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Chetoacidosi diabetica (DKA) Università degli studi di Parma Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento dell’Età evolutiva Prof. M. Vanelli Chetoacidosi diabetica (DKA) È responsabile della maggior parte dei ricoveri nonché della maggior parte dei decessi per diabete in età pediatrica. Presente nel 20-40% dei casi di nuova diagnosi. 1 2

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Chetoacidosi diabetica (DKA)

Università degli studi di ParmaFacoltà di Medicina e ChirurgiaDipartimento dell’Età evolutiva

Prof. M. Vanelli

Chetoacidosi diabetica (DKA)

È responsabile della maggior parte dei ricoveri nonché della maggior parte dei decessi per

diabete in età pediatrica.

Presente nel 20-40% dei casi di nuova diagnosi.

1

2

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Chetoacidosi diabetica (DKA)Definizione

Acidosi provocata da un’elevata concentrazione di corpi chetonici conseguente ad una carenza assoluta o relativa di insulina caratterizzata da:

Iperglicemia (> 250 mg/dl )Iperchetonemia Acidosi metabolica (pH arterioso < 7.30; HCO3< 15 mEq/L)

Chetoacidosi diabetica (DKA)Fisiopatologia: è il risultato di un deficit di insulina associato ad aumento degli ormoni

controinsulari

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Chetoacidosi diabetica (DKA)Fisiopatologia: è il risultato di un deficit di insulina associato ad aumento degli ormoni

controinsulari

Chetoacidosi diabetica (DKA)Fisiopatologia: è il risultato di un deficit di insulina associato ad aumento degli ormoni

controinsulari

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Chetoacidosi diabetica (DKA)Fisiopatologia: è il risultato di un deficit di insulina associato ad aumento degli ormoni

controinsulari

Chetoacidosi diabetica (DKA)Fisiopatologia: è il risultato di un deficit di insulina associato ad aumento degli ormoni

controinsulari

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MORTE

Chetoacidosi diabetica (DKA)Fisiopatologia: il deficit di insulina comporta

squilibri Elettrolitici ed OsmoticiIPERGLICEMIA

GLICOSURIA IPEROSMOLARITA’

DIURESI OSMOTICA perdita di acqua (~ 100 mL/kg) e

Na+ (7-10 mEq/kg)

PASSAGGIO DI ACQUA E K+ALL’EXTRACELLULARE

SHOCK IPOVOLEMICO DISIDRATAZIONE CELLULARE

AUMENTO AZOTEMIA COMA

MORTE

Chetoacidosi diabetica (DKA)Fisiopatologia: il deficit di insulina comporta

squilibri Elettrolitici ed OsmoticiIPERGLICEMIA

GLICOSURIA IPEROSMOLARITA’

DIURESI OSMOTICA perdita di acqua (~ 100 mL/kg) e

Na+ (7-10 mEq/kg)

PASSAGGIO DI ACQUA E K+ALL’EXTRACELLULARE

SHOCK IPOVOLEMICO DISIDRATAZIONE CELLULARE

AUMENTO AZOTEMIA COMA

La deplezione di K+ può arrivare anche a5-7 mEq/L ma la potassiemia è normale o

aumentata per il passaggio del K+ all’extracellulare

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Chetoacidosi diabetica (DKA)Fisiopatologia: il deficit di insulina comporta

squilibri Metabolici

Chetoacidosi diabetica (DKA)Fisiopatologia: il deficit di insulina comporta

squilibri Metabolici

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Chetoacidosi diabetica (DKA)Fisiopatologia: il deficit di insulina comporta

squilibri Metabolici

Chetoacidosi diabetica (DKA)Fisiopatologia: il deficit di insulina comporta

squilibri Metabolici

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Chetoacidosi diabetica (DKA)Sintomi

• Disidratazione

• Acidosi metabolica

• Iperosmolarità

Chetoacidosi diabetica (DKA)Sintomi

• Disidratazione

• Acidosi metabolica

• Iperosmolarità

Poliuria e Nicturia Sete e polidipsiaCute secca e “plicabile” Tachicardia Ipotensione sistolica Oligo-anuria

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Chetoacidosi diabetica (DKA)Sintomi

• Disidratazione

• Acidosi metabolica

• Iperosmolarità

Poliuria e Nicturia Sete e polidipsiaCute secca e “plicabile” Tachicardia Ipotensione sistolica Oligo-anuria

-Tachipnea compensatoria con respiro profondo (Kussmaul) - Ipotensione (da vaso-dilatazione)- Alito acetonemico (frutta marcia) - Dolori addominali, nausea e vomito (da iperchetonemia)

Chetoacidosi diabetica (DKA)Sintomi

• Disidratazione

• Acidosi metabolica

• Iperosmolarità

Poliuria e Nicturia Sete e polidipsiaCute secca e “plicabile” Tachicardia Ipotensione sistolica Oligo-anuria

-Tachipnea compensatoria con respiro profondo (Kussmaul) - Ipotensione (da vaso-dilatazione)- Alito acetonemico (frutta marcia) - Dolori addominali, nausea e vomito (da iperchetonemia)

Compromissione del sensorio

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Chetoacidosi diabetica (DKA) Trattamento: raccomandazioni preliminari

• Disporre sempre di un protocollo scritto chiaramente, accettato e discusso dall’equipe medica

• Avere a disposizione per la consultazione un esperto nel trattamento della DKA

• Il trattamento dovrebbe essere effettuato in Centri con documentata esperienza nella gestione della DKA con possibilità di monitorare frequentemente i parametri vitali, neurologici e di laboratorio

Ispad Guidelines 2000

Interventi:• Ossigeno 100% tramite maschera facciale

• Soluzione normosalina 0.9% 10 ml/kg per 30 min. (da ripetere se il polso rimane debole)

• Sondino nasogastrico se vomita

Chetoacidosi diabetica (DKA) Trattamento in caso di shock

Ispad Guidelines 2000

All’arrivo: paziente con disidratazione grave, ipotensione,iperventilazione, depressione dello stato di coscienza

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Chetoacidosi diabetica (DKA) Indagini preliminari

Ispad Guidelines 2000

• Esame obiettivo: peso, disidratazione, acidosi, valutazione neurologica, prametri vitali

• Bilancio idrico con valutazione perdite• Esami ematici: Glicemia, K, Na, Cl, Fosforemia,

Azotemia, Creatininemia, Emogasanalisi (pH, bicarbonati), Es. emocromocitometrico

• ECG • Glicosuria e chetonuria • β-idrossibutirrato

Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento

Reidratazione

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento

ReidratazioneMigliora la sensibilitàperiferica all’insulina

Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento

ReidratazioneMigliora la sensibilitàperiferica all’insulina

Migliora la filtrazionerenale, quindi aumental’escrezione renale diglucosio

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento

ReidratazioneMigliora la sensibilitàperiferica all’insulina

Migliora la filtrazionerenale, quindi aumental’escrezione renale diglucosio

Riduce il livello degliormoni controinsulari

Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento

ReidratazioneMigliora la sensibilitàperiferica all’insulina

Migliora la filtrazionerenale, quindi aumental’escrezione renale diglucosio

Provoca inizialmente una caduta spontanea deivalori glicemici

Riduce il livello degliormoni controinsulari

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento

ReidratazioneMigliora la sensibilitàperiferica all’insulina

Migliora la filtrazionerenale, quindi aumental’escrezione renale diglucosio

Provoca inizialmente una caduta spontanea deivalori glicemici

Può essere praticata anchenegli ospedali periferici

e durante il trasferimento

Riduce il livello degliormoni controinsulari

Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento: Reidratazione

0%

7.5%

15.0%

22.5%

30.0%

1st 2nd

2.00%

11.00%

30.00%

(Vanelli, 2001)

Durante i primi 60-90 minuti di iniziale reidratazione la glicemia può ridursi consistentemente anche senza somministrazione di insulina. Ispad Giudelines 2000

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento: Reidratazione

Prolungare la reidratazione da sola

oltre le 2 ore non comporta ulteriori

apprezzabili diminuzioni della

glicemia0%

7.5%

15.0%

22.5%

30.0%

1st 2nd

2.00%

11.00%

30.00%

(Vanelli, 2001)

Durante i primi 60-90 minuti di iniziale reidratazione la glicemia può ridursi consistentemente anche senza somministrazione di insulina. Ispad Giudelines 2000

Chetoacidosi diabetica (DKA)1a fase del trattamento: Reidratazione

11.25%

23.44%

35.63%

47.81%

60.00%

30.00%

0.00%0.00%0.00%0.00%

52.00%

0.00%0.00%0.00%0.00%

32.00%

0.00%0.00%0.00%0.00%

19.00%

1 2 3 4

Mean fall pH<7.30pH 7.30-7.15 pH<7.15

La caduta spontanea della glicemia è tanto più

pronunciata quanto più il pH è vicino ai valori

fisiologici

P< 0.006

(Vanelli, 2001)

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento: Reidratazione

• Quale soluzione adottare?Per Na corretto < 150 mEq/L: NaCl 0.9%Per Na corretto > 150 mEq/L: NaCl 0.45%= Na sierico (mEq/L)+(Glicemia (mg/dL)-100)/100

• Quale Quantità?8 mL/kg per le prime 2 ore (senza insulina)5 mL/kg per le successive 24-48 ore (con insulina)

Eventuali liquidi per via orale vanno sottratti al totale dei liquidi infusi

Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento: Reidratazione

• Quale soluzione adottare?Per Na corretto < 150 mEq/L: NaCl 0.9%Per Na corretto > 150 mEq/L: NaCl 0.45%= Na sierico (mEq/L)+(Glicemia (mg/dL)-100)/100

• Quale Quantità?8 mL/kg per le prime 2 ore (senza insulina)5 mL/kg per le successive 24-48 ore (con insulina)

Eventuali liquidi per via orale vanno sottratti al totale dei liquidi infusi

Non superare l’infusione di 4 L/m2/24 ore

EDEMA CEREBRALE

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento: Reidratazione

Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento: Reidratazione

Normosalina 0,9% Perché ?

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento: Reidratazione

Normosalina 0,9% Perché ?

Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento: Reidratazione

Normosalina 0,9% Perché ?

• Il plasma di un bambino con DKA ha già un’osmolarità relativamente aumentata pertanto la normosalina è in grado di abbassarla

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento: Reidratazione

Normosalina 0,9% Perché ?

• Il plasma di un bambino con DKA ha già un’osmolarità relativamente aumentata pertanto la normosalina è in grado di abbassarla

Chetoacidosi diabetica (DKA) 1a fase del trattamento: Reidratazione

Normosalina 0,9% Perché ?

• Il plasma di un bambino con DKA ha già un’osmolarità relativamente aumentata pertanto la normosalina è in grado di abbassarla

• Il ritorno ad un’osmolarità plasmatica normale deve essere graduale per non incorrere nel rischio di edema cerebrale

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 2a fase del trattamento: Terapia insulinica in

infusione continua a basso dosaggio

Chetoacidosi diabetica (DKA) 2a fase del trattamento: Terapia insulinica in

infusione continua a basso dosaggio

• Non bisognerebbe iniziare l’infusione di insulina finché non si è risolto lo shock

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 2a fase del trattamento: Terapia insulinica in

infusione continua a basso dosaggio

• Non bisognerebbe iniziare l’infusione di insulina finché non si è risolto lo shock

• Non è indispensabile un bolo iniziale perché: Piccole quantità di insulina sono in grado di saturare i

recettori cellulari, quantità eccedenti non riducono ulteriormente i valori glicemici (Sonksen)

60-100 µU/ml di insulina circolante sono sufficienti a fermare la lipolisi, la glicogenolisi e gli ormoni contro-regolatori

Il trattamento della DKA è un processo graduale volto a normalizzare la glicemia, i corpi chetonici e l’equilibrio acido-base.

Chetoacidosi diabetica (DKA) 2a fase del trattamento: Terapia insulinica

Esiste una correlazione inversa (r= 0.79; p<0.001)

tra i valori di pH al momento della diagnosi e il

fabbisogno insulinico nelle prime 12 ore di terapia

Pertanto raccomandiamo 0.1-0.05 IU/kg per h

(Vanelli,2001)

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 3a fase del trattamento:

Osservazione clinica e monitoraggio

Chetoacidosi diabetica (DKA) 3a fase del trattamento:

Osservazione clinica e monitoraggio

• Ogni ora:Bilancio idricoPrametri vitali, ECG, valutazione neurologicaGlucemia, K, Na, Cl, Fosforemia, Azotemiaβ-idrossibutirrato

• Ogni 3 ore: Glicosuria e chetonuria pH, creatininemia

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 3a fase del trattamento: Osservazione clinica e monitoraggio Importanza del β-idrossibutirrato nel trattamento della DKA

Chetoacidosi diabetica (DKA) 3a fase del trattamento: Osservazione clinica e monitoraggio

• In corso di DKA: Il rapporto β-OH:AcAc

aumenta da (1:1) anche fino a 10:1

In risposta al trattamento insulinico i livelli di β-OH diminuiscono più prontamente rispetto a quelli di AcAc

Il dosaggio del β-OH (20 µl di sangue capillare) è più utile rispetto a quello dell’AcAc urinario nel monitoraggio in corso di trattamento della DKA.

Importanza del β-idrossibutirrato nel trattamento della DKA

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 3a fase del trattamento: Osservazione clinica e monitoraggio

Progressiva normalizzazione del β-OH e della glicemia dopo infusione continua i.v. di 0.1-0.05 IU/kg per ora di insulina

Chetoacidosi diabetica (DKA) 3a fase del trattamento: Osservazione clinica e monitoraggio

Progressiva normalizzazione del β-OH e della glicemia dopo infusione continua i.v. di 0.1-0.05 IU/kg per ora di insulina

(Vanelli, 2003)

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 3a fase del trattamento: Osservazione clinica e monitoraggio Il monitoraggio del β-OH rivela la risoluzione della DKA 7 ore prima rispetto al test sui chetoni urinari

Chetoacidosi diabetica (DKA) 3a fase del trattamento: Osservazione clinica e monitoraggio

0

1

2

3

4

5

6

7

0 2 4 6 8 10 12 14neg

+

++

+++

7

β-O

H (m

mol

/l)

Cor

pi c

heto

nici

Uri

nari

(Vanelli,2001)

(7 ore di anticipo)

Il monitoraggio del β-OH rivela la risoluzione della DKA 7 ore prima rispetto al test sui chetoni urinari

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Chetoacidosi diabetica (DKA) 3a fase del trattamento: Osservazione clinica e monitoraggio

Il tempo necessario per la riduzione del β OH a valori < 1 mmmol/L è direttamente correlato con i livelli di β OH all’arrivo

Chetoacidosi diabetica (DKA) 3a fase del trattamento: Osservazione clinica e monitoraggio

(Vanelli, 2003)

Il tempo necessario per la riduzione del β OH a valori < 1 mmmol/L è direttamente correlato con i livelli di β OH all’arrivo

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Una diagnosi precoce si accompagna a valori bassi di β-OH

Chetoacidosi diabetica (DKA) 3a fase del trattamento: Osservazione clinica e monitoraggio

y = 0,2478x + 1,0122

0

2

4

6

8

0 10 20 30

Giorni precedenti la diagnosi di DM1

β -O

H (m

mol

/l)

all’i

ngre

sso

(Vanelli,2001)

Una diagnosi precoce si accompagna a valori bassi di β-OH

Chetoacidosi diabetica (DKA) 3a fase del trattamento: Osservazione clinica e monitoraggio

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Chetoacidosi diabetica (DKA)Ripristino del bilancio Idro-elettrolitico

Infusione di potassio: 0.1-0.2 mEq/kg/ora all’inizio della

terapia insulinica

Chetoacidosi diabetica (DKA)Ripristino del bilancio Idro-elettrolitico

Infusione di potassio: 0.1-0.2 mEq/kg/ora all’inizio della

terapia insulinica

Il fabbisogno aumenta quando la glicemia scende sotto i 250 mg/dL

Per evitare un’ipocalcemia, è preferibile usare una miscela di 50% K-fosfato e 50% K-cloruro

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Chetoacidosi diabetica (DKA) Trattamento: l’uso del Bicarbonato, un dilemma

Chetoacidosi diabetica (DKA) Trattamento: l’uso del Bicarbonato, un dilemma

• uso prudente

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Chetoacidosi diabetica (DKA) Trattamento: l’uso del Bicarbonato, un dilemma

• uso prudente• è raccomandato nei pazienti con acidosi severa

(pH < 7.0 o bicarbonati < 8 mEq/L)

Chetoacidosi diabetica (DKA) Trattamento: l’uso del Bicarbonato, un dilemma

• uso prudente• è raccomandato nei pazienti con acidosi severa

(pH < 7.0 o bicarbonati < 8 mEq/L)• Dovrebbe essere dato ad una velocità di infusione

di 0.5-1 mEq/kg in 2-3 ore (non superare i 4 mEq/kg in 12 h)

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Chetoacidosi diabetica (DKA) Trattamento: l’uso del Bicarbonato, un dilemma

• uso prudente• è raccomandato nei pazienti con acidosi severa

(pH < 7.0 o bicarbonati < 8 mEq/L)• Dovrebbe essere dato ad una velocità di infusione

di 0.5-1 mEq/kg in 2-3 ore (non superare i 4 mEq/kg in 12 h)

• È necessario incrementare la quota di potassio, dal momento che il bicarbonato accelera il rientro del potassio nell’intracellulare

Rischi potenziali del trattamento con bicarbonato:•Peggioramento dell’acidosi del SNC•Ipopotassemia e alterata ionizzazione del Ca•Eccessivo carico osmolare•Ipossia tissutale Ispad Guidelines 2000

Chetoacidosi diabetica (DKA) Trattamento: l’uso del Bicarbonato, un dilemma

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Rischi potenziali del trattamento con bicarbonato:•Peggioramento dell’acidosi del SNC•Ipopotassemia e alterata ionizzazione del Ca•Eccessivo carico osmolare•Ipossia tissutale Ispad Guidelines 2000

Chetoacidosi diabetica (DKA) Trattamento: l’uso del Bicarbonato, un dilemma

“Non vi è alcuna evidenza scientifica che il bicarbonato sia necessario o sicuro nella DKA. Il bicarbonato non

dovrebbe essere somministrato nella fase iniziale di rianimazione”

Ispad Guidelines 2000

Chetoacidosi diabetica (DKA) Complicanze del trattamento: edema cerebrale

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• È una complicanza del trattamento che si verifica in circa l’1% dei casi di DKA ed è associato ad una mortalità del 40-90%

Chetoacidosi diabetica (DKA) Complicanze del trattamento: edema cerebrale

• È una complicanza del trattamento che si verifica in circa l’1% dei casi di DKA ed è associato ad una mortalità del 40-90%

Chetoacidosi diabetica (DKA) Complicanze del trattamento: edema cerebrale

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• È una complicanza del trattamento che si verifica in circa l’1% dei casi di DKA ed è associato ad una mortalità del 40-90%

• è responsabile del 50-60% delle morti per diabete mellito di tipo 1

Chetoacidosi diabetica (DKA) Complicanze del trattamento: edema cerebrale

Chetoacidosi diabetica (DKA) Complicanze del trattamento: edema cerebrale

Può essere causato da-grave iperglicemia iniziale (> 500 mg/dL) seguita da una correzione eccessivamente rapida-grave iponatriemia-eccessiva infusione di liquidi durante la prima ora di trattamento-rapida alcalinizzazione con peggioramento dell’acidosi e ipossia cerebrale

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• Sarebbe correlato ad un’ischemia cerebrale dovuta all’interazione di:– ipocapnia che causa vasocostrizione cerebrale – disidratazione che provoca una diminuzione di perfusione

cerebrale– aggiunta di bicarbonati che causa ipossia del SNC

• Fattori di rischio:– elevate concentrazioni di urea– elevata ipocapnia– Modesto aumento della sodiemia durante il trattamento

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• Sintomi preoccupanti:– Improvviso mal di testa, bradicardia– Disorientamento, agitazione, vomito, anisocoria

pupillare, aumento della P.A., riduzione della saturazione di O2

• Cosa fare:– Infusione immediata e.v. di mannitolo 0.5-1 g/kg

in 20 min. entro 2 ore dalla comparsa dei sintomi– Dimezzare la velocità di infusione– Mantenere il capo in posizione elevata

Chetoacidosi diabetica (DKA) Complicanze del trattamento: edema cerebrale

• Sintomi preoccupanti:– Improvviso mal di testa, bradicardia– Disorientamento, agitazione, vomito, anisocoria

pupillare, aumento della P.A., riduzione della saturazione di O2

• Cosa fare:– Infusione immediata e.v. di mannitolo 0.5-1 g/kg

in 20 min. entro 2 ore dalla comparsa dei sintomi– Dimezzare la velocità di infusione– Mantenere il capo in posizione elevata

Chetoacidosi diabetica (DKA) Complicanze del trattamento: edema cerebrale

Combinazione di mannitolo e soluzione salina ipertonica al 3% a 5 mL/kg

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Coma iperosmolareDefinizione

•Glicemia elevata (> 600 mg/dL)•Osmolarità plasmatica elevata (350 mOsm/L)*•Grave disidratazione•Acidosi e Chetosi modeste o assenti

Coma iperosmolareDefinizione

•Glicemia elevata (> 600 mg/dL)•Osmolarità plasmatica elevata (350 mOsm/L)*•Grave disidratazione•Acidosi e Chetosi modeste o assenti

* 2Na(mEq/L) + glicemia(mg/dL) + Azotemia(mg/dL) / 2,8

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Coma iperosmolareSintomi

Coma iperosmolareSintomi

• Letargia, scarsa risposta agli stimoli verbali/ dolorosi, stato confusionale

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Coma iperosmolareSintomi

• Letargia, scarsa risposta agli stimoli verbali/ dolorosi, stato confusionale• cute e mucose secche, ritardato riempimento capillare

Coma iperosmolareSintomi

• Letargia, scarsa risposta agli stimoli verbali/ dolorosi, stato confusionale• cute e mucose secche, ritardato riempimento capillare• respiro di Kussmaul

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Coma iperosmolareSintomi

• Letargia, scarsa risposta agli stimoli verbali/ dolorosi, stato confusionale• cute e mucose secche, ritardato riempimento capillare• respiro di Kussmaul• tachicardia, ipotensione

Liquidi da infondere (1)

Coma iperosmolare Trattamento

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• Rimpiazzare metà del deficit di H2O in 6 ore (~ 8 mL/kg per ora) con normosalina 0,9% (Na < 145 mEq/L*) o diluita al 0,45% (Na > 145 mEq/L*) al fine di:

• Ristabilire la perfusione renale• Normalizzare il bilancio elettrolitico• Diminuire i livelli glicemici (~ 25%)

* Corretto per la glicemia

Liquidi da infondere (1)

Coma iperosmolare Trattamento

Coma iperosmolareTrattamento

Liquidi da infondere (2)

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• La seconda metà del deficit di H2O nelle seguenti 12 ore (~ 4 mL/kg per ora) con normosalina 0,9% (Na < 145mEq/L*) o diluita al 0,45% (Na > 145 mEq/L*)

• È raccomandabile prolungare la reidratazione per le successive 12 ore

Coma iperosmolareTrattamento

Liquidi da infondere (2)

• La seconda metà del deficit di H2O nelle seguenti 12 ore (~ 4 mL/kg per ora) con normosalina 0,9% (Na < 145mEq/L*) o diluita al 0,45% (Na > 145 mEq/L*)

• È raccomandabile prolungare la reidratazione per le successive 12 ore

Coma iperosmolareTrattamento

Liquidi da infondere (2)

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• La seconda metà del deficit di H2O nelle seguenti 12 ore (~ 4 mL/kg per ora) con normosalina 0,9% (Na < 145mEq/L*) o diluita al 0,45% (Na > 145 mEq/L*)

• È raccomandabile prolungare la reidratazione per le successive 12 ore

*Corretto per la glicemia

Coma iperosmolareTrattamento

Liquidi da infondere (2)

Coma iperosmolareTrattamento

Infusione di insulina

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• 0.1 UI/kg per ora alla fine della 4a ora di reidratazione

Coma iperosmolareTrattamento

Infusione di insulina

• 0.1 UI/kg per ora alla fine della 4a ora di reidratazione

Coma iperosmolareTrattamento

Infusione di insulina

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• 0.1 UI/kg per ora alla fine della 4a ora di reidratazione

• Per glicemie < 250 mg/dL 0.05 UI/kg per ora + soluzione glucosata 5% (1 mL/kg per ora)

Coma iperosmolareTrattamento

Infusione di insulina

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