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campo magnetico Introduzione Fisica sperimentale II

campo magnetico Introduzione - Giulio Raganelli …giulioraganelli.altervista.org/fisica2/dispense/Capitolo10.pdf · Si cercherà di descrivere questi fenomeni attraverso l’introduzione

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campo magneticoIntroduzione

F i s i c a s p e r i m e n t a l e I I

La forza elettrica è descritta dalla legge di CoulombSi era detto:

La verifica sperimentale era fatta in condizioni statiche

La legge di Coulomb varrà pure se le cariche sono in moto?

Possiamo mettere in evidenza anche eventuali

piccole deviazioni studiando le interazioni

tra fili percorsi da corrente.

Tuttavia:

Le interazioni puramente Coulombiane si elideranno

vicendevolmente. Resteranno non

compensate eventuali dipendenze della forza

dalla velocità dei portatori

F = q

E +f q, v( )

Due fili percorsi da corrente in senso concorde si attraggono

Se le forze non dipendessero dalla velocità dei portatori i fili non dovrebbero attrarsi

Si cercherà di descrivere questi fenomeni attraverso l’introduzione di un nuovo “campo”

Il “Campo Magnetico”

Lavori di Ampere

Non aveva a disposizione generatori di corrente affidabili

Non aveva a disposizione misuratori di corrente affidabili

Le misure erano influenzate dalla presenza della Terra

Doveva misurare forze tra correnti, ma:

Non aveva a disposizione generatori di corrente affidabili

Non aveva a disposizione misuratori di corrente affidabili

Misure di zero

La stessa corrente circolava sia nel circuito che produceva il campo che in quello che ne subiva la presenza

Le misure sono influenzate dalla presenza della Terra

Circuiti elettrici configurati opportunamente in modo tale che gli effetti della presenza della Terra si annullino

automaticamente

Bilancia di Ampere

Uso di considerazioni di simmetria

Uso del principio di additività

Due prime conseguenze dell’additività delle forze:

Se le forze sono additive esse debbono essere proporzionali al valore della

corrente

Se le forze sono additive esse debbono essere proporzionali alla

lunghezza del tratto di filo

Dalla additività delle forze discende la possibilità di definire l’unità di misura delle correnti e quindi anche quella della carica

elettrica

Due fili siano percorsi dalla stessa corrente. Essa è unitaria se i fili, posti

parallelamente l’uno all’altro ad un metro di distanza, di attraggono, o si

respingono, con una forza pari a 2 10-7 N per unità di lunghezza

L’unità di misura prende il nome di “Ampere”

Il Coulomb è quindi la carica che attraversa in un secondo la sezione di un conduttore interessato al passaggio di corrente del

valore di un Ampere

La forza che agisce su di un filo può avere varie direzioni.

La direzione dovrà sottostare ad una legge generale?

Archetto libero di ruotare attorno ad un

asse verticale

Avvolgimento di filo

Pozzetti di mercurio

Asse di rotazione

Dato sperimentale:

L’archetto non ruota mai, qualunque siano le posizioni dei pozzetti e la posizione della matassa, solo se il suo centro è

posto sull’asse di rotazione

Archetto visto dall’alto

Una componente di forza agente sul singolo “dl” diretta come il “dl” stesso

darebbe luogo ad un momento di forze indipendentemente dal fatto che “c” ed

“o” coincidano

Il dato sperimentale attesta quindi che la forza non ha componente parallela al “dl”

Quindi la forza è perpendicolare: dF ⋅dl = 0

Se non ruota:

se questo avviene indipendentemente dalle posizioni dei pozzetti e dell’avvolgimento:

Mext = d

Mext =

archetto∫ 0

dMext = 0

Introduciamo il concetto di campo

L’elemento di filo “dl” percorso da corrente interagisce con lo spazio in cui è posto. Le proprietà fisiche dello spazio sono

descritte tramite una grandezza vettoriale: il Campo Magnetico

Nel punto considerato avremo quindi due grandezze vettoriali: d

l

B

Anche se per adesso non conosciamo la direzione del campo, i due vettori identificano un piano nello spazioLa forza potrà essere scomposta in due direzioni tra

loro ortogonali

1) lungo la normale al piano2) lungo la direzione nel piano normale al filo

n = vers dl ×B( )

m = vers dl × n( )

Con α e β funzioni incognite dell’angolo tra il vettore “dl” ed il vettore “B”

Lineare nel modulo del campo

Lineare nel modulo del “dl”Lineare nella corrente

dF = i ⋅dl ⋅ B ⋅ α θ( ) n + β θ( ) m⎡⎣ ⎤⎦

Solo l’esperienza potrà determinare le due funzioni α e β

La bilancia di Ampere non ruota

la cosa non sorprende data la simmetria del circuito

Se modifichiamo la bilancia, sostituendo un suo tratto verticale con un filo finemente pieghettato, si perde la

simmetria.

Ci aspetteremo quindi che, chiudendo il circuito, la bilancia ruoti!

È molto più lungo dell’altro, quindi ci attenderemmo una forza maggiore e quindi

un momento di forza netto

L’esperienza dice che anche adesso

la bilancia non ruota

La matematica ci dice:

L’esperienza ci dice: dl = d

l1 + d

l2

dF = d

F1 + d

F2

L’unico modo per cui possono valere entrambe è che:

dF = i ⋅dl ⋅ B ⋅ α θ( ) n + β θ( ) m⎡⎣ ⎤⎦

α θ( )∝ sin θ( ) β θ( ) = 0

Scegliendo 1 come costante moltiplicativa, scriveremo quindi: d

F = i ⋅d

l ×B

La scelta del valore 1 per la costante implica la scelta dell’unità di misura del campo magnetico

L’unità di misura prende il nome di “Tesla”

[B] = [F][i] ⋅[l]

= Kg A−1s−2

Siamo a metà strada

Occorre determinare la relazione esistente tra correnti e campi da esse generati

Principio si additività

Campo proporzionale al valore delle corrente

Campo proporzionale al valore dell’elemento di filo

Uso di misure di zero

In entrambi i casi la bilancia di Ampere non ruota

Un elemento di circuito come questo, percorso da corrente non è in grado di generare forze su circuiti adiacenti

Queste esperienze si possono interpretare solo ammettendo che

dB = i d

l ⋅ f θ,r( ) ⋅ vers(d

l × r )

Resta da determinare la dipendenza funzionale da r e da θ

Esperienza di Biot

Il doppio quadro non ruota solo se vale:

R1R2

=L1L2

Filo complanare ai due tratti verticali del doppio quadro

Asse di rotazione

Asse di rotazione

Per avere equilibrio:

Mext = 0

Che, essendo uguali i bracci, conduce a F1 = F2

e quindi a: L1 ⋅ B r1( ) = L2 ⋅ B r2( )campo generato dal filo rettilineo

L’esperienza dice che questa relazione vale seR1R2

=L1L2

Per cui: R1 ⋅ B r1( ) = R2 ⋅ B r2( )In altri termini:

il prodotto del modulo del campo magnetico generato da un filo infinito per la distanza dal filo è una costante

Per quanto si è visto:

dB = i d

l ⋅ f θ,r( ) ⋅ vers(d

l × r )

ove: R = r ⋅ sin(θ)

Quanto scritto ci permette di esplicitare la funzione “f”

B(R) = i f θ,r( ) ⋅ vers(dl × r )

−∞

+∞

∫ ⋅dl = K ⋅iR

Si era già visto un caso in cui un integrale lungo un filo dava luogo ad un risultato del tipo “1/R”

Campo elettrico di un filo uniformemente carico

E =

14πε0

λsin θ( ) dlR2 + l2−∞

+∞

∫ =14πε0

2λR

ove: R2 + l2 = r2

Si può vedere che questa è l’unica possibilità

Nel caso elettrostatico, la funzione seno derivava dal dover considerare la componente orizzontale del campo dovuto al

singolo “dl”

Nel caso attuale, tutti i “dB” sono tra loro paralleli, quindi:

La funzione seno fa parte integrante dell’espressione del “dB”

dB = i d

l ⋅ f θ,r( ) ⋅ vers(d

l × r )

con: f θ,r( ) = K sin θ( )r2

Ma allora la “f” può essere inglobata nel prodotto vettoriale

f θ,r( )−∞

+∞

∫ dl = Ksin θ( )r2−∞

+∞

∫ dl = K2R

dB = K i

dl × rr3

Quindi:

Resta da determinare il valore della costante moltiplicativa

Si era detto:

Due fili siano percorsi dalla stessa corrente. Essa è unitaria se i fili, posti parallelamente l’uno all’altro ad un metro di distanza, di

attraggono, o si respingono, con una forza pari a 2 10-7 N per unità di lunghezza

segue:Dalla:

Quindi:

F = i l B(r) = i l 2K ir 10−7 = K

dB = 10−7 i

dl × rr3

Si sono trovate due costanti:

Elettrostatica

Magnetostatica

14πε0

9 ⋅109

Esiste tra di esse una relazione?

Se si raddoppiasse il valore dell’unità di misura della corrente elettrica, per ottenere lo stesso numero per la forza

occorrerebbe scegliere un valore numerico per la costante

magnetostatica quatto volte superiore

10−7

F = i l B(r) = i l 2K ir

Ma, raddoppiando l’unità di misura della corrente si raddoppia anche quella della carica elettrica

Fe =

14πε0

q1q2r2er

Occorrerà quindi scegliere per la costante elettrostatica un valore quattro volte superiore

I valori delle due costanti dipendono allo stesso modo dalla scelta dell’unità di misura della corrente

Si scrive quindi:

K =14πε0

β

Quali saranno le dimensioni di β ?

F =14πε0

q2

r2=

14πε0

i2t 2

r2

i2 l14πε0

β 1r

⎣⎢

⎦⎥ =

14πε0

i2t 2

r2⎡

⎣⎢

⎦⎥ β[ ] = t 2

r2⎡

⎣⎢

⎦⎥

Inverso del quadrato di una velocitàPer ricordarsi questo, si scrive:

β =1c2

K =1

4πε0c2

dB =

14πε0c

2 idl × rr3

Per un filo rettilineo infinito:

F = i l B(r) = i2 l 14πε0

β 2r

B(R) = 14πε0c

2 ⋅2iR

Legge di Biot-Savart

Quanto vale c?

10−79 ⋅109

c2 c 3 ⋅108m / sda cui

Riassumendo:

dB =

14πε0c

2 idl × rr3

dF = i ⋅d

l ×B

Queste due leggi non hanno tuttavia significato fisico!Esistono i circuiti, non i “dl” percorsi da corrente!

Possiamo dare ad esse significato fisico solo se riusciamo, attraverso il principio di sovrapposizione ad esprimerle in termini delle cariche in moto interne all’elemento di filo

Oltre i circuiti esistono le singole cariche ed esse possono essere in moto

ora: i ⋅dl = J ⋅S ⋅d

l =J ⋅S ⋅dl = nqv ⋅dV = qv ⋅dN

sezione del filo

numero di particelle contenute nell’elemento di filo

dF = i ⋅d

l ×B = qv ×

B ⋅dN

dB =

14πε0c

2

qv × rr3

⋅dN

B =

14πε0c

2

qv × rr3

F = qv ×

B

Forza magnetica agente su di una particella in moto

Campo magnetico generato da una particella in moto

Forza di Lorentz

Come si misura il valore del campo magnetico?

Effetto Hall

I portatori di carica saranno soggetti ad una forza

per cui tenderanno a spostarsi verso uno dei lati stretti verticali della sbarretta

Nel caso rappresentato verso il lato posteriore , ove è presente il contatto “2”

La migrazione di carica genererà un campo elettrico nel materiale

La migrazione cesserà quando:

qE = −

1nJ ×B

F = qv ×

B =

1nJ ×B

Notare: indipendentemente dal loro segno!

Tra i punti”1” e “2” si avrà quindi una d.d.p. misurata dallo strumento

V2 −V1 = −E ⋅dl

1

2

∫ =1nq

J ⋅ B ⋅ l

sarà positiva se i portatori di carica sono positivisarà negativa se essi sono di segno negativo

note le caratteristiche del materiale si risale al valore del campo magneticonoto il campo si estraggono informazioni sul materiale

Dalla misura della d.d.p.:

La differenza di potenziale:

B =V2 −V1( )J

nql

nq =J ⋅ l

V2 −V1( ) B