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DIAGNOSI RADIOLOGICA
del TUMORE al SENO
Il carcinoma mammario (CM), ma sarebbe meglio parlare di carcinomi mammari vista la variabilità biologica e prognostica di questa neoplasia, è il tumore più frequente nel sesso femminile. Rappresenta il 28% di tutti i tumori che colpiscono le donne e costituisce la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile. Il trend d’incidenza in Italia appare in leggero aumento (+0,9% /anno) con un numero stimato di nuovi casi, per il 2017, pari a 50.000 e un numero totale di 767.000 donne che hanno ricevuto una diagnosi di neoplasia mammaria. Le differenze tra macro-aree osservate nel 2008-2013, che confermano una maggiore incidenza al Nord (162,2 casi/100.000 donne) rispetto al Centro (143,2 casi/100.000 donne) e al Sud-Isole (124,5 casi 100.000 donne), esprimono la somma di diversi fattori fra cui, in particolare, la diffusione dello screening mammografico e la disomogeneità nella presenza di fattori di rischio. Pur rappresentando anche nel 2014 la prima causa di morte per tumore nelle donne con 12.201 decessi (Fonte ISTAT), dall’inizio degli anni Novanta si osserva una continua tendenza alla diminuzione della mortalità per carcinoma mammario (-2,2%/anno), attribuibile sia alla maggiore diffusione dei programmi di diagnosi precoce sia ai progressi terapeutici. Le differenze di mortalità fra le diverse macro-aree italiane sono abbastanza limitate. La sopravvivenza a cinque anni delle donne con tumore della mammella, pari all’87% nella popolazione generale, presenta una minima variabilità interregionale (Nord 87-88%; Centro 87% e Sud 85%). Naturalmente, la sopravvivenza dipende molto dall’estensione della malattia oncologica alla diagnosi. Infatti, se il tumore viene identificato in uno stadio precoce, e adeguatamente trattato a cinque anni, la sopravvivenza è di circa il 90% mentre scende al 75% se vi è interessamento delle stazioni linfonodali satelliti. Dal mese di febbraio 2018, presso la nostra ASST è stato redatto il PDTA del tumore al seno e istituita la Breast Unit della Valtellina. In coincidenza con il mese di prevenzione del tumore al seno, ci sembra opportuno riassumere le evidenze scientifiche aggiornate di questa importante patologia, oltre che coinvolgere i medici di base e tutti gli interessati alla presentazione della Unità Senologica multidisciplinare istituita.
Formazione residenziale classica rivolta ai professionisti con attinenza alla BREAST UNIT AZIENDALE - ASST Valtellina e Alto Lario ATS DELLA MONTAGNA Associazioni Volontariato - Terzi Settori
ACCREDITAMENTO ECM/CPD 5 C.F.: Medici, MMG, Biologi, Psicologi, Infermieri, TSRM, TSLB, Fisioterapisti PARTECIPANTI NON ECM: OSS - Associazioni Volontariato - Terzi Settori MODALITÀ DI ISCRIZIONE: Iscrizione gratuita da effettuarsi entro il 17/10/2018 DIRIGENTI ASST VAL: online all’indirizzo https://formazione.asst-val.it/ PERSONALE COMPARTO: tramite Ufficio Infermieristico di riferimento PERSONALE ESTERNO: online all’indirizzo https://www.asst-val.it HOMEPAGE - FORMAZIONE, cliccare il link iscrizioni personale non dipendente. Individuare il corso interessato e procedere con l’iscrizione attraverso la specifica funzione iscriviti SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: Ufficio Formazione ASST Valtellina e Alto Lario, P.O. di Sondalo Tel. 0342.808323 - 521006 Fax 0342.808373 E-Mail [email protected] SEGRETERIA SCIENTIFICA: ASST Valtellina e Alto Lario Dott. Vittorio Fregoni [email protected]
Breast Unit Valtellina 2018: Aggiornamento su diagnosi e cura del tumore al seno
Sabato 20 ottobre 2018 dalle 9.00 alle 14.00
ASST Valtellina e Alto Lario Ospedale “Eugenio Morelli” Sondalo – Sala conferenze
3°Pad.ne primo piano
www.asst-val.it
ASST VALTELLINA E ALTO LARIO
Breast Unit Valtellina 2018
Sondalo, 20 Ottobre 2018
U.O.S.D. Radiologia Senologica I.R.C.C.S. Fondazione Policlinico San Matteo, Pavia
Contact: [email protected]
Giuseppe Di Giulio
Ospedale Eugenio Morelli
Sondalo Sala Conferenze
Diagnostica senologica
visita senologica
mammografia
ecografia
risonanza magnetica
citologia
microistologia
analogica
digitale
Nonostante il ricorso ad altri esami complementari la mammografia rimane l’indagine di riferimento nella diagnostica senologica ; ogni altra metodica deve confrontarsi con essa !!
MAMMOGRAFIA
Tecnica ampiamente diffusa e di facile accesso, permette di riconoscere neoplasie ad uno stadio preclinico.
MAMMOGRAFIA
Deve essere eseguita con apparecchiature dedicate e con metodologia adeguata
al fine di ottenere la migliore immagine e la migliore definizione a dosi contenute
MAMMOGRAFIA
immagine di alta qualità
personale tecnico dedicato
apparecchiature adeguate
corretto posizionamento della mammella
compressione adeguata
corretta esposizione
PROIEZIONI MAMMOGRAFICHE CRANIO-CAUDALE MEDIOLATERALE MEDIOLATERALE OBLIQUA -compressione mirata -ingrandimento diretto
Proiezione corretta Proiezione Medio Laterale Obliqua MLO (35-
60°)
Proiezione corretta Proiezione Medio-Laterale-Obliqua Obliqua (MLO)
Proiezione corretta Proiezione Medio-Laterale-Obliqua Obliqua (MLO)
Proiezione corretta Proiezione Medio-Laterale-Obliqua Obliqua (MLO)
Proiezione corretta Proiezione Medio-Laterale-Obliqua Obliqua (MLO)
Proiezione corretta Proiezione Cranio Caudale
Proiezione corretta Proiezione Cranio Caudale
Proiezione corretta Proiezione Cranio Caudale
Densità della Mammella Classificazione American College of Radiology (ACR)
• Tipo 1: Mammella adiposa <10% di tessuto denso
• Tipo 2: Fibroghiandolare 10–49% di tessuto denso
• Tipo 3: Densità intermedia 49–90% di tessuto denso
• Tipo 4: Alta densità omogenea >90% di tessuto denso
D. B. Kopans. Breast Imaging. Lippincott-Raven Publishers, 1998.
Tipo 1
• Quasi completamente adiposa
• <25% di parenchima
• Alta capacità diagnostica
• Sensibilità >90%
Tipo 2
• Sparse densità fibroghiandolari
• 25-50% di parenchima
• Alta capacità diagnostica
• Sensibilità 90%
Tipo 3
• Mammella densa eterogenea
• 50-75% di parenchima
• Limitata capacità diagnostica
• Sensibilità 70%
• Raccomandata US, MR
Tipo 4
• Mammella estremamente densa
• 75-100% di parenchima
• Capacità diagnostica molto limitata
• Sensibilità 40-50%
• Fortemente raccomandate US, RM
Densità della Mammella
• Alta variabilità interindividuale nella classificazione
• Con la Mx digitale la densità è calcolabile oggettivamente
• Indicato studio Eco dopo Mx negativa
• Lo studio Eco ha identificato un K invasivo nel 0,32% dopo Mx negativa
Monika Nothacker et al: Early detection of breast cancer: benefits and risks of supplemental breast ultrasound in asymptomatic women with mammographically dense breast tissue. A
systematic review
CLASSIFICAZIONE di LE GAL
Sempre
BENIGNE
80%
BENIGNE
40%
MALIGNE
70%
MALIGNE
Sempre
MALIGNE
microcalcificazioni
(Micro)calcificazioni Tipicamente Benigne MACRO-calcificazioni intranodali = tipiche di benignità MICRO-calcificazioni SPARSE e NON associate a massa tumorale =
nella maggioranza dei casi rappresentano un processo benigno o Vascolari: a binario, lineari, serpiginose o Alterazioni fibrocistiche: a guscio (pareti cistiche); “a tazzina da
thè” o “a latte di calcio” (sedimento calcifico libero nel lume delle cisti)
o Liponecrosi: associate ad area radiotrasparente, I.C. in anamnesi o Galattoforite cronica secernente ( “mastite plasmacellulare”):
lineari, multiple, sparse, distanti tra loro, spesso bilaterali o Post-chirurgiche: lungo le suture o in aree di liponecrosi e fibrosi o FAD: a pop-corn, associate a opacità ben circoscritta o Cutanee-sottocutanee: superficiali, poligonali con centro
radiotrasparente
•FAD +
calcificazioni
vascolari
Benigne o maligne?
DIN 3
Caso 1
Benigne o maligne?
DIN 3
Caso 2
Caso 1 Vs Caso 2
Morfologia speso inaffidabile!!!! …
= DIN 3
Benigne o maligne?
Caso 3
Adenosi sclerosante, iperplasia duttale florida e a cellule colonnari, microcalcificazioni distrofiche di aspetto granulare =
BENIGNITA’
Benigne o maligne?
Caso 4
DIN 3
Caso 3 Vs Caso 4
Adenosi sclerosante, iperplasia duttale florida e a cellule colonnari, microcalcificazioni distrofiche di aspetto granulare = BENIGNITA’
DIN 3 crescita
micropapillare
DIN 3 diffuso
Distribuzione
settoriale!
Non sparse
CLI (2mm)
e DIN/LIN 2-3
Caratterizzazione o percezione?
Più che caratterizzarle,
è fondamentale percepirle! Non fidarsi troppo dell’aspetto e, in presenza di dubbio
meglio approfondire!!!
Microcalcificazioni: cosa fare?
Biopsia vacuum-assisted (VAB)
sotto guida stereotassica: una rivoluzione in campo di diagnostica senologica ! • La biopsia “vacuum assistita”: procedura diagnostica
utile per caratterizzare le lesioni mammarie non palpabili (++ microcalcificazioni, distorsioni strutturali, opacità senza corrispettivo ecografico ).
• Riduzione biopsie chirurgiche
Vantaggi e Limiti
• VANTAGGI: elevata accuratezza diagnostica della procedura, capace di fornire una diagnosi istologica definitiva e di ridurre drasticamente il n° di biopsie chirurgiche
• LIMITE: 20% di sottostima istopatologica (patologia in situ Vs infiltrante) : direttamente proporzionale al diametro della lesione
Opacità nodulari: forma
Opacità patologica
DIAGNOSTICA SENOLOGICA
grazie ai programmi di screening e al miglioramento delle tecniche diagnostiche più del 50% dei carcinomi mammari si presentano come lesioni non palpabili; sempre più frequentemente il radiologo si trova
davanti a lesioni di piccole dimensioni e di dubbio significato per le quali ricorre ad approfondimenti diagnostici ormai routinari, quali il prelievo citologico e/o microistologico.
CDI - G3
Esame di I° livello in donne giovani asintomatiche (<35anni);
Valutazione e caratterizzazione di lesioni palpabili ed altri segni e/o sintomi correlati (ascesso o mastite)
Valutazione di lesioni sospette o apparentemente sospette evidenziate con altre metodiche (mammografia, tomosintesi, RM)
Esame di I° livello in donne con lesioni palpabili di età <30 anni, donne in gravidanza e in allattamento
Valutazione di problemi associati a protesi mammarie
Guida alle procedure interventistiche
Valutazione cavi ascellari (linfonodi!)
ECOGRAFIA INDICAZIONI
US: OPERATORE DIPENDENTE
Solid breast nodules: use of sonography to distinguish between benign and malignant lesions
Stavros AT, Radiology 1995;196(1):123–134
La valutazione real time permette analisi di dettaglio delle lesioni e segni sottili o subdoli come la distorsione più difficili da vedere nelle immagini statiche
Mobilità e compressibilità della lesione, sede, relazione con le altre strutture adiacenti, correlazione con lesione palpabile
Berg WA, AJR Am J Roentgenol 2012;199(1):224–23
sonda
ago
cute
CITOLOGIA
Allestimento preparati citologici
Indicazioni alla citologia mammaria
• L’ approccio diagnostico ai noduli mammari si basa sull’integrazione di:
– Esame clinico
– Esame radiologico
– Esame citologico
• Quali pazienti sottoporre ad esame citologico?
– Pz sintomatiche: secrezione dal capezzolo; nodulo palpabile.
– Pz asintomatiche: lesioni sospette identificate in corso di screening senologico (mammografia, ecografia)
Citologia mammaria: categorie diagnostiche European guidelines for quality assurance in mammography screening
Categoria
diagnostica
Significato diagnostico
C1 Inadeguato per diagnosi
C2 Benigno
C3 Atipia, probabile benigno*
C4 Probabile maligno**
C5 Maligno***
* 20% circa maligno all’esame istologico ** 80% dei casi atteso maligno all’esame istologico *** 99% maligni all’esame istologico
Citologia mammaria agoaspirativa: pro e contro
Vantaggi • Rapida ed economica
• Refertazione rapida
• Sensibilità: 96% e 85-92% in lesioni palpabili e non
• Specificità: 95-99%
• Può documentare lesioni multifocali; linfonodi
• Può documentare lesioni piccole, non raggiungibili con altre tecniche non/poco invasive
Svantaggi • Operatore dipendente:
alto expertise cruciale; in caso contrario alto numero di inadeguati
• Non differenzia tra Ca in situ e Ca infiltrante
• Falsi positivi in lesioni proliferative (FAD, iperplasie)
• Falsi negativi in lesioni sclerosanti
• Molti inadeguati su calcificazioni grossolane
• Non consente biobanking
Litherland JC. Clinical Radiology, 2002; 57:81-84
Tipo di lesione: i carcinomi sono buoni “donatori” di cellule a differenza delle lesioni benigne che spesso hanno struttura fibrosa e povera di cellule
0%
4%
8%
12%
16%
20%
carcinoma(4818 casi)
benigno(10847 casi)
tassoinadeguati
CITOLOGIA
CORE-BIOPSY
CORE- BIOPSY
Biopsie mammarie categorie diagnostiche
B1
B2
B3 B4 B5
Carcinoma mammario: il ruolo del patologo
• Diagnosi pre-operatoria
• Caratterizzazione
istopatologica sul pezzo operatorio
• Stadiazione
patologica • Fornire parametri
prognostico- predittivi e terapeutici
Diagnosi pre-operatoria
• Diagnosi preoperatoria conclusiva > 90% (target Eusoma)
• Citologia: aspirazione con ago di cellule lesionali e valutazione citologica
• Biopsia (vacuum assited biopsy, core needle biopsy, biopsia
stereotassica): “carotaggio” di tessuto lesionale ed esame istologico
ITER DIAGNOSTICO nel ca mammario
1. Evidenza clinica/screening periodico
2. Mammografia, ev ecografia o RMN
3. Lesione sospetta o probabile ca
4. Agoaspirato o biopsia (core biopsy, vacuum assisted)
5. Intervento chirurgico Asportazione della neoplasia Esame linfonodo sentinella +/- DA
6. Esame istologico Stadiazione Fattori prognostici secondari Fattori predittivi
7. Terapia medica e/o radioterapia
DOCUMENTO DI CONSENSO SULLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE
PREOPERATORIE NELLE LESIONI MAMMARIE
Versione luglio 2016
L’introduzione e la diffusione delle metodiche di screening e la definizione di un nuovo spettro di lesioni mammarie screen detected
nuove metodiche di indagine bioptica mini invasiva
aghi di maggior calibro (Needle Core Biopsy/ NCB)
procedure automatizzate e informatizzate
(VAB Vacuum Assisted Biopsy / VAB 3D).
DOCUMENTO DI CONSENSO SULLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE
PREOPERATORIE NELLE LESIONI MAMMARIE
Versione luglio 2016
DOCUMENTO DI CONSENSO SULLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE
PREOPERATORIE NELLE LESIONI MAMMARIE
Versione luglio 2016
Vantaggi della biopsia percutanea: ridurre gli esami inadeguati;
definire la natura benigna di molte lesioni proliferative; chiarire il significato biologico delle microcalcificazioni
(distinz di forme preinvasive vs. invasive); ricorso a metodiche immunoistochimiche e di ibridazione
in situ (FISH/CISH) per definire profili immunofenotipici necessari per trattamenti chemioterapici adiuvanti
DOCUMENTO DI CONSENSO SULLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE
PREOPERATORIE NELLE LESIONI MAMMARIE
Versione luglio 2016
DOCUMENTO DI CONSENSO SULLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE
PREOPERATORIE NELLE LESIONI MAMMARIE
Versione luglio 2016
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Se ci si trova al cospetto di microcalcificazioni ad alto sospetto radiologico (R4,R5), in caso di esito B1 , B2 , B3 o B4 , il prelievo dovrà essere ripetuto mediante VAB di 2° linea , con aghi 8-7 G. Inoltre è sempre raccomandata, secondo linee guida, la diagnosi preoperatoria di C5/B5, per ottenere una corretta pianificazione del trattamento. Solo in caso di esito B2 si potrà decidere nell’ambito della valutazione multidisciplinare, per l’invio del caso a follow- up.
Figura 2: Flow chart percorso diagnostico preoperatorio per lesioni formanti massa/opacità
DOCUMENTO DI CONSENSO SULLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE
PREOPERATORIE NELLE LESIONI MAMMARIE
Versione luglio 2016
DOCUMENTO DI CONSENSO SULLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE
PREOPERATORIE NELLE LESIONI MAMMARIE
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Figura 3: Flow chart percorso diagnostico preoperatorio per lesioni formanti massa/opacità/distorsione
DOCUMENTO DI CONSENSO SULLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE
PREOPERATORIE NELLE LESIONI MAMMARIE
Versione luglio 2016
DOCUMENTO DI CONSENSO SULLE PROCEDURE DIAGNOSTICHE
PREOPERATORIE NELLE LESIONI MAMMARIE
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Figura 4 Flow-chart percorso preoperatorio per micro calcificazioni
RISONANZA MAGNETICA
crescente attenzione e impiego clinico negli
ultimi anni ( elevata risoluzione spaziale-temporale, sofisticati software di post-processing)
importante integrazione alle metodiche diagnostiche di I livello (Mx, US)
effettivo guadagno diagnostico nelle situazioni più difficili (sempre dopo imaging tradizionale e accurata correlazione con la clinica!): sensibilità molto elevata!
costi elevati e bassa specificità
cicatrice
bilancio preoperatorio
chemiot. neoadiuvante
CUP syndrome
rischio genetico-familiare
protesi mammarie
valutazione di sospetto clinico-radiologico di recidiva locale post chirurgia conservativa/RT
ricerca multifocalità, multicentricità, lesioni controlaterali
valutazione risposta a trattamento CT neoadiuvante e identificazione del tumore residuo dopo trattamento
ricerca lesione primitiva in presenza di metastasi di verosimile origine mammaria
screening di pazienti con mutazione genetica accertata o probabile (BCRA1 e 2)
valutazione
integrità della protesi
e studio dinamico
dei tessuti circostanti
RISONANZA MAGNETICA indicazioni
Mammografia con mdc
Tomosintesi
SCREENING MAMMOGRAFICO
Lo screening mammografico è un intervento di
sanità pubblica organizzato per conseguire la
riduzione delle morti per cancro della mammella
attraverso la diagnosi precoce, in accordo con le
evidenze scientifiche e in attuazione della
normativa esistente.
SCREENING MAMMOGRAFICO
è un percorso diagnostico che si rivolge a donne
sane e prive di sintomi;
va effettuato secondo le raccomandazioni europee,
con una corretta informazione alla donna.
Esistono rigorosi controlli di qualità;
riduce del 35% rischio di morire per carcinoma
mammario nelle donne target 50-69 anni
SCREENING MAMMOGRAFICO
Tutta la popolazione femminile 45-74 anni! (45-49 annuale; 50-74 biennale).
screening dai 40 anni..??...
i radiologi che operano nei programmi di
screening dovrebbero /devono! dedicarsi per almeno il 50% del proprio tempo, leggere almeno 5000 mx/anno e partecipare a riunioni multidisciplinari.
Pecularietà dello screening mammografico
Bassissima prevalenza di malattia;
Test/procedura standard
Lettura di grandi volumi;
Centri/ personale dedicato.
Contesto organizzato/controllato.
Doppia lettura
Informazione omogenea alla popolazione.
EUROPEAN GIUDELINES FOR QUALITY ASSURANCE IN MAMMOGRAPHY SCREENING
Radiologo dedicato (> 5000 mx/anno )
TSRM dedicato (800-1000 mx/anno);
Servizi di Diagnostica Senologica (tutte le metodiche)
N° richiami (indicatori);
Lettore di I° livello deve eseguire anche 2°
livello;
Correttezza tecnica ;
Verifica dati anamnesi/dati clinici (cicatrici, sintomi, ecc)
Aggiornamento professionale
Riunioni multidisciplinari
Il TSRM nello screening mammografico
competenze comunitative e relazionali; Gestione verifica dati anagrafici ed
amministrativi; compilazione scheda anamnestica ed obiettività Ritiro esami precedenti; Competenze tecnico-scientifiche: es: conoscenza
apparecchiature e supporti, vecchie e nuove metodiche senologiche;
Verifica qualità delle immagini; Criteri di correttezza nell’esecuzione dell’esame:
…posizionamento, protesi, ecc….
IL TRSM è l’unico attore che incontra la donna
che decide di partecipare al programma di screening
INTERFACCIA
Documento congiunto SIRM / GISMA
…La donna deve percepire l’assenza del contatto con il medico non come l’indizio di una prestazione meno affidabile, ma come una condizione essenziale alla efficienza della procedura di screening stessa, la cui affidabilita’deve comunque ed ampiamente essere garantita da una serie di procedure e condizioni preliminari all’avvio del programma…
• Accoglienza
• Capacita’ di ascolto
• Empatia
• Adeguata comunicazione verbale e atteggiamento idoneo
• Rispetto
• GESTIONE PAZIENTE
• Situazioni psicologiche difficili
• Handicap
• Necessita’ di mediazione culturale
• Portatori di protesi, pace maker
• illustrare i vantaggi della compressione aumento contrasto per riduzione
radiazione diffusa
• miglioramento definizione riduzione sfumatura cinetica/ geometrica e dissociazione strutture,
• riduzione dose
RELAZIONE
E’ IMPORTANTE RIUNIRE TUTTI I TEST DIAGNOSTICI IN UN UNICO CENTRO.
Patient
Radiologist
Surgeon
Pathologist
Medical Oncologist
Radiation Oncologist
Breast Care Nurse
Plastic surgeon Data
Manager
Geneticist
Psycho-oncologist
Physiotherapist
Advocacy
Courtesy: Prof. L.Cataliotti
Breast Unit
• Si garantiscono elevati livelli di qualita’ nella diagnosi e cura
• Si gestiscono adeguati
volumi di attivita’
• Vengono erogati percorsi
di presa in carico delle pazienti secondo criteri di monitoraggio definiti
• La specializzazione consente di sfruttare al meglio il talento e l’attitudine personale dell’operatore
• Vengono costantemente ampliate le conoscenze e l’esperienze in quel settore
• Si facilita l’attivita’ su larga
scala con aumento produttivita’
• Si riducono i tempi di attesa • Si ottengono risultati migliori
negli standard qualitatitivi (es Biopsie vacuum assistite su guida stereotassica o biopsie su guida RM )
Principali Indic. 1° round-
Accettabile
1° round-
Desiderabile
Controllo-
Accettabile
Controllo-
Desiderabile
Adesione grezza >70% >75%
Richiami tecnici <3% <1%
Tasso richiami <7% <5% <5% <3%
Rapporto Ben/Mal <1:1 <0,5:1 <1:1 <0,2:1
Proporz. Identific. dei
tumori 3x IR
(incidence rate)
3x IR
(incidence rate) 1.5 xIR (incidence rate)
1.5 xIR (incidence rate)
Tasso cancri intervall 0-11 mesi
12-23 mesi
30%
50%
<30%
<50%
Tempo attesa
refertaz/approfondim 2 settimane <2 settimane
Attesa interv chirurg <5 settimane <3 settimane
Citologia-Agobiopsia Inadeguat <10% Inadeguat <10%
Principali INDICATORI del Programma
* European guidelines for quality assurance in breast cancer screening and diagnosis.
CANCRO INTERVALLO
Tumore che si manifesta in qualunque modo
dopo un esito di screening negativo e prima
dell’esame di screening successivo!
Rilevazione di ogni singolo caso;
Analisi del caso;
Assegnazione ad una categoria di classificazione;
Discussione per la formazione continua
* European guidelines for quality assurance in breast cancer screening and diagnosis.
CANCRO INTERVALLO
CI = cancro mancato allo screening, ma per varie ragioni.
CI non vuol dire automaticamente errore del radiologo;
CI può dipendere da:
o insufficienza/limite della procedura diagnostica;
o Insufficiente sensibilità del test
o Errore dell’operatore
o Caratteristiche proprie della malattia (tumore rapido!)
o Situazioni ambientali
o “offerta” clinico-diagnostica
o “offerta” diagnostica dello stesso programma di screening
o Scelta di protocollo
o Durata dell’intervallo
Un limite certo dello screening è comunque la sua sensibilità non
ottimale. Lo screening, in base al protocollo di riferimento (linee
guida UE5), utilizza come test di “primo livello” la mammografia
bilaterale eseguita biennalmente. Pertanto lo screening è
condizionato dai limiti della mammografia e si può affermare che
non identifica tutti i carcinomi della mammella.
Da un terzo a un quinto di essi, infatti, non viene identificato ma
compare, per lo più per la presenza di sintomi soggettivi, nell’
”intervallo” tra uno screening negativo e la successiva mammografia
di screening, programmata dopo due anni. Questi carcinomi
vengono per questo definiti “di intervallo”
Ministero della Salute DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE SANITARIA
PROGRAMMA DI SCREENING MAMMOGRAFICO: ERRORI INTERPRETATIVI SUPPOSTI
NELLA LETTURA DELLA MAMMOGRAFIA e CANCRI INTERVALLO
Documento delle Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria Ministero della Salute
CANCRO INTERVALLO
La gestione del C.I. rientra nelle fasi di
gestione del rischio clinico in sanità
(clinical risk management) rappresenta
l’insieme di varie azioni messe in atto
per migliorare la qualità delle
prestazioni sanitarie e garantire la
sicurezza dei pazienti, basata anche,
tra l’altro, dall’apprendere dagli errori!!
(organizzazione di audit di revisione)
CLASSIFICAZIONE CANCRI INTERVALLO
Cancri intervallo veri.
Cancro “occulto” alla mammografia.
“Minimal sign”.
Falso negativo
Falso negativo per errore tecnico.
Errore di assessment
CANCRO INTERVALLO “VERO” !
può non essere stato riconosciuto perchè davvero non riconoscibile:
o non era effettivamente presente; o dimensioni troppo piccole per essere apprezzabile; o mascheramento dalla densità mammaria; o ecc
CANCRO OCCULTO ALLA MAMMOGRAFIA !
non visibile nè alla mammografia diagnostica nè alla mammografia di screening del passaggio precedente.
CANCRO INTERVALLO: SEGNI MINIMI !!
alterazioni mammografiche presenti nella sede della successiva comparsa del tumore ed identificabili solo alla revisione “informata” (….senno del poi..) ma che non giustificano il richiamo ad approfondimento diagnostico di II livello. (problematiche medico-legali!!)
C.I. da ERRORI o FALSI NEGATIVI !
quando, alla revisione “cieca” esisteva una alterazione mammografica sufficiente a suggerire approfondimento diagnostico.
ERRORI TECNICI !
neoplasia non visibile o non identificabile per incorretta conduzione tecnica dell’esame.
o fuori campo per incorretto posizionamento; o scarsa attenzione del Tsrm a segno clinico riferito; o ecc
Modalità di REVISIONE dei C.I.
Modalità cieca: revisione effettuata mescolando i
radiogrammi precedenti i C.I. con quadri normali
in rapporto di 1:4/1:5.
Modalità parzialmente informata: vengono
valutate solo le mammografie precedenti i CI.
Modalità completamente informata: le
mammografie di screening precedenti i CI valutate
alla luce delle mammografie diagnostiche.
Modalità di REVISIONE dei C.I.
Limiti/problematiche:
Informata o semi-informata: rischio di
sopravvalutare l’errore diagnostico per la
tendenza, col “senno di poi”, a classificare, come
“minimal sign” alterazioni che altrimenti non si
segnalerebbero (problem. medico-legali).
Modalità cieca: più si avvicina alle condizioni
standard in cui si potrebbe aver commesso un
errore diagnostico. È la modalità più “garantista”
per il radiologo per l’eventuale responsabilità
medico legali, ma impegnativa nei programmi su
larga scala.
TAKE HOME MESSAGE - RACCOMANDAZIONI
fondamentale il ruolo del radiologo!!!
“costruirsi” una buona esperienza (expertise);
fondamentale collaborazione con Anatomo Patologo;
fornire materiale adeguato per parametri biologici;
evitare ricorso a biopsia chirurgica;
seguire le linee guida e documenti di “consensus” (EUSOMA…GISMA….)
discussione preoperatoria nel gruppo multidisciplinare!
Grazie per l’attenzione………