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ITALIA pag. 5 www.bioenergyinternational.com N° 2 - maggio 2009 Le bioenergie nel Piano Strategico Forestale Nazionale Progetto See: il Distretto Agricolo Energetico Territoriale pag. 4 Biogas: tecnica e gestione degli impianti di biogas pag. 10 Tecnologie: riscaldamento domestico “made in Italy”, motivi del successo mondiale pag. 12 Biomasse: Pioppo e canna, colture al- ternative nelle aree degli ex-zuccherifici pag. 13 Biocarburanti: la burocrazia ne ritarda l’uso per l’Italia pag. 8 Sistemi solari integrati a caldaie a biomassa per una migliore efficienza energetica pag. 6 A pochi mesi da due importanti eventi per il settore delle bioenergie italiane, cioè la fiera di Biella FORLENER 09 a settembre (Foresta-Legno-Energia) e quella di Arezzo a no- vembre “AGRIENERGIE”, esce questo numero di Bioenergy International Italia. Questa edizione italiana contiene argomenti molto rilevanti, che vanno ben oltre il panorama nazionale: gli articoli su bio- gas, biodiesel, attività sperimentali su Short Rotation Forestry con pioppo e coltivazione con canna comune, per esempio, potranno essere ripresi e tradotti anche nelle edizioni di Bioe- nergy International in lingua inglese, francese, spagnola, russa e polacca. Grazie quindi alla redazione italiana per il grande lavoro di divulgazione e di infor- mazione che sta facendo, sono sicuro che le 15.000 copie distribuite saranno apprez- zate almeno quanto lo facciamo noi quassù dalla Svezia. Lennart Ljungblom editore di Bioenergy International [email protected] Lettera dalla Svezia Official Partner foto: Schmack Biogas

Bioenergy International Italia no.2

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Bioenergy International Italia è la rivista specializzata, distribuita gratuitamente presso tutti gli eventi italiani dove si parla di bioenergia

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ITALIA

pag. 5

www.bioenergyinternational.com N° 2 - maggio 2009

Le bioenergie nel Piano Strategico Forestale Nazionale

Progetto See: il Distretto Agricolo Energetico

Territoriale pag. 4

Biogas: tecnica e gestione degli

impianti di biogaspag. 10

Tecnologie: riscaldamento domestico “made in Italy”,

motivi del successo mondialepag. 12

Biomasse: Pioppo e canna, colture al-

ternative nelle aree degli ex-zuccherifici

pag. 13

Biocarburanti: la burocrazia ne ritarda l’uso per l’Italia

pag. 8

Sistemi solari integrati a caldaie a biomassa per una migliore efficienza energeticapag. 6

A pochi mesi da due importanti eventi per il settore delle bioenergie italiane, cioè la fiera di Biella FORLENER 09 a settembre (Foresta-Legno-Energia) e quella di Arezzo a no-vembre “AGRIENERGIE”, esce questo numero di Bioenergy International Italia.Questa edizione italiana contiene argomenti molto rilevanti, che vanno ben oltre il panorama nazionale: gli articoli su bio-gas, biodiesel, attività sperimentali su Short Rotation Forestry con pioppo e coltivazione con canna comune, per esempio, potranno essere ripresi e tradotti anche nelle edizioni di Bioe-nergy International in lingua inglese, francese, spagnola, russa e polacca.

Grazie quindi alla redazione italiana per il grande lavoro di divulgazione e di infor-mazione che sta facendo, sono sicuro che le 15.000 copie distribuite saranno apprez-zate almeno quanto lo facciamo noi quassù dalla Svezia.

Lennart Ljungblomeditore di Bioenergy [email protected]

Lettera dalla Svezia

Official Partner

foto: Schmack Biogas

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Bioenergy International Italia N° 2 - maggio 2009 / www.bioenergyinternational.comPagina 2

EventiStaff Bioenergy

International

Dorota NatuckaCo-editor e Coordinatrice

commercialeEditrice di B. I. Polonia

[email protected]

Martina Sumenjak SabolCo-editor e fotografa

[email protected]

Markko BjorkmanReporter

[email protected]

Samson AntranighianAbbonamenti

[email protected]

Jeanette FogelmarkAssistente

[email protected]

Maral KassabianCo-editor e Marketing

[email protected]

Agrienergy_IT_185x270 16-04-2009 10:17 Pagina 1

Page 3: Bioenergy International Italia  no.2

Pagina 3Bioenergy International Italia N° 2 - maggio 2009 / www.bioenergyinternational.com

EditorialeDalla Cina, buone notizie e buone prospettive!

Staff Bioenergy International

Italia

Giustino MezzaliraDirettore Editoriale

[email protected]

Elena AgaziaDirettore Amministrativoinfo@bioenergyinterna-

tional.it

Griselda TurckRelazioni Istituzionali e

commercialicommerciale@bioenergyin-

ternational.it

Antonio BrunoriCoordinamento Editorialeredazione@bioenergyinter-

national.it

Giovanni TribbianiProduzione grafica

Per lavoro mi trovo in Cina. Ero da queste parti una dieci-na di anni fa e, come tutti co-loro che hanno avuto modo di vedere il grande Paese asiatico negli ultimi anni, sono stupito dalla rapidità dei cambiamenti e dal loro impatto sia economico che ambientale: 10 anni fa c’era una sola autostrada, ora la Cina centro-orientale ne ha una rete di diecine di migliaia di chilo-metri; 10 anni fa c’era qualche auto, soprattutto nelle grandi città, ora sta diventando il più grande mercato di consumo al mondo!L’incubo di chi si preoccupa del cambiamento climatico si sta avverando: i cinesi stanno comprandosi le automobili e non certo le 500 o le Smart!Eppure, guardando con occhio non prevenuto, si nota-no altri fatti che lascia-no ben sperare. Ovunque nelle ininter-rotte serie di botteghe e negozi che bordano le strade, si vedono in bella mostra pannelli solari termici, di buo-na fattura, installati poi ovunque sui tetti delle case vecchie e soprat-tutto nuove!Al posto dell’asfissian-

te e rombante sciamare degli scooter a motore a scoppio è dappertutto uno sfrecciare di scooter elettrici, di produzione locale, mescolati alle tradizio-nali biciclette, anch’esse sem-pre più motorizzate con motori elettrici.Il mio amico Zhang Huaxin, professore all’Accademia Ci-nese di Scienze Forestali, ha un’idea fissa: far fare ai cinesi un’altra piccola rivoluzione ver-so la modernità e la sostenibi-lità ambientale, sostituendo le centinaia di milioni di fornelli per la cottura dei cibi alimentati a carbone o a gas in bombole con altrettante stufe-cucina ali-mentate a pellet.La sua idea, venutagli girando per le fiere europee dedicate al legno-energia, è semplice: in

Cina sono presenti scarti legno-si ovunque, per gran parte oggi non utilizzati e che potrebbero venire valorizzati trasforman-doli in pellet, da usare non come da noi per scaldare i locali, ma soprattutto per cucinare. Eh sì! Pochi lo sanno ma la Cina è un grande Paese forestale, con un’attiva politica di incentivo alla continua espansione delle superfici sia forestali che dei si-stemi agroforestali (mescolanza di piantagioni arboree e di col-ture agricole, onnipresenti nelle aree rurali del paese). Procurarsi il carbone (sic!) e il gas naturale per la famiglia contadina cine-se è costoso e per l’ambiente è fortemente impattante.L’enorme e onnipresente bio-massa legnosa residuale delle colture forestali e fuori foresta

potrebbe essere una valida so-luzione per entrambi i proble-mi. Huaxin crede in questo e sta ora sperimentando diverse specie legnose per realizzare piantagioni a ciclo breve (SRF), in vista del momento in cui tutti i residui saranno stati utilizzati!Il sogno di ogni industriale è vendere qualcosa ai cinesi. Forse è arrivato il momento che qualche intraprendente co-struttore italiano di macchine termiche a pellet (cucine, stufe, caminetti), pensi al mercato ci-nese: non come un incubo ma come un’opportunità!

Giustino MezzaliraDirettore EditorialeBioenergy [email protected]

Pag. 4Il Distretto Agricolo Energetico Territoriale (DAET): un’iniziativa di successo nella campagna “Energia Sostenibile per l’Europa”

Pag. 5Il Programma Quadro per il Settore Forestale e lo sviluppo delle biomasse

Pag. 6Sistemi solari integrati a caldaie a biomassa per una migliore efficienza energetica

Pag. 7I prezzi del pellet in Europa sono in leggero aumento

Pag. 8L’Italia in ritardo nell’uso di biocarburanti nei trasporti a causa di lentezze burocratiche

Pag. 10Tecnica e gestione degli impianti di biogas: aspetti problematici e possibili soluzioni

Pag. 12Riscaldamento Domestico Made in Italy: il perché di un successo mondiale

Pag. 13Pioppo e canna, una possibile coltura alternativa per l’ex-zuccherificio di Castiglion Fiorentino

Pag. 14Eventi 2009

Pag. 15Calendario 2009

Sommario

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A giugno pronto il modello per i

PAN di sviluppo dell’energia rinnovabile

La Commissione euro-pea presenterà a giugno il “modello” dei Piani d’Azione Nazionali per lo sviluppo delle energie rinnovabili (fotovoltaico, solare, eolico e le altre FER per riscaldamento e raffrescamento) che gli Stati membri dovranno presentare entro il mese di giugno 2010. Lo ha annunciato il com-missario Ue all’Energia Andris Piebalgs, duran-te il suo intervento alla Conferenza europea sull’energia eolica tenu-tasi il 16 marzo a Mar-siglia. I piani d’azione nazionali, da applicare fra il 2013 e il 2020, sono previsti dalla diret-tiva Ue sulle rinnovabili, approvata nell’ambito del “Pacchetto clima” nel dicembre scorso, che assegna obiettivi differenziati a ogni Stato membro per un aumento complessivo delle fonti rinnovabili fino a coprire alla fine del periodo il 20% del consumo totale di energia dell’Unione. L’Italia, in questo qua-dro, ha l’obbligo di rag-giungere l’obiettivo del 17%, consumo che nel 2007 era stimato essere ancora intorno al 6%. Ogni Stato, sotto para-metri comunitari, sarà libero di fissare i propri target settoriali (per i consumi nel riscalda-mento-raffreddamento, nei trasporti, nell’elettri-cità) e indicare come raggiungerli (incentivi fiscali e rimborsi parziali, certificati verdi obbliga-tori – come in Gran Bre-tagna- o certificati “feed in” come in Spagna o Germania -obbligo di acquisto di energia rin-novabile a prezzo fisso da parte dei fornitori di elettricità-.

ABredazione@bioener-

gyinternational.it

PoliticheIl Distretto Agricolo Energetico Territoriale (DAET): un’iniziativa di successo nella campagna “Energia Sostenibile per l’Europa”Sono state 251 le partnership attivate in Europa nel corso del 2008 nell’ambito della campagna SEE e, di queste, ben 49 in Italia. Nel 2009 la Commissione Europea ha selezionato le migliori 25 per farle concorrere ai SEE Awards 2009 ed una italiana è risultata vincitrice assoluta nella categoria “Comunità Sostenibili”, cioè il Consorzio Produttori Agricoli Acque Minerali Umbre

I SEE Awards 2009 sono i pre-mi che la Commissione Europea assegna ogni anno alle iniziative più meritevoli tra le partnership attivate in ambito comunitario e nel 2009 la Commissione ha selezionato le migliori 25 (5 per ogni area della campagna). Ben 5 partnership italiane sono sta-

te incluse tra i finalisti ed una è risultata vincitrice assoluta nella categoria “Comunità Sostenibili”. Si tratta del modello di Distretto Agricolo Energetico Territoriale (DAET) proposto dal Consorzio Produttori Agricoli Acque Mine-rali Umbre, partner della campa-gna SEE in Italia, che qui viene sinteticamente presentato.E’ da alcuni anni che il Consor-zio Produttori Agricoli Acque Minerali Umbre ha presenta-to, all’interno del dibattito sulle agro-energie a livello nazionale, il concetto del Distretto Agricolo Energetico Territoriale (DAET) e, per la prima volta, un presti-gioso riconoscimento gli viene assegnato anche a livello euro-peo. Il tutto è partito dall’esi-

genza di coniugare gli aspetti di politica energetica con quelli di politica industriale, nonché la ri-cerca e la sperimentazione con il settore primario. La strategia del DAET si propone di ribaltare le linee di approccio ad un intero mercato che segnerà l’intera eco-nomia mondiale, probabilmente in modo permanente. Si tratta di un modello messo a punto in modo da soddisfare le esigenze di un Consorzio territoriale che associa agricoltori, operatori tu-ristici, società di servizi, Comuni e piccole e medie industrie. Un modello altamente replicabile ed adattabile alle diverse realtà del nostro Paese. Da un punto di vista tecnico, il DAET è caratterizzato da un’estensione limitata, non supe-riore in linea di massima ad un diametro di 50 km, all’interno della quale sono presenti sia le produzioni di biomasse dedicate all’energia, sia tutta la filiera delle lavorazioni e trasformazioni per ottenere i due prodotti di interes-se commerciale: l’energia elettrica e il calore. I limiti d’estensione co-stituiscono un vincolo necessario per ridurre al minimo gli impatti e i costi dovuti al trasporto del prodotto dall’azienda agricola di produzione fino all’impianto di trasformazione. L’autonomia, dovuta alla presenza nel distretto di tutti gli operatori del ciclo agri-colo energetico, è un’altra carat-teristica del DAET, che è in gra-do di produrre energia elettrica e calore sia per le utenze interne al distretto che eventualmente per la commercializzazione esterna. Il DAET, così delineato, sarà anche in grado di raccogliere e trasformare i residui agricoli con contenuto energetico, prodotti all’interno del DAET o a breve distanza. La sfida può sembrare ardua poiché il modello econo-mico agricolo può configgere

con quello industriale, e quello industriale con quello turistico. L’elemento di novità consiste nel considerare il DAET come un modello costruito sulle esigenze di un territorio e che valorizzi ogni singolo attore coinvolto. L’obiettivo è quello di superare le difficoltà storiche del settore in Italia, che riguardano la scarsa disponibilità di biomasse real-mente accessibili e scarsa densi-tà energetica del prodotto; costi elevati delle biomasse, rispetto ai combustibili fossili; fraziona-mento della proprietà agricola; dipendenza dalla incentivazione comunitaria per i prodotti agro-alimentari; abitudini tradizionali; problemi organizzativi e gestio-nali, non affrontati, della filiera costituita da: produzione delle biomasse (siano esse da bosco ceduo che da coltivazione dedi-cata), raccolta, trasformazione e commercializzazione; difficoltà di accettazione, da parte della popolazione, dell’intero sistema; normativa e ruoli istituzionali an-cora non finalizzati.Vedremo, nel giro di un paio di anni al massimo, se il modello di DAET proposto dal Consorzio Produttori Agricoli Acque Mi-nerali Umbre confermerà le alte aspettative, soprattutto alla luce del riconoscimento ottenuto a li-vello europeo. Se così sarà, allora sarà un dovere da parte delle isti-tuzioni del nostro Paese (ai diver-si livelli) facilitare la promozione e la replicazione di tale modello su tutto il territorio.

Antonio [email protected]

Antonio LumicisiCoordinatore Campagna SEE in Italia - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Official Partner

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Pagina 5Bioenergy International Italia N° 2 - maggio 2009 / www.bioenergyinternational.com

PoliticheCosa è il

Programma Quadro per il

Settore Forestale

Il PQSF è un program-ma strategico di durata decennale che individua nella gestione forestale sostenibile lo strumento per valorizzare la multi-funzionalità forestale su cui basare lo sviluppo lo-cale di lungo periodo.Esso è stato elaborato con l’intento di fornire un quadro organico dei numerosi accordi, trattati e protocolli internazionali del settore, ivi compreso il Piano di Azione Foresta-le dell’UE 2006, nonché enucleare un programma per conseguire lo svilup-po forestale sostenibile. La definizione della stra-tegia si basa su Obiettivi prioritari e Azioni. I quattro obiettivi prioritari sono:• sviluppare un’econo-

mia forestale efficien-te ed innovativa, a cui sono associate otto azioni chiave;

• tutelare il territorio e l’ambiente a cui sono associate sei azioni chiave;

• garantire le prestazioni di interesse pubblico e sociale a cui sono as-sociate quattro azioni chiave;

• favorire il coordinamen-to e la comunicazione a cui sono associate sette azioni chiave.

Ai fini del coordinamento e del controllo nell’ap-plicazione del PQSF è stata prevista la costi-tuzione di un Tavolo di coordinamento forestale, composto da un rappre-sentante ciascuno da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimen-tari e Forestali, Ministe-ro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Corpo Fore-stale dello Stato, nonché da cinque rappresentanti delle Regioni, avvalen-dosi del supporto tecnico dell’INEA e dell’ISMEA.

Francesco Carbone

Il Programma Quadro per il Settore Forestale e lo sviluppo delle biomasseCon l’approvazione da parte della Conferenza Stato-Regione e Province Autonome di Trento e Bolzano a fine 2008 del Programma Quadro per il settore forestale (PQSF), il sistema forestale nazionale si è munito del suo più importante strumento di programmazione per il prossimo decennio, strumento che possiamo definire il II Piano Forestale Nazionale.

Al termine del 2008 è stato ap-provato il Programma Quadro per il Settore Forestale (PSQF) 2008/2018, realizzato all’in-terno del quadro normativo definito dal Decreto legislati-vo 227/2001, dalle linee guida emanate dal Ministero dell’Am-biente (D.M. 16 giugno, 2005), ma soprattutto dalla legge fi-nanziaria 2006. Nell’individuazione delle stra-tegie di sviluppo finalizzate al conseguimento della gestione forestale sostenibile e la valoriz-zazione della multifunzionalità dei boschi trova spazio anche la tematica legata alla valorizza-zione delle biomasse. Il loro contributo è stato ricono-sciuto come prevalente nell’am-bito dell’obiettivo prioritario orientato a sviluppare un’economia forestale efficiente ed innovativa e va a costituire una azione auto-noma codificata A.6). Ad esse, tuttavia, è altresì riconosciuto un significativo contributo al conseguimento degli altri obiet-tivi prioritari ed in particolare alla tutela dell’ambiente e alla valorizzazione dell’interesse pubblico.

Ciò va a ribadire alcuni concetti chiave in materia di biomasse, ovvero, queste possono fornire un significativo contributo allo sviluppo economico del siste-ma forestale, divenendo occa-sione di reddito per le proprietà nonché ridurre l’impatto am-

bientale, ed in parti-colare misura i costi sociali derivanti dal mancato consumo di fonti energetiche fossili. Tutto ciò ac-quisisce una valenza crescente allorché l’uso delle biomasse è associato a siste-mi di produzione energetica dai ren-dimenti sempre più elevati, disponibili grazie alla continua innovazione che il settore sta cono-scendo in questi ul-timi anni.Purtroppo il PQSF

non è munito di proprie risorse finanziarie. Ciò costituisce un limite evidente, che ad oggi gli conferisce un ruolo soprattutto strategico e di indirizzo. E’, tut-tavia importante, sottolineare che i redattori si sono preoccu-pati di evidenziare dove poter reperire risorse per avviare la sua implementazione. Ciò li ha con-dotti a guardare al quadro pro-grammatico 2007/2013 soste-nuto dalle risorse comunitarie, ed in particolare alle Misure di attuazione del Reg. 1968/2005. Sono state individuate ben sette Misure le cui azioni potrebbero coinvolgere le biomasse, che sono le Misure 121, 123, 124, 222, 311, 312, 321. Sta dunque ai PSR regionali e ai progettisti riuscire a ritagliare adeguati spa-zi per le biomasse.Sul piano operativo l’avere un PQSF, tuttavia, va ben oltre questa sua connessione con il PSR. Esso infatti, è la cornice a cui riferirsi per partecipare

all’acquisizione di risorse da al-tri strumenti finanziari diversi da quelli ordinari per il settore. Si citano come esempio le azio-ni promosse dai DoC.U.P., dagli Accordi quadro di programma, nonché nell’ambito della defi-nizione di Patti territoriali, di filiera, ecc.. Queste sono leve finanziarie che con frequenza crescente le Amministrazioni regionali attivano per poter ac-quisire extra risorse dal sistema economico nazionale e comu-nitario. Le dotazioni finanziarie di questi strumenti sono piutto-sto consistenti e consentono di sviluppare iniziative a più ampia scala. Dimensione a cui si do-vrebbe agire per promuovere localmente la filiera foresta-energia.

Francesco Carbone Dipartimento di Ecologia e

Sviluppo Economico Sostenibile Università degli Studi della Tuscia

[email protected]

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Sistemi solari integrati a caldaie a biomassa per una migliore efficienza energeticaLe tematiche legate all’applicazione dei sistemi ecocompatibili per il recupero energetico sono oramai at-tuali. La combinazione di caldaie a biomassa con sistemi solari per garantire il servizio di riscaldamento e di produzione di acqua calda sanitaria è quanto di meglio auspicabile nella realizzazione di un impianto termico eco-sostenibile.

Sistemi integratiFinanziamenti per l’integrazione dei

sistemi

La legge finanziaria 2009 prevede una de-trazione del 55% per gli interventi di riqualifica-zione energetica degli edifici, interessando anche l’installazione di pannelli solari e la sosti-tuzione o installazione di impianti dotati di caldaie a condensazione. Non sono agevolabili le spe-se effettuate in corso di costruzione dell’immobi-le. In sede progettuale la corretta determinazione della potenza termica richiesta dall’edificio è fondamentale per un funzionamento corretto e un’economica gestio-ne del riscaldamento. Nel caso di un sostitu-zione di un impianto esi-stente, una prima valu-tazione può essere fatta sulla base dei consumi storici di combustibile, mentre la potenza termi-ca richiesta può essere determinata in relazione all’energia termica utiliz-zata, ai tempi di funzio-namento dell’impianto a pieno carico ipotizzati a seconda della zona climatica e della destina-zione d’uso dell’edificio (prima casa, seconda casa, funzionamento continuo o discontinuo, presenza di altre fonti, ecc.). Nel caso invece in cui la caldaia debba es-sere installata su un nuo-vo edificio, il carico termi-co gravante e la conse-guente energia neces-saria dovranno essere calcolati in relazione alle caratteristiche termiche dell’edificio (isolamento) e sulla base dell’effettiva richiesta di produzione sanitaria. In fase preli-minare e in mancanza di dati più precisi, si posso-no comunque formulare delle ipotesi di massima partendo dalla volume-tria da riscaldare e dalla tipologia di funziona-mento attuata.

Luana IlarioniRedazione Bioenergy

International Italia

L’Italia è tra i paesi a maggior irraggiamento dell’Europa e tale condizione è ottimale per lo sfruttamento dell’energia solare, cioè per impianti a circolazione forzata con bollitore a singolo o doppio serpentino e a circo-lazione naturale. Ma l’energia solare, pulita e inesauribile, per sua natura non costituisce una fonte di approvvigionamento sempre disponibile. Per gestire efficacemente l’energia solare è importante pensare di combi-nare le due fonti termiche più presenti nel nostro Paese, cioè legna e sole, ma è altrettanto indispensabile che sia prevista la presenza di una cella termica (chiamato anche accumulatore termico o Puffer) in grado di favorire l’integrazione tra i due sistemi di riscaldamento. I pan-nelli solari infatti possono co-prire fino al 40% dei consumi del riscaldamento. Con l’impie-go della cella termica la produ-zione di acqua calda sanitaria avviene in modalità istantanea, riscaldando solamente l’acqua utilizzata attraverso scambiatori ad elevata efficienza, evitando così l’insorgenza di batteri le-gati alla stagnazione dell’acqua nei tradizionali bollitori (come ad es. la legionella).La scelta di un accumulo ter-mico, anche se maggiormente onerosa al momento dell’ac-quisto, è ampiamente compen-

sata negli anni dal risparmio di combustibile, dal confort otte-nuto e dalla più elevata durata dei componenti impiantistici (cioè caldaia, camino, pompe, ecc). Gli accumuli per abita-zioni standard vanno da un minimo di 500 litri fino a 2.200 litri. Ad oggi ci sono soluzioni integrate di riscaldamento con una gamma di prodotti che soddisfano qualsiasi esigenza di installazione. Inoltre il sistema integrato può utilizzare pompe di calore che possono sia riscal-dare gli ambienti in inverno che raffrescarli durante l’estate, con l’abbinamento ai pannelli ra-dianti a parete. I moderni impianti termici sono gestiti da evoluti sistemi elettronici capaci di ottimizzare il funzionamento dei generatori di calore, permettendo inoltre sia la gestione del confort ter-mico negli ambienti che l’inte-grazione con altre fonti energe-tiche (la caldaia a combustibile tradizionale, il termocamino, oltre all’integrazione con i col-lettori solari). La presenza di un solo regolatore in grado di ge-stire autonomamente fino a tre diverse fonti termiche assicura oltre alla massima efficienza, anche la massima affidabilità. Non più problemi legati all’in-comunicabilità tra diversi siste-mi o ad adattamenti impianti-stici non sempre facilmente

realizzabili.

Luana IlarioniRedazione

Bioenergy International Italia

[email protected]

Ditte che fanno SiSteMi inteGRati BioMaSSe/SoLaRe

ASTRIM SPA www.astrim.itDONATI GROUP SPA www.donatigroup.comE EPLUSPLUS www.eplusplus.euEKOS SISTEMI SOLARI www.ekosistemi.it

ENERCONV SRL www.enerconv.it

GEPROGETTI & 3I SPA www.geprogetti.it GREEN BUILDING TECHNOLOGY SRL www.greenbuildingtechnology.itGRUPPO GIONA SPA (STYLEBOILER) www.styleboiler.itICQ HOLDING SPA www.icqholdingspa.comITALCOEL SRL www.italcoel.comKLIMEKO CONSORZIO ENERGIE RINNOVABILI www.klimeko.com

LAMBORGHINI CALOR SPA www.lamborghinicalor.itLASER INDUSTRIES SRL UNIPERSONALE www.paginegialle.it/laserindustries

PLUGGIT GMBH www.pluggithome.de/itPROSOLIA ITALIA www.prosolia.itROSSATO GROUP SNC www.rossatogroup.comSINAPSI SRL www.sinapsi-online.comSKY GLOBAL www.infobuildenergia.itSOLARIA SAS DI UNTERHOLZNER SIEGFRIED & CO www.solaria-lana.it

SUNEDISON www.sunedisonitalia.itTRIVELLI www.infobuildenergia.itWEISHAUPT ITALIA SPA www.weishaupt.itBAXI SPA www.baxi.itBERTON CALORTECNICA SRL www.berton-ud

BUDERUS SPA www.buderus.it

IL SOLE MIO ENERGY SRL www.ilsolemio.euMEPE SRL www.mepesrl.it/PARADIGMA SRL www.paradigmaitalia.itSTE ENERGY SPA www.ste-energy.comVIESSMANN SRL www.viessmann.itWOLF ITALIA SRL www.wolfitalia.com

Page 7: Bioenergy International Italia  no.2

Pagina 7Bioenergy International Italia N° 2 - maggio 2009 / www.bioenergyinternational.com

Pellet

AustriAI prezzi del pellet in Austria sono in fase di aumento. L’anno scor-so nel mese di aprile, il prezzo per un carico di 6 tonnellate, IVA inclusa, era di 168 €/t. At-tualmente il prezzo ha raggiunto i 202,42 €/t.Di seguito si riporta l’evoluzione del prezzo del pellet a tonnellata per l’ultimo trimestre del 2008 ed il primo quadrimestre del 2009:

All’interno della pagina web www.propellets.at, si possono consultare una grande quan-tità d’informazioni riguardo il pellet.

FrAnciAIl prezzo medio di vendita del pellet a tonnellata è di 310 €, IVA inclusa, se commercializzato in sacchetti da 15 kg. Il dato è relati-vo all’aprile 2009.

GermAniA Per una fornitura di 6 tonnel-late di pellet ad una distanza di trasporto tra 100 e i 200 km, il prezzo medio (al mese di marzo 2009) è di 234,68 € a tonnellata. Di seguito si riporta l’evoluzione del prezzo del pellet per l’ultimo trimestre del 2008 ed il primo tri-mestre del 2009:

I consumatori di pellet possono

trovare utili informazioni all’in-terno della pagina www.depv.de/marktdaten/pelletspreise

itAliAIl prezzo medio del pellet a ton-nellata è di 258 €, se venduto in sacchi da 15 kg. I dati si riferisco-no al marzo 2009.

spAGnAIl prezzo medio a tonnellata del pellet è di 330 € IVA inclusa, se commercializzato in piccoli sac-chi da 15 kg.Nel sito di AVEBIOM, Associa-zione Spagnola per la Valorizza-zione Energetica della Biomassa, si possono avere notizie sul prez-zo dei pellet in Spagna:www.avebiom.org

sveziAI prezzi del pellet in Svezia nel 2009 sono aumentati rispetto

al 2008. Al mese di aprile 2009 ha raggiunto i 266 € a tonnellata (venduto in sacchetti da 16 kg), IVA e spese di spedizione inclu-se. Nell’aprile del 2008 il prezzo era mediamente di 250 € a ton-nellata.La tabella sottostante indica l’evoluzione del prezzo del pellet per l’ultimo trimestre del 2008 ed il primo quadrimestre del 2009:

Nel sito: www.pelletspris.comvengono pubblicati i prezzi, IVA inclusa, di differenti produttori a livello locale.

Antonella [email protected]

I prezzi del pellet in Europa sono in leggero aumentoDi seguito vengono riportati i prezzi del pellet al dettaglio nei principali paesi produttori in Europa, come riportato nei siti delle più importanti organizzazioni del settore. E’ importante sapere che tali prezzi gene-ralmente raggiungono il loro massimo a marzo, per scendere leggermente nei mesi successivi. Anche se i parametri di confronto non sono sempre omogenei tra i Paesi analizzati, risulta evidente che il prezzo medio unitario a tonnellata del pellet è generalmente in aumento rispetto all’anno scorso.

Foto: N. Conficoni

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Rinnovabili nella aree urbane,

finanziamenti dal Ministero

Sono stati stanziati dalla Direzione Salvaguardia Ambientale del Ministe-ro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 10.000.000 euro per il finanziamen-to di progetti di ricerca finalizzati a interventi di efficienza energetica e all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile in aree urbane. Tra i settori finanziabili c’è la realiz-zazione di studi e pro-getti di ricerca finalizzati alla realizzazione per l’incremento dell’efficien-za energetica negli usi fi-nali ed utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, con particolare riguar-do agli interventi mirati alla riduzione di emis-sioni inquinanti in aree urbane. Beneficiari del contributo saranno im-prese associate, anche in forma temporanea. In via facoltativa, la sud-detta associazione potrà comprendere anche as-sociazioni di categoria, agenzie energetiche lo-cali, Esco, agenzie, enti o istituti preposti alla co-municazione, informa-zione e formazione in materia ambientale, enti pubblici. La percentuale massima di contributo sarà pari al 50% dei co-sti ammissibili. Il Bando è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 dicembre 2008. Le domande possono es-sere presentate entro il 22 maggio 2009, al se-guente indirizzo: Direzione per la sal-vaguardia Ambientale - Divisione IX, Energie rinnovabili Bando “Fonti rinnovabili in ambiente urbano: Ri-cerca e innovazione” - Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare - Via Cristofo-ro Colombo, 44 - 00147 Roma.

Antonio Brunoriredazione@bioener-

gyinternational.it

mese (€/t)Ottobre ‘08 193Dicembre ‘08 195

Febbraio ‘09 206Aprile ‘09 202

mese (€/t)Ottobre ‘08 200,28Dicembre ‘08 217,59

Febbraio ‘09 229,87Aprile ‘09 234,68

mese (€/t)Ottobre ‘08 252,83Dicembre ‘08 250,94

Febbraio ‘09 257,55Aprile ‘09 266

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Bioenergy International Italia N° 2 - maggio 2009 / www.bioenergyinternational.comPagina 8

Biodiesel, la Commissione

Europea pone un freno al dumping

americano

La Commissione Eu-ropea ha stabilito dazi doganali antisovven-zione e antidumping sulle importazioni di biodiesel proveniente dagli Stati Uniti.Dall’inizio del 2007 il biodiesel statuniten-se entrava nei Paesi europei con una sov-venzione che arriva-va fino a 300 $ per tonnellata che per-metteva di collocare il prodotto nel mer-cato europeo ad un costo molto più bas-so di quello di produ-zione, causando così il “dumping” che tan-to danno ha causato all’industria del bio-diesel europea.Nel mirino biocar-buranti come il B99 (biodiesel con il 99,9 per cento di biocar-burante) oggetto più volte delle denunce dei produttori eu-ropei di biodiesel e dell’associazione che li rappresenta Euro-pean Biodiesel Board (Ebb), cui ha fatto se-guito un’indagine da parte dell’UE sull’ipo-tesi di pratica com-merciale sleale.Le aziende statuni-tensi che esportano biodiesel nell’Unione Europea dovranno pagare tasse aggiun-tive che andranno dai 26 ai 41 euro ogni 100 chilogrammi. Si tratta di dazi tempo-ranei, che resteranno in vigore per un pe-riodo fino a sei mesi.La Commissione Eu-ropea deciderà in seguito se proporre tasse “definitive”, che di solito durano per un periodo di cinque anni.

Antonella Locheredazione@bioener-

gyinternational.it

Biocarburanti

Direttore, può spiegare ai lettori cosa è Assocostieri e quali sono i suoi obiettivi?L’Assocostieri è l’Associa-zione italiana della logistica energetica. Aderisce a Con-findustria e a Confindustria Energia. Nell’ambito di As-socostieri è stata costituita l’Unione Produttori Biodie-sel che raggruppa i produtto-ri nazionali di biodiesel con una capacità produttiva di oltre 2 milioni di tonnellate/anno. L’Unione Produttori Biodiesel rappresenta e pro-muove lo sviluppo del settore in tutte le principali sedi isti-tuzionali nazionali ed inter-nazionali e nei confronti di tutti gli stakeholder interes-sati al biodiesel.Recentemente, l’Assocostie-ri ha anche acquisito la rap-presentanza dei produttori nazionali di bioetanolo, co-prendo l’intero settore dei biocarburanti, ad eccezione del biometano. Gli obiettivi principali alla base di una politica sui bio-carburanti sono la sicurezza degli approvvigionamenti, la mitigazione del cambia-mento climatico, lo sviluppo

dell’agricoltura, obiettivi di grande rilevanza per un pa-ese come l’Italia, altamente tributario di energia dall’este-ro e con un’agricoltura molto parcellizzata e dedicata a col-ture tradizionali.

secondo la sua visione, l’italia come interpreta e mette in atto le normative in materia rispetto ad altri paesi europei?L’Italia è in notevole ritar-do rispetto a Paesi quali la Francia e la Germania nel recepimento della direttiva in materia di promozione dell’uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti (la 2003/30/CE dell’8 Maggio 2003); questa Direttiva ha previsto di rag-giungere obiettivi nazionali di immissione in consumo di biocarburanti nella misura del 2%, calcolato sulla base del tenore energetico di tutta la benzina e del gasolio per trasporto immessi sul merca-to nell’anno 2005 e del 5,75% per l’anno 2010. Soltanto con la Legge Finanziaria 2007 il nostro Paese ha recepito gli obiettivi imposti dalla diret-tiva 2003/30, imponendo obblighi dell’1%, 2% e 3% rispettivamente per gli anni 2007, 2008 e 2009.Per il ritardo con cui è stata data attuazione alla prevista normativa regolamentare, è stato possibile adempiere all’obbligo di miscelare una percentuale del 5% di bio-diesel al gasolio destinato all’autotrazione da parte dei soggetti obbligati (prevalen-temente compagnie petroli-fere) solo per l’anno 2008 (e solo per i 3/4 rispetto all’ori-ginale impegno previsto nel

2008 di miscelare con bio-diesel il 2% di tutto tenore energetico di tutta la benzina e gasolio per trasporto im-messi sul mercato).In Italia, infatti, non è con-sentito utilizzare biodiesel puro per l’autotrazione, per i vincoli legati alle specifiche motoristiche e dei carburan-ti. A livello di specifica, le sedi tecniche europee han-no approvato la percentuale di miscelazione del biodie-sel con gasolio nella misura del 7% ed anche l’Italia do-vrebbe, a breve, emanare un provvedimento in tal senso. Rispetto ai Paesi che hanno già raggiunto la percentuale di immissione in consumo di biodiesel dell’ordine del 5%, l’Italia è ancora al nastro di partenza con l’adozione della percentuale del 3% a partire dall’anno 2009.

Qual è la situazione relati-va al biodiesel in italia al 2009, come conseguenza dell’andamento degli anni passati?La normativa italiana in vigo-re si applica sia al biodiesel che al bioetanolo.La parte attuativa si è com-

pletata per il biodiesel, men-tre per il bioetanolo si è in attesa che venga emanato il regolamento sulle modalità di applicazione delle agevo-lazioni fiscali previste dalla Legge Finanziaria 2007 e mai attuate a causa dell’eccessiva burocrazia.Ad oggi, il Ministero dell’Eco-nomia ha ancora in corso l’iter per l’approvazione del decreto, con il rischio che anche per l’anno in corso le aziende che producono bio-etanolo non possano usufru-ire dell’agevolazione e quindi inibire l’utilizzo da parte dei soggetti obbligati dell’uso di tale prodotto.Nell’attuale congiuntura economica, far decadere un’agevolazione a causa di un eccessivo e ridondante iter burocratico appare quasi un oltraggio alla spinta per la ripresa.Per quanto riguarda il bio-diesel, c’è da registrare che attualmente l’Italia è dotata di una capacità produttiva di 2.257.194 tonnellate/anno, secondo la tabella allegata. A fronte di un consumo di 12 milioni di tonnellate di benzina e di 24 milioni di

L’Italia in ritardo nell’uso di biocarburanti nei trasporti a causa di lentezze burocraticheMaria Rosaria Di Somma, Direttore generale di Assocostieri, fa una panoramica su bioetanolo e biodiesel a livello nazionale e internazionale. Se il Ministero dell’Economia non metterà in approvazione in tempi brevi il decreto sulle agevolazioni per il bioetanolo, le aziende italiane perderanno un altro anno rispetto ad altri Paesi europei che hanno già recepito la direttiva europea in materia di promozione dell’uso dei biocarbu-ranti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti.

Maria Rosaria Di SommaDirettore generale di Assocostieri

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Biocarburanti

tonnellate di gasolio per l’an-no 2007, l’obbligo del 2% si aggira intorno a 900.000 tonnellate equivalenti. Nello stesso anno, la produzione di biodiesel in Italia si è aggirata intorno a 700.000 tonnellate, mentre le importazioni han-no superato le 200.000 ton-nellate di prodotto.L’anno 2008 è stato in ogni caso caratterizzato da un for-te rialzo del costo degli oli vegetali e dalle oscillazioni del prezzo del greggio che hanno reso e rendono diffi-cile programmare l’attività di produzione di biodiesel, an-che per il fatto che i contratti di fornitura sono prevalen-temente su base trimestrale ed in molti casi non tanto

legati ai costi di produzione, ma all’andamento del costo del greggio.Un altro fenomeno che ha in-ciso in maniera negativa sullo sviluppo del settore sono sta-te le importazioni del biodie-sel americano B99, prodotto costituito dal 99% di biodie-sel e 1% di gasolio che gode di forti agevolazioni negli Stati uniti e che in molti casi viene venduto in Europa ad un prezzo inferiore al costo della materia prima costituita dall’olio vegetale.Su tale fenomeno è interve-nuta recentemente la Com-missione europea introdu-cendo un dazio antidumping e ci auguriamo che per il futuro il mercato non venga

più inflazionato dal prodotto americano.Sul settore insistono anche le incertezze derivanti dall’ap-plicazione della nuova diret-tiva sulle fonti rinnovabili che introduce al 2020 l’obbli-go del 10% di biocarburan-ti, ma impone severi criteri di sostenibilità sulla materia prima, ancora da definire e che rendono incerti ulteriori investimenti.

Quali novità e progetti sta-te portando avanti a favore del settore?Nel campo della disponibilità del biodiesel, sono in cantie-re delle iniziative per aumen-tarne la produzione attraver-so la realizzazione di quattro impianti nuovi, di cui uno a Ravenna e l’altro a Priolo, per una capacità di ulteriori 400.000 tonnellate/anno.Nel campo della sperimen-tazione, l’Unione Produttori Biodiesel, proprio alla luce della nuova regolamentazio-

ne comunitaria e per sfatare tutta la strumentalizzazione dell’interferenza delle ma-terie prime ad uso energeti-co sul prezzo delle materie prime ad uso alimentare, ha avviato una ricerca sulla pos-sibilità di estrarre olio dalle alghe attraverso il progetto Mambo (Micro Alghe per la produzione di biodiesel). Il progetto Mambo è suddiviso in due fasi, una sulla ricerca di base e la seconda sullo svi-luppo industriale.La ricerca viene effettuata in collaborazione con il Centro Ricerca Energie alternative e rinnovabili dell’Università di Firenze e con la Stazione Sperimentale per le industrie degli oli e dei grassi.La prima fase è caratterizzata dall’analisi preliminare per la scelta progettuale e della sti-ma tecnico-economica della progettazione preliminare.La seconda fase sarà dedi-cata alla realizzazione di un impianto dimostrativo per la produzione di microalghe destinate a bioliquidi, energia e trasporto.

Qual è il suo auspicio per il futuro?Poiché il ricorso all’utilizzo dei biocarburanti in sosti-tuzione dei prodotti fossili, sia ai fini ambientali che di opportunità di crescita di un Paese, è una scelta condivisa a livello internazionale, co-munitario e nazionale, è im-portante e urgente che anche l’Italia, che dispone di una eccezionale capacità di pro-duzione assicurata anche da progetti cantierabili di bio-diesel e di una buona capa-cità di produzione di bioeta-nolo, programmi per tempo il percorso per raggiungere gli obblighi imposti al 2020, fornendo tutti gli elementi necessari per la crescita di un settore che è pronto a ri-spondere alle sfide del futu-ro. Senza scordarsi però che ha necessità di assicurare il giusto ritorno ai propri inve-stimenti.

Antonio [email protected]

azienDe pRoDuttRici Di BioDieSeL in eSeRcizio e in cantieRe

azienDe aSSociateaD aSSocoStieRi LocaLita'

capacita’ pRoDuttiVa tonnellate

ALCHEMIA ITALIA SRL Rovigo (RO) 15.000CAFFARO BIOFUEL SRL Torviscosa (UD) 60.000CEREAL DOCKS SPA Vicenza (VI) 150.000COMLUBE SRL Castenedolo (BR) 120.000DP LUBRIFICANTI SRL Aprilia (LT) 155.520F.A.R. Fabbrica Adesivi Resine Spa Divisione Polioli Cologno Monzese (MI) 100.000

FOREDBIO SPA Nola Marigliano (NA) 70.000ECO FOX SRL Vasto (CH) 131.370ITAL BI OIL SRL Monopoli (BA) 190.304ITAL GREEN OIL SRL San Pietro di Morubio (VR) 365.000GDR BIOCARBURANTI Cernusco sul Naviglio (MI) 50.000MYTHEN SPA Ferrandina (MT) 200.000NOVAOL SRL Livorno (LI) 250.000OIL.B SRL Solbiate Olona (VA) 200.000OXEM S.p.A. Mezzana Bigli (PV) 200.000totaLe iMpianti in eSeRcizio 2.257.194

BIO-VE-OIL OLIMPO SRL Corato (BA) 100.000CAFFARO BIOFUEL SRL Torviscosa (UD) 100.000ECOIL Priolo (SR) 200.000NOVAOL SRL Ravenna (RA) 200.000totaLe iMpianti Da ReaLizzaRe 600.000

Energie rinnovabili: bioetanolo di seconda

generazione, primo impianto

italiano a Tortona

Nascerà a Tortona (Alessandria) il primo impianto italiano per la produzione di bioe-tanolo di seconda ge-nerazione. Un proget-to che dovrebbe vede-re la luce nel maggio dell’anno prossimo, grazie ad un’iniziativa del gruppo Mossi & Ghisolfi (M&G) annun-ciata nel corso della prima Conferenza Eu-ropea sul Bioetanolo organizzata a Bru-xelles. L’impianto di Tortona sarà in grado di produrre a pieno regime oltre 35.000 tonnellate l’anno di bioetanolo di seconda generazione, prodotto cioè con una tecnolo-gia che consente di ri-correre alla biomassa lignocellulosica. Dopo quattro anni di speri-mentazione, il proget-to entra così nella sua fase finale. Nel frat-tempo è nato un gran-de centro di ricerca, di 3mila metri quadrati, con test di laboratorio, processi di fermenta-zione e idrolisi, diversi tipi di reattori in grado di trattare fino a 160 chili di biomassa l’ora. I ricercatori hanno la-vorato su diverse ma-terie prime coltivate su un terreno campio-ne di 100 ettari.In Europa la produ-zione di bioetanolo di seconda generazione per ora è limitata a due impianti pilota, uno in Spagna a Salamanca, con una capacità di 5 milioni di litri, ed uno, che entrerà in fun-zione a novembre, in Norvegia, in grado di produrne 5,4 milioni di litri.

Luana IlarioniRedazione Bioenergy

International Italia

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Bioenergy International Italia N° 2 - maggio 2009 / www.bioenergyinternational.comPagina 10

Quando l’agri-coltura italiana, e la zootecnia in

particolare, hanno “incrociato la

strada” del biogas

Alla fine degli anni ’70 la digestione anaerobica era stata proposta come possibile soluzione per risolvere il problema ambientale. Era stata da poco introdotta la legge Merli (nel 1976) e gli allevamenti intensivi, in particolare i suinicoli, si trovavano in seria dif-ficoltà. Le soluzioni im-piantistiche disponibili al tempo non erano in gra-do di assolvere alle fun-zioni che normalmente garantiscono oggi e l’assenza di una nor-mativa che premiasse la produzione di energia da fonte rinnovabile fa-ceva sì che gli impianti, fossero finalizzati esclu-sivamente ad ottimizza-re l’utilizzazione agro-nomica degli effluenti d’allevamento.Solo con l’avvento del-la CIP 6 del 1992, la prima norma che ha premiato la produzione dell’energia da fonte rin-novabile (sostituita poi, dai Certificati Verdi), si è risvegliato l’interesse per tale settore, concre-tizzato poi dall’intuizione di aumentare il poten-ziale energetico delle biomasse codigerendo con gli effluenti altre bio-masse fermentescibili, inizialmente sottopro-dotti agricoli e dell’indu-stria agroalimentare e poi, vere e proprie bio-masse vegetali prodotte allo scopo. Tale compo-sita alimentazione ha permesso una diversi-ficazione delle tipologie degli impianti, con riferi-mento ai sistemi di inse-rimento della biomassa ed alla sua omogeneiz-zazione all’interno dei digestori ove si possono raggiungere concentra-zioni di solidi dell’ordine dell’8-10%.

Pierluigi Navarotto

Biogas

professor navarotto, in che modo la tecnica e la gestio-ne impiantistica odierna de-gli impianti di biogas diffe-riscono da quella di 20 o di 30 anni fa?Alla fine degli anni ’70 la pro-grammazione della ricerca promossa dalla Regione Emi-lia Romagna (coordinata dal C.R.P.A. e partecipata da ENI ed ENEA oltre che dalla no-stra Università) ha portato alla realizzazione di cinque impianti dimostrativi, su scala operativa, e di tre impianti sperimentali. La ricerca,che si è sviluppata per più anni, ha consentito di chiarire come le soluzioni im-piantistiche disponibili non fossero in grado né di assolve-re alla funzione depurativa, né di garantire un ritorno econo-mico grazie allo sfruttamento energetico del biogas prodot-to, ma fossero solo in grado di ottimizzare la prassi della utilizzazione agronomica degli effluenti d’allevamento, gra-zie alla capacità di controllare il potenziale odorigeno degli stessi.

consideriamo ora la taglia dell’impianto. l’ideale, se-condo lei, e’ un impianto da 50-100 kW che utilizzi solo o principalmente reflui zoo-tecnici, oppure impianti da 1 mW che ricorrano anche e soprattutto a colture energe-tiche dedicate?Ritengo che possano coesiste-re entrambe le tipologie e taglie impiantistiche.Il limite, per molte delle nostre aziende agro-zootecniche, de-riva dalla necessità di smaltire (o meglio utilizzare agrono-micamente), nel rispetto della direttiva nitrati, il digestato prodotto.

E’ evidente che perché risulti-no convenienti gli impianti di potenza ridotta (50 e 100 kW) è indispensabile lo sviluppo di soluzioni a costi più contenuti di quelli attualmente riscon-trabili.

per quanto riguarda i sub-strati utilizzabili negli im-pianti di biogas. esiste l’esigenza di una maggior flessibilità dell’impianto?La progettazione di un impian-to deve, a mio avviso, sempre garantire flessibilità nell’uti-lizzo delle biomasse. Ciò si concretizza nel dimensionare correttamente i digestori e nel predisporre idonee attrezzatu-re per l’alimentazione di bio-masse di diversa consistenza. Importanti risultano pure le possibilità di stoccaggio delle stesse, in sicurezza, nei pressi dell’impianto.

Quali parametri chimico-fi-sici dei substrati determina-no maggiormente le scelte impiantistiche?Come dicevo sopra è sicu-ramente la consistenza della biomassa, ovvero il suo conte-nuto in solidi totali e volatili, il

parametro che maggiormente condiziona le scelte impianti-stiche.In presenza di impianti de-stinati a ricevere biomasse particolari (siero di latte, sot-toprodotti della macellazione, etc.) può diventare essenziale anche il controllo in linea del pH e dei solidi sospesi oltre che, della predisposizione dei trattamenti di igienizzazione.

in che modo i sistemi di alimentazione potrebbero garantire la massima fles-sibilità dell’impianto per quanto riguarda l’utilizzo dei substrati?E’ necessario che sia possibile alimentare sia prodotti liquidi che di consistenza solida. Per questo vi sono due scuole di pensiero: la prima prevede la predisposizione di una “cu-cina” ove i vari ingredienti, opportunamente dosati, ven-gono miscelati ed alimentati all’impianto sotto forma di una borlanda omogenea, con maggior impiego di energia e massima flessibilità (biomasse dalla consistenza più varia); la seconda, ove si prevede l’alimentazione indipenden-

te, direttamente nei digestori primari, delle frazioni solide e liquide con minori consumi energetici e biomasse a con-sistenza definita (o solida o liquida).

D’altro lato, vi è o vi può es-sere, secondo lei, una spin-ta verso i cosiddetti impian-ti a mono-fermentazione? Gli impianti di questo tipo, de-stinati ad industrie che produ-cono la biomassa interessata, e non tanto al settore agrico-lo, richiedono una particolare competenza gestionale che, ritengo, non sia ancora diffusa nel nostro Paese.

Attualmente, quali potreb-bero essere i margini di mi-glioramento nell’efficienza degli impianti introducendo i cosiddetti pre-trattamenti dei substrati? Ogni trattamento in grado di ottimizzare la produzione, sfruttando appieno il poten-ziale energetico delle varie biomasse, è da valutare con attenzione e senza pregiudizi.Certo non ritengo sia, al mo-mento, una priorità nella realtà italiana, ma piuttosto una pro-

Tecnica e gestione degli impianti di biogas:aspetti problematici e possibili soluzioni

Bioenergy International Italia ha intervistato il professor Pierluigi Navarotto uno dei massimi esperti italiani nel settore del biogas, per fare il punto della situazione sul settore, affrontando i temi che hanno rallentato la sua diffusione e proponendo delle ipotesi di soluzioni.

Chi è il Prof. NavarottoPierluigi Navarotto è Professore di Ingegneria applicata alle produzioni animali presso la Fa-coltà di Medicina Veterinaria dell’Università de-gli Studi di Milano, nonché docente del Master CNR in Gestione delle Biomasse e dei Proces-si per la Produzione di Energia. È inoltre attivo professionalmente nel settore della progettazio-ne delle strutture zootecniche e della protezione ambientale, occupandosi anche delle soluzioni volte al recupero ed alla valorizzazione dei resi-dui agricoli.

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Pagina 11Bioenergy International Italia N° 2 - maggio 2009 / www.bioenergyinternational.com

Biodiesel da scarto ittico in

Vietnam

Un centro di ricerca fin-landese, VTT Technical Research Centre of Fin-land, sta sviluppando in collaborazione con l’Unione Europea il pro-getto triennale ENER-FISH mirato alla pro-duzione di biodiesel dai prodotti di scarto degli impianti di trattamento del pesce in Vietnam. Si tratta di un progetto triennale (2008-2011), dove la Commissione Europea ha contribuito con un finanziamento di oltre 2,5 milioni di euro. Il team finlandese sta attualmente lavo-rando con un impianto vietnamita per il tratta-mento del pescegatto per determinare il modo migliore di produrre bio-diesel dallo scarto ittico dell’impianto.Saranno coinvolte pic-cole e medie imprese provenienti da Finlan-dia, Vietnam, Francia, Germania e Regno Unito. L’impianto per la produzione del biocar-burante verrà costruito accanto alla fabbrica per il trattamento del pesce, agendo da cata-lizzatore affinché que-sta tecnologia venga commercializzata il più rapidamente possibile. Le attività connesse alla produzione del bio-diesel dagli scarti ittici compete l’implemen-tazione e l’adozione di tecnologie avanzate, che garantiscano effi-cienza per un risparmio energetico pari al 20% e contemporaneamen-te protezione dell’am-biente nei sistemi di raffreddamento e con-gelamento.Tali sistemi verranno costruiti presso l’im-pianto per il trattamento del pesce Hiep Thank Seafood JSC, nel Vie-tnam del sud.

Luana IlarioniRedazione Bioenergy

International Italia

Biogasspettiva per un affinamento futuro!

tra digestori con copertura a doppia membrana e dige-stori orizzontali con agita-tori a bracci, che elementi influiscono nella loro scelta? Qual è la sua opinione ri-guardo entrambe tipologie?Si tratta di tipologie decisa-mente diverse, entrambe inte-ressanti se impiegate nel loro settore di utilizzo e se ben rea-lizzate. In particolare i digestori orizzontali con agitatori a brac-ci richiedono una realizzazione particolarmente accurata e ro-busta se si vuole che gli attesi possibili vantaggi (tipicamente la possibilità di trattare bio-masse con elevato contenuto di solidi) non si concretizzino invece in problemi gestionali.

Diverse analisi su impianti di biogas tedeschi e austria-ci pongono tra i principali “difetti” riscontrabili i si-stemi di agitazione. Quali sarebbero le prospettive di miglioramento anche in ter-

mini di riduzioni nei consu-mi di energia richiesti da tali sistemi?Per i mixer non esiste una solu-zione ideale scevra da difficoltà. La miscelazione è in effetti uno degli aspetti principali per assi-curare un corretto e costante funzionamento dell’impianto. D’altra parte, i consumi ener-getici evidenziano andamenti non direttamente correlati alla tipologia dei mixer adottati, ma piuttosto agli aspetti gestionali degli impianti.

ricerche tedesche pongono le unità di cogenerazione addirittura al primo posto tra i problemi che affliggono gli impianti di biogas. Qual è la sua opinione?Il cogeneratore è un po’ come la sala di mungitura in una azienda zootecnica! E’ essen-ziale che la scelta impiantistica e la gestione siano corrette e soprattutto ben coordinate.Tra le varie opzioni i cogenera-tori con motori gas, ciclo otto, appaiono presentare livelli di maggiore affidabilità anche se

sono molto interessanti i mag-giori rendimenti promessi dai diesel gas. Di grande interes-se sarebbe uno sviluppo delle turbine se fossero disponibili a costi accettabili, o se la norma-tiva ne incentivasse l’utilizzo tramite specifici bonus. In futuro ci sarà a mio avviso lo sviluppo di processi ORC che permettano di aumentare la produzione di energia elettri-ca recuperando parte dell’ener-gia termica derivante dal coge-neratore.

Data la pressione che la di-rettiva nitrati sta esercitando su allevatori, professionisti, pp.AA., enti di ricerca, quali sono, secondo lei, le soluzioni impiantistiche in-novative più interessanti per ridurre le concentrazioni fi-nali di azoto nel digestato?E’ necessario subito distingue-re tra soluzioni in grado di se-parare la frazione azotata, per consentirne il recupero e la delocalizzazione (da privilegia-re), da quelle finalizzate alla sua eliminazione come azoto mo-

lecolare in atmosfera, da consi-derare come extrema ratio.In effetti, purtroppo, mentre per queste ultime (in pratica processi biologici di nitro e denitro nelle diverse forme) la tecnica è abbastanza consolida-ta e sono disponibili un certo numero di realizzazioni opera-tive da tempo, per le prime sia-mo ancora in presenza di pochi prototipi e, a mia conoscenza, di nessun impianto operativo su dimensioni significative.

come considera, alla luce della problematica nitrati, la possibilità di ricorrere ad impianti consortili di bio-gas?E’ sicuramente interessante anche se non va dimenticata la necessità di non esagerare nelle dimensioni, che possono esse-re negative per quanto riguar-da l’impatto ambientale e mal accettate dalla popolazione del territorio.

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Bioenergy International Italia N° 2 - maggio 2009 / www.bioenergyinternational.comPagina 12

Disposizioni per la redazione dei Piani di Sviluppo per la Biomassa

Durante la settimana dell’Energia Sostenibile, celebrata a Bruxelles durante la settimana del 9 febbraio, si è svolta la conferenza “Strategie di sviluppo sostenibile per la bioenergia”, orga-nizzata dalla Direzione Generale dei Trasporti ed Energia dell’UE, DG TREN, e l’Associazione Europea per la Biomas-sa, AEBIOM. Durante la conferenza sono stati esposti i risultati degli studi realizzati per sta-bilire le disposizioni per la redazione dei Piani di Sviluppo per la Biomas-sa (BAP).Questi sono necessa-ri per raggiungere gli obiettivi di produzione del 20% di energia rin-novabile entro 2020. Con i Piani si stabilirà da dove proviene e dove verrà distribuita la bio-energia, dove sarà più efficiente e dove lo sarà di meno. Heinz Kopetz, presidente AEBIOM, ha affermato: “Speriamo che i sistemi di riscalda-mento con caldaie a bio-massa aumentino di 10 volte in tutta l’UE e che si abbia un forte aumen-to del teleriscaldamen-to, soprattutto nei paesi dell’est. Raccomandia-mo alle Amministrazioni Pubbliche che diano priorità alle conversioni verso tecnologie più effi-cienti, che nel caso delle caldaie dovrebbe supe-rare il 90%”. La DG TREN ha elabo-rato uno studio interes-sante per conoscere la situazione dei problemi burocratici nelle instal-lazioni di bioenergia in ciascun paese dell’UE.I risultati di questo studio sono stati pubblicati nel sito: http://ec.europa.eu/energy/renewables/bioenergy/installations_en.htm

Antonella Locheredazione@bioener-

gyinternational.it

Tecnologie

Il mercato italiano delle stufe a biomassa legnosa è conside-rato internazionalmente uno dei più dinamici e competitivi a livello mondiale.In Italia vi è sempre stata una forte economia agricola e il legno veniva comunemente utilizzato per il riscaldamento da tempo.Questo fatto, insieme con la vocazione di produzione dell’industria italiana, ha fat-to diventare l’Italia paese tra i leader nel settore a livello glo-bale, assicura Palazzetti. L’Italia oggi conta circa 300 produttori, ma otto grandi imprese controllano il 70% di quota di mercato.Secondo Piazzetta esiste un fattore culturale che guida la scelta della tipologia di ri-scaldamento e che premia l’autonomia della gestione climatica; sottolinea l’orogra-fia italiana con la sua alta pre-senza di superfici montuose e di centri abitati di piccole dimensioni molto dispersi sul territorio, difficilmente rag-giungibili dalla rete del me-tano, il combustibile più dif-

fuso nel Paese, di conseguenza l’elevato costo dei combustibi-li fossili non in rete promuove fortemente il ricorso all’im-piego delle bio-masse.Sia le stufe a le-gno che a pellet coprono una vasta gamma di prestazioni di potenza e di design in modo da soddisfare i requisiti di con-fort di ogni cliente, garanten-do la massima efficienza e la massima affidabilità. Secondo Ruben Palazzetti il rapporto qualità-prezzo è molto competitivo in Italia e i canali di vendita sono par-ticolarmente curati e impor-tanti: ”Non vendiamo i nostri prodotti attraverso la grande distribuzione, ma solo pres-so rivenditori specializzati. Si fornisce un adeguato servizio post-vendita: se c’è necessità

di sostituire un componente, dopo 15 anni, è perfettamen-te possibile trovare il pezzo”. Alla domanda su quali siano le previsioni per il mercato nel prossimo futuro, entrambi hanno risposto che l’ulteriore sviluppo del mercato di stufe si basa principalmente sulla decisione politica che ogni Paese, in termini di incentiva-zione e di agevolazione inten-de adottare, per la sostituzio-ne delle vecchie macchine che

hanno un ren-dimento mol-to basso, con macchine più efficienti con le tecnologie che producono energia pulita (la sommatoria dei due settori, nuova installa-zione e sostitu-zione, dovreb-be comportare una costante ascesa del mer-cato delle stufe e dei camini).

Secondo Piazzetta gli incre-menti più importanti dovreb-bero riguardare le macchine a pellet per due motivi impor-tanti: il primo per la comodità di impiego rispetto alla legna, il secondo riguarda la dispo-nibilità di pellet.Palazzetti vede nei sistemi integrati il futuro del merca-to: sistemi di riscaldamento “idro” piuttosto che “aria”; sistemi integrati dove, per esempio, una stufa a pellet sia collegata a un pannello solare; energia dal legno piut-tosto che dal gas; consegna a domicilio di legna e pellet (cosa che già accade in Au-stria e Baviera); tecnologie poli-combustibile (stufe e caldaie che lavorano sia con legna sia con pellet): sistemi sicuramente più complessi e più sofisticati, ma facili da in-stallare e da usare.

Griselda [email protected]

Traduzione e redazione diLuana Ilarioni

Riscaldamento Domestico Made in Italy:il perché di un successo mondiale

Bioenergy International nella sua edizione inglese ha intervistato Ruben Palazzetti e Carlo Piazzetta, Ma-naging Director rispettivamente del Gruppo Palazzetti e del Gruppo Piazzetta, leader mondiali nel settore del riscaldamento domestico a biomassa legnosa (legna e pellet). Riportiamo le parti più essenziali degli articoli, che offrono una prospettiva del mercato e le sfide della stufa italiana nel complesso contesto inter-nazionale.

Stabilimento di produzione Piazzetta a Casella d’Asolo (TV)

Stabilimento di produzione Palazzetti a Porcia (PN)

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Perché la canna e la SRF

La canna comune (Arundo donax) è una specie tipica del nostro paesaggio rurale, ca-ratterizzata da un’ele-vata produttività anche in aree a scarsa fertilità e per questo poten-zialmente adatta alla realizzazione di sistemi produttivi ad elevata produzione di biomas-sa per uso energetico. La canna comune è una graminacea peren-ne tipica delle regioni mediterranee. La parte ipogea è caratterizza-ta da una fitta rete di rizomi e radici fasci-colate che si possono estendere anche mol-to in profondità. I fusti possono raggiungere in una stagione vegeta-tiva anche 5-6 metri di altezza. È ritenuta par-ticolarmente interes-sante per la produzione di biomassa grazie alla sua rusticità, alla facilità di moltiplicazione e alla elevata produttività.Tra gli utilizzi possi-bili, la produzione di trinciato da destinare agli impianti di biogas. Nell’ambito del progetto sono stati collezionati 22 ecotipi raccolti lungo le coste settentrionali e meridionali del Mar Mediterraneo. Il pioppo coltivato a ciclo breve (Short Rotation Forest-ry - SRF) è una coltura interessante per i nostri territori in quanto pre-senta produzioni di ele-vato livello quantitativo e qualitativo. La Short Rotation Forestry è la coltivazione in impianti specializzati di specie arboree a rapido accre-scimento (in Italia per lo più pioppo), dotate di elevata capacità pol-lonifera, ripetutamente ceduate a intervalli va-riabili da 2 a 4-5 anni nell’arco della vita utile della piantagione.

Antonella Locheredazione@bioener-

gyinternational.it

Biomassa

Lo scorso 5 marzo 2009 si è svolto a Marciano della Chia-na (AR) un seminario tecnico-dimostrativo sulle potenzialità della coltivazione di pioppo a ciclo breve e canna comune (Arundo donax) in aree una vol-ta dedicate alla coltivazione di altre colture agronomiche, che nella zona erano prevalente-mene barbabietole da zucchero destinate allo zuccherificio di Castiglion Fiorentino (Ar). L’in-contro, organizzato dall’ARSIA e diviso in un momento semi-nariale e in una dimostrazione in campo si è tenuto presso il Centro per il collaudo e tra-sferimento dell’innovazione di Cesa (Ar), centro che fa parte della “Rete dei Poli toscani per il collaudo ed il trasferimento dell’innovazione”. La prova dimostrativa riguar-dante la raccolta in campo, date le condizioni meteorologiche proibitive, è stata rimandata al 16 marzo 2009; hanno colla-borato all’iniziativa la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il CRA - Unità di Ricerca per l’Ingegneria Agraria (Roma) e Aiel (Associazione Italiana Energie Agroforestali). Particolare interesse ha riscosso

la relazione di Massimo Meda della PowerCrop s.p.a, la so-cietà deputata alla riconversio-ne dell’ ex zuccherificio Erida-nia Sadam s.p.a. di Castiglion Fiorentino (AR). Tale ricon-versione prevede la realizza-zione di una centrale termoe-lettrica alimentata da biomasse agroforestali e da oli vegetali. La collaborazione tra ARSIA e PowerCrop è finalizzata alla realizzazione e gestione di im-pianti pilota/dimostrativi di pioppo (SRF) e canna comune presso il Centro per il collaudo e trasferimento dell’innova-zione di Cesa (ARSIA). La sua relazione, dal titolo “Proposta commerciale di coltivazione in filiera corta” è disponibile in-sieme a quelle degli altri relato-ri sul sito http://archiviopoli.arsia.toscana.it nella sezione “materiale scaricabile 2009” alla voce “agrienergie” .Nel prossimo numero questo argomento sarà adeguatamen-te affrontato, insieme al tema della conversione degli ex-zuc-cherifici.

i risultati della dimostrazioneLa prova in campo si inseriva tra le attività dimostrative del

progetto europeo Biomass Tra-de Centres, che intende pro-muovere a scala regionale la diffusione e l’impiego innova-tivo dei combustibili legnosi, e del progetto interregionale Wo-odland Energy che ha l’obiettivo di promuovere e sviluppare filiere legno energia nelle nove regioni coinvolte (Toscana, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Umbria, Lazio, Abruz-zo, Molise e Sicilia).Questo momento, rivolto ai tecnici e agli operatori del set-tore, aveva come fine quello di verificare in campo l’impie-go di macchine specifiche per la raccolta meccanizzata della Short rotation forestry di pioppo e di canna comune in impian-ti realizzati nel 2006. Sotto la direzione di Luigi Pari la dimostrazione per il pioppo ha riguardato un’andanatrice trainata Spapperi, una pezza-trice trainata Spapperi e una raccoglitrice cippatrice trainata Spapperi; per la dimostrazione relativa alla canna comune è stata utilizzata una Falcia-Trin-cia-Caricatrice CLAAS, Model-lo Jaguar 850 spewdstas dotata di testata RU450 XTRA 450.Per quanto riguarda il pioppo,

si è visto che il taglio è di buona qualità, anche se si è riscontrata qualche difficoltà nel convo-gliamento del pioppo abbattu-to nell’organo di alimentazione per le dimensioni notevoli delle piante a turno triennale.Le prove di raccolta sulla canna hanno messo in luce sia le buo-ne prestazioni della macchina che la scarsa qualità del prodot-to raccolto. Difatti la pezzatura ottenuta è particolarmente fine con alti quantitativi di prodotto polverulento; e ciò incide ne-gativamente sulla possibilità di conservare il prodotto raccol-to, sui costi di trasporto e sulla conversione energetica della biomassa.Il gruppo Panacea del CRA ING, impegnato nella messa a punto dei cantieri per l’im-pianto e la raccolta della canna, provvederà ad elaborare i dati raccolti dalle prove e a redigere un rapporto. Contemporanea-mente a questa esperienza altre attività di ricerca sono in atto per mettere a punto il miglior sistema logistico, almeno per la canna.

Antonio [email protected]

Pioppo e canna, una possibile coltura alternativa per l’ex-zuccherificio di Castiglion Fiorentino

L’ARSIA ha organizzato una giornata dimostrativa sulla coltivazione e raccolta di impianti di pioppo a ciclo breve (Short rotation forestry) e di impianti di canna comune a Marciano della Chiana, in prov. di Arezzo. Du-rante l’incontro si è parlato anche di accordi di filiera con il mondo agricolo per garantire all’ex-zuccherificio di Castiglion Fiorentino (in riconversione ad un impianto di generazione elettrica a ciclo combinato della potenza di circa 22 MW) sufficiente biomassa lignocellulosica di origine locale

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EventiIl mercato

dell’energia verde a KLIMAENERGY 09

“Klimaenergy”, unica fiera specializzata de-dicata all’utilizzo com-merciale e pubblico delle energie rinnovabili con un’attenzione parti-colare al loro impiego in sistemi integrati, si svol-gerà a Bolzano dal 24 al 26 settembre, organiz-zata da Fiera Bolzano. I settori espositivi della fiera sono articolati in 15 categorie: idroelet-trico, biogas, biomas-sa, celle a combusti-bile, cogenerazione e rigenerazione, eolico, finanziamenti, fotovol-taico, geotermia, idro-geno, istituti di ricerca, servizi, solar cooling, solare termico, stampa specializzata.Bolzano rappresenta la cornice ideale per una fiera come “Klimaener-gy”: la Provincia Auto-noma di Bolzano è infatti da anni all’avanguardia nelle applicazioni del-le energie rinnovabili. Numerose le iniziative in programma: il conve-gno internazionale sulle tematiche della manife-stazione; i tour guidati ad impianti già realizzati che utilizzano energie rinnovabili; workshop e conferenze specializ-zate. Inoltre, anche per il 2009, Klimaenergy bandisce il “Klimaener-gy Award”: fino al 15 luglio 2009, i comuni e le province di tutta Italia che abbiano pro-mosso o cofinanziato progetti nel campo del-le energie rinnovabili e dell’efficienza energe-tica, portati a termine tra gennaio 2006 e di-cembre 2009, potranno iscriversi presentando i loro lavori. Tutte le informazioni su “Klimaenergy 09” sono disponibili sul sito:www.klima-energy.it

Cristina Pucher,Uff. Stampa Fiera

Bolzano

Agriexpo, il nuovo appuntamento fieristico rivolto alle im-prese agricole organizzato da ROS, società partecipata da Fiera di Roma e Senaf, che si terrà, per la prima volta, dal 22 al 25 ottobre 2009 presso il nuovo polo fieristico della capitale.La manifestazione, che si rivolge soprattutto agli operatori del centro e sud Italia, nasce con l’obiettivo di supportare e facili-tare l’evoluzione delle tante aziende del comparto agricolo in realtà imprenditoriali strutturate e competitive. La principale sfida che oggi si pone al “coltivatore moderno” è infatti au-mentare la redditività dell’impresa mediante il miglioramento dell’efficienza produttiva e l’industrializzazione del processo. Per questa ragione la Fiera sarà aperta a tutti gli operatori del comparto agricolo per mostrare le diverse fasi del processo produttivo che vanno dalle lavorazioni in del campo alla di-stribuzione dei prodotti. Ognuna di esse verrà rappresentata in altrettanti saloni tematici previsti per la prima di Agriexpo: “preparazione e coltivazione del campo”; “raccolta dei prodotti” (macchine per la raccolta); “lavorazione dei pro-dotti” (impianti oleari, enologici, alimentari, lattiero caseari); “energia dai sottoprodotti” (impianti e attrezzature per la produzione di energia); “confezionamento dei prodotti” (packaging, imbottigliamento); “logistica e distribuzione”. Per informazioni, www.senaf.it/agriexpo - Tel. 023320391

Nasce Agriexpo, per le imprese agricole alla Fiera di Roma

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Terra Futura 2009 è promossa e organizzata da Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus per contodel sistema Banca Etica (Banca Etica, Etica SGR, Rivista “Valori”), Regione Toscana e Adescoop-Agenziadell’Economia Sociale s.c.

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Numerose altre realtà stanno confermando la propria adesione all’evento.

Regione ToscanaDiritti Valori Innovazione Sostenibilità

BIOENERGYtf09_90x130col 1-04-2009 10:29 Pagina 1

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Pagina 15Bioenergy International Italia N° 2 - maggio 2009 / www.bioenergyinternational.com

Calendario

BioenergyInternational Italiaè pubblicato da

Paulownia Italia Srl

Internet:www.bioenergyinter-

national.com

Contatti:Bioenergy

International ItaliaVia Monte

Sabotino, 130171 Mestre (VE)

tel. + 39 041 0991996fax: + 39 041 920592

[email protected]

Staff:Giustino Mezzalira,

Elena Agazia,Antonio Brunori,Griselda Turck,

Giovanni Tribbiani.

Hanno collaborato:Francesco Carbone

Luana IlarioniAntonella LocheAntonio LumicisiMarco Mezzadri

Stampa:Grafiche Liberalato

S.n.c.

Bioenergy International Italia

Numero 2 – maggio 2009Registrazione al Tribu-

nale di Venezia N° 6 del 04/03/2008

Iscrizione al ROC Re-gistro degli operatori di

comunicazione N° 17.337

L’Editore non si assume alcuna responsabilità per quanto riguar-da il contenuto degli articoli, che riflette l’opinione degli Autori e non necessariamente quella dell’Editore. La presente non ha lo scopo di limitare la responsa-bilità dell’Editore in violazione di disposizioni della legge naziona-le applicabile, né di escluderla nei casi in cui non può essere esclusa in forza di detta legge.

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in collaborazione con:

organizzata da:

13a Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile • www.ecomondo.com

1a Fiera Internazionale Sistemi e Soluzioni per un Uso Efficiente dell’Energia • www.energyes.it

in contemporanea con:

Semplici alternative.

28 | 31 ottobre 2009 - Rimini Fierawww.keyenergy.it

3a Fiera Internazionale per l’Energia e la Mobilità Sostenibile, il Clima e le Risorse per un Nuovo Sviluppo

MAGGIO 20097 - 9 Solarexpò Verona Italia www.solarexpo.com29 - 31 Terra Futura Firenze Italia www.terrafutura.it/

GIUGNO 20094 - 7 Ecoenergie Sarzana Italia www.ecoenergieexpo.it

LUGLIO 200923 - 25 Bioenergy World 2009 Buenos Aires Argentina [email protected] Renergy Argentina Buenos Aires Argentina www.r-energy.info17-19 Renergy Brasile Sao Paolo Brasile www.r-energy.info

SETTEMBRE 200923 - 25 Klimaenergy Bolzano Italia www.klima-energy.it25 - 27 Forlener Biella Italia www.forlener.it30/9-2/10 Zeroemission /Agrienergy Roma Italia www.zeroemissionrome.eu

OTTOBRE 200920 - 22 Crea Verona Italia www.eiomfiere.it22 – 25 AgriExpo Roma Italia www.senaf.it/agriexpo28 – 31 Ecomondo Rimini Italia www.ecomondo.com

NOVEMBRE 20096 – 8 Agrienergie Arezzo Italia [email protected] - 28 Greenergy Expò Milano Italia www.greenergyexpo.eu

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6-7-8 NOVEMBRE 2009

Segreteria tecnicacommerciale

PAULOWNIA ITALIA SRLVia Monte Sabotino, 130171 VENEZIA-MESTRETel. 041 928672 Fax 041 [email protected]

Al suo interno il Salone specializzato Legno - Energia Centro Italia 2009 (3a edizione), l’area espositiva delle migliori tecnologie ed innovazioni in materia di energia da biomassa legnosa

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agri245x340_ALTA.pdf 21-04-2009 16:46:16