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SOMMARIO - Applicazioneemoralitàdiunafavola - FestadelcatechismoaRoma -Normeperpro- muovereilcatechismo - RelazionediD .Antonio EspinozaintornoadunaMissioneinPatagonia - Let- teraPatagonica - Storiadell'OratoriodiS .France- scodiSales - Bibliografia - GraziadiMariaAusi- liatrice- GraziaottenutaperintercessionedelSanto PadrePioIX - LaPatagoniaeleTerreaustralidel Continenteamericano - Nuovopresidentedellare- pubblicaArgentina - AvvisoaiCooperatori-Indul- genzespecialipeiCooperatori . APPLICAZIONEEMORALITÀ DI UNA FAVOLA . Gliantichiperinsegnareconprofittoso- levanoraccontareleggiadreemoralifa- volette,concuiistruivanoedilettavanoad untempo .Unadiquestecisovvienedi averletta,laqualenell'aprirsidiunnuovo annoscolasticociporgeildestrodifare un'applicazioneetrarreunamoralità,che cipareopportuna .Eccolapertanto . Lavolpe,andandoperunbosco,trovò unmulo .Nonavendonemaiveduti,n'ebbe pauraefuggì .Fuggendoincontròillupo, alquale,interrogata,disseavertrovatauna bestianuovissima,enonsaperneilnome . Illuporispose :Andiamoavedere .Giuntisul luogo,allupoparvequellaunabestiavieppiù nuova .Essendoambiduecuriosidisaperneil nome,lavolpeglieldimandò .Risposeilmulo : Certoilmionomenonl'hobeneamente ;ma setusaileggere,iolotengoscrittonelpiè destrodidietro .Ciòudito,melassa!ri- sposelavolpe,chèiononsoleggere ; chèmoltolosapreivolentieri .Disseallora - Direzionenell'OratorioSalesiano . - ViaCottolengo,N .32,TORINO - illupo :Lasciafareame,chéaleggere sobenio .Pertantoilmuloglimostròil pièdiritto,sicchèichiodiparevanolettere . Disseillupo :Iononleveggobene .Ri- preseilmulo : Fattipiùdappresso,perchè sonominute .11lupobabbeosifecepiù sottoeguardavafiso .Allorailmulomali- gnoeingannatoretrasse,ediegliuncal- ciosìfortenelcapo,chelostesemorto . Ciòveduto,lavolpeseneandòedisse Davvero! Ogni atomo che sa lettere non ésavio . Cosìlàfavola . Lavolpepuòdileggierirappresen- tareaigiorninostrichi nonsadilet- tere,maèfornitodiunbuoncriterio,e soprattuttodiquellaprudenzachevie- nedaDioedallaReligione,laqualecon- sigliaeguidasaviamenteintuttiicasi dellavita .Allupo,chesipiccadelsuosa- pere,possonorassomigliarsicoloro,chepa- ghidellascienzaprofanapuntononsicu- ranonèdiDionèdiReligione,equindi senzaunascortasicurafinisconoperdive- nirelevittimedeitristi,eperdersinel tempoenell'eternità .Ilmulopoiraffigura assaibenequeimalvagi,iquali,giurataguerra aCristoeallasuaChiesa,diffondononel mondolibriefogliempiedimmorali ,a- pronoscuole,piantanocattedredipestilenza, eseminanoperognidoveinganno,rovinae morte . Anoi,checonsacriamolavitaadistruireifi- glidelpopoloincentoepiùcasenell'an- ticoenelnuovomondo ;anoi,checoll'a- iutodeinostriCooperatorieCooperatricio- ANNOIV . N .11 . Esceunavoltaalmese . NOVEMBRE 1880 . BOLLETTINO SALESIANO

BS Novembre 1880biesseonline.sdb.org/1880/188011.pdf · 2003-03-03 · impari la scienza di Dio, ... ricordate che la legge Casati, 13 Novembre 1859, la quale regge la pubblica istruzione

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SOMMARIO - Applicazione e moralità di una favola- Festa del catechismo a Roma - Norme per pro-muovere il catechismo - Relazione di D . AntonioEspinoza intorno ad una Missione in Patagonia - Let-tera Patagonica - Storia dell'Oratorio di S . France-sco di Sales - Bibliografia - Grazia di Maria Ausi-liatrice - Grazia ottenuta per intercessione del SantoPadre Pio IX - La Patagonia e le Terre australi delContinente americano - Nuovo presidente della re-pubblica Argentina - Avviso ai Cooperatori-Indul-genze speciali pei Cooperatori .

APPLICAZIONE E MORALITÀDI UNA FAVOLA.

Gli antichi per insegnare con profitto so-levano raccontare leggiadre e morali fa-volette, con cui istruivano e dilettavano adun tempo . Una di queste ci sovviene diaver letta, la quale nell'aprirsi di un nuovoanno scolastico ci porge il destro di fareun'applicazione e trarre una moralità, checi pare opportuna . Eccola pertanto .

La volpe, andando per un bosco, trovòun mulo . Non avendone mai veduti, n'ebbepaura e fuggì . Fuggendo incontrò il lupo,al quale, interrogata, disse aver trovata unabestia nuovissima, e non saperne il nome .Il lupo rispose : Andiamo a vedere. Giunti sulluogo, al lupo parve quella una bestia vieppiùnuova. Essendo ambidue curiosi di saperne ilnome, la volpe gliel dimandò . Rispose il mulo :Certo il mio nome non l'ho bene a mente ; mase tu sai leggere, io lo tengo scritto nel pièdestro di dietro. Ciò udito, me lassa! ri-spose la volpe, chè io non so leggere ;chè molto lo saprei volentieri . Disse allora

- Direzione nell'Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO -

il lupo : Lascia fare a me, ché a leggereso ben io . Pertanto il mulo gli mostrò ilpiè diritto, sicchè i chiodi parevano lettere .Disse il lupo : Io non le veggo bene . Ri-prese il mulo : Fatti più dappresso, perchèsono minute . 11 lupo babbeo si fece piùsotto e guardava fiso . Allora il mulo mali-gno e ingannatore trasse, e diegli un cal-cio sì forte nel capo, che lo stese morto .Ciò veduto, la volpe se ne andò e disseDavvero! Ogni atomo che sa lettere noné savio . Così là favola .

La volpe può di leggieri rappresen-tare ai giorni nostri chi non sa di let-tere, ma è fornito di un buon criterio, esoprattutto di quella prudenza che vie-ne da Dio e dalla Religione, la quale con-siglia e guida saviamente in tutti i casidella vita . Al lupo, che si picca del suo sa-pere, possono rassomigliarsi coloro, che pa-ghi della scienza profana punto non si cu-rano nè di Dio nè di Religione, e quindisenza una scorta sicura finiscono per dive-nire le vittime dei tristi, e perdersi neltempo e nell'eternità . Il mulo poi raffiguraassai bene quei malvagi, i quali, giurata guerraa Cristo e alla sua Chiesa, diffondono nelmondo libri e fogli empi ed immorali , a-prono scuole, piantano cattedre di pestilenza,e seminano per ogni dove inganno, rovina emorte .

A noi, che consacriamo la vita ad istruire i fi-gli del popolo in cento e più case nell'an-tico e nel nuovo mondo ; a noi, che coll'a-iuto dei nostri Cooperatori e Cooperatrici o-

ANNO IV. N. 11 .

Esce una volta al mese .

NOVEMBRE 1880 .

BOLLETTINO SALESIANO

gni mese spargiamo nelle città e campagne acento mila e cento fogli e libri d'istru-zione; a noi, ripetiamo, non garba puntola morale, che dall'anzidetta favola, troppogeneralizzando, ne trasse la volpe ; ma contutti i dotti antichi e moderni dichiariamoancor noi che è assai meglio essere unignorante ma pio, che non un dotto maempio ; è assai meglio conoscere anche soloil Catechismo cattolico, che non, coll'igno-ranza di questo, possedere tutte le scienzedel mondo. Imperocchè la sola terrenasapienza, sia pure la più sublime e pro-fonda, come quella di Atene e della Romapagana, lascia cadere l'uomo nell'imo di tuttele depravazioni, e caduto non vale a risol-levarlo ; la sapienza invece del Catechismodella Chiesa cattolica anche da sola lo trat-tiene, o lo rimette nella via della giustiziae dell'onore, lo rende onesto e morigerato,utile a sè stesso, alla famiglia, alla patria . Diciò è mallevadrice la storia di diciannove se-coli cristiani, in un colla quotidiana espe-rienza. Perciò si studino pure e s'imparinoscienze ed arti, ma prima di tutto si studii e siimpari la scienza di Dio, e l'arte del buonCristiano. Senza di questo il mondo ricadrànelle antiche aberrazioni, ricadrà nell'abisso .

Oggidi questa scienza ed arte nella scuolapiù poco s' insegna e ancor meno si pratica .Orbene quale spettacolo ci presenta la ci-vile società ? Il più desolante e spaven-toso . Oh! davvero, che alla vista di tantidelitti in questo secolo chiamato il secolodei lumi, si sarebbe tentati di sentenziarecolla volpe : Ogni uomo che sa lettere non èsavio . Ma no, il male non viene dalle let-tere, ma da ben altre cagioni, la precipuadelle quali si è la mancanza d'istruzione eili educazione religiosa nella gioventù .

Cooperatori e Cooperatrici , e voi tutti,cui è dato di trattare con giovani o dell' unoo dell'altro sesso, cogliete tutte le propizieoccasioni per instillare nelle tenere menti leverità del Catechismo, impreziosite dal san-gue di Gesù Cristo . É questa la diga piùvalida e più potente da opporre alla fiu-mana di tanti delitti, che irrompe e dilagaa rovina ; è questo il mezzo sicuro ed in-fallibile per cessare tanti morali disordini,vuotare o almeno scemare le prigioni, risto-rare la famiglia, formare una società costu-mata e tranquilla .

Maestri e Maestre, cui la Provvidenza af-fida in quest'anno la coltura della prima età,ricordate che la legge Casati, 13 Novembre1859, la quale regge la pubblica istruzionenel nostro Stato, è tuttora in vigore, e chenon può essere nè abolita nè autorevolmente

interpretata fuorchè dal Re e dalle due Ca-mere. Ora questa legge nel suo articolo 315prescrive l' insegnamento religioso nellescuole elementari inferiori e superiori . Il ReUmberto I alla sua volta dimostrò ancor essoil suo avviso favorevole a questo proposito,poichè il 6 giugno 1878 con suo decretoannullava la illegale deliberazione del Con-siglio scolastico di Genova, che aveva ap-provato l' abolizione del Catechismo nellescuole, pur decretata da quel Municipio . In-stitutori e Institutrici, pubblici e privati, inse-gnate adunque la Religione ai vostri alunni ealle vostre alunne . Così prescrive la legge,cosi decreta il Sovrano, cui devono piegare ilcapo Consigli Scolastici, Provveditori, Ispet-tori, Municipii e Delegati .

Padri e madri, a voi soprattutto incombel'obbligo di mostrare il più vivo interesse chei figli vostri imparino il Catechismo . Se sonoscolari informatevi di quando in quando selo sanno, e fatevelo eziandio recitare in casa .Qualora aveste la sventura di trovarvi in pae-se, nelle cui scuole questo importante inse-gnamento o non s'impartisca o venga trascu-rato, in questo caso protestate, poichè neavete il diritto ; e frattanto fate voi da mae-stri, assegnando ai figli e alle figlie vostreuna o più lezioni di Catechismo per setti-mana. Questo fate parimenti se la figliuo-lanza, per qualsiasi cagione, invece dellascuola debba frequentare la bottega o la cam-pagna. Non mancate ad un tempo di man-darli o condurli al Catechismo in chiesa,ove si faccia . Ma nell'un caso o nell' altronon vi rincresca di aggiungere stimolo colfare loro un regalo, col fissare un premio,quando sappiano a memoria in tutto od inparte il Catechismo della Diocesi .

Nè vi entri in capo che questo sia per voiuna spesa sprecata ; che anzi sarà un largoguadagno. Imperocchè le verità della fede,per simili eccitamenti bene imparate nellatenera età, non tarderanno ad esercitare illoro benefico influsso sulla morale condottadella vostra prole ; quindi il figliuolo dive-nuto giovinotto e uomo fatto sarà alieno dalgiuoco, dalle partite e dai bagordi ; la figliacrescerà amante del ritiro, contenta del suostato, e non punto ambiziosa ; e cosi o nonmai, o ben di rado vi accadrà di gettaredanaro per assecondarne i capricci . Altri-menti di quali disordini non farassi capaceun figlio sul fiore de' suoi anni senza il frenodella Religione? Di quali e quante frascherienon lascierassi riempire il capo una giovi-netta, non informata per tempo alle massimedel Vangelo ? Ben lo sanno tanti genitori,che da una figliuolanza irreligiosa ed im-

FESTA DEL CATECHISMO

A ROMA.

Sullo scorcio del mese di Settembre si celebròin Roma, nella chiesa di Santa Maria sopra Mi-nerva, una festa delle più care e simpatiche .

Anzitutto si ha da sapere che in quella metro-poli del mondo cattolico , per opera soprattutto eper lo zelo efficace del Santo Padre Leone XIII,sorgono e si mantengono molte scuole private perla gioventù di ambo i sessi, affidate a maestri e amaestre di buono spirito, che colla istruzione pro-fana impartiscono di gran cuore e sodamente l'i-struzione religiosa, base e colonna di ogni buonaeducazione . Nel corso dell'anno scolastico circa140 giovanetti di queste scuole edificanti sonosidistinti tra gli altri per lo studio della Dottrina

morale ebbero depauperata la casa, ama-reggiata la vita, e talora una morte precoce,consunti da dispiaceri e angustie crudeli .

E tu finalmente, Gioventù diletta, tu fa dasenno. Secondo la condizione tua, attendi adirozzare la mente o collo studio o coll'ap-prendimento di un'arte, onde campare ono-ratamente la vita ; ma fa per tempo, in cuortuo, tesoro delle sante verità della Religionecattolica ; amala ed apprezzala come il piùambito retaggio dei Padri tuoi ; osservanei salutari precetti con franchezza ed amore .Chi sa a quali vicende andrà forse soggettala tua vita ! Ti farà buon viso la fortuna ?E tu, se religiosa e timorata di Dio, non neabuserai a tuo ed altrui danno ; che anziservendotene in bene diverrai guida al cieco,sostegno al debole, padre all'orfanello, eacquisterai nome di benefica, benedetta invita ed in morte da Dio e dagli uomini . Sa-rai sfortunata ? E allora la Religione, che tifu compagna ed amica nei verdi tuoi anni,additandoti una vita immortale al di là dellatomba, ti sarà quaggiù di sollievo e di con-forto, ti renderà esempio di rassegnazionee di fortezza, ti allevierà nelle pene, ti a-sciugherà i sudori della morte, e ti schiuderàil Soggiorno dei Beati, dove ti attende unaindefettibile gioia .

Amabile Gioventù, ma inesperta e troppofacile alla seduzione, si, ascolta la voce dellavera amicizia. Deh ! ti guarda da coloro,che cercano di allontanarti da Dio e dallaChiesa ; da coloro, che attentano alla tuafede e al tuo pudore . Non ti vinca curiositàdi leggere i loro fogli ; rigetta sdegnosa-mente i loro doni ; fuggi, non ti appressare ;poichè costoro sicut equus et mulus nonfarebbero che calpestarti e darti la morte .

Cristiana, ed erano riusciti vincitori di un pre-mio .

Or bene, a più splendida lode di quei cari fan-ciulli, e a maggiore eccitamento di tutti, dall'appo-sito Comitato fu deciso che la premiazione si facessein modo pubblico e solenne . Pertanto il 29 di dettomese, giorno sacro all' Arcangelo S . Michele, chegià fecit victoriam in Cielo, il magnifico tempiodei Padri Domenicani era splendidamente addob-bato. Presiedevano alla funzione personaggi rag-guardevolissimi, e in capo ai quali lo stesso CardinalVicario. La folla era stragrande ; la gioia rag-giante su tutti i volti . Fu davvero la festa delCatechismo, gioconda, ordinata, solenne . Sua Ec-cellenza Rev .ma Mons . Sallua Arcivescovo di Cal-cedonia tenne un nobilissimo discorso sul vantaggiodel Catechismo , ascoltato dall' immenso uditoriocon profondo rispetto .

Venutosi poi all' atto della premiazione, tra ge-nerali applausi fu proclamato Imperatore dellaDottrina Cristiana un cotal giovinetto di 11 anni,per nome Giovanni Lucchetti, della parrocchia diSanta Maria in Trastevere . Agli altri fanciulli ven-nero conferite altre onorifiche dignità e premi ,secondo il constatato merito di ciascuno . Alcunigiorni dopo la solennità, il Santo Padre degnavasiinoltre di ammettere alla sua presenza il piccoloImperatore , accompagnato dai condiscepoli Mi-schini Giona e Perotti Augusto , primi Principi,non che da altri che negli esami ebbero la caricadi Deputato, di Camerlengo e di Segretario. SuaSantità li accolse con grande amorevolezza, ebbeper tutti felicissime parole, e infine impartì lorol' apostolica benedizione .

Applaudiamo di vivo cuore ai valorosi giova-netti Romani, che meritarono sì splendida corona ;applaudiamo a coloro eziandio, che promòssero labella festa, dando così un nobile esempio, il qualese fosse imitato nelle scuole , nei Collegi , nelleparrocchie, si verrebbe a porgere alla gioventù unvalido stimolo nello studio e nell' apprendimentodel Catechismo cattolico .

NORME PER PROMUOVERE IL CATECHISMO .

Dagli Atti della prima adunanza regionale, te-nutasi nei giorni 11 e 12 dicembre 1878 in Torinodal Comitato Piemontese per l' opera dei Con-gressi Cattolici, ci piace di riprodurre un estrattoriguardante il Catechismo . Quello che ivi si dicedei Comitati e della Compagnia della Dottrina Cri-stiana, i Cooperatori lo applichino a sè stessi, esotto la guida dei loro Decurioni, Capi e Direttoripotranno fare un gran bene .

« L' opera del Catechismo, così nei citati Atti,deve appoggiarsi ai Comitati Parrocchiali, Dioce-sani e Regionale . Questi Comitati hanno in or-dine al Catechismo un triplice campo d' azione .La parrocchia, la famiglia, e la scuola . Quantoalla Parrocchia l' azione dei laici deve restrin-gersi a coadiuvare quanto è più possibile lo zelo

dei Reverendi Parroci . In molti luoghi già esi-ste la Società o Compagnia della Dottrina Cri-stiana. Dove manca, si promuova ; dove esiste, lesi accresca vita e vigore . Si procuri che sianomolti quelli, che si prestino per fare i Catechismiai ragazzi e alle ragazze . Sarebbe utilissimo chead ogni catechismo potessero trovarsi due cate-chisti, uno per la spiegazione e l'altro per badarealla disciplina ; ma per ciò occorre buon numerodi zelanti persone, che si prestino per l'impor-tantissima opera di catechizzare i fanciulli . Con-viene poi dare il maggior possibile splendore allapremiazione dei fanciulli più diligenti. Ed a ciòpossono concorrere grandemente i laici , sia for-nendo al Parroco danaro ed oggetti, sia interve-nendo numerevoli e con solennità alla funzione .Eguale solennità è opportunissima per le funzionidella prima Comunione dei fanciulli .

« Quanto all' azione del Comitato nelle famiglie,vi hanno mezzi indiretti , come è appunto l' at-trattiva dei doni e la pubblicità e solennità dataalla premiazione ecc . , e mezzi diretti , che ri-chiedono molto tatto , prudenza e circospezione .Avuto l' elenco dei fanciulli, che frequentano ilCatechismo parrocchiale, non sarà difficile formarequello delle famiglie, i cui ragazzi non vanno alCatechismo . Allora bisogna trovar modo di avvi-cinare amichevolmente quelle famiglie, conoscerequelle persone che vi sono ben viste, e far lorodire da queste una buona parola , invitarle allefunzioni di premiazione ; usare insomma tuttequelle industrie che la carità suggerisce : tra cuiè utilissima quella degli Oratorii festivi, ove coldivertimento i fanciulli trovano altresì la salutedell'anima .« Finalmente l'azione del Comitato riguardo

alla Scuola è doppia : 1° Conviene promuovere atutto potere quelle scuole private, dove s'insegnaa dovere e con serietà il Catcehismo ; 2° Riguardoalle scuole pubbliche, dalle quali pur troppo l'an-dazzo dei tempi tende a bandire il Catechismo ,non v' ha che un mezzo per assicurarvelo, ed èdi concorrere numerosi e concordi alle elezionimunicipali per avere buoni Consiglieri. Nè giovailluderci, se in parecchie città ed in molti comunidi campagna l' insegnamento religioso è ancoraimpartito, imperocchè la tendenza è di bandirlo,e tosto o tardi vi si giungerà, se i Cattolici nonse ne preoccupano per tempo, con efficacia e co-stanza . . . .

« Fin qui abbiamo parlato del cómpito del Co-mitato della Parrocchia . Il Comitato diocesano haun campo assai più vasto . Nelle città , ove ladivisione per Parrocchie è meno sentita , è disomma importanza promuovere quelle opere, lequali, più che la divisione parrocchiale, conside-rano i bisogni generali . E fra esse annoveriamoprincipalmente le Conferenze catechistiche per soliuomini, i Catechismi fatti con un certo apparatoesteriore pei giovanetti dell'aristocrazia e dell'altaborghesia, le solenni premiazioni fatte dopo esami,a cui concorrono come a bella gara i giovanettigià premiati nelle diverse Parrocchie, gli EserciziSpirituali in apparecchio alla prima Comunione,e via discorrendo. »

RELAZIONE DI D. ANTONIO ESPINOZA

intorno ad una Missione in Patagonia .

L'Eccellentissimo Arcivescovo di Buenos-Ayresnella graziosa lettera che scriveva a D . Bosco,in occasione della morte del compianto D. Bodrato,da noi pubblicata nel numero precedente , tra lealtre cose diceva : « La S. V. si sarà rallegrataper le notizie , che le ho fatto pervenire , dellaMissione di Patagonia . » Con queste parole l'esimioPastore alludeva alla relazione , che D . AntonioEspinoza, suo Vicario Generale, colà mandato insul principio dell'anno in Missione straordinaria,gliene faceva per iscritto dopo il suo ritorno. Noicrediamo ben fatto arricchire il nostro periodicodi questo documento ufficiale .

All' Eccell .mO Monsignor FEDERICO ANEYROSdegnissimo Arcivescovo di Buenos-Ayres .

Incaricato dall'Eccellenza Vostra Reverend .'n 0della Missione nelle Terre Australi di questaArchidiocesi, rendo conto di essa a V . E. R .ma

Il giorno 16 di gennaio dell'anno corrente partii,dal porto della Bocca del Rio Chuelo, sul vaporeSanta Rosa, in compagnia di quattro SacerdotiSalesiani, un giovane loro allievo, e quattro Suoredell' Istituto di Maria Ausiliatrice , e dopo unviaggio regolare, giungemmo in Patagones il 20dello stesso mese .

Premesso un triduo di preparazione, cominciaiin Patagones ad amministrare il Sacramento dellaConfermazione, in virtù della facoltà, che dietrodomanda di V . E . Rev.ma, mi era stata conferitadal Nostro Santissimo Padre, Leone XIII .

A cagion dell'estate (1) una gran parte della po-polazione trovavasi dispersa nelle isole e nelcampo, e perciò determinai di recarmi a visitarealcune isole , e poscia le popolazioni situate sulterritorio nazionale della costa del Rio Negro ,fino al Rio Nauquén, onde dar tempo di ritornarealle famiglie che stavano in campagna .

Invero, dopochè ebbi installato in Patagones ilnuovo Curato Salesiano D . Giuseppe Fagnano, nepartii col Molto Reverendo D. Emilio Rizzo , il4 di febbraio , e demmo una missione di ottogiorni alla popolazione chiamata Guardia Mitre .Indi continuammo il nostro viaggio , fermandociqualche giorno in ciascuna popolazione delle spiag-gie del Rio Negro, cioè nella nuova e vecchiacolonia Conesa, Choele-Choel, e Fiscomanocò, acento cinquanta leghe all'ovest di Patagones, quasigià nel rio Nauquén . Vi ci fermammo una set-timana, facendo quattro ore di Catechismo al gior-no, e amministrando i Sacramenti. Benedissi purele bandiere del 5° e 7° di Cavalleria di linea,il Cimitero e la Croce , che è finora la più a-vanzata nel deserto .

Il martedì della settimana di Passione , 16 dimarzo, ritornammo a Patagones, ove celebrammo

(1) Il mese di Gennaio, che per noi è il cuore dell' in-verno, per l'America del Sud è il forte dell'estate .

la Settimana Santa con solennità non mai vistacolà, poichè non eranvi mai stati quattro Sacerdoti .Vi distribuimmo in tal modo l'orario , che ter-minati gli uffizi presso una popolazione , attra-versavamo il Rio Negro, per andarli a celebrarepresso di un'altra ; di modo che tanto Patagones,quanto Viedma, capitale della Patagonia, ebberouna solennissima Settimana Santa .

Finito questo, andai a visitare la parte popolatadella Patagonia, insieme col medesimo D . Rizzo,e facemmo circa cento leghe tra andata e ritorno,traendo la nostra attenzione il gran numero diuomini maggiori d'età, che si accostavano ai santiSacramenti . Tra questi vuolsi fare singolare men-zione di un Indiano per nascita, ma cristiano, diChico, per nome Casildo, schiavo della rispetta-bile famiglia dei Crespo , ed al quale nel censi-mento fattosi quest' anno in Patagonia, si attri-buiscono cento cinque anni di vita, Ebbi il piaceredi dargli la Cresima .

Questa Missione in Patagonia ci occupò tre set-timane, e ritornammo a Viedma il 21 di aprile .Là giunti, mi occupai dell'erezione della nuovaParrocchia, ed il 24 di detto mese eressi, in nomedi V . E. Rev .ma la prima parrocchia, che maiabbia esistito in Patagonia , nominando primoCurato Vicario il Molto Reverendo Salesiano D .Emilio Rizzo. Il giorno seguente si cantò laMessa ed un solenne Te Deum di ringraziamento,con l'assistenza di tutte le autorità , presiedutedal signor Governatore della Patagonia , D. Al-varo Barros, il quale per dimostrare il suo ag-gradimento e il pregio in cui teneva il nuovoCurato, lo nominò municipale, affidandogli la Di-rezione di tutte le scuole della Patagonia, incaricoche fino a quel giorno aveva disimpegnato il mi-nistro protestante di residenza colà .Nei giorni appresso coi diversi Curati per-

corsi ambo le rive del Rio Negro per nove leghe,che separano Patagones e Viedma dalla foce delRio stesso, amministrando i santi Sacramenti ailoro fedeli .

Con queste escursioni fu terminata la mia Mis-sione sulle due rive del Rio Negro, e quindi il6 di maggio partii da Patagones col mentovatoDon Emilio Rizzo dirigendomi a Bahia Bianca,dietro la scorta del maggior D . Ramon Perez ,il quale ci colmò di gentilezze in quella traver-sata di 75 leghe in mezzo ad un vero deserto .Giungemmo a Bahia Bianca l' undici di mag-

gio con una dirotta pioggia , e diedi principioalla visita canonica ed alla missione nella solen-nità di Pentecoste, 16 maggio .

Questa missione, che durò 10 giorni , fu fre-quentatissima. Di 1500 anime, quali conta la po-polazione, si accostarono circa 1000 a ricevere isanti Sacramenti .

Terminate le nostre fatiche tra quel popolo, ri-tornò il Curato della Patagonia alla sua parroc-chia, ed io mi diedi a visitare la campagna diBahia Bianca, in compagnia del sig . Curato DonEnrico Levantini, e dei Reverendi vicini D . An-gelo Inarcos e D. Pietro Ugoni , che ci presta-rono preziosi servizi, conducendoci volontariamenteper le cinquanta leghe che percorremmo , a fine

di amministrare i santi Sacramenti ai contadini,che non avevano potuto venire alla Chiesa .

Il 15 giugno segnò il nostro ritorno a BahiaBianca , e il 19 dello stesso m' imbarcai perquesta capitale in una nave a vela, per non averavuto altro mezzo di trasporto . Rimisi piede inquesta città il 29 giugno , dopo cinque mesi emezzo dalla mia partenza .

In si lungo tempo, oltre a 400 leghe di viag-gio di mare, ne abbiamo fatte circa 500 per terra,sempre a cavallo, se si eccettuano le 50 legheper la campagna di Bahia Bianca, dormendo tal-volta, senz' altro tetto, che il cielo . Avemmo laconsolazione di celebrare, quasi tutti i giorni, ilsanto sacrifizio della Messa , sull'altare portatile,che avevamo con noi, ed amministrammo il bat-tesimo a 566 persone, la Cresima a 3741, e be-nedicemmo 89 matrimonii, come V . E. vedrà dallaqui unita tavola sinottica .Può V . E. Rev .ma esser soddisfatta per aver

messo in opera tutti i mezzi possibili per il benespirituale di quei suoi lontani figliuoli , poichè ,nelle più che 500 leghe di territorio da noi per-corso , non abbiamo incontrato nè capanna , nètenda, che non visitassimo in suo nome .

Rimangono ora colà tre Sacerdoti Salesiani edun Catechista loro coadiutore , e quattro Suoredi Maria Ausiliatrice, per continuare il bene in-cominciato, e conservar la fede in tanti cuori, chela ricevettero per la prima volta . Tuttavia sonoben pochi, per la immensa zona di terreno, sopracui ha da stendersi la loro azione benefica, e sgra-ziatamente non possono per ora accrescere il per-sonale per l'assoluta mancanza di soggetti .

Nonostante tutte le fatiche incredibili dell' E .V. Rev,' per ottenere che l'eccellentissimo Go-verno Nazionale continuasse l'assegno mensile perle missioni , finora non si potè ottenere un cen-tesimo, e così al mio partire, i Salesiani avevanogià dovuto contrarre un debito di più che 6,000pesos, per soddisfare alle prime necessità dellavita, tanto per sè che per le Suore .

L'avvenire di questa Missione dipende dal prontoinvio di persone ; e poichè il Governo Nazionalenon presta aiuto, V. E. Rev.ma giudichi se nonsia il momento di far ricorso alla carità deifedeli, affinchè non muoia una Missione , da cuisi può aspettare tanto bene .

Nonostante questa infelice situazione , i Sale-siani continuano a ricevere ragazzi nei Collegi ,aperti da loro in Patagones e in Viedma, l'anticaMercedes della Patagonia, e le Suore hanno piùdi trenta ragazze nel loro Collegio di Santa Lu-cia delle Indie in Patagones ; ma queste occupa-zioni, del resto assolutamente necessarie in talicentri di popolazioni, loro impediscono di scorrerela campagna . Sarebbe necessario proporzionar loroi mezzi per tener missionarii stabili, od almeno,per ora , se ciò non è possibile , Sacerdoti chevisitino con qualche frequenza le popolazioni diFiscomanocó , a 150 leghe da Patagones, ad 80da Choele-Choel, a 20 da Guardia Mitre, a 7 daSan Zavier, e a 40 da Conesa, dove sono fino a700 Indii dell'antica tribù di Catriel , bramosidi esser istruiti nella cristiana religione . Nel.

passaggio potemmo istruire sufficientemente treprincipali Cacichi e loro famiglie, cui demmo ilbattesimo, cresimammo, ed abbiamo uniti in ma-trimonio ; ma è doloroso il pensiero che tantefatiche sono al punto di perdersi per mancanzadi persone, che proseguano l'opera del missiona-rio fra quelli Indii, si ben disposti alla vita cri-stiana . La nuova parrocchia della Patagonia mancadi tutto, nè può sperare di provvedersi coll'aiutode'suoi buoni, ma poveri fedeli . Di questa scar-sezza di mezzi si risente eziandio la povera pa-rocchia di Bahia Blanca . Privato il Curato delsussidio già accordatogli dall'Eccellentissimo Go-verno Nazionale, e della pensione che gli conce-deva il Governatore della provincia, trovasi talvoltasenza mezzi da far fronte alle prime necessitàdella vita .

Non terminerò questa relazione senza compiereun atto di rigorosa giustizia verso i ReverendiSalesiani e il Curato di Bahia Blanca , ai qualiè dovuto il bene fatto in questa Missione, e senzatributare il mio più vivo ringraziamento a loro,ed a tutte le autorità civili , militari e maritti-me, ai nostri compatriotti ed agli stranieri, cheniuno eccettuato, ci hanno albergato generosamen-te, e colmati di attenzioni nella nostra lunga epenosa spedizione . Voglia il nostro buon Dio ri-compensarli di tanta carità .

Tal' è, Eccellentissimo Monsignore , la breverelazione delle fatiche della nostra Missione . Diovolesse, fossero accette a V . E. Rev .' n a, cui piùche ad ogni altro si pregano da Dio nostro Si-gnore benedizioni di vita eterna, e da noi, e daibuoni abitanti di quelle remote contrade .

Dio guardi V. E . Rev .ma

Buenos-Ayres, 5 Luglio 1880 .

TAVOLA SINOTTICA.Battesimi, Cresime, Matrimonii fatti dal Pro-

curatore e Vicario Generale D. Antonio Espi-noza, in compagnia dei Reverendi Salesiani,D. Giuseppe Fagnano, Curato di Carmen diPatagones, D. Emilio Rizzo, Curato di Vied-ma, nella Patagonia , e del sig. Curato diBahia Bianca, Don Enrico Levantini .

Nella parrocchia del Tribunale di Pace diCarmen di Patagones

Battesimi 16, Matrimonii 15, Cresime 1036 .Nella parrocchia di Mercedes di Patagonia,

Tribunale di Pace di Viedma, Governo della Pa-tagonia e territorio nazionale sopra il Rio Negro :

Battesimi 450, Matrimonii 46, Cresime 1677 .Nella parrocchia e Tribunale di Pace di Mer-

cedes di Bahia BiancaBattesimi 70, Matrimonii 28, Cresime 1028 .Totale : Battesimi 566, Cresime 3741, Ma-

trimonii 89.

LETTERA PATAGONICA .Abbiamo ricevuto poc' anzi dalla Patagonia la

seguente lettera, scrittaci dal sac . D . GiuseppeFagnano, capo della Missione Salesiana, stabilitasiin Patagonia sul principio dell'anno corrente .

Patagones, 5 settembre 1880 .

CaRIssI:,Io D. Bosco,

Da questi ultimi confini della terra già le scrissipiù volte ; ma temo che, per causa degli scon-volgimenti politici, succeduti quest' anno tra dinoi, le mie lettere siano andate smarrite. Orapertanto rompo nuovamente il silenzio, e le mandoquesta mia, fiducioso che le pervenga . Essa ledarà un breve ragguaglio di quel poco, che abbiamofatto in questi mesi, e del molto che vi sarebbeda fare .In Patagones io mi trovo con D. Chiara e il

catechista Luciani. Don Rizzo trovasi in Viedma,ossia Mercedes di Patagonia, in faccia a Patagones .Con noi esercitano pure la loro carità quattroSuore di Maria Ausiliatrice .

La scuola che vi abbiamo aperta è frequentatada 48 giovanetti, e quella delle Suore da circa 40fanciulle . Oltre a questa occupazione e alla col-tura del popolo . attendiamo all'istruzione dei figlie

delle figlie degli Indiani, che vengono in paeseo per motivo di commercio, o per mettersi a ser-vizio . Nell' occasione che lo zelante ed intrepidoD . Antonio Espinoza fu qui sul principio di que-st'anno per amministrare la Cresima con facoltàstraordinaria del Santo Padre, venne pur confe-rito il battesimo a più centinaia di persone. Ordopo la partenza di Monsig. Espinoza ben centonuovi cristiani furono aggiunti all' ovile di GesùCristo, sicchè cominciansi a vedere più copiosi ifrutti della santa Missione .

Ma affinehè questi vadano ognor crescendo sonoda promuoversi più altre opere e in più altri siti .Io le dirò le cose principali, perchè la S . V .possa conoscere meglio il bisogno e provvedercid'aiuto .

Primieramente sarebbe da stabilirsi qui unOspizio pei poveri figli degli Indiani, i quali limanderebbero volentieri per impararvi un'arte omestiere, e a leggere e scrivere . Un altro pari-menti ne occorrerebbe per le ragazze . In questocaso colla istruzione continuata noi potremmo fa-cilmente renderli cristiani, ed anche capaci adaiutarci nella conversione dei loro parenti .

Un'altra opera, che frutterebbe immenso gua-dagno di anime, si è la evangelizzazione dei sel-vaggi, che abitano lungo le rive del gran fiumeNegro .

Vi è pure una colonia sul fiume Ciubut a due-cento chilometri al sud del Rio Negro, intera-mente composta d' Inglesi del paese di Galles,Protestanti tutti, eccetto una quarantina che sonoCattolici . Colà si portano gli Indiani per venderecuoi, pelli e lane, e per comperare zucchero, matee liquori . Vi si potrebbe fare molto bene, so-prattutto per l'occasione propizia di poter trattarecogli Indigeni, i quali pei loro commercio vi ac-corrono da molte parti frequenti e numerosi .

Altro punto eziandio importante da prendersidi mira è la Terra del Fuoco, abitata da mi-gliaia di selvaggi, tra i quali pur troppo si tro-vano già varii missionarii protestanti, che hannocasa centrale nelle isole Maluine . Presto vi saràun vapore che farà viaggi periodici tra Buenos-

Ayres-Patagones-Ciubut-Santa Cruz, che é pressoallo stretto di Magellano .

Questi mi paiono i luoghi principali , ove po-terci fissare con molta speranza di buon esito, perla conversione di questi popoli infelici, ed ancheper impedire che gli eretici menino guasto inqueste povere anime .

Presentemente si sta studiando d'accordo colGoverno Argentino un progetto di colonizzare gliIndiani ; sarebbe il mezzo più acconcio per ri-durli a popolo cristiano e civile . Ma di questo leparlerò un'altra volta .

Ecco, caro D . Bosco, quel poco che abbiamofatto finora, ed il moltissimo che vi sarebbe dafare. Se la S . V. ci mandasse almeno dieci Sa-lesiani e altrettante Suore di Maria Ausiliatrice,noi potremmo dar vita a grandi opere . Ce limandi, o buon Padre , affinché tanta messe permancanza di operai non vada perduta . So bene lagrande difficoltà che si frappone . Anime corag-giose, che verrebbero in nostro aiuto, non man-cano, e la S. V. ne troverebbe molte tra i suoifigli e tra le sue figlie ; ma difettano i mezzi ne-cessarli per le spese occorrenti . Questa difficoltànoi speravamo di poterla superare , se il nostroGoverno avesse mantenuta la promessa fattaci dipassarci un annuo sussidio per questa Missione ;ma i rivolgimenti passati glielo hanno impedito, enon sappiamo quando e se arriverà ad accordar-celo .

Che cosa fare adunque ! A bisogni estremi,estremi rimedii . Noi di qui ci adopreremo a prov-vedere i mezzi di mantenimento, e perciò siamopronti a digiunare, a restringere il nostro scarsovitto, a fare risparmii di ogni genere, a mettereinsomma in disparte quanto possiamo, per divi-derlo insieme coi nostri fratelli e colle nostre so-relle, che attendiamo ansiosamente . Ma Lei, si-gnor D . Bosco, faccia appello alla carità dei Cat-tolici di Europa, perché l'aiutino almeno a pagareil viaggio fin qui ai nuovi Missionarii, e noi spe-riamo di vederci esauditi . Ecché ? Sarebbe eglivero che si possa raccogliere tra i cattivi tantodanaro per impiantare in ogni dove opere iniquee distruggitrici della fede e della morale , e chepoi non se ne trovi tra i buoni per rassodareun'opera di tanta importanza per la religione eper la civiltà, quale si è questa nuova Missionedella Patagonia ? Sarà egli vero che in mezzo atante buone persone di ambo i sessi non si pos-sano trovare i mezzi per salvare queste povereanime redente dal sangue di un Dio ? E dovremonoi vedere da una parte i Protestanti ad elargireingenti somme per inviare missionari ad innal-zare in questi deserti il vessillo dell'eresia, e dal-l'altro lato mirare i Cattolici a conservare negliscrigni il loro danaro, e rifiutarsi dal consacrarneuna parte per diffondere la verità, o farla almenocamminare di fianco all'errore ? Se ciò avvenisse,noi poveri Missionari Cattolici ci sentiremmo co-prire la faccia di rossore , e venir meno il co-raggio. Ma no, questo non avverrà . Quello cheabbiamo fatto finora, lo abbiamo fatto perché aiu-tati dalla carità cattolica ; e quello che faremo,il faremo ancora coll' appoggio della medesima .

Lei, sig . D. Bosco, la invochi a nome di questiinfelici popoli ; la invochi a nome dei suoi figlisparsi in queste ultime plaghe della terra, e Dioci aiuterà .

Mi usi poi la carità, caro D . Bosco, di scri-vermi due righe, o farmele scrivere in nome suo .Lontani circa 8 mila miglia dalla patria, ellapuò ben immaginare la dolce consolazione, che ciarreca una letterina di chi tanto ci ama, ed alquale portiamo si grande amore .

Addio, caro D . Bosco. Chi sa se potrò ancorabaciarle una volta la mano? Tanto lontano, e inproeinto di allontanarmene ancora di più per lamia Missione, temo di non rivederla mai più .Questo riflesso talora mi affligge ; ma tosto miconforto pensando che giorno verrà, in cui misarà dato di rivederla in Cielo e per sempre .

Accolga i rispetti miei e quelli de' suoi figli efiglie, qui residenti, che godono tutti buona sa-lute .Le Suore le scriveranno anche esse . Di loro

debbo dire che lavorano con un coraggio virile,e sono amatissime dal popolo .

Preghi per noi , o carissimo Padre, e facciapregare ; e noi dal canto nostro le promettiamoche, occorrendo, ad esempio del compianto nostroD. Bodrato, per Dio e per le anime daremo lavita .

Suo af'mo figlio in Gesù e MariaSac . GIUSEPPE FAGNaNO .

STORIA DELL'ORATORIO DI S. FRANCESCO DI SALES

CAPO XXIII .Opera del danaro di S. Pietro - L'obolo degli

artigianelli - Discorso di un giovanetto -Inno a Pio IX - Parole del Marchese Cavour- Sentimenti del Papa - Lettera del NunzioApostolico - Offerta dei giovani dell'Oratoriodi S. Luigi - Battaglia di Novara - Abdica-zione di Carlo Alberto - Una lettera di que-sto principe.Al Papa, come a Padre di 300 milioni di Cat-

tolici sparsi sulla faccia della terra, anzi come aMaestro di tutti i popoli, tocca di provvedere adinnumerevoli bisogni spirituali e temporali (1) . Pertacere di altri, egli deve provvedere a molte sa-cre Congregazioni di Cardinali e di Prelati, dellequali si serve per discutere e disbrigare gli af-

(1) Secondo i ragguagli più precisi e recenti che si co-noscono oggidì, la popolazione del globo è di un bilione,quattrocento cinquantacinque milioni, novecento venti tremila, e cinquecento (1, 455, 923, 500) . Essa è distribuitaper le varie parti della terra nella seguente proporzione

Europa315, 929, 000 .Asia834, 707, 000 .Africa205, 679, 000 .America

. 95, 495, 500 .Australia e Polinesia .

4, 031, 000 .Regioni polari0, 082, 000 .

Di tanti uomini, che abitano la faccia della terra . ap-pena un quinto si trova nella vera Religione, che è la Cat-tolica. Oh ! imperscrutabili giudizi di Dio

fari risguardanti a tutta la Cristianità ; provve--dere al mantenimento dei rappresentanti presso aiGoverni del mondo a protezione dei rispettivi fe-deli loro sudditi ; provvedere all'invio e sosten-tamento dei Missionarii nelle varie parti dellaterra, dove ancor non si conosce il vero Dio, nèsi gode il benefizio della divina Redenzione e dellacristiana civiltà ; provvedere insomma a cento, amille necessità, che troppo lungo sarebbe il quienumerare .

Il Papa Pio IX, essendo stato costretto ad esu-lare da Roma e privato di ogni suo avere, sitrovò nella impossibilità di sopperire a tutte que-ste spese con grave danno delle anime . Il Re diNapoli Ferdinando II gli dava bensì in Gaetalarga e generosa ospitalità ; ma quel Principe nonavrebbe potuto sobbarcarsi a tutti gli aggraviirichiesti pel buon governo della Chiesa univer-sale ; nè per altra parte pareva conveniente cheil peso pel decoroso mantenimento dello stessoPontefice gravitasse sopra di uno Stato solo . Ilperchè appena venne rilegata questa condizione dicose, i Vescovi di Francia e poi del resto dellaChiesa cattolica fecero ricorso alla carità dei fe-deli, e li esortarono che come amorose pecorellesovvenissero con elargizioni al Supremo loro Pa-store. La fede e la pietà cristiana risposero bentosto all' appello dei Prelati, e in breve tempoeccitossi in ogni ceto di persone una nobile garain favore del Papa. Alla Francia vennero ad u-nirsi la Spagna, il Belgio, la Germania e in ap-presso sin le Americhe, l'India, la Cina ed altreremotissime parti dell'Orbe cattolico . Per questaguisa ebbe origine l'Opera del così detto Denarodi S . Pietro in questi ultimi tempi, la quale mentresomministra al Sommo Pontefice i mezzi opportuniper tenere relazione con tutti i popoli del mondo,per far sentire l' influenza benefica dell'alto suoapostolato sino agli ultimi confini della terra, eper correre in aiuto agli immensi bisogni spiri-tuali e temporali di tutta la famiglia cattolica,serve eziandio di splendida manifestazione di fedee di amore alla Sede di Pietro .

L'Italia nostra, quantunque in quest'anno, 1849,fosse pressochè tutta sconvolta dalle orde mas-soniche , non poteva rimanersi dal concorrere adun'Opera cotanto egregia . Il Piemonte soprattuttogareggiò colle altre provincie sorelle, e porse unanon dubbia prova del suo inalterabile attacca-mento al Vicario di Gesù Cristo . In Torino poi,fin dal principio del mese di febbraio, alcuni piie zelanti Cattolici, ecclesiastici e laici, si costi-tuirono in Comitato allo scopo di promuovere trai fedeli, e radunare spontanee offerte da deporsiai piedi del Sommo Pio . Il Comitato promotoreera composto di questi ragguardevoli personaggiMarchese Gustavo Cavour : Marchese LodovicoPallavicini-Mossi, Senatore del Regno ; MarcheseBirago di Vische ; Marchese Fabio Invrea ; Teo-logo Guglielmo Audisio ; Teologo Avvocato Ce-rutti e il Teologo Valinotti Canonico . Molti altribuoni signori promuovevano pure nelle famigliequest'Opera medesima, e tra gli altri il Conte Ca-millo di Cavour , fratello del Marchese Gustavo .

Conosciutasi nei nostri paesi la strettezza ed i

bisogni, in cui si trovava l'esule Pio IX, i fedelisi recarono ad onore di correre in suo aiuto, enon solo i ricchi, ma i poveri eziandio vi con-tribuirono, offrendo il frutto delle loro fatiche eil risparmio dello scarso lor vivere . In quell'oc-casione ancor noi, stimando alta ventura il poterdare un segno di venerazione al Capo della Chiesa,ci privammo volentieri di ciò che ci era quasinecessario alla vita , e facemmo una colletta damettersi nelle auguste sue mani . Il Comitato pro-motore invitato da Don Bosco fu compiacente dimandare al nostro Oratorio due dei suoi illustrimembri per riceverla in persona . I due delegati era-no il Canonico Valinotti e il Marchese di Cavour .Tra i nostri documenti abbiamo trovato copia del di-scorso letto in quella circostanza da un giovinetto no-stro compagno ; ed era concepito in questi termini .

ILLUSTRISSIMI SIGNORI,

« Appena giunse tra noi la nuova dolorosa cheil Santo Padre trovasi nelle strettezze, ne fummoprofondamente commossi . Cresceva vie più il no-stro dolore al riflettere che la nostra posizione ciimpedisce di corrispondere all'inaspettato bisogno .Ciò non di meno desiderosi di dare un segno distima e di figliale venerazione verso il Capo dellaCattolica Religione, verso il comune nostro Pa-dre, il Successore di S . Pietro, il Vicario di GesùCristo, abbiamo fatto i nostri sforzi : abbiamounito l'obolo del povero . Sono trentatre lire chenoi abbiamo raccolto ; somma di poco momentoper la sublimissima sua destinazione , ma che cifarà degni di benigno compatimento, qualora siconsideri l' età nostra e la nostra condizione diartigianelli e di poveri figli di famiglia .

« Signori, noi sappiamo che il vostro cuore è buo-no, e che perciò vorrete gradire la tenue nostra of-ferta, accertandovi che la nostra volontà farebbedi più , se la impossibilità non glielo impedisse .

« Che se mai, continuava il nostro amico, che semai le nostre parole potessero in questo momentoessere intese dal Santo Padre, tutti prostrati aipiedi suoi vorremmo ad una voce esclamare cosìBeatissimo Padre, è questo il più fortunato mo-mento di nostra vita : noi siamo un ceto di gio-vanetti, i quali riputiamo a nostra più grandeventura il poter dare un segno di venerazione aVostra Santità . Ci protestiamo vostri affeziona-tissimi figli ; e malgrado gli sforzi dei malevoliper allontanarci dall' unità cattolica, noi ricono-scendo nella Santità Vostra il Successore di sanPietro, il Vicario di Gesù Cristo, a cui chi nonè unito va eternamente perduto, e nell'intima per-suasione che niuno da Voi disgiunto può appar-tenere alla vera Chiesa, dichiariamo di voler vi-vere e morire sempre uniti a questa Chiesa, dicui Voi siete Capo visibile, offrendoci pronti aspendere ogni nostro avere , ogni sostanza e lavita medesima, per mostrarci degni figli di unsi tenero Padre .

Il nostro piccolo oratore conchiudeva il suo direcosì: «Voi intanto, o Signori, gradite queste sempli-ci si, ma sincere espressioni del nostro cuore, e lagrande vostra . bontà supplisca alla insufficienza no-stra . »

Finite queste parole, un drappello di giovanicon voce argentina cantava a Pio IX l'inno se-guente, che loro aveva fatto imparare l'operosoTeologo Giacinto Carpano .

Siccome in GerosolimaI perfidi GiudeiIl Signor nostro accolseroFra canti e fra trofei,Poi crudelmente in croceDannatolo a morirGodean fargli atroceLenta agonia soffrir ;

Ahi! così pur di perfidiUn stuol scelesto e rioL'anima santa e angelicaAmareggiò di Pio ;Ier d'armonie leggiadreTutto echeggiava il ciel,Oggi quel caro PadreAbbeveran di fiel .

Pur non temiamo - SbattereLa nave tua celeste,O Santo Padre, possonoDel mondo le tempeste ;Ma disse a Te l'Eterno :Per affondarla invanCon gli empi e con l'infernoCongiurerà Satan .

Superbo è chi ti giudica,Chi ti condanna insano,Niun sulla terra uguagliasiAl tuo poter sovrano,Dio sol, Dio sol t'impera ;Quai figli innanzi a TePiegano la fronte alteraImperatori e Re .

La nostra offerta accompagnata dal riferito di-scorso e dal nostro canto toccarono sì al vivo ilcuore dei membri del Comitato, che ne rimaseroaltamente commossi . Essi ci volsero alcune fer-vide parole di lode e di eccitamento, e fattisi ri-mettere copia di tutto, nel licenziarsi da noi dis-sero : « Questi generosi sentimenti meritano divenire a notizia del Santo Padre, e lo verranno . »

Intanto il Marchese Cavour, essendo in queltempo collaboratore del giornale cattolico L'Ar-monia, dava contezza del fatto, pubblicando inlode del nostro Oratorio un importante articolo,che crediamo pregio dell'opera il qui presentareai nostri lettori .

« Nel più povero, così il Cavour, nel più po-vero dei sobborghi di questa metropoli, abitatoquasi esclusivamente da operai, che campano colprodotto delle loro giornaliere fatiche, e che tro-vansi spesso ridotti a vera miseria in seguito aduna infermità od a mancanza di lavoro, sorge daqualche anno una di quelle opere di beneficenza,di cui lo spirito cattolico è sorgente inesausta .Un zelante Sacerdote ansioso del bene delle animesi è consacrato intieramente al pietoso uffizio distrappare al vizio, all'ozio e all' ignoranza quelgran numero di fanciulli, i quali abitanti in queicontorni per le strettezze o l'incuria dei genitoricrescevano pur troppo sprovvisti di religiosa e

civile coltura . Questo ecclesiastico , che ha nomeD . Bosco, prese a pigione alcune casuccie ed unpiccolo recinto, si è recato ad abitare in quel sito,e vi ha aperto un piccolo Oratorio sotto l'invo-cazione del gran Vescovo di Ginevra, s . France-sco di Sales. Egli ha cercato di attirarvi queipoveri giovani, che dapprima trovavansi neglettie derelitti ; nel semplice e modesto Oratorio eglidistribuisce loro quella istruzione, che sopra tuttele altre discipline è sola necessaria, l'istruzionereligiosa ; egli li accostuma a praticare i loro do-veri, ad esercitare il vero culto di Dio, a con-vivere amichevolmente e socievolmente l'uno col-l'altro . Accanto all'Oratorio si trovano scuole, incui s insegnano a quella gioventù i primi ele-menti delle lettere e del calcolo ; vi è pure l'ac-cennato recinto, in cui i giovanetti nei giorni fe-stivi e nelle ore di ricreazione si sollevano congiuochi innocui e con innocenti trastulli, passandoquel tempo nell' onesta allegria , che tanto giovaalla sanità del corpo e della mente, specialmentein quella tenera età . In mezzo ad essi trovasiognor D . Bosco, il quale è costantemente ad essimaestro, compagno, esemplare ed amico .

• Si vedono solitamente nei giorni festivi daquattrocento giovanetti riuniti in quel sito, chenon presentando all'esteriore verun'apparenza, ri-mane da molti inosservato, mentre il bene che visi fa è immenso . Tutti quei ragazzi, i più deiquali sarebbero cresciuti nell'ignavia e nel vizio,s'incamminano alla virtù e al lavoro . Infatti illoro zelante precettore ed amico cerca per essicon tutto impegno qualche onesto artiere, che con-senta di accettarli presso di sè a tirocinio dell'artesua ; e l'essere un ragazzo proposto da D . Bosco,come un suo alunno, presenta ai padroni di bot-tega una guarentigia di moralità, che gli rendefacili ad accoglierlo presso di loro, onde avviarlonell'esercizio della propria professione . Così daquel semenzaio di onesti operai escono ogni annoin buon numero adolescenti, che sono in caso diprovvedere ai proprii bisogni, e che conserve-ranno, giova sperarlo, nel lungo decorso della lorovita l'abito di quella moralità, a cui i loro tenerianni furono informati .

• Aggiungiamo ancora che, trovandosi spessofra quei poveri giovani chi per la morte o la ro-vina dei proprii genitori cade in assoluto abban-dono, parecchi di questi vengono anche ricoveratiin alcune camere esistenti in quelle povere ca-succie sovraccennate , e vi ricevono pure il lorosostentamento pel tempo del loro tirocinio, finchécol frutto del loro sudore possano essi medesimimantenersi .

• In questo albergo di beneficenza recavansi ilgiorno dell'Annunziata due membri del Comitatodell'Opera del Danaro di s . Pietro, colà chiamatidal benemerito fondatore di quell' Oratorio . Trat-tavasi di ricevere un' oblazione, che quei buonied esemplari giovanetti avevano disegnato di fareper l'opera medesima. Edotti essi dei luttuosieventi di Roma, e dell'essere il Padre comunedei fedeli ridotto alla condizione di esule, vollerospontaneamente concorrere col loro obolo ad in-grossare quel tributo di figliale venerazione, che

a Torino si vuol raccogliere per deporlo ai piedidel Vicario di Cristo .

• Entrati i delegati del Comitato nel modestorecinto, ove tanto bene si va compiendo, essi ven-nero dal Direttore accolti colla più squisita cor-tesia ; quindi non senza viva commozione del lorocuore essi si videro accerchiati da quei ragazzi,che in aria festiva loro fecero bella e lieta co-rona .

• Due di questi tosto si avanzarono, e mentrel'uno sopra di un desco presentava i trentatrefranchi raccolti in mezzo a loro, l'altro pronun-ziava un semplice, ma ben sentito discorso, dicui presenteremo uno squarcio ai nostri lettori . . .»

Qui l' illustre scrittore riporta una parte deldiscorso sopra riferito e poi prosegue

• Una soave e dolce commozione si faceva sen-tire nell'animo dei delegati nell'udire queste pa-role, pronunziate con aria intelligente e con voceesprimente l'affetto da un ragazzino, il quale portale secchie di calcina e i mattoni pel servizio deimuratori, ma nondimeno mostra di provare ve-ramente sensi così nobili e generosi . Essi rispo-sero alcune brevi parole dichiarando a quei gio-vanetti, che si gloriavano di averli socii in unatto, che è una professione di quella fede catto-lica, che tanto sublima l'uomo in qualunque statoe

condizione egli si trovi . Richiesero quindi ilgiovane oratore di una copia del di lui discorso,e

quella copia fu in seguito consegnata al NunzioApostolico, che ne mostrò singolare gradimento,e si protestò di volerla inviare al Cardinale Pro-Segretario di Stato del Sommo Pontefice , cometestimonianza di sensi, che riescono altamentecommendabili, se si riflette alla posizione e agliantecedenti di coloro che li manifestarono .

• Noi poi dal canto nostro abbiamo creduto do-vere alquanto dilungarci nel recare alla cogni-zione del pubblico un fatto, che ci sembra degnodi essere altamente commendato » (1) .

Così conchiudeva il Marchese di Cavour la suarelazione sulla povera, ma affettuosa nostra of-ferta, che inviata a Gaeta tornò al Santo Padredi sommo gradimento . Persone che raccolsero lesue espressioni riferirono la cosa con queste pa-role : « L'offerta di trentatre lire fatta da gio-vanetti, e le espressioni semplici e sincere chel'accompagnavano commossero il tenero cuore diPio IX. Prese egli la somma e lo scritto che leandava unito, ne fece egli stesso un pacco, viscrisse sopra la provenienza, e disse che volevafarne un uso particolare . Quindi dava ordine aSua Eminenza il Cardinale Antonelli di scrivereuna lettera al Nunzio in Torino, onde venisse par-tecipata agli offerenti la pontificia soddisfazione .Difatto poco dopo Mons . Antonucci indirizzava aD. Bosco una lettera di questo tenore .

MOLTO REVERENDO SIGNORE,

• Rassegnando a Sua Santità per mezzo dell'E-minentissimo Cardinale Antonelli Pro-Segretariodi Stato un'altra somma del Danaro di san Pie-tro, rimessami dagli Ill.mi Signori D'Invrea e

(1) Vedi N° 40 dell'Armonia, anno 1849.

Cavour in nome del Comitato stabilitosi a taleoggetto in questa città di Torino, mi permisi difar rilevare, tra le altre, l'oblazione dei suoi gio-vinetti in lire trentatre, non che il sentimentoche espressero nel consegnarli al Comitato anzi-detto .

« La prelodata Eminenza Sua riscontrandomi inproposito in data del 18 del mese scorso si compiaceapprendermi, che una dolce emozione si è destatanell'animo del Santo Padre all' affettuosa e can-dida offerta di poveri artigianelli, ed alle paroledi tenera divozione, onde vollero accompagnarla .

« La prego perciò di far loro conoscere quantomai sia stata accetta al Santo Padre tale obla-zione, ritenendola preziosissima perché offerta dalpovero, e quanto sia lieto di vederli così per temponudrire sentimenti di ossequio sincero verso ilVicario di Gesù Cristo, presagio non dubbio dellemassime di Religione impresse nella loro mente .

« A pegno pertanto di paterna benevolenza SuaSantità comparte di tutto cuore a Lei e a cia-scuno dei giovanetti suoi alunni l' apostolica Be-nedizione, nel mentre che io coi sensi di distintastima e sincero attaccamento ho il bene di ras-segnarmi

Torino, il 2 Maggio 1849 .

A. B . Arcivescovo di TarsoNunzio Apostolico . »

Ognuno può di leggieri immaginarsi la conten-tezza, da cui fu compreso il nostro cuore alla let-tura di questo scritto, che ci dava a vedere comeil Papa tra le immense sollecitudini pel governodi tutta la Chiesa, e in mezzo alle pene e ai tra-vagli del suo esiglio, aveva avuta l'alta degna-zione di volgere un pensiero alla nostra pochezza .Quindi un raggio della più viva gioia brillò inquel momento sulla nostra fronte, e un grido fra-goroso di Viva Pio IX echeggiò ripetutamentein tutto il nostro Oratorio .Diremo a suo tempo l'uso che il Santo Padre

si degnò di fare della nostra offerta , porgendocioccasione di celebrare una solennità memoranda .

La mentovata nostra offerta con l'ultima partedel recitato discorso venne eziandio registrata nellaStoria Ecclesiastica dell' abate Rohrbacher , dovel'autore, dopo aver raccontato alcuni slanci com-moventi di povera gente verso il bisognoso Pon-tefice, fa precedere queste parole al fatto che ciriguarda . « . . . . Più grande ancora , egli scrive,è il fatto di certi giovani poverissimi e artigianidi professione , che economizzando ogni giornoqualche soldo pervennero a mettere insieme lapiccola somma di trentatre franchi, e la mandaronoai capi dell'associazione con una lettera da inte-nerire » (1) .

Somma uguale alla nostra e accompagnata quasidalle stesse circostanze veniva pur raccolta nel-l'Oratorio di S . Luigi Gonzaga, dove quali coo-peratori di D . Bosco si prestavano parecchi esem-plari Sacerdoti Torinesi . A questo proposito ci piacedi riprodurre parte di un articolo, che in quel-

(1) V . vol . XV, edizione sesta italiana,lib . 91, p . 558 .

vicino a Novara . Quivi il 23 di detto mese i dueeserciti vennero ad una battaglia campale pressoun borgo chiamato la Bicocca. Si fecero da ambele parti prodigi di valore ; ma in sulla sera lavittoria, stata sino allora disputata, rimase agliAustriaci .

Durante il fiero combattimento il valoroso Prin-cipe stava impavidamente esposto al pericolo peranimare i suoi . Vedute poi fallite tutte le suesperanze, e conosciuta la necessità di una sospen-sione d' armi, egli, per facilitare al suo popolouna più onorevole pace, volle consumare la suacarriera con un nuovo sacrifizio . Quindi in quellasera stessa, circondato da' suoi due figliuoli, Vit-torio Emanuele e Ferdinando, non che da'suoiaiutanti di campo, abdicava alla corona in favoredel suo primogenito, che prendeva il nome di Vit-torio Emanuele II . Dopo questo atto, egli abbrac-ciò e baciò ad uno ad uno gli astanti, li ringra-ziò dei servigi resi a lui e allo Stato, e dopo lamezzanotte partì da Novara, accompagnato da duesoli domestici . In capo a pochi giorni si seppeche era giunto in Oporto . città marittima delPortogallo, da lui scelta pel luogo del suo volon-tario esiglio . Ivi aggravato dal peso della sven-tura e dall'incrudire di un'antica malattia, CarloAlberto, munito dei conforti della nostra santaReligione, cessava di vivere il 28 luglio dell'annostesso .

Noi non possiamo nascondere che tutti questieventi ci addolorarono profondamente . Senza en-trare né portare giudizio sopra fatti politici, dicui punto non c'intendevamo, era cosa naturale epur doverosa che noi stimassimo ed amassimo unSovrano, che più volte ci aveva beneficati e pro-tetti, allora soprattutto quando il Vicario di To-rino e la Ragioneria minacciavano la chiusura delnostro Oratorio ; Sovrano, che dal canto suo nu-triva egregi sentimenti di cristiana pietà .

Una non dubbia prova dell'amor suo alla Re-ligione cattolica venne testé alla pubblica luce,ed é una lettera che Agli, non degenere dagli Avisuoi, scriveva a Pio IX dalla città di Alessandria,in data del 10 di settembre dell' anno 1848 (1) .Eccone alcuni tratti, che svelano appieno l'animodi quel Re .

SANTISSIMO PADRE,

«I tempi sono divenuti malvagi assai , oPadre Santo. Noi siamo veramente provati daicastighi e dalla collera di Dio . Oh! quante volteio avrei desiderato di aprire a Vostra Santità ilmio cuore, di confidarle le mie crudeli afflizioniMa avrei accresciute le pene sue proprie . Oraperò siamo giunti ad un punto così desolante perla Religione, che non posso tralasciare di par-larne a Vostra Santità . . . .

« Nemmeno la guerra ha potuto salvare il no-stro paese, dando agli spiriti direzione più sag-gia. Vostra Santità avrà saputo quanto si é fattopresso noi contro la Religione e contro gli Or-dini religiosi, mentre io era lontano da Torino .

(1) V. l'Aurora di Roma, N° 229, 7 ottobre 1880 .

l'anno stesso vedeva la luce nel N° 53 del citatoperiodico .

• Un dotto e pio collaboratore , nel N° 40 diquesto giornale, ha già richiamata l'attenzione delpubblico sull' Oratorio di S . Francesco di Sales,fondato in Torino dall'egregio Sacerdote D . Bosco,che animato dalla più perfetta carità dedicò tuttose stesso alla istruzione ed educazione dei pove-relli . L'utilità di quest'ottimo istituto non tardòa farsi conoscere, ed umili, savi, santi Sacerdotinon mancarono di unirsi al fondatore per propa-garne l'idea ; fondarono nuove case ; raccolserointorno a sè i poveri fanciulli e adulti, e prepa-rano così alla società migliori uomini, sollevan-dola di molti altri, che incamminati per una viasinistra danno poca speranza del loro avvenire .« Santa missione ! nell'esercizio della quale ilSacerdote é coronato di tutto lo splendore del suocarattere, ed imita più dappresso il nostro Re-dentore, il quale davagli questo esempio, compia-cendosi di stare in mezzo ai fanciulli, e si la-gnava se alcuno avesse cercato di allontanarlida Lui .

« Sono cari a tutti i buoni per questo motivoi nomi del T. Vola, T. Borelli, T. Carpano e diD. Ponte, i quali circondati nei giorni festivi dapiù centinaia di questi ragazzi li educano reli-giosamente e civilmente in una piccola casa del-l'istituto presso la villa reale, il Valentino .

« Invitati a raccogliere dalle mani di quei buonigiovanetti le offerte, che vollero spontanei tribu-tare all'esule Pontefico abbiamo provata la piùsoave delle commozioni, ed ammirato l' ordine ela docilità, che osservano quei ragazzi nelle lororicreazioni coi Superiori . Gradita una tale offertasarà per certo al Beatissimo Padre , e la Bene-dizione di Lui scendendo su di essi farà si, checrescano in virtù e sapienza .

«

Visitino i democratici questi luoghi, dove lapietà cristiana opera incessantemente la RIFORMAdella società ; venano questi Sacerdoti che rinun-ziarono ad ogni lusinghiera speranza della vita,che tutto sacrificano per dare alla società miglioricittadini, ed imparino che non le ciance, ma leopere giovano ; e vedendo quanto paziente e dif-ficile sia la missione dell'Educatore del popolosappiano profittarne . » Fin qui l'Armonia di queigiorni .

Intanto il ventisei di marzo, all' indomani deldì, nel quale noi davamo nell'Oratorio un sinceroattestato della devozion nostra all'augusto Esuledi Gaeta , pubblicavasi in Torino un ferale an-nunzio, che ci arrecava un cordoglio indicibile, ea parecchi traeva le lagrime . Il Re Carlo Albertoalla testa di oltre a cento mila uomini era rien-trato in campagna contro gli Austriaci per al-lontanarli dall'Italia. Tutto faceva sperare che laguerra avrebbe avuto pel magnanimo Principeun esito felice ; ma dopo alcuni fatti d' armesul Ticino i Tedeschi, o per tradimento o perincuria del generale Girolamo Ramorino, che do-veva stare a difesa di un passo di questo fiume,riuscirono a tragittarlo, e così, tramezzato l'eser-cito Piemontese, capitanati dal maresciallo Ra-detzky, marciarono contro al suo maggior nerbo

Il mio cuore ne è straziato ! Padre Santo, il maleè sì grande, che a ripararlo i mezzi umani nonbastano ; ci occorerrebbe qualche grande graziadel Signore, giacché questo male è generale, esenza un miracolo di Dio non vi è nulla a sperarequaggiù .

« Sono convinto di aver fatto tutto quanto hopotuto per il bene della Religione e dei miei po-poli ; ma ora non mi sento più assolutamentedisposto a fare il Re, e non aspetto che la finedella guerra ed il momento nel quale sia sotto-scritta la pace, per abdicare e ritirarmi in unlontano paese a terminarvi i miei di nella oscu-rità e nella pietà .

« Rinnovando a Vostra Santità le espressionidella vivissima mia riconoscenza, la supplico diaccordarmi la sua santa benedizione ; le bacio ipiedi e col sentimento della massima venerazionesono, o Beatissimo Padre,

Di Vostra SantitàUmil.°nO obbl.mo Servo e Figlio

CARLO ALBERTO . »

Un sovrano adunque, che si mostrava animatoda cotali sentimenti di religione e di bontà, nonpoteva non essere venerato dai suoi sudditi fedelie dai suoi beneficati, tra i quali andavamo alteridi annoverarci ancor noi . Quindi dopo la disgra-zia toccata a Pio IX, niun'altra cotanto ci afflissequanto quella, che si aggravò sopra questo Prin-cipe sfortunato .

BIBLIOGRAFIA

STORIA GRECADEL Sac . TEOL . GIULIO BARBERIS .

Molti sono i libri in cui viene travisata la sto-ria con grave danno della fede e dei buoni co-stumi . Perciò ci crediamo in dovere di raccomandareai nostri Cooperatori e Cooperatrici la diffusionedella Storia Antica-Greca del sac. Teol . GIULIOBaRBERis, come quella che va scevra da ogni pe-ricolo . E un' operetta pregevole sia pel metodo concui è trattata la materia, sia per la bontà dellalingua, sia soprattutto per la sodezza dei buoniprincipii . Vagii rinomati periodici d'Italia tra cuil'Unità Cattolica di Torino, l'Apologista di Mon-dovì, l'Istitutore di Torino, e Scienza e Fede diNapoli ne fecero già alti e ben meritati encomii .Serve per libro di testo a coloro, che frequentanola quarta classe ginnasiale, i quali devono istu-diarla per soddisfare ai programmi governativi ;serve eziandio per tutti quelli, che vogliono istru-irsi nella storia antica con diletto e con profitto .Si vende nella Libreria Salesiana in Torinoa L . 1, 40 .

LA FAVOLA Al SERVIGI DELLA VERITÀ .Abbiamo di sopra annunziato un buon libro

di Storia, e qui ci gode l' animo di annunziarneun altro non meno buono , nel suo genere , di

favola. Se quello ha più importanza assoluta perla materia, questo ne hn la parte sua di relativa .per la maniera onde sopperisce ad un bisogno dellescuole,e ripara ai gravi inconvenienti, che da moltidi siffatti libri derivano alla moralità dei giova-netti studiosi . Il professore Fabre dottore in Let-tere e solerte insegnante governativo , vista ladifficoltà di spiegar i classici, specialmente poeti,nelle scuole, senza porre in mano ai discenti unqualche libro di Mitologia , e d' altro canto ve-dendo che essi libri o sono voluminosi troppo ep-però cari, o piccolissimi epperò insufficienti , otradotti spesso male, o ridotti con poca esattezzada lavori stranieri, o, cosa assai peggiore, quasitutti cosparsi di espressioni poco oneste o disconce vignette illustrative, compilò con diligenzagrande e con scelta giudiziosa un bel DizionariettoMitologico di pagine 176 a doppia colonna , delquale vagii giornali educativi italiani, ed alcunidi Francia portarono giudizio molto favorevole .Ci limitiamo qui a far cenno dell'elogio del Re-visore Ecclesiastico Canonico Cavaliere AugustoBerta, e di quello del compianto filologo P . Fan-fani . Il primo fra l'altre cose dice « che egli non»

può non rendere la debita testimonianza di lode»

al giovane autore per la squisita delicatezza con» cui seppe esporre , senza venir meno al suo

compito istruttivo, le materie non sempre per» loro natura delicate, fra cui dovette necessaria-» mente aggirarsi . . . » ; e il secondo dice : « E' un»

libro condotto con tutta diligenza e opportunis-» simo nelle scuole . »

A tali giudizi ci associamo volentierissimo an-che noi, invitando quanti son capi d'Istituto, Pro-fessori di Lettere italiane e latine , e padri difamiglia, amanti della sana istruzione dei loro a-lunni e dipendenti, a provvedersi il DizionariettoMitologico del Fabre, ove in bella forma, piccolamole, e prezzo modesto troveranno abbondantis-sima copia di mitologica istruzione .

Vendesi alla Libreria Salesiana , via Cotto-lengo, n. 32, Torino, al prezzo di L . 1, 20 .

GRAZIA DI MARIA AUSILIATRICE .

Dal mese di Giugno in qua abbiamo ricevuto unnumero sterminato di racconti di nuove e pur se-gnalate grazie, ottenute dai divoti fedeli di variediocesi d'Italia e di Francia per intercessione diMaria Ausiliatrice, venerata in modo speciale nellaChiesa a Lei dedicata in Torino, presso la nostraCasa di S . Francesco di Sales . Quantunque sianostra intenzione di pubblicarne a suo tempo unnuovo fascicolo, diamo tuttavia contezza di unariferitaci poc'anzi da un buon parroco della dio-cesi di Tortona , protestando di non darle altraautorità che l' umana .

Retorbido 11 Ottobre 1880

REV.MO e CAR.` D . Bosco,

Se ogni cristiano potrebbe nascondere quei fattiche tornano ad onore suo, è però in dovere di renderenote quelle cose, che possono ridondare a maggior

gloria di Dio e de' suoi servi , e principalmentedella madre di G . C . , Maria Santissima . Eccoperché io m' accingo a descriverle una graziasegnalatissima, ottenuta nel maggio scorso perintercessione di Maria Ausiliatrice da un mioparrocchiano .

Certo Matti Angelo , padre di numerosa edottima famiglia, s' infermò gravemente di febbretifoidea . Il medico curante, che disperava delladi lui guarigione, consigliò la famiglia a chia-mare altri medici, onde non gravitasse sopra dilui solo la responsabilità, come egli disse . Ven-nero da Voghera due distinti dottori fisici ,i quali crollarono il capo , e dissero, che il casoera molto grave . Questa frase, uscita da loropiù volte, prova che avevano una ben languidasperanza di guarigione . Appena dopo il consulto fuichiamato a confessarlo , e compii il mio dovere .Allora feci una calda esortazione alla moglie del-l' infermo ed agli altri della famiglia, onde col-locassero la loro fiducia in Maria Ausiliatrice , dicui correva la festa all' indomani, e suggerii cheincominciassero subito una novena . Consigliai inpari tempo alla moglie un voto di offerta allaChiesa di costì, se otteneva la grazia . Più tardidopo il vespero (era la domenica) ritornai dall'am-malato, e trovatolo aggravatissimo lo persuasi aricevere il SS . Viatico in quella sera istessa . Ri-tornando alla chiesa a quelli, che mi chiedevanodello stato dell' infermo , io rispondeva che daitetti in giù io non aveva più alcuna speranza, mache aveva posto in Maria Ausiliatrice ogni fiducia :vedremo se Essa vorrà esaudirci . E Maria ci e-saudì in modo sorprendente .

L' indomani, 24 Maggio, festa di Maria Ausilia-trice, appena celebrata la'Messa andai dall'infermo,e con mia soddisfazione lo trovai tutto cambiato involto e senza febbre. Seppi da lui medesimo, chequando bevette quell'acqua, in cui io aveva puri-ficato le dita dopo averlo comunicato, egli provò uninterno sensibile ristoro. Aveva dormito tutto lanotte e non provava più alcun male . Era quindiimpossibile il non riconoscere l'intervento di MariaAusiliatrice, e feci proseguire la novena in rin-graziamento della grazia ricevuta . Lo visitai allasera del giorno stesso, lo visitai al domani, ed eglisempre affatto libero da ogni male . Il mercoledì poilo trovai alzato di letto e in piena convalescenza .

Ecco quanto he creduto mio dovere di notificarlead onore e gloria di Dio, e perchè tra i fedeli vadasempre più crescendo la fiducia in Maria Ausi-liatrice . Sta scritto di Maria : Qui elucidant mevitam aeternam habebunt : quelli che mi onoranoavranno la vita eterna . Perciò spero che Mariavorrà avere la bontà di tenermi conto di questopoco che ho scritto di Lei, e mi farà provare il suopotente patrocinio in vita ed in morte . Sia sem-pre lodato Gesù Cristo e la sua Santissima Madre .

Ora più non mi rimane che raccomandarmi allesue valide preghiere, ed a quelle di tutta la nu-merosa sua famiglia . Gradisca intanto i miei piùrispettosi ed affettuosi ossequii, e mi tenga per

Suo dev."'° ed a/fez ."t° Servo e Coop .YePrevosto D. Luigi BERRI .

GRAZIA OTTENUTA

per intercessione del Santo Padre Pio IX

Dal periodico il Divin Salvatore di Roma riportiamo vo-lentieri il fatto seguente ad onore dell' immortale Pio IXdi Santa Memoria .

REVERENDISSIMO PADRE,

Spedisco alla V. R. la relazione seguente . Misembra ch'essa porti tutti i caratteri del sopran -naturale. Le verranno fornite quelle testimonianzeche crederà opportune. Ciò sarebbe per noi unavera gioia, contribuire alla gloria del nostro ama-tissimo Pio IX .Lodovica Parisot, d'anni 38, era presa da una

paralisi generale cagionata da una malattia dellamidolla spinale . Guarita per la prima volta ,cadde di nuovo in uno stato assai più grave nelNovembre 1868. Da questo tempo in poi non potépiù, per così dire, abbandonare il letto . Fu por-tata allo spedale di Santa Regina verso il fine del1869. Venne curata per circa sei mesi. L'arteavendo esaurito le sue risorse, compresivi i mezziviolenti, i medici l' abbandonavano intieramente .

In questo punto, cioè verso la metà del 1870,l'inferma mangiava alquanto, quantunque il vo-mito fosse frequente .- Sul suo letto occupavasi in qualche lavo--

retto d' ago .- Tre anni passarono in tale stato .- Verso il 1874 la paralisi si manifestò uni-

versale ; le braccia e le gambe in completo tor-pore ; impossibile alcun movimento ; i vomiti se-guivano subito dopo il poco pasto, che prendeval'ammalata .

Ora ecco in quale stato veramente incredibilepassò gli anni 1875, 1876, 1877 e parte del 1878 .

La parte inferiore del corpo del tutto senza vita .Le unghie dei piedi intatte durante tale spazio ditempo furono ritrovate tali e quali : i piedi e legambe affatto contorte .

Nello spazio di tre anni niun' egestione. Unfatto sì straordinario non potè non attrarre l'at-tenzione delle infermiere, delle Suore e dei medici,che finivano per dire si sarebbe più tardi venutoin cognizione di secreti ancora sconosciuti, che spie-gherebbero il fenomeno . Quelli domandarono difare l' autopsia del cadavere morta che fosse Lo-dovica ; ciò che assai agognavano al punto di vi-sta della loro curiosità .

La malata era divenuta cieca . Aveva la ma- .scella contratta . Da un lato della bocca s'introdu-ceva per mezzo di un cannello qualche poco di ali-mento liquido, che rigettava quasi subito .

Durante questo stato di cose i medici facevanole supposizioni le più inverosimili , cioè ch' ellaprendesse il cibo di nascosto ecc . ecc. cose tuttenaturalmente impossibili .

La vita ancora si manifestava da violenti doloridella schiena, specialmente se si voleva muovere .L' udito rimase sottilissimo fino alle ultime setti-mane . La parola e l' intelligenza non furono maiattaccate. Le mani incredibilmente attrappite .

Così stavano le cose quando il giovedì 16 mag-gio 1878, la Superiora delle Suore di S . Vincenzo

de' Paoli propose d' incominciare una novena adonore di Pio IX, per domandare, mediante la suaintercessione, alla Madonna il fine d'un simile stato,un soccorso, quantunque si stesse la povera Lu-dovica assai vicina a morire .

Ma bisogna dire che la Superiora, la quale se-condo me è una santa da fare miracoli , andò agettarsi ai piedi della B. Vergine e dirle con ac-cento che Dio sempre ascolta : - O Maria, miabuona madre, per la gloria del vostro servo Pio IX,non ardisco domandarvi la guarigione di questafigliuola, ma pure . . . pure . . .!!!

La novena consisteva nel dire un Pater , Ave,il Memorare per tre volte, 0 Maria concepitasenza peccato ecc. e nove volte : Pio IX pregateper essa .

Il venerdì 17, la malata poté fare la S . Comu-nione, che da lungo tempo le era stata negata acausa dei vomiti . - La mattina si passò bene ,al pomeriggio vi fu aggravamento repentino delmale e si credé essere all' agonia . Sabato 18 fuagli estremi . Si vegliò durante la notte attendendol' ultimo respiro .

Nella domenica 19, la tapina volle cambiare illetto, operazione che da tre anni erasi resa im-possibile, e di cui l' inferma non sapeva soffrireneppure il pensiero a cagione delle sofferenze, cheil più piccolo toccamento le produceva nella partesuperiore del corpo, talmente che si era dovutoanche rinunciare a muovere tampoco il suo letto jordinario .

Innanzi a tal desiderio della malata le Suore cer-cavano qualche ripiego per non contrariarla .

Ma persistendo il desio, mentre le Suore eranoin cappella, l' infermiera prese la malata , il cuipeso era insignificante, e la cambiò di letto senzaveruna difficoltà né dolori . - La Superiora le'mostra di sgridare, indi volta l'attenzione a Pio IX,in cui ella aveva gran fiducia, appose alle membramalate alcuni pezzi delle vesti del Santo Ponte-fice . La notte dalla Domenica al lunedì fu buona(da molto tempo ogni pena era svanita) . Il lunedì20 a mattina, l'inferma domandò della zuppa cheinghiottì con avidità. D' allora in poi nessun vo-mito. Il martedì 21 mangiò carne ; le mani co-minciarono a muoversi ; mercoledì 22 l' infermapoté l'arsi il segno della croce . Mangiò da sé . -Gli occhi s' aprirono d' innanzi alla fotografia diPio IX che le si teneva avanti .

Naturalmente le preghiere continuavano ardentie incoraggiate . - Giovedì 23 mangiò molto . Eper la prima volta da tre anni ricominciarono leegestioni . Il venerdì 24 l'inferma s' alza, si mettele calze e fa qualche passo con qualche titubanza .Sabato 25, chiusura della novena , le si portò laSantissima Comunione con qualche solennità . Lagiornata fu eccellente, l' inferma rimase lunga-mente in piedi . Domenica 26 s'incominciò unanovena di ringraziamento (naturalmente veniva fe-steggiato Pio IX) . La malata fece la sua toelettaper bene affin di andare in cappella, e poté quindiassistere ai vesperi ed al mese mariano .

Col lunedì 27 prese il suo tenore di vita chedura ancora da un anno e più .

Fu presa per infermiera della. casa : la debo-

lezza diminuì, e dopo qualche giorno poté disim-pegnare tutti i servigi ordinarii d' una fantesca .

Ecco, mio carissimo padre, la cosa in abbozzo .Il giorno 25 maggio scorso, giorno dell'anniver-sario, mi si parlò di questo avvenimento . Ho vo-luto mi si raccontasse per disteso ; e glielo spe-disco .

Tra due medici, l' uno afferma categoricamenteche vi ha intervento divino , l' altro consideral' inferma con uno stupore superstizioso , avendoprognosticato che ciò non sarebbe per durare . Lcertamente un onesto uomo , ma come tanti al-tri attribuisce la cosa a ragioni occulte .

Al presente ho d' innanzi a me la malata chesta benissimo . E una buona figliuola , semplice ,pia , precisa nelle sue risposte e pronta nell' a-dempire i suoi doveri .Se V. R. giudicherà seria tal cosa metto a di-

sposizione tutte le indicazioni possibili . Non man-cheranno testimoni degni veramente di fede .

Gradisca ecc .firmato

T . FAGes . O. P .

LA PATAGONIA

e le Terre australi del Continente americano

CAPO VI .

Continua la storia dello stabilimento di Carmen .

La violenza e la tirannia riescono sovente a dannodi chi le usa. Così fu dei soldati Argentini inCarmen, che ben tosto s'avvidero non potersi ri-trarre dal paese conquistato, che stenti e miseria .Disertato il villaggio dagli abitanti impauriti,abbandonata l'agricoltura, qual mezzo di sosten-tamento sarebbe rimasto per avvenire al presi-dio dei vincitori? Il comandante accortosi delgrave pericolo, si ritirò a Buenos-Ayres, lasciandoa sostituirlo uno de' suoi soggetti .

Intanto gli sfortunati abitatori di quella terra,costretti dall'indigenza, si diedero al commerciocogli Indiani, fino allora tanto abborrito ; e fuvvicosì uno scambio attivissimo di pellicce e di tes-suti rceati dai selvaggi, e pagati con utensili edoggetti d' ogni sorta , che i Carminesi avevanopotuto involare alla rapina dei loro nemici . Aquesto modo, in poco tempo la popolazione sivenne di nuovo raccogliendo in paese, e riacqui-stò una certa qual floridezza . Ma sopraggiunseben presto un nuovo disastro , che rimise a re-pentaglio l'esistenza della colonia . I soldati , cheguardavano la terra pel Governo Argentino , siribellarono al governatore, e lo trucidarono ; quindi,rivoltisi contro gli ufficiali , incrudelirono su diessi, abbandonandosi al sangue con selvaggia sfre-natezza , finché alcune schiere, mandate da Bue-nos-Ayres, li costrinsero a fuggire fra gli In-cas, dove continuarono la loro vita scapestrata esanguinaria .

Tuttavia, con' una laboriosità commerciale in-

stancabile ed assidua, il paese di Carmen risol-levossi ancora da questa scossa, e pervenne acosì fiorente prosperità, che si videro in pocotempo accumulare e crescere ricchezze straordi-narie, sebbene basate sul mal acquisto di bestia-mi, che i selvaggi, per ingordigia di compenso,andavano predando nei paesi limitrofi . Né Diopermise che potessero a lungo e tranquillamentegodere di questa fortuna, giacché un ufficiale Ar-gentino, chiamato Pincheira, insieme colla mag-gior parte dei suoi soldati, abbandonò l'esercito,ed associatosi coi selvaggi ordinò una compa-gnia di circa trecento nomini , coi quali diedesi iad infestare le terre circostanti, recando gravis-simo impaccio al commercio, e derubando i piùricchi possedimenti . Accadde inoltre che la guerrafra Buenos-Ayres ed il Brasile facesse accorrereal paese di Carmen, tenuto come terra fuor di I

contesa, una moltitudine di gente, in gran parteventuriera, e carica di bottino predato per maree per terra, sui Brasiliani. Questi , irritati diveder accogliersi in quella colonia gli oggetti, cheerano stati lor tolti , stabilirono di impadro-nirsene , ed a quest' uopo inviarono alcune navicariche di soldati, che scesi a terra vennero allavolta di Carmen. Ma la lunghezza del cammino,l'ardore del sole estivo e la mancanza d' acquaaffransero le forze dei Brasiliani, che abbattutisicoi nemici furono intieramente sconfitti . Molti diessi, fra i quali il loro generale , rimasero sulcampo; gli altri colle loro navi furono fatti prigioni .

Un anno dopo questa lotta si vedevano ancorale pianure del Carmine coperte di ossa sparse,e gli uccelli di rapina che si disputavano i branidi carne seccati al sole . Erano i resti dei ca-daveri Brasiliani , che i vincitori non avevanogiudicati degni dell' onore della sepoltura . Paredei resto, che tale fosse il costume degli Ameri-cani, dopo una guerra accannita ; uso che si man-tenne in varie regioni ancora, ove è già penetratala civiltà . I campi di battaglia, dopo il conflitto,presentano l'aspetto di cimiteri sconvolti, spetta-colo atto ad inspirare trista riflessione sulle violenteagitazioni, alle quali buona parte della societàamericana è tuttavia in preda .

Intanto i Brasiliani, fatti prigioni nel combat-timento del Carmine, furono, per paura d'ingom-bro, mandati a Buenos-Ayres a piedi, nella sta- igione più calda dell'anno , e sotto la condotta dibarbari ufficiali . Quei disgraziati percorsero ol-tre a trecento leghe, per deserti aridi ed ardenti,divorati dalla sete, sottomessi alle più dure pri-vazioni, ed ai trattamenti più disumani . Un grannumero amori nel cammino, altri sfiniti per la fa-tica, o indeboliti da malattie , non poterono se-guire i loro compagni, e vennero abbandonati inquelle pianure inospitali . Questi barbari tratta-menti ci fanno vedere le terribili conseguenzedelle passioni politiche e di nazionalità in cuori,cui la religione non freni e non riduca a mitisentimenti colla carità cristiana .

La prosperità del Carmine, che era smisurata-mente cresciuta col frequente, affluire dei corsarie dei forestieri, doveva necessariamente ricadere,quando questi venissero a mancare .

Conchiusa di fatto la pace del 3 ottobre 1828,tra il Brasile e Buenos-Ayres , la colonia rico-minciò a decadere, e le si presentò un'era novelladi calamità e di ruina . Gli Indigeni ripresero ilcorso delle loro devastazioni , ed il terrore chesparsero per lungo tempo sopra le due rive delRio Negro fu tale, che un gran numero degli a-bitanti del Carmine andò a cercare nei dintornidi Buenos-Ayres la tranquillità, che non potevanopiù godere nelle vicinanze degli Incas e dei Pa-tagoni . Circa il 1840 , questo stabilimento , cheebbe tante vicende di benessere e di avversità,si trovava nelle più deplorevoli circostanze . Eanzi a temere la completa ruina di questa colo-nia, se il Governo di Buenos-Ayres non si dàpremura di provvedervi, finché riesce possibile ;poiché anche ai nostri giorni il Carmine va manmano perdendo quel po' di prosperità, che gli erarimasta, ed il commercio vi si spegne quasi affatto .

Venendo Carmen a decadere interamente, scriveil La Croix, i selvaggi della Patagonia , ormaisicuri dal contatto dei forestieri, campeggerannoinsolentemente nella dimora dell'uomo civile , esospenderanno gli arnesi dei loro cavalli alle pa-reti delle case cittadine . La distruzione della co-lonia di Carmen sarà una vera perdita ai na-vigatori e commercianti di Buenos-Ayres ; essarenderà inoltre assai difficile ogni altro stabili-mento in quelle regioni .

I provvedimenti che il citato autore crede ne-cessari alla conservazione della colonia di Carmen,e perciò al vantaggio commerciale della RepubblicaArgentina , oltreché pericolosi ed impossibili adusarsi senza spargimento di sangue, e senza con-traccambiare ai selvaggi quel terrore istesso, cheessi inspirano agli abitanti delle loro regioni, nonvarrebbero di per sé che a mantenere un puntocommerciale d'importanza assai limitato e ristret-to, nel mentre che costringerebbero a star sem-pre in sull'armi fra mille pericoli e travagli . Maa chi considera la causa dell' umanità , a chi sisolleva dalla gretta idea di razza, di paese e digente, e ravvisa in ogni uomo, in ogni famiglia,in ogni popolo un diritto naturale, indistruttibilealla giustizia, alla felicità cui aspira l'umana cre-atura, il risultato dei mezzi sanguinarii può riu-scire tutt'altro che soddisfacente . Con questi mezzisi dovrebbe vedere un' intera razza di esseri ra-gionevoli al par di noi , esclusa per sempre dalconsorzio de'suoi simili, coi quali non verrebbead avere altra relazione che di odio e d'inimici-zia perenne . Eppure quei selvaggi, che a giudi-zio del senno profano, non sarebbero che nemicipericolosi da combattersi', fiere crudeli da do-marsi o distruggersi, o esseri incompatibili collamoderna civiltà , da ricacciarsi fra le gole roc-ciose delle Cordigliere o sugli eterni ghiacciai delmar polare , innanzi allo spirito infinitamentemisericordioso e benigno del Dio Salvatore, sonoanime preziose , che da una malvagità passata,rese forse meritevoli dell'abbiettezza, in cui orasi giacciono, son tuttavia suscettibili di un risor-gimento morale, e d'una santa aspirazione al fe-lice avvenire, che serba il Signore dei popoli aisuoi veri adoratori .

L'ora di questo risorgimento avventurato pareormai segnata da Colui, che tutto guida con pesoe misura, soavità e fortezza . In questi giorni dimisericordia, si rileva in quei selvaggi un' incli-nazione misteriosa , eppur forte ed espansiva, adabbracciare relazioni fraterne co' ministri del Diovivente ; una docilità consolante nell' ascoltarnela parola di salute , e un vivo desiderio di en-trare nel gregge di Gesù Cristo .

Forse il luogo più acconcio , non solo a co-minciare, ma a tener viva e rendere efficace l'o-pera della missione nelle desolate ed immenseregioni della Patagonia , si è appunto il villag-gio di Carmen, dove i Patagoni mantengono tut-tavia una traccia di commercio, e che può dirsiperciò il passo d' incontro fra il mondo civile, egli ultimi resti della barbarie umana. I Salesianicolà approdati sul principio del corrente anno ,confidenti nell'onnipotenza di Dio, nell' interces-sione della Celeste Ausiliatrice , avvalorati dallepreghiere dei buoni , ed aiutati dai soccorsi deiCooperatori, dopo lunghi stenti e ripetute prove,riuscirono già a stabilire due scuole, una pei ra-gazzi, e l'altra diretta dalle Suore di Maria Au-siliatrice, per le giovanette . Fra poco s'impian-teranno due ospizi di carità pei figli e per lefiglie degli Indigeni , e così sempre più vividoParassi il raggio della speranza di potere , comediceva il grande Pio IX, civilizzare e salvare laPatagonia per mezzo dei Patagoni .

IL NUOVO PRESIDENTEDELLA REPUBBLICA ARGENTINA .

Il telegrafo recò la notizia che il generaleRocca venne eletto Presidente della RepubblicaArgentina . Il generale Giulio Rocca, d' origineitaliano, era da tempo preconizzato a si grandecarica, e la sua nomina fu accolta con molta sod-disfazione . Ha 38 anni circa di età, possiede va-ste cognizioni militari e politiche, e diede sem-pre prove di grande patriottismo . E insieme conlui che l'anno scorso i Missionari Salesiani e l'e-gregio dottore Antonio Espinoza si avanzarono peldeserto dei Pampas sino alle sponde del Rio Ne-gro, sulle porte della Patagonia .

AVVISO AI COOPERATORI .

Arrivano non di rado all' uffizio del Bol-lettino lettere di Cooperatori con reclami,ora per numeri loro non pervenuti, oraper inesattezza di nome, cognome, titoli eluogo di dimora sulla fascetta dell' indirizzo .Varie sono le cause che diedero origine aquesti dispiacevoli inconvenienti ; non ultimadelle quali si è la scrittura poco intelligi-bile, con cui ci furono consegnate alcuneliste di nuovi associati .

A fine di evitare per l' avvenire cotaliinconvenienti, preghiamo i Cooperatori avolercene avvertire con semplice cartolinapostale o con doppia, se bramano risposta,e se la cosa dipende da noi, e non dagliuffizi di posta, vi porremo rimedio al piùpresto possibile . Li preghiamo altresì divolerci indicare l'ultimo uffizio postale, dondericevono il Bollettino, e di scrivere quantoriguarda all' indirizzo con carattere chiaroe intelligibile .

Noi accettiamo poi con rispetto e con ri-conoscenza tutte quelle ragionevoli osserva-zioni e suggerimenti, che ci volessero fa-vorire i nostri zelanti Cooperatori e massimei Capi e Decurioni, per la regolare trasmis-sione del periodico, e pel maggiore sviluppodi questa Pia Associazione, affinché si possasempre meglio conseguire il fine, per cuifu instituita ed approvata dalla Santa Sede .

INDULGENZE SPECIALIpoi Cooperatori Salesiani .

Ogni Cooperatore può acquistare Indulgenza ple-naria una volta al giorno, da applicarsi alle animedel Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-tandola innanzi al Crocefisso .

Indulgenza plenaria ogni volta che si accostaalla santa Comunione .

Può altresì lucrare moltissime Indulgenze ple-narie nel corso del giorno mediante la recita disei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente delSommo Pontefice. E queste indulgenze applicabilialle anime purganti, le può acquistare toties quo-ties, ossia tutte le volte che recita i suddettiPater, Ave e Gloria in qualunque luogo senzabisogno di Confessione e Comunione, purché siain grazia di Dio .

Oltre a queste, un'altra Plenaria ne può gua-dagnare ogni domenica, e _ nei giorni qui sottonotati, purchè confessato negli otto giorni, e co-municato visiti una qualche chiesa, pregandovisecondo l'intenzione del Sommo Pontefice .

Mese di Dicembre .

3 . S. Francesco Zaverio, apostolo delle Indie .8 . Immacolata Concezione di Maria Vergine .

16. Primo giorno della Novena del SS . Natale .21 . S . Tommaso Apostolo .24 . Ultimo giorno della Novena e vigilia di Natale .25. Natività di N. S. G. C .27. S. Giovanni Apostolo ed Evangelista .

Con permesso dell'Aut . Eccl . - FERRARI GIUSEPPE gerente respons .

Tip. di San Vincenzo de' Paoli. Sampierdarena 1880 .