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L'Accademia di Romania in Roma con il PATROCINIO DEL COMUNE DI ROMA e in collaborazione con ELECTRONIC ART CAFE’, il 23 Novembre 2013 ha aperto i suoi spazi per la mostra intitolata: In SIMBIOSI. L'esposizione si è svolta con l’intento di creare nuove interazioni e sinergie nel mondo delle arti. L’Accademia di Romania ha presentato una rassegna di opere di fotografi, pittori, scultori e performer di chiara fama internazionale attivi nel panorama artistico contemporaneo europeo. Lo scambio tra le due culture si è potuto effettuare attraverso la partecipazione degli artisti borsisti 2012-2013 residenti nell’Accademia stessa.
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CATALOGO
IN COLLABORAZIONE CON
www.electronicartcafe.com
IL PROGETTO:L'Accademia di Romania in Roma
con il PATROCINIO DEL COMUNE DI ROMA e in
collaborazione con ELECTRONIC ART CAFE’, il 23
Novembre 2013 ha aperto i suoi spazi per la mostra intitolata: In SIMBIOSI.
L'esposizione si è svolta con l’intento di creare nuove interazioni e sinergie nel
mondo delle arti.
L’Accademia di Romania ha presentato una rassegna di opere di fotografi, pittori,
scultori e performer di chiara fama internazionale attivi nel panorama artistico
contemporaneo europeo.
Lo scambio tra le due culture si è potuto effettuare attraverso la partecipazione
degli artisti borsisti 2012-2013 residenti nell’Accademia stessa.
I visitatori della manifestazione sono stati coinvolti non solo nella fruizione delle
opere, ma anche nella scoperta di nuovi impulsi artistici, chiaramente visibili tra le
varie culture a confronto.
Da questo rapporto "In Simbiosi" ne deriva una sintesi dei linguaggi, la cui essenza
è racchiusa nel cromatismo della pittura, nella sensibilità dei colori, delle immagini
fotografiche, nei suoni, nella gestualità e nelle proiezioni visive.
ARTISTI:
Vito Bongiorno, Francesco Bottai, Marius Burhan, Domenico Colantoni, Teresa
Coratella, Luigi Athos De Blasio, Fabio De Santis Scipioni, Alessandra Di Francesco,
Baldo Diodato, Stefano Esposito, Emilio Farina, Tancredi Fornasetti, Francesco
Impellizzeri, Susanne Kessler, Francesca Manca di Villahermosa, Claudia Mandi,
Mauro Martoriati, Luca Pace, Achille Pace, Verdiana Patacchini, Cristiano Petrucci,
Vincenzo Restuccia, Leontina Rotaru, Piera Scognamiglio, Stoian Matei Luca,
Uemon Tatsuo Ikeda, Pietro Zucca & ADC di Giammarco Fratocchi.
Con il PATROCINIO DEL COMUNE DI ROMA - IN COLLABORAZIONE con Electronic Art Cafè
www.electronicartcafe.com Accademia di Romania www.accadromania.it - COORDINAMENTO ARTISTICO Manuela Van, Daniela Ispas e Umberto Scrocca - PROGETTO In SIMBIOSI di Manuela Van - SPONSOR Romana Telai di Fausto Cantagalli www.faustocantagalli.it, Azienda vinicola Casale del Giglio e Web Radio
Tra Musica e realtà www.vangroup.it- TESTI Daniela Crasnaru, Ippolita Avalli, Achille Pace e Manuela Van - FOTOGRAFIE Francesco Perri, Fabio Milani e Ilaria Aprile – DESIGN Filippo Caldarelli. Nessuna parte di questo catalogo può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione degli Artisti, degli Sponsor e delle Collaborazioni sopra menzionate.
Ho concepito questa mostra avendo come fine ultimo uno scambio culturale.
In SIMBIOSI rappresenta l’unione di due culture, di due modi di pensare e vivere
differenti, come quelli che si sono storicamente realizzati in occidente e nell’Est del
socialismo reale, in particolar modo in Romania, che ha vissuto un duro regime
autoritario e dittatoriale prima della transizione della democrazia e all’ingresso in
Europa.
Questa possibilità di confronto e contaminazione è stata particolarmente
interessante sia a livello culturale che di vero e proprio scambio umano e di
sensibilità differenti. Con queste prospettive gli artisti hanno esposto dei lavori
inediti o appositamente realizzati per l’occasione proprio in onore della cultura
romena.
La cultura e l’arte sono un importantissimo veicolo di comunicazione e a tale
proposito è importante ricordare che proprio tramite l’espressione concettuale più
alta del significato di estetica ed etica artistica che esplica il valore comunicativo di
ogni opera d’arte.
Manuela Van
Curatrice della Mostra In SIMBIOSI
La definizione“In Simbiosi“ data alla mostra curata da Manuela Van è già indicativa
della finalità e dei contenuti della mostra stessa.
E’ una mostra libera e aperta a tutte le ricerche. Gli espositori sono stati scelti entro
una gamma di artisti che vanno dai giovani talenti agli artisti storici. Ne consegue
un’esposizione ricca ed interessante che testimonia la capacità professionale di un’
organizzazione che ha saputo dar vita ad una iniziativa aperta e di ricerca.
Questa ricerca è testimoniata da un gruppo di artisti che hanno saputo toccare con
maestria varie tecniche e tendenze, dal mio astrattismo materico, all’espressionismo
di Luigi De Blasio, all’ Informale di Susanne Kessler, al realismo di Luca Pace.
La mostra è concepita all’insegna dello scambio culturale e artistico di due entità
nazionali che trovano nell’arte motivo, non solo di vicinanza artistica ma
principalmente di vicinanza ideale.
Achille Pace
Pittore italiano (Termoli 1923). Impegnato nella sperimentazione dell'arte informale,
dal 1962 al 1964 fece parte del Gruppo Uno, successivamente si è rivolto al
recupero della materia.
Per la sua vocazione, l’ACCADEMIA DI ROMANIA in Roma è uno spazio aperto a
tutto quello che rappresenta arte, educazione universitaria, dibattiti, idee, spettacoli
teatrali, concerti e mostre e tutto ciò che concerne l’ambito della cultura con la C
maiuscola. E’ un luogo dove artisti, pensatori, musicisti contemporanei , al di là della
loro appartenenza geografica possono esprimersi ai più alti livelli, trovando da noi
porte sempre aperte.
Siamo lieti di ospitare, accanto ai nostri artisti, rappresentanti del’arte europea, con
il loro valido contributo all’attuale cultura.
Daniela Crasnaru
Direttore di programmi dell’Accademia di Romania in Roma.
Cosa mi aspetto dall’arte? Un vortice, un colpo al cuore, un segno in cui precipitare
e nel cui luminoso tratto i miei sensi sono rapiti e nel vuoto io guardo, sento,
ascolto, tocco, gusto, assaporo, vedo, il mondo venire al mondo. Può l’arte darmi
tutto questo? Fare questo miracolo? Essere al contempo realtà e immaginazione? Sì
quando è buona, sì, se soccorre e colma il silenzio che in principio segna la missione
impossibile dell’essere umano: vivere. Una missione che gli artisti di questa mostra
ripropongono in modi personali, differenti e generosi che mi attraggono, mi
scuotono e mi aiutano a dare alla luce me stessa.
Ippolita Avalli
Ippolita Avalli ha pubblicato diversi romanzi (tra cui gli ultimi della trilogia La Dea dei
baci - Feltrinelli) che hanno vinto premi e sono tradotti all’estero. L’ultimo libro
attualmente in commercio edito dalla Mondadori è: “Il nascondiglio della farfalla” -
Marzo 2014.
ARTISTI
VITO BONGIORNO
“Terzo Millennio”
Vito Bongiorno nasce ad Alcamo (TP) nel 1963. Si trasferisce giovanissimo a Roma
dove si diploma presso il Liceo Artistico Statale quale allievo di Mino Delle Site,
l’aeropittore leccese molto stimato da Marinetti. Arricchisce, quindi, le sue
conoscenze seguendo nella Capitale corsi di disegno dal vero e dal nudo, di
incisione, modellato e scultura. Al fine di ampliare le sue esperienze si reca
all’estero, dapprima a Monaco di Baviera, poi a New York, dove prende contatto con
gli ambienti artistici più avanzati e incomincia ad esporre le sue opere, ispirate a
quella filosofia estetica che egli stesso chiama “sintetismo della vita” e che si può
riassumere nella sintesi fra esperienza oggettiva ed espressione delle proprie
esigenze interiori. Egli mira principalmente ad essere se stesso, a conquistare un
proprio linguaggio, a definire un proprio stile, nell’ambito, naturalmente, delle
correnti più innovative e più aggiornate, tuttavia sempre autonomo e personale.
Denominato da Costanzo Costantini l’Yves Klein italiano, Bongiorno è noto per le sue
antropometrie sulla scia di quelle realizzate dal pittore francese. E’ rimasta celebre la
spettacolare antropometria che realizzò nel 2008 a Fregene e del dipinto lungo circa
mezzo chilometro realizzato a Tarquinia nel 2002, unico nel panorama dell’arte
contemporanea.
Nel corso degli ultimi anni l’artista ha intrapreso una serie di sperimentazioni tra
Body Art e Land Art. Nella Body Art Vito Bongiorno considera il corpo come
fondamentale mezzo di espressione artistica, mentre nella Land Art usa l’ambiente
come teatro dell’attività creativa. Crea così una fusione tra questi due movimenti
artistici nati negli anni Sessanta negli Stati Uniti e diffusisi in Europa e in molti altri
paesi. Negli ultimi anni l’artista dichiara lo stato di fragilità in cui versa il nostro
paese. Da qui l’uso del carbone che simboleggia la malattia, la spaccatura,
l’amarezza e l’inquinamento. Significativa, per questo passaggio, è stata una delle
sue ultime opere: Terra mater al Museo Macro la Pelanda di Roma nel maggio 2012,
in occasione della fiera Roma contemporary e in collaborazione con Inside Art. Nella
performance una modella, simbolo della purezza, è dipinta di blu e si muove
tenendo in mano un globo terrestre le cui terre emerse sono realizzate con il
carbone, a significare l’inquinamento ecologico e sociale che caratterizza la nostra
epoca».
www.vitobongiorno.it
FRANCESCO BOTTAI
“Una scopata” - “Stinging for swimging”
La Spezia, 1977
Sognare e realizzare manualmente è il mestiere
di Francesco. Due incontri importanti segnano la
sua vita verso l’arte, il primo con il regista
Maurizio Scaparro che gli insegna a trasmettere
emozioni e costruire “illusioni che aiutano a
vivere”, certamente come attore ma anche come
suo assistente. Il secondo incontro determinante avviene con una strada di Roma
dotata di grande personalità. Centrale ed antichissima, via dei Cappellari è popolata
di artisti ed artigiani, da cui impara a lavorare il legno, valorizzare lo “spirito di
bottega e la solidarietà di strada”.
Attore, fotografo, artigiano, scultore del legno, appassionato di luce e scienza, riesce
ad unire la manualità dell’artigiano con nuove tecnologie, dando vita ad una
relazione stretta tra contemporaneo e passato. Attraverso queste ritrova un
rapporto con lo spettattore/attore indispensabile per completare la sua opera.
Le sue esperienze di lavoro per quanto diverse, sono sempre rivolte all’arte.
Comincia a lavorare come Attore a vent’anni, per poi reiventarsi nei successivi anni
fotografo, artigiano ed infine scultore.
MARIUS BURHAN
Borsista dell’Accademia di Romania
“Senza Titolo” - “Senza Titolo”
Marius Burhan giovane artista classe 1977 nato
a Vlcele Olt (Romania) vincitore della borsa
Nazionale Vasile Parvan 2012-2014.
La sua è una ricerca incessante e tesa a sviluppare strategie per la manipolazione
delle forme in un intervento nello spazio che parte dalla pittura e approda
all’oggetto
Si districa tra pittura e costruzioni tridimensionali le due aree entrano in una
relazione di arricchimento attraverso l’innovazione degli slanci plastici dell’artista in
egual misura ce’ un costante equilibrio tra le tendenze astratte presenti nelle sue
opere è la vitalità dal sensoriale, attraverso il lavoro sulla gestualità del colore e
della materia.
C’è un’esuberanza cromatica nei suoi dipinti e un legame con le strutture ancestrali
arcaiche. Questo sembra essere uno dei motivi che guidano la scelta artistica per
l’astrazione.
Iniziando dalla pittura, uno dei più tradizionali medium, l’artista cerca una
sperimentazione continua in un’esplorazione rigorosa le risorse di una spazialità che
si spiegano come pro della metamorfosi piuttosto di esporsi come suo risultato
misterioso.
www.mariusburhan.ro
DOMENICO COLANTONI
“La Terrorista”
Domenico Colantoni è nato a Paterno dei Marsi (AQ) nel 1938, attualmente vive ed
opera in Abruzzo ( la sua Guantanamo) .
Compiuti gli studi presso il prestigioso Istituto Superiore di grafica di Urbino, espone
fin dai primi anni ’70 in diverse città italiane una serie di opere grafiche surreali sul
tema dell’erotismo e grandi dipinti ad olio, presenti oggi in importanti musei e
collezioni surrealiste.
Del ’76 è la mostra alla Ca’ d’Oro di Roma, che lo pone all’attenzione della critica più
autorevole (Del Guercio lo inserisce sull’Enciclopedia UTET della pittura italiana del
’900). Parallelamente alla pittura, si dedica alla filmografia, realizzando films
sperimentali che vengono proiettati in festival europei, università e circoli culturali,
musei, ivi compreso il Centro Pompi- dou a Parigi. Importanti cicli pittorici sono
dedicati al regista Altman e alla moglie (1979), nonché al suo amico Moravia
(Moravia Ulteriore, 1982), presentati entrambi alla galleria Toninelli della capitale.
A partire da11986, inizia una serie di dipinti di grandi dimensioni sulle ”nature
morte”, che hanno un forte impatto sul pubblico e soprattutto sulla critica: si parla,
da parte di alcuni intellettuali, di una ”Pittura alla grande”, che potrebbe, in chiave
storica, rappresentare una vera e pro- pria scuola di ”Natura Morta”.
Domenico Colantoni, dopo gli innumerevoli successi artistici ricevuti durante la sua
carriera da pittore, continua a lavorare e a scrivere del suo glorioso passato
trascorso con i più grandi autori, letterati e artisti della storia italiana degli anni 70.
Attraverso una ricerca stilistica del tutto eclettica il pittore celanese dipinge ancora
gli ancestrali astrattismi della sua mente, dove i richiami di una pittura iperrealista
tendono quasi a scomparire trasformando i suoi soggetti in un realismo quasi
estremo.
www.colantoni.it
TERESA CORATELLA
“Frequenze”
Teresa Coratella, nasce a Roma il 17 Dicembre del 1974 si diploma al Liceo Artistico
e prosegue i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Roma. Si trasferisce a Bruxelles
per circa un anno grazie ad una borsa di studio da parte dell’Accademia, dove studia
arte e approfondisce le sue ricerche da pittrice, lì conosce, incontra e frequenta
l’atelier del maestro Olivier Strebelle noto artista Internazionale Belga.
Nel corso della sua attività artistica ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, nel 2009
per la settimana della lingua e cultura italiana è stata chiamata come artista a
rappresentare l’Italia in Belgio insieme a Renato Balestra per la Moda e Carmen
Covito per la letteratura, sempre nel 2009 è chiamata come artista ufficiale per il
50° anniversario degli accordi culturali Italia - Egitto, presso la sala Pinacoteca della
Provincia di Roma, nel 2010 espone nel Museo delle Mura (Roma) con artisti di
chiara fama internazionale. Sempre nel 2010 partecipa all’iniziativa ARBOR a cura di
Maurizio Calvesi presso il Municipio Centro storico di Roma. Nel 2011 ha realizzato
per la campagna di LEGAMBIENTE LAZIO (referendum 2011) un manifesto artistico.
2011 è presente alla 54° BIENNALE DI VENEZIA, Padiglione Italia - Regione Lazio.
Nel 2012 partecipa alla rassegna ELECTRONIC ART CAFE a cura di Achille Bonito
Oliva e Umberto Scrocca, successivamente è chiamata da Roberto Bilotti per
l’iniziativa SANTA ROSALIA presso Palazzo Costantino a Palermo. Luglio 2012 LUDUS
Galleria Profumi e Arte (Roma) a cura di Francesco Gallo Mazzeo. 2012 IO KLIMT a
cura di Francesco Gallo Mazzeo, Palazzo dei Consoli (Gubbio). 2013 PREMIO
TERMOLI a cura di Francesco Gallo Mazzeo, Galleria Nazionale d’Arte
Contemporanea, Termoli. 2013 OGGI/SCENE/SUONI a cura di Francesco Gallo
Mazzeo con Mark Kostabi e Tony Esposito presso Bibliothè (ciclo Ginnosofisti). 2013
Gangemi Editore “L’ESTATE ROMANA DI RENATO NICOLINI” Museo MAXXI - ROMA.
“AMACI 2013” a cura di Francesco Gallo 2013 Workshop at the Rhode Island School
of Design – ROMA (con Claudio Bianchi, Baldo Diodato e Pupillo).
LUIGI ATHOS DE BLASIO
“Alberto Moravia”
Luigi Athos De Blasio, lucano di nascita, si trasferisce a Roma dove consegue la
Laurea in Filosofia.
Naturalmente incline a pensare per immagini, inizia la sua indagine artistica da
autodidatta, prima col collage e poi col disegno per approdare alla pittura. Nel suo
percorso sono nette le influenze del cinema, sopratutto italiano della seconda metà
del novecento, e di correnti pittoriche quali l'Espressionismo e il Cubismo.
La pittura di De Blasio vede come soggetto principale la figura umana, frontale e
plasticamente in posa. In questo caso, netti sono i riferimenti all'iconografia feticista
africana, ma anche alla pittura medioevale europea a sfondo religioso.
Il pittore si esprime col disegno, base-progetto delle sue opere, ma anche elemento
compiuto: ora denso di significato, ora solo allegra sarabanda di segni e colori.
L'artista percorre la strada dell'astrattismo quale prima sintesi del discorso
intrapreso. Ma parlare di astratto è solo usare una categoria generalmente
riconosciuta. Per De Blasio, niente è più figurativo dell'astratto proprio perché esso
sposta su un altro piano le cose. Tale processo se può avvenire deve avvenire solo
avendo come inizio la conoscenza delle cose. Esse sono cancellate non per farle
finire ma per mettere in luce altro. E così lo sfondo diventa soggetto e viceversa.
Parallelamente, l'artista ha lavorato a serie di ”accumulazioni”, convinto che un
oggetto può acquistare nuova identità solo se “incollato” a un altro. Questo
plasticismo dà vita non solo a sculture-istallazioni, ma a nuove sperimentazione del
colore.
De Blasio ha partecipato a mostre sia personali che collettive e varie rassegne
artistiche. Le sue opere sono state esposte al “Canovaccio”, “Spazi Multipli”, “Horti
Lamiani” ” Smac Segni Mutanti”, “Officine Fotografiche”, “Takewaygallery” anche
nella sua sede belga, e al bar Camponeschi con l'Electronic Art Cafè di cui è
divenuto “artista residente” in quanto ha esposto più volte dando vita anche a una
performance sul segno. Molti quadri sono entrati a far parte di collezioni private fra
cui quella della giornalista e critica d'arte Laura Gabbiano che ha ospitato l'artista
nel suo appartamento per una grande mostra personale. De Blasio ha partecipato
alla rassegna “Ginnosofisti” a cura di Lori Adragna e Maria Arcidiacono e ha esposto
una grande icona femminile presso la galleria “Operaunica”.
FABIO DE SANTIS SCIPIONI
“Senza Titolo”
Fabio de Santis Scipioni è un artista avezzanese nato nel 1962 che dal 1984 al 1988
frequento il corso di scenografia presso l’Accademia delle belle Arti dell’Aquila.
La sua carriera artistica è caratterizzata da numero partecipazioni in collettive e
mostre personali curate da professionisti nel mondo dell’arte.
Tra le più significative:
- 1986 “Grande Serata Futurista 1909-1930” Venezia e l’Aquila a Cura di Fabio
Mauri
- 2004 “Project Objects” arte e disimpegno sociale in omaggio a Corrado Cagli a
Cura di Paola Ardizzola e Mauro Rea. Avezzano, Ex granai di palazzo Torlonia.
- 2006 “Circostanze” L’arte si incontra. Antrosano, borgo storico.
- 2008 “Conflitti” a Cura di Rossella Siligato. Celano, Castello Piccolomini.
- 2010 “Substance” Artericaricabile a Cura di Lorenzo Canova. Antrosano, Borgo
storico.
- 2012 “Premio Termoli” La retina lucente a cura di Lorenzo Canova.
- 2012 “Premio Sulmona” Rassegna internazionale d’arte contemporanea, testo
di Chiara Strozzieri.
- 2013 “Art-ist” a cura di Stefano Iatosti, Macro Testaccio Roma.
- 2013 “Testo9 Unico” a cura di Lorenzo Canova.
-
www.fabio-desantis-scipioni.com
ALESSANDRA DI FRANCESCO
“Infrarossa” - “Valerie”
Nata a Roma nel 1965, si diploma presso
l’accademia di belle arti nel 1988. La sua prima
personale a Wuppertal, nella città che ospita il
tanz-theater di Pina Bausch, segna in modo
imprescindibile il legame artistico con questa
artista.
Dal 2001, con la galleria Maniero da il via ad un
nuovo ciclo di lavori dalla matrice espressionista ,
restituendo un potere al linguaggio della pittura. Partecipa a numerose mostre
collettive, in Italia e all’ estero. Nel 2012 nella mostra-performance (Roma -Spazio
delle cinque Lune) rende un particolare omaggio a Pina Bausch.
Alessandra Di Francesco costruisce inoltre i suoi lavori utilizzando il metodo nel
restauro pittorico per reintegrare le lacune di un'opera. Dipinge assumendo
l'intenzione di un’azione di connettere qualcosa che è lì da sempre, di antico, con
qualcosa di presente e assolutamente nuovo.
Sceglie i soggetti e l'indagine si dipana nel cercare in essi tra il merletto di filo e le
reti neuronali, tra l'imbastitura e il codice morse, tra la sezione del DNA e il centrino
di vecchia manifattura. Il filo traccia la strada al suo lavoro che, non lasciando né il
soggetto né la figura, li usa per indagare su ciò a cui rimandano, sulla loro vera
natura e comunicazione di sé.
www.alessandradifrancesco.it
BALDO DIODATO
“Satella Rossa”
Baldo Diodato nasce a Napoli nel 1938, si forma
tra l'Accademia Albertina di Torino e l'Accademia
delle Belle Arti di Napoli, dove lavora fino al
1967, collaborando con Achille Bonito Oliva e
Luigi Castellano nel gruppo "Operativo Sud 64",
movimento avanguardista napoletano, e tenendo
la prima importante mostra personale nella
Modern Art Agency di Lucio Amelio, dopo alcune
esposizioni a Roma, Firenze e Milano.
Nello stesso anno si trasferisce a New York, città
straordinariamente attiva in quel periodo. Gli
anni settanta significano per Diodato un'intensa
e varia attività: prima muove nel New Jersey, dove oltre al suo lavoro d'artista
svolge la carica di Vice Console Italiano, poi, nel 1974, in Pennsylvania come
insegnante di scultura, per poi stabilirsi a New York. Nel 1992, Diodato torna in
Italia per trasferirsi a Roma, mantenendo salda la passione per la sperimentazione e
la ragione della sua ricerca. L'artista, infatti, cerca di registrare la storicità e la
contemporaneità della vita nella città eterna attraverso il lavoro orizzontale
sperimentato a New York, sostituendo la tela con sottili fogli di alluminio, materiale
duttile ma resistente, capace di avvolgere con morbidezza le curve della città che si
espone per l'artista e di immortalare con forza, in un calco, il peso della storia
raccontata dalle vie romane.
Diodato ricerca tra rioni, vicoli e piazze, l'angolo di città da "fotografare" su lastra
metallica, intervenendo con martellate e passi più o meno pesanti, delle persone o
delle auto, modificando con colori e resina l'alternarsi di elementi superficiali e solchi
di profondità del mosaico stradale romano. L'inedito frottage di Diodato riporta "le
stimmate geometriche dei sanpietrini dell'antica Roma"(A.Bonito Oliva), il ritmo della
distanza e dell'intervallo degli elementi spaziali, del passo incessante di millenni di
storia, su di una superficie bidimensionale capace di assorbire qualsiasi
concettualismo.
STEFANO ESPOSITO
“Articolo 11”
Artista e neo-gallerista, Stefano Esposito (Roma, 1959) si avvicina alla fotografia nel
1997, restituendoci, nei primi lavori, reportages di viaggi e terre “scoperte”,
immagini fiabesche di mondi lontani. Dal 2001 i suoi interessi si spostano,
realizzando lavori più complessi e concettuali, polemici e violenti, come “Station to
Station. In sei immagini di grande impatto, in cui non sono presenti ne’ treni ne’
binari, sotto una "virtuale" luce blu, linee prospettiche si incrociano in profondità.
Attraverso neon e luci statiche, il senso di velocità e movimento, che la stazione da
sempre trasmette. “Television Set” Primo di un ciclo di tre lavori, realizzati nell'arco
di circa due anni, dedicati alla televisione, alla sua funzione nel 2000, alle sue
implicazioni e contenuti. Il nero, cioè il vuoto: satisfaction, fumeria d'oppio,
cultura,dove una cultura bruciata in una fumeria d’oppio è l’unico messaggio
possibile nel moderno sistema delle comunicazioni; “La Tv che vive nella realtà”
sapiente gioco di specchi che riflette un'unica e semplice frase, comparsa per 24 ore
il giorno prima che iniziassero le trasmissioni su La 7, Il risultato sono quattro scatti
secchi: un mondo virtuale, confusione, un'ecografia, caos, scie, scritte nitide, bianchi
sparati.. o “Articolo 11”, Arte come denuncia, ma anche un'arte che va oltre la
semplice presentazione di un dato di fatto. Nove immagini scattate durante la Festa
Nazionale della Repubblica, la sfilata dei reparti delle Forze Armate: aerei, gruppi di
aerei, stormi, nuvole, grigio e cielo. Geometria ed assoluto. Volo, libertà, minaccia,
sogno e paura. Il risultato è una procedura astratta, una filosofia della composizione
che tende a debordare dall'ambito propriamente fotografico: un'arte concettuale che
tende ad andare oltre i confini della fotografia. “I Love Music” è invece un lavoro più
sereno, dove si torna a sorridere, come nella serie dei sassi “Echi di pietra” la più
importante per Esposito Lavoro che prende avvio nel 2002/2003 dalla collaborazione
di Stefano Esposito con Enzo Rendina, appassionato di pietre naturali. Semplici
sassi, eppure volti, oggetti, forme metafisiche, concrezioni sensuali, simboli. Al
primo nucleo di fotografie, tutte rigorosamente in bianco e nero, si sono aggiunte
col tempo altre immagini, la collezione è in continua evoluzione anche con nuovi
scatti a colori ed il lavoro, ad oggi, per l'autore non è ancora chiuso.
EMILIO FARINA
Installazione “In Simbiosi”
La Simbiosi tra l’arte e la natura,
nell’installazione di Emilio Farina
all’Accademia di Romania a Roma, è quella
forma di comunicazione e di scambio
reciproco che si instaura tra un grande
cipresso storico, che si erge maestoso di
fronte all’ingresso sul giardino, e una sorta
di anello di materiale plastico, che circoscrive
un’area circolare ai piedi dell’albero.
Il materiale, trattato dal segno e
dall’azione dell’artista, suggerisce
una ciotola ideale in cui si raccoglie
la rugiada che cola dalle fronde, per
poter restituire la preziosa linfa
vitale al ciclo continuo della natura.
Una serie di piccole fotografie, site
specific, presentate all’interno
dell’Accademia, racconta la genesi e
la costruzione del progetto.
www.emiliofarina.it
TANCREDI FORNASETTI
“Lungo il Guado”
Il “non oggettivo” riguarda essenzialmente la forma come intuizione della
formatività, ovvero la forma prius della figura e cioè un fare che al tempo stesso
inevitabilmente genera un’invenzione: nihil est in intellectu quod prius non fuerit in
sensu (niente è nell’intelletto se prima non sia stato nei sensi). E’ in questo quadro
che dunque va letta la pittura di Tancredi Fornasetti, dove l’intersecarsi delle figure
architettonico-geometriche crea strutture “impossibili” ma al tempo stesso
realizzabili secondo una loro propria architettura.
Tancredi Fornasetti lavora sul rapporto Spazio-Colore il quale si può definire come il
fulcro di quella stretta connessione e interazione di due forze opposte, una analitica
e l’altra sintetica, una centrifuga e l’altra centripeta. L’insieme delle forme è sempre
complesso, dove la realtà è del tutto apparente e si manifesta con più dinamiche
spaziali e più sonorità cromatiche, creando luoghi metafisici dove tutto è possibile
anche se apparentemente fermo. Il colore suggerisce forti contrasti armonici, dando
profondità e poesia a strutture apparentemente fredde connotandole di grande
emotività.
In questi spazi anticlassici i blocchi architettonici si soffocano l’uno contro l’altro in
modo armonico, emettendo una loro logica di energie cromatico-dinamiche. Tra le
linee diagonali ed oblique, ovvero quelle linee che hanno la facoltà di mediare le
forze dell’attività e della passività, lo spettatore è invitato ad “entrare dentro”. In tali
strutture vitali Tancredi Fornasetti genera atmosfere di luoghi vissuti tra realtà e
immaginazione dove il tempo sembra apparentemente fermo, accettando i piani che
diluisce con una serie di slittamenti che si fingono sia come spessori che come
profondità. Le strutture assumono una caratterizzazione “umana” attribuendosi una
vita propria, specchio dei sentimenti che l’uomo esprime. Il tutto è condotto
secondo la legge della forma dissonante e delle strutture sincopate e il risultato
genera un rovesciamento dello spazio cubico di marca umanistico-rinascimentale da
horror pleni il quale dà allo spettatore una specie di vertigine nel guardare. E’ come
se fosse impazzito il polo magnetico della percezione, sia mentale che spaziale.
Testo di Manuela Van
FRANCESCO IMPELLIZZERI
RiflessiOneUtopicA
Installazione di Pittura, luce e suoni.
“Un bel tuffo utopico dona sano
refrigerio nell’afosa assenza di puro
senso creativo”
Performance: “Me vojo fa na casa”
Testo di Anonimo, Musica di G. Donizetti.
Francesco Impellizzeri, nato a Trapani nel 1958, diplomato in Pittura all’Accademia
di Belle Arti di Roma dove vive e lavora.
Nelle sue esposizioni propone performances e installazioni in cui varie espressioni
artistiche (musica, teatro, pittura, ecc) si fondono per mezzo dell’ironia fino ad
ottenere anche un prodotto fotografico e pittorico. Si cala nei panni di alcune
“creature” creando tableaux vivants in cui costumi, musica e regia vengono
progettati e realizzati come in un vero e proprio spettacolo teatrale, ma con
contenuti sintetici e concetti nascosti. Attraverso acquerelli, di grandi e piccole
dimensioni ha fissato i suoi personaggi.
Negli ultimi anni ha presentato al pubblico i “Pensierini” fogli di quaderno delle
scuole elementari, realizzati in piccole e grandi dimensioni, in cui sono commentati
fatti di costume, politici e privati visti come dagli occhi di un bambino ma il cui
contenuto e disegno rivelano l’ironico mondo che l’artista ha sempre raccontato.
Sommatoria del suo persorso sono le ultime tele in cui il colore della ricerca
cromatica iniziale si fonde con i testi recuperati dagli appunti dei suoi ricchi taccuini.
Ha partecipato a numerose esposizioni e fiere internazionali, trasmissioni televisive e
film.
www.francescoimpellizzeri.info
SUSANNE KESSLER
“Trittico Polimorph”
Susanne Kessler nata a Wuppertal in Germania risiede ad oggi a Roma.
Ha studiato pittura e disegno dal 1975 al 1983 presso l’Accademia di Belle Arti (UdK)
di Berlino e il Royal College of Art (RCA) di Londra (MfA). Ha operato in India e
Pakistan come Artist in Residence della Lalit Kala Academi New Delhi e del Goethe-
Institut di Lahore, ed è stata Visiting Professor della California State University
(2001/2002).
Nel 2003 è invitata a realizzare un’installazione al Fadjr Festival di Teheran e dal
2005 partecipa ai programmi del “Drawing Center New York”. A partire dal 2011 è
professore di scultura e disegno presso la City University of New York.
Ha realizzato mostre personali in Italia, Inghilterra, Francia, Danimarca, India,
Pakistan, Lettonia, Iran, Svizzera e Stati Uniti, inoltre in numerosi musei tedeschi tra
cui il Von-der-Heydt Museum, (Wuppertal, Germania), Gustav Lübcke Museum
(Hamm, Germanai), Landesmuseum (Mainz, Germania), Kunstverein Speyer
(Speyer, Germania ), Nassauischer Kunstverein (Wiesbaden, Germania), Beuys
Collection / Schloss Moyland (Bedburg Hau, Germania), Mönchehausmuseum di Arte
Comtemporanea (Goslar, Germania), Tony Cragg Hallen (Wuppertal, Germania).
Whiteconcept (Berlino, Germania), The Drawing Center (New York, USA), Katzen
Center (Washington-DC, USA), Kunstmuseum Solingen (Solingen, Germania).
www.susannekessler.de
FRANCESCA MANCA DI VILLHERMOSA
Reportage - Biennale di Venezia 2013
L’interesse di Francesca Manca di
Villahermosa per la fotografia nasce
negli anni 80 durante la sua carriera di
modella professionista, in cui non si è
mai limitata a stare dall’altra parte
dell’obbiettivo, ma portando sempre
appresso la sua Minolta reflex nel back
stage, ha di volta in volta carpito i
segreti dei grandi fotografi che l’hanno
immortalata tra cui Giovanni Gastel,
Dominique Isserman, Patrick Demarchelier, Andrè Carrara.
Dopo un breve intermezzo come consulente per la casa d’aste Christie’s negli anni
90 ed un lungo periodo da “fliyng housewife”, nel nuovo millennio ha ripreso in
mano la macchina fotografica.
Ha all’attivo diverse mostre collettive e personali tra cui:
nel 2009 la doppia personale “Corpi Liquidi” alla Galleria Monty&Company di Roma e
al Wine Bar Camponeschi per Electronic Art Cafè.
A Cagliari le tre esposizioni personali alla Chiesa della Speranza nel 2009 e nel 2010.
Nel dicembre 2010 ha partecipato all’evento Marchi EAC dell’Electronic Art Cafè.
Nel 2011 ha esposto per la collettiva “3stanzex3artisti” alla galleria Zabert di Torino;
ad una collettiva alla casa Internazionale delle Donne a Roma e all’evento “ Arte e
Musica alle Residenze”a Cagliari.
Nel 2012 ha esposto le 90 “facce da Capodanno” al café Libarium di Cagliari; “
Muuhcche” all’agriturismo Genna’e Corte di Laconi; ha presentato con Luciano Melis
l’installazione “Senza Titoli” alla MEM Mediateca del Mediterraneo di Cagliari e nella
stessa location il video di presentazione della MEM TOY CAMERA, mostra-concorso
d’Hipstamatica.
Nel 2013 ha prodotto un trailer fotografico sulla Biennale di Venezia per L’Electronic
Art Cafè, proiettato in occasione della mostra collettiva In Simbiosi all’accademia di
Romania a Roma.
Da due anni è immersa a tempo pieno in studi, esercitazioni e sperimentazioni
fotografiche personali.
CLAUDIA MANDI
Borsista dell’Accademia di Romania
“Gioventù Pagata” - “Notte”
Claudia Mandi nasce nel 1972 a Craiova, Romania e
ad oggi vive e lavora all'Accademia di Romania in
Roma.
"Claudia Mandi" si fa carico di un disagio sociale –
sottolinea Sabina Pecorella, consulente artistico e
fautrice di un’integrazione degli artisti stranieri in
Italia – ed esprime la tensione emotiva e le vicende
storiche drammatiche delle donne rumene sottoposte
ad un momento storico difficile”. “S’intuisce la forza
della sua arte – continua la Pecorella - e il passaggio da un’epoca storica ad un’altra,
testimonianza dei cambiamenti epocali, insieme alla storia umana dell’artista che
riflette le ristrettezze del vissuto di centinaia di donne dopo la caduta di quel sistema
governativo”. Donne, corpi nudi di sole donne, dipinti a volute concentriche, colore
su colore, ora nelle sfumature del rosso e del rosa, ora in quelle del blu che dal
bluette tende al verde intenso. E poi donne angelo dalle ali spiegate pronte a
spiccare un volo, mentre altre donne sono in caduta libera, capovolte e disorientate,
a testimonianza dei cambiamenti sociali e della sofferenza subita.
Personali: 2010 - “Museum Etnografico” Palau - Sardegna, Italy / 2010 - News
Paper “Il Denaro” - Napoli, Italy / 2009 - “Teatro dei Dioscuri” - Roma, Italy /
Library “Cărtureşti” - Timişoara / 2008 - Galleria “Helios” Timişoara / Library
“Cărtureşti” Timişoara / 2007 - Galeria” Marani” Roma, Italy / Library “Cărtureşti” -
Timişoara / 2006 - Gallery” Helios” - Timişoara / - Hall - Timişoara / Bank “Ion
Ţiriac”- Timişoara / 2005 - “National Opera” - Timişoara / 2001 - Gallery “Orhideea”
- Timişoara / 2000 - Gallery” Arta” - Craiova / 1999 - Gallery “Creuse Artistique” -
Gueret, France / 1998 - Gallery “Arta” - Craiova / 1997 - Gallery “Arta” Craiova /
1994 - Gallery “Paul Sima” - Cluj-Napoca
Collettive:2009 - Gallery “Marani” - Roma, Italy / 2008 - Gallery - “Pentart” Roma,
Italy / 2000 - “Sinaide Ghi” - Roma, Italy / 1999 - Thevet Saint-Julien, France / 1995
- “Dell Bello Gallery” - Toronto, Canada / 1995 - “Sinaide Ghi” - Roma, Italy
www.claudiamandi.com
MAURO MARTORIATI
“Pensatore di Hamangia” In Omaggio alla
Cultura romena – “L’esercito dei Poveri”
Per Mauro Martoriati, che ha iniziato a respirare
l’aria capitolina nel 1957, Roma ha mescolato le
carte, in un continuum di vantaggi e svantaggi
che hanno iniziato a palesarsi con tutta la loro
prorompenza dagli anni Ottanta. La ricerca
artistica di Mauro è partita nelle botteghe della
capitale, dove ha iniziato a lavorare, per anni, con i migliori artisti che avevano
scelto il centro di Roma per esprimersi.
Gli acrilici a tinte forte che cercava di dominare ma lo dominavano gli hanno indicato
un percorso di ricerca e di produzione che, partendo dalla superficie piatta di tele,
legni e muri, gli imponevano di espandersi. Il bisogno costante di confronto, la
necessità di comprendere, la voglia di sapere e di comunicare hanno portato
Martoriati in giro per l’Europa. Madrid è stata la città più amata e frequentata,
seguita da Parigi. Ma ogni capitale ha lasciato in lui un germe di espansione. Infine
è diventata stretta anche la quiete del lago, rifugio in cui tornare dopo le ricerche
artistiche, personali e conoscitive. O, molto più semplicemente, la raggiunta
maturità gli ha permesso di ritornare a Roma con la certezza di aver trovato la via:
l’espansione. La sua espansione è diventata un’identità creativa, che almeno per ora
ha interrotto le sue ricerche, focalizzandolo sul bisogno di espandere metalli e colori.
Nel ciclo “Espansione” l’artista dimostra la completa maturità raggiunta, in cui
l’amore e l’interesse per la storia passata trovano la sintesi e lo slancio verso il
futuro, espandendosi e occupando spazi.
Professionista conosciuto e apprezzato nel panorama artistico italiano, oggi va oltre
la pittura e la scultura, realizzando anche opere di design, pezzi unici che rivelano
l’intensa parte scultorea ma al contempo possono trovare collocazione in qualunque
spazio abitativo, colloquiando con la quotidianità di chi lo abita.
www.mauromartoriati.it
LUCA PACE
“Tra Mito e Realtà”
Luca Pace nasce nel 1968 a Roma, dove vive e lavora. Cresciuto a contatto con il
mondo dell’arte, conosce e frequenta, grazie alla professione del padre Achille Pace,
(il principale fondatore del Gruppo Uno) artisti del calibro di Virgilio Guidi, Giulio
Turcato, Remo Brindisi (solo per citarne alcuni) i quali sono tra i primi ad
incoraggiarlo nel suo lavoro e dai quali riceve importanti insegnamenti, determinanti
per lo sviluppo di quelli che saranno i suoi indirizzi artistici. Cresce in un ambiente di
avanzate ricerche astratto-informali i cui principi si ritrovano oggi nella sua pittura,
nella quale lo spazio riveste uno dei ruoli principali. Uno spazio descritto dalla luce
della materia. Una pittura iconica quindi, che affonda le proprie radici in
insegnamenti anche (o soprattutto) aniconici. Durante il suo soggiorno in Spagna
(Barcellona) nel 1987, e a Parigi nel 1988, lavora a contatto con artisti del luogo,
realizzando quello scambio di esperienze tecniche e teoriche fondamentale per ogni
artista. Il tema maggiormente praticato è quello del Mito, visto e rivissuto nel
contesto contemporaneo. Nel corso degli anni ha elaborato fondamentalmente
quattro cicli di opere, che in ordine cronologico sono : "Hellenic Thinking" , "Il
respiro del Sacro", "Il Sogno", "Future Brain".
Nel ciclo di opere "Hellenic Thinking" l' artista esplora e reinterpreta i miti della
classicità greca proponendo, secondo la propria visione, Dei ed Eroi degli antichi
greci ed elleni con la loro concezione del mondo.
Successivamente nel ciclo di opere "Il respiro del Sacro" affronta la rilettura dei sacri
testi della Cristianità, in particolare del Nuovo Testamento. Si pone dunque un
campo di indagine sostanzialmente diverso da quello del ciclo precedente; evolve la
sua ricerca da un' indagine del politeismo ad una del monoteismo.
Il ciclo di opere "Il Sogno" nasce in seguito agli studi delle teorie Freudiane, in
particolare del "Die Traumdeutung" .
Nel ciclo "Future Brain" esprime il senso di disorientamento dell' uomo moderno, per
il quale tanto più aumenta il livello tecnologico e scientifico e tanto più diminuisce la
dimensione spirituale, determinando la perdita di punti di riferimento esistenziali.
www.lucapace.com
ACHILLE PACE
“Ecologia n. 11”
Achille Pace, è nato a Termoli nel 1923, pittore operante a Roma nell’ambito
dell’astrattismo storico e dell’arte informale, ha come premessa l’autonomia
cromatica degli espressionisti tedeschi e i problemi segnici di Paul Klee espressi
dapprima attraverso la “gettata di colore” e poi attraverso l’elaborazione di un
personale linguaggio incentrato sull’utilizzazione entro spazi per lo più neutri (neri,
grigi, azzurri, bianchi, rossi) di un filo di cotone che, come un guizzo di luce,
definisce e circoscrive lo spazio percettivo della visione. Il filo è la sigla maggiore
della sua opera ed è espressione di una concezione spaziale tesa a chiarire i rapporti
tra gesto e materia, tra condizione e simbolo del colore. Una ricerca incentrata più
che sulla rivalutazione delle forme primarie, propria della grande tradizione astratta,
sul valore della “forma” snaturata della sua essenza e della sua presenza, ma
rivelata come ipotesi reale di una dimensione altra.
Una ricerca alla quale Pace ha dedicato oltre 50 anni della sua vita e che continua a
sviluppare e sperimentare percorrendo nuovi percorsi cromatici e formali nei quali la
“poetica del filo” viene proposta in infinite varianti.
Nel 1962 Achille Pace è tra i fondatori, insieme a Gastone Biggi, Nicola Carrino, Nato
Frascà, Pasquale Santoro e Giuseppe Uncini, del Gruppo Uno nel quale opererà fino
al 1964. La pittura di Pace si impone ben presto all’attenzione della critica e l’artista
viene invitato alle più importanti rassegne d’arte nazionali e internazionali. Tra
queste la XXXIX e la XL Biennale di Venezia, la IX e la X Quadriennale di Roma, e ad
alcune delle più significative mostre sull’arte italiana del Novecento allestite in Italia
e all’estero come “Linee della Ricerca Artistica in Italia 1960-1980” (Roma, Palazzo
delle Esposizioni, a cura di Nello Ponente), “Orientamenti dell’arte italiana. Roma
1947-1989” (promossa dalla Regione Lazio e dall’Università La Sapienza a Mosca e a
Leningrado), “Disegno italiano del Novecento” (Museo d’Arte Moderna di Lugano, a
cura di Francesco Gallo), “Contemporary Italian Art” (Akron University, Ohio, U.S.A.)
e alle mostre allestite nella Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Termoli sul
“Gruppo Uno e gli anni ’60 a Roma”.
VERDIANA PATACCHINI
“JOLLY” - Scultura “Senza Titolo”
Verdiana Patacchini nasce ad Orvieto nel 1984.
Nel 2002 si trasferisce a Roma per frequentare
l’Accademia di Belle Arti, nel 2007 si diploma a
pieni voti in pittura. Negli ultimi anni ha vissuto
viaggiando tra l’Italia e l’America dove ha
esposto le sue opere; attualmente vive e lavora
tra Roma e New York facendo della pittura la sua
principale occupazione.
Firma i suoi quadri con lo pseudonimo Virdi.
“Lavoro perché la mia percezione si trasformi in un’immagine pittorica.
Protagoniste sono le immagini della mia fantasia che del resto si nutre del reale: le
figurazioni per diventare un’opera devono non solo assomigliare al reale ma
soprattutto funzionare come pittura. E la pittura, penso, debba avere la precedenza
sulla natura delle cose. Ho orrore del raccontino in pittura, credo che la pittura sia
fatta per evocare delle immagini che riguardo al mondo dell’artista, diventino degli
assoluti.
La mia è una ricerca sulla qualità del segno, sulla qualità del colore e della materia e
sono disposta ogni volta a partire da zero e rimettere tutto in discussione”.
www.virdi.it
CRISTIANO PETRUCCI
“Directional line”
I lavori di Cristiano Petrucci (Roma, 1974) generano composizioni
riconducibili alle strutture dell’architettura molecolare, la ricerca dell’artista è
improntata sulla necessità di costruire nuovi spazi, concepire nuove
dimensioni attraverso l’utilizzo di semplici palline da ping pong, delineando
così le tracce di futuribili visioni dedite a descrivere universi paralleli.
L’artista compone attorno alla concezione della forma sferica organismi
pluricellulari in cui è possibile reperire lo sviluppo embrionale della genesi
creativa delle opere, un vocabolario connaturato di multiformi codici
espressivi dove lo spazio edifica inedite geometrie strutturali.
I temi principali dei suoi lavori sono già percepibili dalle sue prime prove
artistiche. Da un lato domina la critica della società, intesa tanto in senso
collettivo che individuale, come evidenziano la sua personale del 2006, “A
bocca piena non si parla”, pressola Galleria Horti LamianiBettivo (Roma), la
partecipazione al Concorso di pittura “La metropoli e i suoi dispositivi di
controllo sociale“, (Anticaja e Petrella), e la collettiva pittorica del 2007
“HIV” pressola Cappella Orsini.
Ogni composizione è frutto di un assemblaggio manuale, di una minuziosa
dovizia fattuale attenta al dettaglio laddove è imprescindibile un’abilità
tecnica maturata nel tempo, in cui il prodotto finale è la conseguenza di una
complessa perizia compositiva e di una articolata elaborazione concettuale
che hanno consentito all’autore di sviluppare un’originale e sorprendente
cifra stilistica. Il risultato di questo procedimento tecnico, che si avvale
anche di diversi utensili prodotti dall’artista, si inserisce in un contesto che si
accosta notevolmente all’idea di generare composizioni vicine ad una
dimensione scultorea e tridimensionale.
Cristiano Petrucci compone attorno alla forma sferica organismi pluricellulari
in cui è possibile reperire lo sviluppo embrionale della genesi creativa, un
vocabolario connaturato da multiformi codici espressivi dove lo spazio
edifica sconosciute geometrie strutturali.
Nel 2014 inaugura una mostra personale dal titolo “EBANIS – nuove forme
di vita” all’Ermanno Tedeschi Gallery di Torino.
VINCENZO RESTUCCIA
“Free Love”
Vincenzo Restuccia è giovane fotografo siciliano Vincenzo Restuccia, classe ’80. Il
suo lavoro esprime un immaginario personale e universale allo stesso tempo: dal
fetish alla denuncia sociale, alla riflessione sulla cronaca contemporanea, al
riferimento ad un mondo fiabesco, con la perfezione di istantanee costruite
attraverso la precisione attoriale, di finzione e compositiva.
L’indagine non si offe mai spontanea, ma è caratterizzata da un lento e preciso
intento strutturale che si pone come atto comunicativo. La volontà intima è creare
un’epifania, dare la sensazione di trovarsi davanti a immagini che con la potenza del
messaggio visivo possano scardinare la quotidianità. Ogni serie che realizza ha un
suo statuto, una sua origine, un suo sviluppo, vive di una vita propria che si misura
con tutte le altre serie a formare una ricerca in profondità su diverse tematiche che
si possono riallacciare a uno stesso filo conduttore sia estetico che concettuale.
Restuccia inizia a fotografare nella sua terra natale, quasi da autodidatta, poi a
Roma, fra il 2006 e il 2007, frequenta la scuola romana di fotografia. Le tematiche
sociali sono alla base di molti suoi lavori: nel primo progetto Cancer city gli scatti
sono contestualizzati all’interno del polo industriale vicino Siracusa e denunciano la
nascita di bambini malformati e la morte delle persone di cancro a causa
dell’inquinamento, fino ad arrivare al più recente ciclo Saloon Bambole che esprime
la contrarietà verso il modello di bellezza femminile odierno che porta molte
adolescenti all’anoressia, e lo fa attraverso fotografie in cui protagonista è una
donna obesa trasformata in diva sensuale nelle pose e nell’espressività.
www.restucciart.com
LEONTINA ROTARU
Borsista dell’Accademia di Romania
“Senza Titolo”
Leontina Rotaru è una giovane artista borsista che
attualmente vive e lavora a Roma. Nasce nel 1987 in
Romania e sperimenta la sua tecnica pittorica
attraverso figurazioni di personaggi caratterizzati da
un segno forte e deciso.
Personali:
- 2013: Segni Ars Munus, Palazzo Del Vescovado, Segni, Italy
- 2012: Oxigen 1 as a debutant artist, Oxigen 1 Event by Alexandru Radvan and
David Sandor, Artist Invited: Dan Perjovschi, Bucharest
- 2012: Hold your horses, Casa Arte Gallery/ Artists Run Space/ Open Studio,
Bucharest
Collettive:
- 2013: Borderless/ Spazi Aperti 2013, Accademia di Romania in Roma, Rome
- 2010: Safir, Visual Introspection Centre, Bucharest
- 2009: Visual meetings, UNA Gallery, Bucharest
PIERA SCOGNAMIGLIO
“Post Baroque Still Life”
Piera Scognamiglio consegue la LAUREA IN
PITTURA E DESIGN presso l' Accademia di Belle Arti
di Napoli e L'ABILITAZIONE ALL'INSEGNAMENTO
presso l'Accademia di Belle Arti Di Roma. Laureanda
presso la Facoltà di Lettere e Filosofia de "La
Sapienza" (LAUREA MAGISTRALE IN STUDI
STORICO-ARTISTICI).
Per alcuni anni si e’ dedicata allo studio del
pianoforte e della recitazione ,collaborando con
registi come Giorgio Scarpato, Antonio Capuano.
Nel 2007 lavora come Ufficio Stampa presso l' Accademia di Belle Arti di Napoli.
Ha avuto collaborazioni artistiche in veste di scenografa televisiva, illustratrice.
E' docente di Disegno e Storia dell'Arte e giornalista (Napolitivù, L’Urlo magazine
etc..) Le sue opere recenti sottolineano la predilizione per la pittura, pur essendosi
dedicata per alcuni anni alla realizzazione di installazioni multimediali.
Finalista/vincitrice di varie manifestazioni artistiche di rilievo, Piera Scognamiglio ha
esposto in diverse gallerie private italiane, presso il Museo Archeologico di Grosseto,
il Museo d’Arte Contemporanea di Caserta, al Castel dell'Ovo di Napoli, all'Università
Urbaniana di Città del Vaticano, in sale istituzionali come la Sala Consiliare di Santa
Maria La Nova a Napoli, Palazzo Sant’Elia a Palermo, presso il Conservatorio S.
Pietro a Majella di Napoli, il Museo “Angelo Rizzoli” di Ischia, la Cappella Orsini di
Roma, il Museo Archeologico “F. Barreca” di Sant'Antioco, il Palazzo delle Esposizioni
di Roma. Ha partecipato a mostre curate da autorevoli personalità della critica d’arte
contemporanea, tra cui Achille Bonito Oliva e Vittorio Sgarbi.
www.pscognamiglio.carbonmade.com
MATEI LUCA STOIAN Borsista dell’Accademia di Romania
“Stravinsky Connexion”
L’arch. Matei Luca STOIAN è architetto e designer, è assistente universitario presso
il Dipartimento di Progettazione d’Interni e Design, dell’Università di Architettura ed
Urbanismo “Ion Mincu” di Bucarest, è titolare di una borsa di studio nazionale, dal
1° ottobre 2012 al 31 luglio 2014 è borsista “Vasile Parvan” presso l’Accademia di
Romania in Roma. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e
private. Nel 2012 e nel 2013 i suoi progetti sono stati premiati nella prestigiosa
Annuale di Architettura di Bucarest. L’arch. Matei Luca STOIAN ha avuto più di 10
mostre personali e più di 20 mostre collettive nel suo paese e all'estero.
Attualmente è uno di piu importanti artisti e architetti romeni della sua
generazione.
La opera “Stravinsky Connexion” presentata nell’ambito della mostra “ In SIMBIOSI”
fa parte della recenta serie di pitture create a Roma per l’esposizione
“EXPERIMETRU III”.
“Stravinsky Connexion” indica la volontà di superare il colore per cogliere tutti gli
effetti, e i riflessi e i movimenti della luce a contatto con la superficie della legno.
Riflessione di suoni musicali sono caratterizzate da una forte dinamicità, generata
dalle diverse tonalità di nero, opaco o lucido, e dal susseguirsi dei segni impressi
sulla superficie del colore. Alternando, infatti, parti lisce a parti ritmate, i riflessi e le
vibrazioni luminose sono ancora più esaltati, sfruttando anche il contrasto con lo
sfondo bianco delle pareti.
UEMON TATSUO IKEDA
“Stanza MSX2”
Uemon Ikeda, nome d'arte di Tatsuo Ikeda (Kōbe, 1952), è un artista e pittore
giapponese. Negli anni ottanta conosce Simonetta Lux che lo invita a partecipare
alla collettiva Simultaneità - Nuove Direzioni dell'Arte Contemporanea Giapponese a
Palazzo Braschi, Roma (1991), seguita da numerose altre.
Nel 1989 espone a Tokyo (mostra personale) “Uemon Ikeda”, presso la Lunami
Gallery (testo Masaaki Iseki) curata da Emiko Namikawa e nel 2011 sempre a
Tokyo, presso TOKI Art Space mostra personale “Golden Fleece – Jason The
beautiful Medea” curata da Noriko Toki ex assistente Emiko Namikawa presso
Lunami Gallery. Nel 1997 partecipa al terzo festival di arte e poesia a Bomarzo
"Incantesimi. Scene d’arte e poesia. VICINANZE" ideato da Simonetta Lux e Miriam
Mirolla, (Museo Laboratorio delle Arti Contemporanee dell'Universita della Tuscia),
Palazzo Orsini.
Nel 2000 espone a Roma al Museo laboratorio di arte contemporanea dell'Universita
La Sapienza (mostra personale). Nel 2005 espone nuovamente al Museo Laboratorio
di Arte Contemporanea, Università di Roma 1 “La Sapienza” (mostra personale)
Uemon Ikeda - un ragazzo che voleva vivere nel rettangolo a cura di Simonetta Lux.
Nel 2010 espone alla galleria Hybrida Contemporanea, Roma (mostra personale)
Giasone e la bella Medea a cura di Emanuela de Notariis. Nel 2012 espone presso lo
studio galleria EMBRICE, Roma (mostra personale) Post-strutture: linee, fili, labirinti
di Uemon Ikeda a cura di Simonetta Lux e Carlo Severati. Partecipa all’iniziativa
LUDUS a cura di Francesco Gallo Mazzeo presenta un’installazione Filo di Arianna in
piazza Trilussa, Roma . Prende parte alla Giornata Europea della Cultura Ebraica il 2
settembre 2012 realizza presso i giardini del Tempio Maggiore - principale Sinagoga
di Roma - un'installazione post strutture di Uemon Ikeda. Installazione raffigurante
la Stella di David organizzata dal Direttore del centro di Cultura Ebraica Miriam
Haiun, a cura di Anna Lisa Secchi - Delegata alle politiche culturali del Municipio
centro storico di Roma Ufficio di comunicazione e immagine: Studio Marta Bianchi.
Partecipa alla collettiva Io Klimt a Castello Ursino di Catania successive a Palermo,
Roma, Vienna a cura di Francesco Gallo Mazzeo. La sua opera è stata sostenuta
dall'antropologo/medico MarKo Viktor Solomon, dal professore/architetto Carlo
Severati assistente di Bruno Zevi e dai critici: ISEKI, Masaaki attuale Direttore del
Tokyo Metropolitan Teien Art Museum; da Simonetta Lux e dall'argentino Carlos
Spartaco. Vive e lavora a Roma.
PIETRO ZUCCA & ADC di GIAMMARCO FRATOCCHI
“Geografia solidale del suono” Scultura sonora
Pietro Zucca nasce a Desenzano del Garda nel 1982.
Nel 2007 si è diplomato in Scultura all'Accademia di Belle Arti di Brera .
In seguito ha frequentato due corsi di perfezionamento di primo livello, progetti
interfacoltà di RomaTre, facoltà di Architettura di Valle Giulia, Facoltà di Beni
Culturali di Viterbo e Accademia di Belle Arti di Brera. Al suo attivo numerose
partecipazioni a rassegne d'arte caratterizzate da performance dal vivo, installazione
e scultura.
Attualmente vive ed opera a Roma. La sua ricerca espressiva è diretta ad
approfondire i rapporti relazionali tra il concetto dello spazio progettuale in scultura
con l'immaginario legato al senso dei luoghi reali, abitati dal corpo.
Lo spazio architettonico, dell'azione teatrale/performativa e la fotografia, sono
elementi che hanno costituito le tappe del suo percorso, diventandone parte
integrante e retroterra culturale.
www.pietrozucca.org
ADC di GIAMMARCO FRATOCCHI
Il suono generato dalla scultura è stato realizzato da ADC di Giammarco Fratocchi,
compositore di musica elettronica: deep house, minimal house e hardcore house. le
linee musicali si mixano a rumori atmosferici che vengono superati da battiti e ritmi
spezzati . I livelli estremamente elevati delle alte frequenze generano rumori
distorti tipici del soundsytems internazionale. Queste tracce estremamente distorte
e complesse convergono verso l’elettronica estrema.
IL VERNISSAGE
RINGRAZIAMENTI
Umberto Scrocca, Daniela Crasnaru, Daniela Ispas, Claudia Mandi, Achille Pace,
Lauigi Athos De Blasio, Luca Pace, Ippolita Avalli, Fausto Cantagalli, Emanuele
Cantagalli, Filippo Caldarelli, Paolo Assenza, Teresa Coratella, Ilaria Aprile, Fabio
Milani e Francesco Perri, Casale del Giglio.
IN COLLABORAZIONE CON
www.electronicartcafe.com
Con il PATROCINIO DEL COMUNE DI ROMA - IN COLLABORAZIONE con Electronic Art Cafè
www.electronicartcafe.com Accademia di Romania www.accadromania.it - COORDINAMENTO ARTISTICO Manuela
Van, Daniela Ispas e Umberto Scrocca - PROGETTO In SIMBIOSI di Manuela Van - SPONSOR Romana Telai di Fausto
Cantagalli www.faustocantagalli.it, Azienda vinicola Casale del Giglio e Web Radio Tra Musica e realtà
www.vangroup.it- TESTI Daniela Crasaru, Ippolita Avalli, Achille Pace e Manuela Van - FOTOGRAFIE Francesco Perri,
Fabio Milani e Ilaria Aprile – DESIGN Filippo Caldarelli. Nessuna parte di questo catalogo può essere riprodotta o
trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione degli Artisti,
degli Sponsor e delle Collaborazioni sopra menzionate.