Caterina Da Siena - Dialogo Della Divina Provvidenza

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  • 8/8/2019 Caterina Da Siena - Dialogo Della Divina Provvidenza

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    SCRITTORI DITALIA

    SANTA CATERINA DA SIENA

    LIBRO DELLA DIVINA DOTTRINAVOLGARMENTE DETTODIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA[ii]

    SANTA CATERINA DA SIENA

    LIBRO DELLA DIVINA DOTTRINA

    VOLGARMENTE DETTODIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA

    NUOVA EDIZIONESECONDO UN INEDITO CODICE SENESEA CURA DIMATILDE FIORILLI

    BARIGIUS. LATERZA & FIGLI

    TIPOGRAFI-EDITORI-LIBRAI1912

    [iii]

    PROPRIET LETTERARIA

    AGOSTO MCMXII31955

    [1]

    AL NOME DI IESU CRISTO CROCIFIXO E DI MARIA DOLCE

    Questo libro fece la venerabile vergine Caterina da Siena mantellata di sancto Domenico

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    Liber divine doctrine date per personam Dei Patris intellectui loquentis gloriose et sancte virginiCaterine de Senis predicatorum ordinis. Conscriptus ipsa dictante licet vulgariter et stante in raptuactualiter et audiente quid in ea loqueretur Dominus Deus et coram pluribus referente

    [3]

    CAPITOLO ICome lanima per orazione sunisce con Dio, e come questa anima, de la quale qui si parla, essendolevata in contemplazione, faceva a Dio quatro petizioni.

    Levandosi una anima ansietata di grandissimo desiderio verso lonore di Dio e la salute de lanime;exercitandosi per alcuno spazio di tempo nella virt, abituata e abitata nella cella del cognoscimentodi s per meglio cognoscere la bont di Dio in s; perch al cognoscimento sguita lamore, amandocerca di seguitare e vestirsi della verit. E perch in veruno modo gusta tanto ed illuminata dessaverit quanto col mezzo de lorazione umile e continua fondata nel cognoscimento di s e di Dio(per che lorazione, exercitandola per lo modo decto, unisce lanima in Dio, seguitando le vestigiedi Cristo crocifixo), e cos per desiderio e affecto e unione damore ne fa un altro s.

    Questo parbe che dicesse Cristo quando disse: Chi mamar e servar la parola mia Io manifestarme medesimo a lui, e sar una cosa con meco e Io con lui. E in pi luoghi troviamo simili parole,per le quali potiamo vedere che egli la verit che per affecto damore lanima diventa un altro lui.E per vederlo pi chiaramente, ricrdomi davere udito dalcuna serva di Dio che essendo inorazione, levata con grande elevazione di mente, Dio non nascondeva a locchio de lintellecto suolamore che aveva a servi suoi: anco el manifestava, e tra laltre cose diceva:Apre locchio delintellecto e mira in me, e vedrai la dignit e bellezza della mia creatura che ha in s ragione. E trala bellezza che io ho data a lanima creandola a la imagine e similitudine mia, raguarda costoro chesono vestiti del vestimento nupziale, cio della carit, adornato di[4] molte vere e reali virt, unitisonno con meco per amore. E per ti dico che se tu mi dimandassi:Chi sonno costoro?Rispondareidiceva il dolce e amoroso Verbo:Sonno un altro me, perch hanno perduta e

    annegata la propria volont, e vestitisi, unitisi e conformatisi con la mia.Bene dunque vero che lanima sunisce per affecto damore. S che, volendo pi virilmentecognoscere e seguitare la verit, levando il desiderio suo, prima per se medesima (considerando chelanima non pu fare vera utilit di doctrina, dexemplo e dorazione al proximo suo se prima non fautilit a s, cio davere e acquistare la virt in s) domandava al sommo ed etterno Padre quattro

    petizioni. La prima era per se medesima; la seconda per la reformazione della sancta Chiesa; laterza generale per tucto quanto il mondo, e singularmente per la pace dei cristiani e quali sonnoribelli con molta irreverenzia e persecuzione alla sancta Chiesa. Nella quarta dimandava la divina

    providenzia che provedesse in comune, e in particulare in alcuno caso che era adivenuto.

    CAPITOLO II

    Come el desiderio di questa anima crebbe, essendole mostrato da Dio la necessit del mondo.Questo desiderio era grande ed era continuo; ma molto maggiormente crebbe essendo mostratodalla prima Verit la necessit del mondo, e in quanta tempesta e offesa di Dio egli era. E intesaaveva ancora una lectera, la quale aveva ricevuta dal padre de lanima sua, dove egli mostrava penae dolore intollerabile de loffesa di Dio e danno de lanime e persecuzione della sancta Chiesa.Tucto questo laccendeva il fuoco del sancto desiderio, con dolore de loffesa e con allegrezzaduna speranza per la quale aspectava che Dio provedesse a tanti mali. E perch nella comunionelanima pare che pi dolcemente si strenga fra s e Dio e meglio cognosca la sua verit (lanima[5]allora in Dio, e Dio ne lanima, s come il pesce che sta nel mare, e il mare nel pesce); e per questole venne desiderio di giognere nella mactina per avere la messa; el quale d era il d di Maria.Venuta la mactina e lora della messa, si pose con ansietato desiderio e con grande cognoscimentodi s, vergognandosi della sua imperfeczione, parendole essere cagione del male che si faceva pertucto quanto el mondo, concipendo uno odio e uno dispiacimento di s con una giustizia sancta; nelquale cognoscimento e odio e giustizia purificava le macchie che le pareva, ed era ne lanima sua,

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    di colpa, dicendo:O Padre etterno, io mi richiamo di me a te, che tu punisca loffese mie in questotempo finito. E perch delle pene, che debba portare il proximo mio, io per li miei peccati ne socagione, per ti prego benignamente che tu le punisca sopra di me.

    CAPITOLO III

    Come loperazioni finite non sono sufficienti a punire n a remunerare senza laffecto de la caritcontinuo.

    Alora la Verit etterna, rapendo e tirando a s pi forte il desiderio suo, facendo come faceva nelTestamento vecchio che quando facevano il sacrifizio a Dio veniva uno fuoco e tirava a s ilsacrifizio che era accepto a lui, cos faceva la dolce Verit a quella anima: che mandava il fuocodella clemenzia dello Spirito sancto e rapiva il sacrifizio del desiderio che ella faceva di s a lui,dicendo:Non sai tu, figliuola mia, che tucte le pene che sostiene o pu sostenere lanima in questavita non sonno sufficienti a punire una minima colpa? per che loffesa che facta a me, che soBene infinito, richiede satisfaczione infinita. E per Io voglio che tu sappi che non tucte le pene chesonno date in questa vita sonno date per punizione, ma per correczione, per gastigare il figliuoloquando egli offende. Ma vero questo: che col desiderio de lanima si satisfa, cio con[6] la vera

    contrizione e dispiacimento del peccato. La vera contrizione satisfa a la colpa ed a la pena, non perpena finita che sostenga, ma per desiderio infinito. Perch Dio, che infinito, infinito amore einfinito dolore vuole. Infinito dolore vuole in due modi: luno della propria offesa la quale hacommessa contra l suo Creatore; laltro de loffesa che vede fare al proximo suo. Di questi cotali,

    perch hanno desiderio infinito (cio che sonno uniti per affecto damore in me, e per si doglionoquando offendono o veggono offendere), ogni loro pena che sostengono, spirituale o corporale, daqualunque lato ella viene, riceve infinito merito e satisfa a la colpa che meritava infinita pena:

    poniamo che sieno state operazioni finite, facte in tempo finito; ma perch fu adoperata la virt esostenuta la pena con desiderio e contrizione e dispiacimento della colpa infinito, per valse.

    Questo dimostr Paolo quando disse: Se io avesse lingua angelica, sapesse le cose future, desse ilmio a poveri, e dessi el corpo mio ad ardere, e non avesse carit, nulla mi varrebbe. Mostra ilglorioso apostolo che loperazioni finite non sonno sufficienti n a punire n a remunerare senza ilcondimento dellaffecto della carit.

    CAPITOLO IVCome el desiderio e la contriczione del cuore satisfa a la colpa e a la pena in s e in altrui, e cometale volta satisfa a la colpa e none a la pena.

    Hotti mostrato, carissima figliuola, come la colpa non si punisce in questo tempo finito perveruna pena che si sostenga, puramente pur pena. E dico che si punisce con la pena che si sostienecol desiderio, amore e contrizione del cuore: non per virt della pena, ma per la virt del desideriode lanima. S come il desiderio e ogni virt vale ed ha in s vita per Cristo crocifixo unigenito mio

    Figliuolo in quanto lanima ha tracto lamore dallui e con virt sguita le vestigie sue.[7]Per questo modo vagliono, e non per altro; e cos le pene satisfanno a la colpa col dolce e unitivoamore acquistato nel cognoscimento dolce della mia bont, e amaritudine e contrizione di cuore,cognoscendo se medesimo e le proprie colpe sue. El quale cognoscimento genera odio edispiacimento del peccato e della propria sensualit. Unde egli si reputa degno delle pene e indegnodel fructo. S chediceva la dolce Veritvedi che, per la contrizione del cuore, con lamore dellavera pazienzia e con vera umilit, reputandosi degni della pena e indegni del fructo, per umilit

    portano con pazienzia. S che vedi che satisfa per lo modo decto.

    Tu mi chiedi pene acci che si satisfacci a loffese che sonno facte a me dalle mie creature, edimandi di volere cognoscere e amare me che so somma Verit. Questa la via a volere venire a

    perfecto cognoscimento e volere gustare me Verit etterna: che tu non esca mai del cognoscimentodi te; e abbassata che tu se nella valle de lumilit, e tu cognosce me in te. Del qualecognoscimento trarrai quello che t necessario. Neuna virt pu avere in s vita se non dalla carit.E lumilit baglia e nutrice della carit. Nel cognoscimento di te taumiliarai vedendo te per te non

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    essere, e lessere tuo cognoscerai da me che vho amati prima che voi fuste; e per lamore ineffabileche Io vebbi, volendovi ricreare a grazia vho lavati e ricreati nel sangue de lunigenito mioFigliuolo sparto con tanto fuoco damore.

    Questo sangue fa cognoscere la verit a colui che sha levata la nuvila de lamore proprio per locognoscimento di s; ch in altro modo non la cognoscerebbe. Allora lanima saccender in questo

    cognoscimento di me con uno amore ineffabile; per lo quale amore sta in continua pena, non penaaffliggitiva che affligga n disecchi lanima, anco la ingrassa; ma perch ha cognosciuta la miaverit e la propria colpa sua e la ingratitudine e ciechit del proximo, ha pena intollerabile; e per siduole perch mama, ch se ella non mamasse non si dorrebbe.

    Subbito che tu e gli altri servi miei avarete, per lo modo decto, cognosciuta la mia verit, viconverr sostenere infine a[8] la morte le molte tribolazioni e ingiurie e rimprovri in decto e infacto per gloria e loda del nome mio. S che tu portarai e patirai pene.

    Tu dunque e gli altri miei servi, portate con vera pazienzia, con dolore della colpa e amore dellavirt, per gloria e loda del nome mio. Facendo cos, satisfar le colpe tue e degli altri miei servi, sche le pene che sosterrete saranno sufficienti, per la virt della carit, a satisfare e a remunerare in

    voi e in altrui. In voi ne ricevarete fructo di vita, spente le macchie delle vostre ignoranzie, e Io nonmi ricordar che voi moffendeste mai. In altrui satisfar per la carit e affecto vostro, e donarsecondo la disposizione loro con la quale ricevaranno. In particulare a coloro che si dispongonoumilemente e con reverenzia a ricevere la doctrina de servi miei, lo perdonar la colpa e la pena.Come? che per questo verranno a questo vero cognoscimento e contrizione de peccati loro. S checon lo strumento de lorazione e desiderio de servi miei riceveranno fructo di grazia, ricevendo essiumilemente, come decto , e meno e pi, secondo che vorranno exercitare con virt la grazia.

    In generale, dico che per li desidri vostri riceveranno remissione e donazione. Guarda gi che nonsia tanta la loro obstinazione che eglino vogliano essere riprovati da me per disperazione,spregiando el Sangue che con tanta dolcezza gli ha ricomprati. Che fructo ricevono? el fructo cheIo gli aspecto, costrecto da lorazioni de servi miei, e dollo lume, e follo destare il cane della

    coscienzia, e follo sentire lodore della virt, e dilectargli della conversazione de miei servi. Ealcuna volta permecto che l mondo lo mostri quello che egli , sentendo variate e diverse passioniacci che cognoscano la poca fermezza del mondo e levino il desiderio a cercare la patria loro divita etterna. E cos per questi e molti altri modi, e quali locchio non sufficiente a vedere n lalingua a narrare n il cuore a pensare quante sonno le vie e modi che Io tengo, solo per amore e perriducerli a grazia, acci che la mia verit sia compta in loro.[9]

    Costrecto so di farlo da la inextimabile carit mia con la quale Io li creai, e da lorazioni e desidrie dolore de servi miei; perch non so spregiatore della lagrima, sudore e umile orazione loro, ancogli accepto, per che Io so colui che gli fo amare e dolere del danno de lanime. Ma non lo dsatisfaczione di pena a questi cotali generali, ma s di colpa, perch non sonno disposti dalla parteloro a pigliare con perfecto amore lamore mio e de servi miei. N non pigliano el loro dolore con

    amaritudine e perfecta contrizione della colpa commessa; ma con amore e contrizione imperfecta, eper non hanno n ricevono satisfaczione di pena come gli altri, ma s di colpa; perch richiededisposizione da luna parte e da laltra, cio da chi d e da chi riceve. Perch sonno imperfecti,imperfectamente ricevono la perfeczione de desidri di coloro che con pena gli offerano dinanzi dame per loro.

    Perch ti dixi che ricevevano satisfaczione, e anco lera donato. Cos la verit, che per lo modoche Io tho decto, per li strumenti di quello che di sopra contiammo (del lume della coscienzia, e delaltre cose), l satisfacto la colpa; cio cominciandosi a ricognoscere, bomicano il fracidume de

    peccati loro, e cos ne ricevono dono di grazia.

    Questi sonno coloro che stanno nella carit comune. Se essi hanno ricevuto per correczione quello

    che hanno avuto, e non hanno facta resistenzia alla clemenzia dello Spirito sancto, ricvonne vita digrazia escendo della colpa. Ma se essi, come ignoranti, sonno ingrati e scognoscenti verso di me everso le fadighe de servi miei, esso facto lo torna in ruina e a giudicio quello che era dato permisericordia; non per difecto della misericordia n di colui che impetrava la misericordia per lo

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    ingrato, ma solo per la miseria e durizia sua, il quale ha posto, con la mano del libero arbitrio, in sulcuore la pietra del diamante che, se non si rompe col Sangue, non si pu rompere. Anco ti dico che,non obstante la durizia sua, mentre che egli ha il tempo che pu usare il libero arbitrio, chiedendo ilsangue del mio Figliuolo, con essa medesima mano e pongalo sopra la durizia del cuore suo, lospezzar e ricever il fructo del[10] Sangue che pagato per lui. Ma se egli sindugia, passato el

    tempo, non ha rimedio veruno, perch non ha riportata la dota che gli fu data da me: dandoli lamemoria perch ritenesse i benefizi miei, e lo ntellecto perch vedesse e cognoscesse la verit, elaffecto perch egli amasse me, verit etterna, la quale lo ntellecto cognobbe.

    Questa la dota che io vi diei, la quale debba ritornare a me Padre. Avendola venduta e sbaractataal demonio, el demonio con esso lui ne va e portane quello che in questa vita acquist, empiendo lamemoria delle delizie e ricordamento di disonest, superbia, avarizia e amore proprio di s; odio edispiacimento del proximo, perseguitatore de miei servi. In queste miserie obfuscano lo ntellecto

    per la disordinata volont; cos ricevono, con le puzze loro, pena etternale, infinita pena, perch nonsatisfecero a la colpa con la contrizione e dispiacimento del peccato.

    S che hai come la pena satisfa alla colpa per la perfecta contrizione del cuore, non per le penefinite. E non tanto la colpa, ma la pena che sguita doppo la colpa, a questi che hanno questa

    perfeczione. E a generali, come decto , satisfa a la colpa, cio che, privati del peccato mortale,ricevono la grazia; e non avendo sufficiente contrizione e amore a satisfare a la pena, vanno alle

    pene del purgatorio, passati dal secondo e ultimo mezzo.

    S che vedi che satisfa per lo desiderio de lanima unito in me, che so infinito Bene; poco e assai,secondo la misura del perfecto amore di colui che d lorazione e il desiderio e di colui che riceve.Con quella medesima misura che colui d a me e laltro riceve in s, con quella l misurato dallamia bont. S che cresce il fuoco del desiderio tuo, e non lassare punto di tempo che tu non gridi convoce umile e con continua orazione dinanzi da me per loro. Cos dico a te e al padre de lanima tuache Io tho dato in terra, che virilmente portiate, e morta sia ogni propria sensualit.[11]

    CAPITOLO VCome molto piacevole a Dio el desiderio di volere portare per lui.

    Molto piacevole a me il desiderio di volere portare ogni pena e fadiga infino a la morte in salutede lanime. Quanto pi sostiene, pi dimostra che mami; amandomi, pi cognosce della mia verit;e quanto pi cognosce, pi sente pena e dolore intollerabile de loffesa mia.

    Tu dimandavi di sostenere e di punire e difecti altrui sopra di te; e tu non tavedevi che tudimandavi amore, lume e cognoscimento della verit. Perch gi ti dixi che quanto era maggiorelamore, tanto cresce il dolore e la pena. A cui cresce amore, cresce dolore. Adunque Io vi dico chevoi dimandiate, e egli vi sar dato. Io non denegar a chi mi dimander in verit. Pensa che egli tanto unito lamore della divina carit, che ne lanima, con la perfecta pazienzia, che non si pu

    partire luna che non si parta laltra. E per debba lanima, come elegge damare me, cos elegga diportare per me pene in qualunque modo, e di qualunque cosa Io le concedo. La pazienzia non sipruova se non nelle pene, e la pazienzia unita con la carit, come decto . Adunque portatevirilmente, altrimenti non sareste n dimostrareste dessere sposi della mia verit e figliuoli fedeli,n che voi fuste gustatori del mio onore n della salute de lanime.

    CAPITOLO VICome ogni virt e ogni defecto si fa col mezzo del proximo.

    Ch io ti fo a sapere che ogni virt si fa col mezzo del prossimo, e ogni difecto. Chi sta in odio dime fa danno al proximo e a se medesimo che principale prossimo. Fagli[12] danno in generale ein particulare. In generale perch ste tenuti damare il prossimo vostro come voi medesimi;

    amandolo dovete sovenirlo spiritualmente con lorazione e con la parola, consigliandolo e aitandolospiritualmente e temporalmente secondo che fa bisogno alla sua necessit, almeno volontariamente,non avendo altro. Non amando me, non ama lui; non amandolo, non el soviene; offende innanzi se

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    medesimo che si tolle la grazia, e offende il prossimo tollendoli, perch non gli d lorazione e idolci desidri che tenuto dofferire dinanzi a me per lui. Ogni sovenire che egli fa debba usciredella dileczione che egli gli ha per amore di me.

    Cos ogni male si fa per mezzo del prossimo, cio che, non amando me, non nella carit sua. Etucti e mali dependono perch lanima privata della carit di me e del prossimo suo. Non facendo

    bene, sguita che fa male; facendo male, verso cui el fa e dimostra? verso se medesimo in prima edel proximo; non verso di me, ch a me non pu fare danno se none in quanto Io reputo facto a mequello che fa ad altrui. Fa danno a s di colpa, la qual colpa el priva della grazia; peggio non si pufare. Al proximo fa danno non dandoli el debito che gli debba dare della dileczione e dellamore,col quale amore il debba sovenire con lorazione e sancto desiderio offerto a me per lui.

    Questo uno sovenimento generale che si debba fare a ogni creatura che ha in s ragione. Utilitparticulari sonno quelle che si fanno a coloro che vi sonno pi da presso dinanzi agli occhi vostri,de quali ste tenuti di sovenire luno a laltro con la parola e doctrina e exemplo di buoneoperazioni, e in tucte laltre cose che si vede che egli abbi bisogno; consigliandolo schiectamentecome se medesimo e senza passione di proprio amore. Egli non el fa, perch gi privato delladileczione verso di lui. S che vedi che, non facendolo, gli fa danno particulare; e non tanto che gli

    facci danno non facendoli quel bene che egli pu, ma e gli fa male e danno assiduamente. Come?Per questo modo: el peccato si fa actuale e mentale; mentale gi facto, ch ha conceputo piaceredel peccato e[13] odio della virt, cio del proprio amore sensitivo, il quale lha privato de laffectodella carit el quale debba avere a me e al proximo suo. E poi che egli ha conceputo, gli parturisceluno di po laltro sopra del proximo, secondo che piace a la perversa volont sensitiva, in diversimodi: alcuna volta vediamo che parturisce una crudelt e in generale e in particulare. Generale divedere s e le creature in dampnazione e in caso di morte per la privazione della grazia; ed tantocrudele che non si soviene, s n altrui, de lamore della virt e odio del vizio; anco come crudeledistende actualmente pi la crudelt sua, cio che non tanto che egli dia exemplo di virt, ma egli,come malvagio, piglia lofficio delle dimonia, traendo, giusta l suo potere, la creatura da la virt econducendola nel vizio. Questa crudelt verso lanima che s facto strumento a tollarle la vita e

    darle la morte. Crudelt corporale usa per cupidit, ch non tanto che egli sovenga il proximo delsuo, ma egli tolle laltrui, robbando le poverelle, e alcuna volta per acto di signoria e alcuna voltacon inganno e con frode facendo ricomprare le cose del proximo e spesse volte la propria persona.O crudelt miserabile, la quale sarai privata della misericordia mia, se esso non torna a piet e

    benivolenzia verso di lui!

    E alcuna volta parturisce parole ingiuriose, doppo le quali parole spesse volte sguita lomicidio. Ealcuna volta parturisce disonest nella persona del proximo, per la quale ne diventa animale bruto,

    pieno di puzza; e non atosca n uno n due, ma chi se gli appressima con amore e conversazione nerimane atoscato.

    In cui parturisce la superbia? solo nel proximo per propria reputazione di s; unde ne traie

    dispiacere del proximo suo, reputandosi maggiore di lui, e per questo modo gli fa ingiuria. Se egliha a tenere stato di signoria, parturisce ingiustizia e crudelt ed rivenditore delle carni degliuomini.

    O carissima figliuola, duolti de loffesa mia e piagne sopra questi morti, acci che con lorazione sidistruga la morte loro! Or vedi che da qualunque lato, e di qualunque maniera di genti, tu vedi tucti

    parturire i peccati sopra del proximo, e farli col[14] suo mezzo. In altro modo non farebbe maipeccato neuno, n occulto n palese: occulto quando non gli d quello che gli debba dare; palese quando parturisce e vizi, s come Io ti dixi.

    Adunque bene la verit che ogni offesa facta a me si fa col mezzo del proximo.

    CAPITOLO VIICome le virt saoperano col mezzo del proximo, e perch le virt sono poste tanto differenti ne lecreature.

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    Decto tho come tucti e peccati si fanno col mezzo del proximo per lo principio che ti posi,perch erano privati dellaffecto della carit, la quale carit d vita a ogni virt; e cos lamoreproprio, il quale tolle la carit e dileczione del proximo, principio e fondamento dogni male.Tucti gli scandali, e odio e crudelt e ogni inconveniente procede da questa perversa radice delamore proprio. Egli ha avelenato tucto quanto el mondo e infermato el corpo mistico della sancta

    Chiesa e luniversale corpo della religione cristiana, perch Io ti dixi che nel proximo si fondavanotucte le virt, e cos la verit.

    Io s ti dixi che la carit dava vita a tucte le virt, e cos : che veruna virt si pu avere senza lacarit, cio che la virt sacquisti per puro amore di me. Ch poi che lanima ha cognosciuta s,come di sopra dicemmo, ha trovata umilit e odio della propria passione sensitiva, cognoscendo lalegge perversa che legata nelle membra sue che sempre impugna contra lo spirito. E per slevata con odio e dispiacimento dessa sensualit, conculcandola socto la ragione con grandesollicitudine; e in s ha trovata la larghezza della mia bont per molti benefizi che ha ricevuti da me,e quali tucti ritruova in se medesima. E il cognoscimento che ha trovato di s il retribuisce a me perumilit, cognoscendo che per grazia Io labbi tracto della tenebre e recato a lume di verocognoscimento.[15]

    E poi che ha cognosciuta la mia bont, lama senza mezzo ed amala con mezzo: cio senza mezzodi s e di sua propria utilit; e amala col mezzo della virt (la quale virt ha conceputa per amor dime), perch vede che in altro modo non sarebbe grato n accepto a me se non concepesse lodio del

    peccato e amore delle virt. E poi che lha conceputa per affecto damore, subbito la parturisce alproximo suo, ch in altro modo non sarebbe verit che egli lavesse conceputa in s. Ma come inverit mama, cos fa utilit al proximo suo; e non pu essere altrementi, perch lamore di me e del

    proximo una medesima cosa, e tanto quanto lanima ama me, tanto ama lui, perch lamore versodi lui esce di me.

    Questo quel mezzo che io vho posto acci che exercitiate e proviate la virt in voi: che, nonpotendo fare utilit a me, dovetela fare al proximo. Questo manifesta che voi aviate me per graziane lanima vostra; facendo fructo in lui di molte e sancte orazioni con dolce e amoroso desiderio,cercando lonore di me e la salute de lanime. Non si rist mai lanima inamorata della mia verit difare utilit a tucto el mondo, in comune e in particulare, poco e assai, secondo la disposizione dicolui che riceve e de lardente desiderio di colui che d, s come di sopra fu manifestato quando tidichiarai che pura la pena, senza il desiderio, non era sufficiente a punire la colpa.

    Poi che egli ha facto utilit per lamore unitivo che ha facto in me, per lo quale ama lui, distesolaffecto alla salute di tucto quanto il mondo, sovenendo alla sua necessit, ingegnasi (poi che hafacto bene a s per lo concipere la virt, unde ha tracta la vita della grazia) di ponere locchio a lanecessit del proximo in particulare. Poi che mostrato lha generalmente a ogni creatura che ha in sragione, per affecto di carit, come decto , ed egli soviene quelli da presso, secondo diverse grazieche Io gli ho date a ministrare: chi di doctrina, cio con la parola consigliando schiectamente senza

    alcuno rispecto; chi con exemplo di vita. E questo debba fare ogniuno, e dare edificazione alproximo di sancta e onesta vita.[16]

    Queste sonno le virt, e molte altre, le quali non potresti narrare, che si parturiscono nelladileczione del proximo. Perch lho poste tanto differenti che Io non ho dato tucto a uno, anco a cuine do una, e a cui ne do unaltra particulare? poniamo che una non ne possa avere che tucte nonlabbi, perch tucte le virt sono legate insieme. Ma dolle molte, quasi come per capo di tucte laltrevirt; cio che a cui dar principalmente la carit, e a cui la giustizia, e a cui lumilit, e a cui unafede viva; ad altri una prudenzia, una temperanzia, una pazienzia; ad altri una fortezza. Queste emolte altre dar ne lanima differentemente a molte creature: poniamo che luna di queste sia posta

    per uno principale obiecto di virt ne lanima, disponendosi pi a conversazione principale con essache con laltre; e per questo affecto di questa virt trae a s tucte laltre virt, ch (come decto )

    elle sono tucte legate insieme ne laffecto della carit.E cos molti doni e grazie di virt e daltro, spiritualmente e corporalmente (corporalmente dico perle cose necessarie per la vita de luomo), tucte lho date in tanta differenzia che non lho poste tucte

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    in uno, perch abbi materia, per forza, dusare la carit luno con laltro. Ch ben potevo fare gliuomini dotati di ci che bisogna e secondo il corpo e secondo lanima; ma Io volsi che luno avesse

    bisogno de laltro, e fussero miei ministri a ministrare le grazie e i doni che hanno ricevuti da me.Ch voglia luomo o no, non pu fare che per forza non usi lacto della carit. vero che, se ellanon facta e donata per amore di me, quello acto non gli vale quanto a grazia.

    S che vedi che acci che essi usassero la virt della carit, Io gli ho facti miei ministri e posti indiversi stati e variati gradi. Questo vi mostra che nella Casa mia ha molte mansioni, e che Io nonvoglio altro che amore. Per che ne lamore di me compie lamore del proximo; compto lamoredel proximo, ha observata la legge: ci che pu fare dutilit, secondo lo stato suo, colui che legato in questa dileczione, s el fa.[17]

    CAPITOLO VIIICome le virt si pruovano e fortificano per li loro contrari.

    Hotti decto come egli fa utilit al proximo, nella quale utilit mostra lamore che ha a me. Ora tidico che nel proximo pruova in se medesimo la virt della pazienzia nel tempo della ingiuria chericeve da lui. E pruova lumilit nel superbo, e pruova la fede ne linfedele, e pruova la verasperanza in colui che none spera, e la giustizia nello ingiusto, e la piet nel crudele, e lamansuetudine e benignit ne liracundo.

    Tucte le virt si pruovano e parturiscono nel proximo, s come gliniqui parturiscono ogni vizio nelproximo loro. Se tu vedi bene, lumilit provata nella superbia: cio che lumile spegne lasuperbia, per che l superbo non pu fare danno a lumile; n la infidelit dello iniquo uomo, chenon ama n spera in me, a colui che fedele a me non diminuisce n la fede, n la speranza in coluiche lha conceputa in s per amore di me: anco la fortifica e la pruova nella dileczione de lamoredel proximo. Ch conciosiacosa che egli el vegga infedele e senza speranza in me e in lui (ch coluiche non ama me non pu avere fede n speranza in me, anco la pone nella propria sensualit, laquale egli ama), el servo fedele mio non lassa per che fedelmente non lami e che sempre con

    esperanza non cerchi in me la salute sua. S che vedi che nella loro infidelit e mancamento disperanza pruova la virt della fede. In questo e ne laltre cose nelle quali bisogno di provarla, eglila pruova in s e nel proximo suo.

    E cos la giustizia non diminuisce per le sue ingiustizie, anco dimostra di provare la giustizia, cioche dimostra che egli giusto per la virt della pazienzia; come la benignit e mansuetudine neltempo de lira si manifesta con la dolce pazienzia; e la invidia, dispiacimento e odio con ladileczione della carit, fame e desiderio della salute de lanime.[18]

    Anco ti dico che non tanto che si pruovi la virt in coloro che rendono bene per male, ma Io ti dicoche spesse volte gictar carboni accesi di fuoco di carit, el quale dissolve e lodio e il rancore delcuore e della mente de liracundo; e da odio torna spesse volte a benivolenzia. E questo per lavirt della carit e perfecta pazienzia che in colui che sostiene lira de liniquo, portando esopportando e difecti suoi.Se tu raguardi la virt della fortezza e perseveranzia, ella provata nel molto sostenere, nelleingiurie e detraczioni degli uomini, e quali spesse volte, quando per ingiuria e quando conlusinghe, il vogliono ritrare da seguitare la via e doctrina della verit, in tucto forte e perseverantese la virt della fortezza dentro conceputa; alora la pruova nel proximo, come decto tho. E se ella,al tempo che provata con molti contrari, non facesse buona pruova, non sarebbe virt in veritfondata.[19]

    [21]

    TRACTATO DE LA DISCREZIONECAPITOLO IX

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    Qui comincia el tractato de la discrezione. E prima, come laffecto non si die ponere principalmentene la penitenzia ma ne le virt. E come la discrezione riceve vita da lumilit, e come rende adciascuno el debito suo.

    Queste sonno le sancte e dolci operazioni che io richieggio da servi miei: ci sonno queste virtintrinseche de lanima, provate come detto ho; non solamente quelle virt che si fanno con lo

    strumento del corpo, cio con acto di fuore o con diverse e varie penitenzie, le quali sonnostrumento di virt, ma non virt. Ch se solo fusse questo, senza le virt di sopra contiate, pocosarebbe piacevole a me: anco, spesse volte, se lanima non facesse la penitenzia sua discretamente,cio che laffecto suo fusse principalmente posto nella penitenzia cominciata, impedirebbe la sua

    perfeczione. Ma debbalo ponere ne laffecto de lamore, con odio sancto di s, e con vera umilit eperfecta pazienzia, e ne laltre virt intrinseche de lanima, con fame e desiderio del mio onore esalute de lanime. Le quali virt dimostrano che la volont sia morta, e continuamente succidesensualmente per affecto damore di virt.

    Con questa discrezione debba fare la penitenzia sua: cio di pnare il principale affecto nelle virtpi che nella penitenzia. La penitenzia die fare come strumento per augmentare la virt, secondoche bisogno e che si vede di potere fare secondo la misura della sua possibilit. In altro modo,

    cio facendo il fondamento sopra la penitenzia, impedirebbe la sua perfeczione, perch non sarebbefacta con lume di cognoscimento di s e della mia bont discretamente. E non pigliarebbe la veritmia, ma indiscretamente farebbe, non amando quello[22] che Io pi amo e odiando quello che Io

    pi odio. Ch discrezione non altro che uno vero cognoscimento che lanima debba avere di se di me; in questo cognoscimento tiene le sue radici.

    Ella uno figliuolo che innestato e unito con la carit. vero che ha molti figliuoli, s come unoarbore che abbi molti rami; ma quello che d vita a larbore e a rami la radice se ella piantatanella terra de lumilit (la quale balia e nutrice della carit), dove egli sta innestato questofigliuolo e arbore della discrezione. Ch altrementi non sarebbe virt di discrezione e non

    producerebbe fructo di vita, se ella non fusse piantata nella virt de lumilit, perch lumilitprocede dal cognoscimento che lanima ha di s. E gi ti dixi che la radice della discrezione era unovero cognoscimento di s e della mia bont; unde subbito rende a ogniuno discretamente il debitosuo.

    E principalmente il rende a me, rendendo gloria e loda al nome mio; e retribuisce a me le grazie e idoni che vede e cognosce avere ricevuti da me. E a s rende quello che si vede avere meritato,cognoscendo s non essere; e lessere suo, el quale ha, cognosce avere avuto per grazia da me; eogni altra grazia, che ha ricevuta sopra lessere, la retribuisce a me e non a s. Parle essere ingrata atanti benefizi e negligente in non avere exercitato il tempo e le grazie ricevute, e per le pare esseredegna delle pene. Alora si rende odio e dispiacimento nelle colpe sue.

    E questo fa la virt della discrezione, fondata nel cognoscimento di s con vera umilit. Ch sequesta umilit non fusse ne lanima (come decto ), sarebbe indiscreta e non discreta. La quale

    indiscrezione sarebbe posta nella superbia, come la discrezione posta ne lumilit. E perindiscretamente, s come ladro, furarebbe lonore a me e darebbelo a s per propria reputazione; equello che suo porrebbe a me, lagnandosi e mormorando de misteri miei e quali Io adoperasse inlui o ne laltre mie creature; dogni cosa si scandelizzarebbe in me e nel proximo suo.[23]

    El contrario che fanno coloro che hanno la virt della discrezione: che, poi che hanno renduto ildebito che detto a me e a loro, rendono poi al proximo il principale debito de laffecto della carite de lumile e continua orazione. El quale debba rendere ciascuno luno a laltro; e rendeli debito didoctrina, di sancta e onesta vita per exemplo, consigliandolo e aitandolo secondo che gli di

    bisogno a la salute sua, come di sopra ti dixi.

    In ogni stato che luomo , o signore o prelato o subdito, se egli ha questa virt, ogni cosa che fa e

    rende al proximo suo fa discretamente e con affecto di carit, perch elle sonno legate e innestateinsieme e piantate nella terra della vera umilit, la quale esce del cognoscimento di s.

    CAPITOLO X

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    Similitudine come la carit, lumilit e la discrezione sono unite insieme; a la quale similitudinelanima si debba conformare.

    Sai come stanno queste tre virt? come se tu avessi uno cerchio tondo posto sopra la terra; e nelmezzo del cerchio escisse uno arbore con uno figliuolo dallato unito con lui. Larbore si notricanella terra che contiene la larghezza del cerchio, ch se egli fusse fuore della terra, larbore sarebbe

    morto e non darebbe fructo infino che non fusse piantato nella terra.Or cos ti pensa che lanima uno arbore facto per amore, e per non pu vivere altro che damore. vero che, se ella non ha amore divino di perfecta carit, non produce fructo di vita ma di morte.Conviensi che la radice di questo arbore, cio laffecto de lanima, stia e non esca del cerchio delvero cognoscimento di s; el quale cognoscimento di s unito in me che non ho n principio nfine, s come el cerchio che tondo; ch quanto tu ti vai ravollendo dentro nel cerchio, non truovin fine n principio; e pure dentro vi ti truovi. Questo cognoscimento di s e di me in s, truova esta sopra[24] la terra della vera umilit; la quale tanto grande quanto la larghezza del cerchio, cioil cognoscimento che ha avuto di s, unito in me come decto . Ch altrimenti non sarebbe cerchiosenza fine n senza principio: anco avarebbe principio, avendo cominciato a cognoscere s, efinirebbe nella confusione se questo cognoscimento non fusse unito in me.

    Alora larbore della carit si nutrica ne lumilit, mectendo il figliuolo dallato della vera discrezioneper lo modo che decto tho. El mirollo de larbore, cio de laffecto della carit che ne lanima, la pazienzia; la quale uno segno dimostrativo che dimostra me essere ne lanima e lanima unita inme. Questo arbore cos dolcemente piantato gicta fiori odoriferi di virt, con molti e divariatisapori; egli rende fructo di grazia a lanima e fructo dutilit al proximo secondo la sollicitudine dichi vorr ricevere de fructi de servi miei. A me rende odore di gloria e loda al nome mio; e cos faquello per che Io el creai, e da questo giogne al termine suo, cio me, che so vita durabile che nongli posso essere tolto se egli non vuole.

    Tucti quanti e fructi che escono de larbore sonno conditi con la discrezione, perch sonno unitiinsieme, come detto tho.

    CAPITOLO XICome la penitenzia e gli altri exercizi corporali si debbono prendere per strumento da venire a virte non per principale affecto. E del lume de la discrezione in diversi altri modi e operazioni.

    Questi sonno e fructi e loperazioni che Io richieggio da lanima: la pruova delle virt al tempodel bisogno. E per ti dixi, se bene ti ricorda gi cotanto tempo, quando desideravi di fare grande

    penitenzia per me, dicendo:Che potrei io fare che io sostenesse pena per te?E Io ti risposi nellamente tua, dicendo:Io so colui che mi dilecto di poche parole e di molte operazioni;perdimostrarti che non colui che solamente mi chiamar col suono della parola:Signore, Signore, iovorrei fare[25] alcuna cosa per te;n colui che per me desidera e vuole mortificare il corpo con lemolte penitenzie, senza uccidere la propria volont, mera molto a grado. Ma Io volevo le molteoperazioni del sostenere virilmente e con pazienzia, e laltre virt che contiate tho, intrinseche delanima, le quali tucte sonno operative, che aduoperano fructo di grazia.

    Ogni altra operazione, posta in altro principio che questo, Io le reputo essere chiamare solo con laparola, perch elle sonno operazioni finite. E Io, che so infinito, richieggio infinite operazioni, cioinfinito affecto damore. Voglio che loperazioni di penitenzia e daltri exercizi, e quali sonnocorporali, siano posti per strumento e non per principale affecto. Ch se fusse posto el principaleaffecto ine, mi sarebbe data cosa finita, e farebbe come la parola che, escita che fuore della bocca,non pi; se gi la parola non escisse con laffecto de lanima, il quale concipe e parturisce in veritla virt; cio che loperazione finita (la quale tho chiamata parola) fusse unita con laffecto dellacarit. Alora sarebbe grata e piacevole a me, perch non sarebbe sola ma accompagnata con la veradiscrezione, usando loperazioni corporali per strumento e non per principale capo.

    Non sarebbe convenevole che principio e capo si facesse solo nella penitenzia o in qualunque actodi fuore corporale, ch gi ti dixi che elle erano operazioni finite. E finite sonno: s perch elle

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    sonno facte in tempo finito, e s perch alcuna volta si conviene che la creatura le lassi, o che elle glisieno facte lassare. Quando le lassa per necessit di non potere fare quello acto che ha cominciato,

    per diversi accidenti che gli vengono, o per obbedienzia che sar comandato dal prelato suo, chefacendole, non tanto che egli meritasse, ma egli offendarebbe. S che vedi che elle sonno finite.Debba dunque pigliare per uso e non per principio; ch, pigliandole per principio, di bisogno che

    in alcuno tempo le lassi, e lanima alora rimane vta.E questo vi mostr il glorioso Pavolo mio banditore quando dixe nella epistola sua che voimortificaste il corpo e uccideste[26] la propria volont: cio sapere tenere a freno il corpo,macerando la carne, quando volesse inpugnare contra lo spirito; ma la volont vuole essere in tuctomorta e abnegata e sottoposta a la volont mia. La quale volont succide con quello debito che Io tidixi che la virt della discrezione rendeva a lanima: cio odio e dispiacimento de loffese e della

    propria sensualit, il quale acquist nel cognoscimento di s.

    Questo quello coltello che uccide e taglia ogni proprio amore fondato nella propria volont. Orcostoro sonno quegli che non mi dnno solamente parole ma molte operazioni. Dicendo moltenon ti pongo numero, perch laffecto de lanima fondato in carit, che d vita a tucte le virt,debba giognere in infinito. E none schifo per la parola, ma dixi chIo volevo poche parole,

    mostrandoti che ogni operazione actuale era finita, e per le chiamai poche; ma pure mipiacciono quando sonno poste per strumento di virt e non per principale virt.

    E per non debba veruno dare giudicio di ponere maggiore perfeczione nel grande penitente, che sid molto a uccidere il corpo suo, che in colui che ne fa meno; per che, come Io tho decto, none staine la virt n il merito loro; per che male ne starebbe chi non pu fare, per legiptime cagioni,operazione e penitenzia actuale; ma sta solo nella virt della carit, condita col lume della veradiscrezione, per che altrimenti non varrebbe. E questo amore la discrezione il d senza fine e senzamodo verso di me, per che so somma e etterna verit; non pone legge n termine a lamore colquale egli ama me, ma bene il pone con modo e con carit ordinata verso el proximo suo.

    El lume della discrezione, la quale esce della carit, come decto tho, d al proximo amore ordinato,

    cio con ordinata carit che non fa danno di colpa a s per fare utilit al proximo. Ch se uno solopeccato facesse per campare tucto il mondo de lo nferno, o per adoperare una grande virt, nonsarebbe carit ordinata con discrezione: anco sarebbe indiscreta, perch licito non di fare unagrande virt e utilit al proximo con colpa di peccato. Ma la discrezione sancta ordinata inquesto[27] modo: che lanima tucte le potenzie sue dirizza a servire me virilmente con ognisollicitudine, e il proximo ama con affecto damore ponendo la vita del corpo per salute de lanime,se fusse possibile, mille volte; sostenendo pene e tormenti perch abbi vita di grazia. E la substanziasua temporale pone in utilit ed in sovenimento del corpo del proximo suo.

    Questo fa el lume della discrezione che esce della carit. S che vedi che discretamente rende edebba rendere, ogni anima che vuole la grazia, a me amore infinito e senza modo, e al proximo (colmio amore infinito) amare lui con modo e carit ordinata, come detto tho, non rendendo male di

    colpa a s per utilit altrui. E di questo vamun sancto Pavolo quando disse che la carit si debbaprima muovere da s; altrimenti non sarebbe utilit altrui dutilit perfecta. Ch quando laperfeczione non ne lanima, ogni cosa imperfecta: e ci che aduopera e in s e in altrui. Nonsarebbe cosa convenevole che per salvare le creature, che sonno finite e create da me, fussi offesoIo, che so Bene infinito; pi sarebbe grave solo quella colpa, e grande, che non sarebbe il fructoche farebbe per quella colpa.

    S che colpa di peccato in veruno modo tu non debbi fare; la vera carit il cognosce, perch ellaporta seco el lume della sancta discrezione. Ella quello lume che dissolve ogni tenebre, e tolle laignoranzia, e ogni virt condisce; e ogni strumento di virt actuale condito da lei. Ella ha una

    prudenzia che non pu essere ingannata; ella ha una fortezza che non pu essere venta; ella ha unaperseveranzia grande infino al fine che tiene dal cielo a la terra, cio dal cognoscimento di me al

    cognoscimento di s; da la carit mia a la carit del proximo. Con vera umilit campa e passa tuctie lacciuoli del dimonio e delle creature con la prudenzia sua. Con la mano disarmata, cio colmolto sostenere, ha sconficto el dimonio e la carne con questo dolce e glorioso lume, perch con

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    esso cognobbe la sua fragilit, e cognoscendola le rende il debito de lodio. Ha conculcato el mondoe messoselo sotto e piei de laffecto. Spregiandolo e tenendolo a vile n facto signore,facendosene beffe.[28]

    E per gli uomini del mondo non possono tollere le virt de lanima; ma tucte le loro persecuzionisonno acrescimento e provamento della virt. La quale prima conceputa per affecto damore,

    come decto , e poi si pruova nel proximo e si parturisce sopra di lui. E cos tho mostrato che, seella non si vedesse e rendesse lume al tempo della pruova dinanzi da luomo, non sarebbe verit chela virt fusse conceputa. Perch gi ti dixi e hotti manifestato che virt non pu essere, che sia

    perfecta, che dia fructo, senza el mezzo del proximo. Se non come la donna che ha conceputo in sil figliuolo, che se ella non il parturisce che venga dinanzi a locchio della creatura, non si reputa losposo davere figliuolo; cos Io che so sposo de lanima, se ella non parturisce il figliuolo dellavirt nella carit del proximo, mostrandolo, secondo che di bisogno, in comune e in particulare, scome Io ti dixi; dico che in verit non avar conceputa la virt in s. E cos dico el vizio che tucti sicommectono col mezzo del proximo.

    CAPITOLO XII

    Repetizione dalcune cose gi decte, e come Dio promecte refrigerio a servi suoi e la reformazionede la sancta Chiesa col mezzo del molto sostenere.

    Ora hai veduto che Io, Verit, tho mostrata la verit e la doctrina per la quale tu venga e conservila grande perfeczione. E anco tho dichiarato in che modo si satisfa la colpa e la pena, in te e nel

    proximo tuo, dicendoti che la pena che sostiene la creatura mentre che nel corpo mortale, non sofficiente la pena in se sola a satisfare la colpa e la pena, se gi ella non fusse unita con laffectodella carit e con la vera contrizione e dispiacimento del peccato, come decto tho.

    Ma la pena alora satisfa quando unita la pena con la carit: non per virt di veruna pena actualeche si sobstenga, ma per virt della carit e dolore della colpa commessa. La quale[29] carit acquistata col lume de lintellecto, con cuore schiecto e liberale raguardando in me, obiecto, che so

    essa carit. Tucto questo tho mostrato perch tu mi dimandavi di volere portare. Hottelo mostratoacci che tu e gli altri servi miei sappiate in che modo e come dovete fare sacrifizio di voi a me.Sacrifizio, dico, actuale e mentale unito insieme, s come unito el vasello con lacqua che si

    presenta al Signore: ch lacqua senza il vasello non si potrebbe presentare; el vaso senza lacqua,portandolo, non sarebbe piacevole a lui. Cos vi dico che voi dovete offerire a me il vasello dellemolte fadighe actuali per qualunque modo Io ve le concedo; non eleggendo voi n luogo n tempon fadighe a modo vostro, ma a mio. Ma questo vasello debba essere pieno, cio portandole tuctecon affecto damore e con vera pazienzia; portando e sopportando e difecti del proximo vostro conodio e dispiacimento del peccato. Alora si truovano queste fadighe (le quali tho poste per unovasello) piene de lacqua della grazia mia, la quale d vita a lanima; alora Io ricevo questo presenteda le dolci spose mie, cio da ogni anima che mi serve. Ricevo, dico, da loro gli anxietati desidri,

    lagrime e sospiri loro, umili e continue orazioni; le quali cose sono tucte uno mezzo che, perlamore che Io lho, placano lira mia sopra e nemici miei de gliniqui uomini che tantomoffendono.

    S che sostiene virilmente infino alla morte; e questo mi sar segno che voi in verit mamiate. Enon dovete vllere il capo indietro a mirare laratro per timore di veruna creatura n pertribolazioni: anco nelle tribolazioni godete. El mondo si rallegra facendovi molta ingiuria, e voi stecontristati nel mondo per le ingiurie e offese che mi vedete fare, per le quali offendendo meoffendono voi; e offendendo voi offendono me, perch so facto una cosa con voi. Ben vedi tu cheavendovi data la imagine e similitudine mia, e perdendo voi la grazia per lo peccato, per rndarvi lavita della grazia unii la mia natura in voi, velandola della vostra umanit. E cos, essendo voiimagine mia, presi la imagine vostra, prendendo forma umana.[30]

    S che Io so una cosa con voi, se gi lanima non si diparte da me per la colpa del peccato mortale.Ma chi mama sta in me, e Io in lui; e per el mondo il perseguita, perch l mondo non haconformit con meco; e per perseguit lunigenito mio Figliuolo infino a lobrobriosa morte della

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    croce. E cos fa a voi: egli vi perseguita e perseguitar in fino a la morte perch me non ama; ch sel mondo avesse amato me, e voi amarebbe. Ma rallegratevi, ch lallegrezza vostra sar piena incelo.

    Anco ti dico che quanto ora abondar pi la tribolazione nel corpo mistico della sancta Chiesa, tantoabondar pi in dolcezza ed in consolazione. E questa sar la dolcezza sua: la reformazione de

    sancti e buoni pastori, e quali sonno fiori di gloria, cio che rendono gloria e loda al nome mio,rendendomi odore di virt fondate in verit. E questa la reformazione de fiori odoriferi dei mieiministri e pastori. Non che abbi bisogno il fructo di questa sposa dessere riformato, perch nondiminuisce n si guasta mai per li difecti de ministri. S che rallegratevi, tu e l padre de lanima tuae gli altri miei servi, ne lamaritudine; ch Io, Verit etterna, vho promesso di darvi refrigerio, edoppo lamaritudine vi dar consolazione (col molto sostenere) nella reformazione della sanctaChiesa.

    CAPITOLO XIIICome questa anima per la responsione divina crebbe insiememente e manc in amaritudine; e comefa orazione a Dio per la Chiesa sancta sua e per lo popolo suo.

    Alora lanima anxietata e affocata di grandissimo desiderio, conceputo ineffabile amore nellagrande bont di Dio, cognoscendo e vedendo la larghezza della sua carit che con tanta dolcezzaaveva degnato di rispondere a la sua petizione, e di satisfare dandole speranza a lamaritudine, laquale aveva conceputa per loffesa di Dio e danno della sancta Chiesa e miseria[31] sua propria (laquale vedeva per cognoscimento di s), mitigava lamaritudine, e cresceva lamaritudine; perchavendole il sommo ed etterno Padre manifestata la via della perfeczione e nuovamente le mostravaloffesa sua e il danno de lanime, s come di socto dir pi distesamente.

    Perch nel cognoscimento che lanima fa di s, cognosce meglio Dio, cognoscendo la bont di Dioin s; e nello specchio dolce di Dio cognosce la dignit e la indegnit sua medesima: cio la dignitdella creazione, vedendo s essere imagine di Dio e datole per grazia e non per debito. E nello

    specchio della bont di Dio dico che cognosce lanima la sua indegnit nella quale venuta per lacolpa sua. Per che come nello specchio meglio si vede la macula della faccia de luomospecchiandosi dentro nello specchio, cos lanima che, con vero cognoscimento di s, si leva perdesiderio con locchio de lintellecto a raguardarsi nello specchio dolce di Dio, per la purit, chevede in lui, meglio cognosce la macula della faccia sua.

    E perch el lume e il cognoscimento era maggiore in quella anima per lo modo decto, era cresciutauna dolce amaritudine, ed era scemata lamaritudine. Era scemata per la speranza che le die la

    prima Verit; e s come il fuoco cresce quando gli data la materia, cos crebbe il fuoco in quellaanima per s facto modo che possibile non era a corpo umano a potere sostenere che lanima non si

    partisse dal corpo. Unde, se non che era cerchiata di fortezza da Colui che somma fortezza, nonlera possibile di camparne mai.

    Purificata lanima dal fuoco della divina carit, la quale trov nel cognoscimento di s e di Dio, ecresciuta la fame con la speranza della salute di tucto quanto el mondo e della reformazione dellasancta Chiesa, si lev con una sicurt dinanzi al sommo Padre, avendole mostrato la lebbra dellasancta Chiesa e la miseria del mondo, quasi con la parola di Mois dicendo:

    Signore mio, vlle locchio della tua misericordia sopra el popolo tuo e sopra el corpo misticodella sancta Chiesa; per che pi sarai tu gloriato di perdonare a tante creature e dar lo lume dicognoscimento (ch tucte ti rendarebbero laude[32] vedendosi campare per la tua infinita bont dala tenebre del peccato mortale e da letterna dampnazione) che tu non sarai solamente di memiserabile che tanto tho offeso e la quale so cagione e strumento dogni male. E per ti prego,divina etterna carit, che tu facci vendecta di me e facci misericordia al popolo tuo. Mai dinanzi ala

    presenzia tua non mi partir infino che io vedr che tu lo facci misericordia.

    E che sarebbe a me che io vedesse me avere vita e il popolo tuo la morte? e che la tenebre si levassenella sposa tua, che essa luce, principalmente per li miei difecti e de laltre tue creature? Voglio

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    dunque, e per grazia tel dimando, che abbi misericordia al popolo tuo per la carit increata chemosse te medesimo a creare luomo a la imagine e similitudine tua dicendo: Facciamo luomo a laimagine e similitudine nostra. E questo facesti volendo tu, Trinit etterna, che luomo participassetucto te, alta, etterna Trinit. Unde gli desti la memoria perch ritenesse i benefizi tuoi, nella quale

    participa la potenzia di te, Padre etterno; e destili lintellecto acci che cognoscesse, vedendo, la tua

    bont e participasse la sapienzia de lunigenito tuo Figliuolo; e destili la volont acci che potesseamare quello che lo ntellecto vide e cognobbe de la tua verit participando la clemenzia delloSpirito sancto.

    Chi ne fu cagione che tu ponessi luomo in tanta dignit? Lamore inextimabile col qualeraguardasti in te medesimo la tua creatura e inamorastiti di lei, e per la creasti per amore e destilelessere acci che ella gustasse e godesse il tuo etterno bene. Vego che per lo peccato commesso

    perdecte la dignit nella quale tu la ponesti; per la rebellione che fece a te cadde in guerra con laclemenzia tua, cio che diventammo nemici tuoi. Tu, mosso da quel medesimo fuoco con che tu cicreasti, volesti ponere il mezzo a reconciliare lumana generazione che era caduta nella grandeguerra, acci che della guerra si facesse la grande pace. E destici el Verbo de lunigenito tuoFigliuolo, il quale fu tramezzatore fra noi e te.

    Egli fu nostra giustizia che sopra di s pun le nostre ingiustizie; e fece lobbedienzia tua, Padreetterno, la quale gli[33] ponesti quando el vestisti della nostra umanit, pigliando la natura eimagine nostra umana. Oh abisso di carit! qual cuore si pu difendere che non scoppi a vederelaltezza discesa a tanta bassezza quanta la nostra umanit? Noi siamo imagine tua, e tu imaginenostra per lunione che hai facta ne luomo, velando la Deit etterna con la miserabile nuvila emassa corrocta dAdam. Chi n cagione? Lamore. Tu, Dio, se facto uomo, e luomo facto Dio.Per questo amore ineffabile ti costringo e prego che facci misericordia a le tue creature.

    CAPITOLO XIVCome Dio si lamenta del popolo cristiano, e singularmente de ministri suoi, toccando alcuna cosadel sacramento del Corpo di Cristo e del benefizio de la Incarnazione.

    Alora Dio, vollendo locchio della sua misericordia verso di lei, lassandosi costrignere a le lagrimee lassandosi legare a la fune del sancto desiderio suo, lagnandosi diceva:

    Figliuola dolcissima, la lagrima mi costrigne perch unita con la mia carit ed gictata peramore di me; e lganomi e penosi desidri vostri. Ma mira e vede come la sposa mia ha lordata lafaccia sua; come lebbrosa per immondizia e amore proprio e infiata superbia e avarizia di coloroche si pascono al pecto suo, cio la religione cristiana, corpo universale; e anco il corpo misticodella sancta Chiesa; ci dico de miei ministri, e quali sonno quelli che si pascono e stanno allemamelle sue. E non tanto che essi si pascano, ma essi hanno a pascere e tenere a queste mamelleluniversale corpo del popolo cristiano e di qualunque altro volesse levarsi dalla tenebre dellainfidelit e legarsi come membro nella Chiesa mia.

    Vedi con quanta ignoranzia e con quanta tenebre e con quanta ingratitudine ministrato, e con maniinmonde, questo glorioso lacte e Sangue di questa sposa? e con quanta presumpzione e inreverenzia ricevuto? E per quella cosa che d[34] vita, spesse volte, per loro difecto, loro d morte, cio il

    prezioso sangue de lunigenito mio Figliuolo, el quale tolse la morte e la tnabre e don la luce e laverit, e confuse la bugia.

    Ogni cosa don questo sangue e adoper intorno a la salute e a compire la perfeczione ne luomo, achi si dispone a ricvare; ch, come d vita e dota lanima dogni grazia (poco e assai, secondo ladisposizione e affecto di colui che riceve), cos d morte a colui che iniquamente vive. S che da la

    parte di colui che riceve, ricevendolo indegnamente con la tenebre del peccato mortale, a costui glid morte e non vita. Non per difecto del Sangue, n per difecto del ministro che fusse in quellomedesimo male o maggiore: per che l suo male non guasta n lorda il Sangue, n diminuisce lagrazia e virt sua, e per non fa male a colui a cui egli el d; ma a se medesimo fa male di colpa,alla quale gli sguita la pena se esso non si corregge con vera contrizione e dispiacimento dellacolpa sua.

  • 8/8/2019 Caterina Da Siena - Dialogo Della Divina Provvidenza

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    Dico dunque che fa danno a colui che l riceve indegnamente, non per difecto del Sangue n delministro (come decto ), ma per la sua mala disposizione e difecto suo, che con tanta miseria eimmondizia ha lordata la mente e il corpo suo e tanta crudelt ha avuta a s e al proximo suo. A slebbe tollendosi la grazia, conculcando socto e piei de laffecto suo el fructo del Sangue che trassedel sancto baptesmo, essendoli gi tolta per virt del Sangue la macchia del peccato originale, la

    quale macchia trasse quando fu conceputo dal padre e dalla madre sua. E per donai el Verbo delunigenito mio Figliuolo perch la massa de lumana generazione era corrocta per lo peccato delprimo uomo Adam, e per tucti voi, vaselli facti di questa massa, eravate corrocti e non disposti adavere vita etterna.

    Unde per questo Io, altezza, unii me con la bassezza della vostra umanit: per remediare a lacorruczione e morte de lumana generazione, e per restituirla a grazia, la quale per lo peccato perd.

    Non potendo Io sostenere pena (e della colpa voleva la divina mia giustizia che nescisse la pena) enon essendo sufficiente pure uomo a satisfare, che se egli avesse pure in alcuna[35] cosa satisfacto,non satisfaceva altro che per s e non per laltre creature che hanno in loro ragione (bench diquesta colpa n per s n per altrui poteva egli satisfare, perch la colpa era facta contra me che soinfinita bont); volendo Io pure restituire luomo, el quale era indebilito e non poteva satisfare per la

    cagione decta e perch era molto indebilito, mandai el Verbo del mio Figliuolo vestito di questamedesima natura che voi, massa corrocta dAdam, acci che sostenesse pena in quella naturamedesima che aveva offeso e, sostenendo sopra del corpo suo infino a lobrobriosa morte dellacroce, placasse lira mia.

    E cos satisfeci a la mia giustizia e saziai la divina mia misericordia, la quale misericordia volsesatisfare a la colpa de luomo e disponerlo a quel bene per lo quale Io lavevo creato. S che lanatura umana, unita con la natura divina, fu sufficiente a satisfare per tucta lumana generazione,non solo per la pena che sostenne nella natura finita, cio della massa dAdam, ma per la virt dellaDeit etterna, natura divina infinita. Unita luna natura ne laltra, ricevecti e acceptai el sacrifiziodel sangue de lunigenito mio Figliuolo, intriso e impastato con la natura divina col fuoco delladivina carit, la quale fu quello legame che l tenne conficto e chiavellato in croce.

    Or per questo modo fu sufficiente a satisfare la colpa la natura umana: solo per virt della naturadivina. Per questo modo fu tolta la marcia del peccato dAdam, e rimase solo el segno, cioinchinamento al peccato e ogni difecto corporale. S come la margine che rimane quando luomo guarito della piaga, cos la colpa dAdam la quale men marcia mortale. Venuto el grande medicode lunigenito mio Figliuolo, cur questo infermo beiendo la medicina amara, la quale luomo berenon poteva perch era molto indebilito. Egli fece come la baglia che piglia la medicina in personadel figliuolo, perch ella grande e forte, e il fanciullo non forte a potere portare lamaritudine. Sche egli fu baglia, portando con la grandezza e fortezza della Deit, unita con la natura vostra,lamara medicina della penosa morte della croce per sanare e dare vita a voi, fanciulli indebiliti perla colpa.[36]

    Solo il segno rimase del peccato originale, el quale peccato contraete dal padre e dalla madrequando ste conceputi da loro. Il quale segno si tolle da lanima, bench non a tucto; e questo si fanel sancto baptesmo, el quale baptesmo ha virt e d vita di grazia in virt di questo glorioso e

    prezioso sangue. Subbito che lanima ha ricevuto il sancto baptesmo, l tolto il peccato originale edlle infusa la grazia. E lo inchinamento al peccato (che la margine che rimane del peccatooriginale, come decto ) indebilisce, e pu lanima rifrenarlo se ella vuole.

    Alora el vasello de lanima disposto a ricvare e aumentare in s la grazia, assai e poco, secondoche piacer a lei di volere disponere se medesima con affecto e desiderio di volere amare e servireme. Cos si pu disponere al male come al bene, non obstante che egli abbi ricevuta la grazia nelsancto baptesmo. Unde venuto el tempo de la discrezione, per lo libero arbitrio pu usare il bene e ilmale secondo che piace a la volont sua. Ed tanta la libert che ha luomo, e tanto facto forte per

    la virt di questo glorioso sangue, che n dimonio n creatura il pu costregnere a una minima colpapi che egli si voglia. Tolta gli fu la servitudine e facto libero, acci che signoreggiasse la suapropria sensualit e avesse il fine per lo quale era stato creato.

  • 8/8/2019 Caterina Da Siena - Dialogo Della Divina Provvidenza

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    Oh miserabile uomo che si dilecta nel loto come fa lanimale, e non ricognosce tanto benefizioquanto ha ricevuto da me; pi non poteva ricevere la miserabile creatura piena di tanta ignoranzia!

    CAPITOLO XVCome la colpa pi gravemente punita doppo la passione di Cristo che prima, e come Dio promecte

    di fare misericordia al mondo e a la sancta Chiesa col mezzo dellorazione e del patire de servisuoi.

    Voglio che tu sappi, figliuola mia, che per la grazia che hanno ricevuta avendoli ricreati nelsangue de lunigenito mio Figliuolo, e restituita a grazia lumana generazione (s come decto tho),non ricognoscendola, ma andando sempre di male[37] in peggio e di colpa in colpa, sempre

    perseguitandomi con molte ingiurie e tenendo tanto a vile le grazie che Io lho facte e fo, che nontanto che essi se la rechino a grazia, ma e lo pare ricevere alcuna volta da me ingiuria, n pi nmeno come se Io volesse altro che la loro sanctificazione; dico che lo sar pi duro, e degnisaranno di maggiore punizione. E cos saranno pi puniti ora, poi che hanno ricevuta laredempzione del sangue del mio Figliuolo, che innanzi la redempzione, cio innanzi che fusse toltavia la marcia del peccato dAdam. Cosa ragionevole che chi pi riceve, pi renda e pi sia tenuto

    a colui da cui egli riceve.Molto era tenuto luomo a me per lessere che Io gli avevo dato, creandolo a la imagine esimilitudine mia. Era tenuto di rendermi gloria, ed egli me la tolse e volsela dare a s; per la qualcosa trapass lobedienzia mia imposta a lui e diventommi nemico. Ed Io con lumilit destruxi lasuperbia sua, umiliando la natura divina e pigliando la vostra umanit; cavandovi dalla servitudinedel dimonio, fecivi liberi; e non tanto che Io vi desse libert, ma, se tu vedi bene, luomo factoDio, e Dio facto uomo per lunione della natura divina nella natura umana.

    Questo uno debito il quale hanno ricevuto, cio il tesoro del Sangue, dove essi sonno recreati agrazia. S che vedi quanto essi sono pi obligati a rendere a me doppo la redempzione che inanzi laredempzione. Sonno tenuti di rendere gloria e loda a me, seguitando le vestigie della Parola

    incarnata de lunigenito mio Figliuolo, e alora mi rendono debito damore di me e dileczione delproximo con vere e reali virt, s come di sopra ti dixi. Non facendolo (perch molto mi debbonoamare), caggiono in maggiore offesa; e per Io per divina giustizia lo rendo pi gravezza di penadando lo lecterna dampnazione. Unde molto ha pi pena uno falso cristiano che uno pagano; e piel consuma el fuoco senza consumare, per divina giustizia, cio affligge, e affliggendo si sentonoconsumare col vermine della coscienzia e nondimeno non consuma, perch i dampnati non perdonolessere per veruno tormento che ricevano. Onde Io ti dico che essi dimandano la morte e non la[38]

    possono avere, perch non possono perdere lessere. Perdro lessere della grazia per la colpa loro;ma lessere no. S che la colpa molto pi punita doppo la redempzione del Sangue che prima,

    perch hanno pi ricevuto; e non pare che se naveggano n si sentano de mali loro. Essi mi sonnofacti nemici, avendoli reconciliati col mezzo del sangue del mio Figliuolo.

    Uno rimedio ci ha, col quale Io placar lira mia: cio col mezzo de servi miei, se solliciti sarannodi costrignermi con la lagrima e legarmi col legame del desiderio. Tu vedi che con questo legame tumhai legato; il quale legame Io ti diei perch volevo fare misericordia al mondo. E per do Io famee desiderio ne servi miei verso lonore di me e la salute de lanime, acci che, costrecto da lelagrime loro, mitighi el furore della divina mia giustizia.

    Tolle dunque le lagrime e il sudore tuo e tra le della fontana della divina mia carit tu e gli altriservi miei; e con esse lavate la faccia a la sposa mia, ch Io ti promecto che con questo mezzo lesar renduta la bellezza sua. Non con coltello n con guerra n con crudelt riavar la bellezza sua;ma con la pace ed umili e continue orazioni, sudori e lagrime, gictate con anxietato desiderio deservi miei. E cos adempir el desiderio tuo con molto sostenere, gictando lume la pazienzia vostranella tenebre degliniqui uomini del mondo. E non temete perch l mondo vi perseguiti, ch Io sar

    per voi, e in veruna cosa vi mancar la mia providenzia.

    CAPITOLO XVI

  • 8/8/2019 Caterina Da Siena - Dialogo Della Divina Provvidenza

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    Come questa anima cognoscendo pi de la divina bont, non rimaneva contenta di pregaresolamente per lo popolo cristiano e per la sancta Chiesa, ma pregava per tucto quanto el mondo.

    Alora quella anima levandosi con maggiore cognoscimento, e con grandissima allegrezza e confortostando dinanzi a la divina Maest, s per la speranza che ella avea presa della divina[39]misericordia, e s per lamore ineffabile il quale gustava vedendo che, per amore e desiderio che Dio

    aveva di fare misericordia a luomo non obstante che fussero suoi nemici, avea dato il modo e la viaa servi suoi come potessero costregnere la sua bont e placare lira sua, si rallegrava, perdendoogni timore nelle persecuzioni del mondo, vedendo che Dio fusse per lei. E cresceva forte il fuocodel sancto desiderio, in tanto che none stava contenta ma con sicurt sancta dimandava per tuctoquanto el mondo.

    E poniamo che nella seconda petizione si conteneva el bene e lutilit de cristiani e degli infedeli,cio nella reformazione della sancta Chiesa; nondimeno, come affamata, si stendea lorazione sua atucto quanto el mondo (s come egli stesso la faceva dimandare), gridando:Misericordia, Idioetterno, verso le tue pecorelle, s come pastore buono che tu se. Non indugiare a fare misericordiaal mondo, per che gi quasi pare che egli non possa pi, perch al tucto pare privato de lunionedella carit inverso di te, Verit etterna, e verso di loro medesimi: cio di non amarsi insieme

    damore fondato in te.

    CAPITOLO XVIICome Dio si lamenta de le sue creature razionali e maximamente per lamore proprio che regna inloro, confortando la predecta anima ad orazione e lagrime.

    Alora Dio, come ebbro damore verso la salute nostra, teneva modo daccendere maggiore amore edolore in quella anima in questo modo: mostrando con quanto amore aveva creato luomo, (s comedi sopra alcuna cosa dicemmo), e diceva:Or non vedi tu che ogniuno mi percuote; e Io gli hocreati con tanto fuoco damore e dotatigli di grazia; e molti, quasi infiniti doni ho dati a loro pergrazia e non per debito? Or vedi, figliuola, con quanti e diversi peccati essi mi percuotono, e

    spezialmente col miserabile e abominevole amore proprio di loro medesimi, unde[40] procede ognimale. Con questo amore hanno avelenato tucto quanto il mondo, per che come lamore di me tienein s ogni virt parturita nel proximo (s comIo ti dimostrai), cos lamore proprio sensitivo, perch

    procede da la superbia (come il mio procede da carit), contiene in s ogni male. E questo malefanno col mezzo della creatura, separati e divisi da la carit del proximo, perch me non hannoamato, n il proximo non amano, per che sonno uniti luno e laltro insieme. E per ti dissi cheogni bene e ogni male era facto col mezzo del proximo, s come Io, di sopra, questa parola tispianai.

    Molto mi posso lagnare de luomo che da me non ha ricevuto altro che bene, e a me d odiofacendo ogni male. Perch Io ti dissi che con le lagrime de servi miei mitigarei lira mia; e cos tiridico. Voi, servi miei, paratevi dinanzi con le molte orazioni e ansietati desidri e dolore de loffesa

    che facta a me, e della dannazione loro; e cos mitigarete lira mia del divino giudicio.CAPITOLO XVIIICome neuno pu uscire de le mani di Dio, per che o egli vi sta per misericordia o elli vi sta pergiustizia.

    Sappi che veruno pu escire delle mie mani: per che Io so Colui che so; e voi non ste per voimedesimi se non quanto ste facti da me, il quale so Creatore di tucte le cose che participanoessere, excepto che del peccato che non , e per non facto da me e, perch non in me, non degno dessere amato. E per offende la creatura: perch ama quel che non debba amare, cio il

    peccato; e odia me che tenuto e obligato damarmi, che so sommamente buono e hogli datolessere con tanto fuoco damore. Ma di me non possono escire: o eglino ci stanno per giustizia perle colpe loro, o essi ci stanno per misericordia. Apre dunque locchio de lintellecto e mira nella miamano, e vedrai che egli la verit quel chIo tho decto.[41]

  • 8/8/2019 Caterina Da Siena - Dialogo Della Divina Provvidenza

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    Alora ella, levando locchio per obedire al sommo Padre, vedeva nel pugno suo rinchiuso tuctoluniverso mondo, dicendo Dio:Figliuola mia, or vedi e sappi che veruno me ne pu essere tolto,

    per che tucti ci stanno o per giustizia o per misericordia, come decto , perch sonno miei e creatida me, e amoli ineffabilemente. E per, non obstanti le iniquit loro, Io lo far misericordia colmezzo de servi miei, e adempir la petizione tua, che con tanto amore e dolore me lhai

    adimandata.CAPITOLO XIXCome questa anima crescendo nellamoroso fuoco desiderava di sudare di sudore di sangue; ereprendendo se medesima faceva singulare orazione per lo padre dellanima sua.

    Alora quella anima come ebbra e quasi fuore di s, crescendo el fuoco del sancto desiderio, stavaquasi beata e dolorosa. Beata stava per lunione che aveva facta in Dio, gustando la larghezza e

    bont sua, tucta annegata nella sua misericordia: e dolorosa era vedendo offendere tanta bont. Erendeva grazie a la divina Maiest, quasi cognoscendo che Dio avesse manifestato e difecti dellecreature perch fusse costrecta a levarsi con pi sollicitudine e maggiore desiderio.

    Sentendosi rinnovare il sentimento de lanima nella Deit etterna, crebbe tanto el sancto e amorosofuoco che il sudore de lacqua, el quale ella gictava per la forza che lanima faceva al corpo (perchera pi perfecta lunione che quella anima aveva facta in Dio, che non era lunione fra lanima e ilcorpo, e per sudava per forza e caldo damore), ella lo spregiava per grande desiderio che aveva divedere escire del corpo suo sudore di sangue; dicendo a se medesima:O anima mia, oim! tucto iltempo della vita tua hai perduto, e per sonno venuti tanti danni e mali nel mondo e nella sanctaChiesa; molti, in comune e in particulare. E per Io voglio che tu ora rimedisca col sudore delsangue.[42]

    Veramente questa anima aveva bene tenuta a mente la doctrina che le die la Verit: di semprecognoscere s e la bont di Dio in s; e il remedio che si voleva a rimediare tucto quanto el mondo,a placare lira e il divino giudicio, cio con umili, continue e sancte orazioni.

    Alora questa anima, speronata dal sancto desiderio, si levava molto maggiormente aprendo locchiode lintellecto, e speculavasi nella divina carit, dove vedeva e gustava quanto siamo tenuti damaree di cercare la gloria e loda del nome di Dio nella salute de lanime. A questo vedeva chiamati eservi di Dio. E singularmente chiamava ed eleggeva la Verit etterna el padre de lanima sua, elquale ella portava dinanzi a la divina bont, pregandola che infondesse in lui uno lume di graziaacci che in verit seguitasse essa Verit.

    CAPITOLO XXCome senza tribolazioni portate con pazienzia non si pu piacere a Dio; e per Dio conforta lei e il

    padre suo a portare con vera pazienzia.

    Alora Dio, rispondendo a la terza petizione, cio della fame della salute sua, diceva:Figliuola, questo voglio: che egli cerchi di piacere a me, Verit, nella fame della salute delanime, con ogni sollicitudine. Ma questo non potrebbe n egli n tu n veruno altro avere senza lemolte persecuzioni, s come Io ti dixi di sopra, secondo chIo ve le concedar.

    S come voi desiderate di vedere il mio onore nella sancta Chiesa, cos dovete concipere amore avolere sostenere con vera pazienzia. E a questo mavedr, che egli e tu e gli altri miei servicercarete il mio onore in verit. Alora sar egli el carissimo mio figliuolo, e riposarassi, egli e glialtri, sopra el pecto de lunigenito mio Figliuolo, del quale Io ho facto ponte perch tucti potiategiognere al fine vostro e ricevere il fructo dogni vostra fadiga che avarete sostenuta per lo mioamore. S che portate virilemente.[43]

    CAPITOLO XXICome, essendo rotta la strada dandare al cielo per la disobedienzia dAdam, Dio fece del suoFigliuolo ponte per lo quale si potesse passare.

  • 8/8/2019 Caterina Da Siena - Dialogo Della Divina Provvidenza

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    E perch Io ti dixi che del Verbo de lunigenito mio Figliuolo avevo facto ponte, e cos laverit, voglio che sappiate, figliuoli miei, che la strada si ruppe, per lo peccato e disobedienziadAdam, per s facto modo che neuno potea giognere a vita durabile; e non mi rendevano gloria perquel modo che dovevano, non participando quel bene per lo quale Io gli avevo creati a la imagine esimilitudine mia. E non avendolo, non sadempiva la mia verit. Questa verit che Io lavevo

    creato perch egli avesse vita etterna, e participasse me e gustasse la somma ed etterna dolcezza ebont mia. Per lo peccato suo non giogneva a questo termine, e questa verit non sadempiva. Equesto era per che la colpa aveva serrato el cielo e la porta della misericordia mia.

    Questa colpa germin spine e tribolazioni con molte molestie; la creatura trov ribellione a semedesima subbito che ebbe ribellato a me; esso medesimo si fu ribello.

    La carne impugn subbito contra lo spirito, perdendo lo stato della innocenzia, e divent animaleimmondo. E tucte le cose create gli furono ribelle, dove in prima gli sarebbero state obedienti seegli si fusse conservato nello stato dove Io el posi. Non conservandosi, trapass lobedienzia mia, emerit morte etternale ne lanima e nel corpo.

    E corse, disbbito che ebbe peccato, uno fiume tempestoso che sempre el percuote con londe sue,

    portando fadighe e molestie da s, e molestie dal dimonio e dal mondo. Tucti annegavate, perchveruno, con tucte le sue giustizie, non poteva giognere a vita etterna. E per Io, volendo rimediare atanti vostri mali, vho dato il ponte del mio Figliuolo, acci che passando el fiume non annegaste. Elquale fiume il mare tempestoso di questa tenebrosa vita.[44]

    Vedi quanto tenuta la creatura a me! e quanto ignorante a volersi pure annegare e non pigliare ilremedio chIo lho dato!

    CAPITOLO XXIICome Dio induce la predecta anima a raguardare la grandezza desso ponte, cio per che modotiene da la terra al cielo.

    Apre locchio de lintellecto e vedrai gli acciecati e ignoranti. E vedrai glimperfecti e i perfectiche in verit seguitano me, acci che tu ti doglia della dannazione deglignoranti e rallegriti della

    perfeczione de dilecti figliuoli miei. Ancora vedrai che modo tengono quelli che vanno a lume equelli che vanno a tenebre. Ma innanzi voglio che raguardi el ponte de lunigenito mio Figliuolo, evede la grandezza sua che tiene dal cielo a la terra, cio raguarda che unita con la grandezza dellaDeit la terra della vostra umanit. E per dico che tiene dal cielo a la terra, cio per lunione che Ioho facta ne luomo.

    Questo fu di necessit a volere rifare la via che era rocta, s come Io ti dixi, acci che giogneste avita e passaste lamaritudine del mondo. Pure, di terra non si poteva fare di tanta grandezza chefusse sufficiente a passare il fiume e darvi vita etterna, cio che pure la terra della natura de luomonon era sufficiente a satisfare la colpa e tollere via la marcia del peccato dAdam, la quale marcia

    corruppe tucta lumana generazione e trasse puzza da lei, s come di sopra ti dixi. Convennesidunque unire con laltezza della natura mia, Deit etterna, acci che fusse sufficiente a satisfare atucta lumana generazione: la natura umana sostenesse la pena, e la natura divina unita con essanatura umana acceptasse il sacrifizio del mio Figliuolo, offerto a me per voi per tllarvi la morte edarvi la vita.

    S che laltezza saumili a la terra, e della vostra umanit unita luna con laltra se ne fece ponte, erifece la strada. Perch si fece via? acci che in verit veniste a godere con[45] la natura angelica; enon bastarebbe a voi ad avere la vita perch l Figliuolo mio vi sia facto ponte, se voi non teneste

    per esso.

    CAPITOLO XXIII

    Come tutti siamo lavoratori messi da Dio a lavorare ne la vigna de la sancta Chiesa. E comeciascuno ha la vigna propria da se medesimo; e come noi tralci ci conviene essere uniti ne la veravite del Figliuolo di Dio.

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    Qui mostrava la Verit etterna che elli ci aveva creati senza noi, ma non ci salvar senza noi; mavuole che noi ci mettiamo la volont libera, col libero arbitrio exercitando el tempo con le verevirt. E per subgionse a mano a mano dicendo:

    Tucti vi conviene tenere per questo ponte, cercando la gloria e loda del nome mio nella salute delanime, con pena sostenendo le molte fadighe, seguitando le vestigie di questo dolce ed amoroso

    Verbo. In altro modo non potreste venire a me.Voi ste miei lavoratori che vho messi a lavorare nella vigna della sancta Chiesa. Voi lavorate nelcorpo universale della religione cristiana; messi da me per grazia, avendovi Io dato el lume delsancto baptesmo. El quale baptesmo aveste nel corpo mistico della sancta Chiesa per le mani deministri, e quali Io ho messi a lavorare con voi.

    Voi ste nel corpo universale, ed essi sonno nel corpo mistico, posti a pascere lanime vostre,ministrandovi el Sangue ne sacramenti che ricevete da lei, traendone essi le spine de peccatimortali e piantandovi la grazia. Essi sonno miei lavoratori nella vigna de lanime vostre, legati nellavigna della sancta Chiesa.

    Ogni creatura che ha in s ragione ha la vigna per se medesima, cio la vigna de lanima sua; della

    quale la volont col libero arbitrio nel tempo n facto lavoratore, cio mentre che elli vive. Ma poiche passato el tempo, neuno lavoro pu fare, n buono n gattivo; ma mentre che elli vive pulavorare la vigna sua, nella quale Io lho messo. E ha ricevuta[46] tanta fortezza questo lavoratorede lanima che n dimonio n altra creatura gli l pu tollere se egli non vuole; per che ricevendoel sancto baptesmo si fortific e fugli dato un coltello damore di virt, e odio del peccato. El qualeamore e odio truova nel Sangue, per che per amore di voi e odio del peccato mor lunigenito mioFigliuolo, dandovi el Sangue, per lo quale Sangue aveste vita nel sancto baptesmo.

    S che avete il coltello, el quale dovete usare col libero arbitrio, mentre che avete il tempo, perdivellere le spine de peccati mortali e piantare le virt; per che in altro modo da essi lavoratori cheIo ho messi nella sancta Chiesa (de quali ti dixi che tollevano el peccato mortale della vigna delanima e davanvi la grazia, ministrandovi el Sangue ne sacramenti che ordinati sonno nella sancta

    Chiesa) non ricevareste el fructo del Sangue.Conviensi dunque che prima vi leviate con la contrizione del cuore e dispiacimento del peccato eamore della virt; e alora ricevarete il fructo desso Sangue. Ma in altro modo nol potreste ricevere,non disponendovi da la parte vostra come tralci uniti nella vite de lunigenito mio Figliuolo, elquale dixe: Io so vite vera; el Padre mio il lavoratore, e voi ste i tralci. E cos la verit: cheIo so il lavoratore, per che ogni cosa che ha essere uscito ed esce di me. La potenzia mia inextimabile, e con la mia potenzia e virt governo tucto luniverso mondo. Veruna cosa facta ogovernata senza me. S che Io so el lavoratore che piantai la vite vera de lunigenito mio Figliuolonella terra della vostra umanit, acci che voi, tralci uniti con la vite, faceste fructo.

    E per chi non far fructo di sancte e buone operazioni sar tagliato da questa vite, e seccarassi.

    Per che separato da essa vite perde la vita della grazia ed messo nel fuoco etternale, s come iltralcio che non fa fructo, che tagliato subbito dalla vite ed messo nel fuoco perch non buonoad altro. Or cos questi cotali tagliati per loffese loro, morendo nella colpa del peccato mortale, ladivina giustizia (non essendo buoni ad altro) gli mecte nel fuoco el quale dura etternalmente.[47]

    Costoro non hanno lavorata la vigna loro; anco lhanno disfacta, e la loro e laltrui. Non solo che ciabbino messa alcuna pianta buona di virt; ma essi nhanno tracto il seme della grazia, el qualeavevano ricevuto nel lume del sancto baptesmo, participando el sangue del mio Figliuolo, el qualefu el vino che vi porse questa vite vera. Ma essi ne lhanno tracto, questo seme, e datolo a mangiareagli animali, cio a diversi e molti peccati, e messolo sotto e piei del disordinato affecto, col qualeaffecto hanno offeso me e facto danno a loro e al proximo.

    Ma e servi miei non fanno cos; e cos dovete fare voi, cio essere uniti e innestati in questa vite. Ealora riportarete molto fructo, perch participarete de lumore della vite. E stando nel Verbo del mioFigliuolo state in me, perch Io so una cosa con lui ed egli con meco; stando in lui seguitarete ladoctrina sua; seguitando la sua doctrina participate della sustanzia di questo Verbo, cio participate

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    della Deit etterna unita ne lumanit, traendone voi uno amore divino dove lanima sinebbria. Eper ti dixi che participate della sustanzia della vite.

    CAPITOLO XXIVPer che modo Dio pota i tralci uniti con la predecta vite, cio i servi suoi, e come la vigna di

    ciascuno tanto unita con quella del proximo, che neuno pu lavorare o guastare la sua che nonlavori o guasti quella del proximo.

    Sai che modo Io tengo poi che servi miei sonno uniti in seguitare la doctrina del dolce edamoroso Verbo? Io gli poto, acci che faccino molto fructo, e il fructo loro sia provato e noninsalvatichisca. S come il tralcio che sta nella vite, che il lavoratore il pota perch facci migliorevino e pi; e quello che non fa fructo taglia e mecte nel fuoco. E cos fo Io lavoratore vero: e servimiei che stanno in me Io gli poto con le molte tribolazioni, acci che faccino pi fructo e migliore,[48] e sia provata in loro la virt. E quegli che non fanno fructo sono tagliati e messi al fuoco, comedecto tho.

    Questi cotali sonno lavoratori veri, e lavorano bene lanima loro, traendone ogni amore proprio,rivoltando la terra de laffecto loro in me. E nutricano e crescono el seme della grazia, el qualeebbero nel sancto baptesmo. Lavorando la loro, lavorano quella del proximo, e non possonolavorare luna senza laltra; e gi sai chIo ti dixi che ogni male si faceva col mezzo del proximo eogni bene. S che voi ste miei lavoratori, esciti di me, sommo ed etterno lavoratore, il quale vhouniti e innestati nella vite per lunione che Io ho facta con voi.

    Tiene a mente che tucte le creature che hanno in loro ragione hanno la vigna loro di per s. La quale unita senza veruno mezzo col proximo loro, cio luno con laltro. E sonno tanto uniti che veruno

    pu fare bene a s che nol facci al proximo suo, n male che non il faccia a lui. Di tucti quanti voi facta una vigna universale, cio di tucta la congregazione cristiana, e quali ste uniti nella vigna delcorpo mistico della sancta Chiesa, unde traete la vita.

    Nella quale vigna piantata questa vite de lunigenito mio Figliuolo, in cui dovete essere innestati.

    Non essendo voi innestati in lui, ste subito ribelli a la sancta Chiesa e ste come membri tagliatidal corpo che subito imputridisce. vero che, mentre che avete il tempo, vi potete levare da la

    puzza del peccato col vero dispiacimento e ricrrire a miei ministri, e quali sonno lavoratori chetengono le chiavi del vino, cio del Sangue uscito di questa vite. El quale Sangue s facto e ditanta perfeczione che, per veruno difecto del ministro, non vi pu essere tolto el fructo dessoSangue.

    El legame della carit quello che gli lega con vera umilit, acquistata nel vero cognoscimento di se di me. S che vedi che tucti vho messi per lavoratori. E ora di nuovo vinvito, perch l mondogi viene meno, tanto sonno multiplicate le spine che hanno affogato el seme, in tanto che verunofructo di grazia vogliono fare.[49]

    Voglio dunque che siate lavoratori veri, che con molta sollicitudine aitiate a lavorare lanime nelcorpo mistico della sancta Chiesa. A questo veleggo, perchIo voglio fare misericordia al mondo,per lo quale tu tanto mi preghi.

    CAPITOLO XXVCome la predecta anima, doppo alcune laude rendute a Dio, el prega che le mostri coloro che vanno

    per lo ponte predecto e quelli che non vi vanno.

    Alora lanima con ansietato amore diceva:O inextimabile dolcissima carit, chi non saccende atanto amore? Qual cuore si pu difendere che non venga meno? Tu, abisso di carit, pare cheimpazzi delle tue creature, come tu senza loro non potessi vivere, con ci sia cosa che tu sia lo Dionostro che non hai bisogno di noi. Del nostro bene a te non cresce grandezza, per che tu se

    immobile; del nostro male a te non danno, per che tu se somma ed etterna bont. Chi ti muove afare tanta misericordia? Lamore; e non debito n bisogno che tu abbi di noi, per che noi siamo reie malvagi debitori.

  • 8/8/2019 Caterina Da Siena - Dialogo Della Divina Provvidenza

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    Se io veggo bene, somma ed etterna Verit, io so el ladro e tu se lo npiccato per me; perchveggo el Verbo tuo Figliuolo conficto e chiavellato in croce, del quale mhai facto ponte, secondoche hai manifestato a me, miserabile tua serva. Per la quale cosa el cuore scoppia, e non puscoppiare per la fame e desiderio che conceputo in te. Ricordomi che tu volevi mostrare chi sonocoloro che vanno per lo ponte, e chi non vi va. E per, se piacesse a la bont tua di manifestarlo,

    volontieri el vedrei e ludirei da te.[50]CAPITOLO XXVICome questo benedecto ponte ha tre scaloni, per li quali si significano tre stati dellanima. E comequesto ponte, essendo levato in alto, non per separato da la terra. E come sintende quella parolac