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Cari Prataioli, · 2012. 12. 14. · CORSO PROPEDEUTICO ALL’ESAME Zertifikat Deutsch B1 Si ricorda che gli appelli per l’anno 2012 prima delle vacanze estive sono: il 18.04.2012,

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Cari Prataioli,

che dire oltre a FINALMENTE E’ ARRIVATA LA BELLA STAGIONE! Speriamo di non essere le

uniche che con gran gioia hanno letteralmente dimenticato cappotti, sciarpe e guanti per passare a

giacchette, ballerine e camicette (tutti questi diminutivi avranno dato alla testa ai maschietti).

Oltre alla bella stagione dobbiamo parlare del fatto che ormai il Prati è diventato FAMOSO, non ve ne

siete accorti che ad inizio Febbraio tutti si chiedevano “Ma cosa sarà mai successo al Prati?” (lo

sappiamo: questa questione è abbastanza vecchia, ma d’altronde non potevamo ignorare la cosa

così come se non fosse successo niente). Ora non abbiamo intenzione di riassumervi tutto quello

che è successo perché ormai sappiamo tutti che a causa di una frase contro la Preside alcuni nostri

coetanei sono stati convocati dalla polizia, ma questo non ci riguarda, di certo noi non ci prendiamo

l’autorità e il diritto di commentare l’accaduto ma vogliamo solo dirvi una cosa.

Da quando lo scorso anno è scoppiata la protesta contro il giornalino definito “censurato” oppure

“della preside”, abbiamo la sensazione che ad ogni numero di Praticantati uscito durante quest’anno

scolastico, ci fosse gente che cercasse sempre l’ago nel pagliaio. Da ottobre a questa parte ne

abbiamo sentite di tutti i colori, da “questo giornalino è un mattone” a “ormai nessuno scrive più

niente di interessante”. Dicendo ciò non abbiamo la minima intenzione di farne una questione di

Stato, poiché ultimamente a scuola stiamo sentendo parlare fin troppo di polemiche, vorremmo

solamente sensibilizzarvi un po’ in proposito. Tutti sono bravi a lamentarsi, peccato che le lamentele

siano statiche e non servano a nessuno. I consigli invece sono costruttivi, aiutano a migliorare e sono

addirittura più apprezzati. In un articolo di Internazionale (giornale settimanale) del mese scorso, De

Mauro scrive che “i giornali sono definiti da quello che decidono di pubblicare, ma soprattutto da

quello che decidono di ignorare”. Praticantati quest’anno non ha mai ignorato nessuna proposta.

Lamentarsi e criticare senza porre rimedi è autodistruttivo: stiamo parlando del liceo di tutti noi.

Suvvia, un po’ di spirito patriottico! Il giornalino che ci rappresenta è quello che state tenendo tra le

mani. Non stiamo parlando del New York Times né di una qualsiasi altra testata internazionale, ma

se non siamo noi a scrivere sul nostro giornalino, chi altro può farlo? Quindi SCR (su con le rece):

invece di lamentarvi, pensate ad un modo per migliorare ciò che non vi piace del nostro giornalino. In

caso contrario siete liberissimi di utilizzare i cinquanta centesimi per una barretta di Kinder Bueno

delle macchinette anziché devolverli a SaveTheChildren comprando il giornalino della scuola.

A proposito di questo: con i primi due numeri abbiamo raccolto un po’ di soldini. Aspetteremo la fine

dell’anno scolastico per mandare il ricavato all’associazione sopra nominata. Nel frattempo

continuiamo così!

Per quanto riguarda questo numero noterete in particolare la partecipazione di studenti del ginnasio,

specialmente del primo anno (neanche mi avessero letto nel pensiero). Troverete articoli con

argomenti che spaziano dalla politica al calcio, e reportage sulla Giornata della creatività e la

cogestione, con tante FOTO per ricordare i momenti più belli trascorsi all’interno del nostro vecchio

Prati.

Buona lettura! Yasmin Zouggari e Giorgia Folgheraiter

EDITORIALE

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SOMMARIO

REDAZIONE:

DIRETTORE

RESPONSABILE:

Maria Pezzo

CAPOREDATTORI:

Giorgia Folgheraiter

Yasmin Zouggari

REDATTORI:

Maddalena Acler

Giulia Nicoletti

Lorenzo Borga

Paola Banal

Sara Previdi

Alice Dalsass

Alessandra Tomasi

Christoph Thun

Federico Duca

Federico Hannüss

Giorgia Folgheraiter

Ilaria Vetruccio

Maria Giulia Zadra

Matteo Miorelli

Mattia Leone

Silvia Vazzana

Yasmin Zouggari

COPERTINA:

Chiara Sarzi Sartori

GRAFICA e

MESSAGGERIA:

Mattia Leone

Attualità prataiola:

Warning!

Arrivederci Facci

Tirocinio formativo

Reportage cogestione

Intervista teatro

I prataioli e la creatività

Sondaggi facebook

Spettacolo unico?

Autorità ed educazione

Attualità:

Nuove tecnologie: e noi?

I dieci anni dell’euro

Olocausto

Servizi sociali

Praticantati è il giornalino del Liceo Prati n° 3 anno

14 marzo 2012

Rubriche:

Michael Jackson

Amy Winehouse

Whitney Houston

Milan - Juventus

Sport Utility Vehicle

Recensione film - The

Help

Recensione libro - Harry

Potter e i doni della morte

Woodstock

Svago:

Poesia

Ipse dixit

Giochi

Orospoco

Messaggeria

Sommario:

Autorizzazione del Tribunale di Trento

n°1390 del 1 luglio 2009

E-mail: [email protected]

Web: http://praticantationline.wordpress.com

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CERTIFICAZIONI LINGUISTICHE INGLESE a.s. 2011-12 Prossime scadenze per iscriversi presso la nostra Segreteria alle certificazioni di inglese:

PET 9.03.2012 per sessione 12.05

PET 23.03.2012 per sessione 26.05

PET 2.04.2012 per sessione 19.06

FCE 23.03.2012 per sessione 26.05

CAE 20.03.2012 per sessione 13.06 Si confermano le date dei prossimi esami di certificazione inglese:

PET ORALE 03.03.2012 presso CLM TRENTO

SCRITTO 10.03.2012 ore 9.00-11.25 presso CLM TRENTO

CAE ORALE 16.03.2012 presso CLM TRENTO

SCRITTO 17.03.2012 ore 9.00- 15.10 presso AULA MAGNA DA VINCI con documento di identità valido e 15 minuti di anticipo rispetto all’orario di convocazione Esami ECDL Venerdì 23 marzo 2012 (iscrizione entro sabato 17 marzo) Prossime date verranno comunicate nel sito della scuola: www.liceoprati.it CORSO PROPEDEUTICO ALL’ESAME Zertifikat Deutsch B1 Si ricorda che gli appelli per l’anno 2012 prima delle vacanze estive sono:

il 18.04.2012, iscrizione entro il 18.02.2012

il 14.05.2012, iscrizione entro il 14.03.2012. Per l’iscrizione all’esame inviare i dati: nome, data e luogo di nascita per mail alla professoressa Anna Sala, [email protected] CORSO PROPEDEUTICO ALL’ESAME Zertifikat Deutsch B2 Si ricorda che gli appelli per l’anno 2012 sono:

il 16.05.2012, iscrizione entro il 16.03.2012

il 22.11.2012, iscrizione entro il 22.09.2012. Per l’iscrizione all’esame inviare i dati: nome, data e luogo di nascita per mail alla professoressa Anna Sala, [email protected]

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Caro Prati,

dopo 5 anni, mi trovo oggi a lasciarti, splendida scuola. Mi sento un po’ come quando lasciai il tuo

amico/nemico Galilei, dopo 5 anni, anche se in un altro ruolo.

È stato un percorso non privo di ostacoli: quando arrivai, gli iscritti ai corsi di informatica erano 16.

Oggi sono 182. Non c’erano i computer per gli studenti, i libri ECDL, gli esami si facevano al Galilei, e

si sa… In fondo un po’ di rivalità c’è sempre stata.

Ricordo con curiosità i cartelli appesi nei tuoi laboratori con simpatiche imposizioni: “Vietato usare le

chiavette USB!” oppure “Vietato mangiare, vietato bere!”, “Vietato chattare!”, vietato, vietato, vietato.

Ricordo i computer nella sala insegnanti dove c’era la coda per poter stampare un documento, o gli

studenti che dovevano firmare un registro per poter utilizzare un computer nel laboratorio. Vietare e

controllare, invece che liberare e educare. Ti lascio quindi qualche cartello nuovo, spero ti possa

piacere.

Negli anni siamo riusciti a portare nell’Era Digitale anche te, caro Prati, grazie alla collaborazione di

alcuni insegnanti a cui sono molto grate, grazie alla disponibilità dei dirigenti, in particolare

dell’attuale, prof.ssa Pezzo, ma anche e soprattutto grazie ai tuoi studenti, che hanno capito e

creduto che lo studio dell’informatica non comporta banalmente acquisire una cassetta degli attrezzi

facoltativa o potenzialmente utile per essere sfruttata nel mondo del lavoro. È invece una ben più

ampia disciplina, necessaria per fornire a un cittadino dell’Era Digitale quella Cultura, quelle

consapevolezze e competenze necessarie a una vita sociale, culturale e lavorativa degna di uno

studente, in particolare di un Liceo Classico come te, tra i primi nati in Italia, nel lontano Cinquecento.

Il mio scopo come sai non era quello di tenere semplici corsi ECDL, ma di attuare un ben più ampio

progetto di rinnovamento. In questi anni ho raccolto molte soddisfazioni, da quegli alcuni studenti che

mi portavano i pasticcini a fine anno, a chi mi ha aiutato a rilanciare l’orientamento in entrata, a chi mi

scriveva mail cercando di confutare qualche mia tesi pro-Apple (puntualmente, non riuscendoci).

Certo, non si può piacere a tutti, e mi dispiace per gli studenti a cui non sono riuscito a dare quanto

avrei voluto, mi dispiace se non sono riuscito a capire o a soddisfare le aspettative di qualcuno.

In generale però, con oggi si chiude la mia esperienza nell’insegnamento per dedicarmi a tempo

pieno alla mia professione principale che, come sai, attiene la psicologia, e devo ringraziarti perché

mi hai regalato 5 splendidi anni. Ti ringrazio per il percorso fatto assieme, ti saluto e ti auguro di

continuare così, caro Prati, nel veicolare la cultura Classica anche, e soprattutto, nell’Era Digitale in

cui sei arrivato, finalmente, anche tu.

E dopo questi altri 5 anni di Liceo, nessuna citazione mi sembra più opportuna della seguente, anche

perché diciamocelo, se tu non lo avessi capito, ho una simpatia per il suo autore.

Your time is limited, so don't waste it living someone else's life. Don't be trapped by dogma - which is living with the results of other people's thinking. Don't let the noise of other's opinions drown out your

Di Michele Facci

Caro Prati…

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own inner voice. And most important, have the courage to follow your heart and intuition. They

somehow already know what you truly want to become. Everything else is secondary.[…]

On the back cover of their final issue was a photograph of an early morning country road, the kind you might find yourself hitchhiking on if you were so adventurous. Beneath it were the words: “Stay Hungry. Stay Foolish.” It was their farewell message as they signed off. Stay Hungry. Stay Foolish. And I have always wished that for myself.

And now, as you graduate to begin anew, I wish that for you.

Stay Hungry. Stay Foolish.

Thank you all very much

Con affetto, un caro saluto a tutti.

Michele Facci

Quest'estate, hai qualche settimana (minimo due) per un'esperienza diversa? Hai voglia di vedere

come funziona il mondo del lavoro? Sei interessato ad un tirocinio presso un'azienda,

un'associazione, un ente pubblico?

Tra le varie possibilità, il Liceo ha attivato una convenzione con la Fondazione Mach di San Michele

e c'è inoltre la possibilità di partecipare ad un vero scavo archeologico a Tarquinia.

Contatta la referente del Liceo oppure compila il modulo in segreteria.

prof.ssa LAURA RUBAGOTTI [email protected]

Nell'assemblea d'istituto del 20 MARZO, vieni a sentire come funziona il servizio civile e in quella di

APRILE ci sarà un gruppo di lavoro sul VOLONTARIATO. Non mancare!

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Di Paola Banal & Sara Previdi

“Non so se funziona come

metodo di cura, ma so solo che

dopo essermi stiracchiata mi sono

rotta il collo!”

Forza Japan Food!

Libri, relax, caffè: letture e

confronto di idee

Processo ai

rappresentanti vecchi e

nuovi: bello tutto,

compreso il leggero

clima da “forum”

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Sessione di balli latino-americani

bellissima! Poca partecipazione

maschile!

Amori che

nascono tra

le mura del

Prati “Film interessanti, troppi sull’omosessualità”

Un c

ovo

di m

att

i!

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“Lezione di bonghi stupenda: risate, tanto

divertimento e mani hot!”

All Star Game: che passione!..

..speriamo non diventi di norma, visti i

pazzi partecipanti!

Ragazze che ascoltano:

la lezione di bonghi affascinate dal bonghista

Foto di Caterina Albertini

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Dopo il successo di “Baccanti” dell'anno scorso, quest'anno la compagnia di teatro della scuola, la

Compagnia degli Ipocriti, metterà in scena “Medea”.

Andiamo a conoscere un po' meglio la regista e i suoi tre simpatici attori-collaboratori.

Nome cognome

Elisa Nicolussi Sebastiano Moltrer

Alice Dagostin Nicola Bassetti

Che ruolo hai all’interno del

gruppo?

Pseudoregistaassillanteeansiosa puliscicessi

Mh…stressare la regista?

Quello bello che nei film horror muore

per primo.

….e all’interno della tragedia?

La staccionata Giasone il Marpione

Anselma l’ancella Boh mi pare sia un re di una qualche città...Chiedi alla

regista.

Che cosa provi mentre reciti o mentre spieghi

le parti ai nuovi arrivati?

Prurito Eccitazione =) Penso a cosa mangerò per cena

Attacchi incontrollabili di

aerofagia.

Cosa ne pensi dei nuovi acquisti?

Scontati (ahahaha,

raccapricciante)

Pollastrae sunt et pollastrae

manent!

Sbarbeeeee (vi voglio bene

ragazze)

Carine.

Sei soddisfatto/a

del lavoro svolto finora?

Passo la parola Come un

bambino a cui è stato appena

lavato il culetto=)

Certo!!! (adesso voglio lo

zuccherino Eli)

Devo ancora iniziare.

Quando hai scoperto

questa tua passione?

Mangiando un burrito

Devo ancora scoprirla.

Da piccina al telefono con la

nonna

Domani.

Ti ispiri a qualche

attore/attrice famoso/a?

Ned Flanders vale? Cicciolina! Seba! Me stesso della settimana scorsa.

…e qual è il tuo attore/ tua

attrice preferito/a ?

Nicola Bassetti Edoardo D’Ospina

(eccitazione sessuale)

Si chiama Silvia, va in I D e ora mi

odierà

Me stesso di un mese fa.

Qual è la tua opera teatrale

“Aspettando Godot”, Samuel

“Edo nella vasca da

È banale dire Baccanti?

“Panico durante le interrogazioni di

Intervista alla Compagnia degli Ipocriti

Di Yasmin Zouggari

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preferita ? Beckett bagno” greco”

E perché ? Leggila e capirai :) Eccitazione =) Per Dioniso, il Dio bromio!

Mi piace l'improvvisazione.

Hai mai recitato al di

fuori delle mura

scolastiche?

A volte in giardino A 5 anni ho interpretato la personalità del

culetto indipendente

di un bambino.

Veciota sorda in seconda

elementare

Sì fortunatamente sono riuscito ad

evadere.

Cosa ne pensi della tua regista?

Oddio, con 3 aggettivi la descriverei

meravigliosa, perfetta e sublime

Una gnocca=) Luce dei miei

giorni, faro nelle notti più

buie,spettacolo di eterna bellezza..!!

Va bene?

Aspetta, cosa mi aveva detto di dire? Ah sì: ”Devi dire che

sono la più brava del mondo” Fffatto.

Cosa pensi dei tuoi “allievi”?

(rivolta ad Elisa)

38 modi diversi per liberarmene

facendo passare il tutto per un

incidente. (in realtà li adoro <3 )

Single? Staccionata Amo Cice sulla staccionata

Amo Seba. I'm sexy and I know it.

La tua citazione preferita?

“L'unico posto in cui SUCCESSO viene prima di SUDORE è il dizionario.” (V. Sasoon)

“Con me non devi essere

niente...”

Per aspera ad astra (eddaje col

latino)

Oh dolore senza misura!

Hai progetti per il futuro?

Troppi Popò alle 19.30=)

Dormire Capire se siano più stupide le domande

o le risposte dell'intervista.

Pirati dei Caraibi o Guerre

stellari?

Guerre ai Caraibi tra pirati stellari sdjbvgfsidgfis

Da grande farò il pirata <3

Televendita di materassi.

Nutella o marmellata?

Ma che domanda è? Marmenutellat

a.

Dopo questa domanda mi

ritengo offesa.

Senape.

De Andrè o Guccini? (se dite nessuno

dei due vi capisco)

De Andrè, miseria! Non si può scegliere tra

due geni.

Mh, difficile, passo! De Andrè.

Greco o religione?

Marmellata Religione dei greci

….sempre più difficile

Orge dionisiache.

Ballarò o Spongebob?

Nicola Bassetti o.O Spongebob è

decisamente la mia filosofia di vita

...Orge?

Salutate i lettori prataioli

da perfetti/e sbarbini/e !

No ti prego, capisco le

domande e tutto il resto, ma questo

NO.

Viva la …=) GYdsTsydLh! Perchè la leggono

anche questa roba? :)

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Fino a quando non si conosce un ragazzo del Prati, si potrebbe pensare che le sue mani siano in

grado solo di sfogliare le pagine dei libri di testo e di dizionari. Beh, non è così.

Si potrebbe partire proprio dalla Giornata della Creatività, che si è svolta il giorno 21 dicembre.

Le decorazione di pasta sono state fatte, ad esempio, da noi studenti con lo scopo di addobbare

l’albero di Natale. Non sempre, però, abbiamo ottenuto i risultati desiderati: stelle trasformatesi in

fiorellini deformi e cuori diventati semplici cerchi di pasta…

L’importante è l’impegno, giusto??

L’attività di pittura, però, si è rivelata veramente divertente: siamo riusciti a trasformare le nostre

facce, stanche e coperte di occhiaie, in fantastiche opere di arte moderna utilizzando soltanto le dita

e le tempere colorate.

La fantasia prataiola non si limita solo a questo: durante la cogestione, infatti, abbiamo abbandonato

le nostre vesti da studenti modello (“abbiamo accantonato il Gi”) per dedicarci alle nostre più

nascoste e ignote passioni. Le lezioni di hip-hop e di balli latino-americani hanno riscosso molto

successo, anche se a dirla tutta, si è sentito la mancanza di qualche “partner”...

La lezione di bonghi, anche se è partita con un velo di imbarazzo da parte di noi studenti, è stata

apprezzata molto. Per questo dobbiamo ringraziare il ragazzo che ci ha pazientemente ripetuto, fino

allo sfinimento, i ritmi e le tecniche per suonare. Pur essendo intelligenti, ce ne abbiamo messo di

tempo a capire!

Proposta: considerando il fatto che la scuola ha un’orchestra personale, perché non aggiungere

anche qualche bongo?

Scherzi a parte, la massima espressione della nostra creatività si manifesta nelle traduzioni da greco

o latino all’italiano. Alcune frasi, non essendo sempre del tutto comprensibili, suscitano in noi una

certa voglia di improvvisazione che spesso , però, ci porta fuori strada.

Pur essendo qui solo da settembre, infatti, ne abbiamo viste di tutti i colori: una mandria di capre che

si getta eroicamente in mare nel tentativo di recuperare una palla per un gruppo di ragazze disperate,

ninfe al posto di giovani pastori, usignoli che si trasformano magicamente in vecchiette e, infine, dèi

che convocano uomini sull’Olimpo per scriversi delle lettere.

Strano, vero?

Ma adesso ecco a voi un piccolo test per calcolare il vostro livello di creatività:

1. Davanti ad una scatola di lego:

a. Classifichi i mattoncini per dimensioni e colore b. Costruisci una casetta c. Riproduci una copia a dimensioni reali di un mostro mitologico come Polifemo

Giulia Nicoletti & Maddalena Acler

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2. Durante una lezione di greco: a. Prendi appunti senza tralasciare niente b. Schiacci un pisolino sognando “Bear nella casa blu” c. Immagini di essere un generale greco pronto a combattere contro l’esercito nemico

incitando i soldati con un discorso ispirato direttamente dalle muse

3. Sotto la doccia: a. Conti le gocce e calcoli la velocità che impiegano a cadere b. Fai gargarismi e altri versi strani c. Canti a squarciagola adattando il tuo inglese alla canzone originale

4. Al supermercato un tipo ti supera, tu:

a. Gli fai notare gentilmente che sarebbe stato il tuo turno b. Ti innervosisci, ma lasci correre c. Ti inginocchi davanti a lui insultandolo in rime

5. La prima pagina del tuo quaderno di storia:

a. È perfettamente in ordine e ci sono scritti i tuoi dati personali in caso lo smarrissi b. Non esiste c. Nasconde un fumetto da leggere in caso ti annoiassi

6. Un amico ti invita ad una festa: a. Non ci vai, devi ancora finire di studiare b. Ti prepari con cura e decidi di indossare i jeans comprati il giorno prima c. Ti presenti alla festa vestito con un’eccentrica maschera da carnevale, nonostante nessuno ti

abbia detto di farlo 7. Il tuo abbigliamento tipo:

a. Adori indossare camicie e nel tuo armadio ci sono vestiti uguali presi in serie nello stesso negozio

b. Indossi abiti confortevoli, che non danno troppo nell’occhio, solitamente di colori scuri c. Vesti in modo colorato e, a volte, risulti anche un po’ eccentrico

8. Se ti trovassi in mano una scatola vuota del panettone: a. La butteresti nel primo cestino che ti capita a tiro b. Ci faresti un elmetto da riusare a carnevale c. Progetteresti un fantastico erogatore di bicchieri (vedi quello di 4D)

9. È sabato sera e hai la casa libera: a. Trascorri la serata ripassando per le possibili interrogazioni del giorno dopo b. Inviti qualche amico/a per una serata film in compagnia c. Organizzi una festa in stile hawaiano con tanto di ballerini invitando tutta la scuola

Le soluzioni a pagina 46!

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Fight club 34%

Milk 33%

Tropic thunder 25%

Documentari 8%

1) Che film hai preferito?

Windows vs apple 27%

Processo ai rappresentanti

37%

Dibattito sul calcio storico e

moderno 9%

Aborto e eutanasia

9%

Incontro sull'italianità con OrMe

18%

2) Che dibattito hai preferito?

Studenti! Che ve ne pare? La pagella scolastica che abbiamo provato ad attuare nei primi due

numeri era poco condivisa o comunque poco partecipata. Abbiamo svolto questi sondaggi tramite

facebook: ecco il risultato! Pollice in su se vi piace l’idea e vi piacerebbe trovare altri sondaggi sui

prossimi numeri.

?

Sondaggi sulla giornata

della creatività ?

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Africa: sviluppo possibile?

12%

Il brasile delle baraccopoli e

la foresta amazzonica

62%

LHC: ricerca della particella

HIGGS 13%

Donna oggetto 13%

3) Che conferenza hai preferito?

Degustazione cibo

giapponese 27%

Libri, caffè e relax:

confronti e letture

5%

Balli latino-americani

36%

Lezione di bonghi 18%

All star game 14%

5) Che attività partecipativa hai

preferito?

4) Che incontro sulla musica hai

preferito?

Viaggio nellamusica celtica

Storia della musicaHouse

Dream theater

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Sono tempi di sacrifici e toccano a tutti. No, il Prati non è in bancarotta per fortuna. Almeno non per

ora. La situazione è meno critica ma comunque spinosa: dal prossimo anno dovremo arrangiarci in

tutto e per tutto nell’ organizzazione dell’assemblea spettacolo. Una grande occasione e un bene da

un punto di vista, poiché è impensabile che gli attuali referenti del progetto, Gianluca Leonesi e Tullio

Garbari, gli “inventori” dell’assemblea (Dio li benedica!), possano ed abbiano la voglia dopo tanti

anni, di organizzarla. Ma questo comporta una grande forza di volontà nostra il prossimo anno. Ma

da dove cominciare? Noi non abbiamo le competenze tecniche e l’esperienza per riuscirci.

Da questo problema è nata la decisione di mantenere solo la replica serale dello spettacolo. Infatti

oltre a ragioni secondarie, come testare l’interesse degli studenti, il risparmio economico (che va a

vantaggio nostro perché limita la possibilità che si annulli la prossima assemblea spettacolo per il

costo eccessivo) ed evitare l’Auditorium vuoto per metà, che non avevano convinto neanche me, ne

esiste un’ altra. Al posto del primo spettacolo mattutino verrebbero organizzate delle prove generali.

Oltre alla comodità di avere più tempo a disposizione per provare per chi si esibisce e per i tecnici,

c’è un altro vantaggio: durante queste prove i due tecnici ex Prati starebbero in platea e tutto lo

spettacolo, ripeto tutto, sarebbe gestito da noi studenti. Un bel passo avanti. Faccio l’esempio delle

luci poichè è l’unico che ho provato: trovarci in tre ragazzi davanti alla console (quella cosa con i

tastini e le levette) senza la pressione di cinquecento compagni pronti a giudicarci è una bella

occasione per imparare ad arrangiarci, e questo vale anche per i tecnici di palco immagino. Insomma

una scelta di prospettiva. Poi la sera Tullio e Gianluca tornerebbero ai loro compiti abituali per

garantire al pubblico comunque uno spettacolo di qualità. Basta guardare gli altri Licei (quelli con la L

maiuscola) di Trento: Da Vinci e Galilei. Entrambi organizzano un solo spettacolo serale. Certo

dispiace togliere la possibilità agli studenti di assistere al proprio spettacolo di mattina, ma potranno

farlo la sera, magari con i propri genitori. Per chi fosse realmente impossibilitato a venire il sabato

sera perché abita lontano o perché non può essere accompagnato forse ci sarà la possibilità di

venire in teatro la mattina ad assistere alle prove generali, che saranno molto simili allo spettacolo

vero e proprio. Per gli altri studenti la mattina molto probabilmente ci sarà un’assemblea d’istituto

normale; ovviamente non potranno essere i rappresentanti d’istituto ad occuparsene perché

impegnati in Auditorium, ma una soluzione si troverà.

Si può essere d’accordo o no, ma ciò non toglie che l’anno prossimo si potrà tornare sui propri passi,

se non si ottenesse un buon risultato o non c’è ne fosse più la necessità. Fare un sacrificio quest’

anno per poter passare l’esperienza dai vecchi ai nuovi tecnici e garantire l’assemblea spettacolo

anche nei prossimi anni. Perché di questo si tratta: se il prossimo anno non ci sveglieremo per tempo

e non saremo pronti l’assemblea in teatro non si farà, e sarà dura ripristinarla gli anni successivi.

Sono tempi di sacrifici e toccano a tutti.

Spettacolo unico: SI/NO/FORSE

Di Lorenzo Borga

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C’è speranza se questo accade al Prati. Riprendiamo qui il titolo di un bel libro del grande maestro

delle scuole elementari, Mario Lodi, che ha insegnato al Vho di Piadena, per commentare una lettera

apparsa su un giornale locale a firma di un genitore, a proposito di un evento che si è verificato al

Liceo Prati. La portata della questione va oltre l’evento in sé e riguarda il rapporto tra il valore

dell’autorità e delle regole e l’educazione, non solo contenutistica, ma etica e civile. Un giornalino

realizzato autonomamente da un gruppo di studenti e la pubblicazione su Facebook di una frase

rivolta alla dirigente, che recita: “rompere le p…. alla Pezzo”, ha portato a interventi diversi, dalla

convocazione dei genitori e della Polizia postale a scuola per evidenziare i vincoli connessi all’uso

della comunicazione e un voto in meno in condotta per gli interessati. Questi sinteticamente i fatti. Più

rilevante ci sembra la reazione, per comprendere dove fallisce oggi l’educazione e perché. Per

questo scopo la lettera scritta dal padre di uno degli studenti, proprio perché mostra un elevato livello

di formazione e conoscenza, è un buon indicatore. La vigorosa ed erudita prosa del genitore, infatti,

ha la caratteristica di provare quel che intende smentire: la crisi dell’educazione oggi, a livello

familiare, scolastico e sociale. Con l’aggiunta della pretesa neutralità delle relazioni mediante

tecnologie come Facebook. Al primo posto vi è l’evidente convinzione che ogni forma di intervento

basata sul “no” e sul richiamo alle regole e al valore delle istituzioni è una forma di repressione e

censura. L’utilizzo reiterato delle parole libertà e autonomia rischia di confonderle con l’arbitrio. Non

esiste libertà senza regole. Non esiste crescita senza un buon rapporto autonomia-dipendenza. Non

possiamo parlare del “sì” senza il “no”, né sperimentare la possibilità senza il vincolo. Per molti anni

abbiamo farneticato di una società “senza padri” e abbiamo finito per crearla, generando una faticosa

e spesso disperata necessità di autocontenersi per assenza o carenza di sponde da parte dei

bambini e dei ragazzi. Per quella via si è prodotta non maggiore libertà ma solitudine e fragilità, e una

difficoltà a comprendere il senso e il valore delle istituzioni per la vita individuale e collettiva. La

difficoltà principale che si ritrova nei giovani oggi è la carenza di una base sicura e solo un principio

di autorità può fornirla. La parola autorità, che abbiamo eliminato dal vocabolario, riguarda di fatto la

possibilità di riconoscere il valore del servizio che dà chi è autore di soluzioni valide e necessarie per

crescere ed esistere. L’educazione se è tale esige autonomia e contenimento, diversamente è

abbandono. Non esiste solo la possibilità di dire e fare quello che si vuole, o la repressione e il

dominio. La ricerca educativa ad ogni livello riguarda la pratica della libertà più ampia possibile

dentro le regole e le istituzioni, che certamente possono e devono essere discusse, ma nel rispetto

delle condizioni che consentono la civiltà delle relazioni e il valore della democrazia. C’è speranza se

si apre un confronto su tali questioni e se riconosciamo il giusto equilibrio tra libertà e educazione.

Ugo Morelli è docente di Psicologia del Lavoro e dell’Organizzazione all’Università di Bergamo. Direttore della Trentino School of Management. Il suo ultimo libro è Mente e paesaggio, Bollati Boringhieri, 2011

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In quest'era tecnologicamente avanzata, riuscire a capire perfettamente ogni aspetto della tecnologia

che circola nelle nostre mani ogni giorno comincia a diventare difficile. Termini come wi-fi, touch-

screen, online, (l'elenco potrebbe essere infinito), sono entrati a far parte del linguaggio comune già

da molto tempo, ma questo non significa che tutti siano pratici di Iphone, Ipad, o molto più

semplicemente di un normale computer. Ma come influisce l'utilizzo di queste tecnologie su di noi?

Bisogna premettere che lo sviluppo di questi gioielli elettronici ed informatici ha fatto passi da

gigante negli ultimi tempi, migliorando nettamente le nostre condizioni di vita e le possibilità di

relazionarci con gli altri.

Prendiamo, come primo esempio, il computer: chi non conosce la famosissima macchina presentata

da Apple per la prima volta nel 1976, che poteva svolgere solo alcune funzioni elementari,

perfezionata nel tempo fino al risultato attuale? Ormai quasi tutti possiedono il supporto che ha

letteralmente rivoluzionato ogni campo e ogni settore; la gestione dei documenti è diventata molto più

semplice e comoda, le comunicazioni, con gli attuali social network, come Twitter o Facebook,

permettono alle persone di mettersi in contatto in ogni parte del mondo e calcoli ed operazioni che

prima neanche si immaginavano sono oggi all'ordine del giorno. A dominare tutto ciò è Internet,

sistema di reti connesse tra di loro, che permette di trovare o mettere online migliaia di file,

documenti, immagini o video e può rappresentare un posto virtuale dove incontrarsi, giocare e

divertirsi … ma attenzione! “Internet, come tutte le cose, ha i suoi pro e i suoi contro - spiega Michele

Facci, psicologo al centro studi Erickson - soprattutto bisogna fare attenzione a quello che si trova in

rete, visti i pochi controlli effettuati sul materiale che viene messo online. Internet può certo essere

utilissimo per trovare dati, elaborarli, divertirsi etc., basta non considerare il mondo virtuale più

importante di quello reale.”

Anche la televisione, datata 1925, pur non essendo proprio una nuova tecnologia, resta comunque in

tema: questa è ormai affollata da programmi che pubblicizzano gli oggetti più disparati, litigi in diretta,

spumeggianti veline, televendite varie e può diventare davvero difficile trovare un programma in cui

non spuntino vestiti scollati da tutte le parti. I film possono sembrare invitanti, ma non si fa in tempo a

leggere i nomi dei personaggi, che sullo schermo cominciano a scorrere spot di merendine, telefoni

cellulari e automobili, che naturalmente non si limitano all'inizio del film, ma continuano

insistentemente fino a che lo spettatore non si ricorda più quello che stava guardando. In un'era in cui

ci si parla dal Brasile al Giappone ma tutto va in tilt per qualche centimetro di neve, la soluzione

migliore per chi di tutti questi schermi con annesse complicazioni non ne vuole sapere resta sempre il

buon, vecchio libro.

Nuove tecnologie: e noi?

Di Andrea Cordin

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Europa, madre con Zeus di Minosse (re di

Creta), non avrebbe mai pensato che il suo

nome avrebbe coniato oltre che quello di un

satellite Gioviano, quello di un quartiere della

capitale e quello di un'isola dell’Oceano

Indiano, anche quello di una regione

geografica oggi, appunto, nota come “Europa”.

Da “Europa”, infine, deriva anche il nome della

moneta, che usiamo quotidianamente per ogni

nostra azione economica: l’Euro, inizialmente

ECU (European Currency Unit). Il suo nome,

però, doveva essere unico, semplice e privo di

fraintendimenti, e poiché nel significato della

sigla "ECU" ve ne erano diversi (in francese,

écu= barriera, in tedesco, ein ECU suonava

come "una vacca") vennero usate

semplicemente le prime quattro lettere di

Europa. Solo nella scelta del nome della

moneta furono evidenti le numerose diversità

fra i paesi membri.

Dieci anni fa, all’entrata in vigore dell’euro, i

politici italiani e europei erano divisi tra euro-

catastrofisti (Silvio Berlusconi e Umberto

Bossi) e euro-entusiasti (Romano Prodi e Carlo

Azeglio Ciampi) , e gli italiani, forse esaltati dai

media, apparivano nei sondaggi ottimisti,

favorevoli e bendisposti. Tutta questa euforia

svanì trasformandosi, però, poco tempo dopo,

in polemiche, soprattutto contro la mancanza di

un sufficiente monitoraggio nel cambio lira-

euro, che ebbe appunto come conseguenza

un’ altissima inflazione del 29% (dato

pubblicato da Eurispes nel 2002). I membri

della neonata eurozona trovarono, comunque,

dei benefici nella nuova moneta: per esempio

l’Italia, con dei bassi tassi d’interesse sul

debito, riuscì a risparmiare la non modesta

somma di cinquanta miliardi di euro, la

Germania poté, invece, vantare di un export da

record; un eventuale crollo della moneta unica

si rivelerebbe un disastro per tutta l’Europa,

perché non sarebbe più garantibile la

protezione fornitaci dall’euro fino ad oggi nei

confronti delle crisi provenienti

dall’Oltreoceano.

Sulla carta, il principale obbiettivo dell’euro era

quello di garantire all’Europa una certa

competitività a livello internazionale, creando il

pilastro di un nuovo ordine monetario.

Dall’adozione di una nuova moneta unica ci si

aspettava, oltre a questo, anche un sistema più

equo, solido, pluri-centrico e meno vulnerabile

agli shock unilaterali provenienti dall’America,

un incremento dell’interdipendenza economica,

un’agevolazione (liberazione) del commercio

tra stati membri, una riduzione nelle differenze

dei prezzi, una maggiore competizione tra

aziende, una riduzione dell’inflazione, un

abbassamento dei tassi di interesse e, infine,

un armonizzazione dei bonifici. L’euro, inoltre,

avrebbe dovuto dar fine alle svalutazioni

monetarie esageratamente competitive che si

alternavano tra gli stati europei. Una moneta

condivisa da un aggregato economico dalla

portata degli Stati Uniti doveva, infine, avere

una funzione stabilizzante all’interno del

Vecchio continente e di bilanciamento nei

rapporti di forze globali tra valute. Gli equilibri

economici mondiali dovevano essere fondati

su un treppiedi: dollaro, euro e una moneta

Euro? Dieci anni!

Di Federico Duca & Christoph Thun H. W.

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asiatica come terzo punto di appoggio

(inizialmente si pensò allo yen, più

recentemente allo yuan). Il tutto, però,

possibile solo a una condizione: il pareggio di

bilancio di tutti gli stati membri attraverso

riforme strutturali, che purtroppo ancora

adesso vengono a mancare.

Oggi, dopo dieci anni di circolazione dell’euro,

inutile negarlo, abbiamo avuto dei progressi,

ma purtroppo lenti e parziali. Il dollaro rimane

sempre la moneta più potente e diffusa,

detenuta nelle riserve ufficiali delle banche di

tutto il mondo. Il petrolio e le sue transazioni,

sono ancora, per ricordare l’importanza di

questa valuta, basati sullo “US Dollar”. Quale è

la motivazione della netta superiorità del

dollaro? Dietro a quest’ultimo vi sono sia una

forza militare, che una politica estera unica

(per quanto controversa). Dietro alla moneta

europea, al contrario, non v’è ombra né di un

esercito, né di una flotta armata a guardia delle

principali rotte commerciali (come quelle

petrolifere), né tantomeno di una politica

economica basata su di esso. Mancano a

livello Europeo sia un’unione governativa, sia

un’unità finanziaria e sia una piazza globale

che possa effettivamente competere al colosso

newyorchese di Wall Street. Tutte queste,

però, sono cose che si dovevano fissare fin

dalle origini: si sarebbe dovuto, infatti, prima

stabilire l’unione politica, e solo dopo l’unione

monetaria. Attualmente è assolutamente

necessario che, in qualche modo, il

fondamento democratico delle decisioni

europee venga irrobustito per mezzo di un

governo comune. A proposito di questa

vincolante priorità, vogliamo ricordare che gli

stati più potenti e sviluppati economicamente,

Francia e Germania, hanno preso, finora,

decisioni di propria iniziativa e delegato solo

quelle che necessitavano di legittimazione

democratica. Il derivato negativo della moneta

unica, negli ultimi tempi, è la formazione di

un’accozzaglia di paesi, che fanno ognuno i

propri interessi (questo è anche dovuto

all’intralcio della Gran Bretagna nei processi

d’integrazione europea). Per quanto riguarda il

debito degli stati, invece, esso è stato da

sempre fatalmente trascurato, rivelandosi oggi

un enorme problema. Cosa contribuì a questa

mancanza? Nel trattato di Maastricht i limiti

imposti agli stati erano molto duri e questo

portò, quindi, alla nascita di clausole differenti

da paese a paese. Tali erano, però, più delle

promesse che degli obblighi (come da

obbiettivo iniziale). La Grecia, per esempio,

entrò a far parte dell’unione senza rispettare

alcun criterio del trattato; ancora, Italia e

Belgio, entrarono con un rapporto debito/PIL

molto superiore al 60%. In questi anni, l’Italia,

invece di sforzarsi per cercare di arginare il suo

esagerato debito, ha puntato tutti i suoi

risparmi su welfare e stipendi, e di

conseguenza ora, si trova a dover applicare

misure drastiche e violente che di certo non

agevolano il suo (e nostro..) sviluppo su scala

mondiale. Solo, purtroppo poco tempo fa, è

stato aggiunto alla costituzione un articolo, che

obbliga a estinguere al più presto il debito, si è

iniziato a pensare, inoltre, ad un nuovo trattato

(più severo per i membri e rigido per gli

entranti) e all’istituzione di un organo, che

dovrebbe avere la funzione di monitorare i

debiti dei paesi europei.

Pensare che solo i piani di austerity (politica di

limitazione dei consumi privati e delle spese

pubbliche) siano la soluzione della crisi è

veramente un utopia, è come pensare che

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l’anestesia curi ogni male per sempre, per

risolvere il problema bisogna salire alla sua

radice. I debiti pubblici dovevavano essere

abbattuti precedentemente e durevolmente:

adesso ci troviamo, infatti, in un Unione

Europea dove non ci sono né barriere tra stati,

né un unione politica e nemmeno i soldi per

realizzarla. E’ palesemente assurdo pensare

che ogni stato riesca a mantenersi da solo, il

futuro dell’Europa non è altro, infatti, che

ancora e più Europa. Un ipotetico futuro

europeo potrebbe svolgersi in svariati modi:

dallo spaccamento in euro nord e euro sud,

alla restituzione di una moneta su misura per

ogni singolo stato o allo scioglimento dell’Ue.

Tutto questo, però, con inimmaginabili

ripercussioni sugli stati (inflazione,

dimezzamento dei beni, flussi di capitale verso

l’estero, corsa agli sportelli etc.). L’unica ipotesi

calzante è quella della formazione degli “Stati

Uniti d’Europa” (un sistema europeo federale e

bicamerale), ipotesi che implicherebbe, però,

un totale pareggio di bilancio prima della

formazione di un governo comune, che non

potrebbe mai essere raggiunto dai Piigs

(Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna);

tutto questo sarebbe possibile solo se i più

virtuosi (Germania, Francia etc.) si

accollassero parte del loro fardello.

Nel salvare l’euro stiamo gettando a mare i

valori comuni e la diversità della storia

europea, come se fossero zavorra (queste

sono parole di Petros Markaris, scrittore

greco).

Fonti: Il giorno in cui l’euro morì di Stefano

Feltri, Limes, Il Sole 24 Ore, La

Stampa, Internazionale, La

Repubblica,Servizio Pubblico, Libero, Corriere

della Sera e Panorama.

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Negli ultimi anni sono sorte molte polemiche che hanno offeso l’Olocausto negando l’esistenza dei

campi di sterminio nazisti. In particolare un docente di Torino, che già nel 2007 era finito sulle pagine

di cronaca per aver offeso le vittime dell’Olocausto, torna alla carica su Facebook ed inserisce nel

suo profilo commenti e messaggi di estrema violenza, frasi antisemite e discriminatorie nei confronti

degli Ebrei immigrati, delle donne e delle persone disabili, minacciando anche una strage nella

sinagoga di Torino a colpi di pistola. Personalmente rinchiuderei in

carcere a vita questo insegnante, perché si è permesso di negare

quanto gli Ebrei e milioni di altre persone sono stati costretti a

patire nei campi di sterminio durante la Seconda Guerra Mondiale

per mano di Hitler e dei Tedeschi nazisti. E’ assolutamente

inconcepibile negare o dimenticare una tragedia simile: sono fatti

che non accadono spesso ma che dovranno essere ricordati per

sempre in tutta la storia dell’umanità affinché gli errori commessi

non si ripetano più. Persino il Supremo Comandante delle Forze

alleate, il Generale Dwight D. Eisenhower, quando incontrò le

vittime dei campi di concentramento, ordinò che fosse fatto il maggior numero di foto possibili, e fece

in modo che i Tedeschi delle città vicine fossero accompagnati fino a quei campi e persino

seppellissero i morti. Ed il motivo lui l’ha spiegato così: “Che si tenga il massimo della

documentazione, che si facciano filmati, che si registrino i testimoni, perché in qualche momento

durante la storia, qualche idiota potrebbe sostenere che tutto questo non è mai successo!”

Negare l’Olocausto è come dire che milioni e milioni di Ebrei non furono uccisi nei campi di sterminio

e bruciati nei forni. Anche gli Ebrei sono persone, e come tali

devono essere rispettate e non giudicate e disprezzate per

“questioni di razza”. Essi hanno patito la fame, il freddo, le

malattie… Sono stati usati per lo svolgimento dei lavori più gravosi

nei campi di concentramento, per la costruzione di miniere, ed

ancora i Tedeschi nazisti non erano soddisfatti; volevano

eliminarli, ma dopo ad averli sfruttati dal momento che risultavano

ancora utili in qualcosa, perché erano oggetto di contaminazione

di quella che chiamavano “razza ariana”. Una vita peggiore credo

che nessuno l’abbia avuta. Ma ciò che mi continuo a domandare è cosa abbiano mai fatto gli Ebrei

per venire uccisi e bruciati nei lager. Eisenhower ha avuto tutte le ragioni del mondo per

documentare con foto, filmati e testimonianze questa tragedia che non si deve assolutamente

ripetere ma soprattutto negare. Come ben sappiamo, la vita è un dono prezioso, che ci rende unici

ed irripetibili e allo stesso tempo tutti uguali tra noi, indipendentemente dal colore della nostra pelle,

la forma dei nostri occhi o la razza a cui apparteniamo. Ora, più che mai, a fronte di qualcuno che

sostiene “l’Olocausto è un mito”, è fondamentale fare in modo che il mondo non dimentichi mai!

Non negate l’olocausto!

Di Chiara Prati

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Chi più di noi giovani intraprendenti potrebbe

arricchirsi e arricchire le persone che gli stanno

attorno con iniziative aperte alla cittadinanza

come quelle che propone Es.Ser.Ci?

Esperienze di Servizio Civile della provincia

autonoma di Trento: progetti, laboratori o

occasioni per riflettere promossi da Enti iscritti

all’Albo che elaborano propri progetti di

servizio civile messi a bando per i giovani tra i

18 e i 28 anni. Questi ultimi hanno la possibilità

di scegliere un progetto e di candidarsi presso

l’Ente proponente. I settori di realizzazione dei

progetti sono Assistenza (ad

anziani, minori, giovani, donne

con minori a carico, soggetti

disagiati di vario tipo,

tossicodipendenti, etilisti,

situazioni di illegalità, ecc.),

protezione civile (per la

prevenzione e interventi per

emergenze ambientali)

ambiente (per prevenzione e

monitoraggio inquinamenti vari)

patrimonio artistico e culturale

(per la cura e la conservazione

di biblioteche, musei, turismo

culturale), educazione e

promozione culturale (per centri di

aggregazione, educazione alla pace, al cibo,

animazione del territorio, sportelli informa, lotta

all'evasione scolastica). A seguito di un

colloquio con il responsabile del progetto,

viene redatta una graduatoria per la copertura

dei posti disponibili. Poi è ovvio, finito il Liceo la

maggior parte dei diplomati al Prati prosegue il

suo percorso con i paraocchi da cavalleria

diretto verso gli studi universitari: per questo ci

sono diverse formule partecipative: 2 mesi per

partecipare ad un progetto o per sperimentare

l’esperienza e capire se è adatta alle proprie

aspettative, oppure un anno per imparare ad

essere cittadini attivi beneficiando di un

percorso di formazione adeguato.

Fare servizio civile rende la gente migliore,

gente che non esita a mettersi a servizio degli

altri “offrendo” il proprio tempo per un’iniziativa

diversa che va al di là dei soliti interessi

personali. Cosicché non si perda

tempo se questi ultimi non

fossero realizzabili oppure se

semplicemente si sentisse il

bisogno di fermarsi un attimo per

prendere il respiro crescendo

grazie alla comunità che ci offre

iniziative, idee per nuovi progetti

specifici che, al termine del

percorso annuale di Es.Ser.Ci, si

possono proporre all’Ente da cui

si è ospitati per valorizzare nuovi

interessi e ciò che si è appreso.

Fotografia, teatro, video e tanti

altri sono i laboratori per contribuire

concretamente a dare corpo a valori quali

solidarietà e condivisione, ad acquisire

competenze utili per le scelte professionali

ricevendo 433,80 euro al mese. Nuove

conoscenze possono aprirci un mondo di

possibilità: possibilità che non solo sono utili

agli altri, ma soprattutto a noi.

(info su www.serviziocivile.provincia.tn.it)

Di Giorgia Folgheraiter

Es.Ser.Ci

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Assemblea

in pigiama

And the winner is…

Di Maria Giulia Zadra

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9.30 - *DRIIIIIIN*

Le porte di legno di spalancano battendo all’unisono sullo stipite e i prataioli, le bestie al macello, si

precipitano nei corridoi, dove appena un minuti prima regnava la calma.

Ora, parlo con voi, focalizzate l’attenzione su quello studente. No, non quello, quello più a destra con

l’aria stremata da due ore consecutive di greco e latino. Riuscite a leggere nel suo cervello?

“Finalmente sono libero, non ce la facevo più a sentire quello là che blaterava.. Ma a chi è venuta la

brillante idea di mettere due ore di latino e greco attaccate il lunedì? Se lo incontro.. Toh, è uscito il

Praticantati.. dai, predo una copia, se no queste qua rompono! Vediamo.. le solite rubriche, i

cruciverba, questo lo leggo dopo.. articolo lungo eterno su Michael Jackson.. ma chi, quello strano

che cantava con gli zombie? Voglio proprio vedere cosa scriveranno di uno così.. con tutte quelle

cose scandal…”

STOP

Ti riconosci nel prataiolo tipo descritto qua sopra? Hai intenzione di dare a quest’articolo una letta

veloce perché sicuramente sai tutto del tizio che canta Thriller, balla bene ma è uno strano perché

hai letto un articolo su DiPiù di tua nonna? Bene, quest’articolo fa proprio al caso tuo!

Chi non ha mai sentito nominare il Re del Pop alla TV, chi non ha mai canticchiato Billie Jean, e

purtroppo, chi non ha mai almeno sospettato che gli fosse caduto il naso?

Siccome la sottoscritta e tutti quelli che hanno sempre ascoltato la sua musica si sono stufati di tutte

queste dicerie messe in giro e alimentate dai mass media, ho deciso di fare chiarezza almeno dove

mi è consentito, e cercherò di chiarire i principali dubbi che i poco informati nutrono nei confronti di

quest’ uomo che ha fatto sognare generazioni intere e continuerà a farlo, malgrado non sia qui su

questa terra fisicamente.

E’ un’impresa difficile, ma ora come ora voglio provare a scindere la ‘leggenda’, lo show man che tutti

conoscono dall’uomo in carne ed ossa che veramente è stato.

Spero che abbiate pazienza sufficiente per leggere l’articolo a fondo!

Presunto “Sbiancamento”, ovvero VITILIGINE + Chirurgia Plastica

“Just because you read it in a magazine or see it on the TV screen don't make it factual”

Michael Jackson Di Annalisa Cao

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Molti si chiedono come mai il colore della pelle di MJ sia andato schiarendosi durante il corso degli

anni, spiegandosi questo apparentemente strano fenomeno, con l’ipotesi dello schiarimento

progressivo della pigmentazione, come spesso i tabloid (ndr, giornali scandalistici) hanno affermato,

non avendo altre spiegazioni da parte del diretto interessato.

Era il 10 febbraio 1993, MJ dichiarava davanti alle telecamere del celeberrimo talk show americano

‘Oprah Winfrey Show’ di essere affetto da una malattia della pelle, probabilmente genetica ed

ereditaria abbastanza rara (circa il 2% della popolazione negli USA) chiamata VITILIGINE,

caratterizzata dalla comparsa di chiazze non pigmentate sulla cute.

Benché nel 1993 si notasse già il colore bianco della pelle, MJ aveva perlomeno intuito di avere

questa malattia alla fine degli anni ’70 quando era adolescente e, quella forma di acne che lo

costringeva ad ore di trucco, si rivelò più grave di qualche brufolo. Macchie chiare cominciarono a

spuntare sulla sua pelle, e man mano che s’ingrandivano, principalmente nel corso degli anni ’80,

prendevano una parte sempre più vasta di pelle, costringendo MJ a sedute di trucco eterne e che

coprissero ogni centimetro di pelle esposta, oltre alle cure a cui si stava sottoponendo, che no, non

comprendono la camera iperbarica.

Quando le macchie chiare cominciarono a invadere anche gli ultimi pezzi di pelle ancora neri, optò

per un trucco più chiaro, che costò però la curiosità dei giornali e le speculazioni sul suo conto.

Cominciò a girare la voce che ripudiava la razza nera, che volesse essere bianco; così i tabloid

focalizzarono l’attenzione su quegli atteggiamenti ritenuti strani, che in realtà erano semplici

stratagemmi per nascondere la sua

malattia o non soffrirne le conseguenze.

Per esempio, come mai girava con una

mascherina sanitaria sul volto, gli occhiali

scuri e l’ombrello nero?

No, non era terrorizzato dai germi. La

mascherina e gli occhiali non avevano

alcuno scopo pratico, ma come ha

dichiarato lui stesso nella sua

autobiografia, dopo che gli tolsero i denti

del giudizio la mascherina che gli diedero

gli piacque a tal punto da usarla per

cercare di nascondere una parte di se

stesso alle telecamere, rivendicando

anche con questo piccolo mezzuccio la

sua privacy che da troppo gli era negata.

L’ombrello serviva per proteggere appunto la pelle malata, infatti non tutti sanno che la vitiligine

rende la pelle ultra sensibile ai raggi solari.

Oltre all’aspetto medico, bisogna tenere conto dei risvolti psicologici, soprattutto se il malato è di pelle

scura: immaginate di sembrare una mucca altoatesina e di come vi sentireste in quelle condizioni,

dovendo nascondere la pelle per paura di essere giudicati, senza contare poi la depressione che il

tutto provoca.

1979 e 1996 a confronto

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Come dico sempre, poteva una superstar internazionale della portata di MJ presentarsi al mondo con

la pelle a chiazze?

Sulla presunta chirurgia plastica non c’è molto da aggiungere:

MJ effettuò due operazioni chirurgiche al naso, prima che la vitiligine cominciasse ad espandersi, il

presunto sbiancamento e il naso ‘europeo’ non sono in alcun modo correlati. Tutti gli altri

cambiamenti che i fantasiosi giornalisti si accingono a trovare sul suo viso sono frutto oltre che della

vitiligine, dell’acconciatura dei capelli, dalla vecchiaia, dalla quantità di photoshop.. ehm ehm!

Accuse (infondate) di pedofilia

“Don’t treat me like a criminal, because I’m INNOCENT”

Ebbene sì, Michael Jackson non era un pedofilo come comunemente si crede.

Forse è difficile da credere per chi ha vissuto tutta la vita con i telegiornali che davano del pedofilo al

signor Jackson, ma l’esito del processo non è stato esattamente quello riportato dai giornali e

telegiornali.

Infatti, anche se tra le righe traspare sempre il dubbio, MJ è stato dichiarato NON COLPEVOLE,

NOT GUILTY, SU TUTTI I CAPI D’ ACCUSA.

Siccome questa non sembra essere la versione più accreditata, vorrei spiegare nel dettaglio cosa

probabilmente accadde.

Nei primi anni ’90, quando MJ sollevò la cornetta del telefono per esaudire quello che sarebbe dovuto

essere l’ultimo desiderio di Jordan Chandler, un bambino 13enne malato di tumore. Il piccolo Jordy

non aveva una grande aspettativa di vita a causa della malattia, così gli fu chiesto di esprimere un

desiderio, che fu quello di incontrare il suo mito, Michael Jackson.

MJ, dopo essere stato contattato, accettò volentieri di incontrare Jordy e la sua famiglia, e

successivamente di ospitarli a Neverland, la sua tenuta-parco divertimenti, come faceva spesso con

altre famiglie che lo contattavano per lo stesso motivo dei Chandler, oppure che venivano a passare

una giornata a Neverland.

Il tempo che Jordy trascorse con MJ, in un clima di serenità e riposo, giovò enormemente alla sua

salute, tanto da annullare il pericolo di morte che lo aveva portato a conoscere MJ.

Nel 1993, durante il Dangerous Tour, MJ fu avvisato delle accuse di pedofilia che erano state mosse

nei suoi confronti da Evan Chandler, il padre di Jordy. Per capire interamente la faccenda però,

bisogna andare dietro l’aspetto ufficiale del caso: infatti pochi sanno che il signor Chandler, un ex

dentista di Beverly Hills, approfittando dell’ amicizia di suo figlio con MJ, chiese alla pop star di

finanziare un film su cui stava lavorando. Dopo il rifiuto di MJ, il signor Chandler, mosso

probabilmente anche da ragioni affettive, quali la gelosia per clima amichevole e familiare che si era

creato tra la sua famiglia e MJ, da cui si sentiva tagliato fuori, oltre che ragioni economiche, sporse

denuncia a scopo di vendicarsi.

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Il dipartimento di polizia di Los Angeles quindi, perquisì Neverland da cima a fondo, così come fece

con il corpo di MJ, sottoponendolo ad esami e controlli umilianti su ogni parte del suo corpo, con una

particolare attenzione verso gli organi genitali. La polizia però non trovò nulla imputabile ad un

pedofilo, e nemmeno corrispondenza con i dettagli fisici descritti da Jordy sul suo organo genitale.

Le accuse del 1993 sono meno note rispetto a quelle del 2003 perché il caso fu risolto dalla

compagnia di assicurazione di MJ, che stipulò un accordo con i legali dei Chandler. Le autorità

indagarono fino al 1997 in cerca di prove o aspettando un passo falso del presunto colpevole,

quando fu riscontrata la sua completa

innocenza e la denuncia fu ritirata.

Nel 2003 MJ fu denunciato per molestie

sessuali per la seconda volta dalla famiglia

Arvizo, una famiglia molto particolare: infatti

dopo il caso di MJ, si scoprì che altre

superstar erano state precedentemente

truffate o ricattate dalla famiglia Arvizo.

Ma procediamo con ordine: MJ conobbe

Gavin Arvizo, il presunto molestato, a causa

di una rara forma di cancro che lo affliggeva;

come ben sappiamo, Michael aiutava

spesso economicamente ed emotivamente

le famiglie dei bambini malati, e la cosa non

fu diversa per la famiglia Arvizo.

La famiglia soggiornò spesso a Neverland, sempre nei bungalow riservati agli ospiti, ma la loro

presenza cominciò a sembrare sospetta quando i bambini cominciarono ad attaccarsi morbosamente

a MJ, chiedergli di condividere la stanza da letto.. finchè la famiglia Arvizo formalizzò a Jackson una

richiesta di risarcimento in denaro.

Bisogna però chiarire un punto: la denuncia arrivò dopo la messa in onda dell’intervista documentario

prodotta dal giornalista Britannico Martin Bashir “Living with Michael Jackson”.

Nell’intervista MJ affermava di aver condiviso la stanza da letto con alcuni bambini; come si può

immaginare, quell’ affermazione mise in moto l’immaginazione delle menti più maliziose, che subito

pensarono ad eventuali atti sessuali sui minori. Non fu però mai specificato un particolare: MJ non

aveva mai detto di aver condiviso il letto, bensì la camera da letto, mentre lui, come dichiarato da

Jackson stesso e i suoi conoscenti e/o familiari più intimi, peraltro spesso testimoni, dormiva in un

sacco a pelo adagiato sul pavimento.

Il processo iniziò nel 2005, ma MJ ne uscì innocente, in mancanza di prove sufficienti per imputarlo

colpevole. Successivamente si scoprì che la famiglia Arivzo aveva precedentemente truffato con lo

stesso metodo altre celebrità, di cui però non fu mai fatto il nome.

Ci sarebbero poi molti altri punti su cui dibattere, miti da sfatare, e se qualcuno volesse approfondire,

questo sito (truth4mj.com) è una Bibbia per quanto riguarda Michael Jackson e la sua vita.

Oppure potete sempre venire a rompermi a ricreazione!

Michael Jackson a Neverland

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La cantante Amy Winehouse nasce ad Enfield

Middlesex (Inghilterra) il 14 settembre 1983.

Già all’età di dieci anni entra in contatto con la

musica. Fonda così il suo primo gruppo rap dal

nome “Sweet 'n' Sour”. A dodici anni comincia

a frequentare la Sylvia Young Theatre School,

ma un anno dopo viene espulsa a causa del

piercing al naso considerato “uno scandalo”.

Amy cresce ascoltando

musica d’ogni genere e a

sedici anni comincia la

sua carriera da solista. Il

suo primo album è

“Frank” pubblicato nel

2003. Il disco presenta

molte influenze jazz che

accompagnano la voce

davvero unica della

cantante. Riuscì a

vendere un milione e

mezzo di copie e la

maggior parte dei testi

erano stati scritti dalla

Winehouse stessa. Lei

diceva, però, di non

riuscire ad ascoltare quel disco a causa dei

limiti che la casa discografica le aveva imposto

nella creazione delle canzoni. Nel 2006 rilascia

un altro grande successo “Back to Black” la cui

prima traccia è “Rehab” che diventò presto un

tormentone. Con questo ritorno, la cantante

entra definitivamente nel mondo delle star e

cominciano a comparire anche i problemi che

ogni vip incontra nella sua carriera verso il

successo. La nostra Amy purtroppo non riuscì

a superare questi ostacoli verso la fama

cominciando ad assumere droga e alcool. Si

può vedere, appunto, nella canzone Rehab

che la cantante mostra il più completo rifiuto

alla disintossicazione da queste sostanze. Amy

Winehouse si sposa

con il cantante Black

Fielder-Civil il 18

maggio 2007. Pur

avendo un gran

successo grazie alla

sua voce melodiosa e

suadente e dopo

essersi sposata, non

riuscì ad allontanarsi

dalla droga

cominciando a

peggiorare la sua

situazione. A distanza

di qualche mese dal

matrimonio, fu

arrestata per il

possesso di 7 g di marijuana, ma venne

rilasciata il giorno seguente dopo un

pagamento di 500€. Molte altre volte è stata

ripresa in situazioni di stato confusionale,

sicuramente per l’assunzione di sostanze

stupefacenti. Ad esempio, durante la

premiazione dei MTV Europe Music Awards, la

Amy Winehouse Di Eleonora Scarcelli

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cantante inglese si presenta dispersa non

facendo il solito discorso di ringraziamento

dedicato ai fan. Anche durante l’esibizione

mostra alcune difficoltà. Il 6 gennaio 2009 è

annunciato il divorzio di Amy con Black Fielder-

Civil, sposato poco più di un anno prima.

Quest’evento si pensa aver aggravato la

situazione di dipendenza creatosi intorno alla

povera cantante. Fu contattata persino da

Keith Richards (CANTANTE DEI ROLLING

STONES) che mostrava un forte affetto verso

Amy. Infatti, Richards aveva già detto nel 2008

che non avrebbe permesso alla droga di

portare via la vita e la carriera alla Winehouse.

Le parole però non fermarono i fatti. Il 23 luglio

2011 alle ore 15.53 Amy Winehouse se n’andò

lasciando solo il ricordo della sua voce da

diamante. Fu trovata inerme nel letto della

propria abitazione. Dopo molte analisi fatte da

ogni sorta di medico, si arrivò alla causa del

decesso collegata a uno shock alcolico

chiamato “Stop and go”; cioè l’assunzione

d’alcool in dose massiccia dopo un lungo

periodo di astinenza. Amy Winehouse aveva

solo 27 anni, ma la sua breve vita ha portato

grandi emozioni a tutto il mondo.

Personalmente non apprezzo il genere di

musica che Amy invece amava. Molti hanno

criticato la sua vita e chi non l’avrebbe fatto

visto che il suo modo di vivere non ha scuse.

Chissà, però che cosa nascondeva quella

piccola ragazza con una voce capace

d’incantare migliaia di persone e che si è

ritrovata bloccata davanti a difficoltà che tenne

per se cercando conforto in qualcosa di

mortale. Nessuno può giudicare il suo

comportamento e per questo è bene ricordarla

per le sue canzoni che ha condiviso insieme a

noi e per l’amore che dava ai suoi fan più che a

se stessa.

Ciao, Amy!

Per la serie… Ipse dixit!

Cristinelli: Io sto facendo questa spiegazione, ma non la sto compiendo.

Studente: Bene, ma io intanto mi compio la cartella…

Cristinelli: Per favore un registro più alto Federico!

Studente: Ok, quantunque la relativa esistenza…

Cristinellii: Si ma senza sfottere però!

Cristinelli: Siam mica qui a menare il can per l’aria! ahahah questa l’ho rubata a Bersani però.

Ruggio: Eeehh M. lo vedo li attivo a meteorologia e invece in latino e greco…

M.: Ma prof…Non mi piace…

Ruggio: Ma queste cose non le devi dire! Mi fai soffrire…

Carapella: Sì dai facciamo un tema il 20 dicembre sull’esistenza di Babbo Natale!

Stenico: E a Dublino è vietato chiamarmi “Prof.”.

Studente: Mamma!

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“Il vero successo è essere felici”

Dal coro di una chiesa del New Jersey, dove già da bambina incantava con la sua voce, ad una

vasca da bagno di un hotel di Beverly Hills, in cui annegare il vuoto di una vita da predestinata, il

peso delle schiaccianti responsabilità che il successo aveva portato con sé.

Si è conclusa così la parabola, celebre, di Withney Houston. Una predestinata, figlia di una nota

cantante gospel che annoverava un tour come corista al seguito di Elvis Presley e Aretha Franklin,

che spesso si esibiva in diversi locali notturni, dove portava con sé la figlia, ancora bambina, che a

soli 11 anni divenne solista del coro della chiesa battista di Newark. Withney aveva realizzato il

sogno della madre, contando su quel magico dono

fattole dal destino, quella voce penetrante, calda e

limpida che tanto aveva impressionato quello che

sarebbe divenuto il suo inseparabile manager, Clive

Davis. Fu proprio costui facendole concludere

l'estenuante lavoro di quell'ultimo album, pubblicato

nel 2009, a credere di poterla salvare dal tunnel della

depressione e della droga, convinto che attraverso la

sua voce avrebbe potuto trovare ancora una volta un

rimedio al peso degli anni e del successo,

incontrastato, dirompente, costruito attorno ad una

persona fragile e sola.

Nella sua breve vita aveva battuto ogni record

possibile: 170 milioni di copie vendute fra album, singoli e video, 6 Grammy Awards e 22 American

Music Awards, che la resero, secondo il Guinnes dei Primati, l'artista più premiata e popolare al

mondo, nonché alla posizione 34 nella lista, redatta dalla rivista Rolling Stone, dei 100 cantanti più

grandi di tutti i tempi. Eppure, i riconoscimenti, la fama e la celebrità non avevano colmato quel

bisogno di pace e di serenità. Al di là dei numeri, si nascondeva una persona, con tutte le sue

fragilità, le sue debolezze, che il successo non era riuscito a colmare. Raggiunte la fama e l'assoluta

notorietà, quelle fragilità rimanevano, rimaneva una persona alla ricerca di risposte. A metà degli anni

novanta, infatti, all'immagine della brava ragazza di chiesa, che a lungo Withney aveva rivendicato, si

sostituì quella più drammatica della diva decaduta, avvolta nel dramma della droga. Diversi furono i

tentativi di riabilitazione cui fu sottoposta, terapie intervallate da tour ed esibizioni “obbligate” che le

consentivano di rimanere aggrappata al treno della celebrità, in cui appariva sempre più compassata,

alienata rispetto a un mondo, quello musicale, legato esclusivamente al profitto. La fine di Withney è

un qualcosa di già visto, di già noto. È la fine toccata in sorte a diverse celebrità, che lentamente

Whitney Houston

Di Ilaria Vetruccio

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scava nell'animo e nel fisico e che nel caso della Houston è culminata con il suicidio. È l'emblema del

supremo inganno cui l'uomo moderno è sottoposto, quella continua ricerca di affermazione, la lotta

spietata per la celebrità, in cui si fa convergere l'ideale di felicità, che però non è un qualcosa che

arriva dall'esterno, è un qualcosa che sorge dentro, è un cammino di crescita che consente di

colmare i vuoti, le mancanze, connaturate alla natura dell'uomo. Un ruolo della musica è proprio

questo, è il riuscire a dare sfogo alle sensazioni, alle paure. È attraverso la condivisione di queste

esperienze che è possibile una maturazione. È ciò che più è mancato a Withney, oppressa dal peso

di quel successo che ne aveva plasmato un immagine così diversa da quella semplice ed innocente

bambina che strappava applausi e lacrime attraverso la sua angelica voce.

Per la serie… Ipse dixit!

Studente 1 si lamenta del voto di tedesco Studente 2: Zitto che hai una mamma tedesca e prendi sotto di tedesco!

Cianciullo: Cosa?

Studente 1: No no niente prof!

Cianciullo: Sbaglio o hai una mamma tedesca e prendi sotto di tedesco? TONF… avete

sentito ragazzi il tonfo? Mi sono cadute le braccia…

Ruggio : Sì sì ho lavorato a Bolzano circa 30 anni fa, ero in una classe differenziale, c’erano

molti bulletti…ma io ero molto rigida sì sì. Poi era quel periodo in cui facevo KARATE…

Carapella: Tristano bevve un filtro d’amore, il viagra del medioevo…

Cristinelli: Si anche io a volte lo faccio, parlo davanti allo specchio e mia moglie mi dice “

Cosa fai?” e io dico “ Eeee che figo, che bello”

Carapella: Petronio era un vecchio marpione…

Rubagotti: Se volete evolvervi dal “the cat is under the table”…

Sorio: I., ma perchè tu e L., siete sempre vicine?

I.: Prof, la sorte…

Sorio: Va beh…interroghiamo… L.! L.: Ma prof, mi hanno appena interrogato di italiano! Sorio: La sorte…

Studente: Quindi Pompeo, nato umile e in un luogo oscuro…

Maurina: Ma per favore! Ma mica è nato in un tombino! Uno studente dice una sciocchezza

Ruggio: Quando sento queste cose mi chiedo perché non vado in una scuola inglese dove si

può usare la frusta…

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Sabato sera 26 Febbraio è andato in scena a S. Siro quello che è stato lo scontro scudetto tra Milan

e Juventus; uno spettacolo avvincente, circondato da una cornice di spettatori e da una coreografia

degne di una semifinale di Champions League, ma certamente anche da un arbitro non all’altezza

dell’importanza della partita che si è dimostrato incapace di gestire correttamente la gara; senza

alcun dubbio anche il suo assistente ha delle grosse responsabilità e inevitabilmente dopo alcune

decisioni gli animi si sono riscaldati e a fine partita il tutto è sfociato in duri confronti e faccia a faccia.

Il Milan entra in campo con maggiore spirito di iniziativa e grinta rispetto ad una Juventus

insolitamente molle sui palloni e con poca carica agonistica ed è infatti il Milan a passare in vantaggio

grazie ad una rete di Nocerino che ringrazia per ben due volte un’inguardabile Bonucci che prima gli

regala il pallone e poi beffa involontariamente il proprio portiere con una deviazione fortuita; poco

dopo un Milan arrembante e con il pieno controllo del match trova il raddoppio con un rivitalizzato

Muntari che di testa dopo una prima respinta di Buffon riesce ad insaccare, ma il signor Tagliavento e

il suo assistente non ne vogliono sapere di convalidare un gol nettissimo.

Gli animi cominciano a scaldarsi, ma il Milan è nettamente superiore e chiude un primo tempo

impeccabile, eccetto qualche rischio corso nelle ripartenze juventine, in vantaggio per 1 a 0.

Nel secondo tempo Conte decide di dare una svolta alla gara inserendo Vucinic per un Borriello in

serata NO e infatti il montenegrino si muove e lotta più dello statico centravanti napoletano.

Il Milan gioca e anche bene, la squadra è corta, compatta, pressa alto e fa girare bene il pallone, ma

la Juventus alla prima vera occasione pareggia con Matri, anche in questa circostanza la valutazione

del direttore di gara e del suo assistente è erronea, sebbene non sia grave come la svista

precedente, e consente al Milan di mantenere il vantaggio più che meritato.

Ma Matri è in serata di grazia e a 7’ dalla fine, alla seconda palla utile, un cross di Pepe dalla destra,

infila l’incolpevole Abbiati con una girata al volo magistrale. Nel finale viene espulso Vidal per

un’inutile fallo di reazione.

La partita si conclude sull’ 1 a 1 nonostante gli ultimi sforzi di un Milan ormai sulle gambe,ma spinto

dall’orgoglio e dal proprio pubblico.

Al fischio finale accade di tutto, in un parapiglia generale Chiellini dice qualcosa di troppo e Ambrosini

lo insegue per avere un duro confronto, ma viene fermato dai compagni; nel frattempo un Conte

riprovevole ha il coraggio di lamentarsi dell’arbitraggio e giocatori del Milan lo rimproverano

duramente.

Nel post gara gli animi non si placano e le dichiarazioni di Galliani, Conte e Allegri non fanno altro

che aizzare gli spiriti. La Juventus mantiene così la propria imbattibilità stagionale e rimane a un

punto dai rossoneri, ma con una partita in meno. Lo scontro tra le due pretendenti al titolo sarà

riproposto il 21 marzo in occasione della semifinale di ritorno di Coppa Italia allo Juventus Stadium,

certamente l’accoglienza riservata ad Allegri e company sarà molto calda.

Milan

vs.

Juventus

Di Michele Pretti

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Si levano ultimamente voci sempre più forti

contro l’utilizzo e transito di alcuni particolari

veicoli sulle nostre strade e specialmente nelle

nostre città: si tratta dei cosiddetti “SUV”,

dipinti frequentemente da stampa e altri media

come la piaga della circolazione. Se ci si fa

caso, sembra che essere proprietario di un

veicolo con determinate dimensioni e

caratteristiche getti un’ombra che porta con sé

i poco edificanti e pertinenti attributi di “evasore

fiscale”, “nemico dell’ ambiente”, ”arrogante”,

quando non addirittura di pericolo per gli altri

utenti della strada: tuttavia l’immagine di

ostentazione e inutile opulenza associata ai

SUV è solitamente dettata da considerazioni

affrettate basate spesso sull’ ignoranza in

materia e, purtroppo, sull’ostilità

profondamente radicata nell’invidia che

soprattutto in Italia colpisce i possessori di

automobili di lusso, potenti o semplicemente di

dimensioni ragguardevoli.

Certamente il nostro Paese non è mai stato un

luogo felice per un certo tipo di automobilismo,

a causa principalmente dell’eccessiva

pressione fiscale che ha sempre gravato non

molto giustamente su determinate categorie di

automezzi e sul prezzo dei carburanti, ora più

che mai (misura certo comprensibile in tempi di

crisi economica ma, se l’Italia fosse stata

meglio gestita in passato, potremmo forse ora

godere di un regime di tassazione più vivibile e

meno opprimente): alcune automobili, in altri

paesi accessibili anche alla classe media, sono

perciò diventate in Italia puro appannaggio di

chi, più o meno facoltoso, poteva permettersi di

sostenerne i vari balzelli imposti dallo Stato,

oltre ovviamente al prezzo.

Il SUV è l’ acronimo inglese di Sport Utility

Vehicle, nato negli Stati Uniti come alternativa

alle station wagon: si tratterebbe quindi di un

veicolo pensato per famiglie o lavoratori, non

per i più danarosi: in questo senso la trazione

integrale e le caratteristiche vicine a quelle di

un fuoristrada danno al veicolo una versatilità

riconosciuta quasi unanimemente. La

diffusione rapida dei SUV fu dovuta però al

prezzo più basso rispetto alle automobili

tradizionali, frutto della condivisione di

componenti con i veicoli commerciali leggeri,

incidentalmente soggetti anche ad una minore

tassazione. Infatti i primi SUV apparvero alla

fine degli anni ’70, quando le case

automobilistiche americane dovettero

fronteggiare le norme anti inquinamento e

soprattutto le tasse imposte dal Governo

Federale sul consumo medio dei modelli di

ogni casa produttrice: la vendita dei SUV (ma

anche dei minivan, protagonisti di un successo

paragonabile) come veicoli commerciali, quindi

pressoché ignorati dalle disposizioni del

governo americano, permise ai produttori di

evitarle fino a non molto tempo fa.

Tutto questo diede luogo ad una rapida

diffusione di SUV e fuoristrada nel mercato

fino a poco prima dominato da automobili

tradizionali, e cominciarono a sopraggiungere

le prime e fondate critiche.

La derivazione dei SUV da veicoli commerciali

porta con sé l’impiego di elementi strutturali

Sport Utility Vehicle

Di Mattia Graiff

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datati e non progettati per garantire la

sicurezza agli occupanti, ma per fornire buone

capacità di carico, traino e spesso di mobilità

su tutti i terreni ad un basso costo: questo

comporta, come esempi principali, l’utilizzo di

una costruzione con telaio e carrozzeria

separati che aumenta drasticamente peso e

rigidità, e l’ impiego di sospensioni certamente

non ottimizzate per la guida su strada

determinando un’inferiore sicurezza

complessiva (è infatti errato ritenere che le

maggiori dimensioni del veicolo, il peso o la

rigidità possano giocare a favore nel caso di un

urto: ciò che nella maggior parte dei casi può

salvare gli occupanti è anche una certa

capacità di deformarsi in modo da assorbire la

maggior quantità di energia possibile ed evitare

che venga trasmessa con conseguenze letali

agli occupanti).

Tuttavia questi problemi sono, eccezion fatta

per i veicoli più specializzati, attualmente

superati: molti SUV di oggi si distinguono da

automobili più convenzionali solo per la

carrozzeria, e su un numero sempre crescente

sta scomparendo persino la trazione integrale,

vero e proprio denominatore comune della

categoria; quanto a sicurezza i risultati sono

ottimi o molto buoni, senza intaccare le

notevoli possibilità e la mobilità superiore

rispetto ad altri veicoli.

Il peggior limite rimane il maggiore consumo di

carburante e le conseguenti emissioni,

difficilmente riducibili perché dettate dalla

natura stessa dei SUV: il peso non

trascurabile e l’ampia superficie frontale (che

influisce negativamente sull’ aerodinamicità

della vettura) possono essere limitatamente

ridotti senza stravolgerne le caratteristiche

fondamentali; negli ultimi anni però si è

assistito alla nascita di una nuova categoria di

SUV, più piccoli e compatti, derivati da vetture

di medie dimensioni secondo una logica oggi

imperante che conduce al ridimensionamento

di motori e veicoli. Si tratta chiaramente del

prodotto di una moda che ha ormai perso ogni

utilità e produce copie in scala delle stesse

automobili con risultati spesso poco originali,

ciò non significa, tuttavia, che debbano essere

guardate con ostilità, poiché non sussiste

alcuna fondata occasione di credere che un

SUV possa essere più pericoloso o possa

ispirare comportamenti più aggressivi di una

normale utilitaria.

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The Help:

regia di Tate Taylor

con Emma Stone, Viola Davis, Octavia Spencer, Bryce Dallas Howard.

Vincitore di un premio oscar per la miglior attrice non protagonista (Octavia Spencer) e di un Golden

Globe.

Tratto dall'omonimo Best Seller mondiale di Kathryn Stockett.

AMORE, AMICIZIA e CORAGGIO, queste le

parole chiave di “The Help”. L'amore che una

domestica di colore può provare per la

bambina bianca di cui si occupa a Jackson,

Mississipi all'inizio degli anni

60'; cercando di creare per lei

un mondo migliore in cui tutti,

bianchi e neri, abbiano la

stessa dignità e diritti.

L'amicizia e il coraggio di tre

donne costrette a vivere in una

società dove essere neri viene

considerato un marchio di

inferiorità che giustifica la

menzogna e le ingiustizie. Una

di loro, però, è una bianca di

nome Eugenia Phelan detta

“Skeeter” che è tornata da

poco a Jackson dopo aver

frequentato l'università. Sua

madre desidera per lei solo un

buon matrimonio ma la

ragazza ha tutt'altre ambizioni:

sogna di diventare giornalista e di scrivere

riguardo a qualcosa in cui crede. L'unica

persona che sembra credere in lei è

Constantine, la domestica di colore da sempre

al servizio della sua famiglia che è però

misteriosamente scomparsa. Nel frattempo le

migliori amiche di Skeeter, Hilly Holbrook ed

Elizabeth Leefolt, si sono sposate ed hanno

assunto cameriere di colore che trattano con

sufficienza e pagano pochissimo

nonostante crescano i loro figli

che spesso non hanno tempo e

voglia di accudire. Una di

queste domestiche è Aibeleen,

affettuosa e materna con i

bambini che accudisce come un

tempo aveva fatto con il suo

Treelore, morto da poco, a 24

anni a causa di un incidente sul

lavoro. La migliore amica di

Aibeleen è Minny, cuoca

eccezionale, impertinente e

testarda, con una tribù di figli e

un marito violento. Ma qualcosa

sta per cambiare a Jackson,

Skeeter decide di raccogliere in

un libro le opinioni delle

cameriere per far conoscere luci

e ombre di una società in cui neri e bianchi non

possono nemmeno usare lo stesso bagno,

tutto questo raccontato dal punto di vista di chi

subisce tutti giorni questa realtà...

Help the

Di Alessandra Tomasi

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Ok, lo ammetto sono parecchio di parte! Tanto

per capirci, dopo aver letto il libro e aver

aspettato per tutta l'estate che “The Help”

uscisse nelle sale, sono andata al cinema a

vederlo ben due volte. Inoltre appena ho

scoperto che aveva anche vinto un premio

oscar ho scritto la notizia sulla lavagna a

caratteri cubitali. Penserete che io sia matta

(che è in sostanza quello che mi continuano a

ripetere le mie amiche e che forse non è del

tutto sbagliato:) ma il fatto è che trovo davvero

eccezionale questo film e il libro da cui è tratto,

soprattutto per l'incredibile umorismo di queste

donne che riescono a fare buon viso a cattivo

gioco, anche nei momenti più difficili. Esse

sono mosse da un senso di giustizia e

altruismo che le spinge a correre rischi enormi.

Infatti ciò che le convince ad agire non è la

propria condizione, ma il voler proteggersi l'un

l'altra dalle bugie, i sotterfugi e dall'ipocrisia

delle persone. Vedere le proprie sofferenze

subite anche dalle amiche più care le spinge a

dire basta, a ribellarsi per mettere fine ad una

situazione assurda come la discriminazione

razziale. Secondo me i temi di questo film sono

ancora molto attuali e lo saranno finché l'uomo

non supererà la paura per il diverso che lo ha

portato e lo porta a commettere crimini orribili

di cui spesso nemmeno conosciamo

l'esistenza e spesso ci perdiamo in cose molto

più futili che ci sembrano l'unica cosa

importante della vita. Pensando alla nostra

esperienza personale capiremmo che i

pregiudizi non sono soltanto un argomento di

cui discutere durante le ore di storia ma

qualcosa di concreto, radicato anche dentro di

noi, nonostante non ci piaccia ammetterlo e

che ci impedisce di vedere la ricchezza che

deriva dalle differenze. Le persone vanno

giudicate per ciò che fanno e ciò che sono

veramente e non per il loro aspetto fisico.

Consiglio di vedere “The Help” perché fa

pensare e sorridere allo stesso tempo,

alternando scene divertenti ad altre molto

commoventi; ci si ritrova anche a ridere e

piangere insieme, parlo per esperienza. I

personaggi poi, sono unici e geniali!

Spero di essere riuscita a convincervi a vedere

il film (e a leggere il libro) perché ne vale

davvero la pena, in caso contrario....beh io ci

ho provato!!

Emma Stone in “The Help”

Una scena del film

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Destinato a sbancare tutto lo sbancabile, è fatalmente giunto sugli schermi anche quest’ultimo

capitolo della saga “Harry Potter”, intitolato, come da copione, “Harry Potter e i Doni della Morte –

Parte II”. Proprio così: “Parte II”, giacchè quei geniacci della Warner Bros™ © ® (casa produttrice

della pellicola, nonchè della saga nel suo complesso) hanno ben pensato, nel tentativo di

procacciarsi qualche bel dindo in più dalle tasche dei fan, tutti quanti, ovviamente, cinefili (o, più

probabilmente, cinofili) con la barba bianca e il cervello fino, hanno ben pensato, dicevo, di

suddividere l’ultimo – ovvero il settimo - capitolo della serie di romanzi targata J. K. Rowling in 2 parti,

così da ottenere 8, diversi, magnifici, interessanti, indispensabili, e, soprattutto, lucrosi, film. “Robe da

matti” – si potrebbe chiosare - ma, d’altro canto, così è se vi pare, e visto che così pare alla Warner,

così è, con buona pace di noi comuni mortali.

Ad ogni modo, come financo i Venusiani sanno, l’epopea di Harry Potter – comprensiva di film, libri,

nonché gadget luccicanti quali bacchette magiche per togliersi le caccole dal naso senza usare le

dita, e copri-water autografati da Albus Silente – è incentrata su un certo, giammai l’indovinereste,

Harry Potter, maghetto dotato d’una cicatrice a forma di saetta sulla fronte, e di un tatuaggio a forma

di triceratopo sul didietro, ma questa è un’altra storia. Il suddetto ha, sventuratamente, un nemico

(im)mortale, tal Lord Voldemort, stregone dannatamente oscuro (cioè più nero della Morte Nera),

nonchè ricco di seguaci (i Mangiamorte), il quale già in passato ha tentato d’assassinarlo,

sventuratamente senza successo. Harry può tuttavia contare sull’aiuto di due magici amici come Ron

Weasley (rubicondo individuo più tonto del fratello scemo di Topo Gigio) ed Hermione Granger (una

secchiona esasperante dotata di capelli scarmigliati). E non è tutto: al suo fianco ha anche l’Ordine

della Fenice (un crocchio d’incantatori senza speranza la cui brama più recondita è la definitiva

sconfitta del male supremo), nonché il già citato – e defunto; (ops, ho spoilerato!) - Albus Silente,

Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts (da Harry frequentata fino al sesto anno

compreso), un frizzante ed arzillo vecchietto più barbuto di Babbo Natale, ma privo di slitta rennuta.

Nello specifico, l’ottava pellicola della saga, ovvero quella che questa seriosissima recensione ha

come oggetto, narra le peripezie di Harry, Ron ed Hermione alla ricerca degli Horcrux, i frammenti

d’anima di Lord Voldemort, senza la distruzione dei quali il suddetto cattivone non può essere

accoppato; essa consiste, cioè, nella battaglia finale tra Harry e Voldy, in pratica nel sempiterno

nonché apocalittico scontro tra Bene e Male. Il film inizia là dove terminava quello precedente, del

quale, peraltro, non è ivi fornito un riassunto, cosicchè chi non l’ha visto (o non ha letto il romanzo

donde è tratto) si deve necessariamente attaccare al tram, meglio se in corsa; inizia, dicevo, con la

sepoltura dell’elfo domestico – nonché puffo – Dobby, seguita da un simpatico conciliabolo dal

Harry Potter e i doni della morte

Parte II

Di Federico Hannüss

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sapore guerresco e complottista cui prendono parte Harry, Ron, Hermione, Unci Unci (un folletto, ex-

impiegato della Gringott, la Banca dei Maghi), ed Olivander (un fabbricante di bacchette a tempo

perso). L’incontro, che avviene in quel di Villa Conchiglia, ovvero la magione di uno degli

innumerevoli fratelli Weasley e della di lui diletta signora, oltre a svolgersi in due tempi, segna la

continuazione del piano di Potter e dei suoi compari per la distruzione dei succitati Horcrux, già

intrapreso nella pellicola precedente a seguito della riforma, eseguita per mano di Voldemort, del

Ministero della Magia, espletatasi in continue stragi di Babbani (“non maghi”) e Mezzosangue, ovvero

in una terribile dittatura delle forze al servizio del Male. I nostri eroi si ritroveranno dunque, ancora

una volta, a vivere avventure che definire picaresche sarebbe quantomeno riduttivo: cavalcheranno

draghi imbufaliti e bufali indraghiti, fuggiranno rocambolescamente, per poi tornare alla carica, armati

di bacchette e più valorosi che mai, si sbaciucchieranno a vicenda (Ron con Hermione, ed Harry con

Ginny, che di Ron è peraltro sorella), ruberanno e custodiranno oggetti leggendari, quali Mantelli

dell’Invisibilità, Bacchette

Magiche di Sambuco e

Pietre della Resurrezione,

addirittura parteciperanno e

risulteranno determinanti

nell’incredibile assedio che

Voldemort e i suoi sgherri

tenteranno di portare a

termine contro il secolare

castello di Hogwarts,

all’interno del quale la

maggior parte degli studenti

si è ribellata alla tirannia del

Signore Oscuro…

“Harry Potter e i Doni della Morte – Parte II” non è un brutto film, ma neppure un capolavoro

indiscutibile il cui nome non è pronunciabile se non dopo essersi prostrati ripetutamente al suolo; è

una pellicola in parte godibile, in parte piatta, banale e scontata come sanno essere soltanto i titoli di

coda della cinquemillesima puntata di Bruttiful. In principio è ben congegnata e discretamente

memorabile, per quanto cupa – specie se raffrontata alla variopinta allegria di “Harry Potter e la

Pietra Filosofale” - e lascia spazio a sequenze visivamente superbe (come quella nella camera

blindata della Gringott), nonché a certe oscure fantasie del regista David Yates (si vedano in

proposito la scena in cui il perfido Voldemort fa strage di tutti coloro che gli capitano tra i piedi,

giacchè s’è avveduto della scomparsa di un Horcrux, o la sequenza, ripresa dall’alto, che vede

protagoniste decine e decine di studenti di Hogwarts, Orwellianamente costretti a marciare, con le

proprie uniforme nero carbone, in ranghi serrati, senza spiccicare parola, pena una punizione

devastante).

Allorchè l’azione si fa più serrata (ovverosia verso il termine della pellicola) il film diviene, invece, più

confusionario e frettoloso, le divergenze con il romanzo originale si fanno più evidenti (ed invadenti),

ed il tutto risulta, specie una manciata di minuti prima dei titoli di coda, degno di un Harmony di

quart’ordine, con pomiciamenti ripetuti e scenette a tratti patetiche ed a tratti esageratamente

drammatiche, nonché incredibilmente inflazionate e banalizzanti.

Da un punto di vista prettamente visivo, la pellicola si difende egregiamente (pochissime risultano le

differenze tra la versione 2D e quella 3D), con effetti speciali superbi (scoppi di luce, scene di

battaglia con mostri giganti, uccisioni e duelli all’ultimo sangue, smembramenti, crolli improvvisi di

edifici, apparizioni e sparizioni repentine), e comparse a tonnellate (in particolar modo nelle sequenze

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contenenti l’assedio al castello di Hogwarts). Tuttavia, sotto il profilo della recitazione, siamo ben

lontani dall’apoteosi della mimetica caratterizzante: Daniel Radcliffe (Harry Potter) è più ingessato di

una mummia egizia, Rupert Grint (Ron Weasley) è esagerato, e carica - al solito - un po’ troppo la

componente tontolona-spiritosa del proprio personaggio, Emma Watson (Hermione Granger) e

Bonnie Wright (Ginny Weasley) risultano entrambe più piatte e dimenticabili di un tappetto appena

spolverato a suon di battipanni, Michael Gambon (Albus Silente) appare eccessivamente controllato

nella manifestazione delle emozioni, e Tom Felton (Draco Malfoy) è più piagnucoloso del Ciccio di

Nonna Papera quando gli fregano la merenda. Buona, al contrario, la componente sonora della

pellicola, irrilevante la sceneggiatura.

E tuttavia, con tutti i suoi limiti, evidenti ma non troppo, “Harry Potter e i Doni della Morte – Parte II” è

pur sempre, cinematograficamente parlando, il capitolo conclusivo (per ora) d’una saga, iniziata

come una magnifica fiaba e proseguita in maniera più adulta ed oscura, la quale ha benignamente

accompagnato l’infanzia e l’adolescenza d’un’intera generazione, e che, in quanto tale, va premiata,

e, perché no, addirittura rispettata…

Per la serie… Ipse dixit!

Malaspina: L’ho sentita con i miei occhi!

Carapella: Federico II poverino era già morto e non poteva rispondere se non in seduta

spiritica.

Uno studente fa ticchettare la penna.

Ruggio: M, smettila con quella penna che disturbi le compagne interrogate. Predi una matita e

mangiatela! O piuttosto datti all’onicofagia che è silenziosa!

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Caro Prati, noi siamo ancora qua -non pensate a Vasco per favore- con tante lettere e -come al solito- tanti problemi di cuore! Siamo tutti in attesa del sole, della primavera e di vacanze, ma a giudicare dalle vostre lettere siete in attesa dell'amore. Questo sentimento che tutti cercano e pochi hanno, che ci fa stare male, ma anche benissimo! È sorprendente la sua forza ed è proprio vero che è la piú potente al mondo (Disney docet)! Dopo questi sentalismi lascio a voi la parola, continuate a scriverci.

A presto Vostra Woodstock Cara Woodstock, sono una quartina follemente innamorata di un ragazzo di terza, il problema è che lui esce con la mia migliore amica da circa due mesi. A lei non ho mai detto nulla, perché ho sempre messo l'amicizia davanti ai ragazzi; ma questa volta penso sia veramente una cosa seria. Ieri ci siamo baciati. Da un lato mi sento in colpa ma dall'altro mi sembra di volare. Sono disperata e non so cosa fare. Secondo te dovrei parlare con lei o lasciar perdere?

Attendo ansiosa una risposta soddisfacente, quartinaindalove.

Cara "quartinaindalove",

posso immaginare la situazione in cui ti trovi. Fossi in te, quindi, prima di parlare con la tua amica, parlerei con Lui. Se pensi veramente che possa nascere qualche cosa di serio, io ci proverei, però l'amicizia è una cosa fondamentale nella vita quindi attenta a non prendere decisioni affrettate che potrebbero far star male sia te che la tua amica.

Ciao Woodstock,

Ti scrivo perché ho un grosso problema: mi sto innamorando! Non mi è mai successo prima d'ora e sia io che le mie amiche siamo tanto preoccupate. E se poi tutto finisce? Se tutto quello che abbiamo costruito assieme viene distrutto? Ho tanta paura di perderlo e sento che ciò mi impedisce di amarlo fino in fondo. Con lui mi sento proprio bene, quasi da toccare il cielo con un dito.

Spero tu mi possa capire, grazie in anticipo.

B.

Cara B.,

Se ci soffermiamo a pensare a cosa potrebbe andare male non concluderemo mai niente nella vita. Io penso che valga la pena tentare, buttarsi, buttarsi in ogni cosa con anima e corpo. Magari scopri che è la storia della vita e buttandoti inizierai a volare, o magari cadrai e ti farai male. Poco importa!

Woodstock

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Fino a quel momento avrai vissuto momenti bellissimi e in ogni caso il tempo cura ogni ferita! Mi viene anche da dirti "e se ti lascia lo sai che si fa? Trovi un altro piú bello!".

Bella vezz,

Com'è? Sono stra intrippato perchè sto uscendo con tre ragazze contemporaneamente e ho realizzato essere un problema! Non so piú gestire la cosa! Nel momento in cui sono con una penso all'altra e magari mi arriva un messaggio della terza! Il punto è che non so con chi chiudere!

Ei vezz, CHE PESO! Non so quanti anni tu abbia ma secondo me siamo ancora troppo giovani per preoccuparci. Cerca però di capire cosa vuoi veramente perché se no rischi di perderle tutte e tre e di ferirle! Magari mollale tutte! Per il resto: CARPE DIEM bro. Carissima Woodstock, è dall'inizio dell'anno che ti seguo ed ho sempre desiderato scriverti una lettera, ed ecco che il momento é finalmente arrivato. Sono una ragazza di prima liceo, timida ed introversa. Suono il pianoforte da circa 7 anni e vorrei tanto esibirmi all'assemblea spettacolo. I miei genitori dicono che dovrei buttarmi e provarci senza paura di fallire ma io ho tanta paura perché tra i miei compagni di scuola c'è anche il ragazzo che mi piace. Secondo te come dovrei comportarmi? Ele Cara Ele, Non posso che appoggiare i tuoi genitori! Dopo sette anni di studio non puoi che essere bravissima,

e se proprio non tela senti di esibirti da sola cerca qualche accompagnatore. La nostra scuola è

piena di giovani talenti musicali! Questa potrebbe pure essere l'occasione di fare colpo sul ragazzo

che ti piace, non esitare!

SOLUZIONI de “I prataioli e la creatività”:

MAGGIORANZA DI RISPOSTE “a”:

Sei poco fantasioso e ti piace andare sempre sul sicuro. Lasciatelo dire, sei proprio serio e impegnato. Consiglio: se mai ti invitassero ad una festa (o ad uscire da qualche parte) dimenticati dei libri, per una volta! Mi raccomando, cerca di migliorare ;)

MAGGIORANZA DI RISPOSTE “b”:

La il tuo livello di creatività non è del tutto un disastro. Sei intelligente, ma preferisci le cose concrete. Potresti fare meglio.

MAGGIORANZA DI RISPOSTE “c”:

Sei molto divertente ma soprattutto creativo. Non hai paura di essere criticato: segui i tuoi gusti personali anche se potresti apparire un po’ strano. Hai tutte le carte il regola per organizzare un’assemblea d’istituto in grande stile. Complimenti, continua così!

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Poesie

Pensiero

Malinconia nei miei passi

forse perché ho capito che la vita non

è una favola:

è la dura realtà,

che non si può cambiare,

la devi attenuare,

fare finta che il dolore non esista

resistere... resistere...

anche quando senti la testa

scoppiare perché non puoi piangere

anche quando senti che non ne puoi

più di ingiustizie

anche quando senti di essere inutile

perché la gente è capace solo di

guardarti e dirti :"è così"

e intanto gli altri vanno avanti

dipingendo le cornici in colori

stupendi

così da distogliere lo sguardo dalla

durezza del quadro;

ma io non ce la faccio,

- fare finta io no-

ho sempre coperto tutto col sorriso,

le lacrime arenate sulle guance

e le ultime trasformate in tintinnanti

gocce di pioggia

s'infilano nel cuore,

diventa pesante

Arriverà forse il sole,

ad asciugarlo e a renderlo per pochi

istanti

leggero, libero di volare?

Oppure arriverà la luna

che gli farà compagnia per l'eternità?

Mare Il futuro è nebbia- per alcuni no. Sembra che sappiano già dove andare- hanno scorciatoie- mentre io arranco per la strada maestra- con difficoltà avanzo- gli altri già navigano a velocità crociera, dolcemente. Mia madre dice che sono dei Titanic- al primo iceberg, giù a picco- mentre io barchetta, senza vele, proseguo lentamente senza affondare. Forse entrerà l’acqua, ma io so come farmi amiche le onde.

S. In questa palude nera catrame cenere umidità vomito nero ci gocciola addosso impregna i vestiti -è tutto da rifare- anime bocche mani minuti continua ad aspettare, illuso intanto tutto (il tutto) correscappamordegrida CREPA tic tac tic tac tic tac queste generazioni un po' troppo malate di assenze carenze deficienze G U A R D A T E C I -tra 10 anni ripenseremo a quanto eravamo fragili- (capirai solo tu, S.) E.

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Have fun!

Di Federico Hannüss

CRUCIVERBA (MEDIO)

ORIZZONTALI 1 – Rapper italiano dalla folta chioma | 8 – Vi sono per il treno e per l’autobus | 9 – Può essere noveau oppure dèco | 10 – La grappa dei Trentini | 13 – Così si chiama un Kennedy | 15 – Nomignolo dell’attuale CT della nazionale irlandese | 16 – Se sei vecchio, è avanzata | 17 – Città italiana… assai religiosa | 19 – Lorenzo… in breve | 20 – E’ alla base della grigliata | 21 – Gli spiriti del Vudù | 22 – L’orco… a Londra | 24 – Il nome del protagonista di Matrix | 26 – Sta assieme all’io ed al super-io | 27 – L’inizio dello Stato | 29 – Segue il Bon | 31 – Annunciare, bandire | 32 – Costruì la biblica arca

VERTICALI 1 – La Paola conduttrice di Zelig | 2 – Il principio dell’arbitrio | 3 – Estremisti iraniani | 4 – Lo dice Zio Paperone irato | 5 – Lo fa la campana | 6 – Lo faccio seduto sul divano, col telecomando | 7 – Altare | 11 – Bruciata, infiammata | 12 – San Francesco lo è d’Italia | 14 – Il Samuel attaccante rimpianto dall’Inter | 18 – L’aria che respirano i poeti | 23 – Stirpe di governanti ferraresi | 25 – Io ero, e tu? | 28 – Trento | 29 – Si beve alle cinque | 30 – Negazione da sms

SUDOKU (FACILE)

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Soluzioni dei giochi:

CRITTOGRAFATO (MEDIO)

A numero uguale corrisponde lettera uguale

CRUCIVERBA (MEDIO) CRITTOGRAFATO (MEDIO)

SUDOKU (FACILE)

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Oh gentil puella, o puello che tu sia

incrocia le dita che un bel mese sia.

Com’è iniziato lo anno novo?

Pronto per gustar lo pasqualizio ovo?

Goditi or dunque le rime antiche

che trovàm passando mille fatiche!

Nelo primo meriggio andrai trovando

l’allegrezza che la stagion vien portando.

Ridon i prati, et ammican le valli

e nulla fa rimembrar li temi sciacalli.

«Deh magistra, hoc è che me ratristava,

che d’italian, a dir lo vero, non so ‘na fava!»

«Lasso discipulo! Che cosa vai narrando?

Bada a studiar, o a fine anno ti rimando!»

S’amor non è quel che te sentirai,

evita di cascar intramezzo gli guai.

Non soffocar li tuoi problemi nelo ciocolato,

sii più tosto in lo ditionario impolverato!

«Per qual sciagurata cagione, o puello,

ti allocasti sì tardi su lo tuo sgabello?»

«Ammetto lo mio ritardo, lo cor me dole,

ma stamane un canin sterco mi si attaccò sotto le sole!»

Sii come li augelli nela rovente stagione

migran di ritorno verso la magione,

deh, non lagrimar, che’l tempo ti consume,

lo tempo delo Amor perverrà a portarti lume.

Lo astrale pronostico

Di Mattia Miorelli Matteo Leone

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Orsù grullo! Emigra da lo tuo massacrante mestiere,

e donati più tosto a più festanti sere.

Lo sabato sera lo dorresti passare

In amicitia d’un divin vino da scolare!

«Neghittoso scolaro, cosa gingilli sotto a lo banco?

Non sarà forse un telefonin quel che sporge da lo tuo fianco?»

«Oh magistra! Chiedo venia per sì tristo annuntio,

ma devo avisar per lo pranzo lo mio caro zio!»

La bella stagion non porta sol sole,

sed etiam la madre che li bei voti vole.

Iunio è men lontan di quel che sembra,

sol poi potrai poggiar le stanche membra.

Nel di stesso che suole il quarto mese aprir,

bada attentamente a sopraviver al pesce d’april.

Non da uno, né da due, bensì da tre agguati ti dovrai dileguar,

ma rammenta che è semper lecito vendicar…

Siam dunque giunti al centro de lo anno

e tra alcuni giorni le pagelline renderanno.

La astrale congiuntura dice di mettersi a studiare

a te che hai trascorso sin'ora il tempo a ronfare.

Ma non obliam il fin di questo orospoco:

quel di far un astral pronostico.

Orbene per te le stelle portan sol sfortuna,

fossi in te mi blinderei ne la dimora cum serratura.

(LICENZA POETICA)

Ad Capricorno dunque siam giunti,

un po’ stufi e anco defunti,

per te caro alce non sapiam che presagire,

per tanto vivi magna cum laetitia e non poltrire.

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Ragazzo biondo di 2c, sei

bellissimo! Ti vedo tutti i giorni

alla fermata…cercami, sono

single ;)