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è STORIA NATURA ARTE CULTURA Mezzojuso Provincia Regionale di Palermo Comune di Mezzojuso Associazione Turistica Pro Loco Mezzojuso Ass. Museo il tempo nella memoria di Salvatore Bisulca

Brochure Pro Loco Mezzojuso (1)

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  • STORIA

    NATURA

    ARTE

    CULTURA

    Mezzojuso

    Provincia Regionale di Palermo Comune di Mezzojuso Associazione Turistica Pro Loco Mezzojuso

    Ass. Museo il tempo nella memoria

    di Salvatore Bisulca

  • Copyright: Associazione Turistica Pro Loco Mezzojuso - 2010

    TestiAntonella Parisi(Storia e Natura)

    Cesare Di Grigoli(Arte)

    Pietro Di Marco(Icone)

    Salvatore Bisulca(Mastro di Campo)

    FotoArchivio elettronico Museo Il tempo nella Memoriadi Salvatore BisulcaMelo MinnellaCesare Di GrigoliPietro Di MarcoDanilo FigliaAurelio Bracco

    Una guida turistica, rappresenta sempre uno stru-mento di viaggio utile, se non indispensabile, rivoltaal turista che per la prima volta si reca a visitare un nuovosito. La nuova brochure sul Comune di Mezzojuso, rea-lizzata dallAssociazione Turistica Pro Loco, rappresentauna rivisitazione della passata edizione e nasce propriocon questo scopo, cio quello di fornire al visitatore unaguida esaustiva ove vengono riportate in maniera sinte-tica, tutte quelle informazioni e fotografie sul nostroricco patrimonio artistico, naturalistico, culturale e ico-nografico. La brochure composta da 24 pagine ed suddivisa in quattro sezioni: Storia, Natura, Arte e Cultura. stata prevista inoltre una sezione specifica, in cui sonoriportati gli indirizzi e i relativi numeri di telefono deivari servizi e uffici pubblici presenti nel nostro territorio.La brochure si conclude con una planimetria dettagliatain cui il turista trover indicati i principali monumenti esiti di interesse particolare. Con lauspicio che questa guida possa fornire ai visitatoriuno strumento utile e completo di informazione, por-giamo loro il nostro benvenuto.

    Salvatore BisulcaPresidente della PRO LOCO Mezzojuso

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    Fonte Vecchia, stemma di Mezzojuso in pietra arenaria (foto M. Minnella).

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    IA La storia del Comune di Mezzojuso sicuramente molto ar-ticolata e ricca di controversie, queste ultime originate in

    primo luogo dallinterpretazione etimologica del nome. Diverse sono state le interpretazioni date dagli storici locali enon, al nome di Mezzojuso: Manzil Ysuf, Mensel Jusuf, MenzilJusuf, ecc. ma, nonostante le varie alterazioni e deformazioni,lorigine araba del nome accertata e variamente interpretatacome: abitazione, casale, villaggio, mentre Ysuf, inonore dellemiro di Sicilia Abu al Fatah Ysuf, rimane sempreinvariato e tradotto come Giuseppe. Diverse, originariamente, furono le tesi sul primo insedia-mento umano e, quindi sulla prima formazione del centroabitato ma successivamente tutte le indicazioni storiche e idocumenti darchivio portarono ad una tesi avvalorata da piparti e cio che Menzil Jusuf quel casale che gli albanesi tro-varono nel luogo in cui era stato costruito dagli arabi e cheessi ripopolarono. Lesistenza del feudo di Mezzojuso prima dellarrivo degli alba-nesi pertanto storicamente accertata, infatti, dopo la domina-zione musulmana del X secolo subentrarono i Normanni i qualicostruirono una chiesa per ripristinare la religione cristiana ecancellare il ricordo dei musulmani.E accertato inoltre che Ruggero II nel 1132 don i feudi diMezzojuso e Scorciavacca col casale e i suoi abitanti al mona-stero di San Giovanni degli Eremiti di Palermo.Il periodo compreso tra la fine del XIII secolo e la primamet del XV secolo il pi oscuro per ci che riguarda lenotizie storiche del paese, pochi infatti sono i documenti anoi pervenuti.Da questi documenti si evince che il periodo in questione fucaratterizzato da un rapido spopolamento del feudo in seguitoalla peste e alle guerre causate dal Vespro, tant vero che nel1442, quando fu fatta la numerazione dei fuochi per la riscos-

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    Le due Madrici..

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  • 4sione di una colletta, il feudo di Mezzojuso non fu preso inconsiderazione.Durante questo periodo di spopolamento il feudo era abitatoda pochi contadini e tutto gravava sulle spalle del Monasterodi San Giovanni degli Eremiti, ecco perch era interesse delMonastero ripopolare il feudo.La fuga degli albanesi dalla loro patria, in seguito allinvasioneturca, fu vista dai feudatari siciliani come una possibilit per ri-popolare il feudo con una forza - lavoro notevole per i campi.Gli albanesi, stanziatisi nel feudo di Mezzojuso, dopo qualchetempo, richiamarono le loro famiglie dallAlbania e comincia-rono la ricostruzione di case, quartieri, altri edifici e di unachiesa.Nel 1501 gli abitanti di Mezzojuso stipularono le Capitola-zioni col Monastero di San Giovanni degli Eremiti e nel1526 il feudo di Mezzojuso fu dato in enfiteusi alla famigliaCorvino fino al 1832, quando lultimo dei Corvino, DonFrancesco Paolo Corvino Filangeri, mor senza lasciare eredi.Con la morte dellultimo dei Corvino decadde il principatoconferito da Filippo IV a Don Blasco Corvino Sabea nel 1634e si estinse inoltre la feudalit a Mezzojuso.Mezzojuso stato al centro di altre vicende storiche, come larivolta contro i Borboni nel 1856 durante la quale venne fuci-lato Francesco Bentivegna, inoltre, nel 1860, Michelangelo Ba-rone, cittadino di Mezzojuso fu una delle XIII vittime dellapiazza omonima di Palermo.Altre vicende ancora hanno lasciato il loro ricordo nei mo-numenti e nelle lapidi votive, come ad esempio una lapideove segnata la sosta di Garibaldi in una casa del centroabitato.

    Il castagneto a monte del centro abitato.

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    caprini, con la conseguente produzione di prodotti lattiero -caseari e della carne.

    IL CENTRO URBANOIl centro urbano di Mezzojuso caratterizzato da stradestrette, tortuose e spesso molto ripide, animate da qualchesottarco, da vicoli e cortili. Al centro del paese si trova lapiazza principale, nella quale si ergono i due campanili vici-nissimi tra loro, quello della Matrice latina dellAnnunziata elaltro della Matrice greca di San Nicol di Mira. Le due chiesesono collegate da una scalinata, alla cui sommit si presentail prospetto del Castello, antica struttura medievale ottenutain enfiteusi da Giovanni Corvino, mercante pisano, che inquel periodo operava in Sicilia. Altre chiese e monasteri di-slocati nei vari punti del paese contribuiscono ad arricchire ilpatrimonio architettonico e testimoniano la presenza dei dueriti religiosi. (Antonella Parisi)

    Il sito di Mezzojuso sorge ai piedi della pittoresca collinaBrigna, estremo versante orientale del bosco Ficuzza edista circa 36 Km da Palermo. E raggiungibile percorrendola S.S. 121 Palermo-Agrigento e imboccando la S.P. 89 che col-lega i centri di Mezzojuso e Campofelice di Fitalia. Il paese circondato, in qualsiasi stagione dellanno, dal verde dei sui bo-schi, inseriti nella Riserva naturale del Bosco di Ficuzza e co-stituiti in gran parte da querce, castagni, olmi e frassini, chedeterminano una vivacit paesaggistica molto rilevante. Dandouno sguardo al suo territorio possibile ammirare un variopaesaggio agricolo costituito prevalentemente da pascoli, vi-gneti, uliveti, seminativi, ortaggi e agrumi.Leconomia del paese si basa essenzialmente sulla coltivazionedei tradizionali seminativi: grano duro, sulla, cereali, moltoapprezzata , inoltre, la produzione dellolio extra - vergineproveniente da vecchi e nuovi impianti di oliveti.Altra fonte importante, per leconomia locale, la zootecnia,ovvero lallevamento, allo stato semibrado, di ovini, bovini e

    Panorama di Mezzojuso visto dalla Brigna (foto D. Figlia).

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    CHIESA DI MARIA SS. ANNUNZIATAdi rito latino

    Situata a monte della Piazza Umberto I, tra lannesso Castelloche fu in passato dimora dei Corvino e la Matrice Greca.La chiesa originaria, di piccole proporzioni, fu costruita dopolespulsione dei saraceni, durante la prima met del sec. XI,cos testimoniano le ricerche effettuate dal Pirri e dal Raccu-glia e riproposte da Ignazio Gattuso.Si presume che la chiesa originaria fosse ad unica navata senzaabside e che tra il 1527 e il 1572 venne attuato un primo in-tervento di ampliamento per adeguarla allaumento della po-polazione, avvenuto proprio in quegli anni; in seguito, venneriaperta al culto e intitolata alla S.S. Annunziata.Nel 1680 la chiesa venne ampliata definitivamente in dire-zione opposta allingresso, occupando parte del giardino delCastello e alcuni lotti di terreno su cui insistevano delle vec-chie abitazioni abbattute in quel periodo per far posto allanuova costruzione. Limpianto attuale presenta una pianta a croce latina, suddivisain tre navate con transetto, mentre la nuova configurazione dellafacciata esterna (intervento del 1924) presenta tre portali sovra-stati da archi a sesto acuto, due rosoni e una scultura marmorea,disposta nel timpano, contenente leffige dellAnnunziata.Allinterno della chiesa si trovano sulle pareti, una sculturadel Crocifisso, in legno policromo del 1693 di ignoto scultoresiciliano e due dipinti settecenteschi, due grandi tele raffigu-ranti la Comunione di Santa Rosalia, la Vergine che appare aSan Vincenzo Ferreri e lAnnunciazione; pregevole inoltre, lasuppellettile sacra (Trittico in oro - Pisside donata dal Mar-chese di Rudin - due crocifissi in avorio) e le numerose statuelignee presenti allinterno delle cappelle poste a ridosso dellenavate laterali.

    Chiesa di Maria SS. Annunziata (foto S. Bisulca).

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  • 7CHIESA DI SAN NICOL DI MIRAdi rito greco - bizantino

    Disposta a fianco della Matrice Latina si affaccia su PiazzaUmberto I, di cui costituisce una impareggiabile cornice in-sieme al vicino Castello.La chiesa fu costruita nel 1516 a ridosso di una Torre gi esi-stente e fu aperta al culto nel 1520, ma non pass molto tempoe, per laumento della popolazione e dei fedeli, si rivel piccola,cos intorno alla fine del 500 venne abbattuta e ricostruita nellostesso posto secondo le esigenze del rito greco-bizantino.Agli inizi del 600 risalgono i lavori per la costruzione delcampanile, che consistettero nella sopraelevazione della Torrenella quale si trovava lorologio pubblico.A partire dagli inizi del 700 e durante la seconda metdell800, la chiesa sub numerosi interventi di trasformazioneinterna che ne mutarono laspetto originario. In particolaredurante la seconda met dell800 furono abbellite le superfici in-terne della chiesa, con decori di stile greco e tutte le cappelle pre-senti al suo interno. Attualmente ledifico presenta un impiantoa navata sormontata da una volta a botte, allinterno si trova lico-nostasi che contiene icone bizantine del XVI sec., una Theotokosdel XIII sec., un Crocifisso davorio su croce debano del XVIIsec., una crocetta athonita di legno e numerose statue lignee.

    CHIESA DI SANTA MARIA DI TUTTE LE GRAZIEdi rito greco - bizantino

    Collocata a ridosso del Monastero Basiliano, si dispone su unampio piazzale su cui si innesta lattuale via Andrea Reres. La chiesa, gi esistente, fu affidata, in virt delle Capitolazionidel 1501, ai greco - albanesi arrivati a Mezzojuso alla fine delXV sec., con lobbligo di riparala e ripristinarvi il culto.

    Chiesa di San Nicol di Mira (foto S. Bisulca).

  • Da quel momento la chiesa prese il nome attuale e vi si co-minci ad officiare il rito greco - bizantino e comera uso intutte le chiese, venne fondata una confraternita intitolata aSanta Maria di tutte le Grazie, che ebbe il compito di curare egovernare la chiesa fino al 1650. Dopo il 1650 la chiesa, contutti i suoi diritti e rendite, venne ceduta al monastero basilianosorto accanto ad essa. Ampliata nel 700, attualmente presentaun impianto a navata unica, con un portale laterale in marmo,decorato con aquila bicipite in campo rosso. Allinterno si tro-vano: il mausoleo di Andrea Reres, nobile albanese a cui si devela costruzione del monastero basiliano; liconostasi che con-tiene delle preziose icone del XVI sec.; una Platytra di originecretese; una crocetta athonita di bosso finemente scolpita; me-daglioni dipinti sulle pareti laterali della navata da Olivio Sozzi.

    ISTITUTO ANDREA RERESex Monastero Basiliano

    Edificato nella prima met del 600, accanto alla chiesa di SantaMaria di tutte le Grazie, per volont della stessa Confraternitache nel 1601 tenne una pubblica adunanza, in cui fu propostoe solennemente approvato il progetto di erigere un monasteroda cedere a Monaci Greci o Albanesi ai quali fosse ingiunto diprofessarvi integralmente il rito e la disciplina orientale. La costruzione del monastero si deve ad Andrea Reres, pre-sente alladunanza del 1601, in qualit di socio della Compa-gnia e di Rettore della Chiesa di Santa Maria di Tutte leGrazie, che pochi anni dopo ladunanza, devolse una partedel suo cospicuo patrimonio alla Compagnia di S. Maria, alfine di costituire una rendita da impiegare per la fabbrica delmonastero e poi per il sostentamento di almeno dodici mo-naci Greci o Albanesi, professanti rito e disciplina orientale.Il fabbricato originariamente composto da due piani fuori

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    Chiesa di S. Maria di Tutte le Grazie (foto S. Bisulca) e Iconostasi (foto P. Di Marco).

  • centro abitato. Ledificio fu fondato per volere del PrincipeDon Blasco Corvino e della zia Donna Francesca Ventimiglia,che si impegnarono a sostenere tutte le spese necessarie perla costruzione dellopera e quelle per il sostentamento dei frati. Il Convento, la chiesa e la necessaria sacrestia, si legge nellattodi fondazione, dovevano essere costruiti secondo la forma eil modello che avrebbero approntati i frati. Cos nel 1649 ap-provati i capitoli relativi alla costruzione del convento, con-tenenti una descrizione delle opere da eseguire e i relativimateriali da utilizzare, iniziarono i lavori.Il Convento pot dirsi ultimato nel 1656 poich i nuovi lo-cali furono benedetti nella festa dellImmacolata di quel-lanno dal Presidente Padre Gandolfo da Polizzi. Negli ultimi anni, sia la chiesa che il convento, questultimo dipropriet del Comune, hanno subito importanti interventi di re-stauro conservativo. Limpianto attuale, mantiene ancora las-setto originario, pianta quadrangolare dislocata su due livelli echiostro centrale al piano terra, scandito, originariamente, da se-dici colonne sovrastate da archi a tutto sesto. Un lato del Con-vento occupato dalla chiesa dellimmacolata Concezione, direcente riaperta al culto dopo lultimo restauro e al cui internosono presenti due tele attribuite a Vito DAnna.

    CHIESA DEL SS. CROCIFISSOdi rito greco - bizantino

    La chiesa del SS. Crocifisso ubicata in un quartiere che portail suo nome, del resto consuetudine di Mezzojuso, data lesi-stenza di numerose chiese, identificare i quartieri con i nomidelle chiese in essi ubicati, infatti abbiamo i quartieri di SanRocco, Santa Maria, Madonna dei Miracoli, Convento ecc. Sisconosce la data precisa di costruzione della chiesa, inizial-mente di dimensioni modeste dedicata a Santa Venera, tutta-

    terra, presenta ancora oggi un impianto di forma quadrango-lare; interessante al piano terra il maestoso portico ad ampiearcate a tutto sesto sorrette da robuste colonne di marmobiancastro a venature rosse.Il Monastero, oltre a contenere una ricca biblioteca con raricodici greci e pregevoli cinquecentine, sede di un impor-tante laboratorio di restauro del libro antico.

    EX CONVENTO DEI FRATI MINORI RIFORMATIE CHIESA DELLIMMACOLATA CONCEZIONEdi rito latino

    La maestosa e sublime struttura del Convento detto di S. An-tonino o Convento Latino si erge sul perimetro a valle del

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    Chiesa dellImmacolata (foto S. Bisulca).

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    SANTUARIO DI MARIA SS. DEI MIRACOLIdi rito latino

    Il Santuario si trova nella parte pi bassa dellabitato e la costru-zione di questo legata ad una leggenda secondo la quale, ungiorno arriv nel nostro paese un uomo ammalato di lebbra.Quando gli abitanti se ne accorsero, temendo il contagio, lo cac-ciarono. Egli allora si rifugi in un boschetto e li si addorment;mentre dormiva vide in fondo ad un roveto limmagine dellaMadonna col Bambino in braccio dipinta su un grosso massodi pietra arenaria. Luomo si avvicin e sentii la voce della Ma-donna che gli diceva di andare in paese e dire agli abitanti chevoleva si costruisse una cappella proprio in quel punto e in te-stimonianza di ci lo guar dalla sua malattia facendolo lavarecon lacqua che sorgeva in quel luogo. Egli si rec in paese, diede

    via si pensa che sia esistita prima del 1618 poich, da un re-gistro ritrovato si rileva che, in tale data, in questa chiesa ve-nivano seppelliti i fedeli defunti. A partire dalla seconda met del 600 si avviarono, per voleredella confraternita, i lavori di ampliamento della chiesa che, ini-zialmente, fu lasciata in rustico e soltanto nella seconda metdel 700 furono realizzate, sulle superfici della navata della voltaa botte, le decorazioni attuali con stucchi e decori in oro.Allinterno della chiesa si pu ammirare lartistica Vara del 1648con il Crocifisso del XV sec., collocata in una cappella sopra lal-tare maggiore, chiusa da una porta lignea che reca ventiquattropannelli dipinti raffiguranti episodi della vita di Ges e Maria.Nel 1934 accanto alla chiesa venne edificata la Casa Madredella Congregazione Basiliana delle Figlie di S. Macrina, ancoraoggi esistente.

    Santuario di Maria SS. dei Miracoli.Chiesa del SS. Crocifisso (foto S. Bisulca).

  • la notizia agli abitanti che in breve tempo costruirono, in quelluogo, una cappeletta per venerare la Vergine Santissima, che daloro fu chiamata Madonna dei Miracoli.La chiesa sorse in seguito, quando gli abitanti di quel quartierepresero un carro con dei buoi e misero il masso sul carro pertrasportarlo verso il paese. Si racconta che ad un certo puntoi buoi si fermarono e non ci fu modo di farli andare piavanti. La gente interpret il fatto come se la Madonna avessevoluto che in quel luogo si erigesse un Santuario e proprio inquel luogo fu eretto lattuale Santuario.Il Santuario ad unica navata contornata da quattro altari, deco-rati con stucchi e fregi in gesso, laltare contenente la statua dellaMadonna dei Miracoli, quella dei SS. Cosma e Damiano, quellodel Sacro Cuore, quello dellEcce Homo e quello del Crocifisso.Nellabside sono posti due dipinti del pittore Celestino Man-dal, oriundo di Mezzojuso, che raffigurano due scene dellaleggenda: lapparizione della Madonna al lebbroso e i buoiche trasportano il carro contenente il masso. Sopra laltare collocato il masso ritrovato recante limmaginedella Madonna dei Miracoli che tiene stretta a se il Bambino.Lautore di questo dipinto ignoto.

    IL CASTELLO

    La sua costruzione risale allepoca della fondazione del paese.Non si tratta di un castello nel senso classico della parola, mafu sicuramente in passato una comoda e sicura dimora per ilproprietario delle terre di Mezzojuso, dotata di stanze adibite adalloggi, stalle, magazzini per il deposito di frumento, vino, ecc..Nel 1132 il feudo di Mezzojuso veniva assegnato da RuggeroII ai monaci di San Giovanni degli Eremiti. Questi, che avevanoconcesso in affitto tutte le terre ricevute in assegnazione, quandosi recavano a far visita a Mezzojuso, usufruivano di questa casa

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    Il portale dingresso del Castello (foto S. Bisulca).

    che veniva chiamata lu castello come dimora per abitarci.Nel 1527 quando i monaci concedettero in enfiteusi la Terra diMezzojuso alla nobile famiglia dei Corvino, lu castello divenneanche per questi una nobile dimora dove trascorre i soggiornidurante le loro visite in paese. Durante tutto il periodo feudale,ed in particolare tra la fine del 500 e gli inizi del 600 si effettua-rono dei lavori di ampliamento e di abbellimento che diederoun nuovo aspetto alla fabbrica e che nelle grandi linee rimastoinvariato fino ad oggi. Nel 1844 con labolizione della feudalit,la struttura cominci a perdere pian piano il suo ruolo di palazzosignorile e fin per ricadere in uno stato di completo abbandono.Dopo lacquisto nel 1984 da parte del Comune di Mezzojuso,la struttura stata completamente restaurata ed abbellita ed oggi divenuta sede della Biblioteca Comunale, spesso viene utiliz-zata per ospitare conferenze e manifestazioni culturali.

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    o iconostasi isolante il Vima (bema), comincia verso il sec. XIe si diffonde a partire dal XII sec.. Tra le colonne del Vima,vengono poste le icone.Mezzojuso, che fa capo allEparchia di Piana degli Albanesi,conserva un enorme patrimonio di icone, alcune portatedallOriente, altre fatte venire dalla Grecia, altre dipinte in Si-cilia. Buona parte sono di Creta o della scuola cosiddetta cre-tese, che, dopo la caduta di Costantinopoli, rappresenta ilmeglio della pittura iconografica.Fra gli artisti-rivelazione che hanno operato a Mezzojuso, cIoannichios, nato allinizio del 1600, la cui personalit corri-

    Nella Tradizione bizantina, le icone rappresentano docu-menti di interesse storico, teologico e filosofico, oltreche artistico.Licone, per i fedeli orientali, Anmnesi (ricordo-richiamo), Krisma (annuncio-catechesi), Theoria (contemplazione-pre-ghiera), richiamo alla Tradizione, annuncio-dichiarazione diuna presenza, contemplazione-coinvolgimento vitale per uncammino di speranza. A Mezzojuso ben quattro chiese hanno liconostasi. In senoalla Tradizione orientale, la trasformazione, dentro la chiesa,del recinto del coro basso e aperto (templon) in muro di iconi

    Iconostasi della Chiesa di San Nicol di Mira (foto P. Di Marco).

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    opere in loco, non dimentica i legami con la terra di origine dacui vengono ancora importate icone che attestano un interrottocontatto con la pi aulica iconografia bizantina. Questo ancheconfermato dalle icone delle antiche iconostasi delle chiese dellacittadina, smembrate tra la fine del XVIII e il XIX secolo, eadesso tornate ad essere lespressione di una comunit che conun attento recupero della memoria artistica ha riacquistato, conrinnovato senso critico, tradizioni del passato.

    sponde a quella evidenziata dalle icone: a un pittore, cio, dotatodi eccezionale forza e resistenza, fedele, nei limiti della sua epoca,alla tradizione iconografica. A lui sono attribuite sei grandi icone.Sempre della seconda met del 600 la tavola illustrativa, cheaccomuna cinque temi iconografici distinti: la Epi Si cheridel ben noto Leo Moschos, appartenente ad una famiglia diiconografi conosciuti a Venezia e nei territori veneziani. Leicone di Mezzojuso, sia quelle ereditate da generazioni passate,che altre prodotte in tempi piu recenti, testimoniano una con-tinuit di fede e di espressione artistica memore di antiche edoriginali tradizioni figurative. La Madrice greca di San Nicoldi Mira risalente agli inizi del 500, contiene icone bizantine delXV - XVI sec., oltre ad uniconostasi con icone contempora-nee, dipinte ad Atene da Kostas Zouvelos. La Chiesa di S. Mariadi tutte le Grazie, concessa agli Albanesi nel sec. XV, offre lapi preziosa iconostasi di tutta la Sicilia con iconi del XV-XVIsec. Nella chiesa di San Rocco la serie di immagini, contempo-ranee, che campeggiano nelliconostasi ed in tutta la chiesa, rea-lizzate da Fratel Pietro Vittorino, sono caratterizzate da undisincantato lessico pittorico sempre pi distante da ascendenzebizantine e declinato con un fare popolareggiante.Il legame con il passato anche esplicitato nel rivolgersi a tec-niche artistiche di millenaria tradizione, come quella del mo-saico, utilizzato per decorare la chiesa del SS. Crocifisso erealizzato da Pantaleo Giannaccari.Sembra mantenersi fedele alla piu classica tradizione ico-nografica Kostas Zouvelos, attivo ad Atene ed autore delleicone che gli vengono commissionate per la chiesa di San Ni-col di Mira. In queste opere, infatti, si notano numerosi ri-ferimenti a capolavori darte bizantina ormai musealizzatieseguiti sia da maestri athoniti che cretesi.Mezzojuso, dunque, si pone come autorevole crogiuolo di cul-ture artistiche che oggi, come in tempi passati oltre a produrre

    Leo Moschos, Ep Si cheri, Chiesa di San Nicol di Mira (foto P. Di Marco).

  • segno della tradizione e della fede di questa comunit greco-albanese, e pure di altre contemporanee, sia importate, sia an-cora una volta prodotte in loco, che evidenziano un legameindissolubile e duraturo tra passato e presente.

    Come nei secoli passati cosi anche oggi a Mezzojuso non solosi praticano e si perpetuano liturgie e riti bizantini, ma si per-petuano il desiderio e la volont di circondarsi di icone, diquelle antiche che costituiscono il patrimonio storico artistico,

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    Cristo benedicente, tempera su tavola, sec. XVII, Chiesa S. Maria di Tutte le Grazie, (foto P. Di Marco). San Nicola, tempera su tavola, sec. XVII, Chiesa S. Nicol di Mira (foto P. Di Marco).

  • IL MASTRO DI CAMPO

    Cenni storiciDa pi di due secoli si realizza a Mezzojuso la rappresenta-zione del Mastro di Campo.Essa una tragicommedia inte ramente mimata, ed ha comesoggetto una contrastata storia damore. La pantomima per noi mezzoiusari la rievocazione di un av-venimento storico del tardo medioevo; lepisodio da cui essatrae origine viene interamente travisato. Non si hanno reali certezze sui fatti rappresentati, ma quantodescritto dal Villabianca e dal Pitr, e successivamente da altricontemporanei sullargomento, viene adottato dalla tradizionepopolare mezzoiusara e dai cittadini, che nel contesto dellamanifestazione vivono la pantomima quale rievocazione difatti realmente accaduti.La trama della pantomima risale al primo decennio del 1400,quando era vice regina del Regno di Sicilia Bianca di Navarra,vedova di Martino il Giovane. Si racconta che morto il Re,Bianca di Na varra avrebbe dovuto cedere la reggenza dellIsolaal Gran Giustiziere del Regno, che allora era Bernardo Ca-brera, conte di Modica. Ma Bianca si ri fiut di cedere il trono.Bernardo Cabrera cerc di appianare ogni ostacolo chiedendola mano di Bianca. Ma la vice regina lo trovava piuttosto ri-pugnante ed il Gran Giu stiziere ebbe un netto rifiuto e qual-che insulto con linevitabile reazione del Cabrera.Lepisodio pi clamoroso di tutta la vicenda si ebbe quandoil Cabrera, la notte del 12 gennaio 1412, diede lassalto al Pa-lazzo dello Steri in Paler mo (Palazzo dei Tribunali nella PiazzaMarina) senza trovarvi la regina, av vertita e fuggita in tempo.Si racconta che il Cabrera, non trovata la regina, facesse coseda paz zi; e che, inoltre, toccato il letto di lei, esclamasse: Seho perduto la per nice, mi resta il nido!.

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    Il Mastro di Campo (foto A. Bracco).

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    Arriva il Mastro di Campo al ritmo marziale del tamburo, conal seguito: il Tammurinaru, lAmbasciatore, Garibaldi con iGaribaldini, il Capitano dartiglieria, il Barone e la Baronessaseguiti dai loro uomini: Camperi, Soprastanti, Vurdunaru, Cu-ratulu, Sfacinnatu, infine la Cavalleria.Il Mastro di Campo invia con lAmbasciatore una lettera disfida al Re, alla risposta del Re il Mastro di Campo inizia le osti-lit seguite da una danza guerresca, ritmata dal tamburo, a cuisi aggiunge la carica di Garibaldi e i suoi Garibaldini, il Foforio,oltre a mantenere lordine pubblico, sequestra i benestanti e lirilascia dietro pagamento di un riscatto (dolci o liquori).Nel primo tempo il Mastro di Campo sale la scala (due volte)del Castello del Re con il quale si scontra in un duello, nelduello centrale il Mastro di Campo viene ferito in fronte, iltamburo suona a rullo, il Generale tutto tremante allargale braccia e si lascia cadere nel vuoto: termina la prima partedella rappresentazione.I Maghi scavano sotto il Castello e trovano la Trovatura (uncantaru di maccheroni e salsiccia) che, al grido di foriu, of-frono alla folla; il Mastro di Campo, guarito dalle ferite, rientrain piazza con il suo esercito e riprende la battaglia. Le scenedei vari personaggi si ripropongono uguali al primo tempo.Il Re, tradito dallArtificiere, viene sopraffatto e incatenatodal Mastro di Campo penetrato furtivamente nel Castello, ilMastro di Campo si smaschera e corona il suo sogno damoreabbracciando lamata Regina.Si conclude la pantomima del Mastro di Campo e si avvia ilcorteo che si snoder per le vie del paese.

    La rappresentazione, con oltre cento personaggi, nel tempo stata arricchita di personaggi storicamente anacroni stici, etra questi maggiormente spicca la figura di Garibaldi. Nel1862 Gari baldi fu a Mezzojuso e tale fu lammirazione deiMezzojusari verso il mitico eroe che lo vollero introdurrenella pantomima del Mastro di Campo.La pantomima una manifestazione storico-folkloristica unicanel suo genere, oggi inserita in un contesto culturale che si puammirare soltanto a Mezzojuso, lultima domenica di Carnevale. Il Mastro di Campo, oltre ad essere la manifestazione carne-valesca pi antica della Sicilia, inserita nei Carnevali storici diSicilia, la storia di un paese, di una Comunit, che si ritrovaattorno ai propri personaggi per mantenere viva la tradizionepopolare, antica e moderna allo stesso tempo. I mezzoiusari, vivono la storia sin da bambini, giocano a fareil Mastro di Campo ed imparano a vivere il tempo della pre-parazione e lattesa del giorno della manifestazione con lastessa trepidazione degli eventi pi importanti della vita. Per i mezzoiusari il Mastro di Campo una cosa seria edha la carica di esercitare su ognuno una sorta di magia che siriflette sul contesto partecipativo, ripetendosi nel tempo conla capacit di suscitare sempre nuove e diverse emozioni.

    La pantomimaOre 14,30 il Re e la Regina con il corteo reale fa il suo in-gresso, avvia le danze in piazza e poi sale su un palco chefunge da Castello. Intanto appaiono le maschere legate alla tradizione: u Rimitu,i Maghi, le Giardiniere, in piazza arrivano gli Ingegneri armatidi strumenti di agrimensura e iniziano a misurare la distanzada un punto ipotetico della piazza in cui il Mastro di Campopotr piazzare lartiglieria.

    La caduta del Mastro di Campo (foto A. Bracco).

  • 18

    dai fratelli con diversitipi di verdure e di legumiche viene benedetta su-bito dopo la messa so-lenne del 19 Marzo ementre in passato era de-stinata ai poveri del paese,oggi tutti i fedeli si affol-lano con devozione perassaggiarla. Nella setti-mana che precede i fe-steggiamenti del 19marzo, vengono preparatii panuzza di S. Giu-seppe, dei panini di forma

    rotonda, piuttosto schiacciati con un diametro di circa 5 cm.Sono realizzati con farina comune, olio sale e semi di finocchioselvatico e hanno impressa limmagine della Sacra Famiglia.Vengono benedetti ed esposti alla visita dei fedeli la vigilia dopoi tocchi e distribuiti dai confratelli a tutte le famiglie del paesela mattina del 19 Marzo. Tale distribuzione rappresenta la Prov-videnza del Santo che arriva in tutte le famiglie. Le sacre ricor-renze del 23 Gennaio (Sposalizio di San Giuseppe) e del 19Marzo hanno un carattere esclusivamente religioso.

    Sabato di S. LazzaroO mir mbrma.Un coro percorre le vie cittadine al canto, in lingua albanese,di O mir mbrma narrante la resurrezione di Lazzaro. Inpassato si svolgeva la settimana che precedeva la Domenicadelle Palme, dal mercoled al Sabato, oggi si svolge il VenerdSanto in ununica sera. Il coro, si sposta di casa in casa e allafine del canto vengono offerte delle uova.

    GennaioA vulta d palumma oFesta dellacqua battiata se-condo il rito greco - bizantino.E una delle funzioni pioriginali del rito greco -bizantino e si svolge duevolte, la sera del 5 Gen-naio in chiesa e la mattinadel 6 Gennaio in piazza,davanti la porta princi-pale della Chiesa di SanNicol di Mira. Durantela celebrazione, una can-dida colomba discende

    lentamente, attraverso una corda che dallalto di un balcone sicollega ad un fonte battesimale disposto davanti la chiesa.Questo momento liturgico ricorda il battesimo di Ges nelGiordano e la discesa dello Spirito Santo che assume le sem-bianze di una colomba. La cerimonia si conclude con la benedizione dei fedeli e la di-stribuzione a questultimi di arance.

    18 - 19 MarzoFesteggiamenti in onore di San GiuseppeBenedizione e distribuzione dei Panuzza di San Giuseppe.La sera del 18 marzo, nella chiesa dellAnnunziata si svolge lafunzione dei tocchi di San Giuseppe che rappresenta il tra-passo del Santo: nove rintocchi annunziano lagonia, mentreil rullo del tamburo e lo sparo del mortaretto, che sono segnidi festa, hanno il significato che alla tristezza della morte faseguito il trionfo in cielo. Si persa lusanza di fare la tavolatamentre ancora in uso la minestra di San Giuseppe preparata

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    A vulta d palumma. Panuzza di San Giuseppe esposti per la benedizione (foto D. Figlia).

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    Venerd SantoProcessione dellUrna con ilCristo morto Una grande folla assistealluscita dellUrna con ilCristo morto dalla chiesaMadre greca, mentre pocoprima, dalla chiesa delCrocifisso, esce la statuadellAddolorata dei greciaccompagnata in proces-sione da alcuni fedeli cheindossano le cappe di co-lore bianco. Partecipanoalla processione i fratelli

    del SS. Crocifisso che indossano il proprio abitino di colorerosso con un medaglione recante leffige della croce greca.Nel centro della piazza, dove sono state spente tutte le luciper creare unatmosfera di raccoglimento, avviene lincontrodi Maria SS. Addolorata con lUrna recante il Cristo morto.A questo punto la Processione diventa unica, davanti lUrnae dietro la statua dellAddolorata le quali percorrono le stradeprincipali del paese. LUrna con il Cristo morto, viene portataa spalla da giovani che indossano abito, cravatta e guanti nerie camicia bianca. Al rientro della processione in piazza ven-gono spente nuovamente le luci e si ripete la stessa atmosferadi raccoglimento delluscita.

    Sabato SantoCrists AnstiNella notte tra il Sabato e la Domenica di Pasqua, un coropercorre le vie cittadine al canto, in lingua greca, del CristsAnsti (Cristo risorto), annunziante la resurrezione di cri-

    Gioved SantoProcessione della StatuadellAddolorataHa luogo il GiovedSanto ed unica nel suogenere poich sembrache in nessun altro luogosi porti in processione laStatua di Maria Santis-sima Addolorata talegiorno. Approssimandosilora della Processione,dalla Chiesa Madre latina,dove si trova la Statua del-lAddolorata, comincia a

    sentirsi il caratteristico suono della tromba seguita da alcunicolpi di tamburo, che annunziano che lora della processione vicina. Partecipano alla processione i fratelli che indossanoun abitino di colore nero, appartenente alla Confraternita ele sorelle dellAddolorata, che indossano un abito nero, conun nastro bianco attorno al collo che sorregge una medagliarecante leffigie dellAddolorata e un velo nero che ricopre latesta. Nella piazza, ove trovasi la chiesa Madre, vengono spentetutte le luci, compare cos davanti la porta della chiesa lAddo-lorata nel suo magnifico manto di velluto nero ricamato in oro,posta sul fercolo illuminato e addobbato con centinaia di fiori.Allapparire della Madonna la banda musicale, che si trova davantila chiesa, intona una marcia funebre, improvvisamente si accen-dono dei fuochi di bengala a colori che illuminano il prospettodel Castello adiacente alla chiesa e una nuvola di fumo si spandeper latmosfera rendendola ancora pi mesta. La statua dellAd-dolorata viene portata a spalla da giovani che indossano un abitonero, camicia e guanti bianchi e cravatta nera.

    Processione dellAddolorata (foto D. Figlia). Processione dellUrna con il Cristo morto (foto D. Figlia).

  • 20

    Conclude la sfilata la retina dei muli, che portano basti ebisacce, decorati con fregi e ricami pregiati, ricolmi di grano.La sera si svolge la processione della Vara, ovvero un baldac-chino decorato e ricoperto doro nel quale si trova una croci-fisso dargento con lanima di legno di faggio.Dopo la processione la Vara resta esposta al culto per lOtta-vario durante il quale, ogni sera, un predicatore tiene delleomelie. LOttavario si conclude la Domenica successiva conla processione che percorre le vie secondarie del paese.La festa si conclude il Luned successivo con a chiusura ravara, una cerimonia religiosa alla quale intervengono nume-rosissimi fedeli.

    Festeggiamenti inonore di San Giuseppe 27 AgostoLinizio della festa vienesegnalato la settimanaprecedente con lappiz-zatina d paliu cio conlesposizione del palio,bandiera di tela biancacon una croce rossa,nella parte alta del cam-panile della chiesa del-lAnnunziata. Il palio viene esposto amezzogiorno mentre le

    campane suonano a festa accompagnate dal rullo dei tamburie dagli spari dei mortaretti.Ha inizio cos il novenario in chiesa, che si conclude con laprocessione solenne lultima domenica di Agosto.Di notevole importanza, anche per il suo aspetto folkloristico,

    sto. La cerimonia si snoda in unatmosfera di raccoglimentoe di suggestione determinata dai canti, dallincenso e dal cantodel Vangelo in diverse lingue.

    PasquaCaratteristici i riti nelle varie chiese. In quella di San Nicoldi Mira di rito greco - bizantino vengono distribuite le uovadipinte di rosso.

    Fiera del SS. Crocifisso Terza Domenica di MaggioLa fiera del SS. Crocifisso,comunemente conosciutacome fiera di Maggioera una fiera franca.Essa si svolgeva e sisvolge tuttora la terza Do-menica di Maggio, datafissata dal re FerdinandoII che ne autorizz la ce-lebrazione con decretodel 23 Agosto 1844. La festa ha inizio la se-conda Domenica di Mag-gio con lappizzatina ru

    Paliu, cio lesposizione del Palio, una bandiera albanese dipanno rosso con al centro un aquila bicipite nera che viene issatanel campanile della chiesa a mezzogiorno.La mattina della festa nella chiesa del SS. Crocifisso si celebrauna solenne liturgia in rito greco - bizantino al termine dellaquale si svolge a cunnutta, una sorta di sfilata di torce e diregali (ex voto - biancheria daltare ed altro) appartenenti allaConfraternita.

    La Vara del SS. Crocifisso.

    Retina dei muli di S. Giuseppe (foto C. Di Grigoli).

  • 21

    delle feste pi sentite nel nostro paese per la devozione chetutta la popolazione nutre verso la Vergine miracolosa.La mattina dell8 Settembre, dopo la messa solenne, si svolgela torceria, processione di fedeli disposti su due file recantiin mano dei grossi ceri di appartenenza della Confraternita.La processione attraversa le vie principali del paese. La sera sisvolge la solenne processione con la presenza dei fratelli edelle sorelle che, indossano labitino di colore azzurro.La festa continua la settimana seguente con lOttavario chesi svolge in chiesa a conclusione del quale il 15 Settembreviene portato nuovamente in processione il Simulacro dellaMadonna dei Miracoli.

    Benedizione dei Panuzza di San Nicola6 Dicembre

    Estate MezzojusaraLuglio - Agosto - SettembreDurante i mesi estivi il Comune di Mezzojuso, in collaborazionecon le Associazioni culturali locali, organizza diverse attivit ri-creative allaperto, tra cui cinema, teatri, spettacoli musicali, sfi-late di moda, tornei di calcetto, pallavolo, ping pong e altroancora che contribuiscono ad allietare le calde serate estive.

    Mostra permanente del Mastro di CampoUbicata presso i locali dellex macello comunale sededellufficio turistico comunale e della Pro Loco Mezzojuso.La mostra espone i costumi pi rappresentativi della panto-mima e una raccolta fotografica e multimediale. Da visitareprevio appuntamento.

    a cunnutta ovvero la condotta dei ceri e dei regali che sisvolge dopo la messa solenne. La Confraternita detiene un numero considerevole di torce,grossi ceri che hanno impresse immagini Sacre, che vengonoportati in processione per devozione o per ex voto. Vi anchela condotta dei regali: campanelle dargento, biancheria daltare,ex voto dargento e doro appartenenti alla Confraternita. Con-clude la processione la retina dei muli composta da dieci muliche portano basti e bisacce decorati con ricami e fregi di par-ticolare finezza e numerosi sonagli.Le bisacce sono piene di grano, che stato raccolto dai con-frati durante lanno soprattutto nel periodo del raccolto.La sera dellultima Domenica di Agosto si svolge la pro-cessione di San Giuseppe ovvero, del simulacro della SacraFamiglia.

    Festeggiamenti inonore di Maria SS. deiMiracoli8 SettembreI festeggiamenti in onoredi Maria SS. dei Miracoli sicelebrano a Mezzojuso l8Settembre, giorno in cui lachiesa celebra la Nativitdella Vergine Maria.La festa in passato erauna delle antiche fierefranche come quella delSS. Crocifisso, di SantaMaria di Tutte le Graziee di San Giuseppe.

    Da sempre conosciuta come a fera ri Settembri essa una

    La statua di Maria SS. dei Miracoli (foto P. Meli).

  • Una delle peculiarit di Mezzojuso quella di possedere dueimportanti laboratori privati di restauro del libro antico, i qualiutilizzando manodopera ad alta specializzazione eseguono re-stauri di materiali cartacei e non di notevole valore. Il fattocostituisce sicuramente un valore aggiunto per un piccolocentro di tremila abitanti.A partire dal 1982 Salvatore e Rosa La Gattuta rispettiva-mente pap e zia di Pietra, Anna e Carmelo, davano inizio al-lattivit del loro laboratorio, valorizzando cos unesperienzalavorativa che trovava radici gi nel periodo immediatamenteprecedente allo scoppio della seconda guerra mondiale e conuna pi completa esplicazione presso il laboratorio dellIsti-tuto dei Padri Basiliani di Mezzojuso. La ditta nel 1992 hacambiato ragione sociale assumendo la nuova definitiva de-nominazione di RESTAURO del LIBRO di La GattutaPietra & C. s.n.c., utilizzando lormai acquisita professionalitdi Pietra, Anna e Carmelo ed ottenendo labilitazione allosvolgimento della professione dallIstituto Centrale per la Pa-tologia del Libro di Roma.Il laboratorio svolge:- Restauro completo eseguito su materiale cartaceo raro e di pregio;

    - Restauro membranaceo;- Restauro di stampe;

    RESTAURO DEL LIBROdi La Gattuta Pietra & C. s.n.cVia Prof.ssa A. Accascina , 4MEZZOJUSO (PA)Tel./Fax +039 091 8207038 - Cell. [email protected]

    LIstituto Andrea Reres (ex Monastero Basiliano) di Mez-zojuso, ospita dal novembre 1967, un Laboratorio di Restaurodel Libro Antico. Questo centro nasce per linteressamento edopo vari contatti, fra la Biblioteca Nazionale di Palermo, leSoprintendenze di Palermo e Catania e Padre Dionisio Zito(Monaco Basiliano di Grottaferrata). Il Centro diviene subitoun punto di riferimento per la salvaguardia e il ripristino, dinumerose opere bibliografiche dellisola e di tutta lItalia me-ridionale. Nel 1985 subentra a Padre Zito, Padre Samuele Cut-titta (anchegli monaco Basiliano) per raggiunti limiti det delpredecessore; Da allora, il Laboratorio inizia la propria attivitcon unacquisizione professionale pi scientifica, ed ottienedallIstituto Centrale per la Patologia del Libro di Roma (Mi-nistero per i Beni Culturali), labilitazione e liscrizione allAlboNazionale dei Restauratori Privati riconosciuti dal Ministero edallAssessorato Regionale Siciliano. Nel 1997, Padre Cuttittamuore, e lascia le sorti del Laboratorio di Restauro al nipoteMatteo, che da oltre venti anni opera nellopificio. Nel giugnodel 2002 partecipa alla II Mostra Internazionale di Rilegaturadarte, dove espongono 650 rilegatori di 47 paesi del mondo,detta mostra si tiene a Macerata ed Assisi, sotto il patrociniodella Presidenza della Repubblica, della Provicia di Macerata,della Banca Nazionale del Lavoro. E lunico a rappresentarela Sicilia dei Centri di Restauro dellIsola.

    CUTTITTA MATTEOCentro di Conservazione e Restauro bibliografico ed archivisticoSede: Via Andrea Reres, 59 - Mezzojuso (PA)Tel./Fax +039 091 8203052 - cell. [email protected]

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    IL RESTAURO DEL LIBRO ANTICO

  • COMUNE DI MEZZOJUSO - Piazza Umberto I, 6www.comune.mezzojuso.pa.it+039 091 8203237 - fax +039 091 8207242Ufficio turistico +039 091 8207146

    PRO LOCO MEZZOJUSOwww.prolocomezzojuso.it - [email protected] Palermo, snc - +039 3406289513 - 3294945027

    GUARDIA MEDICA Via Palermo - +039 091 8203332

    FARMACIA Dr. LO BRUTTO Piazza Umberto I, 16 - +039 091 8203302

    Stazione CARABINIERIwww.carabinieri.it - C.da San Rocco - +039 091 8203235

    CORPO FORESTALEwww.corpoforestale.it - Dist. Ficuzza - +039 091 8452011

    GIUDICE DI PACEPiazza Umberto I - +039 091 8207030

    UFFICIO POSTALE www.posteitaliane.it - Via A. Reres - +039 091 8203825

    BANCA CARIGE www.carige.itPiazza Francesco Spallitta, 1 - +039 091 8203236

    ECO DELLA BRIGNAwww.ecodellabrigna.it - [email protected] Francesco Spallitta, +039 091 8203179

    ISTITUTO COMPRENSIVO G. BUCCOLAwww.scuolabuccola.it - Via M. M. Raparelli, 16 - +039 091 8203523

    SCUOLA MATERNA I. GATTUSOVia Aldo Moro - +039 091 8203826

    BAR - PASTICCERIE - ROSTICCERIA

    Bar - Gelateria CAFF ROMAdi Cusimano Anna - Piazza Umberto I, 10

    Bar - Pasticceria GESUALDAPiazza C. Gebbia, 3 - +039 091 8203351

    Bar - Gelateria MIRTO Piazza N. Romano, 5 - +039 091 8207070

    Bar - Torrefazione DELLARCO di Schillizzi AntoninoVia Barone Sirchia, 13 - +039 091 8203951

    Bar Rosticceria CHIOSCO DEI GIOVANI di Zizzo Giuseppina - Via Palermo

    AGRITURISMO - RISTORANTI - PIZZERIE - PUB

    Azienda Agrituristica CARCILUPO S.S. 121 PA-AG bivio Campofelice di FitaliaC.da Carcilupo, Mezzojuso (PA)+039 091 8200225 - 3201156269

    Ristorante - Pizzeria NOCILLA www.ristorantenocilla.itC.da Nocilla - +039 091 8203880 - 3208255288

    Ristorante - Pizzeria S. LUCIA C.da Cardonera - +039 091 8203870

    Ristorante - Stuzzicheria - Pizzeria MARABELLA PUB Via Madre Macrina Raparelli +039 091 8203932

    SERVIZIO BUS CON VISITA GUIDATA

    AUTOSERVIZI GAMMA BUS di Ferrara Giuseppe - Via Gessai 19 - Mezzojuso - 3400900076

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    NUMERI E LINK UTILI

  • 1234567891011

    ABCDEFGH

    IL

    Chiesa San Nicol di MiraChiesa Maria SS. AnnunziataCastelloCollegio di Maria e Chiesa del Sacro CuoreMonastero Basiliano e Chiesa S. Maria di Tutte le GrazieConvento dei Frati Minori Riformati e Chiesa dellImmacolataSantuario Madonna dei MiracoliCollegio delle Suore Basiliane e Chiesa SS. CrocifissoChiesa San RoccoChiesa Madonna dellUdienzaFonte Vecchia

    Scuola mediaBagni pubbliciScuola maternaScuola elementareCaserma dei CarabinieriMunicipioServizio BancomatPoste e TelecomunicazioniServizio PostamatGuardia MedicaFarmacia

    Parcheggio Camper e autobus

    Parcheggio autovetture

    Ufficio InformazioniComune di MezzojusoPiazza Umberto IPRO LOCO MezzojusoUfficio turistico comunaleEx Macello - Via Palermo

    Benvenuti aMezzojuso

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    Progetto grafico Gianni Schillizzi

    Stampa Istituto Poligrafico Europeo s.r.l.C.da Zaccanelli90020 Roccapalumba (PA)www.istitutopoligraficoeuropeo.it

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