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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003 Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. Spedizione in abb. post. - Comma 20/C - art. 2 - Legge 662/96 - Filiale di Brescia Expedition en abbon. postal - Comma 20/C - art. 2 - Legge 662/96 - Filiale di Brescia Abbonamento annuo: ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Chiesaviva ANNO XXXIII - N° 353 SETTEMBRE 2003

Chiesa viva 353 S mensile.pdfEdit. 1969, p. 502: Oggetto dell’infallibilità (della Chiesa). Leggiamo: 1° Oggetto primario dell’infallibilità so-no le verità formalmente rivelate,

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  • MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURADIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi VillaDirezione - Redazione - Amministrazione:Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 12125123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS)contiene I. R.

    Spedizione in abb. post. - Comma 20/C - art. 2 - Legge 662/96 - Filiale di BresciaExpedition en abbon. postal - Comma 20/C - art. 2 - Legge 662/96 - Filiale di BresciaAbbonamento annuo:ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5(inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postaleLe richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituitiOgni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità

    «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

    ChiesavivaANNO XXXIII - N° 353SETTEMBRE 2003

  • “OPUS JUDEI”di

    Josè Marìa Escriba(CANONIZZATO?..)

    del sac. dott. Luigi Villa

    Sì!Dopo la “beatificazione”, av-venuta il 17 maggio 1997, se-guì, a spronbattente, anche la“canonizzazione” il 9 gennaio 2002.Sembrerebbe, perciò, il caso di dire l’as-sioma popolare: «Cosa fatta, capo ha!».Ma è proprio così?.. Non essendo un dogma, questo detto po-polare, lo si potrebbe sottomettere a unaspecie di verifica per ogni caso, comequesto. E Noi l’avremo già fatta questaverifica anche quando fu “beatificato”con un articolo dal titolo: «Una “Beatifi-cazione” sbagliata?»1 portando le no-stre riflessioni ad hoc su “documenti” e“fatti” che ci portarono a dire che «quan-do si è annnciata la sua “beatificazio-ne” e si è parlato di “un servo di Dio”,del quale si affermava che “constanole prove delle virtù teologali della Fe-de, Speranza e Carità, tanto innanzi aDio come dinanzi al prossimo, così co-me delle virtù cardinali... praticate inmodo eroico», quanti avevano avuto re-lazioni personali con lui non avevano po-tuto credere che quelle frasi del “DecretoPontificio” del 9 aprile 1990 potesseroriferirsi a José Marìa Escrivà de Bala-guer!Per questo, anche adesso, di fronte al“fatto compiuto” della sua “canonizza-zione” - anche prescindendo dalla valu-tazione che si può fare della sua Opera,l’Opus Dei! - non possiamo restare indif-ferenti, perché è ben difficile per Noi, cheabbiamo compulsato tante opere e mano-scritti sulla sua vita e opere, credere e ri-tenere che Josè Marìa Escrivà sia statoper davvero un modello di sanità da pro-porre!

    ancora aperto tra i migliori teologi dogma-tici2. Chi lo volesse chiarificare, lo puòleggendo tali Autori, quali, ad esempio, ilcelebre teologo dogmatico prof. RomeroMons. Gherardini, già titolare della cat-tedra di Ecclesiologia ed Ecumenismonell’Università Lateranense, come eraConsultore per le “Cause dei Santi”.Noi, qui, ci limiteremo a citare la dottrinacattolica sulle “canonizzazioni”, che to-gliamo dal “Compendio di TeologiaDogmatica” di Ludovico Ott-MariettiEdit. 1969, p. 502: Oggetto dell’infallibilità(della Chiesa).Leggiamo:1° Oggetto primario dell’infallibilità so-no le verità formalmente rivelate, con-cernenti la Fede e i costumi: (“De Fi-de” - D. 1839- DS. 3074);2° Oggetto secondario dell’infallibilitàsono quelle verità di fede e di morale che,benchè non formalmente rivelate, sonoperò strettamente connesse con le rivela-te. (Sent. Certa (D. 1839 - Ds. 3074).Quindi, ciò emerge dal fine dell’infallibilitàstessa, che è quello di “santamente cu-stodire e fedelmente esporre il deposi-to della fede” (D. 1836 - DS. 3070).Appartengono, invece, all’oggetto secon-dario dell’infallibilità:a) le conclusioni teologiche (...);b) i fatti storici (...);c) le verità di ragione naturale (...);d) la canonizzazione dei Santi, e cioè ilgiudizio definitivo che un membro dellaChiesa è entrato nella beatitudine eterna,e perciò fatto oggetto del culto pubblico.

    ***

    2 “Chiesa Viva” *** Settembre 2003

    Ma allora, come poter parlare di “infalli-bilità papale” in questa “causa di ca-nonizzazione”?.. ma, forse, pochi sannoche questo problema dell’“infallibilitàpapale”, su questo piano, è un problema

    1 Cfr. “Chiesa Viva”, nn. 297-298, luglio.-agosto e settembre 1999.

    2 Cfr. Brunero prof. Mons. Gherardini: “Cano-nizzazione e infallibilità” in “DIVINITAS - Ri-

    vista Internazionale di ricerca e di critica teolo-gica” - Città del Vaticano - Roma - p. 196-221.

    Josèmaria Escrivà giovane studente.

  • “Chiesa Viva” *** Settembre 2003 3

    Nonostante questa base, rimane ancorala possibilità di porsi la domanda: come èpossibile arrivare a una soluzione definiti-va di “canonizzazione” senza aver risolto,da parte del Tribunale della Chiesa, ognisingolo problema riguardante la staturastorica-spirituale-ecclesiale della personadestinata appunto ad essere esaminatasotto tutti gli aspetti sopra citati? L’ ambi-guità e la confusione non sono, forse, isintomi dei nostri tempi? Leone XIII, nella sua enciclica “Huma-num Genus”, a proposito della masso-neria, scrisse: «Smascherarla significavincerla!». Lo stesso metodo andrebbeusato, forse, anche per l’Opus Dei! Cer-cando la chiarezza nel suo vero intimo sene scoprirebbero le radici, si stabilirebbe-ro i rapporti tra le sue idee tipiche e si tro-verebbero le sorgenti che irrigano le strut-ture di quell’organismo ormai radicato nelterreno ecclesiale, sì da aver reso l’Operaaddirittura una “Prelatura” nella SantaSede!È ovvio, perciò, che lo studio storico suquesto fondatore dell’Opus Dei debba es-sere tuttora possibile, oltre che doveroso!Riprendo in mano, così, un libro che feciarrivare, anni fa, da Santafé de Bogota,dove era stato “Impreso en Orion Edito-res-apartado Aéreo 37797 - Santafé deBogotà, D.C. Colombia”, col t i tolo:“OPUS JUDEI - José Marìa Escriba”.Ne sunteggerò, perciò, il capitolo II; “Lavida occulta de Escriva de Balaguer”,non certo per farne uno scandalo - anchese, necessariamente, polemico! - ma per-ché impossibile, dopo averlo letto, rima-nere indifferenti, o restare neutri, o porsinel cosidetto “giusto mezzo”. Sarà,però, un altro grido d’allarme, o almenoun campanello intenzionale per coloroche cercano seriamente la “Verità”,quella “Verità” che Gesù stesso ebbe adire: “vi farà liberi!” (Jo. 8, 32)!

    ****

    LA VITA SEGRETA D’ESCRIVÀ DE BALAGUER

    Tutte le biografia del “Padre”, scritte daisuoi collaboratori e membri dell’Opera so-no, come norma, falsi e menzogneri, per-ché tacciono tutto ciò che potrebbe nuo-cere alla sua vera personalità. Sono co-me sepolti nel più profondo segreto, co-me la sua origine giudaica; l’originecripto-giudaica della sua dottrina; ilsuo sviluppo intellettuale, pure limitatoall’Opus, i suoi animatori occulti; la suaomosessualità, le sue relazioni con certigruppi sovversivi...Lui stesso ha saputo creare il suo roman-zo biografico che non corrisponde affattoalla realtà. Nella sua persona, infatti, c’èun’ambiguità, una scissione, una separa-

    zione: l’autentico e il falso, il reale e il mi-stico, il volto amabile e quello severo, letante contraddizioni... La creazione delmito, la “deificazione” della sua personaè una delle tecniche utilizzate da tutte lesètte per farne un culto di venerazione,un capo carismatico che, grazie a un la-vaggio del cervello, fissano gli occhi sul“capo” che li manipola e conduce.La sua biografia, dunque, è talmente arti-fificiale che egli nascose persino il suonome di Escriba, il nome che portò dallanascita, che si trova scritto sul registro ci-vile, il nome di famiglia che significa, eti-mologicamente, “dottore e traduttoredella Legge presso gli Ebrei”3.Aveva, quindi, ragione José Ortega, pro-fessore in Diritto Penale, quando il 26giugno 1975 ebbe a dire, in una intervi-sta: «Io ho letto la Biografia di Josema-

    ria Escriva. Dopo, io pensai all’uomoche c’era dietro quello scritto e dovetticoncludere che non si può scrivereuna biografia di Josemaria Escriva»4.L’Opus, perciò, è una sola persona:l’Opera è il Padre e la sua personalità èla pietra angolare sulla quale giace tutto ilfondamento dell ’Opus. “La Storiadell’Opus Dei è la biografia medesimadel Fondatore”5.

    ***

    Non nacque sano6. Fu esaminato da varimedici che ne constatarono la gravità.Soffriva di convulsioni, che oggi si dico-no di “epilessia”. La situazione finanzia-ria del padre era grave, per cui la sua fa-miglia viveva in povertà e in ristrettezzefinanziarie. Il padre non godeva una buo-na reputazione nel paese, ed era sull’orlodel fallimento. In queste condizioni, la sua entrata in se-minario di Logofrio fu piuttosto una que-stione di sopravvivenza che una vocazio-ne al sacerdozio. Lui stesso ebbe a di-chiararlo apertamente: «Io non ho maipensato che io potessi divenire prete,nè di consacrarmi a Dio. Io non mi so-no mai posto questa questione, per-ché io pensavo che quello non era perme. Inoltre: L’idea di divenire prete, miannoiava nella misura che io mi senti-vo anticlericale”7.Il biografo ufficiale e membro dell’Opus,Salvator Bernbal, dovette riconoscere econfessare che «noi sappiamo cheEscrivà non s’interessava per unaeducazione ecclesiastica... l’idea di di-ventare prete non l’attirava»8. Una suacontemporanea, Paula Roy, ha anch’es-sa affermato che «nel suo comporta-mento, niente fa pensare a una voca-zione al sacerdozio»9.E allora, quale fu il comportamento di Jo-semaria quando entrò nel seminario diLogrofio? Ha risposto lui stesso. «Io nonaveva alcuna virtù, neppure una pese-ta»!10. Vale a dire: pensava solo ai pro-blemi umani: il denaro, il finanziamento,le peseta. E si vantava di essere un“ghiozzo” (= grosso martello a testaquadrata)!Essendo gracile di salute, fu ammessocome esterno. Aveva 16 anni. Poi, passòal seminario di Zaragozza, indi in quellodi Logrono, dove rimase dall’ottobre 1918al settembre 1920, quando fu cacciatoda quel seminario perché “omoses-suale”!11.Ritornò, poi, a Zaragoza, protetto dallozio Carlos Albas, all’epoca canonico earcidiacono di Seo. Da notare, però, cheDon Carlos, che conosceva bene il nipoteJosé Marìa, non fu presente alla sua Pri-ma Santa Messa, nonostante che fossestato lui a introdurlo di nuovo nel semina-rio di Zaragoza, dove un professore lodefinì “instabile e arrogante”, mentre isuoi compagni di studio lo dissero «ungiovane che amava la vita comune, re-ticente, di un temperamento che è ta-lora rigido e violento, mentre altre vol-te esplode in eccessi di collera impre-viste e violente»12.Alla fine degli studi ecclesiastici, celebròla sua Prima Messa a Pilar, nella Cap-pella della Santa Vergine, il 28 marzo1927. V’erano presenti solo una dozzi-na di persone, il che dimostra quanta

    3 Cfr. Dizionario Enciclopedico CODEX, p. 504.4 Cfr. Salvador Bernal. “Monseñor Josema-ria Escrivá de Balaguer”. Editorial Rialp1979, p. 9.5 Cfr. Jesùs Unfant. “La prodigiosa avventu-

    ra del Opus Dei”, p. 9/10.6 Michael Walsh, “El mundo segreto del-l’Opus Dei”, p. 24.7 Cfr. Salvador Bernal. op. cit., p. 55.8 Cfr. id., p. 59.

    9 Cfr. id., p. 31.10 Cfr. id., p. 31.11 Cfr. id., p. 147.12 Cfr. Daniel Artigues: “El Opus Dei enEspaña”, p. 17.

    Josèmaria Escrivà seminarista a Saragozza.

  • porco, quando è mangiato da un por-co, per dirla francamente. Siamo degliangeli per poter elevare le nostre pro-prie idee a un livello superiore. Ma sia-mo almeno degli uomini, in modo dapoter trasformare dei prodotti alimen-tari in forti muscoli e, può anche esse-re, in cervelli»19;«Voi dite che voi volete morire eroica-mente, ma non pensate voi che è piùeroico morire in un buon letto, comeun cittadino ordinario... ma però perdispiacere d’amore?»20;«Ma cos’è il segreto della longani-mità? L’Amore. Diventate amorosi evoi non vedrete mai più lasciare quelsentimento»21;«C’è bisogno di una crociata per la vi-rilità e la purezza che si oppone diret-tamente contro la dottrina, secondo laquale l’uomo è un animale»22;«Dell’oro, dell’argento, dei gioielli...terra, escrementi! Godimento, piacerisessuali, soddisfazioni dei bisogni...come una bestia, un asino, un porco,un gallo, un toro...»23;Secondo il Fondatore, “la sessualitànon viene che al quarto o al quinto po-sto presso un uomo normale”...IL “Padre” amava ripetere: «Fino all’etàdi 26 anni, io lo ignoravo. Io desidera-vo questa stupudaggine di tenerezza,d’unità, d’amore...»24.Dai suoi amici più intimi, egli era cono-sciuto per questa passione. Una delleamicizie più intime di Escrivà, ben camuf-fata, fu quella con Isidoro Zorzano, alquale egli dichiarava il suo amore ar-dente sotto tutti gli aspetti. E molte per-sone in Spagna, ne sapevano qualcosadi lui25.Ed Escrivà ne era così ossessionato che«prescrisse che i “quadri” dell’Opusnon potevano più avere dei segretarifemminili, ma dei segretari maschili»26.Quando, nel 1946, Escrivà si stabilì a Ro-ma, venne in contatto con Alvaro delPortillo, che poi divenne suo successore,Prelato dell’Opus Dei e Vescovo. Fu untutt’uno con lui. Escrivà l’ha accentuato: «Ebbene, noi ciamiamo. Certo, noi ci amiamo, e que-sto è il miglior complimento che cipossono indirizzare». E insisteva che «ipeccati dell’uomo rientrano nel palmodella mano. Un palmo che passa dallatasca del pantalone all’apertura deicalzoni»27.Persino nelle Cappelle e nelle chiesedell’Opus Dei si trovano sempre dellepitture e sculture d’angeli e arcangeli, deibei giovani maschi che uccidono gloriosa-mente con le loro spade degli uomini del-la terra; nel sudore e negli occhi deiquali però si vede la fiamma del desi-derio28! Erotici, lussuriosi, tentatori!

    4 “Chiesa Viva” *** Settembre 2003

    poca simpatia avesse la gente a tutti ilivelli, di questo neo-sacerdote!In quel periodo, egli faceva parte di ungruppetto di giovani sacerdoti che voleva-no lasciare le loro parrocchie originali perrestare a Madrid. Uno storico di quel tem-po, sulla vita di Josémaria scrisse che«quella parte della sua vita è molto te-nebrosa!»13.Quanto, poi, ai suoi presunti studi in Dirit-to, il suo segretario personale, AntonioPerez, dice che «Padre Escrivà non eraun gran giurista, come ci aveva fattocredere. Io dubito realmente s’egli hafatto per davvero i suoi studi in Diritto.Io non ho mai visto il suo diploma di li-cenza, come le cose si svolgevanonell’Opera se avesse avuto questo di-ploma, l’avrebbe certamente espostoin un quadro d’oro... Ad ogni modo,non era affatto amatore del Diritto, an-zi ne aveva una certa avversione!14Comunque, l’avvocato Felix Pons rac-conta che il Padre Josémaria gli disse«che egli aveva, a Zaragoza, un buonamico che mi lascerà passare senzaesami e mi donerà il diploma»!

    ***

    Purtroppo, in lui c’era ben di peggio, co-me lo insinuavano in molti, e cioè cheEscrivà aveva come una ossessione,un “piccolo errore”, una anomalia nelsuo comportamento sessuale. Egli era“omosessuale”, un floscio. Fin dallagiovinezza egli era cosciente della suanatura sessuale diversa, contraria. Giànel seminario di Logrofrio aveva dei pro-blemi di natura. Durante la sua pubertà, aZaragoza, attirava attenzione “perchéegli non frequentava mai delle ragaz-ze”. Una tendenza, questa, che ebbe pertutta la sua vita. Un anno prima della suamorte, il 23 giugno 1974, nel teatro Coli-seo di Buenos Aires, gridò: «Pregate pertutti i preti-peccatori come me - affin-ché non facciamo delle stupidaggi-ni»15.Quando era superiore del seminario diZaragoza, egli si lavava da capo a piediogni giorno, mentre i seminaristi non lofacevano mai.Un esempio: un giovane, di nome Lau-reano, era uscito dall’Istituto di “PortaCoeli” (un istituto di giovani delinquenti,dipendenti del Tribunale per giovani), edivenne membro dell’Opus Dei. Un gior-no, il padre Josémaria se ne andava perMalaga, senza un motivo evidente. Ricar-do Laureano lo accompagnava. Al ritor-no, il giovane venne a sapere che il padreEscrivà disse al superiore di un conventoche l’aveva tolto da Porta Coeli, ma chepoi era uscito dall’Opus Dei, e l’aveva

    portato lì per sbarazzarsi di lui! A queitempi - dal 1934 al 1935, l’Opus avevasolo sette membri e ciascuno viveva an-cora presso la propria famiglia, eccettoLaureano, omosessuale, che abitava

    alla residenza, assieme con Escrivà16.L’Autore Vicente Gracia, in un suo ro-manzo: “Au nom du Padre”, pubblicatonel 1980, descrive non pochi incontriamorosi tra Escrivà e alcuni giovani.Questo fremito sessuale intimo diEscrivà, si nota, inevitabilmente, anchenel suo libro di guida spirituale: “ElCamino”, di cui riportiamo alcuni fra-menti dei più chiari che tradiscono letendenza pedofile d’Escrivà:«Il matrimonio è per il popolo e nonper il Regno del Cristo. Come l’alimen-tazione è una necessità individuale, laprocreazione non è che una necessitàper la razza, da cui l’individuo può far-ne a meno...»17 ;«È poi vero - ma io non lo credo e non lovoglio credere! - che sulla terra non cisono persone, ma solo dei ventri?»18;«La pietanza la più raffinata, e anche lapiù saporita, diviene nutrimento per il

    1925. Il giovane prete Josèmaria Escrivà.

    13 Cfr. Yvon Le Vaillant, “La Santa Mafia”, p.11.14 Cfr. id., p. 19.15 Cfr. Salvador Bernal, op. cit., p. 90.16 Cfr. Maria Angustias Moreno, “La otra ca-ra del Opus Dei”, p. 28ss.17 Cfr. Josémaria Escrivà, “El Camino”, p.

    28.18 Cfr. id., p. 38.19 Cfr. id., p. 367.20 Cfr. id., p. 734.21 Cfr. id., p. 999.22 Cfr. id., p. 121.23 Cfr. id., p. 677.

    24 Cfr. Salvador Bernal, op. cit., p. 170.25 Cfr. id. p. 14526 Cfr. Alberto Mo, cada, “Historia oral delOpus Dei”, p. 158.27 Cfr. Luis Carandell, op. cit., p. 100.28 Luis Carandell, “Vida y milagros de mon-señor Escrivà de Balanguer”, p. 110.

  • «Rev.mo e illustre Monsignore, dopo una meditata lettura della Sua ope-ra: «La “nuova chiesa” di Paolo VI»(Ed. Civiltà, Brescia 2003), si può ben di-re che essa è il definitivo perfezionamen-to degli altri Suoi due studi al riguardo. Lei, cioè, ha dimostrato da pari Suo chePaolo VI alterò, cambiò, profanò, letteral-mente, tutta la Religione: nel cosiddetto“Concilio vaticano II” - che il compiantoMons. Spadafora chiamava, satiricamen-te, “il concilione” - nell’ecclesiologia,nella teologia, tanto dogmatica quantomorale, nell’esegesi biblica, pratica-mente “consegnata” (in latino: tràdita)alla “dittatura delle opinioni”, come di-rebbe il Card. Siri, imposta ed esercitatadai neo-modernisti; nella catechesi, sov-vertita oltre ogni dire; nella liturgia, stra-ziata almeno nello stesso modo nellaconcezione generale dell’ecumenismo; e,infine, nel cosiddetto “nuovo codice” didiritto canonico. Occorrerebbe, allora, quasi un volumecome il Suo per soffermarsi sulle immanie innumerevoli devastazioni spirituali per-petrate, more gnostico, da Montini, intutti i campi ora ricordati. Ma persino se,per assurdo, non ci fosse altro, bastereb-be il fatto, lamentato da Lei col più ango-sciato vigore, che, a parere dei neo-mo-dernista Montini la religione deve cam-biare perché il mondo cambia (cf. pp. 65S.). Invece, Gesù, i Suoi Apostoli, la SuaChiesa di sempre e anche i Santi con-temporanei, tra cui S. Pio da Pietralcina,insegnano il perfetto contrario. Sennon-ché, l’idolatrato “oggi” li commisera co-me “integralisti”, “fondamentalisti”; efermiamoci qui. Inoltre, e peggio: quella montiniana di-chiarazione nichilistico-storicistica fuesternata dopo l’incredibile ottimismo deltroppo ingenuo Giovanni XXIII (cf. pp.33-54); e dopo il fatto che financo l’apo-stata Hans Küng - “degnamente” conti-nuato dal suo “compagno” Card. Kasper!- riconobbe il carattere dottrinalmenteeversivo del Concilio Vaticano Il (cf. p.55). Un altro merito che Le va riconosciuto,Monsignore, è quello di aver smaschera-to anche il sovversivo ecumenismo pseu-do-teologico del Card. Ratzinger (cf. pp.72-102); ovvero di un personaggio ritenu-

    “Chiesa Viva” *** Settembre 2003 5

    la super-giudeo-massoneria-marxista, di-latata e camuffata, sulla cui superficiequalche parola cristiana - lasciata conastuzia farisaica - serve solo per abbindo-lare e strumentalizzare milioni di poverisprovveduti. Tatticismo “compagno” delbacio di Giuda che si realizza anchenell’egualitarismo filo-protestantico, laici-sta e femminista, dei “nuovo codice” didiritto canonico (cf. pp. 322-347). Insomma, «Paolo VI non aveva alcunaformazione teologica; mancava asso-lutamente di spirito soprannaturale»(Mons. Spadafora, Il postconcilio. Crisi:diagnosi e terapia, Roma 1991, p. 35. Ivi,pp. 122 s.), si trova un’importante preci-sazione dottrinale circa il “nuovo rito”.A questo punto, viene pressoché sponta-

    neo ricordare che, nei primi anni settanta,in pieno pontificato montiniano, lo scritto-re Dinamo Cardarelli pubblicò, sulla be-nemerita rivista “La Torre”, una brevepoesia intitolata: Sestina a tutto sesto.Eccone il contenuto:

    «Volendo confrontar sesto con sesto, evviva allor Papa Alessandro sesto che, pur concubinario e disonesto, la santa Chiesa non mandò in dissesto come, pian piano, sta facendo questo.L’uomo peccò, ma stette in piedi il re-sto!».

    A tali versi sembrano paralleli questi, delcattolico tradizionalista Fabrizio ApollonjGhetti:

    «E’ Concilio voce amabileche mi manda in visibilio.Però chiedo: può un concilioconciliar l’inconciliabile?!».

    Per la più autorevole-conferma dottrinalein merito, v. Mons. Spadafora, La Tradi-zione contro il Concilio. L’apertura asinistra del Vaticano II, Roma 1989. Di qui, il seguente sviluppo, che piacquemolto allo Spadafora, del noto proverbio:“Meglio tardi che mai”. Ossia: “Ma me-glio mai che Mao; oppure: “Meno peg-gio Mao che Mao-lo dis-sesto”.E ciò perché, come insegna già l’AnticoTestamento, il ridicolo discredita più delbiasimo.

    Con devota gratitudine per quanto Leic’insegna sempre, Le invio i migliori os-sequi.

    to “progressista moderato”. Ma la tragi-ca realtà è che il sistema neo-modernisti-co, di cui Ratzinger è uno dei primiesponenti, ha favorito a tutto spiano ilmondialistico dilagare delle orribili eresiedei Karl Rahner, dei Küng, degli Schille-beeckx, dei von Balthasar e dei loro im-mancabili “compagni”, parecchi dei qua-li hanno fatto un’allucinante carriera (cf.pp. 124-150). E c’é di più: una delle rivoluzioni peggiori,se non la più satanica, fu almeno agevo-lata da Montini nella “nuova esegesi”(cf. pp. 151-188), contro la quale Mons.Romeo, da lei citato, scrisse - nel 1960! -il profetico articolo su “Divinitas”; e con-tro la quale Mons. Spadafora, fedele egeniale discepolo del Romeo, scrissemolti articoli e volumi, tra cui emergequello che potrebbe denominarsi il suo“testamento spirituale”, da Lei ottima-mente citato: La “nuova esegesi”. Iltrionfo del modernismo sull’Esegesicattolica, Sion (Svizzera) 1996.Ivi, sono messi nella più chiara luce-guidai dogmi: della ispirazione divina di tutte lesingole parti della Sacra Scrittura; dell’as-soluta inerranza di essa, conseguente al-la sua divina ispirazione; della ChiesaCattolica come unica depositaria e inter-prete autorizzata del Libro sacro; dellastoricità dei Vangeli, insegnata dalla Tra-dizione costante e ininterrotta della Chie-sa (cf. la “nuova chiesa”, cit., p. 178). Si tratta di Verità assolute, più o meno in-fangate dagli esegeti neo-modernisti, piùo meno creature e “vedove’* di Montini.Da tutto ciò proviene che, nei “nuovi” co-siddetti “catechismi”, le eterne e immu-tabili verità della Fede e della morale cat-tolica sono offuscate, quando non sostan-zialmente dissolte nello storicismo pseu-do-teologico e pseudo-etico, il quale èl’anima - dannata - di quello che il grandemariologo P. Roschini chiamava il “bol-scevismo neo-modernistico” (cf. pp.189-226).Si spiega cosi anche l’assassinio, in stilepiù o meno brigatista, della liturgia, da Leidenunciato non solo in pagine ineccepibili(pp. 227-263), ma altresì tramite la ripro-duzione fotografica di “eventi” sacrilega-mente agghiaccianti (cf. pp. 265-285). Quindi, il “nuovo ecumenismo” (cf. pp.287-321), che viene aggravato da ungiorno all’altro, coincide sempre più con

    LA “NUOVA CHIESA” DI PAOLO VIUNA LETTURA... MEDITATA!

    di un professore docente d’Università

  • Eminenza Rev.ma,tenebre fitte avvolgono la terra, mada più parti si auspica un luminoso fu-turo di pace, di giustizia e di fratellanzauniversale; mentre attraverso il relativi-smo morale e religioso, frutto amarodel modernismo imperante, si tenta,senza successo, di gestire il male,dandogli una diversa accezione.Il quietismo spirituale che ne derivae l’illusorio benessere diffuso, spingo-no l’uomo all’apostasia, favorita anchedai troppi messaggi falsi e accattivantiche minano nel profondo le coscienze,rendendole vuote ed alienate.Così l’individuo, nonostante le parven-ze di libertà e di auto-determinazione,si scopre fragile e facile preda di chiha come solo interesse l’annichilimen-to della sua dignità di figlio di Dio. Sivuole, in pratica, comporre una massainforme di persone obbedienti al pote-re. Vengono, di proposito, generate edalimentate guerre, violenze e corruzio-ni in ogni parte del mondo, affinché ilgenerale malcontento produca dispe-razione. Senza i valori religiosi, etici emorali, cosa resta, infatti, all’uomo cheha investito tutto se stesso solo nelmateriale? L’essere umano è restioall’obbedienza. La strategia vincente,quindi, consiste nello spogliarlo a pocoa poco, in modo sistematico, senzache se ne avveda, della volontà, dellafede e di ogni forma di sicurezza, ab-bagliandolo, nel contempo, con falseprospettive di felicità terrena.Così operando, in breve, l’uomo, privatodi tutto, diviene terreno fertile, dove la se-mina del male è semplice e ricca dei fruttisperati. Oggi, LA BESTIA si nascondenel sottobosco DELLA GLOBALIZZA-ZIONE politica, economica e persinoreligiosa, fatta passare come bene irri-nunciabile per l’umanità: panacea di tuttii mali. Un unico governo mondiale eun’unica religione sincretica, che riuni-sca in sè i principi fondamentali dei varicredo, attuerebbero quella SINARCHIA

    le istituzioni civili e religiose, neiposti chiave dove, in virtù delle posi-zioni raggiunte, possono lavorare indi-sturbati. Si spiegano, così, i fiumi diparole intrise di umanitarismo e di mo-rale che, quotidianamente e apparen-temente dettate dalla più banale de-magogia, invitano alla libertà,all’uguaglianza ed alla fraternità, mache, in realtà, celano inganni ed in-tenzioni assassine. Vogliono inocula-re nelle coscienze più deboli il velenodel dubbio di essere in errore se si dis-sente da certe posizioni abominevo-li, in ordine all’aborto, all’eutanasia,alle guerre, all’omosessualità, o sesi cerca di difendere la propria identitàdi cattolico. È in atto un tentativo di ve-ra e propria manipolazione psicologicadal sapore subliminale.Tutto ciò che sì verifica ai nostri giorniè, quindi, il risultato di un tenace, orga-nico, programma, orientato sostan-zialmente alla definitiva scristianiz-zazione dell’umanità. La società, per-tanto, non si muove spinta dall’illogi-cità, come potrebbe sembrare da unesame superficiale, bensì in stretta ob-bedienza a dettami ben definiti già nelpassato, come si evince dall’attenta ri-lettura dei fatti storici.Tanto premesso, entro nel vivo dellaquestione che maggiormente interessail cattolico: l’atteggiamento dellaChiesa istituzionale.Per secoli, senza paura, Essa ha dife-

    so i valori della Tradizione e, non an-cora inquinata dai veleni del moderni-smo, salda come roccia sulla Rivela-zione, ha predicato la Parola di Dio sen-za distorsioni razionaliste per la veraevangelizzazione dei lontani. Oggi, Romadovrebbe interrogarsi forse più profonda-mente, sullo sfacelo morale dilagante;molti, troppi pastori sembrano aver affie-volito il proprio zelo apostolico. Scendonoa compromessi col mondo, pur di fareproselitismo a qualunque prezzo, an-che rinunciando al primato di Roma

    LETTERA APERTA AL CARDINALE RATZINGER PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

    dellla prof. Maria Pia Mancini

    tanto auspicata dai nemici di Cristo,perché, a detta loro, matrice di un cam-biamento epocale ed apportatrice di pacee giustizia.Coloro che ambiscono ad umiliare il Cat-tolicesimo sottomettendolo, perché nemi-co acerrimo di iniqui progetti, oggi si sonoresi conto, loro malgrado, che un attaccofrontale, oltre che portarli allo scoperto,non avrebbe esiti positivi come nel pas-sato. Adottano, pertanto, lo stratagem-ma di farsi amici nei nemici. Essi si so-no infiltrati, con vesti d’agnello in tutte

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    Il cardinale Joseph Ratzinger.

  • stessa...Ormai, si parla solo della Misericordia diDio, dimenticando e facendo dimenticareche Egli è perfetta Giustizia! Non sipredicano più il peccato e l’eresia, giu-stificando e legittimando quest’ultima co-me diversa sequela di Cristo, in nome diuna fratellanza di fatto inesistente. LaChiesa Cattolica, Apostolica, Romana,checché ne dica l’uomo, rimarrà semprel’unica depositaria della Verità, perchéfondata da Cristo stesso. Le altre confes-sioni religiose, anche se definite chiesesorelle, sono d’ispirazione umana, perciòfallaci e suscettibili di evangelizzazioneda parte cattolica, non viceversa. “Utunum sint” non significa appunto che ilontani debbano rientrare nell’unicoovile, riconoscendo il primato di Pie-tro, tanto discusso? È da tempo che ilCielo, in più parti del mondo, lancia ri-chiami proprio a questa unità, oltre chealla conversione, alla preghiera ed allapenitenza, ma non è ascoltato da granparte della gerarchia ecclesiale che dàl’idea di essere più complice che antago-nista di determinati poteri. Nei tempioscuri che viviamo, il nostro clero, presoda questioni di ordine pratico, che fareb-be bene a demandare ad altri, nondiffonde più la vivissima luce delVangelo né indica l’autentico cam-mino nella Verità, rinunciando al suograve mandato nell’ora del più grandetrionfo di satana, che domina incontra-stato le anime, cosegnategli dagli stes-si che dovrebbero difenderle anchecon la vita.Pare proprio che la predicazione delVangelo, rimesso peraltro in discussio-ne da certa TEOLOGIA PEREGRINA,sia divenuta inutile, a tutto vantaggio diuna scriteriata diplomazia che nonsolo non converte i lontani, ma to-glie ogni peculiarità al Cattolicesimo,soprattutto attraverso la muta accetta-zione di eresie conclamate, perché“Qui tacet, consentiri videtur”!Ci vestiamo di falsa umiltà, accusan-doci di colpe mai commesse, ovverochiamando colpe tutte quelle lotte oiniziative intraprese in difesa della Fe-de; dissacriamo la SS.ma Eucari-stia, modificandone il significato piùprofondo ed autentico; codifichiamoliturgie e comportamenti in apertocontrasto con i dogmi sanciti, pur diessere accettati dai separati. Ciascunopuò constatare l’abominio in atto, leg-gendo la Bolla del Papa S. Pio V o idocumenti del Concilio di Trentosul valore della S. Messa, oggi svili-ta a “celebrazione”, con ben altro signi-ficato. In nome della fratellanza, i cattolicisono vittime degli influssi nefasti delle va-rie eresie e assimilati a chi avremmo do-vuto invece convertire. A riprova, e soloper citare un esempio fra i tanti, rimandoalla lettura attenta del foglio “La Domeni-ca”, distribuito nelle chiese per seguire laS. Messa domenicale, in cui, spesso econ linguaggio ambiguo, si riscontranoposizioni filo protestanti. Ad esempio, suquello di Domenica 19 gennaio 2003 è ri-portato il seguente passo, tratto dal nuo-vo Messale Romano: «Si desidera viva-mente che i fedeli ricevano il Corpo del

    Signore con ostie consacrate alla stessaMessa e, nei casi previsti, facciano la Co-munione al calice, perché anche permezzo dei segni, la Comunione appaiameglio come partecipazione al sacrifi-cio». Sempre nello stesso foglio, in pre-messa, si legge: «Seguire Cristo vuol dirediventare Chiesa e nella Chiesa ogni vo-cazione, ogni modalità di sequela (ancheil Luteranesimo? N.d.R.) acquista prezio-sità, perché unita alle altre (come?N.d.R.) inserita nella vita di Cristo stes-so».La chiesa cattolica, quindi, è prote-stantizzata. Se l’affermazione non è veri-tiera – perché si DESIDERA VIVAMENTE checi si comunichi con ostie consacrate allastessa Messa? Forse perché in quelle ri-poste nel Tabernacolo non c’è PresenzaReale, come ritengono protestanti e neo-catecumenali? È noto, del resto, che ilnuovo Messale è stato riformato da unaCommissione composta da protestanti edanglicani (par conditio docet!) e che daesso era stata tolta la parola “Sacrifi-cio”, reintrodotta, poi, solo per le prote-ste del Card. Ottaviani; – perché si consiglia anche la Comu-

    nione al calice, se tra i motivi addotti perl’introduzione della Comunione sulle manisono stati determinanti quelli di carattereigienico?– perché si critica il rapporto individualecon Dio, se solo DALL’INTIMA UNIONECON LUI può scaturire l’amore vero alprossimo? Non a caso, in quasi tutte lechiese sono stati sostituiti i banchicon le sedie: l’Assemblea deve pregareinsieme, possibilmente seduta o in piedi,mai in ginocchio, perché inginocchiarsiequivale a pregare fuori dalla comunità,peccando di singolarità, D’INDIVIDUALI-SMO;

    – perché si vuol ridurre il numero delleSante Messe? S. Pio da Pietralcina affer-mava che il mondo continua ad esistereproprio grazie alle molte Sante Messeche si celebrano quotidianamente; nonha mai detto che il mondo si regge per leAssemblee luterane o neo-catecumenali;– perché la S. Messa è stata ribattezza-ta Celebrazione? Forse perché la parolaMessa, estrapolata dall’espressione lati-na: “Hostia missa est”, che significa“La Vittima è stata inviata”, ricordatroppo il SACRIFICIO di cui si vuol farperdere la memoria per non urtare Ebreie Luterani, ingannando loro ed i fedeli di-stratti?– perché il SS.mo Sacrifico è stato ri-dotto a semplice “RACCONTO” e laSanta Eucaristia a semplice “CONVI-TO” fraterno?– perché non si fa adorazione profondadelle Sacre Specie, ponendole con disin-voltura nelle mani, senza attenzione aiFRAMMENTI, come raccomandato dalConcilio di Trento? Cristo può essere toc-cato solo da chi ha le mani consacrate.Non è vero, come affermano protestanti eneo-catecumenali, che siamo tutti sacer-doti in virtù del Battesimo! Infatti, il Signo-

    re, nell’ultima Cena, ha istituito il SA-CERDOZIO MINISTERIALE QUALERUOLO UNICO ED INSOSTITUIBILE,SECONDO LA SUA SAPIENZA!– perché i Tabernacoli sono statitolti dall’altare centrale? Forse perfar assomigliare le nostre chiese allesale luterane, in cui si “FA” l’Eucari-stia, spezzando la Parola nell’assem-blea, ovvero interpretando da sé laBibbia, come fanno anche i neo-ca-tecumenali con il placet dei Vesco-vi?– perché sono permesse le cateche-si rievangelizzatrici di Kiko Arguel-lo, pur non essendo esse né epuratedalle eresie né approvate ufficialmen-te?– perché si affida ad un laico, filoprotestante e filo ebraico la rievan-gelizzazione? I nostri Sacerdoti catto-lici ne sono incapaci, o si teme di bloc-care il processo distruttivo della nostraChiesa così ben avviato? Il fine che sipersegue con simili, infami, macchina-zioni, è ormai palese. Non è onestoapprofittare della porpora per obbli-gare all’obbedienza, dovuta a Dionon all’uomo, soprattutto quandoquesti ci indica strade sbagliate!È necessario, il momento lo esige, chequanti hanno responsabilità in materiadi Fede, chiariscano il perché del loro

    incondizionato appoggio a coloro che at-tentano alla vera Chiesa, rinnegandol’Eucaristia, UNICA PIETRA D’INTRAL-CIO all’attuazione di un ecumenismodi chiara ispirazione diabolica!Resta solo da augurarsi che i cattolici di-vengano più attenti e vigilanti e che la Lu-ce dello Spirito riesca a penetrare il cuoree la mente di tanti pastori modernisti af-finché si convertano e rinuncino ad esse-re parte di un Sinedrio che, ancora unavolta, immola Cristo sull’altare dell’ini-quità.Credo che Ella abbia il preciso dovere difornire risposte chiare a quanti, a causa

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    Il cardinale Joseph Ratzinger.

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    delle deviazioni dottrinali, troppo a lun-go tollerate dalle stesse Autorità, vedo-no prevalere una visione orizzontalesociologica della Chiesa, a danno del-la Verità.A ragione il Card. Biffi afferma: «L’alter-nativa alla fede è il suicidio della ra-gione e la rassegnazione all’assurdo».Lo stesso Card. Pacelli, futuro Pio XII,una volta confidò ad uno dei suoi più inti-mi collaboratori: «Sento intorno a me deinovatori che vogliono smantellare la Sa-cra Cappella, distruggere la fiamma uni-versale della Chiesa, rigettare i suoi orna-menti, procurarle il rimorso del suo pas-sato storico. Ebbene, mio caro amico, hola convinzione che la Chiesa di Pietrodebba appropriarsi del proprio passa-to, altrimenti si scaverà lei stessa latomba»!Lo sconvolgimento, causato dalle innova-zioni, ha soffocato ogni anelito alla tra-scendenza, causando rilassatezza di co-stumi, sia nel clero, sia nel “popolo diDio”, perché la vita cristiana non èpossibile senza l’Eucaristia, oggi ri-dotta a simbolo.L’Eucaristia è amore e il mondo ha biso-gno d’amore. Gesù ha incentrato l’operadella salvezza nella Sua presenza eucari-stica, nella fede nell’Eucaristia, nel suoculto, nella sua adorazione. Facciamo sìche i fedeli riscoprano l’abbraccio di Ge-sù Eucaristia! Che dà la vita solo a chi lacerca nella verità e nella giustizia.

    Ad ogni buon fine, trascrivo, qui, di segui-to, la Bolla di S. Pio V e il discorso deiCardinali Ottaviani e Bacci, perché ci sipossa rendere conto pienamente dellemoderne deviazioni liturgiche e dottrinali

    in merito alla S. Messa, durante la qualeè CRISTO CHE S’IMMOLA e non la co-munità, come oggi si tende a far credere!L’unico Ministro ne è il SACERDOTE, cuii fedeli si uniscono, “desiderando con ar-dore di divenire intimamente simili a Ge-sù Cristo che patì acerbi dolori”.

    ***

    Da: “QUO PRIMUM TEMPORE” - Bolladi S. Pio V«... in virtù dell’Autorità Apostolica, noiconcediamo a tutti i sacerdoti, a tenoredella presente, l’indulto perpetuo di poterseguire, in modo generale, in qualunquechiesa, senza scrupolo veruno di co-scienza o pericolo di incorrere in alcunapena, giudizio o censura, questo stessoMessale, di cui avranno piena facoltà diservirsi liberamente e lecitamente, cosìche... NON SIANO TENUTI A CELEBRA-RE LA MESSA IN MANIERA DIFFEREN-TE DA QUELLA CHE NOI ABBIAMOPRESCRITTA, NE’ D’ALTRA PARTEPOSSANO VENIRE COSTRETTI ESPINTI DA ALCUNO A CAMBIAREQUESTO MESSALE. SIMILMENTE DE-CRETIAMO E DICHIARIAMO CHE LEPRESENTI LETTERE IN NESSUN TEM-PO POTRANNO VENIR REVOCATE, DI-MINUITE, MA STABILI SEMPRE E VALI-DE DOVRANNO PERSEVERARE NELLORO VIGORE... NESSUNO, DUNQUE,E IN NESSUN MODO, SI PERMETTACON TEMERARIO ARDIMENTO DI VIO-LARE O TRASGREDIRE QUESTO NO-STRO DOCUMENTO: FACOLTÀ, STA-TUTO, ORDINAMENTO, MANDATO,PRECETTO, CONCESSIONE, INDUL-

    TO, DICHIARAZIONE, VOLONTÀ, DE-CRETO E INIBIZIONE. CHE SE QUAL-CUNO AVRÀ L’AUDACIA DI ATTEN-TARVI, SAPPIA CHE INCORRERÀNELL’INDIGNAZIONE DI DIO ONNIPO-TENTE E DEI SUOI BEATI APOSTOLIPIETRO E PAOLO»!

    ***

    Dal discorso dei CARDINALI OTTAVIANIe BACCI, sempre a proposito della “nuo-va Messa”:«... Rappresenta, sia nel suo insieme co-me nei particolari, un impressionante al-lontanamento dalla TEOLOGIA CATTO-LICA della Santa Messa, quale fu formu-lata nella sessione XXII del Concilio Tri-dentino, il quale, fissando DEFINITIVA-MENTE; i “canoni” del rito, eresse unabarriera invalicabile contro qualunqueeresia che intacchi l’integrità del Ministe-ro».

    ***

    S. Pietro e S. Paolo hanno sicuramenteesultato DEL FATTO CHE, PROPRIONEL GIORNO DELLA LORO FESTA èstato approvato lo statuto dei neo-catecu-menali, rievangelizzatori IN PERFETTALINEA CON LUTERO non con i dettati diS. Pio V e del Concilio di Trento, maiaboliti dal Vaticano II che aveva previstomodifiche non sostanziali del rito Tradi-zionale.Non c’è peggior cieco di chi non vuol ve-dere; “errare humanum est, persevera-re autem diabolicum”!

    LA “NUOVA CHIESA” DI PAOLO VIsac. dott. Luigi Villa (pp. 380 - 119 Fofografie - Euro 20)

    Per richieste, rivolgersi a:

    Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 3700003 - C.C.P. n° 11193257

    Tutte le speranze nate col Vaticano II sono poi svanite. L’aggiornamento, infatti,ha creato solo turbamenti e rimpianti che hanno suscitato contestazioni per il de-classamento degli stessi dogmi della dottrina cattolica.Questo libro sulla “Nuova Chiesa” di Paolo VI, perciò, viene a confermare, conevangelica franchezza, che le analisi e le previsioni emerse nel corso degli anniconciliari, e dopo, si sono rivelate tragicamente vere. Inutile, quindi, stracciarsi levesti, puntare il dito accusatore, indignati, e condannare... Il dramma che vive oggila Chiesa, dopo Paolo VI, ha reso conto del cumulo di giudizi arbitrari e faciloni, dideformazioni e di varie bugie su tutto quanto è storicamente attinente alla “NuovaChiesa” di Paolo VI!

    NOVITÀ

  • “Chiesa Viva” *** Settembre 2003 9

    LA DOTTRINA SOCIALE CATTOLICA(da: La Dottrina sociale cattolica: sfida per il terzo millennio - Rimi-

    ni)

    Da: “RERUM NOVARUM”Lettera Enciclica di S.S. Leone XIII sulla questione sociale (15. Maggio 1891)

    a) Giustizia

    Innanzitutto, l’insegnamento cristiano, di cui è interprete ecustode la Chiesa, è potentissimo a conciliare e mettere inaccordo fra loro i ricchi e i proletari, ricordando agli uni e aglialtri i mutui doveri, incominciando da quello imposto dallagiustizia. Obblighi di giustizia, quanto al proletario eall’operaio, sono questi: prestare interamente e fedelmentel’opera che liberamente e secondo equità fu pattuita; non re-car danno alla roba, né offesa alla persona dei padroni; nelladifesa stessa dei propri diritti astenersi da atti violenti, né maitrasformarla in ammutinamento; non mescolarsi con uominimalvagi, promettitori di cose grandi, senza altro futuro chequello di inutili pentimenti e di perdite rovinose.E questi sono i doveri dei capitalisti e dei padroni: non te-nere gli operai schiavi; rispettare in essi la dignità della per-sona umana, nobilitata dal carattere cristiano.Agli occhi della ragione e della Fede, il lavoro non degradal’uomo, ma anzi lo nobilita col metterlo in grado di vivereonestamente con l’opera propria. Quello che veramente è in-degno dell’uomo si è di abusarne come di cosa a scopo diguadagno, né stimarlo più di quello che valgono i suoi nervie le sue forze. Viene similmente comandato che nei proletarisi deve aver riguardo alla religione e ai beni dell’anima. Èobbligo, perciò, dei padroni lasciare all’operaio comodità etempo che bastino a compiere i doveri religiosi; non alienarlodallo spirito di famiglia e dall’amor del risparmio; non impor-gli lavori sproporzionati alle forze, o mal confacenti con l’etàe con il sesso.

    Principalissimo, poi, tra i loro doveri è dare a ciascuno la giu-sta mercede. Il determinarla secondo giustizia dipende damolte considerazioni: ma, in generale, si ricordino i capitalistie i padroni che le umane leggi non permettono di opprimereper utile proprio i bisognosi e gli infelici, e di trafficare sullamiseria del prossimo. Defraudare poi la dovuta mercede ècolpa così enorme che grida vendetta al cospetto di Dio. Ec-co, la mercede degli operai... che fu defraudata da voi, grida;e questo grido ha ferito le orecchie del Signore degli eserciti. Da ultimo, è dovere dei ricchi non danneggiare i piccoli ri-sparmi dell’operaio né con violenza né con frodi né con usu-re manifeste o palliate; questo dovere è tanto più rigoroso,quanto più debole e mal difeso è l’operaio e più sacrosantala sua piccola sostanza. L’osservanza di questi precetti nonbasterà essa solo a mitigare l’asprezza e a far cessare le ca-gioni del dissidio?

    (continua)

    BRAVO, DON VILLA! NON TACERE MAI! E, ALFIN,

    CONTRO L’INFERNO VINCERAI!

    Carissimo Don Villa, ho appena letto,Su “Chiesa viva”-giugno, il bel servizio,E le varie missive, con diletto,Pur se adirato contro il Sant”Uffizio.

    Cristianamente, senza preconcetto,E il gruppo episcopal-cardinalizio,Sempre più schiavo e sempre più soggettoA chi la Chiesa spinge al precipizio!

    Le cose che tu dici sono chiare,Come quelle che scrivono i lettoriDel tuo mensile: Preti e Monsignori!

    Ma gli “incogniti-arcani-superiori”Hanno in mano la Chiesa, a quel che pare,Prona ai “fratelli-perfidi-maggiori”!

    Prof. Arturo Sardini

    CHIOSA

    Il panschiavismo incombe in VaticanoOnde, siccome suole, fa l’indiano!Se i “sommi sacerdoti” stanno zitti,Carissimo Don Villa, siamo fritti!

    Povero Cristo, poveri cristiani,Finiti del Sinedrio nelle mani,A causa del Maligno, penetratoIn alto loco, dove è venerato!

    CHIUSA

    Tu seguita a gridare, tuttavia,Nel nome santo di Gesù e Maria,Per scuotere dal sonno gli idiotiE denunciare i perfidi iscarioti!

    OCCHI SULLA POLITICA

  • 10 “Chiesa Viva” *** Settembre 2003

    Documenta-Facta

    IL PAPA E LA CONFESSIONE INDIVIDUALE

    La Lettera Apostolica di GiovanniPaolo II: “Misericordia Dei”, resanota il 2 maggio scorso, vuole il rilan-cio del Sacramento della Riconcilia-zione, in crisi nel popolo di Dio.

    La lettera: il confessore.«I preti siano sempre disposti».Perciò, «tutti coloro cui è demandata,in forza dell’ufficio, la cura delle ani-me, sono tenuti all’obbligo di provve-dere che siano ascoltate le confessio-ni dei fedeli a loro affidati. La man-canza di disponibilità ad accogliere lepecore ferite, anzi, ad andare loro in-contro per ricondurle all’ovile, sareb-be un doloroso segno di carenza disenso pastorale in chi, per l’ordinazio-ne sacerdotale, deve portare in sél’immagine del Buon Pastore.Gli Ordinari del luogo, nonché i par-roci e i rettori di chiese e santuari,devono verificare periodicamente chedi fatto esistano le massime facilita-zioni possibili per le confessioni deifedeli. In particolare, si raccomanda lapresenza visibile dei confessori neiluoghi di culto durante gli orari previ-sti, l’adeguamento di questi orari allasituazione reale dei penitenti, e laspeciale disponibilità per confessareprima delle Messe.

    BANCHE ARMATE: IN TESTA: LA SPAGNA

    Il quadro 2002 delle operazioni ban-carie, connesse con le esportazioni

    italiane di armi, mostra un mercatosempre più concentrato e sempre piùnon solo europeo ma internazionale.L’istituto che guida la classif icadell’anno scorso è lo spagnolo BancoBilbao Vizcaya (216 milioni di euro diimporti autorizzati), che ha appoggia-to la maggiore commessa dell’anno,la fornitura Iveco-Oto Melara di auto-blindo alla Spagna. Segue la Bnl(138 milioni), già nel 2001 tornata adoccupare i primi posti dopo anni dimagra, che spazia praticamente sututto l’arco dei clienti dell’industria ita-liana. Ma la concentrazione emergesubito: il Banco di Bilbao è il primoazionista della stessa Bnl con quasi il15% del capitale.Gli altri operatori principali sono imaggiori gruppi italiani. UniCredit (99milioni) continua lentamente a smalti-re i contratti accumulati negli annipassati dal Credito Italiano, dallaFrancia alla Romania, dal Pakistanagli Emirati Arabi, e sembra ancoralontano da quella uscita dal mercatodelle armi promessa due anni fa. Ca-pitalia, cioè Banco di Roma (98 mi-lioni), si segnala per le operazioni inMedio Oriente, in particolare con ilKuwait, mentre per il Banco di Sici-lia, ormai incorporato, passano i com-pensi di mediazione della maxicom-messa 2000 al Sudafrica e Bipop Ca-rire continua a gestire la fornitura2001 di elicotteri Agusta alla Svezia.Il Gruppo San Paolo Imi (80 milioni)risulta impegnato nel sostegno alleesportazioni Finmeccanica in Repub-blica Ceca. Banca Intesa (57 milioni)lavora con Cina, Malaysia, Stati Uniti,ma è meno presente di un tempo. C’èsempre invece la britannica Barclays

    Bank (31 milioni). Dopo di che siamo,per così dire, agli spiccioli.Il Monte dei Paschi, altra banca adaver annunciato lo stop alle armi, haeffettivamente ridotto ai minimi terminile nuove autorizzazioni, anche se ve-de un residuo di operazioni degli anniprecedenti per quasi 14 milioni di eu-ro. Per Antonveneta (7 milioni) l’en-trata in gioco nel 2001 non era statoun episodio: continua ad operare inquesto campo soprattutto per forniturea Francia e Turchia. Un’altra nuovaentrata di quest’anno è BreBanca, laBanca Regionale Europea del GruppoBanca Lombarda e Piemontese. Sitratta però solo di poco più di 1 milio-ne di euro per esportazioni in Belgio. Il resto - poco - è coperto da banchetedesche, arabe, britanniche, francesie qualche altra italiana, tra cui, per laprima volta, una banca cooperativa, laBanca San Giorgio (Vicenza), per 37mila dollari di vendite negli Stati Uniti.(F.T.)

    I NUMERI DELLA DISUGUAGLIAN-ZA FEMMINILE

    – Il 70 per cento dei poveri sonodonne. Al sesso femminile appar-tiene gran parte degli 1,5 miliardi dipersone che vivono con 1 dollaro algiorno, o meno!

    – Due terzi, degli 876 milioni dianalfabeti del mondo, sono don-ne. Il numero non è destinato a di-minuire in modo significativo neiprossimi 20 anni.

    – Ogni minuto di ogni giorno, unadonna muore, a causa di compli-cazioni intervenute nel corso dellagravidanza o del parto.

    – 450 milioni di donne adulte, neipaesi in via di sviluppo, hannoproblemi di crescita, nell’infan-zia, a causa di una nutrizione pove-ra di proteine e scarsamente ener-getica.

    – Tra gli 85 e i 114 milioni di donnee ragazze - la maggior parte dellequali in Africa, Medio Oriente e Asia- sono state sottoposte a mutilia-zione genitale femminile.

    – Il 90 per cento circa delle attualivittime di guerra, sono civili, inmaggioranza donne e bambini.Un secolo fa, il 90 per cento diquelli che morivano in guerra eranomilitari!

    – Oltre il 75 per cento dei “profu-ghi” sono donne e bambini. Laloro debolezza li espone alla violen-za sessuale, sia durante la fuga, sianei campi profughi.

    – Le donne rappresentano solo il 13per cento dei Parlamenti nazionali alivello mondiale, mentre sono lamaggioranza dell’elettorato.

    (Fonte: ONU)

  • “Chiesa Viva” *** Settembre 2003 11

  • 12 “Chiesa Viva” *** Settembre 2003

    LA VITA SPIRITUALE

    C’è qualche cosa di interessante perla vostra vita spirituale e che non puòessere omesso nella rassegna pre-sente.Accenni ad un vago bisogno di moder-nizzare la vita spirituale, massima-mente quella dei Sacerdoti, si sentonoqua e là in modo impreciso, per lo piùin buona fede e magari ingenuo, piùnel parlare, che nello scrivere, più convalutazioni particolari che con sistemigenerali. Ciò mentre per fortuna ven-gono sempre più in onore gli studi sul-le correnti di sana spiritualità, dallequali, nella scia di mirabili Santi è stataarricchita la Chiesa.Facciamo dunque una disanima nontanto di difetti, quanto di distrazioni, inanime ottime e del tutto ben intenzio-nate, alle quali crediamo basti l’autore-vole richiamo, tanto è il loro desideriodi essere pienamente con Dio.Si parla di “spiritualità” senza attributio con attributi vaghi, d’occasione, dalvalore più letterario che pratico. Non èdetto che ciò che rimane vago edastratto sia un errore. Però il vago el’astratto servono benissimo a coprirela ignoranza e la nessuna volontà diassumere impegni precisi ed onerosi.È cerebralismo. Per esempio abbiamoosservato con singolare insistenza co-me a vaghi discorsi sulla “spiritualità”non corrisponda la chiara affermazio-ne, che di quella il fondamento, siccomesi dice nella prima delle Beatitudini (Mat-teo 5, 3), è la povertà di spirito, ossia ildistacco dalle cose terrene e da se stes-so (umiltà, obbedienza etc...).Così abbiamo sentito trope volte citare apieno sproposito la mirabile dottrina delCorpo Mistico, della quale si deve osser-vare che molto se ne parla e poco se neconosce. Abbiamo incontrate anime, lequali, per via della ignoranza in proposi-to, giungevano a fare di quella sacra dot-trina una specie di sgravio della respon-sabilità personale, tanto nel bene che nelmale! In certe cose, mettiamoci un po’ diteologia, precisa e compresa.Il discorso sulla “personalità” è diventatocomune ed ha certamente - non fosse al-tro che per tutte le offese che gli si fannoal mondo d’oggi - tutti i crismi della mo-

    dernità. Per tale motivo lo sentiamo va-gare a piene vele in elucubrazioni, nellequali si desidererebbe maggior preoccu-pazione di farsi meglio intendere da chipoco sa. E si assiste così - oltre a tantemirabili cose delle quali non si finirebbedi dire bene - al caso che colla persona-lità si sostituiscono tutte le altre virtù,specialmente la umiltà, la obbedienza, lacarità e la penitenza. Le parole tropporiassuntive sono pericolose da che mon-do è mondo, perché ciascuno le intendecome vuole e come gli comoda.Ritorniamo dunque al parlare concreto edalle cose concrete.Nostro Signore ha presentato sempre laSua legge in modo concreto, e l’ha sinte-tizzata nella Sua Croce. La Sua via rima-ne sempre quella del sacrificio e della ca-rità, della umiltà e della obbedienza. Non

    ci ha mai insegnato a gonfiarci e ci haavvezzati ad agire per un solo spetta-tore, Dio. L’inserzione in Lui non è unacosa astrusa; è fare quello che Luivuole in modo da essere nella graziaSua ed amarLo così, passandocoll’amore attraverso i fratelli. Non silegge nel Vangelo nessun incitamentoad esercitare ed allenare comunque lefacoltà critiche, bensì ci si legge cherenderemo conto di ogni parola oziosa(Matt. 12-36) e che non dobbiamo di-vertirci a giudicare il prossimo (Matt. 7,2).Cari Confratelli, stiamo attenti ai ram-mollimenti, giustificati con parole diffi-cili. La tendenza a sfuggire impegniprecisi e categorici, chiari e forti, a da-re interpretazioni vaghe, letterarie,sentimentali ed anacquanti, irrequietee comode alla divina norma evangeli-ca, deve trovare insormontabile barrie-ra nella umile volontà di amare vera-mente e servire il Signore. Ed in que-sto difendiamoci dal rispetto umano.Infatti, in questo campo della vita spiri-tuale entra talvolta in sordina e conmodi soavi la tendenza “a non irritaretroppo il mondo”, a trovare “soluzioniconcilianti e comprensive”, sicchè in-sensibilmente si può scendere la chi-na. Il terreno delle conciliazioni è rap-presentato dal nostro sacrificio, sicchègli altri si salvino, ma non dal sacrificiodella verità e della legge. Dovremomoltiplicare noi personalmente la pa-

    zienza, ma non applicare delle usure alSanto Vangelo.E vi mettiamo in guardia a proposito dellamala applicazione di una giustissima dot-trina. La giusta dottrina - che ebbe in SanFrancesco di Sales il suo più illustre com-mentatore e divulgatore - insegna comela perfezione cristiana sia compossibilecon tutti gli stati e professioni, purchéfondamentalemente onesti. Ma va da sè che questi stati, tutti capacidi perfezione, debbono essere concepitinella luce di una norma generale, la qua-le vuole si concluda qualcosa a gloria diDio e non si perda tempo e non si dia aldivertimento più spazio di quello ammes-so dalla equilibrata valutazione morale.Tanto abbiamo ricordato perché, dellagiusta dottrina, si vedesse dove può sta-re e sta di fatto la mala e compiacente

    LA MODERNITÀ

    di Sua Em.za Mons. Giuseppe Siri

    6

    “Lettera Pastorale al Clero”.

    Sua Em.za Mons. Giuseppe Siri.

  • “Chiesa Viva” *** Settembre 2003 13

    applicazione. Allorché si tratta di tipi dicondotta e di vita, che ritendono aggeg-gio d’una posizione sociale e di una di-sponibilità economica il perdere del grantempo, il passare giorni e notte sul gioco(sia pure e magari non disonesto), il va-golare annoiati da una distrazione all’al-tra, il concedere a sè ogni comodo, ne-gando quasi tutto agli altri, il considerarequalcuno come un essere inferiore, il fare- non richieste - diverse villeggiatureall’anno, il sacrificare alla gita ed all’eser-cizio fisico ogni giorno del Signore... as-sentendo senza riserve, si farebbero del-la male applicazioni.Sarebbe traditrice interpretazione delpensiero divino sulla carità, il far diventa-re rotondo quello che Dio ha creato qua-drato.Sta bene andare verso il mondo, ma ba-dando a non uscire dal recinto di Dio.Ad evitare tutti questi pericoli, che si pos-sono risolvere in sconfitte, inducendo voi,cari Confratelli, ad abbandonare una se-rietà e profondità di metodo nell’orienta-mento spirituale e nella vita spirituale, viconsigliamo a non leggere solamente imoderni libri - pur eccellenti talvolta - diascetica, ma a tenere sempre nella giu-sta condiserazione gli antichi. E tra questiabbiate sempre tra mano la “Imitazionedi Cristo”.Tenete per certo che uno dei trutti piùevidenti del progresso moderno è quellodi rendere ogni uomo - che legge anchesolo il giornale - presente a tutto il mon-do, e tutto il mondo presente e magariterribilmente presente ad ogni uomo.Questo povero uomo diventa sempre piùintimorito e più piccolo. Gli crescono a di-smisura le paure e le voglie di trovaredelle formule accomodanti per deporrequalche timore e qualche tristezza. Que-st’aria poco coraggiosa e molto accomo-dante entra dappertutto e può far dannoalla vita spirituale. Qui è modernità il nonlasciarsi travolgere.

    EDUCAZIONE

    Il campo della educazione è in fermento.Esso attira la nostra attenzione e perchéla educazione è troppo collegata colla vi-ta morale, nonché colla verità dogmaticae perché in casa nostra ci sono scuole,collegi, seminari.Vi sono sistemi educativi e vi sono an-dazzi educativi. I primi hanno applicatoun procedimento scientifico ed organiconel sistemare ed unificare delle normeeducative. La scienza moderna ha affer-rato coi suoi procedimenti tutto l’uomo epertanto ha avuto la tendenza a sistema-tizzare anche la educazione.Non lamentiamocene; però, non esage-riamo e - soprattutto - facciamo delleenergiche distinzioni. Anzittutto, i sistemieducativi, ormai trattati scientificamente,hanno la comune caratteristica di preoc-cuparsi molto e talvolta in prevalenzadell’aspetto didattico, cioè delle forme emetodo di insegnamento. Sono stati in-fatti congegnati anzitutto per gli asili e perle scuole. È pertanto facile che, piuttostoche considerare il completo processoeducativo, insistano su di una parte di es-so.In tali sistemi si osserva che spesso ilpunto di partenza è una osservazione ob-biettiva e che le formule riassuntive han-no della verità e della praticità, puntinoesse sulla partecipazione attiva dell’edu-cando o sulla partecipazione dell’ambien-te, o sulla prevenzione e convincimento.A questo proposito bisogna notare che ilpericolo sta proprio nel fare dei sistemiassoluti, quando si pensa che difficilmen-te si trovano bambini ed uomini che in-quadrino un tipo “assoluto”. In altri terminibisognerà sempre, accanto ad un siste-ma giudicato “buono”, mettere il criteriodel “contemperamento” pratico a secon-da dei caratteri e delle circostanze. Così,si sfrutterà l’apporto notevolissimo dellaosservazione moderna, temperandolo

    colla saggezza dell’umano e ragionevolecriterio.Non si tralasci finalmente che taluni siste-mi dimenticano troppo il dogma del pec-cato originale, ossia, in pratica, la realtàdella debolezza umana, nonchè il dogmadella Grazia, ossia della vita e risorse so-prannaturali. Questa dimenticanza non èuna lacuna, sibbene un errore pernicioso.Se non tutti possono essere degli specia-listi in materia, tutti debbono però averela prudenza di dubitare saggiamente, ri-flettere e, quando occorre, umilmente in-dagare.In via generale si può dire che i sistemimoderni tendono a sviluppare la azione ela personalità spontanea dell’educando.Questa linea è sostanzialmente buona.Non sarebbe buona se la si deducessead affermare un minor bisogno della di-sciplina e dell’ordine, come fa taluno, cer-tamente corto di testa e di veduta.In più sarebbe errore storico credere chetale linea fosse nuova. Infatti, l’indirizzoeducativo cristiano l’ha sempre applicatoin pieno, senza cadere in unilateralità edecurtazioni. L’ha applicato con duemezzi semplicissimi: la vita interiore nellapiena attuale e vigorosa attività della co-scienza personale; l’uso della mortifica-zione cristiana. Questi mezzi, intesi a do-vere ed applicati bene, sono il massimosviluppo alla azione, alla personalità,all’auto-controllo. I sistemi moderni talvol-ta si differenziano perché, ad otteneretutto questo, partono da una base piùesterna, meno profonda della fede in Dio,più tecnica che spirituale.Prendiamo dunque il buono dove è, mafacciamo le debite distinzinoni.Preoccupiamoci piuttosto - e qui c’è il ve-ro motivo della attualità - di dare alla edu-cazione quella consistenza che bilancienergicamente la debolezza provocatadall’infittirsi eccessivo delle esperienze edelle sensazioni.

    (continua)

    Cristiani, Musulmani, Ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!sac. dott. Luigi Villa (pp. 130 - € 10)

    Per richieste, rivolgersi a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 3700003 - C.C.P. n° 11193257

    Questo nostro libro ha lo scopo di rettificare certe affermazioni, sparse largamente sullastampa, specie cattolica, circa l’eresia ecumenica d’oggi che afferma che il Dio deiCristiani è lo stesso di quello dei Giudei e dei Musulmani. Ma il nostro ragionamento,semplice, è questo: Gesù Cristo è Dio. Giudei e Musulmani, però, non credono inGesù Cristo e non Lo venerano come Dio; perciò, Ebrei e Musulmani non hannolo stesso Dio dei Cristiani.La radice, quindi, della contrapposizione tra Cristianesimo, Giudaismo e Islamismo, è dinatura teologica. Il Dio dei Cristiani, infatti, non è soltanto il Dio Unico, ma è anche il DioUno e Trino. Uno nella natura, Trino nelle Persone. Il Giudaismo del Nuovo Testa-mento, invece, ripudia Gesù Cristo, e come Messia e come Dio. L’Islam, pur ricono-scendo Gesù come “un apostolo di Allah” (cfr. Sura IV, 156/157), nega la SS. Trinitàcome bestemmia; perciò, chi non ha la fede musulmana è un “Kafir”, cioè un “infe-dele”, per cui i “Kaffirma” sono tutti i non musulmani, contro i quali ogni lotta è lecitae doverosa, dalla “guerra santa” in giù, fino alle persecuzioni d’ogni genere!

  • Non sarà mai contro il comunismo laMassoneria che lo ha generato, enon sarà mai contro la Massoneria

    l’ebraismo anticristiano, che genera l’unoe l’altra. I tre sono distinti, ma l’anima èuna sola, come appare nella politica diEisenhower, ebreo, massone e filoco-munista.Attingiamo le informazioni dal volume diTraian Romanescu, dell’università di Bu-carest, “Traicion a Occidente”, in linguaspagnola, ed. Mexico 1961, pp. 290.L’apogeo del tradimento dell’Occidente èstato raggiunto da Dwight David Ei-senhower, uno dei peggiori criminalidi guerra non ancora giudicato.Ex comandante supremo delle truppe al-leate in Europa, ex dirigente dell’univer-sità massonica di Colombia, e alla fine,Presidente degli Stati Uniti per opera del“Kahal”, della Loggia e dei circoli diri-genti del comunismo in America. È autoredel libro “Crociata in Europa”. Si gloria-va di essere ateo, poi si seppe che, quan-tunque ebreo, usò senza diritto alcunodel nome della Croce e dei Crociati chesono cose di cristiani.Nessun secolo come il nostro ha vistotanti criminali occupare i posti di Capidi Stato e onorati come “grandi” e “be-nefattori dell’umanità”!Ciò è che, in nessun secolo, l’ebreo eragiunto a tanto potere; avviene, ora, chel’ebraismo si serve a suo piacimento dellerivoluzioni, degli intrighi e delle “frodi de-mocratiche” per collocare in alto i piùpericolosi individui conosciuti dall’uma-nità. In questa illustre (?) galleria, Ei-senhower occupa sicuramente il primissi-mo posto, anche per l’avvenire.Nel 1939, Eisenhower era colonnello eaveva servito come Capo di Stato Mag-giore il generale Mac Arthur, nelle Filip-pine. Scelto, da carnefice militare a co-mandante supremo in Europa, avanzò, intre anni, di cinque gradi, cosa che gli per-mise di assumere il comando europeo,nonostante il suo nullo talento di stratega,paragonato a quello dei suoi compagni diguerra, quali il maresciallo Montgomerye Alanbroke. Quest’ultimo, nelle sue me-morie, criticò violetemente lo “strate-ga” Eisenhower, accusandolo in pub-

    blico di aver diretto le operazionidell’esercito nordamericano con meto-di di distruzione totale, già impiegati du-rante la guerra di “Secessione norda-mericana”!

    Il bombardamemto di Dresda

    In effetti, Eisenhower e il suo Stato Mag-giore commisero i più orribili crimini dellaseconda guerra mondiale; crimini anchepeggiori di quelli commessi con i bombar-damenti atomici su Nagasaki e Hiroshi-ma, e paragonabili solo agli incredibilimassacri di massa commessi dai bolsce-vichi. Il punto culminante dei delitti di Ei-senhower, dei suoi generali e dei suoi“nipoti dello zio Sam”, fu il bombarda-

    mento e la distruzione della città tede-sca di Dresda, alla fine della guerra.Avvenne il martedì 13 febbraio 1945,quando la Germania era già stata vinta eil suo territorio invaso all’oriente e all’occi-dente. Non fu, quindi, un bombardamentorivolto a conseguire obiettivi militari, maun attacco sleale, massiccio, su una cittàintera, con l’intento di raderla al suolo coni suoi abitanti.L’attacco aereo nordamericano cominciòil 13 febbraio alle 9.55 della sera, e duròfino alle 10 del mattino dopo. Fu realizza-to con circa duemila bombardieri qua-drimotori inviati a ondate.Dresda era piena di rifugiati, fuggiti dalleorde sovietiche e non c’era in essa alcu-na difesa militare che giustificasse l’attac-co. I rifugiati erano, in maggior parte,donne e bambini, dato che gli uomini era-no stati mobilitati in massa per sostenereil precario fronte tedesco dell’est, molto aldi là di Dresda.I nordamericani attaccarono, prima, conbombe incendiarie e al fosforo, che tra-sformarono la città in un mare di fiamme.Seguirono le bombe esplosive, con lequali furono distrutte 180.000 delle220.000 case della città. In tale inferno,provocato dall’odio secolare giudaicocontro i cristiani che hanno dato al mondola Luce, perirono in una sola notte, più di300.000 persone, in maggior parte don-ne e bambini, senza contare i feriti e imutilati a vita!La città di Dresda, uno dei più antichicentri culturali dell’Europa cristiana, fu co-sì cancellata dalla carta geografica, e (daquando cadde in mano ai bolscevichi finoad oggi, 15 anni dopo la guerra, rimaneun mare di rovine. La massa dei detriti ela distruzione degli immobili fu calcolatadi 3 metri cubi per abitante, mentre Ber-lino e Amburgo, che pure subirono bom-bardamenti di massa, risultavano per 1,6metri cubi per abitante.Il numero dei morti di Dresda fu trevolte maggiore di quelli di Hiroshima eNagasaki insieme, oltre al fatto che l’at-tacco alle città giapponesi durò solo alcu-ni istanti, mentre quello di Dresda duròdodici ore. Così, Eisenhower, il sorridente“lke”, paladino della cristianità e del mon-

    I GIGANTI DEL MALE

    di A. Z.

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    14 “Chiesa Viva” *** Settembre 2003

    Dwight David Eisenhower.

  • “Chiesa Viva” *** Settembre 2003 15

    la, e giunse all’armistizio vergognoso,redatto nei termini desiderati dai co-munisti. Così, il comunismo vinse in Co-rea sulle rovine della Corea del Sud e le

    pile di cadaveri dei suoi uomini, con l’ag-gravante che fino ad oggi i comunisti do-

    minano la Corea del Sud, nonostante cheil presidente Syngman Ree era dispostoa combattere, perché’ sapeva che, dovearrivano i rossi, arriva solo la morte e larovina.“Liquidata” la Corea, Eisenhower si pre-cipitò troppo tardi alla Conferenza “di al-to livello” di Ginevra, riunita nel 1955col proposito di “rafforzare” la pacemondiale. Questa conferenza, che riunì icriminali del Kremlino con i traditoridell’Occidente, fu, in realtà, il primo colos-sale tradimento sul piano internazionalecommesso da Eisenhower, perché in es-sa fu sigillata, definitivamente, la sorte deipaesi soggiogati dal comunismo nell’Eu-ropa Orientale, e da essa uscì il famoso“spirito di Ginevra”, che fu lo spirito ditradimento, tramite la cosiddetta “coesi-stenza pacifica”, in favore della cospira-zione giudeo-massonica e al prezzo deltrionfo dell’Oriente comunista sull’Occi-dente cristiano.Nell’ottobre 1956, si verificarono le per-turbazioni anticomuniste in diversi paesidell’Europa Orientale, che culminaronocon la sollevazione in Ungheria. Questasollevazione non sarebbe avvenuta sen-za la speranza (alimentata dall’Organiz-zazione giudeo-massonica della “FreeEurope”) e con la promessa di aiuti mili-tari dagli Stati Uniti. Sarebbe stato suffi-ciente un appoggio indiretto agli unghere-si, come gli Stati Uniti fecero con gli egi-ziani!Questo speravano quei popoli, ma l’aiutonon venne, e Eisenhower e tutte le bande“democratiche” dell’Occidente, ONU com-presa, non mossero neppure un dito peraiutare gli ungheresi, limitandosi solo afrasi sonore e a ipocrite condanne degliinvasori sovietici, che assassinavano ilpaese con tutti i suoi patrioti ungheresi!

    (continua)

    do libero occidentale, ha motivo di sentir-si superiore allo stesso Truman!Così, fu castigata l’Europa cristianasecolare per aver osato affrontare labestia comunista che ha trasferito isuoi splendori nelle tane dell’America!Il popolo tedesco fu il principale bersagliodella vendetta ebraico-massonico-comu-nista: fu spezzato e condannato ad ogniumiliazione e ad una fame che durò quat-tro anni, e costretta a immolare i suoi figlimigliori davanti all’altare del sanguinolen-to Moloc rosso. E mentre un popolo inte-ro, popolo esemplare per le sue eccelsevirtù, lottava contro la miseria, la fame ela morte, Eisenhower festeggiava la suavittoria, a Berlino, e i suoi soldati, ebbri dialcool, davano la caccia alle donne affa-mate, forzandole a consegnarsi ai negri eai giudei per poter sopravvivere.Questi furono gli antefatti e questi i meritiche portarono Eisenhower al comandodel popolo nordamericano fino alla CasaBianca diWahsington!

    Presidente degli Stati Uniti

    Come Presidente, Eisenhower compì lasua seconda grande missione di tradi-mento dell’Occídente, tradimento compiu-to con lo slogan della “pace a tutti i co-sti”, cosa che in altri termini significò dartempo al comunismo di fortificarsi e disoggiogare svariati milioni di uomini.Eisenhower fu trasformato, dalla stampagiudeo-massonica e dalla stampa servile,nientemeno che una specie di angelodella pace, tanto applaudito durante isuoi “viaggi di buona volontà”.Giunto alla presidenza, gli Stati Uniti sitrovavano compromessi nella guerra inCorea. Questa guerra avrebbe potuto es-sere vinta, però Eisenhower, come il suopredecessore Truman, non seppe vincer-

    Rev.do Don Berrni don Edgardodi Vicenza

    Rev.do Pirazzi don Piodi Varallo Sesia (VC)

    Sig.Latini Averardodi Scandicci (FI)

    A tutti i lettori di “Chiesaviva” raccomandiamo leLoro anime alla loro pre-ghiera.

    I NOSTRI LUTTII NOSTRI LUTTI

    1959. Il presidente americano Dwight DavidEisenhower con Winston Churchill..

  • “D emocrazia” esprime, nelmoderno significato, unsistema politico basatosu istituzioni “liberamente” elette dalbasso e su organi esecutivi responsa-bili verso il popolo. In concreto, i princì-pi teorici della Democrazia sono:

    a) l’eguaglianza giuridica e politica;b) l’auto-governo, basato sulla leg-

    ge della maggioranza deglieguali.

    Da questi, i democratici vogliono farderivare altri princìpi (libertà di parola,rispetto delle minoranze, ecc..) cheperò non sono peculiari alla “Democra-zia”: Possono, infatti, essere seguiti daogni altro tipo di governo.Lo Stato viene definito “Stato di dirit-to”, perché regolato da una Costitu-zione e il cui potere è basato su di unapluralità di organi dotati di competenzedistinte e determinate; in particolare,viene vantata la (presunta) autonomiadel potere giudiziario che garantirebbel’applicazione della Legge e la tuteladei Diritti.Altro caposaldo – alquanto fragile! – èil “pluralismo delle idee”.Ne confutiamo di fatto l’esistenza, per-ché movimenti e partiti che partecipano aldibattito politico e all’alternanza – come sidice oggi – dalla gestione del Governo,sono ammessi nella misura in cui condivi-dono la ideologia dominante. Le pseudo“opposizioni” dissentono sul metodoe non sui princìpi, così come i contrastisi limitano a divergenze d’interessi, in-somma, al piccolo cabotaggio. Inoltre, asmentire che vi sia VERO pluralismo, ba-sti ricordare che, anche in regime de-mocratico, vige l’infame “reato d’opi-nione”!Ma il caposaldo più vantato è la “Li-bertà”, sulla quale si fanno quotidiani pa-negìrici. La definizione della Libertà sipresenta, però, complessa, in quanto va-ria secondo il punto di vista ideologico e iltempo storico. Tralasciando le concezionielaborate dai filosofi, osserviamo che laLibertà ha diverse forme: politica edeconomica, civile e religiosa, culturale

    e sociale, individuale e collettiva. Nellaconcezione democratica, la Libertà si op-pone al concetto di Autorità, e significa:“diritto degli individui, o di gruppi, a nonessere dominati da altri individui o grup-pi”. È ovvio che, sotto questo aspetto, ilconcetto di Libertà è del tutto relativo,perché la stessa idea implica quella di unpotere politico, in qualsiasi modo esso siaformato, che impone una serie variabiledi restrizioni ed obblighi.“Chiesa viva” ha trattato più volte il si-stema di governo denominato “democrati-co”, evidenziando le contraddizioni diquesto “Mito”. In particolare, vi rimandia-mo all’articolo: “Democrazia: un equivo-co”, pubblicato sui nn. 332 e 334, chetratta il tema dal punto di vista teologico.L’Autore, tra l’altro, ricorda opportuna-mente che, in linea di princìpio, “la Chie-sa non riprova nessuna delle varie for-me di governo, purché adatte a procu-rare il bene dei cittadini”, ovviamente

    non solo quello materiale. Sulla smo-data esaltazione della Democrazia” è ilcaso di ricordare quanto affermato daKarol Wojtyla nell’enciclica “Evange-lium vitae”: “… la democrazia nonpuò essere mitizzata fino a farne unsurrogato della moralità o un tocca-sana dell’immoralità… Fondamen-talmente, essa è un ordinamento ecome tale uno strumento e non unfine… Il valore della democrazia stao cade con i valori che essa incarnae promuove…”.E quali sono questi “valori”? Essi sonoben poco condivisibili del Cristianesi-mo al di là delle forzate affinità che sivuole individuare, “valori” astratti checontrastano con la cruda realtà!La legittimità della “democrazia” èbasata su di una forma di governoelettivo, assembleare, quindi anonimoe irresponsabile, dietro cui operano ipoteri economici: infatti, la vita sociale,in tutti i suoi aspetti, viene organizzataai fini della produzione e consumo,quale mezzo per la “… felicità obbli-gatoria”. È significativo che anche lepersone sono distinte in categorie eco-nomiche, secondo lo spirito “illumini-sta” che ha partorito il capitalismo.

    La necessità di produrre in massa identicibeni di consumo, porta inevitabilmente al-la distruzione delle culture legate al pas-sato, ad un conformismo ideologico euniformismo delle forme; ma l’aspetto piùsinistro di questi sviluppi è la completa in-differenza per le Verità fondamentali. Co-sì, viene sostenuto che la religione, lateologia, la filosofia, debbano riguardare ilprivato, mentre nel resto viene esercitatoun diffuso controllo e l’imposizione di mo-delli comportamentali. Ricordiamo, però,che “invadenza e controllo del tutto” èla caratteristica dello Stato totalita-rio!…

    LA LEGGE DELLA MAGGIORANZA

    Tra i postulati tra i quali si basa la “demo-crazia” vi è, dunque, quello che affermache il numero, cioè la maggioranza, “fa

    16 “Chiesa Viva” *** Settembre 2003

    DEMOCRAZIA E LIBERTÀdi “Illyricus”

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  • “Chiesa Viva” *** Settembre 2003 17

    legge”. La dittatura del 51% è una leggedella media, dal consenso ambiguo e ar-bitrario oltreché mutevole. Esso sarebbecriticabile anche se, per assurdo, fossevero che gli uomini siano uguali in capa-cità intellettuali. Ma, a ben guardare, lostesso sistema elettorale nega di fatto ilconcetto-base dell’eguaglianza degli uo-mini: esso presuppone, infatti, che vi sia-no individui più capaci di altri nel governodella cosa pubblica, personalità più fortiche trascinano sulle proprie posizionimasse per lo più incapaci di ragionarecon la propria testa.D’altro canto, tutti gli uomini hanno unpensiero condizionato fin dall’infanzia; laconoscenza è prima di tutto ricevuta e,solo in seguito, presso non molte perso-ne, si opera un cambiamento, si formaallora il pensiero proprio. L’assoluta mag-gioranza, però, subisce un tale livello disuggestione e conformismo che, abilmen-te manipolato, “crea” l’opinione pubblica.È una tesi condivisa da molti sociologi epsicologi: citiamo per tutti l’insospettabilestudioso sovietico Serghej Ciacotyn, chesosteneva (in “Tecnica della propagandapolitica”) che, in media, “º su 60 persone,soltanto 5 hanno personalità attiva, men-tre le altre sarebbero passive, influenza-bili e incasellabili facilmente”. Le conclu-sioni sul valore delle consultazioni eletto-rali le lasciamo ai lettori...Fra i tanti mezzi di condizionamento cheusa lo Stato, la TV – sorta di modernoORACOLO – ha un influsso preponde-rante. Prendiamo, ad esempio, i program-mi d’informazione e “talk-show” che trat-tano fatti di costume e attualità: pilotatisecondo un preciso indirizzo, essi con-corrono a plasmare la mentalità e il com-portamento delle masse. Hanno un mar-cato effetto di suggestione, riscontrabilenelle interviste e nei sondaggi, dove lagente ripete le cose recepite passivamen-te senza “filtro critico”: è una Eco di ri-torno, un processo d’interazione.Osserva G. Thibon, sul mito del “popolosovrano”, che “... tutte le migliori mentihanno visto in ciò un formidabile inganno.Il certificato elettorale è fiorito sulla tombadelle libertà comunali e corporative; Eche cosa rappresenta il potere astratto divotare di fronte alla schiavitù di un popoloin preda agli orrori del liberismo economi-co (ultima vittima: l’Argentina, n.d.r.) e aquella della tiranni statale? Di diritto, insogno, il popolo guida con mano sovranail carro dello Stato; Di fatto, non ha nep-pure più il potere di controllare e di orga-nizzare le cose che lo toccano più da vici-no e sono a sua misura...”1. In effetti, ilpopolo viene chiamato (chi obbliga il so-vrano?..) ad esprimersi solo negli affari dinormale amministrazione, ma mai quan-do vi siano da prendere decisioni più im-portanti!Il Rosmini, a suo tempo, notava: “...quando ha tanti padroni da non saperlipiù distinguere, un popolo viene chia-mato “libero”, se non pure “sovrano”;

    di fatto, nella democrazia, si manifestamolestissima e ingiustissima la tirannidedella maggioranza”. Non solo, ma, con ladivisione dei poteri e la elefantiaca buro-crazia, la responsabilità sfuma nell’anoni-mato della collegialità e nel conflitto dicompetenze”.Il meccanismo elettorale, e relativo con-cetto di maggioranza che “fa legge”, sispiega, tuttavia, con una più profonda ra-gione: i suoi “illuminati” edificatoril’hanno ideato come rifiuto di Dio e diogni princìpio di Autorità, per porre alsuo posto e deificare l’uomo (l’indivi-duo astratto, simboleggiato con la “stellaa cinque punte”), che viene così “libera-to” ed “emancipato”. È la rivoltadell’Eden che si perpetua” Con buona pa-ce degli utopisti democratici, l’eguaglian-za, però, NON ESISTE in Natura, e 100-1000 e più ignoranze non fanno un genio!Gli “illuministi” si sono anche vantatidi aver liberato l’uomo dai “dogmioscurantisti”, ma, come affermò Jünger(“gli altari decaduti sono sempre abitatida demoni”), hanno creato altre divinitàe imposto nuovi “dogmi” irrazionaliche non è lecito mettere in discussio-ne!

    DEMOCRAZIA E CRISTIANESIMO

    Che tutte le forme di “democrazia” sonosostanzialmente anti-cristiane è piuttostopalese: l’impulso all’appiattimento. Allosradicamento, la lotta al differenziato, uni-sce come un filo rosso tutte le forme diStato apparse dalla Rivoluzione franceseai giorni nostri, come premessa alla Statomondiale senza volto che si va realizzan-do.L’Ateismo (=assenza di Dio) è l’animadi tutte le democrazie variamente ag-gettivate: subdolamente insinuato e di-vulgato in Occidente e apertamente so-stenuto dagli Stati comunisti, dichiarata-mente atei nelle rispettive Costituzioni,dove – come pochi sanno – l’ateismo di-venne movimento culturale, organizza-zione militante, materia entrata neiprogrammi scolastici) come ben ricordalo scrivente, essendo esule di un Paesecomunista!) e che tuttavia, la Chiesa uf-ficiale, purtroppo, MAI ha condannatocon la dovuta fermezza, tradendo isuoi milioni di Martiri!Nelle democrazie “borghesi”, di contro,il rifiuto della religione si manifestacon l’agnosticismo e il “laicismo” perdeclassarla a “opinione” personale co-me tante altre. Ciò ha i suoi riflessi nega-tivi sul Diritto, perché, a prescindere dalfatto che la religione investe OGNI aspet-to della vita, se accettiamo questa distin-zione non possiamo avere un’autenticaEtica, poiché “… è la religione che pre-dica la morale, e la morale, dettando lenorme e le regole del comportamento,è la fonte del Diritto. Altrimenti, il Diritto

    positivo (le leggi che si danno gli Stati),se svincolato da ogni preciso parametrodottrinale e quindi morale, diventa sog-gettivo e mutevole, arbitrario strumento eprivilegio dei legislatori che modificano leregole sociali a loro piacimento, secondoprecisi interessi di parte”2. Ed è ciò che avviene negli “Stati laici”,dove anche l’interpretazione e applicazio-ne della Legge, non di rado, avviene condiscrezionalità, colpa anche di complessenormative e l’accavallarsi di leggi e di de-creti. Nella società che si pretende “sededel Diritto”, l’individuo, di fatto, privo di tu-tela effettiva, nessuna vera autorità a cuirivolgersi, cui chiedere orientamento eprotezione.Vero contrasto tra le democrazie “bor-ghesi” e il Comunismo (“democraziapopolare”) non è mai esistito, anzi, vi èstata una sotterranea cooperazione finan-ziaria e co-produzione in proporzioniinimmaginabile!3Determinanti alleate del Comunismo,nell’ultimo immane conflitto mondiale, ledemocrazie occidentali gli consegnaronomezza Europa e l’aiutarono a sorgere an-che in Cina e, più tardi, a Cuba. Ciò, sto-ricamente, è incontrovertibile! Le lungheguerre di Corea e del Vietnam? Esse sispiegano nel contesto della tragica com-media della “guerra fredda”, che tantiprofitti hanno portato all’industria degli ar-mamenti, principale perverso motore del-le moderne economie.Piuttosto: il Comunismo non dovevaessere posto tra i “malvagi totalitari-smi” da debellare, perché calpesta, dasempre, i “Diritti umani”, ed è il piùgrande massacratore della Storia? Conquale sofisma viene spiegato il benevoloatteggiamento delle democrazie occiden-tali nei suoi confronti a parte la comunematrice ideologica e il fatto che anch’essenon sono esenti da colpe?Dopo la spaventosa ecatombe, le demo-crazie occidentali crearono l’ONU, or-ganismo che doveva mantenere “la pa-ce” (leggi: “lo status quo”…) e, con lapromulgazione dei cartacei “Dirittidell’Uomo”, promisero un’Era senza piùguerre, di benessere, di libertà e via di-cendo. Ci asteniamo dall’elencare ciò chein realtà è successo dal ’45 ad oggi (enon per fatalità!), anche se la scarsa me-moria dei popoli lo richiederebbe. Lo spi-rito di morte ha continuato ad imperversa-re sul mondo: quante guerre, quantetragedie passate sotto silenzio! Guerrecivili (Libano); disperate rivolte di po-poli oppressi (Ungheria ’56); autenticigenocidi (Biafra e Cambogia), e poi,crisi finanziarie e spaventose carestie,permesse o provocate; la programma-zione forzata delle nascite; il diffusobestiale sfruttamento dei minori comeagli albori del capitalismo e, fenomenorecente, l’allucinante traffico diorgani!4

    (continua)

    1 Gustave Thibon, “Ritorno al reale”, VolpeEditore.2 Giuli Valli, “Il vero volto dell’immigrazio-

    ne”, Editrice Civiltà – Brescia.3 Cfr. Documentata opera di Charles Lerinson,“Vodka-Cola”, Edizioni Vallecchi.

    4 Cfr. Articolo del prof. Francesco Cianciarelli,“Mondialismo e alimentazione”, “Chiesaviva” n° 333, 340, 341.

  • 18 “Chiesa Viva” *** Settembre 2003

    Comunque, l’avvocato degli accusati, Fleischauer, rifiutò ilrapporto dei due esperti svizzeri della parte avversa, dimo-strando, in particolare, che l’ex-principessa Radziwill erauna notoria intrigante, un’avventuriera condannata per-sino dal Tribunale dei Cap a 18 mesi di reclusione perfalsificazione di cambiali. Quindi, le sue dichiarazioni di-storte, sull’origine dei “Protocolli”, - insisté Fleischeauernon potevano servire di base per argomentazioni giuridi-che. Quanto al conte du Chayla - continuò Fleischauer -nel 1920 era stato capo della propaganda nell’armataWrangel, ma che fu ben presto smascherato come agentesegreto bolscevico e vergognosamente espulso dall’ar-mata. E che se non fu condannato a morte per alto tradi-mento, questo lo fu solo per l’intervento dell’Ambasciatoredi Francia!Tutto questo, per un Tribunale veramente imparziale, sa-rebbe stato più che sufficiente per mettere in dubbio e la te-stimonianza dell’ex-principessa e quella dei conte du Chay-la. Invece, no! Il giudice di Berna non tenne in alcun contogli argomenti di Fleischauer, tacciandoli di elucubrazioniispirate al suo anti-giudaismo per partito preso.E così, con la sua sentenza, che emise il 14 maggio 1935,il giudice Walter Weyer condannò gli accusati Silvio Sch-nell e Theodor Fischer ad una ammenda di 20 e di 50franchi e ad un pagamento di spese giudiziarie di 32.270franchi; il primo, Schnell, per la diffusione del libro deiProtocolli; il secondo, Fischer per la pubblicità che erastata fatta di questo libro sul suo giornale “Der Eidge-nosse” (= Le Confédéré), e anche per un articolo chiara-mente anti-giudeo. Gli altri tre accusati, invece, furono as-solti. Nel suo verdetto, il giudice dichiarò testualmente: «Que lesProtocoles sont une falsification et un plagiat et tom-bent sous le coup de l’articie 14 de la loi».La cricca giudaica esultò! Il fine era stato raggiunto: un tri-bunale svizzero aveva dichiarato “falsi” i Protocolli!Naturalmente, Schnell e Fischer ricorsero in Appello, equesto avvenne il 27 ottobre 1937 davanti alla “ChambreCorrectionelle” de la Cour d’Appel de Berne. La difesa domandò, per prima cosa, la cessazione del giu-dizio e il rinvio della faccenda davanti al Tribunale di primaistanza; poi, l’assoluzione completa degli accusati. Il ricorso in Cassazione era legalmente promovibile per ilfatto che il giudice non aveva fatto redigere il processo-verbale della disposizione dei testimoni mediante ste-nografi sotto giuramento, ma da stenografi privati, alsoldo dei giudei accusatori, violando così il regolamen-to della procedura. Inoltre, aveva omesso di esigere lafirma dei testimoni. Come motivo-supplementare di Cas-sazione si fece valere che nessuno dei documenti presen-tati dall’esperto Loosli, e che lui se li era procurati attraver-so il Governo Sovietico, non erano stati legalizzati né certifi-cati conforme all’originale, come pure le traduzioni fatte dalprocuratore legale Dr. Lifschtz di Berna, le quali presenta-vano dei controsensi e delle omissioni.Lo stesso Procuratore fu obbligato ad ammettere que-sti errori di procedura. Il Tribunale, nonostante tutto, ri-gettò il ricorso in Cassazione, dichiarando che non c’erano

    del dott. Franco Adessa

    Nota: il testo è tratto da un articolo pubblicato su Chiesa viva n° 179.

    stati vizi di forma reprensibili, così che la revisione di