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Catalogo In SIMBIOSI 2013

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L'Accademia di Romania in Roma con il PATROCINIO DEL COMUNE DI ROMA e in collaborazione con ELECTRONIC ART CAFE’, il 23 Novembre 2013 ha aperto i suoi spazi per la mostra intitolata: In SIMBIOSI. L'esposizione si è svolta con l’intento di creare nuove interazioni e sinergie nel mondo delle arti. L’Accademia di Romania ha presentato una rassegna di opere di fotografi, pittori, scultori e performer di chiara fama internazionale attivi nel panorama artistico contemporaneo europeo. Lo scambio tra le due culture si è potuto effettuare attraverso la partecipazione degli artisti borsisti 2012-2013 residenti nell’Accademia stessa.

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CATALOGO

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IN COLLABORAZIONE CON

www.electronicartcafe.com

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IL PROGETTO:L'Accademia di Romania in Roma

con il PATROCINIO DEL COMUNE DI ROMA e in

collaborazione con ELECTRONIC ART CAFE’, il 23

Novembre 2013 ha aperto i suoi spazi per la mostra intitolata: In SIMBIOSI.

L'esposizione si è svolta con l’intento di creare nuove interazioni e sinergie nel

mondo delle arti.

L’Accademia di Romania ha presentato una rassegna di opere di fotografi, pittori,

scultori e performer di chiara fama internazionale attivi nel panorama artistico

contemporaneo europeo.

Lo scambio tra le due culture si è potuto effettuare attraverso la partecipazione

degli artisti borsisti 2012-2013 residenti nell’Accademia stessa.

I visitatori della manifestazione sono stati coinvolti non solo nella fruizione delle

opere, ma anche nella scoperta di nuovi impulsi artistici, chiaramente visibili tra le

varie culture a confronto.

Da questo rapporto "In Simbiosi" ne deriva una sintesi dei linguaggi, la cui essenza

è racchiusa nel cromatismo della pittura, nella sensibilità dei colori, delle immagini

fotografiche, nei suoni, nella gestualità e nelle proiezioni visive.

ARTISTI:

Vito Bongiorno, Francesco Bottai, Marius Burhan, Domenico Colantoni, Teresa

Coratella, Luigi Athos De Blasio, Fabio De Santis Scipioni, Alessandra Di Francesco,

Baldo Diodato, Stefano Esposito, Emilio Farina, Tancredi Fornasetti, Francesco

Impellizzeri, Susanne Kessler, Francesca Manca di Villahermosa, Claudia Mandi,

Mauro Martoriati, Luca Pace, Achille Pace, Verdiana Patacchini, Cristiano Petrucci,

Vincenzo Restuccia, Leontina Rotaru, Piera Scognamiglio, Stoian Matei Luca,

Uemon Tatsuo Ikeda, Pietro Zucca & ADC di Giammarco Fratocchi.

Con il PATROCINIO DEL COMUNE DI ROMA - IN COLLABORAZIONE con Electronic Art Cafè

www.electronicartcafe.com Accademia di Romania www.accadromania.it - COORDINAMENTO ARTISTICO Manuela Van, Daniela Ispas e Umberto Scrocca - PROGETTO In SIMBIOSI di Manuela Van - SPONSOR Romana Telai di Fausto Cantagalli www.faustocantagalli.it, Azienda vinicola Casale del Giglio e Web Radio

Tra Musica e realtà www.vangroup.it- TESTI Daniela Crasnaru, Ippolita Avalli, Achille Pace e Manuela Van - FOTOGRAFIE Francesco Perri, Fabio Milani e Ilaria Aprile – DESIGN Filippo Caldarelli. Nessuna parte di questo catalogo può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione degli Artisti, degli Sponsor e delle Collaborazioni sopra menzionate.

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Ho concepito questa mostra avendo come fine ultimo uno scambio culturale.

In SIMBIOSI rappresenta l’unione di due culture, di due modi di pensare e vivere

differenti, come quelli che si sono storicamente realizzati in occidente e nell’Est del

socialismo reale, in particolar modo in Romania, che ha vissuto un duro regime

autoritario e dittatoriale prima della transizione della democrazia e all’ingresso in

Europa.

Questa possibilità di confronto e contaminazione è stata particolarmente

interessante sia a livello culturale che di vero e proprio scambio umano e di

sensibilità differenti. Con queste prospettive gli artisti hanno esposto dei lavori

inediti o appositamente realizzati per l’occasione proprio in onore della cultura

romena.

La cultura e l’arte sono un importantissimo veicolo di comunicazione e a tale

proposito è importante ricordare che proprio tramite l’espressione concettuale più

alta del significato di estetica ed etica artistica che esplica il valore comunicativo di

ogni opera d’arte.

Manuela Van

Curatrice della Mostra In SIMBIOSI

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La definizione“In Simbiosi“ data alla mostra curata da Manuela Van è già indicativa

della finalità e dei contenuti della mostra stessa.

E’ una mostra libera e aperta a tutte le ricerche. Gli espositori sono stati scelti entro

una gamma di artisti che vanno dai giovani talenti agli artisti storici. Ne consegue

un’esposizione ricca ed interessante che testimonia la capacità professionale di un’

organizzazione che ha saputo dar vita ad una iniziativa aperta e di ricerca.

Questa ricerca è testimoniata da un gruppo di artisti che hanno saputo toccare con

maestria varie tecniche e tendenze, dal mio astrattismo materico, all’espressionismo

di Luigi De Blasio, all’ Informale di Susanne Kessler, al realismo di Luca Pace.

La mostra è concepita all’insegna dello scambio culturale e artistico di due entità

nazionali che trovano nell’arte motivo, non solo di vicinanza artistica ma

principalmente di vicinanza ideale.

Achille Pace

Pittore italiano (Termoli 1923). Impegnato nella sperimentazione dell'arte informale,

dal 1962 al 1964 fece parte del Gruppo Uno, successivamente si è rivolto al

recupero della materia.

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Per la sua vocazione, l’ACCADEMIA DI ROMANIA in Roma è uno spazio aperto a

tutto quello che rappresenta arte, educazione universitaria, dibattiti, idee, spettacoli

teatrali, concerti e mostre e tutto ciò che concerne l’ambito della cultura con la C

maiuscola. E’ un luogo dove artisti, pensatori, musicisti contemporanei , al di là della

loro appartenenza geografica possono esprimersi ai più alti livelli, trovando da noi

porte sempre aperte.

Siamo lieti di ospitare, accanto ai nostri artisti, rappresentanti del’arte europea, con

il loro valido contributo all’attuale cultura.

Daniela Crasnaru

Direttore di programmi dell’Accademia di Romania in Roma.

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Cosa mi aspetto dall’arte? Un vortice, un colpo al cuore, un segno in cui precipitare

e nel cui luminoso tratto i miei sensi sono rapiti e nel vuoto io guardo, sento,

ascolto, tocco, gusto, assaporo, vedo, il mondo venire al mondo. Può l’arte darmi

tutto questo? Fare questo miracolo? Essere al contempo realtà e immaginazione? Sì

quando è buona, sì, se soccorre e colma il silenzio che in principio segna la missione

impossibile dell’essere umano: vivere. Una missione che gli artisti di questa mostra

ripropongono in modi personali, differenti e generosi che mi attraggono, mi

scuotono e mi aiutano a dare alla luce me stessa.

Ippolita Avalli

Ippolita Avalli ha pubblicato diversi romanzi (tra cui gli ultimi della trilogia La Dea dei

baci - Feltrinelli) che hanno vinto premi e sono tradotti all’estero. L’ultimo libro

attualmente in commercio edito dalla Mondadori è: “Il nascondiglio della farfalla” -

Marzo 2014.

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ARTISTI

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VITO BONGIORNO

“Terzo Millennio”

Vito Bongiorno nasce ad Alcamo (TP) nel 1963. Si trasferisce giovanissimo a Roma

dove si diploma presso il Liceo Artistico Statale quale allievo di Mino Delle Site,

l’aeropittore leccese molto stimato da Marinetti. Arricchisce, quindi, le sue

conoscenze seguendo nella Capitale corsi di disegno dal vero e dal nudo, di

incisione, modellato e scultura. Al fine di ampliare le sue esperienze si reca

all’estero, dapprima a Monaco di Baviera, poi a New York, dove prende contatto con

gli ambienti artistici più avanzati e incomincia ad esporre le sue opere, ispirate a

quella filosofia estetica che egli stesso chiama “sintetismo della vita” e che si può

riassumere nella sintesi fra esperienza oggettiva ed espressione delle proprie

esigenze interiori. Egli mira principalmente ad essere se stesso, a conquistare un

proprio linguaggio, a definire un proprio stile, nell’ambito, naturalmente, delle

correnti più innovative e più aggiornate, tuttavia sempre autonomo e personale.

Denominato da Costanzo Costantini l’Yves Klein italiano, Bongiorno è noto per le sue

antropometrie sulla scia di quelle realizzate dal pittore francese. E’ rimasta celebre la

spettacolare antropometria che realizzò nel 2008 a Fregene e del dipinto lungo circa

mezzo chilometro realizzato a Tarquinia nel 2002, unico nel panorama dell’arte

contemporanea.

Nel corso degli ultimi anni l’artista ha intrapreso una serie di sperimentazioni tra

Body Art e Land Art. Nella Body Art Vito Bongiorno considera il corpo come

fondamentale mezzo di espressione artistica, mentre nella Land Art usa l’ambiente

come teatro dell’attività creativa. Crea così una fusione tra questi due movimenti

artistici nati negli anni Sessanta negli Stati Uniti e diffusisi in Europa e in molti altri

paesi. Negli ultimi anni l’artista dichiara lo stato di fragilità in cui versa il nostro

paese. Da qui l’uso del carbone che simboleggia la malattia, la spaccatura,

l’amarezza e l’inquinamento. Significativa, per questo passaggio, è stata una delle

sue ultime opere: Terra mater al Museo Macro la Pelanda di Roma nel maggio 2012,

in occasione della fiera Roma contemporary e in collaborazione con Inside Art. Nella

performance una modella, simbolo della purezza, è dipinta di blu e si muove

tenendo in mano un globo terrestre le cui terre emerse sono realizzate con il

carbone, a significare l’inquinamento ecologico e sociale che caratterizza la nostra

epoca».

www.vitobongiorno.it

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FRANCESCO BOTTAI

“Una scopata” - “Stinging for swimging”

La Spezia, 1977

Sognare e realizzare manualmente è il mestiere

di Francesco. Due incontri importanti segnano la

sua vita verso l’arte, il primo con il regista

Maurizio Scaparro che gli insegna a trasmettere

emozioni e costruire “illusioni che aiutano a

vivere”, certamente come attore ma anche come

suo assistente. Il secondo incontro determinante avviene con una strada di Roma

dotata di grande personalità. Centrale ed antichissima, via dei Cappellari è popolata

di artisti ed artigiani, da cui impara a lavorare il legno, valorizzare lo “spirito di

bottega e la solidarietà di strada”.

Attore, fotografo, artigiano, scultore del legno, appassionato di luce e scienza, riesce

ad unire la manualità dell’artigiano con nuove tecnologie, dando vita ad una

relazione stretta tra contemporaneo e passato. Attraverso queste ritrova un

rapporto con lo spettattore/attore indispensabile per completare la sua opera.

Le sue esperienze di lavoro per quanto diverse, sono sempre rivolte all’arte.

Comincia a lavorare come Attore a vent’anni, per poi reiventarsi nei successivi anni

fotografo, artigiano ed infine scultore.

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MARIUS BURHAN

Borsista dell’Accademia di Romania

“Senza Titolo” - “Senza Titolo”

Marius Burhan giovane artista classe 1977 nato

a Vlcele Olt (Romania) vincitore della borsa

Nazionale Vasile Parvan 2012-2014.

La sua è una ricerca incessante e tesa a sviluppare strategie per la manipolazione

delle forme in un intervento nello spazio che parte dalla pittura e approda

all’oggetto

Si districa tra pittura e costruzioni tridimensionali le due aree entrano in una

relazione di arricchimento attraverso l’innovazione degli slanci plastici dell’artista in

egual misura ce’ un costante equilibrio tra le tendenze astratte presenti nelle sue

opere è la vitalità dal sensoriale, attraverso il lavoro sulla gestualità del colore e

della materia.

C’è un’esuberanza cromatica nei suoi dipinti e un legame con le strutture ancestrali

arcaiche. Questo sembra essere uno dei motivi che guidano la scelta artistica per

l’astrazione.

Iniziando dalla pittura, uno dei più tradizionali medium, l’artista cerca una

sperimentazione continua in un’esplorazione rigorosa le risorse di una spazialità che

si spiegano come pro della metamorfosi piuttosto di esporsi come suo risultato

misterioso.

www.mariusburhan.ro

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DOMENICO COLANTONI

“La Terrorista”

Domenico Colantoni è nato a Paterno dei Marsi (AQ) nel 1938, attualmente vive ed

opera in Abruzzo ( la sua Guantanamo) .

Compiuti gli studi presso il prestigioso Istituto Superiore di grafica di Urbino, espone

fin dai primi anni ’70 in diverse città italiane una serie di opere grafiche surreali sul

tema dell’erotismo e grandi dipinti ad olio, presenti oggi in importanti musei e

collezioni surrealiste.

Del ’76 è la mostra alla Ca’ d’Oro di Roma, che lo pone all’attenzione della critica più

autorevole (Del Guercio lo inserisce sull’Enciclopedia UTET della pittura italiana del

’900). Parallelamente alla pittura, si dedica alla filmografia, realizzando films

sperimentali che vengono proiettati in festival europei, università e circoli culturali,

musei, ivi compreso il Centro Pompi- dou a Parigi. Importanti cicli pittorici sono

dedicati al regista Altman e alla moglie (1979), nonché al suo amico Moravia

(Moravia Ulteriore, 1982), presentati entrambi alla galleria Toninelli della capitale.

A partire da11986, inizia una serie di dipinti di grandi dimensioni sulle ”nature

morte”, che hanno un forte impatto sul pubblico e soprattutto sulla critica: si parla,

da parte di alcuni intellettuali, di una ”Pittura alla grande”, che potrebbe, in chiave

storica, rappresentare una vera e pro- pria scuola di ”Natura Morta”.

Domenico Colantoni, dopo gli innumerevoli successi artistici ricevuti durante la sua

carriera da pittore, continua a lavorare e a scrivere del suo glorioso passato

trascorso con i più grandi autori, letterati e artisti della storia italiana degli anni 70.

Attraverso una ricerca stilistica del tutto eclettica il pittore celanese dipinge ancora

gli ancestrali astrattismi della sua mente, dove i richiami di una pittura iperrealista

tendono quasi a scomparire trasformando i suoi soggetti in un realismo quasi

estremo.

www.colantoni.it

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TERESA CORATELLA

“Frequenze”

Teresa Coratella, nasce a Roma il 17 Dicembre del 1974 si diploma al Liceo Artistico

e prosegue i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Roma. Si trasferisce a Bruxelles

per circa un anno grazie ad una borsa di studio da parte dell’Accademia, dove studia

arte e approfondisce le sue ricerche da pittrice, lì conosce, incontra e frequenta

l’atelier del maestro Olivier Strebelle noto artista Internazionale Belga.

Nel corso della sua attività artistica ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, nel 2009

per la settimana della lingua e cultura italiana è stata chiamata come artista a

rappresentare l’Italia in Belgio insieme a Renato Balestra per la Moda e Carmen

Covito per la letteratura, sempre nel 2009 è chiamata come artista ufficiale per il

50° anniversario degli accordi culturali Italia - Egitto, presso la sala Pinacoteca della

Provincia di Roma, nel 2010 espone nel Museo delle Mura (Roma) con artisti di

chiara fama internazionale. Sempre nel 2010 partecipa all’iniziativa ARBOR a cura di

Maurizio Calvesi presso il Municipio Centro storico di Roma. Nel 2011 ha realizzato

per la campagna di LEGAMBIENTE LAZIO (referendum 2011) un manifesto artistico.

2011 è presente alla 54° BIENNALE DI VENEZIA, Padiglione Italia - Regione Lazio.

Nel 2012 partecipa alla rassegna ELECTRONIC ART CAFE a cura di Achille Bonito

Oliva e Umberto Scrocca, successivamente è chiamata da Roberto Bilotti per

l’iniziativa SANTA ROSALIA presso Palazzo Costantino a Palermo. Luglio 2012 LUDUS

Galleria Profumi e Arte (Roma) a cura di Francesco Gallo Mazzeo. 2012 IO KLIMT a

cura di Francesco Gallo Mazzeo, Palazzo dei Consoli (Gubbio). 2013 PREMIO

TERMOLI a cura di Francesco Gallo Mazzeo, Galleria Nazionale d’Arte

Contemporanea, Termoli. 2013 OGGI/SCENE/SUONI a cura di Francesco Gallo

Mazzeo con Mark Kostabi e Tony Esposito presso Bibliothè (ciclo Ginnosofisti). 2013

Gangemi Editore “L’ESTATE ROMANA DI RENATO NICOLINI” Museo MAXXI - ROMA.

“AMACI 2013” a cura di Francesco Gallo 2013 Workshop at the Rhode Island School

of Design – ROMA (con Claudio Bianchi, Baldo Diodato e Pupillo).

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LUIGI ATHOS DE BLASIO

“Alberto Moravia”

Luigi Athos De Blasio, lucano di nascita, si trasferisce a Roma dove consegue la

Laurea in Filosofia.

Naturalmente incline a pensare per immagini, inizia la sua indagine artistica da

autodidatta, prima col collage e poi col disegno per approdare alla pittura. Nel suo

percorso sono nette le influenze del cinema, sopratutto italiano della seconda metà

del novecento, e di correnti pittoriche quali l'Espressionismo e il Cubismo.

La pittura di De Blasio vede come soggetto principale la figura umana, frontale e

plasticamente in posa. In questo caso, netti sono i riferimenti all'iconografia feticista

africana, ma anche alla pittura medioevale europea a sfondo religioso.

Il pittore si esprime col disegno, base-progetto delle sue opere, ma anche elemento

compiuto: ora denso di significato, ora solo allegra sarabanda di segni e colori.

L'artista percorre la strada dell'astrattismo quale prima sintesi del discorso

intrapreso. Ma parlare di astratto è solo usare una categoria generalmente

riconosciuta. Per De Blasio, niente è più figurativo dell'astratto proprio perché esso

sposta su un altro piano le cose. Tale processo se può avvenire deve avvenire solo

avendo come inizio la conoscenza delle cose. Esse sono cancellate non per farle

finire ma per mettere in luce altro. E così lo sfondo diventa soggetto e viceversa.

Parallelamente, l'artista ha lavorato a serie di ”accumulazioni”, convinto che un

oggetto può acquistare nuova identità solo se “incollato” a un altro. Questo

plasticismo dà vita non solo a sculture-istallazioni, ma a nuove sperimentazione del

colore.

De Blasio ha partecipato a mostre sia personali che collettive e varie rassegne

artistiche. Le sue opere sono state esposte al “Canovaccio”, “Spazi Multipli”, “Horti

Lamiani” ” Smac Segni Mutanti”, “Officine Fotografiche”, “Takewaygallery” anche

nella sua sede belga, e al bar Camponeschi con l'Electronic Art Cafè di cui è

divenuto “artista residente” in quanto ha esposto più volte dando vita anche a una

performance sul segno. Molti quadri sono entrati a far parte di collezioni private fra

cui quella della giornalista e critica d'arte Laura Gabbiano che ha ospitato l'artista

nel suo appartamento per una grande mostra personale. De Blasio ha partecipato

alla rassegna “Ginnosofisti” a cura di Lori Adragna e Maria Arcidiacono e ha esposto

una grande icona femminile presso la galleria “Operaunica”.

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FABIO DE SANTIS SCIPIONI

“Senza Titolo”

Fabio de Santis Scipioni è un artista avezzanese nato nel 1962 che dal 1984 al 1988

frequento il corso di scenografia presso l’Accademia delle belle Arti dell’Aquila.

La sua carriera artistica è caratterizzata da numero partecipazioni in collettive e

mostre personali curate da professionisti nel mondo dell’arte.

Tra le più significative:

- 1986 “Grande Serata Futurista 1909-1930” Venezia e l’Aquila a Cura di Fabio

Mauri

- 2004 “Project Objects” arte e disimpegno sociale in omaggio a Corrado Cagli a

Cura di Paola Ardizzola e Mauro Rea. Avezzano, Ex granai di palazzo Torlonia.

- 2006 “Circostanze” L’arte si incontra. Antrosano, borgo storico.

- 2008 “Conflitti” a Cura di Rossella Siligato. Celano, Castello Piccolomini.

- 2010 “Substance” Artericaricabile a Cura di Lorenzo Canova. Antrosano, Borgo

storico.

- 2012 “Premio Termoli” La retina lucente a cura di Lorenzo Canova.

- 2012 “Premio Sulmona” Rassegna internazionale d’arte contemporanea, testo

di Chiara Strozzieri.

- 2013 “Art-ist” a cura di Stefano Iatosti, Macro Testaccio Roma.

- 2013 “Testo9 Unico” a cura di Lorenzo Canova.

-

www.fabio-desantis-scipioni.com

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ALESSANDRA DI FRANCESCO

“Infrarossa” - “Valerie”

Nata a Roma nel 1965, si diploma presso

l’accademia di belle arti nel 1988. La sua prima

personale a Wuppertal, nella città che ospita il

tanz-theater di Pina Bausch, segna in modo

imprescindibile il legame artistico con questa

artista.

Dal 2001, con la galleria Maniero da il via ad un

nuovo ciclo di lavori dalla matrice espressionista ,

restituendo un potere al linguaggio della pittura. Partecipa a numerose mostre

collettive, in Italia e all’ estero. Nel 2012 nella mostra-performance (Roma -Spazio

delle cinque Lune) rende un particolare omaggio a Pina Bausch.

Alessandra Di Francesco costruisce inoltre i suoi lavori utilizzando il metodo nel

restauro pittorico per reintegrare le lacune di un'opera. Dipinge assumendo

l'intenzione di un’azione di connettere qualcosa che è lì da sempre, di antico, con

qualcosa di presente e assolutamente nuovo.

Sceglie i soggetti e l'indagine si dipana nel cercare in essi tra il merletto di filo e le

reti neuronali, tra l'imbastitura e il codice morse, tra la sezione del DNA e il centrino

di vecchia manifattura. Il filo traccia la strada al suo lavoro che, non lasciando né il

soggetto né la figura, li usa per indagare su ciò a cui rimandano, sulla loro vera

natura e comunicazione di sé.

www.alessandradifrancesco.it

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BALDO DIODATO

“Satella Rossa”

Baldo Diodato nasce a Napoli nel 1938, si forma

tra l'Accademia Albertina di Torino e l'Accademia

delle Belle Arti di Napoli, dove lavora fino al

1967, collaborando con Achille Bonito Oliva e

Luigi Castellano nel gruppo "Operativo Sud 64",

movimento avanguardista napoletano, e tenendo

la prima importante mostra personale nella

Modern Art Agency di Lucio Amelio, dopo alcune

esposizioni a Roma, Firenze e Milano.

Nello stesso anno si trasferisce a New York, città

straordinariamente attiva in quel periodo. Gli

anni settanta significano per Diodato un'intensa

e varia attività: prima muove nel New Jersey, dove oltre al suo lavoro d'artista

svolge la carica di Vice Console Italiano, poi, nel 1974, in Pennsylvania come

insegnante di scultura, per poi stabilirsi a New York. Nel 1992, Diodato torna in

Italia per trasferirsi a Roma, mantenendo salda la passione per la sperimentazione e

la ragione della sua ricerca. L'artista, infatti, cerca di registrare la storicità e la

contemporaneità della vita nella città eterna attraverso il lavoro orizzontale

sperimentato a New York, sostituendo la tela con sottili fogli di alluminio, materiale

duttile ma resistente, capace di avvolgere con morbidezza le curve della città che si

espone per l'artista e di immortalare con forza, in un calco, il peso della storia

raccontata dalle vie romane.

Diodato ricerca tra rioni, vicoli e piazze, l'angolo di città da "fotografare" su lastra

metallica, intervenendo con martellate e passi più o meno pesanti, delle persone o

delle auto, modificando con colori e resina l'alternarsi di elementi superficiali e solchi

di profondità del mosaico stradale romano. L'inedito frottage di Diodato riporta "le

stimmate geometriche dei sanpietrini dell'antica Roma"(A.Bonito Oliva), il ritmo della

distanza e dell'intervallo degli elementi spaziali, del passo incessante di millenni di

storia, su di una superficie bidimensionale capace di assorbire qualsiasi

concettualismo.

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STEFANO ESPOSITO

“Articolo 11”

Artista e neo-gallerista, Stefano Esposito (Roma, 1959) si avvicina alla fotografia nel

1997, restituendoci, nei primi lavori, reportages di viaggi e terre “scoperte”,

immagini fiabesche di mondi lontani. Dal 2001 i suoi interessi si spostano,

realizzando lavori più complessi e concettuali, polemici e violenti, come “Station to

Station. In sei immagini di grande impatto, in cui non sono presenti ne’ treni ne’

binari, sotto una "virtuale" luce blu, linee prospettiche si incrociano in profondità.

Attraverso neon e luci statiche, il senso di velocità e movimento, che la stazione da

sempre trasmette. “Television Set” Primo di un ciclo di tre lavori, realizzati nell'arco

di circa due anni, dedicati alla televisione, alla sua funzione nel 2000, alle sue

implicazioni e contenuti. Il nero, cioè il vuoto: satisfaction, fumeria d'oppio,

cultura,dove una cultura bruciata in una fumeria d’oppio è l’unico messaggio

possibile nel moderno sistema delle comunicazioni; “La Tv che vive nella realtà”

sapiente gioco di specchi che riflette un'unica e semplice frase, comparsa per 24 ore

il giorno prima che iniziassero le trasmissioni su La 7, Il risultato sono quattro scatti

secchi: un mondo virtuale, confusione, un'ecografia, caos, scie, scritte nitide, bianchi

sparati.. o “Articolo 11”, Arte come denuncia, ma anche un'arte che va oltre la

semplice presentazione di un dato di fatto. Nove immagini scattate durante la Festa

Nazionale della Repubblica, la sfilata dei reparti delle Forze Armate: aerei, gruppi di

aerei, stormi, nuvole, grigio e cielo. Geometria ed assoluto. Volo, libertà, minaccia,

sogno e paura. Il risultato è una procedura astratta, una filosofia della composizione

che tende a debordare dall'ambito propriamente fotografico: un'arte concettuale che

tende ad andare oltre i confini della fotografia. “I Love Music” è invece un lavoro più

sereno, dove si torna a sorridere, come nella serie dei sassi “Echi di pietra” la più

importante per Esposito Lavoro che prende avvio nel 2002/2003 dalla collaborazione

di Stefano Esposito con Enzo Rendina, appassionato di pietre naturali. Semplici

sassi, eppure volti, oggetti, forme metafisiche, concrezioni sensuali, simboli. Al

primo nucleo di fotografie, tutte rigorosamente in bianco e nero, si sono aggiunte

col tempo altre immagini, la collezione è in continua evoluzione anche con nuovi

scatti a colori ed il lavoro, ad oggi, per l'autore non è ancora chiuso.

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EMILIO FARINA

Installazione “In Simbiosi”

La Simbiosi tra l’arte e la natura,

nell’installazione di Emilio Farina

all’Accademia di Romania a Roma, è quella

forma di comunicazione e di scambio

reciproco che si instaura tra un grande

cipresso storico, che si erge maestoso di

fronte all’ingresso sul giardino, e una sorta

di anello di materiale plastico, che circoscrive

un’area circolare ai piedi dell’albero.

Il materiale, trattato dal segno e

dall’azione dell’artista, suggerisce

una ciotola ideale in cui si raccoglie

la rugiada che cola dalle fronde, per

poter restituire la preziosa linfa

vitale al ciclo continuo della natura.

Una serie di piccole fotografie, site

specific, presentate all’interno

dell’Accademia, racconta la genesi e

la costruzione del progetto.

www.emiliofarina.it

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TANCREDI FORNASETTI

“Lungo il Guado”

Il “non oggettivo” riguarda essenzialmente la forma come intuizione della

formatività, ovvero la forma prius della figura e cioè un fare che al tempo stesso

inevitabilmente genera un’invenzione: nihil est in intellectu quod prius non fuerit in

sensu (niente è nell’intelletto se prima non sia stato nei sensi). E’ in questo quadro

che dunque va letta la pittura di Tancredi Fornasetti, dove l’intersecarsi delle figure

architettonico-geometriche crea strutture “impossibili” ma al tempo stesso

realizzabili secondo una loro propria architettura.

Tancredi Fornasetti lavora sul rapporto Spazio-Colore il quale si può definire come il

fulcro di quella stretta connessione e interazione di due forze opposte, una analitica

e l’altra sintetica, una centrifuga e l’altra centripeta. L’insieme delle forme è sempre

complesso, dove la realtà è del tutto apparente e si manifesta con più dinamiche

spaziali e più sonorità cromatiche, creando luoghi metafisici dove tutto è possibile

anche se apparentemente fermo. Il colore suggerisce forti contrasti armonici, dando

profondità e poesia a strutture apparentemente fredde connotandole di grande

emotività.

In questi spazi anticlassici i blocchi architettonici si soffocano l’uno contro l’altro in

modo armonico, emettendo una loro logica di energie cromatico-dinamiche. Tra le

linee diagonali ed oblique, ovvero quelle linee che hanno la facoltà di mediare le

forze dell’attività e della passività, lo spettatore è invitato ad “entrare dentro”. In tali

strutture vitali Tancredi Fornasetti genera atmosfere di luoghi vissuti tra realtà e

immaginazione dove il tempo sembra apparentemente fermo, accettando i piani che

diluisce con una serie di slittamenti che si fingono sia come spessori che come

profondità. Le strutture assumono una caratterizzazione “umana” attribuendosi una

vita propria, specchio dei sentimenti che l’uomo esprime. Il tutto è condotto

secondo la legge della forma dissonante e delle strutture sincopate e il risultato

genera un rovesciamento dello spazio cubico di marca umanistico-rinascimentale da

horror pleni il quale dà allo spettatore una specie di vertigine nel guardare. E’ come

se fosse impazzito il polo magnetico della percezione, sia mentale che spaziale.

Testo di Manuela Van

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FRANCESCO IMPELLIZZERI

RiflessiOneUtopicA

Installazione di Pittura, luce e suoni.

“Un bel tuffo utopico dona sano

refrigerio nell’afosa assenza di puro

senso creativo”

Performance: “Me vojo fa na casa”

Testo di Anonimo, Musica di G. Donizetti.

Francesco Impellizzeri, nato a Trapani nel 1958, diplomato in Pittura all’Accademia

di Belle Arti di Roma dove vive e lavora.

Nelle sue esposizioni propone performances e installazioni in cui varie espressioni

artistiche (musica, teatro, pittura, ecc) si fondono per mezzo dell’ironia fino ad

ottenere anche un prodotto fotografico e pittorico. Si cala nei panni di alcune

“creature” creando tableaux vivants in cui costumi, musica e regia vengono

progettati e realizzati come in un vero e proprio spettacolo teatrale, ma con

contenuti sintetici e concetti nascosti. Attraverso acquerelli, di grandi e piccole

dimensioni ha fissato i suoi personaggi.

Negli ultimi anni ha presentato al pubblico i “Pensierini” fogli di quaderno delle

scuole elementari, realizzati in piccole e grandi dimensioni, in cui sono commentati

fatti di costume, politici e privati visti come dagli occhi di un bambino ma il cui

contenuto e disegno rivelano l’ironico mondo che l’artista ha sempre raccontato.

Sommatoria del suo persorso sono le ultime tele in cui il colore della ricerca

cromatica iniziale si fonde con i testi recuperati dagli appunti dei suoi ricchi taccuini.

Ha partecipato a numerose esposizioni e fiere internazionali, trasmissioni televisive e

film.

www.francescoimpellizzeri.info

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SUSANNE KESSLER

“Trittico Polimorph”

Susanne Kessler nata a Wuppertal in Germania risiede ad oggi a Roma.

Ha studiato pittura e disegno dal 1975 al 1983 presso l’Accademia di Belle Arti (UdK)

di Berlino e il Royal College of Art (RCA) di Londra (MfA). Ha operato in India e

Pakistan come Artist in Residence della Lalit Kala Academi New Delhi e del Goethe-

Institut di Lahore, ed è stata Visiting Professor della California State University

(2001/2002).

Nel 2003 è invitata a realizzare un’installazione al Fadjr Festival di Teheran e dal

2005 partecipa ai programmi del “Drawing Center New York”. A partire dal 2011 è

professore di scultura e disegno presso la City University of New York.

Ha realizzato mostre personali in Italia, Inghilterra, Francia, Danimarca, India,

Pakistan, Lettonia, Iran, Svizzera e Stati Uniti, inoltre in numerosi musei tedeschi tra

cui il Von-der-Heydt Museum, (Wuppertal, Germania), Gustav Lübcke Museum

(Hamm, Germanai), Landesmuseum (Mainz, Germania), Kunstverein Speyer

(Speyer, Germania ), Nassauischer Kunstverein (Wiesbaden, Germania), Beuys

Collection / Schloss Moyland (Bedburg Hau, Germania), Mönchehausmuseum di Arte

Comtemporanea (Goslar, Germania), Tony Cragg Hallen (Wuppertal, Germania).

Whiteconcept (Berlino, Germania), The Drawing Center (New York, USA), Katzen

Center (Washington-DC, USA), Kunstmuseum Solingen (Solingen, Germania).

www.susannekessler.de

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FRANCESCA MANCA DI VILLHERMOSA

Reportage - Biennale di Venezia 2013

L’interesse di Francesca Manca di

Villahermosa per la fotografia nasce

negli anni 80 durante la sua carriera di

modella professionista, in cui non si è

mai limitata a stare dall’altra parte

dell’obbiettivo, ma portando sempre

appresso la sua Minolta reflex nel back

stage, ha di volta in volta carpito i

segreti dei grandi fotografi che l’hanno

immortalata tra cui Giovanni Gastel,

Dominique Isserman, Patrick Demarchelier, Andrè Carrara.

Dopo un breve intermezzo come consulente per la casa d’aste Christie’s negli anni

90 ed un lungo periodo da “fliyng housewife”, nel nuovo millennio ha ripreso in

mano la macchina fotografica.

Ha all’attivo diverse mostre collettive e personali tra cui:

nel 2009 la doppia personale “Corpi Liquidi” alla Galleria Monty&Company di Roma e

al Wine Bar Camponeschi per Electronic Art Cafè.

A Cagliari le tre esposizioni personali alla Chiesa della Speranza nel 2009 e nel 2010.

Nel dicembre 2010 ha partecipato all’evento Marchi EAC dell’Electronic Art Cafè.

Nel 2011 ha esposto per la collettiva “3stanzex3artisti” alla galleria Zabert di Torino;

ad una collettiva alla casa Internazionale delle Donne a Roma e all’evento “ Arte e

Musica alle Residenze”a Cagliari.

Nel 2012 ha esposto le 90 “facce da Capodanno” al café Libarium di Cagliari; “

Muuhcche” all’agriturismo Genna’e Corte di Laconi; ha presentato con Luciano Melis

l’installazione “Senza Titoli” alla MEM Mediateca del Mediterraneo di Cagliari e nella

stessa location il video di presentazione della MEM TOY CAMERA, mostra-concorso

d’Hipstamatica.

Nel 2013 ha prodotto un trailer fotografico sulla Biennale di Venezia per L’Electronic

Art Cafè, proiettato in occasione della mostra collettiva In Simbiosi all’accademia di

Romania a Roma.

Da due anni è immersa a tempo pieno in studi, esercitazioni e sperimentazioni

fotografiche personali.

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CLAUDIA MANDI

Borsista dell’Accademia di Romania

“Gioventù Pagata” - “Notte”

Claudia Mandi nasce nel 1972 a Craiova, Romania e

ad oggi vive e lavora all'Accademia di Romania in

Roma.

"Claudia Mandi" si fa carico di un disagio sociale –

sottolinea Sabina Pecorella, consulente artistico e

fautrice di un’integrazione degli artisti stranieri in

Italia – ed esprime la tensione emotiva e le vicende

storiche drammatiche delle donne rumene sottoposte

ad un momento storico difficile”. “S’intuisce la forza

della sua arte – continua la Pecorella - e il passaggio da un’epoca storica ad un’altra,

testimonianza dei cambiamenti epocali, insieme alla storia umana dell’artista che

riflette le ristrettezze del vissuto di centinaia di donne dopo la caduta di quel sistema

governativo”. Donne, corpi nudi di sole donne, dipinti a volute concentriche, colore

su colore, ora nelle sfumature del rosso e del rosa, ora in quelle del blu che dal

bluette tende al verde intenso. E poi donne angelo dalle ali spiegate pronte a

spiccare un volo, mentre altre donne sono in caduta libera, capovolte e disorientate,

a testimonianza dei cambiamenti sociali e della sofferenza subita.

Personali: 2010 - “Museum Etnografico” Palau - Sardegna, Italy / 2010 - News

Paper “Il Denaro” - Napoli, Italy / 2009 - “Teatro dei Dioscuri” - Roma, Italy /

Library “Cărtureşti” - Timişoara / 2008 - Galleria “Helios” Timişoara / Library

“Cărtureşti” Timişoara / 2007 - Galeria” Marani” Roma, Italy / Library “Cărtureşti” -

Timişoara / 2006 - Gallery” Helios” - Timişoara / - Hall - Timişoara / Bank “Ion

Ţiriac”- Timişoara / 2005 - “National Opera” - Timişoara / 2001 - Gallery “Orhideea”

- Timişoara / 2000 - Gallery” Arta” - Craiova / 1999 - Gallery “Creuse Artistique” -

Gueret, France / 1998 - Gallery “Arta” - Craiova / 1997 - Gallery “Arta” Craiova /

1994 - Gallery “Paul Sima” - Cluj-Napoca

Collettive:2009 - Gallery “Marani” - Roma, Italy / 2008 - Gallery - “Pentart” Roma,

Italy / 2000 - “Sinaide Ghi” - Roma, Italy / 1999 - Thevet Saint-Julien, France / 1995

- “Dell Bello Gallery” - Toronto, Canada / 1995 - “Sinaide Ghi” - Roma, Italy

www.claudiamandi.com

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MAURO MARTORIATI

“Pensatore di Hamangia” In Omaggio alla

Cultura romena – “L’esercito dei Poveri”

Per Mauro Martoriati, che ha iniziato a respirare

l’aria capitolina nel 1957, Roma ha mescolato le

carte, in un continuum di vantaggi e svantaggi

che hanno iniziato a palesarsi con tutta la loro

prorompenza dagli anni Ottanta. La ricerca

artistica di Mauro è partita nelle botteghe della

capitale, dove ha iniziato a lavorare, per anni, con i migliori artisti che avevano

scelto il centro di Roma per esprimersi.

Gli acrilici a tinte forte che cercava di dominare ma lo dominavano gli hanno indicato

un percorso di ricerca e di produzione che, partendo dalla superficie piatta di tele,

legni e muri, gli imponevano di espandersi. Il bisogno costante di confronto, la

necessità di comprendere, la voglia di sapere e di comunicare hanno portato

Martoriati in giro per l’Europa. Madrid è stata la città più amata e frequentata,

seguita da Parigi. Ma ogni capitale ha lasciato in lui un germe di espansione. Infine

è diventata stretta anche la quiete del lago, rifugio in cui tornare dopo le ricerche

artistiche, personali e conoscitive. O, molto più semplicemente, la raggiunta

maturità gli ha permesso di ritornare a Roma con la certezza di aver trovato la via:

l’espansione. La sua espansione è diventata un’identità creativa, che almeno per ora

ha interrotto le sue ricerche, focalizzandolo sul bisogno di espandere metalli e colori.

Nel ciclo “Espansione” l’artista dimostra la completa maturità raggiunta, in cui

l’amore e l’interesse per la storia passata trovano la sintesi e lo slancio verso il

futuro, espandendosi e occupando spazi.

Professionista conosciuto e apprezzato nel panorama artistico italiano, oggi va oltre

la pittura e la scultura, realizzando anche opere di design, pezzi unici che rivelano

l’intensa parte scultorea ma al contempo possono trovare collocazione in qualunque

spazio abitativo, colloquiando con la quotidianità di chi lo abita.

www.mauromartoriati.it

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LUCA PACE

“Tra Mito e Realtà”

Luca Pace nasce nel 1968 a Roma, dove vive e lavora. Cresciuto a contatto con il

mondo dell’arte, conosce e frequenta, grazie alla professione del padre Achille Pace,

(il principale fondatore del Gruppo Uno) artisti del calibro di Virgilio Guidi, Giulio

Turcato, Remo Brindisi (solo per citarne alcuni) i quali sono tra i primi ad

incoraggiarlo nel suo lavoro e dai quali riceve importanti insegnamenti, determinanti

per lo sviluppo di quelli che saranno i suoi indirizzi artistici. Cresce in un ambiente di

avanzate ricerche astratto-informali i cui principi si ritrovano oggi nella sua pittura,

nella quale lo spazio riveste uno dei ruoli principali. Uno spazio descritto dalla luce

della materia. Una pittura iconica quindi, che affonda le proprie radici in

insegnamenti anche (o soprattutto) aniconici. Durante il suo soggiorno in Spagna

(Barcellona) nel 1987, e a Parigi nel 1988, lavora a contatto con artisti del luogo,

realizzando quello scambio di esperienze tecniche e teoriche fondamentale per ogni

artista. Il tema maggiormente praticato è quello del Mito, visto e rivissuto nel

contesto contemporaneo. Nel corso degli anni ha elaborato fondamentalmente

quattro cicli di opere, che in ordine cronologico sono : "Hellenic Thinking" , "Il

respiro del Sacro", "Il Sogno", "Future Brain".

Nel ciclo di opere "Hellenic Thinking" l' artista esplora e reinterpreta i miti della

classicità greca proponendo, secondo la propria visione, Dei ed Eroi degli antichi

greci ed elleni con la loro concezione del mondo.

Successivamente nel ciclo di opere "Il respiro del Sacro" affronta la rilettura dei sacri

testi della Cristianità, in particolare del Nuovo Testamento. Si pone dunque un

campo di indagine sostanzialmente diverso da quello del ciclo precedente; evolve la

sua ricerca da un' indagine del politeismo ad una del monoteismo.

Il ciclo di opere "Il Sogno" nasce in seguito agli studi delle teorie Freudiane, in

particolare del "Die Traumdeutung" .

Nel ciclo "Future Brain" esprime il senso di disorientamento dell' uomo moderno, per

il quale tanto più aumenta il livello tecnologico e scientifico e tanto più diminuisce la

dimensione spirituale, determinando la perdita di punti di riferimento esistenziali.

www.lucapace.com

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ACHILLE PACE

“Ecologia n. 11”

Achille Pace, è nato a Termoli nel 1923, pittore operante a Roma nell’ambito

dell’astrattismo storico e dell’arte informale, ha come premessa l’autonomia

cromatica degli espressionisti tedeschi e i problemi segnici di Paul Klee espressi

dapprima attraverso la “gettata di colore” e poi attraverso l’elaborazione di un

personale linguaggio incentrato sull’utilizzazione entro spazi per lo più neutri (neri,

grigi, azzurri, bianchi, rossi) di un filo di cotone che, come un guizzo di luce,

definisce e circoscrive lo spazio percettivo della visione. Il filo è la sigla maggiore

della sua opera ed è espressione di una concezione spaziale tesa a chiarire i rapporti

tra gesto e materia, tra condizione e simbolo del colore. Una ricerca incentrata più

che sulla rivalutazione delle forme primarie, propria della grande tradizione astratta,

sul valore della “forma” snaturata della sua essenza e della sua presenza, ma

rivelata come ipotesi reale di una dimensione altra.

Una ricerca alla quale Pace ha dedicato oltre 50 anni della sua vita e che continua a

sviluppare e sperimentare percorrendo nuovi percorsi cromatici e formali nei quali la

“poetica del filo” viene proposta in infinite varianti.

Nel 1962 Achille Pace è tra i fondatori, insieme a Gastone Biggi, Nicola Carrino, Nato

Frascà, Pasquale Santoro e Giuseppe Uncini, del Gruppo Uno nel quale opererà fino

al 1964. La pittura di Pace si impone ben presto all’attenzione della critica e l’artista

viene invitato alle più importanti rassegne d’arte nazionali e internazionali. Tra

queste la XXXIX e la XL Biennale di Venezia, la IX e la X Quadriennale di Roma, e ad

alcune delle più significative mostre sull’arte italiana del Novecento allestite in Italia

e all’estero come “Linee della Ricerca Artistica in Italia 1960-1980” (Roma, Palazzo

delle Esposizioni, a cura di Nello Ponente), “Orientamenti dell’arte italiana. Roma

1947-1989” (promossa dalla Regione Lazio e dall’Università La Sapienza a Mosca e a

Leningrado), “Disegno italiano del Novecento” (Museo d’Arte Moderna di Lugano, a

cura di Francesco Gallo), “Contemporary Italian Art” (Akron University, Ohio, U.S.A.)

e alle mostre allestite nella Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Termoli sul

“Gruppo Uno e gli anni ’60 a Roma”.

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VERDIANA PATACCHINI

“JOLLY” - Scultura “Senza Titolo”

Verdiana Patacchini nasce ad Orvieto nel 1984.

Nel 2002 si trasferisce a Roma per frequentare

l’Accademia di Belle Arti, nel 2007 si diploma a

pieni voti in pittura. Negli ultimi anni ha vissuto

viaggiando tra l’Italia e l’America dove ha

esposto le sue opere; attualmente vive e lavora

tra Roma e New York facendo della pittura la sua

principale occupazione.

Firma i suoi quadri con lo pseudonimo Virdi.

“Lavoro perché la mia percezione si trasformi in un’immagine pittorica.

Protagoniste sono le immagini della mia fantasia che del resto si nutre del reale: le

figurazioni per diventare un’opera devono non solo assomigliare al reale ma

soprattutto funzionare come pittura. E la pittura, penso, debba avere la precedenza

sulla natura delle cose. Ho orrore del raccontino in pittura, credo che la pittura sia

fatta per evocare delle immagini che riguardo al mondo dell’artista, diventino degli

assoluti.

La mia è una ricerca sulla qualità del segno, sulla qualità del colore e della materia e

sono disposta ogni volta a partire da zero e rimettere tutto in discussione”.

www.virdi.it

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CRISTIANO PETRUCCI

“Directional line”

I lavori di Cristiano Petrucci (Roma, 1974) generano composizioni

riconducibili alle strutture dell’architettura molecolare, la ricerca dell’artista è

improntata sulla necessità di costruire nuovi spazi, concepire nuove

dimensioni attraverso l’utilizzo di semplici palline da ping pong, delineando

così le tracce di futuribili visioni dedite a descrivere universi paralleli.

L’artista compone attorno alla concezione della forma sferica organismi

pluricellulari in cui è possibile reperire lo sviluppo embrionale della genesi

creativa delle opere, un vocabolario connaturato di multiformi codici

espressivi dove lo spazio edifica inedite geometrie strutturali.

I temi principali dei suoi lavori sono già percepibili dalle sue prime prove

artistiche. Da un lato domina la critica della società, intesa tanto in senso

collettivo che individuale, come evidenziano la sua personale del 2006, “A

bocca piena non si parla”, pressola Galleria Horti LamianiBettivo (Roma), la

partecipazione al Concorso di pittura “La metropoli e i suoi dispositivi di

controllo sociale“, (Anticaja e Petrella), e la collettiva pittorica del 2007

“HIV” pressola Cappella Orsini.

Ogni composizione è frutto di un assemblaggio manuale, di una minuziosa

dovizia fattuale attenta al dettaglio laddove è imprescindibile un’abilità

tecnica maturata nel tempo, in cui il prodotto finale è la conseguenza di una

complessa perizia compositiva e di una articolata elaborazione concettuale

che hanno consentito all’autore di sviluppare un’originale e sorprendente

cifra stilistica. Il risultato di questo procedimento tecnico, che si avvale

anche di diversi utensili prodotti dall’artista, si inserisce in un contesto che si

accosta notevolmente all’idea di generare composizioni vicine ad una

dimensione scultorea e tridimensionale.

Cristiano Petrucci compone attorno alla forma sferica organismi pluricellulari

in cui è possibile reperire lo sviluppo embrionale della genesi creativa, un

vocabolario connaturato da multiformi codici espressivi dove lo spazio

edifica sconosciute geometrie strutturali.

Nel 2014 inaugura una mostra personale dal titolo “EBANIS – nuove forme

di vita” all’Ermanno Tedeschi Gallery di Torino.

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VINCENZO RESTUCCIA

“Free Love”

Vincenzo Restuccia è giovane fotografo siciliano Vincenzo Restuccia, classe ’80. Il

suo lavoro esprime un immaginario personale e universale allo stesso tempo: dal

fetish alla denuncia sociale, alla riflessione sulla cronaca contemporanea, al

riferimento ad un mondo fiabesco, con la perfezione di istantanee costruite

attraverso la precisione attoriale, di finzione e compositiva.

L’indagine non si offe mai spontanea, ma è caratterizzata da un lento e preciso

intento strutturale che si pone come atto comunicativo. La volontà intima è creare

un’epifania, dare la sensazione di trovarsi davanti a immagini che con la potenza del

messaggio visivo possano scardinare la quotidianità. Ogni serie che realizza ha un

suo statuto, una sua origine, un suo sviluppo, vive di una vita propria che si misura

con tutte le altre serie a formare una ricerca in profondità su diverse tematiche che

si possono riallacciare a uno stesso filo conduttore sia estetico che concettuale.

Restuccia inizia a fotografare nella sua terra natale, quasi da autodidatta, poi a

Roma, fra il 2006 e il 2007, frequenta la scuola romana di fotografia. Le tematiche

sociali sono alla base di molti suoi lavori: nel primo progetto Cancer city gli scatti

sono contestualizzati all’interno del polo industriale vicino Siracusa e denunciano la

nascita di bambini malformati e la morte delle persone di cancro a causa

dell’inquinamento, fino ad arrivare al più recente ciclo Saloon Bambole che esprime

la contrarietà verso il modello di bellezza femminile odierno che porta molte

adolescenti all’anoressia, e lo fa attraverso fotografie in cui protagonista è una

donna obesa trasformata in diva sensuale nelle pose e nell’espressività.

www.restucciart.com

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LEONTINA ROTARU

Borsista dell’Accademia di Romania

“Senza Titolo”

Leontina Rotaru è una giovane artista borsista che

attualmente vive e lavora a Roma. Nasce nel 1987 in

Romania e sperimenta la sua tecnica pittorica

attraverso figurazioni di personaggi caratterizzati da

un segno forte e deciso.

Personali:

- 2013: Segni Ars Munus, Palazzo Del Vescovado, Segni, Italy

- 2012: Oxigen 1 as a debutant artist, Oxigen 1 Event by Alexandru Radvan and

David Sandor, Artist Invited: Dan Perjovschi, Bucharest

- 2012: Hold your horses, Casa Arte Gallery/ Artists Run Space/ Open Studio,

Bucharest

Collettive:

- 2013: Borderless/ Spazi Aperti 2013, Accademia di Romania in Roma, Rome

- 2010: Safir, Visual Introspection Centre, Bucharest

- 2009: Visual meetings, UNA Gallery, Bucharest

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PIERA SCOGNAMIGLIO

“Post Baroque Still Life”

Piera Scognamiglio consegue la LAUREA IN

PITTURA E DESIGN presso l' Accademia di Belle Arti

di Napoli e L'ABILITAZIONE ALL'INSEGNAMENTO

presso l'Accademia di Belle Arti Di Roma. Laureanda

presso la Facoltà di Lettere e Filosofia de "La

Sapienza" (LAUREA MAGISTRALE IN STUDI

STORICO-ARTISTICI).

Per alcuni anni si e’ dedicata allo studio del

pianoforte e della recitazione ,collaborando con

registi come Giorgio Scarpato, Antonio Capuano.

Nel 2007 lavora come Ufficio Stampa presso l' Accademia di Belle Arti di Napoli.

Ha avuto collaborazioni artistiche in veste di scenografa televisiva, illustratrice.

E' docente di Disegno e Storia dell'Arte e giornalista (Napolitivù, L’Urlo magazine

etc..) Le sue opere recenti sottolineano la predilizione per la pittura, pur essendosi

dedicata per alcuni anni alla realizzazione di installazioni multimediali.

Finalista/vincitrice di varie manifestazioni artistiche di rilievo, Piera Scognamiglio ha

esposto in diverse gallerie private italiane, presso il Museo Archeologico di Grosseto,

il Museo d’Arte Contemporanea di Caserta, al Castel dell'Ovo di Napoli, all'Università

Urbaniana di Città del Vaticano, in sale istituzionali come la Sala Consiliare di Santa

Maria La Nova a Napoli, Palazzo Sant’Elia a Palermo, presso il Conservatorio S.

Pietro a Majella di Napoli, il Museo “Angelo Rizzoli” di Ischia, la Cappella Orsini di

Roma, il Museo Archeologico “F. Barreca” di Sant'Antioco, il Palazzo delle Esposizioni

di Roma. Ha partecipato a mostre curate da autorevoli personalità della critica d’arte

contemporanea, tra cui Achille Bonito Oliva e Vittorio Sgarbi.

www.pscognamiglio.carbonmade.com

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MATEI LUCA STOIAN Borsista dell’Accademia di Romania

“Stravinsky Connexion”

L’arch. Matei Luca STOIAN è architetto e designer, è assistente universitario presso

il Dipartimento di Progettazione d’Interni e Design, dell’Università di Architettura ed

Urbanismo “Ion Mincu” di Bucarest, è titolare di una borsa di studio nazionale, dal

1° ottobre 2012 al 31 luglio 2014 è borsista “Vasile Parvan” presso l’Accademia di

Romania in Roma. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e

private. Nel 2012 e nel 2013 i suoi progetti sono stati premiati nella prestigiosa

Annuale di Architettura di Bucarest. L’arch. Matei Luca STOIAN ha avuto più di 10

mostre personali e più di 20 mostre collettive nel suo paese e all'estero.

Attualmente è uno di piu importanti artisti e architetti romeni della sua

generazione.

La opera “Stravinsky Connexion” presentata nell’ambito della mostra “ In SIMBIOSI”

fa parte della recenta serie di pitture create a Roma per l’esposizione

“EXPERIMETRU III”.

“Stravinsky Connexion” indica la volontà di superare il colore per cogliere tutti gli

effetti, e i riflessi e i movimenti della luce a contatto con la superficie della legno.

Riflessione di suoni musicali sono caratterizzate da una forte dinamicità, generata

dalle diverse tonalità di nero, opaco o lucido, e dal susseguirsi dei segni impressi

sulla superficie del colore. Alternando, infatti, parti lisce a parti ritmate, i riflessi e le

vibrazioni luminose sono ancora più esaltati, sfruttando anche il contrasto con lo

sfondo bianco delle pareti.

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UEMON TATSUO IKEDA

“Stanza MSX2”

Uemon Ikeda, nome d'arte di Tatsuo Ikeda (Kōbe, 1952), è un artista e pittore

giapponese. Negli anni ottanta conosce Simonetta Lux che lo invita a partecipare

alla collettiva Simultaneità - Nuove Direzioni dell'Arte Contemporanea Giapponese a

Palazzo Braschi, Roma (1991), seguita da numerose altre.

Nel 1989 espone a Tokyo (mostra personale) “Uemon Ikeda”, presso la Lunami

Gallery (testo Masaaki Iseki) curata da Emiko Namikawa e nel 2011 sempre a

Tokyo, presso TOKI Art Space mostra personale “Golden Fleece – Jason The

beautiful Medea” curata da Noriko Toki ex assistente Emiko Namikawa presso

Lunami Gallery. Nel 1997 partecipa al terzo festival di arte e poesia a Bomarzo

"Incantesimi. Scene d’arte e poesia. VICINANZE" ideato da Simonetta Lux e Miriam

Mirolla, (Museo Laboratorio delle Arti Contemporanee dell'Universita della Tuscia),

Palazzo Orsini.

Nel 2000 espone a Roma al Museo laboratorio di arte contemporanea dell'Universita

La Sapienza (mostra personale). Nel 2005 espone nuovamente al Museo Laboratorio

di Arte Contemporanea, Università di Roma 1 “La Sapienza” (mostra personale)

Uemon Ikeda - un ragazzo che voleva vivere nel rettangolo a cura di Simonetta Lux.

Nel 2010 espone alla galleria Hybrida Contemporanea, Roma (mostra personale)

Giasone e la bella Medea a cura di Emanuela de Notariis. Nel 2012 espone presso lo

studio galleria EMBRICE, Roma (mostra personale) Post-strutture: linee, fili, labirinti

di Uemon Ikeda a cura di Simonetta Lux e Carlo Severati. Partecipa all’iniziativa

LUDUS a cura di Francesco Gallo Mazzeo presenta un’installazione Filo di Arianna in

piazza Trilussa, Roma . Prende parte alla Giornata Europea della Cultura Ebraica il 2

settembre 2012 realizza presso i giardini del Tempio Maggiore - principale Sinagoga

di Roma - un'installazione post strutture di Uemon Ikeda. Installazione raffigurante

la Stella di David organizzata dal Direttore del centro di Cultura Ebraica Miriam

Haiun, a cura di Anna Lisa Secchi - Delegata alle politiche culturali del Municipio

centro storico di Roma Ufficio di comunicazione e immagine: Studio Marta Bianchi.

Partecipa alla collettiva Io Klimt a Castello Ursino di Catania successive a Palermo,

Roma, Vienna a cura di Francesco Gallo Mazzeo. La sua opera è stata sostenuta

dall'antropologo/medico MarKo Viktor Solomon, dal professore/architetto Carlo

Severati assistente di Bruno Zevi e dai critici: ISEKI, Masaaki attuale Direttore del

Tokyo Metropolitan Teien Art Museum; da Simonetta Lux e dall'argentino Carlos

Spartaco. Vive e lavora a Roma.

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PIETRO ZUCCA & ADC di GIAMMARCO FRATOCCHI

“Geografia solidale del suono” Scultura sonora

Pietro Zucca nasce a Desenzano del Garda nel 1982.

Nel 2007 si è diplomato in Scultura all'Accademia di Belle Arti di Brera .

In seguito ha frequentato due corsi di perfezionamento di primo livello, progetti

interfacoltà di RomaTre, facoltà di Architettura di Valle Giulia, Facoltà di Beni

Culturali di Viterbo e Accademia di Belle Arti di Brera. Al suo attivo numerose

partecipazioni a rassegne d'arte caratterizzate da performance dal vivo, installazione

e scultura.

Attualmente vive ed opera a Roma. La sua ricerca espressiva è diretta ad

approfondire i rapporti relazionali tra il concetto dello spazio progettuale in scultura

con l'immaginario legato al senso dei luoghi reali, abitati dal corpo.

Lo spazio architettonico, dell'azione teatrale/performativa e la fotografia, sono

elementi che hanno costituito le tappe del suo percorso, diventandone parte

integrante e retroterra culturale.

www.pietrozucca.org

ADC di GIAMMARCO FRATOCCHI

Il suono generato dalla scultura è stato realizzato da ADC di Giammarco Fratocchi,

compositore di musica elettronica: deep house, minimal house e hardcore house. le

linee musicali si mixano a rumori atmosferici che vengono superati da battiti e ritmi

spezzati . I livelli estremamente elevati delle alte frequenze generano rumori

distorti tipici del soundsytems internazionale. Queste tracce estremamente distorte

e complesse convergono verso l’elettronica estrema.

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IL VERNISSAGE

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RINGRAZIAMENTI

Umberto Scrocca, Daniela Crasnaru, Daniela Ispas, Claudia Mandi, Achille Pace,

Lauigi Athos De Blasio, Luca Pace, Ippolita Avalli, Fausto Cantagalli, Emanuele

Cantagalli, Filippo Caldarelli, Paolo Assenza, Teresa Coratella, Ilaria Aprile, Fabio

Milani e Francesco Perri, Casale del Giglio.

IN COLLABORAZIONE CON

www.electronicartcafe.com

Con il PATROCINIO DEL COMUNE DI ROMA - IN COLLABORAZIONE con Electronic Art Cafè

www.electronicartcafe.com Accademia di Romania www.accadromania.it - COORDINAMENTO ARTISTICO Manuela

Van, Daniela Ispas e Umberto Scrocca - PROGETTO In SIMBIOSI di Manuela Van - SPONSOR Romana Telai di Fausto

Cantagalli www.faustocantagalli.it, Azienda vinicola Casale del Giglio e Web Radio Tra Musica e realtà

www.vangroup.it- TESTI Daniela Crasaru, Ippolita Avalli, Achille Pace e Manuela Van - FOTOGRAFIE Francesco Perri,

Fabio Milani e Ilaria Aprile – DESIGN Filippo Caldarelli. Nessuna parte di questo catalogo può essere riprodotta o

trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione degli Artisti,

degli Sponsor e delle Collaborazioni sopra menzionate.