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GIUNTA REGIONALE
DIPARTIMENTO POLITICHE DELLO SVILUPPO RURALE E DELLA PESCA
Servizio Presidi Tecnici di Supporto al Settore agricolo
Ufficio Tutela Fitosanitaria delle colture (sede Cepagatti)
Ufficio Direttiva Nitrati e qualità dei suoli (sede Cepagatti)
La redazione del Bollettino
Fabio Pietrangeli, Domenico D’Ascenzo, Luciano Pollastri, Antonio Di Donato
I dati climatici
Fernando Antenucci, Bruno Di Lena, Domenico Giuliani
Il monitoraggio sul territorio
Areale Colline Pescaresi: Fabio Pietrangeli, Antonio Di Donato
Areale Colline Teatine: Pantaleone Di Sipio, Luciano Santoferrara, Maurizio Sulpizio
Areale Frentano-Sangro: Andrea De Laurentiis, Spadolino Travaglini
Areale Vastese: Lodovico D’Ercole, Gennaro Torelli
Areale Peligno: Antonio Ricci
Areale Teramano interno: Agostino Di Nicola, Giuseppe Lucque
Areale Fucino Gianni Ranalli
Si ringraziano
Eurortofrutticola del Trigno, Cantina Tollo, Cantina Ripa Teatina, Cantine Villese, Abruzzo Oleum, Capo olio vestino, Associazione Rustica e Gentile -,
Istituto Agrario “A. Serpieri” Pratola Peligna e tutti gli altri operatori che collaborano volontariamente nel monitoraggio.
CREA - Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari di Pescara: Luciana Di Giacinto, Lucia Giansante, Paolo Del Re, per la
collaborazione prestata nel monitoraggio chimico e sensoriale degli olii campionati e nella redazione del paragrafo “La qualità dell’olio”.
BILANCIO OLIVICOLO 2018
BOLLETTINO TECNICO REGIONALE DI PRODUZIONE E DIFESA INTEGRATA “Bilancio olivicolo 2018”
LA DIFESA INTEGRATA IN ABRUZZO
I dati del monitoraggio 2018 sono stati inseriti da ogni tecnico sulla piattaforma Agroambiente
Abruzzo.
Fig. 1 Distribuzione territoriale delle stazioni automatiche in alcune aree olivicole della Regione Abruzzo.
Fig. 2 Monitoraggio nelle aree olivicole della Regione Abruzzo, compreso campionamenti su drupe.
L’ANDAMENTO CLIMATICO ANNUALE
In questa nota si riporta l’andamento meteorologico del periodo aprile – ottobre 2018 in alcune
aree olivicole della regione dove i dati termo-pluviometrici giornalieri vengono rilevati dalla rete di
monitoraggio climatico del Centro Agrometeorologico regionale di Scerni. (Fig. 3)
Fig. 3 Distribuzione territoriale delle stazioni automatiche in alcune aree olivicole della Regione Abruzzo.
Fig. 4 Distribuzione territoriale delle precipitazioni nelle aree olivicole - periodo aprile-ottobre.
La fig. 4 mette in evidenza che le precipitazioni del periodo aprile-ottobre si sono collocate
nell’intervallo compreso tra 351,2 mm della stazione di Scerni e i 915,8 mm della località di Cellino
Attanasio.
Fig. 5 Distribuzione territoriale del numero di giorni con temperature maggiori di 30°C - periodo aprile-ottobre.
Per quanto riguarda le temperature superiori a 30°C, che avrebbero potuto contenere lo sviluppo
del parassita, così come visualizzabile in figura 5, emerge che il numero di giorni con tale condizione
si è collocato nell’intervallo compreso tra il valore minimo pari 24 rilevato nella località di Ancarano
e quelli massimi pari a 80 e 84 rilevati rispettivamente nelle stazioni di Sulmona e Alanno.
Oltre ai dati sintetici riportati nelle cartine tematiche delle figure 4 e 5, è sicuramente interessante
analizzare i diversi diagrammi termo-pluviometrici, estrapolati da Agroambiente Abruzzo,
relativamente alle stazioni inerenti gli areali olivicoli regionali di maggiore interesse.
Sappiamo che temperature e piogge, non tanto a livello totale, ma soprattutto per il momento in
cui si verificano, sono determinanti sia per un regolare andamento fisiologico e produttivo delle
piante, vedasi in particolare le variabili che influenzano la fioritura e l’allegagione, ma anche
l’ingrossamento dei frutti e l’inoliazione, sia per lo sviluppo o la mortalità di patogeni, siano essi
batteri, funghi o insetti.
In questa annata in particolare, come vedremo più dettagliatamente nel paragrafo delle fitopatie, il
clima caldo e asciutto registratosi generalmente in luglio e agosto ha in parte contrastato due
patogeni chiave dell’olivo, quali l’occhio di pavone e la mosca olearia, che fino a giugno avevano
trovato invece condizioni favorevoli allo sviluppo.
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Fig. 6 Andamento termo-pluviometrico giornaliero (gennaio –ottobre 2018) della stazione di Scerni (Ch)
Fig. 7 Andamento termo-pluviometrico giornaliero (gennaio –ottobre 2018) della stazione di Vasto (Ch)
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Fig. 8 Andamento termo-pluviometrico giornaliero (gennaio –ottobre 2018) della stazione di San Salvo (Ch)
Fig. 9 Andamento termo-pluviometrico giornaliero (gennaio –ottobre 2018) della stazione di Ripa Teatina (Ch)
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Fig. 10 Andamento termo-pluviometrico giornaliero (gennaio –ottobre 2018) della stazione di Tollo (Ch)
Fig. 11 Andamento termo-pluviometrico giornaliero (gennaio –ottobre 2018) della stazione di Alanno (Pe)
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Fig. 12 Andamento termo-pluviometrico giornaliero (gennaio –ottobre 2018) della stazione di Penne (Pe)
Fig. 13 Andamento termo-pluviometrico giornaliero (gennaio –ottobre 2018) della stazione di Cepagatti (Pe)
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Fig. 14 Andamento termo-pluviometrico giornaliero (gennaio –ottobre 2018) della stazione di Ancarano (Te)
Fig. 15 Andamento termo-pluviometrico giornaliero (gennaio –ottobre 2018) della stazione di Cellino Attanasio (Te)
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Fig. 16 Andamento termo-pluviometrico giornaliero (gennaio –ottobre 2018) della stazione di Sulmona (Aq)
Oltre le piogge e le temperature stagionali, un fenomeno da segnalare riguarda la gelata che ha
interessato tutte le aree olivicole nella terza decade di febbraio dovuta al brusco calo dei valori
termici. I valori minimi hanno raggiunto e superato i -5°C nelle località di Scerni, Vasto, Ripa Teatina,
Tollo, Penne, Cepagatti, Ancarano, Cellino Attanasio, e Sulmona. La diminuzione dei valori termici,
con valori prossimi a 0°C, si è verificata anche nella seconda decade di Marzo aggravando i danni già
presenti sulla vegetazione.
I maggiori danni si sono riscontrati in provincia di Chieti.
Un altro fenomeno, abbastanza comune a tutti gli areali, sono le intense precipitazioni e in molti
areali il forte vento, della seconda decade di ottobre che hanno favorito la cascola, specie delle
drupe infestate, determinando un significativo calo produttivo.
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L’ANDAMENTO VEGETO-PRODUTTIVO
Nel 2018, le fasi vegeto-produttive della pianta si sono succedute in linea con la media degli anni. Adottando una delle strategie della difesa agronomica, è stato consigliato agli olivicoltori di anticipare la raccolta al fine di preservare lo stato fitosanitario dall’ultimo attacco di mosca. Il monitoraggio dello stadio fenologico, l’analisi dell’andamento climatico e le considerazioni sulle previsioni climatiche, hanno sicuramente contribuito a sviluppare una corretta strategia di lotta ai principali patogeni.
LE FISIOPATIE
Nella terza decade di febbraio si è verificata una gelata che ha interessato tutte le aree olivicole,
dovuta al brusco calo dei valori termici. I valori minimi hanno raggiunto e superato i -5°C nelle
località di Scerni, Vasto, Ripa Teatina, Tollo, Penne, Cepagatti, Ancarano, Cellino Attanasio, e
Sulmona.
La diminuzione dei valori termici, con valori prossimi a 0°C, si è verificata anche nella seconda decade
di marzo aggravando i danni già presenti sulla vegetazione.
A partire dalla metà di luglio si è riscontrata una anomala e significativa cascola delle drupe. Nella seconda decade di ottobre, intense precipitazioni e venti forti hanno favorito la cascola delle
drupe attaccate dalla mosca determinando un significativo calo produttivo.
Gli interventi fitosanitari con dimetoato, in particolare su dritta, a volte hanno procurato qualche
danno da fitotossicità.
Danni da freddo Olivine secche Fitotossicità dimetoato Danni da gelata
LE PRINCIPALI FITOPATIE DELL’OLIVO
Le problematiche fitosanitarie dell’olivo hanno richiesto quest’anno una particolare attenzione.
ROGNA (Pseudomonas Savastanoi)
Da diversi anni, oramai, la consuetudinaria raccolta delle olive con
gli abbacchiatori e le operazioni di potatura, comportano ferite alle
piante sulle quali si insedia questo batterio. Anche a seguito delle
gelate o altre fisiopatie che determinano la comparsa di ferite sui
rami, questo patogeno trova facili vie di inoculo per diffondersi e
infettare i rametti e le branche.
Le segnalazioni sul Bollettino sono costanti e le raccomandazioni di
difesa si imperniano sui due interventi, quello primaverile e quello autunnale, con il rame, unico
prodotto che manifesta efficacia nel contrastarlo.
OCCHIO DI PAVONE (Spilocea oleagina) In Abruzzo è, al momento, il patogeno fungino più dannoso, da non
sottovalutare, specie per alcune varietà sensibili, tra cui la Dritta, e
in alcuni areali, dove si registrano climi umidi.
La spilocea oleagina richiede un monitoraggio costante e interventi
preventivi. Quest’anno, le infezioni sono state non molto
significative, probabilmente, oltre che per le condizioni climatiche,
anche per una difesa adeguata di questo e di altri patogeni che si
combattono con due interventi, uno primaverile e uno autunnale, con prodotti rameici o con quelli
ammessi dal D.P.I. Difesa Integrata.
Ai fini della prevenzione, da fine aprile a metà maggio e nel post raccolta, abbiamo consigliato di
intervenire sempre con i prodotti indicati dal D.P.I. Difesa Integrata.
MAL DEL PIOMBO (Cercospora cladosporioides) Quest’anno il mal del piombo si è manifestato in maniera più intensa rispetto ad altri anni e anche
rispetto all’altro fungo, l’occhio di pavone, con cui condivide il periodo di comparsa e l’attacco sulle
foglie. Quest’ultimo si manifesta sulla pagina superiore con ingiallimenti giallastri e macchie brune,
sulla pagina inferiore con macchie di colore grigio piombo, da cui il nome comune della malattia.
L’infezione determina come danno maggiore la caduta delle foglie.
Abbiamo segnalato la malattia sul Bollettino; la difesa è la stessa consigliata per l’occhio di pavone.
ANTRACNOSI (Gloeosporium olivarum) Un fungo che più di altri anni si è manifestato, in diversi oliveti e
in maniera rilevante.
L’attacco può riguardare i diversi organi della pianta quali foglie,
rametti, fiori e frutti. In pratica, quando il fungo si è insediato, in
condizioni favorevoli passa dalle foglie ai rametti e, nell’anno
successivo, ai fiori e quindi ai frutti. Sulle foglie determina, al pari
degli altri funghi sopra descritti, ingiallimenti e necrosi, con una successiva defogliazione, anche
rilevante. Con infezioni primarie e secondarie, queste ultime in prossimità della raccolta, a volte
favorite da ferite procurate da mosca, il fungo si diffonde ulteriormente all’interno delle drupe. Le
olive subiscono un progressivo processo di marcescenza, fino a mummificare del tutto, causando
un decadimento qualitativo dell’olio con esse prodotto.
Le drupe mummificate che rimangono attaccate all’albero, o che cadono a terra, costituiscono un
forte potenziale di inoculo per l’annata successiva, anche se l’infezione, come detto, può essere già
presente all’interno dei rametti. La presenza del patogeno è stata adeguatamente segnalata nel
Bollettino; per quanto riguarda la difesa, i trattamenti autunnali e primaverili con i prodotti rameici
possono risultare insufficienti e, soprattutto se nel corso di questo anno si è riscontrata la presenza
significativa del fungo, è bene essere pronti in primavera per intervenire con prodotti specifici,
sempre scelti tra quelli consentiti nella difesa integrata.
TIGNOLA (Prays oleae) Anche quest’anno, a partire dalla prima settimana di
giugno, le farfalline catturate nelle trappole sono spesso
numerose (da 50 a 200-300 settimanali).
E’ bene precisare che le catture elevate del Prays sono un
dato pressoché costante negli anni, del quale non si può
tenere conto in maniera esclusiva ai fini di decidere
l’intervento. Per questo bisogna effettuare, ove possibile, il monitoraggio sulle olive. Salvo
eccezioni, il costante monitoraggio delle drupe ha mostrato una infestazione, solo in alcuni casi
uguale o superiore al 15%. Le infestazioni maggiori, come segnalato sul Bollettino di inizio luglio,
erano rilevate sulla costa e nell’areale pescarese. Con il Bollettino di metà luglio, in corrispondenza
della fase di indurimento del nòcciolo, abbiamo sollecitato gli olivicoltori a sospendere ogni
intervento, in quanto il Prays all’interno del nòcciolo lignificato non è più raggiungibile dagli
insetticidi. Durante la stagione olivicola il monitoraggio delle drupe cascolate ha mostrato livelli di
infestazione bassi e si può ritenere che il danno da tignola non ha determinato significativi cali di
produttività. Nella figura sottostante riportiamo, a titolo esemplificativo, l’andamento delle catture
registrato in alcuni oliveti monitorati.
Fig. 17 Report catture Prays oleae in alcuni oliveti monitorati
MOSCA DELLE OLIVE (Bactrocera oleae)
Ancora un anno di altissimo livello di allerta. L’insetto sembra
avere una cadenza biennale, ma speriamo non diventi una
costante e, dopo le infestazioni record dell’annata 2014 e del
2016, la sua presenza si è manifestata pesantemente anche nel
2018.
Rilevata la presenza di adulti nelle trappole tra fine giugno e
inizi di luglio, il monitoraggio delle drupe ha rivelato una
deposizione fertile, non dappertutto, ma in molti oliveti. Inizialmente le zone maggiormente
infestate, come da prassi, ma non come si verificò nel 2016, sono state le zone costiere. Avendo
verificato una percentuale di uova e/o larve intorno alla metà di luglio, è stato consigliato il primo
intervento nel Bollettino di metà luglio.
Se il progredire dell’infestazione e i danni rilevati nell’annata 2018 sono stati più contenuti rispetto
alle due “storiche” annate precedenti, oltre all’attenzione prestata dai tecnici e dagli olivicoltori
nella difesa, il contributo più elevato è da ascrivere al clima caldo e asciutto che si è verificato da
metà luglio fino a oltre la metà di agosto, con temperature spesso al di sopra dei 30°C che hanno
determinato una alta percentuale di mortalità del dittero. Il diagramma sottostante, è il modello di
Agroambiente che esprime l’elevata mortalità della mosca determinata dalle temperature elevate,
che è stato di ausilio nella scelta della strategia di difesa da adottare.
Fig.18 Modello Agroambiente di mortalità della mosca
L’insetto, in seguito, tranne che con alcune eccezioni, si è spostato gradualmente verso le zone
interne o in quelle ad altimetria più elevata: in Valle Peligna e nelle zone al di sopra dei 400 metri,
l’infestazione della mosca è stata rilevata tra fine agosto ed inizio settembre, quando negli areali
costieri e di media collina eravamo alla terza infestazione. Il Modello dell’andamento del ciclo della
mosca olearia, riportato sotto, rispecchia, a grandi linee, quanto realmente si è potuto verificare in
campo. (vedi figura 18 e 19)
Fig.18 Modello Agroambiente sulle generazioni della mosca
Fig.19 Report Agroambiente sulle catture di mosca in un oliveto in areale di media collina
Fig.20 Report Agroambiente sull’infestazione di mosca alcuni oliveti monitorati
Infine, di fronte ad una pressione dell’insetto via via crescente, dopo aver limitato i danni confidando
nel clima e attuando strategie alternative, come interventi dissuasivi alla deposizione quali il rame,
il caolino e altri prodotti fitosanitari ammessi nel biologico, tra fine agosto e metà settembre, con le
temperature in calo e qualche pioggia diffusa, è stato consigliato sul Bollettino un intervento ovo-
larvicida. In alcuni casi questo è stato il secondo e ultimo intervento ammesso nel D.P.I. Difesa
Integrata, in altri è stato il primo intervento. Ultima strategia che abbiamo suggerito è stata quella
di monitorare attentamente la situazione fitosanitaria degli oliveti e di procedere a raccolte
anticipate, sempre nel rispetto dei tempi di carenza dei prodotti utilizzati.
Sia la strategia di difesa integrata che la difesa biologica, hanno permesso di arrivare alla raccolta,
nel caso si sia intervenuti con tempestività e oculatezza, con partite di olive idonee a fornire olio di
oliva extravergine.
Certamente, nella qualità dell’olio hanno avuto un ruolo
determinante l’anticipo di raccolta e la tempestività nel
trasporto delle olive al frantoio e nella trasformazione delle
stesse.
Oltre ai prodotti citati nel disciplinare di difesa integrata,
quest’anno si è riscontrata in più casi, rispetto al passato,
l’efficacia dei prodotti fitosanitari ammessi nella difesa
biologica; usarli anche alternativamente, nel caso di difesa
integrata, in annate di forte infestazione, può essere una
delle strategie vincenti. Del patrimonio di esperienza
acquisito in questa annata, sicuramente si potrà e si dovrà
fare tesoro negli anni a venire per contrastare questo
dittero che, in maniera sempre più forte e con cadenze più ravvicinate rispetto a quelle che eravamo
abituati a registrare nella nostra regione, procura dei danni socio-economici molto rilevanti.
LA MATURAZIONE DELLE PRINCIPALI VARIETA’ ABRUZZESI
- SINTESI DEL PROCESSO DI MATURAZIONE -
La maturazione del frutto nell’olivo rappresenta l’esempio di uno “sforzo” fisiologico che si
concretizza in una modificazione delle caratteristiche fisico-chimiche ed organolettiche proprie del
frutto in maturazione in tutte le specie ma, in questo caso, anche dalla contestuale produzione ed
arricchimento in materia grassa (olio) tipica del processo cosiddetto di inoliazione.
Nello specifico le varietà olivicole evolvono in maniera differente in termini di tempistica e di
modalità di maturazione, potendo essere classificate di conseguenza in base al tempo in precoci,
medie e tardive nonché anche a maturazione scalare (Dritta, Gentile di Chieti, ecc.) o
contemporanea (Leccino, Castiglionese, ecc.)
Nel corso dell’annata olivicola 2018, come sempre accade, le condizioni climatiche hanno
influenzato il potenziale produttivo delle singole varietà, tanto da favorire alcune varietà (Dritta e
Moraiolo) e molto meno altre (Leccino Maurino ecc.).
Tale diverso comportamento ha determinato buone performance produttive della Dritta in area
Vestina con produzioni che non si riscontravano da tempo.
Buona la produzione nell’Aquilano, soprattutto in Valle Roveto, con eccellenti raccolte.
Produzione stazionaria nel Chietino mentre in difficoltà quella nel Teramano
Fig.21 Grafico delle performance produttive 2018 per varietà principale
LA QUALITÀ DELL’OLIO
L’annata olivicola 2018, dal punto di vista delle problematiche fitosanitarie più
rilevanti, ha visto il netto prevalere della infestazione di mosca olearia,
(Bactrocera oleae), che, sia pure con elementi differenziali, ha mostrato un livello
di dannosità di poco inferiore a quelle “storiche” del 2014 e 2016.
A partire dagli inizi di luglio, l’infestazione del dittero è progressivamente andata
aumentando, sia a livello territoriale, procedendo dalla collina litoranea, fino alle
zone interne e ad altimetria più elevata, sia, chiaramente, a livello di percentuale
di danno sulle aziende che hanno subito da due a tre attacchi. I dettagli dello sviluppo della
infestazione sono riportati nei paragrafi precedenti. Attenendoci alle regole della difesa integrata, che
prevede di mettere in campo le pratiche agronomiche e i prodotti fitosanitari autorizzati nel
disciplinare, attuando un piano di monitoraggio regionale che prevede sopraluoghi in campo, rilievi
sulle trappole a feromoni e campionamento dell’infestazione da mosca in laboratorio, abbiamo
impostato la difesa contro questo parassita.
Nonostante queste misure, come risaputo, il parassita, con le differenze di periodo di attacco, da luglio
sulla costa e da settembre nelle zone interne, è riuscito a danneggiare le olive in maniera più o meno
consistente. Certamente, chi ha voluto e saputo interpretare al meglio la difesa, ha avuto risultati
migliori dal punto di vista della qualità delle olive e degli olii. Per questo motivo, a completamento
di un lavoro svolto in campo fino alla raccolta, ci è sembrato interessante conoscere la qualità degli
olii provenienti dalla molitura di olive prodotte da alcune tra le aziende monitorate.
A tale scopo, abbiamo condotto uno studio post raccolta di controllo sui parametri chimici, chimico-
fisici ed organolettici degli oli ottenuti dalle olive provenienti da 23 aziende monitorate nelle province
di Pescara e Chieti con il supporto del laboratorio chimico del CREA IT di Pescara, sulla base
dell'accordo di collaborazione conseguente alla delibera della Regione Abruzzo N°272 del 3 maggio
2016.
La tabella 1 mostra i descrittori agronomici e fitosanitari monitorati nelle aziende Abruzzesi durante
la campagna olearia 2018/19: la maggioranza delle aziende adotta il metodo di produzione
convenzionale, quattro aziende il metodo biologico e due quello integrato; le varietà prevalentemente
coltivate sono nell’ordine Dritta e Leccino, spesso presenti in miscela tra loro o con altre cultivar
minori, solo in sette aziende sono stati prodotti oli monovarietali della cultivar Dritta. Il prodotto
fitosanitario più impiegato è stato il dimetoato, a seguire fosmet, zeolite, rame solfato, caolino e
imidacloprid (confidor); in tre aziende non è stato effettuato alcun trattamento. I primi trattamenti
sono stati eseguiti nei primi giorni del mese di luglio in due aziende dell’areale costiero, mentre nelle
altre aziende è stato eseguito prevalentemente nel mese di settembre; un secondo trattamento di
dimetoato si è reso necessario per ben sei aziende, un terzo trattamento è stato effettuato soltanto in
due aziende con fosmet e caolino. La raccolta è avvenuta in prevalenza tra la seconda e la terza decade
di ottobre, rispettando i tempi di carenza dei prodotti fitosanitari. La molitura è avvenuta talvolta in
giornata, quasi sempre nel giorno successivo alla raccolta, al massimo entro due o tre giorni, con il
metodo continuo, tranne in due casi in cui le olive sono state molite con il sistema tradizionale; la
resa percentuale, per la maggior parte delle aziende è stata tra 12 e 13 %, con un minimo dell’11% e
un massimo del 18%. Al momento della raccolta è stata rilevata la percentuale di invaiatura, in sei
aziende sono state mandate al frantoio olive con una invaiatura del 60%, mentre in una sola azienda
sono state molite olive con invaiatura al 5% e in un’altra al 100%. Le pregiudicate condizioni
fitosanitarie della campagna olearia, non hanno permesso di acquisire oli da olive totalmente prive di
attacco di mosca, il range della percentuale di attacco di mosca è stato piuttosto ampio, dal 5%
all’80%. Il danno da antracnosi causato dal fungo Gloeosporium olivarum, è stato riscontrato solo in
10 aziende con una percentuale di danno piuttosto contenuta entro il 15%.
Tabella 1
Le analisi condotte sono state: acidità libera, numero dei perossidi, indici spettrofotometrici nell’UV,
esteri metilici ed etilici degli acidi grassi, cere e panel test; in accordo con i metodi previsti dal
regolamento comunitario Reg. n. 2568/91/CEE e s.m.i. (Tabella 2)
Tabella 2
Sulla base delle analisi effettuate sono state individuate due categorie merceologiche, undici oli sono
stati classificati extravergini (EVO) perché tutti i parametri analizzati sono risultati conformi ai limiti
di legge, dodici sono stati classificati vergini (VO): uno declassato per aver superato il limite previsto
per l’acidità libera, due declassati per la concomitanza di un alto valore di acidità libera e per la
presenza di difetti rilevati con l’analisi organolettica, i restanti nove declassati esclusivamente per la
presenza di difetti.
Nella Tabella 2 è possibile confrontare, per ciascuna variabile analitica, le medie delle classi EVO e
VO. Mediamente l’acidità libera, espressione dello stato sanitario delle olive prima della molitura,
per gli oli EVO è stata di 0.37%, per gli oli VO 0.59%: valori ampiamente compresi entro il limite di
0.8% per la categoria EVO. I valori del numero dei perossidi, sostanze queste ultime risultanti da
processi ossidativi in atto, hanno presentato invece solo una lieve differenza tra le due classi: 11,2 e
11.8 mEqO2/kg (limite per gli EVO: 20 mEqO2/kg). Anche gli indici spettrofotometrici nell’UV
(K232, K268, K), correlati anch’essi allo stato ossidativo, sono risultati tutti nei limiti senza particolare
differenza significativa tra le due classi merceologiche. A proposito dei rimanenti parametri chimici
utili a rilevare lo stato sanitario delle olive di partenza, si mette in evidenza il basso contenuto medio
degli esteri etilici (FAEE) degli oli EVO pari a 8 mg/kg (limite per gli EVO: 35 mg/kg). Infine,
relativamente ai risultati della valutazione organolettica, per i valori medi degli attributi positivi:
fruttato, amaro e piccante, è stata riscontrata differenza significativa tra gli oli EVO e VO comunque
con valori tipici degli oli ottenuti dalle cultivar dell’area oggetto del presente studio. Per quanto
riguarda gli oli declassati a VO, in media il difetto rilevato con maggiore intensità è stato il
riscaldo/morchia, a seguire i difetti di verme, muffa, rancido e avvinato.
I parametri analitici che caratterizzano le due classi merceologiche EVO (area rossa) e VO (area
azzurra), possono essere osservati graficamente mediante una tecnica di analisi statistica multivariata,
sul piano descritto dalle prime due componenti principali.
Fig. 22 Analisi delle componenti principali delle variabili analitiche ed agronomiche considerate
In conclusione, le analisi chimiche e sensoriali hanno evidenziato i punti di forza e le criticità che si
celano in tutte le fasi della filiera produttiva. In particolare, nell’83% delle aziende monitorate il
danno da attacco di mosca è stato contenuto all’interno di un intervallo compreso tra il 5 e il 40%, e
solo nel 17% delle aziende si è riscontrato un attacco compreso tra il 50 e l’80%.
Il risultato, in termini sintetici e in maniera inequivocabile, dimostra che una corretta esecuzione
della lotta antiparassitaria permette di ottenere oli adatti al consumo anche in un’annata dalle
previsioni disastrose.