1
a cura di Nova Mediagroup I l penalista “societario” è ormai figura nevralgica nelle sempre più frequenti contestazioni di reati “economici”. «Accanto ai reati falli- mentari e a quelli finanziari proliferano i reati tributari, terreno fertile per l’emissione di sentenze di condanna particolarmente rigide e, spes- so, dagli effetti paradossali», sottolinea il professor avvocato France- sco Vassalli – Studio Legale Vassalli Olivo e Associati con sede a Roma e Milano –: «il riferimento è ai reati di omesso versamento di imposta commessi da imprenditori in crisi economica. Alla pena si affiancano le misure che colpiscono i beni considerati il profitto del reato, come il se- questro preventivo a fini di confisca. Per evitare tali conseguenze, la con- ciliazione con il Fisco è una strada sempre più percorsa. In questi casi il penalista è chiamato a un compito delicato: tali accordi si riflettono fuori dal processo in termini di competitività delle imprese e di incentivo per gli investimenti esteri in Italia. L’apporto del penalista deve essere tanto più “chirurgico” laddove le norme lasciano spazio ad ampi margini di interpretazione: i casi di c.d. elusione/abuso del diritto, che lo Studio ha affrontato nella vicenda Dolce & Gabbana, in cui la Cassazione ha chiarito l’irrilevanza penale di operazioni ritenute finalizzate solo ad evitare l’imposizione fiscale. Si tratta di un caso-pilota che ha precedu- to interventi del legislatore: il Decreto Fiscale 2015 stabilirà la rilevanza solo amministrativa di fattispecie considerate elusive, a conferma dell’at- tualità delle problematiche». Informazione Professionale professionisti d’impresa PMI Capitali all’estero: lo strumento Voluntary Disclosure Reati tributari e conciliazione I recenti accordi internazionali in tema di cooperazione fiscale, che prevedono un’assoluta trasparenza in termini di comunicazione del- le informazioni e che coinvolgono anche i Paesi fino a ieri considerati “paradisi fiscali”, impongono la regolarizzazione dei patrimoni detenu- ti all’estero che rischiano di essere erosi da rilevanti sanzioni tributarie. «In tal caso si può valutare l’opportunità di aderire alla “Voluntary Di- sclosure” facendo rientrare i capitali o mantenendoli all’estero», spiega l’avvocato Edoardo Tamagnone, titolare – assieme all’avvocato Cesare Di Marco – dello Studio Legale Tamagnone Di Marco di Torino, compo- sto da giovani professionisti esperti in diritto societario, commerciale e tributario. «Per evitare accertamenti di carattere fiscale e penale la le- gislazione italiana permette, fino al 30 settembre 2015, ai contribuenti che detengono capitali, immobili e partecipazioni societarie all’estero di autodenunciarsi, sanando la propria posizione, con la possibilità di definire con il Fisco le sanzioni senza alcun risvolto di carattere penale. Possono essere regolarizzati tutti gli investimenti e le attività di natura fi- nanziaria costituiti o detenuti all’estero, anche indirettamente o per in- terposta persona: conti correnti, polizze assicurative, trust, fondi comu- ni, depositi di metalli preziosi, immobili, partecipazioni, imbarcazioni o altri beni mobili. Il contribuente potrà dunque definire ogni pendenza con il Fisco, avvalendosi di sanzioni amministrative ridotte e usufruendo dell’esclusione delle sanzioni penali per i reati tributari». Vassalli Olivo e Associati [email protected] www.vassalliolivo.it Studio Legale Tamagnone Di Marco [email protected] www.tamagnonedimarco.it www.protezionepatrimoni.it

Capitali all'estero: lo strumento Voluntary Disclosure

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Il Venerdi di Repubblica, 5 giugno 2015

Citation preview

Page 1: Capitali all'estero: lo strumento Voluntary Disclosure

a cura di Nova Mediagroup

Il penalista “societario” è ormai � gura nevralgica nelle sempre più frequenti contestazioni di reati “economici”. «Accanto ai reati falli-mentari e a quelli � nanziari proliferano i reati tributari, terreno fertile

per l’emissione di sentenze di condanna particolarmente rigide e, spes-so, dagli effetti paradossali», sottolinea il professor avvocato France-sco Vassalli – Studio Legale Vassalli Olivo e Associati con sede a Roma e Milano –: «il riferimento è ai reati di omesso versamento di imposta commessi da imprenditori in crisi economica. Alla pena si af� ancano le misure che colpiscono i beni considerati il pro� tto del reato, come il se-questro preventivo a � ni di con� sca. Per evitare tali conseguenze, la con-ciliazione con il Fisco è una strada sempre più percorsa. In questi casi il penalista è chiamato a un compito delicato: tali accordi si ri� ettono fuori dal processo in termini di competitività delle imprese e di incentivo per gli investimenti esteri in Italia. L’apporto del penalista deve essere tanto più “chirurgico” laddove le norme lasciano spazio ad ampi margini di interpretazione: i casi di c.d. elusione/abuso del diritto, che lo Studio ha affrontato nella vicenda Dolce & Gabbana, in cui la Cassazione ha chiarito l’irrilevanza penale di operazioni ritenute � nalizzate solo ad evitare l’imposizione � scale. Si tratta di un caso-pilota che ha precedu-to interventi del legislatore: il Decreto Fiscale 2015 stabilirà la rilevanza solo amministrativa di fattispecie considerate elusive, a conferma dell’at-tualità delle problematiche».

Informazione Professionaleprofessionisti d’impresaPMI

Capitali all’estero: lo strumento Voluntary Disclosure

Reati tributari e conciliazione

I recenti accordi internazionali in tema di cooperazione � scale, che prevedono un’assoluta trasparenza in termini di comunicazione del-le informazioni e che coinvolgono anche i Paesi � no a ieri considerati

“paradisi � scali”, impongono la regolarizzazione dei patrimoni detenu-ti all’estero che rischiano di essere erosi da rilevanti sanzioni tributarie. «In tal caso si può valutare l’opportunità di aderire alla “Voluntary Di-sclosure” facendo rientrare i capitali o mantenendoli all’estero», spiega l’avvocato Edoardo Tamagnone, titolare – assieme all’avvocato Cesare Di Marco – dello Studio Legale Tamagnone Di Marco di Torino, compo-sto da giovani professionisti esperti in diritto societario, commerciale e tributario. «Per evitare accertamenti di carattere � scale e penale la le-gislazione italiana permette, � no al 30 settembre 2015, ai contribuenti che detengono capitali, immobili e partecipazioni societarie all’estero di autodenunciarsi, sanando la propria posizione, con la possibilità di de� nire con il Fisco le sanzioni senza alcun risvolto di carattere penale. Possono essere regolarizzati tutti gli investimenti e le attività di natura � -nanziaria costituiti o detenuti all’estero, anche indirettamente o per in-terposta persona: conti correnti, polizze assicurative, trust, fondi comu-ni, depositi di metalli preziosi, immobili, partecipazioni, imbarcazioni o altri beni mobili. Il contribuente potrà dunque de� nire ogni pendenza con il Fisco, avvalendosi di sanzioni amministrative ridotte e usufruendo dell’esclusione delle sanzioni penali per i reati tributari».

Vassalli Olivo e [email protected] www.vassalliolivo.it

Studio Legale Tamagnone Di Marcoinfo@tamagnonedimarco.itwww.tamagnonedimarco.itwww.protezionepatrimoni.it