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Chi vive a lungo vede cose grandissime con i suoi piccoli occhi (proverbio persiano) Numero 145- 2013

Chi vive a lungo vede cose grandissime con i suoi piccoli occhi · 2013. 11. 18. · Se partite da Poggibonsi prendere la direzione Colle di Val d’Elsa (direzione Sud) sulla SS

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Chi vive a lungo

vede cose grandissime

con i suoi piccoli occhi

(proverbio persiano)

Numero 145- 2013

Page 2: Chi vive a lungo vede cose grandissime con i suoi piccoli occhi · 2013. 11. 18. · Se partite da Poggibonsi prendere la direzione Colle di Val d’Elsa (direzione Sud) sulla SS

Suggerimenti ben accetti

Piero M. , attento lettore e prodigo di suggerimenti utili, mi propone di indicare gli itine-

rari da percorrere per raggiungere le località meno note, illustrate nella sezione

“Luoghi da visitare, se avete tempo”

Lo ringrazio e ricupero alcuni luoghi dei numeri precedenti.

La Suvera - Pievescola .(AGgazette n° 141) Se partite da Siena prendere la SS 73. Dopo

20 km. svoltare a destra per la SS 541. Dopo 10 km bivio a destra. Arrivo.

Se partite da Poggibonsi prendere la direzione Colle di Val d’Elsa (direzione Sud) sulla

SS 541. Dopo 15 km. bivio a sinistra. Arrivo.

Abbazia dei Santi Nazario e Celso - San Nazaro Sesia. (AGgazette n° 142). Autostrada Mi-

lano –Torino. Uscita a Biandrate-Vicolungo (km 49,3 da Milano - km 73,6 da Torino). Dopo

1,5 km alla rotonda prendere la prima uscita e dopo 200 mt, alla seconda rotonda, pren-

dere la terza uscita per Bìandrate. Attraversare la cittadina fino a Via Roma. Svolta a de-

stra e a 500 mt arrivo.

La rotonda di San Tomè - Almenno S.Bartolomeo. (AGgazette n° 138). Autostrada Milano-

Bergamo . Uscita a Dalmine (km 42,9 da Milano). SS 470 per Ponte S.Pietro, poi, dopo 3,2

km, svincolo per Bonate di Sopra. Entrare nella SS 671. Dopo 4,9 km continuare sulla

SS Briantea e, dopo altri 2,8 km prendere la terza uscita e imboccare la SS 342. Dopo 1,7

km svolta a destra per la SP 175. Alla rotonda, dopo 3 km, prendere la quarta uscita per

Via Papa Giovanni XXIII- dopo 600 metri arrivo a Almenno.

Voce del verbo brigare.

“In tutti i Paesi ho veduto gli uomini sempre di tre sorti: i pochi che comandano,

l’universalità che serve, e i molti che brigano”

(Ugo Foscolo– da Ultime lettere di Jacopo Ortis)

PS - Quelli che “brigano” normalmente si giustificano perché devono “lottare

contro” la burocrazia, il sistema, il potere pubblico. Sarebbe opportuno ricordare

loro, talvolta, che dal verbo brigare deriva la parola “brigante”.

Bilancio di tre mandati

Dopo tre mandati da sindaco di New York, Michael Bloomberg, che non poteva es-

sere rieletto, ha presentato alcuni dati, a testimoniare i risultati ottenuti.

Rispetto al 2001, data del suo insediamento, oggi nella metropoli americana …

vi sono 750.000 alberi in più,

gli stupri sono diminuiti del 27%, le rapine del 30%,

in città risiedono 70 miliardari ( erano 28 nel 2001),

tra i giovani l’8,5% “fumano” (erano il 17,5 %),

la retribuzione media procapite è aumentata del 36%.

Quote rosa : nelle prime 500 società con sede a NY, nei CdA il 17% sono donne.

nel Consiglio Comunale su 69 consiglieri 18 sono donne.

Altri dati, meno entusiasmanti: la disoccupazione è all’8,4% (7,6% nel paese)

il 38% dei residenti vive sotto la soglia di povertà

la polizia costa 8,5 miliardi di dollari all’anno

Malgrado alcuni dati negativi il giudizio sulla gestione Bloomberg è positivo.

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Berline di ieri e di oggi

Le auto berline di oggi derivano il loro nome dalle carrozze omonime che offriva-

no il massimo delle comodità e del confort.

Le berline del Settecento erano le vetture meglio ammortizzate, in quanto la loro

cassa era sospesa ad un ingegnoso sistema di lunghi cinghioni di cuoio, appesi ad

alte molle poste in corrispondenza delle ruote.

Il sistema, pare, fu inventato da un frate barnabita, Fausto Veranzio, nel 1616.

Alla fine del Seicento l’idea trovò la sua prima applicazione grazie ad un architet-

to piemontese, Filippo Chiese, al servizio del principe elettore Federico Gugliel-

mo di Brandemburgo.

La carrozza fu costruita con il sistema ideato dal Veranzio in occasione del viag-

gio che il principe doveva compiere, da Berlino a Parigi.

Quando la nuova vettura giunse nella capitale francese, tutti si stupirono e, sicco-

me l’avveniristica carrozza veniva da Berlino, la battezzarono “berlina”.

Fino a quando? La Cina ha pianificato di trasferire nelle

metropoli, entro il 2030, altri 310 milioni di

persone. Il che significa che la popolazione

cittadina sarà pari al 70% del totale.

Va ricordato che nel 1955 solo il 10% dei ci-

nesi abitava in città, anche se la percentua-

le, già oggi, è del 52%.

In Cina ogni settimana si battezza un nuo-

vo grattacielo ( altezza intorno ai 150 me-

tri) e ciò è previsto fino al 2023. Tra dieci

anni in Cina ci saranno 800 grattacieli,

quattro volte quelli degli Stati Uniti.

Nota a parte. Lo Skyscrapers Index (della

Barclays Capital) indica che c’è relazione

tra il boom dei super grattacieli e i periodi

di crisi.

Le Torri Petronas (Kuala Lumpur) furono

costruite alla fine degli anni ’90, periodo di

crisi delle borse asiatiche.

L’Empire State Building venne ultimato

nel 1929, anno della crisi americana, e non

solo.

Nel periodo della costruzione del Burj Kha-

lifa (Dubai), il più alto edificio del mondo,

il Califfo rischiò la bancarotta.

Nel 1873 la costruzione dell’Equitable Life

Building coincise con l’inizio della “long

depression”.

PS - Tocchiamo ferro ???

Boom a Manhattan

Come da box a pagina 2, a New York ri-

siedono 70 miliardari e nuovi super-

ricchi vi stanno affluendo.

Desiderosi di affermare il loro status,

hanno fatto impazzire i prezzi delle abi-

tazioni di lusso.

Roman Abramovich ha acquistato un

appartamento al 828 della Fifth Avenue

per 75 milioni.

Una penthouse su tre piani in cima all’-

hotel Pierre è sul mercato per 125 mi-

lioni.

In una delle nuove torri sulla 52esima

strada è già pronto il più lussuoso degli

appartamenti per 130 milioni. ( 5 came-

re da letto, 10 bagni, piscina, campo da

tennis coperto e sala da proiezione).

Oggi a NY ci sono 19 condomini che of-

frono appartamenti da almeno 50 milio-

ni.

Negli ultimi tre mesi, a fronte di un au-

mento generalizzato delle transazioni

del 18%, quelle da oltre 4 milioni di dol-

lari sono cresciute del 40%.

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Indovina La fotografia in prima pagina illustra

il teatro Olimpico di Vicenza

Storia del debito pubblico - 4 -

Ricordando l’iniziale successo del “ metodo Law” (vedi scheda del n° 144), il Parla-

mento britannico tentò un’iniziativa analoga, invogliando i debitori delloStato a

sottoscrivere azioni della Compagnia di Mari del Sud. La fine fu la stessa, con i

sottoscrittori con un pugno di mosche in mano.

Adam Smith, economista insigne, disse : “ Una volta che i debiti nazionali siano

stati accumulati oltre un certo livello, credo che non ci sia forse un solo esempio in

cui essi siano stati regolarmente e completamente pagati”.

La Francia, dissanguata dalle spese dei reali susseguitisi prima della Rivoluzione,

nel 1797 (ministro delle finanze del Direttorio Dominique Ramel) fu costretta ad

adottare una legge che annullava i due terzi del debito pubblico. Un anno prima

lo stesso ministro fece bruciare, in Place Vendome, una stampatrice di quella car-

tamoneta che nell’arco di sette anni aveva perso il 99% del proprio valore.

L’arrivo di Napoleone, che finanziò le sue imprese militari con il bottino di guer-

ra, permise alla Francia di ridurre il debito del 1813 alla soglia record del 22% sul

pil, mentre in altri Paesi, vedi Inghilterra, si raggiungeva il 275% del pil.

La condizione generale fece temere una bancarotta generale, ma ciò avvenne solo

per pochi Paesi: nel 1839 l’Impero russo ripudiò il debito, nel 1868 fu la volta dell’-

Austria. Jacques Attali attribuì lo scampato pericolo alla situazione creatasi dopo

il Congresso di Vienna (1814-15). Il secolo di sostanziale situazione di pace che ne

derivò, con il progresso tecnico e la crescita industriale, consentirono ai governi

di ridurre le spese militari e rimborsare i loro debiti.

Grazie alla svolta sopradescritta l’Inghilterra ridusse il proprio debito al 25% del

pil, gli Stati Uniti azzerarono il debito accumulato con la guerra di indipendenza.

Sorte meno felice per l’Italia che vide il debito salire dal 45% del 1861 al 106% del

1899. Idem per la Francia, il cui debito salì dal 30% del 1850 a oltre il 100% di fine

secolo. I bilanci pubblici francesi, italiani e tedeschi, dal 1816 al 1899, denunciaro-

no un costante disavanzo.

Il secolo XX era cominciato sotto buoni auspici, ma le due guerre mondiali fecero

risalire ovunque il deficit. Gli Stati risposero in modi differenti: chi aumentò le

tasse, chi stampò carta moneta, chi si rifiutò di pagare i debitori.

Nel 1920 il debito francese era al 170% del pil, quello italiano al 160%, quello ingle-

se al 138%. Nel secondo dopoguerra le cose non migliorarono, anche per le giuste

e dovute politiche sociali ( si passò dal Warfare State al Wellfare State).

In Italia, tra il 1950 e il 1995, la spesa pubblica aumentò dal 25 al 55% del pil. Tutto

andò bene finchè il miracolo economico continuò. Poi ci presentarono il conto.

Oggi ci troviamo di fronte a una domanda angosciosa: riusciremo a rientrare dai

debiti accumulati o andremo incontro al disastro? FINE

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Luoghi da visitare, se avete tempo.

Il duomo di Catania

La Cattedrale è dedicata a Sant’Agata, vergine e patrona della città; è ubicata su

un lato della piazza del Duomo. Il tempio è stato più volte distrutto e riedificato

La prima edificazione risale al periodo 1078-1094 e venne realizzata sulle rovine

delle Terme Achilleiane. Già nel 1169 un terremoto la demolì quasi completamen-

te. Nel 1194 un incendio creò notevoli danni e infine le 1693 il sisma che colpì la

Val di Noto la distrusse quasi del tutto.

Esterno - L’edificio attuale è opera dell’architetto Girolamo Palazzotto, mentre

Gian Battista Vaccarini disegnò i lavori della facciata con interventi dal 1734 al

1761. Evidenti le analogie con la facciata coeva di Sant’Anna a Palermo. Il pro-

spetto è a tre ordini e attico, completamente in marmo di Carrara.

Il primo ordine è costituito da sei colonne di granito provenienti forse dall’antico

Teatro Romano, sormontate dallo stemma fdella famiglia Galletti, cui appartene-

va il vescovo Pietro. Il secondo ordine ha anch’esso sei colonne, poste ai lati dell’-

ampio finestrone centrale. Tutti gli ordini sono ornati da statue marmoree di San-

t’Agata, sant’Eupilio e san Berillo.

Il portone principale in legno è costituito da 32 formelle, illustranti la vita e il

martirio di Sant’Agata, stemmi di diversi papi e del vescovo Pietro Galletti.

Ai lati della porta centrale sono poste due statue, di San Pietro e San Paolo.

La cupola è del 1802. Il campanile, costruito una prima volta nel 1387, venne in-

nalzato nel 1662. Nel 1693 il terremoto della Val di Noto lo fece crollare sulla catte-

drale con oltre 7mila fedeli morti. Venne riedificato nella forma attuale nel 1867-

1869 dall’architetto Carmelo Sciuto Patti.

Interno - La pianta è a croce latina, ripartita un tre navate. Nella navata di de-

stra, di fronte all’altare, si trova la tomba di Vincenzo Bellini. Il secondo altare ha

una tela di San Carlo Borromeo, il quarto una Sacra Famiglia con San Giovanni.

Proseguendo si trova la cappella dedicata alla Vergine dell’Incoronazione, la più

cara a tutti i catanesi. Nella parete sinistra della cappella dedicata a Sant’Agata si

apre l’accesso alla camera sotterranea che custodisce il busto reliquario della san-

ta e le reliquie. Sull’altare della cappella un bassorilievo raffigurante la santa in-

coronata da Dio con San Pietro, San Paolo e i quattro Evangelisti.

L’altare maggiore, in stile normanno, è contornato da un coro ligneo a 34 stalli.

Nella navata di sinistra quattro monumenti dedicati a quattro vescovi di Catania.

Nella cappella del SS.Crocifisso monumenti sepolcrali di Federico III di Trinacria,

di Costanza (moglie di Federico il Semplice). Nel primo altare una tela di San Pie-

tro che consacra San Berillo, nel terzo altare una tela del Borremans, con Sant’-

Antonio nel deserto, nel quarto , quinto e sesto dipinti con scene dedicate a Santi.

L’organo - E’ del 1877 e fu commissionato dal cardinale Giuseppe Benedetto Du-

smet al francese Nicolas Théodore Jaquot. La parte lignea fu rifatta nel 1926 da

Gianbattista Sangiorgio.

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Duomo di Catania

Il portone principale

Il reliquario di Sant’Agata L’altare maggiore

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La mini pagina economica - finanziaria

Transfer business

Per valutare correttamente il cambiamento di scenario economico mondiale oltre

alla dimensione del Prodotto interno lordo, sta diventando sempre più significa-

tivo lo spostamento delle sedi operative che le grandi imprese (ad esempio quasi

tutte le 500 major delle rivista Fortune) stanno mettendo in atto, dai Paesi svilup-

pati a quelli emergenti.

Secondo lo studio del McKinsey Global Institute, nel 2025 il 46 % delle 500 major

saranno basate in Paesi emergenti. Erano il 5% nel 2000.

Uno dei vantaggi della delocalizzazione in Paesi emergenti sta nel fatto che la

maggior crescita dei consumi avverrà proprio in quei Paesi, e quindi il produrre

là dove si consuma diventa un elemento vincente.

I primi esempi non mancano: Unilever ha aperto un secondo quartier generale a

Singapore; General Electric e Caterpillar hanno diviso i loro centri decisionali in

più località, le stesse che presentano opportunità di crescita maggiori.

Oggi la città con il maggior numero di sedi delle grandi corporation è Tokyo, con

613; seconda è New York, con 217; segue Londra, con 193, Osaka con 174, Parigi

con 168.

Pechino ne ha già 116 e si pensa che raddoppierà entro il 2025, così come Istanbul;

San Paolo, è candidata a triplicare il numero di oggi entro la stessa data.

Nelle previsioni, almeno 280 città di Paesi emergenti potrebbero diventare sedi di

una grande impresa mondiale.

Il settore farmaceutico

Settore importante per il numero degli addetti, diretti e dell’indotto, per il fattu-

rato, per la qualità e la competenza professionale richiesta agli operatori.

Gli addetti farmaceutici assommano a 66.900, quelli dell’indotto sono 55.500.

La presenza regionale è così suddivisa ( diretti e dell’indotto) :

Lombardia 30.000 16.000 Lazio 14.000 5.000

Toscana 7.000 4.000 Emilia-Romagna 3.300 6.000

Puglia 2.800 2.800 Veneto 2.600 6.500

Marche 2.500 2.500 Piemonte-Liguria 2.000 6.500

Sicilia 1.000 2.000 Abruzzo 1.000 1.200

Campania 700 3.000

Valori della produzione europea. (miliardi di euro)

Germania 26,9 Italia 25,7 Regno Unito 20,2 Francia 19,6

Spagna 14,0

Fatturato pro capite (in .000 euro)

Italia 384 Germania 329 Regno Unito 321 Spagna 304 Francia 300

( Fonte : Farmindustria)

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