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Borgo Solare: burocrazia sostenibile? Prof. Niccolò Aste, Dipartimento BEST, Politecnico di Milano Nel 2001 venne dato il via al progetto “Borgo Solare”, un insediamento di edifici ecocompatibili in prossimità di Ferrara, a Cocomaro di Cona, in grado di illustrare nel concreto la via italiana al risparmio energetico, allo sfruttamento delle fonti rinnovabili e alla sostenibilità. Case studiate sulla base sia delle migliori tradizioni locali che delle più innovative tecniche di simulazione al computer, in grado di sfruttare positivamente sole, acqua e vento e di ridurre drasticamente consumi ed emissioni inquinanti. Prima della specifica variante promossa dal Comune di Ferrara per avviare la realizzazione del Borgo Solare, l’appezzamento selezionato per la costruzione del piccolo quartiere sostenibile era un’area edificabile (si noti bene) di completamento, rubricata come categoria G, ovvero destinata alla realizzazione di edifici adibiti a servizi vari, fino a 150.000 metri cubi di costruzioni come supermercati, palestre, cinema, parcheggi multipiano, centri sociali, attrezzature sportive, attività ricreative e perfino piste da moto cross (!!!). Con un progetto lungimirante e virtuoso, basato sulla concertazione tra attori pubblici e privati, il progetto Borgo Solare ha salvato una porzione del territorio ferrarese dall’ennesima operazione di cementificazione, riducendo a meno di un terzo la volumetria edificabile, a vantaggio di una dotazione senza uguali di verde pubblico, sentieri, parchi e spazi collettivi, che costituiscono l’imprescindibile cornice per un’Architettura realmente sostenibile, pensata per soddisfare le necessità economiche, sociali e ambientali di chi vi andrà ad abitare. Come hanno dimostrato gli studi, minuziosi e dettagliati, eseguiti in questi anni, il luogo è inequivocabilmente adatto al progetto in corso. Il lotto Fondo Golena, infatti, soddisfa tutti i requisiti fondamentali per la corretta ed efficace realizzazione dell’insediamento ecosostenibile Borgo Solare. Come risulta dalle analisi svolte, infatti, il terreno presenta caratteristiche peculiari ed indispensabili per il raggiungimento dell’obiettivo di elevato risparmio energetico, che costituisce il fulcro dell’iniziativa, ottenibile principalmente grazie all’impiego di sistemi d’involucro estremamente avanzati abbinati ad impianti tecnologici innovativi ed allo sfruttamento intensivo e dinamico dell’energia solare. In particolare, la configurazione morfologica dell’area e l’orientamento prevalente verso sud-sudovest consentono di utilizzare ad un livello decisamente elevato la risorsa solare, attraverso sistemi fotovoltaici, eliotermici e passivi. Le peculiarità litostratigrafiche ed idrogeologiche riscontrate, inoltre, sono ottimali e decisamente singolari per quanto riguarda l’applicazione degli impianti a pompa di calore geotermica ad alta efficienza, la cui installazione rappresenta uno dei punti di maggiore importanza dell’intero progetto, andando a ridurre significativamente i fabbisogni dovuti alla climatizzazione, sia invernale che estiva. La concomitanza di questi fattori ed altri ancora, come gli aspetti vantaggiosi in termini di ventilazione naturale, il favorevole clima acustico, l’assenza di campi elettromagnetici dannosi per la salute e la particolare collocazione nel contesto urbanistico ferrarese, rendono l’area unica nel suo genere e difficilmente intercambiabile con soluzioni alternative. Eppure, nel corso del faticoso iter procedurale (ed a questo punto sarebbe più che lecito interrogarsi circa i motivi delle difficoltà riscontrate), alcune parti hanno avanzato dubbi e riserve in nome di un non meglio definito concetto di tutela, che ancora oggi stentano a trovare una concreta giustificazione. Si potrebbe parlare di malafede, ma sarebbe preferibile, e meno mortificante per chi crede veramente in un

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Borgo Solare: burocrazia sostenibile? Prof. Niccolò Aste, Dipartimento BEST, Politecnico di Milano

Nel 2001 venne dato il via al progetto “Borgo Solare”, un insediamento di edifici ecocompatibili in prossimità di Ferrara, a Cocomaro di Cona, in grado di illustrare nel concreto la via italiana al risparmio energetico, allo sfruttamento delle fonti rinnovabili e alla sostenibilità. Case studiate sulla base sia delle migliori tradizioni locali che delle più innovative tecniche di simulazione al computer, in grado di sfruttare positivamente sole, acqua e vento e di ridurre drasticamente consumi ed emissioni inquinanti. Prima della specifica variante promossa dal Comune di Ferrara per avviare la realizzazione del Borgo Solare, l’appezzamento selezionato per la costruzione del piccolo quartiere sostenibile era un’area edificabile (si noti bene) di completamento, rubricata come categoria G, ovvero destinata alla realizzazione di edifici adibiti a servizi vari, fino a 150.000 metri cubi di costruzioni come supermercati, palestre, cinema, parcheggi multipiano, centri sociali, attrezzature sportive, attività ricreative e perfino piste da moto cross (!!!). Con un progetto lungimirante e virtuoso, basato sulla concertazione tra attori pubblici e privati, il progetto Borgo Solare ha salvato una porzione del territorio ferrarese dall’ennesima operazione di cementificazione, riducendo a meno di un terzo la volumetria edificabile, a vantaggio di una dotazione senza uguali di verde pubblico, sentieri, parchi e spazi collettivi, che costituiscono l’imprescindibile cornice per un’Architettura realmente sostenibile, pensata per soddisfare le necessità economiche, sociali e ambientali di chi vi andrà ad abitare. Come hanno dimostrato gli studi, minuziosi e dettagliati, eseguiti in questi anni, il luogo è inequivocabilmente adatto al progetto in corso. Il lotto Fondo Golena, infatti, soddisfa tutti i requisiti fondamentali per la corretta ed efficace realizzazione dell’insediamento ecosostenibile Borgo Solare. Come risulta dalle analisi svolte, infatti, il terreno presenta caratteristiche peculiari ed indispensabili per il raggiungimento dell’obiettivo di elevato risparmio energetico, che costituisce il fulcro dell’iniziativa, ottenibile principalmente grazie all’impiego di sistemi d’involucro estremamente avanzati abbinati ad impianti tecnologici innovativi ed allo sfruttamento intensivo e dinamico dell’energia solare. In particolare, la configurazione morfologica dell’area e l’orientamento prevalente verso sud-sudovest consentono di utilizzare ad un livello decisamente elevato la risorsa solare, attraverso sistemi fotovoltaici, eliotermici e passivi. Le peculiarità litostratigrafiche ed idrogeologiche riscontrate, inoltre, sono ottimali e decisamente singolari per quanto riguarda l’applicazione degli impianti a pompa di calore geotermica ad alta efficienza, la cui installazione rappresenta uno dei punti di maggiore importanza dell’intero progetto, andando a ridurre significativamente i fabbisogni dovuti alla climatizzazione, sia invernale che estiva. La concomitanza di questi fattori ed altri ancora, come gli aspetti vantaggiosi in termini di ventilazione naturale, il favorevole clima acustico, l’assenza di campi elettromagnetici dannosi per la salute e la particolare collocazione nel contesto urbanistico ferrarese, rendono l’area unica nel suo genere e difficilmente intercambiabile con soluzioni alternative. Eppure, nel corso del faticoso iter procedurale (ed a questo punto sarebbe più che lecito interrogarsi circa i motivi delle difficoltà riscontrate), alcune parti hanno avanzato dubbi e riserve in nome di un non meglio definito concetto di tutela, che ancora oggi stentano a trovare una concreta giustificazione. Si potrebbe parlare di malafede, ma sarebbe preferibile, e meno mortificante per chi crede veramente in un

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futuro sostenibile, riscontrare una certa ingenuità o impreparazione da parte di chi ha tentato di frenare in ogni modo la nascita del Borgo, adducendo motivazioni, non sempre chiare, di generica salvaguardia del luogo. Continuiamo, allora, ad interrogarci: 150.000 metri cubi di cemento sotto forma di parcheggi, centri commerciali, palestre, ecc., come prevedeva la destinazione originaria, sotto quali aspetti avrebbero costituito una misura di tutela rispetto ad una manciata di case ad impatto zero immerse nel verde? Il terreno in questione, una stretta fascia lunga poche centinaia di metri sulla Via Comacchio, di fronte all’Hotel Villa Eden, può essere visitato da chiunque e riconosciuto per quello che è: uno spazio di risulta che, grazie alla cooperazione tra istituzioni ed imprenditoria locale ed al coinvolgimento del Politecnico di Milano, garante scientifico dell’operazione, verrà recuperato e valorizzato anche e soprattutto dal punto di vista ecologico ed ambientale. In esso sorgerà un nuovo tipo di edilizia, a basso impatto ambientale e ad alto valore innovativo. Un piccolo quartiere di 16 edifici, non di certo un maxi complesso residenziale, come è stato definito da chi, svilendo una delle iniziative più interessanti degli ultimi anni per quanto riguarda la periferia ferrarese, ha cercato di fare dello sterile sensazionalismo. Alloggi prevalentemente di dimensioni medio-piccole, studiati per massimizzare il comfort degli occupanti, ridurre i consumi e gli oneri di gestione, favorire interazioni e scambi sociali, anche e soprattutto grazie allo stretto rapporto con la rete di parchi e giardini che caratterizza il Borgo. Particolare attenzione, infatti, è stata dedicata all’inserimento dei fabbricati nel tessuto urbano ed al rapporto con il contesto naturale, la vegetazione e gli spazi aperti, allo scopo di perseguire l’integrazione totale architettura-città-ambiente. Gli edifici, progettati con il supporto del Politecnico, saranno qualificati dalle principali caratteristiche dell’Architettura Sostenibile, e cioè:

� ridotto fabbisogno energetico, sia estivo che invernale; � basso impatto ambientale; � impiego di materiali ecosostenibili; � impianti fotovoltaici; � impianti solari termici; � pompe di calore geotermiche; � ventilazione naturale; � controllo e sfruttamento dell’illuminazione naturale.

Riassumendo, le cifre salienti dell’iniziativa, Borgo Solare prevede la realizzazione di un centinaio di alloggi, distribuiti in 16 edifici di differenti tipologie (piccoli condomini, villette a schiera, case mono e bifamiliari), serviti da 15.000 m2 di giardini, 8.500 m2 di parco botanico, aiuole e fasce piantumate per 1.400 m2, oltre a 4.000 m2 di piste pedociclabili e 1.000 m2 di sentieri pedonali (si noti a questo proposito che le aree verdi e le strutture pubbliche del Borgo raggiungono il 150% rispetto agli standard urbanistici minimi richiesti). La viabilità automobilistica potrà scorrere unicamente sul perimetro esterno dell’area, mentre all’interno il quartiere sarà percorribile solo a piedi o in bicicletta. Grazie a queste strategie, l’insediamento potrà contare su di un notevole contributo delle fonti rinnovabili, su una drastica riduzione delle emissioni inquinanti e su una gestione estremamente razionale delle risorse, prima tra tutte quella idrica. Il progetto del Borgo Solare è indubbiamente di alto profilo in termini di innovazione, compatibilità ambientale e sostenibilità e, grazie alla collaborazione con l’amministrazione comunale, rappresenterà un laboratorio sperimentale strategico per lo sviluppo della nuova edilizia ferrarese, all’insegna del risparmio energetico. Tutte queste caratteristiche di eccellenza hanno riscosso un enorme successo a livello nazionale ed internazionale: l’iniziativa è stata oggetto di forte interesse alla

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Conferenza Internazionale sullo Sviluppo Sostenibile di Tianjin, in Cina nel 2005, è stata presentata a Ginevra presso la 23a edizione del PLEA (Conference on Passive and Low Energy Architecture) del 2006 e viene continuamente citata in libri e riviste specialistiche come il modello italiano da seguire. La messa a punto del concept di Borgo Solare, ricordiamolo, ha anticipato temporalmente iniziative molto popolari tra il grande pubblico, come CasaClima e la certificazione energetica, ed ha offerto alla città di Ferrara la possibilità di divenire l’esempio italiano per eccellenza. Purtroppo, l’iter burocratico ha reso incredibilmente lunghi i tempi di realizzazione, cui non hanno certo giovato le polemiche e gli attacchi cui si accennava, mai registrati, a livello locale, nemmeno in occasione di operazioni immobiliari di ben più vasta portata (e di certo poco ecocompatibili). E, proprio perché questo iter burocratico rappresenta una delle pagine più critiche ed estenuanti di tutta la vicenda, giunta oramai al suo settimo anno, se ne vuole dare al lettore un sintetico resoconto, riassunto nei punti successivi.

� Il Progetto Borgo Solare è stato presentato nel 2002 al Comune di Ferrara che, dopo aver richiesto alcune varianti al progetto al fine di renderlo maggiormente conforme al Piano Strutturale Comunale allora in fase di elaborazione, il 20 maggio 2003 lo ha sottoposto alla Giunta Comunale.

� Nel 2002 il Progetto Borgo Solare è stato contestualmente presentato alla

Provincia di Ferrara che, con nota del Servizio Pianificazione Territoriale del 1° luglio 2003, ha riconosciuto “le caratteristiche di sperimentazione sul sistema fotovoltaico e solare – termico integrato negli edifici ad uso residenziale,” che “tale progetto ha caratteristiche specialistiche già operative in altre realtà europee, che “la parte scientifica è garantita dall’operato del Politecnico di Milano che ne seguirà la messa in opera” e che “è coerente con il Piano di Azione Ambientale elaborato dal Forum dell’Agenda 21 locale che questa Amministrazione ha promosso”.

� Nell’ottobre del 2003, il Sindaco di Ferrara ha promosso una Conferenza di

Servizi per la stipula di un Accordo di Programma finalizzato all’approvazione di una variante semplificata al Piano Regolatore Generale per la realizzazione del Borgo Solare. Tuttavia, nonostante i pareri positivi rilasciati dagli altri enti interpellati, la Provincia ha ritenuto più adatto allo specifico caso in oggetto l’iter di una variante ordinaria al P.R.G. Raccogliendo il suggerimento, il Comune ha avviato la relativa procedura, più complessa ma certamente più garantista rispetto alla correttezza dell’operazione.

� Il 4 aprile 2005, a seguito dell’avviato processo di variante, il Comune ha stipulato un accordo con la proprietà, con il quale quest’ultima si è obbligata a presentare un Piano Particolareggiato per realizzare, a propria cura e spese, il progetto già condiviso con gli Enti Locali ed a sottoscrivere una convenzione urbanistica. Il Comune si è impegnato ad adottare una variante al P.R.G. che consenta la realizzazione del Progetto Borgo Solare e, come misura di salvaguardia e di tutela circa l’effettivo raggiungimento degli obiettivi di progetto, ha stabilito che in caso di inottemperanza o inerzia da parte della proprietà avrebbe ricondotto la destinazione originaria della zona a servizi o, addirittura, ad usi agricoli;

� La variante è stata adottata dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 57

dell’11 aprile 2005, inviata alla Regione e trasmessa alla Provincia per il controllo di competenza.

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� Con deliberazione n. 239 del 4 luglio 2006, a distanza di circa 9 mesi dalla

ricezione della variante, la Provincia ha richiesto al Comune di controdedurre alle riserve contenute nella proposta di parere del Comitato Tecnico Consultivo Provinciale n. 124 del 23 giugno 2006, effettuando un rinvio per relationem a tale documento;

� Sebbene tale modalità operativa, del tutto inusuale, abbia reso particolarmente

articolata e complessa l’attività, il Comune ha, comunque, proceduto in conformità a quanto previsto dalla Legge Regionale n. 47/1978, controdeducendo a tutte le riserve ed ha trasmesso gli atti alla Provincia, che li ha ricevuti il 13 marzo 2008.

� Ai sensi di legge, giunti in tale fase dell’iter di approvazione della variante, la

Giunta Provinciale, esaminate le controdeduzioni e le proposte di modifica formulate dal Consiglio comunale, è tenuta a decidere sulle osservazioni e ad approvare la variante medesima, introducendo eventualmente le modifiche discendenti dall'accoglimento delle osservazioni presentate e quelle ritenute indispensabili a soddisfare le riserve, ove le stesse non risultino superate. La Giunta provinciale, inoltre, deve provvedere all'approvazione della variante entro il termine perentorio di centoventi giorni dalla data di ricevimento delle controdeduzioni e pubblicare la delibera di approvazione sul Bollettino Ufficiale della Regione;

� Con comunicazione del 4 luglio 2008 (e quindi a poco più di una settimana dalla

scadenza dei termini), la Provincia ha chiesto al Comune di dar conto delle fasi procedimentali e degli adempimenti già svolti compatibili con le disposizioni in materia di Valutazione Ambientale Strategica prevista dal D. lgs. 152/2006 evidenziando, inoltre, che non le risultava alcuna indicazione inerente la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione della delibera di adozione della variante al P.R.G., nonostante questa fosse stata regolarmente pubblicata sul BUR del 22 giugno 2005, n. 90.

� Il 19 settembre 2008 il Comune, ricordando la pubblicazione della delibera di

adozione suddetta, ha dato evidenza della compatibilità tra la procedura di valutazione della sostenibilità ambientale e territoriale e quella indicata dal D. lgs. n. 152/2006, così come integrato dal D. lgs. n. 4/2008, esplicitando come il procedimento non necessiti di alcuna integrazione.

Riassumendo il tutto, a che punto siamo dell’intera vicenda? Il termine perentorio di 120 giorni per l’approvazione finale del Progetto Borgo Solare sarebbe maturato l’11 luglio 2008 e, anche a voler ammettere che l’ultima comunicazione provinciale abbia provocato una sospensione del termine, quest’ultimo avrebbe ricominciato a decorrere dalla risposta del Comune del 19 settembre 2008 e, pertanto, sarebbe scaduto il 26 settembre 2008. La legge prevede che, decorso questo termine, la variante si considera approvata. Ad oggi, tuttavia, il procedimento non si è ancora ufficialmente concluso… Se l’innovazione tecnologica, il risparmio energetico e lo sviluppo sostenibile sono esigenze imprescindibili ed immediate della società contemporanea, perché allora iniziative virtuose come il Borgo Solare, invece che essere favorite e premiate, vengono mortificate da procedure burocratiche interminabili, che si protraggono oltre ogni ragionevole limite?

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Planimetria del Borgo Solare

Borgo Solare, analisi sull’edificio tipo

Schema di funzionamento degli impianti geotermici