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Centro Studi C.N.I. - 14 dicembre 2012

Centro Studi C.N.I. - 14 dicembre 2012 fileSole 24 Ore 14/12/12 P. 29 Elezioni commercialisti fra dialogo e schermaglie Giorgio Tosta 16 Corriere Della Sera 14/12/12 P. 39 Commercialisti,

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Centro Studi C.N.I. - 14 dicembre 2012

INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 14 dicembre 2012

Pagina I

ASSOCIAZIONI NON REGOLAMENTATE

La legge al voto il 19 dicembreSole 24 Ore 14/12/12 P. 26 1

PROFESSIONI NON REGOLAMENTATE

Persiste la crisi, ma il Parlamento si occupa dei senza alboItalia Oggi 14/12/12 P. 35 2

PREVIDENZA PROFESSIONISTI

Over 65, l'Inps torna alla caricaItalia Oggi 14/12/12 P. 35 3

Istruzioni per l'usoItalia Oggi 14/12/12 P. 35 4

FISCO E PROFESSIONISTI

II bancomat über allesItalia Oggi 14/12/12 P. 1-23 5

BANDI PUBBLICI

Banca dati sugli appalti, partenza dal 1° aprileSole 24 Ore 14/12/12 P. 29 Mauro Salerno 7

AFFIDAMENTI IN HOUSE

Per gli affidamenti in house salta il limite di 200 mila euroSole 24 Ore 14/12/12 P. 26 Gianni Trovati 8

INFRASTRUTTURE

Infrastrutture: il bilancio magro dell'ultimo miglioSole 24 Ore 14/12/12 P. 13 Giorgio Santilli 9

ENERGIA

Gli incentivi elettrici e la bolletta bancomatCorriere Della Sera 14/12/12 P. 13 Stefano Agnoli 10

UNIVERSITÀ

Per ritrovare fiducia nel futuro bisogna cominciare dalle universitàCorriere Della Sera 14/12/12 P. 55 Ivan Lo Bello 11

TOBIN TAX

Una tassa che salva la speculazioneCorriere Della Sera 14/12/12 P. 13 Massimo Mucchetti 12

RIFORMA FORENSE

La riforma che penalizza i giovani avvocatiCorriere Della Sera 14/12/12 P. 1-33 Gian Antonio Stella 13

COMMERCIALISTI

Elezioni commercialisti fra dialogo e schermaglieSole 24 Ore 14/12/12 P. 29 Giorgio Tosta 16

Commercialisti, il voto della discordia Il ministro ora manda il commissarioCorriere Della Sera 14/12/12 P. 39 Isidoro Trovato 17

La base chiede un Cndcec unitoItalia Oggi 14/12/12 P. 31 Benedetta Pacelli 18

CONFPROFESSIONI

Confprofessioni, Stella presidenteItalia Oggi 14/12/12 P. 31 19

ASSOCIAZIONI

La legge al voto

il 19 dicembreMercoledì i9 alle 14laCommissione Attivitàproduttive della Cameraesaminerà in sede legislativala proposta di legge sulleprofessioni non organizzate.Si riapre la possibilità di unalegge per i «Senz'Albo».

Associazioni non regolamentate Pagina 1

Persiste la crisi, a il Parlamento si occupa dei senza alboChe fa il parlamento mentre lospread risale, l'emergenza dei contipubblici si aggrava e il governo è indifficoltà? Trova il tempo di occu-parsi di un fondamentale disegnodi legge (ddl 3270 testo unificatoFroner Pd, Buttiglione FormisanoUdc, Della Vedova Fli) in materiadi professioni non organizzate chepunta a mettere sotto lo stesso om-brello e con un solo colpo regolatoretutti i mestieri che fino ad ora era-no sfuggiti a una regolamentazio-ne. In sostanza, si sta avviando adisciplinare con legge, che ha avutoil via libera alla legislativa anchedall'aula di Montecitorio, tante co-siddette «nuove professioni», chemagari interessano pure diversicampi dei servizi utili a cittadinie imprese, ma che non dovrebberoessere confuse con professioni ordi-nistiche come quelle,per esempio, dei no-tai o degli ingegneri.Il ddl consente a chisvolge una profes-sione non ordinisti-ca di decidere comesvolgere la propriaattività: iscrivendo-si all'associazionedi riferimento, ap-plicando le norme

Uni chiedendo una certificazione«a vantaggio del consumatore». Lalegge prevede che le associazionidi questi operatori siano iscritte adomanda in un elenco tenuto dalministero delle attività produtti-ve, che non esercita alcun vagliosul profilo della tutela legislativa.La normativa mira chiaramente adotare questi soggetti di un rico-noscimento pubblico spendibile sulmercato senza alcun significativocontro bilanciamento in terminidi vigilanza pubblica sul loro com-portamento, i doveri deontologici,i procedimenti disciplinari, l'obbli-go di esame di stato di formazionecontinua e perfino di nessun tito-lo di studio qualificato. Insomma,essi finiranno con il godere di tuttii vantaggi senza aver alcun one-re. Il tutto falsando il mercato dei

servizi professiona-li e aumentando laconfusione. Solo adanno dei cittadini.Strano che nessunosi sia accorto dell'in-ganno. L'ingannopiù pericoloso stanell'impostazionedella legge che con-sentirebbe l'eser-cizio di qualsiasi

attività non «riservata per legge»,a chiunque in possesso di un atte-stato di competenza rilasciato dal-le associazioni. Antec, il sindacatoche raggruppa periti industriali,geometri, periti agrari e agrotecni-ci, aveva denunciato fin dall'iniziodell'iter legislativo questi rischi,proponendo degli emendamenti.Emendamenti raccolti e depositatialla camera dei deputati dall'ono-revole Maria Grazia Siliquini giànella prima lettura in aula del 17aprile scorso, certamente l'unica aessersi battuta per evitare questopasticcio legislativo. Chi ha pro-mosso la legge sa bene che non tut-te le attività di interesse pubblicosono soggette a riserva per legge etuttavia sono di rilevanza straor-dinaria. È importante capire chela regolamentazione delle attivitàprofessionali non è finalizzata allatutela dei singoli professionisti, masolo alla tutela degli interessi ge-nerali e della collettività. Principiche questa legge vanificherebbeattraverso il riconoscimento daparte dello stato di una «patente»di professionista che trarrebbe ininganno qualsiasi cittadino. Mancadel tutto una linea di demarcazio-ne tra professioni regolamentate enon, con la conseguenza che il mer-

cato delle prestazioni professionalirischia di risultare opaco e non tra-sparente. Il cittadino, infatti, nonsarà in grado di distinguere unprofessionista iscritto a un ordine,con tutto quello che questo compor-ta in termini di doveri e un iscrittoa una libera associazione privata,che non ha alcun dovere. La leggeconsentirebbe a coloro che con lasola iscrizione a un'associazionepotranno esibire un attestato dicompetenza (seppure senza alcunvalore legale) rilasciato da privati,senza alcun controllo né da partedello stato né da parte delle regio-ni. Per garantire il cittadino nelrispetto dei principi costituzionali,devono essere escluse, ai soggettinon abilitati e iscritti negli albiprofessionali, non solo le attività«riservate per legge», ma anche leattività regolamentate e tipichedei professionisti iscritti a ordinie collegi professionali e la defini-zione ingannevole di «professioni-sta». E comunque per concluderefa specie che tutto questo accadanel silenzio assordante dell'auto-rità garante per la concorrenza eil mercato, che invece è semprevigile e tempestiva nelle temati-che che riguardano le professioniordinistiche.

Professioni non regolamentate Pagina 2

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Over 65, l'Inps torna alla caricaUna nuova raffica di avvisibonari ai periti industriali

Inps cambia strategiadi attacco verso i liberiprofessionisti periti in-dustriali , finiti ingiu-

stamente nelle maglie dell'in-dagine definita Poseidone, e inquesti giorni sta spedendo unapioggia di avvisi di addebito ri-spetto a presunti versamentiprevidenziali non effettuati. Laquestione , che con il tempo èdiventata sempre più spinosama anche sorprendente, devefar veramente riflettere: tutto ècominciato nel momento in cuil'Istituto nazionale , nell'ambi-to di un'indagine incrociata,ha individuato un drappellodi liberi professionisti pensio-nati che continuavano la loroattività dopo aver interrotto illoro versamento previdenziale.In alcuni casi questa interru-zione si configurava come uncomportamento scorretto, main altri casi , invece , i liberi pro-fessionisti stavano puramenteesercitando una loro facoltàconcessa dalla loro Cassa diprevidenza di categoria, comeappunto nella circostanza deiperiti industriali.

C'è voluta la caparbietà dimolti enti di previdenza pri-vati per sollecitare l'interventodel legislatore e far approvareuna legge (la 111/2011) cheidentifica in modo chiaro unasoluzione ragionevole del caso,ritenendo che un libero profes-sionista iscritto a un albo nonpuò mai ritenersi obbligato

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ffiyC¡,

verso l'Inps e che dunque nes-sun perito industriale pensio-nato avrebbe dovuto sborsareun solo euro di contributo pre-videnziale fino al 2010. Que-sto principio è stato rafforzatoe confermato dall'Inps stessosia da una circolare interna (la99 del 2011 ) sia da un messag-gio operativo (il 709 del 2012),anche se bisogna osservareche le agenzie sul territoriosi sono comportate in modospesso non omogeneo rispettoalle indicazioni che venivanodalla sede centrale, alcuneannullando i procedimenti incorso sulla base della nuovanormativa , altre andando in-spiegabilmente fino in fondoin giudizio . In ogni caso, ognivolta il giudice ha dato ragioneall'Eppi: le tre sentenze pilotadei tribunali di Aosta, Padovae Trieste sono state accolte an-che da tutti gli altri tribunalicui i periti industriali hannofatto ricorso , tra cui Bologna,Cosenza , Bari , Roma e da ulti-mo è arrivata la conferma dellaCorte di Torino.

La notifica degli avvisi diaddebito di questi giorni hafatto però compiere un bruscopasso indietro alla vicenda. Insostanza oggi l'Inps chiede aiprofessionisti interessati di sal-dare lo stesso conto di qualchetempo prima , non rivolgendosipiù a Equitalia per la fase di

riscossione , ma intervenendo

direttamente in prima perso-na, intimando nuovamentedi versare presunti contributiprevidenziali mancanti e con-cedendo appena 40 giorni peropporsi. Dato il periodo, le fe-stività imminenti , è possibileche non sia semplice organiz-zare un'azione a contrasto delprovvedimento.

L'Eppi in ogni caso confermache le legge 111 esclude cate-goricamente dalla competenzadella Gestione separata Inps, iliberi professionisti già pensio-nati iscritti agli albi professio-nali e iscritti anche alle relati-ve casse ed enti di previdenzacategoriali : in sostanza, i sog-getti pensionati che svolgono epercepiscono redditi derivantidallo svolgimento di attivitàlibero -professionale devonovedersela esclusivamente conla loro previdenza di catego-ria. Dunque , niente cartelleesattoriali o avvisi di addebitoper quanto avvenuto fino al 31dicembre 2010.

«Voglio però ripetere», con-clude con forza Florio Bendi-nelli, presidente della Cassaperiti industriali, «che il com-portamento dell'Inps destaqualche perplessità, ancheperché significa istruire proce-dimenti giudiziari che ad oggi,almeno nel caso dell'Eppi, han-no sempre ricevuto parere ne-gativo . Mi continuo a chiederequando le gestioni provincialidell'Inps si adegueranno allanorma ed eviteranno così disprecare denaro pubblico inquesto modo».

Previdenza professionisti Pagina 3

Istruzioniper l'uso

Cosa fare per opporsiagli avvisi Inps?L'avviso di addebito chel'Inps invia deve esseresubito contestato daiperiti industriali iscrit-ti e pensionati: occor-re proporre il ricorsogiudiziario, entro 40giorni, che ne richiedala sospensione, passofondamentale perchél'avviso non diven-ti definitivo e subitoesecutivo. Allo stessotempo, è possibile an-che proporre un ricor-so amministrativo inautotutela all'Inps. Sel'Istituto riconoscessedi aver sbagliato, ovvia-mente si annullerebbeil contenuto dell'avvi-so di addebito ma nonsi annullerebbero glieffetti. Dunque, perevitare che l'avvisoInps diventi efficacebisogna , in ogni caso,passare per il ricorsogiudiziario.

Previdenza professionisti Pagina 4

II bancomat über alles(ehi vende prodotti e offre servizi anche profPssion ali dovrà

obbligatoriamente dotarsi dï strumenti elettronici di pagamentoChiunque venda prodotti e presti

servizi, anche professionali, dovrà ob-bligatoriamente dotarsi di strumen-ti elettronici di pagamento. Di più: ipagamenti elettronici, ad esempio perl'acquisto di ticket per i mezzi pubblici,potranno essere effettuati anche tra-mite tablet e smartphone. Le pubblicheamministrazioni dovranno pubblicaresui loro siti internet i rispettivi codiciIban. Sono solo alcune delle innova-zioni contenute nel decreto crescita2.0 (n. 179/2012), ieri definitivamenteconvertito in legge dalla camera deideputati.

Chiarello e Bombi a pagina 23

Fisco e professionisti Pagina 5

DECRETO CRESCITA/La carnera converte in legge il (Il Tutte lc' nUrità

imprese professionisti® .

a a e ti elettronici in ogni . resa e attivita di se iza

DI LUIGI CHIARELLO

E MARILIsA BOMBI

- hiunque venda pro-dotti e presti servizi,anche professionali,dovrà obbligatoria-

mente dotarsi di strumentielettronici di pagamento. Dipiù: i pagamenti elettronici, peresempio per l'acquisto di ticketper i mezzi pubblici, potrannoessere effettuati tramite ta-blet e smartphone. E anchele pubbliche amministrazionisaranno obbligate ad accettarepagamenti in formato elettro-nico e dovranno pubblicare suiloro siti internet i r ispettivi co-dici Iban. Sono solo alcune delleinnovazioni contenute nel de-creto crescita 2.() (n. 179/2012),ieri definitivamente convertitoin legge dalla camera dei de-putati. Il provvedimento, tra lealtre cose, liberalizza l'accessouniversale a internet, mette inrete gli edifici scolastici, pre-vede uno sgravio di impostaper gli editori di opere digitali,introduce il fascicolo sanitarioelettronico e servizi sanitarionline per il cittadino.

Internet scuole. Con la leg-ge in questione è stato disposto

che per garantire il regolaresvolgimento del servizio sco-lastico in ambienti adeguati esicuri, il ministro dell'istruzio-ne, d'intesa con la Conferenzaunificata, definirà appositi pia-ni triennali e i relativi finanzia-menti. Ma un dato è già certo:per i nuovi edifici scolastici glienti locali responsabili dovran-no includere l'infrastruttura direte internet tra le opere edili-zie necessarie.

Credito di imposta per ildigitale . Sarà riconosciutoun credito d'imposta del25% dei costi sostenuti,nel rispetto dei limiti del-la regola de minimis, alleimprese che sviluppanopiattaforme telemati-che per la distribuzione,la vendita e il noleggio diopere dell'ingegno digitali.L'agevolazione si applicheràper ciascuno degli anni 2013,2014 e 2015, nel limite dispesa di 5 milionidi euro annuie fino a esau-rimento dellerisorse dispo-nibili.Carta dei

diritti. E

riconosciuta l'importanza delsuperamento del divario digi-tale, in particolare nelle areedepresse del paese, perla liberadiffusione della conoscenza frala cittadinanza. Per superareil deficit deve essere assicuratol'accesso pieno e aperto alle fon-ti di informazione e agli stru-menti di produzione del sapere.A tal fine, lo stato ha deciso dipromuovere una «Carta dei

diritti», nella quale sonodefiniti i princìpi

cura.

Domicilio digitale. A de-correre dal 1° gennaio 2013,le amministrazioni pubblichee i gestori o esercenti di pub-blici servizi comunicano conil cittadino esclusivamentetramite il domicilio digitaledallo stesso dichiarato e sen-za oneri di spedizione a suocarico. Ogni altra forma dicomunicazione non può pro-durre effetti pregiudizievoliper il destinatario. L'utilizzodi differenti modalità di co-municazione rientra tra i pa-rametri di valutazione dellaperformance dei dirigenti.

e i criteri voltia garantirel'accesso uni-

versale dellacittadinanzaalla rete in-ternet senza

alcuna discri-minazione o

forma di cen-

Pec delle imprese. Nuovorinvio per le imprese individua-li attive e non soggette a proce-dura concorsuale. Le stesse, in-fatti, sono tenute a depositare,presso l'ufficio del registro del-le imprese, il proprio indirizzodi posta elettronica certificataentro il 30 giugno 2013. L'uffi-cio del registro delle imprese

che riceve una domandadi iscrizione che non haiscritto il proprio indiriz-zo di posta elettronicacertificata, anziché san-zionare l'impresa, com'èprevisto attualmente,sospende la domanda

fino a integrazione della stessacon l'indirizzo di posta elettro-nica certificata e comunque per45 giorni; trascorso tale perio-do, la domanda si intende nonpresentata.

La rubrica delle Pec. L'ac-cesso all'Ini-Pec (Indice nazio-nale degli indirizzi di postaelettronica certificata (Ini-Pec)delle imprese e dei professioni-sti, tenuto dal ministero per losviluppo economico e consenti-to non solo a p.a., professionistie imprese, ma anche ai gestorio esercenti di pubblici servizied a tutti i cittadini tramitesito web e senza necessità diautenticazione.

Biglietto con il cellulare.Tenuto conto del carattere dipubblica utilità del servizio eal fine di assicurarne la mas-sima diffusione, le aziende ditrasporto dovranno consen-tire l'utilizzo della biglietta-zione elettronica attraversostrumenti di pagamento inmobilità, anche attraversol'addebito diretto su creditotramite qualsiasi dispositi-vo di telecomunicazione. Iltitolo digitale del biglietto èconsegnato sul dispositivo dicomunicazione.

Fisco e professionisti Pagina 6

Jea Sperimentazione da gennaio

Banca dati sugli alti,dal • ° a ripartenza le

Mauro Salerno

n Parte il conto alla rovesciaper l'avvio dellab anca dati appal-ti gestita dell'Autorità di vigilan-za sui contratti pubblici. L'obbli-go p er le stazioni appaltanti di ser-virsi del portale battezzato«Avcpass» per la verifica dei re-quisiti di costruttori, progettisti efornitori di beni-e servizi scatteràil primo aprile 2013 e sarà limitato

are di importo superiore aun milione di euro.

Dal primo gennaio il sistemapartirà in forma sperimentale. Loslittamento di tre mesi rispetto altermine previsto dal Dlgs,163/2006 (articolo 6-bis) servirà

per permettere a enti e imprese diprendere confidenza con la nuo-vaprocedura di gestione delle ga-re, evitando di mandare in tilt ilmercato. Una volta diventato ope-rativo il servizio costituiràunave-ra e propria rivoluzione per il set-tore degli appalti, in cui operanocirca 4omila amministrazioni,con oltre 1,2 milioni di gare bandi-te ogni anno.

Lo scopo di Avcpass è di darealle amministrazioni lapossibili-tà di verificare in via telematica ein un colpo solo tutti i requisiti dichi parteciperà alle gare: dalla re-golarità contributiva (Inarcassa,Inail) alla documentazione anti-

mafia (ministero dell'Interno),dalla certificazione di qualità(Accredia) a quella di regolartà fi-scale rilasciata dall'Agenzia del-le Entrate.

Perché tutto ciò si tramuti in re-altà bisognerà però attendere an-cora. Per ora la possibilità di ac-cesso diretto ai dati telematici daparte dell'Autorità funziona solocon Inarcassa, in tuttigli altri casisarà comunque l'Autorità a "me-diare" tre le Pa, verificando la sus-sistenza dei requisiti e dandonecomunicazione, ancora in formacartacea, agli enti interessati.

Lo schema di delibera con le in-dicazioni operative per stazioni

appaltanti e imprese è stato postaieri in consultazione. Associazio-ni e amministrazioni coinvoltinell'operazione avranno a dispo-sizione pochissimo tempo per farpervenire le proprie valutazioniutilizzando il modulo scaricabile•dal sito dell'Autorità. Il termineultimo scade lunedì 17 dicembre.Poi, dopo aver incassato il pareredel Garante dellaprivacy sulla ge-stione dei dati sensibili forniti dal-le imprese Via Ripetta darà l'okdefinitivo .aldocumento.

Confermate le anticipazionipubblicate sull'ultimo numerodel settimanale Edilizia e Territo-rio. Dopo lafase sperimentale il si-stema diventerà obbligatorio peri bandi al di sopra di un milionedalprimo aprile 2013. Nelterzo tri-mestre il sistema diventeràvinco-lante ibandi oltre 15omila euro.In-fine da ottobre non ci sarannosconti: il servizio sarà obbligato-rio per tutti ibandi da 4omila euroin su, pena la nullità della gara.

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Bandi pubblici Pagina 7

SeMzì icm Agli «Ato» la gestione rifiuti

Per gli affidamenti in housesalta il limite di 200mila euroGianni Trovati

MILANO

Anche la gestione dei rifiu-ti rientra tra i «servizi a rete»,per i quali tutte le attività di or-ganizzazione e gestione devo-no essere trasferiti agli ambititerritoriali ottimali previsti dal-la manovra-bis del Ferragosto2011 (articolo 3-bis del Dl138/2on). Scompare del tutto illimite dei 20omila euro annuiper gli affidamenti in house,

che sarebbe dovuto entrare invigore a inizio 2014 e avrebbe la-sciato sopravvivere gli affida-menti di valore superiore finoalla fine dello stesso anno secon-do le previsioni del decreto leg-ge sulla revisione di spesa.

La versione definitiva deldecreto «Sviluppo-bis», cheha ottenuto ieri l'ultimo discoverde dalla Camera, portamolte novità al mondo dei ser-vizi pubblici locali e delle so-

cietà partecipate.Oltre alla scomparsa del limi-

te dei 20omila euro all'in house(si veda anche Il Sole 24 Ore del7 dicembre), che riporta inte-gralmente la disciplina degli af-fidamenti nel'ambito delle re-gole Ue sull'in house, il ritoccodi maggior peso è quello sugliambiti territoriali previsti dal-la manovra-bis dello scorso an-no, ma accolti con più di un'in-certezza da parte delle Regioni

che in qualche caso non ne han-no completato il disegno o l'at-tuazione. Ora i ritardatari devo-no affrettarsi perché agli ambi-ti, secondo la legge di conver-sione approvata ieri, vanno tra-sferiti subito tutti i compiti rela-tivi a «scelta della forma di ge-stione, di determinazione delletariffe all'utenza per quanto dicompetenza, di affidamentodella gestione e relativo con-trollo». Insomma, esce dai sin-goli enti locali l'intera organiz-zazione dei servizi pubblici are-te, famiglia nella quale il decre-to Sviluppo-bis fa rientrare an-che la raccolta e smaltimentodi rifiuti urbani superando co-sì i dubbi interpretativi solleva-ti da molti operatori.

In nome della concorrenza, odi quel che ne rimane dopo lasentenza 199/2o12 della Cortecostituzionale che ha cancella-to le "liberalizzazioni" dell'an-no scorso, si prevede poi che ladisciplina del Codice appalti siapplichi anche ai servizi di illu-minazione votiva. In ogni caso,chi sceglie la strada dell'in hou-se dovrà motivare in una rela-zione, da pubblicare sul sito In-ternet, le ragioni della scelta.Una semplificazione intervie-ne poi sul fronte dei micro-paga-menti pubblici alle imprese,che devono essere effettuati informa elettronica se il creditorelo richiede.

[email protected]® RIPRODUZIONE RISERVATA

Affidamenti in house Pagina 8

L'ANALISI

GiorgioSantilli

Infrastrutture:íl bilancio magrodell'ultimomiglio

1 bilancio dell'ultimomiglio parlamentare èmolto magro perle

infrastrutture e l'edilizia,settori che avrebbero dovutoessere trainanti perlacrescita, almeno stando alledichiarazioni di governo epartiti negli ultimi mesi. Cosìnon è stato: ristretto apochissime grandissimeopere e sottoposto al rigidofiltro del Cipe il credito diimpostaperiprojectfinancing contenuto neldecreto sviluppo, spedite sulbinario morto lesemplificazioni edilizie, maipartito il disegno di legge sunuovo codice appalti e débatpublic. Qualcheaggiustamento qua e là,compreso quello perle tariffe_professionali: novitàepisodiche e frammentarie,che danno più il senso delpersistere dell'assenza di unapolitica per lo sviluppo delleinfrastrutture che non ilsegno dell'avvio faticoso diuna nuova epoca. Se non cisarà un improbabile colpo dicoda con la legge di stabilità,la prossima legislatura siaprirà con gli stessi problemiirrisolti di un anno fa.

Intendiamoci, un paio dicose sono state avviate epromettono anche bene.Basti pensare al project bonde al "piano città", che portanola firma delviceministro alleInfrastrutture, Mario Ciaccia:importanti perché colmanoaltrettanti vuoti. Ma a finelegislatura non c'è più spazioper romantiche aspettative esotto gli occhi di tutti finisceunbilancio crudo, fatto dicose e non di parole. Non cisarà in Italia nessunainfrastruttura importante chesarà "salvata" o messa inmoto dal project bond:viceversa, se troverà unmercato anche dal lato delladomanda, l'obbligazione diprogetto potrà essere un

importante strumento diaccompagno complementarea quei pianieconomico-finanziari dinuove concessioni che tantafatica fanno in Italia arispettare regole ditrasparenza. Non si fannoopere inproject financingsenza equity, senzasufficiente remunerativitàdegli investimenti, senzatempi e costi certi, senzaallocazione ottimale deirischi fra i vari soggetti, senzal'accettazione anche da partedell'operatore-Stato delleregole che valgono per tutti. Ela forte limitazione degliincentivi fiscali riduceulteriormente lo spazio perl'intervento di capitali privati.

Va solo un po' meglio per ilpiano città. Uno spezzone dipolitica urbana che nelleintenzioni iniziali avrebbedovuto colmare il vuoto diurban regeneration che daquindici anni (dalGuggenheim di Bilbao in qua)vince in Europa e attanaglialecittà italiane. Non saranno i224 milioni stanziati dalministero delle Infrastrutture- né il centinaio di milioniaggiuntivi in arrivo - amettere in moto un fenomenocapace di cambiare volto allenostre città e a dare unpo' diossigeno al settore in crisi.Ciaccia è rimasto solo senzache questo piano fossecapace di diventare unapolitica dell'intero governo.La settorialità condannaancora una volta questocomparto a un ruolomarginale nella crisi, senzache il Governo sia statocapace, dopo il fallimentodella legge obiettivo, di farneuna priorità e una levapotente contro la recessione.

® RIPRODUZIONE RISERVATA

Infrastrutture Pagina 9

Gli incentivielettricie la bolletta-bancomatdi STEFANO AGNOLI

L espressione «assalto alladiligenza», quando si

parla di conti pubblici, èsicuramente abusata. Macome definire diversamente ilreiterato tentativo diintrodurre in una legge delloStato la proroga di (costosi)incentivi per l'installazione dipannelli solari su edificipubblici? Oppure l'esenzione,a favore di raffinerie e grandiimpianti che produconoenergia da cogenerazione,dall'obbligo di acquistarecertificati verdi comevorrebbe invece la normativain vigore? Eppure unemendamento di questo tiponegli ultimi giorni è comparsodue volte. La prima tra finenovembre e inizio dicembre,presentato dai relatori deldecreto sviluppo, FilippoBubbico del Pd e SimonaVicari per il Pdl. E unaseconda volta proprio ieri, inquesta occasione però nel«pacchetto» legge di Stabilitàda discutere in Commissionebilancio del Senato. Apresentarlo l'onnipresenteBubbico, in compagnia delcollega senatore pd VidmerMercatali, mentre la parterelativa alla cogenerazioneporta la firma del senatorepdl Gilberto Pichetto Fratin.Secondo qualche calcolocircolato nelle settimanescorse il primoprovvedimento, spostando lascadenza di un anno a fine2013, avrebbe un peso diqualche centinaio di milioni(si è detto addirittura 1,2miliardi di euro). Il secondodi 12o milioni. Da finanziarecome? Indovinello dallarisposta facile: con il solitoconsueto bancomat dellabolletta del italiani.

@stefanoagnoliRIPRODUZIONE RISERVATA

Energia Pagina 10

Per ritrovare fiducia nel °ulurobisogna cominciare dalle universitàdi IVAN LO BELLO

aro direttore, in Italia spendiamoogni anno 9,4 miliardi di europer le baby pensioni, mentre peril finanziamento delle universitàsolo 7 miliardi. t evidente che

l'Italia non investe sul futuro. I giovanioggi non hanno più fiducia nelleuniversità, nonostante nel nostro Paese visiano numerosi atenei eccellenti e ingrado di competere con le miglioriuniversità europee. Secondo l'ultimaindagine Ocse, condotta sugli studenti discuola secondaria, solo 1141%o deiquindicenni italiani ha intenzione diproseguire gli studi accademici mentre inCorea del Sud sono oltre l'8o%.Siamo di fronte a una crisi di fiduciasoprattutto inter-generazionale. Gli«adulti» non riescono a staccarsi daposizioni difensiviste e corporative. Igiovani non riescono a trovare gli stimoliper essere artefici del proprio destino.L'università fin dalle sue origini, unostrumento di innalzamento dellacondizione personale e di sviluppointegrale della società, oggi non riesce asvolgere il compito essenziale di esseremotore di giustizia sociale e dimeritocrazia. Ma l'opinione pubblicarimane indifferente. Fino a quando nondiventerà la questione prioritaria delPaese, di cui si parlerà, nelle officine, nelleaziende, nelle famiglie, l'universitàitaliana, nella media, sarà destinata apeggiorare. Abbiamo fatto proliferare«università condominiali» in tutto il Paesee abbiamo progressivamente disinvestitosulla qualità dell'università, rendendosempre più difficile al nostri miglioriatenei competere ad armi pari nelloscenario internazionale. Mentre negli Usaquando nasce un figlio si accende unmutuo per finanziare il college, da noil'università è nell'immaginario collettivouna spesa pubblica improduttiva, per nondire assistenzialismo a basso costo.Ci siamo ritrovati con una universitàfinanziata da una sorta di Robin Ilood allarovescia, che toglie ai poveri per dare airicchi. Infatti, come hanno ricordatoAndrea Ichino e Daniele Terlizzese sulCorriere della Sera del 1o dicembre, ladifferenza tra il costo per lo Stato di unostudente universitario (da 7 a 15 mila euro)e le basse rette italiane (che non superano

di norma i 1.500 euro) è paradossalmentea carico delle famiglie a basso reddito. Percui ogni anno in Italia avviene untrasferimento ingente, di circa 2,5 miliardidi euro, dalle famiglie con redditoinferiore ai 40.000 euro lordi annui, aquelle con reddito superiore. tindispensabile aumentare le tasseuniversitarie per le famiglie più ricche,destinando una parte delle maggiorientrate ad un fondo per finanziare lamobilità degli studenti, sia in altreuniversità italiane, sia all'estero. Ma nonbasta. Noi spendiamo per il diritto allostudio uno scandaloso 0,12% del PII,mentre la media Ocse (Organizzazione perla cooperazione e lo sviluppo economico)è dello 0,25%, il doppio. Come è noto, daalcuni anni, decine di migliaia di studentiitaliani che ne hanno diritto non possonousufruire delle borse di studio permancanza di finanziamenti. Va poi, comesuggerisce giustamente Ichino, eliminatoil tetto alle tasse universitarie consentendoalle università di determinarle liberamentedestinando una quota significativa degliintroiti alle borse di studio.Oggi le università non possono esigeretasse per un importo che superi il 20% del

Fondo di finanziamento ordinario (Ffo).Dunque se lo Stato riduce ilfinanziamento, le università sono costretteparadossalmente ad avere meno introitidalle rette. L'idea di un'università come«tu-ris eburnea», chiusa allacontaminazione con la società e il sistemaeconomico è definitivamente crollata.Oggi l'università funziona se creacompetenze. Serve dunqueprofessionalizzare le lauree triennali,prevedendo in determinati settoritecnico-scientifici di svolgere il terzo annoin apprendistato in impresa, attivare inuovi dottorati industriali, diffondere ipercorsi di alternanza. La poca fiducia e ildisorientamento verso l'università sarà lapoca fiducia e il disorientamento verso lasocietà che vogliamo costruire. t unaquestione cruciale, che va risolta.L'università può svolgere un ruoloprezioso per la rinascita italiana, mabisogna dare a rettori intraprendenti edocenti aperti le regole giuste per giocaread armi pari in uno scenario che si è fattoglobale.

Vicepresidente per l'Educationdi Confindustria

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Università Pagina 11

"w '" La Banca d'Italia: a metà 2012 erano in circolazione contratti derivati per 10.554 miliardi

Una tassa che salvaprevisto nulla sui derivati se non quan-do si pervenga alla consegna dell'azio-ne sottostante. Ma i derivati su azionisono poca cosa rispetto a quelli sui tassie sui cambi. É probabile che il governoabbia subìto le pressioni di grandi ban-che come Bnp Paribas o Société Généra-le, ma è anche possibile che sia risulta-to più arduo del prevedibile distingueretra i derivati di copertura, legati alla pro-duzione, al finanziamento e al commer-

Rorna si allinea a Par°gi in attesa delle decisioni della Germaniadi MASSIMO MI CCIIETTI

Che cos'è l'emendamento del gover-no al disegno di legge di Stabilità, cheintroduce un'italica versione della To-bin tax sulle transazioni finanziarie: lasolita libbra di carne lanciata ai lupi persalvare la slitta o è l'inizio di un ordina-to raffreddamento delle attività specula-tive? Nel 2011, dice la Consob, in Borsae in altri mercati regolamentati sono sta-te effettuate transazioni azionarie perun controvalore di 830 miliardi. Al 30giugno 2012, avverte la Banca d'Italia,erano in circolazione contratti derivatiper un valore nozionale di 10.554 miliar-di e un valore di mercato di 272 miliar-di in positivo e di 270 in negativo. Ebbe-ne, da questa enorme base imponibile,pari a 7 volte il Prodotto interno lordo,il governo si propone di estrarre un mi-liardo. Non è dunque alle porte la rivolu-zione. Non si vedranno i cosacchi abbe-verare i loro cavalli alle fontanelle dellebanche italiane.

L'azione del governo Monti rispondeai richiami dell'Unione europea. La tas-sazione sulle transazioni finanziarie, inorigine, aveva tre obiettivi: a) armoniz-zare le normative fiscali dei diversi Pae-si in materia; b) rafforzare le entrate delbilancio europeo; c) penalizzare la finan-za speculativa, che fa perno sui derivati,armi di distruzione di massa secondoWarren Buffett. La Commissione euro-pea ha cercato di varare una direttiva.Ma il Regno Unito ha posto il veto, di-cendo che alla City le compravendite diazioni sono già da anni sottoposte allaStamp duty reserve tax. Questa vecchiaimposta non toccala tecnofinanza, deri-vati in primis. Ma il veto inglese, affon-dando l'idea della direttiva Ue, ha de-classato l'iniziativa della Commissionealla più blanda cooperazione rafforzata.Poi è stata la Francia a dare una piccona-ta al proposito di versare la Tobin taxnel bilancio comunitario approvandouna versione dell'imposta che lascia iproventi a Parigi. Quanto al contrastodella speculazione non si nota granché.

Sebbene sia guidata da un presidentesocialista, che eleva al 75% l'aliquota fi-scale sulla quota dei redditi personalisuperiore al milione, la Francia non ha

I derivati su azioni sono pocacosa rispetto a quelli su tassi ecambi. Ma in quest'ultimo casol'imposta va da 20 a 100 euro

cio di beni e servizi, e quelli speculativi,scommesse fini a sé stesse, allo scopodi non tassare i primi e bersagliare i se-condi.

L'emendamento del governo italianoè chiaro sulle transazioni azionarie diBorsa: si pagherà un'imposta dello

a specuiazïone0,1%. L'emendamento colpisce merito-riamente con un'imposta dello 0,02%l'high frequency trading, ovvero le com-pravendite che scattano in continuitàsecondo algoritmi per migliaia di volteal giorno e drogano il corso ordinariodei titoli. Nulla si prevede, invece, perle operazioni giornaliere sullo stesso ti-tolo da parte dello stesso soggetto: sitasserà solo il saldo finale della giorna-ta. Se Borsa Italia ringrazia, il Paese nondovrebbe. Quanto ai derivati, il gover-no ha deciso di graduare il prelievo a se-conda del valore nozionale dei contrat-ti: l'imposta massima è di 20 euro o di100 euro a seconda delle tipologie deiderivati oltre il milione di euro. Non vo-lendo o non sapendo distinguere tra fi-nanza buona e finanza cattiva, si è usatala mano leggera.

A voler vedere il bicchiere mezzo pie-no, si può pensare che, in questo modo,l'Italia si affianca alla Francia in attesadelle decisioni tedesche. Ma poi, se i nu-meri resteranno questi, sarà d'obbligoconcludere che la montagna ha partori-to il topolino.

0 RIRRODU IONE RISERVA rA

I derivati Ammontari nominalio nozionali in essere

Valore di mercato lordoa fine giugno 2012

Finanziari

Cambi -5,0 9,2 16,5 18,2Tassi d interesse 8.660,6 88,1..- - ----- 236,7 227,3Azinni e merci 263,4 27,2 2,7 6,4

10`5.......

i i,1CreditiziCDS comprati 356,5 35,2 49,2CüSvencluti 36T,9 3k,0 50,8

Fónte_ 8anad7aila U AeCO

Tobin tax Pagina 12

Regole capestro peri praticanti

La riforma che penalizzagiovanii giovani avvocati

di GIAN ANTONIO STELLA

Lunica legge messa incalendario dal Senato

ormai agli sgoccioli è la ri-forma della disciplina foren-se cara a un sesto dei senato-ri (presidente compreso) dimestiere avvocati. Riformache consente di imporre aipraticanti di lavorare gratiscome i «ragazzi spazzola»dei barbieri di una volta.

A PAGINA 33

Riforma forense Pagina 13

Le novità della riforma della professione forense, l 'unico testo che i senatori vogliono approvare a tutti i costi0 . •

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di GIAN ANTONIO STELLA

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9 imperativo categorico è dare// un futuro ai giovani», ha tuo-\\ nato paterno Renato Schifani.Detto fatto, l'unica legge messa in calen-dario dal Senato ormai agli sgoccioli è lariforma della disciplina forense cara a unsesto dei senatori (presidente compreso)di mestiere avvocati. Riforma che consen-te di imporre ai praticanti (laureati) di la-vorare gratis come i «ragazzi - spazzola»dei barbieri di una volta.

Spiegano a palazzo Madama che per ca-rità, alla larga dalle malizie, è tutto nor-male. Certo, il tempo è tiranno e, vistoche dopo il varo della legge di stabilitàMario Monti darà le dimissioni e le Came-re saranno sciolte , non ci sono proprio igiorni necessari (ahinoi !) per fare tantecose . Troppo tardi per approvare la sop-pressione delle province . Troppo tardiper varare le misure alternative al carcerecare alla Guardasigilli Paola Severino.Troppo tardi per legge sul pareggio di bi-lancio che secondo Vittorio Grilli sarebbestata «essenziale» e «parte integrante delprocesso di riforma e messa in sicurezzadei conti del Paese». Troppo tardi permandare in porto perfino certe legginepiccole piccole sulle quali si dicono tuttid'accordo come il raddoppio delle peneper i trafficanti di opere d 'arte che final-mente consentirebbe di mettere le manet-te (oggi escluse ) a chi rubasse la Pietà diMichelangelo o la Venere del Botticelli.

Troppo tardi . Restava giusto il tempo,prima dello scioglimento del Senato, perfar passare una sola legge . E dovendo sce-gliere che cosa ha scelto la conferenza deiCapigruppo , tra i quali non mancano gliavvocati? La «Nuova disciplina dell'ordi-namento della professione forense»,scritta dalla vecchia maggioranza PdL-Le-ga su ispirazione del Consiglio NazionaleForense. Che arriva in aula con grandesoddisfazione del presidente della coni-missione Giustizia Filippo Berselli (me-stiere? Avvocato) dopo la bocciatura ditutti i 16o emendamenti presentati dalla(vecchia) opposizione.

Di fatto , ha scritto Il Soie 24 Ore, la ri-forma «riporta per molti versi le lancettedella professione legale a prima degli in-terventi "liberalizzatori" dì riordino». Unesempio? «I parametri , che nel linguag-gio liberalizzatore hanno sostituito le vec-

chie tariffe , in realtà tornano a somiglia-re molto al progenitore , considerato chevengono "indicati " a cadenza biennaledal decreto ministeriale "su proposta delConsiglio nazionale forense"».

Gli aspetti più contrastati sono diver-si. C'è chi contesta il divieto aï non iscrit-ti all'albo degli avvocati di fornire consu-lenza extragiudiziale nelle materie giuri-diche , anche se sono laureati in legge, co-me fossero condannati a non usare le co-noscenze giuridiche acquisite all'univer-sità . Chi contesta la delega al Governoperché conservi il divieto a costituire stu-di legali in forma di società di capitali (sumodello di quelli americani o inglesi) sal-vo che tutti i soci siano iscritti all'albo de-gli avvocati . Chi ancora contesta il divie -to di pubblicità.

I punti più ammiccanti nei confrontidei «vecchi» e più ostili ai giovani, però,sono tre. Il primo obbliga gli avvocati aun continuo aggiornamento professiona-le ad eccezione di quelli che hanno più di25 anni di iscrizione all'Albo. Come sechi ha smesso da più tempo di studiareavesse meno bisogno di star al passo co!nuovi testi e le nuove sentenze di chi è distudi più recenti. Peggio : sono esentatigli avvocati politici con la motivazioneche si aggiornerebbero automaticamentegrazie a quanto fanno . Una tesi assurda,contro la quale inutilmente si è battutoPietro Ichino: «Quello che si chiede all'av-vocato è conoscere tutte le novità giuri-sprudenziali , come l'ultima sentenza diCassazione , magari non ancora pubblica-ta su una rivista e che, però , può servireper vincere la causa . La novità legislativaincide su questo onere di aggiornamentoin misura minima. Non riesco a capire co-me si possa sostenere decentemente cheun parlamentare si aggiorni sulla giuri-sprudenza e sulla dottrina per il solo fat-to di sedere in un 'aula delle camere».

Più ancora, però , Ichino e altri sono in-dignati per il comma ii dell'articolo 41.Il quale dice che «ad eccezione che neglienti pubblici e presso l'Avvocatura delloStato» (come a dire : facciano pure, loro,tanto sono soldi pubblici) «decorso il pri-mo semestre , possono essere riconosciu-

ti con apposito contratto al praticante av-vocato un 'indennità o un compenso perl'attività svolta per conto dello studio,commisurati all'effettivo apporto profes-sionale dato nell'esercizio delle prestazio-ni e tenuto altresì conto dell'utilizzo deiservizi e delle strutture dello studio daparte del praticante avvocato». Traduzio-ne: il titolare di uno studio può pagareun obolo al giovane praticante avvocatoche sgobba per lui solo dopo il primo se-mestre . Non è obbligatorio : primi sei me-sì gratis , poi è un rimborso facoltativo.Quanto all'accenno all'«utilizzo dei servi-zi e delle strutture dello studio» che vuoldire : che se il praticante fa una telefonatagli va detratta? La sedia su cui siede vadetratta?

Peggio ancora , denuncia Dario Greco,il presidente dell'Aiga, l'associazione deigiovani avvocati : il riconoscimento diquel rimborso facoltativo dopo i primisei mesi «cessa al termine del periodo dipratica lasciando completamente scoper -ti quei giovani che attendono di fare l'esa-me d'avvocato oppure che l'hanno supe-rato, ma che continuano a frequentare lostudio ed a lavorare a tempo pieno per illoro dominus . Si tratta di rapporti di col-laborazione che di autonomo non hannonulla e che coinvolgono un elevatissimonumero di giovani di ogni regione italia-na, i quali , si trovano costretti a rimanerein tali studi alle sostanziali "dipendenze"dei loro domini , senza forma di tutela al-cuna, e senza il riconoscimento di uncompenso che sia effettivamente commi-surato all 'apporto che il giovane riesce adare allo studio».

Un meccanismo , accusano i giovani le-gali, che «impedisce ogni prospettiva dicrescita, di progressione di carriera delgiovane, oltre a costituire una vera e pro-pria emergenza sociale nei confronti diquei giovani che non riescono a raggiun-gere la soglia dei mille euro al mese». Do-manda: che sia una coincidenza che unalegge così venga salvata in «zona Cesarini», a discapito di ogni altro provvedi-mento destinato a spirare insieme con lalegislatura, da un Palazzo Madama presie-duto da un avvocato nel quale gli avvoca-ti sono addirittura 5o su poco più di tre-cento senatori?

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Riforma forense Pagina 14

Lr

Inspiegabilmente l'obbligodi studiare le nuove sentenzeviene meno per chi ha piùdi 25 anni di iscrizione all'Albo

1 senatori chesiedono ora aPalazzo Madamae che di mestierefanno anchegli avvocati

25Gli annidi iscrizioneall'Albo necessariper non farel'aggiornamentoprofessionale

Riforma forense Pagina 15

ti Siciliotti e Longobardi studiano le strategie per il futuro

Elezioni commercialistifra dialogo e schermagliePer il votodel 20 febbraionon esclusi«passi indietro»

Giorgio tosta

Il decreto di commissaria-mento del Consiglio nazionaledei dottori commercialisti e de-gli esperti contabili, reso noto ie-ri l'altro dal ministero della Giu-stizia ma ancora materialmentenon consegnato, non mette pacenella contesa tra i due fronti - lalista di Claudio Siciliotti e quel-la, soccombente nelle urne, diGerardo Longobardi - chiamatinuovamente al voto il prossimozo febbraio.

Un decreto aspramente conte-stato dal presidente "commissa-

riato" Claudio Siciliotti che ieriha visto i suoi sostenitori e an-nuncia un nuovo incontro, deci-sivo per la strategia da adottare,il 21 dicembre. «Abbiamo vintole elezioni con i numeri - spiegaSiciliotti - contro una lista ilegit-timamente presentata e i cui vo-ti, scrive il ministero, non posso-no essere validamente conteg-giati. Poi però, con salto logicoincolmabile, la Giustizia aggiun-ge che siccome l'invalidità èemersa solo dopo il voto e poi èstata votata da quasi la metà deiprofessionisti, allora si deve ri-votare. Il ministero poteva farvincere Longobardi per decretoe facevamo prima evitando nuo-vamente le urne il ao febbraio. Aquestopunto mi domando comefaccia Longobardi aripresentar-si. Eraa conoscenza delle irrego-larità? Sapeva del fatto che il tra-sferimento di Giorgio Sgangaera fittizio?».

«Ancora non ho letto il decre-to e le sue motivazioni - rispon-de Gerardo Longobardi -. Adogni modo esiste libertà distabi-limento e Giorgio Sganga, cheperaltro ha già personalmentespiegato la sua posizione, puòesercitare dove crede. Io non hoancora detto che mi ricandideròavendo sottolineato, invece, chedecideremo insieme al mio grup-po nell'incontro del 27 dicem-bre. Quindi, io non entro in casaSiciliotti, credo che neppure luidebba intromettersi in casa mia.Del resto, prima della decisionedel ministero, avevó chiestoesattamente la stessa cosa: svele-nire il clima con una nuovavota-zione e dando la mia disponibili-tà a un passo indietro».

Passi indietro per ora Siciliot-ti non ne fa. Però, spiega, «nonvoglio chiudere la porta al dialo-go con lalista avversaria e lascioaperta ogni possibilità di dialo-

go, così come deve essere tra col-leghi. Certo, però, reagiremocontro un decreto inspiegabilein termini giuridici e valutere-mo anche la possibilità di tutelagiudiziaria». Sulla personale ri-candidatura, né conferme nésmentite da parte di Siciliotti:«Voglio essere un valore aggiun-to alla lista. Se questo valore con-sistesse in un passo indietro lo fa-rei senza indugio».

Per ora una guerra di posizio-ne in cui entrambi i contendentidicono che nessun consiglieresta passando con il "nemico"; equesto proprio allavigilia delvo-to per la presidenza dell'Ordinedi Roma, anch'essa con corolla-rio di ricorsi, che si svolgerà il zoe 21 dicembre, oltre un mese do-po la tornata nazionale del no-vembre scorso e che vede con-trappostiMario Civetta e Riccar-do Losi.

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Commercialisti Pagina 16

La vittoria di Siciliotti al primo round, le contestazioni, nuove elezioni in febbraio. . •

il dïscordïa'

stro ora manda il commissarioMILANO - Nel calcio si

chiama fallo di confusione. Èquello che l'arbitro fischiaquando in area ci sono troppigiocatori e non si capisce beneche cosa stia succedendo.

La decisione del ministerodella Giustizia di commissaria-re il consiglio nazionale deicommercialisti e indire nuoveelezioni per il 20 febbraio2013, è sembrata a molti una«non scelta» destinata ad acui-re e radicalizzare lo scontro trai due contendenti: Claudio Sici-liotti, presidente uscente delConsiglio nazionale, e GerardoLongobardi, presidente dell'Or-dine dei commercialisti di Ro-ma.

Lo scontro tra le due fazionisi basa su due episodi contrap-posti. Il primo, Siciliotti denun-cia un'irregolarità nella presen-tazione della lista Longobardiche comprende un candidato,Giorgio Sganga, che risultereb-be fittiziamente residente adAosta. Se ciò fosse provato, lalista sarebbe stata presentata ir-regolarmente.

Il secondo episodio riguar-da l'elezione vera e propria:Longobardi impugna l'esitodella votazione (che lo avevavisto sconfitto per appena seivoti) perché a dare il loro voto(risultato poi determinante)erano andati anche gli Ordinidi Enna e Bari che però aveva-

RicorsiII rischio di unalunga serie di ricorsie controricorsi

no entrambi i presidenti dimis-sionari e quindi non avrebberopotuto partecipare alla consul-tazione.

Per entrambe le questioni lacompetenza spettava al mini-stero della Giustizia che avreb-be dovuto prendere decisionidirimenti. Invece non si decidesulla regolarità delle liste, nétantomeno su quella del votoma si rimanda tutto alle urne.Il punto è che adesso il rischio

ClaudioSiciliotti

PaolaSeverino

è che la categoria si avviti inun infinita catena di ricorsi econtro ricorsi. Compreso quel-lo contro la decisione ministe-riale. «Mi sento beffato e delu-so - si sfoga Siciliotti - io, in-nocente, vengo commissariatoancor prima del 31 dicembre,data di scadenza del mio man-dato. E invece ai falsari vieneofferta l'opportunità di unanuova competizione elettoraleche avevano perso. Se questa èil modello di giustizia propo-

sto, ho dei seri dubbi sull'op-portunità di ripresentarmi. Hobisogno di confrontarmi con imiei per capire se vale davverola pena tornare a impegnarsi».La scelta del ministro Severi-no, invece, è piaciuta molto aLongobardi che ne ha apprez-zato soprattutto lo spirito. «Hogradito il riferimentoall'affidabilità della nostra cate-goria che per rimanere tale de-ve avere una rappresentanzaeletta senza ombre. Capisco an-che il commissariamento: per-ché la delibera del Consiglionazionale di dichiarare illegitti-ma la mia lista, rappresentauna delle pagine peggiori dellastoria della categoria». Però ladecisione era stata sollecitatadallo stesso ministro della Giu-stizia. «Aveva sollecitato unadecisione, ma non una delibe-ra illegittima - obietta Longo-bardi - e in palese conflittod'interessi. Il 27 mi confronte-rò con il mio schieramento edeciderò se ricandidarmi. Senon sarà così, tornerò a fare ilmio mestiere, consapevole chela rappresentanza è una paren-tesi e non un'occupazione».

Il rischio vero è che alle ur-ne, tra un ricorso e l'altro, nonci si arrivi neanche. E questasi, sarebbe la sconfitta di tutti.Ministri e candidati.

Isidoro Trovato0 RIPRODUZIONE RISERVATA

Commercialisti Pagina 17

Sondaggio dell'Associazione nazionale dei cornrnercialisti sulle elezioni 2013-2016

a hase diiede Cndeec unitoL'aspra contesa elettorale sta danneggiando la categoria

DI BENEDETTA PACELLI

na lista unica per stem-perare le tensioni e ri-trovare quella perdutaunità. Mentre i rappre-

sentanti dei due schieramenti,fino a ieri candidati alla guida delprossimo Consiglio nazionale deidottori commercialisti e esperticontabili, studiano le strategie perle prossime elezioni del 20 febbra-io (dopo la decisione del ministrodella giustizia di commissaria-re il Cndcec, si veda IO di ieri),dalla base arrivano indicazioniprecise per il futuro. A dettare lalinea, per così dire, è il risultatodi un'indagine che l'Associazio-ne nazionale commercialisti ha

commissionato nei giorni scorsialla Società Ipr Feedback srl percapire gli umori e soprattuttole aspettative della categoriaall'indomani delle elezioni delloscorso 15 ottobre su cui si sonoaddensate nubi di contestazionicontrapposte. Il risultato che piùsalta agli occhi dal sondaggio,avviato lo scorso 10 dicembre econcluso il 12, nel momento stes-so in cui il ministero della giu-stizia decretava il commissaria-mento del Consiglio nazionale ela ripetizione delle elezioni, è chequasi il 54% dei commercialisticonsidera opportuno presentareuna lista unitaria per dare un se-gnale di compattezza, piuttostoche ripresentare le stesse liste,

scelta gradita a meno del 24%degli intervistati. Ma non solo,perché ancor prima della deci-sione ministeriale, circa il 57%dei commercialisti pensava che aquesto punto della vicenda, fosseopportuno che il ministero di giu-stizia per dirimere la questionedecidesse di indire nuove elezioni,come appunto è stato. Solo il 18%degli intervistati riteneva che an-dasse proclamata la vittoria deiuno dei contendenti e, all'internodi questo gruppo minoritario, lametà era convinta che si sarebbearrivati a ricorsi incrociati. In so-stanza per meno di 5 colleghi su100 la proclamazione di un pre-sidente avrebbe risolto i proble-mi. Inoltre, secondo il sondaggio,

tra coloro che hanno dichiaratodi aver seguito la vicenda delleelezioni, il giudizio complessivoè pressoché plebiscitario: piùdell'81% ritiene che la categoriaabbia subito un danno d'immag -ne conseguente alla disputa trale due componenti. «Insomma»,secondo Marco Cuchel presidentedell'Anc, l'occasione del sondag-gio si è rivelata utile non solo percapire qual è lo stato d'animo deicommercialisti in merito a que-sta vicenda, ma anche per com-prendere le aspettative rispettoad aspetti maggiormente legatiall'esercizio della professione,ma pur sempre riconducibili allapercezione del ruolo e del funzio-namento degli ordini».

Ritiene che il potenziale danno di immagine derivante da una lotta così aspraper una istituzione che dovrebbe essere d i garanzia, danneggi solo i contendentio l'intera categoria?

Nel caso di ripetizione di nuove elezioni secondo lei bisogna usare le stesse listeo presentare una lista unitaria per dare un segnale di compattezza?

Commercialisti Pagina 18

Gaetano Stella è stato riconfermatoall'unanimità presidente di Confpro-fessioni. Lo ha deciso il Consiglio ge-nerale della Confederazione italianalibere professioni, riunitosi a Roma il 13dicembre 2012. I rappresentanti delle17 associazioni professionali che aderi-scono alla Confederazione ha nominatovicepresidente Roberto Callioni (medi-co odontoiatra). Il Consiglio generale diConfprofessioni ha poi proceduto allanomina dei componenti della giunta ese-cutiva che risulta composta da quattrodelegati d'area e quattro consiglieri.Responsabile dell'area diritto e giu-stizia è Claudia Alessandrelli (nota-io); per l'area economia e lavoro èstato eletto Luigi Carunchio (dot-tore commercialista); alla guidadell'area Sanità e Salute è statoriconfermato Carlo Scotti (me-dico veterinario); responsabiledell'area ambiente e territorio èstato riconfermato Roberto Tretti(architetto). La giunta esecutiva ri-sulta composta da Ennio Bucci(avvocato), Marco Natali(commercialista), Leo-nardo Pascazio (con-sulente del lavoro),Ezio Maria Reggiani(commercialista). Ilcollegio dei revisoriè formato da MariaPungetti, Walter

Cavrenghi e Maria Pia Nucera.«Abbiamo di fronte quattro anni di lavo-ro per mettere i professionisti al centrodel sistema economico del Paese», hadichiarato il presidente Stella. «L'in-certezza politica che sta attraversandoil Paese non può, infatti, distoglierci dalnostro impegno di presidiare il cantieredelle riforme. I professionisti possono edevono dare un grande contributo peruna profonda riorganizzazione delleistituzioni dello stato e della pubbli-ca amministrazione; per l'innovazione

del sistema produttivo e perl'internazionalizzazione dei

prodotti e dei servizi. Lecompetenze del professio-nista sono il pilastro diuna rinascita culturale,economica e sociale delPaese» ha concluso Stel-la. «La classe politica ele altre forze sociali delPaese non possono piùnon tenerne conto».

Confprofessioni Pagina 19