24
Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 Tariffa Associazioni senza fine di lucro Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB - ROMA MARIA

MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

  • Upload
    others

  • View
    3

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani

N° 5-6 - 2019

TariffaAssociazionisenzafinedilucroPosteItalianeS.p.A.SpedizioneinAbbonamentoPostale-D.L.353/2003(conv.inL.27/02/2004n.46)art.1comma2-DCB-ROMA MARIA

Page 2: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

Di recente sono stato a Lourdes (...) e misono chiesto: «La Vergine eviterebbe isentieri che portano inAfrica?». La rispo-sta che mi sono dato è stata che, da alcu-ni decenni, sembrerebbe non essere piùcosì.

Le prime apparizioni della Madonna interra africana riconosciute dalla chiesa siregistrano a Kibeho, un paese nel sud delRwanda. Il 28 novembre 1981 la Vergineappare, per la prima volta, ad Alphonsi-ne Mumureke, presentandosi comeNyina wa Jambo (Madre del Verbo). Al-cunimesi dopo si mostra anche ad alcunicompagni di scuola. L’avveni-mento pro-voca in Rwanda un'intensa emozione. Lefolle, anchedamolto lontano, si riversanoa Kibeho, mosse dalla curiosità e dall'a-spettativa dimiracoli e si radunano attor-

no al podio sul quale è seduta la veggen-te, per accogliere dalle sue labbra il mes-saggio celeste e dalle sue mani l'acquache la Vergine, dietro sua richiesta, bene-dice.

Per anni, una commissione teologica euna medica studiano attentamente lapersonalità dei veggenti (sei ragazze e unragazzo di 15 anni, Segetashya, che non èneppure catecumeno quando Gesù inpersona gli appare; sarà poi battezzatocon il nome di Emmanuel), senza notarein loro alcunché di anormale. Anche imessaggi che i veggenti sono incaricati ditrasmettere non esulano dall'ordinariavita di un cristiano: parlano di penitenza,conversione del cuore, spirito di fede,preghiera, carità fraterna, disponibilità,umiltà, fiducia in Dio, vanità del mondoe dignità della persona umana.

L’apparizione del 19 agosto 1982 ha untono singolare. I veggenti raccontano diaver visto immagini terrificanti: fiumi disangue, persone che si ammazzavano tradi loro, cadaveri abbandonati insepolti,un albero in fiamme, un abisso spalanca-to, un mostro spaventoso e tante testedecapitate. Le 20 mila persone presentisono prese da un senso di paura, se nondi panico e tristezza.

Dodici anni dopo, avviene il genocidio.Anche a Kibeho, migliaia di personesono assassinate. I molti che cercanorifugio nella chiesa vengono massacra-ti; l'edificio è incendiato. Nel 1996, uncampo di rifugiati, installato nei pressidi Kibeho, è attaccato dall'esercito del

2

SPIRITUALITA’ MARIANA

L ibera di essere neradi René Luneau

Page 3: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

Fronte patriottico rwandese, al potere aKigali: migliaia i morti.

Nel 2001, la chiesa del Rwanda, uscitaindebolita e divisa dalla terribile provadel genocidio, riconosce l'autenticitàdelle apparizioni. Mons. AugustinMisago, vescovo di Gikongoro, l'inquisi-tore dei primi anni, precisa che il ricono-

scimento delle apparizioni non è articolodi fede; il credente è libero di crederci omeno. Il santuario, consacrato nel 2003dal card. Crescenzio Sepe, è dedicato allaMadonna del dolore.

Icona miracolosa

Nel 1973, per iniziativa del combonia-no Francesco Grotto, la chiesa parroc-chiale di Togoville (Togo) è trasformatain santuario, dedicato a Nostra Signoradel Lago, Madre della misericordia.L’architetto italiano FerdinandoMichelini (miracolato da san RiccardoPampuri, medico e religioso deiFatebenefratelli) dona all'amico com-boniano un'icona miracolosa dellaMadonna, che l'arcivescovo di Lamé“intronizza" solennemente a nome ditutta la chiesa togolese. Da subito, l'ico-na comincia a compiere meraviglie.

Si racconta che un gruppo di pellegrini,in grave difficoltà mentre attraversava ilLago Togo per recarsi al santuario, si siatrovato misteriosamente sulla riva, seb-bene il guidatore della piroga avesseperso la pertica. Nel villaggio circola unaltro aneddoto che assicura di un fattoavvenuta molti anni prima dell'arrivodell'icona: durante un lavacro purificato-rio presso un sacerdote del vodù locale,una donna consacrata al feticcio e impos-sibilitata ad avere figli ebbe la visione diuna dama bianca, con un bimbo tra lebraccia; qualche tempo dopo, la donnaconcepì.

Si racconta anche che, nel novembre1983, in occasione dei festeggiamenti peril decimo anniversario dell'intronizzazio-ne dell'icona, uno sciame d'api, “in formadi ostia, bianca e rotonda", si sia posatoproprio sopra la Madonna. Nella tradi-zione togolose, le api sono segno di bene-dizione. Parlare dimiracolo farebbe sorri-dere noi occidentali. Eppure, anche igrandi sacerdoti del vodù di Togoville sisono recati più volte a venerare l'immagi-ne della Vergine, forse perché assimilanola devozione alla Madonna alla venera-zione per la dea del lago, Mama Kponu.

Sempre in Togo, 1998: corre voce che laVergine appaia nella piazza della chiesaparrocchiale di Tsévié, a 30 km da Lamé.I veggenti sono giovani, tra cui una rifu-giata rwandese. La notizia travalica subi-to le frontiere e i pellegrini arrivano daCosta d'Avorio, Benin e Ghana. Le appa-rizioni si sono ripetute, ma la chiesa nonle ha mai riconosciute. I fedeli, però, con-tinuano a recarsi a Tsévié per pregare laVergine.

All’africana

Il 13maggio 1986, aNsimalen, a 25 kmdaYaoundé (Camerun), alcuni ragazzini

3

SPIRITUALITA’ MARIANA

Page 4: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

SPIRITUALITA’ MARIANA

4

stanno giocando nel cortile di una scuola.Aun certo punto, sulla cima di un alberovedono una “forma bianca" che richiamafortemente la figura della Madonnavenerata nella chiesa parrocchiale. Lavedono anche alcuni adulti, che la “iden-tificano" subito: si tratta senz'altro dellaVergineMaria! La voce si sparge fino allacapitale e oltre. La gente accorre: per cin-que intere giornate questa strana formabianca resterà perfettamente visibile. Esubito si parla di miracoli. Una bambinadi 9 anni, muta dalla nascita, riacquistaimprovvisamente la parola e si mette agridare: «Maria,Maria!». Un catechista diNsimalen ricupera la vista. Una notte, ilvillaggio è invaso da una luce ininterrot-ta che consente di leggere un libro e rica-mare un vestito senza bisogno di lampa-da. C'è chi vede il sole trasformato in unalucente palla verde dai bordi trasparenti,e chi giura di aver visto la luna ovale e, sudi essa, una donna seduta con il bimba inbraccia.

Il clero scuote la testa. Suor Marie-Praxéde, una suora che vive da anni aNsimalen, non comprende la mancanzadi entusiasmo dei responsabili della chie-sa. Il parroco le dice che a Lourdes laMadonna è apparsa solo a Bernadette. Elei: «Ma qui siamo in Africa, e la Verginecomprende la nostra mentalità. Perchépretendere che appaia sempre allo stessomodo? Perché noi africani non potrem-mo avere la nostra Vergine? Voi preti,compreso l'arcivescovo, siete troppoeuropei e non capite».

L’indignazione della suora è interessante.Bisognerà sempre rifarsi all'autorità delclero - occidentale o formato all'occiden-tale - per giudicare avvenimenti cheavvengono in terra africana e riguardanoinnanzitutto la gente che vi vive? E laMadonna, per essere riconosciuta, deveper forza attenersi alle norme del diritto

canonico? Non può apparire dove ecome vuole, foss'anche in cima a un albe-ro? Troppe le grotte di Lourdes replicatenel mondo, quasi che la Vergine nonpotesse "apparire" che in un antro!

Ragioni di una visita

Il gesuita cameruneseMeinradHebga ha

argomentato: «Non si deve esigere daicristiani dell’Africa nera di essere i soli acredere senza aver visto. Sarebbe uninganno! È forse un caso che i paesi piùfavoriti dal "fascinoso” sono i più ricchimaterialmente? Fieri dei loro molti santi,tutti operatori di prodigi (almeno in vistadella canonizzazione) e di essere origina-ri di "paesi deimiracoli", verrebbero qui adirci che l'essenziale non è questo, ma la"fede-beata-di-chi-non-vede" e la carità?Grazie mille! Sono discorsi che hanno l'a-maro sapore di quelli che pasciuti eccle-siastici sciorinavano al proletariato

Page 5: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

SPIRITUALITA’ MARIANA

5

dell'Ottocento. Noi ne faremmo volentie-ri a meno».

Sembrerebbe arrivato il tempo per il"fascinoso" di indigenizzarsi e per laMadonna di essere libera di fare anche inAfrica le sue "visite a domicilio", fin quiriservate ai più ricchi. Anche se la suaimmagine nel continente non potrà piùassomigliare in tutto e per tutto a quelladi Lourdes o di Fatima. Le apparizioni diKiheho sarebbero, dunque, una “buonanotizia" per l’Africa e la sua chiesa: la reli-giosità cristiana sistarebbe africanizzan-do. Questo riequilibra le deviazioni cau-sate dall'Occidente, che con la secolariz-zazione sistematica e la dimenticanzadell'essenziale (valgono solo la scienza ela tecnica) ha spesso sedotto l’Africa.

Perché meravigliarsi se, dopo un secolodi cristianesimo, le devozioni cristianeassumessero in Africa carne africana ecominciassero a segnare profondamentela psicologia dei credenti? Gli africanihanno sempre avuto visioni di spiriti e diantenati. Per tanti fedeli, la Madonna oun altro santo sono diventati personaggifamiliari, che fanno parte del loro univer-so quotidiano. Almeno su questo punto,si è operata una reale inculturazione. Perprovarlo, non sono necessarie le appari-zioni. Bastano i santuari. Ce ne sono inogni angolo del continente: Poponguine(Senegal), Kita (Mali), Lagos e Kona(Nigeria), Yagma (Burkina Faso), Dassa-Zoumé (Benin), Yamoussoukro (Costad'Avorio), Nairobi e Subukia (Kenya),Kampala (Uganda), Soweto (Sudafrica),Namacha (Mozambico)...

Apartite dal 1970, l'avvenimento del rin-novamento carismatico ha segnato uncambiamento importante nella vita dellecomunità africane, ridando diritto di cit-tadinanza a espressioni religiose radicatenella tradizione e da essa valorizzate, ma

che il cristianesimo ha sempre tenutecon cura da parte (la trance, ad esempio,considerata "estasi" in Europa, è statagiudicata "possessione demoniaca" inAfrica). Oggi, se uno partecipa a unincontro di preghiera degli amanti delRinnovamento netto Spirito, vede tante

persone che cadono in trance durante laprocessione del SS.mo Sacramento.Simili fenomeni non potrebbero rappre-sentare, tra l'altro, una protesta controuna liturgia che non da spazio all'ispira-zione a all'emozione collettiva? ErnestKombo, vescovo di Owando (Congo)deceduto nell'ottobre 2008, diceva: «Ilgiorno in cui non ci sarà più trance, saràgrave: vorrà dire che qualcosa è venutoa mancare».

I santi "abitano", anche solo per unmomento, i loro devoti, proprio come ilvodù "abita" i suoi adepti. La gente cicrede, e non serve dire che Cristo ci hapromesso il suo Spirito, non sua madreo l'angelo Michele. Radicare il Vangelonella cultura africana è un compitoimpegnativo e di lunga durata. E Mariadi Nazareth, figlia di Israele e serva delSignore, diventa il paradigma anche delfedele cristiano africano. E non dubitache saprà, anche inAfrica, situare bene ilposto che lei occupa nella storia dellasalvezza.

Page 6: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

PAPA FRANCESCO

6

Alcuni passaggi della lettera del papa.

1. Ilmirabile segnodel presepe, così caro alpopolo cristiano, suscita sempre stupore emeraviglia. Rappresentare l’evento dellanascita di Gesù equivale ad annunciare ilmistero dell’Incarnazione del Figlio di Diocon semplicità e gioia. Il presepe, infatti, ècome un Vangelo vivo, che trabocca dallepagine della Sacra Scrittura. Mentre con-templiamo la scena delNatale, siamo invi-tati a metterci spiritualmente in cammino,attratti dall’umiltà di Colui che si è fattouomo per incontrare ogni uomo. E sco-priamo cheEgli ci ama a tal punto daunir-si a noi, perché anche noi possiamo unircia Lui.

ConquestaLetteravorrei sostenere la bellatradizione delle nostre famiglie, che neigiorni precedenti il Natale preparano ilpresepe. Come pure la consuetudine diallestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole,negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze...È davvero un esercizio di fantasia creativa,che impiega i materiali più disparati perdare vita a piccoli capolavori di bellezza. Siimpara da bambini: quando papà emamma, insieme ai nonni, trasmettonoquesta gioiosa abitudine, che racchiude inséuna ricca spiritualitàpopolare.Mi augu-ro chequestapraticanonvengamaimeno;anzi, spero che, là dove fosse caduta in dis-uso, possa essere riscoperta e rivitalizzata.

2.. L’origine del presepe trova riscontroanzitutto in alcuni dettagli evangelici dellanascita di Gesù a Betlemme. L’EvangelistaLuca dice semplicemente che Maria«diedealla luce il suo figlioprimogenito, loavvolse in fasce e lo pose in una mangia-toia, perché per loro non c’era posto nell’al-loggio» (2,7). Gesù viene deposto in una

mangiatoia, che in latino si dice praesepium,da cui presepe.

Entrando in questomondo, il Figlio di Diotrova posto dove gli animali vanno aman-giare. Il fieno diventa il primo giaciglio perColui che si rivelerà come «il pane disceso

dal cielo» (Gv 6,41). Una simbologia chegià Sant’Agostino, insieme ad altri Padri,aveva colto quando scriveva: «Adagiato inuna mangiatoia, divenne nostro cibo»(Serm. 189,4). In realtà, il presepe contienediversimisteri della vita diGesù e li fa sen-tire vicini alla nostra vita quotidiana.

Ma veniamo subito all’origine del presepecome noi lo intendiamo. Ci rechiamo conla mente a Greccio, nella Valle Reatina,dove San Francesco si fermò venendo pro-babilmente da Roma, dove il 29 novembre1223 aveva ricevuto dal Papa Onorio III laconferma della sua Regola. Dopo il suoviaggio in Terra Santa, quelle grotte gliricordavano inmodo particolare il paesag-gio di Betlemme. Ed è possibile che ilPoverello fosse rimasto colpito, a Roma,nella Basilica di SantaMariaMaggiore, dai

Admirabile signumLettera apostolica

sul significato e il valore del PresepePapa Francesco

Page 7: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

7

mosaici con la rappresentazione dellanascita di Gesù, proprio accanto al luogodove si conservavano, secondo un’anticatradizione, le tavole dellamangiatoia.

Le Fonti Francescane raccontano nei parti-colari cosa avvenne a Greccio. Quindicigiorni prima di Natale, Francesco chiamòunuomodel posto, di nomeGiovanni, e lopregò di aiutarlo nell’attuare un desiderio:«Vorrei rappresentare il Bambino nato aBetlemme, e in qualche modo vedere congli occhi del corpo i disagi in cui si è trova-to per la mancanza delle cose necessarie aunneonato, come fu adagiato in una grep-pia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’a-sinello». Appena l’ebbe ascoltato, il fedeleamico andò subito ad approntare sulluogo designato tutto il necessario, secon-

do il desiderio del Santo. Il 25 dicembregiunseroaGrecciomolti frati davariepartie arrivarono anche uomini e donne daicasolari della zona, portando fiori e fiacco-le per illuminare quella santa notte.Arrivato Francesco, trovò la greppia con ilfieno, il bue e l’asinello. La gente accorsamanifestò una gioia indicibile,mai assapo-rata prima, davanti alla scena del Natale.Poi il sacerdote, sulla mangiatoia, celebròsolennemente l’Eucaristia, mostrando illegame tra l’Incarnazione del Figlio di Dioe l’Eucaristia. In quella circostanza, aGreccio, non c’erano statuine: il presepe furealizzato e vissuto da quanti erano pre-senti.

È così che nasce la nostra tradizione: tuttiattornoalla grotta e ricolmidi gioia, senzapiù alcuna distanza tra l’evento che sicompie e quanti diventano partecipi delmistero.

Il primo biografo di San Francesco,Tommaso da Celano, ricorda che quellanotte, alla scena semplice e toccante s’ag-giunse anche il donodiunavisionemera-vigliosa: uno dei presenti vide giacerenella mangiatoia Gesù Bambino stesso.Da quel presepe delNatale 1223, «ciascu-no se ne tornò a casa sua pieno di ineffa-bile gioia».

10. Davanti al presepe, lamente va volen-tieri a quando si era bambini e con impa-zienza si aspettava il tempo per iniziare acostruirlo. Questi ricordi ci inducono aprendere sempre nuovamente coscienzadel grande dono che ci è stato fatto tra-smettendoci la fede; e al tempo stesso cifanno sentire il dovere e la gioia di parte-cipare ai figli e ai nipoti la stessa esperien-za. Non è importante come si allestisce ilpresepe, può essere sempre uguale omodificarsi ogni anno; ciò che conta, è cheesso parli alla nostra vita. Dovunque e inqualsiasi forma, il presepe racconta l’amo-re diDio, il Dio che si è fatto bambino perdirci quanto è vicino ad ogni essereumano, in qualunque condizione si trovi.

Cari fratelli e sorelle, il presepe fa partedel dolce ed esigente processo di trasmis-sione della fede. A partire dall’infanzia epoi in ogni età della vita, ci educa a con-templare Gesù, a sentire l’amore di Dioper noi, a sentire e credere che Dio è connoi e noi siamo con Lui, tutti figli e fratel-li grazie a quel Bambino Figlio di Dio edella Vergine Maria. E a sentire che inquesto sta la felicità. Alla scuola di SanFrancesco, apriamo il cuore a questa gra-zia semplice, lasciamo che dallo stuporenasca unapreghiera umile: il nostro “gra-zie” a Dio che ha voluto condividere connoi tutto per non lasciarci mai soli.

PAPA FRANCESCO

Page 8: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

VITA DELLLA CHIESA

8

Cinque capitoli, piùun’introduzione eduna breve con-clusione: così si articola il Documento finaledell’Assemblea Speciale per la Regione Panamaz-zoni-ca, diffusonella seratadel 26ottobre, pervolere espressodelPapa.Tra i temi in esame,missione, inculturazione,ecologia integrale, difesa dei popoli indigeni, rito amaz-zonico, ruolo della donna enuoviministeri, soprattuttoin zone in cui è difficile l’accesso all’Eucaristia.Presentiamoqui le primedue parti delDocumento.

Conversione: è questo il filo conduttore delDocumento finale del Sinodo, testo che è statoapprovato in tutti i suoi punti dai padri sino-dali.Una conversione che si declina indiverseaccezioni: integrale, pastorale, culturale, ecolo-gica e sinodale. Il testo è il risultato dello“scambio aperto, libero e rispettoso” svoltosinelle tre settimane di lavori del Sinodo, perraccontare le sfide e lepotenzialitàdell’Amaz-zonia, cuore biologico del mondo, esteso su 9Paesi ed abitatodaoltre 33milioni di persone,di cui 2,5 milioni di indigeni. Questa regione,seconda area più vulnerabile al mondo acausadeicambiamenticlimaticiprovocatidal-l’uomo, è “in una corsa sfrenata verso lamorte” e ciò esige urgentemente una nuovadirezione che consenta di salvarla, pena unimpatto catastrofico su tutto il pianeta.

Capitolo I –Conversione integraleIlDocumento esorta ad una “vera conversioneintegrale”,conunavitasempliceesobria,sullostilediS. Francescod’Assisi, impegnataa rela-zionarsi armoniosamente con la “casa comu-ne”, opera creatrice di Dio. Tale conversioneporterà laChiesaadessere inuscita,perentra-re nel cuore dei popoli amazzonici.L’Amazzonia, infatti, ha una voce che è unmessaggio di vita e si esprime attraverso unarealtàmultietnica emulticulturale, rappresen-

tata dai volti variegati che la abitano. “Buonvivere”e“farebene”è lostiledivitadeipopo-li amazzonici: vivere in armonia con se stessi,congli esseri umani e con l’essere supremo, inun’intercomunicazione tra tutto il cosmo, perforgiare unprogetto di vita pienaper tutti.Il testo non tace i tanti dolori e le tante violen-ze che oggi feriscono e deformano l’Amaz-zonia,minacciandone la vita: la privatizzazio-nedibeninaturali; imodelli produttivipreda-tori; la deforestazione; l’inquinamento delleindustrie estrattive; il cambiamento climatico;ilnarcotraffico; l’alcolismo; la tratta; la crimina-lizzazione di leader e difensori del territorio; igruppi armati illegali.Ampia lapaginaamarasullamigrazione che inAmazzonia si articolasu tre livelli:mobilitàdigruppi indigeni in ter-ritori a circolazione tradizionale; spostamentoforzato di popolazioni indigene; migrazioneinternazionalee rifugiati. Per tutti questi grup-pi, occorre una pastorale transfrontaliera ingrado di includere il diritto alla libera circola-zione. Ilproblemadellamigrazionedeveesse-re affrontato inmodo coordinato dalle Chiesedi frontiera.Unlavorodipastoralepermanen-te va, inoltre, pensato per imigranti vittimedi

SINODO DELL’AMAZZONIAIL DOCUMENTO FINALE

Page 9: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

VITA DELLLA CHIESA

9

tratta. IlDocumento invita a porre l’attenzionesullo spostamento forzato delle famiglie indi-gene nei centri urbani; tale fenomeno richiedeuna “pastorale d’insieme nelle periferie”. Diqui, l’esortazione a creare équipe missionarieche, in coordinamento con le parrocchie, sioccupino di questo aspetto, offrendo liturgieinculturate e favorendo l’integrazione di talicomunità nelle città.

Capitolo II –ConversionepastoraleCentrale il richiamo alla natura missionariadella Chiesa: la missione non è qualcosa difacoltativo perché laChiesa èmissione e l’azio-ne missionaria è il paradigma di tutta l’operadella Chiesa. InAmazzonia, essa dovrà esseresamaritana, ovvero andare incontro a tutti;mad-dalena,ossiaamataericonciliataperannunciarecongioiaCristoRisorto;mariana, cioègeneratri-ce di figli alla fede e inculturata tra i popoli cheserve. È importante passare da una pastorale“di visita” ad una pastorale “di presenza per-manente”eperquesto, ilDocumentosuggeriscecheleCongregazionireligiosedelmondostabi-liscano almeno un avamposto missionario inunoqualsiasideiPaesi amazzonici.

Il sacrificio dei missionari martiriIl Sinodo non dimentica i tanti missionari chehannodato lavitaper trasmettere ilVangelo inAmazzonia, le cui pagine più gloriose sonostatescrittedaimartiri. IlDocumentoricordachel’annunciodiCristonella regione si è compiutospesso in connivenza con i poteri oppressoridellepopolazioni.Perquesto,oggi laChiesaha“l’opportunità storica” di prendere le distanzedalle nuove potenze colonizzatrici, prestandoascolto ai popoli amazzonici ed esercitando lasuaattivitàprofetica “inmodo trasparente”.

Dialogo ecumenico ed interreligiosoInquestocontesto,grande importanzaricopreil dialogo, sia ecumenico che interreligioso:“via indispensabile dell’evangelizzazione inAmazzonia”essodevepartire,nelprimocaso,dalla centralità della Parola diDio per avviarecammini reali di comunione. Sul fronte inter-

religioso ilDocumento incoraggia adunamag-giore conoscenzadelle religioni indigene edeiculti afro-discendenti, affinché cristiani e non,insieme, possano agire in difesa della casacomune. Per questo, vengono propostimomenti di incontro, studio e dialogo tra leChiese amazzoniche e i seguaci delle religioniindigene.

L’urgenza di una pastorale indigena e di unministero giovanileIlDocumento richiamal’urgenzadiunapastora-le indigenacheabbia il suoposto specificonellaChiesa: è necessario creare omantenere, infatti,“un’opzione preferenziale per le popolazioniindigene”,dandoanchemaggioreimpulsomis-sionario tra le vocazioni autoctone, perchél’Amazzonia deve essere evangelizzata anchedagli amazzonici. Spazio ai giovani amazzoni-ci, con le loro luci e le loro ombre: divisi ametàtra tradizione e innovazione, immersi in un’in-tensa crisi di valori, vittime di tristi realtà comepovertà,violenze,disoccupazione,nuoveformedi schiavitù e difficoltà di accesso all’istruzione,essifinisconospessoincarcereomortisuicidi.Sisuggerisce “un rinnovato e audace ministerogiovanile”, con una pastorale sempre attiva,incentrata suGesù. I giovani, luogo teologico eprofetidisperanza,voglionoessereprotagonistie laChiesaamazzonicavuolericonoscere il lorospazio. Di qui, l’invito a promuovere nuoveforme di evangelizzazione anche attraverso isocialmedia eadaiutare i giovani indigeni a rag-giungereunasana interculturalità.

La pastorale urbana e le famiglieIl testo conclusivo si sofferma sul tema dellapastoraleurbana, conunosguardoparticolarealle famiglie:nelleperiferie cittadine, essepati-scono la povertà, la disoccupazione, la man-canza di alloggi, oltre a numerosi problemi disalute. Diventa necessario difendere il dirittodi tutti alla città come godimento equo deiprincipidi sostenibilità,democraziaegiustiziasociale. In questo ambito, un valido aiuto arri-va dalle comunità ecclesiali di base.

Page 10: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

SPIRITUALITA’ MARISTA

10

Proseguiamo nel presentare alcuneriflessioni di p. Jean Claude Colin, il fon-datore della Società di Maria.

Riuscita. «Noi ci turbiamo, ci tormentia-mo e abbiamo ragione di turbarci se nonvediamo Dio. Chi potrebbe infatti assicu-rarci la riuscita negli impegni che ci afffi-dano? Abbiamo in noi gli elementi persperare il successo? Ma se noi ci dicia-mo: Io non sono che il bastone di Dio,allora avremo fiducia, e con questa fidu-cia non potremo forse dire ‘Tutto possoin colui che mi dà forza’ (Fil 4,13)».

Sentimento di fiducia. «Il punto essen-ziale, quello che vi metterà nelle disposi-zioni più utili, è di tenerci ben uniti a Dio,in una grande diffidenza di noi e in unsentimento di fiducia senza limiti in Dio».

Lo spirito della Società. «Il nostro spi-rito, lo spirito della Società sapete dovepotete trovarlo? Per me, io lo trovo tuttonella casa di Nazareth. Forse che Gesùha cercato di farsi conoscere prima deltempo fissato dal Padre?».

«Lo spirito della Società di Maria èessenzialmente uno spirito di modestia;il nome stesso che portiamo lo indica;deve essere uno spirito di carità, di umil-tà, di modestia».

Fare e non fare. «Oh! quanto soffrosentendo dire: Si dovrebbe fare questo,quell’altro; invece di dire: Preghiamo elasciamo fare al buon Dio».

Provvidenza. «Ah! signori, vediamo laProvvidenza in ogni cosa. Per conto mio(...) c’è un numero di cose per le qualipreferisco lasciar agire la Provvidenzapiuttosto che precederla».

Fondatori. «Ognuno di noi deve dirsi:Sono lo strumento della Provvidenza,sono il fondatore. Sì, signori, siamo tuttifondatori».

Quale opera? «Siamo buoni e onestiverso tutti, ma non contiamo sugli uomi-ni. Mettiamo tutta la nostra fiducia in Dioe nella Vergine. Forse che facciamo l’o-pera nostra?».

Legge e salvezza. «(...) Roma mi èstata molto utile. è lì che ho imparato lamassima: ‘La legge è fatta per l’uomo’.Se non posso salvarlo con la legge,chercherò di salvarlo senza la legge».

PENSIERI COLINIANI

Page 11: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

11

SPIRITUALITA’ MARISTA

I maristi, come emerge dai due volumimaristi "Quelques souvenirs" e"Entretiens Spirituels", debbono esse-re umili, obbedienti, nascosti comeGesù negli anni oscuri di Nazareth edattraverso la via dell’umiltà, cercare lasantificazione perché è dalla confiden-za in Dio, dall’umiltà, dall’abnegazioneche i maristi traggono la loro forza.

In spirito di semplicità, senza pensaretroppo a se stessi, essendo "piccoli" e"nascosti", debbono cercare non ifavori e la protezione umana ma,come Maria, la volontà di Dio, e ciòsolo ed innanzitutto; agendo comeuomini liberi perché non hanno nullada perdere.

E poiché un essere povero ed umile sidistacca da ciò che è contingente perriempirsi di ciò che è eterno e divino,occorre: vivere una vita di fede sapen-do abbandonarsi, come Gesù nel suoabbassamento (= Kenosis).

Questi concetti sono ricorrenti nelleparole che p. Colin rivolgeva frequen-temente ai suoi confratelli:

«... Non vedere che Dio solo, ...nonagire che per Dio solo...».

«Non ricerchiamo noi stessi... maavere una grande fede, una grandeconfidenza in Dio...».

«... Il mezzo di fare molto per Dio e...abbandonarsi...».

«... Bisogna andare verso Dio con

abbandono, con la semplicità di unbambino...».

«... Secondo l’esempio di Gesù Cristoche ha abbandonato il seno del Padreper venire incontro agli uomini...».

Naturalmente - raccomanda p. Colin -sempre con grande confidenza in Dio.Infatti più ci si riconosce deboli più si èvicini a Lui, e più si ripone effettiva-mente la propria fiducia in Dio e inMaria, più si farà del bene. Senza farparlare di sé, in silenzio, nel nascondi-mento come Gesù e sua madre aNazareth, sapendo vivere coerente-mente anche nella notte della fede;seguendo Gesù Cristo, con abnega-zione ed un cuore indiviso, senzalasciarsi influenzare da tendenzemondane o dal desiderio di potere,con un cuore semplice e povero, comefanciulli.

INTRODUZIONEALLA SPIRITUALITÀ MARISTA (III)

Page 12: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

PADRI E FRATELLI MARISTI

12

In certe parti del nostro mondo mari-sta questo è il tempo di professioniperpetue, ordinazioni e anniversari.Ed è anche il periodo di Avvento. Laprima domenica di Avvento, durantela mia visita ai nostri confratelli inCamerun, ho avuto la grande fortunadi poter partecipare all’ordinazionepresbiterale di Njong Akua Kennethsm. La celebrazione è durata tre oree mezza e, mentre la liturgia si dis-piegava in tutta la sua esuberanzaafricana, ho avuto molto tempo perriflettere sui temi dell'Avvento.Durante la celebrazione abbiamoavvertito un vero senso dell’Emma-nuel, Dio tra il suo popolo, nella gioiae nella musica. La Liturgia dellaParola è stata introdotta da un’anima-ta processione con danze e suono ditamburi, con un gruppo di personetrasportava qualcosa sulle propriespalle, simile all’Arca dell'Alleanza.Quando poi la processione ha rag-giunto il santuario, il vescovo ha sco-perto l'“Arca dell'Alleanza” e con miagrande sorpresa sotto il velo c’eranascosto un bambino con in mano leScritture. La Parola di Dio che visita ilsuo popolo sotto forma di un bambi-no è stata accolta calorosamente. Ilnostro Dio accoglie ed è accolto: tipi-co tema dell’Avvento. Riusciamo ascoprire la Parola di Dio che viene inmezzo a noi con grande semplicitàquando guardiamo oltre la superficie

della vita. Occasioni come questasono momenti di famiglia. Le parroc-chie riprendono vita. Le famiglie e gliamici si riuniscono da lunghe distan-ze. La nostra famiglia marista haaccolto tutti in un clima di calda inclu-sione. Per noi, famiglia marista, èpositivo riflettere sull’inclusione, men-tre celebriamo il tempo benedettodell'Avvento e ci prepariamo alNatale. Se, nel corso di questo ultimoanno, ci sono state lacerazioni nellanostra vita marista, se noi o chiunquealtro in questo Avvento si senteescluso dalla famiglia marista, questoè il momento di tendere la mano, diriconciliarci e di accoglierci l’un l’altro

CERCARE SEGNI DI SPERANZANELLE NOSTRE VITE

John Larsen s.m

Page 13: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

PADRI E FRATELLI MARISTI

13

nelle nostre comunità. Dopo la cele-brazione, alcune mamme hannochiesto di parlare con me circa lasituazione nel nord-ovest del Came-run, da dove esse provengono. Que-ste donne sono arrivate subito alpunto. Hanno espresso la loro rabbia

per le ingiustizie che sono alla radicedella guerra civile nella loro zona.Hanno parlato dei loro figli che se nevanno nella foresta e prendono learmi. Hanno descritto la paura cheattanaglia tutti: i giovani ribelli, i gio-vani soldati governativi, la gentecoinvolta tra le due fazioni. Le lorofamiglie e la società stanno crollan-do. I bambini non possono andare ascuola. Molte madri sole portano iloro figli in un mondo di violenza. Imercati sono chiusi. La loro unicasperanza è nella voce e nell’accom-pagnamento disinteressato dellacomunità ecclesiale. Ma anche laChiesa sta soffrendo. Recentementetre Vescovi locali sono stati rapiti etutti i sacerdoti e gli operatori pasto-rali, tra cui i nostri confratelli, sono inpericolo. Il loro messaggio è quello dinon parlare in modo troppo disinvoltodi “pace natalizia”. Come diceva effi-cacemente Paolo VI: «Se vuoi lapace, lavora per la giustizia». La

pace dell'Avvento ci chiama a lavo-rare per la giustizia. Questa è statala prima ordinazione marista neldistretto dell'Africa da molti anni. Pertutti noi è un segno di speranza.L'Avvento è un momento in cui cer-chiamo segni di speranza nelle

nostre vite e nelle nostre situazioni.Se guardiamo in noi e intorno a noi,è facile cadere nello scoraggiamen-to. L'Avvento ci invita a proclamareciò che nutre la speranza focaliz-zando il nostro sguardo sulla storiadi Betlemme. L’Avvento ci chiamaall’altare dell’Eucaristia. Cristo ci favisita sotto la forma molto ordinariadella condivisione di parole, delpane e del vino trasformati dallaGrazia nel contesto della liturgia.Mentre come maristi facciamo que-sto pellegrinaggio attraverso l'Av-vento e il Natale, riconosciamol’Emmanuele, Dio- tra-noi come unpiccolo bambino, Figlio di Maria.Lavoriamo per l’accoglienza e lariconciliazione all'interno dellenostre comunità. Lavoriamo per lapace solidamente fondata sulla giu-stizia evangelica. Indichiamo leragioni della nostra speranza.Un santo Avvento e un buon Natalea tutti!

Page 14: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

PADRI E FRATELLI MARISTI

I Padri Maristi, presenti a Bresciafin dagli anni ’20, sono giunti nelquartiere Carmine nel 1981. Lascelta di questo quartiere per iMaristi non è stata casuale.L’opportunità è stata data dal fattoche in quel periodo la chiesa di S.Maria del Carmine era chiusa e siera alla ricerca di qualcuno che sene occupasse. Questa richiesta siincontrava con il desiderio deiMaristi di avere una presenzaall’interno del quartiere Carmine,quartiere che ha sempre avuto una suaparticolarità nel contesto cittadino.I Maristi sono quindi giunti al Carmine conl’incarico di riaprire la Chiesa, ma anchecon l’obiettivo di tenere presente la realtàdel quartiere, lasciandosi interrogare su ciòche al suo interno si poteva operare. Dopoun primo periodo di conoscenza della vitadel quartiere, hanno preso la decisione dioccuparsi soprattutto dei minori.La scelta di operare in ambito minorile,invece, è stata compiuta sia valutando cheper altre fasce di popolazione erano giàoperative delle risorse mirate, sia con laconvinzione che attraverso l’accoglienza,la socializzazione ed il tempo libero sipotesse promuovere un’azione di preven-zione.Sono così via via sorte una serie d'iniziati-ve, tra le quali alcuni servizi specificata-mente rivolti ai minori e ai giovani.I primi servizi promossi, nel gennaio 1985,sono stati una comunità di ProntoIntervento per minori ed un Centro Diurno.

A fianco del Pronto Intervento è ben prestosorta anche una Comunità di AccoglienzaMinori. Il Centro Diurno è stato trasformatoin seguito nel Centro di AggregazioneGiovanile “Carmen Street”, servizio rivoltosoprattutto ai minori del quartiere Carmine.Nel corso del tempo è il servizio che più èandato sviluppandosi ed evolvendo, inparallelo con i cambiamenti avvenuti nelquartiere.Ad una presenza iniziale esclusi-vamente italiana, con il passare degli annisi è rafforzata quella dei minori provenientida famiglie immigrate. Al suo interno la

14

IL CENTRO“CARMEN STREET” DI BRESCIA

Page 15: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

PADRI E FRATELLI MARISTI

15

composizione dei frequentanti il Centro èrimasta indifferenziata (cioè, accanto adalcune situazioni “difficili” coesistono econvivono tante altre “normali”). Questo al

fine di evitare che il Centro si riducesse adessere caratterizzato dalla presenza disole situazioni problematiche.Elemento di fondo è stata la convinzione diprevenire il disagio attraverso interventimirati, offrendo ai minori opportunità disostegno a quelle, a volte carenti, vissutenel proprio nucleo familiare e nel quartiere.Anche il nome, nato a suo tempo inmanie-ra spontanea e un po’ casuale (CarmenStreet risulta essere un gioco di parole chenasce dall'incontro del termine del dialettobresciano che indica il quartiere e quelloinglese che indica la strada) è stato vistocome simbolo di un incontro possibile.Accanto a queste attività rivolte ai minori,hanno preso l’avvio altre iniziative:il “Progetto Insieme”: un corso dialfabetizzazione e di socializzazio-ne per donne straniere (dal 2001)ed il “Progetto Alma”, uno spaziodedicato appositamente alleragazze (dal 2006).Al contempo si è iniziato ad offrire,nei fine settimana, altre opportuni-tà per gli adulti immigrati.La cura pastorale degli africani dilingua francese. In accordo con

l’Ufficio Diocesano Migranti nella Chiesadel Carmine si tiene mensilmente la cele-brazione eucaristica per gli africani di lin-gua francese. Nel corso dell’anno vengo-

no programmati anche altri incontriche si svolgono nel Centro (ritiri,attività del coro e dell’Associazio-ne…).L’accoglienza di comunità cattoli-che (in particolare, filippini), percelebrazioni ed incontri di preghie-ra.L’accoglienza per momenti diincontro e/o di festa di vari gruppistranieri (Senegal, Filippine,

Ucraina, Ghana, Guinea, Sri Lanka, ecc.).Si tratta di incontri di associazioni naziona-li, feste di battesimo,matrimoni, ecc. che sitengono nei locali annessi alla chiesa.Non sono solo gruppi cattolici, ma a volteanche musulmani e buddisti.Le attività con i minori ed i giovani (circa200 i frequentanti, di oltre 30 differentinazionalità d’origine) sono svolte da un’e-quipe di cinque educatori, aiutati da alcunivolontari. Una parte delle spese sostenuteper il funzionamento del Centro vienecoperta da un finanziamento annuale delComune di Brescia, mentre il restante pro-viene dalle donazioni di privati o dal contri-buto di altri Enti finanziatori.

Page 16: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

16

LAICI MARISTI

In molti la conoscenvano unica-mente per nome: Gloria. È statala laica marista che per lungotempo ha animato il gruppo diCorso Francia. Si è addormenta-ta nel Signore a 94 anni. Unmembro del gruppo la ricorda conqueste parole.

Carissima Gloria,

in tutti questi anni trascorsi insie-me abbiamo ereditato da te senti-menti e gesti di bontà, per farcigustare la gioia dell’incontro, inuna piccola comunità di amore econdivisione.

La cosa più bella che ognuno dinoi porterà nel cuore è la tene-rezza del tuo sorriso, anche nellesituazioni più difficili della vita, che cihai insegnato ad affrontare con umil-tà e coraggio.

Come tutte le anime belle, sei stataesempio di trasparenza nella tuatestimonianza di fede, nel riconosce-re i tuoi limiti, ed essere marista neifatti, nell’incarnare lo stile di Maria…

… per continuare ad amare intensa-mente nel silenzio del cuore, dellospirito e della volontà, e donare la tuaesperienza di crescita umana nellagratuità…

… continuando a perseverare nellamissione comune di allargare gli oriz-zonti della spiritualità marista a tuttele genti… per stupirci ancora unavolta dell’immenso dono che ilSignore è per tutti noi.

Sempre uniti nella preghiera… racco-gliamo tutte queste cose in una solaparola… Grazie Gloria… e insiemeripetiamo: «Con Maria ti ringraziamo,Signore. Alleluia!».

Santuario Ns. Signora di LourdesTorino

GLORIATENERO CUORE DI MADRE

di Roberto Quinto

Page 17: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

SOCIETA’ DI MARIA

17

Il 9 novembre il Vescovo ausiliare diRoma Mons. Guerino Di Tora ha ordina-to diaconi Samuela Tukidia, Guy RogerAssogoma, Benedict D’souza, Yous-souphStevYoum,FloydGatana,Ricardo

Navarrete Gutierrez e Leandro MartinsDa Silva. Sono gli stessi che il meseprima hanno fatto la loro professione reli-giosa perpetua nella Società di Maria.Sette maristi di sette paesi diversi. Molti

amici, familiari, confratel-li e compagni di scuola sisono riuniti nella parroc-chia Santa FrancescaCabrini per la celebrazio-ne. I diaconi sono tutti alquarto anno di telogia,iscritti per la Licenza indiverse specializzazioni:quattro all’UniversitàGregoriana e tre all’An-gelicum. Domenicascorsa hanno iniziato illoro ministero liturgicocome diaconi in parroc-chie di Roma e allaDomus Australia (ilnostro ex studentato invia Cernaia).

7 ORDINAZIONI DIACONALIA S. FRANCESCA CABRINI

Page 18: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

FAMIGLIA MARISTA

Nella festa dell’Immacolata Concezio-ne sono stati beatificati in Algeria 19martiri che, negli anno ‘90, hanno testi-moniato la loro fede. Tra di loro c’era ilFratello Marista Henri Vergès fms. Lacelebrazione, avvenuta a Notre-Damedi Santa Cruz ad Oran, è stata presie-duta dal Cardinal Giovanni AngeloBecciu, prefetto della Congregazioneper le Cause dei Santi, inviato specialedel Papa.Henri Vergès nacque il 15 luglio 1930 aMatemale, un piccolo paese situato neiPirenei Orientali. Era il maggiore dei seifigli di Joseph Vergès e Matilde Bournet,dai quali apprese un profondo senso dellavoro e l’amore per una vita semplice.Spesso accompagnava il padre acustodire le mandrie del Comune sullemontagne. In una di quelle occasioni,quando aveva dieci anni, Henri si sentìrivolgere dal genitore una domanda: «Ache pensi per tutto il giorno?». In quelmodo, imparò a contemplare Dio attra-verso le bellezze della natura.A dodici anni lasciò la famiglia perchéaveva conosciuto la Società dei PiccoliFratelli di Maria, detti anche FratelliMaristi delle Scuole. Uno di quei religiosi,infatti, mentre percorreva le valli in cercadi possibili candidati alla vita consacrata,aveva notato le sue buone qualità.Professò i voti perpetui il 26 agosto1952. Nel 1968 il Superiore generale glichiese di partire per l’Algeria. FratelHenri accettò: da tempo desiderava

andare missionario. Così, dopo unostudio intensivo dell’arabo durante levacanze in famiglia, sbarcò ad Algeri.Lì visse una vita di intensa preghiera edi profondo dialogo con i suoi amicimusulmani. Insieme ad altri religiosipresenti nel paese, visse in stretta soli-darietà con la gente algerina, senzaalcun segno di paura o angoscia non-ostante la crescente tensione e ostilitàdegli anni ‘90 verso gli stranieri.Nel 1988, ormai in età da pensione,lasciò l’insegnamento. MonsignorHenri Teissier, vescovo di Algeri, gli affi-dò la biblioteca diocesana di BenCheneb, nel quartiere della Casbah.Fratel Henri si mise all’opera per ren-derla più accogliente e decorosa: in talmodo, cominciarono a visitarla più dimille studenti, uomini e donne. Tutti

18

BEATIFICAZIONEDI FRATEL HENRI VÈRGES FSM

Page 19: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

FAMIGLIA MARISTA

f

19

sapevano di poter contare su di lui, sufratel Michel Voute, anche lui Marista,arrivato tre anni dopo, e su suor Paul-Hélène Saint-Raymond, delle PiccoleSuore dell’Assunzione.Di fronte alle crescenti minacce cuiandavano incontro gli stranieri cristianiin Algeria, da una parte fratel Henri cer-cava di sdrammatizzare: «Fa parte delcontratto», disse un giorno ridendo, «esarà quando Egli vorrà. Non sarà que-sto che c’impedirà di vivere, via!».Dall’altra, confidò a dom Christian de

Chergé, priore del monastero trappistadi Nostra Signora dell’Atlas e guida delRibât es-Salâm (Vincolo di Pace), ungruppo per l’incontro e il dialogo tramusulmani e cristiani, di cui lui stessofaceva parte dal 1984: «Non ci vorràmolto… Il mio testamento è pronto, sulmio tavolo».L’8 maggio 1994, pochi minuti dopo l’a-pertura della biblioteca, tre uominivestiti da poliziotti si presentarono al

tavolino dove suor Paul-Hélène acco-glieva i visitatori, ordinandole di portarlidal responsabile.La religiosa li precedette, ma quasisubito cadde a terra, colpita a morte dauna pallottola alla nuca. Fratel Henri,uscito dal suo ufficio, venne a sua voltaabbattuto con uno sparo in testa, men-tre gli studenti fuggivano dalla bibliote-ca. Fratel Michel era al lavoro in unaltro piano dell’edificio, quindi nonvenne raggiunto. Il 13 giugno successi-vo, l’attacco fu rivendicato dal GruppoIslamico Armato (GIA).Fratel Henri e suor Paul-Hélène, maanche il già citato dom Christian deChergé, sono stati inseriti nella causache contava in tutto diciannove candi-dati agli altari, tutti religiosi, uccisi dal1994 al 1996, nel corso dei cosiddetti“anni neri” per l’Algeria. La loro inchie-sta diocesana si è svolta adAlgeri dal 5ottobre 2007 al luglio 2012.Il 26 gennaio 2018 papa Francesco haautorizzato la promulgazione deldecreto relativo al martirio dei dicianno-ve religiosi. La loro beatificazione èstata celebrata l’8 dicembre 2018 nelsantuario di Nostra Signora di SantaCruz a Orano.La memoria liturgica di tutto il gruppo èstata fissata all’8 maggio, giorno dellanascita al Cielo di fratel Henri e di suorPaul-Hélène.Un imam della Grande Moschea diOran ha dichiarato: «Oggi ci rallegria-mo con voi per la beatificazione di que-sti martiri cristiani uccisi al tempo dellatragedia nazionale inAlgeria. Sono statiuomini di pace, uomini di fede sincera,uomini con una missione molto specia-le: diffondere la pace».

Page 20: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

SOCIETA’ DI MARIA

20

I vescovi del Pacifico e della NuovaZelanda. In occasione della recente visitaad limina dei Vescovi della ConferenzaEpiscopale del Pacifico in settembre, e dellaConferenza Episcopale della Nuova

Zelanda in ottobre, oltre all’incontro con ilPapa e le varie congregazioni e dicasteriVaticani, i Vescovi delle due regioni hannoanche visitato la Casa Generalizia. Sonostati accolti inmodo caloroso dalla comunitàdella Casa Generalizia e da altri ospiti conun pranzo fraterno. Entrambe le occasionihanno offerto l’opportunità di condividere illavoro e le preoccupazioni comuni e diapprofondire le relazioni con queste Chieselocali che sono care a tutta la Società. Tra iVescovi dell’Oceania c’erano i vescovi mari-sti Michel Calvet (Arcivescovo di Numea),JeanBoscoBaremes (vescovodiPort Vila),Paul Donoghue (vescovo di Rarotonga) eSuscitino Sionepoe (vescovo di Wallis etFutuna). Tra I Vescovi della Nuova Zelandac’era Paul Martin (vescovo di Christchurch).

Papa Francesco. Durante la recenteAssemblea Generale dell'Unione diSuperioriGeneralec'èstatoun incontrospe-ciale con Papa Francesco. Il nostro

Superiore Generale, p. John Larsen, erapresente. Il Papa ha trascorso due ore conloro per ascoltare le speranze e le sfide dei

religiosi, e ha invitato tutti coloro che eranopresenti a parlare liberamente, sottolinean-do la sua personale apertura alla discussio-ne su qualsiasi argomento. Dopo quest'in-contro fraterno il Papa si è incontrato singo-larmente con ognuno dei 150 Superiorigenerali.

Ordinazione presbiterale. Domenica 1°dicembre il nostro confratello P. KennethAkua Njong del Distretto dell’Africa è stato

Not iz ie in breve

Page 21: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

SOCIETA’ DI MARIA

21

ordinato presbitero. Confratelli, parrocchiani,familiari e amici hanno vissuto con gioia labellissima celebrazione nella chiesa parroc-chiale di StAnne d’Obili, Yaoundé. Per que-st’annoKenneth ha ricevuto la nomina nellacura pastorale dei giovani in questa parroc-chia, che si trova nella zona universitariadella città.

Consiglio della Provincia. Ventiquattroconfratelli di tutta la provincia europea sisono riuniti a metà novembre per rifletteresul tema: «Chiamati a servire. Eccomi,Signore (Is 6,8). Come posso comprenderequesta chiamata comune oggi nella miasituazione?». Ha condiviso il suo punto divista anche Juan Carlos Piña, assistentegeneraleaRoma, responsabiledellaprovin-ciad’Europa.L’incontroèstato facilitatodap.Terry McGrath (della Società Missionaria diS.FrancescodiSales)chehachiestoaipar-tecipanti di iniziare raccontando le circostan-

ze che li hanno condotti a diventare maristi.Li ha guidati attraverso una serie di conver-sazioni chehannoesplorato “la chiamataadesseremarista” oggi.Naturalmente, le rispo-ste offerte dai confratelli sono state influen-zate dalla lunghezza della loro esperienzamarista, per qualcuno oltre i sessanta anni!E tuttavia, in tale diversità si è trovato il desi-derio comune di essere fedeli alla scelta difavore di Maria e alla sua opera di unire

anime e cuori, di essere “costruttori di ponti”(Capitolo Generale 2017). L’ultimo invito diTerry ai partecipanti è stato di elencare unacosa che devono smettere di fare e tre coseche devono fare per vivere più pienamentela loro chiamata oggi.Alla fine dell’incontro, ipartecipanti hanno condiviso la convinzioneche Maria ci chiama sempre a contribuirealla missione della Chiesa secondo il suomodello.

Brescia-Tolone. Si tratta di un’esperienzache si rinnova da ormai dieci anni, lo scam-bio tra il Centro Aggregazione GiovanileCarmen Street di Brescia e l’Externat SaintJoseph, una scuola marista di Tolone.Anche quest’anno, durante il mese dimarzo, un gruppo del Centro si è recato aTolone, accolto dalla scuola e ospitato inalcune famiglie degli studenti. A dicembre,un gruppo di studenti francesi ha visitatoCentro di Brescia. Nel mese di aprile la pro-fessoressa Stefania Ranucci (insegnante diitalianonella scuola diTolone), ha accompa-gnato aBrescia anche un gruppo di studen-ti della scuola marista di Dakar (Senegal).

Queste esperienze sono vissute in manieramolto positiva dai partecipanti. Un modo diintessere relazioni e di conoscere esperien-ze diverse. Un commento ricorrente deglistudenti francesi: «Perché non c’è CarmenStreet anche da noi?», mentre i bresciani, aloro volta, si domandano: «Sarebbe belloavere una scuola come quella di Tolone aBrescia».

Page 22: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

22

PADRI E FRATELLI MARISTI

P. Mauro Filippucci e Fr. Giovanni Sereni(8 settembre 2019)P. Lorenzo Curti(27 ottobre 2019)

…Un dono del Signore alla sua Chiesa,per essere prima di tutto segni visibili nelcuore della Famiglia Marista.«Santissima Trinità, Padre, Figlio e SpiritoSanto, davanti a Maria madre nostra e atutti i circostanti, io…».Sono state queste le parole pronunciatedai nostri cari confratelli all’inizio del rin-novo della loro consacrazione a Dio, peressere sempre più conformi all’immaginedel Figlio, partecipando nello Spirito allasua verginità, povertà e obbedienza, rea-lizzando in queste grandi rinunce il valorecristico-salvifico, nel dispiegarsi dellaTrinità d’Amore che ha portato in questi60 anni di amabile dedizione al Signore la

promessa della vita gloriosa a partiredalla pienezza della vita presente.La loro testimonianza di fedeltà e diamore è il segno luminoso del riconosci-mento del primato di Dio, dell’abbandonofiduciosoe della ricerca appassionata della Suavolontà, del desiderio di essere una cosasola con Lui, per amarlo con tutto il cuore,con tutta l’anima e tutto se stessi.Tale professione si completa Sub MariaeNomine, madre amabile nella più singola-re semplicità, la giovane donna impegna-ta nella sua vocazione e missione didonare all’umanità la testimonianza di vitaper il Vangelo nell’attesa gioiosa delRegno di Dio.Nel suo fiat e nel suo magnificat è bellolodare il Signore... lungo il cammino diveri figli orientati alla beatitudine celeste.

ALLELUIA!

SESSANT’ANNI DI VITA MARISTAFESTEGGIAMENTI A TORINO - CORSO FRANCIA

di Roberto Quinto

Page 23: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

PADRI E FRATELLI MARISTI

Non siamo nuovi a veloci visite aTorino dove esploriamo la città edi paesi limitrofi, ma questa volta cisiamo combinati proprio bene!Stiamo parlando della coincidenzadi domenica 27 ottobre, quando ilbuon p. Lorenzo ha festeggiato isuoi primi 60 anni di professionereligiosa nei Padri Maristi. Comeha ben specificato nell’omeliadella S. Messa, non vuol dire 60anni di sacerdozio, ma piuttosto laricorrenza di quando ha preso ivoti, seguendo poi le tappe perarrivare al sacerdozio.La messa delle ore 10 è statapiuttosto partecipata. Ad animarla,insieme alle voci dei cantori, la cop-pia Fabio di Torino all’organo (figlio diManlio e Liubjca) e Fabio diCastiglion Fiorentino con la chitarra

(appositamente portata dallaToscana). Per me e Katia sicura-mente una bella emozione ancheperché eravamo gli unici rappresen-tanti del Rivaio al Santuario di CorsoFrancia e p. Lorenzo non si è rispar-miato nel salutarci pubblicamente.La festa è poi proseguita nei localiattigui alla chiesa con molti simpatiz-zanti e parenti, per un aperitivo equalche stornello di festa per il nostrosacerdote marista e ad onor del vero,noi, abbiamo anche proseguito con ilpranzo insieme ai più stretti parenti dip. Lorenzo.Quindi tanti auguri di un proficuo elungo cammino a p. Lorenzo ed ungrazie per la calorosa accoglienzarivolta a due suoi vecchi parrocchiani!

Fabio e Katia

23

P. LORENZOE I 60 ANNI DI PROFESSIONE RELIGIOSA

di Fabio e Katia

Page 24: MARIA€¦ · Bimestrale sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 5-6 - 2019 T a r i f f a A s s o c i a z i o n i s e n z a f i n e d i l u c r o P o s t e I t

INDICE

24

MARIA

Bimestrale sulle operee sulle missioni

dei Padri e dei FratelliMaristi italiani

Direzione e Amministrazionevia Livorno 91 - 00162 Roma

tel. 06/ 860.45.22fax 06/86205535

e-mail: [email protected] page: www.padrimaristi.it

Direttore responsabileD. Giuseppe Mensi

Quote di abbonamentoOrdinario 15,00Sostenitore 25,00Benemerito 35,00

C.C.P. n.29159001 intestato aCentro Propaganda Opere Mariste

via Livorno - 00162 Roma

Autorizzazione Tribunale di Romadel 23.12.94

con approvazione ecclesiastica

Sped. Abb. Post. 27,2,549/95Taxe perçue

Roma

StampaGrafica Artigiana Ruffini

via Piave, 36 - 25030 Castrezzato (Bs)tel. 030.714.027fax 030.7040991

e-mail: [email protected]

2 Spiritualità mariana

6 Papa Francesco

8 Vita della Chiesa

10 Spiritualità marista

12 Padri e fratelli maristi

16 Laici maristi

17 Società di Maria

18 Famiglia marista

20 Notizie in breve

22 Padri e fratelli maristi

nn.5-6 - settembre-dicembre 2019

Preghiera di SanMacario il Grande

Signore, amico degli uomini, a Tericorro al mio risveglio, comincian-do il compito assegnatomi nellatua misericordia: assistimi in ognitempo ed in ogni cosa; preservamida ogni seduzione mondana, daogni influenza del demonio; salva-mi e introducimi nel tuo Regnoeterno.

Tu sei infatti il mio Creatore, lafonte ed il dispensatore di ognibene: in te riposa tutta la mia spe-ranza, ed io ti rendo gloria ora esempre e nei secoli dei secoli.

Amen.