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SOLDI Economia Finanza e Personal Business BPM Arpe-Ponzellini La partita si gioca in Bankitalia FOCUS Chi vince e chi perde tra i fondi d’oro pag 8 pag 15 GESTORI Cautela sull’euro ma hanno fiducia sugli emergenti pag 23 Matteo Arpe Maria Paola Toschi 3,50 euro (Soldi + Bluerating) www.soldi-web.com Anno III | Numero 35 giovedì 22 settembre 2011 Settimanale - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1, LO/MI Che fine IN QUESTO NUMERO MERCATO AZIONARIO Tempesta Finmeccanica Ma c’è chi festeggia CINA-ITALIA Il Dragone può nutrirsi di debito tricolore VALUTE L’euro ringrazia la Bce Però è sempre poco NUOVI TARGET Intesa fa la giovane con Superflash AZIONI & OBBLIGAZIONI Investitore avvisato mezzo salvato BARDELLI (MARTINGALE RISK) In Europa si litiga di più sui contratti derivati WEBANK Suona la campanella per i trader online Sembravano dimenticati. E invece dal 1970 a oggi vincono la gara dei rendimenti. Ma i sottoscrittori calano, preferendo il tfr. Senza sapere che la previdenza integrativa più che un’opportunità è una drammatica necessità. Viste le prospettive del Paese… Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil i fondi pensione hanno fatto

Che fine hanno fatto i fondi pensione

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Sembravano dimenticati. E invece dal 1970 a oggi vincono la gara dei rendimenti. Ma i sottoscrittori calano, preferendo il tfr. Senza sapere che la previdenza integrativa più che un’opportunità è una drammatica necessità. Viste le prospettivedel Paese…

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SOLDIE c o n o m i a F i n a n z a e P e r s o n a l B u s i n e s s

BPMArpe-Ponzellini

La partita si giocain Bankitalia

FOCUSChi vince

e chi perde tra i fondi d’oro

pag 8 pag 15

GESTORICautela sull’euro

ma hanno fiduciasugli emergenti

pag 23Matteo

Arpe

Maria PaolaToschi

3,50 euro (Soldi + Bluerating) www.soldi-web.com Anno III | Numero 35giovedì 22 settembre 2011

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Che fineIN QUESTO NUMERO

MERCATO AZIONARIO

Tempesta Finmeccanica Ma c’è chi festeggia

CINA-ITALIA

Il Dragone può nutrirsidi debito tricolore

VALUTE

L’euro ringrazia la BcePerò è sempre poco

NUOVI TARGET

Intesa fa la giovanecon Superflash

AZIONI & OBBLIGAZIONI

Investitore avvisatomezzo salvato

BARDELLI (MARTINGALE RISK)

In Europa si litiga di piùsui contratti derivati

WEBANK

Suona la campanellaper i trader online

Sembravanodimenticati.E invece dal1970 a oggivincono la garadei rendimenti. Ma i sottoscrittori

calano, preferendoil tfr. Senza sapere

che la previdenza integrativapiù che un’opportunità

è una drammaticanecessità.

Viste le prospettivedel Paese…

Susanna Camusso,segretaria generale della Cgil

i fondi pensionehanno fatto

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2 22 settembre 2011 SOLDI

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idee&protagonisti 322 settembre 2011SOLDI

LA FINESTRA SUL CORTILE

Ugo Bertone

Una cosa accomuna i commentatori dicalcio agli analisti dell’economia: ilpiù delle volte sbagliano i pronostici.

Ma, una volta conosciuto il risultato, trova-no una spiegazione all’apparenza convincen-te per gli eventi che non avevano previsto. E’capitato così anche per il verdetto, piovuto asorpresa subito dopo mezzanotte tra lunedì emartedì (paura delle sanzioni Consob? Odelle indagini del giudice di Trani a caccia direati per le agenzie di rating?), che decretavala retrocessione dell’Italia da parte di S&P peril debito pubblico. Prima dell’apertura deilistini, nessuno avrebbe scommesso su unamattinata positiva per la Borsa, già massacra-ta il giorno prima. Al contrario, dopo unaprima ondata di vendite, nemmeno troppoconvinta, in Piazza Affari è arrivato il rimbal-zo. Perché? Nell’ordine, le spiegazioni degliesperti, gli stessi che hanno previsto per set-timane catastrofi e pestilenze per un nuovodowngrading sono state: a) l’evento era giàscontato nei prezzi. Argomento valido, manon troppo. Innanzitutto perché, si sa, nonc’è limite al peggio. Inoltre, la bocciatura diS&P colpisce non tanto l’entità delle misureadottate dal governo italiano, bensì la filoso-fia stessa del provvedimento, che non potràche portare a un nuovo rallentamento del-l’economia. Non solo. La stessa S&P si dicecerta che con questo governo (e questoParlamento) non si va lontano. Dire chetutto questo è scontato nei prezzi pare un po’azzardato; b) date le premesse, perdere peruno a zero (ossia, il downgrading di una solatacca) è un mezzo successo. Pare cheMoody’s abbia rinviato il suo voto sull’Italiaa fine ottobre perché gli analisti dell’agenziaerano propensi a retrocedere l’Italia di dueposizioni in un colpo solo. Una botta forsefatale in un momento di trattative sul filo delrasoio per la salvezza della Grecia. Di qui l’in-

vito a rinviare l’esame, rivoltoda chi può (Germania oStati Uniti, certo non lapovera Italietta che contacosì poco nonostante l’at-tivismo del tribunale diTrani). La spiegazione con-vince di più: l’Italia, per ora,resta uno studente da 5, forse5+, da rimandare a ottobre spe-rando che finalmente faccia i com-piti; c) i voti delle agenzie di rating, ormai,sono solo una pennellata di uno scontro apiù ampio raggio che coinvolge tutti i playersdell’economia globale. Il caso Italia è solo unparticolare di un trend più complesso, in cuipromozioni e bocciature sono solo segnaliper condizionare il gioco più ampio. Ovvero,alla vigilia del vertice della Federal Reserve,dell’assemblea del Fondo monetario interna-zionale e del voto del Parlamento tedescosull’allargamento del fondo salva-Stati, lapagella all’Italia è solo un tassello che serve aconvincere “i falchi” di tutti i Paesi a nonscherzare con il fuoco. Un segnale in piùsulla stessa onda del monito di frau AngelaMerkel ai suoi indisciplinati compagni digoverno (“se salta l’euro, salta l’Europa. Ebasta dichiarazioni irresponsabili”) o dell’ot-timismo di Tim Geithner nonostante l’acco-glienza tiepida riservata ai suoi consigliall’Ecofin polacco (“Vedrete”, ha detto mar-tedì mattina, “che gli europei prima o poiseguiranno la ricetta da noi applicata neldopo Lehman, aumentando la liquidità adisposizione degli Stati che ne hanno biso-gno”). O soprattutto, dell’impresa cui siaccinge al solito Ben Bernanke, deciso a spe-gnere sul nascere il rischio di nuova recessio-ne. Cari signori, è il senso, un conto è laGrecia, un altro l’Italia. Nessuno di voi puòassumersi la responsabilità di far crollare ilterzo debitore al mondo, i cui titoli sonoposteggiati in tutte le tesorerie, Cina compre-

sa. Forse sta qui la chiave dilettura del rimbalzo dei mer-cati: l’Italia è il campo dibattaglia tra le tentazioni diprotezionismo o di isola-zionismo che percorronouna parte dei Paesi dell’area

euro (vedi il Nord Europa)ma che potrebbero tentare

anche la destra Usa o le potenzeemergenti. E la consapevolezza che,

ormai, la possibile uscita dalla recessione piùgrave degli ultimi sessant’anni richiede unosforzo comune. Da questo punto di vista,l’aiuto può arrivare dai Brics. A bilanciarel’effetto negativo del downgrading italiano ciha pensato l’annuncio che il presidente delBrasile Dilma Roussef si accinge a chiedere aicolleghi di Cina, India, Russia e dello stessoSud Africa di aprire i cordoni della Borsa peraiutare l’Occidente in crisi. Nessuno, a parti-re dal Drago cinese, può permettersi la crisidei suoi migliori clienti, Italia compresa.Insomma, qualche segnale positivo, nelmomento più acuto della crisi, si intravvede.Non avendo perduto il vizio di fare pronosti-ci, mi azzardo a pensare che di qui alla finedell’anno ci siano i margini per un rimbalzodelle Borse americane, condizione necessariaper qualsiasi ipotesi di tenuta, anche se nonsi vede ancora una via d’uscita per l’occupa-zione o, peggio ancora, per i mutui. E non èescluso che, al traino di Wall Street, qualcosasi veda di qui a Natale anche nella vecchiaEuropa. Grazie al vento di Washington e diRio. Un po’ di carnevale può fare bene ancheai tetragoni tedeschi di Siemens che, tantoper non sbagliare, hanno tolto i loro soldidalle banche francesi per posteggiarli pressola Bce, sfruttando all’uopo la licenza bancariache la Siemens aveva chiesto e ottenuto loscorso anno. Sembrava una bizzarria. Ma aBerlino non si fa nulla per caso. Anche senon sempre con la dovuta saggezza.

IL SENTIMENT

Chi di comunicazione ferisce…

n Italia, il Fmi tagliale previsioni di crescitaIl Fondo monetario internazionale rivedele stime sul nostro Paese, indicandoun’espansione dello 0,6% perquest’anno e dello 0,3%per il prossimo. Inumeri primaparlavano di unacrescita dell’1% nel2011 e dell’1,3% nel2012. “Elevati deficit edebiti pubblici, outputpotenziale più basso e aumentatetensioni di mercato stanno pesando sullacrescita nella maggior parte dei Paesiavanzati dell’Europa”, ha spiegato il Fmiche ha limato la crescita anche perl’intera zona euro, portandola a 1,6% nel2011 e a 1,1% nel 2012.

n Almunia: le banchepotrebbero ricapitalizzareUn’eventuale ricapitalizzazione dellebanche può essere necessaria, visto il

peggioramento della crisi deldebito sovrano. Lo ha detto il

commissario Ue allaconcorrenza JoaquinAlmunia (nella foto),aggiungendo che proporrà

al collegio dei commissari diconcedere agli Stati di portare il

loro sostegno pubblico oltre il limite delprimo dicembre 2011. Certo, ha osservatoil commissario, “le banche prima di tuttodevono finanziarsi sul mercato, attuandotutte le misure possibili, prima di rivolgersiall’aiuto pubblico. Che deve essereutilizzato come estrema ratio”. Gli istitutivanno incoraggiati a prendere tutte lemisure utili, compresa la vendita di filiali ola limitazione dei dividendi.

MACRO

Vatti a fidare delle agenziedi rating. Tutti si aspetta-vano che Moody’s vener-

dì sera calasse la sua mannaiaimpietosa sul rating dell’Italia.Invece, nella più classica zonaCesarini, è arrivato un rinvio delgiudizio, forse a fine ottobre. Nelfrattempo, però, Moody’s haanticipato quello che vuole epotrebbe fare: ha già detto che lamanovra del governo peggiora ilrating degli enti locali italiani,Regioni in testa. Ma comunque,appena tirato un sospiro di sol-lievo per il rinvio di Moody’s,ecco che Standard and Poor’s,un’altra agenzia di rating, colpi-sce alla schiena annunciandonella notte tra lunedì e martedì ildowngrading dell’Italia passan-

do il suo giudizio da A+ ad A. Imotivi sono i soliti, quelli che siripetono da mesi sui giornali ditutto il mondo: incertezza politi-ca e mancanza di crescita chemettono a repentaglio l’obietti-vo di bilancio fissato nellamanovra. I mercati non l’hannopresa neanche tanto male: sì,hanno subito aperto al ribasso, cimancherebbe, ma senza drammiparticolari, almeno nell’imme-diato. Segno evidente che ildowngrading era già scontatodai prezzi. C’è stato addiritturaqualche gestore che proprio inoccasione del verdetto sul ratingha chiuso le posizioni short conun ragionamento quasi disar-mante: “Abbiamo toccato ilfondo. Cosa può succedere di

più?”. In effetti, Standard &Poor’s ha scoperto l’acqua calda:il governo è debole, lo sannoanche i muri, e il presidente delconsiglio ancora di più. Ma chiconosce la storia italiana sa chel’Italia ha sempre avuto governideboli. Come motivazione perdarci un brutto voto, S&P potevatrovarne anche una migliore. Mal’agenzia di rating minaccia epromette di peggio, cioè che se lecose continuano ad andare cosìpotrebbe abbassare ulteriormen-te il voto. A questo punto… E’chiaro che si tratta di una deci-sione molto politica e poco eco-nomica. La situazione dell’Italiala conoscono tutti, solo che ilmondo anglosassone ha decisodi sbarazzarsi di Silvio Berlusconi

e lo fa usando le armi di cuidispone: la finanza e la comuni-cazione, paradossalmente le stes-se che gli hanno consentitol’ascesa al potere. Per il restosiamo alle solite: grande volatili-tà. Soprattutto, c’è un mercatodove non si capisce più niente ein balìa delle notizie più dispara-te. Attenzione, per esempio, alfronte greco-turco. Atene eAnkara stanno di nuovo litigan-do per Cipro e per chi deve son-dare davanti alle coste. I turchihanno già mosso le navi. I grecihanno detto che lo farannoanche perché sanno di avereIsraele dietro le spalle. Ecco, inquesto scenario, ci manda solouna guerra nel Mediterraneo…

Alessandro Rossi

L’Italia resta uno studente da 5L’aiuto può arrivare dai Brics

SOLDIE c o n o m i a F i n a n z a e P e r s o n a l B u s i n e s s

anno III - numero 35settimanale registrato presso il Tribunaledi Milano n. 408 del 18 settembre 2009

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primopiano4 22 settembre 2011 SOLDI

Ugo Bertone

A prima vista sembra un rebusinsolubile. Di fronte all’emer-genza pensioni, sarebbe logicoattendersi una corsa alla previ-denza integrativa. Al contrario,il sistema, che non è mai decol-lato per davvero, se si confron-tano i dati italiani con il restod’Europa. E rischia di perderepezzi a mano a mano che lacrisi incide sulle tasche deilavoratori. E così capita che non pochiaderenti ai fondi rinunciano aversare la propria quota, quasiche il fondo sia una spesasuperflua, non la boa a cuiancorare il proprio futuro. Laconferma arriva dalla relazionedel presidente della Covip, lacommissione di vigilanza suifondi pensione. “La flessionedei redditi delle famiglie con-nessa alla crisi economica”, hadetto il presidente AntonioFinocchiaro, “ha determinatoun aumento delle sospensionidei versamenti contributivi:dalle 840mila del 2009 a unmilione alla fine del 2010. Diqueste, 170mila (140mila nel2009) riguardano titolari diposizioni nulle o irrisorie.Fondi aperti e Pip registrano lamaggior parte delle sospensio-ni”. Anche a non tener contodelle posizioni “irrisorie”, piùdi 800mila lavoratori hannoabbandonato il sistema dellaprevidenza integrativa proprioquando il terzo pilastro diventasempre più necessario. Nonsolo. La “diserzione” si è fattavia via più massiccia da quandosi è fatto più concreto l’allunga-mento della vita lavorativa,specie per le donne. “Gli italia-ni”, commenta il vicedirettoredi Progetica Sergio Sorgi, gran-de esperto di previdenza, “sonomolto sensibili al tema del‘quando andrò in pensione’.Assai meno a ‘quanto prenderòdi pensione’”. Ovvero, ancheper un colpevole silenzio delleistituzioni (si è persa per stradala promessa di comunicare aogni lavoratore la sua situazio-ne previdenziale), sfugge iltema fondamentale: la pensio-ne pubblica da sola non saràpresto più in grado di assicurareuna vecchiaia dignitosa, inlinea con la qualità della vitaprecedente.Fa specie, in questa situazione,che i fondi, lungi dal crescere,scendano dalle 582 unità difine 2009 a 559. Altro segnaleche il vero decollo della previ-denza complementare è ancoradi là da venire. Anche se inumeri e la qualità non sono

affatto da disprezzare. Alla finedel 2010, i fondi amministratidal sistema ammontavano a 83miliardi di euro, con un incre-mento del 13%. Una crescitache sarà difficile ripetere a fine2011, visto che il 57% del patri-monio è rappresentato daobbligazioni a loro volta perl’80% in titoli di Stato, che nonsi sono rivalutati di sicuro.Anche se i gestori non peccanocerto di nazionalismo: il porta-foglio azionario, che rappresen-ta il 22% degli investimenti, èper la quasi totalità rappresen-tato da azioni di società estere.Basterà questo “tesoretto” amettere in sicurezza il redditofuturo delle famiglie del BelPaese? La risposta, purtroppo, èno. Le dimensioni del proble-ma, come ha rivelato di recentein una drammatica lettera aper-ta al “Corriere Economia”Alberto Brambilla, presidentedel nucleo di valutazione dellaspesa previdenziale presso ilministero del Welfare, sonodavvero drammatiche. Mentreil quadro di incuria e di sostan-ziale iniquità che emerge dalla

mappa previdenziale è sempli-cemente catastrofico. “Dalladichiarazione dei redditi 2009”,scrive Brambilla, “si ricava chesu oltre 41 milioni di contri-buenti 14,5 non dichiaranonulla al fisco”. E ancora: “Cisono 16 milioni di soggetti aiquali dovremo in qualchemodo dare o integrare una pen-sione”, per cui non hanno ver-sato nulla o troppo poco. “Ècosì difficile dire queste veritàagli italiani?”, si chiedeBrambilla, il cui finale nonrichiede commenti. “Saràimpossibile non interveniresulle pensioni: l’innalzamentodelle età pensionabili di uomi-ni e donne, l’applicazione di uncontributo di solidarietà a tuttele prestazioni in pagamentosoprattutto a quelle non sup-portate da contributi, le babypensioni, la riduzione dellecontribuzioni figurative, larimodulazione dei beneficisulle pensioni di reversibilità esu quelle di invalidità, compre-se le indennità di accompagna-mento”. Insomma, la previdenza inte-

grativa, più che un’opportuni-tà, è una drammatica necessità.Eppure, poco più di un lavora-tore su cinque, per l’esattezza il23% del totale, risulta iscritto aun fondo negoziale di categoriaoppure a un fondo aperto o hasottoscritto un piano individua-le previdenziale. Il motivo?Spesso, in questa materia, ci siimbatte in obiezioni e dubbinon sempre fondati.

Meglio il tfr, dicono in molti,che mi garantisce una rivalu-tazione agganciata a parametricerti. A prima vista, negli annipiù turbolenti per la finanza,chi ha scelto di parcheggiare lapropria previdenza nel tfr hafatto un buon affare. Il tratta-mento di fine rapporto, infatti,si è rivalutato del 3,1 nel 2007,del 2,7 nel 2008, del 2 nel 2009e, del 2,6 nel 2010, già dell’1,9nel primo semestre dell’anno incorso. In tre anni, nell’arco cheva dal 2003 a oggi, il tfr ha bat-tuto sia i fondi negoziali che ifondi pensione aperti. Senzaincorrere, per giunta, nellavolatilità in cui sono incappati ifondi più legati ai listini aziona-ri che, per la verità, hannorapresentato una porzioneminima del totale (circa l’1%).

Ma l’errore concettuale consi-ste nel valutare investimentidi lunga durata, come quelliprevidenziali, con analisi basa-te sul rendimento trimestrale oal più annuale. Il risultato, inquesto modo, può essere ingan-nevole. Se si valuta l’investi-mento sulla base di una mediaquinquennale, si scopre peresempio che, in nessun periododal 1970 a oggi, il tfr si è com-portato meglio di un investi-mento azionario. Se si analizzail passato sulla base delle mediea cinque anni, si scopre che,dal 1970 a oggi, i fondi vinco-no sempre la gara del rendi-mento. Anche se si tiene contodelle commissioni, inferiori peril tfr. Ma anche della compo-nente fiscale che penalizza iltrattamento di fine rapportorispetto all’investimento previ-denziale, che può contare inogni sua formula su aliquotemolto più basse, che per giuntascendono dal 15 al 9% in baseagli anni di adesione.

Le statistiche riferite al passa-to non dicono tutto. Anzi, inepoca di forte volatilità finan-ziaria (e di cigni neri) il rischiodi incorrere in brutte sorprese èmolto alto. Ma al proposito, sideve rilevare che il tfr è aggan-ciato all’andamento del Pil. Se

l’Italia non cresce o, addirittura“decresce”, il “tesoretto previ-denziale ristagna. Non dimen-tichiamo che il Pil italiano nel2012 non salirà più dello 0,2%,senza nemmeno avvicinarsi ailivelli del 2007. Un dato chepresto peserà sul tfr. Certo, sipuò sperare che la politicarenda i provvedimenti necessa-ri per accelerare la ripresa. Maanche i più ottimisti dovrannoconvenire che difficilmente unPaese come l’Italia, con 16milioni di anziani contro 11 digiovani (al 30% disoccupati oinoccupati) potrà tornare a cre-scere a tassi robusti. Dà piùaffidamento, nel lungo termi-ne, la scelta di diversificare ininvestimenti su scala globaleattraverso i fondi di previden-za. Magari troppo prudenti o“passivi” ma che, come ha sot-tolineato il presidente dellaCovip, hanno retto alla crisidel 2008/2009 a uno shock con“poche, isolate eccezioni”. Sulsito della Covip, tra l’altro, daquest’anno è possibile avere unquadro trimestrale aggiornatodei rendimenti.

L’allungamento dell’età lavo-rativa, in ultimo, riduce l’ur-genza della previdenza inte-grativa. A mano a mano che suallontana l’età del pensiona-mento, è il ragionamento,aumenta la quota versata attra-verso i contributi obbligatori e,di riflesso, si rimpolpa la pen-sione. Purtroppo non è così. Apartire dal 2010, infatti, è scat-tata la revisione dei coefficientiprevista dalla legge approvatanel 2007. Il risultato è che, ognitre anni, i coefficienti applicatiper il calcolo della pensioneverranno rivisti verso il basso.Nessuno si è ancora cimentatonella gara per scoprire se l’effet-to positivo dell’allungamentodell’età sia superiore o meno aquello provocato dall’abbassa-mento dei coefficienti. Ma èlecito nutrire un certo pessimi-smo: non è tempo di regali (osemplicemente di giustizia) peri pensionati di domani. Megliofare da sé, insomma.

Se si analizza il passato, si scopre che dal 1970 a oggi il fondo pensione vince la gara del rendimento

Conviene, anche se non sembraGli italiani hanno preferito il tfr. Che alla fine subirà le conseguenze della crescita zero

AntonioFinocchiaro

PREVIDENZA E DINTORNIOrientarsi tra i fondi pensione:

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primopiano 522 settembre 2011SOLDI

Maria Giovanna Gallo

“Mi auguro che, alla fine, l’incenti-vo fiscale arrivi”. Lo dice chiaro etondo Giordano Lombardo, chiefinvestment officer a livello di grup-po di Pioneer Investments e vicepre-sidente - insieme a Pietro Giuliani eMauro Micillo - di Assogestioni.Lombardo si riferisce ai fondi pen-sione, di cui l’associazione delrisparmio gestito ovviamente sioccupa. In particolare, nel suoreport Assogestioni analizza l’anda-mento di una base dati composta da340 comparti di fondi pensioneaperti, che complessivamente - stan-do ai dati riportati sul sito - gestisco-no un attivo netto pari a oltre 4,4miliardi di euro.

Pioneer Investments, da parte sua,propone il fondo pensione apertoUniCredit Previdenza, che a suavolta offre undici comparti, basatisul tempo che manca alla pensionee sulla propensione al rischio. Al 31agosto, il fondo conta un totale di29.582 iscritti individuali e 6.247iscritti collettivi, mentre il patrimo-nio del fondo si attesta a quasi 294milioni di euro (293.848.029, per laprecisione).I fondi pensione e, più in generale,le intenzioni del gruppo in Italia:Lombardo ne ha parlato con SOLDI

a margine dei Pioneer Investments’European Colloquia, sul lago d’Iseo,dove a metà settembre il ceo RogerYates ha aggiornato la stampa sullestrategie in attesa del piano quin-quennale che arriverà entro la finedell’anno.

Come sta andando il vostro fondopensione?In Italia registriamo una lenta cresci-ta, grazie agli aderenti. In generale, ifondi pensione non sono ancoraentrati nella cultura dei lavoratori.L’ambiente istituzionale, poi, nonha facilitato la crescita. Quello che èmancato è un incentivo fiscale mira-to. Rimangono importanti i fondinegoziali, su cui c’è la classica rota-zione dei mandati. Adesso, la cresci-ta degli asset è legata a quella - lenta- degli aderenti.Pesa l’avversione al rischio, oppu-re no?Direi di sì. Il pericolo è che questaavversione contagi anche gli istitu-zionali, che poi sono gli investitoridi lungo periodo. Ad ogni modo,spero che alla fine arrivi l’incentivofiscale. Noi, come Assogestioni, losupportiamo. Ricordo che diversirichiami in questo senso sono arri-vati anche dal presidente DomenicoSiniscalco.

Tornando invece a quello che hadetto il vostro ceo Roger Yatesqualche giorno fa, quale posizioneoccupa l’Italia nelle strategie diPioneer Investments?L’Italia rimane il principale Paese disbocco, con circa il 45-50% del busi-ness totale. Resterà centrale.L’obiettivo, in Italia, è servire almeglio il gruppo. Siamo presentinell’istituzionale ma seguiamoanche il retail e il private. E poi, ilgruppo può contare anche suFineco. Il retail è la parte più impor-

tante, per Pioneer. Puntiamo arispondere alla domanda di prodot-ti che proteggano dal grosso rischiodi mercato.

Quindi?Quindi abbiamo individuato duefiloni, che hanno caratterizzato l’at-tività in questo periodo. Il primo èquello dei prodotti obbligazionari ascadenza definita, che comprendo-no anche una componente corpora-te. Dopo il 2008, la scelta è stataquella di chiudere l’orizzonte tem-porale del cliente. Sapere, per esem-pio, quanto rende il prodotto da quia cinque anni è importante peraffrontare l’avversione al rischio. Gliinvestitori sono restii ad assumersirischi, e verosimilmente lo resteran-no ancora per un po’. Parecchi diloro non vedono da tempo un bullmarket. In America, per dire, ci sonopiù abituati. Ecco, l’idea è proporreprodotti che aiutino gli investitori adiversificare il prodotto obbligazio-nario. Le componenti, dunque,sono governative e corporate.

E il secondo filone?È quello dei prodotti asimmetrici,tramite la gestione patrimoniale e ifondi di fondi. L’obiettivo, qui, ècatturare una percentuale del merca-to al rialzo e una piccola percentua-le del mercato al ribasso. Mi spiego.I clienti hanno l’esigenza di limitarele grosse perdite che si registranocon i grossi crolli di mercato. Sui tre-cinque anni, i loro rendimenti sonosimili o inferiori rispetto ai prodottipiù liberi. Insomma, si rinuncia auna parte di upside, ma almeno cosìil prodotto è meno esposto al ribas-so. In questo filone, abbiamo propo-sto una soluzione legata alla gestio-ne patrimoniale e poi un fondo difondi. La prima è, di fatto, nelPortfolio UniCredit. Ce ne sonodiverse versioni, a seconda dell’am-

montare medio che resta investitoin asset rischiosi. La seconda, inve-ce, è in UniCredit Soluzione Fondi.Questo, in ultimo, consente di nonfocalizzarsi troppo sul benchmark.

Un po’ nello stile dell’absolutereturn?Anche quella strategia di portafo-glio, in effetti, è studiata per essere ilpiù svincolata possibile dal ben-chmark. Si può essere più prudenti opiù aggressivi, per esempio e soprat-tutto con prodotti focalizzati sugliemergenti.

E per quanto riguarda la rete?In Italia abbiamo fatto un grossosforzo per supportarla, inserendoventi consulenti di PioneerInvestments nella rete di UniCreditdopo l’esplosione della crisi finan-ziaria. L’obiettivo era stare vicino aiclienti. Segnalo che Fineco, la bancadiretta del gruppo UniCredit, halanciato una serie di fondi di fondidi terzi ( quindi non di PioneerInvestments) con il marchio CoreSeries, che aiuta il promotore e l’ad-visor a selezionare il fondo di fondimigliore e inserirlo nel migliore con-testo di diversificazione possibile.Per ora il mercato ha premiato losforzo, con 700 milioni di euro dallancio della raccolta, avvenuto loscorso mese di febbraio.

Pioneer Investments guarda agli asimmetrici e dice: ci vogliono prodotti che proteggano dai rischi

Fondo pensione cerca incentivoParla il cio Lombardo: rimangono importanti i negoziali, con la rotazione dei mandati

I piani del grupposecondo il ceo Yates

Una crescita organica del 5%l’anno, senza effettuare alcunacessione, fusione o acquisizione.Pioneer Investments rinnoval’appuntamento annuale con iColloquia e ne approfitta peraggiornare la stampa sulle pro-prie strategie. A parlare è il chiefexecutive officer Roger Yates,assurto al ruolo di numero unonel gennaio del 2010 e reducedall’anno della revisione strategi-ca. “Puntiamo a far crescere gliasset under management del5% all’anno per i prossimi cin-que anni”, che poi saranno quel-li del nuovo piano quinquenna-le. Il programma si conosceràentro la fine dell’anno, insiemecon quello della controllanteUniCredit. “Scordiamoci,comunque”, avverte Yates, “lecifre di crescita che siamo statiabituati a vedere nella gestione,nel mercato e nei margini”. Già,perché anche i margini, standoalle previsioni di Yates, sonodestinati a subire una contrazio-ne. Saranno cali con cui tuttal’industria dovrà fare i conti, nonsolo Pioneer Investments. Tre, insostanza, i punti su cui Yatesribatte. Primo, PioneerInvestments rimane un assetstrategico per UniCredit.Tradotto: Piazza Cordusio nonvende. Secondo, PioneerInvestments intende crescere inmodo organico, ovvero senzacessioni, fusioni o acquisizioni.Terzo, appunto, il piano strategi-co a cinque anni. Uno dei focusresta l’ampia area emergente. Aquesto proposito, la società apri-rà a Londra un centro in cui riu-nirà tutti gli esperti in investi-menti negli emergenti. La City èil luogo ideale, proprio sulla viadi mezzo tra la Cina e l’Americalatina. La Russia, invece, è uncapitolo a parte. A fine agosto,Pioneer Investments ha confer-mato le voci relative alla venditadei tre locali fondi di investimen-to aperti. Oggi, spiega Yates,quelle intenzioni sono ancora inpiedi: sul posto rimarrà di fattouna sede commerciale. L’Austria,la Germania, l’Europa dell’est e,in generale, tutta l’area in cuiopera UniCredit restano strategi-che per Pioneer. Attenzione, infi-ne, agli Stati Uniti. “Abbiamoaum per 50 miliardi di dollari”,dice Yates, “ma riteniamo dipoter fare molto meglio”.

SOTTO LA LENTE

L’Italia è uno dei principali Paesi di sbocco, con circail 45% del businesstotale. Resterà centrale

I PROGRAMMI DEL GRUPPOI piani di Pioneer Investmentse tutte le più recenti novità

su www.soldi-web.com

FONDO PENSIONE UNICREDIT PREVIDENZA

COMPARTI A PROFILO PERFORMANCE DA INIZIO ANNOUnicredit Previdenza Linea Azionaria -10,274%Unicredit Previdenza Linea Bilanciata -5,639%Unicredit Previdenza Linea Prudente -2,054%Unicredit Previdenza Linea Obbligazionaria Reale 0,244%Unicredit Previdenza Linea Obblig. Breve Periodo 0,928%

FONDO PENSIONE UNICREDIT PREVIDENZA

COMPARTI DATA TARGET PERFORMANCE DA INIZIO ANNOUnicredit Previdenza Linea Data Target 2015 -9,850%Unicredit Previdenza Linea Data Target 2020 0,618%Unicredit Previdenza Linea Data Target 2025 -0,655%Unicredit Previdenza Linea Data Target 2030 -1,960%Unicredit Previdenza Linea Data Target 2035+ -2,910%

FONDO PENSIONE UNICREDIT PREVIDENZA

COMPARTO GARANTITO PERFORMANCE DA INIZIO ANNOUnicredit Previdenza Linea Garantita 0,066%

Fonte: dati su elaborazione FIDA

GiordanoLombardo

Page 6: Che fine hanno fatto i fondi pensione

specialefondipensione6 22 settembre 2011 SOLDI

Tante le tipologie, altrettanti i rischi, connessi agli investimenti

Fondi pensione: leQuando essere più

Se la pensione non è poi così lontana e se non si vuole correrealcun rischio riguardo al proprio vitalizio ecco i fondi pensionegarantiti, che assicurano una rivalutazione del capitale o del ren-dimento a scadenza. Una panacea? Non del tutto, visto che que-sta garanzia avrà un prezzo e contribuirà a rendere più elevate lefee. Almeno in teoria, perché i dati relativi all’indicatore sinteticodi costo (Isc) rilevati da Covip dicono il contrario. Altri aggettiviche accompagnano il nome del fondo (equilibrato, conservati-vo, prudente) racchiudono un simile concetto di garanzia: tran-quillità di non accusare perdite. Quanto hanno reso allora questicomparti nel 2010? Lo 0,7% - senza considerare il valore della

garanzia - di gran lunga meno della rivalutazione del Tfr, pari al2,6% nello stesso anno - meno dell’1% dell’obbligazionariopuro, meno del 2,6% dell’obbligazionario misto. Più nel lungoperiodo (sui tre anni, inglobando cioè la crisi del 2008 e il suc-cessivo biennio di ripresa) le cose vanno decisamente meglio. Evediamo, ad esempio, il Fondiaria Previdente di Fonsai, che haun’esposizione del 15% sull’azionario, rendere il 3,17%, più del3% totalizzato da Conto Previdenza della stessa compagnia diassicurazione. Rendimenti simili per altri due prodotti che sno-banno del tutto le Borse: si tratta del comparto garanzia diEurovita (3,4% nel triennio) e di quello di Nationale Suisse Vita

(3,11%). Leggermente meno redditizie, sempre nel biennio2008-2010, le linee garantite di Axa (che investe il 5% sulle Borsee ha reso l’1,58%) e di Ina (medesima esposizione azionaria erendimento del 2,66%). E i costi? L’indicatore sintetico diFondiaria Previdente sui dieci anni è dell’1,24%, come il bilancia-to e ben al di sotto dell’1,57% dell’azionario. Per ContoPrevidenza il costo è identico (mentre il comparto azionariocosta l’1,75%). Ancora più economico il comparto di Axa(0,98% contro un Isc dell’1,91% del comparto dinamico edell’1,82% dell’equilibrato); l’Isc di Unipol Rendimento garanti-to è dell’1,08%; quello di Eurovita dello 0,96%.

FONDI PENSIONE GARANTITI

Non è un gran momento, quello attuale, neppure per le obbli-gazioni, con la crisi del debito che impazza e i cds alle stelle.Come sono andati negli anni i fondi pensione che hanno pun-tato prevalentemente su questa asset class? “Nel 2010, gli indi-ci dei titoli obbligazionari governativi dell’area dell’euro hannoregistrato un andamento altalenante - si legge nel rapportoannuale della Covip - includendo la cedola, il rendimento con-seguito nell’anno è stato dell’1,2%; con riferimento ai titolidello Stato italiano, che rappresentano la quota maggioritariadel portafoglio obbligazionario delle forme pensionistichecomplementari, il rendimento è stato negativo dello 0,6 per

cento”. Ciò si è riflesso sui rendimenti dei comparti obbligazio-nari. Con il risultato che nei fondi pensione aperti i compartiobbligazionari puri hanno reso l’1 e quelli misti il 2,6 per cento.Ma nei tre anni che includono il 2008, insieme ai bilanciati gliobbligazionari hanno realizzato i recuperi maggiori, con rendi-menti cumulati tra il 7 e l’11%. E non a caso, nella classifica deimigliori rendimenti dell’ultimo triennio, compaiono proprio icomparti obbligazionari di Fondiaria Sai, Pioneer InvestmentManagement e Unipol. L’obbligazionario puro di Fonsai, 0% inazioni, ha reso dal 2008 al 2010 il 4,9% e non ha sfigurato nep-pure sui dieci anni con un rendimento del 3,38%.

L’obbligazionario reale di Pioneer Investment Management,che investe il 90% in bond, ha reso a tre anni il 3,25% e a cin-que anni (il dato sui dieci non è disponibile) il 2,04%. Infinel’internazionale conservativo di Unipol che destina un residuo15% del portafoglio ai mercati azionari ha avuto una perfor-mance del 2,89% dal 2008 e del 2,73% dal 2001. Con costicontenuti rispetto alle altre categorie: gli obbligazionari Fonsaihanno un indicatore sintetico di costo poso sopra l’1% (su uninvestimento di dieci anni); Pioneer attesta il suo Isc allo 0,68%(che si abbassa a 0,5% su un orizzonte temporale di 35 anni),Unipol all’1,08% che diventa 0,85% sui 35 anni.

OBBLIGAZIONARI

Nell’ultimo anno due nuovi fondi pensione aperti si sonoaggiunti al totale di quelli che offrono piani di investimentocon meccanismi di graduale riduzione dell’esposizione aziona-ria all’aumentare dell’età dell’aderente (cosiddetti compartidata target o life-cycle). Una scelta di nicchia, sono sette leforme che propongono questo tipo di offerta ai propri iscritti,ma sempre più di moda. Pioneer Investment managementoffre il piano Unicredit Previdenza differenziando i comparti inbase alla data presunta in cui l’aderente matura il diritto allapensione. Data target 2035+, Data target 2030, Data target2015 e 2015, con quote azionarie a scalare dal 60% fino al20%. E rendimenti, negli ultimi anni molto diversi: il 2035+ ha

realizzato nel biennio una performance del 13,9% e, includen-do il 2008, un -0,96%. Il 2030, che investe il 50% in azioni, hareso rispettivamente l’11,7% e il -0,49%; il 2025 (40% in equi-ty) ha reso il 10,07% e lo 0,20% e infine il 2015 si è attestatoa 5,57% e 0,97%. Migliori a tre anni le performance del piùprudente Bnl Vita pensione sicura: il Target 2022 che è espostosolo per il 10% del portafoglio alle Borse ha avuto una perfor-mance dello 0,77%, uguale a quella del Target 2017 (che inve-ste in azioni solo il 5%). E c’è un’altra tendenza, finora scono-sciuta, che si fa strada nel mondo dei fondi pensione aperti:quella dell’investimento etico. Nel nostro Paese non esiste unobbligo di investimento in base a criteri di sostenibilità ambien-

tale o sociale ma sono quello di dichiarare se e in quale misuravengono presi in considerazione tali aspetti nelle politiche diinvestimento e nell’esercizio dei diritti di voto. Quanto ai ren-dimenti le forme dichiaratamente etiche nella denominazionehanno sorpreso positivamente: nel triennio 2008-2010 il fondopensione aperto etico di Risparmio e Previdenza ha reso il3,87%, quello di Cattolica Assicurazioni il 2,04%. Reale MutuaAssicurazioni offre tutta una gamma etica: il Teseo, dallo svilup-po che investe per il 90% in azioni e che a dieci anni perde il2,80% e a tre l’8,8%; alla prudente etica che invece ha segna-to nel decennio un rendimento del 3,83% e a tre anni del3,69%. Infine Unipol offre un comparto etico.

FONDI PENSIONE APERTI

a cura di Dafne Ippoliti

Come districarsi nell’offerta difondi pensione aperti disponibi-le in Italia? I prodotti, lanciati daSgr, banche assicurazioni dome-

stiche e straniere, sono molti,pure se in calo per effetto delprocesso di concentrazione efusione in atto: 69 i fondi apertioperativi alla fine del 2010, per307 comparti. Un criterio, il più

banale, della scelta, è quello clas-sico del profilo di rischio/rendi-mento dell’investitore. E poichél’investitore di cui si parla inve-ste a fini previdenziali, tanti piùsono gli anni che mancano al

momento in cui andrà in pensio-ne, maggiore è la probabilità chesi possa giocare d’azzardo inve-stendo in un fondo azionario.Anche perché, è bene ricordarlo,a differenza dei fondi comuni di

investimento da cui si può uscirein qualsiasi momento, per ifondi pensione non è possibiledisinvestire se non a scadenza edunque non è possibile cambiarestrategia in corso d’opera.

I fondi pensione bilanciati beneficiano del maggior rendimentopotenziale delle Borse e ne contrastano la volatilità con assetclass diverse e più tranquille. Sospinti dal perdurare di condizio-ni favorevoli sui mercati dei titoli di capitale, i comparti bilancia-ti hanno messo a segno rendimenti del 4,7% nel 2010, secondisolo al 7,2% registrato dagli azionari. Ma nei tre anni che inizia-no con il 2008 la situazione è diversa e i bilanciati registrano unmisero 1,2%. Anche in questo caso l’offerta è ampia e variegatae disaggregando il dato complessivo le differenze sono moltepli-ci. Anche perché il bilanciamento non è necessariamente ottenu-to mixando 50% azioni e 50% obbligazioni. Tra i fondi che adot-

tano questa partizione precisa, quello offerto da Aureo Gestioniha reso nel biennio 2009-2010 il 6,99% e nei tre anni che inglo-bano anche il difficile 2008 lo 0,20%. Nel lungo periodo (diecianni) il rendimento si è attestato a 0,37%. Più alto sul decennioil rendimento ottenuto dal comparto bilanciato (50% sull’azio-nario) di Fondiaria Previdente, il fondo aperto di Fonsai: 0,71%,che diventa 0,85 nel triennio 2008-2010 e 10,37 se si esclude il2008. Simili le performance di Conto Previdenza (sempreFonsai): 0,71% a dieci anni, 0,76% a tre e 9,36% a due. Rendemeglio alla distanza Previgest di Mediolanum: il fondo bilancia-to (che investe in azionario il 50% del portafoglio) dal 2001 ha

realizzato una performance dell’1,26% e dal 2008 dell’1,09%. Ela performance migliora ulteriormente sulla lunga distanza pren-dendo in considerazione un fondo che ha una quota azionarialeggermente inferiore (il 40%): si tratta di Almeglio di Alleanzache dal 2001 ha ottenuto un rendimento del 2,88%, ma nei treanni che iniziano con il 2008 ha perso complessivamentel’1,06%. Il bilanciato offerto da Banca Sella invece, nel decennioha riportato una perdita dello 0,42% a fronte di un guadagnodell’1,04% a partire dal 2008. Il comparto bilanciato diEurizonvita, Sanpaolo Previdenza aziende, che investe sulle Borseil 30%, ha reso a dieci anni l’,189% mentre a tre anni lo 0,84%.

FONDI PENSIONE BILANCIATI

Page 7: Che fine hanno fatto i fondi pensione

specialefondipensione 722 settembre 2011SOLDI

previdenziali: ecco quale scegliere per dormire sonni tranquilli

istruzioni per l’usoprevidenti conviene

Tra le opzioni da intraprendere c’èchi sceglie di destinare alle Borse ipropri risparmi previdenziali.Secondo gli esperti, però, è megliofarlo solo se alla pensione mancanoalmeno venti anni. E c’è da creder-gli, se è vero che molti (per nondire tutti) fondi pensione aperti for-temente sbilanciati sulle Borsehanno accumulato negli ultimidieci anni performance povere:vicine alla parità e spesso legger-mente sotto. I fondi azionari sonoquelli che hanno subito il tracollomaggiore durante il 2008 accumu-lando una perdita di oltre il 27% egli unici che non hanno ancorarecuperato terreno avendo realizza-to nel triennio 2008-2010 una per-dita complessiva del 9%, secondo idati rilevati dalla Covip, laCommissione di vigilanza sui fondipensione; di converso negli anni diToro rendono di più: nel 2009 il17,7%. Helvetia Domani, un pro-dotto della compagnia di assicura-zione omonima che ha un’esposi-zione sull’azionario pari al 100%del portafoglio, nel biennio 2009-20010, sempre secondo i dati rac-colti da Covip, ha reso l’11,68% manei dieci anni tra il 2001 e il 2010ha perso il 2,41% a fronte di uncosto del 2,54% (a tanto ammontal’indicatore sintetico di costo calco-lato su dieci anni). Fondi azionaripuri, con un’esposizione sui merca-ti pari al 95% del portafoglio, sonoanche Insieme di Allianz e ArcaPrevidenza: il primo ha reso il18,66% negli ultimi due anni e haperso l’1,13% a cinque anni a fron-te, però, di un costo dello 0,73%; ilsecondo ha reso l’14,75% a dueanni e perso l’3,25% a dieci a fron-te di un costo dello 0,94%. Nulla diparticolarmente sorprendente, vistal’elevata correlazione con l’anda-mento dei mercati e visto che neldecennio in esame l’economia haattraversato due crisi globali di pro-porzioni abnormi, l’11 settembredel 2001 e la crisi del debiti, tutto-ra in corso, che affonda le sue radi-ci nel fallimento di LehmanBrothers del 2008. Gli unici dueprodotti azionari ad aver riportatoperformance positive, sempresecondo i dati raccolti da Covip,sono stati Almeglio di AlleanzaAssicurazioni, che investe per l’80%in equity e che ha reso a dieci annil’1,42% a fronte però di costi piut-tosto elevati (l’indicatore sinteticodi costo è del 2,30%) e Previdenzain azienda di Axa Mps che però hauna quota molto inferiore investitain azionario (il 65%) e che ha resopoco più del 2% con costi che sisono aggirati poco sotto l’1%.

AZIONARI

La risposta è negli anni che mancano

Vista la loro complessità, i fondi pensione possono rappresentare un vero sco-glio per l’investitore. Di solito, gli esperti consigliano di attuare una scelta inbase al numero di anni che mancano alla pensione. Se mancano solo cinqueanni al tanto agognato riposo, allora si può scegliere un fondo obbligaziona-rio. Tra i cinque e i 10 anni è il caso di orientarsi verso un fondo bilanciatoobbligazionario. Da 10 a 15 anni è bene scegliere un fondo bilanciato, men-tre tra i 15 e i 20 si può andare su un fondo bilanciato azionario. Solo se man-cano più di 20 anni è il caso di scegliere un fondo azionario.

I VOSTRI SOLDI

Page 8: Che fine hanno fatto i fondi pensione

primopiano8 22 settembre 2011 SOLDI

Andrea Giacobino

Si gioca in un delicato equilibrio fraprezzi di Borsa e stanze di Bancad’Italia il futuro della BancaPopolare di Milano. Con un ulti-matum giunto direttamente daMario Draghi a tutti i protagonistiin campo, dai manager dell’istitutoai sindacati-azionisti: il governato-re di Via Nazionale vuole lasciareper andar a presiedere la Bce a fineottobre sapendo che il dossier delsalvataggio della Bpm è arrivato inporto. I numeri che arrivano daPiazza Affari sono espliciti nel boc-ciare la gestione del presidenteMassimo Ponzellini: a un mese, iltitolo dell’istituto cooperativo diPiazza Meda ha perso il 16,73%, asei mesi il 55,48% mentre a unanno ha bruciato addirittura il65,63% della propria capitalizza-zione. Meglio, pur nel difficile con-testo del settore finanziario, hafatto quella Banca Profilo guidata econtrollata da Matteo Arpe che si ècandidato ad avere un ruolo pro-prio in Bpm: in questo caso la per-dita è del 5,97% a un mese, del19,39% a sei mesi e del 37% a unanno. Ma la guerra per i futuriassetti di Bpm non passa, comedicevamo, soltanto dai numeri bor-sistici. Passa anche da modi e tempidel preventivato aumento di capi-tale di 1,2 miliardi di euro, impostoda Via Nazionale, che Ponzellini eil direttore generale Enzo Chiesa(subentrato a Fiorenzo Dalu, nella

migliore tradizione della banca che“divora” i propri manager ma salvaperlopiù i presidenti) vorrebberoridurre come entità attraverso ces-sioni mirate. Un aumento di capi-tale che, viste le fibrillazioni borsi-stiche, preoccupa non poco il con-sorzio di garanzia guidato daMediobanca. La stessa Mediobancache il predecessore di Ponzellini,Roberto Mazzotta, banchieredemocristiano di lungo corso,aveva sondato per un possibilematrimonio fra due istituti separatida un centinaio di metri in linead’aria nel centro di Milano, nel per-corso che da Piazzetta Cuccia arrivaa Piazza Meda. L’aumento di capi-tale preoccupa il consorzio maanche il sindacato, guidato sopra-tutto da Fabi e Fiba, che hannonell’Associazione Amici della Bpmil loro asse portante e che temonouno sconto del prezzo dell’aumen-to che diluisca la presenza deidipendenti-azionisti. E nell’aumen-to di capitale un ruolo fondamen-tale avrà, com’è naturale, l’istitutocentrale che a Piazza Meda que-st’anno ha condotto una lungaispezione, conclusasi con rilievipesanti sia sulla gestione sia sullacorporate governance che assegnaal sindacato troppo potere.Ponzellini, oltre ad avere un buonrapporto col ministrodell’Economia Giulio Tremonti ealle simpatie della Lega Nord, simuove tra le ovattate stanze diPalazzo Koch con una certa natura-

lezza. Suo padre Giulio, infatti,scomparso qualche mese fa all’etàdi 95 anni, era un noto imprendi-tore bolognese italiano, che neiprimi anni ‘90 è stato anche com-ponente del Consiglio superioredella Banca d’Italia. Non acaso fra i messaggi dicordoglio alla suascomparsa sonoarrivati quelli diTremonti e delgovernatore dellaBanca d’ItaliaMario Draghi. Lostesso Draghi, però,è il banchiere centraleche ha pilotato l’opera-zione di salvataggio di BancaProfilo da parte del fondo Sator diArpe. Anche in questo caso, laVigilanza si mosse con una lungaispezione che mise sul banco degliimputati la gestione del piccoloistituto milanese di private ban-king guidato da Sandro Capotosti,gentilmente accompagnatoall’uscita con la nomina a presiden-te onorario contestuale all’ingressodi Arpe, per poi lasciare anche l’ul-timo incarico. Esattamente comefu per Banca Profilo, il messaggio diBankitalia per Bpm è lo stesso: o siverifica un salvataggio credibile ola banca verrà commissariata. Lasoluzione di un possibile “atterrag-gio morbido” di Bpm fra le bracciadella gestione di Arpe, pronto ametterci 200 milioni, e diminuirecosì l’impegno della ricapitalizza-

zione, è stata individuata anche daBankitalia in una nuova formula digovernance che separi chiaramentegli azionisti dal management. Ilmodello duale può andare in que-

sta direzione, con la distinzionefra consiglio di sorve-

glianza (azionisti) econsiglio di gestio-

ne (manager). C’èda osservare chefra le banchepopolari il dualeoggi è in uso,

non senza qual-che frizione, in Ubi

Banca, dove devonoconvivere le anime

della componente azionariabergamasca e bresciana, mentre ilBanco Popolare lo ha abbandonatoe anzi sta dirigendosi verso unmodello di “banca unica”, forte-mente integrata. Il duale è statoadottato anche da Intesa Sanpaoloe difeso strenuamente da GiovanniBazoli, che ne presiede il consigliodi sorveglianza, proprio per con-temperare le esigenze e le spinte didiversi gruppi di soci. Ma è anchevero che Mediobanca, che pure hamolti azionisti, il duale prima lo haadottato e poi dopo nemmeno unanno lo ha sconfessato. Di certo ilduale serve anche a moltiplicare“ad libitum” le poltrone. Non acaso in Bpm se ne fanno oggi pro-pugnatori sindacati come la Uilca euna parte della Fiba. Sarebbe logicopensare che, qualora Bpm adottas-

se il duale, ad Arpe andrebbe laguida del consiglio di gestione. Piùproblematica la posizione del presi-dente del consiglio di sorveglianza,perché qui Ponzellini è intenziona-to a rimanere sulla sua poltrona,alla quale è attaccato tanto quantoquella di presidente di Impregilo.Ma per quella carica corre anche ilciellino Graziano Tarantini, oggivicepresidente di Bpm, che diduale se ne intende visto che èanche presidente del consiglio disorveglianza di A2A. Oggi però ilmanager è in difficoltà proprionella multiutility lombarda sul dos-sier Edison e sullo scontro fra Italiae Francia (Edf), perché sembra pre-valere la linea portata avanti dalpresidente dl consiglio di gestioneGiuliano Zuccoli. Insomma: inBpm mai come ora siamo al tutticontro tutti, al punto chePonzellini si è persino fatto riceve-re dal presidente del ConsiglioSilvio Berlusconi per tutelare la suaposizione, già fortemente compro-messa, chiedendo al capo dell’ese-cutivo di intercedere presso Draghi.Ma proprio come potrebbe accade-re per l’inquilino di Palazzo Chigida parte del Quirinale, lo sceriffo diVia Nazionale prima di fare le vali-gie per Francoforte potrebbefischiare in modo traumatico ilfinale di partita a Piazza Meda. E ilconsiglio della Popolare di Milano,che potrebbe risultare decisivo peril duale, previsto per il 27 prossi-mo, incombe.

Ponzellini cerca di salvare la poltrona grazie ai buoni rapporti con Via Nazionale. Ereditati dal padre

Bpm, partita in Banca d’ItaliaMatteo Arpe spinto da Draghi, che vuole chiudere il dossier prima di trasferirsi alla Bce

Marino Masotti*

Il 4 novembre si riunirà il consigliodi amministrazione di Unicredit. Emolto probabilmente i punti all’or-dine del giorno saranno crucialinel delineare la natura e l’identitàdel gruppo: gli assetti proprietari, ilposizionamento nel business delcredito e il profilo internazionalerischiano di venire modificati dalledecisioni che saranno prese neiprossimi mesi. In condizioni nor-mali un Core Tier 1 al 9,2%, quellocomunicato con l’ultima trimestra-le, dovrebbe bastare a tacitare qual-siasi perplessità, ma il crollo inBorsa del titolo, che si è dimezzatonegli ultimi tre mesi, mostra che ilmercato non si fida della capacitàdella banca di reggere l’urto con-giunto di una colossale svalutazio-ne dei titoli di Stato in portafoglioe di un aggravamento del quadrorecessivo. Il consensus degli anali-

sti si aspetta che Unicredit lanci unaumento di capitale di circa 5miliardi di euro, una somma chemetterebbe un bel puntello, mapotrebbe anche non bastare a chiu-dere del tutto la questione dellasolidità patrimoniale. Unicredit, inquanto banca sistemica, potrebbeinfatti essere chiamata ad avererequisiti patrimoniali più severi diquelli attuali. Banca Leonardostima che per arrivare a un CoreTier 1, calcolato con i criteri diBasilea 3, sopra il 10%, l’aumentodi capitale dovrebbe essere didimensioni terrificanti: 9,6 miliar-di di euro. Senza arrivare a ipotesiestreme, anche 5 miliardi di euro, aquesti livelli di prezzo, si tradurreb-bero in una diluzione pesantissimae metterebbero a rischio gli attualiassetti proprietari, in quanto ilnucleo dei soci stabili, rappresenta-to dalle fondazioni, negli ultimi treanni si è già svenato per sostenere

la banca con due aumenti di capi-tale. Per alcune fondazioni, tra cuiprobabilmente Cariverona, primosocio italiano con il 4,8% del capi-tale, c’è anche il problema delladistanza ormai galattica tra il valo-re di carico, sopra i 4 euro, e il valo-re di Borsa. Un analista di una simmilanese si aspetta che a questiprezzi, senza un quadro regolatoriodi Basilea 3 definito, e con l’inco-gnita dei soci libici (che hanno il7,5%), l’aumento di capitale nonpossa partire: “Ci aspettiamo chevenga annunciato in contempora-nea con il piano industriale allafine di novembre, e stimiamoun’operazione da 5 miliardi dieuro”. Per abbassare la cifra dachiedere al mercato e ridurre losforzo per le fondazioni, che oggidetengono complessivamentecirca il 15% del capitale e garanti-scono l’italianità del gruppo, cisono anche le vie delineate dal-

l’amministratore delegato FedericoGhizzoni nella recente intervista alFinancial Times: dismissioni e ope-razioni in grado di ridurre gli assetponderati per il rischio. Secondorecenti indiscrezioni, la bancapotrebbe cedere due dei suoi gioiel-li più preziosi: la polacca Pekao(controllata con il 59,2%) e la turcaYapi Kredi (40% in modo indiret-to). Ai prezzi degli ultimi giorni, lasomma del valore delle quote vale-va oltre sette miliardi di euro circa,contro una capitalizzazione delgruppo di 18 miliardi. Un portavo-ce della banca ha smentito con fer-mezza, secondo l’analista citato èpoco probabile che Ghizzoni abbiarealmente pensato di vendere duedelle principali fonti di utile per ilgruppo: Yapi e Pekao valgono pocomeno di un terzo dei profitti totalinel 2012.Ovviamente, la cessione avrebbeeffetti positivi sui coefficienti patri-moniali. Ipotizzando di poterevendere le due banche con un pre-mio del 10% rispetto alle attualivalutazioni, secondo i calcoli del-l’analista ne risulterebbe un impat-to positivo pari a 200 punti base alivello di Core Tier 1. Tanto per fare

un confronto, un aumento di capi-tale da 5 miliardi migliorerebbe ilcoefficiente solo di 160 punti base.Nelle sue ultime uscite pubbliche,Ghizzoni ha ammesso che l’au-mento è uno dei temi in discussio-ne, ma ha lasciato intendere diavere molto a cuore l’identitàindustriale della società che guida.Due settimane fa, parlando a unconvegno a Francoforte, il ceoaveva detto di puntare a un ritornosul patrimonio in linea con lamedia del settore del credito, ovve-ro tra l’11% e l’11,5%. Per arrivarea questi livelli di redditività, la stra-da è lunga visto che BancaLeonardo stima per il 2011 un roedel 3,7%. Che Ghizzoni non stiapensando a vendere asset bensì amettere a punto una ricapitalizza-zione in grado di rilanciare il busi-ness, lo si intuisce anche dalledichiarazioni rilasciate dall’ammi-nistratore delegato di PioneerInvestments Roger Yates: il capodella divisione asset managementha confermato che la società non èpiù sul mercato e ha annunciatoun ambizioso piano di investimen-ti da decine di milioni di euro.

*www.websim.it

Gli analisti temono una svalutazione dei bond in portafoglio e un aggravamento del quadro recessivo

Aumento sì o no: UniCreditsi fa i conti in vista del cda

MassimoPonzellini

Page 9: Che fine hanno fatto i fondi pensione

analistinazione 922 settembre 2011SOLDI

Cosa dicono gli analisti:Alcuni giorni fa, la stampa e il web hanno rilanciatol’indiscrezione secondo cui Lottomatica starebbe pen-sando di entrare nel mercato brasiliano. Il gruppo,stando alle voci, potrebbe rilevare una partecipazionedi minoranza in una joint venture con la concessiona-ria del gioco del Gratta&Vinci nell’area di Rio deJaneiro. Joint venture controllata dall’operatore televisi-vo Band. Per Intermonte, “l’eventuale prezzo per l’in-gresso in un mercato interessante sarebbe modesto”.Quindi, par di capire, il gioco vale la candela. Di recen-

te, poi, sono arrivati i dati di Coderesul gaming in Italia. Stando ai dati,tengono le slot machine, mentrecalano le video-lotterie. In Italia, nelmese di agosto, c’è stata una crescita del5% rispetto a luglio e una contrazione delle video-lot-terie, in flessione del 7% sul mese di luglio.Piace perché:“Ci sembra prematuro”, sostiene Equita Sim, “estrapo-lare una tendenza di medio periodo da questi dati,considerata la stagionalità di agosto e il cambio dellevideo-lotterie”. Confermato il rating “buy”, comprare,e l’obiettivo di prezzo a 15,40 euro.

Lotteria carioca

Cosa dicono gli analisti:La crisi economica avrà solo un impatto limitato suirisultati di Amplifon. Questo il parere di Exane, che hadeciso di alzare il prezzo obiettivo del 4%, a 4,80 euro,e la raccomandazione, da “neutral” a “outperform”.L’impatto limitato si deve al fatto che il 68% degli utilisi fanno fuori da Italia e Spagna. Inoltre, nei primi seimesi Amplifon ha diminuito la propria presenza sulmercato americano del 13% e a settembre ha finalizza-to l’acquisto di Nhc, che ha portato il gruppo adaumentare le vendite del 10% sul mercato australiano,neozelandese e indiano. Per Exane, Amplifon non

dovrebbe replicare la sottoperfor-mance del biennio 2007/2008,quando le vendite calarono rispetti-vamente del 2,1% e del 2,7%.Sempre nel 2007, nuove norme intro-dotte in Gran Bretagna portarono a un calo delle ven-dite del 50%. Quest’anno, Australia e Italia nondovrebbero diminuire i rimborsi statali. Se dovesserofarlo, l’impatto sull’ebitda del gruppo sarebbe del 12%per l’Italia e del 9% per l’Australia. Piace perché:Positivo per Amplifon l’aumento della popolazionesopra i 65 anni. Exane ha alzato le proprie stime sul-l’eps: per il 2011 del 12%, e del 7% per il 2012.

Invecchiare fa bene

Cosa dicono gli analisti:Scrive Equita Sim: “Alla luce della riorganizzazioneavviata dal nuovo ceo di Finmeccanica Orsi, riteniamoche la cessione di Ansaldo Sts e AnsaldoBreda sia unoscenario percorribile e che General Electric possa esse-re un potenziale acquirente, avendo limitata esposizio-ne in Europa. Non escludiamo che il prezzo di Stspossa però essere influenzato negativamente, qualorail compratore rilevi anche AnsaldoBreda, cui noi attual-mente attribuiamo un valore negativo. Per questomotivo, e alla luce dell’attuale contesto incerto, ritenia-mo che il nostro attuale target price di 9,50 euro per

azione possa indicativamente essereconsiderato un punto di riferimentoanche in caso di m&a”. Confermatala raccomandazione “buy”.Commenta così Mediobanca: “L’upsideper Ansaldo Sts dipende da come il deal dividerà prez-zo/valore tra le due Ansaldo, se Ge vorrà il 100% di Stse in generale da quanto l’operazione sarà favorevoleagli azionisti”.Piace perché:Il titolo nei giorni passati ha corso molto, spinto dallevoci di m&a. Per Natixis (tp da 9,5 a 9 euro con rating“buy”), “la bassa valutazione di Borsa permette al tito-lo di sfruttare un forte potenziale di upside”.

Lo zio d’America

Meglio le ordinarieCosa dicono gli analisti:Scrive Credit Suisse su Telecom Italia: “Siamo al di sopra dellestime del consenso per il 2011, ma leggermente al di sotto di quelle sull’epsnel lungo termine”. Il broker svizzero ha confermato la raccomandazione“neutrale” sul titolo, con prezzo obiettivo a un euro. Gli esperti fanno sape-re che la decisione di Moody’s sul rating dell’Italia potrebbe penalizzare iltitolo. Sempre secondo Credit Suisse, il calo dei ricavi rischia di continuare- almeno finché i prezzi della telefonia mobile non si saranno stabilizzati -fino a che i dati sui ricavi del settore mobile non saranno migliorati e i prez-zi sulla linea fissa aumentati. La casa d’affari ha avviato la copertura con“underperform” sulle azioni risparmio della società di telefonia italia. Il prez-zo obiettivo è stato fissato a 0,7 euro, in quanto il broker “considera troppocontenuto lo sconto con cui ora le azioni trattano rispetto alle ordinarie”.Luci e ombre perché:Conclude Credit Suisse: “Preferiamo le azioni ordinarie rispetto a quelle dirisparmio, dato che è poco probabile la conversione delle rnc in azioni ordi-narie. Il tutto mentre le pressioni fiscali sulla holding Telco accrescono ilpotenziale interesse strategico sulle azioni ordinarie”.

Piace nonostante RobinCosa dicono gli analisti:La Robin Hood tax, che porterà la tassazione dal 6,5% al10,5% sugli utili della produzione di energia elettrica, penaliz-zerà “seppur in maniera limitata” Enel Green Power. A dirlo è SociétéGénérale, che lima il prezzo obiettivo da 2,10 a 2 euro ma conferma laraccomandazione “buy”. “In questa fase”, scrivono gli analisti, “non pen-siamo che l’onere fiscale più elevato possa far cambiare alla società la suapolitica di dividendi”, scrivono gli esperti, che per l’anno in corso si atten-dono una cedola in crescita a 0,028 euro, e a 0,031 nel 2012. Il brokerfrancese stima che la tassazione salirà a 27 milioni di euro nel 2013, inlinea con le previsioni dell’azienda che aveva stimato 25 milioni di europer il triennio 2011-13. L’aliquota fiscale dovrebbe quindi essere ora del36%, motivo per cui Société Générale ha tagliato le stime di utile per azio-ne nell’anno in corso da 0,10 a 0,09 euro (riduzione del 7,1%) e quelle2012 da 0,11 a 0,10 euro (ovvero, -6,8%). Equita Sim conferma la racco-mandazione “hold”, ma taglia a sua volta il prezzo obiettivo da 1,95 euroa 1,89. Anche Natixis ha rivisto al ribasso il tp, da 1,79 euro a 1,7.Piace perché:Data la diversificazione regionale e tecnologica del gruppo, SociétéGénérale ritiene che Enel Green Power viaggi a Piazza Affari “con unosconto del 25% - ingiustificato - rispetto ai competitor”. Gli utili sono incalo del 12% rispetto al 2010, anno record.

Ordini in caloCosa dicono gli analisti:“Abbassiamo le stime sulla crescita dei ricavi nel 2012dal 6% al -1%, per rispecchiare i peggiori risultati in tuttele divisioni dell’azienda”, scrive Rbs riferendosi a Stm. Il brokeringlese ha ridotto le stime di eps per il 2011 del 30,9%, da 0,52 a0,36 dollari. Lo stesso ha fatto per il 2012, passando da 0,90 a 0,51dollari (-43,8%), dal momento che verso la fine di quest’anno gliimpianti del gruppo saranno sottoutilizzati a causa del calo degliordini. Rbs si aspetta che i margini lordi scendano dal 36,5% al 35%nel quarto trimestre del 2011. Ridotta anche la stima di ebit perl’anno in corso, dal 3,4% all’1,8%. Per il 2012, la revisione è dal7,2% al 3,9%. Gli esperti stimano che il gruppo viaggi a un multi-plo enterprise value/vendite di 0,4 volte, sotto il livello di 0,5 voltea cui veniva scambiato nel marzo del 2009, minimo storico. Tagliatodi conseguenza anche il prezzo obiettivo, a 6,3 euro dai preceden-ti 8 euro.Luci e ombre perché:La debolezza della domanda ha spinto i competitors di Stm -Fairchild Semis, Analog Devices, Altera e Intersil - a rivedere le pro-prie guidance. Il calo colpirà indubbiamente anche il gruppo, cherisente fortemente del clima economico negativo essendo un titolociclico.

a cura di Matteo Rosso

Finmeccanica, gli esperti tifano per la vendita di Sts e Breda. Non convincono le azioni di Telecom

Lottomatica piace agli analisti Stm, pesa il calo della domanda

Cosa dicono gli analisti:Scrive Equita Sim: “L’eventuale uscita diFinmeccanica dalla divisione trasporti è positiva,perché da sempre è considerata non core. Tuttavia,stimiamo che l’impatto quantitativo sia modestotanto sul debito, sotto gli 0,2 miliardi, quanto sul-l’eps. La simultanea cessione di Ansaldo Sts”, conclu-de Equita, “alimenta qualche domanda sulla necessi-tà di privarsi di uno degli asset migliori in questomomento storico, a meno che sia l’unico modo perpoter uscire da AnsaldoBreda”. Rating hold, tp 7,80

euro. Scrive Banca Imi: “Giudichiamo ragione-vole un maggior focus sulla difesa e una pro-gressiva cessione degli asset civili, ma sottoli-

neiamo che la cessione congiunta di AnsaldoSts e AnsaldoBreda potrebbe far sì che non

venga pagato un premio di controllo per Sts, checontinua a rappresentare un asset di valore nel porta-foglio di Finmeccanica”. Rating reduce, tp 5 euro.Piace perché:Scrive Banca Imi: “La vendita di Ansaldo Sts e Bredapotrebbe offrire spazio per un ritorno ai dividendi sto-rici del gruppo”. Per Mediobanca, il potenziale di cre-scita del titolo Finmeccanica è del 20%.

Ok all’ipotesi vendita

Cosa dicono gli analisti:Banca Imi resta “hold” su Tod’s, con targetprice a 72,50 euro. Il gruppo ha confermatovendite in crescita nell’anno in corso del 12,5%,con un margine ebitda al 25,8%, fattibile seppuraggressivo. “Il tutto in linea con il nostro scenario”,ha precisato il broker. “Manteniamo sul titolo ilnostro target price a 72,50 euro, che implica un p/e2012 di 17,7 volte, con uno sconto del 30% rispettoalla media storica 2004-2007 di 25 volte, multiplo

che noi consideriamo equo a causa dei consu-mi incerti in Europa, area che conta per il 75%delle vendite di Tod’s”. Le aperture di negozidel gruppo Della Valle hanno superato quota

20, battendo le stime della stessa azienda che neaveva annunciate 15. Previsto anche l’apertura di unnuovo stabilimento, che costerà in termini di investi-menti 50 milioni di euro.Piace perché:Le esportazioni delle calzature italiane crescono ovun-que, Stati Uniti e Russia esclusi. Tod’s riesce a sfrutta-re al massimo le occasioni del mercato.

Se la scarpa tira

Page 10: Che fine hanno fatto i fondi pensione

analisimercati10 22 settembre 2011 SOLDI

Gerardo Murano

Con il raggiungimento delle scadenze tecni-che sui derivati del mese di settembre, lecosiddette “tre streghe”, ci si augura che ilmaleficio che ha condizionato l’andamentodei mercati nell’ultimo bimestre sia giuntoa compimento. Le recenti mosse compiutedi concerto dalle banche centrali interna-zionali esprimono con chiarezza la difficol-tà finanziaria del momento ma anche l’in-tenzione di giungere ad una svolta per unacrisi che vede il proprio epicentro nell’areaeuro e nell’incapacità da parte dei paesimembri di gestire problematiche di nonimpossibile soluzione, come quella dellacrisi greca. Una scelta che sembra caratteriz-zata dall’alleggerimento della posizioneintransigente della Germania, da cuidovrebbe derivare una riduzione della ten-sione sul premio al rischio che ha caratteriz-zato l’investimento azionario nel periodoestivo. Una direzione questa desumibileanche dai segnali di forza che gli indici sta-tunitensi hanno mostrato negli ultimi gior-ni, con l’S&P500 che nell’ottava delle sca-denze tecniche ha inanellato una serie disedute positive consecutive, cinque, chenon registravamo dall’ultima settimana digiugno. Un possibile segnale di ritrovatafiducia da parte degli investitori. In ottica intermarket va evidenziata anchela necessità degli strategist delle banched’affari di alleggerire le posizioni in esseresu asset diventati ormai su livelli di prezzonon sostenibili in termini di ipercomprato,

come ad esempio i treasury statunitensi, maanche europei, ed i metalli preziosi, conl’oro che non sembra avere benzina suffi-ciente per superare l’area dei 2.000 dollarinel breve termine. Se si riduce la probabili-tà di default di uno degli stati membri o diqualche grosso istituto bancario dell’areaeuro, con numerose indiscrezioni su SociétéGénérale circolate nelle scorse settimane, ilvalore delle azioni diventa sicuramenteappetibile. Siamo quindi ad un bivio strut-turale, in attesa di segnali politici che saran-no sicuramente di ampio respiro e che con-tribuiranno a delineare non solo l’anda-mento dei mercati finanziari nel breve ter-mine ma anche quello del ciclo economicodei prossimi anni. Sulla base di tale scenariol’area dei 13.000 punti del FTSEMib si con-figura come livello da monitorare con parti-colare attenzione, perché dalla rottura deglistessi scatterebbero nuovi segnali di venditada parte degli investitori. Tra le blue chipitaliane l’operatività si segnala di tipo stockpicking, con una forte attenzione degliinvestitori nei confronti degli interventistraordinari. Il settore bancario è così divisotra coloro che hanno ancora “in fieri”aumenti di capitale come Unicredit e BancoPopolare di Milano, su cui vige ancora unclima di cautela, e istituti come il BancoPopolare e Ubi Banca, che si sono mosse inanticipo in tale direzione, su cui torna lafiducia degli investitori, con performancesettimanali che hanno raggiunto anche il10%. Grande attenzione naturalmenteanche ai piani di dismissioni delle grandi

aziende in crisi come Finmeccanica che,dopo aver perso completamente la lucen-tezza nei propri conti di bilancio, è prontaad avviare un piano di dismissione dei gio-ielli di famiglia, come quelli del gruppoAnsaldo. Una notizia che ha messo le alialle quotazioni dell’intero gruppo quotato,

compresa la stessa STM, che potrebbe esserecaratterizzata da un destino similare in otti-ca di riposizionamento strategico del grup-po sul core business. L’atteggiamento degliinvestitori non può che essere “event dri-ven”, con una forte attenzione alle soluzio-ni che verranno da Bruxelles e da Atene.

Sotto la lente c’è il gruppo Finmeccanica. Le quotate del gruppo potrebbero presto tornare a volare

Occhio ai 13.000 punti del FtseOltre si rischia il “selling party”

LEGENDA

Volatilità medio: Standard Deviation deirendimenti logaritmici giornaliericalcolata su un arco temporale di 44giorni.

Volatilità lungo: Standard Deviation deirendimenti logaritmici giornaliericalcolata su un arco temporale di 255giorni.

Area di attenzione: livello di supporto oresistenza intorno al quale potrebberoverificarsi fenomeni di congestione o diaccelerezione dei movimenti di prezzo.

Prezzo: prezzo di riferimento. Short trend: tendenza dei prezzi negliultimi mesi.

Fonte:Medium trend: tendenza dei prezzinell’ultimo anno.

Volumi: espressi in in milioni di euro.

Trend:in ribasso stabile in rialzo

FIDAFinanza Dati Analisi

Short trend

Le vicende societarie di Fiat continuano adessere caratterizzate da contrattazioni serra-te con i lavoratori, sia in Italia che negliStates. Sullo sfondo una perdita di quote dimercato nel Belpaese ed una prosecuzionedel processo di ristrutturazione industriale,con recenti indiscrezioni su un possibilespostamento allo stabilimento Mirafioridella Ypsilon, attualmente prodotta aTermini Imerese. Una mossa che con la pro-duzione della MiTo e di un ulteriore model-lo in programmazione confermerebbe lebuone volontà espresse dall’azienda neiconfronti dello stabilimento torinese. Nel frattempo urgono interventi per ferma-re l’emoraggia di quote di mercato, con gliultimi dati di agosto che segnalano per FiatGroup Automobiles l’immatricolazione inEuropa di 45.585 nuove vetture, segnandoun calo del 7,6% rispetto alle 49.324 unitàdi un anno fa.

Un compito affidato nel breve termine allanuova Panda presentata al salone diFrancoforte. La vettura su cui la Fiat puntaper mantenere la leadership nel segmentodelle piccole sul mercato italiano ed euro-peo sarà negli showroom a partire dadicembre con un target di vendite di280.000 vetture l’anno. Tecnicamente le quotazioni del titolo sonoinserite in un downtrend di medio termine,con i prezzi che hanno perso oltre il 50%del proprio valore in poco più di due mesi,mostrando un chiaro sentiment di incertez-za da parte degli investitori sulle prospetti-ve reddituali del Gruppo. Operativamentela strategia di maggiore interesse è legataquindi ad eventuali segnali di forza dellequotazioni, che sarebbero generati con ilsuperamento dei 4,50 euro.

Gerardo Murano

LA HIT SETTIMANALE

Fiat, boom dopo i 4,5 euro

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A2ATitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

A2A 0,876 2,61% 1,66% 0,810

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ANSALDOTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Ansaldo Sts 6,875 4,13% 2,27% 6,390

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ATLANTIATitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Atlantia 10,560 2,38% 1,46% 11,320

Short trend Medium trend

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AUTOGRILLTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Autogrill 8,100 2,18% 1,43% 7,710

Short trend Medium trend

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AZIMUTTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Azimut 4,722 2,89% 2,24% 4,790

Short trend Medium trend

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B. POP.Titolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

B. Pop. 1,190 4,66% 2,89% 1,170

Short trend Medium trend

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BPMTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Bpm 1,299 4,74% 3,14% 1,230

Short trend Medium trend

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BULGARITitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Bulgari 12,250 0,16% 3,94% -

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BUZZITitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Buzzi 6,165 3,81% 2,50% 6,570

Short trend Medium trend

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CAMPARITitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Campari 5,690 2,17% 1,32% 5,780

Short trend Medium trend

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DIASORINTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Diasorin 29,280 2,64% 1,93% 29,470

Short trend Medium trend

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EGPTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

EGP 1,760 2,51% 0,00% 1,620

Short trend Medium trend

Page 11: Che fine hanno fatto i fondi pensione

analisimercati 1122 settembre 2011SOLDI

BREVISSIME

n Commesse da 500 milioni per Saipem Saipem si è aggiudicata nuovi contrat-ti nelle perforazioni mare e terra perun valore complessivo di oltre 500milioni di dollari. Nel dettaglio, perquanto riguarda le perforazioni inmare, la società ha acquisito due com-messe in Angola e in Arabia Saudita, laprima da Total E&P Angola, che haassegnato al gruppo italiano un con-tratto per l’estensione per 2 anni delnoleggio della nave di perforazioneSaipem 12000, a partire da Agosto2015, e la seconda da Saudi Aramco,per il noleggio del jack-up Perro Negro7. Nell’ambito delle perforazionionshore, Saipem ha firmato invececon diversi clienti contratti per 14impianti in Algeria, Sud America eUcraina. Le commesse sono di duratavariabile compresa tra i due mesi e i treanni a partire dalla seconda metà diquest’anno.

n Bozotti, per St-Ericssoni problemi non sono ancora superatiNella joint venture St-Ericsson ci sonoancora problemi da risolvere e i primipositivi risultati della ristrutturazione sivedranno nella seconda parte del2011. Parola di Carlo Bozotti, a.d. diStm, che ha assicurato che la jv torne-rà profittevole, senza però indicarequando si aspetta il pareggio di bilan-cio dopo svariati trimestri in perdita(gli analisti di Intermonte prevedonoche ciò avvenga non prima del 2013).In una recente intervista al Wall StreetJournal, Bozzotti ha anche confermatoche la domanda di chip è in rallenta-mento e ha dichiarato di non essere ingrado di avanzare previsioni sull’anda-mento del mercato.

n Eni, Gazprom strizza l’occhio alla joint-venture Promgas Gazprom, colosso russo del gas, è intrattative con Eni per acquistare la suaquota nella joint venture pariteticaPromgas spa. Lo riporta l’agenzia distampa Interfax, sottolineandocomunque che “prima si dovrà valuta-re la società, la decisione sarà presasolo dopo”. Promgas ha come unicocliente Edison (2 miliardi di metri cubidi gas l’anno) a cui lo scorso luglio haaccordato un abbassamento dei costisui contratti a lungo termine dopo chela società energetica italiana avevabussato alla corte di arbitrato diStoccolma, denunciando l’acquistotroppo oneroso di metano mentre iprezzi di mercato erano caduti.Promgas compra gas da Gazpromattraverso un hub austriaco.L’obiettivo di Gazprom, secondoInterfax, è quello di rendere più facilee redditizio l’export eliminando gliintermediari o aumentando le suequote nelle strutture di mediazione.

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ENELTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Enel 3,140 2,68% 1,56% 2,850

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ENITitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Eni 13,570 2,64% 1,54% 13,930

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EXORTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

EXOR 15,430 4,13% 2,37% 16,950

Short trend Medium trend

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FIAT IND.Titolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Fiat Ind. 6,255 4,91% - 6,240

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FIATTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Fiat 4,122 4,85% 2,82% 4,090

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FINMECC.Titolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Finmecc. 5,675 4,91% 2,45% 4,970

Short trend Medium trend

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FONDIARIATitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Fondiaria 1,462 5,38% 3,91% 1,540

Short trend Medium trend

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GENERALITitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Generali 11,220 3,11% 1,96% 10,470

Short trend Medium trend

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IMPREGILOTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Impregilo 1,633 3,55% 2,11% 1,480

Short trend Medium trend

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INTESATitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Intesa 1,022 5,61% 3,22% 1,080

Short trend Medium trend

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LOTTOM.Titolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Lottom. 11,380 3,17% 2,23% 11,140

Short trend Medium trend

17

18

19

20

21

22

23

24

01/06 01/07 01/08 01/090

2

4

6

LUXOTTICATitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Luxottica 20,190 2,38% 1,51% 20,750

Short trend Medium trend

2.2

2.4

2.6

2.8

3

3.2

3.4

3.6

3.8

01/06 01/07 01/08 01/090

10

20

30

MEDIASETTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Mediaset 2,530 3,27% 2,08% 2,710

Short trend Medium trend

5

5.5

6

6.5

7

7.5

8

01/06 01/07 01/08 01/090

5

10

15

MEDIOB.Titolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Mediob. 5,605 3,09% 2,06% 5,990

Short trend Medium trend

2

2.2

2.4

2.6

2.8

3

3.2

3.4

3.6

3.8

01/06 01/07 01/08 01/090

5

10

MEDIOLAN.Titolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Mediolan. 2,634 4,03% 2,45% 2,670

Short trend Medium trend

0.35

0.4

0.45

0.5

0.55

0.6

0.65

0.7

0.75

0.8

01/06 01/07 01/08 01/090

100

200

300

MPSTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Mps 0,408 4,16% 2,60% 0,350

Short trend Medium trend

1.4

1.6

1.8

2

2.2

2.4

2.6

2.8

01/06 01/07 01/08 01/090

20

40

60

PARMALATTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Parmalat 1,675 2,82% 1,87% 1,700

Short trend Medium trend

4.5

5

5.5

6

6.5

7

7.5

8

01/06 01/07 01/08 01/090

5

10

15

PIRELLITitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Pirelli&C. 5,810 4,17% 2,29% 5,500

Short trend Medium trend

9

10

11

12

13

14

15

16

01/06 01/07 01/08 01/090

2

4

6

PRYSMIANTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Prysmian 11,000 3,73% 2,22% 11,350

Short trend Medium trend

24

26

28

30

32

34

36

38

01/06 01/07 01/08 01/090

5

10

SAIPEMTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Saipem 30,300 3,49% 2,05% 30,600

Short trend Medium trend

3

3.2

3.4

3.6

3.8

4

4.2

4.4

01/06 01/07 01/08 01/090

20

40

60

SNAM Titolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Snam 3,462 2,41% 1,33% 3,420

Short trend Medium trend

3

4

5

6

7

8

9

01/06 01/07 01/08 01/090

10

20

30

STMTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

STM 4,948 4,37% 2,55% 4,640

Short trend Medium trend

0.7

0.75

0.8

0.85

0.9

0.95

1

01/06 01/07 01/08 01/090

100

200

300

TELECOMTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Telecom 0,788 2,94% 1,84% 0,860

Short trend Medium trend

10

11

12

13

14

15

16

17

18

01/06 01/07 01/08 01/090

2

4

6

TENARISTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Tenaris 11,170 3,05% 1,88% 11,260

Short trend Medium trend

2.2

2.4

2.6

2.8

3

3.2

3.4

3.6

3.8

01/06 01/07 01/08 01/090

20

40

60

TERNATitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Terna 2,608 2,72% 1,40% 2,590

Short trend Medium trend

70

75

80

85

90

95

100

01/06 01/07 01/08 01/090

0.5

1

TOD’STitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

Tod’s 77,200 3,08% 2,02% 80,250

Short trend Medium trend

2

2.5

3

3.5

4

4.5

5

5.5

01/06 01/07 01/08 01/090

50

100

UBI BANCATitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

UBI Banca 2,510 4,42% 2,76% 2,480

Short trend Medium trend

0.7

0.8

0.9

1

1.1

1.2

1.3

1.4

1.5

1.6

01/06 01/07 01/08 01/090

500

1000

UNICREDITTitolo Prezzo Volatilità Volatilità Area di

medio Lungo attenzione

UniCredit 0,721 5,13% 3,08% 0,670

Short trend Medium trend

PER L’ESATTEZZACi scusiamo con i lettori ma pererrore l’articolo di pagina 27 com-parso sul numero 34 di SOLDIattribuito a Biagio Campo è in real-tà stato scritto dall’avvocatoRoberto Lenzi.

Page 12: Che fine hanno fatto i fondi pensione

pianetabond12 22 settembre 2011 SOLDI

Antonio Petta*

La Cina è oggi la seconda economiamondiale e l’elenco dei dati che lodimostrano è lungo. Lo Yuan, lavaluta nazionale, durante la crisiglobale del 2008 e inizio 2009 èrimasto stabile nei confronti del dol-laro mentre la maggior parte dellealtre valute asiatiche si sono ampia-mente svalutate. Nel primo quadri-mestre di quest’anno lo Yuan haguadagnato terreno sul bigliettoverde e gli analisti di Bloomberg pre-vedono un ulteriore apprezzamentodell’1,6% entro la fine dell’anno. Leesportazioni di agosto, secondo datigovernativi, sono cresciute oltre lestime: 24,5% in più rispetto all’annoscorso. Il paese dispone della mag-gior quantità al mondo di riserve invaluta estera, circa 3200 miliardi diUsd, e il suo prodotto interno lordonel secondo trimestre è cresciuto del9,5%, l’aumento più consistente frai paesi Brics. In pieno fermento ilmercato obbligazionario ormaipronto al battesimo dei Muni Bond,cioè i titoli di debito emessi daamministrazioni locali. Qualche set-timana fa è stato annunciato che treprovincie cinesi sono pronte a emet-tere obbligazioni direttamente anzi-ché attraverso il Ministero delleFinanze. Al momento la normativacinese non contempla questa possi-bilità ma gli esperti ritengono chedopo questo primo “esperimento”le disposizioni cambieranno e conmolta probabilità il mercato dei

Muni Bond partirà ufficialmenteall’inizio del prossimo anno. Benpiù importante, in prospettiva, è ilmercato dei Dim Sum Bonds, i titoliobbligazionari denominati in Yuane quotati presso la Borsa di HongKong. Il mercato era originariamen-te riservato agli investitori istituzio-nali ma a luglio dello scorso anno ècominciato un graduale processo diliberalizzazione che ne ha consenti-to l’accesso anche ai privati, autoriz-zando le società straniere e cinesi aemettere Dim Sum Bonds. Oggi que-sti titoli rappresentano solo una pic-cola parte del debito cinese, mastanno letteralmente invadendo ilmercato. In un solo mese, da luglioad agosto di quest’anno, le venditedi Dim Sum Bonds si sono più cheraddoppiate passando da 9,5 a 19,5miliardi di Yuan. In questo mercato

sono già entrate, oltre la BancaMondiale, grandi aziende multina-zionali, la seconda banca russa, e perla fine dell’anno è prevista l’emissio-ne della China Construction Bankche sarebbe pronta a piazzare circa80 miliardi di Yuan in Dim SumBonds. È sulla base di questi dati cheil ministro dell’Economia GiulioTremonti ha incontrato una delega-zione di investitori cinesi contandoanche sul fatto che l’Italia, secondoi dati distribuiti da Confindustria, èil terzo partner commerciale dellaCina. In questo momento di gravecrisi finanziaria abbiamo bisognodell’aiuto della Cina alla quale chie-diamo sostanzialmente di acquistarei nostri titoli del debito pubblicovisto che la Banca Centrale Europeaha già fatto sapere che non potràfarlo all’infinito. Ma, alla luce della

recente storia della periferia euro-pea, la domanda che ci poniamo è:“Un intervento di Pechino potràdavvero aiutarci”? In Spagna la Cinaha investito e ha acquistato bondgovernativi ma non è servito a bloc-care la crescita dei rendimenti deldebito pubblico e c’è voluto l’inter-

vento della BCE. Anche Grecia ePortogallo hanno beneficiato di unforte sostegno della Cina e il suointervento è stato inutile vistocom’è andata a finire. E allora? Beh!Non ci resta che sperare che questavolta l’esito sia diverso.

*www.actionnews.it

OBBLIGAZIONI INTERNAZIONALI - ULTIME EMISSIONI

Emittente Emissione Scadenza Tasso Prezzo Rendimento Duration Taglio Valuta Rating ISINemissione attualizzato modified* (anni) (Moody’s, S&P)

Air Liquide Sa 16-09-2011 2014 3,000 100,000 3,02 2,81 1.000.000 CNY A HK0000088796Australia and New Zealand B. G. 20-09-2011 2014 4,550 99,980 4,56 2,74 1.000 AUD Aa2, AA XS0671847423Australia and New Zealand B. G. 20-09-2011 2014 3,900 99,980 3,91 2,78 1.000 AUD Aa2, AA XS0671852852Autoroutes Du Sud 23-09-2011 2018 4,000 99,700 4,05 6,00 100.000 EUR Baa1,BBB+ FR0011119775 Bmw Finance Nv 22-09-2011 2014 4,625 100,713 4,37 2,75 2.000 NZD A2, A- XS0677027608Bmw Finance Nv 29-09-2011 2017 1,750 100,221 1,71 5,65 5.000 CHF A3, A- CH0138773053Bnp Paribas Fortis Funding (Fortis Lux) 14-10-2011 2016 4,400 101,750 4,01 4,42 10.000 NOK A1, AA XS0674695266Bp Capital Markets Plc 14-09-2011 2014 1,700 100,000 1,71 2,87 1.000.000 CNY A2, A HK0000086279Calumet Specialty Products Partners Lp 19-09-2011 2019 9,375 93,000 11,04 4,97 2.000 USD B3, B USU13077AC34Dexia Funding Netherlands 7-10-2011 2016 5,750 101,500 5,40 4,26 2.000 AUD A3, A XS0673602222Energie Beheer Nederland Bv 3-10-2011 2023 1,625 100,318 1,60 10,83 5.000 CHF Aaa, AAA CH0134594337Energie Beheer Nederland Bv 3-10-2011 2016 0,750 100,389 0,67 4,89 5.000 CHF Aaa, AAA CH0134577284 European Investment Bank 21-09-2011 2015 4,250 107,350 1,97 3,08 10.000 NOK Aaa, AAA XS0276331377Federal Home Loan Mortgage Corp 20-09-2011 2013 0,600 100,000 0,60 1,98 1.000 USD Aaa, AA+ US3134G2D741Federal Home Loan Mortgage Corp 21-09-2011 2016 1,500 100,000 1,51 4,76 2.000 USD Aaa, AA+ US3134G2F647Federal Home Loan Mortgage Corp 23-09-2011 2013 0,550 100,000 0,55 1,98 1.000 USD Aaa, AA+ US3134G2G637Federal Home Loan Mortgage Corp 30-09-2011 2013 0,550 100,000 0,55 1,98 1.000 USD Aaa, AA+ US3134G2L348Federal National Mortgage Association 19-09-2011 2013 0,500 100,000 0,50 1,98 1.000 USD Aaa, AA+ US3135G0DE04Gatx Corporation 20-09-2011 2016 3,500 100,252 3,47 4,33 1.000 USD Baa1, BBB US361448AK93Gatx Corporation 20-09-2011 2021 4,850 100,108 4,90 7,48 1.000 USD Baa1, BBB US361448AL76 National Grid Co Plc 6-10-2011 2021 1,250 100,000 1,25 9,35 2.000 GBP Baa1 XS0678522490Nobel Biocare Investment 10-10-2011 2016 4,000 100,400 3,91 4,46 5.000 CHF Aa2 CH0130700599 Nordea Eiendomskreditt 22-09-2011 2016 2,125 99,892 2,16 4,67 200.000 USD Aaa, AAA XS0681797345 Nordrhein Westfalen Bank 20-09-2011 2041 - 22,940 5,03 28,56 1.000.000 USD Aa1, AA- XS0677075672 Ontario (Province) 21-09-2011 2016 1,600 99,880 1,63 4,75 5.000 USD Aa1, AA- US683234DP09Oseo Sa 26-09-2011 2023 3,125 98,881 3,16 9,86 100.000 EUR Aaa FR0011119783 Renault Credit International Banque Sa 28-09-2011 2014 3,000 100,364 2,88 2,99 5.000 CHF Baa2, BBB CH0137675481Volkswagen Financial Services Nv 19-09-2011 2012 3,125 99,952 3,17 0,97 10.000 NOK A3 XS0675922800Xylem 20-09-2011 2016 3,550 99,809 3,62 4,46 2.000 USD Baa2, BBB USU9842DAA91Xylem 20-09-2011 2021 4,875 99,935 4,94 7,67 2.000 USD Baa2, BBB USU9842DAB74

nd = non disponibile; *La duration, a differenza della pura durata (che si riferisce alla data di scadenza), tiene conto delle cedole pagate nel corso della vita del titolo. È la media ponderata delle scadenze di tutte le fonti di reddito di un bond. Una “modified duration” di 5 anni di un bond indica che esso diminuirà del 5% in valore se i tassi salgono dell’1% e aumenterà del 5% se gli interessi calano dell’1%.

Fonte: elaborazione dati ActionNews

Fonte dati: FIDA - chiusura al 16 settembre 2011

MERCATI OBBLIGAZIONARI

Future Chiusura (in euro) Trend Livelli chiave

BREVE TERMINE (3 MESI)EURIBOR 98,76 (0,24%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 98,47. Inizio di ribasso sotto 98,24

2 ANNISCHATZ 109,77 (-0,23%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 108,97. Inizio di ribasso sotto 107,43T-NOTE 2Y 110,25 (-0,04%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 109,98. Inizio di ribasso sotto 109,58

5 ANNIBOBL 122,30 (-0,59%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 119,97. Inizio di ribasso sotto 116,39T-NOTE 5Y 122,58 (-0,54%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 121,66. Inizio di ribasso sotto 118,76

10 ANNIBUND RET PERPETU 136,75 (-0,81%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 129,04. Inizio di ribasso sotto 123,75JAPAN BOND 142,70 (0,05%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 141,93. Inizio di ribasso sotto 140,45T-NOTE 10Y 129,56 (-1,01%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 126,91. Inizio di ribasso sotto 121,88

Sono in molti a chiedersi se la Cina potrà aiutare l’Italia a ridurre la crescita del suo indebitamento

Quando la soluzione è un pranzo a base di debito per il Dragone

n I dati sulle esportazioni, Pil, Yuan e riserve in valuta estera sono soloalcuni degli elementi che dimostrano la grande forza economica dellaCina. Il colosso asiatico si prepara ad aprire le porte dei Muni Bond e pro-muove l’espansione del mercato dei Dim Sum Bonds, le obbligazioni inYuan quotate alla Borsa di Hong Kong. Ed è proprio alla Cina che l’Italiachiede di acquistare i suoi titoli di stato. Ma l’aiuto di Pechino ci salverà?

I VOSTRI SOLDI

Arrivano i bond municipali cinesi

Page 13: Che fine hanno fatto i fondi pensione

valute&mercati 1322 settembre 2011SOLDI

Intervento coordinato per finanziare l’Europa ma la strada per un ritorno alla stabilità è in salita

L’euro ringrazia Bce & CompanyServono però misure più ampieGiovanni Cuniberti*

L’Europa non può più essere un“corpo senza scheletro”. Il corporappresenta l’Europa. Lo scheletroè composto da cinque parti: ilprimo è la valuta, il secondo è unastruttura fiscale integrata e unministero delle Finanze unico perconsentire un sistema di tassazioneunitario ed eventualmente trasferi-menti di risorse all’internodell’Unione. Il terzo è un mercatodei bond comune. Il quarto riguar-da una banca centrale proattiva edi fatto garante finale del debitoaggregato. Il quinto riguarda politi-che economiche centralizzate ecoordinate con strutture a suppor-to dello sviluppo economico edecisioni rapide in tale ambito. Uncorpo senza scheletro non puòstare in piedi. E la nostra valutapotrebbe proseguire sulla stradadell’indebolimento nonostantel’intervento coordinato delle cin-que banche centrali. Infatti, tutti imovimenti valutari di questa setti-mana sono stati influenzati dallamanovra congiunta a sostegnodella liquidità nell’Ue. Questo rap-presenta il primo tassello di uncambiamento che vedrà nuoveimmissioni in dollari il 12 ottobre,il 9 novembre e il 7 dicembre.Questi interventi potrebbero favo-rire l’euro nel breve, mentre nelmedio e lungo periodo si necessita-

no manovre di più ampia portata.Sul cross euro/dollaro, da monito-rare l’importante supporto graficoin area 1,35, la cui rottura potrebbegenerare ulteriori allunghi fino inarea 1,305. Da valutare attenta-mente anche l’euro/yen, cherompe il supporto in area 105,facendo segnare nuovi minimi di

periodo. Timido tentativo di recu-pero dell’euro contro il real brasi-liano, con la resistenza posta nellaparte alta del range in area 2,4/2,45che potrebbe presentarsi come unostacolo molto importante, la cuiviolazione necessita conferme daparte degli algoritmi (al momentonon sono ancora presenti). In tutta

questa situazione, la Banca centra-le svizzera ha mantenuto i tassiinvariati fra lo 0% e lo 0,75% con-fermando ancora una volta di esse-re pronta a difendere la propriavaluta con i cambi Eur/Chf eUsd/Chf che risultano poco mossi.In conclusione si nota come l’inter-vento coordinato si sia concentrato

sulla necessità di finanziamenti indollari da parte dell’Europa e che lastrada per un ritorno alla stabilità èancora in salita, in gergo ciclistico èun gran premo della montagna dihors-categorie.

*analista finanziario indipendente

Studio G2C

CAMBI DELL’EURO

*Lo US DOLLAR INDEX è uno strumento che originariamente iniziò ad essere scambiato al Financial Instruments Exchange (attualmente una divisione del New York Borad of Trade) nel Novembre del1985. Quest’indice esprime il cambio medio del Dollaro statunitense nei confronti delle principali valute mondiali. È utile seguire l’andamento di quest’indice per capire se i principali cambiamenti

nei cross valutari mondiali sono dovuti a movimenti del Dollaro Usa. Fonte dati: FIDA - chiusura al 16 settembre 2011

DOLLAR INDEX E SUE COMPONENTI*

Cambio Chiusura Trend Livelli chiave

US DOLLAR INDEX 76,60 (-0,78%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 73,45, Inizio di ribasso sotto 73,42EUR/USD 1,38 (1,04%) Ribasso Conclusione del trend in caso di ritorno sopra 1,45, Inizio di rialzo sopra 1,46USD/JPY 76,80 (-1,24%) Ribasso Conclusione del trend in caso di ritorno sopra 78,47, Inizio di rialzo sopra 81,47USD/GBP 1,58 (-0,62%) Ribasso Conclusione del trend in caso di ritorno sopra 1,66, Inizio di rialzo sopra 1,66USD/CAD 0,98 (-1,84%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 0,97, Inizio di ribasso sotto 0,94USD/SEK 6,61 (1,03%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 6,26, Inizio di ribasso sotto 6,23USD/CHF 0,88 (-0,84%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 0,71, Inizio di ribasso sotto 0,71

Cambio Chiusura Trend Livelli chiave

EUR/AUD 1,33 (2,06%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 1,30, Inizio di ribasso sotto 1,29EUR/CAD 1,36 (-0,18%) Laterale Inizio di rialzo sul superamento di 1,43, Ribasso in caso di discesa sotto 1,34EUR/CHF 1,21 (0,20%) Laterale Inizio di rialzo sul superamento di 1,23, Ribasso in caso di discesa sotto 1,01EUR/DKK 7,45 (0,13%) Ribasso Conclusione del trend in caso di ritorno sopra 7,47, Inizio di rialzo sopra 7,48EUR/GBP 0,87 (1,65%) Ribasso Conclusione del trend in caso di ritorno sopra 0,89, Inizio di rialzo sopra 0,91EUR/HKD 10,74 (0,95%) Ribasso Conclusione del trend in caso di ritorno sopra 11,34, Inizio di rialzo sopra 11,35EUR/HUF 286,62 (2,31%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 268,30, Inizio di ribasso sotto 261,00EUR/JPY 105,89 (-0,03%) Ribasso Conclusione del trend in caso di ritorno sopra 112,32, Inizio di rialzo sopra 117,74EUR/NOK 7,69 (1,72%) Ribasso Conclusione del trend in caso di ritorno sopra 7,91, Inizio di rialzo sopra 7,91EUR/NZD 1,66 (-0,18%) Ribasso Conclusione del trend in caso di ritorno sopra 1,78, Inizio di rialzo sopra 1,78EUR/PLN 4,30 (-0,03%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 4,03, Inizio di ribasso sotto 3,93EUR/SEK 9,12 (2,24%) Ribasso Conclusione del trend in caso di ritorno sopra 9,35, Inizio di rialzo sopra 9,35EUR/SGD 1,71 (1,83%) Ribasso Conclusione del trend in caso di ritorno sopra 1,76, Inizio di rialzo sopra 1,79EUR/USD 1,38 (1,04%) Ribasso Conclusione del trend in caso di ritorno sopra 1,45, Inizio di rialzo sopra 1,46EUR/ZAR 10,24 (3,01%) Rialzo Tendenza interrotta sotto 9,88, Inizio di ribasso sotto 9,51

Page 14: Che fine hanno fatto i fondi pensione

14 22 settembre 2011 SOLDI

La volatilità colpisce le materie prime ma non incrina il trend di fondo. Interesse anche per l’argento

Oro, c’è chi comincia a vendere Ma a Piazza Affari gli investitori continuano a scegliere i prodotti a leva sul metallo giallo

n RISO In Tailandia adesso si paga di piùE la geografia di import ed export cambierà Mercato del riso in scompiglio. Il nuovo governo alla guida dellaThailandia ha deciso di pagare gli agricoltori thailandesi di più di quellidel mercato delle commodities, comprando a fermo tutta la produzionenazionale. Un gesto molto popolare a Bangkok ma disastroso perl’esportazione nazionale, che potrebbe scendere dal 20 all’8% lasciandoampi spazi di manovra ai vietnamiti e agli altri Paesi produttori. Il pianodel governo, guidato da Yingluck Shinawatra, dal prossimo ottobredovrebbe quindi pagare a tutti gli agricoltori oltre 665 dollari pertonnellata di riso qualità jasmine. Prima delle elezioni il prezzo per lamedesima quantità di riso era di 432 dollari. Africa e Asia ora dovrannoguardare altrove per comprare tutto il riso di cui necessitano.

n ACCIAIO Il colosso cinese Fosun guardaal settore assicurativo e dice: è più sexyL’acciaio non seduce più i cinesi. Questo secondo una azienda “mostro”dell’economia cinese, la Fosun International. Tra le prima 2.000 aziendedel pianeta, questo gigante dell’acciaio e del settore minerario stapensando di muoversi nel settore assicurativo. Un mercato dallepotenzialità enormi secondo il presidente Guo Guangchang, che haspiegato come “ci sono industrie più sexy dell’acciaio”.

n ONCIA Per gli esperti di Barclays l’oro toccherài 2.000 dollari entro la fine del 2011Barclays vede l’oro a 2.000 dollari l’oncia entro la fine dell’anno. Irecenti cali sono bilanciati dai dati provenienti dal mercato delladomanda fisica, che rimane forte grazie alla richiesta stagionale e allavoglia di diversificazione. In più, secondo gli esperti i problemi dell’euromantengono alta la voglia di lingotti. Soprattutto nell’area Asiatica.

HOT NEWSa cura di Marco Mairate

Dopo settimane di tempesta suimercati azionari, i listini riescono arecuperare terreno con alcunesedute di rimbalzo che deprimonole materie prime ma lasciano ilquadro macro immutato. Mentrele banche centrali si industrianoper trovare stratagemmi più omeno credibili per sostenere leobbligazioni dei Paesi periferici, gliStati Uniti lanciano una “fiche” da300 miliardi di dollari per rianima-re il mercato del lavoro sempre piùdepresso. Gli scontri in Libia nonsono ancora terminati e Gheddafivaga indisturbato per il deserto

libico in cerca di uno Stato chepossa offrire a lui e ai suoi figli unpo’ di ospitalità. Nel frattempo,l’universo dell’investment bankinginternazionale è di nuovo al centrodella cronaca dopo che il giovanetrader di Ubs Kweku Adoboli habruciato 2,3 miliardi di dollaridella banca in operazioni “nonautorizzate”. Oltre a conferireun’immagine negativa al colossosvizzero, sembra che la “bravata”possa in qualche modo far ripartireil dibattito circa una maggioreattenzione all’attività delle banche,in modo particolare quei settori diinvestimento e speculazione puracome sono i trading desk a cui

apparteneva il 31enne dipendentedi Ubs. In questo quadro, gli inve-stitori sono tornati a vendere oro(che rimane comunque stabilesopra i 1.825 dollari l’oncia) eprendere profitto sulla corsa dialcune materie prime agricole(grano e zucchero in testa) chenelle scorse settimane avevanoregistrato rally importanti. A PiazzaAffari, nel segmento Etc ed Etn,l’interesse continua a essere legatoai prodotti a leva sul metallo giallo.L’Etfs Leveraged Gold è sicuramen-te uno dei prodotti più gettonati.Emesso da Etfs CommoditySecurities, si tratta di un Etc, che vaa mimare l’attività dell’indice sot-tostante Dow Jones GoldSubindex. Con una leva tre e unabias long sul metallo prezioso, nel-l’ultimo mese il tracker ha genera-to una performance positiva del3,5% e dell’82,8% rispetto agli ulti-mi dodici mesi. L’interesse per ipreziosi non tocca solo l’oro maanche il più “economico” argento.Il Db Physical Silver Euro HedgedEtc di DB Etc Plc punta a replicarel’andamento del prezzo di un’on-cia di argento senza applicare alcu-na leva. I risultati sono di un incre-mento dello 0,77% nell’ultimomese e del 31,92% da inizio anno.

Sembra che le proprietà e gli uti-lizzi del rame non conoscanolimiti. Uno dei materiali maggior-mente usati nell’industria del-l’elettronica e delle costruzioni,gode di meno conosciute capacitàcurative e cosmetiche. La medici-na centenaria indiana,l’Ayurveda, attribuisce infatti alrame diversi utilizzi medici, basa-

ti fondamentalmente sulle pro-prietà anti-batteriche del metallo.Stoccare l’acqua per tre ore in unrecipiente di rame, per esempio, èun metodo antico per ucciderebatteri nocivi e prevenire alcunidisturbi della pelle e della milza,così come rimedio per disturbiginecologici o respiratori. Il rameè inoltre conosciuto per le pro-

prietà anti-invecchiamento, inquanto stimola la produzione dicollagene sui tessuti connettivi.La materia prima è inoltre utiliz-zata da case cosmetiche comeingrediente di molti prodotti. Ilrame, insieme al ferro, è infatticapace di stimolare la produzionedi globuli rossi. Se aggiungiamoche serve per tenere pulite arterie,

e in buona forma nervi, sistemaimmunitario e ossa, il rame appa-re quasi come un prodotto prodi-gioso. Tornando al mercato, però,il rame si è mosso in modo vola-tile, tra un massimo di 10.000 agliattuali 8.781 dollari la tonnellata(Lme), determinando una perfor-mance negativa per il 2011. SugliEtc, questo si riflette sul -16%dell’Etfs Copper, Etc quotato sulsegmento Etc ed Etn, sul -32%nella sua versione a leva e sul+6,4% dell’Etfs Short Copperemesso dall’omonima casa pro-dotto.

Nuovo uso medico e anti-età per il metallo industriale per eccellenza, che è pure anti-batterico

La cosmesi va a caccia di rameI valori però sono in preda alla volatilità. Negativa la performance dall’inizio dell’anno

Nel segmento Etc e Etn di Milano,tra i primi cinque prodotti per volu-mi di scambio troviamo due prodot-ti sul petrolio, uno long e uno shorta leva tre. Questo dovrebbe fornirela poca visibilità che il mercato hasul futuro del prezzo del petrolio,nel breve e nel lungo termine. Èormai noto che la Iea ha diminuitole stime di consumo per il 2012 sullebasi delle mediocri proiezioni di cre-scita economica di aree come StatiUniti ed Europa. Il petrolio quindi,

salvo nuove turbolenze nell’area delNord Africa, rimane legato al consu-mo dei Paesi ricchi e alle prospettivedi una ripresa dei mercati chiave. Ilprezzo della qualità Wti continua arimanere sotto gli 87 dollari al bari-le, mentre per la qualità Brent ilprezzo di scambio è intorno ai 111dollari al barile. I prezzi sono ormaiin stallo da diverse settimane e nonsembrano intenzionati a bruschimovimenti. I primi allarmismi peruna possibile nuova contrazione

della domanda di greggio arrivadalla Russia. Uno dei primi Paesi almondo per produzione, Mosca hadetto che se la domanda di greggiorimarrà su questi livelli l’economianazionale russa potrebbe risentirnefortemente. Alcune proiezioni delgoverno di Mosca spiegano che nel-l’ipotesi peggiore, quella di unaseconda recessione a livello mondia-le, il prezzo del petrolio potrebbetornare a 60 dollari al barile, che perl’ex blocco sovietico significherebbe

far salire il tasso di disoccupazione al7,5% e un deficit di bilancio dioltre cinque punti delprodotto internolordo. Chi nell’ulti-mo mese avessepuntato su unaripresa del greg-gio attraverso unprodotto comel’Etfs Crude Oil diEtfs CommoditySecurities, avrebbemesso a segno un ren-dimento positivodell’8,22% ma negativo se con-frontato con il primo giorno dell’an-no (-16,34%). Interessante notareinvece come la leva tre dell’Etfs

Leveraged Crude Oil (sempre spon-sorizzato Etfs Commodity

Securities) abbia gene-rato negli ultimi

trenta giorni unp r o g r e s s odell’11,36%,andando asfruttare ilcrollo delleq u o t a z i o n i

degli ultimitempi. C’è da dire

però che nel lungotermine il tracker paga

l’effetto leva e la volatilità delgreggio negli ultimi dodici mesi: laperformance, infatti, risulta in rossodel 12,4%.

Nemmeno il dollaro debole sostiene il prezzo del petrolio, sempre più legato all’economia reale

Tempi bui, anche per il greggioLe quotazioni sono in stallo da diverse settimane e non sembrano volersi muovere

trading&commodities

Page 15: Che fine hanno fatto i fondi pensione

CHI VINCE E CHI PERDEI migliori e i peggiori di agosto

SUPERCOMMODITIESEcco chi si è aggiudicato le 5 corone

Focus

SOLDIE c o n o m i a F i n a n z a e P e r s o n a l B u s i n e s s è fatto d’oro

Quando il fondo

Luca Lodi*

Il mercato del risparmio gestito in Italia èrappresentato, all’interno del sistemaBluerating, da circa 190 categorie di fondicui sono associati gli indici che ne rappre-sentano l’andamento medio. Gli indici dicategoria, oltre a costituire un parametrodi valutazione e di confronto in fase diclassificazione dei fondi, si rivelano uninteressantissimo strumento per compren-dere l’andamento dei mercati. Le lapidarieclassifiche degli strumenti con performan-ce più elevate a livello mensile e, come sidice, ytd (year to date, dall’inizio dell’an-no), così come le analoghe classifichedegli stessi indici, sono la cartina di torna-sole degli umori e dell’andamento delleasset class. Non solo, ma la specificitàdelle categorie permette di cogliere meglioanche le sfaccettature dei mercati di riferi-mento come emerge in maniera chiara

nelle analisi che pubblichiamo, riferite aidati di fine agosto, un’estate caldissimache ha creato apprensione in tutti i rispar-miatori e negli investitori. Scorrendo leclassifiche, il dato più evidente e interes-sante è la presenza, tra i primi cinquantadel mese, di fondi caratterizzati da politi-che di gestione e oggetto di investimentonon tradizionali. Dominano infatti lematerie prime e le strategie total return,categorie non più di nicchia ma sicura-mente non tra le più conosciute e nonancora entrate nella “normalità” degliinvestimenti. Si aggiungono, sebbene nonnei primi posti, molte gestioni specializza-te sul comparto obbligazionario, soprat-tutto governativo e area euro. Dopo unacorrezione profonda a luglio e nei primigiorni di agosto, l’intervento della Bce afavore dei titoli di Stato di Spagna e Italia,unitamente alla correzione del mercatoazionario, ha dato respiro a questi prodot-

ti, anche se a settembre il contesto è nuo-vamente degenerato. Le performance cheprendono in considerazione l’intero 2011aggiungono la componente valutaria alquadro delineato. L’aumento generalizza-to della percezione del rischio, fenomenodi medio se non di lungo termine, haspinto in alto i beni rifugio. Tra questispicca una valuta, il franco svizzero, cheda sempre ha avuto questa funzione. Sel’analisi delle serie storiche degli indici dimercato e la valutazione dei macro-trend,delle correlazioni e delle volatilità sono labase per le classiche analisi top-down,quelle utilizzate per costruire l’asset allo-cation strategica, i top performer rappre-sentano un valido punto di vista “bottomup” sui mercati globali poiché mettono inevidenza in maniera diretta il comporta-mento e il sentiment degli operatori nelloro complesso.

*[email protected]

Dominano le materie prime e le strategie total return, non più di nicchia

Classifiche d’autunnoI top performer mettono in evidenza il sentiment degli operatori

n Il sistema BlueratingFIDA gestisce e sviluppa il sistemaBluerating, che, partendo dal database pro-prietario comprende la classificazione deglistrumenti, la creazione delle categorie el’attribuzione del rating. Tutte le fasi delprocesso sono sviluppate internamente egestite per adeguarsi all’evoluzione delmercato. La prima fase consiste nella classi-ficazione rispetto ai più importanti elemen-ti della politica di investimento, realizzatasia sulla base delle dichiarazioni dei gestorisui prospetti informativi che con periodicheverifiche sull’effettiva composizione deiportafogli. I fondi sono poi raggruppati incategorie omogenee alle quali è associatoun benchmark di mercato che costituisce labase di confronto per confermare la lorocorretta collocazione (sono utilizzati stru-menti statistici quali Tracking Error Volatilityed R-quadro). La metodologia di calcolodel rating si basa su un algoritmo proprie-tario sviluppato per considerare rischio erendimento in un orizzonte temporale di 3anni. Avendo il focus sul mercato italianotutte le elaborazioni sono normalizzatenella valuta europea, l’euro, e corrette per ildiverso trattamento fiscale, differenza checome noto tenderà ad avere un peso decre-scente fino ad annullarsi. All’interno di cia-scuna categoria viene infine suddivisa lapopolazione in cinque percentili ed il ratingviene espresso tramite le “corone”:

EDUCATIONAL

LE CORONE BLUERATING

Migliori 10%

22,5% sopra il centrale

35% centrale

22,5% sotto il centrale

Peggior 32,62

Page 16: Che fine hanno fatto i fondi pensione

focusrating16 22 settembre 2011 SOLDI

Gerardo Murano*

Le analisi dei top performer del mese diagosto riflettono chiaramente lo scena-rio di incertezza dei mercati finanziari.Gli investimenti che hanno apportato imigliori rendimenti relativi sono daricondurre ad asset cosiddetti alternati-vi, come quelli nei fondi specializzati inderivati, oppure nei comparti a ritornoassoluto e nei fondi obbligazionari. Inquest’ultimo caso, l’orizzonte temporaledi riferimento, analisi mensile oppureyear-to-date, evidenzia come l’attenta

selezione da parte dei gestori obbligazio-nari delle valute di riferimento abbia unpeso determinante nella formazionedella performance.In cima ai top performer di agosto, nellaclassifica mensile, riscontriamo il“Platinum Agricolture Euro R1C-A” diDB Platinum Sicav, appartenente allacategoria “Fondi specializzati suiDerivati (Materie Prime)”, che ha regi-strato nel mese di agosto una perfor-mance prossima all’8%. Un “primusinter pares”, con il “World AgricultureCap Classic” della Parvest, che è pratica-mente appaiato con una minima diffe-renza percentuale.Non poteva mancare, in un contesto distraordinaria incertezza, il bene rifugioper eccellenza: ottima performancemensile, infatti per il “World Gold A2EUR Hedged EUR”, di BlackRock GlobalFunds Sicav, comparto che investe alivello mondiale almeno il 70% delpatrimonio in titoli azionari di societàoperanti nel settore delle miniered’oro in tutto il mondo.Anche in questo caso sitratta di uno strumentoche può essere conside-rato in buona compa-

gnia, con il “PIA Gold Stock” di PioneerInvestments e il “Gold & PreciousMetals” di Dws Invest Sicav.Tra i primi dieci top performer mensiliregistriamo anche il “Global Macro A” diSoprarno Sgr, un ritorno assoluto ad altavolatilità la cui finalità è la ricerca di unastrategia di asset allocation secondo unmodello di analisi quantitativa macroeconomica.Spostando l’orizzonte temporale del-l’analisi all’inizio dell’anno, rileviamoancora un’ottima performance di unfondo specializzato sulle materie prime,il “Multicoop. Commodity C CHF” dellaJulius Baer, un comparto che tende areplicare il Rogers International

Commodity, un indice molto apprezzatotra gli investitori, decisamente diversifi-cato con partecipazioni in energia, agri-coltura, bestiame e metalli preziosi eindustriali. Ben rappresentati nella clas-sifica dei top performer anche i fondicompresi nella categoria Bluerating“Obbligazionari Franco Svizzero”, conben quattro comparti tra i primi dieciclassificati, con un rendimento mediosuperiore al 10%. Tra questi, c’è dasegnalare il “CHF Bonds P Cap EUR” diPictet Sicav e il “JB Multibond ABS(CHF)” di Julius Baer, che presentanorispettivamente una performance YTDdel 12,30% e dell’11,40%.

*[email protected]

Gli investimenti con i migliori rendimenti relativi sono da ricondurre ad asset e strategie non tradizionali

Sul podio vanno gli “alternativi”Tra i primi dieci prodotti del mese, c’è anche il “Global Macro A” di Soprarno Sgr

Categoria di appartenenzaFondi specializzati sui derivati (materieprime).DescrizioneFondi che investono prevalentemente in prodotti finanziati derivati, come per esempio i futu-res, sulle materie prime. Un tipo di operatività diffuso per i mercati delle commodities.CaratteristicheUna categoria a largo spettro, rivolta a un’ampia gamma di prodotti del settore delle commo-dities. Nel mese di agosto hanno ricoperto un ruolo primario gli strumenti aventi i beni del-l’agricoltura come oggetto dell’investimento. Una scelta legata sia alle caratteristiche anticicli-che del settore primario - e di riflesso alla possibilità di diversificare i propri investimenti - siaalla scelta degli investitori di indirizzare le proprie strategie di investimento verso asset reali.L’investimento legato all’agricoltura è inoltre visto anche come un’effettiva opportunità diinvestimento ambientale ed etico per recuperare territorio alla produzione biologica. La cate-goria si compone di circa ottanta comparti gestiti dai principali operatori internazionali, bendiversificati nei diversi ambiti delle materie prime. La performance dell’indice Bluerating dicategoria conferma la bontà dell’investimento, con una fase di storno piuttosto sostanziosa nel2008, conseguente al panic selling post-Lehman, ma con un rendimento cumulato a due annidel 36% e una performance positiva per l’anno corrente.

C’È CHI PUNTA SULL’AGRICOLTURA...

BGF World Gold A2 EUR Hedged EUR

Categoria di appartenenzaAzionari settoriali - Metalli e minerali.DescrizioneFondi che investono nei titoli azionari delsettore minerali e metalli, inclusi i metalli considerati preziosi come l’oro, l’argento e il pla-tino, non necessariamente a uso industriale. I fondi che investono direttamente su questematerie prime usando strumenti finanziari derivati quali i futures rientrano in una catego-ria a parte.CaratteristicheIl principale elemento identificatore dell’avversione al rischio degli investitori è rappresen-tato dall’aumento della richiesta di oro quale bene rifugio. Un incremento che dovrebbemantenere un trend positivo. Si può identificare un mix di fattori che vanno dai rinnovatitimori sul debito pubblico dei Paesi periferici dell’area euro alle preoccupazioni sulla soste-nibilità della ripresa dell’economia globale. A questo bisogna aggiungere la bontà implici-ta dell’investimento nella categoria in oggetto, che ha consentito di ottenere performancesicuramente brillanti nell’ultimo biennio. Osservando l’andamento dell’indice BlueratingAzionari Settoriali - Metalli e Minerali, è possibile verificare che dai minimi del febbraio2009 le quotazioni sono triplicate, con una performance nel solo anno solare 2009 del78% e un rendimento cumulato a due anni del 60%.

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DB Platinum Agricolture Euro

R1C-A EUR

Indice Bluerating Fondi Spec

sui Derivati (Materie Prime)

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BGF World Gold A2 EURHedged EUR

Indice Bluerating Azionari SettorialiMetalli e Minerali

Fonte: dati su elaborazione FIDA

AGOSTO IN SINTESI

Top 50 Rendimenti mensili Rendimenti ytd

Fondi azionari 5 2Fondi obbligazionari e monetari 33 38

Fondi a ritorno assoluto 9 3Fondi specializzati in derivati 3 7

Miglior performance 7,8% 15,7%

Fonte: dati su elaborazione FIDA al xxxxxx 2011

2008 2009 2010 Cumulata 3 anni-30,8% 6,95% 17,45% -4,10%

DB Platinum Agricolture Euro R1C-A EUR

Fonte: dati su elaborazione FIDA al 31 luglio 2011

2008 2009 2010 Cumulata 3 anni-38,8% 45,7% 33,6% 23,9%

BASTA UNO SCATTOAccedi con una foto a tutti gli strumenti

di rating online che puoi trovaresu Bluerating.com

... E CHI SI DÀ ALL’ORO

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focusrating 1722 settembre 2011SOLDI

Fonte: dati su elaborazione FIDA

I MIGLIORI E I PEGGIORI DEL MESE DI AGOSTO

DB Platinum Agricolture Euro R1C-A EUR DB PLATINUM SICAV Fondi specializzati sui Derivati (Materie Prime) 7,8% 9,3% 21,7% LU0338689879

Parvest World Agriculture Cap Classic EUR Parvest Sicav Fondi specializzati sui Derivati (Materie Prime) 7,7% 2,7% 21,5% LU0363509208

BGF World Gold A2 EUR Hedged EUR BlackRock Global Funds Sicav Azionari Settoriali - Metalli e Minerali 7,4% 3,1% 21,6% LU0326422689

Soprarno Global Macro A Soprarno Sgr Ritorno Assoluto (Alta Volatilità) 6,3% 3,0% 7,8% IT0004245541

PIA Gold Stock EUR Pioneer Investment Austria Azionari Settoriali - Metalli e Minerali 6,2% -8,0% 23,1% AT0000675095

DWS I. Gold & Precius Metals LC EUR Dws Invest Sicav Azionari Settoriali - Metalli e Minerali 5,9% -10,1% 22,4% LU0273159177

LO Funds World Gold Expert. P Cap EUR Lombard Odier Funds Sicav Azionari Settoriali - Metalli e Minerali 5,8% -3,9% 20,0% LU0172581844

Lemanik Sicav Alpha Beta Sigma A EUR Lemanik Sicav Azionari Europa (Mercati Sviluppati) - Large & Mid Cap Value 5,7% 2,1% 8,6% LU0273830256

Soprarno Relative Value A Soprarno Sgr Ritorno Assoluto (Media Volatilità) 4,9% 1,7% 6,2% IT0004245574

ESPA Bond Euro Trend A EUR Erste Sparinvest Kag Obbligazionari Area Euro - Governativi 4,9% 4,3% 7,8% AT0000631916

Gestielle LT Euro A Aletti Gestielle Sgr Spa Obbligazionari Area Euro - Governativi (5-10 Anni) 4,3% 2,3% 6,3% IT0001037792

Nordea Heracles Long/Short Mi Fund BI Dis EUR Nordea 1 Sicav Fondi specializzati sui Derivati (Tassi e Valute) 4,2% -5,5% 7,1% LU0375726162

Pion. S.F. Euro Curve 7-10 year E EUR Pioneer Asset Mgmt SA Obbligazionari Area Euro - Governativi (5-10 Anni) 4,2% 4,8% 5,9% LU0271693920

Nordea Danish Long Bond BP DKK Nordea 1 Sicav Obbligazionari Corona Danese 4,1% 6,1% 6,8% LU0077910890

HSBC GIF European Equity Abs. Ret. M1 Cap EUR HSBC Global Invest Funds Sicav Ritorno Assoluto (Media Volatilità) 4,0% - - LU0489667138

GIS Euro Bonds 10+ Years A Cap EUR Generali Investments Sicav Obbligazionari Area Euro - Governativi (Oltre 10 anni) 4,0% 2,8% 7,8% LU0396186644

Pictet USD Government Bonds P Cap EUR Pictet Sicav Obbligazionari Usa - Governativi (Medio-Lungo Term.) 4,0% -1,0% 12,7% LU0128488383

KBC Renta Czechrenta Cap CZK KBC Renta Sicav Obbligazionari Europa (Mercati Emergenti) 3,9% 9,6% 5,9% LU0095279401

Mediolanum Challenge Euro Bond L A EUR Mediolanum Internat. Funds Ltd Obbligazionari Area Euro - Corporate e Governativi 3,9% 2,4% 5,8% IE0004905935

Interfund Euro Bond Medium Term Interfund Sicav Obbligazionari Area Euro - Governativi (5-10 Anni) 3,8% 4,4% 5,0% LU0074297200

Fonditalia Euro Bond Medium Term T Fideuram Gestions S.A. Obbligazionari Area Euro - Governativi (5-10 Anni) 3,8% 4,5% 5,0% LU0388707001

Raiffeisen Dynamic Bonds Cap. EUR Raiffeisen Kapital. Gesellsch. Ritorno Assoluto Obbligazionari (euro) 3,8% 8,4% 5,0% AT0000637442

ESPA Bond Combirend A EUR Erste Sparinvest Kag Obbligazionari Area Euro - Corporate e Governativi 3,7% 2,9% 5,0% AT0000858022

NorVega Flessibile A NorVega Sgr Ritorno Assoluto (Media Volatilità) 3,6% -4,1% 6,5% IT0003272538

Rossini Lux Obblig. Euro Lungo Term. R EUR Banca delle Marche Ges.Int.Lux Obbligazionari Area Euro - Governativi (Oltre 10 anni) 3,5% 2,7% 6,0% LU0208478759

EEF Bond EUR Long Term R EUR Eurizon Capital S.A. Obbligazionari Area Euro - Governativi (Oltre 10 anni) 3,5% 3,0% 5,9% LU0097116510

KBC Renta Long Eur Cap EUR KBC Renta Sicav Obbligazionari Area Euro - Governativi (5-10 Anni) 3,5% 7,0% 5,9% LU0117159151

Pion. S.F. Euro Curve 5-7 year H Cap EUR Pioneer Asset Mgmt SA Obbligazionari Area Euro - Governativi (5-10 Anni) 3,4% - - LU0551376923

DWS I. Euro Govt. Bond LC EUR Dws Invest Sicav Obbligazionari Area Euro - Governativi 3,4% 2,0% 5,1% LU0145652052

Soprarno Ritorno Assoluto B Soprarno Sgr Ritorno Assoluto (Media Volatilità) 3,3% 2,4% 4,5% IT0004353386

JPM EU Government Bond D Acc EUR JPMorgan Funds Obbligazionari Area Euro - Governativi 3,3% 3,2% 4,7% LU0355584037

Teti Obbligazionario Euro EUR Teti Intern. Asset Mgmt. Sa Obbligazionari Area Euro - Governativi 3,3% 3,6% 4,7% LU0125409739

ARCOBALENO World Flex Equity B EUR Arcobaleno Fund Sicav Ritorno Assoluto (Media Volatilità) 3,3% -1,0% 5,0% LU0229074843

SISF Euro Govt. Bond C Cap. EUR Schroder Int. Selection Fund Obbligazionari Europa - Corporate e Governativi 3,2% 2,9% 4,1% LU0106236184

BNPP Match 5 - Marzo 2013 EUR BNPP Match Ritorno Assoluto (Bassa Volatilità) 3,1% 0,5% 3,7% FR0010532689

Pion. S.F. Global Curve 7-10 year E EUR Pioneer Asset Mgmt SA Obbligazionari Globali - Governativi 3,1% 3,8% 8,5% LU0271695032

KBC Renta Medium Eur Dis EUR KBC Renta Sicav Obbligazionari Area Euro - Governativi (5-10 Anni) 3,0% 5,2% 4,7% LU0117157882

Zest Global Strategy EUR Zest Asset Mgmt Sicav Ritorno Assoluto (Media Volatilità) 3,0% 4,8% 3,6% LU0312243222

BNY Mellon Global Bond H EUR BNY Mellon Global Funds Plc Obbligazionari Euro Hedged Globali 3,0% 9,2% 6,7% IE00B1XKC854

BNPP L1 Bond Long Euro C EUR BNP Paribas L1 Sicav Obbligazionari Area Euro - Corporate e Governativi 3,0% 2,4% 6,7% LU0075912765

GIS Euro Bonds 5/7 Years A Cap EUR Generali Investments Sicav Obbligazionari Area Euro - Governativi (5-10 Anni) 3,0% 3,5% 4,6% LU0396185596

DWS Euro-Bonds (Long) EUR Dws Investments Sa Obbligazionari Area Euro - Corporate e Governativi 3,0% 5,2% 5,0% LU0044387529

Arca Cedola Governativo Euro Bond IV Arca Sgr Spa Obbligazionari Area Euro - Governativi 3,0% 2,3% - IT0004640493

JPM Europe Bond A Acc EUR JPMorgan Investment Funds Obbligazionari Area Euro - Corporate e Governativi 2,9% 2,0% 4,5% LU0070216402

GIS Euro Bonds D EUR Generali Investments Sicav Obbligazionari Area Euro - Governativi 2,9% 2,9% 4,9% LU0145476817

Pictet EUR Government Bonds P Cap EUR Pictet Sicav Obbligazionari Area Euro - Governativi 2,9% 2,8% 4,4% LU0241467587

Parvest Bond Usd Cap Classic H EUR Parvest Sicav Obbligazionari Euro Hedged Usa 2,9% 6,1% 4,3% LU0194436803

BNY Mellon Euro Governm. Bond Index Tracker C EUR BNY Mellon Global Funds Plc Obbligazionari Area Euro - Governativi 2,8% 2,7% 4,3% IE0003862277

AI Long Term European Bond A EUR Aviva Investors Sicav Obbligazionari Area Euro - Governativi (Oltre 10 anni) 2,8% 0,5% 6,2% LU0274933604

Arca Cedola Governativo Euro Bond III Arca Sgr Spa Obbligazionari Area Euro - Governativi 2,8% 0,4% 4,1% IT0004567118

Prodotto Società di gestione Categoria Perf. 1 mese Perf. YTD Volatilità ISINmedio

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18 22 settembre 2011 SOLDI

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banche&dintorni 1922 settembre 2011SOLDI

Le nuove filiali serviranno ad attrarre il pubblico degli under 35

Intesa fa la giovaneCon il marchio Superflash, al via 11 flagship store

n BARCLAYS Trasferisci il dossier titoli e bevicaffè NespressoA chi trasferisce almeno 30mila eurosul Dossier Titoli entro il 30settembre, Barclays regala unamacchina del caffè NespressoCitiz. La partecipazioneall’operazione a premi è riservata achi è titolare di un conto correntee un dossier titoli Barclays e a chiapre un conto corrente e undossier titoli Barclays durante ilperiodo dell’iniziativa. Agliamanti del caffèbasterà seguire soloquattro passaggi:compilare il couponscaricabile dal sitowww.barclays.it ,andare in filiale ecompilare il modulo ditrasferimento.

n ING DIRECT Da fine settembre via libera al piano di apertura delle filiali sul territorioING Direct non rinuncia al suo modello di banca diretta ma a partireda fine settembre provvederà a integrarlo con l’apertura di circa 25filiali, 10 entro il 2011 e altre 15 nel corso del 2012. Le prime cittàinteressate saranno Bergamo, Roma, Padova, Venezia, Vicenza,Bologna, Verona, Torino e Milano. Localizzati in pieno centro città,tutti gli store saranno caratterizzati da ampie vetrate illuminate anchedi notte e da un ingresso privo delle consuete bussole di sicurezza.Tutte le operazioni potranno essere eseguite in modalità self service -tramite casse automatiche - o attraverso agenti ING Direct in modogratuito e paper less: tutti i documenti saranno infatti memorizzati earchiviati in formato elettronico e confermati dal cliente inserendo lecredenziali già utilizzate con i canali diretti.

n METLIFE Al via il Roadshow “Nice toMetLife you” dedicato agli operatoriÈ partito questa settimana da Padova il Roadshow della società italianadel gruppo MetLife, leader globale nell’offerta di prodotti assicurativi,di risparmio ed employee benefits. Con questo evento, MetLife-AlicoItalia, compagnia specializzata nei rami vita, malattia e infortuni,rinnova l’appuntamento annuale con gli intermediari iniziato nel 2009che quest’anno, per la prima volta, porta il brand MetLife. I prossimiincontri di “Nice to MetLife you” si terranno a Milano (27 settembre),Alessandria (29 settembre) – Bologna ( 6 ottobre) e Roma (13ottobre). Ogni incontro si rivolge a broker, agenti plurimandatari emediatori creditizi, e prevede, inoltre, una sessione valida per ilriconoscimento dei crediti formativi ai fini ISVAP.

n UNIQA Per festeggiare l’Unità di Italia un concorso per chi spende almeno 150 euroFino al 30 settembre chi acquista una polizza UNIQA di almeno 150euro o un piano previdenziale di almeno 150 euro al mese, partecipaal Concorso “UNIQACentocinquanta - fai 150 e vinci! “ che prevedel’estrazione di un iPad Apple. La promozione, lanciata in occasione dei150 anni dell’Unità d’Italia, è valida sulle seguenti prodotti a premioannuo: polizza Multicertezza Extra, Capital 5 con Bonus e Young LifeProject , Casa & Serenità e Polizza Per Te.

n SOCIAL NETWORK È attiva su Facebook la promozione “Webank mi piace”Webank lancia una nuova promozione che intende far leva sulpassaparola tra clienti. La promozione è reperibile sia sul sito diWebank nella sezione partnership, sia sulla pagina Facebook della

banca attraverso la quale è possibile per chi è giàcliente ottenere il “codice convenzione” della

presentazione ed il “codice presentatore”, dacondividere via Facebook o da inviare

direttamente ai propri amici. Ogniamico che richiederà l’aperturadel conto entro il 30 settembre,versando almeno 500 euro entroil 30 ottobre, riceverà un buonoda 100 euro da spendere pressoMediaWorld, così come il“presentatore”, che riceverà unbuono per ogni amico che ha aperto

il conto.

FRESCHE DI SPORTELLO

Rosaria Barrile

Un mondo di attese e desideri. Tracui quello di trovar lavoro, possi-bilmente non precario, e comprarecasa. Una speranza condivisa damolti della generazione under 35.E il mondo bancario si riscuoteperché di fronte all’economia diun Paese che invecchia e che risen-te della contrazione dei consumioccorre guardare avanti e investirenel futuro. Soprattutto puntandosulla clientela più giovane, natanell’era delle tecnologie digitali eabituata a servizi sempre più velo-ci. In buona sostanza, investireoggi per continuare ad acquisireclientela “fresca” anche domani.C’è chi punta a fidelizzare l’interonucleo familiare, orientando lescelte dei genitori per i figli mino-ri, con il restyling dei prodotti peri ragazzi dai 13 ai 17 anni come nelcaso di UBI Banca (vedi articolosotto), e chi invece, come IntesaSanpaolo, guarda alle esigenzedegli under 35, ma già maggioren-ni. Ed è proprio il Gruppo guidatoda Corrado Passera a mettere apunto il programma più ampiodestinato al target giova-ni finora lanciato inItalia, sia in termini dinumero di prodotti, siain termini di riorganiz-zazione del servizio infiliale. In pratica, intor-no al marchio SuperFlash, che in origine indi-cava solo la carta contoemessa dal gruppo, è statocostruito un interomondo di servizi e prodot-ti ritagliato sulla base delle

esigenze di quel segmento cheoggi rappresenta il 20% dellapopolazione italiana. Il progettocomprende sia il lancio di unapposito sito internet, sia l’apertu-ra di undici filiali completamenterivisitate della Banca dei Territori.La loro caratteristica peculiare èquella di essere dei “flagship store”: un concetto che si traduce inarredi essenziali, vetrine ampie etrasparenti, tavoli dotati di pc diultima generazione per navigareattraverso le nuove sezioni del sitosuperflash.it . Videowall e sotto-fondo radiofonico accompagnanola permanenza in filiale che preve-de l’esecuzione dell’operatività diroutine in modalità self banking.Ma in un orario ben diverso daquello delle filiali tradizionali e piùin linea con i ritmi di vita dellapopolazione under 35: dal lunedìal sabato dalle 13.30 alle 19.00. Ainaugurare la tornata di aperturedei flagship store, è stata la città diMilano. Molto attenta anche lascelta della location: la centralissi-ma via Torino a pochi passi dalDuomo. Ma entro il 2011 ne ver-ranno aper-

ti altri sette: ad aggiungersi saran-no nell’ordine Torino (7 ottobre),Napoli (28 ottobre), Padova,Roma, Bologna e Firenze (16dicembre). Nel 2012 sono previstealtre 4 aperture distribuite traLombardia, Puglia, Sardegna eSicilia. Il brand Superflash, checostituisce una sorta di ombrellosotto il quale viene raccolta tuttal’offerta dedicata ai giovani, com-prende anche il sito internet dedi-cato. Disponibile in versionemobile e visualizzabile tramitebrowser anche su tablet,www.superflash.it è articolato inquattro aree principali: Vantaggi etempo libero, da cui accedere aofferte e a sconti riservati, Progettie Futuro, dedicata ai temi della for-mazione e del lavoro, Impegnosociale, che raggruppa tutte le ini-ziative sociali promosse dalGruppo, e la vetrina commercialevera e propria, Prodotti e servizi.Quest’ultima intende offrire ai gio-vani clienti, con un particolarefocus sulla fascia d’età che va dai18 ai 26 anni, soluzioni a costocontenuto per rispondere a tutte le

esigenze di gestione dellaliquidità: dai pagamentiai piano di accumulo,dai prestiti personali almutuo. All’interno dellagamma dei finanzia-menti riservati ai giova-ni, si segnala già unapromozione attiva:fino al 31 dicembre ilPrestito SuperFlashoffre un Tan del 7,50%con l’azzeramentodelle spese di istrutto-

ria, incasso rata e bollo.

Dopo il libretto di risparmioClubino per i bambini da 0 a 12anni e della carta “contro corren-te” Enjoy sottoscrivibile a partiredai 18 anni, UBI Banca lancia ilconto corrente I Want Tubì per iragazzi dai 13 ai 17 anni. A ispira-re il concept del prodotto e ilnome stesso (onomatopeico, dal-l’inglese, io voglio essere) il deside-rio di indipendenza e di afferma-zione della propria personalità aldi fuori del contesto familiare, tipi-co dell’adolescenza. Si tratta di unconto corrente che prevede zerospese, dato che anche l’imposta dibollo e a carico della banca, e untasso di interesse dell’1% che asso-cia servizi e sconti. Insieme alconto, che include il servizio diinternet banking gratuito,i ragazzi

possono scegliere la carta ‘I WantTubi’, abbinata ai circuitiBancomat, PagoBancomat eMaestro, dotata della funzioneOn/Off che consente di abilitare edisabilitare la carta in totale auto-nomia. I genitori possono definirei limiti di spesa della carta che hala caratteristica di non essere abili-tata all’utilizzo presso alcune parti-colari categorie di esercenti.All’apertura del conto in filialeviene consegnato un kit in cuivengono presentate tutte le inizia-tive incluse in I WANT TUBI’ e inparticolare gli sconti a cui si puòaccedere grazie alla partnershipavviata dalla banca con alcuni deibrand più noti ai teen ager. Traquesti vi sono Ticketone.it, Cisalfae EF per le vacanze studio.

In omaggio, si ottiene subitoanche un buono per scaricare gra-tis 15 brani musicali in mp3 ed unmese di streaming illimitato su unportale online che conta oltre seimilioni di brani. Ad accompagnareil lancio del conto, una serie dipromozioni: i titolari di I WANTTUBI’ possono concorrere all’asse-gnazione di una borsa di studioUBI Banca-Intercultura per trascor-rere l’anno scolastico 2012-2013all’estero. In aggiunta partecipanoal concorso “I Want Tubi’ the win-ner” che mette in palio 5 scooterScarabeo con casco oppure, a scel-ta del vincitore, un portatile Apple.Il superpremio finale è un viaggioa cui può partecipare tutta la fami-glia con la possibilità di sceglieredestinazione e durata.

Chi aderisce al nuovo prodotto, potrà partecipare all’estrazione di cinque scooter e un pc portatile

UBI torna ai prodotti per ragazziHome banking e zero spese: parte il conto I Want Tubì per teen ager fino a 17 anni

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leopinionideigestori20 22 settembre 2011 SOLDI

a cura di Alessandro Bonini

Manuela D'Onofrio, head of global investment strategy

I timori sul debito sovrano, il relativo impatto sulle banche e la frenata dell'economiamondiale mettono alla prova la serenità degli investitori: ma è proprio il caso di correrea mettere i soldi sotto il materasso oppure ci sono validi motivi per restare? Direi che fra le tante ombre – dopo un’estate molto difficile per il mercato azionario - si riescea intravedere qualche spiraglio anche se la parola d’ordine rimane, in ogni caso, cautela.Dobbiamo aspettarci ancora volatilità, in ragione dei problemi macro tuttora irrisolti che stan-no penalizzando il mercato. A questi si aggiunge la debolezza di aziende con alti livelli di debi-to che potrebbero avere difficoltà dal punto di vista finanziario. Non mancano però le oppor-tunità, l’altra faccia della medaglia in periodi in crisi. In momenti come questo non ha sensouscire dal mercato in perdita.

Con quale strategia?Gli investitori dovrebbero concentrarsi su società globali particolarmente attive nei Paesi emer-genti, dove anche per il 2012 sono previsti elevati ritmi di crescita. Da tenere in considerazio-ne, inoltre, realtà con buoni fondamentali, conti in ordine (basso indebitamento ed elevati flus-si di cassa) e generose sui dividendi, anche alla luce di valutazioni ragionevoli.

L'azionario offre opportunità di ingresso a valutazioni molto basse. E' il momento diapprofittarne? E chi dovrebbe farlo (per inclinazione al rischio, orizzonte temporale)? Le valutazioni sono oggi le più basse in termini di rapporto prezzo/utili degli ultimi 30 anni: imercati azionari stanno offrendo addirittura un premio per il rischio che, se non sbaglio, è supe-riore a quello che offrivano durante la crisi del 2008/2009. Certamente continueranno a paga-re il prezzo dell’altissima incertezza ma chi ha un orizzonte temporale di quattro o cinque annipuò pensare di comprare a questi livelli puntando su aziende di alta qualità che oggi si trova-no con una quantità di liquidità di cassa enorme.

Prendendosi i rischi del caso, c'è una asset class, o un investimento alternativo, chepotrebbe regalare soddisfazioni?I mercati obbligazionari da tenere d’occhio sono quelli corporate, investment grade e Paesiemergenti che hanno la possibilità di guadagnare dall’apprezzamento delle rispettive valutecontro l’euro. I bilanci di alcune aziende in questi momenti sono più solidi dei bilanci degliStati. Si possono ottenere rendimenti decisamente interessanti a volatilità minori. La crescita c’èed è molto robusta soprattutto nei Paesi emergenti. Sia nei portafogli azionari sia obbligazio-nari, noi continuiamo a dare un peso molto importante a questi paesi che continuiamo a chia-mare emergenti ma che in realtà sono ormai emersi e solidi.

UNICREDIT PRIVATE BANKING

Udo Rosendahl, responsabile del team multi asset

I timori sul debito sovrano, il relativo impatto sulle banche e la frenata dell'economiamondiale mettono alla prova la serenità degli investitori: ma è proprio il caso di cor-rere a mettere i soldi sotto il materasso oppure ci sono validi motivi per restare? Il nostro suggerimento è quello di mantenere, almeno per i prossimi mesi, una visione pru-dente sui mercati finanziari. Se è ancora troppo presto per tornare verso attività più rischio-se, è anche vero che è troppo tardi per vendere. La buona notizia è che tutti i problemimenzionati sono ora sotto l’attenta analisi degli investitori che non si lasceranno trovareimpreparati. Gli analisti hanno infatti già ridotto in misura significativa le loro aspettativesulla crescita globale e le previsioni sugli utili per le aziende. Le valutazioni dei mercati azio-nari, qui in Europa in particolare, sono sempre interessanti e il dividend yield di molte bluechip dovrebbe sostenere i prezzi delle azioni ancora per il futuro. I bilanci delle aziendehanno attraversato grandi ristrutturazioni dal 2008 e oggi si presentano in forma moltomigliore. Sì, crediamo che la crescita globale subirà un rallentamento il prossimo anno, manon stiamo andando incontro a una recessione.

Con quale strategia?La nostra strategia presuppone ancora un approccio difensivo, che si traduce concretamen-te in una quota del 20-30% in azioni, del 10% in oro e per il resto in liquidità. Ci sarannoancora opportunità fino alla fine dell’anno per tornare a investire in azioni, obbligazioniconvertibili e in una selezione di titoli di stato.

L'azionario offre opportunità di ingresso a valutazioni molto basse. E' il momento diapprofittarne? E chi dovrebbe farlo (per inclinazione al rischio, orizzonte temporale)? Un investimento azionario presuppone senza dubbio una scelta di lungo termine. Un inve-stitore senza nessuna esposizione a questi mercati dovrebbe iniziare a comporre una posi-zione iniziale di partenza, diciamo pari a un terzo dell'importo previsto. Noi preferiamo ititoli azionari tedeschi, società con elevati dividend yield ed esposti sui mercati emergenti.

Prendendosi i rischi del caso, c'è una asset class, o un investimento alternativo, chepotrebbe regalare soddisfazioni?Riteniamo che le obbligazioni convertibili stiano diventando sempre più convincenti nell’at-tuale scenario di mercato. Dopo le vendite di obbligazioni convertibili di questi ultimi mesi,i loro premi sono scesi a vantaggio del loro profilo di rischio/rendimento. L’investimento èper un terzo al ribasso sui titoli azionari e per due terzi al rialzo. Sono quindi il posto giustoin cui essere in giorni come questi.

DWS INVESTIMENTS

Un gestore, un private banker, un analista e un hedge funder

Investitore avvisatoAzioni e obbligazioni,

ManuelaD’Onofrio

UdoRosendahl

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leopinionideigestori 2122 settembre 2011SOLDI

parlano a SOLDI dei percorsi da seguire per investire senza rischi

mezzo salvatole strategie giuste

Giorgio Mascherone, responsabile investimenti

I timori sul debito sovrano, il relativo impatto sulle banche e la frenata dell'economiamondiale mettono alla prova la serenità degli investitori: ma è proprio il caso di correrea mettere i soldi sotto il materasso oppure ci sono validi motivi per restare? E' ovvio che simili momenti di mercato, emotivamente, ci fanno pensare a soluzioni meno orto-dosse che appaiono piú sicure, ma non crediamo che la soluzione "materasso" sia davvero lapiù indicata, e nemmeno la più sicura.

Con quale strategia?Per chi non vuole correre troppi rischi e cercare di ridurre la volatilità ci sono i titoli obbligazio-nari (governativi e non) dei Paesi fuori dall'area euro (emergenti su tutti) che offrono rendimen-ti interessanti, rischi ridotti e, particolare non trascurabile, valute che tendono ad apprezzarsinel tempo.

L'azionario offre opportunità di ingresso a valutazioni molto basse. E' il momento diapprofittarne? E chi dovrebbe farlo (per inclinazione al rischio, orizzonte temporale)? L'azionario offre oggi prezzi molto bassi, ma non é detto che tra qualche mese non possanoessere anche piú bassi. Chi ha propensione al rischio piú alta puó certamente valutare l'oppor-tunità di prendere qualche scommessa sui mercati/titoli piú sottovalutati, per tutti gli altri èbene aspettare che diminuisca la volatilità oppure, in alternativa, investire con la formula deipiani di accumulo, ovvero progressivamente.

Prendendosi i rischi del caso, c'è una asset class, o un investimento alternativo, chepotrebbe regalare soddisfazioni?Se accettiamo di prendere rischi non c'é opportunità migliore dell'azionario, oggi i prezzi sonoparticolarmente bassi, anche in quelle aree (Paesi emergenti, Germania, Stati Uniti ecc.) le cuieconomie offrono eccellenti prospettive macroeconomiche.

DEUTSCHE BANK

Stefano Bestetti, director

I timori sul debito sovrano, il relativo impatto sulle banche e la frenata dell'economiamondiale mettono alla prova la serenità degli investitori: ma è proprio il caso di correrea mettere i soldi sotto il materasso oppure ci sono validi motivi per restare? Non c’è una risposta valida per tutti gli investitori. Per chi ha un orizzonte temporale di medioperiodo, una media propensione al rischio e presenta un portafoglio ben diversificato non hasenso uscire in questo momento e stravolgere l’asset allocation di medio periodo. Per chi si ètrovato eccessivamente esposto alle perdite è necessario una riflessione sui risultati negativiaccumulati per non compromettere il proprio patrimonio con perdite troppo ampie, difficil-mente recuperabili in orizzonti temporali accettabili.

Con quale strategia?La migliore strategia è certamente quella Long/short equity (gestori azionari con portafoglibilanciati tra posizioni rialziste e ribassiste) seguita da alcuni fondi armonizzati nella versioneUcits III o presente nei fondi di fondi (hedge o Ucits III). In questo momento di grande incer-tezza questa strategia permette di contenere al minimo le perdite dei mercati azionari e di esse-re comunque pronti a partecipare alle successive fasi rialziste. Questa strategia presenta inoltreil vantaggio di un’elevata liquidità: i mercati azionari permettono infatti di liquidare l’investi-mento – ovviamente in certe situazioni con sacrificio in termini di prezzo – trovando sempreuna controparte. In situazioni di crisi questo aspetto molto spesso non si verifica per il compar-to obbligazionario corporate dove insituazione di stress la liquidità sparisce.

L'azionario offre opportunità di ingresso a valutazioni molto basse. E' il momento diapprofittarne? E chi dovrebbe farlo (per inclinazione al rischio, orizzonte temporale)? Valgono le riflessioni fatte prima: se un investitore non è eccessivamente esposto al mercatoazionario, ha desiderio di aumentare il rischio e ha un orizzonte temporale di medio periodopuò pensare a piccoli investimenti da spalmare sui prossimi mesi. Meglio ancora se fatti confondi di tipo Long/short equity che tagliano le perdite a livelli accettabili e recuperabili in oriz-zonti temporali contenuti.

Prendendosi i rischi del caso, c'è una asset class, o un investimento alternativo, chepotrebbe regalare soddisfazioni?Data l’attuale situazione di incertezza è meglio puntare a investimenti molto diversificati: unfondo di fondi alternativo (nella versione hedge o Ucits) può aiutare a mettere piede nelle assetclass tradizionali (azioni o obbligazioni) con un approccio flessibile che mira a limitare i dannianche nelle situazioni più difficili.

HEDGE INVEST SGR

È tempo di saldi, puntare su aziende ad alto dividendo

Le valutazioni storicamente basse suggeriscono di puntare sul comparto azionario. I gesto-ri scelgono titoli di aziende ad alto dividendo, esposte sui mercati emergenti o anche tra-dizionali se le prospettive macro economiche sono buone (Stati Uniti, Germania), ragio-nando almeno sul medio periodo. Serve ancora cautela: i mercati azionari potrebbero nonavere toccato il fondo e la continua ricerca di un accordo sul debito sovrano europeopotrebbe essere accompagnata da una nuova fase di volatilità. Un piano d'accumulo è unasoluzione da prendere in considerazione. Fra gli hedge fund il periodo di volatilità spingei gestori a utilizzare la tipica strategia long/short equity, che consente di contenere le per-dite e di tenersi pronti a ripartire in caso di rialzi. Sulle obbligazioni il nostro "consensus" èper le governative emergenti. Oro: c'è chi vi dedica un bel 10% del portafoglio.

I VOSTRI SOLDI

GiorgioMascherone

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MACRO E MICROGli studi, i report, le view:

previsioni e riflessionisull’economia e i mercati

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Page 22: Che fine hanno fatto i fondi pensione

fondi&gestori22 22 settembre 2011 SOLDI

Elisa Zeri

“L’investimento nei mercatimonetari e obbligazionari degliemergenti? Offre un ottimopotenziale in termini di rendi-mento assoluto e relativo, se loparagoniamo all’alternativaofferta dai Paesi occidentali”.Così si esprime Massimo Guiati,gestore di Azimut, mentreinquadra con SOLDI le strategiea est del gruppo. Azimut, cheha registrato ad agosto una rac-colta netta totale positiva per19 milioni di euro, ha da pocolanciato anche per il retail ilfondo AZ Fund RenminbiOpportunities.

Che vi aspettate in termini diraccolta? E quale accoglienzaavete avuto in un momentoin cui, anche sui mercatiemergenti, la percezione nonè più così positiva, a causa divolatilità e inflazione?Il rendimento del mercato azio-nario non influenza questofondo, che offre accesso allavaluta cinese, consentendo alcliente di beneficiare del suoapprezzamento nei confrontidel dollaro americano.

Movimento che è appena parti-to e che ci aspettiamo avverràin larga misura nei prossimicinque-dieci anni. Si tratta diuna nuova asset class il cuipotenziale è massimo in questomomento in cui il cliente puòaccedervi in via preferenziale,mentre la valuta non è libera-mente convertibile e non èancora presente nei portafoglidei grandi investitori interna-zionali.

La caratteristica del fondo?Il fondo adotta un approccioinnovativo rispetto alle tradi-zionali strategie di investimen-to sui mercati emergenti,andando a intervenire propriosu quei fattori che storicamentesi sono rivelati critici per questiPaesi. Ha la potenzialità dibeneficiare della situazione dielevata inflazione attualmentepresente in Cina. La Banca cen-trale cinese ha finora combattu-

to l’inflazione, attraverso il rial-zo dei tassi di interesse e deirequisiti di riserva bancaria, mail deflatore resta al di sopra del6%.

Cosa vi aspettate sul frontedella politica monetaria cine-se?La nostra stima è che il ciclomonetario restrittivo abbia rag-giunto il suo picco. Un ulterio-re inasprimento rischia di ral-lentare l’economia e crearestress sul mercato interbanca-rio. Nei prossimi anni, il gover-no cinese ricorrerà in misurasempre maggiore allo strumen-to della rivalutazione. Gli svi-luppi recenti sembrano confer-mare la nostra tesi: dal lugliodel 2010, il renminbi si èapprezzato del 7%, con un’acce-lerazione del trend proprio adagosto 2011, mese in cui ilfondo ha registrato una perfor-mance positiva dell’1,2%. A dif-ferenza dei fondi specializzatisulla Cina attualmente disponi-bili sul mercato italiano, ilfondo ha una volatilità conte-nuta, intorno al 2%, e offre unrendimento base annuale dipoco superiore al 2% che derivadall’impiego della liquidità edall’attività di copertura deldollaro, cui stimiamo si possaaggiungere ogni anno un ulte-riore 4% derivante dalla rivalu-tazione del renminbi. Numeriche sono in linea con le aspetta-tive di mercato e con il trend diapprezzamento storico partito aluglio del 2005.

Da un punto di vista macro,il renminbi ha assistito a unincessante apprezzamento. Difatto, potrebbe conquistarepresto lo status di valuta diriserva.La nostra aspettativa è che ilgoverno cinese nei prossimicinque-dieci anni continuerà adapprezzare gradualmente il ren-minbi, in modo da riequilibrarela struttura dell’economia, oggisbilanciata verso le esportazio-ni, aumentando i consumidomestici. La rivalutazioneinfatti incrementa il potered’acquisto dei cinesi e consentealla Cina di accrescere le impor-tazioni, sostituendosi in partealla domanda globale degli StatiUniti. Questo consente al ren-minbi di internazionalizzarsisempre più acquisendo lo statusdi valuta di denominazione discambio e, con l’ascesa di HongKong come centro finanziariodedicato, di credito. Il renminbisarà ulteriormente liberalizzatoe detenuto in quote crescenti daimprese, investitori e Banche

centrali di tutto il mondo, cre-ando le condizioni per la suaascesa a nuova valuta di riferi-mento.

Ma qual è il potenziale di cre-scita in termini di circolazio-ne e di apprezzamento?Enorme, credo. Attualmente, laCina è la seconda economiamondiale e pesa da sola per il9% del Pil aggregato, ma laquota di riserve mondiali inrenminbi è pari a zero. Questovalore è destinato a crescereinsieme al tasso di cambio, e ilprocesso è già avviato. La Bancacentrale nigeriana ha deciso didiversificare il 10% delle pro-prie riserve sul renminbi a par-tire dal quarto trimestre 2011,mentre la Banca centrale tailan-dese ha dichiarato di esserepronta a muoversi nella stessadirezione.

La Cina rappresenta quindiun mercato promettente. Maanche difficile da seguire epenetrare. Oltre all’investi-mento in Rof, voi cosa offrite? Per cogliere le opportunità lega-

te alla crescita del renminbi, epiù in generale dell’economiacinese, Azimut è presente inCina dove ha sottoscritto accor-di con importanti banche loca-li, acquisito expertise comple-mentari con professionisti ita-liani e cinesi e costituito appo-site società. Grazie a questo,siamo in grado di offrire agliimprenditori che hanno avvia-to - o vogliono avviare - un’atti-vità in Cina, servizi qualificatisoprattutto nei temi connessealla gestione della valuta e nel-l’indicazione di professionistilocali per consulenze legali.Grazie al nostro team di profes-sionisti, che vive la realtà loca-le, siamo in grado di garantireservizi utili per gli imprendito-ri, e infatti le richieste stannoaumentando in modo esponen-ziale.

Da un punto di vista borsisti-co, invece, come stanno cam-biando i portafogli?Nel contesto attuale, in cui imercati sono guidati soprattut-to da fattori macroeconomici, èmolto difficile che l’attività di

selezione su un singolo mercatoe titolo riesca a bilanciare l’an-damento dei mercati. Per que-sto, è fondamentale nella defi-nizione di un asset allocationdiversificare, da un punto divista sia dei mercati che deglistili di gestione. Siamo convintida tempo che il futuro sia neiPaesi emergenti. La nostra stra-tegia è volta a creare prodottiper i clienti italiani che valoriz-zino la nostra crescita estera.

Il vostro fondo investe instrumenti monetari oppureobbligazionari a breve termi-ne in valuta. Si sta assistendoa un fuggi-fuggi dai prodottiprettamente azionari oppureobbligazionari. Cosa stafacendo l’industria del rispar-mio gestito?In uno scenario complessocome quello odierno, l’innova-zione di prodotto è importantepurché fatta nell’ottica di crearevalore per i clienti. Le esigenzedei risparmiatori non sonocambiate. Mentre è mutato loscenario con mercati caratteriz-zati da un’alta volatilità in cui èdifficile fare previsioni e sapereche cosa succederà soprattuttonel breve o medio termine.Anche la percezione del rischioè diversa, con i titoli di Statoche non rappresentano più unaforma di investimento priva dirischi. Ma ci sono soluzioni chepermettono di diversificare ecogliere nuove opportunità,come per esempio abbiamofatto noi con il fondo renminbi.Il mercato azionario torneràpresto a esprimere il valore chemerita.

Alcuni sostengono che del-l’acronimo Bric l’unica letterache ha davvero un senso è la“C”, ovvero la Cina. Cosa nepensa e quali sono le piazze ingrado di offrire un buonpotenziale, considerando ladifficoltà del momento e lasfiducia degli investitori?I Paesi Bric sono caratterizzatida una situazione di fondamen-tali economici solidi, tassi diinteresse elevati e valute chenon sono completamente con-vertibili. Sono nella condizionedi tagliare i tassi di interesse afronte di un rallentamento eco-nomico, con ricadute positivenon solo sull’economia realema anche sui corsi delle obbli-gazioni. In questo contesto, la“C” spicca su tutti perché è piùavanti nel processo di liberaliz-zazione della valuta e perché èin grado di offrire una volatilitàdecisamente più contenuta del-l’investimento.

Guiati: il governo continuerà ad apprezzare gradualmente il renminbi, aumentando consumi e import

A est più opportunità che rischiSecondo Azimut la Cina è vicina

Pechino è la secondaeconomia mondialee da sola rappresentail 9% del prodottointerno lordo aggregato

MassimoGuiati

Page 23: Che fine hanno fatto i fondi pensione

fondi&gestori 2322 settembre 2011SOLDI

Si aspettano una recessione nel Vecchio Continente e puntano su obbligazionario ed equity dei Bric

Gestori cauti sull’area euro,sono fiduciosi sugli emergentiElisa Zeri

In questi giorni caratterizzati daun ritorno della volatilità, nonmancano di fare capolino i son-daggi periodici a misura del“sentiment” di investitori egestori di portafoglio (i cosiddet-ti fund manager). Due i temichiave che rimangono in evi-denza: primo, i timori di unarecessione europea - che sifanno più forti - e secondo, ilnetto sovrappeso nei portafoglidi investimento globali, nono-stante la diminuzione delle atte-se di crescita economica, deiPaesi emergenti, sia in bond chein equity. In quest’ultimo mese,si è inoltre assistito a un allarga-mento del gap tra il sentimentdegli investitori europei e ilresto del mondo. La maggioresensibilità alla crisi dell’eurocontinua ad abbassare le pro-spettive macro europee, con gliindici di fiducia che ormaihanno raggiunto i livelli minimiparagonabili solo a quelli delmarzo 2009. Per la prima voltadal luglio del 2009, la maggio-ranza degli investitori, il 60% diconsenso, si aspetta una reces-sione nell’area euro. I fundmanager europei, proprio nel-l’ultimo mese, hanno ulterior-mente tagliato la loro esposizio-ne sui titoli finanziari, prenden-dosi il più grande sottopeso inassoluto sulle banche, mentrerimangono sostanzialmenteneutrali sulla posizione dei set-tori ciclici rispetto ai difensivi.Proprio a seguito di questoforte movimento e con l’au-mento dei dubbi centrati suifinanziari, non manca-

no alcune voci “contrarian” chevedono proprio nel settore ban-cario europeo le maggioriopportunità di guadagno,soprattutto qualora dovesseroseguire a breve azioni di politicafiscale e monetaria comunitarieconvincenti. Le prospettive dicrescita economica europearimangono stabili, seppure già aun livello comunque basso: il65% dei consensi si aspettaun’economia ancora in declino,sebbene il dato risulti in calo dal

70% di qualche settimana fa.Anche le attese sui profittiaziendali si sono ulteriormenteridotte, con oltre il 75% deifund manager che nota una cre-scita più debole degli earningper share, gli utili per azione, ilpeggiore dato dal febbraio 2009.I global asset allocator hannocontinuato a tagliare la loroesposizione sui mercati azionarieuropei: oltre il 40% dei gestoririsulta infatti in sottopeso neirispettivi portafogli, segnando ilpeggiore dato mai rilevato dal

marzo del 2009. Di gran lunga ilpiù alto sottopeso regionale disempre. Se guardiamo al di fuoridall’area Euro, il precedente sot-topeso degli asset del RegnoUnito è aumentato leggermente,al 26% dal 25% del mese scorso.Per quanto riguarda le aspettati-ve circa le prossime mosse dipolitica monetaria, il dato inte-ressante è rappresentato dalfatto che il tasso di riferimentodella Bce viene ora previsto incalo entro la fine dell’anno.Oltre a ciò, le aspettative perl’inflazione europea sono sceseulteriormente, con una percen-tuale addirittura più bassa delpesante marzo 2009. Di conse-guenza, la maggioranza degliinvestitori si aspetta un allenta-mento nella politica monetariae maggiore liquidità dalla Bce.Per quanto riguarda la Boe, labanca centrale inglese, la mag-gioranza dei fund manager nonvede un rialzo dei tassi primadel terzo trimestre del 2012,spostando ulteriormente inavanti la data dell’evento.Dopo il taglio delle posizioni suititoli finanziari e ciclici, gli inve-stitori hanno incrementato ilpeso nel portafoglio attraversoun mix di settori guidati damaterie prime e real asset e, aseguire, titoli difensivi ad altodividendo e consumi. I settoripiù popolari sono ormai Oil &Gas, dove i gestori hanno ilmaggior peso dal luglio del2008, seguiti da Food &Beverage, Healthcare e Risorse di

Base. Come già sottoli-neato, oltre alle banchei settori menopopolari sono

Immobili e Costruzioni. Sempreper quanto attiene ai dettagli diasset allocation raccolti dai fundmanager, nel portafoglio globalededicato ai Paesi emergentitrova il maggior sovrappeso ilBrasile, dopo l’iniziativa dellabanca centrale brasiliana ditagliare, a fine agosto, di mezzopunto il tasso ufficiale di riferi-mento portandolo al 12%.Seguono, tra i Paesi emergentipreferiti, l’Indonesia, la Russia ela Cina. In sottopeso Taiwan,Malesia e Colombia. Al piccodelle preferenze settoriali nelblocco emergente rimangono ititoli dei consumi con al primoposto il settore dei ConsumerDiscretionary, al secondo iConsumer Staples e al terzo laTecnologia.Per concludere, il taglio decisodel peso dell’azionario europeonei portafogli ha portato a unsottopeso, per la prima voltadall’inizio del 2009, dell’aziona-rio a favore di un aumento dellaliquidità, rimarcando il clima diincertezza che investe sia gliinvestitori che i gestori.

Investire, opinionia confronto sul web

R&CA Ricercaefinanza.it, ilprimo social network dedica-to ai professionisti dellafinanza con oltre 2mila pro-motori iscritti, organizza unatavola rotonda virtuale vener-dì 23 settembre alle 11.00.Titolo: “Quale impegno siste-mico potrà ridare fiducia aimercati finanziari?”. AzadZangana (european econo-mist di Schroders), PaoloFederici (country head Italiaper Fidelity International),Maria Paola Toschi (marketstrategist di JP Morgan AssetManagement), MonicaDefend (responsabile globalasset allocation research diPioneer Investments) e AnnaGuglielmetti (responsabilefixed income e deputy cio diCredit Suisse Milano) si con-fronteranno sui temi dimacroeconomia e politichemonetarie, debiti sovrani,mercato obbligazionario emonetario, Borse azionarie,mercato valutario, materieprime e asset allocation perfine 2011. Coordinerà gliinterventi Corrado Caironi,che ricopre la carica di inve-stment strategist di R&CARicercaefinanza.it. Può parte-cipare chi è già registrato alsito della community

(www.ricercaefinanza.it).

ANALISI

Sottopesano l’Europae aumentanola liquidità: anchetra i fund managervince la prudenza

L’UMORE DEI GESTORISelezionare aree e settori:

le scelte degli espertisul sito www.soldi-web.com

CorradoCaironi

PaoloFederici

AzadZangana

MonicaDefend

Maria PaolaToschi

Page 24: Che fine hanno fatto i fondi pensione

Nicola Brillo

Torna il segno negativo sul siste-ma del risparmio gestito in Italia.Una brutta notizia visto l’anda-mento positivo registrato da gen-naio a marzo scorso nel settore,che aveva fatto ben sperare. Laraccolta del secondo trimestre èstata infatti negativa per 6,7miliardi. È quanto si legge sull’ul-tima “Mappa del risparmio gesti-to” curata da Assogestioni.Il trend risente essenzialmentedel crollo delle gestioni di porta-foglio che registrano deflussi per5 miliardi (nel primo trimestre laraccolta era positiva per 4,1miliardi), mentre i fondi riesconoa contenere l’emorragia a 1,7

miliardi (-2,7 miliardi nel periodogennaio-marzo). A sorridere sonosolo i gruppi esteri che fornisco-no al settore un contributo di 3,1miliardi, a fronte di un crollo deigruppi italiani. Nelle gestioni col-lettive i fondi di diritto estero, ilcui patrimonio gestito rappresen-ta il 61% del totale, chiudono ilperiodo con una raccolta com-plessiva di 3,4 miliardi di euro.Mentre i fondi di diritto italianomostrano deflussi per oltre 6miliardi. Sulla raccolta negativadelle gestioni di portafoglio (checontano un patrimonio superiorea 505 miliardi, oltre la metà degliasset dell’intero settore) pesa ilrosso per 1,9 miliardi dei GestioniPatrimoniali Fondi retail (quasi il

doppio del trimestre precedente),ma soprattutto i deflussi nellegestioni dei prodotti assicurativi(1,2 miliardi da una raccolta posi-tiva di 5,6 miliardi di tre mesiprima). La raccolta, negativa neltrimestre di riferimento, è inparte contenuta dall’apportopositivo dei flussi incassati dalleGestioni di patrimoniPrevidenziali (775 milioni dieuro). Tra le diverse categorie, iltrimestre ha visto una partecipa-zione negativa dei bilanciati (-3,1miliardi), degli obbligazionari (-545 milioni) e dei monetari (-3,2miliardi), anche se per questeultime due categorie i deflussisono stati più contenuti rispettoal primo trimestre. È stato positi-

vo, invece, il saldo realizzatodagli azionari (407 milioni) e daifondi immobiliari (905 milioni).Alla fine del secondo trimestre ilpatrimonio gestito dall’industriadel risparmio in Italia superaquota 1.000 miliardi di euro. Trale categorie partecipano attiva-mente gli Azionari, gliImmobiliari e i Non classificati,chiudendo con una raccolta dioltre 1,7 miliardi di euro. I flussicomplessivi sono sbilanciati sulfronte delle uscite, che ammonta-no a 6,7 miliardi di euro. Nelle Gestioni Collettive i FondiAperti di diritto estero raccolgo-no complessivamente 3,4 miliar-di di euro. In particolare i prodot-ti cross-border registrano flussi

per oltre 3 miliardi. I deflussiinteressano i prodotti di dirittoitaliano che, con 6 miliardi inuscita, portano il risultato com-plessivo dei Fondi Aperti a -2,6miliardi di euro. Il patrimoniogestito in Fondi è di oltre 459miliardi di euro, di cui il 61% èrappresentato da prodotti di dirit-to estero. Positivo per circa 1miliardi di euro l’apporto dagliOICR (Organismi diInvestimento Collettivo delRisparmio) chiusi.E il nuovo trimestre non si aprenei migliori auspici, visti i caliregistrati a luglio e agosto.Quindi ci si aspetta un nuovoreport contraddistinto da segninegativi.

assogestioni24 22 settembre 2011 SOLDI

Sorridono solo i gruppi esteri che garantiscono al settore un contributo di circa 3,1 mld di euro

Nessuno è un asso nelle gestioniNel secondo trimestre dell’anno, la raccolta italiana è stata negativa per 6,7 miliardi

SINTESI DELLA GESTIONE TRIMESTRALE

Gruppo Intesa Sanpaolo - 220.738 22,26% 222.840 22,14%

Eurizon Capital 170,6 167.957 16,94% 170.058 16,90%

Banca Fideuram -1119,2 52.782 5,32% 52.782 5,24%

Gruppo Generali (**) -828,8 141.043 14,22% 147.241 14,63%

Pioneer Investments - Gr. -3.117,40 116.404 11,74% 121.938 12,12%

Am Holding -104,4 39.879 4,02% 40.628 4,04%

Gruppo Mediolanum -405,9 40.215 4,06% 40.215 4,00%

Allianz -320,6 34.581 3,49% 35.475 3,52%

Gruppo Ubi Banca -939,6 33.251 3,35% 30.323 3,01%

Gruppo Bnp Paribas -1102 24.879 2,51% 25.293 2,51%

Amundi Group 26,8 18.978 1,91% 24.852 2,47%

Axa -412,2 24.337 2,45% 24.337 2,42%

Credit Suisse 496,3 21.209 2,14% 21.902 2,18%

Franklin Templeton Investments 2.869,80 19.226 1,94% 19.226 1,91%

Gruppo Banco Popolare -1148,9 18.232 1,84% 18.777 1,87%

Arca -593,4 16.160 1,63% 16.938 1,68%

Gruppo Azimut -165,5 14.541 1,47% 14.590 1,45%

Poste Italiane 381,4 17.282 1,74% 14.265 1,42%

Credito Emiliano -315 16.080 1,62% 13.650 1,36%

Jpmorgan Asset Management 0,8 10.739 1,08% 10.739 1,07%

Schroders 267,4 10.170 1,03% 10.170 1,01%

Banca Esperia -59,2 8.481 0,86% 9.823 0,98%

Societe Generale Sa -107,3 8.415 0,85% 8.415 0,84%

22 Pictet Asset Management 263,4 6.978 0,70% 6.978 0,69%

Monte dei Paschi di Siena -139,4 6.922 0,70% 6.922 0,69%

Kairos Partners -84,7 6.510 0,66% 6.848 0,68%

Gr. Deutsche Bank -102,3 6.344 0,64% 6.344 0,63%

Morgan Stanley (*) 669,6 6.128 0,62% 6.128 0,61%

Ersel -7,3 6.005 0,61% 6.060 0,60%

Fidelity International - 5.542 0,56% 5.542 0,55%

Fondi Immobiliari Italiani - 5.403 0,54% 5.403 0,54%

Banca Finnat Euramerica -137,3 5.595 0,56% 5.373 0,53%

State Street Global Advisors -10,8 5.064 0,51% 5.098 0,51%

Banca Carige -81,3 4.292 0,43% 4.859 0,48%

Gruppo Banca Sella -154,3 4.827 0,49% 4.802 0,48%

Pirelli & C. Real Estate - 4.674 0,47% 4.674 0,46%

Gruppo Bancario Veneto Banca 121,9 4.549 0,46% 4.472 0,44%

Banca Popolare di Vicenza -218,1 3.691 0,37% 4.329 0,43%

Invesco (*) 340,7 4.136 0,42% 4.136 0,41%

Ubs 82,5 2.286 0,23% 3.531 0,35%

Gr. Credito Valtellinese 1,8 133 0,01% 3.393 0,34%

Gruppo Deagostini - 3.333 0,34% 3.333 0,33%

Banca Pop. Emilia Romagna -112,4 4.140 0,42% 3.084 0,31%

Iccrea -138,2 2.942 0,30% 3.081 0,31%

Bny Mellon Asset Management 31,4 1.559 0,16% 2.223 0,22%

Fabrica Immobiliare - 2.188 0,22% 2.188 0,22%

Aberdeen Asset Management 57,8 2.037 0,21% 2.037 0,20%

Sorgente 27,7 2.027 0,20% 2.027 0,20%

Gruppo Banca Leonardo 116,1 3.604 0,36% 1.954 0,19%

Dexia 109 1.619 0,16% 1.676 0,17%

Vegagest -76,4 1.691 0,17% 1.428 0,14%

Fortress Investment Group - 1.389 0,14% 1.389 0,14%

Pensplan Invest 10,5 1.214 0,12% 1.381 0,14%

Finanziaria Internazionale 15 1.053 0,11% 1.053 0,10%

Hedge Invest -2,8 739 0,07% 983 0,10%

Alerion - 914 0,09% 914 0,09%

Aedes - 900 0,09% 900 0,09%

Castello 16 712 0,07% 712 0,07%

Consultinvest 8 593 0,06% 683 0,07%

Zero - 674 0,07% 674 0,07%

Gruppo Fondiaria - Sai - 635 0,06% 635 0,06%

Ing Direct 26,1 614 0,06% 614 0,06%

Sara Assicurazioni -21,6 210 0,02% 537 0,05%

Aviva Investors Global -42,2 487 0,05% 487 0,05%

Pfm 38,7 418 0,04% 468 0,05%

Acomea -17,8 440 0,04% 467 0,05%

Etica -1,6 447 0,05% 447 0,04%

Numeria - 435 0,04% 435 0,04%

Polis - 404 0,04% 404 0,04%

Groupama Asset Management -60,4 367 0,04% 367 0,04%

Soprarno -20,6 297 0,03% 297 0,03%

Gruppo Bipiemme -71 222 0,02% 222 0,02%

Unipol -30,6 193 0,02% 193 0,02%

Banca Profilo 117,5 1.103 0,11% 67 0,01%

Ing Group - ND ND

Rovere -23,8 620 0,06% 0 0,00%

Banche Delle Marche -27,5 424 0,04% 0 0,00%

Altri -654 6.968 0,70% nd nd

Totale -6709 991.536 100% 1.006.482 100%

Gruppo Raccolta Patr. Patr. Patr. Patr.netta promosso promosso gestito gestito

(mln €) (%) (mln €) (%)

Gruppo Raccolta Patr. Patr. Patr. Patr.netta promosso promosso gestito gestito

(mln €) (%) (mln €) (%)

Fonte: Assogestioni

Page 25: Che fine hanno fatto i fondi pensione

tuttobond 2522 settembre 2011SOLDI

L’inizio dell’attività di MorganStanley in Italia è datata 1989,con l’apertura dell’ufficio dirappresentanza a Milano. Dal2001, l’ufficio milanese è diven-tato sede della succursale italia-na di Morgan Stanley BankInternational Limited, bancacon sede a Londra. Nel 2002 èstato aperto l’ufficio di rappre-sentanza di Roma. MorganStanley assiste importanti clien-ti italiani, privati e pubblici, inun ampio spettro di operazionifinanziarie. In Italia MorganStanley si avvale di oltre 120professionisti che, insieme adaltri 60 a Londra, lavorano suprogetti per aziende, istituzionifinanziarie ed enti pubblici ita-liani. In Italia, Morgan Stanleyvanta uno dei più forti team ita-liani di Investment Banking e

ricopre inoltre un ruolo impor-tante anche nell’attività di con-sulenza di investimento peruna clientela privata seleziona-

ta e di offerta di servizi di assetmanagement per le maggioriistituzioni.

N. B.

Nicola Brillo

L’inflazione “erode” anche i ren-dimenti finanziari. E visto chenel Vecchio Continente è rico-minciata la corsa del “caro prez-zi” Morgan Stanley ha deciso dimettere il “turbo” ai propri bondin Italia. Dopo la positiva e ana-loga esperienza su altri mercati,ha debuttato lo scorso 12 set-tembre uno nuovo strumentofinanziario destinato anche alpubblico retail.Morgan Stanley ha lanciato inItalia “Morgan StanleyInflazione Turbo”, un’emissioneobbligazionaria che fornisceall’investitore una protezionecontro l’aumento del livello deiprezzi, grazie a un flusso cedola-re indicizzato all’inflazione del-l’area Euro, misurata dall’Indicearmonizzato dei prezzi al consu-mo (Iapc) Eurostat. L’andamento dei prezzi al con-sumo è un dato che preoccupanon poco di questi tempi, quin-di la banca newyorkese ha deci-so di offrire un’adeguata prote-zione in tal senso, la quale potràessere ottenuta attraverso dellecedole indicizzate all’inflazionedell’eurozona. La durata com-plessiva del prodotto è di cinqueanni, quindi bisogna guardare al2016 come termine naturale delbond. La nuova obbligazione(che ha un codice IsinXS0663929619) ha una durataquinquennale e prevede alla sca-denza del primo anno una cedo-la fissa pari al 5% lordo. E suc-

cessivamente, i restanti quattroanni, quattro cedole variabiliannuali con rendimento lordopari al 200% dell’inflazione dellazona Euro. Il capitale è protettoalla scadenza ed è soggetto alrischio di controparte dell’istitu-to di credito newyorchese.L’obbligazione “Morgan StanleyInflazione Turbo” è negoziabilesul mercato telematico delleobbligazioni (Mot) di BorsaItaliana e sull’EuroTLX, il siste-ma multilaterale di negoziazionerivolto agli investitori non pro-fessionali. Inoltre potrà essere

acquistata da tutti gli investitori,anche privati, con un investi-mento minimo di 1.000 euro,presso qualsiasi sportello banca-rio. Le obbligazioni in circola-zione sono quindicimila per unvalore nominale unitario dimille euro, pertanto il valorenominale complessivo è pari aquindici milioni di euro, conriporta il prospetto informativo.“Da inizio anno, il tasso di infla-zione dell’Eurozona si è attesta-ta a un livello superiore rispettoall’obiettivo della Banca centra-le europea, con l’ultima rileva-

zione pari a 2.5% su baseannua”, spiega Mario Massaro,responsabile per la distribuzionedi prodotti retail in Italia diMorgan Stanley. “In un contestodi generale incertezza in materiadi politiche monetarie e fiscali alivello europeo, si inserisce lascelta di proporre all’investitoreitaliano un prodotto che per-mette di proteggere il potered’acquisto dei propri risparmicon l’assunzione di un rischiocontrollato - prosegue il mana-ger di Morgan Stanley Italia - Trai prodotti lanciati da MorganStanley a livello globale, quellilegati all’inflazione hannoriscontrato il maggior successo esiamo quindi lieti di ampliare lanostra offerta al mercato italia-

no”. La società Usa ha un ratingS&P A, Moody’s A2, Fitch A. Èstata fondata nel 1935 a NewYork e sin dal 1942 è quotata nelNew York Stock Exchange.Morgan Stanley è una societàfinanziaria a livello globale cheoffre una gamma completa diservizi finanziari sofisticati a ungrande e diversificato gruppo diclienti, come istituzioni pubbli-che, società, istituzioni e inve-stitori individuali in tutto ilmondo.Offre competenze per la cliente-la istituzionale e privata,Morgan Stanley mantiene laposizione di leader di mercatonelle sue tre principali attività -intermediazione di titoli, assetmanagement e servizi di credito.

L’inizio dell’attività della banca è il 1989 con l’apertura dell’ufficio di rappresentanza a Milano

Un salotto per la clientela privateI professionisti sono 120 e, con i 60 di Londra, lavorano per aziende e istituzioni finanziarie

Morgan Stanley scommette sull’Italia. E dal 12 settembre c’è un nuovo strumento per il retail

C’è chi va a tutto gas. Coi bondSi chiama “Inflazione Turbo” e dà una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi

Cavalcare l’inflazione

Lo scorso 12 settembre,Morgan Stanley ha lanciatoun nuovo strumento finanzia-rio destinato anche al pubbli-co retail. Si tratta di “MorganStanley Inflazione Turbo”,un’emissione obbligazionariache fornisce all’investitore unaprotezione contro l’aumentodel livello dei prezzi, grazie aun flusso cedolare indicizzatoall’inflazione dell’area Euro,misurata dall’Indice armoniz-zato dei prezzi al consumo(Iapc) Eurostat. La duratacomplessiva del prodotto è dicinque anni, quindi bisognaguardare al 2016 come termi-ne naturale del bond. Lanuova obbligazione ha unadurata quinquennale e preve-de alla scadenza del primoanno una cedola fissa pari al5% lordo.

I VOSTRI SOLDI

Fonte: Morgan Stanley

LA SCHEDA DEL PRODOTTO

Tipologia raccolta

Nome Morgan Stanley Inflazione Turbo

codice ISIN XS0663929619

Emittente Morgan Stanley B.V.

Garante Morgan Stanley (rating S&P A, rating S&P A, Moody’s A2, Fitch A )

Sottostante Indice Armonizzato dei prezzi al Consumo (IAPC)

con esclusione del Tabacco area Euro,

calcolato da EUROSTAT (fonte Bloomberg)

Scadenza 5 anni (7 settembre 2016)

Tassazione I rendimenti sono lordi e non tengono

in considerazione eventuali commissioni o tasse

Cedole Prima cedola fissa del 5% annuale lordo. Successivamente,

fino alla scadenza, quattro cedole variabili annuali

con rendimento lordo pari al 200% dell’inflazione della zona Euro

Capitale protetto alla scadenza Si

Investimento minimo Û1.000 euro

DA SAPERE

Il prodotto dura 5 anni. La scadenza del bond è prevista

il 7 settembre 2016

2016

La prima cedola fissa è pari al 5%annuale lordo. Poi sarà la volta

di quattro cedole variabili annuali

5%

È l’ammontare dell’investimentominimo necessario per acquistare

l’obbligazione

1.000 €

Page 26: Che fine hanno fatto i fondi pensione

prodottialternativi26 22 settembre 2011 SOLDI

Bardelli (Martingale Risk): anche in Francia, Germania e Regno Unito stanno aumentando le liti

Il problema dei contratti derivatinon riguarda soltanto il BelpaeseBiagio Campo

Da fine luglio, i mercati hannoprezzato in maniera più critica leattività finanziarie di Stati ed entigovernativi con conti pubblicidifficilmente sostenibili nel lungoperiodo, sui quali ha pesato l’usopoco attento degli strumenti deri-vati, che ha provocato un aumen-tato nel livello di indebitamento.La bolla dei derivati in Italia èscoppiata a fine 2007, da quelmomento migliaia di imprese,soffocate dalle cedole e dagli one-rosi mark to market, hanno som-merso i tribunali con atti di cita-zione. Grazie all’ultima sentenzadel Consiglio di Stato dello scorso7 settembre sulla Provincia diPisa, è possibile annullare i con-tratti swap stipulati da un enteattraverso l’istituto dell’autotute-la, in quanto a causa dei costiimpliciti le operazioni di ristruttu-razione del debito erano contrarieal principio di convenienza eco-nomica finanziaria, rendendo ille-gittima l’operazione di finanzaderivata. “La maggior parte deigiudici reputa illegittima l’appli-cazione dei costi occulti e riscon-tra sempre di più una mancanzadi causa concreta degli interestrate swap (Irs)”, come spiega GianMarco Bardelli, responsabile delquantitative department diMartingale Risk, società di inge-gneria finanziaria specializzatanell’analisi quantitativa di stru-menti finanziari complessi. I con-tratti swap hanno un senso eco-nomico se proteggono le passivitàsottostanti dal rischio di rialzo deitassi di interesse, “laddove talefunzione non venisse assolta ver-rebbe a mancare la cosiddettafunzionalità del contratto”. Per leimprese risulta fondamentaledimostrare la speculatività dei

singoli contratti, in modo daavanzare le richieste di nullità aborigine del rapporto contrattuale.“Sul fronte corporate sono nume-rosi i provvedimenti cautelari e lesentenze (tra queste la sentenza5443/11 del Tribunale di Milano)a favore delle aziende. Allo stessomodo, per quanto riguarda leautorità locali, il Comune diRimini e quello di Ortona hannoottenuto un rimborso rispettiva-mente di 651.632,43 e 343.196,83euro”. La bolla dei derivati non èscoppiata soltanto in Italia, ma“anche in Francia, Germania eRegno Unito stanno aumentandole liti giudiziarie” e si stanno for-mando associazioni ad hoc. “InFrancia, alcuni amministratorihanno dato vita all’Acteurspublics contre les emprunts toxi-ques (in italiano Gestori di enti

locali contro i prestiti tossici), perfar fronte comune contro le ban-che che hanno venduto titoli tos-sici e denunciare la vendita diderivati esotici agli enti locali,puntando quindi a vietarne infuturo la loro diffusione”. A capodella cordata vi è ClaudeBartolone, presidente del diparti-mento Seine-Saint-Denis. Lepenali richieste dalle banche perestinguere i derivati sono moltoingenti. “In un caso specifico gliistituti sono arrivati a chiederepenali di 33 milioni di euro, afronte di un prestito di 55 milio-ni”. In Germania, la corte di giu-stizia di Karlsruhe si è pronuncia-ta a favore di una pmi tedesca, IllePapier, che aveva sottoscritto con-tratti derivati con componentiopzionali. “Deutsche Bank, con-troparte bancaria, è stata condan-

nata a rimborsare la Ille Papier perun ammontare di 540mila euro”.Secondo il giudice tedesco, la pminon era stata adeguatamenteinformata sui rischi potenziali deicontratti e sull’ammontare deicosti occulti presenti negli swap.“Il Bundesgerichtshof, corte diultima istanza nel sistema giudi-ziario ordinario in Germania, hariscontrato che Deutsche Bank hastrutturato i derivati andandocontro ogni interessere dellasocietà”. Nel Regno Unito è ini-ziata la controffensiva legale dellebanche d’affari. Alcune di questehanno depositato presso l’AltaCorte di Giustizia di Londra ireclami, con l’obiettivo di far rico-noscere la legittimità dei contrattiswap stipulati in passato. “Molticontratti derivati sono IsdaAgreement e, in base a tale nor-mativa, il foro competente in viaprincipale è Londra, per questo inItalia molte regioni, tra cui Lazio,Piemonte e Toscana, si sonodovute rivolgere ai tribunali inInghilterra”. Il business dei deri-vati, in particolar modo quellicreditizi, ha rappresentato per lebanche d’investimento un’impor-tante voce sul conto economico.La maggiore profittabilità si otte-neva sui derivati esotici. “Più iderivati erano complessi e mag-giori erano le commissioni perce-pite dagli istituti, il tutto a dannodi enti locali e pmi, dove l’asim-metria informativa era accentuatae la reale percezione dei rischiconnessi alle operazioni venivameno”. Le sentenze italiane etedesche “hanno aggiunto tasselliimportanti al panorama europeodelle liti giudiziarie sui contrattiswap i quali, come si è visto,richiedono sofisticate compen-tenze finanziarie per poter esseregestiti”.

Tra il 23 e il 25 ottobre si terrà aMontreux, nella Svizzera francese,il Sovereign wealth fund forum2011, uno degli eventi più impor-tanti a livello internazionale suun settore ancora oggi poco cono-sciuto e con livelli di trasparenzanon sempre adeguati.Attualmente, il 41% dei parteci-panti all’evento di Montreuxappartiene a fondi sovrani, men-tre il restante 59% a banche cen-trali, fondi pensione governativi,ministeri delle finanze e impresed’investimento statali. La riparti-zione geografica complessiva

degli iscritti vede l’Europa (47%)davanti alle Americhe (25%),all’Asia e all’Australia (19%) e alMedio Oriente (9%). Dopo le ope-razioni eclatanti eseguite nelperiodo 2005-2008, i fondi sovra-ni sembrano aver optato per unamaggiore discrezione, evitandoacquisti in aziende simbolo, conle conseguenti strumentalizzazio-ni da parte del settore politico,preferendo investimenti nel setto-re delle infrastrutture e delle ener-gie rinnovabili. Come evidenziatodal Fondo monetario internazio-nale, nel Global financial stability

report l’importanza dei fondisovrani è aumentata. La loro ric-chezza ammonta infatti a 4.700miliardi di dollari. È della scorsasettimana la notizia secondo laquale il China Investment Corp(Cic), fondo sovrano cinese,avrebbe incontrato in Italia ilministro Giulio Tremonti perdiscutere della possibilità di inve-stimenti in società domestiche,così come nel debito pubblico ita-liano. Numerosi governi africanisono pronti ad ampliare o costi-tuire dei fondi sovrani. Tra questi,Nigeria, Ghana, Botswana,

Zimbawe ed Uganda.Quest’ultimo ha di recente comu-nicato di essere prossimo al lanciodi un fondo per la gestione deiricavi derivanti dalle esportazionidi petrolio. Secondo indiscrezio-ni, all’interno dello Zimbabwe

Investment Corporation (Zic)confluiranno azioni di compagnieestere acquistate in precedenzadal governo locale, in aggiunta aiproventi della tassa sulla produ-zione di minerali.

B. C.

A fine ottobre nella Svizzera francese si riuniranno i fondi sovrani, un settore ancora in ombra

Le eminenze grigie della finanzaSi impongono all’attenzione gli investitori di Cina e Africa. E l’Italia corteggia Pechino

Ucits alternativi,un agosto negativo

Dopo un luglio positivo, adagosto sono prevalsi i segnimeno negli indici calcolati daAlix Capital, società diGinevra specializzata in inve-stimenti alternativi, costituitain partnership con il familyoffice svizzero Palaedino. LoUcits Alternative Blue ChipIndex, al momento compostoda oltre 760 fund manager efondi di fondi con una massadi 117 miliardi di euro, è divi-so in 10 diversi settori: com-modities, Cta, emerging mar-kets, equity market neutral,event driven, fixed income,Fx, long/short equity, multi-strategy e infine macro. Ilpeso dei componenti delloUcits Alternative Blue ChipIndex varia a seconda degliafflussi o deflussi di capitalesui singoli fondi, consideraticome una forma implicita diqualità dei gestori. Comespiega Louis Zanolin, partnerdi Alix Capital, “l’idea di crea-re un indice passivo, perreplicare il risultato di stru-menti a gestione attiva, deri-va dall’esigenza di avereun’esposizione in fondi alter-nativi, senza pagare le com-missioni di performance”.Alla fine del primo semestredel 2011, le strategie mag-giormente pesate nello UcitsAlternative Blue Chip Indexerano sostanzialmente leseguenti: macro (20%),long/short equity (20%) efixed income (20%).

SOTTO LA LENTE

Gian MarcoBardelli

Page 27: Che fine hanno fatto i fondi pensione

27SOLDI 22 settembre 2011 vitadatrader

Valanga di corsi per gli operatori. Per ridurre i rischi legati all’emotività e lavorare con più sicurezza

Settembre, suona la campanellaAnche per i trader. E WeBank propone un ciclo di eventi sul trading online in tutta Italia

Diana Bin

Tempo di ritorno sui banchi discuola. Anche per i trader. Con ilmese di settembre prendono ilvia in tutta Italia numerosi corsidi formazione per chi opera nelsettore e, vista la concitata situa-zione dei mercati finanziari, que-st’anno qualche dritta in piùpotrebbe fare particolarmentecomodo. Soprattutto per chimuove i primi passi nel mondodel trading online e, affidandosial fai da te, rischierebbe di bru-ciarsi. “Avere consapevolezzaquando si fa trading è un dictatimprescindibile”, ha spiegato aSOLDI Marco Marazia, direttorecommerciale trading di WeBank.Invece a oggi nel nostro Paese cisono persone che “magari da

dieci anni utilizzano i servizi ban-cari online, ma per le quali le bar-riere linguistiche sulle tematichedel trading rimangono moltoalte”. E la tecnologia non bastaad aggirare l’ostacolo: certo, lepiattaforme innovative e i sistemiautomatici presenti oggi sul mer-cato consentono di ridurre irischi di operazioni “emotive” eoffrono garanzie di sicurezza eaffidabilità, “ma occorre avereconsapevolezza, know-how edisciplina, soprattutto in questimomenti di mercato così volati-li”, ha spiegato Marazia. Ed è pro-prio qui che entra in gioco labanca online, che del resto “hatra i suoi primi obiettivi di comu-nicazione proprio quello di for-mare il cliente trasferendogli lecompetenze necessarie per svol-

gere da solo e responsabilmentetutte le operazioni”. Non solo: laformazione costituisce ancheun’interessante opportunità pergli operatori. “In Italia esistono50mila trader che operano fre-quentemente”, ha osservato ildirettore commerciale trading diWeBank. “Apparentemente sem-bra un cluster stabile, quasi chiu-so, ma ha delle potenzialità anco-ra inesplose se pensiamo alnumero dei bancarizzati nelnostro Paese”. Insomma, “ci sen-tiamo investiti di un ruolo che vaal di là del rapporto banca-clien-te, ma che ci vede protagonistidella crescita del grado di culturafinanziaria degli investitori priva-ti”. Proprio per fornire agli inve-stitori gli strumenti adeguati permuoversi nel mondo del trading,

WeBank ha lanciato il TradingUpgrade Tour, un ciclo di eventiformativi sul trading online chesi terranno in tutta Italia tra set-tembre e dicembre. Varie le tema-tiche trattate: “dalle opzioni,all’operatività in real time, dallapsicologia del trading all’utilizzodella nostra piattaforma di tra-ding T3”, ha precisato Marazia.“Dopo le tappe dei giorni scorsidi Pescara e Milano, a settembresaremo a Torino, Verona eCagliari per seminari di tutta lagiornata”. Inoltre sono in pro-gramma cinque appuntamenti instreaming video, con l’uso diVideolive di Traderlink, cui pos-sono accedere centinaia di perso-ne in contemporanea: si tratta inquesto caso di sessioni della dura-ta di circa tre ore, aperte a tutti.

Consapevolezza prima di tutto anche per BancaSella. “La formazione per noi è un must da sempre”,ha spiegato a SOLDI Alberto Dellavalle, responsabi-le del trading online per il gruppo piemontese, cheper i mesi autunnali propone diversi corsi destinatisia ai principianti sia ai trader più esperti. “Mercativolatili come in questi mesi offrono sia rischi cheopportunità di profitti”, ha osservato Dellavalle.Perciò, soprattutto in questi frangenti, la cautela -insieme a qualche nozione in più - è d’obbligo. Neldettaglio, l’offerta formativa di Banca Sella si artico-la in quattro seminari: uno si chiama “A Scuola diTrading Online” e si svolgerà in quattro giornate trasettembre e novembre nelle città di Udine (il 23 set-tembre), Torino (il 29 settembre), Napoli (il 12 otto-bre), Roma (il 13 ottobre) e Milano (il 16 novem-bre). “È un corso per chi ha un patrimonio da inve-

stire e vuole occuparsene in prima persona”, haspiegato Dellavalle. “Verrà fornita una panoramicasul funzionamento di mercati e piattaforme, per poiapprofondire alcuni aspetti di analisi”. Ma ci sonoanche altre iniziative più specifiche, in programmaper ora solo a Torino e a Milano: “Fare Trading inOpzioni” (in agenda per oggi a Milano) e “ScoprireMetastock con Sella.it” (il 30 settembre a Torino e il20 ottobre a Milano), rispettivamente dedicati adapprofondire l’utilizzo delle greche nell’operativitàin opzioni e quello del software di analisi tecnicaMetastock. Sempre a Torino, infine, l’11 ottobre siterrà il corso “Trading automatico con Sella.it”, percapire il funzionamento dei sistemi automatici ditrading (per quest’ultima giornata le iscrizioni sonogià chiuse, ma non è esclusa un’ulteriore sessione aMilano).

n DIRECTA La sim promuove le UniversiadiIn calendario anche una serie di incontri A fare trading si impara tra i banchi di scuola. Directa sim ha lanciato leuniversiadi del trading (a marzo è partita la seconda edizione),un’iniziativa destinata agli studenti universitari interessati a operare nelsettore. “Mettiamo a disposizione dei partecipanti dei conti con denaroreale, per permettere loro di affrontare e comprendere i mercatifinanziari con un’operatività vera, non simulata”, ha spiegato a SOLDIElena Motta, direttore commerciale di Directa Sim. Inoltre, finita la gara,“gli studenti potranno tenersi le eventuali plusvalenze realizzate e nondovranno restituire le eventuali perdite. Durante la competizionesaranno quindi dei veri gestori del capitale reso disponibile da Directa”.L’iniziativa coinvolge 92 facoltà, con l’impegno di 90 docenti e più di380 studenti, e premierà il docente di riferimento della facoltà vincitricecon 15mila euro da investire in un progetto di ricerca o didattica.Universiadi a parte, Directa offre seminari gratuiti rivolti a tutti: il corsodi formazione classico, che si articola su una giornata e mezza, utile pergettare basi tra teoria e operatività reale (a Milano, il 21 e 22 settembree a Bari, il 27 e 28) e le “pillole di borsa”, un appuntamento concadenza mensile a Roma, Milano e Torino, che si articola in circa dueore di approfondimento di un argomento di interesse comune o diattualità finanziaria (a settembre si affronterà il tema delle differenze fraanalisi fondamentale e analisi tecnica, ad ottobre si parlerà di aumentidi capitale).

n IW BANK Punta sull’alta formazioneE lancia corsi per allievi junior e senior Iw Bank ha creato un programma di alta formazione che prevede unaserie di corsi per conoscere i mercati, gli strumenti finanziari e lestrategie operative, e per apprendere nuovi sistemi di trading. Sonoprevisti corsi, organizzati in otto moduli tematici con diverso livello dicomplessità, pensati per soddisfare sia l’investitore alle prime armi sia iltrader più evoluto. A fine settembre, per esempio, è in agenda unseminario dedicato agli scalper (clienti evoluti) con in cattedra PaoloSerafini, Biagio Milano e Fabio Pioli.

n SAXO BANK In agenda una serie di webinartenuti dai professionisti del desk milaneseSaxo Bank, banca specializzata in investimenti e trading online, prevedeeventi formativi gratutiti per settembre e ottobre rivolti a trader espertie principianti. Il programma dei prossimi due mesi prevede un fittocalendario di webinar, ovvero seminari online interattivi, tenuti daiprofessionisti del desk milanese della banca. Costituiti da una parteteorica e da una sessione operativa di trading, i corsi verteranno sucome operare sul forex, sui cfd - uno strumento finanziario checonsente di investire sia al rialzo sia al ribasso su una vasta gamma diasset class - e per finire sulle opzioni.

FORMAZIONE A TUTTO TONDOL’offerta formativa di Banca Sella si articola in quattro seminari. Si comincia alla fine del mese

La cautela? Adesso è d’obbligo

“Prima di affidare la guida di una fuoriserie a un neo-patentato occorre che abbia almeno superato unesame di guida sportiva. La semplice patente potreb-be non bastare”. Questa la metafora usata da DanteBuonsanto, business development manager di CmcMarkets, per spiegare l’importanza di una formazio-ne adeguata, nel trading come al volante. La piatta-forma di negoziazione online fondata nel 1989 aLondra propone corsi gratuiti per tutti coloro chedesiderano approfondire le possibilità offerte dal tra-ding online. Nel calendario si segnala in particolareil seminario di un’intera giornata, in agenda perdomani, 23 settembre, durante il quale “si darannoindicazioni operative su come muoversi sui mercaticon operazioni in tempo reale affrontate da alcunidei più affermati trader italiani”, ha spiegatoBuonsanto a SOLDI. Accanto alla presenza fisica insede, “prevediamo inoltre ulteriori dieci webinar,ovvero seminari via web, che toccheranno alcunedelle tematiche più richieste dai nostri clienti: dall’il-lustrazione degli indicatori di trend all’approfondi-mento di alcuni elementi legati alla psicologia da

trading”. Avanti tutta sulla formazione, dunque.Anche se in Italia - nonostante l’incertezza sui mer-cati abbia fatto lievitare l’interesse di trader esperti easpiranti - la cultura finanziaria è ancora latente. E irischi per chi si butta nel trading online senza lecompetenze adeguate non sono indifferenti. Primotra tutti quello di un utilizzo errato della leva finan-ziaria, ha concluso Buonsanto.

La piattaforma di negoziazione online fondata nel 1989 propone agli interessati corsi gratuiti

Cmc insegna dal vivo e via web

MarcoMarazia

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businesslife28 22 settembre 2011 SOLDI

La Hilton ha tirato fuori 325mila dollari per la cuccia del cane

Una spesa da starL’esercito dei vip ignora la crisi e dissipa senza freni

n LAS VEGAS Imperatori come lo stesso Cesarenel nuovo hotel del Caesar PalaceIl Caesar Palace ha un nuovo fiore all’occhiello: l’albergo che sorge

nel cuore di Las Vegas ha annunciato l’aper-tura della Octavius Tower, la Torre di

Ottaviano, ampliamento dell’attualestruttura che già conta 668 camere.La nuova torre presenta suite conpavimento in marmo, letti king-sizee divani in velluto, oltre a gadgettecnologici come schermi tv da 42

pollici ad alta definizione e sistemaaudio per iPod con comandi vicino al

letto. L’ingresso indipendente al resort, lahall separata e l’accesso diretto al “Giardino

degli dei” completano l’offerta. Le prime prenotazioni sono giàpartite lo scorso 15 settembre, anche se gli ospiti sono attesi nonprima del 2 gennaio 2012. “Non potremmo essere più soddisfattidei tempi d’apertura della Octavius Tower”, ha commentato GarySelesner, presidente regionale del Caesars Palace. “Con questanuova struttura, oltre al successo della torre gemella, la AugustusTower ci auguriamo di offrire ai nostri ospiti una vera, nuova, espe-rienza di lusso”.

n LONDRA Manager, bonus ancora nel mirinoE c’è chi propone di lasciar decidere i dipendentiLe remunerazioni dei dirigenti sono ancora nell’occhio del ciclonea Londra, dopo le polemiche per i premi miliardari elargiti a fine2010. Tanto che il governo inglese, nel tentativo di rendere più tra-sparente il sistema di definizione dei compensi, ha avviato una con-sultazione per modificare le norme all’inter-no delle società quotate. L’esito verràreso noto il mese prossimo, ha spiega-to il business secretary del Partitoliberal-democratico inglese, VinceCable, che ha parlato di “capitali-smo responsabile”, chiedendo tral’altro di dare più poteri decisionaliai dipendenti circa i bonus da accor-dare ai manager, facendoli entrare neicomitati di remunerazione. “Il mioobiettivo è quello di tenere sotto controllol’escalation dei premi incassati dai top manager, che in molti casihanno perso ogni connessione con il valore delle azioni, per nonparlare del confronto con gli stipendi medi dei dipendenti”, hadetto Cable. Serve dunque maggiore trasparenza sulla questione. Eproprio a questo scopo, un’altra ipotesi al vaglio è quella di chie-dere alle società di pubblicare maggiori dettagli sui criteri impiega-ti per stabilire i compensi dei top manager e l’ammontare minimoe massimo dei premi per i risultati conseguiti.

n CALIFORNIA Sheryl Crow vende la MercedesUna coppia la compra per 130mila dollari

Vendita fortunata per la Mercedes 190 SL dellacantautrice statunitense Sheryl Crow.

Battuta all’asta in California, la vettura èstata aggiudicata per 130mila dollari,una cifra più alta rispetto alle quota-zioni del modello, risalente al 1959.Merito anche della notorietà dellaproprietaria, il cui nome riportato sul

libretto di circolazione ha senza dub-bio aggiunto valore al veicolo. La cop-

pia che ha vinto il lotto ha devoluto l’inte-ro ricavato alla Joplin High School, devastata

dal recente tornado che ha colpito la città del Missouri.

nMIAMI Niente casa per Luca Cordero di MontezemoloLa notizia riportata nell’articolo “Mattone,l’opportunità è all’estero” a firma di UgoBertone, apparso a pagina 4 del numero34 di SOLDI, e relativa al presunto acqui-sto di un immobile a Miami da parte delpresidente della Ferrari Luca Cordero diMontezemolo (nella foto) è assolutamen-te infondata. Lo segnala la stessa Ferrari,precisando che il presidente della Ferrarinon ha acquistato nessuna proprietà a Miami.Ci scusiamo con i lettori e con l’interessato.

DAL MONDO

Muoversi in città a emissionizero, ma senza rinunciare allostile. È l’idea alla base dellaRugby Bike Run Tweed, unabicicletta realizzata da RalphLauren in edizione limitata incollaborazione con PashleyCycles, azienda nota per le suebiciclette artigianali fin dal1926. Con pneumatici color crema,

pelle marrone sui manici euna sella Brooks B17, la biciha un aspetto piuttosto vin-tage che richiama la nuovacollezione dello stilistadedicata alla moda sportivad’antan. Realizzata in solicinquanta esemplari, laRugby Bike Run Tweed saràpresentata il prossimo 15ottobre a New York.

IL PRODOTTO DELLA SETTIMANA

Una bicicletta piuttosto vintage

a cura di Sara Lupi

Continuano a destare curiosità -se non una certa indignazione -gli acquisti folli di miliardari ecelebrities che, incuranti dellasituazione critica dell’economiamondiale, non sembrano voler

rinunciare a lussi e privilegi. Unnome su tutti, quello della bion-dissima ereditiera Paris Hilton,che ha speso 325mila dollari perla cuccia del suo cane, una replicaperfetta della sua casa. Insomma,non c’è limite all’immaginazioneper chi non vuole badare a spese.

E naturalmente spesso e volentie-ri l’utilità pratica di questi acqui-sti è quantomeno dubbia. Eccoallora una serie di stravagantispese milionarie effettuate da per-sonaggi noti. Classifica mista, conuomini e donne presenti nellastessa misura.

Acquisti folli. E alcuni fanno bancarottaMIKE TYSON Le spese folli dell’ex pugile sono ormai leggenda-rie. In passato il gigante statunitense ha infatticomprato due tigri del Bengala e speso oltre200mila dollari in cellulari nel giro di tre anni, pernon parlare dei milioni di dollari buttati in auto-mobili e motociclette di ogni genere e dei costo-sissimi regali per l’ex moglie Robin Givens. Unacondotta che ha inevitabilmente portato l’excampione alla bancarotta, una volta che i suoiincassi si sono ridotti.

NICHOLAS CAGE È la passione per i fumetti a svuotare le tasche del-l’attore americano. Nicholas Cage li colleziona datutta la vita. E deve il suo nome d’arte proprio aun personaggio dei fumetti, Luke Cage, creato nel1972 dalla Marvel Comics. Non solo: l’attore haanche chiamato suo figlio Kal-El, che è il veronome di Superman. Nel 2000 Cage, che vantauna collezione tra le più ricche al mondo, hadenunciato il furto della copia originale di ActionComics n.1. Il prezioso fumetto, risalente al 1938e stimato oggi circa 1,5 milioni di dollari, è statoritrovato di recente, undici anni dopo.

RIHANNA La nota cantante, ai vertici delle classifiche mon-diali ormai da diversi anni, ha messo in fila una

serie impressionante di hit, tanto da essereseconda solo ai Beatles per la velocità con cui haaccumulato un successo dietro l’altro. Così,all’apice della sua carriera, Rihanna ha decisoora di investire su un bene fondamentale per lasua professione: il suo aspetto. Secondo il DailyMail, la cantante delle Barbados ha una vera epropria passione per le acconciature e le tinte espende oltre 21mila dollari a settimana nel suosalone di bellezza di fiducia.

KIM BASINGER Niente acquisti futili per Kim Basinger. Alla finedegli anni ‘80 l’attrice americana, in partnershipcon il fondo pensione Ameritech e altri investito-ri, ha comprato un’intera cittadina dellaGeorgia, Braselton, popolata da sole 418 perso-ne (20 milioni di dollari il prezzo complessivodell’operazione). In seguito, l’attrice ha rilevatoanche la Bank of Braselton, pagata poco menodi un milione di dollari. L’obiettivo era quello dipreservare e restaurare la cittadina e trasformar-la in una meta turistica, ma l’affare non è anda-to a buon fine. Ameritech infatti ha congelato il progetto e ven-duto la sua quota nel 1995. La stessa Basingerha dovuto cedere la banca per una cifra tra l’al-tro più bassa di quella che sborsò a suo tempoper l’operazione.

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ontheworld 2922 settembre 2011SOLDI

Preoccupa il numero di quelli che hanno rinunciato a guardarsi intorno. Le dritte per rimettersi in pista

Cercasi lavoro, disperatamenteDa CareerBuilder alcuni consigli per farcela. Projectland: servono slancio e più iniziativa

a cura di Diana Bin

Trovare un’occupazione è diventa-to un vero e proprio lavoro. Ma larete offre opportunità che spessonon vengono sfruttate al 100%.Come dimostrano gli ultimi datiIstat, non solo la disoccupazione inItalia non accenna a calare, marimane preoccupante il numero di“scoraggiati”, coloro cioè che nonprovano nemmeno a cercareun’occupazione. Un contesto incui, come ha osservato SergioCarbone, direttore generale dellasocietà di consulenza Projectland,Internet potrebbe fornire buonispunti, non solo nella ricerca di unlavoro, ma anche nello sviluppo di

nuove figure professionali.“Internet è uno strumento che vaintegrato nella ricerca di lavoro,oggi diventata molto complessa”,ha spiegato Carbone a SOLDI.“Non si può pensare che ci sia uncanale privilegiato, bisogna usaretutti gli strumenti a disposizione:dalla formalizzazione di un cv allafamiliarità con i social networkprofessionali fino allo scouting suisiti più efficaci per mettere in con-tatto domanda e offerta. Senzadimenticare naturalmente di man-tenere il contatto anche con ilmondo fisico”. Ma chi è alla ricer-ca di un impiego, ha continuatoCarbone, potrebbe anche sfruttarel’immaginazione e “inventarselo

un po’”. A fianco della ricerca diun’occupazione di tipo dipenden-te, ha concluso il direttore genera-le di Projectland, “io consiglierei dicercare di farsi un po’ imprenditorie un po’ commerciali, mettendosimagari in contatto conincubatori di impresa”.In ogni caso, Internet ono, le difficoltà nonfiniscono una voltaottenuto un colloquio.Secondo un sondaggiocondotto dal sito per laricerca di lavoroCareerBuilder.it su uncampione di oltre centomanager italiani, alcunierrori nel linguaggio del

corpo potrebbero costare la posi-zione a un candidato: a partiredallo sguardo sfuggente, un sorrisotroppo insicuro o una stretta dimano debole. Ma anche unapostura scor-

retta, l’eccessivo gesticolare o ilgiocherellare nervosamente conun oggetto sul tavolo. “I datori dilavoro non fanno solo attenzione acosa dici, ma anche a come lo

dici”, ha spiegato CorradoTirassa, managing director diCareerBuilder in Italia,Spagna e Svizzera.“Preparare risposte a proba-bili domande di un collo-quio di lavoro e praticarlecon qualcuno sono unabuona idea”. Magari facen-do pure qualche ricercasulla società e presentan-dosi armati di molti esem-pi dei propri successi,consiglia Tirassa.

Più donne in cda assicurano performance migliorialle società. Parola di Anna Maria Tarantola, vicedirettore generale della Banca d’Italia. “Una mag-giore presenza femminile nelle imprese, specie alvertice, sarebbe associata a migliori performance e aun minore rischio di default dell’impresa. E unarecente indagine francese ha mostrato che le impre-se con più donne nel board hanno una miglioreperformance in Borsa”, ha spiegato la Tarantola. Enon è tutto. Negli Stati Uniti la diversità di generenei board sembra avere un impatto positivo sullaperformance aziendale per le imprese con gover-nance debole, grazie a una più intensa attività dimonitoring delle donne. Una ricerca dellaMcKinsey evidenzia che a una maggiore presenzafemminile nella dirigenza si associano risultatimigliori sul piano organizzativo, economico efinanziario. Insomma, gli esempi non mancano. E,

ha concluso in sostanza la dirigente di Bankitalia,anche se non si può fornire un’interpretazionerigorosa del nesso causale, questi esempi offronosenz’altro qualche spunto di riflessione. Soprattuttoalla luce della tuttora contenuta presenza femmini-le nei cda delle società quotate in Italia. “Nel 2011le donne erano il 7,1%”, ha ricordato la Tarantola.“Il numero di donne nelle posizioni apicali è in cre-scita, ma i livelli restano bassi: nei cda delle societàquotate siamo passati dal 4,5% nel 2004 al 7,1% nel2011”. Con questo tasso di crescita ci vorrebberooltre vent’anni per raggiungere il 30%. La recentelegge in materia di “quote di genere” nei consigli diamministrazione delle società quotate mira proprioad accelerare questo processo, ha concluso laTarantola. “La sua attuazione potrebbe modificarein misura significativa gli equilibri complessivi aivertici delle nostre maggiori società”.

Se avete in mente una certa desti-nazione, la strada migliore da per-correre potrebbe essere quella chevi porta nella direzione opposta: ilpensiero obliquo. Molti economisti- così come politici, investitori, ban-chieri e uomini d’affari - sono con-vinti che se i loro modelli nondescrivono il mondo, la colpa siadel mondo, non deimodelli. Ma in real-tà non esiste unascienza del proces-so decisionale, dalmomento che gliobiettivi che ciponiamo sono ine-vitabilmente impre-cisi e sfaccettati, ecambiano mentre lirincorriamo. Dopooltre dieci anni allaguida di una società

di consulenza economica, John Kay,economista inglese ed editorialistadel Financial Times, ha analizzatonel suo libro, intitolato “Il pensieroobliquo”, le dinamiche del proces-so decisionale, evidenziando attra-verso una serie di aneddoti, esempie consigli pratici che spaziano dalmondo degli affari alla pianificazio-

ne urbana, dalcalcio allo spe-gnimento degliincendi boschi-vi, una serie dierrori scaturitidalla convinzio-ne della validitàdi modelli stan-dard atti arazionalizzare.“Sono trascorsipiù di diecianni da quan-

do sono scappato da un’attività neiconfronti della quale ero semprepiù scettico. Da allora ho assistito aidisastri perpetrati da persone capa-ci di trovare una ragione per tuttoquello che avevano intenzione difare e che poi mettevano in atto”,spiega l’autore nell’introduzione alvolume. Forse, argomenta Kay,dovremmo riconsiderare il modo incui prendiamo decisioni e risolvia-mo problemi. E riconoscere “l’ubi-quità e l’inevitabilità, dell’obliqui-tà”. Il volume, che uscirà in Italia aottobre per Codice Edizioni, cercadi sfatare i falsi miti per svelare lagenesi reale delle scelte di successo,fondandosi su un semplice para-dosso. Ovvero, se la soluzione obli-qua complica il problema e quelladiretta è inefficace, la soluzioneobliqua tra le due è certamentequella più diretta.

HANNIBAL LECTOR

La soluzione ai problemi? Se è obliqua è più efficace

n COREA DEL NORD Toglietemi tuttoma non il lusso. E lo sfarzo resiste alle sanzioniL’austera Corea del Nord si lascia tentare dal lusso. Secondo quantoaffermato da un parlamentare sudcoreano, Yoon Sang-Hyun, leimportazioni di articoli di lusso a Pyongyang sono cresciute a ritmocostante negli ultimi anni, nonostante la carenza di prodotti nelPaese e le sanzioni internazionali. Nello specifico, la Corea del Nordavrebbe speso nell’import di beni di lusso - soprattutto televisori,fotocamere digitali e altri dispositivi elettronici - circa 272,1 milionidi dollari (198,6 milioni di euro) nel 2008, 322,5 milioni nel 2009 e446,1 milioni nel 2010. “Nonostante le sanzioni internazionali e lapersistente carenza di cibo, la Corea del Nord ha aumentato le sueimportazioni di beni di lusso”, ha denunciato Yoon Sang-Hyun,citando le statistiche del governi della Corea del Sud e di altri Paesi.Gli acquisti di beni di lusso sono aumentati soprattutto dopo l’ictusche ha colpito il leader della Corea del Nord, Kim Jong-il nel 2008,che ha costretto il potere ad accelerare i preparativi per la suasuccessione. Kim Jong-Il, al potere dal 1994, ufficialmente non hamai designato un successore, ma ha promosso suo figlio, Kim Jong-Un, in posizioni chiave nell’esercito e nel Partito comunista,confermando il suo status di erede: l’unica dinastia comunista almondo.

n SINGAPORE Scotch quanto mi costiVenduta in aeroporto una bottiglia di pregioÈ stata venduta in aeroporto una delle bottiglie di scotch più care almondo. L’acquirente, un uomo d’affari cinese, ha lasciato undeposito di 100mila dollari di Singapore per assicurarsi una rarabottiglia di single malt scozzese Dalmore risalente al 1962, che eraesposta sotto una campana di vetro tra gli scaffali del duty freedell’aeroporto internazionale Changi al prezzo di 250mila dollarilocali. “Ne esistono solo dodici bottiglie nel mondo”, ha spiegato ilportavoce dell’aeroporto, che non ha non ha rivelato dettagli sulmisterioso compratore, limitandosi a dire che è un assiduofrequentatore di Singapore.

n SVEZIA Ottant’anni e non sentirli: il patrondi Ikea si scopre filantropo tra le polemicheIngvar Kamprad si dà alla beneficenza. Il fondatore di Ikea, moltocriticato per aver militato in gioventù nell’estrema destra svedese, ètornato di recente alla ribalta delle cronache dopo che la giornalistaElisabeth Asbrink lo ha dipinto nel suo nuovo libro come un nazistain piena regola. Una nuova macchia sulla reputazionedell’imprenditore ormai 86enne che, forse proprio per riscattare lapropria immagine, ha deciso di darsi alla filantropia, attività a cui inpassato non si è mai mostrato particolarmente incline. A partire daquest’anno, infatti, l’Ikea Foundation devolverà un miliardo di corone(circa 100 milioni di sterline) ogni anno a un campo profughi inKenya e ad associazioni come Unicef e Save The Children,raddoppiando così le donazioni fatte negli anni passati.

SENZA CONFINIProsegue la battaglia in Italia. E negli Usa uno studio dice: con le donne le performance migliorano

Imprese, nei cda manca il rosa

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opinioniaconfronto30 22 settembre 2011 SOLDI

Il baricentro adesso è spostato verso la necessità di mettere in atto misure utili di risanamento

TRA RATING E POLITICA IL PASSO È BREVECONTROPELO

CLASS ACTION

UN SISTEMA DI CONTROLLI. ECCO IL GRANDE ASSENTE

Ci risiamo: stavolta è toccatoa Ubs confessare unammanco di 2 miliardi di

dollari, frutto delle speculazionisbagliate di un trader, un giovanot-to di 31 anni nato in Ghana e lau-reato in informatica all’universitàdi Nottingham. Tre anni fa lo stes-so infortunio era capitato allaSociété Générale, vittima di unatruffa analoga da parte di un altrotrader che, fatto salvo il colore della

pelle, sembra il fratello maggiore diKweku Adoboli, il protagonistadella truffa inglese a Ubs: giovane,gran lavoratore, un bernoccolo peri computer. Prima ancora, era statala volta di Liam Leeson, bancarionella sede asiatica della bancaBaring (poi fallita) che aveva persouna fortuna speculando in Asiasulle materie prime. Insomma, legrandi banche di fronte ai governio ai mercati e spesso così arrogantinei confronti della clientela, sem-brano incapaci di mettere a puntoun sistema di controlli efficace.Soprattutto ora, che la tecnologiarende possibile una velocità di cir-colazione dei capitali quasi istanta-nea. Spaventa, soprattutto, il fattoche Ubs, come a suo tempo Sogen,si sia affrettata a sottolineare che“non era stato danneggiato alcuncliente”. Il che sta ad indicare che,

per creare denaro a mezzo di dena-ro, oggi non è più necessario met-ter le mani in tasca ai conti corren-ti (cosa che le banche continuanocomunque a fare con troppa fre-quenza), ma basta schiacciare unbottone. I denari, che non ci sonoper finanziare le imprese, scorronocosì copiosi sullo schermo di uncomputer. A disposizione di qual-siasi ragazzino che disponga dellapassword giusta. Una situazionecosì irreale che a qualcuno è venu-to il sospetto che, in realtà, le ban-che “truffate” siano più che consa-pevoli dell’attività di questi finan-zieri improvvisati. In fin dei contisono loro ad aver creato quei pro-dotti atipici e sintetici che consen-tono di moltiplicare la forza d’urtodella speculazione. Sono loro,soprattutto, ad aver sostituito i pro-fitti del credito commerciale, meno

remunerativo ma meno rischioso,con quelli che si possono fare inquesto mostruoso casinò dove nonti chiedono le fiches per entrare.Profitti che, è bene ricordarlo,generano bonus per i manager, piùche dividendi per i soci. Forse ilsospetto è esagerato. Di sicuro,però, resta il fatto che le banchenon hanno messo a punto unastrategia per evitare queste truffe. Ibilanci delle nostre aziende di cre-dito sono creature virtuali, frutto digrandi sforzi per evitare inevitabilipulizie di stagione. Non c’è bancasenza tenda ad ossigeno per mante-nere artificialmente in bonis azien-de che dovrebbero portare i libri intribunale. Ma l’esercito dei periti,dei consulenti e degli azzeccagar-bugli pronti a sostenere le tesi piùinsostenibili pur di evitare la resa diconti fanno da scudo all’operazio-

ne verità. A danno delle aziende,che oggi avrebbero molto da gua-dagnare da un’applicazione virtuo-sa dei rimedi previsti dalla legge perle aziende in crisi. A tutto vantag-gio delle carriere e degli stipendidei manager bancari che hannoreso possibile questa situazione eche continuano ad incassare bonuscollegati a debiti inesigibili, non afinanziamenti fruttiferi comevogliono far credere, sapendo dinon dire tutta la verità. In cuorloro, infatti, molti banchieri sannoche il quadro generale fa acqua. Alpunto che pure loro potrebberoscrivere quel che Kweku ha confes-sato sul muro della sua pagina diFacebook; “qui ci vorrebbe unmiracolo”. O un po’ più di sinceri-tà, verrebbe da aggiungere. Nonsarebbe male.

*www.pompeolocatelli.it

VOGLIADI INVESTIRE

Premesso che un pesante oneretributario dovuto a un maggiorreddito nel 2010 (che impatta

anche sugli anticipi del 2012) miimpedisce di dar seguito operativo aquanto dirò, supporrò di voler inveceinvestire un capitale “affluent” ponen-do il 17 settembre come data dellascelta. Propongo quindi una giocatateorica, non da guru, ma con convin-zioni maturate attraverso una nonabituale attenzione estiva al tema.Dimentico ovviamente le perdite pas-sate. In primo luogo non rinuncio auna quota in Bot a 12 mesi al 4,15%,occasione da tempo assente, miauguro non ripetibile. Per quanto pos-sibile in teoria, non inseguirei even-tuali salite del prezzo ed attenderei ilrimborso con un plusvalenza tassataal 20% (-0,83%). Con più coraggionon tralascio una quota in HellenicRepublic a dieci anni acquistando alprezzo di 40; rende il 21% a scaden-za, ma punterei, senza orizzonte tem-porale, sulla ripresa del prezzo, confi-dando nelle parole ufficiali di AngelaMerkel. In un’ottica 18-24 mesi mi

porrei un target del 20% e porrei unastop loss a 35 oppure a cadute ripetu-te di 2/3 punti a volta. Non abbando-nerei per contrappeso un Btp italiano,scegliendo un prezzo intorno a 88con duration 7/8 anni, pronto a ven-derlo in scenario ottimistico spostan-domi su una scadenza più lunga perfissare le cedole e i prezzi interessantiproposti in questi mesi. Accantono almomento i pur convenienti Cctu a85, compressi dalla rigiditàdell’Euribor (buona invece per imutui), né mi appassionano almomento i vecchi Cct anche se quo-tati sotto la pari e più volatili del soli-to; mi pentirei invece qualora non liavessi venduti prima dell’estate quan-do i tassi cessarono di crescere. Nonmi allettano le numerose corporatebonds emesse da tanti soggetti espiazzate dalla crescita del rendimen-to dei titoli dello Stato di Paesi colpitida pressioni speculative. Cerchereiinfine di non cedere alle sollecitazionidi ogni banca verso proprie obbliga-zioni. Davanti a naturali insistenze“commerciali”, punterei invece suazioni bancarie osservando l’altissimadifferenza fra i patrimoni netti deibilanci e i valori riconosciuti a questidai mercati. Cadute di 2/3 dei corsi esottostime dal 40 al 60% del bookvalue suscitano attenzione sul com-parto. Se avessi bisogno di liquiditàper il nuovo portafoglio, venderei tito-li del lusso, acquistati dal 2008 inavanti, accontentandomi dell’attualeplusvalenza. Sono meno propensoverso le società finanziarie (che acqui-sterei dopo almeno due trimestri diripresa economica delle relative parte-

cipate) equelle assicurativi (essendo menoorientate a strategie definite le relativecompagnie). Fossi più propenso alrischio e disposto ad abbandonare icapitali impiegati, mi correderei diqualche opzione call con strike pricealto per sfruttarne l’eventuale effettovega riservandomi di non osservarlitroppo nel primo periodo, certamen-te ancora volatile. Non mi appassionaal momento il campo del rischio dicambio, così come è tardi ora perindirizzarsi verso diversificazioni alter-native quali i Bric o il far east; mi solle-tica da tempo l’area Africana megliostrutturata (pochi Paesi ma buoni),mentre mi coprirei nel medio terminecon titoli canadesi e australiani, piùlontani dalla volatilità. Per restareallertato leggerei con continuità i ben-chmark Jpm e Msci dei comparti azio-nari e obbligazionari. Oggi hannopendenza invertita e mi interessa ilmomento in cui si realizzerà con mag-giore costanza una curva piatta, allor-quando rivedrei le scelte (o scrivereiun nuovo articolo). Abituato neltempo a valori 10/15% (Msci) e1,5/3% (Jpm), vedo con preoccupa-zione il range attuale 45/30 del primoe 10/15/10 del secondo (già non piùdiscendente e così considerato nellescelte). Solo per confronto, leggeròcon attenzione i cds e studierò l’evo-luzione della forbice dei tassi rispettoal benchmark bund a dieci anni.Tecnicamente invece, valuterò i com-portamenti dei fondi comuni per veri-ficare chi si muovesse come quidescritto. Staremo a vedere.

*[email protected]

di Giuseppe G. Santorsola*

di PompeoLocatelli*

La decisione di Standard &Poor’s di downgradarel’Italia si fonda su tre ele-

menti essenziali. Vediamoli unoper uno. Il primo è la debolezzadel quadro macroeconomiconazionale. Il secondo è la fragilitàdel contesto politico-istituzionalee la natura dei provvedimenti diriduzione del deficit, centrati piùsu un aumento dei prelievi - in unPaese dove peraltro la pressionefiscale è già elevata - che su unariduzione strutturale della spesa. Ilterzo, infine, è l’incremento deicosti di rifinanziamento del debi-to, dovuto all’allargamento deidifferenziali. La prima reazionedei mercati, da quello che si è

potuto vedere, è stata composta. Atratti, direi, persino confortante.Dopo un’apertura difficile, lospread tra Btp e Bund si è veloce-mente ristretto. Nel frattempo, leazioni delle grandi banche nazio-nali hanno recuperato terreno. Siimpone dunque una duplice con-siderazione. Innanzitutto, a giudi-care da come hanno reagito i mer-cati, possiamo concludere che undeterioramento del rating deldebito sovrano italiano era in real-tà già ampiamente prezzato. Insecondo luogo, se le decisionidelle agenzie di rating hannoperso valore anticipatore rispettoal mercato, è sempre più vero chedivengono esse stesse una variabi-le del dibattito politico all’internodei Paesi, spostando il baricentroverso la necessità di accelerare lemisure di risanamento. Così èstato nel caso del downgradingdegli Stati Uniti. E così è stata inparte la prima reazione nel casodell’Italia.

*presidenteAnthilia Capital Partners SGR

di EugenioNamor*

Fonte: Bloomberg

LO SPREAD BTP/BUND DALL’INIZIO DELL’ANNO

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