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Progetto Obiettivi di piano 2010 Linea progettuale 2. LA NON AUTOSUFFICIENZA Trasformazione dei centri di valutazione Alzheimer in Centri di valutazioni demenza DGR. 582/2010 Il Paziente con Demenza Strategie integrate di cura e assistenza Interdizione, inabilitazione e amministratore di sostegno. Avv. Lucia Alessandra Cittadino Centro Regionale di Neurogenetica T Hotel Lamezia Terme 30.10.2013

Centro Regionale di Neurogenetica · legge) e gli inabilitati; ... curatore per gli atti di straordinaria amministrazione. Questo, a differenza del tutore, non è un rappresentante

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Progetto Obiettivi di piano 2010Linea progettuale 2.

LA NON AUTOSUFFICIENZATrasformazione dei centri di valutazione

Alzheimer in Centri di valutazioni demenza DGR. 582/2010

Il Paziente con DemenzaStrategie integrate di cura e assistenza

Interdizione, inabilitazione e amministratore di sostegno.

Avv. Lucia Alessandra Cittadino

Centro Regionale di NeurogeneticaT Hotel Lamezia Terme 30.10.2013

Capacità di intendere e volere

Per capacità di intendere e volere, in

senso giuridico, si intende la possibilità per

un individuo di comprendere se i propri atti

possono contrastare con le prescrizioni di

legge o i comportamenti che costituiscono

reato o meno (capacità di intendere) e di

determinare i propri atti, ossia mettere in

atto o meno un comportamento

antigiuridico o antisociale (capacità di

volere).

L’incapacità

Si distingue tra:

incapacità assoluta, categoria in cui vengono ricompresi i minorenni,

gli interdetti legali (ovvero coloro che hanno subìto una condanna

superiore ai cinque anni) e gli interdetti giudiziali (che si trovano in

condizioni di infermità mentale stabile);

incapacità relativa, categoria a cui vengono ricondotti i minorenni

emancipati di diritto (cioè, coloro che hanno contratto matrimonio

raggiunti i sedici anni di età, naturalmente nei termini disposti dalla

legge) e gli inabilitati;

incapacità naturale, (art. 428 c.c.) che può essere definita come uno

stato, non giudizialmente dichiarato, della persona che non è in

grado di intendere o di volere per una qualsiasi causa permanente o

transitoria, sufficiente a tradursi in un difetto della volontà negoziale

che rende annullabile gli atti eventualmente posti in essere.

Istituti a sostegno dei soggetti incapaci

Il nostro ordinamento prevede 3 istituti a

sostegno dei soggetti incapaci:

l’istituto dell’interdizione (art. 414 c.c.)

l’istituto dell’inabilitazione (art. 415 c.c.)

l’istituto dell’amministrazione di

sostegno (art.404 c.c.).

Art. 414 c.c.

L’interdizione è disciplinata all’art. 414 c.c. e

seguenti che recita: ”Il maggiore di età e il minore

emancipato, i quali si trovano in condizioni di

abituale infermità di mente che li rende incapaci di

provvedere ai propri interessi sono interdetti quando

ciò è necessario per assicurare la loro adeguata

protezione”.

Il provvedimento di interdizione è subordinato alla

verifica di un’ infermità di mente abituale che

comporti un'incapacità totale di provvedere ai propri

interessi.

L’interdizione

L’interdizione può essere chiesta nei

confronti della persona maggiorenne che

si trova in condizioni di abituale infermità

di mente, che la rende incapace di

provvedere ai propri interessi quando ciò

è necessario per assicurarle adeguata

protezione.

Inabilitazione art. 415 c.c.

L’istituto dell’inabilitazione è disciplinato dal Codice Civile agli artt.

415 c.c. e seguenti che afferma : ”Il maggiore di età infermo di

mente, lo stato del quale non è talmente grave da far luogo

all’interdizione, può essere inabilitato.

Possono anche essere inabilitati coloro che, per prodigalità o per

abuso abituale di bevande alcoliche o di stupefacenti, espongono sé

e la loro famiglia a gravi pregiudizi economici.

Possono, infine, essere inabilitati il sordomuto e il cieco dalla nascita

o dalla prima infanzia, se non hanno ricevuto un’educazione

sufficiente, salva l’applicazione dell’art.414 c.c. quando risulta che

essi sono del tutto incapaci di provvedere ai propri interessi”.

Chi può azionare la procedura?

L’interdizione e l’inabilitazione possono

essere chieste da:

il coniuge

i parenti entro il quarto grado

gli affini entro il secondo grado.

Tanto l'interdizione quanto l'inabilitazione

possono essere richieste dallo stesso

interdicendo/inabilitando

Criteri di scelta del tutore o del

curatore… Di regola il tutore o curatore vengono

scelti nello stesso ambito familiare

dell’assistito; infatti, possono essere

nominati: il coniuge, purché non separato

legalmente, la persona stabilmente

convivente, il padre, la madre, il figlio o il

fratello o la sorella, e comunque il parente

entro il quarto grado. In alternativa viene

scelto tenuto conto dell'esclusivo interesse

del beneficiario.

Differenze tra interdizione ed inabilitazione.

L'inabilitazione è un istituto del diritto civile che esclude

parzialmente il soggetto dalla capacità di agire. La

differenza rispetto al presupposto dell’interdizione sta

solo nella minore gravità dell’infermità, che consente al

soggetto di compiere da solo gli atti di ordinaria

amministrazione, mentre deve essere assistito da un

curatore per gli atti di straordinaria amministrazione.

Questo, a differenza del tutore, non è un rappresentante

del soggetto, in quanto non lo sostituisce ma lo affianca.

La posizione giuridica dell'inabilitato è identica a quella

del minore emancipato.

Obbligatorietà dell’intervento del legale.

E’ necessaria l’assistenza del legale.

La richiesta di interdizione e inabilitazione

può essere avanzata anche dal pubblico

ministero.

Il procedimento si conclude con una

sentenza, che può essere anche di

rigetto.

Amministratore di sostegno

Quando proporlo e suggerirlo ai familiari

Legge 9 gennaio 2004 n. 6

Principi ispiratori della Legge

4 aprile 1997

Convenzione di Oviedo

Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e la dignità dell’essere umano riguardo alle applicazioni della

biologia e della medicina.

Convenzione di Oviedo

Art. 1. Le Parti di cui alla presente Convenzione

proteggono l’essere umano nella sua dignità e nella sua

identità e garantiscono ad ogni persona, senza

discriminazione, il rispetto alla sua integrità e dei suoi

altri diritti e libertà fondamentali riguardo alle applicazioni

della biologia e medicina.

Art. 2. L’interesse e il bene dell’essere umano debbono

prevalere sul solo interesse della società e della scienza

Convenzione di Oviedo

Art. 5. Un intervento nel campo della salute non può

essere effettuato se non dopo che la persona interessata

abbia dato il consenso libero ed informato.

Art. 7. La persona che soffre di un disturbo mentale non

può essere sottoposta, senza il proprio consenso, a un

intervento avente per oggetto il trattamento di questo

disturbo se non quando l’assenza di un trattamento

rischia di essere gravemente pregiudizievole alla sua

salute.

L’amministratore di Sostegno nei rapporti con il

beneficiario ed i sanitari: dalla teoria alla pratica

Art. 406 3° comma c.c.

I responsabili dei servizi sanitari e socialidirettamente impegnati nella cura e assistenzadella persona ove a conoscenza di fatti tali darendere opportuna l’apertura del procedimentodi amministrazione di sostegno, sono tenuti aproporre al giudice tutelare il ricorso di cui all’art.407 o a fornire comunque notizia al pubblicoministero.

L’art. 409 del c.c. non consente la nomina come ADS di

operatori socio-sanitari che hanno in cura il paziente.

Lo scopo della norma è quello di evitare un

potenziale conflitto di interessi tra controllore e

controllato, evitando di esporre il paziente a

possibili sperimentazioni scientifiche.

Resistenze iniziali degli operatori socio-sanitari

sulle modalità di applicazione della legge.

Prima fase: Diffidenza iniziale degli operatori socio-

sanitari verso la figura dell’AdS.

Seconda fase: Eccessiva responsabilizzazione dell’AdS,

a scapito talvolta del paziente.

“Fatti tali da rendere opportuna

l’apertura di un procedimento”

Anziano solo;

La persona che, affetto da tetraplegia, è dipendente da

terzi che approfittino di tale condizione;

La persona che, per effetto di malattie degenerative,

vede progressivamente perdere autonomie funzionali e

gestionali;

Il malato psichiatrico che ponga sistematicamente in

essere atti a sé pregiudizievoli dilapidando il suo

patrimonio;

Il tossicodipendente, il giocatore d’azzardo;

Impulsi della procedura

La legge riconosce ai responsabili dei

servizi sociali e sanitari 2 alternative:

1. Presentazione del ricorso al Giudice

Tutelare;

2. Semplice segnalazione al P.M.

Bozza Prof. Cendon

Per garantire l’effettività della protezione

all’infermo, in caso di inottemperanza al dovere,

la c.d. bozza Cendon espressamente prevedeva

una responsabilità civilistica in capo a tali

soggetti per “i danni che la persona disabile

subisca per effetto della mancata o ritardata

adozione del provvedimento”.

Il comma è stato poi escluso dalla stesura finale

della legge.

Chi sono i responsabili dei servizi

socio-sanitari?

Servizi sociali:

L’assessore pro-tempore per

l’assistenza è il primo

responsabile del servizio.

Attraverso deleghe riconosce a

singoli soggetti specifici poteri-

doveri.

Servizi Sanitari:

Il dirigente o primario del

reparto ospedaliero.

Il responsabile del Centro di

salute mentale.

Ruolo dei servizio socio-sanitari

Necessità di una reale integrazione

dell’intervento dei sevizi socio-sanitari sul

territorio per rendere operativa e

tempestiva l’amministrazione di sostegno.

Medico Medicina Generale

Il MMG, seppur non incardinato in ambito

ospedaliero o all’interno dei servizi di salute

mentale, riveste un ruolo particolarmente

importante, anche se la legge non indica alcun

particolare dovere in capo a questo soggetto.

Il MMG, infatti, entrando in rapporto con i

pazienti sul territorio può venire a conoscenza di

situazioni di serio pregiudizio.

Medico Medicina Generale

Al medico di Medicina Generale viene

addirittura ascritto l’onere di dare impulso

alla procedura di nomina di un AdS tutte le

volte in cui ne ravvisi la necessità ed

urgenza, mediante il deposito di un ricorso

dinanzi al Tribunale competente.

Denuncia Procura della Repubblica

In subordine sarebbe particolarmente auspicabile che il

medico in questi casi segnalasse almeno il problema o ai

servizi sociali o ai servizi sanitari affinché gli stessi si

attivino.

Si può ancora aggiungere che chiunque venga a

conoscenza di situazioni di grave pregiudizio ai danni di

persone fragili, non necessariamente da interdire, possa

segnalare la situazione ai servizi che operano sul territorio,

o addirittura se in possesso di dati sufficienti, alla Procura

della Repubblica.

Cosa indicare al Giudice Tutelare

Condizioni di vita del soggetto e sua abituale

collocazione;

Abitudini del soggetto;

Richieste ed aspettative espresse dal soggetto;

Notizie e dati relativi alla situazione patrimoniale e

personale, se conosciuti;

Condizioni di salute e bisogni di cure.

Documentazione medica

La documentazione medica non è

richiesta dalla legge, ma è un dato

imprescindibile per il Giudice Tutelare

affinchè possa provvedere con rigore e

completezza.

Problemi interpretativi

L’affiancamento ai tradizionali istituti

dell’interdizione e dell’inabilitazione del

nuovo istituto dell’amministrazione di

sostegno ha comportato l’insorgere di

problemi interpretativi sull’individuazione

dei confini ovvero sulle differenze esistenti

tra l’amministrazione di sostegno, da un

lato, e l’interdizione e l’inabilitazione,

dall’altro.

Orientamenti giurisprudenziali

A riguardo si segnala il recente intervento della Corte di

Cassazione, la quale, con la sentenza n. 9628 del 22 Aprile 2009,

ha ribadito quale deve essere il criterio da seguire nella scelta tra

l’amministrazione di sostegno e le misure tradizionali

dell’interdizione e dell’inabilitazione, confermando l’orientamento già

espresso dai Giudici della Suprema Corte anni prima, secondo cui

l’ambito di applicazione dell’amministrazione di sostegno va

individuato con riguardo non già al diverso e meno intenso grado di

infermità o di impossibilità di attendere ai propri interessi ma

piuttosto alla maggior idoneità di tale strumento di adeguarsi alle

esigenze di detto soggetto, in relazione alla sua flessibilità ed alla

maggior agilità della relativa procedura applicativa

(Cass. Civile n.13584 del 12 Giugno 2006).

Rilevanza sociale della Legge

La nuova normativa assume una particolare rilevanzasociale nell’attuale momento, contraddistinto dallaesponenziale crescita della popolazione anziana, cheappare essere, anche dalle prime applicazionigiurisprudenziali, la destinataria privilegiata della nuovafigura.

Necessità di una reale integrazione dell’intervento deisevizi socio-sanitari sul territorio quale condizione perrendere operativa e tempestiva l’amministrazione disostegno.

Incremento esponenziale dell’istituto dell’AdS negli ultimianni.

Conclusioni

La Legge ha colmato un vuoto legislativo.

Rappresenta la giusta rispostadell’ordinamento alle esigenze di cura esostegno di coloro che non sono in gradodi “autodeterminarsi adeguatamente”.