chi e nuovi media, del terzo mon-do; alle bellissime antiquarie diTurkenstrasse e Adalbertstrasse aSchwabing; alla grande libreria in-ternazionale (edizioni da 25 paesi)della Stazione centrale; alle 6 libre-rie straniere (2 inglesi, una france-se, una russa, una ispano-america-na, una italiana); fino alla cu-

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riosa Dichtung & Wahrheit. GuteBücher, gute Weine, di cui potetetrovare una più dettagliata descri-zione nella scheda di p. 28 insiemealla descrizione di Baal (dalla com-media di Brecht), la più nota – ebella – osteria con libri di Monaco.Monacensia, con il suo archivioletterario è il più evidente e direttotramite fra la Münchner Stadtbi-bliothek, della quale è sezione spe-ciale staccata, e il tessuto letterarioistituzionale di Monaco, ricco e va-riegato, al quale parimenti attingee con il quale parimenti la biblio-teca collabora e coopera, a livellodocumentario e culturale.Punta di diamante del sistema è laStiftung Buch-, Medien- und Litera-turhaus, che ospita, tra l’altro, ilDeutsches Bucharchiv e il Medien-forum, come dire, ancora una vol-ta, memoria e innovazione, tradi-zione e avanguardia.La Casa della letteratura, aperta nelgiugno del 1997 in Salvatorplatz, èil frutto dello sforzo comune degliamministratori, degli editori e dellelibrerie locali, per dotare Monacodi una fondazione per il libro e laletteratura che si proponesse intermini diversi, nuovi e più avan-zati, rispetto alle organizzazioni si-milari presenti a Berlino, Amburgo,Francoforte, Stoccarda e Vienna. Innanzitutto, quella di Monaco of-fre, come le altre, un programmapubblico di eventi quali conferen-ze, letture, dibattiti, conversazioni,convegni, mostre, ma, a differenzae quasi in contrasto con le altre, laCasa bavarese è molto più apertaagli altri professionisti del libro eagli altri protagonisti della vita let-teraria come librerie, editori, bi-blioteche.Il primo segnale di novità è rintrac-ciabile nello statuto stesso dellafondazione, laddove afferma che“proposito della fondazione è l’a-vanzamento della letteratura, dellacultura e dell’arte, in rapporto ai li-bri e agli altri media”. I classici“vecchi” media, i libri e i periodici

per tutti, sono naturalmente ancoraal centro delle attività della Casa ein particolare del Deutsches Buch-archiv, ma i nuovi media elettronicisi sono rapidamente conquistati unruolo e un posto di rilievo e dignitàassoluti, difficilmente riscontrabili,in effetti, nelle attività delle società

letterarie che la tradizione culturaleeuropea ci ha trasmesso.La breve descrizione delle due se-zioni istituzionali preminenti dellaFondazione servirà a chiarire comela realtà dei fatti abbia confermatoe rispettato, in questi primi due annidi vita, il proposito statutario.

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Una sala di lettura della Münchner Stadtbibliothek subito dopo l’apertura (1984)

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Il Deutsches Bucharchiv, nato nelgennaio 1948, ha operato per 50anni come centro di informazionee documentazione per tutto ciòche riguarda il mondo e le profes-sioni del libro e dei periodici.Trasferito dal giugno 1997 nellaCasa della letteratura, il DBA ha

tutto quello che dal 1945 a oggi èstato pubblicato in Germania sul-l’oggetto libro: Wir haben alleszum Thema “Büchermachen”!La sua biblioteca raccoglie e indiciz-za, come ricordato, tutta la letteratu-ra secondaria in lingua tedesca sullibro e le industrie correlate. Sono

altresì acquisiti gli studi sulla lettera-tura tedesca del dopoguerra. La rac-colta conta attualmente circa 26.000libri, 160 periodici correnti e 5.000documenti di letteratura grigia. L’istituto assiste, in loco, per telefo-no, via e-mail, anche grazie a unaben fornita reference cross-sectioncollocata nella sala di lettura, chiun-que sia interessato al lavoro edito-riale, al commercio librario e all’in-dustria e alle professioni del libro ingenerale. La sua collana di strumentidi consultazione “Buchwissenschaft-liche Beiträge aus dem DeutschenBucharchiv”, conta già 60 titoli.Il Medienforum si propone, soprat-tutto ai giovani, come centro di di-scussione, attività e organizzazioneper quanti sono interessati, con in-tenti formativi e professionali, al-l’“arte” e alla “cultura” dei nuovi media.Le attività del Forum si articolanoin quattro sezioni:– Medientheorie: le sua finalità so-no l’informazione e la discussionesui nuovi media, attraverso l’orga-nizzazione di simposi, conferenze,workshop;– Netzkommunikation: questa se-zione si occupa della diffusionedei contenuti “artistici” e culturalidi Internet, del lavoro di progetta-zione di Internet nella sua globa-lità, sviluppa progetti e workshopsulla comunicazione via Internet esull’“Internet publishing”;– Medienateliers München: la se-zione funge da agenzia di interme-diazione fra gli operatori prove-nienti da studi (o atelier) multime-diali e il mondo della produzione;si occupa altresì della diffusione edella presentazione di progetti;– Electronic publishing: nella quar-ta sezione vengono presentate pub-blicazioni elettroniche, si elaboranoallestimenti e progetti sui temi del-la produzione e della distribuzionedei media elettronici.Dopo questa escursione in casadell’ultima nata tra le creature do-cumentarie della città dei libri, sipuò tornare a Gasteig, alla sua

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biblioteca, per verificare, riassu-mendone struttura, organizzazionee attività, se e quanto essa condivi-da della ennesima alleanza fra tra-dizione e innovazione che la Casadella letteratura propone in manie-ra molto avanzata e coraggiosa, eproprio riguardo a oggetti che allebiblioteche sono sempre apparte-nuti (i libri) o che sono destinatisempre più ad affiancarli e addirit-tura – in certi settori e per determi-nate funzioni – a soppiantarli (inuovi media elettronici).Il Kulturzentrum am Gasteig, daimonacensi chiamato semplicemen-te Gasteig, così come il suo model-lo dichiarato, il Centro nazionaled’arte e cultura Georges Pompi-dou, è semplicemente Beaubourg,ha sede in una struttura di piastrel-le in cotto scuro e vetro. In realtà,a dispetto di Kühn e di chi associal’immagine piuttosto tetra del-l’esterno all’idea di un “bunker del-la cultura”, l’interno del Gasteig èrelativamente luminoso, con unpozzo centrale tutto a vetri, che ir-radia luce negli ambienti circostan-ti, a cominciare dalla biblioteca. E, proprio in curiosa contrapposi-zione con quest’idea di bunker,l’ideologia e la sensazione che sirespirano, in tutto il Gasteig e nellabiblioteca in particolare, sono diuna straordinaria apertura e inter-comunicabilità culturale e ambien-tale. Tanto che veramente la bi-blioteca si vanta e si sforza di esse-re un po’ il collante, il centro e lamemoria storica, diremmo oggi lacentralina che alimenta la macchi-na Gasteig, anche se il rapportoprivilegiato – e dichiaratamenteprivilegiato – è quello con l’Uni-versità popolare, una tra le più stra-ordinarie istituzioni del genere rin-tracciabili sul pianeta.La Münchner Stadtbibliotkhek diMonaco, nata nel 1843, si trasferi-sce nel 1983 nel centro culturale diGasteig, per essere aperta al pub-blico l’anno successivo.L’unità centrale ha un patrimonio

di circa 1.200.000 unità.A grandi linee, i servizi e le raccol-te al pubblico della biblioteca sisviluppano su 4 piani e 8 livelli:ogni piano è diviso, attraverso unapiccola rampa di scale, in due se-zioni, con contenuti disciplinari,modalità di uso e livelli di specia-lizzazione diversi – articolazioneleggibile nella pianta riprodottanella pagina a fianco.Ogni livello dispone di almeno uninfopoint (12 complessivamente intutta la biblioteca) e di una posta-zione OPAC (18 in tutto), e ognipiano dispone di almeno un servi-zio di fotocopiatura (7 in tutto). Ilquarto piano è destinato agli ufficidirezionali, amministrativi e tecniciinterni. Al piano terra (livello 0, corrispon-dente al piano terra di Gasteig, main pratica “sotterraneo” rispetto allabiblioteca, in quanto l’ingresso del-la stessa si trova al primo piano diGasteig, raggiungibile con rampedi scale, ascensori, scale mobili) sitrovano i settori più “gettonati”: bi-blioteca musicale, livello 0.1 e, li-vello 0.2, letteratura tedesca, fictione letteratura di consumo, film invideocassette e dvd. Nella bibliote-ca musicale trovano collocazione i185.000 stampati, con una dellepiù ricche collezioni europee dispartiti di ogni genere, e i 50.000documenti audiovisuali (musicas-sette e cd, videocassette e dvd mu-sicali) per il prestito e l’ascolto insede. Per quest’ultimo sono dispo-nibili 7 cabine individuali audiovi-deo e posti di ascolto di gruppoper complessive 50 persone.È interessante la scelta, a quantopare in fase sperimentale e nongeneralizzata, di collocare gli au-diovisivi di natura non musicale (ei filmati non-fiction) all’internodelle relative sezioni: così ci è ca-pitato di trovare il teatro di Piran-dello ed Eduardo, e addirittura i filmdi Pasolini, così come le cassettecon letture di poeti italiani, nellasezione di letteratura italiana, e

Shakespeare in love nella sezionededicata al teatro elisabettiano.L’ingresso della biblioteca è al pri-mo piano di Gasteig (livello 1.1della piantina). Qui si concentratutto quanto, cose e persone, intro-duce alla biblioteca, informa sullabiblioteca e i servizi, indirizza eguida. La vasta hall, che ospita an-che grandi mostre bibliografiche(almeno 5-6 ogni anno), offre unimpressionante dispiegamento dibanconi, computer, addetti, sche-dari tradizionali, espositori girevolidi materiale informativo (numero-so, capillare, chiaro e completoquello prodotto dalla biblioteca ead essa relativo), che vi dà la pia-cevole sensazione di ... non esseresoli. Due piccole osservazioni: 1) ibanconi sono veramente moltobassi, in modo tale che l’operatorenon vi guarderà mai dall’alto inbasso; 2) gli stessi banconi hannouna rientranza, in modo da con-sentire ai portatori di handicap fisi-ci di accostarsi al massimo, con lacarrozzina, all’operatore e poterparlare a distanza ravvicinata e sen-za disagi di nessun tipo. I cataloghia schede, quattro postazioni OPAC,un chiosco Internet autogestito dailettori per l’informazione rapida etutte le bibliografie (ca. 10.000 vo-lumi), completano la dotazionedella hall. Qui si trova anche unodei due banconi per la distribuzio-ne (se ne trova un altro al livello2.1, nella Sala di lettura generale)degli 800.000 volumi collocati amagazzino, trasportati, facilmente ecelermente (20 minuti di attesamassima) in ceste metalliche anti-rovescio su semplici binari checorrono lungo tutte le superficiorizzontali (a terra e a soffitto) everticali (pareti) disposte lungo ilpercorso più breve e funzionaledai depositi ai banconi. Nella hallè infine collocato il Flohmarkt li-brario, riservato a quella parte dilibri di scarto ancora in buonecondizioni. Al livello 1.2, corri-spondente e comunicante in oriz-

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zontale con la hall (1.1) e in verti-cale con la letteratura tedesca(0.2), si trovano le letterature stra-niere e la Sala didattica e per pic-cole conferenze (132 posti).Al secondo piano si trovano le duegrandi sale di lettura, corredatedalle 33.000 opere di consultazionenon bibliografiche, dalle postazioniInternet e banche dati, dalle 12 ca-bine individuali di lavoro, dall’e-sposizione delle 350 riviste di inte-resse generale, dallo studio di pro-duzione multimediale. Alcune ope-re di consultazione sono duplicateai banconi di informazione di inte-resse specialistico nelle divisioni ascaffale aperto. Le bibliografie sipossono trovare invece, come ri-cordato, solo in Sala cataloghi, die-tro l’information desk principale,nella sala di ingresso. Le 260.000 opere a scaffale aperto,tutte disponibili per il prestito, adeccezione, ovviamente, delle operedi consultazione, sono classificatesecondo un sistema denominatoASB (Allgemeine Systematik fürBibliotheken) che è comunementeusato nelle biblioteche pubblichetedesche. Alcune di queste classisono specialmente adattate agliaspetti regionali, ad esempio la let-teratura su Monaco, qui e a Mona-censia, e alle collezioni speciali,come la Juristische Bibliothek, nelPalazzo comunale, o, in sede cen-trale, la raccolta filatelica e quellamusicale. Le collezioni compren-dono un grande numero di mediain lingue diverse dal tedesco, sele-zionate non in base ad astratti pa-rametri di rilevanza culturale, masecondo i parametri propri di unabiblioteca di comunità: la maggiorparte dei media in lingue diversedal tedesco sono indirizzati aglistranieri che vivono a Monaco. Ilfocus è sulle seguenti lingue: ingle-se, francese, italiano, spagnolo, gre-co, turco, polacco e croato. I me-dia includono fiction, saggisti-

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Piantina della Müncher Stadtbibliothek ➤

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BIBLIOTECHE IN EUROPA

possono essere compresi più di 5cd e 3 videocassette. Tra gli oggettiesclusi dal prestito, i soliti, importaricordare che il limite cronologicoè di 100 anni; è più interessantesegnalare – siamo sul terreno dellevariabili più controverse per quan-to riguarda le biblioteche italiane –che la data di discrimine per la fo-tocopiatura dei documenti a stam-pa è fissata al 1890. Diversi sononaturalmente i criteri di prestitodelle biblioteche specializzate,dentro e fuori Gasteig (la bibliote-ca musicale, quella filatelica, lagiuridica e Monacensia). Conside-rata la larghezza di vedute della bi-blioteca riguardo al numero di og-getti che si possono “portare a ca-sa” e l’offerta di servizi e attività al-tamente qualificati e avanzati, cisembra di poter dire che il costo di26 marchi (l’equivalente di due se-rate al cinema o di una pizza aBologna) possa essere consideratoun contributo minimo.Si può dire, in sintesi, che sono apagamento servizi o attività che ri-chiedano movimentazione di docu-menti e servizi veramente aggiunti-vi o privilegiati. Tanto che, ad e-sempio, mentre la consultazione insede dei materiali a scaffale aperto,delle opere di consultazione, l’usodi OPAC e delle postazioni Inter-net, l’assistenza e i servizi informa-tivi, anche i più specializzati, lapartecipazione a manifestazioni edeventi è naturalmente gratuita, edè consentita anche ai non iscritti eai visitatori occasionali, l’accesso aidocumenti di deposito, che vannocomunque movimentati — e per ilprestito e per la consultazione insede —, è soggetto al possessodella tessera. Il prestito, infatti, ri-guarda non solo la collezione ascaffale aperto, escluse le opere diconsultazione, ma anche i materialia deposito, incluse le opere diconsultazione ivi trasferite ed e-scluse le opere che abbiano alme-no un secolo di vita. Viceversa, laconsultazione, la visione e l’ascolto

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ca, materiali audiovisivi, giornali, eriviste.Al piano 2.2 si trova anche, annes-sa alla sezione dedicata a Storia-Geografia-Viaggi-Materiale carto-grafico, la sezione locale (Allge-meines München), che integra, conil suo prevalente interesse contem-poraneo, e con le sue funzioni in-formativo-documentarie correnti,Monacensia, la grande raccoltaesaustiva dedicata alla storia e agliautori locali, dislocata in Hilde-brandhaus.Al piano 3.1 hanno sede la grandebiblioteca filatelica, una delle pri-me tre al mondo, con i suoi 40.000titoli tra monografie, cataloghi eperiodici e la Sala di lettura degli80 quotidiani regionali, nazionali estranieri.Al piano 3.2 si trova la Sala di con-sultazione delle 1.000 riviste scien-tifiche e specialistiche.Per riassumere, i periodici sonocosì localizzati:– al piano 2.1 si trovano le 350 ri-viste di interesse generale;– al piano 3.1 gli 80 quotidiani (lo-cali, regionali, nazionali e stranie-ri);– al piano 3.2 le 1.000 riviste scien-tifiche;– le bibliografie periodiche si tro-vano insieme alle bibliografie (pia-no 1.1);– le riviste musicali, quelle filateli-che e quelle di interesse esclusiva-mente locale si trovano nelle ri-spettive sezioni specializzate (0.1,2.2, 3.1).In quanto alle modalità d’uso, i fa-scicoli correnti si possono consul-tare nelle relative sale di lettura deiperiodici; dopo la rilegatura, le ul-time tre annate si possono trovarenella Sala di lettura generale al 2°piano, dal quarto anno i volumi ri-legati sono trasferiti nei depositi,da dove possono essere richiestiper essere consultati nella Sala dilettura generale.La biblioteca per ragazzi con entra-ta separata comprende 48.000 tito-

li, dei quali 2.000 in lingua stranie-ra, 6.000 media diversi e 1.300 gio-chi disponibili al prestito.La Münchner Stadtbibliothek è isti-tuzionalmente riservata ai residentia Monaco e nell’area metropolita-na. Ad essi sono assimilati, conpermessi speciali e dietro presenta-zione di valida documentazione,utenti che per ragioni di studio odi lavoro prendono domicilio aMonaco per lungo tempo. I resi-denti sono iscritti alla biblioteca atutti gli effetti e possono richiedereuna library card. Il costo annualedella tessera è di 28 marchi, 8 mar-chi per un mese. Essa è gratuitaper i cittadini al di sotto dei 18 an-ni. Tariffe dimezzate e riduzioni dialtro genere sono previste per altrecategorie, come studenti (al di so-pra dei 18 anni), anziani, pensio-nati, invalidi, categorie socialmenteed economicamente svantaggiateecc. I visitatori non residenti pos-sono ottenere una carta tempora-nea, tre mesi per 8 marchi, presen-tando una documentazione valida.Tale carta autorizza l’utente alla so-la consultazione dei documenti peri quali è richiesta la tessera. I titolari “a tutti gli effetti” della li-brary card possono invece utiliz-zarla:– per ottenere in prestito libri e al-tri media;– per rinnovare i prestiti;– per ordinare libri dai depositi;– per riservare cabine per l’uso diaudiovideo e cabine studio indivi-duali attrezzate;– per farsi riservare l’uso di mate-riale richiesto in lettura; tale privi-legio decade dopo due giorni dimancato utilizzo, salvo che l’utentenon comunichi espressamente esi-genze diverse.Il possesso della carta consente diprendere in prestito per un mese,prorogabile anche telefonicamente,dalla Biblioteca centrale e da quel-le di quartiere, fino a 20 documen-ti per volta (5 soltanto il primogiorno d’iscrizione), tra i quali non

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di tutto ciò che è direttamente ac-cessibile al pubblico, opere di con-sultazione, scaffale aperto, periodi-ci, audio e video, sono liberi e ac-cessibili a tutti.Occorre dire che l’introduzione del-la tessera a pagamento, sia pure abasso costo, insieme a uno specifi-co programma automatizzato di ri-cerca sull’utenza, attivo solo dal1996, ha portato la biblioteca a unamisurazione e a un controllo effetti-vo non solo dell’uso esterno, delprestito a domicilio, dei documenti,cosa che avviene comunque, graziea un locale sistema automatizzatodi prestito, sin dal 1976. Il controllo dell’utilizzo della tesse-ra aiuta la biblioteca a individuarei lettori forti, i cosiddetti utenti atti-vi, da quelli medi e da quelli de-boli e occasionali; le statistiche, intal modo, non sono numeri, ma in-dicatori di tendenza, che aiutano labiblioteca a gestire al meglio losviluppo del patrimonio documen-tario in un sistema bibliotecariocomplesso, dalla selezione agli ac-quisti, allo scarto, alla relegazionenei depositi. A tutto questo provvede appuntoun “Dipartimento centrale per lacostruzione del patrimonio e gliacquisti”, che a tale scopo si avva-le, tra le altre cose, anche ai finidella minimizzazione dei tempi diaggiornamento delle raccolte, dellasupervisione, altamente specialisti-ca, di sei consulenti (tre per le“scienze umane” e tre per “lescienze e la tecnologia”), e di unprogramma automatizzato ad hoc,l’EDV (Elektronische Datenverar-beitung) - Erwerbungsprogramm,del 1993.5

La forte delega alle procedure au-tomatizzate a livello di acquisizio-ne, gestione del bilancio, cataloga-zione, consente una enfatizzazionedelle competenze specialistiche (insenso biblioteconomico-bibliografi-co e disciplinare) del personaletecnico, che opera con una visionedipartimentale, nella quale si di-

spiegano le loro competenze pro-fessionali e disciplinari, a partiredalla selezione del materiale da ac-quistare, centralizzata sotto la su-pervisione dei sei consulenti, iquali seguono non solo l’evoluzio-ne e la produzione disciplinare,ma anche l’offerta e l’evoluzionedel mercato, a livello di contenutie di supporti.L’altissima qualità del lavoro com-petente e specialistico è resa ancorpiù necessaria dalla fissazione, daparte della biblioteca, di un indicerelativamente basso di incrementoannuo della raccolta, che, conside-rando uno spettro che va dalleopere di divulgazione a quellespecialistiche, dai classici ai nuovimedia, si colloca intorno ai 10.000-12.000 nuovi titoli (titoli, non do-cumenti) per anno. A fronte di questo tasso di incre-mento, la pratica dello scarto, in-torno al quale Nora Hoelzinger hapreferito non fornire numeri e cifre(fermo restando che il patrimoniocomplessivo del sistema biblioteca-rio urbano risulta sceso dai3.031.388 del 1997 ai 2.977.346 del1998), porta all’eliminazione dagliscaffali aperti dei documenti obso-leti per data (cinque anni media-mente) o quelli ai quali gli utentinon sono più del tutto interessati.Di questi vengono archiviati soloquei libri che potrebbero essere diun certo interesse in futuro, adesempio manuali o dizionari, e li-bri che recano un contributo di ri-lievo, di qualità, prevedibilmenteestesa nel tempo, alla conoscenzae allo studio di un determinato ar-gomento (più o meno quel tipo diopera che gli inglesi chiamanostandard work). Gli altri libri scartati dagli scaffaliaperti, finché sono ancora in buo-ne condizioni, sono posti in vendi-ta (a un prezzo che va dai 3 ai 10marchi) nel Flohmarkt (“mercatodelle pulci”) della biblioteca. Lamaggior parte di essi sono romanzio saggi obsoleti, che potrebbero

ancora interessare i lettori, ma chenon rientrano nella politica genera-le di conservazione e sviluppo del-la raccolta della biblioteca. Identicasorte tocca anche ai libri donati dailettori, ma già presenti nelle raccol-te della biblioteca. Il ricavato vienereinvestito in progetti culturali divario genere.A questo punto, dopo essere rien-trati in biblioteca per descrivernebrevemente servizi e funzioni, bi-sogna, per avere una visione com-plessiva del suo ruolo nella vitaculturale metropolitana, tornare adoccuparsi delle sue “estensioni”,quelle culturali, interne al Gasteig,e quelle propriamente biblioteca-rie, esterne al Gasteig (bibliotechedecentrate, biblioteche per catego-rie speciali ecc.). La Münchner Stadtbibliothek è sta-ta un attivo fattore di vita culturalesin dall’inizio, proprio per il suoruolo all’interno del grande sistemabibliotecario municipale e per lasua posizione nell’enorme centroculturale del Gasteig. Ma certamen-te dal 1984 a oggi la biblioteca hasviluppato fortemente il suo pro-gramma di manifestazioni, che an-novera ormai circa 550 eventi l’an-no, di cui circa 160 dedicate abambini e ragazzi: il numero salerispettivamente a 1.700 e 900 com-prendendo le biblioteche decentra-te, attestazione di una naturale ten-denza delle sedi decentrate a privi-legiare il lavoro sulle fasce di etàminori. La specialità della bibliote-ca, come già ricordato, sono legrandi mostre sugli scrittori, ac-compagnate da conferenze, letture,proiezioni, concerti. E infatti risultaproprio dalla natura polivalentedelle iniziative prima rammentate6

la necessità, per la biblioteca, dicooperare con le altre istituzionipresenti nel Gasteig, con l’Universitàpopolare, ma anche con le istitu-zioni musicali. Questa cooperazio-ne fa sì che il Gasteig sia ben piùche una somma di istituzioni e chela biblioteca si trovi a essere ➤

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non solo topograficamente al centrodell’edificio di Rosenheimerstrasse.Oltre alle grandi mostre vanno al-meno rammentate le settimane ogiornate di letture per adulti da par-te di autori, soprattutto stranieri, te-nute in due o più lingue, allo scopodi favorire lo scambio e l’integrazio-ne fra le diverse comunità etniche elinguistiche e anche per incoraggia-re i monacensi alla comprensionedelle culture dei numerosi gruppi distranieri che rappresentano una pre-senza forte e incisiva nella vita so-ciale e culturale di Monaco.Se in generale tutte le iniziative ar-ricchiscono la vita culturale dellacittà, ai dirigenti della bibliotecapiace ricordare in particolare comequelle per bambini e ragazzi, leletture ad alta voce, le letture effet-tuate dagli autori, giochi e quiz let-terari, gare o concorsi di scritturacreativa, o eventi speciali come “iragazzi intervistano gli autori mo-nacensi”, rechino un importantecontributo alla promozione dellalettura, persuadendo i bambini aleggere e a sentirsi “legati” alla lo-ro biblioteca.A tutto quanto fin qui descritto, at-tività istituzionali ed eventi, prov-vede uno staff di 135 persone soloal Gasteig (550 per l’intero sistemaurbano), dei quali 39 bibliotecari(o specialisti dell’informazione) e93 assistenti tecnici o assistenti bi-bliotecari, 3 (tre!) amministrativi. Iservizi non tecnici sono svolti daalcune decine di persone legate dacontratti di formazione lavoro, oprelevate da liste predisposte daorganizzazioni sociali, con fortepresenza di stranieri.Se la Münchner Stadtbibliothek insé è un’istituzione di tutto rispetto,assolutamente a livello delle piùefficaci biblioteche europee delsuo tipo, la valutazione torna a pe-scare tra i superlativi se si esce dalGasteig e si seguono i rami e leproiezioni della biblioteca nel restodella città.Alle due raccolte specialistiche in-

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D ichtung & Wahreit. Gute Bücher,gute Weine (Burgstrasse 2) è una

eno-libreria, che offre, su due piani, de-liziosamente arredati e scaffalati intera-mente in legno: una notevole selezionedi editori tedeschi minori e, diremmonoi, di tendenza (editori piccoli, colti eraffinati, per intenderci), con larga rap-presentanza di edizioni tedesche di au-tori italiani; una ricca scelta di libri digastronomia, soprattutto tedeschi, fran-cesi e italiani; una ricchissima selezionedi videocassette a tema (tutti i principalifilm, dalle origini a oggi, aventi per og-getto o con forti riferimenti di cibo e alvino); una saletta, arredata con un beltavolone rustico in legno e comodepoltroncine per la degustazione, a scel-ta o combinata, dei libri e dei vini, ri-gorosamente italiani, che possono esse-

re acquistati – e consumati – sul postoo essere ordinati per la consegna a do-micilio.

Baal è invece una bellissima “osteria mitpasta” (Kreittmayrstrasse 26), che pren-de il nome dal famoso poeta ubriaconedi Brecht, aperta dall’ora di colazione atarda notte, dove un pubblico quasiesclusivamente giovanile può bere oconsumare i suoi pasti circondato dauna raccolta di circa 2.000 libri, a scaffa-le (belle scaffalature, vecchie, di legnoscuro) aperto, ovviamente. La consulta-zione, a differenza della consumazione,è assolutamente libera, tanto libera cheil tasso di sottrazioni non autorizzate siattesta sui 100-200 libri l’anno, con-tinuamente rimpiazzati dal generosoproprietario.

Bere e sapere a Monaco: due curiosiluoghi di incontro fra... culture

La saletta di lettura e degustazione della eno-libreria “Dichtung & Wahreit”

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terne, musicale e filatelica, si af-fiancano, all’esterno, il Richard-Strauss-Institut (20.000 volumi),Monacensia (115.000 volumi), laJuristische Bibliothek (52.000 volu-mi), delle quali “Biblioteche oggi”già in altra occasione ha avuto mo-do di occuparsi (cfr. nota 4).Ma è il livello di base, sono poi le 26biblioteche decentrate, le bibliotechemobili e le biblioteche per categoriespeciali, con i loro servizi e le loroattività e i loro numeri, che trasfor-mano la Münchner Stadtbibliotheknel più grande sistema bibliotecariocomunale della Germania.Il patrimonio complessivo arrivaintanto ad attestarsi intorno ai 3milioni di documenti. Al milione e duecentomila volumidella biblioteca centrale e ai circa190.000 delle tre specializzate van-no aggiunti i 420.000 volumi pre-senti nelle 9 biblioteche dell’areanord della città, i 425.000 delle 8biblioteche dell’area est, i 450.000delle 9 dell’area sud; la forbice pa-trimoniale va dalle 35.000 unità,per le più piccole, alle 85.000 perle più grandi. Il numero dei prestiti è salito dai9.538.582 del 1997 ai 10.106.797 del1998, con un incremento netto del6%, a dispetto del ridimensionamen-to del patrimonio, pari all’1,8% inmeno tra il 1998 e il 1997 (2.977.346del 1998 contro i 3.031.388 del 1997e i 3.085.000 del 1996).I servizi speciali, tutti ovviamentegratuiti, consistono in 7 biblioteched’ospedale (Krankenhausbiblio-theken), in altrettante bibliotechein case di riposo (Altenheim-bibliotheken), con una dotazionecomplessiva di 65.000 volumi, enel servizio mobile di consegna li-bri a domicilio (Mobiler Bücher-hausdienst), che comprende ancheun servizio di aiuto nella lettura enell’utilizzo degli altri media. DueBücherbus, provvisti di 6.000 do-cumenti diversi, raggiungono, con24 fermate, le zone della cittàsprovviste o distanti dalle bibliote-

che di quartiere. A questi vannoaggiunti tre Bücherbus junior che,con 74 fermate, raggiungono 100scuole cittadine. Complessivamentele Fahrbibliotheken portano in giroper la città circa 170.000 documen-ti l’anno.

A conclusione di un tale trionfo dinumeri qualcuno potrà sorprender-si nel leggere le conclusioni a cuisiamo giunti. La grandezza – e la grande moder-nità del modello bibliotecario pub-blico monacense – non sta nei nu-meri, che pure sono di tutto rispet-to. E nemmeno nella puntualità,nella prontezza e nell’atteggiamen-to attivo e di ricerca con cui lenuove tecnologie e i nuovi mediavengono accolti, assimilati e tratta-ti: tutte cose comunque vere e ve-rificabili nella quantità e varietà di

nuove istituzioni, di raccolta, dielaborazione, di ricerca, che intor-no ad essi sorgono, a livello pub-blico e privato, a Schwabing (l’uni-versità “accademica”) come a Ga-steig (la Volkshochschule, l’univer-sità popolare). Il segreto del successo e dell’effica-cia dell’azione culturale e docu-mentaria delle istituzioni monacen-si sta, semplicemente, nella parolaNatürlichkeit: quella naturalezzagrazie alla quale, come qualcunoha scritto, “in questa città è possi-bile ammirare ciò che altrove sipuò solo immaginare, dove i bam-bini apprendono cos’è la culturafin dai primi anni di vita”.7

La naturalezza con cui il nuovoviene accolto e si integra nel “vec-chio” sta nella congenita, genetica,ereditaria necessità (e capacità) deimonacensi di vivere quotidia- ➤

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namente quella “battaglia culturale”(fra memoria e innovazione, tradi-zione e avanguardia) che ThomasMann sentiva come tessuto connet-tivo “del cuore e dell’anima di que-sta città”. D’altra parte siamo nella città delDeutsches Museum, il cui fine, colpassare del tempo, e con la suaprogressiva internazionalizzazione,non è più quello – o non è piùsoltanto quello – dichiarato alla na-

scita, di mostrare l’eccellenza ger-manica nelle scienze, bensì di mo-strare come la scienza e il progres-so traggano alimento dalla conti-nuità e dalla unità, sincronica ediacronica, dei saperi.8

In parole povere la grande istitu-zione documentaria che ha sedenel Gasteig era semplicemente, nel1984 la vecchia (1843) Bibliotecacomunale di Monaco che si trasferi-va, senza drammi e senza esaltazio-

ni o aspettative rigeneratrici, in ungrande centro culturale. Sembrò naturale che proprio perciòessa per prima si trasformasse an-che in un istituto culturale moltoattivo, presente e centrale, rispettoal Gasteig e alle sue istituzioni daun lato, rispetto alla vita letteraria,editoriale e libraria di Monaco (fuo-ri Gasteig) dall’altro: la MünchnerStadtbibliothek diventa, per qualcu-no, un centro culturale polivalente.Se contemporaneamente si affer-mavano, in Germania e nel mon-do, i nuovi media e le nuove tec-nologie, e tutto questo trovava eco,come ricordato, nella sempre pun-tuale nascita, a Monaco e alGasteig, di movimenti e istituzionicollegati, ne discendeva natural-mente che la biblioteca diventasseipso facto la grande mediateca diMonaco.Se il ruolo dell’informazione, inuna biblioteca-mediateca-centroculturale di questo tipo, assumevaun ruolo assolutamente preminen-te, allora voleva dire che la Mün-chner Stadtbibliothek poteva ancheessere definita e chiamata – comeavvenne e avviene – infoteca. Bi-blio-, media-, info-, comunque, sa-remmo tentati di dire: teca, scatola,contenitore, luogo ove riporre co-se, oggetti, perché vengano conser-vati, possibilmente in ordine. Oggi, poi, che queste antiche sca-tole sono diventate scatole magichee possono conservare non solo co-se reali, fisiche, ma anche cose vir-tuali, idee, informazioni, immaginifisicamente distanti migliaia di chi-lometri, la ricetta bavarese sembrafunzionare ancor meglio. Quel che sembra importare, a chigoverna il Gasteig e la MünchnerStadtbibliothek, è, semplicemente,oggi come ieri, essere nel mondo,esserci anche, in molti settori, “allagrande”, come piace a molti mona-censi, ma senza perdere il sensodell’identità: se il Gasteig non èmai diventato il Beaubourg e laMünchner Stadtbibliothek non di-

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venterà mai la Chicago Public Li-brary o la New York Public Library,non importa.Le basterà continuare a essere, co-me è, presente e attiva, socialmen-te, culturalmente e tecnologica-mente in ogni luogo e in ogni mo-mento in cui i monacensi si aspet-tano di trovarla. Credo che questo significhi rispettoe fiducia dei cittadini nei confrontidelle istituzioni, nella fattispecie labiblioteca; credo che ci si riferiscaa questo quando si parla, nel mon-do anglosassone, di “legame” fortee sentito tra comunità e biblioteca. A Monaco il legame si avverte,nettissimo, al Gasteig come a For-stenried, periferia sud della città, aimargini di una foresta, parco natu-rale protetto, dove i ragazzi spessoe volentieri, nella bella stagione, sirecano in bicicletta, percorrendo leininterrotte – e rispettatissime – pi-ste ciclabili che attraversano Mona-

co in lungo e in largo. Spesso evolentieri il percorso di questi ra-gazzi prende avvio dalla bibliotecadi quartiere e si conclude nell’anti-ca foresta (un chilometro di stra-da), perché poche cose piaccionoai monacensi come mangiare-beree leggere all’aperto: è, anzi sono,quasi manie collettive, sono tradi-zione, sono identità. �

Note

1 Cfr. Das Kartoffelmuseum, Munchen,Stiftung Otto Eckart, 1999.2 Il convegno, che ha visto la parteci-pazione, tra gli altri, di Giorgio Guaz-zaloca, Ezio Raimondi, Angelo Varni,Umberto Eco, Antonio Calabrò, EnzoBiagi, Marina Deserti, Vasco Errani,Vittorio Prodi, Fabio Roversi Monaco,Giancarlo Sangalli, Luca Cordero diMontezemolo, Bruno Filetti, AdrianoTurrini, si è tenuto nella Sala delloStabat Mater, presso la Biblioteca co-munale dell’Archiginnasio di Bologna,

il 21 gennaio 2000.3 Colgo l’occasione per ringraziaremolto caldamente la signora NoraHoelzinger per tutte le informazionifornitemi nel colloquio diretto al Ga-steig, e per quelle puntualmente invia-temi per posta elettronica e ordinaria.4 Cfr. RINO PENSATO, Biblioteche e me-moria della città. Il caso esemplare diMonaco di Baviera, “Biblioteche og-gi”, 14 (1996), 9, p. 18-25.5 Cfr. Die Münchner Stadtbibliothek,München, Münchner Stadtbibliothek,1996.6 Per consultare i programmi mensili eannuali e i programmi in dettagliodelle grandi manifestazioni cfr. il sitoInternet della biblioteca all’indirizzo<www.muenchen.de/stadtbibliothek>.7 SUSANNE RICK, Monaco, Modena,Zanfi editore, 1990, p. 95.8 Cfr. a questo proposito RINO PEN-SATO, Una biblioteca speciale per unpubblico generale. La vocazione poli-tecnica della Biblioteca del DeutschesMuseum di Monaco, “Biblioteche og-gi”, 11 (1993), 4, p. 49-52.

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