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PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO - NUOVA SERIE - Anno LIV - N. 11 - DICEMBRE 2008 Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB di Forlì - Direttore responsabile: Francesco Partisani contiene I.R. Continua a pag. 2 Messaggio del Vescovo LUIGI Carissimi fratelli e figli della Diocesi di San Marino-Montefeltro, rinnovo a ciascuno di voi e a tutti l’augurio di un sereno Natale, fonte di una autentica speranza cristiana e di un rin- novamento della nostra missione ecclesiale. Arriviamo a que- sto Natale come, purtroppo, da tanti anni con un carico terri- bile di dolori, di violenze, di sopraffazioni, di ingiustizie che segnano, quotidianamente, la vita della società in tutte le sue articolazioni: da quelle più immediate e semplici come la fa- miglia, a quelle delle vicende nazionali e mondiali. Anche questo 2008 è stato un anno brutto; sono convinto che quan- do Papa Benedetto XVI ha usato per la prima volta il termine bello per definire la vita cristiana, aveva di certo in mente, di contrappunto, questa bruttezza della vita quotidiana che ca- ratterizza il nostro tempo. È brutta una vita perché non ha una speranza; Benedetto XVI ci ha insegnato che la speranza cristiana riguarda certamente il futuro ma è saldamente radicata nel presente; la speranza cristiana è Cristo che salva la nostra vita ogni istante, con una straordinaria capacità di cambiamento della nostra esi- stenza. Riviviamo lo spirito di Cristo risorto e questo, non sol- tanto informa la nostra intelligenza ma, come ci ha detto sem- pre Benedetto XVI, performa la nostra esistenza, cioè la cam- bia. Abbiamo vissuto questo anno senza farci travolgere dal male del mondo e dalla bruttezza della vita quotidiana, perché siamo stati testimoni certi della morte e della resurrezione del Signore e abbiamo cercato di dare la nostra testimonianza nelle concrete circostanze quotidiane della nostra vita di lavo- ro, di famiglia, di professione, cercando di mostrare che la fe- de cambia in meglio la vita e rende l’uomo più umano. Ma la radice di tutto questo cambia- mento, la radice di questo mira- coloso cambiamento che avviene addirittura quasi contro di noi, in “spes contra spem”, diceva San Paolo, è l’incarnazione del Si- gnore, la radice di tutto è la in- carnazione del verbo di Dio in Gesù Cristo. Questa incarna- zione ha aperto la storia umana alla presenza di Dio e ha re- so la presenza di Dio il fattore fondamentale di propulsione della vita personale e sociale. Ma questo miracolo, l’unico ve- ro grande miracolo per cui tutti gli altri sono soltanto echi e messaggi, quello dell’ incarnazione, ha un suo cuore profondo e tenerissimo: è la nascita del verbo di Dio nella nostra carne mortale, come dice S. Agostino, nel seno della Vergine Maria. Noi adoriamo il Bambino Gesù; da duemila anni la Chiesa adora il Bambino Gesù perché egli è il punto in cui Dio ha toccato l’umanità, anzi l’ha toccata facendosi generare dall’umanità; perché la Madre del Signore ha generato il fi- glio di Dio nella carne e l’ha generato lei che, essendone Ma- dre ne è poi stata la prima e più fedele figliola. La Madre del Signore lo ha generato, dice S. Agostino, prima nell’intelli- genza che nella carne, perché ha accettato incondizionata- mente la presenza di Gesù Cristo nella sua vita e quella voca- zione straordinaria a generare il verbo di Dio nella carne e poi a seguirlo, passo dopo passo, lungo tutta la sua vita come prima pellegrina delle fede dietro suo figlio, come l’ha defini- ta nelle Redentoris Mater, Giovanni Paolo II. Fratelli tornia- mo ad adorare il Bambino Gesù, riconoscendo che lì comincia tutto il grande evento della redenzione della salvezza e inco- IN OCCASIONE DEL SANTO NATALE AI NOSTRI CARI LETTORI I PIÙ FERVIDI AUGURI DI Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Buon Natale e Felice Anno NuovoNatale, fonte di una autentica speranza cristiana e di un rin- ... questo 2008 è stato un anno brutto; sono convinto che quan- ... Buon Natale e Felice

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PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO - NUOVA SERIE - Anno LIV - N. 11 - DICEMBRE 2008Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB di Forlì - Direttore responsabile: Francesco Partisani

contiene I.R.

Continua a pag. 2

Messaggio del Vescovo LUIGICarissimi fratelli e figli della Diocesi di San Marino-Montefeltro,

rinnovo a ciascuno di voi e a tutti l’augurio di un serenoNatale, fonte di una autentica speranza cristiana e di un rin-novamento della nostra missione ecclesiale. Arriviamo a que-sto Natale come, purtroppo, da tanti anni con un carico terri-bile di dolori, di violenze, di sopraffazioni, di ingiustizie chesegnano, quotidianamente, la vita della società in tutte le suearticolazioni: da quelle più immediate e semplici come la fa-miglia, a quelle delle vicende nazionali e mondiali. Anchequesto 2008 è stato un anno brutto; sono convinto che quan-do Papa Benedetto XVI ha usato per la prima volta il terminebello per definire la vita cristiana, aveva di certo in mente, dicontrappunto, questa bruttezza della vita quotidiana che ca-ratterizza il nostro tempo.

È brutta una vita perché non ha una speranza; Benedetto XVIci ha insegnato che la speranza cristiana riguarda certamenteil futuro ma è saldamente radicata nel presente; la speranzacristiana è Cristo che salva la nostra vita ogni istante, conuna straordinaria capacità di cambiamento della nostra esi-stenza. Riviviamo lo spirito di Cristo risorto e questo, non sol-tanto informa la nostra intelligenza ma, come ci ha detto sem-pre Benedetto XVI, performa la nostra esistenza, cioè la cam-bia. Abbiamo vissuto questo anno senza farci travolgere dalmale del mondo e dalla bruttezza della vita quotidiana, perchésiamo stati testimoni certi della morte e della resurrezione delSignore e abbiamo cercato di dare la nostra testimonianzanelle concrete circostanze quotidiane della nostra vita di lavo-ro, di famiglia, di professione, cercando di mostrare che la fe-de cambia in meglio la vita e rende l’uomo più umano. Ma la

radice di tutto questo cambia-mento, la radice di questo mira-coloso cambiamento che avvieneaddirittura quasi contro di noi, in“spes contra spem”, diceva SanPaolo, è l’incarnazione del Si-gnore, la radice di tutto è la in-carnazione del verbo di Dio in Gesù Cristo. Questa incarna-zione ha aperto la storia umana alla presenza di Dio e ha re-so la presenza di Dio il fattore fondamentale di propulsionedella vita personale e sociale. Ma questo miracolo, l’unico ve-ro grande miracolo per cui tutti gli altri sono soltanto echi emessaggi, quello dell’ incarnazione, ha un suo cuore profondoe tenerissimo: è la nascita del verbo di Dio nella nostra carnemortale, come dice S. Agostino, nel seno della Vergine Maria.Noi adoriamo il Bambino Gesù; da duemila anni la Chiesaadora il Bambino Gesù perché egli è il punto in cui Dio hatoccato l’umanità, anzi l’ha toccata facendosi generaredall’umanità; perché la Madre del Signore ha generato il fi-glio di Dio nella carne e l’ha generato lei che, essendone Ma-dre ne è poi stata la prima e più fedele figliola. La Madre delSignore lo ha generato, dice S. Agostino, prima nell’intelli -genza che nella carne, perché ha accettato incondizionata-mente la presenza di Gesù Cristo nella sua vita e quella voca-zione straordinaria a generare il verbo di Dio nella carne epoi a seguirlo, passo dopo passo, lungo tutta la sua vita comeprima pellegrina delle fede dietro suo figlio, come l’ha defini-ta nelle Redentoris Mater, Giovanni Paolo II. Fratelli tornia-mo ad adorare il Bambino Gesù, riconoscendo che lì cominciatutto il grande evento della redenzione della salvezza e inco-

IN OCCASIONE DEL SANTO NATALE

AI NOSTRI CARI LETTORI I PIÙ FERVIDI AUGURI DI Buon Natale e Felice Anno Nuovo

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2MONTEFELTRO DALLA PRIMA PAGINA

MONTEFELTROPERIODICO DELLA DIOCESI

DI SAN MARINO -MONTEFELTRO

NUOVA SERIE

Anno LIV - N. 11 - dicembre 2008Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post.

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1 comma 2 - DCB di Forlì

Aut. Trib. di Pesaro n. 72 del 3.4.1956

www.rsm-montefeltro.chiesacattolica.itwww.diocesi-sanmarino-montefeltro.it

Direttore responsabile:Francesco Partisani

Direzione ed amministrazione:Via del Seminario, 5 - 61016 Pennabilli (PU)

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E-mail: [email protected]. 12259610

Stampa:Tipo-Lito Stilgraf - Cesena

Tel. 0547 610201 - Fax 0547 367147

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Associato alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici

mincia con la tenerezza e la fragilitàcon cui comincia sempre la vita di unuomo. Dio che è diventato uomo ha as-sunto anche le condizioni dell’iniziodella vita umana e le condizioni dellavita umana sono certamente di preca-rietà e di fatica; ma tutto, nel Signore, èstato avvolto fin dal primo momentodalla grande e definitiva tenerezza diMaria di Nazareth. Torniamo anchenoi, quest’anno, alla Capanna di Be-tlemme, prostriamoci come la Madonnadavanti al Signore che vagisce e segnae dice il suo primo ingresso nella sto-ria; in Gesù Bambino che vagisce epiange è il verbo di Dio che vagisce epiange, è il verbo di Dio fatto uomo cheassume i ritmi dell’u manità, dall’inizioverso il compimento. Noi, oggi, più chemai dal Natale, siamo richiamati a vi-vere come Maria, ad accettare nelprofondo della nostra intelligenza e delnostro cuore questo evento, l’unicoevento che rende possibile la salvezzadell’uomo. Riconosciamo, dunque, il Si-gnore Gesù Cristo come redentore dellanostra vita, affidiamoci a lui come Ma-ria, apparteniamo seriamente e quoti-dianamente alla Chie sa, impariamodalla Chiesa i criteri veri di comporta-mento e di giudizio, amiamo questoumanesimo cristiano che la Chiesa vivee proclama da duemila anni, facciamo-lo nostro questo umanesimo, questo mo-do nuovo e umano di vivere. Facciamo-

Continua da pag. 1

lo nostro e viviamolo e soprattutto ab-biamo il coraggio di proporlo a tutti,perché soltanto nell’ambito di questoumanesimo che nasce dalla fede, che èsostanziato di carità, soltanto qui l’uo-mo può ritrovare autenticamente se stes-so e la società essere positivamente in-fluita nel presente e per il futuro. Vichiedo di pregare per me e per la Dio-cesi, soprattutto per il buon esito dellavisita pastorale di cui, la prima parte, siè conclusa nei giorni prima dell’i niziodell’Avvento con grandissimi dati positi-vi di cui ho già parlato, in alcune riu-nioni del clero, ma di cui vi farò parte

attraverso un opportuno documento. IlSignore Gesù Cristo che nasce bambinoa Betlemme sia il grande affetto dellanostra esistenza in questi tempi; mettia-moci in cammino verso di lui, a Betlem-me, e dopo di lui, seguendolo ogni gior-no nella sua vita così come la Chiesa larende presente a noi, rendendoci con-temporanei a lui.

Vi benedico tutti di cuore.

GLI IMPEGNI DEL VESCOVO IN OCCASIONEDELLE PROSSIME FESTIVITÀ

22 Dicembre Ore 10,00: Ritiro dei Selesiani a Murata (RSM)

23 Dicembre Ore 11,00: Incontro con gli Uffici di Curia per scambio di Auguri

24 Dicembre Ore 23,45: Duomo di San Leo, S. Messa25 Dicembre Ore 11,15: Cattedrale di Pennabilli, S. Messa

200916 Gennaio Ore 11,00: Basilica di San Marino, S. Messa

Ore 15,30: Eremo Madonna del FaggioS. Messa

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3MONTEFELTRO LA TERZA

Forse non è più di moda parlare dibontà o di magnanimità durante le festedel Natale, eppure associare il Natale allabontà, il Natale a una vita migliore, è co-sa talmente radicata nel cuore della genteche neppure la peggior pubblicità riesce adistaccarsene.

Masaccio non era certo un modello digentilezza. Si chiamava, forse non tutti losanno, Tommaso di ser Giovanni di Mon-te Cassai e il soprannome Masaccio glivenne proprio dai suoi modi di fare grez-zi e scontrosi. Tuttavia Masaccio era buo-no d’animo e capace di guardare. Questa,infatti, è la discriminante: la bibbia stig-matizza l’empio con questa parole: Coluiche quando arriva il bene non lo vede. Ilsegreto dell’esser buoni, o meglio ancorasanti, trova la sua sorgente nella capacitàdi vedere il bene. Così descrive Masaccioil Vasari:

Fu persona astrattissima e molto a ca-so, come quello che, avendo fisso tuttol’animo e la volontà alle cose dell’artesola. Si curava poco di sé e mancod’altrui. E perché è non volle pensar giàmai in maniera alcuna alle cure o cosedel mondo, e non che altro al vestire stes-so, non costumando riscuotere i danarida’ suoi debitori, se non quando era inbisogno estremo, per Tommaso che era ilsuo nome, fu da tutti detto Masaccio. Nongià perché è fusse vizioso, essendo egli labontà naturale, ma per la tanta straccu-rataggine.

La bontà naturale di Tommaso di serGiovanni la si scorge nel tocco vibrantedella sua pittura. Vibrante e scabra ad untempo. Gli sguardi intensi che ci regala:quello drammatico di Adamo, quello acu-to di Pietro, quello penetrante e purissimodi Maria raccontano in modo mirabile lastoria della nostra fede, che l’evangelistaGiovanni sintetizza nel Prologo:

Il verbo si è fatto carne e noi abbiamovisto la sua gloria (Gv 1,14).

La Vergine Maria è il modello princi-pale a cui, appunto guardare, per acquisi-re quel vedere così caro al progresso del-la fede. Giovanni Paolo II nella sua Rosa-rium Virginis Mariae chiedeva di mettersi

alla sua scuola, anzi alla scuola degli oc-chi del cuore di Maria.

Gli occhi del cuore di Maria, infatti, siconcentrano in qualche modo su di Luigià nell’Annunciazione, quando lo conce-pisce per opera dello Spirito Santo; neimesi successivi comincia a sentirne lapresenza e a presagirne i lineamenti.Quando finalmente lo dà alla luce a Be-tlemme, anche i suoi occhi di carne siportano teneramente sul volto del Figlio,mentre lo avvolge in fasce e lo deponenella mangiatoia. Da allora il suo sguar-do, sempre ricco di adorante stupore, nonsi staccherà più da Lui (cfr Lc 2, 7)

cati nella loro razionalità. Solo i Magi sipongono decisamente alla scuola di Ma-ria. Il primo, prostrato, bacia i piedi alBimbo divino; il secondo – in ginocchio –è assorto in preghiera, ma è il terzo cheaffascina. È rimasto impietrito, in piedi,lo suo sguardo fisso sulla Vergine Madree quasi sfugge al gesto del servo intento atogliergli al corona. I colori delle sue ve-sti rimandano a quelli di Maria e di Gesù.La sua figura eretta taglia così la scenache si svolge alle sue spalle delimitando – con la Vergine – uno spazio mistico: lospazio della fede e della preghiera. Ed èdentro a questo spazio che si coglie lo

“L’ARTE COME PREDICAZIONE EVANGELICA”Un fatto al mese

di Suor Maria Gloria Riva*

Masaccio, lo sguardo di Maria e lo spazio della fede

[RVM 10]. Maria possiede poi uno sguar-do interrogativo e penetrante capace dileggere nell’intimo di Gesù, fino a perce-pirne i sentimenti nascosti e a indovinar-ne le scelte, come a Cana (cfr Gv 2, 5).

Ritroviamo questo sguardo in un’im -magine di Maria dipinta proprio da Ma-saccio. Si tratta di una “Adorazione deiMagi” presente al Museo Statale di Berli-no che un tempo fu parte di un politticodestinato a Pisa, polittico smembrato e inparte disperso.

Masaccio ha reso il corteo dei Magivestendo i personaggi secondo la modadel suo tempo. Ha voluto così rappresen-tare l’umanità di sempre posta di fronte almistero.

Alcuni sono visibilmente distratti, in-curanti della scena che si svolge sotto iloro occhi, seguitano nelle loro occupa-zioni quotidiane. Due uomini in cappegrigie appaiono indecisi: forse sono at-tratti dall’evento, ma restano come bloc-

sguardo di Maria così pensoso, così inter-rogativo, così intensamente radicato den-tro la sua anima abitata dalla grazia.

Maria non guarda il Figlio, anzi, nep-pure guarda alcuno degli omaggianti; ilsuo sguardo si perde nel vuoto, si perdedentro quello spazio mistico così denso dipresagi. Il suo sguardo qui, è lo stessoche avrà a Cana, uno sguardo capace dileggere nell’intimo di Gesù, fino a perce-pirne i sentimenti nascosti e a indovinar-ne le scelte; uno sguardo capace di presa-gire l’ora, condolerne col Figlio, eppureaffrettarne lo scoccare perché è l’ora del-la manifestazione dell’Amore.

Maria ostende Gesù per l’adorazionecon un gesto pieno di timore e di consa-pevolezza. L’offerta che questo Bimbofarà di sé pesa già sulle sue spalle, spallericurve e gonfie di dolore come Masacciole lascia indovinare sotto la curva grevedel manto.

* Comunità Monasticadell’Adorazione Perpetua”- Pietrarubbia

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4MONTEFELTRO ATTUALITÀ

I VENERDÌ DELL’AC: CONFERENZA DI UMBERTO FOLENA SUL TEMA “QUANTO COSTA LA CHIESA?”

La cattiva informazione giornalistica La cattiva informazione giornalistica sul finanziamento statale alla Chiesa cattolicasul finanziamento statale alla Chiesa cattolica

Lo sapevate che la Chiesa Cattolica co-sta ogni anno allo Stato Italiano più di 4miliardi e mezzo, praticamente “una mez-za Finanziaria”? E che il rendicontodell’8 per mille alla Chiesa Cattolica è se-greto e la ripartizione è decisa dai verticiecclesiastici, senza nessun serio control-lo? Sapevate che l’ora di religione nellescuole italiane è “un obolo di Stato a SanPietro”, una carità inutile, “un’anomaliain Europa e un ibrido di animazione so-ciale e vaghi concetti etici destinati a ri-manere nella testa degli studenti forse lospazio di un mattino”? E che i soldi pub-blici versati alla Chiesa per il Giubileosono serviti a convertire i conventi e ab-bazie in albergoni a quattro stelle che tral’altro non pagano l’Ici?

Non lo sapevate?! Infatti non è vero!Sono solo alcune delle false accuse cheCurzio Maltese, giornalista de “La Re-pubblica”, ha mosso per tentare di dele-gittimare quello che lui, e una certa cor-rente culturale minoritaria ma potente,considera un avversario politico da com-battere: la Chiesa Cattolica, appunto. Dal28 settembre al 17 dicembre 2007 Malte-se ha pubblicato su Repubblica un’in -chiesta in sette puntate dal titolo “I soldidel Vescovo”, riguardante i costi dellaChiesa cattolica a carico dei cittadini edello Stato Italiano: quindici pagine digiornale, nell’inserto culturale del quoti-diano, che hanno poi dato vita al libro“La questua: quanto costa la Chiesa agliitaliani”, edito nel maggio scorso da Fel-trinelli.

Ad ognuna delle prime cinque puntatedell’inchiesta “Avvenire” ha replicatopuntualmente con una pagina curata daUmberto Folena, nella quale si denuncia-vano errori e omissioni strategiche. Il vo-lume “La Vera Questua. Analisi criticadi un’inchiesta giornalistica”, uscito inedicola come supplemento del quotidiano“Avvenire” il 26 luglio 2008, con una ti-ratura di 150.000 copie, ha raccolto e am-pliato queste repliche.

Così l’Azione Cattolica diocesana, hadeciso di invitare a Novafeltria, nell’am -bito del ciclo di conferenze “I Venerdìdell’AC”, Umberto Folena, brillante ora-tore oltre che ottimo giornalista, per com-mentare insieme questa campagna di dif-famazione che cerca di gettare fango sul-la Chiesa dipingendola come una zavorra

che pesa sullo Stato, dimenticando l’e -norme contributo che invece da per il be-ne comune di tutti i cittadini italiani. Ilnostro ospite (che tra l’altro è stato re-sponsabile nazionale dei giovani di AC,collabora dal 1989 al Servizio per la Pro-pagazione del sistema di sostegno econo-mico alla Chiesa ed ha insegnato religio-ne prima di arrivare alla carta stampata),ha riletto con i convenuti le cantonateprese da Curzio Maltese, riportando la ve-rità almeno su alcuni punti fondamentali.

Innanzitutto la Chiesa non è una castaparassitaria e i parroci non sono inutili

rendiconto dell’8 per Mille poi è reso no-to per legge attraverso quattro quotidiani,tra cui “La Repubblica” stessa, il sito in-ternet www.8xmille.it e la pag. 418 di Te-levideo. Dunque non è, né può, essere se-greto. I soldi vengono ripartiti tra culto,carità e immobili; la quota che va alleDiocesi viene distribuita secondo criterioggettivi, non in base alle simpatie delpresidente della Cei: una parte è divisa inparti uguali tra tutte le diocesi e una parteè assegnata in base alla popolazione.

Per quanto riguarda poi gli alberghi el’Ici bisogna precisare che i soldi del Giu-

burocrati che pensano ad arricchirsi: chifrequenta una parrocchia qualsiasi lo sa.Lo stipendio dei preti e dei vescovi, poi,va dagli 853 euro del prete appena ordina-to, ai 1309 alle soglie della pensione: unostipendio ancora più esiguo se si conside-ra che i preti lavorano a tempo pieno epraticamente non vanno mai in pensione.A parte questo, i fondi dell’8 per millevanno alla Chiesa Cattolica in base alnuovo concordato tra Stato e Chiesa fir-mato nel 1988, un accordo che quest’annocompie vent’anni! Secondo il documentodue sono i mezzi con cui la Chiesa ottienefinanziamenti, se si escludono le collettedomenicali: le offerte deducibili per il so-stentamento del Clero e la firma in sede didichiarazione dei redditi, una firma che ècome una votazione referendaria con laquale ogni italiano decide direttamente achi destinare l’8 per mille del gettito com-plessivo dell’Irpef, e c’è anche lo Stato trai destinatari. Questo per la Chiesa signifi-ca doversi meritare ogni anno la fiducia dicredenti e non credenti, praticanti e non. Il

bileo sono serviti in massima parte per ri-strutturare luoghi di culto, patrimoni arti-stici, a vantaggio di tutta l’Italia.

I convitti universitari, le case campeg-gi, le foresterie dei conventi, e ogni altrastruttura con finalità sociale, anche nondella Chiesa, sono esenti dal pagare l’Ici,imposta comunale sugli immobili. Lestrutture alberghiere di proprietà dellaChiesa pagano questa tassa, e se non lapagano sta ai Comuni denunciarle, manon si conoscono processi in atto per que-sta infrazione.

E per finire l’ora di religione: gli sti-pendi vanno a professionisti con una lau-rea, all’85% laici, che come tutti gli altridipendenti statali hanno diritto ad uno sti-pendio per mantenere le loro famiglie, eche come tutti gli altri insegnanti hannodei programmi ministeriali da rispettare.

E ora che sapete qual è la realtà si puòdiscutere di tante cose, ma non si puòparlare di scandali economici legati aifondi dell’8 per mille, non credete?

Laura Magnani

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5MONTEFELTRO LECTIO DIVINA

Componente ineludibile e significativa della preparazione edella celebrazione del Sinodo in corso, la questione del rapportofra l’approfondimento della Parola di Dio nella missione dellaChiesa e il dialogo interreligioso occuperà i lavori dell’assembleae degli esperti trasversalmente. Non si tratta, infatti, di un ambi-to o settore separato della testimonianza ecclesiale, ma di una suadimensione originaria e costitutiva, come già il Concilio Ecume-nico Vaticano II ha riconosciuto (nella Nostra Aetate, e non so-lo), nell’orientare la Chiesa tutta ad un sapiente ritorno alle fonti.La Parola stessa infatti detta le linee fondamentali del rapportodella comunità credente che è la Chiesa con altre comunità cre-denti. Si tratterà di approfondire questo nesso in base alla perce-zione dello sguardo che le Scritture gettano e consentono di get-tare innanzitutto sulle due comunità credenti in esse esplicita-mente presenti, Israele e la Chiesa. Delle altre le Scritture parla-no in termini generali come dei popoli, delle nazioni, delle Genti– come si arriverà a dire attraverso un uso del termine come diun nome proprio –, e il Nuovo Testamento confessa che in Cristo

– e nella Chiesa – si dà già la presenza/primizia della loro comu-nione con Israele: il mysterion di Efesini 3 (cfr vv 3-6, in parti-colare). Se queste sono le prospettive convergenti offerte delleScritture stesse, la moderna scienza delle religioni da un lato, co-me le molteplici forme di autocoscienza comunitaria e di dialogointerreligioso in atto dall’altro, si affiancano al dato biblico peroffrire sguardi attuali che sempre più acutamente illuminino lasfaccettata realtà del presente religioso dell’umanità. Sguardo ri-trovato dell’origine e sguardi attuali si combineranno nei lavorisinodali nella consapevolezza che anche l’interlocutore che oggisi ponga al di fuori di ogni appartenenza religiosa, rientra co-munque nell’orizzonte delle Genti, degli anonimi cultori del DioIgnoto che l’Apostolo da e di Gerusalemme volle incontrare adAtene (Atti 17,23).

Gian Domenico CovaDocente di Antico Testamento

Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna

IINNSSTTRRUUMMEENNTTUUMM LLAABBOORRIISS::llaa LLeeccttiioo DDiivviinnaa

FORMULIAMO ALCUNE CONSIDERAZIONI IN MARGINE AL SINODO DEI VESCOVI CHE SI È CELEBRATO A ROMA NEI GIORNI SCORSI, A PARTIRE DALLA LETTURA DELL’INSTRUMENTUM LABORIS PREPARATO SULLA BASE DELLE RISPOSTE CHE LE CHIESE LOCALI HANNO DATO ALLE DOMANDE CONTENUTE NEI LINEAMENTAINVIATI AI VESCOVI DALLA SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO NELL’APRILE DEL 2007. I SETTIMANALI DIOCESANI REGIONALI HANNO PUBBLICATO I COMMENTI REDATTI DA TRE BIBLISTI DELLA SEDE DI BOLOGNADELLA FACOLTÀ SULLE SEGUENTI TEMATICHE: “IL MISTERO DI DIO CHE CI PARLA” DI MAURIZIO MARCHE-SELLI, CHE ABBIAMO PUBBLICATO NEL NUMERO DI OTTOBRE, “LA PAROLA DI DIO NELLA VITA DELLA CHIE-SA” DI MARCO SETTEMBRINI, PUBBLICATO NEL NUMERO DI NOVEMBRE E IL TERZO, “LA PAROLA DI DIO NEL-LA MISSIONE DELLA CHIESA / IL DIALOGO INTERRELIGIOSO” DI GIAN DOMENICO COVA, CHE TROVATE QUIDI SEGUITO.

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6MONTEFELTRO LITURGIA

Letterine di NataleCHI LE HA SCRITTE SONO DUE NOSTRI AMICI, ENTRAMBI IMPEGNATI IN SERVIZI ECCLESIALI DIVERSI.POSSONO AIUTARCI A MIGLIORARE LA COMPRENSIONE DEL SENSO PIÙ PROFONDO DEI MINISTERI LITURGICI E DI UN SACRAMENTO CHE SEMPRE PIÙ RISCHIA DI SOFFOCARE NELLA BANALITÀ E NELLAMONDANITÀ, QUALE IL MATRIMONIO

A proposito di ministri della comunione

Scrive Carlo: “Quando ho iniziato que-sto servizio, non mi sentivo degno di untale onore: chi sono io – dicevo – perportare un dono così grande? Con il pas-sar del tempo mi sono sentito in buonacompagnia. Guardando le tante personedi ogni tipo che si avvicinavano alla co-munione, pensavo: chi sei Tu per conse-gnarti gratuitamente nelle nostre fragilimani? Trovavo la risposta nella piccolez-za dell’Eucaristia che distribuivo: un po’di pane nel quale c’è tutto l’amore diDio. Da qualche tempo mi hanno chiestodi far posto ad altri. Subito mi sono di-spiaciuto poi ho pensato che era giustoche altri condividessero questo dono. Orasvolgo il mio servizio alla Caritas e misembra che non sia così diverso”.

Nella mia parrocchia nativa (e di per-manenza… notturna) il giovedì mattina èun ministro straordinario che espone ilSantissimo Sacramento nell’adorazioneeucaristica. Nessuno si meraviglia. Fino al1973 il fedele laico non poteva neppuretoccare i vasi sacri, se non tramite un veloo un piccolo panno. Eccesso di rigore pri-ma o eccesso di larghezza oggi? Più sem-plicemente: il servizio dei ministri straor-dinari della comunione eucaristica è unodei frutti più recenti della riforma liturgicaed è anche uno dei più diffusi, tanto chequalcuno si interroga sul perché si parli diministro straordinario, quando si trattadella figura di ministero più ordinaria!Nella nostra diocesi sono oltre cento,mentre un altro gruppo si sta preparando.

Frutto recente (1973, con l’Istruzione“Immensae caritatis”) ma radicato nellaprassi antica della Chiesa: fino al secolo Vè ben attestato l’uso di custodire l’Eu ca -ristia in casa per comunicarsi da sé; nei se-coli successivi si ha notizia di laici cheportano la comunione eucaristica ai malati,in caso di urgenza.

Dopo alcuni secoli di oblio e di “mo-nopolio del clero” arriva con il ConcilioVaticano II anche la ripresa dei ministerilaicali. All’origine è indubbiamente unaserie di motivi pratici: un grande affolla-

mento di fedeli o una particolare diffi-coltà in cui venga a trovarsi il sacerdotecelebrante; la difficoltà di portare l’Eu -caristia ai malati in connessione alla di-minuzione numerica dei preti. Sottostanteè una nuova comprensione della Chiesa,tutta ministeriale: un unico corpo dallemolte membra, ciascuna chiamata a por-tare il proprio servizio.

Non si tratta dunque di una concessio-ne benevola ai laici, ma di un reale eser-cizio del sacerdozio battesimale. D’altraparte l’obiettivo di questo ministero non èche tutti facciano qualcosa, ma che cia-scuno compia i gesti che gli spettano.

Un pericolo può esserci: quello di tra-sformare il “servizio” in “proprietà gelo-sa” dello stesso. Un pericolo originato,sia chiaro, dalla gioia di sentirsi utili e be-ne accolti e quindi gratificati. Carlo, conla sua testimonianza, ha colto in profon-dità il senso del proprio servizio sotto dueaspetti: un incarico straordinario, dunquenon permanente, che deve permettere an-che ad altri di condividere il dono. Inol-tre: ministero della comunione eucaristicae ministero della carità ecclesiale possonosaggiamente diventare interscambiabili.

Tra la vita e la liturgia, tra il gesto cheesprime la carità fraterna (“Mi prendo cu-ra di te, ti dono un po’ del mio tempo edella mia attenzione”) e il gesto cheesprime la carità di Dio (“Questo è il miocorpo, offerto in sacrificio per te, perchétu sei prezioso ai miei occhi”) non c’è piùdifferenza.

A proposito di matrimonio in chiesa

Prendendo spunto da un matrimonioestivo abbondantemente promosso daimedia (Elisabetta Gregoraci e FlavioBriatore) Mauro Banchini scrive un suosalace commento che, per motivi di spa-zio, pubblichiamo in parte. “Hanno coro-nato la loro ‘storia d’amore’ nella ro-mantica chiesa di Santo Spirito in Sassiaa Roma. So poco dei due, se non ciò chehan scritto le cronache… non mi aspetta-vo che ‘convolassero’ in una chiesa sce-gliendo la strada del sacramento. Mi vie-

ne il sospetto che lo abbiano fatto soloper questioni scenografiche. Faccio fati-ca a togliermi l’altro sospetto relativo al-la valanga di soldi che devono aver ‘of-ferto’ per ‘aiutare’ il rito. Ho però unacuriosità: il corso prematrimoniale, quel-lo obbligatorio per la gente comune, Fla-vio ed Elisabetta lo avranno fatto? E conquanti incontri? Oppure, in certi casi, èsempre lecita l’ipocrisia della doppia mo-rale in base alla quale basta pagare (ma-gari con la scusa della beneficenza aibambini poveri) per prendere per i fon-delli non tanto un prete quanto una Chie-sa intera e, soprattutto, un sacramento?[…] Chiedo scusa per un commento chea qualcuno potrà sembrare eccessivo, ma– con tutto il rispetto per gli sposi, i loroillustri invitati e anche per l’eminenzacardinale celebrante Paul Poupard –avrei davvero preferito che i due si fosse-ro sposati in Comune. E se proprio vole-vano sposarsi in Chiesa credendo davve-ro – chi sono io per dubitarne? – nellasacramentalità del matrimonio ed essen-dosi confessati non per burla, potevanofarlo con una riservatezza, una sobrietà,una serietà, uno stile che, evidentemente,non è pane per i loro denti. Comunqueauguri ai mitici coniugi Briatore. Auguri,Santa Romana Chiesa a cui voglio tantobene ma che talvolta mi deludi proprio”.

Nessun commento, ma un consiglio,che diventa un regalo di Natale, possiamoproprio scambiarcelo: guai a noi se percelebrare in dignità e verità il sacramentodel matrimonio prendiamo esempio daciò che fanno a Roma!

Guai a noi, operatori pastorali, se per-mettiamo di svendere le nostre chiese perfarle entrare nel grande business dellaFiera dei Sogni dove (ahimé, vedi la pri-ma edizione di San Marino Sposi del29/30 novembre scorso) la kermesse dellaorganizzazione del matrimonio non di-stingue più il Pubblico Palazzo dalla Ba-silica, la festosa sobrietà di un sacramen-to dalla sfacciata esibizione di qualcheora di mondanità.

Con il più grande augurio natalizio.

don Lino Tosi

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7MONTEFELTRO SOSTENTAMENTO CLERO

Ogni giorno 38 mila sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità,

conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il

sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite tra tutti

i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità più bisognose, che possono contare così sulla generosità di tutti.

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8MONTEFELTRO ISTRUZIONE

La legge Gelmini nº 137 /2008, recante “Disposizioni ur-genti in materia di istruzione e università”, è stata oggetto diun attacco parossistico da parte di alcune forze politiche e sin-dacali che hanno intorbidato l’ambiente scolastico. Striscioni,slogan, scioperanti e qualche tafferuglio hanno fatto baccanonelle piazze e negli atenei di diverse città italiane. Anche nel-le scuole del Montefeltro numerose sono state le adesioni allosciopero degli insegnanti del 30 ottobre; migliori dei maestri,invece, si sono dimostrati i loro studenti, che non hanno ab-boccato: in provincia il buon senso resta un buon esercizio!

La legge in questione presenta 8 modesti articoli:– per migliorare i rapporti di convivenza in una società che

sta diventando multietnica, incentiva l’educazione alla Cittadi-nanza e alla Costituzione;

– offre un argine al cre-scente fenomeno del bullismorendendo determinante per lapromozione il voto in condotta;

– introduce nelle Elementa-ri e nelle Medie inferiori la va-lutazione in numeri decimaliper una massima chiarezza nel-le comunicazioni con le fami-glie, e ammette alla classe suc-cessiva e all’esame di Stato, glistudenti che abbiano ottenutoun voto non inferiore a sei de-cimi in ciascuna disciplina;

– mette fine alle specula-zioni annuali degli editori suilibri di testo;

– regolamenta l’abilitazione all’insegnamento dei laureatiin Scienze dell’educazione e l’accesso dei laureati in medicinaai corsi di specializzazione;

– reintroduce la figura del maestro unico nella scuola Ele-mentare, garantendo tuttavia le 24 ore di insegnamento “corre-late alla domanda delle famiglie circa una più ampia articola-zione del tempo scuola” (tempo lungo e tempo pieno).

Semplicemente ragionevoli. Torniamo nella scuola in cuisiamo cresciuti noi genitori e nonni, che non eravamo certopeggiori delle nuove generazioni: conoscevamo l’alfabeto, letabelline e l’agiografia patria. Materie diventate per lo più sco-nosciute. E anche se non sapevamo molto di riciclaggio, rac-colta differenziata e riscaldamento del pianeta – fondamentidella scuola politicamente corretta –, certamente dimostravamoun rispetto delle cose sconosciuto alle giovani generazioni, no-nostante le reiterate prediche.

Francamente, la reazione dell’opposizione, dei sindacati edelle piazze appare decisamente spropositata, non se ne vedela ragione. Che siano scesi poi sul piede di guerra studenti edocenti universitari, insegnanti e alunni delle superiori è asso-lutamente incomprensibile. Le motivazioni gridate sono addi-rittura fuori luogo e non riguardano i contenuti della legge,che, come dimostra il testo, non prevede il licenziamento néintroduce nuovi criteri per la chiusura delle scuole, non aboli-sce il tempo pieno né taglia i fondi, tanto meno aumenta i con-tributi alle private o riduce gli stanziamenti per l’edilizia sco-lastica. Tutte bugie che hanno guidato i cortei.

È vero, invece, che il taglio dei fondi nel settore dell’I -struzione è imposto dalla Finanziaria di Tremonti varata inagosto, peraltro in continuità con le finanziarie dei precedentigoverni. Si potrebbe discutere la dieta forzata, ma allora non cisarebbe bisogno di tirare in ballo la Legge Gelmini. D’altrondecon questi chiari di Luna sono colpiti tutti i servizi. La logicadel governo è la razionalizzazione per innescare gestioni piùvirtuose. Speriamo sia vero. D’altronde spazi di manovra in talsenso sembra proprio che ve ne siano: basti osservare il boxqui a lato. Di che cosa stiamo parlando dunque?

La cosa più triste sono quelle migliaia di studenti mercena-ri della protesta che non hanno capito di che si trattava, ma perun’ora in meno di scuola o per evitare un’interrogazione sono

stati pronti a scendere in piazzaper assistere alla “messa in sce-na” di scontri d’altri tempi.Questi ragazzi, che arrivano an-che a lanciarsi sedie e bottiglie,fortunatamente assomiglianopiù alle commedie della Talpao dell’Isola dei famosi che alletragedie degli anni ’70: la tv –privata e di Stato – sembradavvero l’unica a “fare scuola”.

Comunque, la parata controla 137 è stata solo una provad’orchestra, messa in piedi dal-la sinistra parlamentare e deicollettivi universitari in vistadella vera riforma Gelmini.

Infatti, il Ministro ha inmente una riforma radicale della secondaria e dell’Università,che inciderà profondamente sulla politica e sulla società: la ri-duzione dell’orario scuola, l’introduzione del merito nella car-riera degli insegnanti, l’abolizione di corsi di laurea fantasmiche non hanno mai avuto iscritti, la possibilità di finanziamen-ti privati tramite le Fondazioni, la creazione di un Istituto ter-zo che controlli la qualità del prodotto finale del sistema sco-lastico e cose di questo genere.

Se dovesse passare una Legge di questo tipo la politicadelle assunzioni a tutti i costi e di cani e porci, ma soprattuttola cultura del politicamente corretto, strumento con il quale lasinistra ha tenuto a freno la cultura e il progresso della societàcivile ed economica per sessant’anni in Italia, salterebbero fi-nalmente in aria. Sarebbe l’ora della serietà, della responsabi-lità e delle competenze.

Questo la vecchia sinistra non può sopportarlo. Tuttaviadeve rassegnarsi, i sessantottini sono ormai diventati dei matu-salemme. Ma attenzione, stiamo in guardia, poiché ragionevo-lezza non ne hanno quasi mai dimostrata. Se spingeranno trop-po l’acceleratore la macchina potrebbe schiantarsi. Comequando il treno del ’68 libertario venne deragliato dalla gio-ventù comunista combattente che in nome dell’utopia produs-se gli anni di piombo. Non è da prendere troppo sotto gambail risentimento dei partiti in difficoltà: potrebbe riaccendere icentri sociali per infettare il corpo scolastico di giovani merce-nari sprovveduti che, pur di vedersi in Tv, continueranno ascendere in piazza anche senza motivi condivisi.

Alfiero Mariotti

LA RIFORMA SCOLASTICA

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9MONTEFELTRO EMERGENZA EDUCATIVA

“COMUNICANDO ME STESSO METTO IN MOTO NELL’ALTRO LA VITA!”

Quando un vescovo visita le sue par-rocchie è un momento di grazia, un ri-sveglio delle coscienze, la condivisionedi una condizione particolare, ma soprat-tutto è un grande segno di unità. Taleesperienza diventa il riconoscimento rea-le di una Presenza e di una strada da se-guire quando una comunità locale avver-te l’urgenza di proseguire l’incontro conil suo Pastore, per risentire da subito efar conoscere ad altri, i più prossimi,l’autorevolezza della sua parola e del suoinsegnamento.

Così è accaduto a Piandimeleto: la re-cente visita pastorale di Mons. Luigi Ne-gri e il memorabile incontro con i docen-ti dei tre ordini di scuola hanno sollecita-to l’Istituto Comprensivo “Evangelistada Piandimeleto” e la parrocchia “SanBiagio” a promuovere un incontro sul te-ma “Emergenza educativa”. Sabato 15novembre nella sala del trono del Castel-lo dei Conti Oliva, genitori, docenti,nonni e giovani hanno gremito il sugge-stivo luogo spinti dal desiderio di ascol-tare il nostro vescovo che ha presentatoil suo recente lavoro.

Il preside, prof. Piergiorgio Fabbri, hadelineato i temi fondamentali del saggio(Emergenza Educativa – ed. Fede e Cul-tura – Verona 2008), nato dall’incontrodi S.E. con le fasce della vita diocesanaimpegnate nel compito educativo.

Tre i temi portanti: ideologia-cultura-chiesa.

Il vescovo Luigi ha lucidamente ravvi-sato i tratti dell’ideologia che da sempreuccide la persona in nome dell’idea chela domina, ideologia che porta l’uomo dioggi ad essere oggetto in mano ai diver-si poteri (Stato, magistratura...); l’esem -pio più prossimo, ha ribadito il vescovo,è il caso Englaro che “segna la fine dellanostra civiltà occidentale... una civiltàche è durata quasi tremila anni e in cui sicono sintetizzati mirabilmente il genio fi-losofico della grecità, il diritto romano,fonte di ordine alla convivenza univer -sale, l’irri petibile e irriducibile annunciodella fede, rivelazione di Dio e salvezzadell’uomo, la grande esperienza della lai-cità come libertà di coscienza e di ricer-

hanno paura di invecchiare, “incapaci dicomunicare perché incapaci di essere”.

Ma è proprio qui, al livello del cuoredei giovani, che si pone la “domandaeducativa” (e non nella famiglia o nellascuola), una domanda alla quale gli adul-ti rispondono banalmente con “i mezzi”,gli strumenti, le tecnologie ultime incar-nando quella che Paolo VI chiamava la“modernità dei barbari sofisticatissimi”.

L’emergenza educativa dunque nontocca solo la scuola o gli adolescenti male sfere più mature, gli adulti, che nonriescono a far fronte al nemico odierno,”il vuoto” della nuova ideologia scientistae radicale che si manifesta nelle discote-che, nel nichilismo, nell’edonismo, nellafamiglia ridotta a coabitazione (“retta so-lo sul benessere economico o sessuale”) .

Nel tempo la famiglia ha cercato didare cultura, ha fornito ai figli un crite-rio, un “giudizio” che permetteva loro diparagonarsi a scuola con le diverse ideo-logie a partire da un vissuto, da una for-mazione mentre oggi la famiglia sta ce-dendo al potere dei massmedia.

Ultimo tema – la Chiesa – che nellastoria ha formato un “popolo”, ha com-battuto le ideologie e si è impegnata neldopoguerra per la formazione di uno sta-to sociale promovendo forme di vita.“Oggi la Chiesa fa fatica ad educare – haproseguito il vescovo – ma è chiamata arecuperare la responsabilità della culturache le è propria, da sempre”. Riprenden-do papa Benedetto oggi possiamo direche “ l’apostasia da Cristo porta ad un’a -po stasia dell’uomo da se stesso” ma lachiesa continua ad essere “ un popolonuovo in un mondo vecchio”.

Molte le domande, le testimonianze dieducatori, genitori, sacerdoti, artigiani,extracomunitari ma tutte hanno rivelato,oltre alle preoccupazioni per il nostrotempo e per le nuove generazioni, la ne-cessità di sentirsi parte attiva di una ri-presa educativa locale; il vescovo ha ac-colto paternamente gli interventi ribaden-do che l’educazione non è un problemadi temperamento e che nelle realtà locali

ca... la civiltà dell’uomo e per l’uomo,indisponibile a tutto perché disponibilesolo al Mistero”. Dell’uomo oggi, inve-ce, si può disporre a piacimento... soprat-tutto se malato e indifeso!

Anche la scuola è stata luogo predilet-to di ideologie, i ragazzi hanno imparatosecondo i dettami dominanti (“ideologiaunitaria, liberale, fascista, azionista, mar -xista, neomarxista... fino ad oggi dovedomina l’ideologia radicale e scienti-sta”). L’esempio portato è stato quellodel pedagogista russo Makarenko chenell’età staliniana ha concepito il prototi-po dell’uomo sovietico da raggiungerenel processo educativo.

Grande è stato il riconoscimento daparte del vescovo per coloro che hannoresistito, i docenti: ancora capaci di tra-smettere la cultura e la tradizione “hannocercato di bloccare l’ideologia dominan-te”; le forme di indottrinamento hannopervaso la scuola italiana che purtropponon si è servita di persone responsabilima di “gente che ripete e non rivive” fa-vorendo così il formarsi del “regno dellaviltà”.

Negli ultimi decenni, con la crisi delleideologie, vi è stato un risveglio dellacultura e qui il vescovo è tornato al ma-gistero di Giovanni Paolo II il quale“aveva compreso che l’ideologia andavain crisi e si doveva tornare alla cultura,impostazione profonda della vita”.

Sua Ecc.za, come sfida al mondo deisaperi e delle abilità che creano nei no-stri ragazzi “teste enormi e corpi piccoli”(perché viene irrimediabilmente scisso illegame tra insegnamento e vita, tra ciòche viene appreso e la capacità di portar-lo, di riconoscerlo vero per sé) ha citatol’esempio del contadino che educavasenza saper leggere e scrivere perché“nelle famiglie degli analfabeti i valoripassavano!”.

Oggi nei giovani si sta rinnovando unadomanda di senso, i ragazzi chiedono leragioni per vivere ma il punto drammati-co è che trovano adulti vuoti, muti, chenon sanno più “passare il talento, un’i -potesi di vita, un’eredità di generazione”,adulti che non vogliono crescere o che Continua a pag. 10

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10MONTEFELTRO APPUNTAMENTI

Continua da pag. 9

è possibile “l’unità degli uomini di buo-na volontà nella fede e nella ragione,una ragione aperta alla sua ampiezza chetoglie la paura dell’integrazione, della di-versità, delle tragedie”.

In questa serata è emersa prepotente-mente la testimonianza di coloro cheoperano nei nostri luoghi, che non si fer-mano ad un’analisi dei fatti ma avverto-no ciò che è stata definita la positivitàdell’“emergenza“: “qualcosa che emergeè qualcosa che viene a galla ed è il pro-blema dell’uomo e del suo destino, quel -l’uomo che in mezzo secolo ha conqui-stato il mondo con il progresso scientifi-co e tecnico ma ha perduto l’anima”.

“Ancora una volta – ha concluso ilpreside Fabbri – il vescovo Luigi è riu-scito a scuotere gli animi con la forzadelle sue argomentazioni chiare e sua-denti che sanno rincuorare”.

Vogliamo concludere con la citazionepaolina del vescovo perché riassume lasollecitazione di fondo della serata (tor-nare all’uomo nella sua interezza) e acco-glie le opere già in atto nella realtà loca-le (testimonianze del recupero del fascinodella verità): “Che cosa è l’uomo perchéti ricordi di lui o il figlio dell’uomo per-ché te ne curi? Di poco l’hai fatto infe-riore agli angeli, di gloria e di onore l’haicoronato e hai posto ogni cosa sotto isuoi piedi” (lettera agli Ebrei).

Questa non ci è parsa un’apologia del-la fede ma un richiamo all’uso sano del-la ragione che è la risorsa prima di tuttigli uomini e al rispetto della vita che,sebbene stritolata dal dolore, resta indi-sponibile alle decisioni di altri.

Loretta Bravi

CARO ABBONATO, proseguiamo la campagna di sensibilizzazione per il rinnovo dell’abbonamento alperiodico MONTEFELTRO che hai ricevuto, ad ogni uscita, anche nel corso del 2008. Sostenere la stampaperiodica diocesana deve essere un dovere di tutti coloro che riconoscono la funzione importante di colle-gamento, informazione, approfondimento che essa svolge. Non è tempo di attendere senza dare; i costi sono diventati notevoli e senza il contributo di tutti i nostrilettori difficilmente potremmo garantire agli stessi il regolare invio del MONTEFELTRO. Ti invitiamo, quindi, a farlo con tempestività, servendoti del bollettino di c/c postale che trovi allegato aquesto numero del giornale, sul quale sono già stampati il tuo nominativo e l’indirizzo. Questo ci faciliteràil regolare riscontro dell’avvenuto pagamento dell’abbonamento. Tutti dobbiamo sentirci coinvolti in questa operazione di diffusione che si deve concretizzare anche invitando altri lettori e simpatizzanti interessati al giornale, ad abbonarsi. E poi, perché non pensare ad un abbonamento-regalo, magari a favore di un familiare, di un parente o diun amico lontano per farsi ricordare e festeggiare così, con un gesto utile e di grande significato, il Natalee il nuovo anno che sono alle porte? Attendiamo da tutti un riscontro positivo al nostro invito e a tutti rinnoviamo, fin da ora, i nostri ringrazia-menti.

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11MONTEFELTRO SUL MATRIMONIO

Premessa“I vescovi diocesani, a norma del

can. 1064 del Codice di diritto canoni-co, sono tenuti a elaborare un pro-gramma di assistenza pastorale alla fa-miglia e, in questo ambito, ad emanaredirettive circa la preparazione al matri-monio”. Sul tema pastorale della fami-glia, o meglio, sul matrimonio sacra-mento su cui si fonda la famiglia cri-stiana, già il nostro Vescovo Mons. Ne-gri ha redatto un appropriato e utilissi-mo libro dal significativo titolo: “VI-VERE IL MATRIMONIO” – Percorsodi verifica per fidanzati e sposi.

Ora col presente Direttorio si vuoleoffrire un sussidio pratico, richiaman-do e riassumendo in modo semplice, ledirettive canoniche e diocesane circa lapreparazione e la celebrazione del ma-trimonio.

La Chiesa ha sempre ritenuto di po-tere e dovere stabilire le norme che re-golano la celebrazione dei Sacramentiindicandone la materia, la formula e lemodalità, per la validità stessa del Sa-cramento.

Questo naturalmente vale anche perla celebrazione del matrimonio che nondeve mai essere considerata o accettatacome un adempimento privato, ma va-lorizzata con partecipazione, condivisio-ne e testimonianza di tutta al comunità.

Per una seria preparazione al matri-monio, occorre che la catechesi al ma-trimonio sia di base, continuativa neltempo e non solo prossima o affidatasoltanto ai corsi prematrimoniali orga-nizzati a livello diocesano o zonale.

Per impostare una seria preparazioneal matrimonio occorre:

a) una perseverante e comunitaria infor-mazione catechetica sul matrimonio(can. 1063, n. l). Catechizzazione di base generale “at-tuata in stretta sintonia con la pasto-rale giovanile e vocazionale” che fa-ciliterà le coppie che si apprestano almatrimonio a ricevere con più aper-tura, una informazione e formazionepersonale e adeguata.

b) Una preparazione prossima mediantecorsi prematrimoniali, organizzati alivello diocesano o zonale.

La partecipazione ai corsi o itineraridi preparazione al matrimonio deveessere considerata come moralmenteobbligatoria, senza, per altro, che lasua eventuale omissione costituiscaun impedimento per la celebrazionedelle nozze. Sarà, quindi, necessario non dispensa-re facilmente da tale partecipazione,ma presentarla come un dovere di co-scienza di ciascun fidanzato. Nellostesso tempo occorrerà essere attenti aquanti per motivi oggettivi (come nelcaso degli immigrati, dei pendolari, dichi ha turni di lavoro non programma-

In ogni caso, perché la convinzionecirca l’obbligatorietà di questi itine-rari si possa diffondere e diventarecoscienza comune, è necessario chegli itinerari stessi siano proposti econdotti con serietà di impostazione,di contenuto e di metodo, che le cop-pie di fidanzati più impegnate ne sia-no convinte per prime e se ne faccia-no propagatrici, che da parte dei pre-sbiteri e delle coppie animatrici si ab-bia a creare le condizioni e un climafavorevoli e che si diffonda la testi-monianza di quanti hanno già fattoquesta esperienza (Direttorio Pasto-rale Familiare n. 63).

c) Incontri col Parroco, entro tre mesidalla celebrazione, per approfondire,in particolare, i valori del sacramen-to, degli impegni che ne derivano, losvolgimento del Rito e il significatodella varia documentazione da ap-prontare.Così pure occorre che i temi trattatinon siano tanto quelli medico psico-logici, ma soprattutto l’annuncio sulmatrimonio cristiano, i suoi valori,gli impegni che ne derivano.

Vi sono anche altri aspetti meno vin-colanti ma ugualmente importanti, dalpunto di vista pedagogico ed educativo,sui quali la Chiesa ha dato delle normeche non sono fine a se stesse, ma peruna corretta comprensione e fruttuosacelebrazione dei Sacramenti, Direttiveda osservarsi non solo per la doverosalegalizzazione, ma anche per lo spiritoformativo che le anima. Con 1’intentopure di dirimere o chiarire problemi diapplicazione pastorale sorti in merito.

Uno dei problemi che ci troviamo adover affrontare più spesso e con mag-giori difficoltà è il luogo della celebra-zione, sia per quanto riguarda i Diocesa-ni, sia per quanto riguarda richieste dicoppie originarie delle nostre terre, siaper quanto riguarda estranei che però so-no affascinati dalla struttura di alcunenostre chiese, nonché dall’ambiente ingenerale.

Sappiamo che esistono norme del Di-ritto Canonico e fatte proprie dalla dio-cesi fino dalla metà degli anni ’60, riba-

Direttorio diocesanoper la celebrazione del Matrimonio

bili secondo il calendario dei corsi edegli itinerari) non potessero parteci-pare, prevedendo per loro forme diver-se di accompagnamento e di confron-to. Nei riguardi di coloro che, invece,intendessero tralasciare questo cammi-no senza seri motivi oggettivi, è ne-cessario un supplemento di attenzionee di dialogo per aiutarli a cogliere lasuperficialità e la immaturità del loroatteggiamento e della loro scelta.Solo in casi estremi – previo il con-senso dell’Ordinario e senza ab-bandonare la fatica della ripresa,del confronto e del discernimento –si dovrà proporre il rinvio della ce-lebrazione del matrimonio. Continua a pag. 12

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MONTEFELTRO 12 SUL MATRIMONIO

dite dai Vescovi che si sono succeduti etuttora in vigore.

Tali norme sono state ultimamentesottoposte al Consiglio Presbiterale, agliincontri dei Sacerdoti nei tre Vicariatidella Diocesi e quanto emerso dalle loroosservazioni è stato tradotto in questodirettorio.

pano al mistero di unione e di amore fe-condo tra Cristo e la Chiesa». Il norma-le inserimento della celebrazione delmatrimonio nella liturgia eucaristica èun’ul teriore espressione di tutto ciò: vie-ne messo in risalto, infatti, l’intimo lega-me che intercorre tra il matrimonio el’eu caristia, sacrificio della nuova al-leanza in cui «i coniugi cristiani trovanola radice dalla quale scaturisce, è inte-riormente plasmata e continuamente vi-vificata la loro alleanza coniugale.

Proprio perché sacramento dellaChiesa, la celebrazione del matrimoniosi qualifica come realtà ecclesiale. Essacoinvolge l’intera comunità ecclesialenella quale gli sposi sono inseriti e allacui vita e missione prendono parte, tan-to da fare di tale comunità il luogo nor-male della celebrazione delle nozze (Di-rettorio Pastorale Familiare n. 70).

Essa richiede anche «la partecipazio-ne piena, attiva e responsabile di tutti ipresenti, secondo il posto e il compito diciascuno: degli sposi anzitutto come mi-nistri e soggetti della grazia del sacra-mento; del sacerdote in quanto presiden-te della assemblea liturgica e teste quali-ficato della Chiesa; dei testimoni nonsolo garanti di un atto giuridico, ma rap-presentanti qualificati della comunitàcristiana; dei parenti, amici e altri fedeli,membri di un’assemblea che manifesta evive il mistero di Cristo e della Chiesa»(Direttorio Pastorale Familiare n. 82).

Il Parroco curi molto lo svolgimentodel Rito sacro, perché sia seguito conconsapevolezza e raccoglimento e nonvenga turbato da comportamenti frivolidì alcuni presenti. Per questo, già nellapreparazione degli sposi, raccomandi lo-ro e ai testimoni anche un abbigliamen-to consono alla sacralità del Rito.

Dalle premesse suddette si compren-de perché le disposizioni canoniche(can. 1115) e diocesane ribadite nel tem-po stabiliscono che il matrimonio di nor-ma va celebrato

– nella Parrocchia della Sposa– nella Parrocchia dello Sposo– nella Parrocchia dove i coniugi an-

dranno ad abitare.La motivazione di fondo per cui si in-

siste sul matrimonio celebrato nella pro-pria parrocchia è perché tutta la Comu-nità , per un motivo pastorale è il “luo-go” della celebrazione dei Sacramenti.

Dal Vicariato di San Marino è emersatuttavia la necessità di ampliare il concet-to della propria Parrocchia, che sia permotivi di lavoro, o di residenza, o di vi-cinanza di confini e quindi di frequenza,non sempre corrisponde al dato giuridico.

Ora questa richiesta rimane nell’am -bito delle eccezioni per motivi pastoraliche già i Parroci hanno la possibilità difare in determinate situazioni, e premes-sa una corretta informazione fra i parro-ci interessati.

Pertanto si può considerare Parroc-chia propria quella confinante, dove unoha partecipato alla vita della Comunità,o ha maturato un cammino di fede, o hastabilito salde relazioni ecclesiali. LaChiesa dove verrà celebrato il matrimo-nio deve comunque avere le caratteristi-che richieste dalla normativa diocesana.

Per quanto poi riguarda le Chiese exsedi parrocchiali presenti nell’ambito delterritorio della Parrocchia, si potrà cele-brare previa valutazione del Parroco, inquelle in cui c’é la messa tutte le dome-niche.

Sono evidentemente da escludereper la celebrazione del matrimoniotutte le Chiese non parrocchiali o chenon sono state sedi parrocchiali, comepure non sono ammesse eccezioni dinessun tipo per oratori pubblici, semi-pubblici e tanto meno privati o chieseprivate, o di proprietà di altri entinon ecclesiastici.

Per quanto riguarda San Marino,data la particolare natura della Basilica edata la sua caratteristica di ex sede par-rocchiale, potrà essere utilizzata ancheper situazioni particolari previo consen-so dei rispettivi parroci dei nubendi el’accordo fra il Rettore e il Parrocodella Parrocchia di Città, la cui auto-rizzazione è sempre necessaria.

II MATRIMONI PROVENIENTI

DA FUORI DIOCESI

Per richieste di celebrazioni di ma-trimonio da fuori diocesi, particolar-mente per alcune Chiese, onde evitareche la richiesta sia dettata più da motivisentimentali e folcloristici che di fede(Direttorio n. 82) la Diocesi non conce-de tali permessi.

Si fa inoltre presente che i Parrocinon sono autorizzati a rilasciare tali per-messi, le cui richiesta va invece presen-tata all’Ordinario del luogo.

Così pure, non si conceda con troppafacilità il permesso ai Diocesani di spo-sarsi in altre Diocesi, se non dopo op-portuna verifica e quando ci siano dellemotivazioni oggettivamente valide.

E comunque l’autorizzazione persposarsi fuori Diocesi va data dall’Or di -nario.

Continua da pag. 11

I LUOGO DELLA CELEBRAZIONE

Per sua intima natura, la celebrazioneliturgica del sacramento del matrimonioè realtà eminentemente evangelizzanteed ecclesiale.

È, innanzitutto, realtà evangelizzante,«proclamazione, nella Chiesa, della buo-na novella sull’amore coniugale» In essa,infatti, «il matrimonio dei battezzati, di-ventando segno e fonte di salvezza, si faannuncio della Parola che salva ed eleval’amore umano, arricchisce il popolo diDio di nuove chiese domestiche e costi-tuisce la famiglia cristiana immaginedell’insondabile comunione di amore cheesiste nel mistero trinitario della stessavita divina». Come tale, la celebrazione èannuncio della fede della Chiesa ed esigedi essere vissuta nella fede.

È realtà evangelizzante perché cele-brazione sacramentale, segno che costi-tuisce anche nella sua realtà esteriore unaproclamazione della parola di Dio e unaprofessione di fede della comunità deicredenti: luogo nel quale appare manife-sto che «i coniugi significano e parteci-

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MONTEFELTRO 13 SUL MATRIMONIO

III ALCUNE OSSERVAZIONI

Queste norme della Diocesi vengonoconsegnate a tutti i Parroci secolari eRegolari e a tutti i Sacerdoti, perché sipossa avere una linea comune di com-portamento e per facilitarli quindi nel lo-ro ministero; proprio per questo occorreche i Parroci prima di ricorrere alla Cu-ria, informino i richiedenti sulle normevigenti in diocesi, evitando di mandare inubendi in Curia quando si tratta di con-cessioni fuori regola.

Le eccezioni potrebbero essere tante,ma è opportuno farne il meno possibilee soprattutto bisogna fare quelle ecce-zioni che hanno un vero fondamento og-gettivo e serio, evitando quelle legate amotivi sentimentali e individualistici.

Perché queste norme siano a cono-scenza dei fidanzati che decidono disposarsi, sarebbe opportuno che venisse-ro portate alla loro conoscenza durante icorsi prematrimoniali.

Le norme sono importanti e hannouna funzione educativa se sono osserva-te da tutti, perché altrimenti trasmettia-mo:

Messaggi contrastanti che disorientano.Mettiamo in difficoltà e cattiva luce i

confratelli che le osservano.Quando le norme non hanno solo in-

tento repressivo, ma educativo per aiuta-re le persone a crescere e a comprenderevalori più grandi del proprio gusto per-sonale, non dovrebbero crearci tanti pro-blemi ad applicarle.

Cerchiamo almeno di raggiungere glistessi accordi che hanno raggiunto i

commercianti di un nostro vicariato chein un opuscolo diffuso qualche anno fadavano tutte le regole, da quelle religio-se a quelle civili e consumistiche per unmatrimonio perfetto.

Infine per quanto riguarda gli aspettitecnici del matrimonio:

– addobbo della Chiesa (scelta delfioraio e dei fiori);

– fotografo e relative foto e riprese ci-nematografiche;

– canti ed eventuale musica per la ce-lebrazione,indicazioni che è necessario più che mairichiam5are, si rimanda all’opuscolopubblicato qualche anno fa dall’UfficioLiturgico della Diocesi.

IV ASPETTI GIURIDICI

Documentazione preliminare validaper la durata di sei mesi:a) ISTRUTTORIA MATRIMONIALE

che va svolta dal Parroco di uno deidue contraenti. Essa comprende laraccolta e verifica dei documenti ri-chiesti che sono:

- Certificato di Battesimo- Certificato di Cresima- Certificato di stato libero per extra-

diocesani (non più obbligatorio)- Certificato di morte del coniuge

per persona vedova- Attestato di partecipazione al Cor-

so per fidanzati- Pubblicazioni canoniche e civili- Certificato contestuale o plurimo

dell’ufficio anagrafe- Esame dei nubendi- Eventuale domanda all’Ordinario

per dispensa o licenza da impedi-menti e casi particolari previsti.

N.B. Tale documentazione va compi-lata su appositi moduli preparati dallaC.E.I. e in deposito in Curia.

VPRECISAZIONI CIRCA I SINGOLI

DOCUMENTI

1) CERTIFICATO DI BATTESIMOSe riportasse annotazione riguardante

precedente matrimonio o ordinazione sa-cra o professione religiosa che dovesserendere invalida o illecita la celebrazio-ne, venga trasmessa d’ufficio e in bustachiusa al Parroco che conduce l’istrut -toria.

2) CERTIFICATO DI CRESIMA Se risultasse che il nubendo/a non sia

stato ancora cresimato, si orienti verso ilcorso di preparazione ai Sacramenti del -l’ini ziazione cristiana.

In caso di urgenza, si può celebrare ilmatrimonio senza la Cresima, ma conl’impegno di riprendere la preparazionee celebrare il Sacramento dopo il Matri-monio.

3) CERTIFICATO DI STATO LIBERO Non è più obbligatorio perché viene

sostituito dal giuramento contenuto nel -l’esame degli sposi, a meno che, permotivi particolari non si ritenga necessa-rio un supplemento di indagine.

4) ATTESTATO DI PARTECIPAZIONEAL CORSO PREMATRIMONIALEPartecipazione richiesta obbligatoria-

mente e che non va facilmente sostituitacon una dichiarazione di preparazionedel parroco.

5) PUBBLICAZIONI CANONICHE E CIVILI(a) Le pubblicazioni religiose con

l’apposito modulo vengano affisse nellabacheca parrocchiale per la durata di ot-to giorni consecutivi e devono compren-dere due giorni festivi. Vanno richiesteanche alla parrocchia del nubendo/a sediversa da quella dell’istruttoria. Comepure alla parrocchia dell’ultima dimoraprotrattasi per un anno per coloro chedimorano da meno di un anno in quelladella istruttoria.

N.B. L’eventuale motivata domandadi dispensa dalle pubblicazioni va inol-trata per tempo dal Parroco all’Ordi -nario.

(b) Per le pubblicazioni civili il Parro-co inoltri per tempo all’Ufficiale di statocivile la relativa richiesta “Qualora ilmatrimonio venga celebrato in localitàdiversa” dal Comune che rilascia il nul-la-osta civile, i nubendi si premurino dirichiedere il documento in doppia copia.Va richiesto dai nubendi al proprio Co-mune anche il certificato anagraficocontestuale detto anche plurimo) da ac-cludere ai documenti per la Curia.

N.B. Qualora in detto certificato risul-tasse l’indicazione (libero/a, dí .stato, in-vece di “celìbe”, “nubile” o “vedovo/a”,è da ritenere si sia in presenza di perso-na divorziata il cui precedente matrimo-nio è stato annullato, per cui occorre pri-ma di presentare la documentazione de-

Continua a pag. 14

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14MONTEFELTRO SUL MATRIMONIO

finitiva consultare la Curia. La celebra-zione del matrimonio prima del rilasciodel nulla-osta civile non verrà accordatase non per gravissime motivazioni.

6) ESAME DEI NUBENDIDeve essere fatto normalmente dal

Parroco che svolge l’Istruttoria.L’interrogatorio va fatto ai contraenti

separatamente, col vincolo del giuramen-to, verbalizzato, riletto all’interessato econtrofirmato assieme all’Esaminatore.Esso è tutelato dal segreto d’ufficio.

La stesura del verbale non deve limi-tarsi ad un “SÌ” o ad un “NO” alle sin-gole risposte, ma sia motivata secondola coscienza emersa dalle varie domandesulla natura e fini del matrimonio daparte del nubendo/a.

Qualora il Parroco non possa interro-gare entrambi i nubendi può rimettere adaltro Parroco l’interrogatorio, chiedendoil verbale firmato, in busta chiusa, e vi-dimata dalla Curia se il Parroco appar-tiene ad altra diocesi.

7) STATO DEI DOCUMENTITutta la suddetta documentazione una

volta completata, va riepilogata nell’ap -posito modulo detto “Stato dei docu-menti” da presentare poi con tutta la do-cumentazione alla Curia diocesana per ilnulla-osta a procedere.

N.B. Qualora la celebrazione del ma-trimonio venisse attuata in una chiesa dialtra Parrocchia, va rilasciata per iscrittola “licenza” a procedere, come è riporta-to anche nel modulo “Stato dei docu-menti”.

– Mentre se viene celebrato in parroc-chia ma da altro sacerdote deve esserglirilasciata dal Parroco la delega.

– Infine una nota pratica: si preavvisi-no sempre i nubendi che con la conse-gna in Curia della documentazione vi èpure una tassa da versare.

VICELEBRAZIONE DELLE NOZZE

ADEMPIENZE PER LA CELEBRAZIONE:

– Spetta al Parroco dare la delega diassistere al matrimonio ad altro sacerdo-te o diacono.

– Preparare due moduli per l’atto dimatrimonio (Registro e altro modulo aparte) da redigere come Originali.

– Farli firmare ambedue sia dagli spo-si che dai testimoni e di questi ultimi an-notare data di nascita e residenza.

– Far firmare anche l’eventuale ri-chiesta della “separazione dei beni”.

– Trasmettere poi uno degli Atti origi-nali di matrimonio entro cínque giornidalla celebrazione all’Ufficiale di Statocivile del Comune assieme alla richiestadi trascrizione. Quando il matrimonioviene celebrato in località di un Comunediverso da quello che ha rilasciato il nul-la-osta delle pubblicazioni civili, occorrepresentare,unitamente all’atto di matrimo-nio, copia dello stesso nulla-osta civile.

– Notificare l’avvenuta celebrazioneai Parroci: sia della parrocchia del batte-simo degli sposi sia a quello che ha rila-sciato la “licenza” per la celebrazione.

– minorenni oltre i sedici anni (n. 37). – impediti per infermità mentale (n. 38).– matrimonio solo canonico di vedovi

(nn. 40-42). – matrimonio canonico di impediti ci-

vili (nn. 41-42).– abbandono notorio della fede e cen-

sure (n. 43).– casi vari con precedente matr. civi-

le: (n. 44).1) matrimonio canonico di sposati ci-

vilmente;2) matrimonio di persona libera con

persona in attesa di divorzio;3) matrimonio di persona libera con

cattolico sposato civilmente e divorziato;4) matrimonio di persona libera per

dichiarazione canonica di nullità o perdispensa da un matrimonio rato e nonconsumato.

– matrimonio in caso di morte presun-ta (n. 45).

Continua da pag. 13

– Annotare nel registro dei matrimonil’avvenuta trascrizione da parte del Co-mune, conservando pure la relativa comu-nicazione ricevuta.

– Il matrimonio concordatario richiedeche prima della conclusione del rito litur-gico si dia lettura degli articoli 143 ,144 e147 del Codice civile che richiamano glieffetti civili del matrimonio.

VII CASI PARTICOLARI RISERVATIAL GIUDIZIO DELL’ORDINARIO

I casi particolari di matrimonio trattaticon disposizioni precise dal citato DE-CRETO GENERALE della CEI – al qua-le si rimanda per eventuali necessità – ri-guardano

– I minori di sedici anni (n. 36 del DGM C).

– matrimonio di girovaghi (n. 46).– matrimonio con battezzati non catto-

lici già sposati (n. 47).– matrimonio con disparità di culto (n. 48).– matrimonio Misto (n. 49-52).– matrimonio canonico all’estero di

italiani (n. 53).

Tutti questi casi particolari sono riser-vati al giudizio dell’Ordinario e alle con-seguenti sue disposizioni.

Il Parroco dell’istruttoria deve inviareper tempo al Ordinario e prima di procede-re con l’istruttoria, la domanda eventualedi dispensa dagli impedimenti o di licenza.

Il decreto rilasciato poi dall’Ordinariodeve allegarsi alla documentazione dapresentarsi in Curia e indicato nel modu-lo dello Stato dei documenti.

Pennabilli, ottobre 2008

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15MONTEFELTRO ESERCIZI SPIRITUALI

I sacerdoti diocesani con il Vescovo e il Vicario Generale, sisono raccolti in ritiro spirituale per alcuni giorni sul colle diGinestreto in quel di Pesaro in una bella oasi delle MaestrePie dell’Addolorata. Il piccolo villaggio che si erge panorami-co, quasi un osservatorio che spazia dai monti al mare, daval’im pressione di essere sul Tabor in compagnia di Gesù. EGesù è stato molto ben rappresentato dal Padre Luis Clavelldell’Opus Dei, docente di Filosofia presso il Pontificio Ate-neo della Santa Croce in Roma e già Rettore Magnifico dellastessa università. Il timore e l’ansia degli ascoltatori erano cheil predicatore si perdesse, da buon filosofo, su per i ghirigoriin mezzo alle nuvole dell’astrazione. Invece ha camminato suisentieri terrestri, toccando temi concreti e consentanei alla vi-ta del prete secolare con, sempre sullo sfondo, la gigantescafigura di San Paolo in questo bimillenario della sua nascita.

I temi-oggetto di meditazione hanno toccato la mente e il cuo-re dei partecipanti che hanno vissuto giorni di fraternità, dipreghiera e di comunione. Con le Lodi del mattino recitate ecantate con la guida di un gruppo di sacerdoti canarini, avevainizio la giornata.

Il programma era robusto ma non pesante.

Le celebrazioni eucaristiche veramente devote e l’ora e unquarto di adorazione ricreava in tutti l’intimità con la personadi Gesù realmente presente.

Esemplare è stata la presenza del Vescovo che ha condivisogli impegni dei suoi sacerdoti e, come Lui stesso ha confessa-to, ha vissuto la stessa esperienza di silenzio, di riflessione, dipreghiera.

Fra tutte le cose importanti che Padre Luis ha detto, è rimastain noi tutti una frase che è come la sintesi di tutti i giorni diritiro e che rimarrà come ritornello di quei giorni.

“SIAMO LA FAMIGLIA PIÙ BELLA DEL MONDO”, hadetto di noi sacerdoti: quanti siamo nel mondo? Quasi un mi-lione di razze diverse, di lingue diverse, bianchi, neri, gialli,

rotondetti o spilungoni, anziani o giovincelli, laureati o appe-na alfabetizzati.

Viventi nelle grandi curie o nelle capanne africane, impegnatinelle scuole o negli ospedali, in mezzo ai giovani o ai carce-rati. Santi come Don Oreste o un po’ discoli come il sotto-scritto e qualcun altro.

Veramente questa frase ci dà un senso di orgoglio e un brivi-do di responsabilità, la gioia di essere uniti nel sacramentodel l’or dine, emuli nella gara verso la santità.

Il tempo passa e i ricordi si affievoliscono, ma la luce del col-le di Ginestreto, le sue liturgie, le sue agapi fraterne non sbia-diranno, ma saranno un impegno per tutti.

EGO

LA FAMIGLIA PIÙ BELLA DEL MONDOESERCIZI SPIRITUALI A GINESTRETO – 17-21 NOVEMBRE 2008

www.diocesi-sanmarino-montefeltro.it

Messaggio di Mons. Luigi Negri in occasione della messa in rete del nuovo sito della DiocesiColgo l’occasione per segnalare a tutti la nascita di un nuovo sito della nostra Diocesi grazie al quale sarà possi -bile, in tempo reale, partecipare agli eventi della nostra Chiesa e documentarci su ciò che il Vescovo e la Diocesi ritengono importante come strumenti di conoscenze e di informazione da assimilare per il maturarsi di una auten ticacultura che nasca dalla fede e che si esprima poi in capacità di missione. Ringrazio tutti coloro che hanno collabo-rato e collaboreranno a questa attesa iniziativa; la Diocesi fa questo sacrificio economico non indifferente proprioper mettere nelle mani di ciascun fedele di questa Diocesi e, al di là di esso, di qualsiasi uomo di buona volontà, unmezzo importante sul piano della cultura che può favorire il dialogo, la comprensione reciproca la capacità di con-fronto e di collaborazione per il bene, non solo della Chiesa, ma di tutta la società.

+ Luigi Negri

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MONTEFELTRO 16 INCONTRI

utilizzato dai giovani, penso alla televisione, ai giornali, amomenti pubblici di incontro, a centri di ascolto. Dobbiamofare in modo che la mano della nostra Chiesa sia sempre tesaall’accoglienza e al sostegno delle persone deboli e fragilipresenti in mezzo a noi.

Loredana Mazza

ESSERE CRISTIANI OGGI: LA FRONTIERA DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

“I cristiani e le emergenze del nostro tempo”

Quale contributo i cristiani possono dare alle tante emer-genze presenti anche nella nostra diocesi? Questa domandainterpella ciascuno di noi e nessun cristiano può esimersidall’impegno di una risposta che passa attraverso il comanda-mento dell’amore.

Dalla mia esperienza personale e dall’osservazione dellasocietà in cui vivo, quella sammarinese, mi sono resa contoche di fronte alle varie emergenze che tutti vediamo: da quel-la dei giovani, disorientati, disillusi, disperati, a quella dellafamiglia, fragile, senza più una rotta certa, spesso alla deriva,da quella della politica, sfiduciata, inadeguata ad una realtàche è sempre più avanti rispetto alle risposte che essa sa dare,a quella di una società che si interessa, prima di tutto e so-prattutto del profitto ad ogni costo e che al centro di tuttomette sempre un “io” smisurato nella ricerca del proprio be-nessere e nell’esercizio della propria libertà individuale, dice-vo mi sono resa conto che, di fronte a queste emergenze, il te-stimone di un messaggio autentico e vero come quello cristia-no può rappresentare una luce, un punto di riferimento per di-

mostrare che l’uomo può vivere di giustizia, di onestà, di so-lidarietà e di amore.

C’è bisogno di testimonianza da parte nostra, testimonian-za di vita vissuta da cristiani: in famiglia, sul luogo di lavoro,con gli amici, nella politica e nel sociale. Ho constatato, an-che di persona, che una dimostrazione di coerenza ai proprivalori è un gesto riconosciuto come positivo e apprezzato an-che da chi quei valori non li condivide. Agire pensando al be-ne comune in politica, benché lo si possa considerare ormairaro, produrrebbe grandi benefici per la società e sarebbe al-tamente educativo per i cittadini. Svolgere il proprio lavorocon onestà forse ti fa sentire isolato e “fuori dal giro” in am-bienti dove molti, furbescamente, cercano solo privilegi e pre-bende, ma vi assicuro che non si passa inosservati e si hal’autorità che viene dalla dirittura morale. Nel nostro piccololottare per il rispetto delle regole e per il senso del bene co-mune e dello Stato non è un impegno vano: qualche volta puòessere vincente e certamente sarà un ottimo esempio per i no-stri figli.

Questa è una direttrice lungo la quale penso si possa svi-luppare lalotta alle emergenze: rinnovare la nostra testimo-nianza di veri cristiani per tornare ad essere il sale dellaterra. Penso che questa potrebbe essere la nuova evangeliz-zazione che comincia da noi stessi e che può portare al cam-biamento, all’inversione di tendenza: da una società in cuil’uomo coincide con i suoi bisogni e i suoi desideri da rag-giungere ad ogni costo, legittimando l’eliminazione, anche fi-sica, di tutto ciò che ostacola o turba il suo scopo, ad una so-cietà in cui la vita umana è tutelata sempre, dal suo concepi-mento al suo termine naturale, in cui ogni singolo uomo e isuoi diritti sono considerati un valore alto e prezioso per tuttal’umanità.

Un’altra linea direttrice lungo la quale sviluppareun’azione di aiuto alle persone coinvolte in queste emer-genze di cui abbiamo parlato, penso sia quella di offrireloro occasioni di apertura al dialogo, di sostegno morale edi supporto concreto, utilizzando tutti i possibili strumentiche l’attualità ci offre. Penso a internet, con tutte le sue pos-sibilità come quella più recente chiamata facebook, così tanto

Riceviamo dalla Santa Sede e pubblichiamo

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17MONTEFELTRO CINQUANTENARIO A SERRAVALLE

Identitàalla presenza di oggi

All’interno della Festa di S. Andrea, svoltasi nel Teatro S. Andrea di Serravalle, hanno preso avvio le celebrazioni per i50 anni di attività del Centro Sociale S. Andrea. Attraverso le pa-role di Don Giuseppe Innocentini e del Prof. Giorgio Veronesi,primo direttore del Centro Sociale S. Andrea, si è ripercorsa lavita del centro inaugurato nel 1958 ed i primi due anni 1958-1960, in cui un intero paese è diventato protagonista di una in-tensa attività teatrale; proprio a questo periodo sarà dedicato unapposito volume di prossima pubblicazione. Alla serata di ve-nerdì 28 novembre molte le persone presenti, che furono prota-goniste di quella bella avventura. Come sottolineato in tutti gliintervenuti, l’intento è stato quello di portare in superficie unamemoria storica degli avvenimenti passati che devono essere labase dell’identità delle persone e di un popolo, che deve essere,oggi, protagonista della vita del paese. Non una celebrazione finea se stessa, ma impulso a proseguire in questa esperienza dovecondividere la vita in tutti suoi aspetti, per affrontarla da prota-gonisti. Nella corso della serata Matteo Tamagnini, attuale presi-dente del Centro, ha tracciato un bilancio del lavoro di que-st’anno che sta volgendo al termine. Un anno pieno di molte atti-vità e grande attenzione alla realtà che ci circonda, creando occa-

LA MEMORIA STORICA DEI 50 ANNI DI VITA DEL CENTRO SOCIALE S. ANDREA

sioni d’incontro, di condivisione, di festa, di aiuto. Uno degliaspetti più importanti è quello della disponibilità al servizio, chesi è concretizzato, in più delle volte, nella collaborazione con tut-te quelle realtà che hanno a cuore il bene della persona, a partiredalla Parrocchia di Serravalle con cui condividiamo, in particola-re, l’attenzione all’educazione dei giovani e della famiglia (unesempio per tutti è la stretta collaborazione con la significativaesperienza della colonia estiva di Chiusi della Verna). Ma nonsolo, perché anche con gli Enti pubblici: dalla Giunta di Castellodi Serravalle (Festa del Castello, Olnano Estate, Iniziative di Na-tale) alla Segreteria di Stato all’Istruzione e Cultura, alle nume-rose realtà associative vi sono state collaborazione e sintonianell’individuazione dei momenti comuni di condivisione. InfineTamagnini ha ricordato che il 2009 sarà un anno particolare pro-prio per ricordare questo cinquantenario.

La serata è stata promossa dalla Parrocchia di Serravalle e dalCentro Sociale S. Andrea, con il patrocinio della Segreteria diStato per l’Istruzione e la Cultura, la Giunta di Castello di Serra-valle, con il contributo della Fondazione San Marino Cassa diRisparmio della Repubblica di San Marino – Sums e dell’EnteCassa di Faetano. M. T.

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MONTEFELTRO 18 PREGHIERA

INTENZIONE PROPOSTA DAL PAPA PER IL MESE DI GENNAIO 2009

La famiglia non è un problema col quale dover convivere, mauna risorsa con la quale e grazie alla quale affrontare e scio-

gliere tutti o quasi i nodi che affliggono la società. Dobbiamo ricordarlo alle famiglie stesse, che spesso dimenti-

cano il ruolo ed il mandato di cui sono portatrici nella società.Ma dobbiamo ricordarlo con forza alle Istituzioni democratiche:governo e parlamento, che in Italia sembrano essere particolar-mente succubi di quel clima culturale, che ha caratterizzato gliultimi decenni della nostra storia sociale, dove politica, spettaco-lo e mass media hanno fatto a gara per affermare che la famigliaera morta, o che non serviva più.

Fanno ormai parte dell’opinione pubblica – con la benedizio-ne del laicismo imperante – le disinvolte teorie neomalthusiane,che hanno identificato la procreazione con l’uccisione del piane-ta. Nelle epoche che fanno figli, l’idea-guida è che i figli sonol’immortalità, e la mancanza di figli è la morte. Nelle epoche chenon fanno figli, l’idea-guida è che i figli sono la morte, la non-carriera, la non-vacanza, la non-libertà.

Nel confronto epocale che si sta svolgendo fra la cultura del-la vecchia Europa e l’Islam, viene da constatare che – se la fedenel futuro è data dalla voglia di procreare – la nostra cultura è giàal tramonto.

Siccome non è mai troppo tardi per aggiustare la rotta, eccol’invito del Santo Padre ai milioni di aderenti all’Apostolato del-la Preghiera, di rivolgere quotidianamente la loro fervente pre-ghiera a Dio, affinché conceda alle famiglie nate dal sacramentodel matrimonio la forza di testimoniare la peculiarità del dono ri-cevuto.

Per i credenti la famiglia è «il vangelo dell’oggi». Agli sposicristiani radunati a Manila il Papa diceva: «Cari sposi, fate delVangelo la regola fondamentale della vostra vita e fate della vo-stra famiglia una pagina di Vangelo scritta per il nostro tempo».

Quello degli sposi cristiani non è un amore qualsiasi. Sonosempre parole di Giovanni Paolo II alle coppie radunate a Manila:La grazia, che avete ricevuto nel matrimonio e che permane neltempo, proviene dal Cuore trafitto del Redentore, che sull’altaredella Croce si è immolato per la Chiesa sua sposa, andando in-contro alla morte per la salvezza di tutti. Questa grazia porta consé la peculiarità della sua origine: è la grazia dell’amore che sioffre, dell’amore che si dona e perdona; dell’amore altruista, chedimentica il proprio dolore; dell’amore fedele fino alla morte;dell’amore fecondo di vita. È la grazia dell’amore benevolo, chetutto crede, tutto sopporta, tutto spera, tutto tollera, che non ha fi-ne e senza il quale il resto non è niente.

… Coniugi cristiani, nella vostra comunione di vita e di amo-re, nel vostro dono reciproco e nell’accoglienza generosa dei fi-gli, siate in Cristo luce del mondo. Il matrimonio che avete cele-brato un giorno più o meno lontano è il vostro modo specifico diessere discepoli di Gesù, di contribuire all’edificazione del Re-gno di Dio, di camminare verso la santità, a cui ogni cristiano èchiamato. Accogliete pienamente, senza riserve, l’amore che nelsacramento del matrimonio Iddio vi dona per primo e con il qua-le vi rende capaci di amare». Notare la bellezza e la profonditàdi questa verità: lo Spirito abilita gli sposi ad amarsi non solo«come», ma « con lo stesso» amore di Dio.

E due sposi, che sperimentano un amore come quello di Dio,non avranno difficoltà a trasmettere la fede ai loro figli. La verasfida di oggi è la trasmissione del Vangelo ai figli.

È sbagliato continuare a delegare l’iniziazione cristiana allaparrocchia: è una responsabilità propria dei genitori. E siccome èuna questione di vita o di morte per la Chiesa, i sacerdoti nonpossono più tergiversare nell’attuare quel radicale capovolgimen-to dell’attività catechistica, chiesto con tanta insistenza dai Ve-scovi. Siamo già in ritardo, in grande ritardo!

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA - GENNAIO 2009

Famiglia, piccola chiesa domestica

La Chiesa sta celebrando il grande giubileo paolino, in ricordodella nascita di san Paolo, avvenuta 2000 anni fa a Tarso in

Cilicia, nell’attuale Turchia. Il papa Benedetto XVI ha indicatodue obiettivi fondamentali per questo grande evento: conosceresempre meglio il messaggio di san Paolo ed imprimere un nuovoslancio al dialogo ecumenico.

«Paolo non è pensabile isolato e solitario. C’è in lui – anchevisto come persona – una spinta che lo porta a contatto con glialtri, con i quali vuole condividere i valori di cui è annunciatoree portatore. C’è in lui una esigenza endogena di transitività.All’indicativo segue di solito un imperativo. Per comprendere inpieno Paolo e la sua spiritualità, occorre seguirlo in questa con-divisione con gli altri.

Ci viene da chiedere: com’è possibile che questa esperienzadiventi transitiva, possa aiutare gli altri, essere condivisa? Paolostesso dà chiaramente una risposta affermativa a questa domanda,quando dice: «Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo» (1 Cor 11,1). Per questo la sua spiritualità è trasferibile, condivi-sibile, assimilabile dagli altri senza limitazione» (da L’ebbrezzanello Spirito di Ugo Vanni S.J.).

San Paolo non è per i cristiani una figura del passato, ma unmaestro che parla ogni giorno attraverso le sue lettere e le sue in-dicazioni «sono quanto mai preziose per incoraggiare gli sforzitesi alla ricerca della piena unità tra i cristiani, tanto necessariaper offrire agli uomini del terzo millennio una sempre più lumi-nosa testimonianza di Cristo» (Benedetto XVI).

INTENZIONE PROPOSTA DAI VESCOVI ITALIANI

Dio nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azio-ni e le sofferenze in unione con il tuo figlio Gesù Cristo, che continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per

la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo, che ha guidato Gesù, sia la mia guida e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimone del tuo amore. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese...

❏ “Perché la famiglia sia sempre più luogo di formazione alla carità, di crescita personale e di trasmissione della fede”.

❏ “La celebrazione bimillenaria di san Paolo sia per i cristiani occasione per approfondire ed assimilare il suo insegnamento”.

San Paolo modello e maestro

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19MONTEFELTRO RECENSIONI

Rivoli (Torino), dicembre 2008 – «Potremoprovare una profonda commozione nel l’at -traversare le aspre Porte di Cilicia, nel l’al lun -gare lo sguardo sulle spoglie distese dell’anticaGalazia, nel visitare le rovine di Corinto, Ateneed Efeso, oppure nel sostare sulle rive di Maltaspazzate dal vento, perché di là passò Paolo,senza le comodità dei viaggi moderni e spessopraticamente da solo, con l’unico obiettivo didiffondere la Buona notizia».

Il “grande itinerario paolino” che nel I secolod.C., anno dopo anno, mare dopo mare e provincia dopo pro-vincia portò Saulo di Tarso (il primo grande missionario-viag-giatore) sempre più lontano dalla Palestina, è stato ripercorsoda Peter Walker, che ne pubblica uno straordinario resocontonel libro

Sui passi di San Paolo. Guida spirituale, storica e geografica ai viaggi

di San Paolo(Elledici-Edizioni Messaggero Padova-Velar 2008, pp. 214, € 20,00)

Questo splendido libro illustrato presenta 14luoghi visitati da Paolo e citati negli Atti degliApostoli, li inquadra nell’av venturosa, vibrantevicenda paolina, nella grande Storia del Medi-terraneo e nella realtà odierna.

Il testo è arricchito da fotografie a colori, cro-nologie, elaborazioni grafiche, cartine, ap-profondimenti e accompagna il lettore in unviaggio suggestivo attraverso strade, paesaggi ecittà, ma anche nella mente e nel cuoredell’Apostolo delle genti. «Indipendentemente

da ciò che pensiamo di lui – sottolinea Walker – ci sarà diffi-cile non provare ammirazione per quest’uomo che si spinsecosì lontano a piedi, per nave o a dorso di mulo per la causacui aveva dedicato tutto se stesso».

L’AUTORE – Esegeta biblico e archeologo inglese, PETER WALKER haviaggiato nei Paesi del Mediterraneo come guida e per motivi di studio, e hascritto vari libri sui luoghi legati agli avvenimenti della storia sacra.Un’in tervista a Walker sarà pubblicata sul n. di gennaio-febbraio 2009 diInsegnare religione, rivista del settore Scuola dell’editrice Elledici (sito In-ternet www.scuola.elledici.org).

SUI PASSI DI SAN PAOLOELLEDIECI-EDIZIONI MESSAGGERO PADOVA-VELAR 2008, pp. 214, euro 20,00

Il mondo di Paolo di Tarso ieri e oggi: uno straordinario reportage neiluoghi, nella mente e nel cuore dell’Apostolo delle genti

Sono quattro semplici e brevi libretti,colorati ed animati da tenere illustrazionied arricchiti da un CD! Volumi pensatiper aiutare i bambini a memorizzare e acapire le parole delle preghiere più sem-plici e più importanti!

Ogni volumetto riprende, passo dopopasso, il testo della preghiera e ne spiegail significato con parole semplici e piena-mente comprensibili ai bambini. La bel-lezza di questi quattro testi sta anche nel-le tenerissime illustrazioni, che sannoaprire il cuore a chiunque, non solo aibambini. Ricche di colore e di calore pos-sono essere un prezioso aiuto per i geni-tori nel coinvolgere, interessare e, allostesso tempo, educare i figli alla preghie-ra! Inoltre, per rendere più piacevoli l’a -scolto e l’interesse, ad ogni libro è abbi-nato un CD con una breve catechesi didon Massimo Astrua, attraverso canzoni etesti recitati per i bimbi.

Per promuovere l’iniziativa Mimep Do-cete Editrice pratica condizioni particolari:per l’ordine di tutti e quattro i volumi il

costo sarà 18 euro anziché 23 e riceverà inomaggio un CUBO a scelta, con preghierequotidiane o con i misteri del rosario!

Questi i prezzi dei singoli volumi: AveMaria, 5 euro (ISBN 88-8424-138-3);Padre Nostro, 5 euro (ISBN 88-8424-139-1); Oh, Angelo mio Custode, 5 euro(ISBN 88-8424-117-0), Credo, 8 euro(ISBN 88-8424-118-9).

Per informazioni o ordini rivolgersi a:MIMEP DOCETE EDITRICE, Via PapaGiovanni XXIII, 2 - 20060 Pessano conBornago (MI), tel 02 95741935, Fax 029574464, e mail: [email protected].

GUIDA ALLA PREGHIERAPER I BIMBI

COME EFFETTURAE VERSAMENTI A FAVORE

DELLE MISSIONI

Chi desiderasse inviare of-ferte per i nostri missionariè pregato di farlo utilizzan-do un bollettino di c/c po-stale sul quale dovrà indica-re il n. 37340403 ed inte-starlo a Centro MissionarioDiocesano – Diocesi di SanMarino-Montefeltro, ricor-dando di annotare a favoredi quale missionario si ese-gue il versamento.

Informiamo che si trovanoanche bollettini di cc posta-le già prestampati.

Si ringrazia tutti coloro chevorranno generosamente so -stenere il lavoro dei nostrifratelli in terra di missione.

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20MONTEFELTRO DALLE MISSIONI

PPAADDRREE FFOORRCCEELLLLIINNII DDAALLLLAA MMIISSSSIIOONNEE IINN ZZAAMMBBIIAA

Oh!... Che sorpresa! Carissimo don Marino, mi hai pia-cevolmente sorpreso con la tua del 18 aprile scorso.

Veramente io ti avevo domandato molto meno, per unaadozione di classe: 4.000, però da rinnovare anche gli annisuccessivi. Ora tu mi mandi una bella sommetta per aiutarela realizzazione di un progetto. Molto bene così come pro-poni nel tuo messaggio.

Il progetto è questo: completamento seconda ala ScuolaSecondaria. L’insieme deve essere pronto per il mese di set-tembre. Cominceremo a funzionare infatti con il prossimoanno scolastico anche con la Scuola Secondaria. Con il tuoaiuto ce la faremo.

Ti mando delle foto dei lavori in corso. È già sotto tetto.Mancano intonaci, paivmenti, impianto elettrico, vetri allefinestre, ecc. Le classi sono sei.

Informazioni e messa a giorno della situazione: la Scuo-la secondaria fa parte del “Complexe Scolaire Les Buisson-nets”. È in atto già la Scuola Materna, che però deve essere

trasferita in altro luogo più propizio. Per questo progetto cisono quelli del “Villaggio Angelo, “Noi per... Zambia”, chehanno promesso una buona mano, cioè di adottarlo. Questote lo dico perché ne sii informato; ed è giusto. Poi c’è laScuola Primaria, cioè Elementare, Scuola Sociale e di Alfa-betizzazione, Scuola d’Informatica.

Gli alunni della scuola materna e primaria quest’annosono circa ottocento. Diamo loro normalmente anche unacolazione al dì.

L’offerta del Centro Missionario Diocesano, di cui seiresponsabile, arriva a tempo opportuno.

Ringrazio te e quanti collaborano con te per quest’operamissionaria così importante.

Ti saluto e ti abbraccio fraternamente, pregando lo Spri-to Santo perché faccia irruzione su di te come per una nuo-va Pentecoste e ti santifichi per la lode della gloria divina.

Tuo amico e fratello in Cristo.P. Marcellino Forcellini

INDIRIZZI DEI NOSTRI MISSIONARI01. Padre Franco Antonini (nativo di Novafeltria): Missiona-

rios Combonianos, c.p. 832 - 31100 NAMPULA (Mozam-bico).

02. Padre Beniamino Cappelli (nativo di Villagrande): Hospi-tal S. Rafael - Av. S. Rafael 2298 - Salvador - Bahia (Bra-sile).

03. Suor Lea Pignatta (nativa di S. Marino): Istituto MaestrasPias - Casa Hogar - Villa F. Savier - 47600 Tepatitlan - Ja-lisco (Messico).

04. Fr. Gilberto Bettini (nativo di S. Agata Feltria): DioceseProcure - P.O. Box 43 LIRA (Uganda).

05. Padre Marcellino Forcellini (nativo di S. Marino): LesBuissonnets - don Bosco Lubumbasi - c/o Procure DesMissions - Chaussee de Ninove 548 - 1050 Bruxelles (Bel-gio).

06. Maria Pia Ruggeri (nativa di Carpegna): Mission Catholic -Dagama Home - P.O. Box 90102 - Luanshya - Ndola(Zambia).

07. Suor Paola Della Ciana (nativa di S. Marino): Missionariain Timor Est, ora in Italia per motivi familiari.

08. Maria Crociati (nativa di Novafeltria): Pass. S. Cristovao -Guamà 11 - 66065-670 Belèm - Parà (Brasile).

09. Padre Corrado Masini (nativo di Sant’Agata Feltria),Missionario in Etiopia ora Superiore della Casa Combonia-na a Pesaro.

10. Padre Sebastiano Benedettini (nativo di S. Marino) - Mis-sionario in Tanzania ora in Italia per motivi di salute.

11. Suor Cristina Fabbri (nipote di Padre Babini di Perticara) -Avenida Directorio 1196 - 1406 Buenos Aires (Argentina).

12. Padre Renzo Mancini - Catholic Mission Dawro Conta -P.O. Box 139 - Wollaita - Soddo (Etiopia).

13. S. E. Mons. Michele Russo - Evechè de Doba - B.P. 22Doba (Tchad) (a questa Diocesi appartiene la nostra primaMissione gemellata di Bodo).

14. S. E. Mons. Lorenzo Ceresoli - Catholic Mission - P.O.Box 12 - Awasa (Sidamo Prov.) (Etiopia) (a questa Dioce-si appartiene la Missione di Safinna, dove è sepolto il no-stro Fr. Paolino Magnani, nativo del Montefeltro).

A TUTTI I NOSTRI MISSIONARI AUGURI DI BUON NATALE

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21MONTEFELTRO DALLA DIOCESI

REPUBBLICA DI SAN MARINOA San Marino si allestiscono numero-

si Presepi; oltre a “I Presepi d’au tore”che abbiamo già presentato, di seguitodiamo un elenco delle altre iniziativeche ci sono state segnalate:

– presso la Cava dei Balestrieri, cen-tro storico San Marino;

gante, con figure alte anche due metri,in uno scenario di grande suggestione eche di notte, grazie alla sapiente illumi-nazione, può essere ammirato anche dalocalità distanti e, nel fondo valle, addi-rittura dalla zona di Ponte Messa.

Ancora, La strada dei Presepi, un iti-nerario che tocca quasi tutte le frazioni ei maggiori borghi di Pennabilli dove inambientazioni caratteristiche sono alle-stiti, dagli abitanti del posto, piccoli ograndi Presepi a conferma della radicatatradizione e della fede profonda di que-sta terra. (Mostra Mercato nazionale d’Anti qua -riato e Associazione Pro Loco di Penna-billi)

TALAMELLO

nabilli, dove quest’anno il 25 dicembrenasceranno due Bambinelli: uno nelpresepe della Cattedrale e uno nellachiesa di San Filippo, dove viene cele-brata la messa nei giorni feriali. Dopol’inaspettato successo del presepe mec-canizzato realizzato nella Cattedrale daun gruppetto di ragazzi tra i 15 e i 17anni nel 2007, quest’anno il parroco e isuoi collaboratori hanno pensato dicoinvolgere nell’iniziativa anche i geni-tori, proponendo a mamme e papà diprogettare e costruire un’altra sacra rap-presentazione per la chiesa di San Filip-po. Il nuovo presepe avrà statue alte piùdi 50 centimetri e sullo sfondo il pae-saggio della città di Pennabilli, dipinto

EVENTI DI NATALE IN DIOCESI

– nella Chiesa dei Santi Pietro, Mari-no e Leone a Murata;

– in Piazza Marino Capicchioni San-ta Mustiola;

– porta San Francesco, centro storicoSan Marino, esposizione del presepe diMassimo Agostani, con dipinto del pit-tore Antonio Giuffrida;

– presepe animato di Marino Giardipresso il Santuario del Cuore Immaco-lato di Maria, Valdragone (Borgo Mag-giore): dal 23 dicembre al 5 febbraio,tutti i giorni dalle ore 8,00 alle ore19,00;

– presepe vivente nel Castello diMontegiardino il giorno 26 dicembre2008 e il giorno 6 gennaio 2009, dalleore 17.00 alle 19.00;

– presepe presso la chiesa di Serra-valle a cura di Primo Morri dal 23 di-cembre all’8 gennaio;

– Natale nell’arte nel Centro Storicodi Serravalle dal 19 dicembre al 6 gen-naio, a cura della scuola elementare “LaPrimavera” di Serravalle: quattro ripro-duzioni di quadri famosi che propongo-no episodi dal racconto della vita di Ge-sù. Inaugurazione venerdì 19 dicembredalle ore 16 con visita, canti e recite na-talizie.

PENNABILLIA Pennabilli si ripropongono alcune

belle iniziative per celebrare il SantoNatale; sulla Rupe ritorna il Presepe gi-

per l’occasione da Lorenzo Lunadei, unragazzo di Maciano che sta frequentan-do l’ultimo anno del liceo artistico a Ri-mini. Inoltre Gesù Bambino nascerà inuna cornice davvero particolare. Infattila settecentesca chiesa di San Filippo,riaperta, dopo che un terremoto l’avevaresa inagibile per molto tempo, nel di-cembre 2006, ha una struttura che violaogni legge di simmetria e perpendicola-rità. Chi entra si trova in un ambientedeformato e surreale, con l’altare comeunico punto di riferimento sicuramenteorizzontale, e sul lato opposto una bel-lissima cantoria con delicati angiolettiche fanno capolino. Il presepe dellachiesa di San Filippo e quello allestitoper il secondo anno dai giovani nellaCattedrale, con i suoi 6 metri quadratidi scenografie in movimento, la stellacometa e il sottofondo musicale di so-nate d’organo pastorali e canti di bam-bini, saranno visitabili durante le feste,dalla vigilia di Natale fino all’Epifaniae anche quest’anno il ricavato delle of-ferte dei visitatori andrà in beneficenza.I soldi raccolti a Natale 2007 sono statiin parte devoluti alla cura dei lebbrosi

Continua a pag. 22

Nella Chiesa Parrocchiale di S. Lo-renzo Martire, viene allestito, ancheque st’anno, un grande Presepe dove di-verse figure e aspetti di vita del temposono mossi da congegni elettrici checonferiscono alla rappresentazione uninteressante sguardo d’insieme. La rea-lizzazione richiama nel rinomato San-tuario che custodisce il venerato Croci-fisso di scuola grottesca un gran nume-ro di visitatori.(Parrocchia di S. Lorenzo Martire)

DUE BAMBINELLI NASCERANNO A PENNABILLI

Recuperare la tradizione del Presepeper riunire le famiglie e riavvicinarle al-la Chiesa: è questo il segreto per viverebene il Natale nella parrocchia di Pen-

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22MONTEFELTRO NOTIZIE DALL’A.C.

durante la Giornata Mondiale a loro de-dicata, e in parte sono serviti per le atti-vità oratoriali della parrocchia, a benefi-cio degli stessi giovani che avevano col-laborato e, collaborano anche que-st’anno, alla costruzione del presepe.Giovani e meno giovani stanno lavoran-do fin dai primi di ottobre per progetta-re i due allestimenti, mettendo a disposi-zione materiali, tempo e competenze,curando ogni minimo particolare, esvolgendo con impegno anche i compitipiù umili. “Lavorare insieme per co-struire scenografie, ponti, strade e ca-panne in miniatura, preparando così lavenuta di Cristo, in tempi in cui il Cri-stianesimo è spesso messo da parte, icrocefissi sono nascosti e genitori e figlisono in conflitto”, spiega il parroco, donMaurizio Farneti, “sarà sicuramenteun’occasione propizia per favorire ildialogo intergenerazionale e riscoprire ivalori della famiglia, illuminati dal mo-dello di quella di Betlemme”.(Parrocchia S. Pio V, giovani e genitori)

L. M.

IL PRESEPE DELLA PIEVE DI SAN PIETRO IN MESSA

La chiesa di Ponte Messa, consacrataa San Pietro, ha da sempre avuto unpresepe realizzato dai giovani del paeseper festeggiare il Natale cristiano.

Le sue dimensioni, la forma e la col-locazione sono mutate nel corso deglianni. Dapprima trovò collocazione da-vanti alla cripta posta al di sotto del -l’altare dove il parroco celebra la fun-zione, con marchingegni per simulare ilfuoco, i ruscelli e il movimento deigreg gi di pecore, realizzato dai ragazzidi allora che oggi si avviano a compie-re il mezzo secolo.

In seguito, in coincidenza con il cam-bio generazionale dei “costruttori”, ven-ne spostato nella navata destra dellachiesa, vicino all’ingresso, con rappre-sentato il deserto, il fiume che scendedalle colline realizzate con ciocchi dilegno ricoperti di muschio ad inglobareanche la capanna con il Bambino Gesù.

Poi un evento eccezionale come ilterremoto, va a menomare la chiesa, ri-ducendo molto gli spazi utilizzabili.

Nasce allora l’idea di realizzarlo più

piccolo, ma sempre importante, davantiall’altare posto al piano superiore a cuinon si poteva più accedere, con tre solestatue: Giuseppe, Maria ed il BambinoGesù, non di dimensioni normali, mamolto grandi, in modo che i fedeli po-tessero vederle bene nel loro piccolo,grande splendore dall’aula.

E l’anno dopo viene ulteriormente ar-ricchito di due importanti personaggi: ilbue e l’asinello.

Anche quando la chiesa viene ristrut-turata il presepe continua ad essere rea-lizzato con lo stesso entusiasmo, in unpiccolo sottoscala del locale messo a di-sposizione ai Pianacci in cui si celebrala messa.

E quest’anno, per salutare la riapertu-ra della stupenda Pieve romanica ri-strutturata, la collocazione naturale peril presepe è divenuta la cripta, che giàda sola sembra una grotta.

E non potevano mancare anche i ReMagi per festeggiare l’evento.

Il Presepe della Pieve sarà visibile fi-no alla settimana dell’Epifania.

(I giovani della Parrocchia di San Pie-tro Apostolo e Martire in Ponte Messa)

EVENTI DI NATALE IN DIOCESIContinua da pag. 21

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23MONTEFELTRO BENI CULTURALI

Fra le opere note e maggiormente apprezzate del Museo Dio-cesano di Pennabilli vi è il cosiddetto Trittico di Torricella, unaltarolo raffigurante la Madonna in trono col Bambino nella ta-vola centrale, i santi Sebastiano e Rocco su lato interno deglisportelli mobili, e l’Annunciazione sul lato esterno; il dipinto, giànella parrocchiale di Torricella di Novafeltria, riporta la data1520 e il nome dell’autore Benedetto Coda (al 1520 risaleun’altra opera di Benedetto Coda già a Pennabilli, pressoché sco-nosciuta seppur bellissima: è il Polittico dell’Assunta della chie-sa della Misericordia, acquistato nel 1888 dal conte Giulio Cesa-re Battaglini di Rimini, e ora in collezione privata a Roma). Nel-le Vite di Giorgio Vasari, fonte imprescindibile per la storiadell’arte, Benedetto Coda da Fer-rara è annoverato fra gli allievi diGiovanni Bellini; trasferitosi a Ri-mini lavorò a lungo e con profitto,e alla morte la bottega passò al fi-glio Bartolomeo. Questi fu il mag-giore di quattro fratelli: Francesco,Innocenzo, e Raffaele, tutti attivinella bottega del padre.

Al 1541 risale l’unica opera au-tografa: l’Annunciazione dellachie sa di santa Maria del Monte aCesena, eseguita negli anni delPolittico di Valdragone della chie-sa dei Servi di Maria a San Mari-no, unica opera attribuita a Barto-lomeo Coda nella nostra diocesi,almeno finora.

All’interno della chiesa di SanSilvestro in Montegrimano, infatti,per almeno venti anni è stato cu-stodito un dipinto di dimensioniragguardevoli, raffigurante la Ma-donna in trono con Bambino e isanti Apollinare e Antonio da Pa-dova; il dipinto proviene dallachiesa di sant’Apollinare, un tempo a pochi chilometri di distan-za dal centro storico. L’opera è stata oggetto di un recente re-stauro, che ne ha restituito una parziale leggibilità, al termine delquale è stata trasferita nella chiesa parrocchiale di MercatinoConta, dov’è tuttora esposta. La grande pala misura 246 centime-tri in altezza, e 146,5 centimetri in larghezza; la cornice lignea èalta 263 centimetri, ed ha alla base una larghezza massima di198,5 centimetri. Prima del restauro la pellicola pittorica si pre-sentava alquanto depauperata, per l’umidità, le cadute di colore, enumerose ridipinture ad olio. Anche la cornice era in pessimostato; il restauro ha riportato alla luce l’intaglio a doppia trecciae porzioni di doratura originaria. La vicenda storica e conservati-va del dipinto sono premessa necessaria per la corretta letturadell’opera, comunque problematica. Gli incarnati della Madonnae del Bambino, ad esempio, appaiono disomogenei e dai contor-ni irregolari nonostante l’intervento conservativo; la veste dellaMadonna, al contrario meglio conservata, mostra interessanti ef-

fetti chiaroscurali, con velature a colpi di pennello paralleli, lun-go le pieghe dell’abito rosso, stretto in vita. Nel dipinto di Mer-catino Conca la composizione è perfettamente bilanciata. Al cen-tro della scena è la Madonna col Bambino, in posizione rialzata edall’aspetto monumentale, simile ad una elegante terracotta poli-croma: sul basamento è dipinta la data in chiare lettere romane M D L I (1551). A destra è il giovane sant’Antonio da Padova, asinistra, invece, sant’Apollinare vescovo e martire. In alto, infine,campeggia la figura dell’Eterno, che appare da una cortina di nu-bi, stagliandosi su un fondo d’orato. Nel dipinto si riscontra unarigidezza dei corpi e un movimento meccanico dei gesti lontanidall’eleganza pittorica di Benedetto Coda. La figura di

sant’Antonio da Padova, in parti-colare, è resa in maniera ingenua eaffrettata; l’ovale del volto èdeformato, mentre il saio piombaa terra come il fusto di una statualignea. L’immagine di sant’A pol -linare, al contrario, rivela una di-versa abilità esecutiva. Il volto èdescritto con sottili pennellate dicolore, e colpi di luce bianchi sul-la fronte e sul naso affilato. Allespalle del santo si scorge un pae-saggio turrito tipicamente feretra-no, immerso in colori caldi. Ancheil gruppo della Madonna col Bam-bino rivela una certa maestria, perle proporzioni armoniose e il nudodel Bambino. Il Padre Eterno, asua volta, rivela significativi ad-dentellati con la stessa figura di-pinta nel Battesimo di Cristo dellaCattedrale di Traù, eseguito daBartolomeo Coda fra il 1533 e il1537 alla morte del padre, quandoalla guida della bottega era in gra-do di esportare opere in Dalmazia

e al di là dell’Adriatico. Nel dipinto su tavola raffigurante la Ma-donna col Bambino fra i santi Domenico e Paolo e i misteri delRosario nel museo della Rocca di Gradara, ritroviamo l’im ma -gine della Madonna col Bambino del dipinto di Mercatino Con-ca. La pose delle figure e la veste sono le stesse, semplicementeinvertite come in un gioco allo specchio. Perfettamente coinci-denti sono l’inclinazione del capo della Madonna e la posa pla-stica del Bambino; sorprende il particolare morelliano delle manidella madre che trattengono il figlio; nella tavola ritroviamo lastessa meccanica dei gesti e il modo di trattare le vesti, ma al mo-mento è difficile chiarire la successione temporanea fra i due dipinti.

La tela di Mercatino Conca, dunque, va ad ampliare il corpusdelle opere di Bartolomeo Coda, pittore prevedibile e forse ripe-titivo ma certamente interessante, e quindi ad arricchire il nucleodelle opere d’arte più significative della nostra diocesi.

Luca Giorgini

LL’’ aa rr tt ee rr ii tt rr oo vv aa tt aaUN INEDITO DIPINTO DI BARTOLOMEO CODA A MERCATINO CONCA

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24MONTEFELTRO IN RICORDO

Mi è difficile pensare l’Azione Catto-lica diocesana senza la presenza di Ma-ria Venturi.

Ancora solo pochi mesi fa (ormaisulla soglia dei novant’anni!) mi hascritto una lunga ed affettuosa lettera dirallegramenti ed incoraggiamento per ilmio nuovo incarico associativo e, insie-me, di consigli per dare impulso allanostra associazione.

Perché Maria era così: tanta passioneper la Chiesa e per l’annuncio del Van-gelo, una grande attenzione alla forma-zione cristiana delle coscienze e dellaspiritualità di ogni aderente (ad ognietà!), una continua cura delle associa-zioni parrocchiali.

Tante generazioni di aderenti all’ACe di fedeli laici nella nostra diocesi han-no avuto la fortuna ed il privilegio diincontrarla lungo il percorso della vita:insegnante elementare, sposa, dirigentedella Gioventù femminile e dell’Unionedonne e successivamente, dopo la rifor-ma dello statuto dell’Azione Cattoli-ca, responsabile diocesana con vari in-carichi.

Davvero tanti giovani, soprattutto ra-gazze, hanno conosciuto la fermezzadei suoi principi educativi e dei presup-posti di fede che li originavano; a volteespressi con toni burberi e perentori, masempre capaci di far intravedere ungrande amore per Gesù e la Sua Chiesa.Nel nostro ultimo incontro, a settembre,durante gli esercizi spirituali del settoreadulti, ci siamo dati appuntamento perla festa del centenario dell’AC diocesa-na, che celebreremo il 29 marzo prossi-mo: è stata lei a farmi presente che con-servava ancora tanto materiale della no-stra associazione (documenti, fotogra-fie, tessere, gagliardetti, materiali deiprecedenti anniversari...).

Maria aveva un’attenzione specialeper la trasmissione della memoria asso-ciativa – che è anche, per gran parte,memoria della storia laicale di tutta la

nostra diocesi – e si prodigava in millemodi perché gli oggetti e le immaginidel passato potessero raccontare ancoraoggi e rendere in qualche modo attualeil motto “preghiera, sacrificio, azione”che ha formato tanti cristiani, in Italia

come nelle parrocchie di S.Marino e delMontefeltro.

Maria ha scritto anche un libro (“ACtra storia e memoria, dal 1916 al2000”), autentica testimonianza di que-sta sua cura, ancora più preziosa e riccaoggi che Maria non è più tra noi.

Una cura ed una passione che faceva-no di lei una vera e propria custode del-la memoria associativa: questo avrem-mo voluto dirle nella festa dei cent’annidell’AC a marzo; questo le diciamoadesso, che ci ha lasciato anzitempo.

Per una singolare circostanza, Mariaè tornata alla Casa del Padre all’in -domani della festa dell’Imma colata, so-lennità nella quale l’AC celebra la gior-nata dell’adesione...

Ci è difficile pensare l’Azione Catto-lica diocesana senza la presenza di Ma-ria Venturi: ma è certo che tutti noi, chel’abbiamo conosciuta e stimata, che ab-biamo apprezzato il suo insegnamento,d’ora in poi celebreremo l’8 dicembrecon un “di più” di amore per la MariaCeleste e per l’Azione Cattolica.

Grazie, Maria!Federico Nanni

Presidente Azione Cattolica diocesana

MARIA VENTURI se ne è andata in punta di piedi lasciandoci in dono una grande testimonianza di vita:

preghiera, sacrificio, azione

UN GRAVE LUTTO HA COLPITO LA NOSTRA CHIESA DIOCESANA

Altri incarichiin Diocesi

RETTIFICANel numero di novembre delMONTEFELTRO a pag. 2 abbia-mo erroneamente fatto il nome diDon Luca De Pero quale nuovocollaboratore della Parrocchia di SanMartino Vescovo in Montelicciano.

In realtà la nomina riguarda DonRaffaele Pajecki, AmministratoreParrocchiale della Parrocchia diMontegiardino.

Ce ne scusiamo con gli interessati.